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Asilo Nido “Causa Pia d’Adda” di Burago di Molgora “Per crescere insieme...!”

Asilo Nido - Causa Pia d'Adda · La Fondazione ha deciso così di offrire una struttura che potesse rispondere ai bisogni dei bambini in età prescolare, con la consapevolezza dell’importanza

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Asilo Nido“Causa Pia d’Adda” di Burago di Molgora

“Per crescere insieme...!”

“Amo gli inizi perché gli inizimi riempiono di meraviglia!”

“Crescere è incontrare il mondo, incontrare la realtà.Il bambino inizia e continua la sua avventura amorosa

con il mondo solo se ha accanto un adultoche gli infonde fiducia, che gli comunica attraverso gesti,

esperienze, modi di essere, che incontrare il mondo è bello.”(M. Mahler)

L’Asilo nido “ Causa Pia d’Adda”, di Burago di Molgora è presentesul territorio dal 1979.

Vuole porsi come una risorsa per i genitori spesso impegnati nel lavoro ecomunque desiderosi di essere coadiuvati nell’educazione dei figli.La famiglia è e rimane il punto di riferimento principale nell’educazione deifigli; il suo è un ruolo primario e non può essere sostituito e demandato a nessunastruttura. L’Asilo nido, nasce e cresce, pienamente inserito nella struttura dellascuola dell’infanzia “Causa Pia d’Adda” condividendo la Mission del ProgettoEducativo.

Il suo scopo è quello di riaffermare l’attenzione di cura verso i piccoli e disviluppo di tutte le loro potenzialità affettive e cognitive, con la convinzione cheper l’adulto la responsabilità più importante è l’educazione.

Se l’Asilo Nido, nasce per rispondere a un serio bisogno delle famiglie, larisposta non può essere un semplice accudimento.

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PPRROOGGEETTTTOO EEDDUUCCAATTIIVVOO,, AAssiilloo NNiiddoo ““CCaauussaa PPiiaa dd’’AAddddaa””,, ddii BBuurraaggoo ddii MMoollggoorraa..

La Fondazione ha deciso così di offrire una struttura che potesse rispondereai bisogni dei bambini in età prescolare, con la consapevolezza dell’importanzache riveste l’educazione e la cura della persona nei primi anni di vita.

I bambini in età 0-3 anni richiedono un atteggiamento di cura,di accudimento e di introduzione alla vita che sollecitano una grande attenzione.

La qualità del progetto, l’organizzazione degli spazi, la scelta degli arredi,il materiale di gioco e l’individuazione di personale qualificato sono state,da sempre, le preoccupazioni principali del Patrono e del Gestore.

Siamo convinti che accogliere un bambino al nido significhi accogliere anchela sua famiglia. Proprio per questo, durante i primi giorni di frequenza chiediamoalla mamma o al papà di rimanere un po’ di tempo con il suo bambino e con noi.

L’accoglienza, infatti, non è qualcosa di astratto, ma la conoscenza reciprocaattraverso le piccole cose che aiutano un bambino a crescere.

Desiderio delle educatrici è di offrire la presenza di un adulto che aiuta,accudisce, accoglie, offre possibilità di gioco, educa.

Accogliere significa tenere presenti le molteplici domande che un bambinorivolge ad un adulto, tutte riassumibili in una domanda di compagnia, di ascoltoreciproco, di tempo dedicato.

La mano di un adulto aiuta, accudisce, accoglie, offre possibilità di gioco, educa. I bambini e, attraverso di essi le loro famiglie, sono accolti da questa mano

adulta che sorregge.Gli adulti presenti al nido pensano che valga la pena tenervi fede,

affondando le radici nel terreno della condivisione e della responsabilità educativa.

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UN GRANDE ATTO DI FIDUCIA

Una famiglia che consegna il proprio bambino piccolissimo ad una persona inizialmenteestranea, compie un grande atto di fiducia. Le educatrici comprendono il salto che la famiglia,ancor prima del bambino, deve compiere quando chiede che il figlio venga accolto al nido.

Le domande esplicite o inespresse sono molte: riguardano la persona dell’educatrice, lapresenza di altri bambini, gli orari, le consuetudini del nido, le regole… e soprattutto riguardano ilfiglio “ce la farà ad inserirsi? Avrà tutte le attenzioni di cui ha bisogno? come far presente le sueparticolari necessità?”.

Se i genitori, ma soprattutto la mamma, avvertono fin dai primi contatti la possibilità di unospazio personale di dialogo, molte domande trovano subito una risposta.

Questo costituisce la base di un rapporto di fiducia.L’inserimento graduale con la presenza della mamma o del papà, nelle prima settimana di

frequenza del bambino al nido, serve a facilitare il simbolico passaggio dalle braccia del genitore aquelle dell’educatrice.

La mamma o il papà, nei primi giorni di frequenza sta con il bambino, gioca con lui, loaccudisce, lo cambia, lo nutreaccompagnata dalla presenzadell’educatrice di riferimento.

Quanto più questo passaggioavviene con calma, tanto più ildistacco sarà sereno.

I tempi di separazione,inizialmente brevi, non abolisconoil pianto, ma strutturano un ritmodi “assenza – presenza” dellamamma o del papà, che il bambinopiano piano riesce ad interiorizzare.

L’educatrice durante lagiornata, tiene mentalmentepresente la mamma al bambino: gliparla di lei accompagnandolonell’attesa del suo ritorno.

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Gradualmente la compagnia dell’adulto, attraverso il gioco, aiuta ad accettare la separazionefino a permettere il piacere di coinvolgersi con la vita del nido.

Il passaggio di notizie sull’andamento della giornata aumenta la sicurezza del genitore: questosentimento è la garanzia perché il bambino possa inserirsi bene.

La crescita non è mai lineare: progressi e crisi normalmente si alternano; è importante chegenitori ed educatori abbiano momenti di colloquio per confrontarsi liberamente, in assenza delbambino.

Ciò che si respira in un nido è il clima che gli adulti sanno stabilire.Un clima di unità tra genitori ed educatori è ciò che maggiormente può recare benessere al

bambino pur nell’indiscutibile diversità dei ruoli.

PILASTRI DELL’AZIONE EDUCATIVA

LA FAMIGLIA:È il riferimento principale, della storia del bambino. Essa è il primo luogo nel quale il

bambino impara a vivere. Per questo è importante partire dal rapporto con la famiglia come fontedi identità e ricerca di un cammino.

LA RELAZIONE: Il senso più profondo di un luogo educativo come l’asilo nido è il suo essere luogo di

relazioni: non c’è apprendimento senza relazione affettiva, poiché è proprio questa che costituisce esorregge il bambino a crescere. I piccoli capiscono soprattutto dalle modalità di rapporto e di cura,da come sono abbracciati, accolti, tenuti, compresi, dalla disponibilità e dal piacere che gli adultiricavano dalla relazione con loro.

Solo l’ascolto, la comprensione e il contenimento, creando una situazione affettiva dibenessere, aiutano il bambino a strutturare un’idea positiva, “sono amato, quindi valgo”,che sostiene la motivazione a crescere. Nostro desiderio è che questa esperienza possa essere veraanche per i genitori, non solo per i bambini; perché l’importanza della relazione, è fondamentaletra adulti.

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LA PERSONA DI RIFERIMENTO:È innanzitutto l’esperienza di un rapporto personale che sostiene il bambino a guardare e

conoscere il mondo. La persona adulta costituisce il riferimento sicuro, che permette l’apertura anuove esperienze.

L’idea di una figura di riferimento consiste nel conferire ad una specifica educatrice laresponsabilità di un particolare bambino. Ad un piccolo gruppo di bambini viene offerta lapossibilità di relazionarsi in modo particolare con un’educatrice e, conseguentemente anche igenitori individuano più facilmente il riferimento.

Quando un bambino entra per la prima volta al nido, la persona di riferimento saràresponsabile del suo inserimento. In seguito assumerà diverse importanti funzioni per favorire losviluppo del linguaggio e relazionarsi con i genitori.

È di grande importanza che le educatrici presenti nella sala vivano una forte condivisioneeducativa che permetta di guardare ai bambini come i “nostri” bambini.

L’OSSERVAZIONE:L’osservazione è una particolare modalità

di rapporto proiettata a cercare di capire ciòche non si sa. Dall’ osservazione dei bambininascono le proposte, che prendono l’avvio dauna posizione intenzionale dell’adulto, ma simodulano e prendono forma dallaconsiderazione di “quei” bambini, consideratiunici e irripetibili.

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L’INSERIMENTO A PICCOLO GRUPPO

“Per suonare un brano di Mozart,ci vuole lo stesso tempo che ci voleva ai tempi di Mozart.”

( Anonimo)

L’inserimento può essere definito come il periodo necessario ai bambini, ai genitori e aglieducatori per integrarsi nel contesto comunicativo-relazionale che si viene a creare con l’ingressodei bambini al nido.

L’inserimento del bambino al nido d’infanzia è un evento nuovo, che provoca un grossocambiamento nel contesto della relazione, una separazione dalle figure di attaccamento, dove per laprima volta il bambino si trova di fronte a una relazione triadica: mamma, papà, educatrice.

Questa è un’esperienza che coinvolge globalmente tutta la famiglia nell’incontro col serviziodove ci sono spazi, bambini, educatrici, con i quali incominciare un percorso di corresponsabilitàeducativa per il benessere del bambino.

L’obiettivo è quello di creare una continuitàemotiva e relazionale tra famiglia e nido, capace difavorire nel bambino processi sia di separazionegraduale, sia di costruzione della propria identità.

L’inserimento al nido a piccolo gruppo parte dauna prospettiva diversa da quello individuale, inquanto questa modalità evidenzia la complessitàdell’esperienza dell’inserimento, dal momento chechiama in causa non soltanto l’educatore che accoglieil bambino e la sua famiglia, ma anche il contestoeducativo con tutte le parti che lo compongono: spazi,materiali, personale.

La presenza rassicurante del genitore è necessariaper facilitare al bambino l’esplorazione degli spazi,l’interazione con l’educatrice e con gli altri bambini.

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Il bambino deve sentire e vedereaccanto a sé una persona affettivamentesignificativa per poter serenamenteesplorare l’ambiente nuovo e gradualmentedirigersi verso le educatrici.

Per questo viene chiesto al genitore diessere presente in maniera continuativa,tenendo conto della gradualità delloschema di inserimento, evitando che sialternino diverse figure di riferimento, inquanto con ognuna di loro il bambinoinstaura schemi di attaccamento diversi.

L’organizzazione del gruppo bambinie del gruppo genitori risulta spessodifficoltosa, soprattutto nella fase delleprime separazioni; pertanto la sua gestione

viene programmata fin nei minimi particolari per garantire a tutti i soggetti tempi e spaziaccoglienti.

Un inserimento a piccolo gruppo, ben organizzato e pensato, permette, infatti, ai genitori diavere la possibilità di comunicare tra loro intorno ad ansie e preoccupazioni che accompagnanol’esperienza, diventando un momento rilevante di contenimento reciproco.

Condividere questa prima esperienza così intensa, quale è l’inserimento di un figlio al nido,facilita inoltre la costruzione di rapporti significativi tra genitori, rapporti che potranno continuaredurante l’anno.

Il gruppo di genitori diventa allora, una base sicura che permette ai bambini di intraprenderela conoscenza dei nuovi angoli e dei nuovi giochi presenti, sperimentando nel contempo un andareverso gli altri: bambini ed educatori, sostenuti dallo sguardo attento e partecipe del genitore alquale rivolgersi, o ritornare per un “rifornimento affettivo”.

La dimensione non è più quella duale di bambino-genitore che entra in relazione con lospazio e l’educatore, ma di genitori che accompagnano i bambini a esplorare i nuovi spazirimanendo seduti in un luogo preparato ad hoc, presenti e disponibili per i piccoli e grandi viaggidi andata e ritorno del bambino, che lo porteranno a un graduale distacco dalla figura genitoriale,per iniziare una relazione significativa con l’educatrice di riferimento.

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Le educatrici devono essere molto attente e porsi in una situazione di ascolto rispetto aitempi di inserimento di ciascun bambino, tenendo conto della loro stabilità emotiva, rinviando peresempio il momento in cui il bambino rimane a dormire al nido, se si sono verificate delledifficoltà.

È un modello di inserimento che richiede alle educatrici un alto livello di investimentoemotivo per creare una situazione di benessere sia per il bambino che per i genitori, modulandouna atmosfera emotiva permeata di aspettative, ansie, paure e desideri.

Al genitore, nella fase di inserimento, viene richiesto di rimanere seduto a osservare il propriofiglio, in modo da notare come questi esplora il nuovo spazio e incoraggiarlo con sguardi diapprovazione, lasciando all’educatrice la possibilità di porsi in relazione col bambino e di mostrarglii giocattoli presenti nella sezione.

Il genitore viene invitato adistaccarsi gradualmente dal bambinoper circa un’oretta.

In questa fase di inserimento ibambini portano spesso con sé deglioggetti che diventano il tramite tra casae nido.

Questo è spesso un oggettotransizionale con il quale il bambino èstato in contatto sin dai primissimimesi di vita: uno straccino, una copertao un giocattolo che viene poi utilizzatonel corso della giornata nei momenti incui i bambini sembrano di più ricercarela figura materna, aiutandolo aconsolarsi e a calmarsi.

Esso aiuta il bambino asviluppare la capacità di restare solo,senza sentirsi perduto o deprivato: è ilprimo passo verso l’accettazione dellaseparazione fisica dalla figura diattaccamento principale.

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DENTRO AL NIDO

GLI SPAZIUno degli aspetti fondamentali che definisce la qualità di un asilo nido, è costituito

dall’ambiente che deve essere stimolante e permettere ai bambini di fare esperienze e di mettere allaprova le loro capacità.

Lo spazio ben strutturato si articola come una casa con dimensioni e arredi adatti ai bambini.L’asilo si sviluppa su un’ampia superficie caratterizzata con spazi ben definiti: angolo morbido congrande specchio, zona motoria, angolo per il gioco dei travasi e la manipolazione, spazio con itavoli a ribalta per il momento del pranzo. Alcuni arredi mobili danno la possibilità di rimodularelo spazio a seconda delle esigenze che si manifestano. Lo spazio così strutturato permette alleeducatrici di stare con piccoli gruppi di bambini in zone diverse.

La sala offre un’uscita sul giardino e dispone diuna stanza per il gioco della casetta, una stanza per lenanne e una per i servizi igienici a misura di bambinocon una zona per il fasciatoio.

L’asilo dispone di una cucina interna dovevengono preparati i pranzi e le merende in modo chepossano arrivare in tavola pronti per essere consumati.

L’EQUIPELe educatrici, sono professioniste qualificate per

svolgere il loro compito educativo in collaborazionecon le famiglie.

Lo staff educativo è composto da due educatricidi riferimento una educatrice jolli, la cuoca, la balia.

Il lavoro delle educatrici è supportato da unapedagogista e da una pediatra.

Questa varietà di contributi e possibilità diconfronto arricchisce la proposta delle educatrici eaccresce anche la loro professionalità.

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LE ATTIVITA’Anche le attività sono pensate soprattutto come occasione di rapporto con l’adulto e

con i coetanei.Il momento dell’attività è un momento piacevole e questa piacevolezza permette di

fare un’esperienza positiva, è un’occasione per relazionarsi all’altro in modo positivo.Fare esperienza di un eccezionale, di un di più permette di poter vivere e capire ilquotidiano.

L’attività della farina gialla, della pasta di pane, della crema davanti allo specchio,del gioco euristico, sono pensate e progettate in relazione al gruppo dei bambini e ancherispetto alla modalità della proposta (svolgimento, previsione imprevisti, materiali, spazi etempi).

Le attività di ogni giorno sono proposte in genere dopo la merenda mattutinao il gioco di inizio giornata.L’attività non è solo un “fare” ma è soprattutto uno “stare” con il bambino, è la possibilitàdi sperimentare l’importanza di un rapporto per crescere con se stessi, con l’adulto,per il quale si tratta di fare compagnia a un più piccolo prendendolo sul serio.

LA GIORNATAL’organizzazione del

tempo è fondata sui ritmiquotidiani del vivere delbambino. La routine quotidianaè per il bambino l’incontro diun tempo conosciuto e sicuro,un tempo atteso e previsto chedando sicurezza, invitaall’esplorazione e alla scoperta.

Tutti i momenti dellagiornata sono momentieducativi, l’educatrice è tesa avalorizzare ogni circostanza eistante della giornata.

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7.30 - 8.30 PRE-ORARIO

8.30 - 9.15 ENTRATA

9.15 - 9.30 GIOCO DEL CHI C’È + BISCOTTO

9.30 - 10.30 PRIMO CAMBIO

10.30 - 11.15 ATTIVITÀ DI GIOCO + CASETTA

11.15 - 11.30 PREPARAZIONE PRANZO

11.30 - 12.00 PRANZO

12.00 - 12.45 SECONDO CAMBIO + GIOCHI TRANQUILLI

12.45 - 13.00 PREPARAZIONE PER LA NANNA

13.00 - 15.00 NANNA

15.00 - 15.15 MERENDA

15.15 - 16.00 TERZO CAMBIO

16.00 - 16.30 USCITA

16.30 - 17.30 DOPO ORARIO

COME MI VESTO AL NIDOI bambini al nido devono indossare abiti comodi che consentano il gioco e facilitano il

cambio del pannolino.

Sono da evitare: • Salopette• Oggetti preziosi (braccialetti, collanine, orecchini, orologi ecc..)• Oggetti pericolosi (spille, mollettine ecc..)

Il nido fornisce giornalmente:• Pannolini• Salviettine• Lenzuola• Coperte

Viene chiesto un corredino da mettere in un sacchetto di tela o in un piccolo zaino, contenente:• Due cambi completi adatti alla stagione• Un pigiamino• Pantofoline o scarpine morbide o calzine antiscivolo• Due ciucci (uno con catenella + nome) se il bambino ne fa uso• Un biberon per acqua + nome se il bambino ne fa uso• Una confezione al mese di fazzoletti di carta• Almeno tre bavaglie con elastico + nome

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IL RAPPORTO CON I GENITORI

Indichiamo alcuni momenti salienti che nutrono e sostengono il rapporto con la famiglia:

• Il colloquio di iscrizione che non è un semplice atto burocratico, ma unmomento in cui, attraverso la figura della direttrice, l’asilo nido si presenta con il suoprogetto educativo, con la visita ai vari ambienti e con l’ascolto di ciò che il genitore siattende affidandoci il figlio.

• Il colloquio preliminare alla frequenza, nei primi giorni del mese disettembre, con l’educatrice di riferimento. Questo colloquio è centrato sul bambino.I genitori hanno la possibilità di presentarlo e le educatrici sanno che da questo ascoltodipende l’iniziale instaurazione di quella fiducia che sarà fondamentale per un buoninserimento.

• La riunione con i genitori offre l’occasione per presentare tutte le personecoinvolte nell’organizzazione, si illustra il regolamento e si presentano le linee educativeche sostengono il progetto del nido.

• Il rapporto giornaliero al momento dell’accoglienza e del ricongiungimento.È questo ritmico salutarsi con lo sguardo rivolto al bambino che prepara il terreno acolloqui più ampi di approfondimento.

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Asilo Nido “Causa Pia d’Adda” di Burago di MolgoraVia Garibaldi, 10 - 20040 Burago di Molgora - Tel. 039.668426 - [email protected]