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Anno X - n. 2 Febbraio 2016 Mensile dell’ Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. in AP fil. Trento D.L. 353/2003 Poste Italiane S.P.A. Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, 7 - 38122 Trento

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2 febbraio 2016

SOMMARIO

Camminiamo Insieme

Chiusura in redazione22 gennaio 2016

Editoriale Esperienza di famiglia……………………………………………………………………………………………………pag. 3

Spiritualità Il Sacramento del Perdono …………………………………………………………………………pag. 4

Attualità A che gioco giochiamo…………………………………………………………………………………………………pag. 6

Approfondimenti Il Mese della Pace……………………………………………………………………………………………………………………………pag. 8L’Ac che ama il mondo …………………………………………………………………………………………………pag. 9

Vita di Ac L’Ac incontra i Vescovi del Triveneto ……………………pag. 10Responsabili di Ac in fraternità e ascolto ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 11L’incontro tra Ac parrocchiale e nazionale …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 12

Volti di Ac Ac è famiglia ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 13

Il libro Si può fare! ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 14

L’Agenda di Ac Appuntamenti di marzo ……………………………………………………………………………………………pag. 15

Carta proveniente da forestecorrettamente gestite

Stampa Publistampa Arti Grafiche Pergine Valsugana

Orari di segreteria:lunedì dalle 8.30 alle 12.30martedì dalle 14.30 alle 18.30mercoledì dalle 8.30 alle 12.30giovedì dalle 8.30 alle 12.30venerdì dalle 14.30 alle 18.30

L’assistente ecclesiastico don Giulio Vivianiè presente in Centro diocesano il venerdì dalle 15 alle 17.30.

Giornata di spiritualità aLavis, 16 gennaio 2016

Azione cattolica Diocesi di TrentoVia Borsieri, 7 - 38122 Trentotel. 0461 260985 / fax 0461 233551segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it

seguici su Facebook (Azione-Cattolica-Diocesi-di-Trento)

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«In Azione cattolica mi sento come a casa», «Posso considerare l’Ac un po’ come lamia famiglia». Penso sia capitato a tutti di sentire frasi come queste da parte di qual-che compagno di gruppo, in qualche appuntamento diocesano o da qualche per-sonaggio che ha fatto la storia o sta costruendo il futuro della nostra associazione.Potrebbero sembrare frasi fatte, parole di circostanza, ascoltate o magari anchepronunciate tante volte, al punto da non considerarle più così vere e reali. Suc-cede però che un incontro, la partecipazione ad un appuntamento o un invito tifacciano fare esperienza viva del significato di quelle frasi, che tornano allora pre-potentemente alla mente, riacquistando la loro verità e forza.Queste frasi sono tornate vivide e presenti nella mia mente grazie agli incontriche, nelle scorse settimane, ho potuto fare con alcuni dei nostri gruppi. In alcunicasi, la condivisione del bel momento dell’Adesione, in altri la condivisione di unatappa del percorso formativo, mi hanno fatto ri-provare ancora una volta la bel-lezza e la semplicità dello stare insieme in Ac. Non ci sono formule precostituite,“ordini di scuderia”; negli incontri dei nostri gruppi si sperimenta la comunione, ilfare ciascuno la propria parte, come in una famiglia per il pranzo di Natale: cia-scuno si sente accolto, libero di esternare dubbi e difficoltà, al sicuro tra perso-ne che si prendono cura le une delle altre. Come per magia le pareti delle cano-

niche, degli oratori e dei nostri luoghi di incontro si trasformano,diventando le pareti delle nostre case, in cui anche io, pur non facendoparte del gruppo, mi sono sentita accolta come a casa mia.Molte volte ci preoccupiamo che i nostri gruppi non riescano a seguire ilpercorso proposto dal Centro nazionale, a volte ci diciamo con sfiduciache “ci incontriamo solo per pregare”, che siamo pochi, che dovremmo…Certo sono tutte preoccupazioni lecite e che ci spingono sempre a cer-care di migliorarci nella nostra formazione e nella proposta che facciamonelle nostre parrocchie. Non dobbiamo però dimenticarci di tutto il be-ne e il bello che i nostri gruppi e i nostri aderenti fanno ogni giorno. Riuscire ad “essere famiglia”, ad essere un luogo vivo in cui ognuno si sen-ta accolto, libero di essere se stesso con i propri limiti, non è cosa da po-co, soprattutto oggi, un tempo in cui l’individualismo e la solitudine la fan-no da padroni.Continuiamo decisi su questa strada, cercando di essere nelle nostre par-rocchie case accoglienti, famiglie con le braccia aperte per i nostri parroci,

per i nostri parrocchiani e anche per chi, da lontano, ogni giorno raggiunge le no-stre comunità.

Maddalena

3febbraio 2016

Camminiamo Insieme

Esperienza di famigliaEditoriale

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4 febbraio 2016

Camminiamo Insieme

Sfogliando il Rito della Penitenza (RP)ci si accorge di quanto spazio è datoall’aspetto biblico e alla dimensionecomunitaria di questo Sacramento.Proprio le Celebrazioni Penitenzialisono la via normale per celebrare laRiconciliazione, per chiedere e acco-gliere il perdono del Signore. Primadi tutto andrebbe rivalutata l’indica-zione del RP (n. 16) di accogliere il penitente con amabilità, «conespressioni di affabile dolcezza». Pa-pa Francesco con la sua immediatez-za e sagacia scrive: «Senza sminuire ilvalore dell’ideale evangelico, bisognaaccompagnare con misericordia e pa-zienza le possibili tappe di crescitadelle persone che si vanno costruen-do giorno per giorno. Ai sacerdoti ri-cordo che il confessionale non de-v’essere una sala di tortura bensì illuogo della misericordia del Signoreche ci stimola a fare il bene possibile»(EG 44). Lo stesso Papa il 4 giugno2015, nell’omelia del Corpus Domini,diceva: «L’Eucaristia non è un premioper i buoni, ma è la forza per i debo-li, per i peccatori. È il perdono, è il

viatico che ci aiuta ad andare, a cam-minare»! Sarebbe utile riaprire questo libro delRito della Penitenza sia da parte dei sa-cerdoti che dei laici, specialmente deicatechisti che preparano i fanciulli allaPrima Riconciliazione e aiutano gli adul-ti a riscoprire la fede e la pratica cri-stiana. Nel Rituale troviamo delle ampie e ric-che Premesse, come sempre attente alledimensioni bibliche, teologiche e pa-storali; quindi le tre modalità celebra-tive proposte. Il Rito per la riconciliazionedei singoli penitenti: Preparazione del sa-cerdote e del penitente - Accoglienzadel penitente - Lettura della Parola diDio - Confessione dei peccati e accet-tazione della soddisfazione - Preghieradel penitente e assoluzione del sacer-dote - Rendimento di grazie e conge-do del penitente). Il Rito per la riconcilia-zione di più penitenti con la confessione el’assoluzione individuale: Riti iniziali - Ce-lebrazione della Parola di Dio (letture,salmo, omelia e silenzio) - Rito della ri-conciliazione (confessione generale deipeccati, Padre nostro, confessione e

Il Sacramento del PerdonoUna riconciliazione nella comunità

Spiritualità

Siamo ormai entrati nell’Anno della Misericordia con l’invito a viverlocome un autentico Giubileo. «Quelli che si accostano al sacramento della Penitenza ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversionecon la carità, l’esempio e la preghiera» ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1422 da LG 11).

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5febbraio 2016

Camminiamo Insieme

assoluzione individuale) - Rendimentodi grazie, Benedizione e Congedo delpopolo. Il Rito per la riconciliazione di piùpenitenti con la confessione e assoluzione ge-nerale (come sopra con le varianti): Av-vertimento ai fedeli - Confessione ge-nerale e segno di penitenza - Preghieradel Padre nostro - Invocazione delloSpirito Santo e Assoluzione - Rendi-mento di grazie, Benedizione e Conge-do. Inoltre una serie di letture biblichee infine in appendice L’assoluzione dallecensure e La dispensa dalle irregolarità; ot-to diverse proposte di celebrazioni peni-tenziali e uno schema per l’esame di co-scienza. Un altro aspetto della “povertà” diquesto Sacramento è quello della ge-stualità espressa solo dal gesto del-l’imposizione delle mani (quasi impossi-bile nel confessionale con la grata) edel segno di croce nel momento dell’As-soluzione e l’atteggiamento dei peni-tenti in ginocchio. Ma il vero segnosacramentale è la nostra vita, che con

l’attuazione della “penitenza” o “sod-disfazione” (una preghiera, un gesto dicarità) inizia a porre i segni nuovi diun’esistenza guidata dallo SpiritoSanto, fedeli al Vangelo e alla volontàdel Padre.La tentazione di molti oggi è quella diaffermare: io me la intendo diretta-mente con Dio. E si dimentica cheogni nostro peccato ha impoverito, hadanneggiato la comunità cristiana. Ilsacerdote non rappresenta solo Dio,ma anche la comunità che intercedee ottiene il perdono di Dio. Abbiamobisogno di un intermediario anche pernon farci troppi sconti ed essere aiu-tati in un confronto sempre necessa-rio con gli altri, con la Chiesa. Quantevolte, come scriveva nel suo libro“Credo nella famiglia” don Remo Van-zetta, la gente si “confessa” con gli al-tri: il barbiere, la parrucchiera, il bari-sta, …Dio aspetta anche noi con la pazienza,la misericordia e la grazia che ci fa san-ti, nella Pasqua del suo Figlio, che di-venta sempre più vera e piena per noie le nostre comunità. Nella notte di Pa-squa facciamo ogni anno la nostra pro-fessione di fede: “Professo un solo Bat-tesimo per il perdono dei peccati…”;“Credo la remissione dei peccati”. Sia-no parole vere per noi che abbiamo«una seconda tavola di salvezza dopoil Battesimo» (Prefazio della Penitenza),perché possiamo insieme vivere in pro-fondità e in pienezza la vera gioia e laserenità che vengono da Dio. Occorreeducarci insieme a “confessare” la mi-sericordia di Dio.

don Giulio

«Gesù afferma che la misericordia non èsolo l’agire del Padre, ma diventa il criterioper capire chi sono i suoi veri figli. Insom-ma, siamo chiamati a vivere di misericordia,perché a noi per primi è stata usata miseri-cordia. Il perdono delle offese divental’espressione più evidente dell’amore mise-ricordioso e per noi cristiani è un imperati-vo da cui non possiamo prescindere. Comesembra difficile tante volte perdonare! Ep-pure, il perdono è lo strumento posto nellenostre fragili mani per raggiungere la sere-nità del cuore. Lasciar cadere il rancore, larabbia, la violenza e la vendetta sono condi-zioni necessarie per vivere felici» (MV 9).

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6 febbraio 2016

Decisamente un colpo da maestroquesta notizia che, se analizzata finoin fondo, dà un segno di speranza aimigliaia di tifosi italiani che aspettano4 anni prima di godersi, spesso la not-te, le gesta dei loro beniamini. Dicosperanza, perché l’indagine parte nonda un controllo, ma da una mancatacomunicazione per effettuare i con-trolli.

Il regolamento federale infatti obbligatutti gli atleti a indicare con frequen-za – a dire la verità un po’assillante –tutti i punti in cui si trovano nell’arcodella settimana. Se il programma cam-bia (ed è possibile che cambi se pen-siamo anche alla nostra vita quotidia-na), allora va comunicata la variazione.Ecco, qui sta l’errore e quindi la pre-sunzione di colpevolezza. Chi dovevacontrollare l’atleta o non lo ha trovatoperché in altro luogo, oppure non haavuto comunicazione del nuovo itine-rario. Prima di fare un consono ragio-

namento su doping e sport, va dettaancora una cosa: i controlli sono a sor-presa, anche in piena vacanza di ripo-so fuori nazione, anche alle 2 di mat-tina e soprattutto senza contare laprivacy di quel momento; ovvero, sesei con la tua famiglia, con la morosa,con i tuoi compagni di squadra. Tuttiricorderanno il caso di Carolina Ko-stner, che per la soddisfazione genera-le è tornata alle gare dopo la squalificaricevuta per omissione di notizia: alcontrollo a sorpresa lei disse che il suocompagno Alex Schwazer non era inappartamento, mentre in realtà c’era.Giusta la squalifica per concorso dicolpa o solo un atto d’amore di Caro-lina verso l’ex compagno Alex? Giustoviolare la loro privacy alle 6 del matti-no? Giusto comminare subito unasqualifica a Carolina o non era forsemeglio una semplice ammonizione, vi-sto il caso particolare? Beh, come sa-pete qui il mondo si è diviso in due e glistessi organismi sportivi hanno dato ri-sposte diverse, ma chi si occupa di do-ping ha comminato la squalifica, poileggermente ridotta.Ma veniamo finalmente alla riflessionevera e propria: difficile arrivare col pen-siero a quei giochi olimpici nati ai tem-pi di Sparta e Atene, quando persino leguerre venivano sospese per permet-tere ad atleti e pubblico di accorrere

Attualità A che gioco giochiamo?

Ha fatto scalpore la notizia di inizio dicembre: 25 atleti italiani indagatiper presunto doping in vista delle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro.

Camminiamo Insieme

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7febbraio 2016

Camminiamo Insieme

allo stadio olimpico a gustarsi le gestae le imprese retribuite poi con una co-rona d’alloro. Gesta pulite, frutto di al-lenamenti, di sacrifici.

Più facile ricordare le olimpiadi dell’eramoderna, quando nel 1896 il baronePierre de Coubertin ripristinò i giochi adAtene. Da allora imprese epiche ma an-che clamorose squalifiche, specie negliultimi 20 anni, quando la lotta al dopingsi intensificò e scopri come nei Paesidell’Est l’uso di sostanze dopanti siastata la norma per diventare atleti disuccesso. Sostanze sempre più “tra-sparenti” ai controlli normali, tanto dadover inventare esami come l’ematocri-to, il capello e altro ancora per stare alpasso nella lotta contro l’inganno.Sono convinto, come del resto lo è ilCONI (Comitato Olimpico Nazionale)che per almeno ¾ degli atleti accusatitutto si possa risolvere con una sem-plice multa dovuta ad una negligenzainformativa, che ora avete capito cosavoglia dire. Rimane sempre il sospetto di quale siail confine tra il desiderio di essere libe-ri di girare il mondo e la volontà di rag-girare i controlli. In un mondo in cui losport è sinonimo di pubblicità, ascoltitv, notorietà, business, soldi, è difficile

tralasciare per errore certe incomben-ze, ma non impossibile, visto appuntoche sono molte e pressanti. Moltisportivi si dotano di agenti specializza-ti per gestire la loro immagine e anchein questo caso qualcuno senza scru-polo trova vie secondarie per raggiun-gere scopi primari. L’educazione alla sincerità e onestàd’intenti a mio avviso spetta a duecomponenti fondamentali: famiglia escuola. Là dove un bambino conosce irischi del doping, anche in vista di unaserena vecchiaia, là dove i genitorimettono al corrente i figli sui sacrificinella vita, sullo sport come salute eagonismo e dove la scuola promuoveoccasioni di confronto con più disci-pline, allora si saranno piantati i primisemi di uno sport pulito. Mi sembra che l’Italia, piano piano, siaindirizzata su questa strada, con la co-struzione di nuovi impianti, la copertu-ra di altri, la promozione di molteplicidiscipline anche a scuola, i messaggieducazionali contro il doping. Tuttosembra andare per il verso giusto, maci vorrà ancora molto tempo e le scor-ciatoie non sono concesse.

Alessandro Cagol

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8 febbraio 2016

Camminiamo Insieme

Vinci l’indifferenza e conquista la pace

Di fronte alla tragedia di migliaia diprofughi che fuggono da guerra e fame,e sono in cammino verso la speranzadi una nuova vita, il Vangelo ci chiama,ci chiede di metterci in un atteggia-mento di accoglienza: non solo dandoloro cibo, vestiti e un tetto sopra allatesta, ma anche aprendo il nostro cuo-re e mettendoci in ascolto di ciò chel’altro ci può raccontare.Nel Mese della Pace l’Azione cattolicasi è messa in gioco e, per cercare di fa-re qualcosa di davvero concreto per imigranti, sosterrà alcune opere già inatto per migliorare i mezzi logistici diaccoglienza e contribuirà alla realizza-zione di un centro culturale di educa-zione alla mondialità.Una parte del ricavato andrà a tre asso-ciazioni che operano nel territorio diAgrigento: verrà donata una nuova cu-cina industriale, approntata una nurserye una ludoteca, finanziato un corso ditaglio e cucito e un tirocinio per l’inte-grazione e l’opportunità di lavoro arti-gianale. Con l’altra parte del ricavato l’Acpropone, assieme ad altre associazioni,la “Casa della Pace”. Sarà un luogo attoa promuovere e organizzare incontri perla formazione e l’educazione sui temidella pace, della giustizia e della caritàuniversale. Sarà uno spazio di acco-glienza, di dialogo e di confronto per as-

sociazioni e comunità parrocchiali, fa-miglie, giovani e studenti. Le attività sa-ranno svolte attraverso laboratori, stu-dio, esperienza di vita in comune,contatto con la natura, in un confrontocontinuo con il “diverso” e l’impegno nelvolontariato per il bene comune.Lo slogan dell’iniziativa, “La Pace è di ca-sa”, apre le porte della casa, il luogo pereccellenza dell’accoglienza e delle buo-ne relazioni, ci chiama a diventare “ca-sa accogliente” per coloro che fuggonodalla loro terra. L’iniziativa di Pace è ac-compagnata da un gadget: una tazza“magica” che cambia colore quando visi versa liquido caldo. La tazza esprimeil senso più vero dell’accoglienza, ri-scalda “la casa” e il cuore.

Sara

È il titolo del messaggio del Papa per la 49ª Giornata Mondiale della Pace ed è quello che il nostro tempo ci chiede di fare: vincerel’indifferenza e accogliere l’altro per costruire la pace.

ACI

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9febbraio 2016

Camminiamo Insieme

L’AC che ama il mondo

Quando nel marzo del 2013 Jorge Ma-rio Bergoglio venne eletto Papa, l’Acdiede subito ampia eco alle parole distima e di forte invito alla missioneche il cardinale argentino aveva rivol-to all’Ac del suo Paese nell’80° anni-versario della sua fondazione. L’Ac inArgentina… ma non si chiama “AzioneCattolica Italiana”? All’incontro dellaPresidenza nazionale con i presidentiparrocchiali del Triveneto (vedi pag.12) c’è stato dall’assemblea un ringra-ziamento perché da qualche anno sul-la tessera dell’adesione è riportato illogo FIAC, che aiuta a sentirci parte diuna rete associativa aperta al mondo emotiva l’adesione annuale come re-spiro ampio di Chiesa universale. Macos’è il FIAC? Il Forum Internazionale di Azione Cat-tolica (FIAC) è nato dopo il Sinodo deiVescovi del 1987 per «essere uno spa-zio dove si viva la sollecitudine e la so-lidarietà fra le Ac dei diversi paesi, re-gioni e continenti; analizzare i grandiproblemi a dimensione mondiale che lasocietà contemporanea pone alla Chie-sa e all’Ac; animare e promuovere la“nuova evangelizzazione” nel rispettodel diverso contesto pastorale e strut-turale di ogni Ac.» (da www.catholicactionforum.org).

L’Ac è veramente una grande famigliache, nonostante e grazie alla diversitàdi luoghi, cultura, strumenti, linguag-gi… sa essere missionaria, accoglien-te, dentro la storia e la vita delle per-sone, portando con il proprio stileassociativo la gioia del Vangelo, il vol-to vivo di Cristo.

Anna

La Presidenza Nazionale, attraverso i rapporti internazionali,intende sottolineare la dimensione “cattolica”, cioèuniversale, dell’associazione, e dare voce all’impegnointernazionale che caratterizza le associazioni diocesane.

I Paesi membri Europa: Albania, Austria, Italia, Malta, Polonia,Romania, Spagna, Svizzera Italiana TicinoAmerica: Argentina, Colombia, Ecuador, Mes-sico, Paraguay, Perù, VenezuelaAfrica: Burundi, Camerun, Costa D’Avorio(dioc. Korhogo), Kenya (dioc. Murang’a, Mara-lal, Nyahururu), Rep. Centrafricana, Rep. De-mocratica Del Congo, Rwanda, Senegal, Su-dan, Tanzania (dioc. Kigoma), UgandaAsia: Myanmar

I Paesi osservatori(con contatti di diversa intensità)Europa: Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia,Francia, Lituania, Portogallo, Repubblica Ce-ca, Repubblica Moldava, Slovacchia, Ucraina,UngheriaAfrica: Benin, Burkina Faso, Ciad, Egitto, Ga-bon, Ghana, Mali, Niger, Nigeria, Togo, ZambiaAmerica: Brasile, Cile, Cuba, Costarica, Guate-mala, El Salvador, Nicaragua, Uruguay, USA Asia-Pacifico: Corea, Filippine, India, Laos,Thailandia Terra Santa: Ac Betlemme e NazarethOceania: Papua Nuova Guinea Vanimo

ACI

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10 febbraio 2016

Camminiamo Insieme

I Vescovi del Triveneto incontrano l’Ac Vita di Ac

Quando si riconosce il valore dell’interlocu-tore, si sente la necessità di un confronto percondividere scelte e attese; quando si vuolerinnovare dedizione e passione non ci sono di-stanze, si accoglie l’opportunità, ci si prepa-ra e la si vive con fiducia. Così è stato per l’incontro che i Vesco-vi del Triveneto, riuniti per il loro in-contro di Consiglio a Cavallino (Vene-zia), hanno dedicato alla delegazioneregionale e ai presidenti e agli assi-stenti diocesani di Ac lo scorso vener-dì 8 gennaio. Probabilmente per la pri-ma volta, da dopo il Concilio VaticanoII, i Pastori delle diocesi della regioneConciliare del Triveneto hanno incon-trato i rappresentanti dei 40.000 ade-renti all’Ac presenti sul territorio. Unincontro preparato nel tempo, conconfronti che hanno avuto le modalitàpiù varie: dai “consigli diffusi” (ovveroincontri a “gruppi zonali” delle diocesi)ai comitati presidenti, i consigli regio-nali e la raccolta da parte della delega-zione dei contenuti, delle problemati-cità, delle sollecitazioni emerse perarrivare ad una sintesi che risultasse unpunto di ri-partenza.Nel saluto iniziale portato dall’Assi-stente unitario don Enrico Piccolo edal nostro delegato regionale MarcoPio Bravo c’è stato il ringraziamentoper la preziosa opportunità d’incon-tro nel rinnovare lo stretto legame di appartenenza e di filiazione che èl’identità stessa dell’associazione. Ilpercorso di preparazione ha portato a

focalizzare tre tematiche in particola-re, nate dai cambiamenti in atto nelcontesto pastorale, sociale e culturale.Le difficoltà di una mentalità indivi-dualista sempre più crescente, in par-ticolare nell’età adulta; la nuova orga-nizzazione pastorale delle parrocchie;la collaborazione tra Azione CattolicaRagazzi e Uffici catechistici diocesaniin merito alla proposta di iniziazionecristiana sono stati i nuclei posti e daiquali si è poi avviato il dibattito. Sonoseguiti gli interventi del Vescovo inca-ricato per la pastorale dei laici mons.Beniamino Pizziol, e poi degli altri Ve-scovi, in un susseguirsi senza pausa diparole di ringraziamento per quantoproposto e per il prezioso serviziosvolto nelle diocesi, d’invito ad esseresempre più lievito e sale nelle nostrecomunità diocesane. Nell’interventoconclusivo del Patriarca di Veneziamons. Francesco Moraglia, presidentedella Conferenza Episcopale Trivene-ta, il rammarico per la brevità dell’in-contro, il ringraziamento per gli im-portanti spunti proposti e l’auspiciodi un prossimo incontro per potercontinuare il confronto. Prima dellabenedizione finale la raccomandazio-ne pastorale di essere fedeli all’ascoltoquotidiano della Parola, perché possarisuonare nella nostra vita ed esserefonte di discernimento responsabile ela richiesta di accompagnare i nostri pa-stori, di stimarli e incoraggiarli.

Fabiola

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11febbraio 2016

Camminiamo Insieme

Responsabili di Ac in fraternità e ascoltoVita di Ac

Occasione ordinaria, perché non è cosìraro che le Presidenze diocesane incon-trino i responsabili e assistenti naziona-li nel corso del triennio associativo. Occasione straordinaria, perché ogni in-contro è unico e irripetibile; perchél’ospitare la Presidenza nazionale è unonore e un piacere reciproco a cui tutticercano di essere presenti; e perché, co-me in tutte le famiglie, è raro ritrovarsiinsieme in serenità senza altro scopoche ascoltarsi, confrontarsi, incoraggiar-si guardandosi negli occhi. Il pomeriggiodi sabato 9 gennaio noi della Presiden-za trentina lo abbiamo trascorso permetà del tempo in viaggio (Zelarino, al-le porte di Mestre, non è sulla porta dicasa) e per l’altra metà seduti di fronte ai7 membri della Presidenza nazionale,sbirciando anche l’assemblea di 110 re-sponsabili diocesani, volti più o menofamigliari, tutti sorridenti, intenti e con-vinti, appassionatamente in ascolto,dialogo, confronto. I compiti a casa pre-vedevano la presentazione di 4 nodi cru-ciali di vita associativa: il futuro missio-nario di Ac; la necessità di un nuovoimpulso per la formazione interna; Acr einiziazione cristiana; la riorganizzazioneterritoriale pastorale. Se ci aspettavamodelle risposte articolate e approfondite,come era logico pensare, Matteo Truf-felli ci ha subito smontato: la Presiden-

za nazionale non ci ha incontrati per da-re risposte, ma per ascoltare, conosce-re, accogliere, ringraziare, incoraggiare.Il Presidente ha sottolineato come l’Acsia chiamata a «fare quello che è brava afare: essere persone che insieme si in-terrogano e si lasciano interpellare dallarealtà». Non ci sono mai risposte a prio-ri, perché «le questioni vanno affronta-te a livello territoriale, nei diversi livelli(parrocchiale, diocesano, regionale, na-zionale) che camminano insieme gene-rando processi virtuosi»; in cui tutti eognuno siamo chiamati a sperimentaree a far circolare i segni di vita buona. Èstato significativo vedere il loro contri-buto corale, segno di corresponsabilitàe della ricchezza di ognuno; la sottoli-neatura che la vita associativa è pren-dersi cura delle persone, ponendosi alloro fianco con gratuità, autenticità ecreatività; la scelta esplicita di Ac di «aiu-tare la Chiesa italiana a tradurre l’Evan-gelii Gaudium» nella vita quotidiana. Que-sto serve oggi, questo “basta”.

Anna

Il delegato del Triveneto, Marco Pio Bravo, ha definito l’incontro dellaPresidenza nazionale con i responsabili regionali e diocesani delTriveneto “un’occasione straordinariamente ordinaria”. E così è stato.

Membri di Presidenza nazionale al Triveneto

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12 febbraio 2016

Camminiamo InsiemeCamminiamo Insieme

È accaduto domenica 10 gennaio cheun grandissimo numero di presidentiparrocchiali (per essere concreti più di500 di cui per la diocesi di Trento 25 trapresidenti parrocchiali e responsabilidiocesani) molto motivati ed entusiastiabbiano avuto la possibilità di collo-quiare con la Presidenza Nazionale. Conil racconto, in mattinata, di alcune espe-rienze particolarmente significative di vi-ta associativa parrocchiale hanno pre-sentato modalità di vita Ac in Trivenetoe offerto a tutti i partecipanti idee espunti per rilanciare la capacità dell’Ac atutti i livelli. L’Ac della parrocchia di S.Michele di Cervignano del Friuli ci hanarrato della nascita della sua collabo-razione con i catechisti per l’iniziazionecristiana dei fanciulli. L’Ac di Pastrengoha creato lo “sportello della carità” conil riciclo di materiali. L’Ac di Spilimbergoha inventato i “vespri d’arte”, cioè la re-cita dei Vespri domenicali in luoghi reli-giosi particolarmente ricchi d’arte. Infi-ne l’Ac di Loreo – diocesi di Chioggia –ci ha raccontato l’impegno e lo sforzoper la rinascita dell’Ac nella propria par-rocchia; dal 2013 ad oggi è riuscita a ri-costituire Acr, giovani e adulti. Con lacelebrazione eucaristica e il successivopranzo abbiamo ricevuto il ristoro “mi-

stico” e il ristoro “mastico”. Il pomeriggioil presidente nazionale Matteo Truffelliha motivato le ragioni di questa inedi-ta iniziativa nazionale. Innanzitutto perringraziare chi quotidianamente vive ilservizio in Ac per la propria comunitàparrocchiale e con la Chiesa tutta, insintonia con la propria diocesi. Poi per ildesiderio di ascolto della vita associati-va nel Triveneto, in una realtà in conti-nuo cambiamento e in contesti ecclesialiin cui l’Ac sembra non abbia più spazio.Infine per dire dove l’Ac sta andando ecosa è chiamata a fare: molto semplice-mente, «prendere l’Evangelii Gaudium etradurlo nella concretezza della vita». IlPresidente ha concluso dicendoci: «Con-tiamo su di voi e voi potete contare su dinoi». Anche i numerosi interventi suc-cessivi dei presenti e le risposte dei varicomponenti la Presidenza hanno contri-buito a donare alla giornata la bellezza,l’amicizia e il servizio condiviso che sem-pre si respira in questi incontri.

Giuliana

Un tempo per raccontare, riflettere e condividere quali siano le potenzialità e le fragilità che l’Ac vive e vede nel suo servizio nellecomunità di questo territorio e la necessità o l’importanza di una presenza associativa in termini formativi e di proposta culturaleattraverso la voce dei presidenti parrocchiali.

L’incontro tra Ac parrocchiale e nazionale Vita di Ac

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13febbraio 2016

Camminiamo InsiemeCamminiamo Insieme

L’Azione cattolica di Trento hapoco meno di 550 aderenti, perla maggior parte adulti, riuniti in21 associazioni. Questo ci per-mette di conoscerci per nome, ditenerci in contatto, di condivide-re le nostre vite, di crescere in-sieme. In perfetto stile Ac, perchéla vita associativa non è l’orga-nizzazione degli incontri, non èprincipalmente il cammino strutturatoper la miglior formazione possibile: «laqualità della vita associativa è prendersicura della vita delle persone, che stannobene insieme e hanno bisogno di fareesperienza di vita buona», come ha effi-cacemente detto il Presidente naziona-le Matteo Truffelli ai responsabili dioce-sani del Triveneto nell’incontro del 9gennaio scorso (vedi pag. 11). Per que-sto – e certamente non solo perché celo raccomanda il Presidente! – ci fa par-ticolarmente piacere partecipare allagioia dei nostri aderenti per gli eventibelli, così come siamo accanto concom-passione a chi attraversa un perio-do di malattia, di difficoltà o di tristezza.In parrocchia come a livello diocesano,negli incontri e nei racconti, nasce unasintonia che è famigliarità piena. Così lamalattia e la guarigione di Raimonda edi Amelia, la notizia che Elisa ora non

può più abitare sola e vive in città, le tra-versie famigliari di tante donne e nonne(e uomini e nonni, e sacerdoti) della no-stra Ac ci coinvolgono umanamenteproprio perché sono di famiglia. Siamoparticolarmente lieti e partecipi nel farviconoscere due “nuovi aderenti”. Il maschietto è Josè Bertoldi, nato a set-tembre e accolto con gioia e trepidazio-ne da Caterina e Massimo del gruppodiocesano; ha visto la luce con due me-si di anticipo, ha dovuto combattere unpo’ e ora cresce in peso, virtù e grazia. Il placido orsacchiotto è Aurora Carrieridi Rovereto, nata a novembre, che papàDonatello e mamma Vanessa hanno giàportato a conoscere il gruppo di S. Mar-co alla Festa dell’Adesione dell’8 dicem-bre scorso. Benvenuti ai bimbi, un grosso abbraccioai genitori. Che Dio vi accompagni!

Il Centro diocesano

Ac è famiglia Volti di Ac

L’Azione cattolica diocesana ricorda con stima e affetto mons. Lino Endrizzi, che ci ha lascia-ti il 10 gennaio scorso, per il suo servizio alla Chiesa diocesana, anche come vice assistente dio-cesano delle Donne di Ac (dal 1965 al 1975).

Josè con Caterina e Massimo Aurora con Vanessa e Donatello

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14 febbraio 2016

Camminiamo Insieme

Sì, le parole di Branduardi potrebberofare da colonna sonora a questo ma-nuale per educatori con responsabilitàdi accompagnare i giovani all’incontroconcreto tra fede e vita. La proposta ègià nota per i formatori di vecchia da-ta: sono molti, negli scaffali delle bi-blioteche associative, gli strumenti peraiutare a riflettere, coinvolgersi e im-pegnarsi nel mondo.“Si può fare! Percorsi di bene comu-ne. Gruppi giovani e giovanissimi”dell’editrice AVE [2015], curato da LuisaAlfarano e Umberto Ronga, proponeuna riflessione aggiornata su temi clas-sici come democrazia, giustizia, studio elavoro, sviluppo sostenibile, cura del ter-ritorio, multiculturalità e cura degli ulti-mi. I singoli argomenti sono approfon-diti con commenti legati alla nostraquotidianità ma, soprattutto, per ognitema vengono proposti de-gli spunti operativi. Quegliesercizi di laicità che oramaisono prassi del mondo as-sociativo adulto sono quiproposti anche per i giova-ni, invitandoli ad aprire gliocchi sulla realtà che sta lo-ro attorno. La proposta, percominciare, è che siano igruppi a prendere l’iniziati-va, ad approfondire una te-

matica, trasformando poi il bisognoemerso a livello locale in azione e impe-gno da trasformare in stile di vita. L’invito che emerge, come filo condut-tore per ogni tematica affrontata, è lanecessità di lasciarsi coinvolgere dallarealtà che ci circonda, non solo emoti-vamente. Circondati da una societàche premia e promuove soprattuttol’andare avanti, veloci, va ribadito confermezza che è ancora necessario de-dicare tempo all’approfondimento, al-lo studio; a non perdere di vista, nellafoga del correre in avanti, le radici e ifondamenti dei valori su cui vogliamoproporre la costruzione di un mondopiù bello. Il testo propone tre punti dipartenza: il Vangelo, la Costituzioneitaliana e la Dottrina sociale della Chie-sa. Ciò che ne deriva è una propostaformativa che i “nuovi giovani” capaci

di “fare” imprese che nem-meno immaginiamo, po-trebbero accogliere conentusiasmo: un lavoro digruppo fondato su impe-gno, studio, fatica, appro-fondimento, confronto, ri-flessione per contribuireattivamente all’“ordinariamanutenzione” dell’umani-tà e della Madre Terra.

Roberta

«Si può fare, si può fare, puoi prendere o lasciare si può crescere ecambiare, continuare a navigare».

Si può fare! Il libroIl libro

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Per i ragazzi dell’Acr, i loro amici e genitori: dal 10 al 17 luglio saràTempo Estate Eccezionale!• Campo scuola diocesano ACRsia per le elementari che per le medie: da domenica 10 a sabato 16 luglio• Campo Scuola diocesano Famiglie: da venerdì 15 a domenica 17 lugliopresso la Colonia S. Maria Goretti di Volano.Chiedi ai tuoi animatori!

15febbraio 2016

Camminiamo Insieme

L’Agenda di AcAppuntamenti di marzo

Da venerdì 11 a domenica 13 marzo

Esercizi spirituali nella vita corrente

con lettura integrale del Vangelo

di Matteo per singoli, gruppi e parrocchie

Per chi lo desidera, in sede Ac

a Trento (via Borsieri, 7 Trento):

venerdì 11 alle ore 20.00

sabato 12 alle ore 9.00 e alle ore 18.00

domenica 13 alle ore 17.30

Domenica 20 marzoalle ore 18.00in Duomo a TrentoOra di adorazioneeucaristica per le Quarantoreanimata dall’Azione cattolica Tutti sono invitati

Dalle suore di Villa Moretta di Pergine che ci hanno accolto per gli esercizi spiri-tuali in dicembre: «Un grazie sincero per la vostra bella presenza fra noi e l’augu-rio di buone feste. Buon cammino di misericordia per tutto il 2016! Con stima».

Sono disponibili presso la sede diocesana e le librerie cattoliche i sussidi per la preghiera per-sonale per la Quaresima e la Pasqua 2016• Fa buon viaggio (per ragazzi e loro genitori - fasce di età dai 3 ai 14 anni)• Gioia infinita (per giovanissimi) • Tempo per (per giovani)

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da Tomas (Volano)