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Allegri Manlio Colore = potenziale di emozione Considerazioni dell'A. 1 Ogni artista usa i colori nel modo più adeguato al fine di realizzare il suo lavoro così come un musicista usa le note. La musica viene recepita attraverso l’udito, l’opera pittorica attraverso la vista, ma chi suona o chi dipinge spera sempre di riuscire a pizzicare le cosiddette corde dell’emozione. Se si vuole ancora dissertare si può fare un paragone anche con la letteratura ed in particolare con la poesia: anche questa è fatta di assonanze dissonanze accordi e musicalità. Fatte queste considerazioni mi sono chiesto: perché non dare primaria e unica importanza ai colori? Che bisogno c’è di usare anche una forma o un insieme di forme per arrivare a chissà quali particolari significati che invece di rafforzare finiscono per sminuire il risultato inducendo a pensieri devianti dallo scopo per il quale dipingo? Spero, in definitiva, usando un metodo semplice e spontaneo, di far pervenire a chi guarda i miei lavori uno stimolo che riesca ad arrivare con assoluta precedenza alle corde emotive per irradiarsi in seguito verso tutti gli altri organi del corpo, mente e cuore compresi. Se così non avviene e arriva subito al cuore o alla mente significa, a mio avviso, che può essere recepito in modo falsato o addirittura può essere non recepito. Non nego che in passato anch’io sia stato tentato da costruire racconti di significato sociale oppure situazioni puramente descrittive o altro. Da un po’ di tempo, giustamente o ingiustamente, sono giunto alla conclusione che il seguire le cosiddette correnti pittoriche può crearmi una limitazione

Allegri Manlio Colore = potenziale di emozione ... · Se si vuole ancora dissertare si può fare un paragone anche con la letteratura ed in ... Palazzo Strozzi di Firenze, ... alle

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Allegri ManlioColore = potenziale di emozioneConsiderazioni dell'A.

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Ogni artista usa i colori nel modo più adeguato al fine di realizzare il suo lavoro così come unmusicista usa le note. La musica viene recepita attraverso l’udito, l’opera pittorica attraverso lavista, ma chi suona o chi dipinge spera sempre di riuscire a pizzicare le cosiddette cordedell’emozione.Se si vuole ancora dissertare si può fare un paragone anche con la letteratura ed in particolare conla poesia: anche questa è fatta di assonanze dissonanze accordi e musicalità.Fatte queste considerazioni mi sono chiesto: perché non dare primaria e unica importanza ai colori?Che bisogno c’è di usare anche una forma o un insieme di forme per arrivare a chissà qualiparticolari significati che invece di rafforzare finiscono per sminuire il risultato inducendo apensieri devianti dallo scopo per il quale dipingo?Spero, in definitiva, usando un metodo semplice e spontaneo, di far pervenire a chi guarda i mieilavori uno stimolo che riesca ad arrivare con assoluta precedenza alle corde emotive per irradiarsiin seguito verso tutti gli altri organi del corpo, mente e cuore compresi. Se così non avviene earriva subito al cuore o alla mente significa, a mio avviso, che può essere recepito in modo falsato oaddirittura può essere non recepito.Non nego che in passato anch’io sia stato tentato da costruire racconti di significato sociale oppuresituazioni puramente descrittive o altro. Da un po’ di tempo, giustamente o ingiustamente, sonogiunto alla conclusione che il seguire le cosiddette correnti pittoriche può crearmi una limitazione

impedendomi di essere pienamente soddisfatto di ciò che realizzo, quindi ho smesso di usare iclassici materiali del pittore ( tele, pennelli e trucchi vari) ed ho iniziato un nuovo percorso con ivari materiali che, al di la della loro natura, mi danno la sensazione di possedere una certa energia.Soprattutto ho cambiato l’ approccio concettuale verso la realizzazione dell’opera: ho lavorato e stolavorando con la mente sgombra dalla ricerca della bellezza, da l’obbligo di attenermi ai cosiddetticanoni pittorici, dalla appartenenza a qualsivoglia corrente artistica, dall’ubbidire alla richiestacommerciale. Ho escluso tutto quello che impedisce in qualche modo la mia libertà di espressione ela spontaneità di ciò che realizzo.

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Da circa quindici anni uso colori puri che in parte si mescolano o si respingono se di diversacomposizione, si muovono e si assestano di loro spontanea volontà. Lo fregamento e il movimentodel colore con mezzi pressoché casuali e l’uso di supporti di varia natura (ultimamentepolicarbonato, antecedentemente lastre metalliche e prima ancora materiali lignei e carte) mi darisultati addirittura inaspettati e talvolta , a mio avviso, sorprendenti e tutto questo perché lascio cheil colore si esprima in tutta la sua potenzialità libero da forzature o dalla intromissione di altri

componenti. Naturalmente ogni persona ha una propria sensibilità maggiormente rivolta verso uncolore anziché verso un altro; io stesso sono attratto più da certi colori e meno da altri, ma tutti sebene abbinati riescono a donarmi una emozione più o meno forte, positiva o negativa, piacevole ospiacevole. Forse come alcuni asseriscono questo modo di esprimersi non dimostra la vera abilitànel dipingere, ma personalmente sono arrivato alla conclusione che la mia vera abilità sia quella diriuscire a realizzare ciò che ho sulle corde senza farmi condizionare da canoni prestabiliti, cerco,cioè, di usare il mio vero linguaggio per essere meglio compreso anche dagli altri, ma soprattutto,per rinnovare l’entusiasmo e potermi meravigliare di sempre nuovi risultati.

Alcune considerazioni

La prima che mi viene è quella che i colori lasciati muovere in libertà descrivono spontaneamenteimmagini che si possono riferire perfettamente ai vari aspetti della natura. Sembra cioè che non cisia affatto bisogno di ricopiare ad esempio un prato fiorito o un albero o un cielo durante untramonto o un mare in tempesta, ma che il movimento dei colori sia in grado perfettamente dicreare spontaneamente a livello percettivo la natura che ci circonda. Voglio azzardare ancora di più,le città le loro luci naturali e artificiali, l’uomo nei suoi movimenti nel suo brulicare nelle metropolio nel suo incedere nei piccoli borghi, le fabbriche con i loro fuochi e con i loro fumi la vita stessavengono fuori come per incanto dall’insieme di pigmenti versati o stesi sul supporto. A questo punto è perfettamente inutile parlare di pittura figurativa o astratta o informale o surrealeo via dicendo, quando si usa questo metodo o sistema o casualità controllata come amavachiamarla il mio grande amico ed estimatore Ferruccio Battolini nelle “emozioni pensate”:…l’avventura intrapresa da Allegri gli consente di rivelare una sorta di positiva, tutt’altro chepeccatrice “tresca” fra le cose in primo piano e la terra nella sua profondità e incorrotta intensità.In tempi di precarietà esistenziale e d’assurdità pseudo-inventive, allegri sceglie di continuare lasua ricerca orientata verso l’emergere di “presenze” non viste e spesso neppure previste. Il suocompito- difficile senza dubbio ma lodevole- è quello di proporci diversità formali e sostanziali,cucirle e costringerle ad un solidarismo del tutto inedito. La sua è una trasgressione positiva(checrea e non distrugge, non destruttura) nell’ambito della genesi dei “movimenti primi”della naturae nel solco dei sommovimenti, delle sovrapposizioni di materie sia congenite che artificiose(terre,juta, sabbie, filamenti)…

-Seconda considerazione: ma se il colore e la materia fanno tutto da se io cosa ci sto a fare? E quiviene fuori quel discorso tanto dibattuto sul come si valuta l’abilità di un artista infatti quand’è cheun artista è più o meno abile? Un artista è più abile grazie all’esperienza? In base alla conoscenza?Perché è nato artista? O magari perché ha avuto un grande maestro? O perché è un po’ pazzo? Situtto questo va bene anche se in parte mi viene da pensare ai romanzi sceneggiati. Io ho un’altraidea: un artista è tale quando dimostra di avere una sensibilità molto superiore alla media, deveavere la capacità di saper guardare un sasso o in un pezzo di legno o un qualsiasi altro oggettoapparentemente insignificante ed identificarlo ad un pezzo di vita, ad un’opera d’arte: questo deveessere un bagaglio indispensabile per chi si accinge a creare.

-Terza considerazione che mi viene è che forse tutto quello che ho detto non è altro che una scusaper giustificare la mia voglia di mettere a nudo tutti i miei sentimenti che non riesco ad esternarepersonalmente ma che riesco a esprimere con la massima spontaneità attraverso i miei lavori.

Il perché di un percorso

Riallacciando il discorso dall’ultima considerazione passo ad esaminare il mio ruolo nei confrontidelle opere da me eseguite e per fare questo devo necessariamente andare indietro nel tempoesattamente a partire dal 1999 tralasciando cioè l’esperienze del figurativo degli oltre 20 anniprecedenti a partire dagli anni ’70 vissuti alla corte di Voltolino Fontani e Marc Sardelli.

La partenza della graduale trasformazione dal figurativo all’informale è iniziata da una produzionedi grandi opere con il metodo del collage su supporto di cartone. In effetti il risultato ottenutosubiva ancora l’influenza dalle mie precedenti riproduzioni di panorami, città o personaggi.Da racconti d’artista del direttore dell’accademia d’arte di Firenze Giuseppe Andreani: i dipintiassumevano forma di annotazioni ed appunti, specie di “note a piè di pagina” fra gli scorci direaltà urbane e di piccoli borghi periferici, fatte di sottolineature e di chiose, di fugaci flash e dirapide messe a fuoco… era come vedere i panorami o le città da un treno ad alta velocità…Ecco, giusto il paragone del treno, è da qui che sono partito per un viaggio che si è concretizzatocome prima vera tappa presso il castello di Tittmoning in Germania dove insieme ai grandi collageho cominciato ad inserire opere con materiali più pesanti come iuta, sabbia, bitume accompagnatida zone colorate con colori puri e pigmenti vari come anilina o impregnanti per legno.

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Il risultato ottenuto con questo metodo mi ha dato l’input per proseguire tale ricerca e col tempo hoampliato la natura dei materiali arrivando a non pormi più limiti sia per i supporti sia per la stesuradei materiali sui supporti.

Dallo scritto ...di tante realtà diseguali… di Giovanna Riu:Entro nello studio di Manlio Allegri in un momento di pausa creativa, una grande opera, stesa inorizzontale, suggerisce immediatamente il rifiuto dell’illusione del quadro-finestra(rappresentazione-finzione di una qualche realtà) appeso alla parete. Si tratta di una vera e propriaplanimetria il cui spazio è scandito da sagome disegnate su sfondo colorato, alcune delle qualiaccolgono-groviglio, impasto, collage- una campionatura del repertorio materico che l’artistaesibisce nelle sue opere: carta, plastica, juta, sabbia, pietrisco, frammenti di corteccia…ciò cheresta della provvisorietà entro cui si gioca l’esistenza, archeologia e lascito di una quotidianità chesi consuma giorno per giorno…

I lavori ottenuti con tali materiali hanno ottenuto un riscontro molto positivo sia da parte delpubblico che da parte degli addetti ai lavori tanto da essere inseriti in percorsi artistici importantialcuni dei quali:

1) in Germania (Castello di Tittmoning, Casini am Landtrasam Traunstein, Stadtiche GalerieTraunstein, Klosterkirch Traunstein,

2) in Italia (la Civica Pinacoteca Amedeo Modigliani, MU.ma di Genova, Castello Scaligero diMalcesine, Museo della Gran Guardia di Verona, Collezione Quadrifoglio di Firenze, CAMEC di laSpezia, palazzo Isimbardi di Milano, Palazzo Strozzi di Firenze, palazzo Arese Borromeo Cesanomaderno Milano, Centro Cirri Pontedera, Bottini dell’Olio Livorno, Palazzo Piccolomini Pienza)

3) in Costarica (Museo d’arte contemporanea Italiana in America di San Josè),

4) in Francia (Galleria Espace Contemporein di Beaune).

5) In America collezione Kennedy

Alla fine di questo percorso voglio riportare alcune considerazioni del mio operato più recente dail process painting di Bruno Sullo:

…un lavoro sostanzialmente diverso da quello al quale un artista, anche un artista informale, èabituato; un lavoro che è più attento al procedimento, alle azioni che si svolgono nel rapporto tra imateriali e che finiscono -esse e non il risultato- per divenire l’essenza dell’opera d’arte. Sottoquesto aspetto vanno viste le scolature, le irregolarità e le increspature che il contatto tra materialieteronomi genera sulla superficie del quadro, così come gli aloni che si materializzano nellasostanza assorbente della cellulosa quando questa viene a contatto con pigmenti oleosi obituminosi…

E per gli ultimi lavori le considerazioni in colori in libertà di Letizia Biagini:

I colori fuoriescono…in assoluta libertà, si spandono, si uniscono, si confondono,tornano aspandersi e, nell’unirsi nuovamente formano altri colori…Disegni strani e fantastici mentre lampi di luce attraversano, talora amalgamano il tutto.Nel guardarli si alterna così, in noi, una ridda di sentimenti contrari ed avversi.Ora l’allegria colma il nostro animo e, poco dopo, ci sentiamo pervadere da una profonda

malinconia come se ci venisse a mancare la luce, il sole, il bello della vita.Alternanza di sentimenti, di sensazioni, tristezza…allegria, felicità…malinconia, queste lesensazioni che provocano,al guardarli, i quadri di Allegri!Ma non è forse Allegri stesso ad essere in tal modo?L’alternarsi dei suoi sentimenti appare chiaro nelle sue opere ed il pittore si fonde con l’uomo.L’uomo che talvolta appare serio ed in procinto di esplodere in una incontenibile furia diviene,poco dopo, sereno ed amabile!Allo stesso modo il pittore: talora sembra giocare con i pennelli per trasmettere al mondoun’incontenibile allegria, altre volte par accollarsi tutte le tristezze di questo mondo e descriverlesu i suoi dipinti.Allegri è, a parer mio come un giorno di tempesta colmo di nuvoloni neri che, improvvisamente emeravigliosamente, allo squarciarsi delle nubi, diviene una splendida giornata, colma di sole…

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…l’avventura intrapresa da Allegri gli consente di rivelare una sorta di positiva, tutt’altro chepeccatrice, “tresca” fra le cose in primo piano e la terra nella sua profonda e incorrotta intensità. Intempi di precarietà esistenziale e d’assurdità pseudo-inventive, Allegri sceglie di continuare la suaricerca orientata verso l’emergere di “presenze” non viste e spesso neppure previste. Il suo compito– difficile ma lodevole – è quello di proporci diversità formali e sostanziali, cucirle e costringerle adun solidarismo del tutto inedito.. La sua è una trasgressione positiva (che crea cioè e non distrugge,non destruttura) nell’ambito della genesi dei “momenti primi” della natura e nel solco deisommovimenti, delle sovrapposizioni di materie sia congenite che artificiose ( terre, Juta, sabbie,filamenti).. Ma altre riflessioni mi porta ad esporre Allegri attraverso queste sue allettanticomposizioni: mi pare ci dica che non bisogna accontentarsi delle situazioni cosiddette durevoli, deisignificati privi di errori, delle più comuni connessioni: l’arte è nel bel mezzo dei tanti dinamismidell’universo e quindi è costituzionalmente in itinere proprio grazie alle sue capacità plurime dipercezione e per i suoi indiretti quanto perentori inviti ad investigazioni impavide e instancabili…

da le emozioni pensate di Manlio Allegri di Ferruccio Battolini dal catalogo il gesto dell’emozione finito distampare nel marzo 2005 in occasione della personale alla pinacoteca Modigliani di Follonica – Grosseto

… lasciar fare alla materia che parla con l’immediatezza della casualità, non significa che l’operasia un dono del caso. L’artista ha scelto ha selezionato, ha usato alcuni oggetti come segnale ottico,ha dato, infine, una forma all’informe secondo una sua precisa intenzionalità, ha “segnato” con ilsuo stile. Questo procedimento che diventa opera ha permesso di guardare con occhi più sensibiliframmenti di realtà, anche i più vili, nella cui forma e sostanza una sorpresa di bellezza, tale ancheperché inattesa. Più che poetica dell’oggetto trovato, si tratta di una specie di ritrovamento, sistabilisce un’empatia. L’oggetto “inquadrato” viene redento dalla sua inutilità. Per Manlio Allegri sipuò parlare di un particolare panteismo che lo porta ad immergersi nella materia dove sente cheinvenzione, creatività,dinamismo interiore sono più liberi……….

da …di tante realtà diseguali…di Giovanna Riu per il catalogo personale di Manlio Allegri finito distampare in ottobre 2006

Alcune attività artistiche degli ultimi dieci anni

Da oltre 40 anni Manlio Allegri si è dedicato all’arte visiva attraversando vari percorsi di ricerca pittorica e installativa.Alla guida di importanti organizzazioni artistiche di livello nazionale non ha affatto trascurato la suaattività che ha portato avanti con numerose mostre personali e rappresentazioni di gruppo a partire dal 1979.

2015 Colori in libertà Installazioni luminose Villa Caruso Lastra a Signa Fi. A cura diGiovanna Riu. - Il nostro pane quotidiano installazioni in varie chiese di Livorno e dintornia cura del gruppo artistico lavorare camminare

2014 Materia e Colore Personale Ecomuseo dell’alabastro Castellina Pisa a cura di BrunoSullo. L’oggetto quotidiano installazioni e performances Ecomuseo Dell’alabastro CastellinaPisa a cura del gruppo artistico lavorare camminare. - Lavorare camminare… in cantinaCantine Verdi Cerreto Pisa. - Il Metaformismo al Palazzo Sinibaldi di Milano a cura diGiulia Sillato. Il Buon governo al museo Marini di Pistoia.- Il Metaformismo al CastelloScaligero Malcesine sul Garda a cura di Giulia Sillato. - Il buon governo gruppo artistico

Lavorare Camminare. -Installazioni e performances centro per l’arte Otello Cirri, PontederaPisa

2012 Il Metaformismo voci dal galata museo MU.ma di Genova a cura di Giulia Sillato. - IlMetaformismo al palazzo della Gran Guardia Verona a cura di Giulia Sillato

2011 Oltre la pittura presenza e continuità nell’arte di ricerca a cura di Bruno Sullo. -Segni e colori dalla Toscana Klosterkirch Traunstein Germania. -Arte a perdere installazionie performances nelle piazze di Livorno

2009 Oltre la forma galleria Art’Emilia Parma - Mostra Personale presso la galleriaEspace Contemporain Beaune Francia

2009 Arte al Presente Bottini dell’olio Livorno. - Immagina arte Reggio Emilia. - Milleartisti al palazzo Arese Borromeo Maderno Milano

2008 In itinere incontri e svelamenti in un luogo storico di Livorno Bottini dell’olio. - Iquindici fuoriclasse Centro per l’arte Otello Cirri Pontedera a cura di Grazia Batini. -Collezione del Quadrifoglio a cura di Elisa Gradi. - Collezione museo di ArteContemporanea Italiana in America San Josè Costarica a cura di Gregorio Rossi. - Forum eGranforum Hotel Max Livorno presentazione nuova personale permanente

2007 Personale galleria Espace Contemporain Beaune Francia. -Giocalarte I granai di VillaMimbelli Livorno

2006 Il nouveau realisme e la cultura d’arte contemporanea Palazzo Strozzi Firenze acura di Maurizio Vanni. - Foirè International Lux Espò Luxemburg

2005 Collezione Battolini Centro d’arte Moderna e Contemporanea La Spezia a cura diBruno Corà. - Art Holland Expò Den Hag Olanda

Inoltre personali alla Civica pinacoteca Modigliani di Follonica, Logge Vescovili di Volterra, Scoletta di San Zaccaria Venezia, Sala Premio Bancarella Pontremoli, Centro Salvator Allende La Spezia, Palazzo Piccolomini Pienza, Palazzo Ducale di Volterra, Palazzo Datini Prato, Galleria via Margutta Roma, Stadtische Galerie di Traunstein, Kunst Am Lindenbilchl Unterwossen Germania, Castello Tittmoning Germania

Opere in permanenza al museo d’arte contemporanea CAMEC La Spezia Collezione Battolini, galleria Espace Contemporain Beaune Francia, Forum e Gran Forum HotelMax Livorno

Nota <Colori in libertà – tecnica mista su policarbonato>1. 100 X 952. 90 X 703. 90 X 704. 90 X 70

Allegri Manlio Studio – via Pascoli 25 – Vinci (FI)tel. [email protected]