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1 IN..FORMA Anno 11 - Numero 10 Ottobre 2011 Il Valico - c/o S.M.S. Rifredi Via Vittorio Emanuele 303 - 50134 FIRENZE Telefono - Fax. 055414748 e-mail: [email protected] www.ilvalico.it facebook: trekking il valico Spedizione in abbonamento postale –70% - Firenze Registrazione Tribunale di Firenze n° 5120 del 26/11/2001 - Dir. Resp. Iovi Riccardo - Stampa: grafiche nardi Firenze Consegnato al CMP Firenze il 19/06/2011 La parete nord del Pizzo d’Uccello LA GITA MANCATA

Anno 11 - Numero 10 Ottobre 2011 · Il bianco calcare di origine marina e le rocce vulcaniche che gli sono a contatto materializzano una paradisiaca scogliera tropicale sconvolta,

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IN..FORMA Anno 11 - Numero 10

Ottobre 2011

Il Valico - c/o S.M.S. Rifredi Via Vittorio Emanuele 303 - 50134 FIRENZE

Telefono - Fax. 055414748 e-mail: [email protected]

www.ilvalico.it facebook: trekking il valico

Spedizione in abbonamento postale –70% - Firenze

Registrazione Tribunale di Firenze n° 5120 del 26/11/2001 - Dir. Resp. Iovi Riccardo - Stampa: grafiche nardi Firenze Consegnato al CMP Firenze

il 19/06/2011

La parete nord del Pizzo d’Uccello LA GITA MANCATA

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Direttore Responsabile: Iovi Riccardo - Redazione: S.Brusa - A.Gherardini

La Redazione si riunisce all’inizio di ogni mese per sviluppare il Notiziario. Saranno presi in considerazione gli scritti dei Soci che perverranno alla Redazione entro la fine del mese antecedente la riunione. Tutto il materiale arrivato dopo questo termine o in eccesso rispetto all’impaginazione verrà diluito sui numeri successivi.

Per proseguire nella realizzazione del notiziario è indispensabile ricevere materiale dai Soci. Sono gradite: Foto, Frasi, Racconti, Impressioni, Domande, Proposte e quanto altro vorreste vedere pubblicato nei prossimi numeri.

“ INDOVINA DOV'E' “ Questa è l ’ immagine da identificare. Cercate di essere più svelti. Per partecipare al quiz dovrete scrivere all'indirizzo della nostra redazione: r i c ca rdo . i ov i@gma i l . com i l paricolare a cui si riferisce la foto entro la fine del mese. La risposta esatta verrà pubblicata nel prossimo giornalino insieme al

nome del Socio che avrà per primo indovinato.

Questo “INDOVINA DOVE” è rimasto irrisolto. Se il messaggio di risposta fosse andato perso, chi pensa di aver indovinato e scritto, lo faccia sapere alla redazione.

Il loggiato si trova sul Lungarno ARCHIBUSIERI. La foto riprende gli archi che sorreggono il Corridoio Vasariano, voluto da Cosimo I e costruito in soli quattro mesi da Giorgio Vasari. Il lungarno prende il nome dagli artigiani costruttori di armi da sparo (archi come le vecchie armi e buso, cioè di vuoto riferito alle canne vuote del la nuova arma da fuoco: l'archibuso.

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LA MARMOLADA (e il suo ghiacciaio)

La Marmolada è la regina delle Dolomiti, è la montagna più alta (3.343 m) e quella più ricca di storia. Sella, Dolomiti Bellunesi, Pale di San Martino, Latemar, Catinaccio, Sassolungo, Sassopiatto e altre splendide cime circondano la regina facendole onore. I numerosi turisti che dalla Val di Fassa o da Rocca Pietore raggiungono in auto il Passo Fedaia vengono rapiti dallo splendore del versante nord della Marmolada. Su di esso è adagiato un enorme lenzuolo bianco all'apparenza immobile: il Ghiacciaio Principale. E dalla presenza del Ghiacciaio sembra derivi il nome " Marmolada" ; l'etimologia latina riconduce infatti al termine "marmor", ripreso da molti toponimi alpini e locali, il quale indicherebbe luoghi e montagne molto chiare risplendenti per la neve e il ghiaccio. I geologi riconoscono nella Marmolada un rilievo interamente calcareo circondato da gruppi montuosi di costituzione dolomitica. Il bianco calcare di origine marina e le rocce vulcaniche che gli sono a contatto materializzano una paradisiaca scogliera tropicale sconvolta, 230 milioni di anni fa, da infernali eruzioni magmatiche. Trenta milioni di anni fa l'antico fondale marino emerge dal mare piegandosi, accavallandosi,; la scogliera calcarea della Marmolada si solleva e si inclina verso nord. Ora fuori dall'acqua, le tenere rocce vulcaniche e i compatti banchi calcarei hanno fronteggiato, in maniera differente, l'attacco degli agenti erosivi formando il celebre paesaggio delle Dolomiti: dolci versanti e prati verdi si contrappongono bruscamente a pareti ardite a creste e a guglie offrendo caratteri paesaggistici quanto mai spettacolari e scenari di incomparabile bellezza. Negli ultimi due milioni di anni i ghiacciai hanno fortemente modellato il paesaggio lasciando evidenti tracce della loro presenza. Il Ghiacciaio della Marmolada durante i freddi periodi glaciali si univa con altri ghiacciai formando una estesa calotta simile a quella antartica. Le diverse lingue glaciali trasfluivano da una valle all'altra attraverso gli attuali passi dolomitici, percorrevano le principali valli dell'Adige e del Piave e terminavano la loro corsa ai margini della pianura veneta. A Trento vi era uno spessore di ghiaccio di circa 1500 metri. Diecimila anni fa terminava l'ultima glaciazione e prendeva avvio l'attuale interglaciale. I ghiacciai, abbandonata la pianura e le principali vallate alpine, si sono annidati dove quota, morfologia ed esposizione ne hanno potuto permettere la sopravvivenza. Il loro ritiro non è stato lineare e costante, ma interrotto da alcuni marcati periodi freddi, come la recente Piccola Età Glaciale (1550-1850. Negli ultimi anni tante sono state le occasioni per parlare di ghiacciai: alte temperature estive, scarse precipitazioni nevose, nuovi impianti di risalita o, più spesso perchè va di moda parlare di ghiacciai che si "sciolgono" (ma il ghiaccio, a differenza dello zucchero non si scioglie! Passando dallo stato solido a quello liquido, fonde). Attualmente stiamo vivendo una situazione dominata da un continuo innalzamento delle temperature, da eventi estremi che si alternano con irregolarità e rapidità, dalla diminuzione delle precipitazioni nevose e dal consequenziale arretramento dei ghiacciai che si manifesta con una velocità mai registrata prima. Per la Marmolada a tutto ciò si deve aggiungere l'elevato impatto antropico causata dalla costruzione di impianti di risalita e dalla pratica dello sci estivo sul ghiacciaio. Difficilmente nei prossimi anni la Regina delle Dolomiti ci farà vedere il suo velo ghiacciato più grande di come invece lo vediamo oggi. Pensiamo sia utile riflettere sull'importanza dei ghiacciai e sulla necessità di intervenire favorendo una inversione di tendenza. I ghiacciai rappresentano per l'uomo una importante risorsa turistica, economica, sociale, una fonte d'acqua dolce e un potenziale energetico per la creazione di energia idroelettrica. La criosfera rappresenta inoltre un elemento importante nella regolazione del clima. di Christian Casarotto (glaciologo) da una ricerca di Aldo

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GITA AL PARCO DEL DELTA DEL PO – 2-5 GIUGNO Penso che questa sia stata una delle più belle gite fatte quest'anno. Abbiamo visitato Ravenna, Punte Alberete (una delle più belle foreste allagate del mondo e molto sugge-stiva), Comacchio, Mesola, Lido di Pomposa e Ferrara. Le nostre guide sono state tutte bravissime e con loro, durante la visite abbiamo impara-to dei nuovi termini che ci siamo fatti “tradurre” da Valentina (la guida più brava) e che, sono sicura, leggeranno con piacere tutti coloro che erano alla gita con noi: MAROTTE: particolari barche chiuse, con forature utilizzate per trasportare le anguille vive. BOLAGHE: grandi ceste di vimini che contenevano le anguille in attesa del trasporto. LAVORIERE: labirinto fatto di pali di legno e pareti di canna palustre, a forma di freccia utilizzato per pescare i pesci catadromi. CATADROMO: pesce che nasce nel mare, vive nelle acque dolci o salmastre e ritorna al mare per la riproduzione. PARADELLO: bastone biforcuto conficcato in acqua per sospingere le imbarcazioni. FIOCININO: pescatore di frodo. GUAZZAROLO: ladro di pesce talmente povero da non avere neppure la barca. VELOCIPEDE: barca lunga e stretta dei fiocinini. LEPTOCEFALO: piccolo di anguilla. VALIANTE: pescatore di valle. SPECIE ALOFILA: piante che crescono su terreni ricchi di sale. Dal greco halòs = sale, filòs = amico. GOLENA: cassa di espansione delle acque del fiume. Spazio tra l'argine e il letto del fiume. SUBSIDENZA: lento ma progressivo abbassamento del terreno, dovuto alla compatta-zione dei sedimenti. Naturalmente sono tutti termini usati soprattutto per descrivere quanto avveniva nella zona di Comacchio. Ringraziamo di nuovo le nostre guide e soprattutto Valentina che è stata così brava e si è meritata tutta la nostra ammirazione. Giuliana

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CAMMINACHETIPASSA

Domenica 22 maggio ho partecipato al Raduno Regionale Trekking UISP organizzato quest’anno dal Gruppo Trekking “CAMMINACHETIPASSA” di Sesto Fiorentino. Era più di un anno che a causa di una fascite plantare non potevo permettermi di camminare molto, ma guarda caso ho detto non sarà mica che “cammina che ti passa” e quindi ho tentato l’avventura. Il ritrovo era alle 8,00 al parcheggio di Villa Guicciardini alle porte di Sesto Fiorentino e la giornata prometteva un tempo splendido, ma molto caldo. Eravamo in tredici più la mascotte a quattro zampe “Milla” e fra tutti spiccava Alessandro in maglietta arancio e pantaloncini corti (e sotto il vestito niente). In piazza del Comune raggiungiamo il presidente Brusa che nel frattempo aveva provveduto alle iscrizioni e che ci porge il buono per il ritiro della maglietta e quello per il pranzo. Alle 9,00 si parte e siamo circa 350 partecipanti che si snodano prima per le strade del centro di Sesto, per poi raggiungere Colonnata e Querceto dove ha inizio la salita circondati da campi di ulivi e da dove si può ammirare il paesaggio della piana sottostante. Poco dopo” le Cappelle” siamo entrati nel bosco,finalmente un po di fresco, e dopo un bel pezzo di cammino, da una radura, sulla sinistra appare la Torre di Baroncoli tutta impacchettata per restauro. Ancora un tratto in salita e alle 11,00 circa arriviamo al posto di ristoro nei pressi della località Collina e Bottega di Morello. La salita è finita. Foto di gruppo e via giù nuovamente fra campi di ulivi prossimi alla fioritura con le mignole belle gonfie, per poi raggiungere Valiversi e di nuovo Colonnata dove attraversiamo il torrente Rimaggio sul “Ponte all’Amore” e poco dopo tutti a pranzo al Circolo Rinascita. Eravamo fra gli ultimi, ma l’importante è partecipare. Dopo pranzo ricca lotteria con decine di premi; la Faustina ha vinto un ombrello giallo, ma data la giornata forse preferiva un ombrellone da spiaggia. Roberto Beleffi

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02/10/2011 CAMOGLI - SANTA MARGHERITA LIGURE

Dislivello: +425 - 425 Difficoltà: D/F Tempo (h): 5,00

Partenza: 6,30 Cure - 6,45 Puccini Referenti: Brusa

Minimo 25 partecipanti Cellulari: 3393756929

Quota partecipazione: Adulti € 15,00 - Ragazzi € 8,00

Questo è uno dei tanti itinerari percorribili all'interno del Parco naturale regionale di Portofino; da Camogli, bel borgo marinaro con la sua infilata di alte case multicolori di fianco al mare, si sale alla chiesina di San Rocco, e poi si attraversa sopra San Fruttuoso, si passa sul versante nord scendendo rapidamente su Santa Margherita. DESCRIZIONE Il primo tratto del nostro giro si snoda tra Camogli e San Rocco; questi sentieri erano vie di collegamento tra i paesini, percorse quando le condizioni del mare non permettevano di utilizzare le imbarcazioni. Camogli è uno splendido borgo marinaro, con la sua infilata di case colorate. I primi segnavia del sentiero per San Rocco si incontrano scendendo lungo via Cuneo a sinistra al primo bivio, vicino alla cappella di San Bartolomeo, ora abitazione privata. Saliamo all'ombra, lungo la Costa di Castellaro ed il torrente Gentile, dopo il ponte di Co'. Intorno a noi la campagna di Camogli, e oltre i muretti le abitazioni, rimaneggiate negli anni per adeguarle alle esigenze dei proprietari, ma cercando di lasciare inalterato lo spazio per l'agricoltura. Il terreno è coltivato ad ulivi, vite, alberi da frutto, orti, prati per il foraggio dei piccoli animali da cortile. La salita è all'inizio dolce, tutta gradinata, si fa più ripida nell'ultimo tratto. Giunti a San Rocco, offritevi, se siamo in anticipo sui tempi, una delle migliori focacce della zona nella panetteria 50 metri a sinistra prima della piazzetta, e poi visitate la chiesa. Il panorama qui è superlativo; a nord, sulle colline circostanti tutte coltivate, a sud, sulla costa occidentale della Liguria fino a Genova. Tutti i sentieri sono segnalati benissimo, con paletti sui quali leggere le direzioni, e poi con segni rossi a figure geometriche, diverse per ogni percorso. A San Rocco scendere a destra guardando la chiesa sul sentiero più basso, che passa sotto alcune abitazioni, si affaccia su alcuni coltivi e case, e continua poi nel bosco, prima in piano e poi con ampi tornanti. Attenzione ai vari bivi, seguire sempre l'indicazione Sella Toca. Intorno al sentiero, maggiociondoli, ulivi, carpino nero, pino d'Aleppo e un'erica arborea dai bei fiori bianchi; la descrizione è fatta in primavera, La roccia sotto di noi precipita nel mare; molti uliveti sono ormai abbandonati; incontriamo anche qualche sorgente e una pineta rada di pini marittimi; ovunque i segni del passaggio dei cinghiali. Salendo si aprono belle

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visuali e il sentiero si inerpica zigzagando nel bosco; giunti a Sella Toca, troviamo un crocevia di sentieri, seguiamo l'itinerario che porta a Pietre Strette. Si va via quasi in piano, e si sale e si scende, mantenendosi intorno ai 450 metri di quota; il percorso offre interessanti scorci sulla Cala dell'Oro, che viene attraversata tutta in quota, e sull'insenatura di San Fruttuoso. L'insenatura di San Fruttuoso e quella della cala dell'Oro sono molto simili perché hanno la stessa storia geologica. Questo crinale è molto battuto dai venti, e la vegetazione mediterranea è stata soppiantata a causa degli incendi da rovi e felci. L'ultima parte del percorso è un bosco fresco; a Pietre Strette ci sono tavoli e panche per una sosta, e anche un bel gatto bianco che si aggira tra i turisti a chiedere il pranzo.... ha imparato che i turisti sono generosi...a volte... Anche Pietre Strette è un crocevia di sentieri: noi decidiamo di prendere quello contrassegnato da due rombi rossi, che scende a Santa Margherita; il primo tratto è uno sterrato a sinistra, che viene abbandonato quasi subito per un ripido sentiero che scende nel bosco. Il sentiero dopo un po' si trasforma in mulattiera, poi in strada sterrata appena si entra tra i coltivi, e dopo un tratto di strada asfaltata, ancora in gradini tra alti muretti di pietre che circondano casali e ville, fino ad arrivare a Santa Margherita nei pressi dell'ospedale; continuare diritto, attraversare la strada e sempre diritto proseguire verso il porto e poi la stazione dove il bus ci attende, per il rientro a Firenze non dopo aver dato uno sguardo alla cittadina.

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SETTIMANA VERDE 2011 Quest’anno la settimana verde si è svolta in quel di Pescasseroli, centro più importante del Parco Nazionale d’Abruzzo. Eravamo 34, età media abbastanza elevata, salvo la presenza di 3 ragazzotti: Natalia, Victor e Francesco. La nostra guida, competente e allenatissima, si chiamava Marco. Lui ha messo a dura prova la resistenza delle nostre coronarie, saltellando come un capriolo, “pardon” un camoscio, su per irte ripide, facendoci battere il record dei record del Valico: 500 metri di dislivello in soli 45 minuti! ,Ogni giorno c’erano metri e metri da fare in salita, in mezzo a dei boschi bellissimi, per arrivare alla meta: un giorno abbiamo visto delle montagne a strapiombo su un vallone, un altro ci sembrava di essere nel cuore delle Alpi, con una distesa di prati da fare invidia ai Sibillini, un altro, ed è stata sicuramente la gita più bella, siamo approdati nella famosa Val di Rose, conosciuta anche come l’alta camosciara. Per gran gioia della Meri abbiamo percorso 800 metri di dislivello in salita, ma poi una volta arrivati in cima, di fronte a noi si è aperto il mondo dei “cornuti”: cervi e camosci in gran profusione!!!!Da qualunque parte ci giravamo avevamo camosci che ci guardavano! E’ stata una gita bellissima, siamo arrivati in cima a un passo dove ci sembrava di essere in cima al mondo (per la fatica fatta per arrivarci) e da lì, attraverso un rapido sentierino sassoso siamo andati prima a un bivacco, e dopo nel consueto boschetto che ci proteggeva dal sole del primo meriggio….. In mezzo al bosco abbiamo avuto un incontro ravvicinato con quello che era a detta di tutti l’animale più ambito nel cuore del parco: l’orso marsicano! Peccato che il nostro “orso” era tutto nero, con una gran coda nera con la quale si spazzolava le mosche, correva a rotta di collo giù fino a un fiumiciattolo, e nitriva…. Ma che importa….. L’importante è che anche noi avevamo il nostro “cavorso”!!!! Le nostre urla di giubilo tanto hanno fatto che il cavorso è tornato nel bosco e non si è fatto più vedere! Un’altra escursione molto apprezzata è stata quella che ci ha visti impegnati nel raggiungere un rifugio poco prima del tramonto, per osservare gli animali. Muniti di binocolo ci siamo appostati in un prato poco distante dal rifugio e da lì, in religioso silenzio, abbiamo scrutato il panorama sottostante. Il risultato è stato quello di avvistare una famigliola di cinghiali, babbo, mamma, e 3 piccini striati, che hanno evocato ai più il ricordo di salsicciotti, salamini, umido e polenta… vero Nardoni e Mazzola? Comunque, aldilà della fatica fatta in tutte le escursioni, salite infinite, una volta anche un violento acquazzone, rimane il ricordo di una settimana fantastica, vissuta in armonia con tutti e con la superba natura del parco, sulle orme dell’orso marsicano, e dei tanti aspetti che la nostra guida ci ha fatto conoscere(mi sovviene il ricordo di una pianta chiamata la “carta igienica dei pastori”). Vorrei in questo articolo ricordare anche Roberta che alla prima gita ha avuto la sfortuna di rompersi l’osso del perone, e che, nonostante la disavventura vissuta, è stata veramente di grande compagnia, e infine ringraziare Fiammetta per avermi fatto scuola di “burraco”… così quando avrò appeso gli scarponi al chiodo saprò come fare a passare le giornate ai vari circoli culturali!!!! E grazie naturalmente a tutti gli altri valicanti…. Burberi Paola.

L'ACQUA in MONTAGNA

Perchè un'acqua sia potabile devono essere soddisfatti diversi requisiti: alle indispensabili caratteristiche organolettiche (incolore, insapore, inodore), deve accompagnarsi un giusto contenuto di sostanze disciolte (sali) e, soprattutto, l'assenza di composti tossici e di microrganismi patogeni. In particolare, la microbiologia delle acque costituisce un elemento determinante; la presenza di microrganismi patogeni può indurre uno stato di malattia ed è pertanto necessario porre la massima attenzione su quell'aspetto. In mancanza di accurate analisi che accertino l'idoneità dell'acqua a scopo potabile, è necessario mettere in atto adeguati trattamenti di potabilizzazione, anche solo a scopo precauzionale. Nelle acque sono disciolti i sali, sostanze che derivano dai processi di dissoluzione dei minerali contenuti nel suolo e nelle rocce e rappresentano i componenti naturali e principali di un acqua. La loro quantità è molto variabile; ad esempio, l'acqua marina contiene circa 35 grammi per litro di sali, mentre in quella di fusione dei ghiacciai o delle nevi, sono presenti

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soltanto pochi milligrammi per litro. Il contenuto dei sali disciolti permette pertanto di classificare le acque in dolci e salate; quelle dolci possono possedere naturalmente i requisiti di potabilità o essere rese facilmente potabili, mentre le acque salate non sono mai potabili e i relativi trattamenti di dissalazione sono costosi, complessi e necessitano di tecnologie avanzate. Fra le risorse che le montagne mettono a disposizione per l'uomo, l'acqua costituisce la sostanza cui si fa riferimento raramente per l'impiego a scopo potabile, considerando del tutto naturale la sua disponibilità. In montagna l'acqua è spesso l'elemento "minore", di interesse. Solo quando la via di salita si è fatta troppo lunga e l'acqua per bere è terminata o quando i giorni trascorsi in ambienti molto freddi, l'hanno gelata, la forma liquida dell'acqua assume un elevato valore. Generalmente in aree montane l'acqua è spesso disponibile, ma il solo fatto che le acque di montagna siano spesso limpide, fresche e invitanti non garantisce la loro salubrità. Per fenomeni di contaminazione, talvolta legati all'azione ed alla presenza dell'uomo, ma anche per cause naturali presenti in aree apparentemente incontaminate, l'impiego dell'acqua in montagna a scopo potabile può rappresentare un rischio, più o meno elevato, ed è necessario pertanto adottare delle precauzioni. Il valore limite di contenuto salino per le acque potabili è 1,5 grammi per litro, ma generalmente per assunzioni per brevi periodi sono tollerate anche acque fino a 3-4 grammi per litro (a livello internazionale non è stato proposto un valore limite per il residuo fisso basato su aspetti sanitari), anche se per un acqua potabile non è al momento definito quale deve essere il valore minimo di residuo fisso, un acqua priva di sali come quella distillata non è potabile. Oltre ai componenti principali l'acqua può contenere anche sostanze in traccia che, anche in quantità molto piccole, la rendono non utilizzabile a scopo potabile. Esiste un flusso continuo di acqua attraverso il corpo umano. In montagna, in particolare in alta quota, per l'accresciuta frequenza respiratoria e per il minore contenuto di umidità dell'aria, la quantità di acqua eliminata aumenta, in gran parte con il sudore e attraverso le vie respiratorie. Queste notevoli perdite di acqua sono accompagnate da una consistente eliminazione di sali. Poichè la distribuzione dei sali nei diversi liquidi corporei deve rimanere costante, si può arrivare a gravi alterazioni dell'equilibrio idrico-salino quando le perdite di acqua vengono reintegrate con bevande povere di sali o addirittura prive. Le acque presenti in montagna hanno varie origini che condizionano in modo significativo la disponibilità ad uso potabile. Le acque di fusione presentano sempre una composizione caratterizzata dalla mancanza quasi completa di sali. L'acqua di fusione deve essere quindi modificata nella sua composizione, facendo corretto uso di integratori salini. Quando l'acqua di fusione ha interagito anche per breve tempo con le rocce presenti, in funzione della natura litologica, può arricchirsi di sali. Le acque di sorgente dovrebbero essere abbastanza sicure ai fini potabili: in genere quando queste acque sono profonde, ci sono più garanzie dal punto di vista microbiologico. le acque di sorgente subiscono una naturale depurazione attraverso gli strati del terreno e possono trovare occasionale momento di contaminazione solo nei pressi della scaturigine. Per quanto riguarda il contenuto dei sali disciolti è abbastanza difficile effettuare una trattazione sintetica delle acque di sorgente data l'estrema variabilità della loro composizione poichè la litologia del suolo e la sua struttura giocano sempre un ruolo di primo piano nella composizione delle acque. Le acque dei torrenti e dei ruscelli di montagna, anche quando scorrono a quote elevate e appaiono limpide, sono sempre acque a rischio dal punto di vista microbiologico, anche in zone apparentemente disabitate , vi possono essere presenze umane e di animali che danno luogo nel terreno a dispersioni di liquami con conseguente contaminazione microbica; pertanto, per i corsi superficiali (e talvolta anche per le sorgenti) non c'è una garanzia di totale sicurezza. In sintesi, si riscontra che in montagna non sussistono condizioni assolutamente sicure per l'utilizzo dell'acqua a scopo potabile; in tali ambienti le acque naturalmente potabili sono meno frequenti di quanto ci si può attendere. Le acque di sorgente dei sistemi alpini e appenninici, presentano generalmente buone caratteristiche chimiche e microbiologiche. Talvolta per il loro basso contenuto salino, hanno scarse capacità dissetanti. Si ricorda inoltre, che le acque di molte sorgenti appennin-montane risultano poco gradevoli al consumo anche per le basse temperature a cui si trovano. E' inoltre da prevedere l'impiego di integratori salini quando le acque da utilizzare sono manifestatamente povere di sali. da una ricerca di ALDO di FRANCESCO MANTELLI

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15 - 16/09/2011 Colle Val D’elsa - Monteriggioni - Siena

Sulla via Francigena Quelle proposte sono due tra le più belle tappe

Toscane della via Francigena. Questo trekking si svolse su due giorni con due gruppi.

Il primo gruppo. Ritrovo alla stazione delle autolinee Sita in via S.Caterina da Siena a Firenze alle 6,45 e partenza alle 7,10 per Colle val D’elsa. Arrivati a Colle Val D’elsa ,visita della cittadina. Ore 10,00 partenza per Monteriggioni in un facile e piacevole itinerario nella campagna della Val d’Elsa, attraverso piccoli borghi, ville e castelli: Scorgiano, Castel Pietraia, Badia a Isola per giungere a Monteriggioni e, varcando la Porta Romea, entrare nel vivo del MedioEvo. Arrivati a Monteriggioni sistemazione in casa per ferie in camere da 3-4-5 posti.

Cena presso la struttura Domenica 16 Ottobre

Colazione e visita della cittadina. Ore 10,00 ritrovo con il secondo gruppo e partenza per Siena. Costo 50€ Acconto 30€ da pagare entro il 30/7/2011 Il numero MASSIMO di posti è di 20. La quota comprende: Pernottamento cena, colazione e pranzo a sacco La quota non comprende: Autobus di linea di andata per Colle Val d’Elsa ( e ritorno se non viene fatto il bus la domenica.)e bus del gruppo della Domenica se viene fatto. Tempo di cammino 6ore Dislivello +280m Difficoltà E/F

Dislivello: vedi descrivi. Difficoltà: vedi descriz. Tempo (h): vedi descr.

Partenza: vedi descrizione Referenti:

Minimo Cellulari: 3311041235

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Secondo gruppo Domenica 16 ottobre 2011

Partenza 0re 7,15 Cure ore 7,30 Puccini in bus Arrivo a Monteriggioni breve visita della citta. Ore 10, ritrovo con il primo gruppo e partenza per Siena Si esce dalla Porta Romana a Monteriggioni e si continua il cammino sulla costa del Monte Maggio. Si percorrono le strade bianche della montagnola senese ver-so Cerbaia, antico borgo medievale. Durante il percorso si incontrano luoghi cari-chi di storie e di simbologie come Camminata, Ponterosso, antico ponte sul borro con basamento medievale e Uccellatoio. Usciti dal fitto bosco di lecci si intravede il castello della Chiocciola, che deve il suo nome a una scala elicoidale presente nella sua caratteristica torre cilindrica, divenuto famoso per la sua resistenza alle milizie imperiali nel 1555. Da qui si giunge a Villa, altro castello posto a difesa della città. Si attraversa poi Pian del Lago, oggi pianura prosciugata, ma in passato un lago di origine carsica. Arrivati alle Cerretaie, si riprende la strada asfaltata dove dopo qualche kilometro ci aspetta il nostro autobus. Dislivello + 330 -282 Tempo di cammino 6ore Difficoltà E/F Costo 15€ adulti e 8€ ragazzi Referente : Mazzola Roberto : 3311041235 e Ciani Stefano

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Roma: capitale del mondo. In questi quattro giorni visiteremo i monumenti più significativi della Capitale. Antichità, palazzi, piazze, strade e stradine, fontane ed altri luoghi suggestivi che hanno segnato la storia di questa città unica al mondo. Una guida turistica ci accompagnerà durante tutto il nostro soggiorno. 1° Giorno (29 ottobre – sabato) Ritrovo dei partecipanti ore 6.00 Piazza Adua, ore 6,15 Teatro Tenda. Sistemazione in

Bus e partenza per Roma. Arriveremo a Roma da Sud percorrendo il raccordo anulare per arrivare all’EUR dove

visiteremo al MUSEO DELLA CIVILTÀ ROMANA alcuni elementi fondamentali per capire lo sviluppo di ROMA DALL’ETÀ ARCAICA alla ROMA DI COSTANTINO durante il suo massimo splendore.

Sosta pranzo che sarà libera, in luogo da stabilire. Con il Bus ci spostiamo verso Piazza Venezia per l’incontro con la guida alle ore 15,00 circa. Visita dell’Area del Campidoglio – Largo di Torre Argentina – Isola Tiberina. La

visita con la guida avrà la durata di circa tre ore. Rientro in albergo con il Bus all’ora e nel luogo da stabilire. 2° Giorno (30 ottobre – domenica) Colazione e partenza alle ore 8,40 per Piazza Venezia dove incontreremo la nostra guida alle ore 9,00 circa per iniziare il nostro percorso. Dedicheremo l’intera giornata alla visita di Roma antica facendo tesoro di quello che

abbiamo visto al museo della civiltà romana. La giornata sarà articolata in due tempi da sviluppare utilizzando tre ore al mattino ed altre tre ore nel pomeriggio. Visiteremo i monumenti più significativi dell’Area dei Fori Imperiali – Il Colosseo – Foro Romano – Palatino.

Faremo la sosta pranzo libera concedendoci il tempo sufficiente per recuperare le forze e rilassarci.

Rientro in albergo con il Bus all’ora e nel luogo da stabilire. Per tutti coloro che saranno motivati serata speciale (libera) per la visita delle principali e più famose fontane romane di notte.

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3° Giorno (31 ottobre – lunedì) Colazione e partenza alle ore 8,40 per Piazza Venezia dove incontreremo la nostra guida alle ore 9,00 circa per iniziare il nostro percorso. Visita del “Quartiere del Rinascimento” (P.za Navona – Campo dei Fiori – Pantheon -

Montecitorio ecc..) da sviluppare in circa tre ore. Sosta pranzo libera e comoda per rifocillarci e riposarci. Visita dell’Area di Castel Sant’Angelo – Piazza S.Pietro – Basilica (escluso i musei

vaticani) da sviluppare in circa tre ore. Rientro in albergo con il Bus all’ora e nel luogo da stabilire. Per tutti coloro che saranno motivati serata speciale (libera) per una passeggiata notturna in piazza S.Pietro e poi a ritroso in via della Conciliazione, ponte S.Angelo e lungotevere limitrofo, ecc-ecc. 4° Giorno (1 novembre – martedì) Colazione e partenza con i bagagli alle ore 8,40 per Piazza del Popolo dove incontreremo la nostra guida alle ore 9,00 circa per iniziare il nostro percorso. Visita del Tridente (Da piazza del Popolo alla Fontana di Trevi, compreso piazza di

Spagna, Via Condotti, Ara Pacis, piazza Barberini ecc..) Vasta area che visiteremo la mattina con la nostra guida (circa tre ore), dedicandoci ai luoghi più prestigiosi, ed il pomeriggio in proprio fino alla partenza per il ritorno, dedicandoci ciascuno a visite personali per completare l’approfondimento della zona, riposo, shopping ecc..- Partenza per rientro a Firenze con il Bus alle ore 17,30 circa con ritrovo nel luogo da stabilire. N.B. – Il programma delle visite potrà subire anche notevoli modifiche in funzione delle varianti che le guide ci potranno suggerire in relazione alle situazioni logistiche del momento. Fra i nostri percorsi non mancheremo di inserire sguardi insoliti alla ricerca di angoli curiosi, itinerari per scoprire una statua, un medaglione, un chiostro, una viuzza, una fontana, una piazzetta animata dove sarà piacevole fare una sosta nel viavai tra passato e presente. QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 350,00: VIAGGIO IN BUS; TRE GIORNI ½ PENSIONE CON BEVANDE; TICKET BUS; GUIDA PER TRE GIORNI. NELLA QUOTA NON SONO INCLUSI GLI INGRESSI DISPONIBILI SOLO ALCUNI POSTI Referenti: Graziano Cianferoni tel.329.4236724 Giuliana Matassi tel.340.5626908 II ritrovo del teatro Tenda per la partenza può variare, verrà confermato all’atto del saldo.

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20/11/2011 MOLINO DEL PALLONE - PONTE ALLA VENTURINA

Dislivello: Difficoltà: Tempo (h):

Partenza: Referenti: Meli

Minimo 25 partecipanti Cellulari: 3391052076

Quota partecipazione: Adulti € 15,00 - Ragazzi € 8,00

Le notizie inerenti questa piacevole gita autunnale non sono ancora pronte a causa del ritardo nel provare il percorso. La descrizione completa sarà inserita nel prossimo giornalino. Per informazioni anticipate potete rivolgervi al referente.

Panorama di Molino del Pallone

Il Ponte alla Venturina

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LA FATICA Su ciascun itinerario proposto è indicata, con le sigle “F” (poco faticoso), “FF” (faticoso), “FFF” (molto faticoso), la fatica necessaria per percorrerlo. Questa valutazione viene assegnata da chi ha proposto l’escursione, prendendo in considerazione i dislivelli, il tempo di percorrenza ed il tipo di terreno. Ciascun partecipante dovrà considerare questa valutazione puramente approssimativa e valutare, in base al proprio allenamento, la possibilità di partecipazione.

I GRADI DI DIFFICOLTÀ Con lo scopo di semplificare la comprensione delle sigle che identificano i gradi di difficoltà indicati nelle varie escursioni, si riportano qui di seguito le scale delle difficoltà individuate dall’associazione nazionale Guide Alpine:

T = TURISTICO Itinerari che si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Sono percorsi abbastanza brevi e ben evidenti. Sono escursioni che non richiedono particolare esperienza o preparazione fisica.

E = ESCURSIONISTICO Itinerari che si svolgono su sentieri in genere segnalati, ma di maggior impegno fisico e di orientamento. Si snodano su terreno vario (boschi, pascoli, ghiaioni, ecc.). Possono esservi brevi tratti con neve, facili e non pericolosi in caso di scivolata. Sono escursioni che possono svolgersi su pendii ripidi, anche con brevi tratti esposti. Questi sono però abbastanza protetti o attrezzati e non richiedono l’uso di attrezzatura alpinistica. Questi itinerari richiedono una certa abitudine a camminare in montagna, sia come allenamento che come capacità d’orientamento. Occorre avere un equipaggiamento adeguato. Costituiscono la maggioranza dei percorsi escursionistici che si snodano in montagna.

EE = ESCURSIONISTI ESPERTI Itinerari non sempre segnalati e che richiedono una buona capacità di muoversi sui vari terreni di montagna. Possono essere sentieri o anche labili tracce che si snodano su terreno impervio o scosceso, con pendii ripidi e scivolosi, ghiaioni e brevi nevai superabili senza l’uso di attrezzatura alpinistica. Necessitano di una buona esperienza di montagna, fermezza di piede e una buona preparazione fisica. Occorre inoltre avere un equipaggiamento ed attrezzatura adeguati, oltre ad un buon senso d’orientamento.

EEA = ESCURSIONISTI ESPERTI CON ATTREZZATURA ALPINISTICA Itinerari che richiedono l’uso di attrezzatura da ferrata (cordini, imbracatura, dissipatore, casco, ecc.). Possono essere sentieri attrezzati o vere e proprie vie ferrate. Si rende necessario saper utilizzare in sicurezza l’equipaggiamento tecnico e avere una certa abitudine all’esposizione e ai terreni alpinistici.

Auguri a tutti i nostri Soci che compiono gli anni in questo mese

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CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ 2011

23 - 01

06 - 02

20 - 02

06 - 03

20 - 03

03 - 04

17 - 04

01 - 05

15 - 05

22 - 05

29 - 05

02/05 - 06

19 - 06

03/10 - 07

27/31 - 08

04 - 09

18 - 09

02 - 10

15 - 10

16 - 10

29 - 10 / 01 - 11

06 - 11

20 - 11

04 - 12

19 - 12

ESCURSIONISMO ADULTI E RAGAZZI

Isola Palmaria

Consuma - Vallombrosa

Alpi Apuane - Monte Prana

Croci di Calenzano - Carraia

Crete Senesi

Val di Magra

Alpi Apuane - Monte Altissimo

Sasso di Simone e Simoncello

Lago Nero

Raduno Trekking UISP

Monte Morello (Pulizia dei sentieri)

Delta del Po

Acqua Cheta

Settimana Verde

Da Rifugio a Rifugio

Alpi Apuane - Pizzo d’Uccello

Anello di Anciolina

Camogli - Santa Margherita Ligure

San Gimignano - Monteriggioni

Monteriggioni - Siena

Gita Turistica

Festa della Castagna

Molino del Pallone - Ponte alla Venturina

Montalcino - Sant Antimo

Pungitopo

Data Mezzo

mezzi propri bus nave treno

Le attività di un giorno programmate con Bus saranno effettuate solo al raggiungimento dei

25 partecipanti. Altre soluzioni possono essere proposte dal Capogita, come l’utilizzo dei

mezzi propri o l’aumento del costo della gita.