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AK Informa Informazioni su Clima -Ambiente e Società 15.01.17 n. 2 - anno XIV con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare ********************* SOMMARIO - Meteoclima settimanale: analisi della settimana passata e previsioni per la successiva ; - Cambiamenti climatici: Il gelo al Sud colpa dei cambiamenti climatici ; - La Voce di AK: Venerdì prossimo tutti a Roma per Trump E’ nata la nostra mascotte ; - Pillole di scienza a cura del prof. Luigi Campanella ; - La pagina dei funghi di Carmine Siniscalco ; - La “Buona Novella” di Daniela: ; - Le Curiosità della natura: La rondine comune ; - Appuntamenti: L’Italia dei Parchi. ********************* METEOCLIMA DEL 15 GENNAIO 2017 Analisi sulla settimana appena trascorsa Diamine, che inverno! Erano più di 10 anni che non si aveva una tale situazione di neve e gelo. Neve arrivata fino al mare e le stesse isole minori del caldo mar Mediterraneo imbiancate. E’ allora, dov’è ‘sto riscaldamento globale? Una domanda che ci fanno i più “sprovveduti”. Invece è proprio l’anomalo riscaldamento atmosferico che ha creato una barriera alle correnti artiche che così invece di continuare a girare intorno all’estremo emisfero settentrionale del pianeta, sono state deviate più a sud. Il fenomeno dei cambiamenti climatici pertanto non è altro che il risultato del riscaldamento globale. Vediamo allora cosa ci dobbiamo aspettare per la settimana entrante.

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AK Informa

Informazioni su Clima -Ambiente e Società 15.01.17

n. 2 - anno XIV

con il patrocinio del

Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare

*********************

SOMMARIO - Meteoclima settimanale: analisi della settimana passata e previsioni per la successiva; - Cambiamenti climatici: Il gelo al Sud colpa dei cambiamenti climatici;

- La Voce di AK: Venerdì prossimo tutti a Roma per Trump – E’ nata la nostra mascotte ;

- Pillole di scienza a cura del prof. Luigi Campanella;

- La pagina dei funghi di Carmine Siniscalco;

- La “Buona Novella” di Daniela: ;

- Le Curiosità della natura: La rondine comune ;

- Appuntamenti: L’Italia dei Parchi.

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METEOCLIMA DEL 15 GENNAIO 2017 Analisi sulla settimana appena trascorsa Diamine, che inverno! Erano più di 10 anni che non si aveva una tale situazione di neve e gelo. Neve

arrivata fino al mare e le stesse isole minori del caldo mar Mediterraneo imbiancate. E’ allora, dov’è

‘sto riscaldamento globale? Una domanda che ci fanno i più “sprovveduti”. Invece è proprio l’anomalo

riscaldamento atmosferico che ha creato una barriera alle correnti artiche che così invece di

continuare a girare intorno all’estremo emisfero settentrionale del pianeta, sono state deviate più a

sud. Il fenomeno dei cambiamenti climatici pertanto non è altro che il risultato del riscaldamento

globale. Vediamo allora cosa ci dobbiamo aspettare per la settimana entrante.

Neve sulle isole Eolie

PREVISIONI dal 15 al 22 gennaio 2017

Ritorna il gelo artico che inizialmente investirà le regioni adriatiche e poi tutte le altre anche quelle del

versante tirrenico. Neve a bassa quota dall’Emilia Romagna all’Abruzzo. Nevicate sulle Alpi orientali

e su gran parte della dorsale appenninica a partire da 400 metri. Ovviamente le temperature in

diminuzione quasi ovunque e i mari Adriatico e Ionio molto mossi, mossi gli altri mari. Da martedì

fino a tutto mercoledì la neve interesserà anche il settore nord occidentale e parte dell’alto Tirreno.

Piogge altrove. Forte maltempo è previsto sulla Sardegna. Temperature sempre sotto la media

stagionale e tutti i mari da mossi a molto mossi.

Giovedì una tregua del maltempo al nord, mentre ancora neve e piogge intense al centro e al sud.

Venerdì ancora tempo perturbato quasi ovunque, tuttavia ampi rasserenamenti si prevedono sulle

regioni dell’alto e medio Tirreno.

Per il week end lento miglioramento del tempo quasi ovunque anche se sulle estreme regioni

meridionali potrebbe formarsi un nuovo nucleo di bassa pressione con piogge e colpi di vento. Le

temperature sempre sotto la media stagionale e i mari generalmente mossi.

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EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SU SCALA PLANETARIA

IL GELO AL SUD COLPA DEL RISCALDAMENTO

GLOBALE

Intervista a 2 climatologi

Il gelo e la neve arrivati sino alla Puglia sono "un'anomalia, un evento raro" che rientra "nella

normale variabilità naturale"; peraltro, "è molto difficile legare un singolo evento estremo al

cambiamento climatico, il cui trend, anche in Italia, indica un progressivo aumento delle temperature

e di ondate di calore, una riduzione delle ondate di freddo con inverni mediamente sempre più miti".

A dirlo è Silvio Gualdi, dirigente della Divisione simulazioni e previsioni climatiche del Centro euro-

mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) e futuro presidente della Società italiana per le scienze

del clima. Giampiero Maracchi, emerito di climatologia all'Università di Firenze, da parte sua afferma

che "le nevicate in grande quantità, come quelle di questi giorni al centro sud Italia, sono legate

all'effetto serra, che non vuol dire caldo ma soprattutto eventi estremi".

La ragione dell'ondata di gelo, spiega Gualdi, è "il blocco del flusso atmosferico tradizionale che

dall'Atlantico scende sul Mediterraneo e l'intrusione di aria fredda da nord est, che è una situazione di

variabilità naturale e quest'anno ha investito oltre alle regioni dell'Italia centrale anche la Puglia, di

solito esclusa". Riconducibili al cambiamento climatico, aggiunge, sono "le anomalie del dicembre

scorso ad esempio in Artico, con più caldo e riduzione del ghiaccio marino, con minimi che di anno in

anno raggiungono nuovi record o un inverno mite in Norvegia, eventi questi che saranno sempre più

frequenti". Nel caso di quest'ultima ondata di maltempo, Maracchi parla di "evento raro ma negli

ultimi anni non così eccezionale" e ricorda il 2012 quando a Forlì ci furono due metri di neve,

sottolineando la "frequenza elevata" di questi fenomeni anche a carattere nevoso.

"Con il cambiamento climatico le stagioni sono sfalsate. Veniamo da un autunno caldo con

temperature sopra la norma e una maggiore evaporazione dall'Atlantico. Quando poi si combina con

l'aria fredda da nord-est, cade tutto insieme", prosegue l'esperto. "La nostra società è vulnerabile ai

cambiamenti climatici e alla variabilità meteorologica naturale" osserva Gualdi secondo cui "la grossa

sfida è estendere ad una scala temporale più lunga le previsioni, dando informazioni sulla probabilità

che si verifichino anomalie di precipitazioni o temperature che superino determinate soglie, in una

certa area di interesse. Molti centri in Europa lo fanno in modo operativo. In Italia per ora lo facciamo

in modo sperimentale, ma ci stiamo preparando all'operatività" conclude Gualdi annunciando che

l'orizzonte per queste previsioni è molto vicino e raggiungibile "in un paio anni".

Fonte:

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“INERZIA DEGLI OCEANI” “Inerzia degli oceani”: anche se cessasse l’immissione in atmosfera

dei gas serra il mare continuerà a salire ancora per mille anni

Anche se un giorno l’umanità riuscirà ad azzerare le sue emissioni di gas serra, il livello del mare

continuerà a salire per i secoli a venire. Lo affermano i ricercatori del Massachusetts Institute of

Technology (Mit), che prendono in esame le emissioni sia di anidride carbonica sia di composti di

breve durata, cioè di gas serra che permangono solo per alcuni anni o decenni in atmosfera come

metano, clorofluorocarburi o idrofluorocarburi.

“Inerzia degli oceani”: anche se azzerassimo i gas serra il mare continuerà a salire per mille

anni. In uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, gli

esperti confermano precedenti studi in base ai quali, una volta interrotte le emissioni di CO2, il

riscaldamento globale e l’innalzamento del mare a loro associati proseguiranno per mille e più anni.

Inoltre anche per il metano, che ha una permanenza in atmosfera di appena 10 anni, gli effetti

dureranno per secoli dopo lo stop alle emissioni.

La causa è “l’inerzia degli oceani”. Nel momento in cui il termometro del Pianeta sale a causa dei

gas serra, spiegano gli scienziati, le acque si scaldano e si espandono, facendo innalzare il livello del

mare. “Nell’oceano il calore scende sempre più in profondità determinando una continua espansione

termica”, affermano i ricercatori. La fuoriuscita di questo calore dal mare e quindi il raffreddamento,

sottolineano, “è un processo molto lento, lungo centinaia di anni”. (ANSA)

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LA VOCE DI ACCADEMIA KRONOS

IL FUTURO DEL PIANETA PUO’ DIPENDERE ANCHE DA

TE! VENERDI’ 20 TUTTI A ROMA

E’ GIUNTO IL MOMENTO DI DIMOSTRARE NON SOLO AGLI ALTRI, MA SOPRATTUTTO

A SE STESSI, SE IL NOSTRO IMPEGNO ECOLOGISTA E’ REALE O SOLO DI FACCIATA. IL

20 DI QUESTO MESE E’ L’OCCASIONE PER DIMOSTRARLO.

E’ IN GIOCO IL FUTURO DEL NOSTRO PIANETA. PURTROPPO IL NUOVO PRESIDENTE DEGLI USA,

CHE SI INSEDIERA’ ALLA CASA BIANCA VENERDI’ 20 GENNAIO, SI E’ CIRCONDATO DI

COLLABORATORI CHE NEGANO IL RISCALDAMENTO DELLA TERRA, CHE VOGLIONO

RITRATTARE GLI ACCORDI DI PARIGI SUL CLIMA, LIMITARE L’USO DELLE ENERGIE

RINNOVABILI E INCENTIVARE L’USO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI.

NOI DI ACCADEMIA KRONOS, INSIEME A TUTTI GLI ALTRI MOVIMENTI AMBIENTALISTI

EUROPEI , SIAMO PROFONDAMENTE PREOCCUPATI PER LA SORTE DELL’UMANITA’ QUALORA

TALI PROPOSITI DI “RIVISIONE” VENISSERO REALIZZATI.

ABBIAMO PERTANTO PENSATO DI INVIARE UNA LETTERA AL PRESIDENTE TRUMP

RICORDANDOGLI CHE SE HA A CUORE LA QUALITA’ DELLA VITA E LA SALUTE DEGLI

AMERICANI ED ANCHE DI TUTTO IL PIANETA, NON PUO’ CHE ASCOLTARCI E PARTECIPARE

ALLO SFRORZO PLANETARIO DI TUTTI NOI PER FERMARE QUESTA CORSA VERSO

L’ECOCATASTROFE.

LA LETTERA CHE VERRA’ APERTA E LETTA IL 20 GENNAIO A ROMA IN PIAZZA BARBERINI

ALLE ORE 11, NON CONTIENE TONI POLEMICI NE’ TANTOMENO MINACCIOSI, E’ INVECE UN

INVITO CORTESE A RITRATTARE, DOPO EVENTUALI VERIFICHE SCIENTIFICHE, LE

DICHIARAZIONI ANTI-ECOLOGISTE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE. NELLA LETTERA AL

NUOVO PRESIDENTE CHIEDIAMO DI FORNIRE AL MONDO INTERO UNA PROVA DI SENSIBILITA’

E DI CIVILTA’ A FAVORE DI UN FUTURO PIU’ SERENO E VIVIBILE PER TUTTA L’UMANITA’.

CARI AMICI, SIMPATIZZANTI E SOCI, IN QUESTO MOMENTO ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER IL FUTURO

NOSTRO E DEI NOSTRI FIGLI, OGNUNO DI NOI E’ TENUTO A DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO…QUINDI ALLE ORE

11 DI VENERDI’ 20 GENNAIO CI VEDIAMO TUTTI A PIAZZA BARBERINI…….VI ASPETTIAMO.

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E’ nato Geo la mascotte di Accademia Kronos

Il 9 gennaio 2017 alle 7,00 di mattina circa al

galoppatoio Il Regnodi Quat, sede di AK Manziana, c’è stato un lieto evento: Geo della

Katipan un atteso puledrino nato da Fenice una cavallina della Giara e Drago di Monterano

un maremmano tolfetano.

Questa nascita segue un preciso progetto della Katipan A.S.D. di Manziana associazione che

ha sviluppato la ricerca antropologica sociale del buttero della maremma romana, figura

scomparsa dopo la riforma agraria realizzando nel 2007 la “Carta d’Identità” del Buttero

contemporaneo, successivamente con alcuni associati ha costituito nel 2014 la Sezione

Manzianese di Accademia Kronos, per sviluppare a pieno le loro ambizioni statutarie.

La Katipan a contribuito e promosso la rivalutazione della razza equina maremmana, infatti

oggi si possono ammirare nella fattoria di Manziana diversi splendidi esemplari di

maremmani, figli del nobile stallone M. Quait di Rossano Pannacci e Alessandra Catini che

purtroppo nello splendore della sua attività sportiva e venuto a mancare.

Nei loro progetti durante le notevoli soddisfazioni allevatoriali e sportive con i maremmani è

nata l’idea di contribuire alla valorizzazione di un’altra razza equina italiana che in qualche

modo aveva le stesse caratteristiche, i cavalli della gira. Bellissimi esemplari equini ma troppo

selvaggi per una commercializzazione nel mondo equestri rivolto ai ragazzi e bambini che

praticano equitazione.

Sembra che gli obbiettivi irraggiungibili attraggono i Butteri contemporanei, venuti a

conoscenza che questa sperimentazione era già stata provata in Sardegna, incrociando i

cavalli della Giara con i cavalli arabi, senza risultati prefissi in quanto troppo “nevrili” e

pertanto non affidabili, per i bambini nelle attività equestri, quindi il progetto fu

abbandonato.

Rossano ed Alessandra di AK studiando le caratteristiche dei cavallini della Giara e

conoscendo bene quelle del maremmano, in questo caso del tolfetano, hanno proposto di

creare un incrocio che possa dar vita a dei cavallini di circa un metro e quaranta quindi dei

pony con notevoli capacità sportive ed equestri, da competere perfettamente con altre razze

molto pregiate straniere e commercializzate qui in Italia.

La Katipan ha acquistato Fenice una vanitosa cavallina della Giara, per iniziare questa

valorizzazione.

Le cose non accadono forse sempre a caso perché lo scorso anno il Parco Naturalistico di

Monterano aveva un serio problema con un puledro selvaggio abbandonato nella riserva

presso le rovine di Monterano. Il puledro però recava problemi e pericolo per cui la situazione

era subito apparsa seria sia per l’Ente Parco che per il Comune. Questi due enti da diversi

mesi cercavano, inutilmente, una soluzione come la cattura per l’identificazione del puledro.

In quel periodo la Katipan e A.K. Manziana svolsero una conferenza nei locali del Ente del

Parco di Monterano, “Il Buttero Contemporaneo” Scopi presenti e futuri di un elemento importante

per un sistema di sviluppo eco-responsabile come azione di crescita del territorio e riconquistare la

cultura identitaria d’appartenenza, nel e per il nostro territorio. Apprezzando il nostro impegno e

riconoscendo le nostre capacità esposero il problema ai dirigenti di AK locale di questo puledro

abbandonato fino a donarlo alla sezione AK ci Manziana.

Il puledro è stato chiamato Drago di Monterano, il memoria di un grande socio di Accademia Kronos

Fabrizio Drago e come riconoscenza al Parco che ha donato l puledro.

Avendo sotto gli occhi tutti i giorni sia Fenice che Drago, Rossano ed Alessandra hanno pensato

all’incrocio ideale ed è arrivato G. Geo della Katipan.

G. sta per della Giara, Geo territorio e della Katipan l’allevamento.

I soci della Katipan A.S.D., quelli di A.K. Manziana e il Presidente nazionale Ennio La Malfa

sostengono ed incoraggiano l’iniziativa.

Per gli appassionati interessati e possibile venire a fargli visita presso la nostra fattoria

immersa nel verde del bosco di macchia grande a Manziana (Rm).

Info e pren. 328.6681425 oppure 329.0067447

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A cura del Prof. Luigi Campanella

Dipt. Chimica Università “La Sapienza”, Roma

Siamo bombardati continuamente da informazioni che non sempre divengono conoscenza, che è

certamente livello superiore della informazione. Con questa impostazione in questa rubrica

cercheremo invece in modo semplice di promuovere la conoscenza su scoperte e problematiche che la

scienza nel mondo cerca di affrontare per migliorare la qualità della nostra vita e dell'ambiente che ci

circonda. Medicina, Alimentazione, Dispositivi di Sicurezza e Protezione con i relativi caratteri di

Qualità, Accuratezza, Affidabilità saranno i temi delle mie pillole che spero interesseranno i ns lettori e

sui quali cercheremo di dare al lettore la capacità di andare oltre il flash informativo

Luigi Campanella

************ IN QUESTO NUMERO:

- Sandwich carta-plastica;

- Lotta contro i tumori;

- Il futuro della chimica.

Sandwich carta-plastica = meno energia meno CO2 prodotta Alla ricerca di materiali sempre più leggeri, ma anche resistenti dal cui impiego derivano risparmi ed

abbattimento di costi: si pensi agli aerei, agli autoveicoli, la plastica ha fornito un’opportunità

significativa. Sandwich carta plastica (a base di poliuretani) trovano già applicazione nell’industria

automobilistica con guadagno economico ed ambientale (meno energia consumata meno CO2

prodotta)

LOTTA CONTRO I TUMORI DA UN PIU’ STRETTO RAPPORTO TRA CHIMICA

E BIOLOGIA I prodotti naturali sono stati per molto tempo una sorgente fertile di cure per il cancro, proiettato

purtroppo a divenire la principale causa di morte in questo secolo. C’è comunque un continuo bisogno

di sviluppare nuovi farmaci antitumorali, nuove combinazioni, nuovi protocolli, nuove strategie

chemioterapiche attraverso l’esplorazione metodica e scientifica di un enorme pool di prodotti

sintetici, biologici e naturali. Ci sono almeno 250000 specie di piante delle quali più di mille hanno

mostrato di possedere significative proprietà antitumorali. Mentre molte molecole ottenute dalla

natura hanno mostrato meravigliose proprietà, per molte altre si richiedono ancora ricerche ed

approfondimenti da parte dei ricercatori di chimica medica. Molte di queste strutture molecolari sono

state oggetto di recenti lavori dei quali è stato anche riportato il meccanismo di azione e la relazione

fra strutture e proprietà antitumorali a livello molecolare, cellulare e fisiologico. Fra i più popolari e

studiati ed anche interpretati, il taxol efficace nel trattamento dei tumori ovarici, la podofillotossina

della cui modificazione sintetica si è realizzato l’Etoposide attivo contro i tumori del polmone e dei

testicoli, la Camtotecina isolata dalla Camtoteca acuminata, la Vincristina, la Vinblastina, la

Colchicina, l’Ellipticina ed il Lepacolo con il Flavopiridolo, un analogo semisintetico della Roituchina,

PILLOLE DI SCIENZA

un alcaloide indolico estratto dalle foglie della specie Ocrosia. Alcuni studi recenti hanno evidenziato le

proprietà antitumorali di alcune piante, assai meno note di quelle citate, presenti nella regione

Himalaiana.

La comprensione della terapia antitumorale è partita storicamente con lo sviluppo delle tecniche di

biologia molecolare che hanno consentito l’identificazione delle specie attive e dei composti prima

indicati nonché dei loro meccanismi di azione.

Tale identificazione è stata la base preliminare all’isolamento di singole proteine o delle loro rilevanti

versioni umane. Un contributo notevole è venuto dallo sviluppo delle tecnologie sperimentali e delle

relative strumentazioni che hanno consentito di completare questo tipo di ricerche. Sulle stesse la

comunità scientifica e la società civile contano per scoprire nuove risorse, puntando sul rapporto

sempre più stretto fra chimica e biologia.

IL FUTURO DELLA CHIMICA Nel 1894 il Times predisse che in 50 anni Londra sarebbe stata sommersa dagli escrementi dei cavalli.

In 10 anni l’avvento dell’auto a motore unitamente ad altre scoperte in campo ambientale ha reso la

previsione non reale. Questo dimostra come sia difficile prevedere il futuro ma come sia opportuno

prepararsi ad esso.

La Royal Chemical Society ha con questo fine intrapreso il progetto. Il futuro delle Scienze Chimiche,

dal quale emerge che le difficoltà principali sono rappresentate dagli imprevedibili tempi di anticipo

necessari. A tal fine sono stati ipotizzati quattro differenti scenari per il futuro:

1) La chimica salva il mondo: è stata capace di risolvere tutti i principali problemi che affliggono

la società conquistandosi l’apprezzamento e la fiducia dei cittadini. Di conseguenza influenza

maggiormente le scelte politiche.

2) La chimica è una commodity, è più imprenditoriale che sociale.

3) Un mondo senza chimica: la forza della chimica come scienza centrale diviene la sua debolezza

che le fa perdere identità, emergendo le sue divisioni, risultando assorbita dalle altre discipline.

Ne risulta fortemente limitato di potenziale per nuove scoperte chimiche.

4) La chimica del mercato libero: è un mondo più povero con bassa crescita economica e crescenti

diseguaglianze fra i paesi. Con risorse scarse sempre più molti governi riducono drasticamente

le spese in ricerca. Il gap è coperto da privati filantropici e i chimici corrispondono alle priorità

di questi finanziatori in più dandoci un’educazione anche economica e commerciale.

Dinnanzi ai 4 scenari rimangono le domande che vengono poste: cosa accadrà all’identità della

chimica come disciplina distinta? cosa accadrà alla Comunità dei chimici, studenti, insegnanti,

ricercatori universitari ed industriali? Chi stabilirà la priorità delle ricerche? Quali cambiamenti

curriculari possono scaturire anche prima di quanto atteso? Chi praticherà la chimica e dove (casa,

università, industria)?Di quali competenze i chimici avranno bisogno? La Royal Chemical Society,

come del resto tutte le altre Società Chimiche Europee, guarda alle risposte a tali domande come a

motivi chiave per le strategie da adottare a lungo termine.

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LA PAGINA DEI FUNGHI

di Carmine Siniscalco

Funghi Comuni Caratteristiche principali, Sosia, Aspetti Tossicologici

Parte 62esima

Segue da Parte 61esima sulla contraddizione fra la corretta informazione micologica e il

consumo di prodotti fungini commerciali che possono avere ripercussioni sulla salute

pubblica:

A partire dalla parte quarantacinquesima fino a tutta la parte sessantunesima di questa rubrica più

volte è stata sospesa la trattazione ordinaria di quei principi attivi e particelle scoperte nei

macromiceti di cui se ne conoscono con certezza le funzioni perché sono stati divulgati, in tempo

reale, diversi casi di avvelenamento ed intossicazione con funghi.

La trattazione degli episodi incresciosi di avvelenamento ed intossicazione è avvenuta,

rigorosamente, attingendo sempre da fonti di riferimento valide e titolate.

Nella parte sessantunesima è continuata l’analisi di una fenomenologia molto particolare che è

venuta consolidandosi ed intensificandosi negli ultimi venti anni:

gli avvelenamenti e le intossicazioni da funghi selvatici fuori periodo di crescita degli sporofori

Segue su avvelenamenti ed intossicazioni da funghi selvatici fuori periodo di crescita degli

sporofori. La prima specie trattata è: Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.

Prima di procedere all’analisi di alcuni episodi di avvelenamento ed intossicazione da funghi del

“Genere” Armillaria (Fr.) Staude, volgarmente chiamati “chiodini” o “famigliole” ho ritenuto

opportuno continuare la trattazione su alcune considerazioni inerenti le note tecniche, riportate

nelle parti precedenti di questa rubrica, sulla struttura, raccolta, conservazione, e utilizzo

alimentare di questi funghi, ragguagliandoci in caso di necessità alla letteratura di riferimento.

Considerazioni sulla conservazione dei funghi in ambito domestico con il metodo del

congelamento lento

Nella parte sessantunesima ho evidenziato alcune criticità legate alla pratica casalinga della

conservazione dei funghi tramite il congelamento lento. Queste possono riassumersi in:

le temperature dei freezer domestici non sono idonee od ottenere un corretto congelamento

lento;

in generale le temperature raggiunte nelle celle dei freezer domestici sono comprese,

mediamente, tra –6°C e –18°C;

un corretto congelamento lento a livello domestico richiede almeno temperature tra

-18°C e -25°C;

un congelamento totale di un cibo è impossibile da ottenere in abito domestico;

la presenza di piccole molecole d'acqua non congelate permette comunque lo svolgersi di

reazioni chimiche ed enzimatiche, che portano, seppur lentamente, al deterioramento

(putrefazione) dei cibi;

solo a livello industriale la temperatura è abbattuta tra i -30°C e i -50°C generando un

congelamento rapido detto anche comunemente surgelazione;

più è bassa è la temperatura con cui l'alimento viene conservato più le modificazioni della

composizione degli alimenti sono minori;

con il congelamento lento all’interno dei cibi si formano cristalli di ghiaccio di dimensioni

maggiori rispetto a quelli prodotti mediante il surgelamento;

durante lo scongelamento degli alimenti congelati in ambito domestico si ottiene la

perdita di molti liquidi causata dello scioglimento dei grossi cristalli d’acqua che hanno

danneggiato una parte delle cellule dei cibi:

Sporofori di Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm. Grande perdita di liquidi in sporofori

congelati crudi e coperti di abbondante brina. appartenenti al “Genere” Armillaria (Fr.) Staude

scongelati in laboratorio.

Estratti autorizzati dall’autore della Tesi di Laurea “Intossicazioni da funghi nel territorio di ASL

Milano nel periodo 2004 – 2014: analisi dei dati, criticità e proposta di un nuovo approccio del

micologo in ambito ospedaliero” discussa dal dott. Massimo Verzolla presso l’ Università degli

Studi di Milano – Corso di Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie della

Prevenzione [scaricabile gratuitamente dal portale ISPRA – Progetto Speciale Funghi

(http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/biodiversita/lispra-e-la-biodiversita/attivita-e-

progetti/progetto-speciale-funghi-1/pdf/TESI_VERZOLLA.pdf)]

(Arrangiamento grafico di C. Siniscalco- © -Archivio GMEM-AMB)

Da quanto fin ora rilevato ed abbondantemente sottolineato emerge che:

i cibi con alto contenuto di liquidi non si prestano ad essere congelati crudi perché

durante lo scongelamento perderebbero tutta l’acqua risultando immangiabili;

i funghi in generale contengono mediamente intorno al 90% di acqua per cui va da se

che le cellule devono essere fissate preventivamente tramite la pratica della

“sbollentatura”;

dalla “Parte Diciassettesima”: la “buona pratica” della “sbollentatura” si può

efficacemente eseguire con una prebollitura in acqua di tre o quattro minuti dei

funghi mondati e lavati;

ad oggi non sono conosciute la/le molecole tossiche che si formano durante i processi

degenerativi a livello istologico di funghi del “Genere” Armillaria (Fr.) Staude

sottoposti congelamento lento sia in habitat “gelate notturne”, sia a livello domestico

con temperature comprese tra –6°C e –18°C;

la quantità di brina presente sull’alimento congelato sia in ambito domestico sia a

livello industriale è secondo me è un buon indicatore di una corretta gestione della

catena del freddo. Ad esempio una evidente presenza di brina percepibile a “colpo

d’occhio” evidenzia tutta una serie di criticità nella gestione della catena del freddo tra

cui una delle più importanti è l’interruzione della catena stessa per periodi troppo lunghi;

i “chiodini” o “famigliole” (funghi del “Genere” Armillaria (Fr.) Staude che, in generale,

nel nostro paese vengono tutti ricondotti ad Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm.)

congelati crudi sono tossici e sono da considerarsi un serio pericolo per la salute

pubblica.

…………………………………………………………...………….continua nel prossimo numero

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“LA BUONA NOVELLA”

Pagine a cura di Daniela Rosellini

Porre l'attenzione sui fatti positivi, pare contribuisca al successo in ciò che si desidera raggiungere,

faccia bene alla salute e allunghi la vita di 7 anni. In questa rubrica verranno perciò riportate

esclusivamente le notizie relative alle ricerche, agli eventi, alle persone ed alle iniziative, che intendono

migliorare la società e la vita quotidiana, per un modello di sviluppo etico e sostenibile. E se ognuno di

noi, nel suo piccolo, potesse fare qualcosa, perché no?

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A 22 anni, è considerata l'erede di Albert Einstein

Sabrina Gonzalez Pasterski ha 22 anni ed è laureata al “Massachusetts Institute of Technology di

Boston”. Dottoranda ad Harvard, non ha Facebook, non pubblica foto su Instagram o Twitter, non beve,

non fuma, ma ama spasmodicamente la Fisica ed in molti pensano che possa essere l'erede di Albert

Einstein.

Sabrina è la prima della sua famiglia ad essere nata in America, i suoi genitori sono cubani e si sono

trasferiti nei sobborghi di Chicago, parecchi anni fa.

A soli 14 anni, la ragazza costruì un prototipo di aereo: il volo, infatti, è la sua grande passione, tanto da

iniziare nel 2003, a 10 anni, a prendere lezioni. Quattro anni dopo, volava già da sola. Peggy Udden,

segretario esecutivo del “Mit”, ha dichiarato che quando la vide per la prima volta non poteva credere ai

suoi occhi “Non tanto perché fosse così giovane, ma soprattutto perché era una ragazza…!”. I professori

Allen Haggerty e Earll Murman, appena visto il video della ragazza alle prese con la costruzione di un

aeroplano, rimasero di stucco: “Le nostre bocche ciondolavano spalancate, il suo potenziale va al di là di

qualsiasi misurazione”.

Oggi Sabrina ha 22 anni, ma non ha ancora perso il gusto di stupire, anche se lo fa senza volerlo. Le sue

ricerche, infatti, potrebbero cambiare radicalmente la concezione che i suoi illustri predecessori hanno

dato dell'Universo. Sono studi arrivati fino agli uffici della Nasa, dove il nome di questa ragazza ha

cominciato ad incuriosire alcune delle menti più brillanti d'America.

Il “Mit” di Boston la considera la sua punta di diamante, Stephen Hawking legge e cita regolarmente le

sue ricerche, ma anche Jeff Bezos è rimasto incantato dalla mente geniale di Sabrina, tanto da contattarla

direttamente e proporle un posto di rilievo nella sua “Blue Origin”, dichiarando: “Le porte per lei sono

sempre aperte”.

La vita della giovane è dedicata totalmente alla Fisica: “Una materia di per sé eccitante. Quando sono

stanca dormo, quando sono sveglia, penso alla Fisica” dice, e oggi studia i buchi neri, la gravità e le regole

che governano lo spazio-tempo, soprattutto dal punto di vista della meccanica quantistica. Si concede

soltanto un diversivo: pubblica i suoi successi in PhysicsGirl, insieme alle sue ricerche e a tutte le

copertine delle riviste che, nel corso degli anni, hanno parlato di lei.

*****************************

Polenta per tutti, al ”Mercato contadino”

“…la polenta non è solo vivanda; è paesaggio, memoria, offerta rituale … Né può essere consumata in

solitudine poiché è cibo conviviale, da dividere in famiglia o con gli amici, perché non sopporta le piccole

dimensioni, quasi vi fosse una legge non scritta tra proporzione e sapidità. E del resto, già nel prepararla,

si sviluppa intorno al fuoco un clima di eccitazione… Nonostante il nome così poco altisonante, questo

panettone dorato acquista ogni volta, appena versato sul tagliere rotondo, una forza ancestrale, uno

splendore antico, una benedizione divina, come se ogni polenta arrivasse dalla notte dei tempi”.

Cibo semplice, che fa pensare ad un casale di campagna con un paiolo appeso sopra la fiamma e ad

una famiglia riunita intorno a questo fumante cibo (spesso l’unico…), la polenta è ora di moda ed è

sempre più apprezzata, anche in città.

Nel Lazio, sensibili a questa tradizione, e a grande richiesta, i produttori del “Mercato Contadino

Castelli Romani” con il loro Tour della Polenta, stanno per fare assaggiare a tutti, vegetariani e non, i

sapori di “una volta” preparando, in diretta, la Polenta del Contadino, condita con sugo o con verdure,

nei luoghi di svolgimento del “Mercato Contadino”, secondo il seguente calendario:

sabato 21 gennaio, a Roma, ai Parchi della Colombo

domenica 12 febbraio, a Grottaferrata

domenica 19 febbraio, ad Albano Laziale

venerdì 24 febbraio, a Frascati (in occasione dell’anniversario di 3 anni del “Mercato

Contadino”)

domenica 26 febbraio, ad Ariccia.

Per maggiori informazioni: http://www.mercatocontadino.org/public/tour-della-polenta-ai-

mercati-contadini-castelli-romani/

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“Come arrivare BENE a 100 anni” (continuazione dalla puntata precedente)

21 - Andare a letto presto. Mai sottovalutare il potere del sonno. La privazione potrebbe aggravare le

condizioni legate all'età, come l'obesità e il diabete.

22 - Alzarsi in piedi quando si parla al cellulare. Uno studio del 2011 ha rilevato che ogni ora trascorsa

seduti al cellulare o a guardare la tv per 25 anni, equivale a una detrazione di 22 minuti dalla propria

aspettativa di vita in generale.

23 - Leggere sempre le etichette. Controllare ad esempio la quantità di sale presente negli alimenti che

si assumono durante la settimana, può fa ridurre notevolmente il rischio di incorrere in malattie

cardiovascolari e attacchi cardiaci.

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L’Angolo della Petizione

Poiché, con una firma, è possibile contribuire a cambiare la realtà dal negativo al positivo, questo spazio

permetterà di partecipare a dare un indirizzo diverso alla società, sia a livello locale che internazionale

Salviamo le api: eliminiamo del tutto i NEONICOTINOIDI!

E’ ormai noto come, a causa dei pesticidi chimici, le api siano già in forte declino e a farne le spese

sono l’ambiente, il nostro cibo e l’agricoltura. Un recente studio ha mostrato che gli insetticidi

neonicotinoidi sono pericolosi non solo per le api, ma anche per farfalle, bombi, insetti acquatici e

uccelli, con possibili ripercussioni su tutta la nostra catena alimentare. Nel 2013, la Commissione Europea aveva proibito temporaneamente determinati usi di alcuni

neonicotinoidi, ma, nel 2017, l’Europa e i Paesi membri decideranno se mantenere, estendere o

annullare il bando europeo. Allora, coraggio, uniamo le nostre firme, affinché questi pesticidi vengano

messi al bando, per sempre!

Per firmare: http://salviamoleapi.org/firma-

ora/?utm_source=EN&utm_medium=Mail&utm_content=savethebees_ANG_12012017

Per comunicare eventi positivi, scrivere a: [email protected]

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LE CURIOSITA’ DELLA NATURA

pagina curata da Gabriele La Malfa

La rondine comune

Probabilmente a tutti sarà capitato di vedere (e sentire) varie volte le “rondini” annunciare l’inizio

della primavera. Non a caso la rondine comune (Hirundo rustica) è uno degli uccelli migratori,

appartenenti all’ordine dei passeriformi, più diffusi e conosciuti. Essa è una specie cosmopolita

(diffusa in tutto il mondo, ad esclusione dei poli), nidifica nell'emisfero settentrionale e sverna

nell'emisfero meridionale.

Spesso ci si riferisce alla rondine comune semplicemente col nome di “rondine”, anche se, in realtà, a

livello di tassonomia il termine indica tutta la famiglia degli irundinidi (Hirundinidae).

Malgrado sia una specie ad ampissima diffusione (si stimano almeno 200 milioni di esemplari) oggi la

sua popolazione globale è in declino. Ciò, presumibilmente, a causa della sempre maggiore diffusione

dell’agricoltura intensiva, con l’uso di pesticidi che riducono il numero di insetti (alimento primario

delle rondini), e della caccia da parte dell’uomo (nelle aree di svernamento, emisfero australe, spesso

questo uccello è attivamente cacciato dalle popolazioni locali).

La rondine comune è un uccello di piccole dimensioni, lungo meno di 20 cm (coda compresa) e con

apertura alare non superiore ai 30-35 cm. Il corpo snello, le ali ricurve e appuntite, la lunga coda

biforcuta (le due piume esterne sono visibilmente più lunghe delle altre) danno all’animale un’estrema

destrezza e resistenza nel volo (rispetto ai passeriformi non appartenenti alla famiglia degli irundinidi

l’atto del volo consta circa il 50-60% di dispendio energetico in meno).

Sebbene la maggior parte delle sue attività siano svolte in volo (in primis la caccia agli insetti), le

rondini, all’occorrenza, possono anche camminare sul terreno (con una particolare andatura

ondeggiante). Ad ogni modo le loro zampe sono chiaramente più adatte all’appollaiamento che alla

deambulazione (dita anteriori parzialmente unite alla base).

Come accennato sopra, la rondine comune è un uccello migratore, che nidifica tra aprile e ottobre

nell’emisfero boreale e sverna nell’emisfero australe. In Italia arriva a fine marzo (proprio ad

annunciare la primavera) e riparte ad inizio ottobre.

Durante le migrazioni vola in grandi stormi a poche decine di metri di altezza dal terreno e arriva a

percorrere anche 11 mila km per svernate. Dall’Europa segue due principali vie migratorie; le

popolazioni del nord d’Europa passano dai Pirenei, si dirigono verso la Spagna orientale, oltrepassano

il Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, arrivano in Marocco e superano il deserto del

Sahara fino ad arrivare nella Repubblica Democratica del Congo (tra novembre e dicembre). Quelli

dell’Europa meridionale (Italia compresa) attraversano il Mediterraneo, arrivano in Egitto e

attraversano la valle del Nilo per raggiungere l’Africa centrale, evitando, così, in parte le zone

desertiche.

Essendo un uccello prettamente diurno, il volo migratorio avviene sempre di giorno, alternato da

regolari soste notturne.

Oggi le rondini comuni nidificavano soprattutto sotto le sporgenze di costruzioni umane (quali tetti di

case, fienili e stalle); prima dell’avvento dell’uomo i loro principali siti di nidificazione erano le

scogliere e le caverne.

Il nido è a forma di coppa aperta ed è fatto di fango e altri materiale vegetale, che l'adulto trasporta

nel becco. In genere le rondini nidificano 2 volte all'anno (deponendo 4-5 uova ogni volta), la cova dura

poco più di due settimane (entrambi i genitori costruiscono il nido e nutrono piccoli). Dopo circa 20-21

giorni i piccoli sono pronti a lasciare il nido. La maturità sessuale viene raggiunta ad un anno di età e

la durata media della loro vita è di circa 4 anni.

Forse non tutti sanno che le rondini, oltre a nutrirsi in volo, bevono senza posarsi: passano radenti

sopra una pozza d'acqua e sfiorano col becco aperto la superficie.

Nella rondine comune non vi è un alcun evidente dimorfismo sessuale, ad esclusione della coda

leggermente più lunga nel maschio, pertanto è quasi impossibile distinguere a vista i sessi.

La coda, oltre a garantire un’indiscussa manovrabilità in volo, ha una notevole importanza sessuale.

Infatti un rilevante parametro di scelta della femmina è legato alla perfetta simmetria e alla lunghezza

della coda posseduta dal maschio.

Nella foto una rondine adulta che nutre due piccoli. I nuovi nati sono in grado di lasciare il nido dopo

20-21 giorni, tuttavia gli adulti provvedono al loro sostentamento per ulteriori 6-7 giorni.

Sono state classificate 6 sottospecie di Hirundo rustica, quella diffusa in Italia è l’Hirundo rustica

rustica (colore delle piume dorsali più scuro rispetto alle altre sottospecie).

La rondine comune è un buon indicatore biologico (la sua presenza è segno di un ambiente piuttosto

salubre) ed un eccellente “insetticida naturale” (si nutre di una grande quantità di insetti, tra cui le

zanzare).

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Quattro amici per la pelle

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