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GIOVEDI’ 20 aprile Alla scoperta di Vienna
>Chiesa s. Lorenzo
GIOVEDI’ 27 aprile il Kunsthistorisches Museum di Vienna
> Chiesa s. Lorenzo
GIOVEDI’ 4 maggio Una passeggiata virtuale a Milano
-> Centro Marcolini
GIOVEDI’ 11 maggio I capolavori del Museo del Novecento di Milano
Chiesa s. Lorenzo.
Il Museo del Novecento di Milano è una galleria predisposta all'esposizione di opere d'arte del XX secolo, ospitata all'interno del Palazzo dell'Arengario e dell'adiacente Palazzo Reale di Milano.
Il museo ha assorbito le collezioni del precedente Civico Museo d'Arte Contemporanea (CIMAC) il quale era collocato presso il secondo piano di Palazzo Reale
- Anni ’30 dell’Ottocento -> cospicue donazioni di cittadini.
- 1903 -> viene istituita la Galleria d'Arte Moderna dapprima ospitata
nella Sala della Balla del Castello Sforzesco
- 1921 -> trasferita in una sede più grande, presso la Villa Reale di via
Palestro, ceduta al Comune dalla casa regnante dove ora è visitabile la
GAM.
Storia delle civiche raccolte artistiche
Nel periodo tra le due
guerre, il direttore Giorgio
Nicodemi tesse una serie di
rapporti tra l’istituzione
pubblica e le gallerie
private milanesi, quali la
Galleria Milano e la Gian
Ferrari, la Società per le
Belle Arti e la Biennale di
Venezia, dalle quali
provengono svariate opere
delle collezioni oggi
esposte.
Le attività di esposizione e acquisizione si interrompono durante gli anni
della Seconda Guerra Mondiale , quando le opere vengono messe in
sicurezza nei depositi del Castello e in parte trasportate in Umbria.
Nel 1954-> inaugura in via Palestro, accanto a Villa Reale, il Padiglione
d'Arte Contemporanea, progettato da Ignazio Gardella e sostenuto dalla
fondamentale collaborazione dell’allora Soprintendente Fernanda
Wittgens.
Inizialmente pensata
per accogliere le
opere d’arte del
Novecento, la
struttura
architettonica del
PAC si dimostrò più
adatta ad ospitare
mostre temporanee
che non il museo
d'arte
contemporanea fino
ad allora tanto
ambito.
Solo con il progetto del futuro
CIMAC (Civico Museo d'Arte
Contemporanea) voluto dalla
direttrice Mercedes Garberi, si
inizia a pensare ad una sede
specifica per le collezioni.
Anni ‘70, la direttrice Garberi
avvia una cospicua campagna
acquisti, in collaborazione con
Zeno Birolli, Vittorio Gregotti e
Germano Celant.
Il CIMAC, aperto nel 1984 in una sede provvisoria al secondo piano di
Palazzo Reale, presentava circa 400 opere, allestite in trentasette piccole
stanze, progettate dallo Studio helg e Piva in collaborazione con BBPR.
L’inadeguatezza degli spazi
espositivi (troppo piccoli) e di
quelli destinati ai depositi (non
garantivano condizioni
ottimali per la conservazione)
.-> portò nel 1998 alla decisione
di chiudere il museo, in
concomitanza dei lavori di
ristrutturazione di Palazzo
Reale.
L’Arengario
Nel 2000 la decisione di
riconvertire gli spazi
dell’Arengario a Museo
del Novecento - >
concorso internazionale,
vinto dal gruppo Rota
(Italo Rota e Fabio
Fornasari).
Il lungo periodo di non esposizione ha permesso l’ordinamento, lo studio
sistematico e il restauro del patrimonio destinato al museo.
L’Arengario
8 settembre 1938 -> il podestà
convoca i progettisti risultati
vincitori al concorso: Portaluppi
Piero, Griffini Enrico, Magistretti
Pier Giulio, Muzio Giovanni.
1 febbraio 1939 prendono via
ufficialmente i lavori
Non ancora terminata la costruzione è danneggiato dai bombardamenti
che colpiscono la città.
Dopo la seconda guerra, l'immagine dell'edificio risulta particolarmente
ingombrante per la sua esplicita espressione del regime fascista.
Edificio costituito da corpi
simmetrici e contrapposti di
forma rettangolare, con struttura
portante a pilastri in cemento
armato , con copertura -> tetto a
padiglione.
Epoca di costruzione: (1936) 1939
- 1956
Il Progetto
Il contesto urbano
è costituito da due
corpi di fabbrica che
si affacciano sulla
piazza,
determinando uno
scenografico
fondale,
contrapposto all'arco
della Galleria.
L'edificio a sinistra,
che costituiva il vero
e proprio Arengario,
ha un maggiore
sviluppo in pianta,
E ha un
collegamento diretto
alla piazzetta Reale.
-> rivestimento in marmo
-> primo e secondo livello una
doppia serie di alte arcate a tutto
sesto,
-> alla base si aprono portali
rettangolari, con cornici a motivo
vegetale intrecciato, opera dello
scultore Arturo Martini.
-> epiche figurazioni ad altorilievo
collocate nel portico della parte
basamentale.
padiglione a destra -> sede di
uffici comunali e del
Consiglio di Zona del Centro
Storico,
sinistra aveva sede ->l'Ente
Provinciale per il Turismo.
I lavori di ristrutturazione
dell’Arengario sono
cominciati nel 2007
La facciata dell'Arengario
ha subìto soltanto un
restauro conservativo,
mentre i lavori di
modernizzazione si sono
svolti all'interno.
Nello spazio verticale della
torre, è stato inserito un sistema
di risalita verticale con una
rampa a spirale che dal livello
della metropolitana raggiunge la
terrazza panoramica affacciata
su piazza Duomo.
L'edificio dell'Arengario è
direttamente collegato al
secondo piano di Palazzo
Reale tramite una passerella
sospesa.
Un "pontile"per scoprire
l'affascinante stratificazione
storica dei palazzi dell'area
compresa tra via Rastrelli e
piazza Diaz.
Area totale: (8.500 m² ca.)
Arengario: (7.000 m² ca.)
Palazzo Reale: (1.500 m² ca.)
Area espositiva: (5.000 m² ca.)
Il percorso espositivo del
museo comprende gli spazi
dell’Arengario e del secondo
piano di Palazzo Reale e
prende le mosse da Il Quarto
Stato di Giuseppe Pellizza da
Volpedo (1898-1902) fino
all’Arte povera.
L'ordinamento della collezione-> comitato scientifico
Claudio Salsi direttore Settore Musei
Marina Pugliese direttore del Progetto
Lucia Matino ex-direttore delle Civiche
Raccolte d'Arte
Piergiovanni Castagnoli ex-direttore della
Galleria d'Arte Moderna di Torino
Flavio Fergonzi docente di storia dell'arte
contemporanea presso l'Università degli Studi
di Udine
Antonello Negri docente di storia dell'arte
contemporanea presso l'Università degli Studi
di Milano
Vicente Todolì ex direttore del museo Tate
Modern di Londra.
I bagni misteriosi - Giorgio de Chirico 1973
Le caratteristiche del
percorso museale
sono ad oggi ancora
sotto studio, ma si
conosce una linea
espositiva di base: la
visita è aperta da
sculture di De Chirico
dei Bagni Misteriosi
della Triennale
La prima sala è l’unica del
museo che ospita artisti
stranieri: Picasso, Braque,
Kandinsky.
Tutte le opere esposte, fatta
eccezione per Il ritratto di Paul
Guillaume di Amedeo
Modigliani, appartengono alla
famosa Collezione Jucker,
acquistata dal Comune nel 1992.
Pablo Picasso Femme Nue, 1907
Pablo Picasso La bouteille de Bass, 1912-14
Matisse Odalisca, 1925
produzione anni 20
è a Nizza
colore
belle sensuali, inserite in un contesto ricercato con atmosfere arabesche, arredi eleganti in atteggiamenti sinuosi e sensuali,che ricordano le opere di Ingres e Delacroix
1901 viaggio in Italia e comprende che
Arte antica greca e romana rappresenta per lui un’arte incentrata sulla materia
Arte Cristiana invece materializza e dà forma a contenuti mentali, relativi alla psiche, e opera verso la trascendenza e la musicalità
i Primitivi gli rimangono molto impressi:
Sono passato davanti alla Pietà nella Basilica di San Pietro senza che essa lasciasse in me alcuna impressione, mentre resto incantato davanti a qualsiasi vecchi Salvatore”
CAMPO D’AZIONE DELL’ASTRATTISMO
• Nega l’arte quale IMITAZIONE DELLA NATURA, o meglio, l’IMITAZIONE DELLA SUPERFICIE VISIBILE DELLE COSE -> esclude la rappresentazione degli aspetti fenomenici (imitazione della natura).
• Ha le proprie origini nel movimento simbolista
Worringer e l’astrazione
Il problema dell’arte non figurativa è al centro del dibattito culturale.
Worringer in “Astrazione ed empatia”
La spinta all’empatia ha per condizione un rapporto di confidenza totale e felice tra l’uomo e i fenomeni esterni, mentre la spinta all’astrazione, rappresenta, al contrario, la conseguenza di una forte inquietudine interiore dell’uomo.
1° acquerello astratto 1910-> assegna all’astrazione il compito di rappresentare un universo retto dalla sola necessità interiore dell’artista.E’ il primo spazio interiore della storia dell’arte
Il percorso espositivo prosegue con Umberto Boccioni e i futuristi: se del
primo il museo ospita la più ricca collezione al mondo, del futurismo
raccoglie opere molto famose di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Ardengo
Soffici e Gino Severini
Umberto Boccioni
Forme uniche della continuità nello spazio, 1913 ->
MANIFESTAZIONE
DINAMICA DELLA
FORMA
LA MASSA SI
DILATA-> SUPERFICI
APERTE E IN
ESPANSIONE
Sviluppo di una bottiglia nello spazio 1912-13
natura morta
visione vorticosa e dinamica, interno ed esterno si confondono
Giorgio Morandi - Natura morta con manichino, 1919
Fase metafisica di Morandi
E’ metafisico solo tra il 18 e il 19, poi si avvicina ai Valori Plastici, recuperando nelle sue opere la fisicità delle cose.
In seguito intraprese una via personalissima, ma sempre calata nella realtà del mondo e delle cose.
Sale dedicate all’arte tra le due guerre con il Gruppo di Novecento, l’arte
monumentale, l’astrattismo degli anni trenta, rappresentato da un
importante nucleo di gessi di Fausto Melotti e dalle opere di Soldati,
Manlio Rho, Mario Radice e Carla Badiali.
Fausto Melotti personalissima ricerca, tesa ad articolare lo spazio secondo ritmi dal sapore musicale -> particolare amore per la poesia dei materiali
Si giunge quindi in
sala Lucio
Fontana, del quale
sono presenti una
serie di concetti
spaziali
provenienti per la
maggior parte
dalla Collezione
Boschi Di Stefano,
Installazione
tubi
fluorescenti al
neon, arabesco
di luce
fluorescente,
ideato nel 1951
per lo scalone
della triennale
Nel II dopoguerra avvia una fitta collaborazione con gli architetti progettando ambienti organici e trasformando
gli spazi abitativi
Tecnica ad affresco + segni inferti a graffio sull’intonaco
La sezione di opere informali degli
anni cinquanta e sessanta, include
anche una piccola sala dedicata a
Piero Manzoni
->E’ il prodotto del “dentro”. E’ una
pura presenza, un puro “essere”, e
quindi puro oggetto dell’idea
artistica. Cosi’ come la tela, nelle
parole manzoniane, deve essere
“carne viva, versione diretta, scottante e
inalterata della piu’ intima dinamica
dell’artista“.
Solo l’ “achrome” nel suo significato di totale negazione di espressione o rappresentazione pittorica, puo’ “dare un volto alla materia” nel suo stato piu’ puro ed elementare.
E il palloncino rinchiuso nella teca? Be’, e’ pieno d’aria. E cos’e’ l’aria se non la cosa piu’ achrome che ci sia, nella sua assoluta mancanza di colore e forma?
“Non c’e’ nulla da dire: c’e’
solo da essere, c’e’ solo da
vivere”.
-> passerella aerea che collega
l’Arengario con Palazzo Reale->
sono presenti le forme d’arte dei
decenni successivi: dagli ambienti
del Gruppo T, alla pittura analitica
milanese, la sala dedicata alla pop di
ascendenza romana
Mario Merz -> Zebra (Fibonacci)-> allude alla relazione tra natura e matematica, il rapporto tra cultura e natura, qui compare la famosa serie del matematico medievale Fibonacci. Serie di numeri-> la sua rappresentazione sarebbe una spirale.
La collezione Marino Marini
donata al Comune di
Milano nel 1973.
sculture dedicate agli
amici dell’artista e a
grandi protagonisti del
Novecento.
Tra gli altri Filippo De
Pisis, Massimo Campigli,
Carlo Carrà, Igor
Stravinsky.
Rifacendosi alla
tradizione
ritrattistica del
passato, le “teste”
ricordano
l’artigianato
funebre etrusco e
romano.
i modelli e moduli
espressivi non
rientrano nei
canoni dello stile
“classico”.
La collezione comprende dipinti, disegni, litografie e incisioni.
Inizialmente accordate per un deposito di dieci anni, tutte le opere, nel
1984, sono state donate definitivamente da Marina Marini ( Mercedes
Pedrazzini)al Comune di Milano.
Mappa 900
Mappa 900 è la
nuova via di accesso
al Museo del
Novecento,
Navigare tra le opere
per creare un
percorso..