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40 Monica Vercesi “E adesso vado a scuola con i miei amici”: un progetto di promozione dell’autonomia negli spostamenti quotidiani 1. Premessa Nel corso degli ultimi anni il contesto milanese è sta- to caratterizzato da una no- tevole vivacità di iniziative sulla mobilità casa – scuo- la. Tra queste si possono ci- tare: Siamo nati per cammi- nare 1 , Pedibus Milano 2 , In bi- ci a scuola – Massa marmoc- chi 3 , #Bicittadini 4 , STARS - Sustainable Travel Accredi- tation and Recognition for Schools 5 e Bike to School Day. I tratti che differenziano tra loro questi progetti riguarda- no la durata e le modalità di coinvolgimento della scuo- la: le attività svolte vanno in- fatti dalla somministrazione di questionari, alla distribu- zione di materiali didattici, dall’organizzazione di incon- tri con docenti e genitori, a laboratori con i bambini. Mentre l’elemento che li ac- comuna è lo sguardo adot- tato nei confronti della mo- bilità centrato sulla promo- zione della sostenibilità. Ora se questo obiettivo ri- sulta senza dubbio di gran- de importanza, soprattut- to in una realtà come quel- la italiana e milanese carat- terizzata da un rapporto di auto per abitante (rispetti- vamente 615 e 510 ogni 1000 - ACI 2015) 6 tra i più alti d’Europa e da una forte dipendenza dal mezzo pri- vato per l’accompagnamen- to dei figli a scuola 6 e verso le attività del tempo libero, non va dimenticato che la promozione dell’autonomia negli spostamenti quotidia- ni meriterebbe ugualmente grande attenzione per ragio- ni sia intrinseche che legate al contesto italiano. Le prime hanno a che vede- re con le ricadute positive che la concessione dell’au- tonomia ha sullo sviluppo dei bambini. Il muoversi senza l’accompagnamento di figure adulte facilita infatti la costruzione delle mappe mentali degli ambienti reali e la capacità di orientarsi al loro interno (Golledge, Ga- le, Pellegrino, Doherty e Mar- shall, 1985; Tonucci Prisco, Renzi e Rissotto, 2002), pro- muova la fiducia in se stes- si, lo sviluppo della propria identità (Noschis, 1992; Ver- cesi, 2006, 2008) e la capa- cità di socializzare senza la mediazione degli adulti. Ulteriori ragioni hanno in- vece a che fare con il con- testo italiano: secondo una ricerca internazionale che ha comparato per la prima volta le abitudini di sposta- mento e i livelli di autono- mia dei bambini di 16 Pae- si, sia sviluppati che in via di sviluppo, l’Italia condivi- de con il Portogallo il penul- timo posto (Shaw, Bicket, El- liott, Fagan-Watson, Mocca, Hillman, 2015). Tra i dati emersi ricordiamo ad esem- pio che solo l’11% dei bam- bini italiani di 8 anni ha il permesso di attraversare le strade principali da solo, ri- spetto al 70% dei finlande- si, alla metà dei giapponesi e a oltre il 40% di tedeschi e svedesi; e che solo l’1% dei nostri bambini, ha il per- messo di recarsi in luoghi raggiungibili a piedi che non siano la scuola: un dato lon- tanissimo da quello di finlan- desi, tedeschi e giapponesi (in media oltre il 70%), de- gli svedesi e danesi (40% e oltre) degli irlandesi e ingle- si (20%). Molto dunque c'è da fare a livello progettuale sul tema della promozione dell'auto- nomia. 2. Il Progetto “e adesso vado a scuola con I mIeI amIcI”: contesto, obIettIvI, metodo- logIa e contenutI “E adesso vado a scuola con i miei amici” è nato proprio a partire dalla volontà di spe- rimentare come sia possibi- le restituire ai nostri bambi- ni il diritto a vivere in un am- biente che favorisca la loro crescita e il loro benessere. Il progetto è stato proposto dall’autrice del presente arti- colo e dalla sua collega Anna Gadda all’Associazione Ge- nitori IC Loria - Bergognone, 1 Ideato e gestito dall’Associazione Genitori AntiSmog con il patrocinio del Comune <www.sia- monatipercammi- nare.it>. 2 Promosso dal Co- mune di Milano e curato dalla coo- perativa Abcittà in partnership con Le- gambiente <www. pedibus-milano.it> 3 Ideato e curato da un gruppo di geni- tori milanesi con l’aiuto della Critical Mass <www.inbicia- scuola.it>. 4 Promosso dal Co- mune di Milano, co- ordinato da AMAT e gestito da Fiab Mila- no Ciclobby e con- clusosi alla fine del 2015 <www.comu- ne.milano.it/wps/ portal/ist/it/servizi/ mobilita/Milano_bi- ci/Progetti/BICItta- dini>. 5 Progetto europeo di cui è stato partner il Comune di Mila- no, conclusosi nel 2016 <www.star- seurope.org/index. php>. 6 Nella fascia 6-10 anni il 50,1% dei bambini viene ac- compagnato in au- to (ISTAT, Censi- mento generale della popolazione e delle abitazioni, 2011), mentre a Mi- lano la percentuale sembrerebbe molto più contenuta intor- no al 22-26%; 48% 5-10 anni (National Travel Survey luglio 2017).

“E adesso vado a scuola con i miei amici”€¦ · “E adesso vado a scuola con i miei amici”: un progetto di promozione dell’autonomia negli spostamenti quotidiani 1. Premessa

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Page 1: “E adesso vado a scuola con i miei amici”€¦ · “E adesso vado a scuola con i miei amici”: un progetto di promozione dell’autonomia negli spostamenti quotidiani 1. Premessa

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Monica Vercesi

“E adesso vado a scuola con i miei amici”: un progetto di promozione dell’autonomia

negli spostamenti quotidiani

1. Premessa

Nel corso degli ultimi anni il contesto milanese è sta-to caratterizzato da una no-tevole vivacità di iniziative sulla mobilità casa – scuo-la. Tra queste si possono ci-tare: Siamo nati per cammi-nare1, Pedibus Milano2, In bi-ci a scuola – Massa marmoc-chi3, #Bicittadini4, STARS - Sustainable Travel Accredi-tation and Recognition for Schools5 e Bike to School Day. I tratti che differenziano tra loro questi progetti riguarda-no la durata e le modalità di coinvolgimento della scuo-la: le attività svolte vanno in-fatti dalla somministrazione di questionari, alla distribu-zione di materiali didattici, dall’organizzazione di incon-tri con docenti e genitori, a laboratori con i bambini.Mentre l’elemento che li ac-comuna è lo sguardo adot-tato nei confronti della mo-bilità centrato sulla promo-zione della sostenibilità. Ora se questo obiettivo ri-sulta senza dubbio di gran-de importanza, soprattut-to in una realtà come quel-la italiana e milanese carat-terizzata da un rapporto di auto per abitante (rispetti-vamente 615 e 510 ogni 1000 - ACI 2015)6 tra i più alti d’Europa e da una forte dipendenza dal mezzo pri-vato per l’accompagnamen-

to dei figli a scuola6 e verso le attività del tempo libero, non va dimenticato che la promozione dell’autonomia negli spostamenti quotidia-ni meriterebbe ugualmente grande attenzione per ragio-ni sia intrinseche che legate al contesto italiano. Le prime hanno a che vede-re con le ricadute positive che la concessione dell’au-tonomia ha sullo sviluppo dei bambini. Il muoversi senza l’accompagnamento di figure adulte facilita infatti la costruzione delle mappe mentali degli ambienti reali e la capacità di orientarsi al loro interno (Golledge, Ga-le, Pellegrino, Doherty e Mar-shall, 1985; Tonucci Prisco, Renzi e Rissotto, 2002), pro-muova la fiducia in se stes-si, lo sviluppo della propria identità (Noschis, 1992; Ver-cesi, 2006, 2008) e la capa-cità di socializzare senza la mediazione degli adulti. Ulteriori ragioni hanno in-vece a che fare con il con-testo italiano: secondo una ricerca internazionale che ha comparato per la prima volta le abitudini di sposta-mento e i livelli di autono-mia dei bambini di 16 Pae-si, sia sviluppati che in via di sviluppo, l’Italia condivi-de con il Portogallo il penul-timo posto (Shaw, Bicket, El-liott, Fagan-Watson, Mocca, Hillman, 2015). Tra i dati emersi ricordiamo ad esem-

pio che solo l’11% dei bam-bini italiani di 8 anni ha il permesso di attraversare le strade principali da solo, ri-spetto al 70% dei finlande-si, alla metà dei giapponesi e a oltre il 40% di tedeschi e svedesi; e che solo l’1% dei nostri bambini, ha il per-messo di recarsi in luoghi raggiungibili a piedi che non siano la scuola: un dato lon-tanissimo da quello di finlan-desi, tedeschi e giapponesi (in media oltre il 70%), de-gli svedesi e danesi (40% e oltre) degli irlandesi e ingle-si (20%). Molto dunque c'è da fare a livello progettuale sul tema della promozione dell'auto-nomia.

2. Il Progetto “e adesso vado a scuola con I mIeI amIcI”: contesto, obIettIvI, metodo-logIa e contenutI

“E adesso vado a scuola con i miei amici” è nato proprio a partire dalla volontà di spe-rimentare come sia possibi-le restituire ai nostri bambi-ni il diritto a vivere in un am-biente che favorisca la loro crescita e il loro benessere. Il progetto è stato proposto dall’autrice del presente arti-colo e dalla sua collega Anna Gadda all’Associazione Ge-nitori IC Loria - Bergognone,

1 Ideato e gestito dall’Associazione Genitori AntiSmog con il patrocinio del Comune <www.sia-monatipercammi-nare.it>.

2 Promosso dal Co-mune di Milano e curato dalla coo-perativa Abcittà in partnership con Le-gambiente <www.pedibus-milano.it>

3 Ideato e curato da un gruppo di geni-tori milanesi con l’aiuto della Critical Mass <www.inbicia-scuola.it>.

4 Promosso dal Co-mune di Milano, co-ordinato da AMAT e gestito da Fiab Mila-no Ciclobby e con-clusosi alla fine del 2015 <www.comu-ne.milano.it/wps/portal/ist/it/servizi/mobilita/Milano_bi-ci/Progetti/BICItta-dini>.

5 Progetto europeo di cui è stato partner il Comune di Mila-no, conclusosi nel 2016 <www.star-seurope.org/index.php>.

6 Nella fascia 6-10 anni il 50,1% dei bambini viene ac-compagnato in au-to (ISTAT, Censi-mento generale della popolazione e delle abitazioni, 2011), mentre a Mi-lano la percentuale sembrerebbe molto più contenuta intor-no al 22-26%; 48% 5-10 anni (National Travel Survey luglio 2017).

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Monica Vercesi

7 Pedibus, Massa Mar-mocchi, Siamo na-ti per camminare, STARS - Sustaina-ble Travel Accredi-tiation and Recogni-tion for Schools, Bi-ke to School Day.

8 Nonostante la co-municazione sia stata la stessa nel-le due scuole prima-rie, Bergognone e Foppette, gli iscritti sono risultati di una sola scuola.

9 Spesso si è trattato di piccole esperien-ze di autonomia at-tuate o in situazioni eccezionali (un’in-fluenza della mam-ma) o in località di vacanza.

Foppette, Carlo Porta che, a sua volta, l’ha presentato a Fondazione Cariplo ottenen-do un piccolo finanziamen-to nell’autunno 2016. Il contesto locale era stato scelto in quanto presenta-va una combinazione di ele-menti favorevoli: 1. una notevole esperien-

za da parte dell’Associa-zione e dell’IC nel cam-po di progetti di promo-zione della mobilità so-stenibile7;

2. l’esistenza di una rete di relazioni tra l’Associazio-ne e altri soggetti locali sensibili al tema;

3. e la realizzazione in cor-so da qualche tempo di alcuni interventi di mo-derazione del traffico, tra cui l’istituzione nel quar-tiere di un’area 30km/h e la creazione di una re-te di piste ciclabili.

L’obiettivo generale del pro-getto è stato declinato in quattro obiettivi specifici:1. la promozione nei bam-

bini di una maggiore co-noscenza del quartie-re e dei suoi abitanti e dunque della capacità di orientarsi e sentirsi sicu-ri al suo interno;

2. l’acquisizione di una maggiore consapevolez-za delle proprie sensazio-ni legate all’autonomia;

3. l’ottenimento da parte dei genitori di strumenti che li aiutassero a supe-rare le paure che li bloc-cano nel concedere una maggiore autonomia ai propri figli;

4. e la progettazione di una sperimentazione nella quale gruppi di bambi-ni potessero compiere il tragitto casa - scuola pre-valentemente da soli lun-go alcuni percorsi più si-curi.

Il progetto ha coinvolto un gruppo di alunni di III e IV della S.P. Bergognone8, di

cui 14 hanno partecipato agli incontri e 31 alla spe-rimentazione finale, e circa 25 genitori di alunni di en-trambe le scuole primarie. La realizzazione del proget-to ha potuto inoltre contare su una rete di partner locali oltre all'ICS: il Comitato In-quilini 1° Quartiere Opera-io Umanitaria che ha messo a disposizione alcuni spazi per i laboratori e volontari per la sperimentazione, due artigiani che hanno organiz-zato un laboratorio nelle lo-ro sedi, un nutrito gruppo di negozianti che ha sostenuto la realizzazione del proget-to, fornendo merende e ma-teriali di cancelleria, e aiu-tando i bambini nell’organiz-zazione e realizzazione della caccia al tesoro, e una socie-tà di grafica e comunicazio-ne che ha offerto la stampa di alcuni materiali.Il percorso è stato articolato in 5 incontri che si sono te-nuti il sabato mattina in ora-rio extrascolastico in parte nell’aula magna di una del-le scuole primarie, in parte in giro per il quartiere e in parte nei laboratori dei due artigiani. Il percorso è stato affiancato da un incontro serale desti-nato ai genitori e tenuto da una psicologa sul tema del-le paure legate alla conces-sione dell’autonomia.Il progetto è stato sviluppa-to con l’impiego di metodo-logie partecipate, che, come noto, mirano a promuove-re una concezione dei mi-nori come soggetti portato-ri di diritti, nonché di cono-scenze e punti di vista utili e arricchenti rispetto a quel-li degli adulti. Dato che l’ini-ziativa è stata organizzata in orario extrascolastico, le at-tività con i bambini, elabo-rate ad hoc, hanno privile-giato le componenti ludica e motoria. Il percorso è stato avviato

all’inizio di gennaio con la raccolta delle iscrizioni, che è stata attuata tramite comu-nicazione sul sito dell’Asso-ciazione e banchetti fuori dalle due scuole primarie. Tra metà di gennaio e metà di marzo sono stati organiz-zati gli incontri con i bambi-ni, gestiti dalle due esperte con la collaborazione di al-cune mamme dell’Associa-zione.Nei primi due, oltre che a una breve introduzione sul progetto e alla formalizza-zione del gruppo, sono sta-te svolte due attività desti-nate alla raccolta del punto di vista dei partecipanti sulle caratteristiche che una cit-tà, in cui i bambini possano andare in giro da soli, deve avere e alla messa a fuoco delle sensazioni provate du-rante una prima esperienza di mobilità autonoma.Gli esiti della prima attività hanno evidenziato come la città dovrebbe essere innan-zitutto un ambiente dove il traffico sia assente o comun-que ridotto (“senza macchi-ne per evitare il traffico”, “non dovrebbe avere mac-chine ma solo mezzi pub-blici”, “meno macchine più persone in città”, “con a tut-ti gli incroci dei semafori”). Inoltre dovrebbe essere un luogo dove sia facile orien-tarsi (“con una via sola lun-ghissima senza incroci”) e dove non ci siano persone che fanno paura (“meno la-dri”, “senza zingari”, “senza terroristi”). Per la realizzazione della se-conda attività è stato chie-sto a ciascun bambino di de-scrivere, su una scheda rea-lizzata ad hoc, la prima volta che è andato in giro da so-lo e le sensazioni provate9. Queste sono poi state tra-scritte su un cartellone di-videndole tra positive, che sono risultate nettamen-te prevalenti, e negative:

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una chiara manifestazio-ne dell’importanza che tali esperienze hanno per i bam-bini. Nel corso del secondo in-contro è stato avviato il percorso di ampliamento della conoscenza del quar-tiere: i bambini sono sta-ti divisi in due gruppi che si sono sfidati tra loro nel riconoscimento di foto di particolari presenti nel

quartiere10 e nella loro col-locazione su una mappa di grandi dimensioni. Tale percorso è poi prose-guito con un’uscita di esplo-razione del quartiere in cui ai partecipanti, sempre divi-si negli stessi due gruppi, è stato chiesto di raccogliere informazioni (foto e notizie curiose dai negozianti) per organizzare una caccia al te-soro con la quale avrebbero sfidato il gruppo avversario. Il penultimo incontro ha co-stituito una sorta di paren-tesi all’interno del percorso nella quale i bambini, con l’aiuto di due artigiani, han-no creato un oggetto di rico-noscimento da utilizzare du-rante la sperimentazione. La scelta è caduta su un meda-glione che è stato realizzato con materiali in parte di re-cupero: un oggetto diverten-te e colorato, volutamente lontano dai giubbetti e dal-le fasce catarifrangenti mol-to diffusi nei pedibus, per evitare di trasmettere loro l’idea che la città sia un am-biente ostile e pericoloso. Il laboratorio è anche servito per far conoscere ai bambi-ni delle figure che, insieme ai commercianti, avrebbe-ro potuto costituire dei pun-ti di riferimento negli spo-stamenti in autonomia nel quartiere.Il percorso con i bambini si

è concluso con una doppia caccia al tesoro, le cui tap-pe sono state costruite dal-le due esperte a partire dai materiali raccolti dai bambi-ni. L’iniziativa è stata aperta anche ai genitori, ritenendo che potesse essere un’occa-sione per vivere il quartiere in modo diverso. Al termine del percorso e prima della sperimentazio-ne è stato organizzato un in-contro destinato ai genito-ri nel quale, con l’aiuto di una psicologa esperta del te-ma dell’autonomia, i parte-cipanti hanno potuto inter-rogarsi e riflettere su come gestire al meglio l’equilibrio, a volte difficile, tra il deside-rio di protezione, particolar-mente presente nei genito-ri italiani, e le spinte verso l’autonomia dei figli. Il progetto si è concluso ad aprile con una settimana di sperimentazione nella qua-le i bambini si sono reca-ti a scuola in gruppo, sen-za essere accompagnati da genitori. Le uniche presen-ze adulte erano collocate in corrispondenza di alcu-ni attraversamenti partico-larmente trafficati.I percorsi individuati in ba-se all’area di residenza dei bambini sono stati tre. La sperimentazione ha avu-to così tanto successo che è stata replicata per un’ulte-riore settimana.

3. la valutazIone deI soggettI coIn-voltI

Nelle fasi finali del progetto sono state effettuate una se-rie di valutazioni. La prima, sotto forma di scheda, è stata somministra-ta ai bambini che hanno par-tecipato agli incontri per va-lutare il gradimento del per-corso e delle attività svolte:

10 Le foto che erano state scattate in pre-cedenza dalle due esperte.

Fig. 1. la formalizzazione del gruppo: il cartellone con le "carte d'identità" dei partecipanti.

Fig. 2. uno dei partecipanti mentre descrivela prima volta che è andatoin giro da solo.

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gli esiti hanno evidenziato come il lavoro sia piaciuto a tutti i bambini (di cui a 8 “molto” e a 3 “abbastanza”) tranne uno.Tra i vari incontri sono pia-ciuti soprattutto il labora-torio presso gli artigiani e l’uscita di esplorazione del quartiere.Le valutazioni del progetto da parte dei genitori i cui fi-gli hanno partecipato sia agli incontri che alla sperimenta-zione sono state raccolte a partire da alcune domande stimolo inviate via mail.Tutte le valutazioni sono sta-te estremamente positive:

“L’iniziativa mi è sembrata interessante e sarebbe im-portante che altri bambini ne potessero usufruire!”.

“È stata una bellissima esperienza. Spero possia-te ripeterla anche negli an-ni a venire, così potrò far partecipare anche la mia piccolina!”.

Le motivazioni che avevano spinto i genitori a iscrivere i propri figli al percorso la-boratoriale sono state lega-te al fatto che il progetto è stato percepito come occa-sione per consentire ai bam-bini di responsabilizzarsi e raggiungere un certo grado di autonomia negli sposta-menti nel quartiere e anche per “togliere un po’ di ansia ai genitori”.

“La volontà di consentire a mio figlio di raggiunge-re qualche piccola auto-nomia di spostamento in quartiere”.

“Ritengo che i nostri figli siano un po’ troppo de-responsabilizzati da noi mamme che soffriamo un po’ di ansia e preferia-mo “controllarli” in parec-

chie attività tra cui quella di andare a scuola. Que-sta iniziativa mi è sembra-ta una buona opportuni-tà per responsabilizzare i bambini e per togliere an-che un po’ di ansia a noi mamme”.

“Interesse verso un per-corso non improvvisato e responsabilizzante verso l’autonomia, oltre che co-municare a mio figlio che farlo andare da solo do-veva essere il frutto di un percorso di maturazione, non una cosa “poco se-ria”.

Per tutti i genitori le aspet-tative riposte sul progetto hanno trovato riscontro po-sitivo:“Sì assolutamente. E ora si dice “esperto” del quar-tiere!”.

“Si direi di sì, mia figlia adesso mi chiede di an-dare a scuola da sola con la sua amica”.

“Direi di sì, perché pur muovendosi già da solo per piccoli tratti, ha as-sunto un atteggiamento più coscienzioso. Inoltre ha conosciuto altri bam-bini della scuola, possibili compagni di viaggio!”

Le attività più apprezzate so-no state le uscite, che han-no permesso ai bambini di scoprire luoghi e laboratori del quartiere, e la caccia al tesoro.

“La caccia al tesoro è sta-ta una bellissima attività, ma anche le esplorazioni che li hanno portati a co-noscere attività radicate nel quartiere”.

“Sicuramente la caccia al te-soro perché ha evidenziato

Laboratorio didattico

Fig. 3. Il cartellone delle sensazioni legatealla prima volta in cui i partecipanti

sono andati in giro da soli.

43Fig. 4. un momento del laboratorio

per la realizzazione del medaglione.

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come noi adulti ci muovia-mo con i paraocchi men-tre i bambini sono ancora grandi osservatori”.

Meno apprezzati sono stati gli incontri a scuola:

“Mio figlio non ha apprez-zato il primo incontro, ma forse perché c’è sempre una certa fatica a inizia-re…il resto è stato mol-to stimolante, soprattutto perché ha capito che pote-va sapere cose sul quartie-re che noi in famiglia non sapevamo”

Infine la valutazione del-la sperimentazione è stata molto buona:

“Ottimamente, anche per-ché ha coinvolto genitori ancora “scettici” sulla pos-sibilità di lasciare andare i bambini a scuola da soli”.

“Bellissima esperienza, aumenta l’autostima dei bambini, permette loro di conoscere il quartiere e fa-re comunità con i suoi abi-tanti”.

“In modo molto positi-vo. Una bella soddisfazio-ne vedere arrivare all’in-crocio presidiato il grup-po di bambini, ogni gior-no più numeroso. Arriva-re a scuola chiacchieran-do con gli amici credo sia

il modo migliore per inizia-re la giornata”.

“I bambini questa settima-na si sono dati appunta-mento per continuare…di-rei ottima!”

4. rIFlessIonIconclusIve

Gli esiti di questa esperien-za consentono di evidenzia-re alcune riflessioni: �� la comunicazione di un progetto su questo tema, soprattutto se non viene veicolato direttamente dalla scuola, necessita di una grande attenzione e dell’utilizzo di tutti i cana-li disponibili;

�� è importante coinvolgere una rete di soggetti loca-li (genitori, negozianti, as-sociazioni, ecc.) che pos-sano contribuire in vari modi alla realizzazione del progetto: l’acquisizio-ne dell’autonomia da par-te dei bambini è un pro-cesso di cui deve farsi ca-rico una comunità e non solo le singole famiglie;

�� un approccio ludico faci-lita sia la trattazione di te-mi come la conoscenza del quartiere e dei suoi abitanti e la capacità di orientarsi, che il coinvol-gimento dei bambini che con il loro entusiasmo agiscono da volano nei confronti delle famiglie.

bIblIograFIa

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Sezione Lombardia

Fig. 5. l'incontro per i genitoricon la psicologa diana Ferrari sul tema dell'autonomia.