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1 AGOSTINO CANCOGNI

AGOSTINO CANCOGNI - cancogniagostino.files.wordpress.com · 9 I PAESAGGI DELL’ANIMA Agostino Cancogni è certamente uno degli artisti contemporanei che me-glio hanno saputo dare

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AGOSTINO

CANCOGNI

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“Ricordi ”Dipinto su telaf.to 90x80 cm

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Agostino Cancogni

Presentazione: Diletta Biondani

Collaborazione:Galleria “Arte Nuvò”

www.xxxxxxxx.itCatania

Galleria “Il cavallino”www.xxxxxxxx.it

Reggio Emilia

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I PAESAGGI DELL’ANIMA

Agostino Cancogni è certamente uno degli artisti contemporanei che me-glio hanno saputo dare un’interpreta-zione fra le più suggestive del paesag-gio toscano, in particolare della Versilia, microcosmo da sempre fonte di ispirazione per molti poeti ed artisti, primo fra tutti Gabriele D’Annunzio. Immagini, suoni, sentimenti di un luogo ben conosciuto da Cancogni - nato e cresciuto a Forte dei Marmi - che partendo dall’osservazione pro-fonda e meditata del paesaggio unge a rievocare con delicato lirismo i campi, i fiori, il mare nel “cerchio magico dei

ricordi” fra le Apuane e “Mare No-strum”. E proprio nella rappresenta-zione del mare Cancogni pare aver raggiunto lo zenith della propria pro-duzione artistica. Le sue marine, rie-vocano memorie, malinconie, umori, mostrano il litorale della Versilia nell’incanto di un mattino assolato o di uno struggente tramonto, richia-mano i delicati profumi del mare, del-la macchia mediterranea, dei mucchi di conchiglie e canne spezzate nella sabbia umida. Un pittore che, parten-do dalla rappresentazione della realtà oggettiva giunge ad esprimere una vi-

sione del tutto personale, sintetizzata nell’equilibrio formale della composi-zione, nella sorvegliata dialettica fra disegno e colore, nella capacità di resa mimetica, entro un insieme armonico. Come nella pittura dei Romantici pa-esaggio naturale e paesaggio interiore coincidono nella tensione verso l’infi-nito. Cancogni riesce riesce a com-prendere lo spirito della natura e a ri-crearlo in tutta la sua purezza, proiettandoci nelle calme ed allo stes-so tempo vibranti profondità dell’ani-ma.

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IMPRESSIONI DI ETERNITà di Diletta Biondani

“Tutto ciò che vediamo non è vero, si disper-de, se ne và. La natura è sempre la stessa, ma nulla rimane di lei, di ciò che rimane di lei, di ciò che ci appare. L’arte deve dar-le il respiro della durata (...) deve farcela gustare come eterna”P. Cèzanne in J. Gasquet, Cèzanne, Parigi 1926

Il punto di partenza della ricerca di Agostino Cancogni è l’osservazione del reale, che in questo contesto si concretizza nella natura e negli og-getti domestici a lui familiari. Per il pittore toscano, l’arte, viene vissuta come medium giungere, attraverso la riflessione, ad una serenità ora-mai difficile da trovare.Cancogni usa la pittura come un fi-losofo adopera la logica: egli può

condurci, se siamo in grado di ascoltarlo, ad affrontare e a risolve-re tutti quei piccoli grandi conflitti comuni all’umano sentire. I temi più cari al Maestro sono infatti le nature morte e il paesaggio toscano con i suoi affascinanti tramonti e le sue marine. Cancogni, dunque, parla un linguaggio volutamente semplice che sapientemente dialo-ga con lo spettatore donandogli emozioni familiari, intime. Riesce in questo processo attraverso due elementi che sono al contempo fon-damento e origine della sua pittura: la luce e il colore.La luce entra quasi segretamente nei suoi dipinti come una forza che serve a fissare l’attenzione dello spettatore sui dettagli.

Agostino Cancogni“Scatola con fiori”cm 40x30 - olio su tavola

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I dettagli che Cancogni vuole mostra-re al pubblico, rappresentano ciascuno una piccola storia, un piccolo mondo che racchiude sentimento ed emozio-ne pura. Come afferma egli stesso: «Il frammento non è fine a se stesso, nel contesto, è fondamentale, vuole dire qualcosa, vuole indicare un mondo»Proprio per questo motivo gli oggetti dipinti sono come “salvati” e recupe-rati, dopo un attento processo di sele-zione, dalla memoria. Le immagini di Cancogni rappresentano un modo im-

mediato di “dire la realta”. L’immagi-ne dipinta è il luogo in cui direttamente precipita e si condensa l’impressione, il ricordo degli oggetti e degli eventi. I soggetti, dotati di un particolare po-tere evocativo in quanto si rifanno ad esperienze e sentimenti assolutamente comune a tutti noi, in forza della loro vitalità espressiva costituiscono l’in-nesco che provoca nello spettatore un processo interpretativo assolutamente libero, aperto.Altro elemento chiave della pittura

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del Maestro è il colore, che con la sua estrema delicatezza, è ciò che conferi-sce ad ogni tela quel senso di equilibrio e armonia che permette a chi guarda di compiere lo sforzo interpretativo. Attraverso i colore Cancogni crea lo spazio in un perfetto bilanciamento di pieni e di vuoti, che aggiunge all’ope-ra quel sapore di “ben fatto”, dato dal completo possesso dei mezzi e della tecnica adoperati.L’opera del Maestro ci comunica dun-que che l’unica arma che l’uomo pos-siede per affrontare la realtà nella sua complessità è la memoria. Cancogni in questo modo sconfigge la caducità della vita, opponendo ad essa l’eternità di quel “comune sentire” che è proprio dell’umanità intera.

Agostino Cancogni

1 “Scatola con fiori”cm 40x30 - olio su tavola

2 “Scatola con fiori”cm 40x30 - olio su tavola

3 “Marina”cm 80x40 - olio su tela

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Per un Pittore fattosi da sè

Nulla deve diventare rifiuto e scarto e finire nel motocarro dei netturbini:il mazzo di fiori secchi e la cassetta

del mercato che i tuoi colori ravvivano come guance di bambini col mago pennello e i dipinti respirano sotto i tuoi cieli opalini.

Cose morte che la tua mano recupera alla vitasotto il cielo che si tocca e cantano alberi

alla buona sorte di sollevare la chioma per sempre e stendere l’ombra su prati e case senza peso.

Metti libre del tuo sangue nelle fibre del legnoe nelle cose staccate dal mare sulla battigia

e i tuoi mobili camapagnoli si sollevano a monumentiin piazze che ci sono familiari.

S.Agostino giovane, dal quale viene il tuo nome,a grandi passi camminava sulla spiaggia

di Cartagine e gli nacquero balenanti pensierie il sio genio li portò agli studenti di Roma e Milano

e tu con viso levantino come l’africano nelle tele imprigiona una scheggia del Mar di Versilia.

Don Janni Sabucco

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SommarioDiletta Biondani

Don Ianni SabuccoNota biograficaMichele Urrasio

Marcello VannucciLuciano BonettiLeo Strozzieri

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Agostino Cancogni, “Foto sul mare”

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OpereAnni 70 - 80

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“Achille”disegno per quadro

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“Nudo virile”Studi per quadro

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“Interno”Disegno sanguigna e matita

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“Nudo”Sanguigna

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“Studio per Crocefissione”Disegno

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“Studio per La Bella e La Bestia”Disegno

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“Studio per Cavalliere”Disegno

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“Nudi”Inchiostro

“Studio”Disegno a inchiostro

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“Studio”Inchiostro

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Olio su tela, f.to 2x1,7metri

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“Mio padre”Olio su tavola, f.to 50x40cm

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“Angela”Olio su tela, f.to 100x90 cm

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“Daniele”Olio su tela, f.to 100x50 cm

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“Nudo virile”Olio su tela, f.to 140x70 cm

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“Lo spirato”Olio su tela, f.to 200x50 cm

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“Achille”Olio su tela, f.to 100x70 cm

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“Il galoppo”Bozzetto in bronzo

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Opera Pubblica, Palazzo Reale - Rhiad Arabia SauditaBronzo a grandezza naturale

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39Dipinti

Anni 1980 - 2009

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“Estate”Dipinto su tela, f.to 50x35 cm

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“Risacca”Dipinto su tela, f.to 50x30 cm

“Tramonto”Dipinto su tela, f.to 50x35 cm

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“Estate”Dipinto su tela, f.to 100x60 cm

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“Versilia”Dipinto su telaf.to 60x30 cm

“Tramonto”Dipinto su telaf.to 55x25 cm

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“Il tronco”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

“Il tronco”Dipinto su tela, f.to 40x30 cm

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“Tramonto d’estate”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Versilia”Dipinto su tela, f.to 90x70cm

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“Versilia”Dipinto su tela, f.to 100x50 cm

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“Quadro nel quadro”Olio su tela, f.to 120x100 cm

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“Tramonto in Versilia”Olio su tela, f.to 120x120 cm

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“Pattino”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

“Agave”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

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“Ombrello”Dipinto su tela, f.to 60x30 cm

“Silenzio”Dipinto su tavola, f.to60x30 cm

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“Dopo la mareggiata”Dipinto su tela

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“Meriggio”Dipinto su tela, f.to 100x30 cm

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“Conchiglie”Dipinto su tela, f.to 100x30 cm

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“Ultimo sole”Dipinto su tavola, f.to 50x30 cm

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“Dopo la mareggiata”Dipinto su tavola, f.to 50x30

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“Mareggiata in Versilia”Dipinto su tavola, f.to 100x50 cm

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“La risacca”Dipinto su tela, f.to 80x40 cm

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“Tramonto di fine estate”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“Conchiglie”Dipinto su tela, f.to 80x40 cm

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“Ricordi di un’estate”Dipinto su tela, f.to 40x30 cm

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“Versilia”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“La scogliera”Dipinto su tela, f.to 100x30 cm

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“Estate”Dipinto su tela, f.to 60x30 cm

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“Il tronco”Dipinto su tela, f.to 40x30 cm

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“Tramonto”Dipinto su tela, f.to 50x50 cm

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“Dopo la mareggiata”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

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“Tramonto”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“Dune”Dipinto su tela, f.to 60x30 cm

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“Risacca”Dipinto su tela, f.to 60x30 cm

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“Grande tramonto”Dipinto su tela, f.to 100x80 cm

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“Versilia”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Estate”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Ultime luci”Dipinto su tela, f.to 90x90 cm

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“Spiaggia”Dipinto su tela, f.to 40x30 cm

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“Spiaggia”Dipinto su tela, f.to 100x50 cm

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“Mareggiata”Dipinto su tela, f.to 170x114 cm

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“Spiaggia”Dipinto su tela, f.to 80x70 cm

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“Spiaggia”Dipinto su tela, f.to 100x50 cm

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“Tronco”Dipinto su tela, f.to 80x40 cm

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“Marina”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

82Paesaggi

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“Toscana”30x20 cm

“Il pergolato”Dipinto su tela, f.to 40x30 cm

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“Lago a Massaciuccoli”Dipinto su tela, f.to 50x30 cm

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“Giardino”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

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“Portone”Dipinto su tavola, f.to 50x30 cm

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“Toscana”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“San Rossore”Dipinto su tela

f.to 100x50 cm

“Toscana”Dipinto su telaf.to 100x30 cm

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“Ricordi”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Pineta Salviati”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Il canneto”Dipinto su tela, f.to 90x60 cm

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“Il quadro nello studio”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“Lago di Massaciuccoli”Dipinto su tela, f.to 100x90 cm

Proprietà dell’Artista

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“Toscana”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“I portoni”Dipinto su carta intelaiata, f.to 40x30 cm

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“Giardino”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

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“Giardino”Dipinto su tela, f.to 40x30 cm

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“Toscana”Dipinto su tela, f.to 100x50 cm

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“Toscana”Dipinto su tavola, f.to 100x50 cm

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“Giardino”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

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“Il cancello”Dipinto su tela, f.to 40x30 cm

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Composizioni

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“Composizione con melograni”Dipinto su tela, f.to 60x30 cm

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“Rose”Dipinto su tela, f.to 50x50 cm

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“Composizione”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“Composizionecon cipolle”

Dipinto su telaf.to 100x30 cm

“Composizione con mela”Dipinto su telaf.to 100x30 cmProprietà dell’artista

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“La rosa gialla”Dipinto su telaf.to 80x40 cm

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“Il secchio”Dipinto su tela, f.to 100x90 cm

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“Interno”Dipinto su tela, f.to 100x90 cm

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“Composizione”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Cassette e fiori secchi”Dipinto su tela, f.to 100x80 cm

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“Comodino”Dipinto su tela, f.to 80x40 cm

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“Rose gialle”Dipinto su tela, f.to 50x40 cm

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“Composizione”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Il cartoccio”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Composizione con melograno”Dipinto su telaf.to 80x40 cm

“Cartoccio”f.to 60x40 cm

Proprietà dell’artista

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“Composizione con cipolla”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“Rosa gialla”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Composizione con iris”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Il secchio”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“La madia”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Fiori secchi”Dipinto su tela, f.to 50x40 cm

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“Natura morta con cartoccio”Dipinto su tela, f.to 100x80 cm

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“Composizione”Dipinto su tela, f.to 100x50 cm

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“Cassette e fiori secchi”Dipinto su tela, f.to 40x30 cm

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“Il fiore bianco”Dipinto su tela, f.to 90x40 cm

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“Rose”Dipinto su tavola, f.to 40x35 cm

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“Fiori secchi e mele”Dipinto su tela, f.to 90x80 cm

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“Ricordi”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“Cassette e fiori secchi”Dipinto su tela, f.to 100x100 cm

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“Bacinella e fiori”Dipinto su tela, f.to 100x50 cm

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“Fiori secchi”Dipinto su tela, f.to 50x30 cm

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“Composizione”Dipinto su tela, f.to 80x40 cm

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“Bacinella e fiori”Dipinto su tela, f.to xx x xx cm

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“Composizione”Dipinto su tavola, f.to 30x20 cm

“Composizione”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

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“Rose”Dipinto su tavola f.to 30x20 cm

“Senza titolo”Dipinto su tavola

f.to 60x30 cm

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“Rose gialle”Dipinto su tela, f.to 100x30 cm

“Iris”Dipinto su tela, f.to 90x30 cm

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“La conchiglia”Dipinto su tela, f.to 80x80 cm

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“Composizione”Dipinto su tavola, f.to 40x30 cm

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“Foto in studio”

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Agostino Cancogni è nato a Forte dei Marmi (LU) il 26 Novembre 1950.

Si è diplomato al Liceo Artistico di Carrara e, a 19 anni, è entrato all’Acca-

demia di Scultura, da cui è uscito col massimo dei voti.

Ha conseguito numerosi premi. Sue opere si trovano attualmente in colle-

zioni in Italia e all’estero (Arabia, Inghilterra, Svizzera, Germania e Ame-

rica).

Provvisto di notevoli doti e di un naturale talento, Cancogni ha saputo col-

tivarli con studi appassionati dell’anatomia e del disegno classico.

L’artista si dedica inoltre alla scultura, un amore antico e profondo trasmes-

sogli dal padre, anch’egli scultore. Passato attraverso vari cicli tematici, dal

surreale ad un naturalismo di impronta caravaggesca, Cancogni approda

oggi a quegli interessi di forma-luce-colore cari alla cultura dell’arte.

L’osservazione della realtà ambientale è parte dell’eperienza quotidiana

nella pittura di Agostino Cancogni, ed è certo che si possa parlare di una

vera e propria forma di intimismo, nel momento in cui l’artista si raccoglie

in se stesso coltivando a lungo le sue segrete emozioni che nascono dal con-

tatto con le cose e le forme che gli sono famigliari. I soggetti sgorgano dalla

memoria, che agisce come filtro attraverso sovrimpressioni o riflessi in un

recupero dell’immagine reale meditato però dal ricordo.

Nascono così i suoi paesaggi toscani, le nature morte con fiori secchi ed altri

piccoli oggetti dell’attorno domestico, portoni antichi, che hanno addosso

le ferite del tempo passato ma che sono animati da una calda luce che dà

loro ancora vigore di esistere.

La pittura è sempre molto accurata e mantiene una sorprendente leggerez-

za di esecuzione, mentre pochi elementi emergenti sensibilizzano gli spazi

calibrati e conclusi delle composizioni.

Note biografiche

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1970 Galleria Orlando, Forte dei Marmi (LU)1972 Galleria Poleschi, Lucca1974 Galleria Bevilacqua, Padova1976 Galleria Arte Italia, Pescara1978 Galleria Comunale, Forte dei Marmi (LU)1980 Galleria Arteka, Vicenza1983 Fiera Expo, Civitanova Marche (MC)1984 Galleria Gagliano Arte, Bari1985 Galleria La Spirale, Milano1986 Fiera Arte Expo, Bari1987 Galleria Simmi, Roma1988 Galleria La Pace, Civitavecchia (Roma)1990 Arte Expo, Bologna1990 Galleria IV Platano, Forte dei Marmi (LU)1991 Galleria Comunale Città di Aosta1992 Galleria Castellani, Roma1993 Galleria La Pace, Civitavecchia (Roma)1994 Galleria Accademia, Mantova1995 Galleria La Mimosa, Ascoli Piceno1997 Galleria Ediarte, Napoli1998 Galleria Dierkes, Colonia Germania1998 Fiera dell’Arte di Francoforte, Germania1999 Galleria F. ZENZ, Monaco, Germania1999 Telemarket2000 Telemarket2001 Telemarket e Galleria S. Lorenzo, Pisa2002 Galleria La Mimosa, Ascoli Piceno2002 Trifoglio Arte, Chieti2002 Personale Comune Campo di Giove (AQ)2003 Personale Galleria La Nuova Forma, Chieti2003 Collettiva Galleria La Mimosa, Ascoli Piceno2003 Personale Galleria Valeno, Foggia

2003 Galleria Trifoglio, Chieti2004 Personale Palazzo Pal agio, Comune di Firenze2004 Falpa Promozione d’Arte (Bergamo)2005 Fortezza Firmafede, Sarzana (SP)2005 Fiera Francoforte, Germania2006 Galleria Arte Nuvò, Catania2006 Galleria Ruso Arte, Siderno2006 Galleria Il Cavallino, Reggio Emilia2006 Galleria Capricorno, Vigevano2006 Galleria Comunale, Rovigo2006 Art Tour, Nizza2006 Arte Fiera, Padova2007 La Poetica dell’Immagine Galleria Le Musa, Cosenza2007 Arte Fiera, Padova2007 Arte Fiera, Reggio Emilia2007 Arte Fiera, Genova2007 Personale Galleria L’Incontro (CR)2007 Personale Comune di Aosta2007 Collettiva Galleria Comunale, Rovigo2008 Fiera Forte dei Marmi (LU)2008 Fiera Padova2008 Fiera Reggio Emilia2008 Personale Galleria Magenta, Milano2008 Galleria Estense (CO)2008 Personale Galleria Art-Time (UD)2009 Personale Galleria Arte Nuvò, Catania2009 Galleria Lazzaro By Corsi, Milano2009 Arte Fiera Genova2009 Galleria Line D’Arte2009 Atelier 34 Parma2009 Galleria Salone d’Arte, Trieste2009 Galleria Il Cavallino, Reggio Emilia

Mostre

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“...e svuotarmi così d’ogni lordura / come tu fai che sbatti sulle sponde / tra sugheri alghe asterie / le inutili macerie del tuo abisso”. Guardando i quadri di Agostino Cancogni, sembra riudire la cadenza di questi versi montaliani, tanto da diventarne la realiz-zazione visiva. E vi si coglie, senza fatica, la capacità di questo artista di tradurre, in immagini, sensazioni e fremiti che dimorano da sempre nell’animo dell’uo-mo.“Svuotarmi così di ogni lordura”: è un verso che ri-vela una decisa aspirazione al rifiuto, all’esigenza di scrollarsi di dosso il peso che impedisce di sentirsi rinnovati e nuovi. Ma per Agostino Cancogni diven-ta un motivo di confronto, un’occasione che riesce a coniugare, con lirica armonia, due termini profonda-mente opposti, pur tuttavia decisamente interdipen-denti: le piccole cose inutili e il respiro dell’immensità, la fragilità e l’essenza, la transitorietà e l’eterno.Ed ecco che le conchiglie, i rami, il filo d’alga, il tron-co levigato e consunto delle maree diventano fulcro, nodo essenziale, su cui sosta l’attenzione, per perdersi subito dopo, per contrasto di dimensioni, sulla spa-ziosità del paesaggio che li ospita amorevolmente nel suo palmo.E’ un divario che non crea fratture, che non fraziona il dipinto, che non rompe la unicità dell’ispirazione: integra rimane, infatti, la solidità di concezione e di resa delle opere. La forza intrinseca di questa pittura è, a nostro avviso, lo sguardo rivolto verso l’interno delle res, di cui il Maestro riesce a vagliare e a vela-

re gli aspetti più appariscenti, filtrati attraverso uno scandaglio che sa di ripensamento e di reinvenzione.La fusione degli oggetti di scarso valore con la vastità della scena costituisce la singolarità di questa pittu-ra, dove è facile individuare una pausa di gestazione abbastanza prolungata, una decantazione scevra di sollecitazioni. L’autenticità è nel ritrarre le risonanze interiori, piuttosto che il visibile; è nella trasfigurazio-ne dettata da una sensibilità che tende a fare propri, inediti, onirici i luoghi e gli oggetti reali, su cui si sof-ferma e indaga l’attenzione dell’artista.Una caratteristica, questa, un leit motiv, che rimarca e sottintende l’intera gamma di temi, che rende solido e vario l’affresco della pittura del maestro toscano. Una ricerca assidua di introspezione anche quando il suo sguardo si dilata su visioni di più largo respiro.

La fragilità e l’essenzanella pittura di Agostino Cancogni

di Michele Urrasio

Tramonto sul lago, 2004, olio su tela, 40x30 cm

145Il paesaggio, allora, si carica di una luce sottratta all’intimo: riaffiora sulla tela un riflesso di anima, un tentativo di dare al mondo un aspetto purificato da ogni minaccia, e degno di essere riproposto come un’aspirazione che tarda a tradursi in realtà.Rivivranno sulle tele di Cancogni i caseggiati, gli al-beri, le montagne, i solchi testimonianza della costan-te presenza umana anche sottaciuta, ma non saranno altro che la visione soggettiva dell’artista che affida, non di rado, alla povertà della sedia, in primo piano, il compito di evidenziarne la lindura, l’architettura ar-moniosa, ma anche e soprattutto il proposito di con-servarne quel respiro che rende impersonale perfino l’oggettività dei dati reali.Uguale afflato è dato cogliere nelle nature morte, dove gli elementi celano lo scopo di rivelare, seppure attraverso toni sommessi e colori filtrati, un’urgenza intimista che piega l’orecchio all’ascolto di imperceti-bili richiami, di segreti rimandi poetici.E non per nulla abbiamo aperto le nostre impressio-ni con un rapporto diretto, parallelo, tra due forme

d’arte che rivelano sentimenti e analogie di comune ascendenza. Cancogni sa cogliere il tutto, in virtù di un equlibrio coloristico e tonale che si rinnova ad ogni voltare di pagina. Ma riesce con altrettanta efficacia, a proporre particolari di luoghi, oggetti e visioni che trovano il loro compimento proprio nell’incidenza de-gli esili dati cari all’artista.Sicchè diventano motivi di riflessione e di sintesi il passaggio di luce e ombra sulla inferriata del cancello antico; la solitudine e il richiamo della porta di legno, segnata dal tempo e dall’incuria, dove il capriccio affettuoso di una rampicante evolve l’abbandono in chiaro segno di vita.Agostino Cancogni non usa simbolismi: ogni cosa è ritratta nel suo vero aspetto. Ma la lettura di questi dipinti risulterebbe approssimativa e quanto mai su-perficiale, se non si scavasse in fondo fino a scovare il senso autentico, personale del loro linguaggio. Un linguaggio copertamente metaforico, eppure basta immergersi nel clima delle diverse atmosfere, per rac-cogliere e vivere la diverstità dei sentimenti.Cancogni riceve sollecitazioni e suggerimenti dalla re-altà che lo circonda, dagli elementi di cui è intessuto il suo itinerario. Egli li insegue e li convoglia nel suo animo, dove subiscono profonde, meditate trasforma-zioni prima di riemergere alla luce. E quando affio-rano sulla tela, hanno il profumo della soggettività: di qualcosa cioè che, rivestito di estro e di sensibilità, parla di luce e di ombra, di nucleo e di spazio, di par-ticolari tesi a custodire i termini della universalità di sentire e di essere.E anche quando gli oggetti sono privi di vita e giac-ciono immobili, come i fiori secchi, i vasetti, il foglio sgualcito, essi non nascondono inviti e messaggi, resi con un impianto classico e sorretti da una colorazione sobria, filtrata ai limiti della creazione e del sogno.Rimane, a visione ultimata e comparata nel suo insie-me, la fedeltà ai temi e alle visioni opportunamente rivisitati, l’organicità di orchestrazione, i cui elementi

La tavola blu, 2001, olio su pannello telato, 40x30 cm

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contribuiscono mirabilmente a creare un contesto armonico, dove la linea melodica e il controcanto costituiscono le note di uno spartito, fatto di atmosfere sempre varie, uniche, distese su una fuga di piani che affascina e rasserena.Se è inevitabile l’esortazione del sentiero che sospinge l’occhio nel fol-to e oltre la barriera degli alberi, non meno intenso è il richiamo degli

“interni”, da cui traspare un invito deciso al raccoglimento e dove nel-la geometria delle linee, eleganti ed essenziali, è delineato un mondo venato di poesia e di mistero: la poesia dell’ispirazione e dello stupore; il mistero che, oltre le apparenze e le barriere, si cela e freme il deside-rio di una realtà incontaminata, vera, genuina. Privilegio esclusivo di un vero artista, quale è Agostino Cancogni.

Composizione, 2003, olio su tela, 80x80 cm

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S’accomunano nella pittura di Agostino Cancogni segni puntualmente ricavati da una fantasia ora tenu-ta a freno da una volontà che poi va determinandosi nel tratto, puntuale, attento nella rilevazione sia pur nel minimo dei particolari. N’esce fuori la tela dove la natura sa vivere da “morta”; n’esce fuori il rotondo che s’incurva nel secchio, di cui non si trova il fondo, da cui nascono come per una epifania pochi tralci di fiori, se non una rosa soltanto, se non un simbolo che ravvicini l’ideale all’obbligo del tracciare un reale. Il Cancogni è un maestro in questo giuoco dell’immagi-ne che scopre se stessa come a sua insaputa; la sua pit-tura è lo specchio d’una perfezione imperfetta; il suo segno è il segno di una malinconia che appieno desi-dera farsi felicità, farsi conoscenza; di lui pittore ogni opera reca come una carta di indentificazione; le sue tele sono il passaporto per un mondo che, a molti pre-cluso, resta il suo segreto territorio, a cui egli ammette solo la presenza di chi “ha capito”; di chi “ha inteso”; la sua parola è là, nello sfumarsi del colore; nel rincor-rersi dei chiaroscuri, che mai poi desiderano definirsi tali; preferendo nel compiere il loro cammino celarsi nei mezzi toni; restare anch’essi imprendibili. Ope-re di gran dileto, quelle di Agostino Cancogni; opere di grande attrazione; cariche di fascino difficilmente ritrovabile, se non si riesce ad accostarsi a quelli che sono stati gli intenti che l’hanno generate. Cancogni è una sorta di apprendista stregone di se stesso; mago e assieme allievo di se stesso mago; fa e disfa misterio-se presenze; crea architetture che paiono nate per un teatro della fantasia,ma che poi scoprirai identificarsi in un ritrovabile che sa di giornaliero. Una pittura, la sua, che piace, senza essere mai scesa a compromessi; che dà gioia senza sdarsi in complicati balletti; che vive volta a volta, rinnovandosi in ogni tela, inesau-ribile e sempre attenta a dirti che nel domani ancora ci sarà.Finchè il mondo sarà il mondo.

Marcello Vannucci

Antologia criticaAgostino CAnCogni: A Come Amore

A come amore: questa è la prima, breve frase che è balzata nella nostra mente dopo aver osservato le sue opere: amore per gli oggetti che compongono i suoi dipinti, amore per il colore distribuito con delicatez-za, quel tanto che basta e sempre “pulitissimo”; amo-re per le atmosfere “magiche” nelle quali si introduce e ci introduce; amore per una soave malinconia che affascina ed avvince fin dal primo incontro; amore per la luce che “misteriosamente” penetra, quasi in punta di piedi, nei dipinti; amore per la natura sempre pre-sente nelle sue opere con particolare predilezione per i fiori, per i fiori poveri, umili, delicati; amore per la fantasia e l’immaginazione: elementi ai quali l’artista spesso si affida senza però esagerare, senza concedere troppo al caso, quel tanto che è sufficiente per rendere il dialogo col suo pubblico ancor più serrato, amiche-vole, costruttivo, invitante.Poco resta da aggiungere alle belle parole scritte dal caro Marcello Vannucci, che ha saputo cogliere, in poche righe, il linguaggio di Cancogni, la sua straor-dinaria personalità, la sua coerenza, la sua umiltà e al tempo stesso consapevolezza.Inutile sottolineare il gran mestiere del pittore, me-stiere che è nascosto dietro la tela: una fusione equi-librata tra forma e contenuto che già molti pubblici hanno avuto modo di apprezzare: Forte dei Marmi, Padova, Aosta, Carpi, Bologna, Civitanova, Livorno, Firenze, Roma, Milano fino ai pubblici stranieri: Ara-bia, Inghilterra, Svizzera, Tunisia.Padrone del disegno, Agostino Cancogni i esprime efficacemente con qualsiasi tecnica: olio, pastello, acrilico ecc. ed affronta un’ampia tematica. E conclu-diamo questi nostri brevi pensieri con le prime parole che l’artista ci ha suggerito al primo incontro: A come amore!

Luciano Bonetti (”La Nazione”)

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La ricerca artistica di Agostino Cancogni, che si pro-trae ormai da trent’anni con estrema coerenza e line-arità, potrebbe essere definita lirica fiaba romantica calata con perizia tecnica invidiabile nella contem-poraneità. Ogni sua opera infatti diviene frammento delle sue interiori emozioni, della sua fantasia, della stratificazione entro le pieghe del suo animo del sen-timento panico della natura; in definitiva documento visivo della sua ricca personalità, nutritasi alle fonti privilegiate della cultura classica.Paesaggi, composizioni floreali, nature morte, sua-denti squarci di vita paesana, agreste: tutta un’antolo-gia percettiva che l’autore svuota magistralmente da ogni tentazione verista e quindi oggettiva, per coglier-ne invece il senso profondo dalle squillanti risonanze emotive interiori.A livello linguistico la rivisitazione del reale avviene attraverso una patina coloristica di brumosità desunta dalla consuetudine con la pittura classica post rinasci-mentale: gli oggetti dipinti diventano campo di esplo-razione e al tempo stesso di sperimentazione al fine di porre in essere la metafora della condizione umana nel mondo contemporaneo. Spesso, ma non sempre, si tratta di oggetti fatiscenti come possono essere le conchiglie abbandonate dai flutti marini al cospetto della vastità oceanica, o i covoni in rapporto prospet-tico con caseggiati rurali dall’esclamata atmosfera metafisica, o ancora ciotole che gridano silenzio e la solitudine nella scena domestica ove sono perimetrate.

Tutto questo repertorio iconografico che potremmo definire “sottotono”, ricorda i parametri poetici dei versi sublimi di “Ossi di seppia” di Montale: lo stesso umorale sentimento della precarietà della vita, a cui necessita l’attesa di un avvento redentivo. Per com-prendere appieno la pittura di Cancogni è d’obbligo andare oltre il perimetro angusto del presente, dando alla realtà raffigurata nei dipinti una identificazione psicologica, umana.A questa evidente allusione umanistica fa da contrap-punto la costante assenza nelle sue opere della figura umana, quasi avesse voluto mettere in atto una sorta di progressiva astrattezza. Tutte le opere si mostrano

Dialetticatra sogno e realtà

di Leo Strozzieri

La tavola blu, 2001, olio su pannello telato, 40x30 cm

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sature di umanità con sottintese tante problematiche interiori riguardanti ognuno di noi, ma nella sua pura forma di allusione cromatica.E’ il colore ad animare di vita e a far respirare di uma-nità, in virtù della sua caligine umorosa, e per certe seduttive installazioni floreali che evocano allo spetta-tore la complessa ritualità di incontri amorosi: in pra-tica la fantasia riesce a cogliere con occhi indiscreti la gestualita pudica ed antibarocca di giovani amanti avvolti dalla penombra.Forse questa lettura umanizzata delle opere di Agosti-no Cancogni potrà apparire estrosa se non addirittura azzardata e poco rispondente alle intenzioni dell’au-

tore; non di meno l’esperienza di comunicazione di massa ci insegna che i frammenti visivi scelti da un artista per proporre la propria imagerie sono funzio-nali alla sua personalità oltre che al suo credo estetico e filosofico. Si può quindi, anzi si deve ritenere che l’opera di questo bravo artista toscano altro non sia che un appassionato diario della sua anima. E dal cor-redo iconografico si desume una progettazione duali-stica, se non addirittura dialettica tra realtà e sogno, riferita ovviamente all’essere umano.Si vuol dire che gli oggetti raffigurati nelle sue tele dal raffinatissimo gioco luministico tonale, acquistano una funzione vicaria divenendo segno ed emblema di interiori vicissitudini umane.La realtà ed il sogno rappresentano le due insosti-tuibili aree operative dell’uomo in quanto materia e spirito: miseria e caducità da un lato, esaltazione e magnificenza dall’altro. Perimetro umiliante quello della realtà, della quotidianità, esuberante bagaglio di libertà il sogno.Ma al di là di queste considerazioni suggerite dall’at-tenta fruizione dei dipinti di Cancogni, tonalmente vellutati e finalmente - dopo tanta pittura neoavan-guardistica - documento di una riesumata letizia este-tica, va detto che è sufficiente attenersi a questo duali-stico impianto interpretativo per cogliere l’essenza del suo messaggio artistico, che oltre ad offrire momenti di autentica felicità visiva, diviene nutrimento dello spirito.Il testo realistico di grande chiarezza e formalmen-te ineccepibile, viene quasi incorniciato dal pittore entro un contesto onirico, trasognato, ove è leggibile l’effusione del suo animo romantico, con un’elegan-za e dolcezza linguistica che diviene armonia tonale, impercettibile musicalità, intrighi di segni lirici, quasi sommessa confessione di una pudica passione a lungo coltivata.

La tavola blu, 2001, olio su pannello telato, 40x30 cm

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In altre parole volendo lanciare una proposta erme-neutica riassuntiva, potremmo dire che la conoscenza del reale è, a differenza dei neorealisti, visione aper-ta alla levità del sogno. Ecco il motivo della fortuna che da sempre gratifica la ricerca pittorica di questo maestro del colore e della poesia: l’uomo irretito dal-la quotidianità che mai potrà appagarlo nelle intime fibre del suo essere, deve giovarsi della licenza di so-gnare ad occhi aperti.

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Galleria

Il Cavallino

di Dallari Simone

DIPINTIDISEGNIGRAFICHESCULTURESTIMEACQUISTI DA PRIVATO

ORARI:

tutti i giorni dalle 16 alle 19,30Sabato dalle 10 alle 12,30

e dalle 16 alle 19,30Chiuso giovedì e festivi

Piazza A. Fontanesi, 4/A - 42100 Reggio Emilia - Tel e fax 0522 439498 - Cell. 347 9682450 - Email: [email protected]

Il canneto, f.to 90x80 cm

Pineta Salviati, f.to 80x90 cm

Tramonto, f.to 50x30 cm

Melograno, f.to 30x40 cm

Melograni, f.to 50x30 cm

Composizione con rosa, f.to 50x40 cm

Spiaggia, f.to 30x30 cm

Composizione, f.to 80x40 cm

Il canneto, f.to 90x80 cm

Tramonto, f.to 30x30 cm

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Arte Nuvò Galleria d’arteVia Giaconia, 2 - CATANIA (Ang. Via Umberto) Tel. Fax: 095 537449 - E_mail: [email protected]

Tramonto, f.to 30x20 cm

Fiore, f.to 20x30 cm

Le mele rosse, f.to 90x80 cm

Versilia, f.to 20x30 cm Versilia, f.to 80x90 cm

Campagna toscana, f.to 110x60 cm

Senza titolo, f.to 30x50 cm

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