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Artadventure INCIPITAMICIZIA Juliane e Marco si ritrovarono improvvisamente catapultati dentro alla scena del quadro che stavano osservando. Non sapevano come potesse essere successa una cosa del genere, però sapevano chi era il colpevole di tutto ciò: lo strano custode di quella stanza del museo. Avete detto che i quadri non vi dicono niente, vi ho sentitidisse loro il custode, che adesso vedevano piccolo e lontano, quasi un fantasma nel cielo. Ebbene ora scoprirete che i quadri parlano. Eccome! Se volete uscire dal labirinto in cui vi ho rinchiusi, sarete costretti a parlare coi personaggi dei quadri. Fra loro ci saranno veri amici che vi aiuteranno e falsi amici che cercheranno di mettervi fuori strada. Dovete ascoltare bene tutti e cercare di capire quali sono i veri amici e quali no. Solo così troverete la porta, lunica porta che vi permetterà di passare di quadro in quadro, fino alluscitaDi quadro in quadro?! Ma che sta dicendo? Ci faccia uscire!esclamò Juliane. Ma chi è lei e quanti quadri dovremmo attraversare?chiese invece Marco. Quella strana e inquietante situazione spaventava un poi due bambini, che però cercavano coraggiosamente di controllare la loro paura. Io sono il custode dei quadri, e anche un magorispose luomo. Se saprete riconoscere i veri amici, le porte saranno solo sette. Io vi aspetterò alluscita del labirinto. La figura del custode scomparve e i due bambini si ritrovarono soli dentro il quadro. Per la prima volta si guardarono intornoRACCONTO Tuttoerascuroedesolato.Iltemposembravaessersifermato.Nonceratracciadi vita.Inlontananzaviderounmaestosoespettralealbero1.Eraspoglio.Dailunghi ramicontortivolteggiavanoalcunefogliedautunno.Ibambini,spaventatiallideadi nonpoterpiùusciredalquadro,deciserodiaccamparsisottoquellalbero terrificante.Mentrestavanopreparandoillorogiaciglio,improvvisamente sprofondaronoinuntunnelscavatodaunatalpa.Eranoterrorizzati.Lìerabuio. Attornoalorovideromoltebuche.Qualesaràquellachecicondurràalprossimo dipinto?disseroidue.EdeccochedalbuiospuntòfuorilaTalpa.Eralaguardiana delportalecheliavrebbecondottialquadrosuccessivoounnemicocheliavrebbe disorientati?Solodialogandoinsiemealeiloavrebberoscoperto.Ilsilenzio avvolgevatutto.Sentochecèqualcuno!Riescoafiutareilvostroodore!ruppeil silenziolaTalpa.Cosìiduesiavvicinarono.SiamoMarcoeJuliane!Siamofiniti quiacausadelcustodedelmuseoeoradobbiamotrovarelaviaduscita!.Latalpa rimaseperunattimoinsilenzio,riflettépoidissecheavevaqualcosachefacevaal

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Art adventure

Art adventure

INCIPIT AMICIZIA

Juliane e Marco si ritrovarono improvvisamente catapultati dentro alla scena delquadro che stavano osservando. Non sapevano come potesse essere successa unacosa del genere, però sapevano chi era il colpevole di tutto ciò: lo strano custode diquella stanza del museo. “Avete detto che i quadri non vi dicono niente, vi hosentiti” disse loro il custode, che adesso vedevano piccolo e lontano, quasi unfantasma nel cielo. “Ebbene ora scoprirete che i quadri parlano. Eccome! Se voleteuscire dal labirinto in cui vi ho rinchiusi, sarete costretti a parlare coi personaggi deiquadri. Fra loro ci saranno veri amici che vi aiuteranno e falsi amici checercheranno di mettervi fuori strada. Dovete ascoltare bene tutti e cercare di capirequali sono i veri amici e quali no. Solo così troverete la porta, l’unica porta che vipermetterà di passare di quadro in quadro, fino all’uscita…” “Di quadro in quadro?!Ma che sta dicendo? Ci faccia uscire!” esclamò Juliane. “Ma chi è lei e quanti quadridovremmo attraversare?” chiese invece Marco. Quella strana e inquietantesituazione spaventava un po’ i due bambini, che però cercavano coraggiosamentedi controllare la loro paura. “Io sono il custode dei quadri, e anche un mago”rispose l’uomo. “Se saprete riconoscere i veri amici, le porte saranno solo sette. Iovi aspetterò all’uscita del labirinto”. La figura del custode scomparve e i duebambini si ritrovarono soli dentro il quadro. Per la prima volta si guardaronointorno…

RACCONTO

Tutto era scuro e desolato. Il tempo sembrava essersi fermato. Non c’era traccia di

vita. In lontananza videro un maestoso e spettrale albero1. Era spoglio. Dai lunghi

rami contorti volteggiavano alcune foglie d’autunno. I bambini, spaventati all’idea di

non poter più uscire dal quadro, decisero di accamparsi sotto quell’albero

terrificante. Mentre stavano preparando il loro giaciglio, improvvisamente

sprofondarono in un tunnel scavato da una talpa. Erano terrorizzati. Lì era buio.

Attorno a loro videro molte buche. “Quale sarà quella che ci condurrà al prossimo

dipinto?” dissero i due. Ed ecco che dal buio spuntò fuori la Talpa. Era la guardiana

del portale che li avrebbe condotti al quadro successivo o un nemico che li avrebbe

disorientati? Solo dialogando insieme a lei lo avrebbero scoperto. Il silenzio

avvolgeva tutto. “Sento che c’è qualcuno! Riesco a fiutare il vostro odore!” ruppe il

silenzio la Talpa. Così i due si avvicinarono. “Siamo Marco e Juliane! Siamo finiti

qui a causa del custode del museo e ora dobbiamo trovare la via d’uscita!”. La talpa

rimase per un attimo in silenzio, rifletté poi disse che aveva qualcosa che faceva al

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caso loro. Infatti li portò di fronte ad una delle tante buche che altro non era che un

portale luminoso che gli avrebbe permesso di essere trasportati in un altro quadro.

Non fecero in tempo a capire cosa stesse succedendo che, la vecchia Talpa, con un

colpo, li spinse in una buca profondissima. Poi se ne andò balbettando alcune

parole: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!”. E fece una gran risata canzonatrice. I

due capirono di essere stati ingannati mentre vorticavano nel tunnel lungo e

scosceso. Alla fine del tragitto si ritrovarono in una stanza buia.

1.Mondrian, L’albero rosso

Qualche istante dopo sentirono uno strano tonfo e videro, in mezzo alla stanza, una

corda. Così si arrampicarono e, poco alla volta, una luce si avvicinò sempre di più.

Dallo spettrale albero al paesaggio surreale fino al terribile arrivo presso il pontestregato.

Erano giunti all’ingresso del quadro successivo: uno strano paesaggio con tanti

uccellini gialli e fiori colorati 2. Sbucarono proprio da uno di quei fiori. Da lì

incominciarono ad esplorare la zona. All’improvviso alcuni uccelli si avvicinarono:

“Seguiteci, sappiamo dov’è l’uscita!” dissero all’unisono. I due si domandarono

quale fosse l’uccellino da ascoltare. Li guardarono attentamente poi si accorsero di

un uccellino timido e triste che stava a testa in giù. Così decisero di avvicinarsi

proprio a lui ma… “Lasciatelo perdere! Lui è debole, non è come noi!” irruppero gli

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animali. Sentendo quelle parole, ai due bambini vennero in mente immagini della

loro vita in classe, quando alcuni compagni prendevano in giro il “mago nero” o

“mister mandarino”. Allora si guardarono dritti negli occhi e si dissero: “Non è

giusto! Queste cose non devono accadere!”. Perciò con passi decisi andarono

verso l’uccellino rimasto in disparte e lo consolarono. “Non ti preoccupare, noi ti

aiuteremo a tornare amico degli altri!”. Poi iniziarono a parlare per capire la

situazione e poco dopo ebbero un’idea. Decisero quindi di riunire tutti gli uccellini

presso il fiore dalla perla abbagliante. Il gruppo dispettoso doveva assolutamente

dialogare con il piccolo volatile e capire che stava sbagliando. Una volta lì dentro ci

furono vari commenti, discussioni ma, alla fine, tutti compresero che i veri amici si

vogliono bene e che nessuno mai deve essere lasciato solo.

2. Klee, Paesaggio con uccelli gialli

Una volta ricompattato il gruppo, il piccolo uccello ringraziò di cuore. “Come posso

ricambiare il favore?” disse. “Potresti indicarci dove si trova la via d’uscita !”

risposero i bambini raccontando brevemente la loro storia. “Seguite le lucciole! Vi

condurranno al portale!”.

Aiuto due bulli! Risolviamo rompicapi riportando gioia e allegria.

Gli amici, senza pensarci due volte, seguirono le indicazioni. Arrivarono al portale e

lo oltrepassarono. Si ritrovarono di fronte ad un paesaggio incantevole 3. C’era una

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fitta vegetazione e un ponte arcuato sul quale si stendevano meravigliose piante

rampicanti. Sotto di esso c’erano stupende ninfee che galleggiavano sull’acqua di

un limpido laghetto. Mentre si apprestavano ad attraversare il ponte, all’improvviso

sbucò, con uno scatto repentino, un anaconda dalle squame brillanti. Li osservò

con sguardo fulminante e disse con voce sibilante: “Voi ssiete quelli che non

ossservano i quadri, vero?”. “S-s-si!” risposero i due con grande timore. Così il

serpente, per punirli, agitò la coda creando un potente vortice che li risucchiò.

Finirono così sulla riva di un mare scuro e mosso. La paura che avevano sentito

fino a quel momento non era ancora terminata, infatti udirono un urlo agghiacciante

4. Proveniva da un ponte che costeggiava il mare. I due bambini si fecero coraggio e

decisero di avvicinarsi per scoprire cosa fosse accaduto. Videro un bambino

disperato con le mani fra i capelli che gridava a squarciagola per chiedere aiuto.

Marco e Juliane, che erano divenuti grandi osservatori dell’ambiente circostante, si

accorsero che due bambini si stavano allontanando a gambe levate. Allora li

acciuffarono e li obbligarono a chiedere scusa all’amico.

3. Monet, Ponte giapponese 4. Munch, L’urlo

Anche questa volta si erano resi utili nel salvare un’amicizia forse perduta. Fu così

che dall’alto del cielo il luminoso occhio di Ra, avendo osservato l’accaduto, si

commosse e, una sua lacrima, cadde racchiudendoli come in una bolla di sapone e

trasportandoli in un altro dipinto. Ad un tratto la bolla scoppiò lasciandoli cadere

all’interno di uno stranissimo quadro. Sembrava quasi un labirinto, un

complicatissimo labirinto 5. Ovunque c’erano rompicapi da risolvere di ogni forma e

colore.

Gran finale immersi in un luogo incantevole e pieno di amici!

Da quale avrebbero dovuto cominciare? Quale li avrebbe aiutati a trovare la via

d’uscita? Iniziarono ad osservare attentamente lo strano luogo in cui erano capitati

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e, visto che restare con le mani in mano non li avrebbe aiutati, decisero di iniziare il

percorso separandosi. Marco andò a destra e Juliane a sinistra. Il primo che avesse

risolto l’enigma dell’uscita avrebbe chiamato l’altro gridando la parola AMICO/A.

Dopo qualche ora, finalmente Juliane gridò: “AMICOO!”. Aveva trovato il passaggio

segreto dopo aver risolto il famoso cubo di Rubik. Come previsto si aprì sotto ai

loro piedi un varco e tutto attorno a loro divenne privo di colori: solo bianco e nero

6. C’era un groviglio di persone e animali che stavano litigando. Per evitare di

essere coinvolti nella mischia gridarono: “Bastaaa!” e tutto si fermò come se

fossero stati pietrificati. Così iniziarono a scavalcare quei corpi quando, ad un

tratto, videro un piccolo fiore. Era appassito a causa della grande tristezza che

regnava lì dentro. Decisero di raccoglierlo e, non appena lo toccarono, una luce

abbagliante illuminò tutto riportando gioia e felicità.

5. Kandinsky, Red-blue-yellow 6. Picasso, Guernica

Poi, come per incanto, si ritrovarono nel bel mezzo di un magico paesaggio 7. Nel

cielo si innalzava un magnifico sole diramato a forma di cuore. Alla fine della

diramazione c’erano palline di vetro che stavano accese per illuminare il giorno.

Attorno al sole una luce accecante come se fosse un’aureola, rendeva magnifico il

paesaggio. Il cielo era limpido, sfumato con diverse tonalità di colore e, tutto

attorno, diveniva quasi bianco. Le colline erano piene di germogli e fiori e, sotto di

esse, si estendeva un prato fiorito di rose rosse come rubini. Sembrava una calda e

soffice coperta che avvolgeva la lunga valle per riscaldarla e donare allegria e

armonia. Tutto appariva come un incantevole paradiso appena uscito dal lieto fine

di una fiaba.

Ed ecco che, all'improvviso, sbucarono, da dietro le colline, tutti i personaggi

incontrati durante quella strana “art adventure”: veri amici e falsi amici. Insieme si

avvicinarono a Marco e Juliane. Si congratularono con loro e si diedero un

abbraccio collettivo. Proprio in quell’istante apparve in cielo, nel bel mezzo del sole

splendente, il viso del custode. Con voce tonante disse: “Bravi! Avete superato

tutte le prove! Ma non è ancora finita! Per poter uscire da quest’ultimo quadro

dovrete superare un’ultima sfida!”. Ci fu un attimo di silenzio poi parlò nuovamente:

“Trovate il significato della parola AMICIZIA e sarete liberi!”. I due ci pensarono a

lungo ma, da soli, non riuscivano. Allora chiesero aiuto ai compagni d’avventura.

Tutti insieme cercarono molteplici soluzioni e ognuno disse la propria. Marco

propose: “Secondo me l’amicizia è dare AFFETTO alle persone”. La Talpa

intervenne dicendo: “Per me l’amico è MAESTOSO come l’albero sotto il quale ci

siamo incontrati”. Anche Juliane disse la sua: “ E’ come qualcosa di

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INEVITABILE…. di cui non puoi fare a meno”. Svolazzando attorno al gruppo

cinguettarono gli uccellini in coro: “E’ proprio una cosa COINVOLGENTE che lega e

unisce profondamente.” I due bulli, un po’ in disparte, borbottarono: “Ma è anche

IRRIPETIBILE perché non te la puoi fare sfuggire di mano facilmente”. Il possente

Ra, con voce tonante, interruppe e sentenziò: “L’amicizia è come una delle mie

lacrime, è ZUCCHERATA per donare a tutti pace e amore”. Poi il bambino dell’urlo,

con la solita timidezza che lo contraddistingueva, balbettò: “ P-p-per me e-essere

amico di qualcuno significa provare un amore INFINITO per lui”. Infine l’anaconda

sibilò: “Penssso proprio che ssia una cosssa talmente AMOREVOLE che nesssuno

di noi posssa resstare ssenza”. Fu così che unendo tutte le idee riuscirono a trovare

la soluzione all’enigma posto dal mago: l’acrostico della parola amicizia.

Affetto

Maestoso

Inevitabile

Coinvolgente

Irripetibile

Zuccherato

Infinito

Amorevole

A quel punto tutto cambiò. Marco e Juliane non potevano credere ai loro occhi,

attorno a loro non c’erano più quegli strani personaggi bensì i loro compagni di

classe! E già, avevano vissuto quell’art-adventure proprio insieme ai loro amici!

Erano stati messi a dura prova ma con la forza dell’amicizia ce l’avevano fatta!

Tornarono così alla vita reale più uniti e forti che mai!