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Anno XV n. 3 Dicembre 2018

Anno XV n. 3 Dicembre 2018 · Imperatore, appoggiato dai conservatori cattolici, decise, il 13 aprile 1849, di inviare nello Stato Pontificio un corpo di spedizione di circa 5000

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Anno XV n. 3 Dicembre 2018

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ASSOCIAZIONE SENIORESDEL COMUNE DI TORINO

Via Garibaldi 25 - 1° piano - 10122 TorinoTelefono: 011 - 01131954-52-51

Fax: 011 - 01131840associazione.seniores@comune.torino.itwww.comune.torino.it/lavoratorianziani

Cod.Fisc. 80099240014

Orario di ufficioMartedi, Mercoledi, Giovedi: dalle 9,30 alle 12,00

PRESIDENTE: Vittorio FERRANDO

VICE PRESIDENTE: Antonio NACCA

SEGRETARIO: Angela PEISINO

SEGRETARIO ONORARIO: Giovanni AJMAR

TESORIERE ECONOMO: Anna Maria ROCCIA

CONSIGLIERI: Nicoletta ARENAMirella BORELLOEnzo BRAIDAFrancesco DANTEAldo LANTERIAntonina NERILuisella NIGRAMaristella PECCHIOPieralberto ROLANDORenza VARVELLO

REVISORIDEI CONTI: Loredana IGUERA

Domenico PIZZALAAlfonso SANUA

IN…FORMA!

Direttore Responsabile:Vittorio FERRANDO

Comitato di redazione:Antonio NACCA

Pieralberto ROLANDO

Hanno collaborato a questo numero

Anna BraghieriFranca Rosso

Rosalba Fenoglio

Autorizzazione del Tribunale di Torino 1921 del 17 febbraio 1968

Stampato presso Arti Grafiche S. Rocco, Grugliasco (TO)Dicembre 2018

Sommario

Editoriale Pag. 1Tesseramento 2019 3Avviso 4La “Convenzione di Settembre” 1864 6

I Dolci nell’arte (I) 11Anche i Grandi si ammalano 13Voci di strada d’antan 15Diverticolosi 17Terre d’acqua poco frequentate 19Viaggi, Gite III di copertina

In copertina: Friederich Bernhard Werner - Palazzo di Madama Reale in TorinoIncisione in rame acquerellata, 1731.

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Edi to r ia l e

Cari amici, mi auguro che intanti ricordiate la data di

sabato 23 ottobre 2004, giorno incui dapprima al Circolo ricreativodi Corso Sicilia con i vari interven-ti e la premiazione dei soci piùanziani di iscrizione e dei collabo-ratori più solerti, e quindi alCircolo Ufficiali di corso Vinzaglioper il lauto pranzo, abbiamo cele-brato il cinquantenario di fonda-zione dell'Associazione fatta risali-re al 18 maggio 1954.

Un evento da annoverare tra letappe più significative dell'Associa -zione per le pennellate con mae-stria sugli ultimi cinquant'anni distoria del nostro paese da parte deldott. Alberto Bersani nell'interventodi apertura della cerimonia, la pre-senza di ben tre assessori ed alcunidirigenti comunali e oltre 230 soci.

A tutti i presenti, grazie al cospi-cuo contributo elargito dall'Am -mini strazione per i buoni uffici del-l'allora Capo Gabinetto dott.Renato Cigliuti, è stato fatto omag-

gio di una penna “roller” Aurorapersonalizzata con le due date diriferimento.

Quasi senza accorgersene, salvoche per qualche problema di salutein più, sono trascorsi quindici annie siamo giunti alle porte del 2019ed il Consiglio Direttivo, anche sele risorse finanziarie dell'Associa -zione hanno subito negli anni unprogressivo depauperamento econscio che sia impraticabile larichiesta di un contributo all'attualeAmministra zione, ha deciso di ono-rare comunque il sessantacinquesi-mo compleanno che ci farà colloca-re tra gli “over 65”

Il programma dettagliato saràinserito nel primo numero di“In...Forma!” del 2019.

Posso solo anticipare che perevitare un doppio esborso per l'as -semblea annuale, che di norma sisvolge nel mese di maggio, ed ifesteggiamenti per i 65 anniabbiamo deciso di abbinare i duemo menti in una sola giornata:

Over 65

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L a nos t ra s to r ia

domenica 19 maggio 2019 pressola prestigiosa sede del Circolodella Stampa in Corso Stati Unitiangolo Corso Galileo Ferraris.

Si è optato per una cerimonia piùintima e più ristretta senza o quasiospiti, sicuramente più familiare.

A tutti i presenti, sperando difare cosa gradita, verrà omaggiato

il volume “Un avventuroso viaggioa bordo di un carro trainato dadue cavalli nella Torino di fineOttocento” opera del socio GuidoGiorza.

Non dimenticatevi quindi del 19maggio 2019 per essere in tanti afesteggiare in amicizia.

Vittorio Ferrando

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L a nos t ra s to r ia

TTESSERAMENTOESSERAMENTO 20192019Come indicato nel foglio informativo inviato a metà ottobre si ricordache dal 13 novembre hanno avuto inizio i tesseramenti per il 2019.Con il rinnovo o la nuova iscrizione sarà offerto – sino a fine gennaio –il tradizionale panettone di alta pasticceria.Le quote, nonostante il lievitare dei costi, sono rimaste invariate rispettoall’anno precedente:

Socio Ordinario € 15,00Socio Sostenitore € 20,00Socio Benemerito € 25,00Simpatizzante € 20,00

Il versamento potrà essere effettuato:

• di persona presso la sede dell’Associazione (Via Garibaldi, 25 - 1° piano) nei giorni e con gli orari sotto indicati:

dal martedì al venerdì sino al 21 dicembre dalle 9.30 alle 12.00

e dall’8 gennaio 2019 dal martedì al giovedì negli stessi orari

• oppure tramite il conto corrente postale n. 24352106 intestato a Associazione Seniores del Comune di Torino, specificando il motivo del versamento.

• o altresì con bonifico bancario utilizzando il seguente IBANIT07N0200801152000000458160

La quota di iscrizione o di rinnovo all’ANLA(Associazione Nazionale Lavora tori Anziani)

comprensivo dell’abbonamento al mensile “Esperienza” è di € 16,00 per i soci ed in € 10,00 per i familiari conviventi nonché,

per il triennio 2019-2021 in € 42,00 per i soci ed in € 24,00 per i familiari conviventi.

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L a nos t ra s to r ia

Siamo lieti di comunicarTi che dal mese di luglio abbia-mo attivato una newsletter, con il relativo blog, reperi-

bile all’indirizzo www.seniorescomunetorino.it, contenenteArticoli, Video e Rubriche, con la quale abbiamo intesorestarTi vicino anche durante l’ormai trascorso periodoestivo.

Abbiamo quindi impostato la “PrimaNewsletter”ed abbiamo inviato, con l’occasione, ilseguente saluto di benvenuto del Presidente:

“Cara/o Socia/oauspicando di farTi cosa gradita, abbiamo deciso di starTi più vicino, inviandoTi periodicamente questa new-sletter con notizie varie di carattere culturale, sportivo, fiscale, sulla salute, l'alimentazione e, nel comples-so, il benessere.L'intento è di poter instaurare un legame attivo e più snello. per allietare e riempire il tempo libero, pervivere sempre più informata/o, in allegria e buona salute, giacché, è ormai noto a tutti che oggi si vive piùa lungo, ma che la parola d'ordine è "mantenersi attivi", con il corpo e la mente, il più a lungo possibile,cogliendo le tante opportunità che questo nostro tempo è in grado di offrirci. Selezioneremo, quindi, le informazioni che avremo cura di ricercare, attingendo da fonti di sicura qualità,restando, altresì, disponibili a recepire i Tuoi suggerimenti e/o osservazioni.Buona lettura, cordialmente.

Il Presidente, Vittorio FERRANDO

Stiamo ora predisponendo il quarto numero e, quindi, se non hai ancora comunicato il Tuoindirizzo mail affrettati ad inviarcelo affinché anche Tu possa stare in nostra compagnia e, qua-lora non avessi ancora ricevuto i primi numeri già emessi e sei interessata/o ad ottenerli, nonesitare a richiederceli e noi Te li invieremo prontamente.

Cordiali saluti dalla Redazione e da tutto il Consiglio Direttivo

«La parola d'ordine è mantenersi attivi con il corpo e con la mente"»

Avviso a tutti gli iscritti

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BuonBuonNataleNatale

a te che seia te che seitriste, a te chetriste, a te che

stai male, a te chestai male, a te checerchi lavoro, a te checerchi lavoro, a te che

speri in un domani miglioresperi in un domani migliorea te che hai bisogno d’amorea te che hai bisogno d’amorea te che piace sognare, anchea te che piace sognare, anchea te che stai bene e sei felice,a te che stai bene e sei felice,

a te che mia te che mistai leggendo:stai leggendo:Buon Natale!Buon Natale!

BuonBuonNataleNatale

a te che seia te che seitriste, a te chetriste, a te che

stai male, a te chestai male, a te checerchi lavoro, a te checerchi lavoro, a te che

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L a nos t ra s to r ia

Alcuni anni or sono, nelle pagine di“In…Forma” (marzo 2015), venne

ricordata la drammatica perdita del ruolodi capitale di Torino, la nobile e generosacittà che, spalancate le porte agli esuli,aveva dato vita al Risorgimento naziona-le. La rinuncia del primato del capoluogopiemontese a favore di Firenze era statosancito in una clausola marginale di unatto di grande portata storica noto comeConvenzione di Settembre, che vale rico-struire nelle linee essenziali, dai prodromialla sua definitiva approvazione, avvenu-ta il 15 settembre 1864 a Fontainebleau.L’accordo tra l’Italia di Vittorio Emanuele IIe la Francia di Napoleone III mirava arisolvere definitivamente, dal punto divista territoriale, l’annosa QuestioneRomana.

La difficoltà di rapporti tra StatoPontificio e Regno di Sardegna prima, eRegno d’Italia poi, risaliva al 1848-49.Allo scoppio della I guerra d’Indipen -denza, il 29 marzo 1848, Pio IX avevapermesso la partenza di un contingente disudditi papalini, ma poche settimanedopo, con l’“Allocuzione” del 29 aprile, lostesso Pontefice, disconoscendo l’azionedei volontari contro le truppe di unanazione cattolica, ne aveva ordinato il riti-

ro. Questa decisione aveva provocato lavivace protesta dei patrioti romani e ilPapa era fuggito da Roma rifugiandosi aGaeta sotto la protezione del re Borbone.La Città eterna proclamatasi Repubblica siera consegnata al triumvirato Mazzini,Armellini e Saffi.

Il principe Luigi Napoleone, presidentedella Repubblica francese e futuroImperatore, appoggiato dai conservatoricattolici, decise, il 13 aprile 1849, diinviare nello Stato Pontificio un corpo dispedizione di circa 5000 uomini alcomando del generale Oudinot. Le truppefrancesi entrarono in Roma i primi diluglio, la “Repubblica Romana” cessò labreve sua esistenza e il Papa si reinsediòal Quirinale. Il contingente francese dioccupazione sarebbe rimasto per oltre 17anni a tutela dello Stato Pontificio.

Dopo la II guerra d’indipendenza laquestione di Roma tornò alla ribalta.Cavour, che mai aveva affrontato conNapoleone III l’argomento di Roma capi-tale, il 25 marzo 1861 a Torino, nell’auladel Parlamento, in risposta a una interpel-lanza del deputato Audinot, espose chia-ramente il suo pensiero dichiarando cheRoma, Roma soltanto, sarebbe stata lacapitale d’Italia. Il Conte, convinto asserto-

La “Convenzione di Settembre”1864

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L a nos t ra s to r ia

re del principio “libera Chiesa in liberoStato”, già nel 1860 aveva cercato accor-di diretti con la Santa Sede mirati a per-suadere Pio IX a cedere all’Italia il domi-nio temporale del Lazio, unico territoriorimastogli; in cambio avrebbe avuto com-pleta indipendenza per esercitare le sueprerogative spirituali come capo univer -sale della Chie sacatto lica. Il Papa ri -fiu tò le offerte di ne -goziazione del Con -te. Cavour contattòal lora Costantino Ni -gra, rap pre sen tantediplo mati co italianoin Fran cia, OttavianoVimer cati, addettomilitare della lega-zione a Parigi, e ilprincipe GirolamoNapoleone Bo na -par te, genero diVittorio Emanuele II ecugino de ll’Im pe -ratore, tentando ditrovare una soluzio-ne per il richiamo delle truppe di occupa-zione francesi dall’Urbe.

Il 13 aprile 1861 Cavour ricevette unalettera dal principe Bonaparte che gli pro-poneva, a nome dell’Imperatore, unaccordo i cui punti essenziali erano: ilRegno italiano doveva impegnarsi a noninvadere lo Stato Pontificio; difenderlo

anche con la forza, da eventuali attacchiprovenienti dall’esterno; permettere la for-mazione di un esercito di volontari cattoli-ci di varie nazionalità e farsi carico di unaparte del debito pontificio. La Francia percontro avrebbe riconosciuto ufficialmenteil nuovo Regno italiano e richiamato ilproprio contingente militare. Quando

però il 3 giugnogiunse da Parigi aTorino la nota uffi-ciale, il Conte eragravemente malatoe il 6 giugno morì. Sichiuse così il primotentativo dell’accor -do italo-francese re -lati vo alla QuestioneRomana, le cui lineesaranno le basi dellaConvenzione del1864.

Bettino Ricasoli,successore di Ca -vour, comunicò aNapoleone III cheera intenzione del

nuovo governo portare avanti le trattativetra i due paesi per quanto riguardava lasmobilitazione della guarnigione france-se, ma l’Imperatore non diede seguitoall’attuazione del progetto. Anche ilgoverno Rattazzi, nel 1862, aprì le tratta-tive, ma il 25 agosto, inopinatamente,Garibaldi sbarcò con i suoi in Calabria

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per risalire verso Roma. L’impresa non gliriuscì perché fu fermato sull’Aspromontedall’esercito italiano guidato dal colonnel-lo Pallavicini, tuttavia la Francia accusò ilRe di connivenza e Rattazzi dovette rasse-gnare le dimissioni.

All’inizio del 1864 si diffusero insi-stenti notizie su una grave malattia diPio IX e sull’imminenza del suo deces-so, il che creò preoccupazione sia al dilà delle Alpi, sia in Italia, per il timoredi una insurrezione di garibaldini eantipapalini. La diplomazia si misedunque febbrilmente al lavoro perfronteggiare il rischio e trovare unaccordo tra i due Stati, Agli inizi digiugno le condizioni di salute delPontefice migliorarono ma a questopunto i contatti tra le diplomazie eranoavviate, essendo:i ministri italianiMinghetti e Visconti-Venosta determi-nati a concludere un accordo bilatera-le sulle basi di quanto proposto daCavour nel 1861.

Alla fine di giugno l’Imperatore fecesapere ai rappresentanti piemontesiNigra e Pepoli, ambasciatore questi aSan Pietroburgo, di essere propenso adaccogliere le istanze italiane, ponendoperò come conditio sine qua non per ilritiro del contingente francese da Romail trasferimento della capitale da Torinoa un’altra città.

Nonostante la pretesa di Napoleonesuscitasse forti perplessità, Minghetti e

Visconti-Venosta non si opposero, anzipuntarono a stabilire una conseguenzalogica tra i due atti e, inviarono aNigra e Pepoli le direttive per accettaredi fatto il trasferimento. Il 9 agosto ven-nero stilati in modo definitivo i 5 articolidella Convenzione e un protocolloaggiuntivo segreto.

Il 13 agosto Vittorio Emanuele II fuinformato da Minghetti dell’accordoche stabiliva sub conditione il ritirodella guarnigione francese entro dueanni. Come previsto, la reazione delRe fu durissima, non intendendo egliassolutamente accettare il trasferi-mento della capitale da Torino “culladella monarchia”. Ma per NapoleoneIII questo passaggio era fondamenta-le poiché i cattolici francesi avrebbe-ro visto lo spostamento della capitaleitaliana come rinunzia definitiva aRoma. Per i ministri italiani invece ilritiro delle truppe transalpine rappre-sentava un passo avanti sulla via diRoma capitale, poiché nella clausolasegreta non si parlava assolutamentedi rinunzia. Unica concessionedell’Imperatore sarà di far partire isei mesi necessari al trasferimentonon dal giorno della firma dellaConvenzione, 15 settembre, ma dalladata della promulgazione della relati-va legge, ovver 11 dicembre.

Il testo bilingue, francese e italiano,della Convenzione di settembre, siglato a

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Fontainebleau il 15 settembre 1864alle ore 15, recitava:

Art. I. L’Italia s’impegna a non attac-care l’attuale territorio delSanto Padre, e ad impedireanche con la forza, ogni attac-co proveniente dall’estero con-tro il detto territorio degli StatiPontifici.

Art. II. La Francia ritirerà le sue trup-pe gradatamente ed a misurache l’armata del Santo Padresarà organizzata. In tutti i casiil ritiro di dette truppe deveesser completato entro dueanni.

Art. III. Il Governo italiano rinunzia aogni reclamo contro l’organiz -zazione di un’armata papale,composta anche di volontaricattolici stranieri, atta a mante-nere l’autorità del Santo Padree la tranquillità tanto all’inter-no quanto sulla frontiera deisuoi Stati; purché questa forzanon possa degenerare inmezzo di attacco contro ilgoverno italiano.

Art. IV.L’Italia si d˙ichiara pronta adentrare in trattative per pren-dere a suo carico una parteproporzionata del debito degliantichi Stati della Chiesa.

Art. V. La presente Convenzione saràratificata e le ratifiche saran-

no scambiate nel termine di15 giorni, e più presto se saràpossibile. In fede e testimo-nianza di che i Plenipotenziaririspettivi hanno firmato la pre-sente Convenzione, e l’hannorivestita del sigillo delle loroarmi”.

L’accordo relativo al trasporto dellacapitale, sanciva:

“La Convenzione firmata in data diquesto giorno tra le loro Maestà il Red’Italia e l’Imperatore dei Francesinon avrà valore esecutorio, se nonquando S. Maestà il Re d’Italia avràdecretato la traslazione della capitaledel Regno nel luogo che sarà ulterior-mente determinato da detta SuaMaestà. Questa traslazione dovràessere fatta nel termine di sei mesi adatare da detta Convenzione. Il pre-sente Protocollo avrà la stessa forza evalore che la Convenzione su menzio-nata. Sarà ratificato, e le ratificazionisaranno scambiate nello stesso tempoche quelle di detta Convenzione”. Il16 settembre il quotidiano torinese“L’Opinione” pubblicò, per primo, lanotizia della firma del trattato aFontainebleau ma non fece alcuncenno a un Protocollo aggiuntivo. Il18 settembre, fu “La Gazzetta delPopolo” di Torino a pubblicare alcuneindiscrezioni sull’approvazione dellaclausola segreta riguardante lo spo-

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stamento della capitale, del quale siebbe ufficialmente notizia soltanto il21-22 settembre.

Come è noto, forte fu la reazionepopolare nella città decapitalizzata.La rivolta, anche e soprattutto a causadella maldestra direzione delle forzedell’ordine, degenerò provocandoscontri nelle piazze Castello e SanCarlo, ove si contarono morti e feriti.Alla base delle sommosse la delusioneper i sacrifici personali ed economicisopportati dai piemontesi durante le

due guerre di indipendenza e ilpesante debito di guerra sostenutodallo Stato sabaudo. Nella penisola,cessate le non unanimi manifestazionidi solidarietà nei confronti di Torino, siaccentuò con forza quell’antipiemon-tesismo che, germinato dopo la pro-clamazione del nuovo Regno negli exStati annessi, persistette a lungo pro-vocando da Nord a Sud ferite mai deltutto sanate.

Maria Serena Sgambati

CHIUSURA CHIUSURA NATALIZIA NATALIZIA

Si informa che la Segreteria resterà chiusa

dal 22 Dicembre 2018al 7 Gennaio 2019

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Spec ia l i t à do lc ia r i e

Quello tra cibo e arte è un connu-bio che risale alla notte dei

tempi. Il cibo, infatti, in quanto ele-mento fondamentale della vita del-l’uomo, è da sempre rappresentatonell’arte. Dai più antichi mosaiciromani alle tavole medievali, daglisfarzosi banchetti rinascimentali alconsumismo estremo espresso dal-l’arte contemporanea, il cibo haassunto simbologie e interpretazionidifferenti.

Se primaera solo une l e m e n t oaccessorio,nel corso deisecoli il ciboè innegabil-mente diven-tato semprepiù protago-nista, fino adarrivare ai

giorni nostri, in cui non par-liamo più di cibo nell’artema di cibo come arte.

Fu proprio Lévi-Straussche scrisse: “Non meno cheuna qualsivoglia esperienzaestetica o opera d’arte, unpasto può rientrare nellecoordinate di un gusto classi-co, o barocco, o semplice-rurale, o sofisticato-deca-dente, e così via”.

I Dolci nell’arte (I)

“La dolcezza portata al grado estremo come succede nei miei dipinti, diven-ta stucchevole, addirittura ripugnante, ed è lì che mi interessa arrivare”

(Will Cotton)

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Molti sanno già che questo 2018 èstato definito l’“anno del CiboItaliano”: il Ministero dei beni culturalie i musei italiani hanno invitato tutti icittadini a raccogliere foto di cibo rap-presentato in quadri, affreschi, sculturesotto l’hashtag #annodelciboitaliano.

Rinascimento e BaroccoNel secolo XVII° le “nature morte”erano molto richieste dai committenti,perlopiù ricchi signori che intendevanocosì rimarcare la propria agiatezza,esaltando in questo modo anche ilvalore delle merci in un’epoca in cuil’economia commerciale in nordEuropa era fiorente.

Ma in un pasto che si rispetti nonpuò mancare il dolce. Ne è prova ildipinto “Paggio con piatto di dolci delMaestro dei dolciumi” che mostra un

giovinetto, servitore di una corte blaso-nata, sfoggiare le dolci leccornie com-poste da frutta candita, glassata ebiscotti preparate per il suo signore.Altro quadro in cui il dolce è protago-nista è “Fiori e dolciumi in un piattod’argento” di Giuseppe Recco.

Un altro magnifico quadro in cui so nopresenti dolciumi è quello di Tintoretto:nelle raffigurazioni del l’“Ultima Cena”,infatti, solitamente non sono presen-ti dolci, in questo caso Tintoretto

pone al centro dell’opera una torta,aspetto insolito, simbolo che riman-da con tutta probabilità all’ideadella dolcezza del corpo di Cristofattosi eucarestia. Simbologie curio-se ed importanti insomma, che testi-moniano un rapporto unico e parti-colarissimo.

Mary CoccioloGiuseppe Recco, Paggio con piatto di dolci delMaestro dei dolciumi, olio su tela.

Tintoretto, Ultima cena, olio su tela.

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Cur ios i tà

Le malattie non risparmiano nessuno,nemmeno le persone potenti e famo-

se, nel presente come nel passato e talvol-ta hanno influenzato negativamente leloro azioni con ripercussioni sul corso stes-so della storia.

Un medico patologo clinico, LucianoSterpellone, scrittore e storico della medi-cina, ha svolto ricerche sulle malattie chehanno colpito i grandi personaggi dellastoria, uomini e donne, personaggi consi-derati di solito esenti dalle prosaiche fra-gilità dei comuni mortali e che invece nellaindagine di questo medico riacquistanouna dimensione umana con gli stessi timo-ri, le stesse debolezze e talvolta con lostesso coraggio di fronte al male comepuò mostrare ognuno di noi.

Le ricerche sono state condotte siamediante studi sulle biografie dei perso-naggi presi in esame, sia avvalendosi ditecniche di microscopia biochìmica,radiologia, stratigrafia, genetica etc. suiresti di personaggi famosi.

Il risultato di tali ricerche è stato con-densato nel libro ‘’Famosi e malati” dalcontenuto insolito che tra l’altro descriveanche le terapie talvolta bizzarre, talvoltapiù dannose che utili, che venivano prati-cate nel passato per curare i malanni dire, principi e condottieri e che talora

hanno condizionato il destino non solo dichi le subiva, ma di coloro che da tali per-sonaggi dipendevano.

Potrà pertanto risultare interessanteriportare alcuni esempi delle patologìe dicui soffrirono alcuni protagonisti dellagrande storia passata e recente.Alessandro Magno. Morì che aveva solo33 anni. Dopo i 30 anni le sue condizionifisiche divennero precarie a causa dì alcuneferite riportate in battaglia, delle frequenti eabbondanti libagioni e della intossicazioneprovocata dal giusquiamo, un alcaloide chesi ottiene da una pianta venefica che egliassumeva spesso come antinevralgico.Dalla descrizione dei suoi ultimi mesi di vitasi ritiene che egli abbia sofferto di febbrimalariche e che queste siano risultate mor-tali date le sue scadenti condizioni fisiche.Caravaggio. Soffriva di “psicopatiaesplosiva” ossia di instabilità nei rapportiinterpersonali con incapacità di dare ericevere affetto, crisi d’ira anche per futilimotivi, su un fondo caratteriale sadoma-sochista riscontrabile anche nei particola-ri di alcune sue opere famose quali,Davide con la testa di Golia, Decapita zio -ne di Oloferne. Morì di febbri malariche.Giacomo Casanova. Passato alla storiacome seduttore irresistibile e amatore ine-sauribile, non avrebbe mai pensato che

Anche i Grandi si ammalano

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L a nos t ra s to r ia

una delle cause che contribuì al suo decli-no fosse proprio la ghiandola deputataall’attività sessuale, la prostata; soffrì diipertrofia prostatica e di uretrite cronicaconseguente a una blenorragia. Morì,forse, per un tumore alla vescica.Giulio Cesare. Soffriva di colite ulcerosadocumentata da alcuni suoi biografi chedi lui scrissero che eraincapace di dominareil ventre, ossia pativadi diarrea, un disturbomolto poco confacenteper un condottiero delsuo rango. Inoltre, sof-friva di epilessia e que-sto è noto in quantoegli ebbe almeno treattacchi epilettici inpubblico.La Gioconda. Un me -dico giapponese hasvolto uno studio parti-colare su quel visodipinto da Leonardo da Vinci, viso che sìoffre all’ammirazione per quel suo sorrisoenigmatico e conturbante; ebbene secon-do lo studioso nipponico la Giocondaavrebbe avuto il colesterolo alto e la pres-sione arteriosa elevata e ha prospettatol’ipotesi che ella sìa morta per infarto.Napoleone. Ai tempi della battaglia diWaterloo aveva 46 anni, era grassocciocol ventre sporgente. Soffriva di sindro-me adiposo genitale, non solo ma di

emorroidi. Pare che questo inconvenien-te sia stato determinante per l’esito infau-sto di quella battaglia. Nella prima fasedella battaglia stava vincendo, nel pome-riggio fu costretto a ritirarsi sotto la tendain preda a un doloroso attacco di emor-roidi. I medici gli applicarono sulla parteturgida e infiammata impacchi di acetato

di piombo e loimbottirono di lau da -no per lenire il doloreche però pro dusseuna sorta di ottundi -mento men ta le chegli impedì di farfronte all’evolversi delcom battimento e su -bì quasi passi va -mente il risultato del -la sconfitta.

Eleonora Duse.Attrice di inimitabilicapacità interpreta-tive. Ebbe numerosi

amanti nella vita tra i quali D’Annunzio.Di lei risaltava soprattutto la doppia per-sonalità: radiosa o malinconica, vivacis-sima o statuaria, che rivelava un tempe-ramento nevrotico con momenti didepressione e crisi di panico alternati adaltri di sfrenata euforia. Era affetta datubercolosi polmonare. Soffrì pure difebbri malariche che furono anche lacausa della sua morte.

Luigi La Spina

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T rad iz ion i

Qualche tempo fa ho dato unosguardo retrospettivo alla mia

vita, o meglio alla mia giovinezza.Ho pensato a chi frequentava le stra-de delle borgate e delle periferie cit-tadine: carretti trainati da cavalli ocoppie di mucche, qualche rara auto-mobile, poche biciclette, gente affac-cendata nello sbrigare le incombenzedella quotidianità. E come d’incanto

si sono affacciate alla mia mente figu-re e suoni che animavano quei picco-li mondi.

Le contrade del Piemonte eranoattraversate da tante voci, varie e ini-mitabili, che per gli anziani di oggisono un soffio di vita, un ricordo che siperde nel tempo. Proviamo dunque afare memoria del microcosmo animatodai personaggi più caratteristici chepassavano nelle vie e nelle piazze, eanche nei cortili, in bicicletta o a piedi,per offrire i loro servizi, o vendere leloro mercanzie.

“Matarassé-é-é” era il grido con cui siinvitano coloro che avevano la lana deimaterassi da cardare. In parallelo c’erachi comprava la piuma fornita dalle molteoche che soprattutto nei paesi ogni fami-glia allevava. “Strassé-é-é” era il richia-mo di chi raccoglieva gli stracci, mentre“Magnin e stagniné” era l’invito alle mas-saie a rimettere in ordine la “batteria”della cucina; “Molita-a-a!” era il richia-mo a chi aveva coltelli e forbici da affila-re. Anche chi aggiustava gli ombrelli sifaceva sentire con uno strillo modulato,ripetendo più volte: “Ombrellaio-o-o”.

C’era poi lo spazzacamino che si offri-va di pulire i camini dalla fuliggine al

Voci di strada d’antan

Lo stagnino

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L a nos t ra s to r ia

grido di “Spazzacamino-o-o”, mentre iferri vecchi non più usati venivano raccol-ti dal “Feramiù”. C’era pure chi ritiravapelli di coniglio e di talpa (tripon) al gridodi “pel de cunij e tripon”.

Chi vendeva chincaglieria si facevasentire con il richiamo “Boton da camisa”:ricordo che un venditore, certo “Pitireti eButirina”, aveva come motto sulle propriecassette: “Alle curve ci pensa Dio, alledonne ci penso io”. Chi raccoglieva uovadi gallina, capponi e galletti gridava:“Polajé-è-è”. E l’uomo che vendeva glizoccoli si annunciava con: “Soch-i-i”.

Due figure sono poi impresse nellamemoria di molti: quella del venditoredi parallelepipedi di ghiaccio, cheoffriva alle massaie “Giassa-a-a!” perconservare i cibi in luogo del frigorife-ro di invenzione più tarda, e quelladel gelataio con camice e berrettobianco, che arrivava in triciclo suo-

nando la campanella o latrombetta e chiamava araccolta specialmente i fan-ciulli, con un invitante:“Gelati pezzi duri!”.

Queste voci da più dimezzo secolo si sono per-dute. Di tanto in tanto sisente ancora gridare, coninflessioni dialettali diverse,“Ombrellaio, arrotino, ag -giu sto cucine a gas”: maanche questo richiamo frabreve scomparirà, soppraffatto

dai rumori della nuova “civiltà”, dallamusica ad alto volume, dal frastuono deimotori e, forse, dal ronzio dei droni.

Eusilio Mattea

Lo spazzacamino

L’arrotino

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L a nos t ra sa l u t e

La diverticolosi è una condizio-ne medica caratterizzata dalla

presenza di estroflessioni dellamucosa e della sottomucosa, defini-te appunto diverticoli, lungo la pare-te degli organi cavi dell'apparatodigerente. Generalmente si formanoin zone di relativa debolezza dellostrato muscolare del colon (soprat-tutto sigma e retto a causa dellemaggiori pressioni) o dell'esofago.Sono rari casi che si presentanoprima dei 40 anni, età dopo laquale v'è un incremento dell'epide-miologia. La diverticolosi si presentaasintomatica, se diventa sintomati-ca, come ad esempio nel caso delladiverticolite, si parla allora di pato-logia diverticolare.

Consìgli igienico alimentari:

•Evitare la vita sedentaria, fare atti-vità fisica.

•Consumare pasti regolari, non saltar-li per nessun motivo, masticare bene.

•Fare una prima colazione «abbon-dante».

•Bere molto, almeno 1,5-2 litri diliquidi al giorno, anche fuori pasto.

•Aumentare il consumo di pane,pasta, farina integrale e di altriprodotti integrali, quale riso.

•Assumere almeno 25-30 g di fibrealimentari ogni giorno (e nonsuperare i 50 g): graduarnel’apporto.

•Scegliere le fibre sia naturali checommerciali meglio tollerate, man-giare la frutta non sbucciata (ma...lavata!).

•Andare in bagno liberi (non pen-sare al tempo necessario o agliimpegni successivi).

•Non interrompere la dieta in casodi meteorismo o di altri disturbilegati alla flatulenza {si risolvonoin pochi giorni).

•Ricordare sempre che ci sono volu-ti anni per imparare a mangiare inmodo scorretto: si può conseguen-temente dedicare il tempo necessa-rio al cambiamento (anche fino atre mesi!).

Alimentazione base(da cui predisporre il menu giornaliero):

I colazione: cappuccino dolcificato conzucchero o miele

Diverticolosi

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L a nos t ra s to r ia

fette biscottate con mar-mellata

Spuntino: frutta di stagionePranzo: pasta di semola condita

con sugopiatto di carne o di pesceverdure miste condite consale, olio, acetofrutta di stagionepane

Merenda: yogurtCena: minestrone di verdure o legumi

piatto di carne o pesce o uovaverdure cotte condite conolio d’oliva e limonefrutta di stagionepane

Rispetto a questo schema nella diverticolosiè bene:

•Aumentare il più possibile la quan-tità totale di fibre alimentari naturali.

•Preferire i tipi di frutta e di verduraparticolarmente ricchi di fibre: agru-mi, fichi d’india, frutti di bosco, kiwi,melagrane, mele, nespole, pere,

prugne, agretti, asparagi, broccoli,carote, carciofi, cavoli, legumi,melanzane, radicchio rosso.

• Incrementare il consumo quotidianodi bevande, di liquidi in genere.

Esempio:I colazione: cappuccino dolcificato e

fette biscottate integralicon marmellata

Spuntino: yogurt bianco e un agrumePranzo: penne agli zucchini

rollè di tacchino con ra -dic chio trevisano e acetobalsamicomousse con frutti di boscopane integrale

Merenda: trutta frescaCena: insalata di riso con em -

mental e prosciutto a dadiniprugnepane integrale

Rappresentazione grafica di una diverticolosi.

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V iagg io f ra l e r i sa ie

Tempo addietro, ho ricevuto la gra-dita visita in Associazione del

socio Elio Vittonetto, valente pittore tori-nese, il quale prendendo spunto dallaconfezione di riso Carnaroli della dittaFerraris di Bianzè, ricevuta in omaggiounitamente al tradizionale panettone inoccasione del rinnovo della quota asso-ciativa, ha proposto di inserire nellaprogrammazione dell’Associazioneuna passeggiata in risaia.

Il suggerimento traeva origine dallasua partecipazione, in veste di pittore,alla edizione 1996 di “TERRE D’ACQUAbiennale internazionale d’Arte, Cultura eTradizione” iniziativa sorta con l’intentodi porre in luce il territorio vercellese contutte le sue ricchezze.

Le risaie, terre d’acqua per antono-masia, prima conosciute superficial-mente sono diventate via via più fami-liari svelando profondi valori espressivie originando forti emozioni che Elio ha

colto non solo pittoricamente maanche con la scrittura quali sem-plici espressioni di riconoscenzaverso l’intrin se ca poetica di luo-ghi così vicini alla nostra città e,spesso, immeritatamente trascu-rati e scarsamente frequentati.

Terre d’acqua poco frequentate

I giganti: 2 torri di raffreddamentodella centrale Enel di Lei e la cascinaTorrone in località Colombara

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L a nos t ra s to r ia

Risaia

Vicina sconosciutacome donna bella

e riservata.Cela la terra

con velosottile e lucente.Luogo di pace.

Dove si domina,ma non si sovrasta.

Mosaico di specchi liquidiriflesso di umori cangianti,

del cielo.

Frutto di un ritoche l’uomo officiada tempi remoti,quasi l’avacro

di terra stanca, per riconquistarlaa sempre nuova bellezza.Illusione di terre esotiche

e lontane. Landa al confine

del reale.Orizzonte che si confonde

con l’infinito dei sogni

L’isola: cimitero abbandonato

nei pressi di Castel’Apertole.

Ad Elio Vittonetto va il nostro grazieper il prezioso suggerimento di cui laCommissione tempo libero e cultura hafatto tesoro proponendo per sabato 13aprile 2019 la gita di un giorno nelvercellese per una passeggiata inrisaia, per ammirare gli affreschidi Gaudenzio Ferrari nella chie-sa di San Cristoforo e per gusta-re la famosa “panissa”.

Il programma dettagliato è in fase dielaborazione e sarà quanto prima adisposizione in Segreteria e sul sitodell’Associazione.

Vittorio Ferrando

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T empo l ibe ro

Viaggi e Gite

Sabato 13 aprile

Passeggiata in risaia – Gli affreschi di Gaudenzio Ferrari nella Chiesa disan Cristofaro a Vercelli – pranzo con la famosa “panissa”.Tempo permettendo una breve visita di Novara.

3 - 4 maggio

Brescia – Pinacoteca Tosio Martinengo, il più antico ed amato museo della città riaperto il 17 marzodopo una chiusura di nove anni per importanti lavori di restauro. Trasferimento in serata sul lago diIseo con escursione, il giorno seguente, per ammirare alcune delle tante bellezze lacustri.

Prima quindicina di giugno

Tour del nord della Sardegna – 6 gg. In aereo, con Alghero,Castelsardo, Santa Teresa di Gallura, La Maddalena, la costaSmeralda ed altro.

Tra il 10 ed il 20 settembre

Un po' di Germania – 6 giorni in pullman con Monaco,Norimberga, la “strada romantica”, Augusta e Lindau sullago di Costanza.

Prima quindicina di ottobre

Visto il successo della tre giorni in Val Venosta di quest'anno si intende proporre un bis ovviamentecambiando valle (Val di Non?)

NOTA BENE: I programmi con le quote e le date di inizio prenotazioni saranno disponibili insegreteria e sul sito dell'Associazione almeno tre mesi prima di ogni viaggio o gita.

Gaudenzio Ferrari, Madonna degli aranci

Alghero

Lago di Costanza

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A tutti i soci un caloroso ed affettuoso augurio

da parte del Presidente,del Consiglio Direttivo

e della Redazione

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