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AK Informa
Informazioni su Clima -Ambiente e Società 15.01.17
n. 2 - anno XIV
con il patrocinio del
Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare
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SOMMARIO - Meteoclima settimanale: analisi della settimana passata e previsioni per la successiva; - Cambiamenti climatici: Il gelo al Sud colpa dei cambiamenti climatici;
- La Voce di AK: Venerdì prossimo tutti a Roma per Trump – E’ nata la nostra mascotte ;
- Pillole di scienza a cura del prof. Luigi Campanella;
- La pagina dei funghi di Carmine Siniscalco;
- La “Buona Novella” di Daniela: ;
- Le Curiosità della natura: La rondine comune ;
- Appuntamenti: L’Italia dei Parchi.
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METEOCLIMA DEL 15 GENNAIO 2017 Analisi sulla settimana appena trascorsa Diamine, che inverno! Erano più di 10 anni che non si aveva una tale situazione di neve e gelo. Neve
arrivata fino al mare e le stesse isole minori del caldo mar Mediterraneo imbiancate. E’ allora, dov’è
‘sto riscaldamento globale? Una domanda che ci fanno i più “sprovveduti”. Invece è proprio l’anomalo
riscaldamento atmosferico che ha creato una barriera alle correnti artiche che così invece di
continuare a girare intorno all’estremo emisfero settentrionale del pianeta, sono state deviate più a
sud. Il fenomeno dei cambiamenti climatici pertanto non è altro che il risultato del riscaldamento
globale. Vediamo allora cosa ci dobbiamo aspettare per la settimana entrante.
Neve sulle isole Eolie
PREVISIONI dal 15 al 22 gennaio 2017
Ritorna il gelo artico che inizialmente investirà le regioni adriatiche e poi tutte le altre anche quelle del
versante tirrenico. Neve a bassa quota dall’Emilia Romagna all’Abruzzo. Nevicate sulle Alpi orientali
e su gran parte della dorsale appenninica a partire da 400 metri. Ovviamente le temperature in
diminuzione quasi ovunque e i mari Adriatico e Ionio molto mossi, mossi gli altri mari. Da martedì
fino a tutto mercoledì la neve interesserà anche il settore nord occidentale e parte dell’alto Tirreno.
Piogge altrove. Forte maltempo è previsto sulla Sardegna. Temperature sempre sotto la media
stagionale e tutti i mari da mossi a molto mossi.
Giovedì una tregua del maltempo al nord, mentre ancora neve e piogge intense al centro e al sud.
Venerdì ancora tempo perturbato quasi ovunque, tuttavia ampi rasserenamenti si prevedono sulle
regioni dell’alto e medio Tirreno.
Per il week end lento miglioramento del tempo quasi ovunque anche se sulle estreme regioni
meridionali potrebbe formarsi un nuovo nucleo di bassa pressione con piogge e colpi di vento. Le
temperature sempre sotto la media stagionale e i mari generalmente mossi.
TORNA ALL’INDICE
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EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SU SCALA PLANETARIA
IL GELO AL SUD COLPA DEL RISCALDAMENTO
GLOBALE
Intervista a 2 climatologi
Il gelo e la neve arrivati sino alla Puglia sono "un'anomalia, un evento raro" che rientra "nella
normale variabilità naturale"; peraltro, "è molto difficile legare un singolo evento estremo al
cambiamento climatico, il cui trend, anche in Italia, indica un progressivo aumento delle temperature
e di ondate di calore, una riduzione delle ondate di freddo con inverni mediamente sempre più miti".
A dirlo è Silvio Gualdi, dirigente della Divisione simulazioni e previsioni climatiche del Centro euro-
mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) e futuro presidente della Società italiana per le scienze
del clima. Giampiero Maracchi, emerito di climatologia all'Università di Firenze, da parte sua afferma
che "le nevicate in grande quantità, come quelle di questi giorni al centro sud Italia, sono legate
all'effetto serra, che non vuol dire caldo ma soprattutto eventi estremi".
La ragione dell'ondata di gelo, spiega Gualdi, è "il blocco del flusso atmosferico tradizionale che
dall'Atlantico scende sul Mediterraneo e l'intrusione di aria fredda da nord est, che è una situazione di
variabilità naturale e quest'anno ha investito oltre alle regioni dell'Italia centrale anche la Puglia, di
solito esclusa". Riconducibili al cambiamento climatico, aggiunge, sono "le anomalie del dicembre
scorso ad esempio in Artico, con più caldo e riduzione del ghiaccio marino, con minimi che di anno in
anno raggiungono nuovi record o un inverno mite in Norvegia, eventi questi che saranno sempre più
frequenti". Nel caso di quest'ultima ondata di maltempo, Maracchi parla di "evento raro ma negli
ultimi anni non così eccezionale" e ricorda il 2012 quando a Forlì ci furono due metri di neve,
sottolineando la "frequenza elevata" di questi fenomeni anche a carattere nevoso.
"Con il cambiamento climatico le stagioni sono sfalsate. Veniamo da un autunno caldo con
temperature sopra la norma e una maggiore evaporazione dall'Atlantico. Quando poi si combina con
l'aria fredda da nord-est, cade tutto insieme", prosegue l'esperto. "La nostra società è vulnerabile ai
cambiamenti climatici e alla variabilità meteorologica naturale" osserva Gualdi secondo cui "la grossa
sfida è estendere ad una scala temporale più lunga le previsioni, dando informazioni sulla probabilità
che si verifichino anomalie di precipitazioni o temperature che superino determinate soglie, in una
certa area di interesse. Molti centri in Europa lo fanno in modo operativo. In Italia per ora lo facciamo
in modo sperimentale, ma ci stiamo preparando all'operatività" conclude Gualdi annunciando che
l'orizzonte per queste previsioni è molto vicino e raggiungibile "in un paio anni".
Fonte:
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“INERZIA DEGLI OCEANI” “Inerzia degli oceani”: anche se cessasse l’immissione in atmosfera
dei gas serra il mare continuerà a salire ancora per mille anni
Anche se un giorno l’umanità riuscirà ad azzerare le sue emissioni di gas serra, il livello del mare
continuerà a salire per i secoli a venire. Lo affermano i ricercatori del Massachusetts Institute of
Technology (Mit), che prendono in esame le emissioni sia di anidride carbonica sia di composti di
breve durata, cioè di gas serra che permangono solo per alcuni anni o decenni in atmosfera come
metano, clorofluorocarburi o idrofluorocarburi.
“Inerzia degli oceani”: anche se azzerassimo i gas serra il mare continuerà a salire per mille
anni. In uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, gli
esperti confermano precedenti studi in base ai quali, una volta interrotte le emissioni di CO2, il
riscaldamento globale e l’innalzamento del mare a loro associati proseguiranno per mille e più anni.
Inoltre anche per il metano, che ha una permanenza in atmosfera di appena 10 anni, gli effetti
dureranno per secoli dopo lo stop alle emissioni.
La causa è “l’inerzia degli oceani”. Nel momento in cui il termometro del Pianeta sale a causa dei
gas serra, spiegano gli scienziati, le acque si scaldano e si espandono, facendo innalzare il livello del
mare. “Nell’oceano il calore scende sempre più in profondità determinando una continua espansione
termica”, affermano i ricercatori. La fuoriuscita di questo calore dal mare e quindi il raffreddamento,
sottolineano, “è un processo molto lento, lungo centinaia di anni”. (ANSA)
TORNA ALL’INDICE
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LA VOCE DI ACCADEMIA KRONOS
IL FUTURO DEL PIANETA PUO’ DIPENDERE ANCHE DA
TE! VENERDI’ 20 TUTTI A ROMA
E’ GIUNTO IL MOMENTO DI DIMOSTRARE NON SOLO AGLI ALTRI, MA SOPRATTUTTO
A SE STESSI, SE IL NOSTRO IMPEGNO ECOLOGISTA E’ REALE O SOLO DI FACCIATA. IL
20 DI QUESTO MESE E’ L’OCCASIONE PER DIMOSTRARLO.
E’ IN GIOCO IL FUTURO DEL NOSTRO PIANETA. PURTROPPO IL NUOVO PRESIDENTE DEGLI USA,
CHE SI INSEDIERA’ ALLA CASA BIANCA VENERDI’ 20 GENNAIO, SI E’ CIRCONDATO DI
COLLABORATORI CHE NEGANO IL RISCALDAMENTO DELLA TERRA, CHE VOGLIONO
RITRATTARE GLI ACCORDI DI PARIGI SUL CLIMA, LIMITARE L’USO DELLE ENERGIE
RINNOVABILI E INCENTIVARE L’USO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI.
NOI DI ACCADEMIA KRONOS, INSIEME A TUTTI GLI ALTRI MOVIMENTI AMBIENTALISTI
EUROPEI , SIAMO PROFONDAMENTE PREOCCUPATI PER LA SORTE DELL’UMANITA’ QUALORA
TALI PROPOSITI DI “RIVISIONE” VENISSERO REALIZZATI.
ABBIAMO PERTANTO PENSATO DI INVIARE UNA LETTERA AL PRESIDENTE TRUMP
RICORDANDOGLI CHE SE HA A CUORE LA QUALITA’ DELLA VITA E LA SALUTE DEGLI
AMERICANI ED ANCHE DI TUTTO IL PIANETA, NON PUO’ CHE ASCOLTARCI E PARTECIPARE
ALLO SFRORZO PLANETARIO DI TUTTI NOI PER FERMARE QUESTA CORSA VERSO
L’ECOCATASTROFE.
LA LETTERA CHE VERRA’ APERTA E LETTA IL 20 GENNAIO A ROMA IN PIAZZA BARBERINI
ALLE ORE 11, NON CONTIENE TONI POLEMICI NE’ TANTOMENO MINACCIOSI, E’ INVECE UN
INVITO CORTESE A RITRATTARE, DOPO EVENTUALI VERIFICHE SCIENTIFICHE, LE
DICHIARAZIONI ANTI-ECOLOGISTE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE. NELLA LETTERA AL
NUOVO PRESIDENTE CHIEDIAMO DI FORNIRE AL MONDO INTERO UNA PROVA DI SENSIBILITA’
E DI CIVILTA’ A FAVORE DI UN FUTURO PIU’ SERENO E VIVIBILE PER TUTTA L’UMANITA’.
CARI AMICI, SIMPATIZZANTI E SOCI, IN QUESTO MOMENTO ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER IL FUTURO
NOSTRO E DEI NOSTRI FIGLI, OGNUNO DI NOI E’ TENUTO A DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO…QUINDI ALLE ORE
11 DI VENERDI’ 20 GENNAIO CI VEDIAMO TUTTI A PIAZZA BARBERINI…….VI ASPETTIAMO.
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E’ nato Geo la mascotte di Accademia Kronos
Il 9 gennaio 2017 alle 7,00 di mattina circa al
galoppatoio Il Regnodi Quat, sede di AK Manziana, c’è stato un lieto evento: Geo della
Katipan un atteso puledrino nato da Fenice una cavallina della Giara e Drago di Monterano
un maremmano tolfetano.
Questa nascita segue un preciso progetto della Katipan A.S.D. di Manziana associazione che
ha sviluppato la ricerca antropologica sociale del buttero della maremma romana, figura
scomparsa dopo la riforma agraria realizzando nel 2007 la “Carta d’Identità” del Buttero
contemporaneo, successivamente con alcuni associati ha costituito nel 2014 la Sezione
Manzianese di Accademia Kronos, per sviluppare a pieno le loro ambizioni statutarie.
La Katipan a contribuito e promosso la rivalutazione della razza equina maremmana, infatti
oggi si possono ammirare nella fattoria di Manziana diversi splendidi esemplari di
maremmani, figli del nobile stallone M. Quait di Rossano Pannacci e Alessandra Catini che
purtroppo nello splendore della sua attività sportiva e venuto a mancare.
Nei loro progetti durante le notevoli soddisfazioni allevatoriali e sportive con i maremmani è
nata l’idea di contribuire alla valorizzazione di un’altra razza equina italiana che in qualche
modo aveva le stesse caratteristiche, i cavalli della gira. Bellissimi esemplari equini ma troppo
selvaggi per una commercializzazione nel mondo equestri rivolto ai ragazzi e bambini che
praticano equitazione.
Sembra che gli obbiettivi irraggiungibili attraggono i Butteri contemporanei, venuti a
conoscenza che questa sperimentazione era già stata provata in Sardegna, incrociando i
cavalli della Giara con i cavalli arabi, senza risultati prefissi in quanto troppo “nevrili” e
pertanto non affidabili, per i bambini nelle attività equestri, quindi il progetto fu
abbandonato.
Rossano ed Alessandra di AK studiando le caratteristiche dei cavallini della Giara e
conoscendo bene quelle del maremmano, in questo caso del tolfetano, hanno proposto di
creare un incrocio che possa dar vita a dei cavallini di circa un metro e quaranta quindi dei
pony con notevoli capacità sportive ed equestri, da competere perfettamente con altre razze
molto pregiate straniere e commercializzate qui in Italia.
La Katipan ha acquistato Fenice una vanitosa cavallina della Giara, per iniziare questa
valorizzazione.
Le cose non accadono forse sempre a caso perché lo scorso anno il Parco Naturalistico di
Monterano aveva un serio problema con un puledro selvaggio abbandonato nella riserva
presso le rovine di Monterano. Il puledro però recava problemi e pericolo per cui la situazione
era subito apparsa seria sia per l’Ente Parco che per il Comune. Questi due enti da diversi
mesi cercavano, inutilmente, una soluzione come la cattura per l’identificazione del puledro.
In quel periodo la Katipan e A.K. Manziana svolsero una conferenza nei locali del Ente del
Parco di Monterano, “Il Buttero Contemporaneo” Scopi presenti e futuri di un elemento importante
per un sistema di sviluppo eco-responsabile come azione di crescita del territorio e riconquistare la
cultura identitaria d’appartenenza, nel e per il nostro territorio. Apprezzando il nostro impegno e
riconoscendo le nostre capacità esposero il problema ai dirigenti di AK locale di questo puledro
abbandonato fino a donarlo alla sezione AK ci Manziana.
Il puledro è stato chiamato Drago di Monterano, il memoria di un grande socio di Accademia Kronos
Fabrizio Drago e come riconoscenza al Parco che ha donato l puledro.
Avendo sotto gli occhi tutti i giorni sia Fenice che Drago, Rossano ed Alessandra hanno pensato
all’incrocio ideale ed è arrivato G. Geo della Katipan.
G. sta per della Giara, Geo territorio e della Katipan l’allevamento.
I soci della Katipan A.S.D., quelli di A.K. Manziana e il Presidente nazionale Ennio La Malfa
sostengono ed incoraggiano l’iniziativa.
Per gli appassionati interessati e possibile venire a fargli visita presso la nostra fattoria
immersa nel verde del bosco di macchia grande a Manziana (Rm).
Info e pren. 328.6681425 oppure 329.0067447
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A cura del Prof. Luigi Campanella
Dipt. Chimica Università “La Sapienza”, Roma
Siamo bombardati continuamente da informazioni che non sempre divengono conoscenza, che è
certamente livello superiore della informazione. Con questa impostazione in questa rubrica
cercheremo invece in modo semplice di promuovere la conoscenza su scoperte e problematiche che la
scienza nel mondo cerca di affrontare per migliorare la qualità della nostra vita e dell'ambiente che ci
circonda. Medicina, Alimentazione, Dispositivi di Sicurezza e Protezione con i relativi caratteri di
Qualità, Accuratezza, Affidabilità saranno i temi delle mie pillole che spero interesseranno i ns lettori e
sui quali cercheremo di dare al lettore la capacità di andare oltre il flash informativo
Luigi Campanella
************ IN QUESTO NUMERO:
- Sandwich carta-plastica;
- Lotta contro i tumori;
- Il futuro della chimica.
Sandwich carta-plastica = meno energia meno CO2 prodotta Alla ricerca di materiali sempre più leggeri, ma anche resistenti dal cui impiego derivano risparmi ed
abbattimento di costi: si pensi agli aerei, agli autoveicoli, la plastica ha fornito un’opportunità
significativa. Sandwich carta plastica (a base di poliuretani) trovano già applicazione nell’industria
automobilistica con guadagno economico ed ambientale (meno energia consumata meno CO2
prodotta)
LOTTA CONTRO I TUMORI DA UN PIU’ STRETTO RAPPORTO TRA CHIMICA
E BIOLOGIA I prodotti naturali sono stati per molto tempo una sorgente fertile di cure per il cancro, proiettato
purtroppo a divenire la principale causa di morte in questo secolo. C’è comunque un continuo bisogno
di sviluppare nuovi farmaci antitumorali, nuove combinazioni, nuovi protocolli, nuove strategie
chemioterapiche attraverso l’esplorazione metodica e scientifica di un enorme pool di prodotti
sintetici, biologici e naturali. Ci sono almeno 250000 specie di piante delle quali più di mille hanno
mostrato di possedere significative proprietà antitumorali. Mentre molte molecole ottenute dalla
natura hanno mostrato meravigliose proprietà, per molte altre si richiedono ancora ricerche ed
approfondimenti da parte dei ricercatori di chimica medica. Molte di queste strutture molecolari sono
state oggetto di recenti lavori dei quali è stato anche riportato il meccanismo di azione e la relazione
fra strutture e proprietà antitumorali a livello molecolare, cellulare e fisiologico. Fra i più popolari e
studiati ed anche interpretati, il taxol efficace nel trattamento dei tumori ovarici, la podofillotossina
della cui modificazione sintetica si è realizzato l’Etoposide attivo contro i tumori del polmone e dei
testicoli, la Camtotecina isolata dalla Camtoteca acuminata, la Vincristina, la Vinblastina, la
Colchicina, l’Ellipticina ed il Lepacolo con il Flavopiridolo, un analogo semisintetico della Roituchina,
PILLOLE DI SCIENZA
un alcaloide indolico estratto dalle foglie della specie Ocrosia. Alcuni studi recenti hanno evidenziato le
proprietà antitumorali di alcune piante, assai meno note di quelle citate, presenti nella regione
Himalaiana.
La comprensione della terapia antitumorale è partita storicamente con lo sviluppo delle tecniche di
biologia molecolare che hanno consentito l’identificazione delle specie attive e dei composti prima
indicati nonché dei loro meccanismi di azione.
Tale identificazione è stata la base preliminare all’isolamento di singole proteine o delle loro rilevanti
versioni umane. Un contributo notevole è venuto dallo sviluppo delle tecnologie sperimentali e delle
relative strumentazioni che hanno consentito di completare questo tipo di ricerche. Sulle stesse la
comunità scientifica e la società civile contano per scoprire nuove risorse, puntando sul rapporto
sempre più stretto fra chimica e biologia.
IL FUTURO DELLA CHIMICA Nel 1894 il Times predisse che in 50 anni Londra sarebbe stata sommersa dagli escrementi dei cavalli.
In 10 anni l’avvento dell’auto a motore unitamente ad altre scoperte in campo ambientale ha reso la
previsione non reale. Questo dimostra come sia difficile prevedere il futuro ma come sia opportuno
prepararsi ad esso.
La Royal Chemical Society ha con questo fine intrapreso il progetto. Il futuro delle Scienze Chimiche,
dal quale emerge che le difficoltà principali sono rappresentate dagli imprevedibili tempi di anticipo
necessari. A tal fine sono stati ipotizzati quattro differenti scenari per il futuro:
1) La chimica salva il mondo: è stata capace di risolvere tutti i principali problemi che affliggono
la società conquistandosi l’apprezzamento e la fiducia dei cittadini. Di conseguenza influenza
maggiormente le scelte politiche.
2) La chimica è una commodity, è più imprenditoriale che sociale.
3) Un mondo senza chimica: la forza della chimica come scienza centrale diviene la sua debolezza
che le fa perdere identità, emergendo le sue divisioni, risultando assorbita dalle altre discipline.
Ne risulta fortemente limitato di potenziale per nuove scoperte chimiche.
4) La chimica del mercato libero: è un mondo più povero con bassa crescita economica e crescenti
diseguaglianze fra i paesi. Con risorse scarse sempre più molti governi riducono drasticamente
le spese in ricerca. Il gap è coperto da privati filantropici e i chimici corrispondono alle priorità
di questi finanziatori in più dandoci un’educazione anche economica e commerciale.
Dinnanzi ai 4 scenari rimangono le domande che vengono poste: cosa accadrà all’identità della
chimica come disciplina distinta? cosa accadrà alla Comunità dei chimici, studenti, insegnanti,
ricercatori universitari ed industriali? Chi stabilirà la priorità delle ricerche? Quali cambiamenti
curriculari possono scaturire anche prima di quanto atteso? Chi praticherà la chimica e dove (casa,
università, industria)?Di quali competenze i chimici avranno bisogno? La Royal Chemical Society,
come del resto tutte le altre Società Chimiche Europee, guarda alle risposte a tali domande come a
motivi chiave per le strategie da adottare a lungo termine.
TORNA ALL’INDICE
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LA PAGINA DEI FUNGHI
di Carmine Siniscalco
Funghi Comuni Caratteristiche principali, Sosia, Aspetti Tossicologici
Parte 62esima
Segue da Parte 61esima sulla contraddizione fra la corretta informazione micologica e il
consumo di prodotti fungini commerciali che possono avere ripercussioni sulla salute
pubblica:
A partire dalla parte quarantacinquesima fino a tutta la parte sessantunesima di questa rubrica più
volte è stata sospesa la trattazione ordinaria di quei principi attivi e particelle scoperte nei
macromiceti di cui se ne conoscono con certezza le funzioni perché sono stati divulgati, in tempo
reale, diversi casi di avvelenamento ed intossicazione con funghi.
La trattazione degli episodi incresciosi di avvelenamento ed intossicazione è avvenuta,
rigorosamente, attingendo sempre da fonti di riferimento valide e titolate.
Nella parte sessantunesima è continuata l’analisi di una fenomenologia molto particolare che è
venuta consolidandosi ed intensificandosi negli ultimi venti anni:
gli avvelenamenti e le intossicazioni da funghi selvatici fuori periodo di crescita degli sporofori
Segue su avvelenamenti ed intossicazioni da funghi selvatici fuori periodo di crescita degli
sporofori. La prima specie trattata è: Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.
Prima di procedere all’analisi di alcuni episodi di avvelenamento ed intossicazione da funghi del
“Genere” Armillaria (Fr.) Staude, volgarmente chiamati “chiodini” o “famigliole” ho ritenuto
opportuno continuare la trattazione su alcune considerazioni inerenti le note tecniche, riportate
nelle parti precedenti di questa rubrica, sulla struttura, raccolta, conservazione, e utilizzo
alimentare di questi funghi, ragguagliandoci in caso di necessità alla letteratura di riferimento.
Considerazioni sulla conservazione dei funghi in ambito domestico con il metodo del
congelamento lento
Nella parte sessantunesima ho evidenziato alcune criticità legate alla pratica casalinga della
conservazione dei funghi tramite il congelamento lento. Queste possono riassumersi in:
le temperature dei freezer domestici non sono idonee od ottenere un corretto congelamento
lento;
in generale le temperature raggiunte nelle celle dei freezer domestici sono comprese,
mediamente, tra –6°C e –18°C;
un corretto congelamento lento a livello domestico richiede almeno temperature tra
-18°C e -25°C;
un congelamento totale di un cibo è impossibile da ottenere in abito domestico;
la presenza di piccole molecole d'acqua non congelate permette comunque lo svolgersi di
reazioni chimiche ed enzimatiche, che portano, seppur lentamente, al deterioramento
(putrefazione) dei cibi;
solo a livello industriale la temperatura è abbattuta tra i -30°C e i -50°C generando un
congelamento rapido detto anche comunemente surgelazione;
più è bassa è la temperatura con cui l'alimento viene conservato più le modificazioni della
composizione degli alimenti sono minori;
con il congelamento lento all’interno dei cibi si formano cristalli di ghiaccio di dimensioni
maggiori rispetto a quelli prodotti mediante il surgelamento;
durante lo scongelamento degli alimenti congelati in ambito domestico si ottiene la
perdita di molti liquidi causata dello scioglimento dei grossi cristalli d’acqua che hanno
danneggiato una parte delle cellule dei cibi:
Sporofori di Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm. Grande perdita di liquidi in sporofori
congelati crudi e coperti di abbondante brina. appartenenti al “Genere” Armillaria (Fr.) Staude
scongelati in laboratorio.
Estratti autorizzati dall’autore della Tesi di Laurea “Intossicazioni da funghi nel territorio di ASL
Milano nel periodo 2004 – 2014: analisi dei dati, criticità e proposta di un nuovo approccio del
micologo in ambito ospedaliero” discussa dal dott. Massimo Verzolla presso l’ Università degli
Studi di Milano – Corso di Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie della
Prevenzione [scaricabile gratuitamente dal portale ISPRA – Progetto Speciale Funghi
(http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/lispra-e-la-biodiversita/attivita-e-
progetti/progetto-speciale-funghi-1/pdf/TESI_VERZOLLA.pdf)]
(Arrangiamento grafico di C. Siniscalco- © -Archivio GMEM-AMB)
Da quanto fin ora rilevato ed abbondantemente sottolineato emerge che:
i cibi con alto contenuto di liquidi non si prestano ad essere congelati crudi perché
durante lo scongelamento perderebbero tutta l’acqua risultando immangiabili;
i funghi in generale contengono mediamente intorno al 90% di acqua per cui va da se
che le cellule devono essere fissate preventivamente tramite la pratica della
“sbollentatura”;
dalla “Parte Diciassettesima”: la “buona pratica” della “sbollentatura” si può
efficacemente eseguire con una prebollitura in acqua di tre o quattro minuti dei
funghi mondati e lavati;
ad oggi non sono conosciute la/le molecole tossiche che si formano durante i processi
degenerativi a livello istologico di funghi del “Genere” Armillaria (Fr.) Staude
sottoposti congelamento lento sia in habitat “gelate notturne”, sia a livello domestico
con temperature comprese tra –6°C e –18°C;
la quantità di brina presente sull’alimento congelato sia in ambito domestico sia a
livello industriale è secondo me è un buon indicatore di una corretta gestione della
catena del freddo. Ad esempio una evidente presenza di brina percepibile a “colpo
d’occhio” evidenzia tutta una serie di criticità nella gestione della catena del freddo tra
cui una delle più importanti è l’interruzione della catena stessa per periodi troppo lunghi;
i “chiodini” o “famigliole” (funghi del “Genere” Armillaria (Fr.) Staude che, in generale,
nel nostro paese vengono tutti ricondotti ad Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.)
congelati crudi sono tossici e sono da considerarsi un serio pericolo per la salute
pubblica.
…………………………………………………………...………….continua nel prossimo numero
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“LA BUONA NOVELLA”
Pagine a cura di Daniela Rosellini
Porre l'attenzione sui fatti positivi, pare contribuisca al successo in ciò che si desidera raggiungere,
faccia bene alla salute e allunghi la vita di 7 anni. In questa rubrica verranno perciò riportate
esclusivamente le notizie relative alle ricerche, agli eventi, alle persone ed alle iniziative, che intendono
migliorare la società e la vita quotidiana, per un modello di sviluppo etico e sostenibile. E se ognuno di
noi, nel suo piccolo, potesse fare qualcosa, perché no?
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A 22 anni, è considerata l'erede di Albert Einstein
Sabrina Gonzalez Pasterski ha 22 anni ed è laureata al “Massachusetts Institute of Technology di
Boston”. Dottoranda ad Harvard, non ha Facebook, non pubblica foto su Instagram o Twitter, non beve,
non fuma, ma ama spasmodicamente la Fisica ed in molti pensano che possa essere l'erede di Albert
Einstein.
Sabrina è la prima della sua famiglia ad essere nata in America, i suoi genitori sono cubani e si sono
trasferiti nei sobborghi di Chicago, parecchi anni fa.
A soli 14 anni, la ragazza costruì un prototipo di aereo: il volo, infatti, è la sua grande passione, tanto da
iniziare nel 2003, a 10 anni, a prendere lezioni. Quattro anni dopo, volava già da sola. Peggy Udden,
segretario esecutivo del “Mit”, ha dichiarato che quando la vide per la prima volta non poteva credere ai
suoi occhi “Non tanto perché fosse così giovane, ma soprattutto perché era una ragazza…!”. I professori
Allen Haggerty e Earll Murman, appena visto il video della ragazza alle prese con la costruzione di un
aeroplano, rimasero di stucco: “Le nostre bocche ciondolavano spalancate, il suo potenziale va al di là di
qualsiasi misurazione”.
Oggi Sabrina ha 22 anni, ma non ha ancora perso il gusto di stupire, anche se lo fa senza volerlo. Le sue
ricerche, infatti, potrebbero cambiare radicalmente la concezione che i suoi illustri predecessori hanno
dato dell'Universo. Sono studi arrivati fino agli uffici della Nasa, dove il nome di questa ragazza ha
cominciato ad incuriosire alcune delle menti più brillanti d'America.
Il “Mit” di Boston la considera la sua punta di diamante, Stephen Hawking legge e cita regolarmente le
sue ricerche, ma anche Jeff Bezos è rimasto incantato dalla mente geniale di Sabrina, tanto da contattarla
direttamente e proporle un posto di rilievo nella sua “Blue Origin”, dichiarando: “Le porte per lei sono
sempre aperte”.
La vita della giovane è dedicata totalmente alla Fisica: “Una materia di per sé eccitante. Quando sono
stanca dormo, quando sono sveglia, penso alla Fisica” dice, e oggi studia i buchi neri, la gravità e le regole
che governano lo spazio-tempo, soprattutto dal punto di vista della meccanica quantistica. Si concede
soltanto un diversivo: pubblica i suoi successi in PhysicsGirl, insieme alle sue ricerche e a tutte le
copertine delle riviste che, nel corso degli anni, hanno parlato di lei.
*****************************
Polenta per tutti, al ”Mercato contadino”
“…la polenta non è solo vivanda; è paesaggio, memoria, offerta rituale … Né può essere consumata in
solitudine poiché è cibo conviviale, da dividere in famiglia o con gli amici, perché non sopporta le piccole
dimensioni, quasi vi fosse una legge non scritta tra proporzione e sapidità. E del resto, già nel prepararla,
si sviluppa intorno al fuoco un clima di eccitazione… Nonostante il nome così poco altisonante, questo
panettone dorato acquista ogni volta, appena versato sul tagliere rotondo, una forza ancestrale, uno
splendore antico, una benedizione divina, come se ogni polenta arrivasse dalla notte dei tempi”.
Cibo semplice, che fa pensare ad un casale di campagna con un paiolo appeso sopra la fiamma e ad
una famiglia riunita intorno a questo fumante cibo (spesso l’unico…), la polenta è ora di moda ed è
sempre più apprezzata, anche in città.
Nel Lazio, sensibili a questa tradizione, e a grande richiesta, i produttori del “Mercato Contadino
Castelli Romani” con il loro Tour della Polenta, stanno per fare assaggiare a tutti, vegetariani e non, i
sapori di “una volta” preparando, in diretta, la Polenta del Contadino, condita con sugo o con verdure,
nei luoghi di svolgimento del “Mercato Contadino”, secondo il seguente calendario:
sabato 21 gennaio, a Roma, ai Parchi della Colombo
domenica 12 febbraio, a Grottaferrata
domenica 19 febbraio, ad Albano Laziale
venerdì 24 febbraio, a Frascati (in occasione dell’anniversario di 3 anni del “Mercato
Contadino”)
domenica 26 febbraio, ad Ariccia.
Per maggiori informazioni: http://www.mercatocontadino.org/public/tour-della-polenta-ai-
mercati-contadini-castelli-romani/
*****************************
“Come arrivare BENE a 100 anni” (continuazione dalla puntata precedente)
21 - Andare a letto presto. Mai sottovalutare il potere del sonno. La privazione potrebbe aggravare le
condizioni legate all'età, come l'obesità e il diabete.
22 - Alzarsi in piedi quando si parla al cellulare. Uno studio del 2011 ha rilevato che ogni ora trascorsa
seduti al cellulare o a guardare la tv per 25 anni, equivale a una detrazione di 22 minuti dalla propria
aspettativa di vita in generale.
23 - Leggere sempre le etichette. Controllare ad esempio la quantità di sale presente negli alimenti che
si assumono durante la settimana, può fa ridurre notevolmente il rischio di incorrere in malattie
cardiovascolari e attacchi cardiaci.
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L’Angolo della Petizione
Poiché, con una firma, è possibile contribuire a cambiare la realtà dal negativo al positivo, questo spazio
permetterà di partecipare a dare un indirizzo diverso alla società, sia a livello locale che internazionale
Salviamo le api: eliminiamo del tutto i NEONICOTINOIDI!
E’ ormai noto come, a causa dei pesticidi chimici, le api siano già in forte declino e a farne le spese
sono l’ambiente, il nostro cibo e l’agricoltura. Un recente studio ha mostrato che gli insetticidi
neonicotinoidi sono pericolosi non solo per le api, ma anche per farfalle, bombi, insetti acquatici e
uccelli, con possibili ripercussioni su tutta la nostra catena alimentare. Nel 2013, la Commissione Europea aveva proibito temporaneamente determinati usi di alcuni
neonicotinoidi, ma, nel 2017, l’Europa e i Paesi membri decideranno se mantenere, estendere o
annullare il bando europeo. Allora, coraggio, uniamo le nostre firme, affinché questi pesticidi vengano
messi al bando, per sempre!
Per firmare: http://salviamoleapi.org/firma-
ora/?utm_source=EN&utm_medium=Mail&utm_content=savethebees_ANG_12012017
Per comunicare eventi positivi, scrivere a: [email protected]
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LE CURIOSITA’ DELLA NATURA
pagina curata da Gabriele La Malfa
La rondine comune
Probabilmente a tutti sarà capitato di vedere (e sentire) varie volte le “rondini” annunciare l’inizio
della primavera. Non a caso la rondine comune (Hirundo rustica) è uno degli uccelli migratori,
appartenenti all’ordine dei passeriformi, più diffusi e conosciuti. Essa è una specie cosmopolita
(diffusa in tutto il mondo, ad esclusione dei poli), nidifica nell'emisfero settentrionale e sverna
nell'emisfero meridionale.
Spesso ci si riferisce alla rondine comune semplicemente col nome di “rondine”, anche se, in realtà, a
livello di tassonomia il termine indica tutta la famiglia degli irundinidi (Hirundinidae).
Malgrado sia una specie ad ampissima diffusione (si stimano almeno 200 milioni di esemplari) oggi la
sua popolazione globale è in declino. Ciò, presumibilmente, a causa della sempre maggiore diffusione
dell’agricoltura intensiva, con l’uso di pesticidi che riducono il numero di insetti (alimento primario
delle rondini), e della caccia da parte dell’uomo (nelle aree di svernamento, emisfero australe, spesso
questo uccello è attivamente cacciato dalle popolazioni locali).
La rondine comune è un uccello di piccole dimensioni, lungo meno di 20 cm (coda compresa) e con
apertura alare non superiore ai 30-35 cm. Il corpo snello, le ali ricurve e appuntite, la lunga coda
biforcuta (le due piume esterne sono visibilmente più lunghe delle altre) danno all’animale un’estrema
destrezza e resistenza nel volo (rispetto ai passeriformi non appartenenti alla famiglia degli irundinidi
l’atto del volo consta circa il 50-60% di dispendio energetico in meno).
Sebbene la maggior parte delle sue attività siano svolte in volo (in primis la caccia agli insetti), le
rondini, all’occorrenza, possono anche camminare sul terreno (con una particolare andatura
ondeggiante). Ad ogni modo le loro zampe sono chiaramente più adatte all’appollaiamento che alla
deambulazione (dita anteriori parzialmente unite alla base).
Come accennato sopra, la rondine comune è un uccello migratore, che nidifica tra aprile e ottobre
nell’emisfero boreale e sverna nell’emisfero australe. In Italia arriva a fine marzo (proprio ad
annunciare la primavera) e riparte ad inizio ottobre.
Durante le migrazioni vola in grandi stormi a poche decine di metri di altezza dal terreno e arriva a
percorrere anche 11 mila km per svernate. Dall’Europa segue due principali vie migratorie; le
popolazioni del nord d’Europa passano dai Pirenei, si dirigono verso la Spagna orientale, oltrepassano
il Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, arrivano in Marocco e superano il deserto del
Sahara fino ad arrivare nella Repubblica Democratica del Congo (tra novembre e dicembre). Quelli
dell’Europa meridionale (Italia compresa) attraversano il Mediterraneo, arrivano in Egitto e
attraversano la valle del Nilo per raggiungere l’Africa centrale, evitando, così, in parte le zone
desertiche.
Essendo un uccello prettamente diurno, il volo migratorio avviene sempre di giorno, alternato da
regolari soste notturne.
Oggi le rondini comuni nidificavano soprattutto sotto le sporgenze di costruzioni umane (quali tetti di
case, fienili e stalle); prima dell’avvento dell’uomo i loro principali siti di nidificazione erano le
scogliere e le caverne.
Il nido è a forma di coppa aperta ed è fatto di fango e altri materiale vegetale, che l'adulto trasporta
nel becco. In genere le rondini nidificano 2 volte all'anno (deponendo 4-5 uova ogni volta), la cova dura
poco più di due settimane (entrambi i genitori costruiscono il nido e nutrono piccoli). Dopo circa 20-21
giorni i piccoli sono pronti a lasciare il nido. La maturità sessuale viene raggiunta ad un anno di età e
la durata media della loro vita è di circa 4 anni.
Forse non tutti sanno che le rondini, oltre a nutrirsi in volo, bevono senza posarsi: passano radenti
sopra una pozza d'acqua e sfiorano col becco aperto la superficie.
Nella rondine comune non vi è un alcun evidente dimorfismo sessuale, ad esclusione della coda
leggermente più lunga nel maschio, pertanto è quasi impossibile distinguere a vista i sessi.
La coda, oltre a garantire un’indiscussa manovrabilità in volo, ha una notevole importanza sessuale.
Infatti un rilevante parametro di scelta della femmina è legato alla perfetta simmetria e alla lunghezza
della coda posseduta dal maschio.
Nella foto una rondine adulta che nutre due piccoli. I nuovi nati sono in grado di lasciare il nido dopo
20-21 giorni, tuttavia gli adulti provvedono al loro sostentamento per ulteriori 6-7 giorni.
Sono state classificate 6 sottospecie di Hirundo rustica, quella diffusa in Italia è l’Hirundo rustica
rustica (colore delle piume dorsali più scuro rispetto alle altre sottospecie).
La rondine comune è un buon indicatore biologico (la sua presenza è segno di un ambiente piuttosto
salubre) ed un eccellente “insetticida naturale” (si nutre di una grande quantità di insetti, tra cui le
zanzare).
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Quattro amici per la pelle
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