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della Parrocchia di SALGARE DA LA VOCE ANNO IV - Numero 25 - Notiziario della parrocchia di SAN MICHELE ARCANGELO Via Roma, 15 - 31040 Salgareda (TV) - Tel. 0422/747015 25 Domenica 1 luglio - XIII del Tempo Ordinario Mc 5, 21-43 Dal Vangelo secondo Marco. In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia fi- glioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratel- lo di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che pian- geva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, caccia- ti tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bam- bina e quelli che erano con E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla fol- la dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepo- li gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impau- rita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli dis- se tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a

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della Parrocchia di SALGAREDA

LA VOCEANNO IV - Numero 25 - Notiziario della parrocchia di SAN MICHELE ARCANGELO Via Roma, 15 - 31040 Salgareda (TV) - Tel. 0422/747015

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Domenica 1 luglio - XIII del Tempo Ordinario

Mc 5, 21-43Dal Vangelo secondo Marco.

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia fi-glioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratel-lo di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che pian-geva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, caccia-ti tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bam-bina e quelli che erano con

E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla fol-la dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepo-li gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impau-rita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli dis-se tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a

lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e cam-minava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupo-re. E raccomandò loro con insisten-za che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

LITURGIA DELLE OREUfficio delle LettureDalle «Omelie» di san Gregorio di Nissa, vescovo (Om. 6, sulle beatitudini; PG 44, 1270-1271)

Dio può essere trovato nel cuore dell’uomo

Nella vita dell’uomo la salute del corpo rappresenta un bene, ma la felicità non con-siste nel conoscere la ragione della salute, bensì nel vivere in salute. Se uno dopo aver celebrato le lodi della salute, prende cibi che gli causano malattie, che cosa gli possono giovare le lodi della salute ? Allo stesso modo dobbiamo intendere il presente discorso, quando il Signore dice che la felicità non consiste nel conoscere qualche verità su Dio, ma nell’avere Dio in se stessi: «Beati, infatti, i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8). Mi pare proprio che Dio voglia mo-strarsi a faccia a faccia a colui che ha l’occhio dell’anima ben purificato, ma però secondo quanto dice Cristo: «Il regno di Dio è den-tro di voi» (Lc 17, 21). Chi ha purificato il suo cuore può contemplare l’immagine della divina natura nella bellezza della sua stessa anima.

Se dunque laverai le brutture che hanno

coperto il tuo cuore, risplenderà in te la divina bellezza. Come il fer-ro, liberato dalla ruggine splende al sole, così anche l’uomo interio-re, quando avrà rimosso da se la ruggine del male, ricupererà la so-miglianza con la forma originale e primitiva e sarà buono.

Quindi chi vede se stesso, con-templa ciò che desidera in se stes-

so. In tal modo diviene beato chi ha il cuore puro, perché mentre guarda la sua purità, scorge, attraverso questa immagine, la sua prima e principale forma. Coloro che vedo-no il sole in uno specchio, benché non fissino i loro occhi in cielo, vedono il sole non meno bene di quelli che guardano direttamente l’a-stro luminoso. Così anche voi benché le vo-stre forze non siano sufficienti per scorgere e contemplare la luce inaccessibile, se ritor-nerete alla grazia originaria troverete in voi ciò che cercate. La divinità infatti è purezza, è assenza di vizi e di passioni, è lontananza da ogni male. Se dunque queste realtà sono in te, Dio è senz’altro in te. Quando pertan-to la tua anima sarà pura da ogni sorta di vizi, libera da passioni e difetti e lontana da ogni inquinamento, allora sei felice per l’a-cutezza e la limpidezza della vista, perché ciò che sfuggirà allo sguardo di coloro che non si sono purificati, tu invece, purificato, lo scorgerai. Tolta dagli occhi spirituali l’o-scurità materiale, avrai la beata visione nel-la pura serenità del cuore. E questo sublime spettacolo in che cosa consiste?

Nella santità, nella purezza, nella sempli-cità, e in tutti i luminosi splendori della na-tura divina per mezzo dei quali si vede Dio.

Al sabato dalle 17.30 alle 18.20 don Corrado è disponibile in Chiesa per le Confessioni.

IN CHIESA IN CHIESA Sabato 30 giugno ore 8.30 Santa Messa.

Domenica 1 luglio XIII° del Tempo Ordinario

ore 8.30 Santa Messa. (Def.ti fam. Manzan)

ore 9.30 Santa Messa a Campobernardo.

ore 11.00 Santa Messa di inizio Gr.Est e Bat-tesimi di Chiara Menegon di Carlo e Maria rita ingrassia e di Gabriele Forniz di MassiMo e alessandra Piva.(Def.ta Favaro Caterina)

Lunedì 2 luglio ore 18.30 Santa Messa.

Martedì 3 luglio ore 8.30 Santa Messa a Campobernardo.

Mercoledì 4 luglio ore 8.30 Santa Messa.

ore 9.00 -10.00 Adorazione Eucaristica.

Giovedì 5 luglio ore 8.30 Santa Messa.

Venerdì 6 luglio ore 8.30 Santa Messa.

Sabato 7 luglio ore 18.30 Santa Messa. (Defunta maestra Gina Corso)

Domenica 8 luglio XIV° del Tempo Ordinario

ore 8.00 Santa Messa.

ore 9.30 Santa Messa a Campobernardo.

ore 11.00 Santa Messa. (Def.to Graziano Rorato; def.to Walter De Piccoli)

Articoli nel bollettino parrocchiale LA VOCEChi ha articoli o avvisi riguardandi la parrocchia da pubblicare in questo

bollettino parrocchiale può inviare i testi entro la giornata di mercoledì a:

[email protected]

3,2,1 … GR.EST. !!!Siamo pronti a partire con il Gr.Est. 2018!!

• Domenica1luglio,ore11.00Santa Messa con conse-gna mandato e maglietta agli animatori e volontari

• Dalunedi2luglioavenerdi27luglioIl lunedi, mercoledi e venerdi dalle 15 alle 18.30 vi aspet-tiamo bambini e ragazzi nel nostro Oratorio per una me-ravigliosa avventura insieme!!!!

• Venerdi 27 luglio, ore20.30ci sarà una grande serata finale!

BuonGr.Estatutti!!!!

PREGHIERA A SANTA MARIA GORETTI Bambina di Dio, tu che hai conosciuto prestola durezza e la fatica, il dolore e le brevi gioie della vita;tu che sei stata povera e orfana, tu che hai amato il prossimofacendoti serva umile e premurosa; tu che sei statabuona e hai amato Gesù sopra ogni altra cosa;tu che hai versato il tuo sangue per non tradire il Signore;tu che hai perdonato il tuo assassino, intercedie prega per noi, affinché diciamo sì al disegnodi Dio su di noi.Ti ringraziamo, Marietta, dell’amore per Dio e peri fratelli che hai seminato nel nostro cuore.Amen.

(Papa Giovanni Paolo II)

La settimana scorsa c’era un’aria diversa in oratorio: • musica,• sorrisi,• attività,• formazioneeemozioni,• 25orealgiornoperché noi animatori ab-

biamo soggiornato in quella che effettivamente è la no-stra seconda casa.

È ormai un appuntamen-to fisso che sancisce l’inizio vero e proprio dell’avventu-ra Gr.Est. (anche se ormai da

febbraio ci troviamo periodi-camente).

Sono stati 5 giorni che hanno fatto diventare il pic-colo e disordinato “pascolo animatori” un vero e pro-prio GREGGE CHE SEGUEUN UNICO PASTORE ed ha un unico obiettivo: rendere il mese di luglio qualcosa di speciale per tutti quei bambi-ni che “si sono fidati di noi”, all’insegna dei buoni valori e del sano divertimento!

GlianimatoridelGr.Est.

RIUNIONE DELLA FAMIGLIA ANIMATORI dal 20 al 24 giugno 2018

Pranzi e cene condivise anche con i ra-gazzi di 3a media

Attività di formazione animatori

Uscita con attività a Bibione

Abbiamo avuto ospiti i ragazzi del Grest di Conscio di Casale sul Sile (TV)

Uscita con attività a Bibione Uscita in bici e lavoro con i ragazzi della cooperativa “Il Punto” di Motta di Livenza

Messaggio per le Ordinazioni Presbiterali

Umili strumenti di Colui che accoglie tutti Sarà il legame di affetto o di amicizia con gli ordinandi, sarà che molti vi assi-stono per la prima volta, sarà che il rito si compone di alcuni gesti particolarmente espressivi, sta di fatto che nel celebrare le ordinazioni presbiterali avverto sem-pre la presenza di un’assemblea attenta e partecipe. Penso al coinvolgimento che suscitano alcuni momenti del rito, come per esempio quello della prostrazione a terra degli or-dinandi durante il canto delle litanie dei Santi, o quello dell’imposizione delle mani da parte di un grande numero di sacerdoti, o ancora quello della vestizione dei para-menti sacerdotali, o dell’unzione delle mani con il cri-sma… C’è però un momento, forse meno appariscente di altri, che potrebbe passare più inosservato: è quando il vescovo pone nelle mani dell’ordinato il calice con il vino e la patena con il pane che verranno consacrati nella stessa celebrazione eucaristica, dicendogli: «Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore». Confesso che quel gesto e quelle parole mi emozionano. «Renditi conto»: il pane e il vino che hai in mano diventeranno tra poco il suo corpo donato e il suo sangue versato, amore totale per ogni uomo; ebbene, lo diventeranno grazie al tuo ministero perché tu li metta a disposizione di tutti. San Paolo direbbe: sei un “ammi-nistratore dei misteri di Dio”. C’è da tremare. E poi quel-l’«imita» l’Eucarestia che celebri, «conforma la tua vita» al Crocifisso: il donarsi di Gesù è il tuo riferimento primo, assoluto, decisivo. Sui futuri preti il vescovo aveva usato prima formule quasi solo invocative: Signore, colma-li di doni, custodiscili, siano degni, siano fedeli… Ora si esprime con un imperativo, un comando netto. Parole dunque che non si possono “decaffeinare” riducendole ad uno sbiadito “vedi un po’ se riesci a imitare Cristo”, o ad un “sarebbe bello che la tua vita manifestasse qual-cosa della vita di Gesù”. No: imita, conforma! A pensar-ci bene, viene da dire che il neo ordinato, alla fine del rito - mi si conceda la battuta - viene messo k.o., fuori combattimento. Dovrebbe venirgli la voglia di prostrarsi nuovamente a terra, chiedendo la replica delle litanie dei

Santi, e di dire all’assemblea: per favore, non applausi, ma preci. Ma devo anche osservare che l’ultimo gesto del rito, che avviene subito dopo, è assai simpatico: il neo-ordinato riceve l’abbraccio del vescovo dei sacerdoti presenti (e molti abbracciano con grande calore). Questo abbraccio non è una specie di camera-tesca “pacca sulle spalle” per aiutare a

riprendersi dal k.o. sopra ricordato. È come se i fratelli preti - ma anche il Vescovo, il primo ad abbracciare l’or-dinato –, oltre a dare ai nuovi sacerdoti il benvenuto nel presbiterio diocesano, dicessero: l’impegno che assumi è esigente, non c’è dubbio; ma ricordati che il Signore conosce fino in fondo la tua povertà e la tua fragilità, come conosce le nostre. Ma ti ha scelto così, anche con i tuoi limiti, e ti ha scelto senza storcere il naso, pensando: “purtroppo non ho trovato di meglio”. Si fida di te. Questo gli dicono, con il loro abbraccio, i preti di cui egli diviene fratello; e glielo dicono tutti, “a cominciare dai più vec-chi” (come viene detto nel celebre episodio evangelico dell’adultera), i quali hanno maggiormente sperimentato che il Signore non licenzia affatto, irritato, i suoi servi segnati dalla fragilità. Gli dicono: coraggio, devi metter-cela tutta ad imitarlo e a disegnare la tua vita sulla sua; ma sappi che Lui è accoglienza, misericordia, pazienza, benevolenza; si fa compagno di strada, lava i piedi, fascia le ferite. Perciò quell’«imitalo e conforma la tua vita alla sua» ti chiede soprattutto di fare con tutti quello che Lui fa con te: e dunque anche tu accogli, com-prendi, tendi la mano, ascolta, accompagna, riconcilia, perdona. «Infatti - ci ricorda la Lettera agli Ebrei - non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia pren-dere parte alle nostre debolezze» (Eb 4,15). E allora facciamoglielo questo applauso ai neo-ordinati, pieno di affetto, non perché si glorino dei “poteri” loro conferiti che altri non hanno, ma perché si facciano serenamente umili strumenti della sua misericordia. E la loro umanità, plasmata ogni giorno su quella di Cristo servo, diventi sommessa allusione alla Sua santa umanità, che porta impressi i segni della passione redentrice. Coraggio, ca-rissimi Oscar e Francesco, è il Signore che vi ha scelti e Lui sa quello che fa.

† Gianfranco Agostino Gardin