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Piccoli come bambini Per camminare insieme alla Comunità Regina Pacis LA VISITA AI POVERI DIVENTA PER NOI SCUOLA DI VITA. La gioia di vivere il Vangelo L’ INTERCESSIONE DEL S ERVO DI DIO ALESSANDRO NOTTEGAR UNO STILE DI PREGHIERA CHE CI AIUTA A VIVERE NELLA PACE GRAZIE RICEVUTE LA PREGHIERA DI LODE 40 giugno 2014 ALLA SCUOLA DEI POVERI IL FORTE INVITO DI P APA FRANCESCO

ALLA SCUOLA DEI POVERI il Vangelo LA VISITA AI POVERI ... · volte invitati alla gioia di vivere il Vangelo. La gioia è ciò che ogni persona cerca e che si trova solo nell’incontro

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Piccoli come bambiniPer camminare insieme al la Comunità Regina Pacis

LA VISITA AI POVERI DIVENTAPER NOI SCUOLA DI VITA.

La gioia di vivere il Vangelo

L’INTERCESSIONE DEL SERVO DIDIO ALESSANDRO NOTTEGAR

UNO STILE DI PREGHIERA CHECI AIUTA A VIVERE NELLA PACE

GRAZIE RICEVUTE

LA PREGHIERA DI LODE

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giug

no

2014

ALLA SCUOLA DEI POVERI

IL FORTE INVITO DI PAPA FRANCESCO

E ricorda...

PROPOSTE DICAMMINO SPIRITUALE

Evangelizzazionesu strada

OpenNight Ritiro Giovani Coppie

GruppoGiovani

Ritiri Spirituali Santa MessaAdorazione

I VARI APPUNTAMENTI

CHE LA COMUNITÀREGINA PACIS

OFFRE PER CAMMINARE

SPIRITUALMENTE

E CRESCERE NELLA

VITA CRISTIANA

Per informazioni: [email protected]

Un sabato del mese, Adorazione nella chiesa

di San Luca, in centro a Verona,

alle ore 20.30

Un incontro ogni terza domenica del mese per

sposi che hanno sete di approfondire la

vita cristiana

Vivere insieme il sabatopomeriggio per condividerela propria esperienza con

altre giovani coppie e crescere nella fede

Una serata di Evangelizzazione

per giovani tra i 18 e i 30anni, che desiderano

incontrare Dio

Un cammino settimanaleper giovani che desiderano

crescere nella fede con la Spiritualità della Comunità Regina Pacis.

Ogni domenica alle ore 17.00la Santa Messa aperta a tutti.

Durante la settimana Adorazione Eucaristica

dalle 15 alle 18

Comunità Regina Pacis

L’Editorialedi Luisa Scipionato

Carissimi amici,

Att

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La gioia di servirei poveri

in questo numero della nostra piccola rivista abbiamodeciso di parlarvi della gioia! Ci sono tanti problemi nel mondo di oggi, come inquello di ogni tempo del resto, e noi lo sperimentiamonel nostro servizio quotidiano verso chi è nel bisogno.Ma c’è una realtà, che oggi rischia di essere smarritae che dona sapore alla vita: il fatto che Cristo è risortoe ha vinto il male e la morte. Questo è ciò che cambiail modo di vivere e che riporta la speranza nelle nostregiornate. «Ogni incontro con Gesù ci riempie di gioia»ci ha detto papa Francesco all’Angelus del 23 marzo2014, e in questo primo anno di pontificato ci ha piùvolte invitati alla gioia di vivere il Vangelo.La gioia è ciò che ogni persona cerca e che si trovasolo nell’incontro con Gesù Cristo. Questo incontrodona alla nostra vita quella novità che è il sapersiamati da Dio sempre, in modo incondizionato estabile. La gioia del Vangelo sgorga da un cuore cheloda Dio per la sua fedeltà e la sua misericordia e chenon cede alla tentazione della lamentela e di vederesempre tutto nero attorno a sé.La vita di Gesù ci insegna che la vera gioia nasce daldono di sé agli altri, dalla capacità di mettere gli altriprima di noi stessi. Così, in questo numero, abbiamodedicato lo “speciale” alla testimonianza di due sposiveronesi che hanno deciso di adottare un bambinodisabile, rimasto senza genitori. La loro esperienza,così come loro stessi affermano, è quella di una gioia

impensata, nata proprio dal loro sì ad aprirsiall’accoglienza di questo bellissimo bimbo.La nostra Comunità ogni giorno si sforza di servireCristo nei più poveri, nelle missioni all’estero, comeanche qui in Italia, secondo modalità differenti. Ma inogni caso siamo sempre chiamati a ripetere le paroleche Alessandro mi diceva quando, con la nostrafamiglia, eravamo in missione in Brasile: «Sono unuomo fortunato, perché il Signore ha chiamato propriome. Con tanti medici più bravi e più preparati di me ilSignore ha scelto proprio me!». Sì, viviamo il privilegiodi poter servire i poveri, di dare loro il nostro amore,il nostro tempo e le necessità materiali, sapendo chein loro serviamo Cristo stesso. Che gioia poter viverecosì, per poi scoprire quanto sia vero quello cheAlessandro mi diceva sempre: «Quanto dobbiamoimparare dai poveri, dai piccoli, dai semplici. Mettiamocialla scuola di questi fratelli!».Cari amici, che ci aiutate con la vostra preghiera e ilvostro coraggioso contributo economico, voglio,insieme a tutta la Comunità Regina Pacis, ringraziarvidi cuore per quello che fate. Quanto sia importante ilvostro aiuto, lo potete capire leggendo l’articolo apagina 20. Vi assicuro la nostra preghiera, perchéanche voi possiate sperimentare sempre più la gioiache nasce quando si dona, chiedendo a Dio che viricompensi con il centuplo fin da ora, secondo levostre necessità.

mISSIonIFortaleza: Accumuliamo tesori in cieloLa generosità dei poveri che vivono dietro il nostro terrenodi sr Barbara

Feira: visita solidaleUn’iniziativa per andare incontro alle necessità materiali dei più bisognosidi sr Kassia

Medjugorje:Alla scuola dei poveriLa visita ai poveri come scuola di vita di sr Francesca Sguazzardo

L’AngoLo dEI bAmbInIringraziamenti “vivissimi”La storia di Alessandro Nottegar a fumettidisegni di Luis Garcia

notIzIELe notizie più importanti in breve

Sotto la protezione di AlessandroI bimbi affidati al Servo di Dio

AttIvItàProposte di cammino spiritualeLe attività della Comunità aperte a tutti

SPIrItuALItàLa gioia del vangeloLa direzione impressa da Papa Francesco alla Chiesadi p. Marco Rinaldi

La lode è uno stile di vitaUn brano della nostra spiritualità per imparare a vivere con fiducia in Diodi Luisa Scipionato

StorIA dELLA ComunItàIl matrimonio - I^ ParteIl racconto della nostra storia a puntatedal libro “Piccoli come bambini”

SPECIALELa gioia più grandeLa testimonianza di una famiglia che hascelto di accogliere un bambino eccezionaledi Francesca Ceradini

mISSIonIQuixadà: un aiuto che vale una vitaL’importanza delle “adozioni a distanza”di Anna Rita Rancan

TESTIMONIANZEGrazie ricevute

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Som

mar

io

Il racconto a puntate pag. 13 La scelta più bella pag. 18 notizie dalle missioni pag. 20

In questo numero

Piccoli come bambiniPer camminare insieme

alla Comunità Regina Pacis

In copertIna

Rita Zanolli, sposa di MarioGranuzzo, dal 1990 missionariadella Comunità Regina Pacis aQuixadà, in Brasile.

Seg

uici!

Contattiwww.reginapacis.vr.it

www.facebook.com/ComReginaPacis

www.twitter.com/CrpVerona

Per ricevere informazioni scrivi a:

[email protected]

Se vuoi condividere le tue intenzionied affidarle alle nostre preghiere,che noi presenteremo al Signorenella S. Messa quotidiana e nell’Adorazione Eucaristica, scrivi a:

[email protected]

SOS preghiera

Questa rivista viene inviata a quanti ciseguono con affetto e ci aiutano in varimodi. Non prevede quota di abbonamento.Uniamo tuttavia il bollettino di ccp pereventuali offerte per le spese di stampa ea sostegno delle nostre opere caritative.L’edizione di questa rivista è interamenterealizzata da volontari della ComunitàRegina Pacis.

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18RADIOLUCEL’evangelizzazioneattraverso lamusica e il canto

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Tre testimonian ze di graziericevute per l’intercessionedel servo di Dio AlessandroNottegar

La voce del Santo Padre pag. 6

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Piccoli come bambini novembre 2013Registrato presso il Tribunale di Verona n. 1717 del 31/07/2006Direttore responsabile: Paolo AnnechiniRedazione: Fondazione Regina Pacis - via Bonuzzo S. Anna 11 - 37128 Veronatel 045/551292 - fax 045/5112404 - [email protected]

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La gioiadel Vangelo

di p. Marco Rinaldi

La voce del Santo Padre

Il forte invito di papaFrancesco, espressonell’esortazione Apostolica“Evangelii Gaudium” e inmolte altre occasioni inquesto primo anno dipontificato, ci spinge aportare a tutti la gioia divivere con e per Cristo.

SoLo LA gIoIA AttIrA!Solo la nostra gioia attrae econvince che qualcosa di veramentenuovo è accaduto nella nostra vita.In varie occasioni Papa Francesco haavuto modo di parlare di questotema, mettendone in luce lafondamentale importanza per ilcammino della Chiesa. Nell’omeliadella Domenica delle Palme del 24marzo 2013 ha affermato: «Nonsiate mai uomini, donne tristi: uncristiano non può mai esserlo! Nonlasciatevi prendere mai dalloscoraggiamento! La nostra non èuna gioia che nasce dal possederetante cose, ma dall’aver incontrato

una Persona: Gesù, dal sapere checon Lui non siamo mai soli, anchenei momenti difficili, anche quandoil cammino della vita si scontra conproblemi e ostacoli che sembranoinsormontabili, e ce ne sono tanti!Noi accompagniamo, seguiamoGesù, ma soprattutto sappiamo cheLui ci accompagna e ci carica sullesue spalle: qui sta la nostra gioia, lasperanza che dobbiamo portare inquesto nostro mondo. Portiamo atutti la gioia della fede!».

LA CErtEzzA ChE dIo è Con noI

Gioia che, ha precisato il Papa il 10Maggio 2013, non è da confondere

Papa Francesco, in questoprimo anno di pontificato, hadato alla Chiesa un forte

impulso a camminare nella direzionedella Nuova Evangelizzazione,partendo anzitutto dalla bellezza edalla gioia di avere incontrato Cristoe di vivere il Vangelo. Infatti, l’inizio dell’Esortazione Apostolica“Evangelii Gaudium” mostra lasintesi del suo pensiero: «La gioiadel Vangelo riempie il cuore e la vitaintera di coloro che si incontranocon Gesù». «Desidero indirizzarmiai fedeli cristiani – scrive il Papa -per invitarli a una nuova tappaevangelizzatrice marcata da questagioia e indicare vie per il camminodella Chiesa nei prossimi anni».«Il grande rischio del mondoattuale, - afferma il Papa- con la suamolteplice e opprimente offerta diconsumo, è una tristezzaindividualista che scaturisce dalcuore comodo e avaro, dalla ricercamalata di piaceri superficiali, dallacoscienza isolata». Anche molti credenti cadono inquesto rischio, «e si trasformano inpersone risentite, scontente, senzavita». Ecco la principale conversioneda mettere in atto: vivere nellagioia!

«La gioia del Vangelo riempieil cuore e la vita intera dicoloro che si incontrano conGesù. Con Gesù Cristo semprenasce e rinasce la gioia. Ilgrande rischio del mondoattuale, con la sua moltepliceed opprimente offerta diconsumo, è una tristezzaindividualista che scaturiscedal cuore comodo e avaro,dalla ricerca malata di piacerisuperficiali, dalla coscienzaisolata. Questa non è la sceltadi una vita degna e piena,questo non è il desiderio diDio per noi, questa non è lavita nello Spirito che sgorgadal cuore di Cristo risorto».

Es.Ap. “Evangelii Gaudium”

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ità La lode

di Luisa Scipionato

Un estratto della nostraspiritualità ci aiuta acapire come vivere nellalode, intesa come fiduciapiena nell’amore di Dio

con l’allegria. «La gioia è un’altracosa. La gioia è un dono delSignore. Ci riempie da dentro. Ècome un’unzione dello Spirito». Questo dono è, quindi, moltolegato alla fede, che ci permette disaperci sempre accompagnati daDio, mai abbandonati dal SuoAmore e mai dimenticati da Lui.Sempre nell’omelia del 10 Maggio2013 Papa Francesco dice: «[questagioia] è nella sicurezza che Gesù ècon noi e con il Padre […]. Il gioioso,la gioiosa, è un uomo, è una donna,sicuro, sicura» che Gesù è con noi.

LA PrEghIErA dI LodE

Certo, la nostra fede va alimentatae fatta crescere attraverso lapreghiera e, in particolare, attraversola preghiera di lode. Per imparare avivere nella gioia dobbiamo, perciò,interrogarci su come sia la nostrapreghiera di lode. Papa Francescoce lo ha ricordato all’omelia del 28gennaio 2014, quando, parlandodella preghiera di lode, ha detto:«Come va la mia preghiera di lode?Io so lodare il Signore? […] QuandoDavide entra in città, incominciaun’altra cosa: una festa. La gioiadella lode ci porta alla gioia dellafesta». Non importa essere capacidi cantare! Infatti, ha spiegato ilPapa, non è possibile pensare che«sei capace di gridare quando la tuasquadra segna un goal e non seicapace di cantare le lodi al Signore,di uscire un po’ dal tuo contegno percantare questo». Ma la gioia del Vangelo non è fattaper essere tenuta per sé. Infatti, «senoi vogliamo avere questa gioiasoltanto per noi, alla fine si ammalae [...] la nostra faccia non trasmettequella gioia grande ma quellanostalgia, quella malinconia chenon è sana». Allora, coraggio! Facciamo nostro lostile e l’invito di Papa Francesco.Viviamo nella gioia del Vangelo e nellacertezza che Cristo è con noi.

Carissimi amici, il nostro Papaci chiama fortemente avivere la gioia del Vangelo,

quella gioia che nasce dallacertezza della presenza di CristoRisorto nella nostra vita, in ogniparticolare che viviamo. La nostraspiritualità propone un camminoche ci aiuta a riconoscere la

presenza reale di Cristo in mezzo anoi, accanto a noi, che ciaccompagna e ci guida.

LA LodE E L’AbbAndono

Che cosa ci chiede, allora, lo Spiritosanto?La lode e il riposo in lui.Lodalo e benedicilo senza sosta!

è uno stile di vita!

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Loda il Signore per tutto, per ognisofferenza, per ogni gioia, per ogniincapacita, per ogni fallimento,incomprensione, croce o perqualche malessere...Lodalo perchela lode e il segno dell’abbandonoprofondo e totale “nelle sue mani”,la lode e la “prova” della nostradocilità e obbedienza alla suavolontà. La lode ti porta alla carità e alperdono. Troppo spesso tu contisulle tue sole forze, ancheinconsapevolmente, mentre Cristoe la tua forza, e “tutto posso inColui che mi dà la forza!” (Fil 4,13).Smetti di lottare con le tue forze esperimenterai la forza di Dio!LA LodE è uno StILE dI vItA!Ma noi, piu siamo in gamba, capacidi far qualcosa, e piu ci e difficilecapire il nostro bisogno di Dio!La lode è uno stile di vita!E molto di piu che cantare inni alSignore, e attività dell’interapersona che deve essere espressain ogni momento della vita.Se loderai il Signore in ognimomento, Egli rispondera al tuoamore con il suo Amore.Lodalo ora, nel presente: questa ela via della tua santificazione.L’atto piu intelligente e fruttuosoche tu puoi fare e dire “Sì” a Dio inogni momento con la lode.Qui sta tutta la tua felicita!

LA LodE è un Atto dI obbEdIEnzA

“Calati” nella Volonta di Dio nelmomento presente e fa’ soloquella, e lodalo! “Arrenditi” allavolonta di Dio senza resistenze,consegnandogli la tua volonta, ituoi gusti, per essere immerso inDio, nella lode; allora vedrai che:“Tutto è grande per chi ènell’amore!”Fa’ le cose senza fretta, conperfezione, con amore, tutto perGesù, e digli:

“È per te!” offrendogli la tuaazione, il tuo dolore, la tuapreoccupazione, la tua gioia:questa e santità.

LA LodE è guArdArE SEmPrE A gESù

La lode e benedizione, e pace, eamore, e perdono, e gioia, efiducia, e obbedienza...La tua preghiera e un seme di fedeche pianti nella tua anima e che habisogno di essere innaffiato con lalode, e questa deve concentrarsitutta sul Signore, piuttosto che suisuoi doni e benedizioni.Piu la tua attenzione e fissa su di luie piu sei in grado di comprendereche Egli e molto piu grande dellatua situazione, o del tuo bisogno;cerca di rallegrarti in lui, nella suavittoria e in cio che ti ha dato inGesu!

LA LodE nASCE dALLA CErtEzzA dELLA

fEdELtà dI dIo

Piu conosci il Signore, piu vorrailodarlo, e piu lo lodi, piu loconoscerai e lo amerai. La lode ci fariposare in Dio facendo la suaSanta volontà, abbracciando lacroce quotidiana, crescendonell’amore verso di lui e nel servizioai fratelli. Abbandoniamoci allalode certi della fedeltà di Dio!“Solo in Dio riposa l’anima mia, dalui la mia speranza”. (Sal 61, 2.6)

LA LodE è CAmmInArE dIEtro A gESù

In ogni situazione sfòrzati di faresilenzio e di ascoltare la voce delSignore ed Egli ti indicherà la via, tifarà pecorrere una stradaimpossibile alle tue forze, tiprenderà in braccio, come lo sposoquando entra per la prima voltanella sua casa con la sua amata trale braccia. Ti farà volare sulle ali del suoamore e tu entrerai con lui nella“dolce casa” del Cuore del Padre, elì vivrai nell’anticipo della pace del

Cielo! Ora e sempre, abbandonati,loda, obbedisci, credi, adora, ama,perdona e benedici, benedicisempre!

LA LodE donA LA PACE

Carissimi amici, Dio vuole che noiviviamo bene la nostra vita. Il suodesiderio è che possiamo viveresenza affannarci e che restiamonella pace. Ma è chiaro a tutti che nelledifficoltà della vita non è facilecogliere la presenza di Dio.Non scoraggiamoci! Dio è fedele e

Gesù è il Buon Pastore che pascecon amore e tenerezza le suepecore, come nel dipinto cheabbiamo riportato qui sopra.Perciò, gettiamoci con pienafiducia come bambini tra lebraccia del Padre, come neldisegno di Millet della paginaprecedente, e con fiducialodiamolo, perché il suo Amore ègrande! Lodiamolo perché Egli compiemeraviglie, lodiamolo sempreperché “eterna è la suaMisericordia”.

Spesso ci chiediamo se siaproprio vero che Dio si prende

cura della nostra vita. Ci chiediamose sia proprio vero che Dio contatutti i capelli del nostro capo!Vi racconto un fatto che mi èsuccesso, nel quale, ancora unavolta, Dio mi ha manifestato la suaPaternità tenera, la sua cura, la suaattenzione ai dettagli della mia edella nostra vita.Una mattina rientravo dalla casa diBoscochiesanuova al nostroappartamentino a piedi e pensavo:“Mi manca la semola, potreicomprarla per la prossima pizza chefarò; però, Signore, vorrei che,come segno del tuo affetto per me,tu me la regalassi! Sarebbebellissimo per me, un altro segnodel tuo amore per me, tuapiccolissima sposa”.Poi nel pomeriggio impastai e stesila mia pizza e me ne dimenticai. Alleore 18.oo arrivò Chiara e mi disse: - “C’è profumo di pizza o misbaglio?”. - “Sì, l’ho fatta per te e per le tuesorelle, finalmente, perché è dal tuocompleanno che te l’avevopromessa”.- “Guarda, mamma, cosa timandano le tue figliole dalla casa diVerona!”.- “È un sacchetto enorme diSEMOLA di farina! Sono 5 Kg! Èarrivata di Provvidenza!” Oh Padre, è un segno GRANDE deltuo amore per me. Grazie! Pensa che me ne erodimenticata, ma tu, tu Papà Buono,tu no! Grazie di tutto cuore!!!”.

Nella pagina precedente:J.F Millet, I primi passi, 1859 circa,gessetto nero e pastello, Collezione Museo dell’Arte diCleveland, Ohio, USA.

Qui sopra:J.F Millet, Pastore che pasce il suogregge, inizio 1860, olio su tela,Museo dell’Arte di Brooklyn, NewYork, USA.

Jean-François Millet1814 - 1875Pittore francese

IL FATTO

La semoladi Luisa Scipionato

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Il Matrimonio“Ci giocavamo la vita l’uno nelle mani dell’altra

e la nostra unica certezza era la fedeltà del Signore”.

Continua il racconto a puntate della “Voglio cantare la misericordia e la tene-rezza di Dio. Se Lui ha attirato a sé una po-vera donna quale sono io, quanto piùattirerà a sé tutti quelli che avranno un po’di docilità e di desiderio di Lui?”.

Fin da fidanzatiavevamo voluto vi-vere secondo i con-

sigli della Chiesa eprepararci bene alla mis-sione che il Signoreavrebbe voluto affidarcidopo il matrimonio.Ci sposammo il 27 feb-braio del 1971 con moltasemplicità e, anche secon pochi mezzi, ci con-cedemmo un bel viaggio dinozze in Canada e negliStati Uniti.Quel giorno tremavamotutti e due dall’emo-

zione, pienamente co-scienti del passo defini-tivo: ci giocavamo lavita l’uno nelle manidell’altra e la nostraunica certezza era la fe-deltà del Signore.Mi ero fatta confezionareun vestito romantico edecisamente estivo echiesi al Signore, comesegno del suo amore, chemi regalasse un giornocaldo e pieno di sole edEgli mi accontentò.Lavoravo come capouffi-cio nella ditta di un mio

cugino e Sandro frequen-tava la facoltà di Medi-cina. Ci amavamomoltissimo, avevamo da-vanti a noi un sogno darealizzare: dopo la sualaurea, saremmo partitiper un servizio di volon-tariato nel Terzo Mondoper tre anni. Sandro di-ceva spesso: “Ci voglionoi fatti, le parole nonbastano più!”. E ancora:“Molti credono di poterdare ai poveri il sovrap-più, ma non è giusto;dobbiamo condividere con

I^ Parte

dal libro “Piccoli come bambini”

Stor

ia d

ella

Com

unità

Una storia meravigliosa!

2^ Puntata

Storia dellaComunitàstoria di Amore e di Croce, diFedeltà di Dio e di Provvidenza.

gli altri ciò che abbiamonel piatto e ci fa co-modo, quello che abbiamoricevuto: salute, la-voro, laurea”.Dopo qualche mese di ma-trimonio, decidemmo diavere un bambino. Restaicosì incinta di Chiara,la nostra prima figlia.La consacrammo al Signorefin dal concepimento eci preparammo con en-tusiasmo a diventaremamma e papà. Chiaranacque il 7 maggio del’72. Sandro non avevaquasi il coraggio ditoccarla e la vezzeg-giava con quelle paro-line tutte miele chenascono solo da un cuoredi papà.Sorsero, tuttavia, benpresto dei problemi, per-ché Sandro doveva fre-quentare l’università,

io non potevo rimanere acasa dal lavoro e ci vo-leva una donna che siprendesse cura di Chiaratutto il giorno. C’erapoi mia madre che stavasempre molto male, matanto sacrificio ci univamaggiormente e ci forti-ficava nell’amore. Avolte ci sembrava di non

farcela più e ci si ri-trovava spesso abbrac-ciati a dire: “Abbiamotante difficoltà, però ciaiutano ad amarci sempredi più”.Quand’ero tesa o preoccu-

pata, Sandro mi baciava emi rincuorava: “Ab-biamo la fede e ci vo-gliamo bene: cosa cimanca?”.Sandro era una roccia,un vero montanaro; ioero creativa, espan-siva e instabile, malui era la mia forza,

sempre sereno, nel belloe nel cattivo tempo. Sen-tiva verso di me una ri-conoscenza infinita,perché il mio lavoro gliconsentiva di studiare eio ero felice per l’op-portunità che avevo disacrificarmi un poco perlui e dimostrargli il mioamore. Lui tornava dal-l’università e io dal-l’ufficio e ci si mettevainsieme a pulire, lavare,stirare… ci si aiutava intutto e ci si raccontavacome era andata la gior-nata e poi c’era Chiarache era tutto il nostrobene. Lui le parlava almodo dei bimbi piccoli,tanto che un giorno, sor-presa, gli chiese: “Mapapà, perché parlicosì?”.

“Molti credono di poter dare ai poveri il

sovrappiù, ma non è giusto; dobbiamo

condividere con gli altri ciò che abbiamo

nel piatto e ci fa comodo, quello che

abbiamo ricevuto: salute, lavoro, laurea”.

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Mi chiamo Giandomenico e da piùdi vent’anni faccio parte della

Comunità Regina Pacis di Veronacome Fratello Esterno. Non ho maiconosciuto di persona il dottorAlessandro Nottegar, ma l’ho sempresentito molto vicino e da lui horicevuto più volte qualche dono, chenon esiterei a chiamare grazia.L’8 aprile 2012, ottava di Pasqua,avvertii un fortissimo dolore allostomaco. Mi recai all’ospedale esubito mi fu diagnosticata unapancreatite e fui ricoveratoimmediatamente. Il 26 giugno 2012venni sottoposto ad intervento chedurò 8 ore e mezza. Né io né miamoglie eravamo preoccupati, certiche il dottor Alessandro sarebbe statovicino e avrebbe dato, come si suoldire, una mano. E così fu. Dopo soli 4giorni ero in piedi e cominciavo amangiare. Il Signore, però, voleva altre prove danoi. All’inizio della Quaresima 2013ebbi un innalzamento improvvisodella temperatura senza alcunapparente motivo. Era una complicanza dell’intervento,abbastanza comune; il coledocoaveva creato una cicatrice anomala eaveva ostruito il dotto coledoco conconseguente infiammazione efebbre. Mi rassicurarono che era cosada poco, in mezz’ora tutto sarebbestato risolto. Così non fu e, dopo varitentativi protratti nel tempo, nonriuscivano a risolvere il problema. Imedici erano stupiti, non avevanomai visto una cosa del genere. Intantoio deperivo, cominciai davvero a starmale. La febbre non mi lasciava mai e

Alessandro in viaggiodi nozze in America

TESTIMONIANZE

Adicembre, vicino a Natale, unmio caro amico sacerdote

incontra una persona non moltocredente che gli confida la difficoltàcome coppia ad avere figli. Lui, contono forte e convincente, gli porge ilsantino del Servo di Dio AlessandroNottegar dicendogli: «Tienilo sulcomodino della tua camera da lettofinché non riuscite ad avere un figlio».Sarà stato il tono perentorio o chissàcosa, fatto sta che quell’uomo ascoltail consiglio del sacerdote.Qualche mese dopo, precisamente il24 marzo 2014 (proprio un anno dopoil bellissimo spettacolo svoltosi alPalazzo della Gran Guardia, a Verona,su Alessandro), quell’uomo si incontranuovamente con il sacerdote e glidice: «Sai, ho tenuto quel santino sulcomodino fino a oggi. Penso che miabbia ascoltato...mia moglie èincinta!». E conclude: «Per favore,portami una Bibbia».

Prima era chiuso, dopo si è aperto!

Tienilo finchénon ti ascolta

La guarigione da un problemagrave, dopo una preghiera

i dolori erano così forti che dovevorimanere immobile nel letto. Ormainon mangiavo più, ero calato di 13kilogrammi e mi nutrivano conflebo. Mi rifiutai a questo punto difare altri tentativi e perfino i medicicominciavano a preoccuparsi diquesta situazione, perché unintervento era impensabile (l’esitoera troppo incerto e i rischi troppograndi) e nessuno sembrava volersiprendere la responsabilità. Fu allora che vennero a trovarmialcuni membri della Comunità efecero una preghiera per meinvocando l’intervento del Servo diDio Alessandro Nottegar. Pocodopo, appena usciti dalla cappella,mi accorsi che dal sondino didrenaggio uscivano molte bolled’aria; sembrava quasi schiuma escherzando dissi ai miei amici che ilbarbiere stava facendo la barba almio fegato, ma la faccenda non mipiaceva per niente. Preoccupato, ilgiorno dopo mi feci sottoporre a uncontrollo e fu evidenziato che neldotto coledoco c’era un foro di duemillimetri, che ovviamente fino aquel momento non c’era! Erasufficiente per far passare unsondino, cosa che fu eseguita dopoalcuni giorni senza alcuna difficoltà.Quello che in tanti tentativi non eraandato a buon fine, al dottorAlessandro era riuscito durante unapreghiera di intercessione.

Una coppia riesce ad avereun figlio dopo tanta attesa

Giandomenicoguarito dopo la preghiera

Stor

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Com

unità

di Giandomenico Mischi di p. Marco Rinaldi

Continua...

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Spec

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Una normale coppia di sposi,sposati da 8 anni con duebimbi. Da alcuni anni fanno

parte della Comunità Esterna della“Regina Pacis” e insieme cercanoogni giorno di scoprire la volontà diDio nella loro vita. Hanno unapassione in comune: quella dellaMusica e del Canto. Lei, RacheleConsolini cantante e autrice deibrani, lui Andrea Zamboni,batterista. Da anni mettono aservizio di Dio nell‘evangelizzazionequesto dono con concerti,animazioni religiose e meeting. Dacirca 2 anni insieme a parenti edamici hanno costituito un gruppoMusicale, “RaDioLuce”, il quale si

propone come obiettivo proprioquello di irradiare l’Amore di Dio cheloro stessi sperimentano e vivono.Nel 2013 hanno partecipato al GoodNews festival a Roma, al J-Factor aMilano, alla Festa della Fede inArena a Verona e il 26-27 ottobrealla Festa della Famiglia in PiazzaSan Pietro a Roma.

AmorE tornA AmorE

Ora hanno creato un concerto:“Amore torna Amore” con l’intentodi far scoprire alla gente che ascolta,che è amata da Dio in ognimomento della vita e che solo in Diol’amore torna Amore. La prima dataè stata il 29 marzo a Povegliano

Veronese, in un teatro gremito, poia Milano il 26 aprile presso il “pdfstudio” di via Dottesio e ancora aRiccione il 10 Maggio. Nelfrattempo continuano a svolgerequesto servizio di evangelizzazionemettendosi a disposizione dellaDiocesi. Sono, per questo, chiamatiad animare vari incontri per giovani,come il 5 aprile nel ritiro al Centro diPastorale Giovanile per i 13enni e inogni occasione nella quale ci sia daportare con la musica il messaggiodi Cristo, secondo la parola di SanPaolo: «se un tempo eravatetenebra ora siete luce nel Signore,comportatevi come figli della luce»(Lettera agli Efesini 5,8).

Una bellissima esperienza di evangelizzazione per portare la Luce dell’Amore di Dio

attraverso la musica e il canto

di Stella Attanasio

TESTIMONIANZE

Mi chiamo Francisca Regianeda Silva e vorreicondividere le grazie che

ho ricevuto dalla misericordia di Gesùper l’intercessione del caro dottorSandro. Da quando ho conosciuto laComunità Regina Pacis nel 1993, luiè sempre stato presente nella miavita: sentivo che mi era vicino e hoimparato a pregare la sua novena.Non ho mai avuto bisogno del suoaiuto come nel 2005, quando sono

rimasta incinta del mio primo figlio,Miguel Alessandro. Al quarto mese digravidanza ho avuto perdite con fortidolori: all’ospedale il medico mi hadetto che avrei perso il bambino.Presa dalla disperazione, mi è venutain mente la persona di Sandro, l’hosentito molto vicino tanto che,guardando in faccia il medico, gli hodetto: “Nel nome di Gesù e per laprotezione di Sandro, io avrò il miobambino!” E grazie a Dio,nonostante tutte le difficoltà, Miguelè nato forte e sano.Dopo il primo figlio, io e mio maritodesideravamo averne un secondo,ma in sette anni ho avuto sei abortispontanei, causati dalla pressionealta, diabete gestazionale omalformazione del feto. Nell’anno2013 abbiamo deciso di provare adavere un bambino per l’ultima volta,anche se avevo già avuto un abortonel gennaio 2013. Ho supplicato contutto il cuore il Signore di darmiancora un figlio e Gesù, perl’intercessione del caro Sandro, ha

avuto compassione di me. Hopregato la novena durante tutta lagravidanza, vivevo settimana doposettimana con tanta paura, ma la miabambina cresceva sana e fortedentro di me. Qualche volta pensavotra me e me: “Sandro, se tu non midai una mano, io non ce la faccio!”,avevo infatti diabete gestazionale,pressione alta e frequenti infezioniurinarie.Le condizioni di salute erano avversema la Grazia di Dio è stata più fortee, per intercessione di Sandro, oggitengo in braccio la mia bellabambina, Maria Laura, che è nata ilprimo dicembre 2013: Maria in onorealla Madonna e Laura come la miacara mamma che se ne è andataprima di vedere la sua nipotina.Umanamente non c’era piùsperanza, ma il dottor Sandro hafatto crescere nel mio cuore una fedecosì forte che mi ha permesso diottenere questa grande grazia. “Tutto posso in Colui che mi dà laforza.”

“Per la protezionedi Sandro io avròil mio bambino!”Grazie all’intercessione delServo di Dio Alessandro, ènata Maria Laura, arrivatadopo la sofferenza di sei

aborti spontanei.

di Francisca Regiane da Silva

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“Signore, se vuoi darmi un bambinocosì, dammi un bambino che io sia ingrado di accudire. ”Mi sono sentitaabbandonata a lui e Lui mi ha datouna serenità che non avevo maiprovato nella mia vita. Così èarrivato il giorno in cui ci hannodetto che i servizi sociali di Veronacercavano dei genitori per unbambino disabile di due anni emezzo.

L’InContro Con mAttEo

Dopo un tempo che sembrava nonfinire mai, abbiamo incontratoMatteo, piccolo e meraviglioso. Unbambino nato prematuro che, nellanascita, aveva sofferto di ipossia chegli ha danneggiato una parte delcervello. Per questo non ha un usocorretto degli arti, e non riesce acamminare e a usare le braccia.Quindi il suo bisogno è generale. Lui si è innamorato subito di miomarito. Gli faceva le feste ed erafelice quando lo vedeva. Quandodopo circa 3 mesi abbiamo portatoa casa Matteo, è stato tutta unagioia. Dopo circa 6 mesi Matteo havisto che io ero sempre presente eha incominciato a riconoscermicome mamma. Il suo amore per noiera come di un innamorato. Miomarito dice che Matteo mi faceva lacorte proprio come un innamorato.Il suo amore per noi è grandissimo:lo dimostra sempre e lo dona a noicontinuamente. Nell’abbandono,Dio ha voluto premiarci con la gioiapiù grande. Davvero possiamo dire,di tutto cuore, che questa scelta èstata la cosa più bella che abbiamofatto come coppia di sposi! Grazie, Signore, che hai permessoquesto nella nostra vita.

Caro Papa Francesco, sono Matteo, un ragazzo di 14anni e abito a Rivoli Veronese, unpiccolo paese in provincia diVerona, vicino al Lago di Garda.Io sono in carrozzina da sempreperché ho dei problemi nelmovimento delle mani, dellegambe, nella vista e anche nellaparola (anche se sono un granchiacchierone), però non hoproblemi alla testa, quelli direi dino, infatti ho la mente moltosveglia e un udito molto fino,sento anche i rumori più leggerie, se qualcuno parla sottovoce o inun’altra stanza, io lo ascolto e poigli dico: “È vero che hai detto...”e mi risponde che davvero avevadetto quella determinata cosa. Ioriesco a stare con tutte lepersone, con i miei genitori, inmodo particolare con la mammaperché, quando devo fare nuoveesperienze, mi lascia provar esenza problemi, anche senza lasua presenza; il papà, invece, midomanda tutto quello che lopreoccupa: con chi vado, quandotorno, cosa mangio... e poi mi diceche forse è meglio di no. I miei genitori sono le persone acui tengo di più. Intorno a me neho tantissime altre. N on possofarne l’elenco, però sonoimportanti, soprattutto quando lamamma è in ospedale, e in questoperiodo succede quasi sempre

perché sta facendo delle terapiesulla pelle a causa di una malattiaper guarire dalla quale ci vuolemolto tempo. Io non sono troppopreoccupato per lei perché noi duesiamo abbandonati alla fiducia nelSignore Gesù e Lui farà quelloche sarà meglio per tutti noi.Caro Papa Francesco, vorrei dirtianche che alla domenica vado amessa in paese e, quando èterminata, chiedo di andare acasa di corsa per ascoltarel’Angelus. A me piace sentirtiperché con te riesco a capire checosa vuole insegnarci Gesùattraverso le scritture.Lo scorso ottobre sono venuto aRoma all’udienza, ti ho ascoltato,ti ho visto dallo schermo mentreparlavi, poi ti ho visto da vicino emi hai dato un bacio. Mi eroproposto di dirti qualche cosa mal’emozione fa brutti scherzi enon sono riuscito a dirti nulla. Hodeciso di parlarti così, attraversoun testo scolastico sotto forma dilettera che forse ti invierò. Noncambiare, dal primo giorno che tiho sentito mi sei piaciuto, quelloche stai dicendo mi rimane nelcuore. Vorrei che tu venissi acasa mia ma so che la tua agendaè proprio piena di impegni. Eallora, per adesso ti saluto. Allaprossima lettera.

Matteo

Un tema davverospeciale!Titolo: Scrivi ad un adulto quello che avrestivoluto dirgli da molto tempo, ma non hai maiavuto il coraggio di dirgli finora.

* Francesca è tornata alla casa delPadre poco tempo dopo averci lasciatoquesta testimonianza. Grazie Francesca per il tuo esempio divita, sempre attento ai bisogni degli altri.

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Non avremmo maiimmaginato, quandoabbiamo intrapreso la

strada dell'adozione, che un giornoavremmo avuto delle gioie e dellegratificazioni così grandi. Del resto ilnostro inizio è cominciato con "unabotta in testa", come la chiamo io,da parte del Signore. Di questo nesiamo certi perché continuavamo apensare ad un'adozione, ma in realtà

ne rimandavamo sempre ilmomento. Dopo la “botta” abbiamoiniziato il percorso durante il quale ènato da parte di mio marito ildesiderio di proporci come genitorianche di bambini disabili. Questavolta per me è stata un botta ancorapiù grande in quanto avevo paura.

LA PAurA dI unA SCELtA dIffICILE

Si metteva in gioco tutta la mia vita

che sarebbe diventata di sacrificio. I miei pensieri erano sempre umanied egoistici e si scontravano conquello che avevamo concordato io emio marito, di accettare quello che ilSignore ci avrebbe mandato, cosìcome lo avremmo accettato in unanostra maternità. Dopo giorni disofferenza, qualcosa di meravigliosoè entrato nel mio pensiero e nel miocuore facendomi dire di sì. Ho detto:

Spec

iale

di Francesca Ceradini*

La gioia piùgrande

«È stata la cosa piùbella che abbiamofatto nella nostra vita!»La testimonianza didue coniugi che hanno deciso diaccogliere nella lorofamiglia un bambinodiversamente abile.

Matteo salutato da Papa Francesco il23 ottobre 2013 in piazza San Pietro

Quixadà

2120

Francisca Daniela, Keliane,Lucía Graziela: tre donne, treex alunne che, grazie al

sostegno dell’adozione a distanza,sono riuscite a riscattarsi dallapovertà e a migliorare la lorocondizione di vita e quella delle lorofamiglie.

LA StorIA dI frAnCISCA dAnIELA

Francisca Daniela è arrivata alla“creche” nel 1990. Aveva tre anni,proveniva da una famiglia moltopovera e aveva una sorella e duefratelli adottivi.

Nella nostra scuola ha incontratochi ha creduto nelle sue potenzialitàe l’ha incoraggiata con amore alottare per migliorare. Nel 2001, dopo aver concluso lascuola media, vince una borsa distudio che le permette difrequentare il CVA, il liceo delCollegio Diocesano. I suoi studi e la sua intelligenza leconsentono di laurearsi inPedagogia.Oggi Francisca Daniela è sposata eda 8 anni lavora come insegnantenella nostra scuola elementare,

cercando di dare ai suoi allievi ilpatrimonio cristiano e umano chelei stessa ha ricevuto qui: istruzione,educazione, fiducia e amore.

LA StorIA dI KELIAnE

Keliane aveva due anni e mezzoquando, nel 1993, ha varcato per laprima volta il cancello della nostrascuola. Anche la sua famiglia eramolto bisognosa: 5 figli, il papàvendeva il gelato con il carrettino ela mamma cercava di racimolarequalche soldo facendo ladomestica.

di Anna Rita Rancan

Un aiuto che vale una vita

Anche Keliane, dopo aver finito lemedie, ha vinto una borsa di studioal CVA e, dopo il liceo, si è iscrittaall’Università in Pedagogia.Sposata, ha una bimba di due anni.Prossima alla laurea, concilia glistudi con la famiglia e con il lavoronella nostra scuola.

LA StorIA dI LuCIA gr AzIELA

Lucia Graziela è la più giovane delletre e ha 18 anni. È arrivata nellanostra scuola a tre anni, nel 1999.Orfana di padre, in casa sono 13fratelli e sorelle, ma abitano conloro anche i due figli di una sorella.La sua famiglia vive della piccolapensione del padre e ora anchedello stipendio di Lucia Graziela.

Nonostante la grande povertà in cuivive, Graziela è una ragazzina che siimpegna molto per migliorare il suofuturo e le condizioni di vita dellasua famiglia. Dopo le medie, hastudiato in una scuola pubblica.Adesso sta frequentando un corsoper tentare di entrare all’Universitàe da quest’anno è entrata a far partedel nostro corpo docenti come“aiutante”.È una gioia immensa vedere che ilseme è cresciuto, è diventato unapianta e sta dando i suoi frutti!Ringraziamo il Signore e chi si èfatto strumento della suaProvvidenza, dando a tanti nostrialunni la possibilità di cambiare inmeglio il loro futuro.

francisca daniela è arrivata alla “creche”nel 1990. Nel 2001 vince una borsa di studioe frequenta il liceo CVA. Si laurea inPedagogia. Oggi è sposata e da 8 annilavora come insegnante nella nostra scuolaelementare.

Sostenere le nostre scuole attraverso le “adozioni a distanza” è un’opera di carità che cambia la vita dei nostri fratelli

Keliane è stata accolta nel 1993. Ha vintouna borsa di studio al CVA. Prossima allalaurea in Pedagogia.Sposata, ha una bimba di due anni, conciliagli studi con la famiglia e con il lavoro nellanostra scuola.

Lucia graziela è arrivata nella nostra scuolanel 1999. Sta frequentando un corso perentrare all’Università. Da quest’anno èentrata a far parte del nostro corpo docenticome “aiutante”.

Nelle foto qui sopra le tregiovani al tempo in cuifrequentavano la “ScuolaRegina Pacis”.Nell’ordine, a partire dall’alto: Francisca Daniela, Keliane, Lucia Graziela.

Nelle foto qui accanto letre giovani oggi.A partire da sinistra: Francisca Daniela, Keliane, Lucia Graziela.

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LA dIgnItà dEI fIgLI dI dIo

Un giorno una bambina di 4 anni eramolto triste, aveva lo sguardoassente e questo mi ha inquietata,perché i bambini in Brasile,nonostante la sofferenza, hannosempre il sorriso sulle labbra, sonosempre contenti. Allora le hochiesto cosa stesse succedendo e leimi ha risposto che era triste perchéaveva cambiato casa e quella nuovanon le piaceva, perché era piccola,molto povera e lontana dalla casa disua nonna. Poi mi ha portata dietroalla nostra scuola e mi fatto vedereun terreno, dove sorgevano, oltrealla sua, tante altre baracche. Al vedere ciò, mi sono commossa emi sono chiesta: “Dov’è la dignitàdei figli di Dio? Come possono

vivere così? Cosa possiamo fare peraiutare questi nostri fratelli?”. Nelvolto di questi bambini vedo il voltodi Gesù che ci supplica, che chiedeaiuto. Sull’esempio del nostrofondatore, il Servo di Dio AlessandroNottegar, che serviva Gesù nei suoipoveri e nei suoi piccoli, abbiamocominciato a visitare queste famiglie,distribuendo la provvidenza che ilSignore ci dona e pregando insieme.Ogni visita è una festa, perchécondividiamo con loro la speranza ela gioia di conoscere il Signore Gesù.

LA gEnEroSItà dEI PovErI

Quel che ci ha colpito in questa"invasione" sono la generosità e lasolidarietà dei poveri: chi haqualcosa in più la dona a chi non ne

ha; si aiutano nel costruire le “case”.E non solo. Prendiamo Dona Josefa e suomarito Pedro, per esempio. Hannocinque figli già grandi; lui fa ilmuratore e prende il salariominimo, lei è casalinga. Pur sepoveri, hanno avuto il coraggio diprendere in adozione una bambina,abbandonata dai genitoritossicodipendenti.E questo non è un caso isolato.Come la famiglia di Josefa e Pedro,ci sono altre famiglie che non silasciano vincere in generosità e chehanno fatto la stessa cosa,accumulando “tesori nel cielo, dovené tignola né ruggine consumano, edove ladri non scassinano e nonrubano” (Mt 6, 20).

Accumuliamo tesori in cielo

di sr Barbara

La Scuola di Fortalezaaccoglie 155 bambini poveridai 2 ai 5 anni. Questi piccolici rallegrano con i loro sorrisi!Ma dietro la nostra scuolaabbiamo scoperto unasituazione di grande miseria.

Suor Barbara in visita a una famiglia dell’”invasione” nelterreno situato dietro la “Scuola Regina Pacis”.

Alcuni bambini della nostra scuola giocano in un momentodi svago durante le attività educative.

Fortaleza

22 25

di sr Kassia

Visita solidale

Un’esperienza nuova per avvicinare ancor piùi bisogni materiali deibambini che accogliamonella nostra scuola.

Da molto tempo, durante inostri incontri settimanali diprogrammazione, si

avvertiva l’esigenza di promuoverealcune iniziative che ci aiutassero adavvicinarci di più alla realtà che ibambini della nostra scuola vivonoquotidianamente, e questo èpossibile solo visitando il loroambiente. Per questo scopo è natal’iniziativa “Visita solidale”:abbiamo lanciato una campagna diraccolta alimentare per poterconfezionare delle ceste da donarealle famiglie dei nostri bambini piùpoveri, avendo scelto per ogniclasse due famiglie tra le piùbisognose.All’entrata della scuola è statocollocato uno scatolone dovedeporre alimenti non deperibili eabbiamo diffuso questa iniziativa ilpiù possibile, coinvolgendo amici,parenti, vicini di casa. Anche ibambini della scuola hanno accoltocon gioia questa proposta,facendosi promotori presso le lorofamiglie. La maestra Marilia scrive:“È stato commovente vedere comeanche i più poveri hanno voluto dareil proprio contributo: Lucas, chespesso a casa non ha da mangiare,un giorno è arrivato a scuola tuttofelice con un chilo di zucchero damettere nello scatolone!”. Larisposta delle famiglie è stata moltogenerosa e, davanti a tantagenerosità, il Signore non ha saputoresistere: subito dopo aver dato ilvia alla raccolta, a scuola è arrivatauna serie di donazioni straordinarie.Addirittura un giorno è arrivato un

furgone stracolmo di alimenti daparte di un supermercato che, tradiverse istituzioni, aveva scelto lanostra scuola per la donazioneannuale che era solito fare. È statocommovente vedere come ilSignore abbia benedetto questapiccola iniziativa, moltiplicando inostri cinque pani e due pesci!Il giorno prefissato, abbiamoconfezionato le ceste contenenticiascuna circa 10 kg di alimenti trariso, fagioli, pasta, zucchero, olio,latte in polvere, farina ecc. e siamoandate nelle case degli alunniprescelti. Le maestre sono stateparticolarmente colpite da questevisite. Ed ecco cosa raccontano: “Hocapito che i nostri alunni, così allegrie pieni di speranza, vivono unacondizione di povertà che nonpensavo esistesse ancora. Ho capitocosa significa arrivare a sera e nonavere da mangiare, dove dormire evivere in una casa indegna diqualsiasi essere umano…”. “Uno dei momenti più forti è statoquando la nonna di un nostroalunno, dopo averci raccontato lasua triste storia, ci ha detto: “Dio cidà solo quello che riusciamo asopportare: non è così, maestra?”.Siamo rimaste in silenzio e io hopensato che quella che stavoricevendo era una grande lezione divita e di fede”.In questa “visita solidale” tutti noiabbiamo sperimentato quantodiceva il nostro fondatore, il Servodi Dio Alessandro Nottegar: “Lavisita ai poveri è più di una giornatadi ritiro spirituale”.

Qui sopra Vilma prepara damangiare in casa di una famiglia

della favela.

Qui a lato Gigliola eMarilia in visita a casadella di un bimbo della

nostra scuola.

Feira de Santana

2726

Mis

sion

i

di sr Francesca Sguazzardo

Alla scuoladei poveri

pellegrini, accogliendo i vari gruppi.

LA vISItA AI PovErI

Settimanalmente, però, continuiamoa visitare i nostri anziani e lefamiglie. Questo servizio è per noi

una scuola: si impara la generosità,perché non ci lasciano andare viasenza averci donato qualcosa. Equesto mi fa pensare a ciò cheAlessandro e Luisa Nottegar hannovissuto in Brasile: i poveri, in segno

di riconoscenza e gratitudine,davano loro quello che avevano.

LA gEnEroSItà dI JAgodA

C’è una vecchietta, Jagoda, che micommuove per la sua grande

generosità: da quando sa che mipiacciono i peperoni, se per caso neha in casa, me ne prepara unpacchetto da portarmi via; oppure,di nascosto, ci dà qualchepomodoro che le portano i vicini. Un

Dopo aver trascorso qualchemese di “deserto”, inquanto a Medjugorje nei

mesi di gennaio e febbraio ipellegrinaggi diminuiscono,abbiamo ripreso le attività con i

pomeriggio sono andata da lei conun sacchetto di mandarini e ne hamangiati 4 di fila, perché nessunoquel giorno le aveva portato nienteda mangiare. Non possiede nulla:vive in una stanza zeppa di sacchettiche riempie di tessuti e accumulabottiglie di plastica, ormai vuote esporche. È tutto ciò che ha e se lotiene stretto come il più grande deitesori. Un giorno volevamo farle unpo’ di pulizia in casa, ma quando havisto che toccavamo le “sue”bottiglie, si è innervosita e alloraabbiamo lasciato tutto al suo posto.Prima di lasciarla, però, Nicoletta haavuto un’idea geniale e le ha detto:“Sai, Jagoda? A casa ho propriobisogno di bottiglie di plastica: saidove potrei trovarle?”. E subitoJagoda ha risposto: “Prendi queste!Prendine quante ne vuoi!”. E tuttacontenta ci ha dato una parte deisuoi tesori. Poi, accompagnandocialla porta, ci ha detto: “Quandomorirò, date tutto a chi ne habisogno”.

La povertà più grande rimane,comunque, la solitudine. L’altrogiorno chiedevo a Sofija come stavacon i suoi acciacchi alle gambe e allaschiena: “Bene - ha risposto - ognitanto mi fanno male, ma bene. Mami sento tanto sola!”. Queste sueparole le sentiamo risuonare nelnostro cuore ogni giorno.S’impara tanto da questi nostrifratelli; s’impara a ringraziare ilSignore per tutto quello cheabbiamo e si impara a lodarlo. Sì,perché i nostri anziani sempre, inogni situazione, sia che stiano bene,sia che stiano male e non perabitudine, dicono: “Hvala Bogu!”,cioè “Grazie a Dio!”. Sono poveri,perché bisognosi, ma hanno unagrande ricchezza che nessunotoglierà loro ed è la fede in Dio e ungrande amore alla Madonna.

Gli anziani poveri che andiamo a visitare neidintorni di Medjugorje ci insegnano lagenerosità e il ringraziamento a Dio.

Medjugorje

LA PovErtà PIù grAndE

paaaartS

Gasp

!

sssss

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2928

L’an

golo

dei

bam

bini

Disegni di Luis Garcia

Le avventuredel dottorSandro

Ringraziamenti “vivissimi”Ascolta me...andiamo a mangiarci una bella

fetta di torta!

Anno 1982. La famigliaNottegar è a Plàcido deCastro, uno sperduto paesinodella foresta amazzonica.Qui la gente è molto povera...

Hosentito che in paese è ar-

rivato un medico. È molto buonoe visita anche quelli che non

possono pagare.

E così...Dottor

Sandro, grazie per lavisita… però io non ho

soldi…

Nonsi preoccupi,

l’importante è che suo figlioguarisca presto. Io sono

qui per questo.

Qualche giorno dopo

Pensache di notte viene in ca-

mera con noi e si arrotola sul travedel soffitto proprio sopra il nostro

letto e ci guarda tutta lanotte…

Epoi puoi metterlo

dentro una borsa eportarlo con te in Italia;

vedrai come ti faràcompagnia!

Doppio Doppio Gulp!Gulp!

Ehm…Grazie…

davvero…dicuore…

L’indomani... C’èqualcuno in casa? Vi ab-

biamo portato un regalospecialissimo!

Speriamobene… un altropitone? no,

eh…

Lemie nipotine vogliono re-

galarvi questa simpaticis-sima scimmietta!

Wow!Che bello, Sandro,

che amore di scimmietta!Ora siamo come Tarzan, lei

è la nostra Cita! Saràsempre con noi!

Dottore,il mio bimbo è guarito!

Vi ho portato in regalo unPITONE! È docile e più

affettuoso di uncagnolino!

Gulp!

Ma all’improvviso la scimmia comincia a strappare i libri del Dottor Sandro!

St ar aaap

Gasp

!

Mio Dio, mio figlio ha la febbrealta!E ora cosa faccio? non hosoldi per pagare un dottore…

Graziemille, ma è meglio

che questa bellascimmietta la teniate

voi!

Wow,una storia

nuova!

Uffff!

Not

izie

MONS. ZENTI IN COMUNITÀOgni mattina alle Lodi preghiamo: “Nel nome del tuo Figlio Gesù e perlo Spirito Santo, o Padre, ti chiediamo il dono dell’unità con il Papa,con il nostro Vescovo…” E il 30 novembre scorso il nostro Vescovo èvenuto a trovarci. Un incontro informale, un pranzo tutti insieme…Dopo pranzo un breve incontro con Luisa, Chiara e p. Marco. Luisa gliracconta qualche flash sugli inizi della Comunità: il miracolo dicomprare la villa, la croce della morte di Alessandro. Il discorso va sudon Luigi Bosio, al quale il Vescovo è molto legato. Mons Zenti ciconferma quello che don Bosio aveva detto ad Alessandro e Luisa nel1986: “Vivere nella semplicità, senza ostentazioni…”. Poi tutti incappella per la foto di gruppo e la benedizione!

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CONVEGNO DEGLI APOSTOLI DELLA DIVINA MISERICORDIAFiuggi, 21-23 febbraio 2014. Il fondatore dell'Associazione, p.Francesco Rizzi, invita Luisa a dare la sua testimonianza, riservandolemezzora domenica 23. Tutto procede secondo programma ma,durante il pranzo di sabato, arriva una notizia poco simpatica: laveggente Marija Pavlovic, attesa per il pomeriggio, è a letto con unabrutta influenza e non potrà essere presente. Padre Francesco, colsuo sorriso serafico, guarda Luisa e le dice: "Hai capito, vero?" "Checosa?" risponde Luisa un po' preoccupata. "Che il Signore vuole chesia tu a parlare oggi pomeriggio!" A Luisa passa subito l'appetito perl'emozione, ma quando sale sul palco con i suoi frati, la paurascompare: più di 3.000 persone la ascoltano senza battere ciglio.Applaudono, ridono, si commuovono nel sentire ciò che Dio hacompiuto nella vita di Sandro e Luisa... Grazie, padre Francesco!

A.A.A. ADOZIONI A DISTANZAA tutti voi che sostenete le nostre missioni in Brasile attraverso leadozioni a distanza e avete un indirizzo di posta elettronica,chiediamo cortesemente di farcelo sapere, scrivendo un’e-mail alnostro indirizzo: [email protected] questo modo potremo comunicare con voi in modo più rapido,evitando disguidi e risparmiando le spese postali. Grazie per lacollaborazione!Vi ringraziamo per la vostra generosità concreta e fedele chepermette ai nostri missionari di accogliere questi piccoli, di salvarlidalla strada e aiutarli a costruirsi un futuro migliore.

ETÀ0+

COSA SERVE1 FOTO

FRUTTO

GIOIAGIOIA

Gabriele Christian

Giacomo

Chiara

Francesca

Mattia Giovanni, Pietro

Maddalena, Miriam

Se volete affidare i vostri figli alla protezione del Servo di DioAlessandro Nottegar, spediteci una foto con la richiesta e il vostro

indirizzo. Riceverete l’attestato a casa vostra.

Sotto la protezione di Alessandro

Comunità Regina Pacisvia Bonuzzo Sant’Anna, 11 - 37128 - Verona

Tel. 045-551292 / Fax. [email protected]

Per informazioni

APNTPUAMENTI

ore 16.30, presso la Casa MadreUna celebrazione per far memoria e ringraziare il Signore per lemeraviglie compiute in questi 28 anni di Comunità.

Dalle ore 9.30, presso la Casa MadreUn ritiro spirituale per approfondire la vita del Servo di Dio AlessandroNottegar. Occasione nella quale i “Fratelli Esterni” rinnovano le loropromesse di appartenenza alla Comunità.

15agosto

XXVIII Anniversario della Comunità Regina Pacis

4-8settembre

21settembre

tuttii martedì

Pellegrinaggio a Medjugorjecon la Comunità Regina Pacis

Ricordo della nascita al cielodi Alessandro Nottegar

Gruppi di preghierain famiglia

Partenza alle ore 5.00 da VeronaUn’occasione per riscoprire e ravvivare la nostra fede attraverso unpellegrinaggio con la Regina della Pace.

ore 20.45, in varie zone della cittàImpegno settimanale per camminare con la forza della preghiera,condividendo con altri fratelli le proprie esperienze di vita.