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Isometrie Una applicazione F:VW fra i due spazi euclidei V e W è un’isometria se conserva le distanze, ovvero F v −F v = v −v per ogni v 1 ,v 2 V. Una isometria lineare è una isometria che è anche applicazione lineare Una applicazione lineare f:V W è un’isometria se e solo se preserva la norma dei vettori, ovvero f v = v per ogni vV. Per una matrice reale quadrata U di ordine n sono equivalenti: 1. U è ortogonale 2. L’applicazione lineare rappresentata da U conserva la norma (standard) dei vettori in R n 3. L’applicazione lineare rappresentata da U conserva il prodotto scalare (standard) in R n Una matrice ortogonale rappresenta una isometria di R n Ogni autovalore reale di una matrice ortogonale U è 1 o -1 Sia λ un autovalore reale di U, poiché U è ortogonale x = Ux = λx = λ x .

Algebra e Geometria - Xv

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Isometrie

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  • Isometrie

    Una applicazione F:VW fra i due spazi euclidei V e W unisometria se conserva le distanze, ovvero F v F v

    = v v

    per ogni

    v1,v2V.

    Una isometria lineare una isometria che anche applicazione lineare

    Una applicazione lineare f:V W unisometria se e solo se preserva la norma dei vettori, ovvero f v

    = v

    per ogni vV.

    Per una matrice reale quadrata U di ordine n sono equivalenti:

    1. U ortogonale

    2. Lapplicazione lineare rappresentata da U conserva la norma (standard) dei vettori

    in Rn

    3. Lapplicazione lineare rappresentata da U conserva il prodotto scalare (standard) in

    Rn

    Una matrice ortogonale rappresenta una isometria di Rn

    Ogni autovalore reale di una matrice ortogonale U 1 o -1

    Sia un autovalore reale di U, poich U ortogonale x = Ux = x = x .

  • Isometrie lineari in R3

    Una isometria lineare in R3 rappresentata da una matrice ortogonale U di ordine 3.

    Rispetto ad una opportuna base ortonormale di R3 una isometria lineare f di R3 pu

    essere rappresentata da una delle seguenti matrici:

    A=

    1 0 0

    0 cos sen

    0 sen cos

    , B=

    1 0 0

    0 cos sen

    0 sen cos

    con 1=1

    Ogni matrice di ordine 3 ha almeno un autovalore reale, quindi ogni matrice ortogonale ha almeno un autovalore1=1.

    Sia v1 un autovettore associato a 1 (che possiamo supporre di norma 1). Estendiamo v1 ad una base ortonormale B={v1 ,v2 ,v3} di R

    3 . Rispetto a questa base f(v1)=[1,0,0]T. Inoltre f(v2) e f(v3), dato che f conserva norma e prodotto scalare, sono versori fra loro ortogonali ed ortogonali a f(v1). Quindi le matrici che rappresentano lisometria f sono

    del tipo indicato.

    La matrice A ha determinante 1 e rappresenta una rotazione di un angolo attorno alla retta generata da v1composta con un cambiamento di direzione di v1 se 1 =-1.

    La matrice B ha determinante -1 e tre autovalori reali che sono 1 , 1, -1, quindi ha un autovalore doppio ed uno semplice. Si verifica facilmente che lautovalore doppio sempre regolare, ed lautospazio di dimensione 2 (piano per

    O) associato allautovalore doppio ortogonale allautospazio dellautovalore semplice (retta per O). Se lautovalore

    doppio 1, la isometria rappresenta dunque la simmetria ortogonale rispetto al piano rappresentato dallautospazio

    dellautovalore 1 (calcolato rispetto alla matrice B, e quindi rispetto alla base B). Se lautovalore doppio -1 la

    isometria rappresenta invece la simmetria ortogonale rispetto alla retta rappresentata dallautospazio dellautovalore

    1 (calcolato rispetto alla matrice B, e quindi rispetto alla base B).

  • Complemento ortogonale

    Sia H un sottospazio di uno spazio euclideo V

    H ={v|v ortogonale ad ogni vettore di H}

    (H ) =H

    H H={0}

    Se H ha dimensione finita, per ogni vV si ha v=vH+v con vHH, v

    H

    V somma diretta di H e H e H si chiama complemento ortogonale di H.

    Se V ha dimensione finita n, dim H =n-dim H

    Se V ha dimensione finita n, sia {b1,b2,,bh} una base ortogonale di H e

    sia B={b1,b2,,bh, bh+1,,bn} il suo completamento ad una base ortogonale

    di V, allora {bh+1,,bn} una base (ortogonale) di H. Quindi se v H

    v|B=[x1,x2,..,xh,0,,0]T e se v H v|B=[0,...,0,xh+1,..,xn,]

    T.

  • Matrici di una proiezione ortogonale

    Sia H un sottospazio di Rn. La funzione che ad ogni vettore vHassocia la sua proiezione ortogonale vH su H unapplicazione lineare f:Rn Rn.

    Se {q1,q2,,qh} una base ortonormale di H, ed A=[q1|q2||qh] la matrice di tipo (n,h) formata dallaccostamento dei vettori della base di H, la matrice P che rappresenta la proiezione ortogonale di Rn su H AAT

    Estendiamo {q1,q2,,qh} ad una base ortonormale {q1,q2,,qh,qh+1,,qn} di V e poniamo Q= [q1||qh||qn] =[A|B]. Per ogni vettore v di H si ha Pv=v, quindi ogni vettore di H un autovettore di P associato allautovalore 1, per ogni vettore w di H si ha Pw=0, quindi ogni vettore di H un autovettore di P associato allautovalore 0. Le colonne di Q sono perci una base di autovettori

    e P risulta essere simile alla matrice diagonale diag(1,,1,0,,0)=I 0

    0 0e la

    matrice di passaggio Q, che ortogonale. Allora Q-1PQ=QTAQ=

    diag(1,,1,0,,0), da cui P=[A|B]I 0

    0 0

    A

    B

    =AAT.

  • Caratterizzazione delle matrici di proiezione ortogonale

    Osserviamo che per ogni matrice reale A si ha ker A= (row A) .

    Una matrice reale quadrata P di ordine n la matrice di una

    proiezione ortogonale su un sottospazio H di Rn, se e solo se P

    idempotente (P2=P) e simmetrica.

    Sappiamo che, se P la matrice di una proiezione ortogonale, P=AAT e quindi P

    simmetrica. Inoltre per ogni vV, si ha Pv=vH e quindi P2v=PvH =vH=Pv da cui

    P2=P

    Sia P idempotente e simmetrica e sia H=col(P), allora PvH, essendo Pv una

    combinazione lineare delle colonne di P. Inoltre P(v-Pv)=0 per lidempotenza di

    P e quindi v-Pvker P=ker (PT). Ma ker (PT)=(col P), quindi v-PvH

    Se P una matrice idempotente e ortogonale la matrice della

    proiezione di Rn sul sottospazio H=col P, inoltre H=ker P.