32

Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni
Page 2: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni
Page 3: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

14 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ] n. 5/20132 febbraio 2013

CAMPAGNA 2013 Stock 2012 contaminati ancora da piazzare e semine 2013 stimate in calo

Doppia incognita per il maisDI STEFANO SERRA

N egli ultimi anni si èconvissuto con dueaspetti che diventano

sempre più cruciali per capirele dinamiche del supply-demande dell’andamento dei prezzidel mais: un tendenziale calodelle produzioni, per vicissitu-dini climatiche avverse, in pae-si “esportatori” come l’Europae gli Usa, e un pari aumento inSudamerica e in Cina.

In questo contesto evolutivo

è letteralmente esplosa la rile-vanza delle notizie e delle previ-sioni statistiche su produzioni,consumi e stock in aree comel’Asia ove, in assenza di dati,l’analisi è svolta per deduzionesulle poche informazioni dispo-nibili. Chiarendo meglio il con-cetto, tanto si parla dell’evolu-zione dei consumi e delle pro-duzioni cinesi, ma chi mai èveramente in possesso di daticerti su quella realtà? Nessuno,

ma sono ancora davanti agli oc-chi di tutti le conseguenze delle“stime” nel 2010 sulla piazza diChicago (Cbot), da oltre mezzosecolo il faro di riferimento perproduttori di mais e investitoridei cinque continenti.

Dai dati produttivi (fig. 1) èevidente come è cambiata negliultimi anni l’incidenza di paesicome gli Usa nel contesto mon-diale del mais. Il calo di 50 mi-lioni di t di produzione in Ame-

rica è stato compensato da unparitetico aumento in Cina; untrasferimento di volumi che èquasi pari alla intera produzio-ne europea di mais!

Guardando ai fornitori“non-ogm” dell’Europa, i paesidi riferimento – Brasile e Ucrai-na – negli ultimi anni hannomantenuto (il primo) e incre-mentato (il secondo) la produ-zione anche se con variazioninelle superfici e ancor più nelle

I l problema è molto chiaro in termini divolumi contaminati, circa un 30% del

raccolto italiano stimabile sui 7 milioni di t,e di livello di contaminazione, un buon 50%del prodotto segregato presenta oltre 20ppb di aflatossine. In attesa di maggiori

lumi sulle ultime direttive ministeriali e con l’auspicio di vederesollievo per gli agricoltori che in un’annata di carestia si sono anchevisti congelare finanziariamente parte del raccolto, ipotizziamo gliscenari conseguenti all’emergenza tossine?

Se passasse il concetto della detossificazione si vedrebbe inpoco tempo un’immissione sul mercato delle partite meno colpiteper essere miscelate dagli utilizzatori con il prodotto d’importazio-ne: lo scarto sarebbe ridotto, il risultato economico soddisfacente

AFLATOSSINEElezioni? Addioalle soglie

per tutti e darebbe a moltiagricoltori che oggi si sentonotremendamente soli più co-raggio per seminare mais an-che nel 2013.

Meno probabile a ridossodi consultazioni elettorali e delfatto che in ambito comunitario il problema è essenzialmentedell’Italia, la richiesta di un innalzamento dei limiti sul tipo di quantofatto negli Usa. Nel perdurante immobilismo, la via dell’utilizzobioenergetico resta malauguratamente la più probabile e quellaimmediatamente percorribile... ma dal punto di vista del prezzo direalizzo di certo la più penalizzante per il settore agricolo: un verocanto del cigno per molti agricoltori della pianura padana. S.S.

FIG. 1 - PRODUZIONE MONDIALE 2009-12 FIG. 2 - STOCK MONDIALI 2009-12

Page 4: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

n. 5/2013 [ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 152 febbraio 2013

FIG. 3 - SUPPLY-DEMAND ITALIA 2009-2012 FIG. 4 - PREZZI MAIS

rese, entrambe molto legate al-l’incognita climatica.

Ma più che l’evoluzione delleproduzioni, il dato che rende in-sonni gli operatori è il costantedeclino degli stock di fine cam-pagna (fig. 2) e soprattutto il “co-me” e il “dove” questo avviene.

STOCK , COSTANTE DECLINOIl come è l’ormai costante neltempo aumento dei consumi, macon la sorpresa di un incrementodei consumi zootecnici e un bru-sco rallentamento del trend bio-energetico soprattutto negli Usa,ove già nel 2012 si sarebbe rag-giunto il massimo della produ-zione di etanolo assorbibile dalmercato americano.

Il “dove” è forse il decoder diquanto è successo negli ultimitempi sui mercati. Gli stock cala-no a livello mondiale, ma restanostabili in quei paesi scottati dallerecenti bolle speculative: i Bric(Brasile, Russia, India e Cina),ossia nei “nuovi” paesi utilizza-tori con economie in crescita. Lanovità è che a dettare la tenden-za non è più la sola corazzataUsa, ma da alcuni anni si sonoaffiancati Cina e Brasile, ossiaquei paesi che assieme produco-no come il colosso americano e ilprossimo maggio 2013 deterran-no sulla carta un 60% degli stockfinali di mais della terra, contro il13% degli Usa.

Con queste due premesse co-me si sono collocano nello scena-

rio l’Europa e, all’interno del-l’Europea, l’Italia? L’Europa inannate di raccolti normali sfiorail 90% di autosufficienza mentrein annate con problemi come il2012 e il 2010 produce un 85% deipropri fabbisogni. Il dato non ècerto sconvolgente, ma quandole trombe del mercato mondialesuonano la carica e il prezzo di-venta interessante, ecco che, in-dipendentemente dall’anda-mento dei raccolti EU-27, buonaparte della produzione comuni-taria prende la via dei porti e la-scia i paesi europei struttural-mente più deficitari, come l’Ita-lia, pericolosamente esposti aspeculazione e volatilità.

ITALIA, CORSA ALL’UCRAINAArriviamo all’Italia che normal-mente produce un 75% dei suoiconsumi, ma in annate difficilicome il 2012 necessita d’impor-tare fino al 40-45% dei fabbiso-gni... se poi come è accadutoparte della produzione vienecongelata “ad libitum” per pro-blemi sanitario, beh! Tutto sicomplica terribilmente.

Guardando il supply-demanditaliano 2012 (fig. 3) e l’anda-mento dei prezzi di recente regi-strato sulle nostre mercuriali(fig. 4), abbiamo l’esempio diquanto appena detto. Dallo scor-so luglio il mondo ha vissuto gliincubi di una carestia in Usa, chequando produce meno di 300mio/t deve attingere dalle pro-

prie scorte, e i timori divenutisempre più certezza della limita-ta disponibilità cerealicola in Eu-ropa e nell’area del Mar Nero. Inpoche settimane si è temuto ilpeggio, sia a livello mondialeche e soprattutto in Italia ove auna produzione maidicola ai mi-nimi degli ultimi anni si è ag-giunto il dramma delle aflatossi-ne. I presupposti facevano pre-vedere per il nostro Paese uncopione di mercato in due atticon progressiva e crescente ago-nia, ma il secondo atto è duratomolto meno del previsto.

Infatti, non appena si è avutacertezza delle basse rese si è assi-stito all’impennata dei prezzi egli importatori si sono affrettatia trasferire sui porti italiani con-sistenti volumi dall’Ucraina. Lacosa ha facilitato gli utilizzatorinel correre celermente al riparocoprendo i fabbisogni del primosemestre con mais estero in ag-giunta a quanto già fatto conl’acquisto di cereali a paglia. Lapresenza di merce in posizioneha ridotto l’effetto del successi-vo problema delle aflatossine,problema che si è mostrato intutta la sua tragicità in agosto,ma che nelle quotazioni è appar-so e scomparso in poco più dicinque settimane. Da ottobre ilmercato si è abbastanza stabiliz-zato e, convivendo con l’incer-tezza sul destino dei volumi dimais sotto sequestro sanitario,prosegue senza ulteriori scosso-

ni guardando con sempre più ot-timismo all’alba del prossimoraccolto 2013. A definitivamentecalmare le nostre piazze ha aiu-tato e non poco il recente raffor-zamento dell’euro che al con-tempo riduce il prezzo dell’este-ro e dall’altra deprime le stimedell’export francese, con effettodomino sui prezzi degli altri ce-reali e del mais a medio termine.

SEMINE 2013Ma tra qualche mese saremodavvero in una botte di ferro oassomiglieremo ancora vaso dicoccio tra vasi di ferro? Moltodipenderà dalle semine 2013, sti-mate in leggero calo sia nel mon-do che in Europa, e dalle rese (senella media dovrebbero riporta-re lo scacchiere mondiale allanormalità). In Italia la partita lagiocheremo calcisticamente “an-data e ritorno”. L’andata sarà ilcome finiranno gli stock di mais2012 tuttora inutilizzabili: tratta-mento o uso bio-energetico? Il ri-torno, alla luce del risultato del-l’andata, saranno le semine e laproduzione 2013 già a rischio do-po la conferma dello slittamentodi ettari a favore del tenero e lapossibilità di ulteriori emorragieprimaverili a favore della soia edi altre oleaginose. Ma alla finel’Italia passerà il turno? Moltodipenderà dall’arbitraggio (mi-nisteriale) dell’andata per nonpartire poi irrimediabilmentepenalizzati al ritorno.

Page 5: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

16 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

PROVE VARIETALI Anteprima dei risultati 2012 della sperimentazione agronomica del Cra di Bergamo

Ibridi mais, annata da dimenticareDI FRANCESCO BARTOLOZZI La resa media

(123,5 q/ha) è scesa

ai livelli del 2001.

Se si esclude

il tracollo del 2003,

è il valore più basso

dal 2000 a oggi

E sattamente come si è veri-ficato in campagna, an-che nelle tradizionali pro-

ve agronomiche varietali con-dotte dal Cra-Unità di ricercaper la maiscoltura di Bergamonel 2012 l’estate calda e siccitosaha letteralmente decimato leproduzioni. La resa media gene-rale degli ibridi testati si è fer-mata a quota 123,5 q/ha al15,5% di umidità, contro i prece-denti 149,9 q/ha dell’ecceziona-le stagione 2011, un -17,6% cheha colpito soprattutto i tardividi classe Fao 700 (-19,8%), segui-ti dai 500 con un -18,5% e dai 600con un -16,4%.

A livello regionale, il Pie-monte ha limitato le perdite a un-5-10%, mentre Veneto ed Emi-lia-Romagna hanno visto alcunelocalità perdere oltre il 50% del-la produzione. A spiegare i mo-tivi di questo tracollo è statol’andamento climatico decisa-mente anomalo, ha spiegato

del Cradi Bergamo durante la tradizio-nale annuale “Giornata delmais”. La campagna maidicolaè iniziata con un mese di marzo

molto caldo e poco piovoso, percui molti agricoltori hanno se-minato precocemente. Aprile,invece, è stato particolarmentefreddo e piovoso, tanto da arre-stare in molti campi lo sviluppodelle piantine allo stadio di 3-4foglie o da ritardare l’emergen-za nei campi appena seminati.Dopo un maggio e un inizio giu-gno nella media, dalla secondametà di giugno e per tutto luglioe agosto le temperature sonostate molto alte e non si sonoavute precipitazioni. Valutandoil periodo marzo-ottobre, lasommatoria dei gradi di calore èstata pari a 2.315 (come nel2003), mentre la piovosità di 831mm si è concentrata tutta nel pe-

riodo primaverile. Significativoanche il numero di giorni contemperatura massima superiorea 30 °C nel periodo maggio-ago-sto: ben 63. Altro dato eclatanteè stato il periodo di accumulo,cioè il numero di giorni tra lafioritura e la maturazione fisio-logica, positivamente correlatoalla produzione, che è stato dicirca 56 giorni, contro i 63 del2011. Dunque, l’insieme di tuttiquesti fattori ha portato a risul-tati produttivi negativi.

Dal punto di vista della im-postazione, le prove nel 2012 sisono svolte in 17 località, per untotale di 48 ibridi, di cui 16 ap-partenenti alla classe Fao 500, 24alla classe 600 e 8 alla classe 700.

Tra questi erano presenti anchedodici “testimoni”, cioè i mate-riali più diffusi commercial-mente nel 2011. Gli ibridi che sisono collocati ai vertici produt-tivi sono stati Kilic, SY Deciso,P33A46 e P114 tra i 500;DKC6815, DKC6728, PR32F73,P135 e DKC6724 tra i 600;PR31D24, Kayras, DKC6903, SYInove e Mas 78.T tra i 700.

IRRIGAZIONE E PIRALIDECome sempre significative le in-dicazioni derivanti dall’effettodei quattro tradizionali fattoriagronomici: investimento, irri-gazione, trattamento contro lapiralide e concimazione azotata.Nel primo caso, le 7,5 piante/m2

hanno prodotto il 4% in più ri-spetto alle 6,5 piante/m2, men-tre con l’irrigazione si è prodot-to il 35% in più rispetto allostress idrico. Le tesi trattate ri-spetto a quelle non trattate han-no registrato un 15% di resa inpiù, mentre le 300 unità di N/hahanno prodotto il 10% in più ri-spetto alle 170 unità/ha.

Infine, un commento veloceanche sui precoci e sul trinciato.Nel primo caso la resa media

RESE MEDIE GENERALI (Q/HA)*

N on erano all’ordine del giorno, ma inevitabilmente micotossine e ogmsono stati più volte chiamati in causa durante la “Giornata del mais”.

Il mondo della ricerca (ma non solo) invoca gli ogm a gran voce per cercaredi recuperare quel gap produttivo che ha allontanato l’Italia dal resto delmondo dal 1996 a oggi. Ma in questo caso sono stati ricordati anche perchéforse ibridi resistenti alla piralide avrebbero potuto limitare il disastro

aflatossine della scorsa stagione.Intanto, il problema mais contaminato ancora non si risolve. Gli stoccatori stimano in circa 20

milioni i quintali di mais infetto, le tecniche di decontaminazione non sembrano così efficaci e da piùparti si chiede di innalzare i limiti per quanto riguarda polli, suini e bovini da carne. F.B.

AFLATOSSINEE se ci fosserostati gli ogm?

Page 6: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 17

generale è stata di 101,1 q/ha al15,5% di umidità (-23,7% sul2011), con DKC4316 e Mas 51.Gsugli scudi per la classe 300 eDKC5401 e P0222 per i 400. Nelcaso degli ibridi per il trinciato,la produzione media generale èstata di 249,3 q/ha di sostanza

secca (solo -3,4%), con 21.482unità foraggere latte/ettaro,7,6% di proteina grezza e 72,3%di digeribilità di sostanza orga-nica. Come rese si sono segnala-ti gli ibridi PR32D99 per la clas-se 600 e DKC6795 e NK Armaper la classe 700.

Ogm, prima le regolepoi le autorizzazioni

L a Commissione Ue «nonintende proporre agli Sta-ti membri di adottare

nuove varietà di ogm destinatealle colture in campo fino aquando non ci sarà una decisio-ne del Consiglio Ue sulla propo-sta avanzata dall’esecutivo perregolamentare la coltura diOgm in Europa». Lo ha dettorecentemente all’Ansa

, portavoce del commis-sario alla salute con-fermando così che la posizionedella Commissione non è cam-biata dopo l’avvicendamentotra e Borg.

Immediato il commento po-sitivo di Coldiretti a riguardo.«La decisione della Commissio-ne è stata accompagnata a livel-lo nazionale dall’avvio delleprocedure per attivare la “clau-sola di salvaguardia, in mododa scongiurare qualsiasi rischiodi commistione tra ogm e agri-coltura tradizionale o biologi-ca». L’attivazione della clausoladi salvaguardia è importante,spiega la Coldiretti, al fine di”rimuovere qualsiasi dubbio epreoccupazione circa gli effettipregiudizievoli che potrebberodiscendere da un’eventuale e il-lecita semina di varietà ogm”secondo quanto scritto dal pre-sidente della Coldiretti

in una lettera al ministrodelle Politiche agricole. «Il ricor-so a tale clausola – ricorda Mari-ni – è già stato richiesto in piùoccasioni dalle amministrazioniregionali ed è uno strumentoesercitato da alcuni Stati mem-bri dell’Ue in relazione a nuoveevidenze scientifiche sull’im-patto degli Ogm anche su aspet-ti diversi da quelli economici».

Il ministro per le Politiche

agricole e alimentari,, interrogato sul dossier

ogm a Bruxelles in margine alconsiglio dei ministri dell’Agri-coltura e della pesca di fine gen-naio, «ha chiesto formalmente alresponsabile dell’ambiente

di guardare concreta-mente alla prospettiva di unaclausola di salvaguardia per lacoltivazione di ogm in Italia».Nel contempo ha chiesto allesue strutture «di lavorare su undossier tecnico che esamini que-sta possibilità». Catania ha af-fermato «di non ritenere, perso-nalmente, che al sistema econo-mico agroalimentare italianogiovino gli ogm, anzi tutt’altro. Iconsumatori poi – ha detto –non li percepiscono positiva-mente. Detto questo, se si voles-se effettivamente arrivare all’in-troduzione in Italia di coltiva-zioni ogm sul territorio, ènecessario che ci sia un quadrogiuridico di garanzia per chi gliogm non li fa e vuole continuarea fare agricoltura tradizionale obiologica». Sull’iniziativa avvia-ta Catania «non tira nessunaconclusione, ma ritiene che inquesta fase ci siano le condizioniper prendere seriamente in con-siderazione l’introduzione diuna clausola di salvaguardia. Elì – ha concluso – non spetta soloa me pronunciarmi, in quantosiamo in diversi a dover decide-re, a partire da Clini stesso».

T.V.

COMMISSIONE UE E Catania lavora per la salvaguardiaPRIMI 10 IBRIDI/CLASSE DEL CRA DI BERGAMO*

DITTA PRODUZIONEQ/HA 15,5%

PER-FOR-

MANCE

UMIDITÀ(%)

IBRIDI DI CLASSE 500

KILIC KWS 128,7 124,1 19,7SY DECISO NK SYNGENTA SEEDS 127,1 123,0 19,8PR33A46 PIONEER 126,9 116,6 19,4P1114 PIONEER 126,7 123,4 18,9KORIMBOS KWS 126,5 120,9 20,0MAS 56.E MAISADOUR 124,3 120,2 18,2LG30.597 LIMAGRAIN 123,5 117,0 19,9NK FAMOSO NK SYNGENTA SEEDS 122,3 117,7 19,8DKC6089 DEKALB 120,1 115,0 19,0SY SINCERO NK SYNGENTA SEEDS 118,9 114,8 18,8Media 120,8 115,0 19,6IBRIDI DI CLASSE 600

DKC6815 DEKALB 140,5 137,7 22,7DKC6728 DEKALB 140,5 135,7 22,6PR32F73 PIONEER 137,2 133,0 21,4P1535 PIONEER 137,0 131,6 22,2DKC6724 DEKALB 135,3 131,7 22,8DKC6717 DEKALB 135,3 131,7 22,4KATONE SIVAM 131,6 123,0 22,6KWS KANALIS KWS 128,8 125,1 20,8SY RADIOSO NK SYNGENTA SEEDS 128,0 121,6 22,2KALMUS SIS 127,7 121,7 21,1Media 126,5 120,5 21,8IBRIDI DI CLASSE 700

PR31D24 PIONEER 128,2 121,6 21,9KAYRAS KWS 125,7 119,7 22,0

DKC6903 DEKALB 124,2 120,7 23,3SY INOVE SIVAM 122,0 118,0 22,4MAS 78.T MAISADOUR 121,3 111,7 24,6AACCEL LIMAGRAIN 120,3 114,2 22,7SNH2715 COOPSEMENTI 119,0 112,1 22,9NK GIGANTIC NK SYNGENTA SEEDS 117,5 108,8 23,8R_700_2 testimone riempitivo 109,6 102,0 24,1R_700_1 testimone riempitivo 108,1 103,5 22,9Media 119,6 113,2 23,0Media generale di tutti gli ibridi 123,5 117,4 21,3*media 17 località, 67 repliche

Page 7: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

8 Terra e Vita [ PRIMO PIANO ]

L e eccezionali condizioniclimatiche della scorsaestate hanno avuto con-

seguenze severe sulla qualitàdei raccolti di mais in moltiimportanti areali di coltivazio-ne. Il problema della contami-nazione da aflatossine è noto,così come è ampia la sua diffu-sione tanto da far emergere dapiù parti richieste di revisione– o di deroga – dei limiti dilegge attualmente in vigoreper le destinazioni alimentarie zootecniche.

Giudicando difficilmenteperseguibili l’adozione di de-roghe temporanee ai limitimassimi vigenti, il ministerodella Salute, di intesa con ilministero delle Politiche agri-cole, ha elaborato e diffuso(nota 16 gennaio 2013) delle“

”. Taliprocedure sono rivolte aglioperatori economici e alle au-torità di controllo.

Le procedure dovrebbero,nelle intenzioni, “permetteredi ridurre i livelli di aflatossi-ne nel mais mediante tecnichedi pulizia o altro trattamentofisico”.

La nota, come si evince, for-nisce indicazioni a tutta la filie-ra, partendo dagli stabilimentifino alla produzione e lavora-zione del latte (questi ultimiaspetti non oggetto della pre-sente trattazione) ma non fa al-cun riferimento alle attività diproduzione primaria.

NORMATIVA: LIMITII limiti di legge sul tenore mas-simo di aflatossine nel

sono definitidal Regolamento (Ce) n.1881/2006 del 19 dicembre2006 che prevede (v. tab. 1).

Il regolamento in parola,fissando un doppio limite, ri-conosce la possibilità – e l’uti-

lità – del ricorso a tecniche didecontaminazione (cernita oaltro trattamento fisico).

I limiti di legge sul tenoremassimo di aflatossine nel

sonodefiniti dal Regolamento (Ue)n. 574/2011 del 16 giugno 2011(che modifica l’All. 1 della Di-rettiva 2002/32/Ce relativa al-le sostanze indesiderabili nel-l’alimentazione degli animali,sua volta recepita dal Dlgs149/04 Decreto legislativo 10maggio 2004, n. 149) che pre-vede per “Tutte le materie pri-me per mangimi” un “Conte-nuto massimo in mg/Kg(ppm) “ di Aflatossina B1 di0,02 mg/kg (ppm) pari a 20ppb

Tale normativa comunita-ria contempla la possibilità,per la riconduzione ai limiti, diricorrere alla pulizia o altrotrattamento fisico nonché alladetossificazione dei prodottidestinati all’alimentazioneanimale (ma il trattamento conammoniaca non sembra appli-

ALLARME MICOTOSSINE Sono state emanate le istruzioni dal ministero della Salute

Aflatossine nel mais, arrivanole linee guida per gli stoccatori

DI GIANNI BACCARINI,ANDREA VILLANI

Gli scarti della

detossificazione

devono essere

sempre distrutti.

Nessun riferimento

alle attività

di produzione

primaria

Page 8: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ PRIMO PIANO ] Terra e Vita 9

cabile alla generalità delle no-stre realtà potendo, fra l’altro,essere effettuato solo da stabi-limenti riconosciuti dall’auto-rità competente).

La normativa, in tutti i casi,vieta la miscelazione (diluizio-ne) di partite non conformicon quelle conformi.

La nota del Ministero è so-stanzialmente suddivisa in

e(per ridurre e prevenire

la contaminazione da aflatos-sine dalla raccolta alla com-mercializzazione).

Le si applicano atutte le aziende (impianti) cheraccolgono, stoccano, essicca-no il mais destinato all’alimen-tazione umana ed animale.

Questi impianti devonopredisporre specifiche proce-dure, corredate da evidenze–registrazioni che definiscano:

– i metodi di campiona-mento,

– i metodi di analisi,– i metodi di smaltimento,– i criteri di identificazione

dei lotti.L’adozione di queste misu-

re consente all’operatore (stoc-catore) di gestire in manieraconforme il rischio della con-taminazione da aflatossine nelmais.

Proviamo ora a fornirequalche suggerimento sullaformulazione e sull’imple-mentazione di queste proce-dure.

I METODIDI CAMPIONAMENTOUn centro di stoccaggio devedisporre di almeno una proce-dura di campionamento perpoter definire le caratteristichedel prodotto che riceve e im-mette nel proprio processoproduttivo. È infatti attraversol’analisi del campione cheemerge il tenore di aflatossinapresente nel lotto definito.

Il campionamento riveste

quindi un’importanza decisi-va sulle future sorti delle variepartite anche tenuto conto del-le peculiari caratteristiche delcontaminante distribuito inmodo molto disomogeneo (amacchia di leopardo).

La procedura deve necessa-riamente fare riferimento aidue Regolamenti 401/2006(mais uso umano) e 152/2009(mais uso zootecnico) in mate-ria di campionamento ufficiale.

Nella pratica l’applicazionepuntuale delle prescrizioni re-golamentari appare moltoproblematica.

Quello che deve essere ga-rantito è un criterio di rappre-sentatività. Ovvero che il cam-pione rappresenti effettiva-mente la partita.

È necessario definire le mo-dalità e applicarle alle diversefasi:

– campionamento del maisal momento del ricevimento(dal mezzo sulla pesa per in-tenderci);

– campionamento al mo-mento dell’uscita degli essic-catoi;

– campionamento durante

lo stoccaggio (in magazzino,in silos, in cella – statico/dina-mico);

– campionamento del pro-dotto consegnato (contraddi-torio con il cliente).

È importante tenere sem-pre presente che i cereali ingranella non sono un materia-le omogeneo. Pochi chili dicampione decideranno il de-stino di partite anche di parec-chie migliaia di tonnellate.

È necessario poi definire in-fine una modalità di conserva-zione dei campioni.

I METODI DI ANALISICon l’accresciuta sensibilitàdegli operatori alla problema-tica aflatossine si è sviluppataparallelamente la richiesta distrumenti d’analisi.

Ogni metodo alternativoha proprie caratteristiche (faci-lità, rapidità, precisione, ripe-tibilità) che lo rendono più omeno preferibile nelle diversesituazioni.

I metodi di riferimento (ge-neralmente in HPLC) difficil-mente possono essere applica-bili direttamente “sul campo”.

Esistono quindi numerosi me-todi/test “rapidi” di screeningsia diretti (immunoenzimatici)che indiretti (fluorescenza). Lascelta del metodo da utilizza-re, per le peculiarità operativee di praticità, spetta esclusiva-mente all’operatore.

I METODI DI SMALTIMENTOI prodotti di risulta del proces-so di decontaminazione (e perquesto ad elevato contenuto dicontaminante) devono esseresmaltiti in modo sicuro e nonpossono (devono) entrare nel-la catena alimentare.

Il prodotto da sottoporre apulitura deve poi essere chia-ramente segregato e contrad-distinto in modo da non poteressere confuso con quellopronto per la commercializza-zione (Dispositivi di protezio-ne individuale devono essereprevisti anche per gli operato-ri addetti gli impianti di puli-tura).

L’efficacia dei trattamentidi riduzione del contaminantedev’essere effettuato mediantele opportune analisi. Dall’esitodi queste ultime l’operatoredeciderà il destino commercia-le del prodotto (destinazioneumana / zootecnica / altriusi). Ogni lotto dev’essereidentificato e tracciato e la do-cumentazione tenuta disponi-bile per il controllo delle Auto-rità competenti.

Nel proprio piano di auto-controllo, l’operatore dovràpoi prevedere specifiche pro-cedure che assicurino la di-struzione delle partite risul-tanti comunque fuori norma(ai sensi di quanto previstodall’art. 20 del reg. CE n.178/2002).

Alternativamente la notaprevede che,

, potrà es-sere possibile destinare partitedi mais non conforme ad usialternativi (ad esempio bio-

TAB. 1 - MAIS AD USO ALIMENTARE, I LIMITI

PRODOTTI ALIMENTARIAFLATOSSINA B1

REG. CE.N. 1881/2006

SOMMA DI B1,B2, G1 E G2

Tutti i CEREALI e loroprodotti derivati, compresi iprodotti trasformati a basedi cereali

2 4

MAIS da sottoporre a cernitao altro trattamento fisicoprima del consumo umano odell’impiego qualeingrediente di prodottialimentari

5 10

TAB. 2 - MAIS AD USO MANGIMEProdotti destinatiall'alimentazione deglianimaliReg. (UE) n. 574/2011

Aflatossina B1(contenuto massimo in mg/kg(ppm) di mangime al tasso diumidità del 12%)

Materie prime per mangimi 0,02

Page 9: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

10 Terra e Vita [ PRIMO PIANO ]

gas, bioplastiche, ecc).Gli scarti dei processi di de-

tossificazione devono comun-que essere sempre distrutti.Ogni azione deve essere regi-strata e deve essere assicuratal’evidenza dell’operato.

I CRITERI DIIDENTIFICAZIONE DEI LOTTIL’identificazione dei Lotti èpropedeutica ad ogni azionesuccessiva.

Il campione deve riferirsi aun lotto definito. Il risultatod’analisi determinerà la con-formità o meno di un lotto.

La separazione dei lotticonsentirà l’immissione incommercio dei lotti conformi elo smaltimento dei lotti nonconformi.

I lotti ( ) possono es-sere definiti come: quantitati-vo identificabile di prodottoalimentare, consegnato in una

sola volta, per il quale è accer-tata dall’addetto al controlloufficiale la presenza di caratte-ristiche comuni quali l’origine,la varietà, … (Regolamento Cen. 401/2006 del 23 febbraio2006 relativo ai metodi di cam-pionamento e di analisi per ilcontrollo ufficiale dei tenori dimicotossine nei prodotti ali-mentari). Partita da campiona-re: quantità di prodotto costi-tuente un’unità e avente carat-

teristiche presunte uniformi.(Regolamento Ce n. 152/2009del 27 gennaio 2009 che fissa imetodi di campionamento ed’analisi per i controlli ufficialidegli alimenti per gli animali).

Allespetta ovviamente il compitodi verificare la validità, la con-formità e l’applicazione di tut-te le procedure adottate.

Come evidenziato, la Notaministeriale si applica dallaraccolta “in poi”.

Si potrebbe auspicarel’emanazione di linee guidaper la valutazione del rischio ela gestione anche per la primaparte della filiera maidicola: laproduzione primaria.

Con l’adozione di questepratiche (d’altronde racco-mandate anche dal Codex nelcapitolo

) si potreb-bero senz’altro semplificareparte delle azioni preventiveche i Centri di stoccaggio de-vono adottare.

Occorre ricordarsi che inogni caso, anche contro le con-venienze: “Prevenire è meglioche curare”.

Q uali sono i metodi di pulizia piùefficaci utilizzati dalle strutturedi stoccaggio nella regione Emi-

lia-Romagna? L’assessorato all’Agri-coltura ha affidato al Crpv (Centro ri-cerche produzioni vegetali) il compito

di effettuare un’indagine comparativa fra le diverse attrezza-ture e metodiche di pulizia/separazione (esistenti o prototipi)in collaborazione con le più moderne strutture di stoccaggio.«Dai primi risultati emergono notevoli differenze a secondadelle attrezzature sia per capacità di ridurre la contaminazio-ne sia nella percentuale di sottoprodotti» racconta DanieleGovi, del servizio Sviluppo produzioni vegetali.

Ma ci sarebbero anche finanziamenti in arrivo: «L’Asses-sorato ha emanato un “bando” della misura 123 Psr “aiutoagli investimenti” che potrebbe essere utile anche per stimo-lare l’adozione e l’acquisto delle più idonee ed efficaci attrez-zature di pulizia da parte delle strutture di stoccaggio».

Importante inoltre la possibilità di avviare alla filiera bioe-nergetica (biodigestori o impianti di combustione) il mais non

EMILIA-ROMAGNAPuliziaallo studio

idoneo all’uso zootecnico o alimentare umano. A tal fine sonostate promosse diverse iniziative: «C’è forse qualche criticitàsulle condizioni economiche e contrattuali delle eventualiforniture» commenta Govi.

La Regione si è perciò impegnata ad elaborare una tracciadi accordo quadro con le relative procedure per un’equavalorizzazione del prodotto». Intanto spetta al Crpa (Centroricerche produzioni animli) condizioni tecniche, limiti e possi-bilità d’impiego del mais nei biodigestori, in piena sicurezza esenza alcun effetto negativo. B.T.

I ndicazioni Operative vengono fornite in merito alla decontamina-zione.Un ruolo importante nella riduzione/prevenzione della contamina-

zione da aflatossine viene riconosciuto alle puliture. L’eliminazione diimpurità, spezzati, polveri farine, frammenti di pianta e cariossidifratturate/fessurate consente di ridurre il numero di cariossidi o di

elementi più facilmente substrato del fungo. Ovviamente la pulitura facilita anche il successivoprocesso di conservazione.

Altre Indicazioni operative in ottica di gestione/prevenzione riguardano la fase di:– accettazione (controlli e tempi di permanenza

in cumulo);– essiccazione (flussi, segregazione, tempi,

temperature, umidità)– conservazione (conduzione, tempi e segrega-

zione).Si tratta, in questi casi, di procedure ben note

agli stoccatori “istituzionali” e professionali.

PULITUREPer conservaremeglio

Page 10: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 13

EMERGENZA MICOTOSSINE Il presidente Confagri contro l’inerzia delle amministrazioni

Guidi: aflatossine, una crisi nazionaleDI BEATRICE TONI

«È una crisi di dimen-sioni nazionali: miaspetterei un’unità

di crisi impegnata quotidiana-mente a risolverla. Non è un Pae-se normale quello che mette iproblemi sotto il tappeto». Così

, presidente nazio-nale Confagricoltura.

Si prepara a intervenire aun’assemblea regionale di agri-coltori in Veneto, a Cerea (Vr), chepunta dritto sul problema dei li-miti delle aflatossine (da adegua-re). Obiettivo, sensibilizzare i mi-nisteri competenti, Agricoltura eSalute: «Non ci sono risposte, nonc’è interlocuzione. È da mesi, dasettembre, che facciamo riunioni eincontri tecnici nel tentativo di in-dividuare soluzioni percorribili.Invano. Qualcuno deve assumersiresponsabilità e conseguenze».

Intanto i magazzini sono pie-ni di prodotto a pochi mesi dallanuova campagna: «Dovranno es-sere svuotati. Siamo molto preoc-

cupati per la sorte degli agricol-tori che non riescono a vendere ilmais o vendono sotto i prezzi dimercato. Hanno bisogno di ven-dere ed è noto che non tengono ilcoltello dalla parte del manico.

Circa due milioni di t, pari al20% della produzione in annatenormali, ma, complice la siccità, èil 30% della produzione. In baseal monitoraggio sugli impianti diessiccazione e stoccaggio delnord Italia, la decurtazione delraccolto ha raggiunto punte del51% in Emilia-Romagna e del45% in Veneto.

Oltre il 50% supera i limiti dilegge: oltre i 5 ppb per il latte eoltre i 20 ppb per la carne. Dueterzi sono oltre i 20 ppb.

Un 30% può essere utilizzatoper la filiera della carne. Il pro-blema sono gli altri due terzi.

.In base a studi scientifici gli

adulti di alcune specie potrebbe-ro tollerare livelli di aflatossinaoltre i 20 ppb.

Siamo esterrefatti dall’inerziadelle amministrazioni: se il maisnon può essere venduto devonodirci cosa farne.

Un intervento di revisione deilimiti temporaneo e solo per ilmais raccolto in Italia e destinatoa mangimi semplici e compostiper animali adulti da carne. Ab-biamo sollecitato anche a dicem-bre i due ministeri e chiesto diintervenire presso l’Efsa, l’agen-zia europea per la sicurezza ali-mentare.

?Invece sinora il ministero del-

la Salute si è occupato del proble-ma solo a livello di controlli sullatte e nelle stalle. Il resto è statoignorato con il risultato di pro-

trarre una situazione kafkiana.

In Italia le istituzioni, enti diricerca e assistenza tecnica, devo-no collegarsi e tener conto davve-ro delle esigenze delle imprese.

Gli States invece fanno testo.Per anni hanno mantenuto il limi-te a 20 ppb, poi hanno agito con-temporaneamente a due livelli,ricalibrando le soglie in funzionedel tipo di allevamento (e preve-dendo delle deroghe) e attrezzan-dosi per affrontare le emergenze.

Siamo di fronte a una calami-tà nazionale. Il problema è la suaenorme dimensione, sanitaria edeconomica. Aggiungo che il 40%del prodotto è ritirato dagli stoc-catori privati: in molti casi gliagricoltori acquistano a credito imezzi di produzione presso ilcommerciante e li scontano al ri-tiro del prodotto. ..

I l ministero della Salute, alla fine, harisposto: «Alzare i limiti per le aflatos-

sine è difficilmente perseguibile. Non ècoerente con la salvaguardia della salutepubblica e degli animali» si legge in unanota di risposta a Coldiretti.

E precisa che: «Considerata la possibilità di percorrere viealternative quali la detossificazione del mais o la destinazionedelle granaglie contaminate ad altri usi non alimentari, l’innalza-mento dei parametri fissati non è coerente con la salvaguardiadella salute pubblica e degli animali».

Il ministero non manca di sottolineare che si è «da tempoadoperato». E annuncia la «prossima diffusione» delle linee guidaper gestire l’emergenza (a oltre cinque mesi dallo scoppio dell’af-faire aflatossine).

MIN. SALUTE«Linee guidain arrivo»

Pochi giorni fa Coldiretti Veneto ha chiesto all’Istituto Supe-riore di Sanità (Iss) di «tenere conto della gerarchia degli interessidella filiera alimentare» e chiarire «il corretto limite di aflatossine.Ma qual è la gerarchia? Risponde il presidente Giorgio Piazza:«La trasparenza. Intesa sulle caratteristiche e sull’origine deiprodotti che devono dare la massima garanzia ai consumatori».

La vostra richiesta in merito ai limiti presuppone che gliattuali non siano corretti? Riteniamo di non avere la compe-tenza sanitaria per valutarlo.

Quindi i limiti si potrebbero toccare? Mai affermato chenon si toccano, ma semplicemente evidenziato che i primi adavvantaggiarsi di un aumento tout court dei limiti non sono gliagricoltori, e con coerenza e responsabilità diciamo che, even-tualmente, questo compito spetta agli organi competenti».

B.T.

Page 11: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

14 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

MICOTOSSINE L’ultimo parola spetta al ministero della Salute che non ha ancora deciso

Mais e aflatossine, soglie nel limboDI BEATRICE TONI

M ais a doppia velocità.C’è quello pagato 16-18 €/q, commercializ-

zabile. C’è quello da 25 €/q co-me da quotazione di Borsa, che«avrebbe il problema delle afla-tossine», invendibile.

Un paradosso? « No, guardi,questa è cronaca, fatti: è in attouna speculazione mastodonticasul prezzo del mais» sostiene ilpresidente della Coldiretti diRovigo, .

L’altra campana suona così:Coldiretti non vuole l’aumentodei limiti di legge sulla presenzadella tossina nel prodotto. MaGiuriolo rispedisce al mittente:«Gli essiccatoi, pochi, che si so-no attrezzati per la pulizia delmais contaminato non hannoproblemi a lavorarlo e venderloentri i limiti di legge. Applicanoperaltro le norme di autocon-trollo e cernita previste sin dal2005 dal decreto n. 49. Bastavaseguire le norme: perché non èstato fatto? D’altra parte, le afla-tossine non sono nemmeno unanovità di quest’anno. La diffe-renza sta forse nei 28 €/q quota-ti in agosto? Perché tanto allar-mismo sui giornali?».

Ma alcuni operatori, stocca-tori, non ci stanno: «Se sannocome decontaminare il prodot-to, ce lo dicano. Oltre i 100-120ppb non ci sono pulizie che ten-gano. I prezzi del cereale, poi,sono frutto del gioco della do-manda e dell’offerta che agisco-no peraltro su scala mondiale».

Fatto sta che, a cinque mesidallo scoppio della bolla delleaflatossine non si vede ancora la

luce in fondo al tunnel per ilmais bloccato nei magazzini.

Il Natale 2012 porterà consi-glio? Per Giuriolo «come propo-sto dal Tavolo verde della regio-ne Veneto, sarebbe intelligentemodificare i parametri per imangimi destinati ad animalida carne: nei mangimi compostiil mais rappresenta solo unaparte della razione».

Dunque il punto di media-zione potrebbe non essere lon-tanto, ma ribadiscono sempregli operatori, che per innalzarela soglia occorre anzitutto che leorganizzazioni professionali lochiedano, compatte, al ministe-ro della Salute cui spetta decide-re, ma ancora non l’ha fatto.

Anche perché in materia diaflatossine ci sono precedenti,per di più in prodotti per usoumano: nel 2010 l’innalzamentodei limiti per la frutta secca inomaggio agli scambi Ue-Tur-chia; ora la revisione per le so-

glie nelle castagne e nella farinederivate (nel nome dell’econo-mia delle valli montane) supressione della provincia di Cu-neo. Dunque, quanto meno duepesi e due misure in materia disicurezza alimentare.

Nel frattempo resta da vede-re cosa fare del mais bloccato neimagazzini. «Suggeriamo agliagricoltori di verificare se l’es-siccatoio dove hanno portato ilprodotto è in grado di venderloa prezzo di mercato, al netto deicosti di lavorazione; se così nonè, al punto grave in cui siamo, ilmale minore sarà farsi riconse-gnare il mais per portarlo agliimpianti tecnicamente capaci dilavorarlo per renderlo conformeai limiti e commercializzarlo inmodo legittimo».

E il residuo della pulitura so-pra i 20 ppb? «Va valorizzato ecome Coldiretti ci siamo attivatiper trovare destinazioni alterna-tive, non alimentari natural-

mente. Non solo il biogas (que-st’anno fra l’altro c’è carenza ditrinciato); anche la combustionein impianti di cogenerazioneche bruciano ramaglie (il maisha una resa calorica superioresuperiore alla legna del 15-20%);oppure la produzione di pellet».Naturalmente i prezzi del maissaranno inferiori… «Abbiamofirmato contratti per 160 €/t perla combustione e anche 200 €/tper la destinazione biogas».

E questo è lo scarto. Ma ilprodotto ripulito come viene ge-stito? «Il Cap Nord-Est ha lavo-rato il prodotto in trasparenza:campionature e analisi ufficialiin entrata per verificare la pre-senza o meno di aflatossine.Stoccaggio separato in base allapresenza bassa, media, elevata.Liquidazione del prodotto se-condo la reale presenza di mico-tossine rilevate nelle analisi dilaboratorio con le seguenti de-trazioni sul volume consegnato:zero fino a 20 ppb; -10% da 20 a35ppb; -15% da 35 a 50 ppb; -20% da 50 a 100 ppb e -25% so-pra 100 ppb».

Pensiamo al futuro. Comeevitare le buche più dure? Giu-riolo risponde: «Ricerca di ibridicon maggiore resistenza alla dif-fusione del fungo; trattamentisistematici contro la piramide;irrigazione; rotazioni triennaliper contenere anche il problemadella Diabrotica».

Al presente resta la speranzae l’urgenza di trovare un accor-do che, pur tutelando i consu-matori, non dimentichi i pro-duttori.

U n giorno prima delle dimis-sioni del governo Monti, i

presidenti di Coldiretti, Cia,Confagricoltura e Copagri hannochiesto al Governo di modificarel’aliquota Imu per fabbricati e ter-

reni in conseguenza degli impegni in modo da garantireche il gettito complessivo non superi l’ammontare previ-sto dal Tesoro.

Secondo i dati del ministero dell’Economia, a frontedella previsione di 407 milioni di euro di entrate, l’accontoImu di giugno, si attesterà a 534 milioni di euro. Moltogravoso il prelievo sui terreni agricoli: comporterà unmaggior gettito di circa 130 milioni di euro, equamenteripartito fra Erario e Comuni. T.V.

GETTITO IMU«I continon tornano»

Page 12: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

12 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

EMERGENZA MICOTOSSINE Parla l’assessore veneto all’Agricoltura e chiede più risorse

Manzato: «L’acqua è il problema»DI BEATRICE TONI

H anno quantificato idanni dell’estate 2012in Veneto: 1 miliardo

di euro fra diretti e indiretti.I colpi sono venuti dalla sic-

cità, dalle micotossine e poi da-gli speculatori: «Ognuno do-vrebbe fare seriamente il pro-prio lavoro lungo la filieraanzichè approfittare di un pro-blema» aveva subito denun-ciato l’assessore all’agricoltura

.Una task force è tuttora al-

l’opera per monitorare il maisstoccato verificando caso percaso la destinazione più op-portuna: il biodigestore, l’ali-mentazione umana o zootecni-ca, il “normale” mercato.

Manzato si è posto il pro-blema dei redditi delle azien-de: «In alcune province la pro-duzione è crollata fino al 60-90%. Non abbiamo chiesto lostato di calamità (che finirebbeper aumentare l’accisa sui car-buranti per la Regione), ma lostato di eccezionale avversità

atmosferica».Vuol dire «uscire dal piano

di assicurazione nazionale perrientrare nel Fondo di solida-rietà». Morale, percepirannogli aiuti solo gli agricoltori chenon erano, purtroppo, assicu-rati. Quelli provvisti di poliz-za, no. Naturalmente.

Domanda volgare: ci sono isoldi? «Non ci sono».

Ma si sono appena tenutigli Stati generali dell’acqua(veneti) e Manzato, assessoreleghista, ha presentato a Romail suo conto: «Un miliardo dieuro per tutta l’Italia sul Fondodi solidarietà nazionale (per lecalamità, appunto) e un altromiliardo sul Piano irriguo na-zionale per quei territori sem-pre più toccati dalla siccità edove i Consorzi di bonificanon hanno più fondi per rea-lizzare le opere che consenti-rebbero di portare l’acqua aicampi».

Manzato ne ha parlato conil ministro dell’Agricoltura per

concordare su una cosa: l’ac-qua è il problema e dev’esserlosoprattutto per il premierMonti più che per il ministroCatania. Un tema per chi go-verna il Paese. E descrive ilraggio d’azione: «È ambientale(penso alle calamità naturali) esocio-sanitario (la qualità delleacque che beve il cittadino). Epoi il sistema Italia va messo insicurezza». E il 2013, ricorda,sarà l’anno internazionale del-l’acqua.

Ma torniamo, prosaicamen-te, alla nostra granella di mais.Sono tre i problemi da risolve-re secondo Manzato: «Primo,la scarsità di prodotto che faaumentare i prezzi del cereale

e, a catena, dei derivati, a parti-re dalla carne. Secondo, l’asim-metria dei controlli. Molto ri-gorosi in Italia, ma il prodottoimportato viene da Paesi piùtolleranti con le soglie per leaflatossine. Terzo, un proble-ma strutturale, la speculazionesulle agricole».

Che è un affare internazio-nale... «Certo, singoli fondi checomprano per valori di decinedi miliardi, tengono fermo ilprodotto sino a farlo scendereo salire a seconda della conve-nienza e poi rientrano sul mer-cato per incassare il beneficio,provocando sconquassi sulladomanda e l’offerta mondiali».

E come si interviene? «Siparte dal fatto che l’alimenta-zione è il tema del futuro: bloc-care la speculazione è un temaper l’agenda mondiale. Di quidovremo costruire un fronteper aggredirla».

Ma come? «Abbiamoun’idea. Ne riparleremo ilprossimo anno».

L a Commissione Agricoltura ha approvatola risoluzione di sintesi dei documenti di

Bellotti (Pdl), Delfino (Udc) e Callegari (Lega)sulle misure per fronteggiare la contamina-zione da aflatossine.

Nel testo si legge che «le operazioni dipulizia e selezione fisica sul “semilavorato essiccato grezzo» consentonodi ridurre la contaminazione e recuperare quote importanti di prodotto perl’utilizzo» e che «occorre predisporre interventi operativi per individuare lepartite più contaminate a tutela della salute umana ma anche economi-che a tutela di agricoltori e stoccatori.

La risoluzione impegna il Governo a:- valutare l’opportunità di introdurre, nel rispetto della normativa

RISOLUZIONEAflatossinein etichetta?

europea, l’indicazione in etichetta del valore delle micotossine contenutenei prodotti alimentari individuati nella parte seconda dell’allegato delregolamento Ce 1881/2006 in materia di contaminanti dei prodotti ali-mentari, indicando altresì i valori massimi consentiti per ogni singolatossina e destinazione d’uso della materia prima previsti dal regolamentomedesimo;

- adottare, d'intesa con le regioni, (nei casi di partite di mais conpresenza di aflatossine superiori ai limiti stabiliti dalla normativa Ue)iniziative per effettuare trattamenti fisici di cernita, per ottenere la decon-taminazione delle partite, in modo da rendere possibile l’immissione incommercio senza pericoli per la salute pubblica e salvaguardando laqualità degli alimenti derivati;

- attivarsi, anche in sede Ue, per fronteggiare le conseguenze

Page 13: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ ATTUALITÀ/FLASH ] Terra e Vita 13

economiche negative per produttori e stoccatori, danneggiati da eventi natura-li eccezionali, anche al fine di evitare fenomeni di elusione dei controlli egarantire la salubrità degli alimenti posti al consumo;

- consolidare il sistema dei controlli (rendendoli omogenei) e la comuni-cazione dei rilevati in corso di campagna di raccolta, comunicati al fine dimonitorare la situazione e la sua evoluzione, con l'obiettivo di scongiurarepericoli per la salute e contemporaneamente salvaguardare il corretto svolgi-mento della campagna di raccolta e di conferimento;

- effettuare controlli sul mais importato da Paesi dell'Ue e al di fuoridell'Ue, per garantire la presenza di livelli di aflatossine conformi a quantoprevisto attualmente dalla normativa europea e nazionale;

- operare, per quanto di competenza, per scoraggiare fenomeni specu-lativi sui prezzi. T.V.

SISTEMA AGRICOLOIn 1o anni aziende -32%ma la produzione tiene

N el periodo 2000-2010 il nu-mero delle aziende agrico-

le ha subìto una flessione del32,2% – più del doppio di quellache si era registrata nel prece-dente decennio – imprimendouna forte accelerazione al pro-cesso di razionalizzazione delsistema agricolo nazionale. Allostesso tempo la Sau ha subìtouna riduzione di appena il 2,3%,segno evidente che il sistemaagricolo ha mantenuto la sua di-mensione produttiva, anche afronte di un incremento dellesuperfici urbanizzate. È quantorileva la Società geografica ita-liana nel rapporto “I nuovi spa-zi dell’agricoltura italiana” do-ve si sottolinea il volto nuovodell’attività rurale, la multifun-zionalità, che raccorda realtàproduttive diverse.

CASTAGNEForte batosta sulle reseIn Toscana fino a -90%

L a siccità estiva ha fattocrollare la produzione di

castagne di oltre il 30%.Particolarmente grave la si-

tuazione in Toscana dove leperdite hanno toccato il 90%,spianando la strada all’impor-tazione del prodotto estero eraffreddando i prezzi al detta-glio.

Anche in Emilia-Romagnail calo produttivo è stato forte,raggiungendo il 70-80%.

A rendere il danno ancorapiù consistente hanno contri-buito i forti attacchi di vespacinese. Intanto si sta valutandola possilità di realizzare a Imo-la un centro di riproduzionedell’insetto antagonista dellavespa cinese, creando una“roccaforte” per combatterequesto pericoloso parassita.

VINOOiv, crolla la produzioneIn Italia il calo è del 3%

M eno vino prodotto e con-sumato a livello mondia-

le nel 2012 secondo le previsionidell’Organization Internationaldella Vigne et du Vin (Oiv). Laproduzione media complessivaè pari a 248,2 milioni di ettolitri,in calo rispetto al 2011 in parti-colare nei principali paesi euro-pei. In Italia la diminuzione èstata del 3%, con 40,5 milioni diettolitri sui 42,3 del 2011, peggioha fatto la Francia con -19% paria -9,3 milioni di ettolitri; ad au-mentare sono solo Portogallo eGrecia. A registrare una produ-zione decisamente in crescita,secondo l’Oiv, sono i Paesi del-l’emisfero Sud: Cile, con +10,6milioni di ettolitri, e Sud Africa,con +4%, raggiungendo i 10 mi-lioni di ettolitri.

TARTUFOFlessione fino al 50%Prezzi fra 3 e 5mila €/kg

I l caldo torrido della scorsaestate ha fatto strage anche

di tartufi, che hanno visto schiz-zare in alto il prezzo del biancopregiato che viene quotato fra i3mila e i 5 mila euro al chilo.

La produzione si è ridotta dicirca la metà rispetto allo scorsoanno; inoltre le alte temperatu-re, che si sono protratte nel tem-po, hanno seccato il tartufo esmorzato il tradizionale aroma.«L’unica speranza – ha detto

, presidente del-l’Associazione tartufai dell’Eu-gubino-Gualdese – è che lepioggie tardive, fra fine novem-bre e l’inizio di dicembre, riesca-no a dare una spinta per un re-cupero della produzione che almomento appare seriamentecompromessa».

SICCITÀ Vigo (Innovagri): è l’effetto biodigestori

E la Lombardiadiventa importatrice

L a Lombardia nel 2012 hatoccato quota 370mila ha,circa l’1% in più di super-

fici seminate a mais (granella etrinciato) eppure per la primavolta da esportatrice netta si ètrasformata in una regione im-portatrice del cereale: «È un datodi fatto. E caratterizzerà anche leprossime campagne» racconta

, presidente di Inno-vagri, il nuovo centro studi dedi-cato all’innovazione tecnica epolitica in agricoltura.

Le cause: «Di sicuro non è au-mentata la domanda degli alle-vamenti che sono in lenta, mainesorabile diminuzione. È statol’arrivo dei biodigestori a modi-ficare utilizzi e superfici delmais sino a rendere la produzio-ne lombarda insufficiente».

Ma il 2012 sarà ricordato an-che come l’anno della siccità edelle micotossine: come è andatain Lombardia? «Abbiamo regi-strato un calo produttivo mediodel 5%, ma distinguerei fra le zo-ne coltivate in asciutta, a norddel milanese e l’area irrigua (lo-digiano e cremonese soprattut-to), a scorrimento, che ne ha ri-

sentito molto meno. E la granellaè stata più danneggiata del trin-ciato».

E la qualità sanitaria del pro-dotto? «Abbastanza buona, ma èemerso in modo inequivocabileche i trattamenti insettici (controla piralide) e fungicidi (per pre-venire lo sviluppo di micotossi-ne) sono essenziali. Così comel’anticipo dell’epoca di raccolta:aumentano i costi per l’essicca-zione, ma si contiene lo svilup-po di micotossine e quindi costi(e problemi) molto peggiori».

Parliamo dei prezzi: «Risen-tono della situazione europea einternazionale: le tensioni pro-vocate dalla siccità negli StatiUniti (con il calo delle produzio-ni di mais e soia) e nell’Europacentrale (con una forte diminu-zione del mais) e del rallenta-mento dell’export di grano dallaRussia e dall’Ucraina».

E se cala l’offerta Vigo azzar-da una previsione «il mais do-vrebbe mantenersi a livelli abba-stanza elevati (oggi siamo a Mi-lano sui 250 €/t arrivo) almenosino a fine anno. Di sicuro nondovrebbe diminuire». B.T.

Page 14: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

14 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

MICOTOSSINE Pulizia meccanica per eliminare gran parte delle aflatossine. Lo scarto avviato al biogas

Mais contaminato, piano in arrivoDI BEATRICE TONI Cade l’ipotesi

di una deroga

alle soglie massime.

Per Coldiretti

salute in primo

piano

P rimo, le soglie non sitoccano perchè con lasalute non si scherza.

Non ci sarà deroga sui tenorimassimi consentiti di aflatossi-na B1 nel mais, fissati peraltroda una norma comunitaria.

Secondo, dopo mesi di in-certezza, sta per essere ufficia-lizzato un «orientamento gene-rale» o provvedimento sulla ge-stione del mais contaminato daaflatossine. Mittente il ministe-ro della Sanità in accordo con ilMipaaf.

Terzo, il prodotto “inquina-to” e lo scarto prenderanno lastrada del biogas. Lo spiega

, responsabile cere-ali per Coldiretti: «Da 15 giornistiamo lavorando a una posi-zione comune assieme ai Cap».

Dovrebbe dunque sbloccar-si anche la liquidazione di mol-te partite di mais sinora rimastenel limbo (stoccate o respinte almittente in certi casi). Arriva

anche qualche dato, provviso-rio, sul livello di contaminazio-ne: «Gran parte del prodotto èrecuperabile» assicura Abballe.Ma quanto prodotto è contami-nato? «Sono colpiti Veneto, bas-sa Lombardia ed Emilia-Roma-gna, meno danneggiato il Friu-li, esente il Piemonte». E inumeri? «Il 25% della produ-zione è compromesso, ma granparte di questo è recuperabileattraverso una cernita meccani-ca per scartare chicchi spezzatie sporco» dove si concentranole aflatossine.

C’è un caso ancora peggiore,

le partite con livelli di contami-nazione troppo elevati per po-ter essere ripuliti meccanica-mente: «La soluzione è il biodi-gestore» conferma Abballe.

Resta da capire chi sosterrà icosti aggiuntivi per “risanare”il prodotto: su quali spalle fini-ranno? Quelle del produttore odello stoccatore? Vedremo. In-tanto Abballe ricorda che «ab-biamo chiesto al Mipaaf unprovvedimento per tenere con-to di questo aggravio che i pro-duttori dovranno sostenere, inparticolare nelle aree terremo-tate».

Nel frattempo, cosa abbia-

mo mangiato? Abballe è rassi-curante: «Sinora sono state con-sumate le scorte e comunque leAsl hanno sempre effettuato icontrolli».

E in effetti navigando su in-ternet troviamo la circolare del14 settembre vistata dal mini-stero della Salute che mette inallerta regioni e istituti zoopro-filattici circa la contaminazionedel mais e il rischio di trasferirel’aflatossina B1 agli animali e allatte. Infittisce i controlli sulmais pronto per la commercia-lizzazione (consumo umano eanimale) e sul latte. Sollecital’autocontrollo per evitare chepartite contaminate passino aisuccessivi stadi di lavorazione.Il Ministero ricorda inoltre chenon è consentito diluire materieprime contaminate con altrimangimi per abbassare i limiti(direttiva 2002/32/Ce).

Insomma una moltiplicazio-ne di controlli presso silos e al-

A nno di svolta il 2003. Secco, siccito-so, favorevole allo sviluppo di funghi

del genere Aspergillus e quindi allo svilup-po di aflatossine (B1 nel mais, M1 nellatte). Allora si trovarono un po’ tutti im-preparati a gestire l’emergenza con effetti

pesanti per la filiera maidicola, mangimistica e lattiero-casearia.«Da allora molto è cambiato» racconta Laura Bertetto re-

sponsabile assicurazione qualità del Molino Peila di Valperga (To),molino a mais che si approvvigiona da tutto il Piemonte e la cuiattività si concentra nell’alimentare (semole per polenta, chips esnacks, grits). Sono arrivati «due regolamenti il 1881/2006 (teno-ri massimi di contaminanti) e soprattutto il 1126/07 (ha distinto lacontaminazione in funzione della granulometria del prodotto), eun manuale di autocontrollo per la gestione del rischio messo a

PIEMONTEPrevenzionea tutto campo

punto con la collaborazione dell’università. Oggi i nostri agricol-tori e stoccatori hanno piena consapevolezza del rischio e abbia-mo fatto tutto quanto in nostro potere per arginare il problema»continua la responsabile.

E di sicuro ha aiutato anche il clima. Quest’anno il Piemontenon è nella lista nera delle regioni colpite dalle micotossine:«fioritura regolare tra fine di giugno e la prima decade di luglio,qualche pioggia, caldo in agosto e siccità non persistente. Ilproblema non sono le aflatossine. Semmai abbiamo rilevatoqualche presenza in più di fumonisine legate ai diversi cicli dipiralide, ma l’annata è nella normalità» continua la responsabile.

Eppure nessuno abbassa più la guardia sulla gestione delrischio micotossine che parte dal campo dove vanno curatidiversi aspetti: «i nostri agricoltori hanno adottato le seguentibuone pratiche: semine precoci e ibridi altrettanto precoci oltre

Aspergillus su mais.

Page 15: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 15

tri siti di stoccaggio che spiega,almeno in parte, il rallenta-mento degli scambi sul maisnazionale.

E quello che arriva dall’este-ro subisce gli stessi controlli?«Normalmente le partite diprovenienza extra-comunitariasono accompagnate da un certi-ficato sanitario. Noi lo abbiamochiesto anche per quelle di ori-gine comunitaria». Si riferisceai paesi dell’Est, all’area delMar Nero (anch’essa colpitapesantemente dalla siccità): «Lepartite vengono controllate al-l’inizio, alla partenza. Chiedia-mo un certificato supplementa-re che attesti l’assenza di afla-tossine, senza peraltro volercriminalizzare nessuno».

Dunque, qualcosa si muo-ve, dipenderà poi dai Cap de-clinare queste linee generali al-l’interno di ogni territorio.

, ad esem-pio, presidente del Cap di Tre-viso e Belluno, due essiccatoi,30 punti di stoccaggio, non haesitazioni: «Abbiamo ritiratotutto il mais e lo pagheremo alprezzo di borsa (la media di tresedute). Lo scarto ce lo accollia-mo noi per salvaguardare i so-ci. In fondo, è lo statuto a pre-vedere che i Cap calmierino iprezzi». I clienti si difendonoanche così.

Ma lo scarto dove finirà?«Vedremo».

Non rischiamo così di met-tere tutti i cerealicoltori sullostesso piano, chi ha prodotto unmais sano e chi contaminato?«L’annata è stata eccezional-mente negativa, epocale. Leproduzioni sono crollate anchedel 60-80%, peggio ancora inprovincia di Padova e Rovigodove non c’era l’acqua. La sicci-tà ha colpito ovunque, inclusiStati Uniti ed Europa. E con lasiccità sono arrivate le aflatossi-ne. D’altra parte, è anche veroche la catena della gestione delrischio va migliorata prima incampo (dove tutti hanno irriga-to, ma in quanti hanno fatto itrattamenti?) e poi negli essic-catoi (per acquistare altri silos etener separate le varie tipologiedi prodotto: il migliore, il peg-giore, l’intermedio)».

Sulla stessa linea, presidente della Coldiretti

di Padova, una delle zone dovela siccità ha picchiato più duro:«Da 100-120 q/ha siamo scesi a25-30 q/ha». Come Coldirettihanno condiviso il piano strate-gico dei Cap di Padova, Veneziae Rovigo: «Ogni partita è statacampionata, separata in funzio-ne della carica batterica e pulita,setacciata e arieggiata per elimi-nare la parte contaminata».

SEMINE Prime stime sui cereali invernali

Grano tenero in ascesaduro e orzo stabili

DI GIANNI GNUDI

L a campagna 2012-2013inizia nel segno del gra-no tenero. Forte del mix

buone rese-prezzi soddisfa-centi del 2012 il frumento tene-ro si avvicina al 2013 con sen-sazioni più che incoraggianti.Al Nord le semine di cerealiautunno-vernini sono presso-chè terminate e solo in alcunearee del Friuli si sta ancora la-vorando. Al Centro ci si avvi-cina a metà delle operazioni,mentre al Sud si sta iniziandoa lavorare, partendo dalle zo-ne collinari e montane.

«In generale – evidenzianoin Assosementi, l’associazioneche raggruppa le case semen-tiere – si stima un aumento disemine di cereali a paglia del10-20%, anche se appare pre-sto per un dato più definito. Iprezzi sostenuti e le ottime re-se dell’ultimo raccolto hannoinvogliato a rimettere in colti-vazione anche terreni margi-nali che da qualche hanno nonerano più coltivati».

«A livello di colture – conti-nua Assosementi – il frumentotenero appare in aumento siaal Nord Italia, area tradizio-nalmente vocata, che al Cen-tro-Sud. Sostanzialmente sta-bile il grano duro, per il qualeva segnalato nelle aree meri-dionali un aumento dell’usodi seme certificato, aspettosenz’altro da collegare allenuove disposizioni relative al-l’articolo 68. Anche l’orzo ap-pare nel complesso stabile».

Assosementi smentisce in-

vece che vi siano problemi diapprovvigionamento e che sia-no finite le disponibilità di al-cune varietà.

«I quantitativi di seme inmoltiplicazione – sottolinea

, presidentedella sezione cereali di Asso-sementi – erano sicuramentein grado di soddisfare la ri-chiesta, anche in caso di au-menti importanti delle super-fici seminate. Purtroppo, daqualche anno, la programma-zione negli acquisti da partedelle aziende agricole è quasisparita. È quindi normale chechi ha ordinato per tempo se-me di specifiche varietà saràsicuramente stato soddisfatto,mentre per i ritardatari è chia-ro che vi possano essere piùdifficoltà a reperire alcuni pro-dotti. In generale però nonpossiamo parlare di sold-out».

Va invece segnalato – ag-giunge Invernizzi – un certoritardo nelle operazioni di cer-tificazione, causato dalle agi-tazioni del personale ex-Enseche, a seguito dell’ennesimoaccorpamento con altro ente,era rimasto diversi mesi senzapercepire stipendio».

Per converso, il 2013 po-trebbe essere l’anno nero delmais. Dopo un’annata a dirpoco negativa sul fronte dellerese, tranciate da un’assillantesiccità, girando le campagnelombardo-venete si percepisceun senso di distacco. Disaffe-zione che molti traducono incalo degli ettari. In questo casole semine sono ancora moltolontane, ma una stima spanno-metriche individua in almeno200mila gli ettari che il maispotrebbe perdere.

che resistenti alla piralide, concimazione, irrigazione e difesa attente;trattamento contro la piralide in prossimità del picco di sfarfallamentodegli adulti (per centrare l’epoca si utilizzano trappole a feromoni);raccolta anticipata per migliorare la sanità del prodotto: più è tardiva,più aumenta il contenuto in tossine».

Nella lotta alle micotossine è essenziale anche la collaborazionefra agricoltori e stoccatori: «Non vanno tenuti per lungo tempo cumulidi granella perchè favoriscono le muffe: l’essiccazione va effettuataentro le 24 ore; la pulitura sul verde e sul secco consente di separarele parti più fini che risultano più contaminate e sono un substrato dicrescita; infine un costante monitoraggio delle condizioni di stoccag-gio». L’ultimo tassello di una corretta prevenzione è la fase di trasfor-mazione che grazie al potenziamento della pulitura consente di«ottenere prodotti finiti idonei all’alimentazione umana e anche allazootecnia». B.T.

Page 16: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ EDITORIALE ] Terra e Vita 3

C i mancavano le aflatossine! Questo benedetto 2012 non finisce mai. Era

cominciato con la crisi economico-finanziaria e con qualche provvedi-

mento governativo che non faceva presagire niente di buono. Avevano

scomodato persino i Maya nel prevedere un’annata storta. Ma neppure un depresso

pessimista cronico poteva immaginare la vastità della tragedia.

Aveva cominciato a nevicare in certe zone del Centro-Nord del nostro Paese, per

passare poi ad una siccità come da secoli non si subiva. Subito si sono accesi i fuochi

degli incendi boschivi. Poi un terremoto disastroso ha messo in ginocchio l’Emilia e

larghe zone della Lombardia e del Veneto. Con gli ultimi raccolti pareva che

l’annata stesse scivolando via in silenzio e con prezzi discreti per mais e soia

quando scoppia il bubbone delle aflatossine. Sappiamo che è di cattivo gusto

scherzare sulle disgrazie, ma leggendo a fondo i giornali domenicali, abbiamo

potuto constatare che esistono numerose varietà di micotossine, di cui le aflatossine

sono le più tossiche. Abbiamo infatti letto di “microtossine”, “nicotossine”, “alfa-

tossine”, “afratossine”, per finire con una definizione scientifica che parlava di

microbi che attaccano i polmoni e provocano una leggera e persistente tosse. Si

tratta invece di funghi potenzialmente cancerogeni nei cui confronti il

è un integratore vitaminico. Anche su questo punto però non c’è una sola

scuola di pensiero. Infatti, contrariamente alle altre disgrazie capitate durante il

2012, e mancano ancora più di due mesi al 31 dicembre, su questo argomento non si

è d’accordo nemmeno se sia il caso di parlarne. Si sa che nel nostro Bel Paese è facile

generalizzare. Ora, siccome questi funghi del genere A si diffondono in

particolari condizioni di stress in cui si trova la pianta e nella campagna che sta per finire di stress

certamente il mais ne ha subiti, ecco perché la maggior parte delle partite di mais, soprattutto in granella

da essiccare, conferito nei magazzini o in conto vendita o in conto deposito, si è visto appiccicare un

timbro con la scritta “aflatossine oltre il limite”.

Così qualche esperto di mercati maidicoli sta dicendo “Più se ne parla, più i timbri aumentano”.

Anche perché fino a oggi, certi depositi mescolano colpevolmente la partita indenne con quella preda del

fungo maledetto, con un deprezzamento notevole del prodotto quando addirittura non si arriva a parlare

nei casi più gravi di contaminazione, della distruzione. A parte comunque i casi di speculazione da

condannare, certe cautele sono già state prontamente adottate dalle industrie lattiero-casearie con la

campionatura all’ingresso del prodotto nello stabilimento, con segnalazione all’Asl dei casi riscontrati.

Una certa sicurezza si può ottenere anche con le campionature e le analisi dei prodotti avicoli, uova

comprese. Più difficile e fonte di controversie può essere il caso del conferimento in conto deposito, dove

il mais è entrato in magazzino senza campionatura ed è finito nel mucchio. Chi ha ragione ad addossare

all’altro contraente la colpa della svalutazione del prodotto? In questo caso, pur consapevoli di diventare

bersaglio dei titolari dei depositi di mais, oseremmo rispondere “l’agricoltore”. Quest’ultimo infatti non è

in grado di prelevare e riconoscere il suo mais. Almeno gli avessero concesso di utilizzare mais

transgenico! Stando alle ultime scoperte scientifiche, l’agricoltore in questo caso potrebbe entrare nel

magazzino e lanciare un fischio di richiamo. Chissà, forse i grani ogm si metterebbero in fila e lo

seguirebbero fino a casa! Almeno risolveremmo un problema!

(

)

Mais a rischiosvalutazione

DI FRANCO MANTOVANI

Page 17: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

14 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

MICOTOSSINE Misure straordinarie: le chiede una risoluzione della commissione Agricoltura del Senato

Aflatossine, ora tocca al governoDI GIUSEPPE FUGARO

Da negoziare

deroghe sugli aiuti

di Stato, ma non

sull’innalzamento

delle soglie

di tolleranza

«I l ministro Catania do-vrebbe attivarsi perindividuare le risorse

finanziarie necessarie a fornireidonee risposte ai produttorimaidicoli colpiti».

Parole dipresidente della

commissione Agricoltura al Se-nato, che ha appena approvato(seduta del 2-3 ottobre 2012) unoschema di risoluzione che invita

il Governo a vararequanto prima misu-re straordinarie persalvaguardare ilreddito di produt-tori e stoccatoridanneggiati dallapresenza di aflatos-sine nei cereali e so-prattutto nel mais.

E fornirebbe una prima ri-sposta alla grave situazione incui si trovano ora molte aziendeagricole e zootecniche: difficoltà(o impossibilità) di vendere ilprodotto 2012; partite di maissequestrate in azienda; prezzi“salati” per approvvigionarsi digranella certificata come “sana”;anche la destinazione del maiscontaminato alla filiera dellerinnovabili è tutta da verificare.Sono molte le questione apertedalla contaminazione del mais eal momento in (lunga) attesa di

risposte ufficiali.Ma lo schema di risoluzione

punta anche a salvaguardare lasicurezza alimentare: «Appareacclarata la nocività delle aflatos-sine per l'organismo umano, ri-sultando altamente tossiche ecancerogene se assunte oltre cer-te soglie di tollerabilità, peraltroallo stato attuale ancora non de-finite in modo univoco» si leggenel documento.

La risoluzione ricorda che losviluppo delle aflatossine è lega-ta in generale a condizioni distress delle piante, soprattutto

alta temperatura e umidità, scar-sità d’acqua, infestazione e dan-ni provocati da insetti. Le condi-zioni climatiche degli ultimi annie del 2012 in modo particolare,hanno colpito in particolare laPianura padana, vittima di unagravissima ed eccezionale siccitàcon elevati contrazioni produtti-ve fino al punto che certe areenon coprono nemmeno i costi diproduzione.

PUNTI CRITICIIl relatore prosegue segnalando iseguenti aspetti critici:

- La pericolositàdelle aflatossine è maggiore te-nuto conto che possono essereassunte direttamente o indiretta-mente consumando prodotti de-rivanti da animali intossicati damangimi contaminati.

- Le operazioni di"pulitura" poste in essere dai

L’ inerzia dei ministeri della Salute edelle Politiche agricole è stata

pungolata dalla mozione approvata dai se-natori della commissione Agricoltura.

Gli agricoltori che al momento vedonorifiutate le loro partite di mais o di latte o di

uova in quanto presentano livelli massimi di micotossine superioria quelli consentiti dalle norme devono poi sottostare alle autoritàsanitarie locali, alle quali viene segnalata la situazione riscontrata,che dispongono provvedimenti che possono andare dal preventivosequestro del prodotto alla sua distruzione nel caso in cui non siriesca ad abbattere i livelli di micotossine entro i limiti consentiti.

FILIERE - I consumatori di prodotti latte, uova, formaggi e altriprodotti derivati della filiera lattiero-casearia sono quindi tutelatiin quanto materie prime contaminate non entrano nella filieraproduttiva, ma sono bloccate al loro ingresso al momento delleanalisi effettuate sia a cura del produttore sia dell’acquirente.

KM ZEROTossine-freein etichetta?

Tali analisi sono previste dai manuali di autocontrollo sia delleimprese produttrici di latte che di quelle di trasformazione e noncostituiscono solo una condizione contrattuale nel rapporto dicessione tra i due operatori, ma un preciso obbligo normativo.

BANCOLAT - Lo stesso obbligo è in vigore per i distributoriautomatici di latte crudo che devono garantire tracciabilità esanità igienico-sanitaria attraverso le registrazioni di stalla e diautocontrollo. Per il latte crudo distribuito automaticamente, già inpassato, è stato inoltre imposto di apporre un cartello sull’eroga-tore che avverte circa l’obbligo per il consumatore stesso di bollireil latte prima del consumo.

KM ZERO - Il rischio aflatossine sussiste quindi quasi esclusi-vamente per le vendite dirette in azienda e nei mercati a Km zerodi prodotti sensibili in quanto non è previsto un controllo “incrocia-to” come quello tra produttore di mais e allevatore e tra quest’ulti-mo e la latteria o il caseificio al quale consegna la materia primada trasformare in prodotti finiti da avviare alla distribuzione. La

Page 18: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 15

centri di stoccaggio, per consen-tire che il prodotto non conformerientri nei limiti di legge per levarie destinazioni di impiego, ri-sultano, pur se necessarie, assaipenalizzanti per agricoltori estoccatori, a causa dell'alta per-centuale di scarto rispetto aun'annata normale.

-Ulteriore danno è il deprezza-mento della granella di mais, av-viata ad altri usi o non collocatasul mercato in quanto contami-nata e non conforme agli stan-dard igienico-sanitari.

LE MISURE PROPOSTEDunque un quadro economicomolto allarmante che mette incrisi anche settori collegati comequello mangimistico e l’interazootecnica nazionale. La mozio-ne approvata dai senatori impe-gna il Governo a intervenire at-traverso l’adozione di adeguatemisure per sostenere immediata-mente i settori in crisi ma anchedi interventi strutturali a mediotermine per prevenire e control-lare il fenomeno nei prossimi an-ni in quanto si tratta di situazionifacilmente e prevedibilmente ri-correnti.

In dettaglio il documento im-pegna il Governo a:

- predisporreido-

nee a consentire quanto meno ilrecupero, per gli operatori inquestione, del "capitale di antici-pazione" in vista della prossimacampagna agraria, anche attra-verso deroghe, da negoziare conle competenti autorità europee,alla legislazione comunitaria su-gli ;- predisporre adeguati

maidicoli operanti nellearee gravemente colpite dall'au-mento del livello di aflatossinenel mais, come pure a

", per lo più costi-tuiti in forma cooperativa, anchemediante l'attivazione di apposi-ti canali di finanziamento fina-lizzati a favorire l'ammoderna-mento dei centri di stoccaggio;

- e alcontempo le aziende agricole estoccatrici del prodotto coinvol-te, ispirandosi a criteri di chia-rezza per la valutazione del ri-schio e del danno;

- sensibilizzare la base agrico-la, attraverso la promozione e ladiffusione di linee guida di

(dalla se-mina alla raccolta) e di linee gui-da per il corretto

.

OGM Assobiotec: uso distorto della scienza

Studio mais ogmEfsa: «Inattendibile»

DI BEATRICE TONI

Q ualità scientifica nonadeguata per valutare irischi.

L’Efsa (Autorità eu-ropea per la sicurezza alimentare)stronca, netta, lo studio biennalefrancese che ha messo in dubbiola sicurezza del mais ogm NK 603resistente a un erbicida a base diglifosate: secondo quei dati, ilconsumo del cereale transgenicoincrementerebbe la mortalità deitopi-cavia e provocherebbe pato-logie gravi, tra cui tumori. Oral’Efsa risponde alla CommissioneUe che aveva chiesto di valutarecon urgenza se tali risultati mette-vano in discussione il precedenteok al mais NK 603. Efsa, minuzio-samente, fa a pezzi la metodolo-gia sperimentale, carente al puntoda rendere inattendibili le conclu-sioni sui tumori nei ratti «Inade-guati il disegno dello studio, ladescrizione dei risultati e la loroanalisi». E chiede agli autori, altridati in vista di una seconda anali-si che si terrà entro fine ottobre.

Ma , coor-dinatore dello studio non demor-de: «Aspettiamo che loro ci forni-scano i dati che hanno permessodi autorizzare questo ogm e que-sto pesticida in particolare, maanche gli altri ogm. Non daremonulla. Pubblicheremo tutto su unsito pubblico, quando anche lorolo avranno fatto».

Sulla battaglia, che ora tira inballo pesantemente il mondoscientifico, interviene

, presidente di Assobiotec(Federchimica) che parla di «unuso distorto della scienza a sup-

porto di un’operazione mediaticache non ha niente a che fare con laricerca». E aggiunge: «In Italia,alla conclusione di un’annata di-sastrosa per il mais, devastato daiparassiti e dalla siccità, non si rie-sce nemmeno a imbastire unasperimentazione di campo pervalutare i vantaggi delle modernevarietà ogm. Siamo bloccati daun’inerzia normativa assurda eintanto i coltivatori perdono mi-lioni di euro in mancati raccolti emais infestato da micotossine.Queste sì che sono cancerogene».

Assalzoo (Associazione na-zionale produttori di alimenti zo-otecnici) aggiunge: «Una ricon-ferma dell’importanza di una ri-cerca pubblica seria in materia diogm che allontani anche solo ilsospetto che da studi privati pos-sano derivare risultati “pilotati”da interessi di parte.

Ma a sparigliare le carte arrivail comunicato del ministro

ha scritto al collega dellaSalute perchèverifichi lo studio francese: «Irisultati mi hanno fortemente im-pressionato e a mio avviso do-vrebbero essere approfonditi,considerato che, se veritieri, rap-presenterebbero un vero e pro-prio problema sanitario». Il maisoggetto dello studio, sottolinea ilMipaaf, «è commercializzabilenell’Ue per l’alimentazione ani-male e quindi è indirettamentepresente nella catena alimentareumana». Ma Assobiotec ribatte:«L’Efsa ha già bocciato lo studio.Invito nuovamente il ministroCatania, anche alla luce dei 400studi che hanno confermato la si-curezza degli ogm, a riaprire lasperimentazione in campo in Ita-lia»

filiera a km zero mette direttamente in contatto produttore e consuma-tore che non dispone di alcun strumento per verificare l’eventualepresenza di micotossine nel prodotto che gli viene fornito e neppurepuò pretendere di trovare una specifica indicazione riportata in etichet-ta in quanto non prevista dalla normativa sull’etichettatura.

La legge sull’etichettatura non impedisce però di apporre altreindicazioni prescrivendo solo che non siano fuorvianti, ingannevoli esoprattutto false. Potrebbe quindi contribuire a migliorare la trasparen-za dei rapporti tra produttori e consumatori dei mercati a km zero,prevedere volontariamente, che i prodotti sensibili a rischio aflatossine,riportino in etichetta l’indicazione del valore riscontrato alle analisiovvero una dichiarazione di conformità ai valori massimi consentiti.

A questa dimostrazione di massima lealtà dei produttori dovrebbeperò corrispondere anche un’intensificazione dei controlli sia alla pro-duzione che nei mercati per verificare, con analisi tempestive, laveridicità delle indicazioni e soprattutto la conformità alla normativa inmateria di residui di tali sostanze fungine dannose. G.F.

Page 19: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

16 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

MICOTOSSINE Lo Zooprofilattico di Forlì assicura: residui di aflatossina trascurabili e controlli diffusi

Uova, la sicurezza alimentare c’èDI GIORGIO SETTI «Ma si teme l’arrivo,

dal Nord Europa,

di materie prime

per mangimi

contaminate

dall’ocratossina A»

«L e specie aviariesono in grado dieliminare rapida-

mente, cioè entro 3-4 giorni, lemicotossine nel caso le abbia-no assunte con mangimi con-taminati. Non vi sono pertantorischi per il consumatore rela-tivi alla presenza di aflatossinenelle carni e nelle uova. Inol-tre, a differenza dei ruminantiin cui l’aflatossina B1 viene eli-minata nel latte sotto forma diM1, non vi sono evidenze sullapresenza di questo metabolitanelle uova. Altre aflatossinepossono essere presenti neltuorlo, ma a livelli trascurabili.Infatti è stato osservato speri-mentalmente che concentra-zioni molto elevate di aflatos-sina B1 nei mangimi si tradu-cono in livelli trascurabilinelle uova».

Così , dellasezione di Forlì dell’Istitutozooprofilattico della Lombar-dia e dell’Emilia-Romagna,garantisce sulla sicurezza ali-mentare dei prodotti, carne e

uova, provenienti dagli alleva-menti avicoli italiani.

Garanzie che vengono an-che dai controlli sulle materieprime per i mangimi, che «an-che nella filiera avicola – quel-la professionale – partono daimangimifici, continuano in al-levamento e proseguono conl’attività di sorveglianza ecampionamento di materieprime e mangimi svolta dagliorganismi ufficiali, in primoluogo i servizi veterinari delleAsl».

Il ruolo degli istituti zoo-profilattici, undici in Italia,consiste nel fornire supportoanalitico e diagnostico agli or-ganismi ufficiali e alle aziende.E quest’anno l’attività dellasezione diagnostica di Forlì «siè indirizzata prevalentementesull’analisi di materie prime emangimi destinati agli alleva-menti di galline ovaiole e diriproduttori. L’attività si staintensificando in queste ulti-me settimane a causa del timo-re di un’impennata dei livelli

di aflatossine. In effetti – conti-nua Tosi – una certa tendenzaal rialzo dei livelli di aflatossi-ne si sta verificando senza tut-tavia raggiungere, fino a oggi,livelli di allarme».

Ogni settimana, continuaun altro tecnico della sezionedi Forlì dello zooprofilattico,

, «determiniamoil valore dell’aflatossina neimangimi finiti destinati ai sui-ni e agli avicoli e registriamoche questo resta sempre bensotto i limiti di legge: i valorisono sempre lontanissimi dailimiti, in avicoltura non si puòparlare di emergenza aflatos-sine». Altro aspetto rassicu-rante è che la materia primapiù a rischio, il mais, «si utiliz-

za poco nell’alimentazione diquesti animali, è uno dei com-ponenti della razione che puòbenissimo essere sostituito daaltri cereali, come il frumentonazionale». In più, concludeMassi, «nell’avicoltura italia-na sono attive quattro grosseimprese che al proprio internoconducono tutta la filiera, dal-la produzione di alimenti al-l’allevamento alla macellazio-ne, situazione che favorisce icontrolli qualitativi e sanitari.Infine poi gli allevamenti chepossono farlo utilizzano maisraccolto nel 2011, quando ilproblema aflatossine non c’èstato».

Nelle specie avicole però,puntualizza Tosi, «il pericolomaggiore è rappresentato dal-le fusariotossine. E in effettinel corso del 2012 sono statiosservati con una certa fre-quenza livelli preoccupanti ditossina T2 (nell’ordine di qual-che decina di ppb), spesso as-sociati a tenori elevati dell’al-tra micotossina Don, qualchecentinaio di ppb. Il dato anali-tico più significativo è datoproprio dalla presenza con-temporanea di più micotossi-ne. Poco rilevanti appaiono idati relativi allo zearalenone eall’ocratossina A. Ma nel casodi quest’ultima micotossina siguarda con un certo timore al-l’arrivo di materie prime dapaesi nordeuropei in cui lecondizioni climatiche avversepossono averne favorito lo svi-luppo».

S ul piano della sicurezza alimentare e delle garanzie al consumatore«mi sento tranquillo: i controlli lungo la filiera abbattono il rischio

micotossine». Lo sostiene Aldo Muraro, presidente dell’Una (Unione na-zionale dell’avicoltura), organismo che riunisce i più importanti produttoridi carni avicole e uova, in pratica l’85% dell’avicoltura italiana.

«Chi detiene il mais – spiega – e poi il mangimificio che lo acquistaeffettuano controlli obbligatori sulla materia prima e sul mangime che impediscono che la presenzadi aflatossine superi mai le quantità, infinitesimali, fissate per legge. Già questa catena di controllinelle prime fasi della filiera dà grandi garanzie, ma a questo dobbiamo aggiungere il fatto che ilmetabolismo del pollo è tale da ridurre ancora di più la presenza delle tossine nella carne e nelleuova, sino a quantità trascurabili. Anche la grande distribuzione si sta occupando del problema, conmonitoraggi e verifiche in grado di fornire al consumatore il massimo delle garanzie». G.S.

UNA«Garantiscela filiera»

Page 20: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

12 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

MICOTOSSINE Cerino in mano ai produttori che hanno consegnato e agli stoccatori che detengono i cereali

Mais, chiarezza sull’aflatossina B1DI GIANNI BACCARINI,

ANDREA VILLANI

Miscelazione delle

partite: negli Usa

viene valutata

in casi particolari.

Il problema

dei campionamenti

L e micotossine ritornanocon raro tempismo a ro-vinare le speranze che

sempre accompagnano i nuoviraccolti.

La presenza diffusa di afla-tossine nei raccolti di mais me-rita attenzione, approfondi-mento e anche un tentativo difare chiarezza.

Il mais è, quantitativamen-te, il primo cereale prodotto inItalia; l’unico per il quale l’au-tosufficienza è a portata di ma-no. La sua importanza econo-mica, soprattutto per alcuniareali di coltivazione, è quindistrategica e rilevante.

Oltre il 90%del mais prodottoha destinazionezootecnica ed è al-la base di moltimodelli intensividi allevamento.

La diversifica-zione della desti-nazione d’uso hafondamenti ancheformali poggian-do su una diversa regolamen-tazione (comunitaria) in mate-ria di contaminanti. Nello spe-cifico, i tenori massimiammessi di micotossine nelmais a destinazione alimentareumana sono diversi da quelliper l’alimentazione animale(tab. 1).

Considerata la netta preva-lenza dell’uso zootecnico, vada sè che sono i limiti riferiti aquest’ultimo a influenzaremaggiormente la valutazionedi conformità delle produzioni.

Nel nostro paese, fra tutte,solo due micotossine sono re-golate da limiti di legge: l’

) e l’( e

da ultimo il). Per tutte le rima-

nenti tossine (fusariotossine)esistono unicamente, per l’ali-mentazione del bestiame, valo-ri raccomandati e quindi noncogenti (

).Per molte ragioni, l’Afla-

tossina B1 è quindi “il proble-ma”, anche perché fisiologica-mente legata al suo metabolitaAfm1 che si ritrova nel lattedegli animali (donne compre-se) alimentati con prodotticontaminati.

Il limite di legge di aflatossi-

na M1 nel latte è, comprensibil-mente e giustamente, moltostringente (50 ppt –

). Ciò com-porta che il mais destinato adessere inserito nelle razioni del-le vacche da latte debba avereun contenuto massimo di afla-tossina B1 inferiore ai 20 ppbprevisti dalla legge sulla mate-ria prima “mais”. Gli utilizza-tori richiedono pertanto con-trattualmente – forse “confon-dendo” la materia prima con ilprodotto finito – un mais conun limite pari a quello del man-gime (5 ppb).

Allo stato attuale, molto delmais di nuovo raccolto risultacomunque contaminato daaflatossine con valori AfB1 dif-ficilmente conciliabili con i li-miti citati.

Tradotto in termini pratici, ilmais che si trova in queste con-dizioni non può essere destina-to all’alimentazione né degliuomini né degli animali. Ri-

TAB. 1 - LE NORME: MAIS AD USO MANGIMI* E MAIS AD USO ALIMENTARE UMANO**DIR. 2002/32/CE DEL PARLAMENTO

EUROPEO E DEL CONSIGLIODEL 7/5/2002 SULLE SOSTANZE

INDESIDERABILINELL’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

REG. UE N. 574/2011DELLA COMMISSIONE

DEL 16/6/2011 (MODIFICAALLEGATO I DIR.

2002/32/CE)

DLGS 149/04“ATTUAZIONE DELLE DIRETTIVE 2001/102/CE,2002/32/CE, 2003/57/CE E 2003/100/CE,SU SOSTANZE E PRODOTTI INDESIDERABILI

NELL’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI”

REG.CE 1881/2006 DELLA COMMISSIONE”TENORI MASSIMI DI ALCUNI CONTAMINANTI

NEI PRODOTTI ALIMENTARI”

AFLATOSSINA B1 - Contenuto massimo in mg/kg (ppm) di mangime al 12% di umidità Aflatossine (μg/kg) (ppb)

Materie prime per mangimi 0,05ad eccezione di:— arachidi, copra, palmisti,

semi di cotone, babassu,granturco e loro derivati: 0,02

Materie prime permangimi: 0,02 Tutte le materie prime per mangimi: 0,02

Tutti i cereali e loroprodotti derivati,compresi i prodottitrasformati a basedi cereali.

B1 Somma di B1,B2, G1 e G2

2 4

(*) (Reg. CE N. 183/2005) - (**) (Reg. CE N. 852/2004)

La legge vietala miscelazione delle partite(conformi con partite nonconformi), l’utilizzo di mezzichimici. È possibile utilizzaremezzi fisici.

Page 21: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 13

mangono usi alternativi, manon altrettanto neanche lonta-namente remunerativi.

DEROGHE IMPROBABILIChe fare? La risposta, come intutti i casi in cui sono coinvoltele micotossine, non può essereunivoca e crediamo non possaessere limitata all’invocazionedi improbabili concessioni dideroghe agli attuali limiti nor-mativi.

Ancora una volta la preven-zione dovrebbe essere la medi-cina da preferire alla gestionedel problema che, in presenzadel contaminante, è sempre dif-ficile.

Per i produttori la sola stra-da è quella di mettere in attotutti gli accorgimenti discelte agronomiche e di di-fesa che la ricerca ha indi-cato negli ultimi anni. Sen-za trascurare anche un esame

di coscienza sull’effettiva voca-zionalità del proprio territorioalla coltura del mais.

NEI CENTRI DI RACCOLTADopo la trebbiatura si passa aicentri di raccolta. Per contenereil rischio di portarsi “a casa” ilproblema l’unica strada è quel-la dei controlli in accettazionecon lo scopo, non di “non riti-rare”, ma di mantenere il piùpossibile separate le diversepartite.

Una volta in magazzinoogni azione risulta condiziona-

ta dalle possibilità lasciate dal-le disposizioni di legge in ma-teria. Ovvero: divieto di misce-lazione delle partite (conformicon partite non conformi), di-vieto di utilizzare mezzi chimi-ci, possibilità di utilizzare mez-zi fisici. In sostanza, pulitura ecernita delle partite nella spe-ranza di ricondurre il prodottocontaminato al di sotto del li-mite. Ciò, si capisce, ha ovvia-mente un limite tecnico ed eco-nomico (nell’efficacia di pulitu-ra e nell’incidenza quantitativadegli scarti).

Come si comprende le pos-sibilità di movimento, quandola “frittata è fatta” non sonomolte.

Come sempre occorre do-mandarsi a chi rimane, a que-sto punto, in mano il “cerino”?

Ai produttori e agli stocca-tori. I primi hanno raccolto econsegnato il prodotto (moltevolte senza una chiara cono-scenza delle sue caratteristi-

che); i secondi ce l’hanno incasa.

L’industria ha ovviamentele proprie esigenze, ma ha ilvantaggio di poter afferire,quando necessario, al mercato(mondiale) per i propri approv-vigionamenti. La differenzanon è di poco conto.

PER IL FUTUROConcludiamo con alcune consi-derazioni che potrebbero an-che essere punti di partenzaper future riflessioni:

1) parlando di mais vienenaturale guardare a cosa fannogli Stati Uniti che da soli pro-ducono quasi la metà del maismondiale.

L’approccio è come semprepragmatico. I limiti di contami-nanti della materia prima (lineeguida) sono in questo caso di-versificati a seconda della spe-cie animale di destinazione delprodotto. Sempre rimanendoall’AfB1 si va dai 20 ppb per glianimali da latte fino ai 300 ppbper i vitelli all’ingrasso. La mi-scelazione delle partite vienepoi presa in considerazione

L’attenzione reale che que-sta grande Democrazia ha neiconfronti della propria produ-zione agricola è evidente e ognicommento rimane superfluo senon doloroso (tab. 2);

2) nel mais destinato all’ali-mentazione umana sono fissatidue limiti massimi di contami-

TAB. 2 - USA: LE SOGLIE NELLE LINEE GUIDA FDALIVELLO

AFLATOSSINE(P.P.B.)*

MATERIE PRIME E SPECIE ANIMALI

20

Per mais, arachidi, farina di semi di cotone, altri alimentiper animali e ingredienti destinati ad animali da latte;per specie animali o utilizzi non specificati sotto, oquando la destinazione d’uso non è conosciuta.

20

Per mais, arachidi, altri alimenti per animalie ingredienti per l’alimentazione animale, ad esclusionedella farina di semi di cotone, destinati agli animali nonancora adulti.

100Per mais o arachidi destinati all’alimentazionedei bovini da allevamento, dei suini da allevamentoo pollame adulto (ad es. galline ovaiole).

200 Per mais o arachidi destinati ai suini in finissaggio (45kg - 100 pounds - e oltre).

300Per farine di semi di cotone destinate a bovini da carne,suini o polli (indipendentemente dall’età o dalla fasedi allevamento).

300 Per mais o arachidi destinati ai bovini da carnein finissaggio (ad es. bovini all’ingrasso, feedlot cattle).

(*) p.p.b., parts per billion, parti per miliardo

TAB. 3 - TENORI MASSIMI AFLATOSSINE MAIS*TENORI MASSIMI PER MAIS USO ALIMENTARE UMANO

(μG/KG) B1 SOMMA DI B1,B2, G1 E G2

Tutti i cereali e loro prodotti derivati, compresii prodotti trasformati a base di cereali 2 4

Mais da sottoporre a cernita o ad altrotrattamento fisico prima del consumo umano odell’impiego quale ingrediente di prodottialimentari

5 10

*Regolamento (CE) N. 1881/2006 della Commissione del 19/12/2006 sui tenori massimidi alcuni contaminanti nei prodotti alimentari

Molto mais di nuovo raccoltorisulta contaminato e non puòessere destinato all’alimentazionené degli uomini né degli animali.

erire alla gestionea che, in presenzaante, è sempre dif-

uttori la sola stra-i mettere in attoorgimenti di

miche e di di-erca ha indi-mi anni. Sen-nche un esame

ta inogni azione risulta c

nuovo raccoltonato e non puòall’alimentazione

né degli animali.

Page 22: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

14 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

nazione da aflatossine: prima edopo la cernita. Ciò riconoscela valenza delle operazioni dipulizia e nel contempo permet-te agli operatori di gestire cor-rettamente le partite. Il doppiolimite non è previsto per l’ali-mentazione animale, inchio-dando di fatto il mais alla so-glia dei 20 ppb (tab. 3);

3) se si crede alle possibilitàdi deroghe alcuni precedenti –non di deroga, ma di aumentodel tenore massimo consentitodi aflatossine – esistono.

È il caso, ad esempio, deipistacchi dapprima ricompresi(Reg. C.E. n. 1881/2006) nellafrutta guscio (con un limite perAfB1 di 5 ppb e AfTotali di 10ppb), poi oggetto di un limitespecifico (Reg. U.E. n.165/2010) con tenore massimoper AfB1 portato a 12 ppb eAfTotali 15 ppb). Se ci è riuscitoil pistacchio, il mais a uso zoo-tecnico (con l’esclusione dellevacche da latte) avrebbe alme-no una ragione economica disperanza (tab. 4).

CAMPIONI E ANALISI,QUESTO È IL PROBLEMAInfine occorre accennare aun’ulteriore problema che

complica di più la vita agli ope-ratori. Ciò ha a che fare con lanatura elusiva di queste tossineche si distribuiscono nella mas-sa “a macchia di leopardo”. Perintenderci: qui sì, là no e inten-diamo anche pochi centimetridi distanza .

Campionare correttamentele partite è quindi molto diffici-le e spesso le valutazioni com-merciali di conformità vengo-no effettuate su campioni, con-trattuali o meno, che possonodifettare di reale rappresentati-

vità (esiste una legislazionepuntuale in materia di campio-namenti ufficiali a cui si affian-cano norme volontarie e con-trattuali).

Oltre ai campioni, a volte,anche i risultati delle analisipossono creare incomprensio-ni. Riscontri condotti con meto-di e strumenti diversi (lampadeUV, “stick”, Elisa, HPLC) nonsempre danno risultati con-frontabili e concordi.

L’argomento – campiona-mento/analisi – è molto vasto e

merita un approfondimentoche esula dalla presente tratta-zione.

Certamente, come si puòben comprendere, l’incertezzaè particolarmente sconcertanteper chi deve prendere decisioniin situazioni critiche.

Il rischio di aleatorietà divalutazione è quindi un ulte-riore problema che si interponenei rapporti, anche economici,di una filiera che con allarman-te frequenza sempre più navigafra una crisi e la successiva.

TAB. 5 - MICOTOSSINE: CAMPIONAMENTO*

Reg. CE N. 401/2006 del 23febbraio 2006

Metodi di campionamento per ilcontrollo ufficiale dei tenori dimicotossine nei prodotti alimentari

Reg. CE N. 152/2009 27gennaio 2009

Metodi di campionamento e analisi per icontrolli ufficiali degli alimenti peranimali

UNI EN ISO 24333 Campionamento: Cereali e prodottiderivati

ISO 24333:2009 Sampling - Cereals and cereal products

DG SANCO Guidance document for the sampling ofcereals for mycotoxins

GAFTA Form n. 124 Sampling rules

AGER Borsa Merci BolognaCondizioni Generali Unificatesettembre 2002 - Art. IVADDENDUM ALL’ARTICOLO IV;p.to a) CAMPIONAMENTO

Campionamento – analisiLINEA GUIDA per CAMPIONAMENTOCONTRATTUALE(Per contratti conclusi con riferimentoalla Borsa Merci di Bologna/Ager)In vigore dal 01/06/2012

*alcune norme di campionamento: di legge, volontarie, contrattuali

TAB. 4 - MANDORLE, PISTACCHI E SEMI DI ALBICOCCA E NOCCIOLE E NOCI DEL BRASILE (USO ALIMENTARE UMANO)

REGOLAMENTO (CE) N. 1881/2006 DELLA COMMISSIONE“TENORI MASSIMI DI ALCUNI CONTAMINANTI NEI PRODOTTI ALIMENTARI”

REGOLAMENTO (UE) N. 165/2010 DELLA COMMISSIONEMODIFICA, PER LE AFLATOSSINE, DEL REG. (CE) N. 1881/2006 SUI TENORI MASSIMI

DI ALCUNI CONTAMINANTI NEI PRODOTTI ALIMENTARI

TENORI MASSIMI (μG/KG) B1 SOMMA DI B1,B2, G1 E G2 TENORE MASSIMO DI AFLATOSSINA (μG/KG) B1 (B1 + B2 + G1

+ G2)

2.1.2. Mandorle, pistacchi e semi di albicoccada sottoporre a cernita o ad altro trattamento fisicoprima del consumo umano o dell’impiego qualiingredienti di prodotti alimentari*

12 15

2.1.3. Nocciole e noci del Brasile da sottoporrea cernita o ad altro trattamento fisico primadel consumo umano o dell’impiego quali ingredientidi prodotti alimentari *

8 15

2.1.2. Frutta a guscio da sottoporre a cernitao ad altro trattamento fisico primadel consumo umano o dell’impiego qualeingrediente di prodotti alimentari*

5 10

2.1.4. Frutta a guscio, diversa dalla frutta a gusciodi cui ai punti 2.1.2 e 2.1.3, da sottoporre a cernitao ad altro trattamento fisico prima del consumo umanoo dell’impiego quale ingrediente di prodotti alimentari*

5 10

*I tenori massimi si riferiscono alla parte commestibile delle arachidi e della frutta a guscio. Se le arachidi e i frutti a guscio vengono analizzati interi, nel calcolodel tenore delle aflatossine si suppone che tutta la contaminazione sia nella parte commestibile, tranne nel caso delle noci del Brasile».

Campionare correttamentele partite è molto difficile:le tossine si distribuisconoa macchia di leopardo.

Page 23: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

8 Terra e Vita [ PRIMO PIANO ]

C ome nella torrida estatedel 2003, quando l’Isti-tuto zooprofilattico

sperimentale della Lombardiaed Emilia-Romagna, di Brescia(Izsler), aveva parlato di “emer-genza aflatossine”, rilevandovalori di aflatossina M1 nel lattedi ottobre superiori ai limiti dilegge (v. tab. 1), anche quest’an-no, si ripropongono i medesimirischi di allora.

La responsabilità principale,del rischio di contaminazionedel latte, continua ad essere ad-debitata alla granella di mais,soprattutto se raccolta nellearee della Pianura padana do-ve, alla totale mancanza di pre-

cipitazioni piovose, si è aggiun-ta una scarsa disponibilità di ac-qua per l’irrigazione. Secondoesperienze e risultati di ricerchesperimentali, il rischio cresceladdove la cariosside si è essic-cata in campo ed è stata raccoltacon umidità inferiore al 22%.

I Manuali di corretta prassiigienica, basati sui principi del-l’analisi del rischio e dei punticritici di controllo (Haccp), che icentri di raccolta del mais devo-no applicare secondo il Regola-mento CE 183/05, dovrebberoinfatti prevedere la misurazio-ne dell’umidità del mais in en-trata e la gestione delle partitedi prodotto con umidità inferio-

re al 22% come un punto critico(Ccp) e procedere al loro isola-mento fino alla verifica del tas-so di aflatossina.

Quest’anno una certa preoc-cupazione si rivolge anche agliinsilati di mais (silomais e pa-stone), nonostante siano solita-mente meno soggetti della gra-nella a questo problema (grazieall’acidità della materia insilatache ostacola la moltiplicazionee diffusione del fungo). Dal-l’Emilia-Romagna, dalla Lom-bardia e dal Veneto, abbiamo ri-cevuto alcune segnalazioni diforte contaminazione anchedelle piante, poiché l’eccessivaessiccazione in campo, compor-

DI LUIGI BERTOCCHI 1

ALESSANDRA SCALVENZI 1

SUJEN SANTINI 2

FRANCESCA FUSI 1

In caso

di emergenza,

sostituire nella

razione i prodotti

a base di mais

con orzo, frumento,

polpe o sorgo

SICUREZZA ALIMENTARE Come intervenire in attesa di informazioni ufficiali sulla contaminazione

Aflatossine dal mais al latte?

L a probabile presenza di aflatossine ol-tre i limiti ha reso necessario, fa sapere

Assolatte, l’associazione delle industrie delsettore lattiero caseario, rafforzare le attivi-tà del monitoraggio sia da parte degli opera-tori del settore alimentare che delle autorità

di controllo. L’associazione ha fornito indicazioni dettagliate alleaziende sui criteri da adottare per il monitoraggio della materiaprima dopo averle concordate con gli organi di controllo.

Gli operatori effettuano un campione di massa su tutte le raccol-te in entrata nello stabilimento provenienti dai propri conferenti conmetodica di screening o test rapidi. In caso di valori di aflatossina

M1 superiori a 0,040 μg/kg nel latte di cisterna, l’azienda di trasfor-mazione provvede ad identificare il conferente o i conferenti arischio compresi nel giro di raccolta. Questi allevamenti sarannosegnalati all’Asl competente per territorio come del resto nel caso dianalisi effettuate sui singoli produttori. In caso di valori di aflatossinaM1 superiori ai 0,050 μg/kg deve essere sospeso il ritiro del latte.

Qualora le analisi effettuati dalle industrie del settore lattierocaseario con i metodi analitici rapidi forniscano valori superiori ai0,050 μg/kg, nel latte di cisterna o dei singoli conferenti, scatta lasegnalazione immediata della non conformità all’Asl competenteper territorio. Le consegne in questo caso possono riprendere solodopo l’esito di un campione ufficiale negativo. Dovranno essere

PREVENZIONEMa le industriecontrollano

Page 24: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ PRIMO PIANO ] Terra e Vita 9

ta lo sviluppo solo parziale del-la pannocchia, che presenta cosìcariossidi facilmente preda diattacchi parassitari e fungini,responsabili della produzionedi aflatossina. Alcuni allevatoriche hanno alimentato le propriebovine con mais trinciato verde(ma ormai essiccato in campo)hanno comunicato di aver tro-vato la tossina nel latte già dopo48 ore.

In caso di contaminazionedel latte si deve affrontare laproblematica riformulando larazione semplicemente ridu-cendo o sostituendo i prodotti abase di mais e derivati con orzo,frumento, polpe di bietola osorgo. Nella quasi totalità deicasi si garantisce un rapido (2-3giorni) ripristino della normali-tà, con livelli di contaminazionedel latte ampiamente sotto i 50ppt (limite di legge, Reg.Ce1881/06).

della quota presente nel trincia-to di mais). È quasi impossibiletrovare una razione per bovineda latte che non utilizzi mais ederivati.

LA SOLUZIONESe il problema della presenza diM1 nel latte è, salvo le eccezio-ni, collegato alla presenza dimais contaminato nella razionealimentare, la sua soluzionenon può che passare attraversouna serie di interventi per ri-durre la presenza di aflatossinanel mais e impedirne il suo as-sorbimento, in modo da evitar-ne la trasformazione epatica.

Alcuni ricercatori sostengo-no che la formazione delle mi-cotossine nelle colture attacca-te dai miceti in condizioni dipre-raccolta è nettamente su-periore rispetto alla fase dipost-raccolta. Per questo risul-tano più efficaci le azioni pre-

Che effetto possono averegli alimenti contaminati sullapresenza di aflatossina M1 nellatte? Va verificato quanto sonopresenti nella razione giornalie-ra tipo delle bovine. Mais (fari-

na/fiocchi) e derivati sono sem-pre presenti nella razione gior-naliera in dose da 3 a 9 kg/capopari mediamente al 50% deiconcentrati e al 12-25% della so-stanza secca (con esclusione

«I nvito i commercianti di cereali anon fare leva sulle difficoltà dei

produttori, dovute alla particolare sta-gione meteorologia, per speculare sulprezzo». L’assessore all’Agricoltura delVeneto Franco Manzato mette in guar-

dia contro eventuali anomalie di mercato indotte dal particola-re andamento climatico degli scorsi mesi.

«È unanime – continua – la constatazione di una produzio-ne più ridotta, che però non deve tradursi in aumento automa-tico dei prezzi rispetto a una domanda stagnante: i mercatistessi ci stanno mettendo in guardia e i consumatori finali

vanno tutelati dall’intera filiera. Allo stesso modo mentre stia-mo lavorando tramite il sistema regionale di controllo perverificare la sanità delle partite di mais, non vi possono esserefenomeni di prezzi bassi per un prodotto di cui si criticano lecondizioni: o c’è pericolo per la salute umana, e allora non èquestione di prezzo, oppure non c’è tale pericolo e allora non sipuò speculare».

«Le filiere sono tutte sulla stessa barca – conclude Manzato– e ci si salva tutti assieme con coerenza e impegno, e anchesacrifici. C’è già chi specula su tutto per conto proprio e lasituazione economica è oggettivamente difficile senza bisognodi creare altre turbative per lucrare qualcosa». T.V.

VENETOManzato: noa speculazioni

sottoposte a controlli rigorosi anche le cisterne di latte d’importazionecomunicando alla propria Asl e al fornitore l’eventuale superamento delvalore di 0,040 μg/kg.

Anche le Regioni varano misure straordinarie a difesa della salutepubblica. In Veneto il decreto n. 105 del 20 settembre 2012 prevede per tremesi misure aggiuntive di autocontrollo per gli stabilimenti che lavoranomais, gli allevamenti che riforniscono distributori di latte crudo, gli stabili-menti di trattamento e trasformazione del latte. Queste si aggiungono agliinterventi straordinari di controllo che i servizi veterinari dovranno eseguirenegli stabilimenti.

In Lombardia ogni acquirente, stabilimento di raccolta o trasformazio-ne, nell’ambito del piano di autocontrollo aziendale, segnala all’autorità

competente i valori di aflatossina M1 superiori a 0,040 μg/kg nel lattecampionato. In caso di riscontro nel latte di cisterna di valori superiori a0,040 μg/kg, sono a carico dell’industria di trasformazione le verifiche sullatte dei singoli allevamenti e questo superamento del limite viene segnala-to al dipartimento di prevenzione veterinario della Regione. Se il latte non èconforme ai limiti di legge la stessa industria deve provvedere al suo ritiro.

Anche in Emilia-Romagna è stato messo a punto un piano di emergenzatrimestrale: i servizi veterinari delle Ausl intensificano il monitoraggiodell’aflatossina M1 nel latte verificando i piani di autocontrollo delleaziende del settore. Sono a carico degli stabilimenti per il trattamento dellatte ad uso alimentare i controlli di almeno due campioni su tutte lestrutture della regione. F.B.

TAB. 1 - I TENORI MASSIMI AMMESSI DI ALCUNICONTAMINANTI NEI PRODOTTI AGROALIMENTARI

PRODOTTO B1 SOMMA DI B1,B2, G1, G2 M1

Tutti i cereali e loro derivati,compresi i prodotti trasformati abase di cereali

2 4 /

Granturco e riso (da sottoporrea cernita o ad altro trattamentofisico prima del consumo umanoo dell’impiego quale ingredientedi prodotti alimentari)

5 10 /

Latte crudo, latte trattatotermicamente e latte destinatoa prodotti a base di latte

/ / 0,05

Alimenti a base di cereali e altrialimenti destinati ai lattanti e aibambini

0,1 / /

Estratto da Reg. (CE) N. 1881/2006 del 19.12.2006 che definisce i tenorimassimi (μgr/kg) di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari destinati alconsumo umano (modificato da Reg. (UE) 165/2010 del 26 febbraio 2010).

Page 25: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

10 Terra e Vita [ PRIMO PIANO ]

ventive attuabili in campo ri-spetto a quelle applicabili du-rante lo stoccaggio, anche sesono più difficilmente attuabiliper l’interferenza delle condi-zioni climatiche.

La prevenzione della conta-minazione è attuabile in tre fasidella filiera di produzione del-l’alimento a base di mais: 1) pre-raccolta; 2) raccolta e post-rac-colta; 3) alimentazione dellavacca da latte.

FASE DI PRE-RACCOLTA– Utilizzo di varietà di cerealinaturalmente resistenti alla co-lonizzazione di funghi tossige-ni, creazione di nuovi ibridi.

– Controllo dell’infestazioneda insetti per evitare il danno

alle cariossidi che facilita l’in-gresso e la colonizzazione daparte dei funghi micotossigeni.

– Abbattimento della caricafungina vitale tramite idoneetecniche di preparazione deiterreni e utilizzo delle rotazionicolturali.

– Evitare il verificarsi di con-dizioni estreme di siccità o dieccessiva umidità; anche l’ec-cessiva fertilità dei terreni sem-bra contribuire alla contamina-zione da aflatossine.

RACCOLTA E POST-RACCOLTA– La raccolta dev’essere effet-tuata prima che la granella rag-giunga valori di sostanza seccasuperiori al 75%.

– L’essicazione deve essere

effettuata il più rapidamentepossibile dopo la raccolta.

– L’immagazzinamento de-v’essere effettuato in locali pulitie asciutti considerando che tem-perature di 15-30 °C (ottimale20-25 °C) con umidità del sub-strato tra il 20 e il 25%, aw >0.7favoriscono la crescita fungina ela produzione delle tossine.

Sebbene sia la prevenzionela strategia principale, in alcunicasi occorre intervenire sullagranella già contaminata. Sipossono usare sistemi di decon-taminazione o di detossificazio-ne che consistono nel togliereper quanto possibile dalla mas-sa del prodotto le aflatossine.

I principali metodi disono:

tramite vagliatura, molitu-ra, flottazione, ventilazione del-le cariossidi.

– suc-cessiva alla vagliatura

– : so-prattutto usata per il mais in as-sociazione e prima della moli-tura ad umido.

I principali metodi disono:

– cottu-ra ad alta pressione;

– >4kGy;– : sono

in grado di sequestrare le mico-tossine grazie alla loro struttu-ra e alle loro proprietà chimico-fisiche. I principali adsorbentisono:

la più efficace è risulta-ta l’ammoniazione con ammo-niaca liquida o gassosa aconcentrazione <7%, a tempera-tura e pressione ambiente (du-rata 14-42 giorni di trattamento)o a temperatura di 70-120 °C epressione intorno a 35-50 psi peralcune ore. È un trattamento ir-reversibile che porta all’inatti-vazione totale delle aflatossine.

«S e il Governo continua a nascondere la testa sotto la sabbiametà della produzione nazionale di mais è a rischio». È

quanto denuncia l’esponente Pdl e membro della Commissioneagricoltura Luca Bellotti, che sottolinea il rischio che quasi il 50%della produzione italiana venga buttato a causa della presenza diaflatossine.

Secondo Bellotti che il mais venga buttato a causa di queste tossine «è assurdo»perché «i limiti alla presenza di aflatossine imposti dall’Europa sono molto più bassirispetto a quelli di altri Paesi, come gli Usa».

«Non decidere, come fa attualmente il ministero delle Politiche agricole, corrisponde amettere in grave difficoltà i produttori, creare gravi ripercussioni sui prezzi, importarecereali dall’estero probabilmente meno sicuri di quelli nostrani. L’agricoltura – concludeBellotti – non può attendere i tempi della burocrazia. L’urgenza della situazione richiedeche il Governo smetta di nicchiare e presenti alla Commissione agricoltura delle soluzioniper non rischiare di uccidere il mais italiano». T.V.

BELLOTTI«Il governobatta un colpo»

N ell’alimentazione delle bovine dalatte, un aiuto per ridurre il rischio

potrebbe arrivare dall’uso di alcuni additi-vi, venduti per impedire l’assorbimentogastrointestinale delle aflatossine e quindiridurre la loro presenza nel latte.

In natura esistono composti chimici capaci, per le loro struttu-ra, di adsorbire le micotossine presenti nelle derrate alimentari.Inizialmente utilizzati per il loro potere antiagglomerante, questiprodotti sono stati successivamente impiegati a scopo detossifi-cante per ridurre i rischi di intossicazione da micotossine limitan-do il fenomeno del carry over nel latte. I prodotti principalmenteusati per tale scopo sono: alluminosilicati, zeoliti naturali e sinte-tiche, carboni attivi, bentonite e argille. Va sottolineato che l’effi-

IN STALLAAdditivialle bovine

cacia di molti dei prodotti citati rimane ancora dubbia in quanto,se esistono prove della loro validità in vitro, pochi sono i lavori chene dimostrano la stessa in vivo.

Vale la pena infine ricordare i molti effetti negativi che leaflatossine hanno sulla salute e la condizione fisiologica dellebovine. Soprattutto sul livello di ingestione della sostanza secca,anche quantità basse di aflatossine (da 10 a 30 ppt) sonosufficienti a ridurre l’ingestione di sostanza secca del 10 % doposoli 5 giorni. Per l’allevatore accorto, se tale calo di ingestionefosse associato all’inizio di una nuova partita di concentrato abase di mais o di una nuova trincea di silomais, questo calo diingestione potrebbe anche essere un segnale per sospettare lapresenza di aflatossine nella razione giornaliera e iniziare subitole indagini per la soluzione del problema. L.B.

Page 26: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ PRIMO PIANO ] Terra e Vita 11

Utilizzo di specifici agentibiotici (batteri, muffe, lieviti,piante o loro derivati) capaci didegradare o trasformare enzi-maticamente le micotossine.

Dei sistemi elencati quello didecontaminazione attraversopulitura e separazione mecca-nica è il più facilmente applica-bile. Questa operazione è ese-guita sulle granelle di mais conattrezzature (setacci/vagliato-ri) che hanno lo scopo di rimuo-vere dalla partita di alimento lecariossidi più piccole e quellerotte in quanto rappresentanola parte di prodotto più conta-minata.

Nel contempo queste attrez-zature sono munite di sistemi diventilazione/aspirazione ingrado di eliminare in parte lepolveri. Tale operazione, sem-plice e poco costosa, può esserefatta nei mangimifici o presso imagazzinieri in cui si trovanostoccati migliaia di quintali digranella di mais.

Studi preliminari effettuatiin collaborazione con il mangi-mificio Comazoo suggerisconoche con l’utilizzo di setacciaventi fori da 5 mm si ottiene lariduzione dei livelli di inquina-mento mediamente del 50%.Maggiore è il livello di contami-nazione della partita migliorisaranno i risultati.

La percentuale di granellascartata (spezzato) è di circa il3%. Il costo dell’operazione in-cide sul prezzo di circa 1,25 €/q,pari al 5% del valore del mais.

ALIMENTAZIONE VACCAIn questa fase si possono attua-re due operazioni: l’utilizzo disostanze che riducano l’assorbi-mento enterico delle tossine (v.box) o la sostituzione dell’ali-mento contaminato. In condi-zioni di emergenza la soluzioneè senz’altro quella di toglieredalle razioni le granelle di maise i suoi derivati. Le fonti di ami-do da essa derivate possono es-sere sostituite con altri cerealiquali orzo, frumento e sorgo.

La totale sostituzione è pos-sibile solo per brevi periodi inquanto gli amidi degli alimenticitati hanno concentrazioni ecaratteristiche di fermentescibi-lità e digeribilità diverse daquelle dell’amido di mais. Perfare un esempio, la soluzionepiù semplice e immediata èquella di sostituire i classici 4,5kg di mais con 5 kg di orzo otte-nendo così il medesimo appor-to in amido ed energia totalemetabolizzabile (l’orzo ha unvalore energetico di circa il 10%inferiore rispetto al mais).

Pur tralasciando la differen-za di costo e di digeribilità, uti-lizzando un’alimentazione

con carro unifeed, ilmezzo chilogrammo in più diorzo dovrà per forza prevederela riduzione della medesimaquantità di un altro alimentoche di solito è rappresentato daun alimento fibroso con conse-guente “concentrazione” dellarazione. Nei casi in cui si è ap-plicata tale soluzione, le bovinehanno, nell’arco di poche setti-mane, ridotto la produzione emostrato segni più o meno gra-vi (in relazione alla composizio-ne della razione) di minore di-gestione della miscelata con al-

terazione della consistenzadelle feci.

Con l’operazione di sostitu-zione, nella quasi totalità dei ca-si si giunge alla soluzione delproblema portando il livello dicontaminazione del latte am-piamente sotto i 50 ppt. I tempidi ripristino delle condizioni dinormalità sono rapidi, 2-5 gg.

TAB. 2 - SOSTANZE INDESIDERABILI IN STALLA

PRODOTTI DESTINATIALL’ALIMENTAZIONE

DEGLI ANIMALI

CONTENUTO MASSIMODI AFLATOSSINA B1IN MG/KG (PPM)

DI MANGIMEAL 12% DI UMIDITÀ

Tutte le materie prime per mangimi 0,02

Mangimi completi per bovini, ovini ecaprini, a eccezione di: 0,02

- mangimi completi per animali da latte 0,005

- mangimi completi per vitelli ed agnelli 0,01

Mangimi completi per suini e pollame(salvo animali giovani) 0,002

Altri mangimi completi 0,01

Mangimi complementari per bovini, ovini ecaprini (ad eccez. mangimi complementariper animali da latte, vitelli ed agnelli)

0,02

Mangimi complementari per suinie pollame (salvo animali giovani) 0,02

Altri mangimi complementari 0,005Estratto Direttiva 2003/100/CE della Commissione del 31.10.2003 chemodifica la direttiva 2002/32/CE del Parlamento Ue e del Consiglio.

L e micotossine sono sostanze potenzial-mente cancerogene-genotossiche, (se

ne conoscono ben oltre 800 tipi diversi) pro-dotte dal metabolismo di numerosi funghipresenti su vari substrati vegetali (foraggi,insilati, cereali, farine di estrazione, arachidi).

Si riconosce un gruppo di micotossine altamente tossiche e mutagenedenominate aflatossine, prodotte da funghi del genere Aspergillus (A.flavus, A. parasiticus). Tra i contaminanti naturali dei prodotti alimenta-ri, le aflatossine rivestono un ruolo importante al punto da essereoggetto di una specifica legislazione (Reg. CE 1881/2006 e successivemodifiche) prodotta a tutela della salute umana.

I miceti producono le aflatossine in particolari condizioni di difficilecrescita della pianta (stress idrico, presenza di parassiti, ecc.) e in caso

COSA SONODai funghiAspergillus

di avversità meteo come nei climi caldo-umido (T°=25-30 °C; U=88-95%). La contaminazione inizia in campo e può interessare successi-vamente le fasi di raccolta, essiccazione, conservazione, trasformazio-ne, manipolazione e trasporto.

Le aflatossine più diffuse sono la B1, B2, G1, G2 e la loro nomencla-tura si basa sulle proprietà di fluorescenza blu (B= blu) o verde (G=green) emanata quando tali sostanze vengono sottoposte a luce UV. Leaflatossine M1 e M2 (M= milk) sono invece i metaboliti idrossilati delleaflatossine B1 e B2 riscontrabili nel latte di animali alimentati conderrate contaminate.

La Ue con il Regolamento (CE) 1881/2006 (in talune parti modifica-to dal Reg. (UE) 165/2010 per le aflatossine) ha fissato il tenoremassimo ammissibile di taluni contaminanti nelle derrate alimentari,compresa l’aflatossina M1 nel latte (50 ppt). L.B.

Page 27: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

12 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

EMERGENZA MAIS È la richiesta avanzata al governo dal deputato Luca Bellotti

Aflatossine, «innalziamo i limiti»DI GIORGIO SETTI E il Coordinamento

cereali farà

prevenzione

acquistando linee

di prepulitura

e selezionatrici

C onsiderando «la straor-dinarietà di una situa-zione in cui la presenza

di aflatossine potrebbe pregiu-dicare oltre il 50% dei raccolti»di mais, dice una risoluzionepresentata alla Commissioneagricoltura della Camera daldeputato (Pdl), sichiede al governo di assumere«iniziative normative che, inderoga alle disposizioni vigen-ti, dispongano una deroga tem-poranea (...) che consenta l’in-nalzamento dei limiti per leaflatossine nel mais destinatoall’alimentazione animale». Edi cercare di ottenere dalla Ue«misure per affrontare le possi-bili situazioni economiche a ri-schio di produttori e stoccatoriincolpevolmente danneggiatidall’evento naturale ecceziona-le, anche al fine di evitare tenta-tivi di elusione dei controlli conconseguente rischio di contami-nazione delle filiere sensibili».

Di contromosse come quel-la proposta da Bellotti ce n’èbisogno, commenta

, vice commissariodel Consorzio agrario di Rovi-go e vice presidente di quellodi Ferrara, perchè la situazioneè seria: «Dai primi dati relativialla raccolta 2012, si è riscon-trato un aumento di aflatossi-ne nel mais, aumento non par-ticolarmente significativo, masufficiente da far superare i li-miti imposti dalla normativaeuropea. Questo sforamentodetermina l’impossibilità diimmettere quel prodotto sulmercato».

Ce n’è bisogno anche per unsecondo motivo, continua Mar-tini: «perchè i livelli massimiconsentiti sulle aflatossine nonsono uguali in tutto il mondo.Negli Stati Uniti, per esempio, illivello consentito è decisamentepiù alto rispetto a quello impo-sto dall’Europa e questo crea unproblema di difformità che col-pisce soprattutto gli agricoltorieuropei e quelli mediterranei inparticolare. Come Consorzioagrario riteniamo importanteche a livello mondiale ci sia uni-

formità in materia, per evitareche, in un mercato globale, i li-miti eccessivamente restrittivicolpiscano gli agricoltori euro-pei e italiani in particolare». Peresempio, conclude il dirigentedei due consorzi agrari, prodot-ti agroalimentari americani ot-tenuti tollerando livelli elevatidi aflatossine nei mangimi pos-sono entrare in competizionecon prodotti italiani ottenuti ri-spettando limiti molto più re-strittivi, quindi gravati da costidi produzione maggiori.

In ogni caso che la situazio-ne sia seria, che diversi mangi-mifici privati stiano respingen-do molte consegne di granelladi mais perchè contaminate ol-tre i limiti previsti dai propri

protocolli, è notizia ormai qua-si di dominio pubblico, anchese ancora pochi addetti ai lavorivogliono esporsi con dichiara-zioni esplicite in merito. Tra chiesce dal silenzio però c’è il do-cente , del-l’Università di Padova, che fral’altro partecipa ai vertici di fi-liera sul problema organizzatidalla Regione Veneto, oppuregli esponenti del Coordinamen-to cereali, organismo creato po-chi mesi fa da Cia, Confagricol-tura, Copagri, Confcooperati-ve, Legacoop e Agci.

Spiega Causin: «La reale di-mensione del problema aflatos-sine non si conosce perchè nonsi sono raccolti dati sufficienti eperchè in certi areali addiritturanon si è ancora finito di trebbia-re. Comunque mi risulta che lapresenza della tossina sia piùalta della norma e più elevataanche dei livelli del 2003; que-st’anno, per esempio, si trovaanche in coltivazioni sottopostea un paio di irrigazioni di soc-corso. La contaminazione non

C on 200mila q di mais ritirato ognianno, il Consorzio agrario di Raven-

na rappresenta una realtà importante nelpanorama cerealicolo. Ma i 200mila qsono riferiti a un’annata normale «e que-sta non lo è di certo» commenta Massi-

mo Masetti, responsabile settore cereali del consorzio. «Abbia-mo registrato problemi sia dal punto di vista produttivo, sia daquello qualitativo. La produzione è inferiore del 60% rispetto aun’annata normale. E poi c’è il nodo micotossine».

Non sono mancate alcune partite con livelli sopra la norma.«Abbiamo eseguito tutti i controlli e le campionature del caso e

CAP RAVENNAPulite le partitefuori norma

anche controlli supplementari. In taluni casi sono emerse ano-malie e di conseguenza ci siamo comportati come indicato neldisciplinare della Regione Emilia-Romagna con azioni correttivecome pulitura e la segregazione delle partite che hanno registra-to limiti al di sopra alla norma. Però non è semplice perché lacontaminazione, anche quando c’è, non è facilmente rilevabile».

Il tecnico sottolinea che è capitato che campioni di una stessapartita presentassero anomalie, e altri fossero del tutto regolari.Ogni azione viene quindi svolta con precisione e cautela, inquanto non va mai dimenticato che gli agricoltori si aspettanorisposte chiare e soprattutto vogliono sapere se e come saràvalutata la propria produzione. Cristiano Riciputi

Page 28: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ ATTUALITÀ/FLASH ] Terra e Vita 13

c’è solo nella granella, ma an-che nei pastoni; nel silomaisnon si può ancora dire. Si puòpresumere che un terzo del rac-colto risulterà contaminato, unterzo risulterà nella norma e unterzo sarà a metà strada». Ag-giungono i rappresentanti delCoordinamento cereali: «I casidi contaminazione sono piutto-sto diffusi. La presenza di afla-tossine si riscontra a macchia dileopardo, non solo in Emilia enel Veneto, ma anche in Friuli enel resto della Pianura padana,forse a esclusione del Piemonte.Alcune Regioni si stanno muo-vendo per consentire a produt-tori, stoccatori, essiccatori e in-dustrie mangimistiche di af-frontare in maniera più agevoleil problema delle partite conta-minate. È ancora prematuro pe-rò diffondere dati sul livello dicontaminazione, li consegnere-mo all’amministrazione versofine settembre».

Il Coordinamento cerealinon si limita a monitorare la si-

tuazione, ma mette anche sulpiatto un altro paio di contro-mosse che vanno ad aggiunger-si a quella di Bellotti. La prima:«Vogliamo chiedere ai ministeridell’Agricoltura e della Salutedi mettere a punto disposizioniapplicabili su tutto il territorionazionale per la gestione e iltrattamento della materia pri-ma». La seconda: «Il nostro pro-getto Rete qualità cereali è cofi-nanziato al 50% dal Mipaaf, ilsuo contributo è di 1,25 milioni,il resto per un totale di 2,5 mi-lioni viene dalle nostre aziendee cooperative. Bene, di questerisorse buona parte sarà desti-nata a consentire alle nostreaziende l’acquisto agevolato distrumenti per la selezione e lapulitura della granella del mais:selezionatrici ottiche, campio-natori automatici di tipo dina-mico (che fanno risparmiaretempo nel prelevamento deicampioni), linee di prepulituraper cereali essiccati, impianti dispazzolatura».

I l livello massimo di aflatossi-ne nel mais per l’alimenta-

zione delle bovine da latte con-sentito dalla Food and drug ad-ministration (Fda, Usa) è di 20ppb (parti per miliardo). Nel-

l’Unione europea è di 2 ppb.Nella tabella altri valori limite Usa relativi sempre

alla presenza di aflatossina nell’alimentazione deglianimali zootecnici. G.S.

AFLATOSSINA: LIVELLI MASSIMI CONSENTITIDALLA FDA NEGLI ALIMENTI ZOOTECNICI

20 ppbPer mais e altra granella destinata ad animali inaccrescimento (avicoli compresi) e ad animali dalatte, o quando la sua destinazione non è nota.

20 ppb Per altri alimenti diversi da mais o semidi cotone destinati ad altre categorie di animali.

100 ppb Per mais e altra granella destinata a bovinida carne, suini, avicoli adulti.

200 ppb Per mais e altra granella destinata a suiniin finissaggio più pesanti di 100 pounds.

300 ppbPer mais e altra granella destinata a bovinida carne in finissaggio e per semi di cotonedestinati a bovini da carne, suini e avicoli.

NEGLI USALimiti più altianche 10 volte

VINOIsmea, record negativoper la vendemmia (-8%)

P er la nuova vendemmia siprevede un -8% di produ-

zione, sotto la soglia dei 40 mi-lioni di ettolitri, che rappresentail nuovo record negativo dopoun 2011 già attestatosi su mini-mi storici. Lo affermano Ismea eUnione italiana vini. Le riduzio-ni sono accentuate nel Nord-Estin particolare, con il Friuli chearriva a -21%, il Veneto a -12%,mentre Trentino Alto Adige eEmilia-Romagna registrano uncalo del 10%. In Piemonte eLombardia si stima una ridu-zione del -8 e -15%. Situazionialterne nel Centro, dove al -10%della Toscana e al -20% dell’Um-bria si affiancano produzioni inlinea con quelle dello scorso an-no. Al Sud, al -15% della Puglia,si affianca la ripresa produttivadi Campania e Sicilia.

RISOIl prezzo di mercatocala di oltre il 20%

S empre meno terreni colti-vati a riso e crollo dei prez-

zi sui mercati. Il dato è emersonel corso di una conferenza-stampa alla Camera di Com-mercio di Pavia. Nel 2012 gli et-tari coltivati sono calati del 4,7%rispetto al 2011 (-11mila ettari)ma soprattutto sono caduti iprezzi delle diverse varietà. IlCarnaroli sta facendo registrareun calo del -57% rispetto al prez-zo del 2011, ma le contrazionisono in media di oltre il -20%anche per le altre varietà di riso.«Oggi il margine dei ricavi èlegato ai contributi Ue – spiegail presidente della Cciaa di Pa-via, –che consentono agli agricoltoridi contare su 1.069 €/ha che, conla riforma della Pac, potrebberoscendere a 300-350 €/ha».

TRIBUNALE UENiente rimborso all’Italiadi 310 milioni di euro

L’ Italia non si vedrà rim-borsati da Bruxelles circa

310 milioni di euro di fondi del-la Pac nella cui erogazione(1982-1999) sono state riscontra-te irregolarità.

È la conseguenza della sen-tenza del Tribunale Ue, che harespinto il ricorso presentatodall’Italia nei confronti dellaCommissione europea. Nel2006, dopo avere effettuato con-trolli all’Agea e al Saisa, la Com-missione aveva «posto a caricodell’Italia le conseguenze finan-ziarie relative a 157 casi di irre-golarità per un importo com-plessivo pari a 310.849.495,98 dieuro». L’Italia ha quindi presen-tato ricorso, adducendo errorida parte di Bruxelles, ma questoè stato respinto.

COMMERCIOUn forte recuperoper l’export agricolo

C ontinuano a crescere leesportazioni dei prodotti

agricoli che a luglio scorso sonoaumentate del 7,2%. Era andatamale nel primo quadrimestre,con una punta negativa ad apri-le (-14,3%) ma ora si sta recupe-rando e, nei primi sette mesidell’anno, si registra un calo del3,4%. Lo sottolinea Confagricol-tura commentando i dati Istatsul commercio estero a luglio.

L’export del nostro agroali-mentare cresce più del totaledelle esportazioni nazionali siaa luglio che nei primi sette mesidel 2012 (+4,7% contro +4,2%),ed è sempre più trainato dal-l’export dei prodotti trasforma-ti. Calano invece i consumi in-terni e di conseguenza anche leimportazioni.

Page 29: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

12 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ]

EMERGENZA SICCITÀ Lo Zooprofilattico di Brescia: contaminazioni del mais, anche del trinciato

Latte, timori per le aflatossineDI GIORGIO SETTI

C ome nella torrida estatedel 2003. Quando l’Isti-tuto zooprofilattico del-

la Lombardia ed Emilia-Roma-gna di Brescia aveva parlato di“emergenza aflatossine” arri-vando a rilevare valori di afla-tossina M1 nel latte superiori ailimiti di legge nel mese di otto-bre (vedi tabella 1). Anzi, forsepeggio che nel 2003.

Perché se, allora,, dirigente veterinario

dell’istituto, aveva potuto iden-tificare l’importanza della pre-senza delle aflatossine nella fa-rina di mais ma in quota decisa-mente inferiore nel silomais,quest’anno («anche se è ancorapresto per capire la situazio-ne») si sospetta un interessa-mento pure di questo secondoprodotto. «Dall’Emilia-Roma-gna, dalla Lombardia e dal Ve-neto abbiamo ricevuto alcunesegnalazioni della forte conta-minazione anche di piante incampo e quindi di possibili pro-

blemi negli insilati. E dire che ilsilomais è meno soggetto dellagranella a questo problema gra-zie all’acidità della materia insi-lata, che ostacola la moltiplica-zione e la diffusione del fungo.Purtroppo però le colture dimais situate in aree con scarsa oassente possibilità di irrigazio-ne si sono essicate in campo,sviluppando solo parzialmentela pannocchia, così che le ca-riossidi sono state facilmentepreda di attacchi parassitari efungini responsabili della pro-duzione di aflatossina. E alcuni

allevatori che hanno alimentatole proprie bovine con mais trin-ciato verde, ma ormai essiccatoin campo, hanno comunicato diaver trovato la tossina nel lattegià dopo 48 ore».

«In ogni caso - continuaBertocchi - la responsabilitàprincipale del rischio di unacontaminazione del latte conti-nua ad essere addebitata allagranella del mais, soprattuttoquella che verrà raccolta nellearee della Pianura padana incui alla totale mancanza dipioggia si è aggiunta una scar-

sa disponibilità di acqua perl’irrigazione».

Secondo lo specialista bre-sciano il rischio è presente làdove «la cariosside si è essicca-ta in campo ed è stata raccoltacon umidità inferiore al 22%, si-tuazione che espone la granellaalla diffusione delle aflatossine.Invece, secondo quanto previ-sto dalla Regione Lombardiaproprio in conseguenza del-l’emergenza 2003, i mangimifi-ci e gli essiccatoi dovrebberocontrollare in ingresso l’umidi-tà della granella del mais, veri-ficando che sia superiore al22%».

Una buona prevenzione neiconfronti della presenza di afla-tossina nella granella del mais equindi poi nel latte, aggiungeun altro esperto di questa pro-blematica,

dell’università di Mi-lano, prevede infatti che «ilmais venga raccolto prima chela pianta vada incontro al pro-

L e micotossine e il mais? In Veneto,dice l’assessore regionale Franco

Manzato durante un vertice di filiera a Me-stre (Ve), «la situazione è sotto controllo. Edefiniremo un provvedimento per un moni-toraggio puntuale mediante campionamen-

to» per verificare gli effetti della siccità sulla granella del mais.Ma in occasione dello stesso incontro è emerso che analisi

micologiche eseguite dal dipartimento Tesaf dell’Università di Pado-va su campioni di mais provenienti da diverse zone del Veneto hannomesso in luce una presenza molto superiore al normale delle speciedi Aspergillus in grado di produrre aflatossine. «Tutto ciò conferma ilrischio che alla raccolta la granella risulti sensibilmente contamina-ta da queste tossine e ciò potrebbe successivamente comportare la

comparsa di problemi negli allevamenti, soprattutto in quelli dalatte».

Intanto il presidente di Confagricoltura Veneto, Gianfranco Bo-naldi, avverte: «Sono senza fondamento le pretese avanzate daalcuni commercianti di tener basso il prezzo del mais a causa dellapresunta presenza di micotossine». E consiglia gli agricoltori asso-ciati «di non accettare questa strumentalizzazione tentata da alcunefrange del mondo del commercio. Se si registreranno reali contami-nazioni allora gli organi competenti adotteranno tutte le misurenecessarie, sino alla destinazione del mais ad usi non alimentari. Mafino a questo momento siamo in una fase in cui si mira a prevenireun danno che è solo potenziale e di cui non vi è ancora alcunaconferma ufficiale, per cui qualunque pretesa di abbassare il prezzodella granella deve ritenersi ingiustificata e va respinta». G.S.

NEL VENETO«Sotto controllo»«No ai ribassi»

Page 30: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni

[ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 13

prio naturale processo di essic-cazione. Essiccare troppo incampo per, eventualmente, ri-sparmiare sulle spese di essic-cazione della granella sarebbeun errore: favorirebbe la diffu-sione delle aflatossine».

Altre attenzioni utili perprevenire il problema, continuail docente milanese, riguardanole operazioni di conservazionee stoccaggio della granella:«l’umidità non deve essere su-periore al 14%, che è il massimoprevisto dalla legge; meglio co-munque raggiungere il 12-12,5%». Inoltre, i locali in cui sieffettua lo stoccaggio «non de-vono essere esposti a intempe-rie o a escursioni tecniche trop-po forti tra giorno e notte: inmolti sili sui quali di giorno bat-te il sole si è visto che successi-vamente il calo della tempera-tura delle ore notturne può por-tare a condensare l’umiditàall’interno, cosa che non fa cer-to bene alla qualità della gra-nella».

Sempre nei centri di conser-vazione è consigliabile, diceSgoifo Rossi, «ricorrere il piùpossibile alla pulitura della gra-nella del mais, mediante opera-zioni come vagliatura e ventila-zione, utili perché nelle carios-sidi rotte e nello “sporco” c’èun’elevata concentrazione ditossine. Quest’ultimo insiemedi precauzioni può far perderetra lo 0,5 e il 3% di prodotto,può portare a un aumento deicosti energetici e di movimen-tazione della granella, ma incompenso permette di abbatte-

re la presenza di micotossineanche fino al 70%».

NEGLI ALLEVAMENTILa prevenzione della contami-nazione del latte, avverte infineBertocchi, può estendersi ancheall’alimentazione delle vacche«semplicemente riducendo nel-le razioni la presenza di prodottia base di mais e derivati o sosti-tuendoli per esempio con orzo,frumento, polpe di bietola o sor-go. Nella quasi totalità dei casi sigarantisce un livello di contami-nazione del latte ampiamentesotto i 50 ppt (o ng/kg latte), cheè il limite massimo di legge; e siottiene il risultato rapidamente,anche entro 3 giorni».

Sgoifo Rossi a sua volta sot-tolinea l’importanza della pre-venzione del problema attra-verso l’impiego, nell’alimenta-zione delle bovine, degliadditivi che adsorbono l’afla-tossina rendendola non più at-tiva, come bentonite, zeolite, al-luminosilicati, resine sintetiche,carboni attivi. E in ogni caso diimpostare un’alimentazioneche ottimizzi i processi digesti-vi e la funzionalità prestomaca-le, «dato che nei ruminanti èefficace la capacità detossifi-cante dei protozoi del rumine».Molto efficace, per proteggerela salute della bovina dagli ef-fetti delle tossine, «anche lasomministrazione all’animaledi epatoprotettori, immunosti-molanti, prebiotici e probiotici.Ed è indispensabile la massimaaccuratezza nella “fabbricazio-ne” del carro unifeed».

Arriva il riso “estremo”a basso input di fosforo

A rriva il riso capace dicrescere anche nei terre-ni più difficili e poveri di

nutrienti, garantendo un buonraccolto anche in condizioniestreme.

È stato ottenuto modificandoun solo gene, che aiuta le piantea tollerare le basse concentrazio-ni di fosforo, elemento essenzia-le per la crescita della pianta. Ilrisultato, pubblicato sulla rivi-sta Nature, è stato ottenuto daun gruppo coordinato dall’Isti-tuto internazionale per la ricer-ca sul riso (Irri) di Manila, con ilgruppo di , e dalCentro internazionale per le ri-cerche agricole in Giappone, aTsukuba, con

. Alla ricerca ha collaboratoanche l’Italia, con

del Dipartimento di Bioscien-

ze, università di Milano. Il gene,chiamato Pstoli, agisce anche fa-vorendo lo sviluppo delle radicifin dai primissimi stadi dellosviluppo della pianta. Aiutandole radici ad allungarsi per anda-re a cercare le sostanze nutrientipiù in profondità nel terreno,aiuta la pianta a svilupparsi an-che nelle condizioni più difficili.Il gene è stato identificato in unavarietà di riso tradizionale ca-ratteristica dell’India. T.V.

Miele, -65% nel 2012E la Cina è più vicina

C rolla nel 2012 la produ-zione di miele italiano: -65% rispetto al 2011, so-

prattutto per colpa delle avver-se condizioni meteorologiche diquest’anno, caratterizzato dauna primavera piovosa e daun’estate torrida e siccitosa. Aquesto si aggiungono le malattieche stanno devastando due del-le principali varietà floreali bot-tinate dalle api in estate, il casta-gno e l’eucalipto. L’allarmegiunge dagli apicoltori italianiche paventano come conse-guenza l’aumento dell’importdi miele cinese, prodotto attra-verso processi industriali e discarsissima qualità, ma dal co-

sto nettamente inferiore.Un prodotto – sottolineano

gli apicoltori – sul quale recente-mente anche la CommissioneUe ha lanciato l’allarme, inquanto potrebbe contenere pol-line ogm, coltivazione vietata inItalia. Ecco perché l’appello de-gli addetti ai lavori nazionali èquello di acquistare e consuma-re miele made in Italy. «Ora piùche mai si deve porre attenzioneal momento dell’acquisto – spie-ga , presidentedella “Settimana del Miele”(7-9settembre), – controllando benel’etichetta, in cui per legge è ob-bligatorio indicare la provenien-za del miele». T.V.

AFLATOSSINA NEL LATTE, LA CRISI DEL 2003ANNO GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

2000 - - - 5,4 11,3 - 9,2 - 8,5 - - 13,6

2001 - - 19,8 12,9 - - 11,6 14,0 19,3 19,4 37,5 -

2002 18,0 16,0 8,0 12,3 - 20,7 14,7 - 21,4 - 14,0 -

2003 6,7 - 8,7 8,5 - 22,0 5,0 - 39 78,2 - -Contenuto medio di aflatossina M1 (in ng/kg) nel latte di alcuni caseifici dellaprovincia di Brescia. Il limite massimo per legge è di 50 ng/kg di latte. Fonte:Istituto zooprofilattico sperim. della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, 2004.

Page 31: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni
Page 32: Aflatossine rassegna stampamultimedia.b2b24.it/Flipit/bus_afl_1302041832/megazine/... · 2013. 2. 4. · Chicago (Cbot), da oltre mezzo ... raccolto italiano stimabile sui 7 milioni