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Celiachia, cartellino rosso ai disagi Al via campagna con l'arbitro Collina ROMA. «Se li riconosci puoi invitarli fuori a cena». Con questo slogan è partita ieri la prima campagna nazionale di comunicazione e sensibilizzazione sulla celiachia, malattia che produce intolleranza permanente al glutine. Nel nostro paese colpisce circa 85mila persone diagnosticate, anche se stime non ufficiali parlano di un sommerso che sfiora quota 500mila.A realizzarla è l'Associazione italiana celiachia (Aie), che da trent'anni si batte per far conoscere la malattia e Con diagnosi e dieta una vita normale: spot con l'ex-fischietto e la figlia «intollerante» assieme alla sua famiglia. Ci saranno poi inserzioni sulla carta stampata e una serie di locandine e manifesti distribuiti in centri medici e farmacie. Due gli altri testimonial, l'attrice Gaia De Laurentis (anche lei con figlia celiaca) e il conduttore tv Daniele Bossari, celiaco e presidente onorario ; dell'associazione. «Abbiamo vissuto le maggiori difficoltà prima della diagnosi, quando mia i rischi correlati alla mancata diagnosi. Per l'occasione ha organizzato una campagna di circa quattro mesi che si articolerà attraverso uno spot televisivo e radiofonico. Protagonista il designatore degli arbitri Pierluigi Collina, padre di una ragazza celiaca, figlia aveva 12 anni e perse molto peso in poco tempo - racconta Collina - ma oggi nessuno potrebbe dire che ha un'intolleranza alimentare, perché la sua vita è uguale a quella dei suoi coetanei». Importanti sono una diagnosi precoce e una dieta appropriata. Rovereto, i 90 anni della Famiglia Materna Ricordato con un convegno l'anniversario di fondazione dell'opera a tutela della maternità fragile e disagiata ROVERETO. Di antico è rimasto forse soltanto il linguaggio con cui i fondatori nel 1919 auspicavano che le mamme "pericolate' non si sarebbero più sentite "né straniere, né ricoverate", ma avrebbero trovato in quella struttura "luce, affetto, sorriso". Compie 90 anni la "Famiglia Materna", ora costituita in Fondazione con molteplici attività anche sul fronte della ricerca e della formazione, ma è verdissima l'intuizione dell'accoglienza come «un metodo per sostenere la responsabilità della persona». Lo spiega la direttrice Anna Michelini Conegliaro, qui da 7 anni dopo un lungo servizio nelle favelas del Brasile, che a questo tema ha dedicato la riflessione proposta ieri mattina nella sede di via Saibanti per l'anniversario al quale partecipano anche l'arcivescovo di Trento, Luigi Bressan e il sindaco della città, Guglielmo Valduga. Un riconoscimento del ruolo culturale, di promozione di una cultura della vita, che i venti operatori della Fondazione portano avanti nello spirito dei due fondatori: Maria Lenner, toccata dall'incontro con una ragazza madre e il francescano padre Emilio Chiocchetti, docente alla Cattolica di Milano. In via Saibanti, cuore p'ulsante del volontariato e centro di solidarietà anche internazionale, l'accoglienza rinasce ogni giorno. Lo dicono le mamme che affidano per qualche ora i figli allo sperimentale Centro diurno dagli orari flessibili. Lo testimoniano le donne accolte per qualche emergenza negli appartamenti al primo piano, lo indicano i fiocchi azzurri e rosa della Casa d'accoglienza per ragazze madri, 150 ogni anno e in gran parte straniere, per le quali "partono' progetti personalizzati che mirano al lavoro e all'integrazione sociale. Da oggi saranno favoriti dall'innovativo Centro socio occupazionale, avviato in esemplare collaborazione con la cooperativa sociale Punto d'approdo e presentato in occasione del novantesimo compleanno: «II segreto di questa longevità credo stia nel saper adeguare la fisionomia dei servizi ai cambiamenti della società - osserva il presidente Alceste Santuari, docente universitario di Diritto negli enti no- profìt - operare con competenza ma anche con un'ospitalità reale, come volevano i due fondatori». DiegoAndreatta CONVEGNO INTERNAZIONALE Un gruppo italiano di medici e veterinari l'aveva prevista ma non era stato ascoltato, ieri a Prato il quarto decesso in Italia: morto un paziente di 85 anni per le complicanze respiratorie DA MILANO LUCIA BELLASPIGA U na pandemia "annunciata". Da un un gruppo di ricercatori, rimasto però ina- scoltato, forse a causa della «nazionalità» (tutti italiani) e della sua composizione (veteri- nari e medici insieme), come sostengono gli au- tori della scoperta... Fatto sta che l'influenza che oggi preoccupa il mondo, la H1N1 detta anche " suina" o influenza A, era stata prevista e descrit- ta, mesi prima che comparisse, da Ilaria Capua, ricercatrice dell'Istituto Zooprofìlattico Speri- mentale delle Venezie di Padova, e da Elisa Vicenzi, virologa del San Raffaele di Milano. È una delle notizie uscite ieri dal convegno internazionale in- titolato "Dalla Sars all'influenza pandemica", or- ganizzato presso il San Raffaele dalla Taiwan In- ternational Health Action e dalla Associazione Carlo Urbani International, con il supporto scien- tifico di Guido Poli (Univer- sità Vita-Salute San Raffae- le). Un convegno a dir poco tem- pestivo, che riunisce i massi- mi esperti italiani e stranieri proprio quando l'Italia con- ta il suo quarto morto (un uomo di 85 anni deceduto l'altroieri a Prato a causa del- le complicanze dell'influen- za A), la Spagna raggiunge quota 42, e nel mondo la ci- fra ufficiale è di 4.100 vittime a partire dai primi casi in Messico nel marzo scorso. E per l'Organizzazione mon- diale della Sanità i casi di contagio segnalati nel mondo sono 343mila in ben 191 Paesi. L'intuizione di Capua e Vicenzi infrangeva un dog- ma: «Si escludeva che una pandemia potesse ar- rivare da un virus HI, cioè lo stesso delle norma- li influenze, perché di questo la popolazione mon- diale aveva già gli anticorpi», spiegano le ricerca- tóri. Così i rondi sono stati investiti sui virus H5, come quello della famosa "Aviaria". «Non abbia- mo creduto al dogma e abbiamo scoperto che in- vece nel mondo animale c'erano tanti virus HI capaci di scatenare una pandemia», come poi è successo. «Vista l'origine aviaria di tutti i virus, è vitale che mondo medico e veterinario si parli- no». Una delle lezioni che il mondo farà bene a tener presente per il futuro, tra le tante, fondamentali, uscite da un convegno che già nel titolo invita a far tesoro dell'esperienza passata, soprattutto del- la Sars, la " polmonite killer" che nel 2003 gettò nel Castellino (Novartis): bassa mortalità ma il virus può di colpo mutare Ippolito (Spallanzani): evitare gli ospedali panico il mondo, prima di essere sconfitta grazie a una tempestiva azione di contrasto. Non a caso il simposio era dedicato a Carlo Urbani, il medi- co italiano che nel 2003 in Vietnam individuò la Sars e in una settimana approntò le strategie di di- fesa, perdendo però la vita. «La Sars è stata la "pro- va generale", una nave scuola da cui non si potrà più prescindere», hanno detto tutti gli esperti. Che ora, apochimesidal "picco" deOaHINI atteso per dicembre, evitano ogni allarmismo ma chiedono a gran voce che non si abbassi la guardia: «Per a- desso la mortalità dell'HINI è bassa, ma quando inizia una pandemia non si sa mai che direzione prenderà - ricorda Flora Castellino, immunologa in forze alla Novartis, una delle aziende che sta per produrre il vaccino -. Può sparire come la Sars o invece mutare come la " Spagnola" del 1918, che fino a ottobre era innocua, da novembre variò di colpo e fece 45 milioni di morti». «Dobbiamo farci trovare pronti ed essere molto ef- ficienti - spiega Giuseppe Ippolito, direttore del- lo Spallanzani di Roma -, ad esempio non si può pensare di scaricare il problema sugli ospedali, concentrare le persone nelle sale d'aspetto e nei Pronto Soccorso significherebbe diffondere il vi- rus. L'influenza suina va ospedalizzata solo nei ca- si di gravi complicanze respiratorie», e a fare da fil- tro devono essere i medici di base: «Basta con i consulti telefonici, si torni a visitare i pazienti nel- le case». Altrimenti, secondo le simulazioni con- dotte su basi matematiche, il picco ci sorprende- rebbe con le rianimazioni già sature, i respiratori esauriti, gli ospedali al collasso. Un esempio? «Nel solo Lazio, alla settima settimana, quella del pic- co dei casi, si verificherebbe un bisogno di letti superiore del 330% a quelli esistenti». Solo simu- lazioni, sia chiaro, ma che mettono in conto quan- to potrebbe avvenire. ministro: nutrire e idratare non costituiscono terapia, né per noi né per il Pd.Anche la loro mozione non parla di «terapia» nel caso di persone disabili ma non in fase terminale dibattito sul fine vita Sacconi: la Camera rifletta serena Fisichella: si continui nello sforzo DA TREVISO FRANCESCO DAL MAS P iù dialogo alla Camera per af- frontare «con serenità» il con- fronto sul biotestamento. So- no d'accordo nelTauspicarlo mon- signor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Accademia per la vita e Maurizio Sacconi, ministro della Sa- nità, davanti a una platea di giovani, oltre che di adulti, convocata al Pio X di Treviso dal Movimento per la Vi- ta e dal "Teatro dei Piccoli". Il «gran- de sforzo fatto in Senato spero che possa continuare alla Camera», af- ferma Fisichella. È l'operosa fatica di «un dialogo» ba- sato sullo «profonda comprensione» delle situazioni di disagio. Quasi i- dentiche le parole del ministro Sac- coni: «Auspico che ci possa essere un confronto sereno e che il Parla- mento, con la sua sovranità, riflet- ta». Entrando nel merito, Sacconi precisa: «La tesi della "zona grigia" è interessante, ma è una cosa diversa dalla dichiarazione di fine vita per la quale è giusto vi sia una regolazione alquanto cauta. Così è stata quella del Senato». Insiste a sua volta Fisichella: «Dob- biamo rispettare la capacità dei de- putati di sviluppare al meglio questa tematica. È inevitabile che ci debba essere una profonda comprensione per tutte le situazioni dei singoli e soprattutto delle famiglie che vivo- no una condizione di profondo di- sagio». Il ministro poi puntualizza che «una cosa urgente e diversa» è quella della garanzia di bisogni co- me l'alimentazione e l'idratazione che «non costituiscono terapia, né per noi né per il Pd, perché anche la loro mozione non le chiama "tera- pie" se sono per persone disabili non in fine di vita». Questo - specifica co- munque Sacconi - «non significa in- sistenza nel caso in cui la persona terminale rigetti coscientemente l'a- limentazione e l'idratazione, che in quel caso possono essere sospese. Io parlo di un aspetto che non riguar- da la terminalità ma la disabilita». Dal canto suo Fisichella, dopo aver ricordato che «l'autodeterminazione non è un principio assoluto» e che «è necessario che la vita sia sempre ri- spettata da tutti e in ogni caso», ha osservato che su questo argomento ci sono posizioni differenziate di cui tener conto; non c'è solo quella dei radicali, c'è anche quella del mondo cattolico «che ha tutto il diritto di es- sere ascoltata e rispettata come le al- tre istanze presenti nel nostro Pae- se», per cui «imporre una sola posi- zione sarebbe in ogni caso umilian- te per una parte consistente del Pae- se». Alla domanda dei giornalisti se costituisce un problema per i catto- lici la posizione assunta dal presi- dente della Camera Fini, Fisichella ha risposto: «Io credo che tutti do- vremmo essere capaci di esprimere le nostre opinioni e di motivarle, dando loro la razionalità che con- senta di far sì che, proprio perché non sono elementi che provengono dalla fede, ma dalla ragione, possa- no essere accolti da tutti». Al conve- gno - presenti anche Francesco D'A- gostino, Paolo De Coppi, Pino Mo- randini, Maria Luisa De Natale - si è parlato pure di Ru486: «C'è un'og- gettiva incompatibilità fra il tratta- , mento farmacologico e legge 194», ha ribadito il ministro. DAL NOSTRO INVIATO A TORINO ENRICO NEGROTTI P unta a dimostrare che i di- ritti non resteranno solo sulla carta la terza Confe- renza nazionale sulle politiche della disabilità - che ha per slo- gan "Tutti uguali, tutti unici" - or- ganizzata dal ministero del La- voro, della Salute e delle Politi- che sociali con la collaborazione della Città di Torino, e che vede la partecipazione di un amplis- sima area di associazioni e di en- ti locali. Centro dell'attenzione è infatti la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabi- lità, approvata a New York nel 2006 e ratificata dall'Italia nel marzo scorso: un punto impor- tante della nostra legge naziona- «Entro Fanno l'Osservatorio perle disabilità» le è l'istituzione di un Osservato- rio sulla condizione delle perso- ne disabili che - ha assicurato ie- ri il sottosegretario alla Salute Eu- genia Roccella - «sarà attivo en- tro l'anno» non appena sarà ap- provato il decreto attuativo. Introdotta dal messaggio di sa- luto del presidente della Repub- blica forgio Napolitano, la ter- za Conferenza - sei anni dopo quella di Bari - si confronta con la novità rappresentata dalla Convenzione Onu. «È stato un grande merito dell'Italia - ha sot- tolineato nella sua lezione magi- strale il giudice costituzionale Maria Rita Saulle - avere propo- sto fin dagli anni Ottanta la sti- pula di questa Convenzione. Si s dovette lottare, e io sostenni que- sta causa appoggiata dal nostro - ministero degli Esteri, per far sì che i diritti delle persone disabi- li fossero annoverate tra i diritti umani (da trattare a Ginevra) e non tra i diritti umanitari (che vengono trattati aVienna)». L'ap- provazione della Convenzione ha rappresentato «un momento storico» ha osservato Mario Me- . lazzini, presidente della Associa- zione italiana sclerosi laterale a- miotrofica: «Deve essere sentita come un documento di tutti i cit- tadini perché, come puntualiz- za la classificazione Icf dell'Or- ganizzazione mondiale della sa- nità, chiunque, in un momento della vita, in un contesto am- bientale sfavorevole, può diven- tare disabile». Melazzini ha poi 'sottolineato alcuni articoli della Convenzione: il 3 comma d (ri- spetto per la differenza e accet- tazione delle persone con disa- bilità come parte della diversità umana e dell'umanità stessa), il 10 (sul diritto alla vita), il 19 (sul- la diritto a una vita indipenden- te) e il 25 (sulla salute). Pur con alcune «criticità» che ancora van- no affrontate, e che il momento Conferenza nazionale II sottosegretario Roccella: presto il decreto attuativo dell'organismo: aumentare il peso delle associzioni Melazzini: i portatori di handicap diventino protagonisti delle scelte economico sfavorevole non aiu- ta a superare (il problema dei fi- nanziamenti alle politiche della non autosufficienza è stato sot- tolineato anche daTommaso Da- niele, presidente del Forum ita- liano disabilita), Melazzini ha in- vitato tutti gli attori coinvolti nel- le politiche sulla disabilità, a o- perare in modo sinergico, solle- citando le stessepersone disabi- li e le loro famigEe, a «diventare protagonisti e artefici del proprio destino». E il sottosegretario alWelfare Eu- genia Roccella ha puntualizzato "impegno del governo per ren- dere realmente efficace e rap- presentativo l'Osservatorio na- zionale: «Dei 40 membri previ- sti, il ministero ha chiesto che al- le associazioni sia riservato non più il 20%, ma un terzo delle pre- senze, comprimendo ilpiù pos- sibile i posti istituzionali, di mi- nisteri ed enti, proprio perché vo- gliamo rendere operativo il prin- cipio "niente su di noi senza di noi" a conferma del fatto che non possono esserci interventi real- mente efficaci senza il diretto coinvolgimento delle persone con disabilità». «All'Osservatorio - ha aggiunto Eugenia Roccella - spetterà il compito di redigere un rapporto periodi- co sulle misure prese per rende- re efficaci gli obblighi sanciti dal- la Convenzione, la relazione al Parlamento sulla attuazione del- la legge 104/92 (sulla disabilità) e un programma di azione bien- nale che ìndichi le priorità per at- tuare la Convenzione». I lavori della Conferenza nazionale so- no proseguiti (e termineranno oggi) con sette gruppi di lavoro che produrranno le prime pro- poste sulle tematiche più urgen- ti, che saranno poi oggetto di un incontro al ministero del Welfa- re prima della fine dell'anno.

Al via campagna con l'arbitro Collina Rovereto, i 90 anni

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Page 1: Al via campagna con l'arbitro Collina Rovereto, i 90 anni

Celiachia, cartellino rosso ai disagiAl via campagna con l'arbitro CollinaROMA. «Se li riconosci puoi invitarlifuori a cena». Con questo slogan èpartita ieri la prima campagna nazionaledi comunicazione e sensibilizzazionesulla celiachia, malattia che produceintolleranza permanente al glutine. Nelnostro paese colpisce circa 85milapersone diagnosticate,anche se stime non ufficialiparlano di un sommersoche sfiora quota 500mila.Arealizzarla è l'Associazioneitaliana celiachia (Aie), cheda trent'anni si batte perfar conoscere la malattia e

Con diagnosi e dietauna vita normale:spot con l'ex-fischiettoe la figlia «intollerante»

assieme alla sua famiglia. Ci sarannopoi inserzioni sulla carta stampata euna serie di locandine e manifestidistribuiti in centri medici e farmacie.Due gli altri testimonial, l'attrice GaiaDe Laurentis (anche lei con figliaceliaca) e il conduttore tv Daniele

Bossari, celiaco epresidente onorario ;

dell'associazione.«Abbiamo vissuto lemaggiori difficoltà primadella diagnosi, quando mia

i rischi correlati alla mancata diagnosi.Per l'occasione ha organizzato unacampagna di circa quattro mesi che siarticolerà attraverso uno spottelevisivo e radiofonico. Protagonista ildesignatore degli arbitri PierluigiCollina, padre di una ragazza celiaca,

figlia aveva 12 anni e persemolto peso in poco

tempo - racconta Collina - ma ogginessuno potrebbe dire che haun'intolleranza alimentare, perché lasua vita è uguale a quella dei suoicoetanei». Importanti sono unadiagnosi precoce e una dietaappropriata.

Rovereto, i 90 anni della Famiglia Materna

Ricordato con un convegnol'anniversario di fondazionedell'opera a tutela dellamaternità fragile e disagiata

ROVERETO. Di antico è rimastoforse soltanto il linguaggio con cui ifondatori nel 1919 auspicavano chele mamme "pericolate' non sisarebbero più sentite "né straniere,né ricoverate", ma avrebberotrovato in quella struttura "luce,affetto, sorriso". Compie 90 anni la"Famiglia Materna", ora costituita inFondazione con molteplici attivitàanche sul fronte della ricerca e dellaformazione, ma è verdissimal'intuizione dell'accoglienza come«un metodo per sostenere laresponsabilità della persona». Lospiega la direttrice Anna MicheliniConegliaro, qui da 7 anni dopo unlungo servizio nelle favelas delBrasile, che a questo tema hadedicato la riflessione proposta ierimattina nella sede di via Saibanti perl'anniversario al quale partecipano

anche l'arcivescovo di Trento, LuigiBressan e il sindaco della città,Guglielmo Valduga. Unriconoscimento del ruolo culturale,di promozione di una cultura dellavita, che i venti operatori dellaFondazione portano avanti nellospirito dei due fondatori: MariaLenner, toccata dall'incontro con unaragazza madre e il francescanopadre Emilio Chiocchetti, docentealla Cattolica di Milano.In via Saibanti, cuore p'ulsante delvolontariato e centro di solidarietàanche internazionale, l'accoglienzarinasce ogni giorno. Lo dicono lemamme che affidano per qualcheora i figli allo sperimentale Centrodiurno dagli orari flessibili. Lotestimoniano le donne accolte perqualche emergenza negliappartamenti al primo piano, lo

indicano i fiocchi azzurri e rosa dellaCasa d'accoglienza per ragazzemadri, 150 ogni anno e in gran partestraniere, per le quali "partono'progetti personalizzati che mirano allavoro e all'integrazione sociale. Daoggi saranno favoriti dall'innovativoCentro socio occupazionale, avviatoin esemplare collaborazione con lacooperativa sociale Punto d'approdoe presentato in occasione delnovantesimo compleanno: «IIsegreto di questa longevità credostia nel saper adeguare la fisionomiadei servizi ai cambiamenti dellasocietà - osserva il presidenteAlceste Santuari, docenteuniversitario di Diritto negli enti no-profìt - operare con competenzama anche con un'ospitalità reale,come volevano i due fondatori».

DiegoAndreatta

CONVEGNOINTERNAZIONALE

Un gruppo italiano dimedici e veterinari l'avevaprevista ma non era statoascoltato, ieri a Prato il

quarto decesso in Italia:morto un paziente di 85anni per le complicanzerespiratorie

DA MILANO LUCIA BELLASPIGA

U na pandemia "annunciata". Da un ungruppo di ricercatori, rimasto però ina-scoltato, forse a causa della «nazionalità»

(tutti italiani) e della sua composizione (veteri-nari e medici insieme), come sostengono gli au-tori della scoperta... Fatto sta che l'influenza cheoggi preoccupa il mondo, la H1N1 detta anche" suina" o influenza A, era stata prevista e descrit-ta, mesi prima che comparisse, da Ilaria Capua,ricercatrice dell'Istituto Zooprofìlattico Speri-mentale delle Venezie di Padova, e da Elisa Vicenzi,virologa del San Raffaele di Milano. È una dellenotizie uscite ieri dal convegno internazionale in-titolato "Dalla Sars all'influenza pandemica", or-ganizzato presso il San Raffaele dalla Taiwan In-ternational Health Action e dalla AssociazioneCarlo Urbani International, con il supporto scien-

tifico di Guido Poli (Univer-sità Vita-Salute San Raffae-le).Un convegno a dir poco tem-pestivo, che riunisce i massi-mi esperti italiani e stranieriproprio quando l'Italia con-ta il suo quarto morto (unuomo di 85 anni decedutol'altroieri a Prato a causa del-le complicanze dell'influen-za A), la Spagna raggiungequota 42, e nel mondo la ci-fra ufficiale è di 4.100 vittimea partire dai primi casi inMessico nel marzo scorso. Eper l'Organizzazione mon-diale della Sanità i casi di

contagio segnalati nel mondo sono 343mila inben 191 Paesi.L'intuizione di Capua e Vicenzi infrangeva un dog-ma: «Si escludeva che una pandemia potesse ar-rivare da un virus HI, cioè lo stesso delle norma-li influenze, perché di questo la popolazione mon-diale aveva già gli anticorpi», spiegano le ricerca-tóri. Così i rondi sono stati investiti sui virus H5,come quello della famosa "Aviaria". «Non abbia-mo creduto al dogma e abbiamo scoperto che in-vece nel mondo animale c'erano tanti virus HIcapaci di scatenare una pandemia», come poi èsuccesso. «Vista l'origine aviaria di tutti i virus, èvitale che mondo medico e veterinario si parli-no».Una delle lezioni che il mondo farà bene a tenerpresente per il futuro, tra le tante, fondamentali,uscite da un convegno che già nel titolo invita afar tesoro dell'esperienza passata, soprattutto del-la Sars, la " polmonite killer" che nel 2003 gettò nel

Castellino(Novartis):bassamortalità mail virus può dicolpo mutareIppolito(Spallanzani):evitaregli ospedali

panico il mondo, prima di essere sconfitta graziea una tempestiva azione di contrasto. Non a casoil simposio era dedicato a Carlo Urbani, il medi-co italiano che nel 2003 in Vietnam individuò laSars e in una settimana approntò le strategie di di-fesa, perdendo però la vita. «La Sars è stata la "pro-va generale", una nave scuola da cui non si potràpiù prescindere», hanno detto tutti gli esperti. Cheora, apochimesidal "picco" deOaHINI atteso perdicembre, evitano ogni allarmismo ma chiedonoa gran voce che non si abbassi la guardia: «Per a-desso la mortalità dell'HINI è bassa, ma quandoinizia una pandemia non si sa mai che direzioneprenderà - ricorda Flora Castellino, immunologain forze alla Novartis, una delle aziende che staper produrre il vaccino -. Può sparire come la Sarso invece mutare come la " Spagnola" del 1918, chefino a ottobre era innocua, da novembre variò dicolpo e fece 45 milioni di morti».

«Dobbiamo farci trovare pronti ed essere molto ef-ficienti - spiega Giuseppe Ippolito, direttore del-lo Spallanzani di Roma -, ad esempio non si puòpensare di scaricare il problema sugli ospedali,concentrare le persone nelle sale d'aspetto e neiPronto Soccorso significherebbe diffondere il vi-rus. L'influenza suina va ospedalizzata solo nei ca-si di gravi complicanze respiratorie», e a fare da fil-tro devono essere i medici di base: «Basta con iconsulti telefonici, si torni a visitare i pazienti nel-le case». Altrimenti, secondo le simulazioni con-dotte su basi matematiche, il picco ci sorprende-rebbe con le rianimazioni già sature, i respiratoriesauriti, gli ospedali al collasso. Un esempio? «Nelsolo Lazio, alla settima settimana, quella del pic-co dei casi, si verificherebbe un bisogno di lettisuperiore del 330% a quelli esistenti». Solo simu-lazioni, sia chiaro, ma che mettono in conto quan-to potrebbe avvenire.

ministro: nutriree idratare noncostituisconoterapia, né per noiné per il Pd.Anchela loro mozione nonparla di «terapia»nel caso di personedisabili ma nonin fase terminale

dibattito sul fine vitaSacconi: la Camera rifletta serenaFisichella: si continui nello sforzoDA TREVISO FRANCESCO DAL MAS

Più dialogo alla Camera per af-frontare «con serenità» il con-fronto sul biotestamento. So-

no d'accordo nelTauspicarlo mon-signor Rino Fisichella, rettore dellaPontificia Accademia per la vita eMaurizio Sacconi, ministro della Sa-nità, davanti a una platea di giovani,oltre che di adulti, convocata al PioX di Treviso dal Movimento per la Vi-ta e dal "Teatro dei Piccoli". Il «gran-de sforzo fatto in Senato spero chepossa continuare alla Camera», af-ferma Fisichella.È l'operosa fatica di «un dialogo» ba-sato sullo «profonda comprensione»delle situazioni di disagio. Quasi i-dentiche le parole del ministro Sac-coni: «Auspico che ci possa essereun confronto sereno e che il Parla-mento, con la sua sovranità, riflet-ta». Entrando nel merito, Sacconiprecisa: «La tesi della "zona grigia" èinteressante, ma è una cosa diversadalla dichiarazione di fine vita per laquale è giusto vi sia una regolazionealquanto cauta. Così è stata quelladel Senato».Insiste a sua volta Fisichella: «Dob-biamo rispettare la capacità dei de-putati di sviluppare al meglio questatematica. È inevitabile che ci debbaessere una profonda comprensioneper tutte le situazioni dei singoli esoprattutto delle famiglie che vivo-no una condizione di profondo di-sagio». Il ministro poi puntualizzache «una cosa urgente e diversa» èquella della garanzia di bisogni co-me l'alimentazione e l'idratazioneche «non costituiscono terapia, néper noi né per il Pd, perché anche la

loro mozione non le chiama "tera-pie" se sono per persone disabili nonin fine di vita». Questo - specifica co-munque Sacconi - «non significa in-sistenza nel caso in cui la personaterminale rigetti coscientemente l'a-limentazione e l'idratazione, che inquel caso possono essere sospese. Ioparlo di un aspetto che non riguar-da la terminalità ma la disabilita».Dal canto suo Fisichella, dopo averricordato che «l'autodeterminazionenon è un principio assoluto» e che «ènecessario che la vita sia sempre ri-spettata da tutti e in ogni caso», haosservato che su questo argomentoci sono posizioni differenziate di cuitener conto; non c'è solo quella deiradicali, c'è anche quella del mondocattolico «che ha tutto il diritto di es-sere ascoltata e rispettata come le al-tre istanze presenti nel nostro Pae-se», per cui «imporre una sola posi-zione sarebbe in ogni caso umilian-te per una parte consistente del Pae-se». Alla domanda dei giornalisti secostituisce un problema per i catto-lici la posizione assunta dal presi-dente della Camera Fini, Fisichellaha risposto: «Io credo che tutti do-vremmo essere capaci di esprimerele nostre opinioni e di motivarle,dando loro la razionalità che con-senta di far sì che, proprio perchénon sono elementi che provengonodalla fede, ma dalla ragione, possa-no essere accolti da tutti». Al conve-gno - presenti anche Francesco D'A-gostino, Paolo De Coppi, Pino Mo-randini, Maria Luisa De Natale - si èparlato pure di Ru486: «C'è un'og-gettiva incompatibilità fra il tratta-

, mento farmacologico e legge 194»,ha ribadito il ministro.

DAL NOSTRO INVIATO A TORINOENRICO NEGROTTI

Punta a dimostrare che i di-ritti non resteranno solosulla carta la terza Confe-

renza nazionale sulle politichedella disabilità - che ha per slo-gan "Tutti uguali, tutti unici" - or-ganizzata dal ministero del La-voro, della Salute e delle Politi-che sociali con la collaborazionedella Città di Torino, e che vedela partecipazione di un amplis-sima area di associazioni e di en-ti locali. Centro dell'attenzione èinfatti la Convenzione Onu suidiritti delle persone con disabi-lità, approvata a New York nel2006 e ratificata dall'Italia nelmarzo scorso: un punto impor-tante della nostra legge naziona-

«Entro Fanno l'Osservatorio perle disabilità»

le è l'istituzione di un Osservato-rio sulla condizione delle perso-ne disabili che - ha assicurato ie-ri il sottosegretario alla Salute Eu-genia Roccella - «sarà attivo en-tro l'anno» non appena sarà ap-provato il decreto attuativo.Introdotta dal messaggio di sa-luto del presidente della Repub-

blica forgio Napolitano, la ter-za Conferenza - sei anni dopoquella di Bari - si confronta conla novità rappresentata dallaConvenzione Onu. «È stato ungrande merito dell'Italia - ha sot-tolineato nella sua lezione magi-strale il giudice costituzionaleMaria Rita Saulle - avere propo-sto fin dagli anni Ottanta la sti-pula di questa Convenzione. Si s

dovette lottare, e io sostenni que-sta causa appoggiata dal nostro -ministero degli Esteri, per far sìche i diritti delle persone disabi-li fossero annoverate tra i dirittiumani (da trattare a Ginevra) enon tra i diritti umanitari (chevengono trattati aVienna)». L'ap-provazione della Convenzioneha rappresentato «un momentostorico» ha osservato Mario Me- .

lazzini, presidente della Associa-zione italiana sclerosi laterale a-miotrofica: «Deve essere sentitacome un documento di tutti i cit-tadini perché, come puntualiz-za la classificazione Icf dell'Or-ganizzazione mondiale della sa-nità, chiunque, in un momentodella vita, in un contesto am-bientale sfavorevole, può diven-tare disabile». Melazzini ha poi

'sottolineato alcuni articoli dellaConvenzione: il 3 comma d (ri-spetto per la differenza e accet-tazione delle persone con disa-bilità come parte della diversitàumana e dell'umanità stessa), il10 (sul diritto alla vita), il 19 (sul-la diritto a una vita indipenden-te) e il 25 (sulla salute). Pur conalcune «criticità» che ancora van-no affrontate, e che il momento

Conferenza nazionaleII sottosegretario Roccella:presto il decreto attuativodell'organismo: aumentareil peso delle associzioniMelazzini: i portatoridi handicap diventinoprotagonisti delle scelte

economico sfavorevole non aiu-ta a superare (il problema dei fi-nanziamenti alle politiche dellanon autosufficienza è stato sot-tolineato anche daTommaso Da-niele, presidente del Forum ita-liano disabilita), Melazzini ha in-vitato tutti gli attori coinvolti nel-

le politiche sulla disabilità, a o-perare in modo sinergico, solle-citando le stessepersone disabi-li e le loro famigEe, a «diventareprotagonisti e artefici del propriodestino».E il sottosegretario alWelfare Eu-genia Roccella ha puntualizzato"impegno del governo per ren-dere realmente efficace e rap-presentativo l'Osservatorio na-zionale: «Dei 40 membri previ-sti, il ministero ha chiesto che al-le associazioni sia riservato nonpiù il 20%, ma un terzo delle pre-senze, comprimendo ilpiù pos-sibile i posti istituzionali, di mi-nisteri ed enti, proprio perché vo-gliamo rendere operativo il prin-cipio "niente su di noi senza dinoi" a conferma del fatto che nonpossono esserci interventi real-

mente efficaci senza il direttocoinvolgimento delle personecon disabilità». «All'Osservatorio- ha aggiunto Eugenia Roccella -spetterà il compitodi redigere un rapporto periodi-co sulle misure prese per rende-re efficaci gli obblighi sanciti dal-la Convenzione, la relazione alParlamento sulla attuazione del-la legge 104/92 (sulla disabilità)e un programma di azione bien-nale che ìndichi le priorità per at-tuare la Convenzione». I lavoridella Conferenza nazionale so-no proseguiti (e terminerannooggi) con sette gruppi di lavoroche produrranno le prime pro-poste sulle tematiche più urgen-ti, che saranno poi oggetto di unincontro al ministero del Welfa-re prima della fine dell'anno.