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1 Ritiro spirituale DOMENICA 7 GIUGNO 2020 “Laudato si, Signore mio”

“Laudato si, · Laudato sii, o mio Signore, per sora Luna e le Stelle: in cielo le hai formate limpide, belle e preziose. Laudato sii, o mio Signore, per frate Vento e per l'Aria,

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Ritiro spirituale

DOMENICA 7 GIUGNO 2020

“Laudato si,

Signore mio”

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Programma in presenza: ore 14.30- 15.00 Passando dalla portineria,

accoglienza dei partecipanti e adempimento delle disposizioni

previste dal nuovo protocollo anti-covid.

15.00 Inizio del ritiro: preghiera – meditazione – silenzio

– possibilità di confessioni

16.30 per chi lo desidera, condivisione di riflessioni e risonanze

in piccoli gruppi

17.15 in santuario: Adorazione Eucaristica

18.00 Celebrazione della Santa Messa

BUON RITIRO! I responsabili di AC del decanato Seregno-Seveso

L'Arcivescovo Mario invia un video messaggio all'Azione Cattolica ambrosiana

https://youtu.be/ayt5Rl9JW3E

“Dopo l’alluvione, quando il fiume si ritira dal terreno che ha invaso, il terreno è più fertile di prima. Però di solito rimangono anche un mucchio di porcherie che il fiume ha trascinato: sassi, rami, sacchetti di plastica, rottami. Il terreno, quindi, prima di essere seminato di nuovo, deve essere liberato da tutti questi detriti. Vi consegno come compito, finita questa alluvione che è stata l’epidemia, quello di liberare il terreno da tutto ciò che di improprio, di brutto, di schifoso si è depositato. E vi raccomando il brano del Vangelo di Matteo che parla del terreno pieno di sassi o pieno di spine. Ecco il compito che vorrei affidare a tutti, specialmente a quelli dell’Azione Cattolica: essere disponibili a liberare il terreno dai detriti, dai sassi, cioè da tutte quelle rigidità, da tutti i punti fermi che uno non vuole mai discutere, quelle posizioni tenute per puntiglio. Liberare il terreno dai sassi, perché il terreno possa ospitare un seme che possa produrre frutto. Liberare il terreno da tutti i rovi, da tutte le parole inutili, dalle parole amare, da tutte le distrazioni, dalle preoccupazioni che soffocano la vita, la speranza, la gioia. Liberare il terreno dai sassi, liberare il terreno dai rovi, perché il seme della Parola di Dio possa essere seminato e produrre molto frutto, dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno. Prepariamo il terreno per una nuova seminagione”.

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Per chi vivrà il ritiro da casa indichiamo alcuni segni:

* Nei giorni precedenti hai già segnalato ai

responsabili il desiderio di partecipare e hai

ricevuto il presente libretto. Sentiti

spiritualmente unito a chi vive questo

momento in presenza.

*Prepara nella tua casa l’ “Angolo bello” un’icona, un crocefisso, il libro aperto della

Bibbia, un lume acceso sono segni che possono

aiutarci a “fissare lo sguardo”;

* prepara gli strumenti tecnici che ci possono

aiutare: il PC, la stampa del libretto, della

buona musica adatta a custodire il silenzio. * entra nel silenzio

* Inizia il ritiro con la preghiera allo Spirito

Santo

* la lettura ad alta voce del libro della

Genesi (2,4b-15)

* Per la meditazione proponiamo:

un testo scritto di don Andrea Regolani.

* Hai anche la possibilità, nel rispetto delle regole e delle norme

prudenziali anti-covid, di raggiungerci in santuario per un momento di

adorazione alle ore 17.15 o per la S. Messa alle ore 18.00

* Infine proponiamo di devolvere come gesto di carità

La somma che avremmo speso per il pranzo comunitario e per

l’organizzazione della giornata.

Tante sono le proposte e le iniziative anche a sostegno di questo

particolare momento di difficoltà.

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INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

(Lettera da Taizé 2000)

Spirito Santo, non permettere che i nostri cuori siano turbati, rassicuraci nelle nostre oscurità, donaci la gioia, e attenderemo nel silenzio e nella pace che si levi su di noi la luce del Vangelo. Gesù Cristo, nelle nostre profondità tu discerni un’attesa contemplativa: una sete riempie la nostra anima, quella di abbandonarci in Te. Chi potrebbe condannarci? Anche se il nostro cuore ci condannasse, Dio è più grande del nostro cuore. Gesù, nostra speranza, con il poco che capiamo del Vangelo, ci fai scoprire ciò che ti aspetti da noi. Gesù Cristo, nella preghiera le nostre povere parole spesso fanno fatica ad esprimere il nostro desiderio di una comunione con Te, ma Tu già ci accogli.

Vieni Spirito creatore

https://www.youtube.com/watch?v=3a5uJOlSmKw

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Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino. Salmi 119:105

Libro della Genesi (2,4b-15)

4bNel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo 5nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo, 6ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. 7Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. 8Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. 9Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove si trova l'oro 12e l'oro di quella regione è fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d'ònice. 13Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre attorno a tutta la regione d'Etiopia. 14Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre a oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate. 15Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.

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Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi

Altissimu, onnipotente, bon Signore,

tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimu, se konfàno

et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature,

spetialmente messor lo frate sole,

lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,

de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle,

in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte,

et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti

flori et herba. Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore,

et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale,

da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;

beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi' Signore'

et ringratiate et serviateli cum grande humilitate

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Altissimo, onnipotente, buon Signore tue sono le lodi, la gloria e l'onore ed ogni benedizione. A te solo, Altissimo, si confanno, e nessun uomo è degno di te.

Laudato sii, o mio Signore, per tutte le creature, specialmente per messer Frate Sole, il quale porta il giorno che ci illumina ed esso è bello e raggiante con grande splendore: di te, Altissimo, porta significazione.

Laudato sii, o mio Signore, per sora Luna e le Stelle: in cielo le hai formate limpide, belle e preziose. Laudato sii, o mio Signore, per frate Vento e per l'Aria, le Nuvole, il Cielo sereno ed ogni tempo per il quale alle tue creature dai sostentamento.

Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta. Laudato sii, o mio Signore, per frate Fuoco, con il quale ci illumini la notte: ed esso è robusto, bello, forte e giocondo.

Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra, la quale ci sostenta e governa e produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba. Laudato sii, o mio Signore, per quelli che perdonano per amor tuo e sopportano malattia e sofferenza. Beati quelli che le sopporteranno in pace perché da te saranno incoronati.

Laudato sii, o mio Signore, per nostra sora Morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scampare.

Guai a quelli che morranno nel peccato mortale. Beati quelli che si troveranno nella tua volontà poichè loro la morte non farà alcun male.

Laudate e benedite il Signore e ringraziatelo e servitelo con grande umiltate.

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MEDITAZIONE:

“Laudato si’, mi’ Signore

per sora nostra matre Terra”

MEDITAZIONE: (di don Andrea regolani)

1. Il “creato”

“Dio fece la terra e il cielo”: così si apre il secondo racconto

della creazione contenuto nel libro della Genesi. Quando si

usano diadi di opposti, nel linguaggio semitico antico, (terra-

cielo, oriente-occidente, bene-male…) si intende indicare tutto

ciò che è racchiuso tra gli opposti stessi. Così in Gen 2,4 si

afferma che Dio creò “tutto”. Oggi noi diremmo che ha creato

l’universo. C’è un principio di tutto, c’è un inizio, c’è un

Creatore. Colui che è da sempre, liberamente, decide di dare

vita a qualcosa di nuovo. Crea dal nulla l’universo in cui

abitiamo.

È importante parlare di creazione e non solo di natura. “La

natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si

comprende e si gestisce, ma la creazione può essere compresa

solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre

di tutti” (Laudato si’ 76). La creazione appartiene all’ordine

dell’amore: alla sua origine c’è una decisione mossa dall’amore!

In questo senso allora “per il credente contemplare il creato è

anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e

silenziosa. Accanto alla rivelazione propriamente detta

contenuta nelle Sacre Scritture c’è, quindi, una manifestazione

divina nello sfolgorare del sole e nel calare della notte…”

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(Laudato si’ 85). È fondamentale accostarci alla realtà come

davanti al mistero dell’amore di Dio. Il creato è un libro con cui

Dio ci parla, porta la sua immagine (“di te porta significazione”

dice San Francesco). Questo sguardo contemplativo non blocca

la ricerca scientifica umana, ma la esalta e la indirizza.

Ecco perché con il Santo di Assisi ci poniamo davanti al creato

anzitutto con atteggiamento contemplativo. “Il mondo è

qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero

gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode” (Laudato

si’ 12).

2. L’uomo fatto di terra

“Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e

soffiò nelle sue narici un alito di vita” (Gen 2,7). Chiaramente

il testo biblico vuole rendere ragione del fatto che il corpo

umano dopo la morte si disgrega, rimane solo polvere, solo

terra… ecco che si immagina la creazione dell’uomo da un

mucchietto di polvere in cui è insufflato il respiro stesso di Dio.

La straordinarietà dell’uomo e della donna è questa: sono fatti

di terra (fragili e mortali), ma abitati dallo Spirito stesso di Dio.

Il testo contiene anche un’altra verità importantissima: l’uomo

e la donna sono legati strutturalmente alla terra. Non possono

pensarsi come semplici abitanti della Terra: ne fanno parte.

Papa Francesco propone la grande intuizione dell’ecologia

integrale (Laudato si’ 10). Il discorso ecologico, cioè, non

riguarda solo il rispetto della natura, perché questa nostra

Terra rimanga abitabile. Ecologia significa pensare tutti i

rapporti tra gli uomini, col creato e con Dio come un’armonia

unica, dove, se qualcosa non funziona, tutto rischia di crollare.

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Il Papa scrive che San Francesco d’Assisi “era un mistico e un

pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa

armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In

lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la

preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri,

l’impegno nella società e la pace interiore” (Laudato si’ 10). È

illuminate riconoscere la stretta interdipendenza tra la giustizia

e la lotta contro la povertà, la cura del creato e la pace interiore

e con Dio.

3. L’uomo coltivatore e custode

L’uomo è posto nel mondo “perché lo coltivasse e lo

custodisse” (Gen 2,15).

Coltivare dice l’atteggiamento attivo dell’uomo. Con il suo

lavoro l’uomo e la donna partecipano e continuano l’opera

della creazione (“…nessuna erba campestre era spuntata,

perché… non c'era uomo che lavorasse il suolo” - Gen 2,5).

L’uomo e la donna trasformano il mondo con la tecnica (anche

con la tecnologia) e con la cultura (notiamo che cultura viene

proprio dal verbo coltivare). Questo possono e devono farlo con

creatività (come il loro creatore!).

Custodire dice invece l’atteggiamento più responsabile, più

ricettivo. Il mondo è un dono da tenere in mano con cura. È un

dono da lasciare intatto per le generazioni future. Occorre

attenzione, premura, finezza, rispetto.

“…«coltivare e custodire» il giardino del mondo. Mentre

«coltivare» significa arare o lavorare un terreno, «custodire»

vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare.

Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra

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essere umano e natura. Ogni comunità può prendere dalla

bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria

sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire

la continuità della sua fertilità per le generazioni future”

(Laudato si’ 67).

4. Casa comune

Il Signore Dio dà all’uomo e alla donna “dal suolo ogni sorta di

alberi graditi alla vista e buoni da mangiare”, ma anche “l'oro

fino” di Avila, “la resina odorosa e la pietra d'ònice” (Gen 2,9-

12). Cioè l’uomo riceve il suo sostentamento (ciò che è

necessario per sopravvivere), ma anche ciò che è il ‘di più’ per

la sua gioia (l’oro, i profumi, le pietre preziose…). L’essenziale e

il sovrabbondante. Il necessario e il bello.

L’uomo e la donna sono sulla terra a casa. Significa anzitutto

che questa casa ha tutto quello che serve per abitarvi, ma anche

che questa casa è da abitare insieme: è una casa comune per

tutta l’umanità. Il Papa dice: “In questa Enciclica, mi propongo

specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla

nostra casa comune” (Laudato si’ 3).

San Francesco “considerando che tutte le cose hanno

un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora

maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il

nome di fratello o sorella” (Laudato si’ 11). Ecco la fraternità

universale che il Signore Gesù ha rinforzato con la sua venuta

sulla terra, ma che da sempre è iscritta nella creazione.

“Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra

i credenti, vanno dalla negazione del problema

all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia

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cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova

solidarietà universale” (Laudato si’ 14).

5. Un giardino…

“Dio piantò un giardino in Eden e vi collocò l'uomo che aveva

plasmato” (Gen 2,8). Il famoso Eden. Un giardino è più di un

campo, di uno spazio vuoto. Giardino dice bellezza, sensazione

di pace e di serenità. Dice piacevolezza della vita.

È molto interessante che Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni,

in un giardino pregò prima del suo arresto (“Dopo aver detto

queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente

Cedron, dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi

discepoli” - Gv 18,1), che in un giardino fu crocifisso e fu

sepolto (“Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un

giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno

era stato ancora posto” – Gv 19,41) e che nello stesso giardino

apparve vivo, risorto dai morti (Maria Maddalena “pensando

che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai

portato via tu…»” - Gv 20,15).

Gesù è venuto ad abitare questa terra perché insieme con lui la

facessimo tornare quel giardino bellissimo che il Padre ha

donato all’umanità perché imparasse e vivesse dell’amore suo.

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DOMANDE:

Quando mi è capitato di avere uno sguardo contemplativo

sul creato? Quali condizioni mi aiutano ad averlo? Riesco a

non vedere solo “problemi” attorno a me?

Sento che giustizia sociale e cura della terra sono

interdipendenti? Ecologia integrale.

Sono capace di dare e di ricevere? Di lavorare e di

attendere? Di trasformare e di custodire?

Quale conversione mi chiede il pensare alla terra come

“casa comune” e quindi alla necessità di una fraternità

universale con ogni uomo e donna sulla terra?

So godere della bellezza quando la incontro?

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SCHEMA DI PREGHIERA GUIDATA

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Canto iniziale: Laudates omnes gentes

https://www.youtube.com/watch?v=nYBfHdbf-6M

PRIMO MOMENTO: Tempo di contemplare

Udienza generale papa Francesco 20 MAGGIO 2020

https://www.youtube.com/watch?v=vtV5Hph6nSw

La vita, il semplice fatto che esistiamo, apre il cuore dell’uomo alla preghiera.

La prima pagina della Bibbia assomiglia ad un grande inno di ringraziamento. Il racconto della Creazione è ritmato da ritornelli, dove viene continuamente ribadita la bontà e la bellezza di ogni cosa che esiste. Dio, con la sua parola, chiama alla vita, ed ogni cosa accede all’esistenza. Con la parola, separa la luce dalle tenebre, alterna il giorno e la notte, avvicenda le stagioni, apre una tavolozza di colori con la varietà delle piante e degli animali. In questa foresta straripante che rapidamente sconfigge il caos, per ultimo appare l’uomo. E questa apparizione provoca un eccesso di esultanza che amplifica la soddisfazione e la gioia: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31). Cosa buona, ma anche bella: si vede la bellezza di tutto il Creato!

La bellezza e il mistero della Creazione generano nel cuore dell’uomo il primo moto che suscita la preghiera (cfr Catechismo della Chiesa

Cattolica, 2566). Così recita il Salmo ottavo, che abbiamo sentito all’inizio: «Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio

Appunti e riflessioni personali

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dell’uomo, perché te ne curi?» (vv. 4-5). L’orante contempla il mistero dell’esistenza intorno a sé, vede il cielo stellato che lo sovrasta – e che l’astrofisica ci mostra oggi in tutta la sua immensità – e si domanda quale disegno d’amore dev’esserci dietro un’opera così poderosa!... E, in questa sconfinata vastità, che cosa è l’uomo? “Quasi un nulla”, dice un altro Salmo (cfr 89,48): un essere che nasce, un essere che muore, una creatura fragilissima. Eppure, in tutto l’universo, l’essere umano è l’unica creatura consapevole di tanta profusione di bellezza. Un essere piccolo che nasce, muore, oggi c’è e domani non c’è, è l’unico consapevole di questa bellezza. Noi siamo consapevoli di questa bellezza!

La preghiera dell’uomo è strettamente legata con il sentimento dello stupore. La grandezza dell’uomo è infinitesimale se rapportata alle dimensioni dell’universo. Le sue più grandi conquiste sembrano ben poca cosa… Però l’uomo non è nulla. Nella preghiera si afferma prepotente un sentimento di misericordia. Niente esiste per caso: il segreto dell’universo sta in uno sguardo benevolo che qualcuno incrocia nei nostri occhi. Il Salmo afferma che siamo fatti poco meno di un Dio, di gloria e di onore siamo coronati (cfr 8,6) (…)

Lodiamo Dio, contenti semplicemente di esistere. Guardiamo l’universo, guardiamo le bellezze e guardiamo anche le nostre croci e diciamo: “Ma, tu esisti, tu ci hai fatto così, per te”. È necessario sentire quella inquietudine del cuore che porta a ringraziare e a lodare Dio. Siamo i figli del grande Re, del Creatore, capaci di leggere la sua firma in tutto il creato; quel creato che oggi noi non custodiamo, ma in quel creato c’è la firma di Dio che lo ha fatto per amore. Il Signore ci faccia capire sempre più profondamente questo e ci porti a dire “grazie”: e quel “grazie” è una bella preghiera.

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Canto: Salmo 8

https://www.youtube.com/watch?v=1JSFFVarUNg

Se guardo il cielo, la luna le stelle, opere che Tu, con le dita, hai modellato, che cosa è, perché Te ne curi, che cosa è, perché Te ne ricordi, l’uomo, l’uomo, l’uomo?

Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli di gloria e di onore lo hai coronato, gli hai dato il potere sulle opere delle tue mani, su tutte le cose, che Tu avevi creato: gli uccelli del cielo, i pesci del mare, le greggi e gli armenti, gli animali della campagna PREGHIERA PERSONALE

Innalza a Dio la lode per il creato. Puoi riprendere personalmente il testo del cantico delle Creature Riportano all’inizio del libretto o farti aiutare dai canti.

Il Cantico delle Creature”, è la prima poesia scritta in italiano. Il suo autore è Francesco d’Assisi che l’ha composta nel 1226.

La poesia è una lode a Dio, alla vita e alla natura che viene vista in tutta la sua bellezza e complessità.

Cantico delle Creature cantato da A. Branduardi

https://www.youtube.com/watch?v=VElNoClZjT8

Laudato si, mi Signore https://www.youtube.com/watch?v=Rla81AGiir0

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SECONDO MOMENTO: Tempo di conversione

Papa Francesco 22 aprile 2020 50° giornata mondiale della terra

“Vincere le sfide globali”

https://www.youtube.com/watch?v=sVIL9q-3GOY

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi celebriamo la 50ª Giornata Mondiale della Terra. È un’opportunità per rinnovare il nostro impegno ad amare la nostra Casa comune e prenderci cura di essa e dei membri più deboli della nostra famiglia. Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili possiamo vincere le sfide globali. La lettera enciclica Laudato si’ ha proprio questo sottotitolo: « sulla cura della casa comune ». Oggi rifletteremo insieme su questa responsabilità che caratterizza il «nostro passaggio su questa terra».47 Siamo fatti di materia terrestre, e i frutti della terra sostengono la nostra vita. Ma, come ci ricorda il libro della Genesi, non siamo semplicemente “terrestri”: portiamo in noi anche il soffio vitale che viene da Dio (cfr Gen 2,4- 7). Viviamo quindi nella casa comune come un’unica famiglia umana e nella biodiversità con le altre creature di Dio. Come imago Dei, siamo chiamati ad avere cura e rispetto per tutte le creature e a nutrire amore e compassione per i nostri fratelli e sorelle, specialmente i più deboli, a imitazione dell’amore di Dio per noi, manifestato nel suo Figlio Gesù. A causa dell’egoismo siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra. «Basta guardare la realtà con sincerità per vedere che c’è un grande deterioramento della nostra casa comune ».48 L’abbiamo inquinata e depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita. Per questo, si sono formati vari movimenti internazionali e locali per risvegliare le coscienze. Apprezzo sinceramente queste iniziative, e

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sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene. Abbiamo mancato nel custodire la terra, nostra casa-giardino, e nel custodire i nostri fratelli. Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore, il Padre buono che provvede a ciascuno e vuole che viviamo insieme in comunione e prosperità. Come possiamo ripristinare un rapporto armonioso con la terra e il resto dell’umanità? Abbiamo bisogno di un modo nuovo di guardare la nostra casa comune. Essa non è un deposito di risorse da sfruttare. Per noi credenti il mondo naturale è il “Vangelo della Creazione”, che esprime la potenza creatrice di Dio nel plasmare la vita umana e nel far esistere il mondo insieme a quanto contiene per sostenere l’umanità. Il racconto biblico della creazione si conclude così: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona » (Gen 1,31). Nel celebrare oggi la Giornata Mondiale della Terra, siamo chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio. Da ciò scaturisce in noi la consapevolezza di stare su una terra sacra! Cari fratelli e sorelle, «risvegliamo il senso estetico e contemplativo che Dio ha posto in noi».49 La profezia della contemplazione è qualcosa che apprendiamo soprattutto dai popoli originari, i quali ci insegnano che non possiamo curare la terra se non l’amiamo e non la rispettiamo. Nello stesso tempo, abbiamo bisogno di una conversione ecologica che si esprima in azioni concrete. Come famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune. «L’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, a un progetto comune ».(…). Come fratelli e sorelle, supplichiamo insieme il nostro Padre celeste: “Manda il tuo Spirito e rinnova la faccia della terra” (cfr Sal 104,30)

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Cantico Sap 9,1-6.9-11 . Ant. 1 Dammi, o Dio, la sapienza che siede accanto al tuo trono, *

perché mi assista e mi affianchi nella fatica.

Dio dei padri e Signore di misericordia, * che tutto hai creato con la tua parola, che con la tua sapienza hai formato l’uomo, * perché domini sulle creature che tu hai fatto,

e governi il mondo con santità e giustizia * e pronunzi giudizi con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono * e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,

perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella, † uomo debole e di vita breve, * incapace di comprendere la giustizia e le leggi.

Anche il più perfetto tra gli uomini, † privo della tua sapienza, * sarebbe stimato un nulla.

Con te è la sapienza che conosce le tue opere, * che era presente quando creavi il mondo; essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi * e ciò che è conforme ai tuoi decreti.

Mandala dai cieli santi, * dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica * e io sappia che cosa ti è gradito.

Essa tutto conosce e tutto comprende, † mi guiderà prudentemente nelle mie azioni * e mi proteggerà con la sua gloria.

Gloria. Ant. 1 Dammi, o Dio, la sapienza che siede accanto al tuo trono, *

perché mi assista e mi affianchi nella fatica.

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TERZO MOMENTO: Tempo di agire

Tratto da l’intervento scritto da Papa Francesco per la rivista spagnola Vida Nueva, traduzione realizzata da L’Osservatore Romano e pubblicata nell’edizione diffusa il pomeriggio di venerdì 17 aprile 2020

Se abbiamo potuto imparare qualcosa in tutto questo tempo è che nessuno si salva da solo. Le frontiere cadono, i muri crollano e tutti i discorsi integralisti si dissolvono dinanzi a una presenza quasi impercettibile che manifesta la fragilità di cui siamo fatti. La Pasqua ci convoca e c’invita a fare memoria di quest’altra presenza discreta e rispettosa, generosa e riconciliatrice, capace di non rompere la canna incrinata né di spegnere lo stoppino che arde debolmente (cfr. Is 42, 2-3) per far pulsare la vita nuova che vuole donare a tutti noi. È il soffio dello Spirito che apre orizzonti, risveglia la creatività e ci rinnova in fraternità per dire presente (oppure eccomi) dinanzi all’enorme e improrogabile compito che ci aspetta. È urgente discernere e trovare il battito dello Spirito per dare impulso, insieme ad altri, a dinamiche che possano testimoniare e canalizzare la vita nuova che il Signore vuole generare in questo momento concreto della storia. Questo è il tempo favorevole del Signore, che ci chiede di non conformarci né accontentarci, e tanto meno di giustificarci con logiche sostitutive o palliative, che impediscono di sostenere l’impatto e le gravi conseguenze di ciò che stiamo vivendo. Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrici. Lo Spirito, che non si lascia rinchiudere né strumentalizzare con schemi, modalità e strutture fisse o caduche, ci propone di unirci al suo movimento capace di “fare nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).

Se agiamo come un solo popolo, persino di fronte alle altre epidemie che ci minacciano, possiamo ottenere un impatto reale. […] La globalizzazione dell’indifferenza continuerà a minacciare e a tentare il nostro cammino… Che ci trovi con gli anticorpi necessari

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della giustizia, della carità e della solidarietà. Non dobbiamo aver paura di vivere l’alternativa della civiltà dell’amore […]

Preghiera allo Spirito (Paolo VI)

Fa', o Signore, che il tuo Spirito informi e trasformi la nostra vita, e ci dia il gaudio della fratellanza sincera, la virtù del generoso servizio, l'ansia dell'apostolato. Fa', o Signore, che sempre più ardente e operoso diventi il nostro amore verso tutti i fratelli in Cristo per collaborare sempre più intensamente con loro nell'edificazione del Regno di Dio. Fa' ancora, o Signore, che sappiamo meglio unire i nostri sforzi con tutti gli uomini di buona volontà, per realizzare pienamente il bene dell'umanità nella verità, nella libertà, nella giustizia e nell'amore. Per te noi così ti preghiamo, o Cristo, che col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, nei secoli eterni. Amen.

Canto conclusivo: Laudates omnes gentes

https://www.youtube.com/watch?v=nYBfHdbf-6M

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

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S. MESSA SS. TRINITA’

Cantiamo te

Cantiamo te, Signore della vita: il nome tuo `e grande sulla terra, tutto parla di te e canta la tua gloria. Grande tu sei e compi meraviglie: tu sei Dio

Cantiamo te, Signore Gesù Cristo: Figlio di Dio venuto sulla terra, fatto uomo per noi nel grembo di Maria. Dolce Gesù, risorto dalla morte, sei con noi.

Cantiamo te, Amore senza fine: tu che sei Dio, lo Spirito del Padre, vivi dentro di noi e guida i nostri passi. Accendi in noi il fuoco dell’eterna carità.

Riflessioni e preghiere dei fedeli

Ripetiamo: Signore donaci un cuore nuovo!

In questo tempo di distanziamento tutti abbiamo imparato a non dare nulla per scontato e a riflettere su ciò che veramente conta. Accompagna la tua chiesa a valorizzare tutte le vocazioni, (sacerdotali, religiose e laicali) che trovano origine dall’unico battesimo. Preghiamo

In questo tempo di sosta e di obbligata riflessione abbiamo toccato con mano che siamo “fragili” e siamo “tutti sulla stessa barca”. Benedici Signore lo studio e il lavoro di chi aiuta e converti tutti a vivere con comportamenti responsabili. Preghiamo

Appunti e riflessioni personali

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In questo tempo ci siamo accorti di quanto sono importanti relazioni che ci “tengano vivi”. Ti preghiamo perché nessuno viva la solitudine e il senso di abbandono, rendici strumenti di vera e sincera relazione. Preghiamo

In famiglia abbiamo condiviso la gioia di essere insieme in ogni momento della giornata e il limite della forzata vicinanza. Rinnova nelle nostre famiglie il desiderio di sostenersi gli uni gli altri. Preghiamo

In questo momento di difficoltà, in cui è prevalso l’isolamento e la solitudine, ci sia data la grazia di riscoprire la bellezza della nostra comunità e di rimanere fedeli al suo servizio. Preghiamo

In questi giorni come non mai abbiamo visto e toccato il dolore della morte. Sii vicino a chi per questo soffre, dona loro la consolazione e ai defunti la gioia nella vita eterna. Preghiamo

(Preghiere scritte dal gruppo AC adolescenti, e dagli adulti di AC riuniti in streaming durante il periodi di lockdown)

Altre invocazioni potranno essere scritte nei gruppi di confronto nel pomeriggio.

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Benedici o Signore

Nebbia e freddo, Giorni lunghi e amari, Mentre il seme muore. Poi il prodigio Antico e sempre nuovo Del primo filo d'erba E nel vento dell'estate Ondeggiano le spighe Avremo ancora pane!

Benedici, o Signore Quest'offerta che portiamo a te Facci uno come il Pane Che anche oggi hai dato a noi

Nei filari Dopo il lungo inverno Fremono le viti. La rugiada avvolge nel silenzio I primi tralci verdi. Poi i colori dell'autunno, Coi grappoli maturi, Avremo ancora vino!…

Pane del Cielo Sei Tu, Gesù, Via d'amore: Tu ci fai come Te.

Pane del Cielo Sei Tu, Gesù, Via d'amore: Tu ci fai come Te.

No, non è rimasta fredda la terra: Tu sei rimasto con noi Per nutrirci di Te, Pane di Vita; Ed infiammare col tuo amore Tutta l'umanità.

Pane del Cielo Sei Tu, Gesù, Via d'amore: Tu ci fai come Te.

Sì, il Cielo è qui su questa terra: Tu sei rimasto con noi Ma ci porti con Te Nella tua casa Dove vivremo insieme a Te Tutta l'eternità.

Pane del Cielo Sei Tu, Gesù, Via d'amore: Tu ci…

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E sono solo un uomo

Io lo so, Signore, che vengo da lontano, prima del pensiero e poi nella tua mano, io mi rendo conto che tu sei la mia vita e non mi sembra vero di pregarti così.

"Padre d'ogni uomo" e non ti ho visto mai, "Spirito di vita" e nacqui da una donna, "Figlio mio fratello" e sono solo un uomo, eppure io capisco che tu sei verità.

E imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino, e insegnerò a chiamarti "Padre nostro" ad ogni figlio che diventa uomo. (2 volte)

Io lo so, Signore, che tu mi sei vicino, luce alla mia mente, guida al mio cammino, mano che sorregge, sguardo che perdona, e non mi sembra vero che tu esista così.

Dove nasce amore Tu sei la sorgente, dove c'è una croce Tu sei la speranza, dove il tempo ha fine Tu sei vita eterna: e so che posso sempre contare su di Te!

E accoglierò la vita come un dono, e avrò il coraggio di morire anch'io, e incontro a te verrò col mio fratello che non si sente amato da nessuno. (2 volte)

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Laudato sii, o mi Signore,…

E per tutte le sue creature per il sole e per la luna per le stelle e per il vento e per l'acqua e per il fuoco. Per sorella madre terra ci alimenta e ci sostiene per i frutti, i fiori e l'erba per i monti e per il mare.

Perchè il senso della vita è cantare e lodarti e perchè la nostra vita sia sempre una canzone. E per quelli che ora piangono e per quelli che ora soffrono e per quelli che ora nascono e per quelli che ora muoiono. E per quelli che camminano, e per quelli che ti lodano, e per quelli che ti aspettano, e per quelli che ora cantano.

Per approfondire:

Lettera enciclica “ LAUDATO SI’” di Papa Francesco 2015

1. «Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». 2. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore

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umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. 3. Più di cinquant’anni fa, mentre il mondo vacillava sull’orlo di una crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse un’Enciclica con la quale non si limitò solamente a respingere la guerra, bensì volle trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggio Pacem in terris a tutto il “mondo cattolico”, ma aggiungeva “e a tutti gli uomini di buona volontà”. Adesso, di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta. Nella mia Esortazione Evangelii gaudium, ho scritto ai membri della Chiesa per mobilitare un processo di riforma missionaria ancora da compiere. In questa Enciclica, mi propongo specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune. 10. Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se

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stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore. 11. La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’essenza dell’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato, e predicava persino ai fiori e «li invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione».[19] La sua reazione era molto più che un apprezzamento intellettuale o un calcolo economico, perché per lui qualsiasi creatura era una sorella, unita a lui con vincoli di affetto. Per questo si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste. Il suo discepolo san Bonaventura narrava che lui, «considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il nome di fratello o sorella».[20] Questa convinzione non può essere disprezzata come un romanticismo irrazionale, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea. La povertà e l’austerità di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio.

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12. D’altra parte, san Francesco, fedele alla Scrittura, ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà: «Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,5) e «la sua eterna potenza e divinità vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute» (Rm 1,20). Per questo chiedeva che nel convento si lasciasse sempre una parte dell’orto non coltivata, perché vi crescessero le erbe selvatiche, in modo che quanti le avrebbero ammirate potessero elevare il pensiero a Dio, autore di tanta bellezza.[21] Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode. 13. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi. 14. Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un

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confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vescovi del Sudafrica, «i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio».[22] Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità. 15. Spero che questa Lettera enciclica, che si aggiunge al Magistero sociale della Chiesa, ci aiuti a riconoscere la grandezza, l’urgenza e la bellezza della sfida che ci si presenta. In primo luogo, farò un breve percorso attraverso vari aspetti dell’attuale crisi ecologica allo scopo di assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile, lasciarcene toccare in profondità e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale che segue. A partire da questa panoramica, riprenderò alcune argomentazioni che scaturiscono dalla tradizione giudeo-cristiana, al fine di dare maggiore coerenza al nostro impegno per l’ambiente. Poi proverò ad arrivare alle radici della situazione attuale, in modo da coglierne non solo i sintomi ma anche le cause più profonde. Così potremo proporre un’ecologia che, nelle sue diverse dimensioni, integri il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda. Alla luce di tale riflessione vorrei fare un passo avanti in alcune ampie linee di dialogo e di azione che

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coinvolgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionale. Infine, poiché sono convinto che ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo, proporrò alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell’esperienza spirituale cristiana. 16. Ogni capitolo, sebbene abbia una sua tematica propria e una metodologia specifica, riprende a sua volta, da una nuova prospettiva, questioni importanti affrontate nei capitoli precedenti. Questo riguarda specialmente alcuni assi portanti che attraversano tutta l’Enciclica. Per esempio: l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita. Questi temi non vengono mai chiusi o abbandonati, ma anzi costantemente ripresi e arricchiti.