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    M. Bacci, R. Cecchi, P. De Clerck, M.-P. Etienney,

    J. . Fehrvry, J. M. Ferrer Grenesche, M. R. Francis,

    A. Gerhards, T. Montanari, H. Nitsch, F. Novelli, W. Zahner

    EDIZIONI QIQAJONCOMUNIT DI BOSE

    identit e trasformazione delle chiese

    LADEGUAMENTOLITURGICO

    Atti del X Convegno liturgico internazionaleBose, 31 maggio - 2 giugno 2012

    a cura di Goffredo Boselli,monaco di Bose

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    AUTORE: M. Bacci, R. Cecchi, P. De Clerck, M.-P. Etienney, J. . Fehrvry,J. M. Ferrer Grenesche, M. R. Francis, A. Gerhards, T. Montanari,H. Nitsch, F. Novelli , W. Zahner

    CURATORE: Goffredo Boselli, monaco di BoseTITOLO: Ladeguamento liturgicoSOTTOTITOLO: Identit e trasformazione delle chieseCOLLANA: Liturgia e vitaFORMATO: 24 cmPAGINE: 270IN COPERTINA: Chiesa di Saint-Hilaire, Melle (Francia), adeguamento di Mathieu Lehanneur

    (2011), foto di F. Ribon

    Volume pub blicato con il patrocinio dellUfficio naz ionale per i beni cu lturali ecclesiastici della CEI

    2013 EDIZIONI QIQAJONCOMUNIT DI BOSE13887 MAGNANO (BI)

    Tel. 015.679.264 - Fax 015.679.290 ISBN 978-88-8227-394-1

    Nella stessa collana LITURGIA E VITA

    F. Cassingena-Trvedy,La liturgia, arte e mest iereF. Debuyst, P. De Clerck, A. Gerhards e AA.Vv., Spazio liturgico e orientamentoS. Dianich, M. Gauchet e AA.Vv., Chiesa e cittF. Bspflug, E. Fuchs, G. Ravasi e AA.Vv.,Liturgia e arte. La sfida della contempo raneitV. Ascani, E. Bianchi e AA.VV.,Levangeliario. Nella storia e nella liturgiaF. Bspflug, R. Taft, Ch. Yannaras e AA.VV.,Ars liturgica. Larte a se rvizio della liturgia

    Invieremo gratuitamenteil nostro Catalogo generale

    e i succe ssivi aggiornamentia quanti ce ne faranno richies ta.

    www.qiqajon.itwww.monasterodibose.it

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    PREFAZIONE

    Le tracce ben visibili in molte chiese delle trasformazioni architet-toniche, artistiche e liturgiche sono i segni pi tangibili del camminocompiuto dalla chiesa attraverso i secoli. Navate e presbiteri che nelcorso del tempo hanno saputo far spazio ai diversi cambiamenti che ilvolto della chiesa ha vissuto. Sovrapposizioni di forme e di s tili diffe-

    renti, accos tamenti di elementi e oggetti di epoche diverse, adatta-menti di spazi che fanno spesso coesiste re stadi success ivi dellevolu-zione della liturgia, cos come fanno convivere allinte rno di uno stes-so luogo comprensioni diverse di assemblea celebrante e dunque dichiesa. Gli spazi liturgici sono stati di volta in volta adeguati perch lachiesa una realt viva, sempre chiamata a adeguarsi alloggi di Dio edelluomo. Il vangelo ascoltato dalla chiesa, e nientaltro, il principiodi una riforma continua: Ecclesia semper reformanda. Linesaustatensione affinch forma evangeliie forma eccelesiae coincidano fa s

    che anche la liturgia sperimenti una costante dinamica di fedelt alvangelo.

    Nella costituz ione liturgica Sacrosanctum concilium, il Vaticano IIha posto come principio ispiratore della riforma generale della liturgiala necessit di discernere c i che della liturgia immutabile e ci che in-vece mutabile nel tempo:

    La liturgia consta di una parte immutabile, perch di istituz ione

    divina (parte immutabili, utpote divinitus instituta), e di parti su-scettibili di cambiamento, che nel corso dei tempi possono o an-che devono variare (et partibus mutationi obnoxiis, quae decursutemporum variare possunt vel etiam debent), qualora in esse sifosse ro insinuati elementi meno rispondenti allintima natura del-la stessa liturgia, o si fossero resi meno opportuni1.

    Il concilio non si limita ad affermare che alcune parti della liturgia pos-sono nel tempo cambiare, ma aggiunge che devono variare. Appun-

    to per ques to il cambiamento diviene una necessit quando nella liturgia

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    si individuano elementi che non corrispondono alla sua intima natura,

    oppure non sono pi opportuni ossia adeguati al tempo presente. decisivo notare che il concilio ha riconosc iuto che, nel corso della

    storia, allinte rno della liturgia sono stati inse riti elementi o parti estra-nei alla sua autentica natura. Al tempo s tesso, ha dichiarato che nellaliturgia vi possono essere elementi che erano pienamente legittimi egiustificabili nel passato ma non lo sono pi oggi. Le forme della litur-gia mutano nella storia per garantire lefficacia della sua parte immu-tabile. lessenza ste ssa della liturgia cristiana, la sua natura intima diistituzione divina, che lungo la bimillenaria storia del cristianesimo ha

    generato, plasmato e ispirato le sue forme mutevoli nel tempo. Ci cheSacrosanctum conciliumafferma della liturgia nel suo insieme appli-cabile agli spazi della sua celebrazione, in quanto gli elementi costitutividello spazio liturgico crist iano fanno la liturgia, sono ess i stess i liturgia.

    Riprendendo il principio conciliare sopra ricordato, nella nota pasto-rale della CEI Ladeguamento delle chiese secondo la riforma liturgicasi legge:

    La liturgia, al di l delle apparenze, profondamente sensibile ri-spetto alle vicende e alle trasformazioni ecclesiali e sociali. Salvo al-cuni elementi essenziali e immutabili, anchessa una realt nondefinita una volta per tutte. Di conseguenza anche ledificio dellachiesa almeno per quanto riguarda la tradizione latina non definitivo una volta per tutte, ma si modifica nel corso dei secoli,come test imonia ampiamente la storia dellarte occidentale2.

    Questa stata la linea seguita dai lavori del X Convegno liturgico

    internazionale di Bose, promosso dal Monastero di Bose in collabora-zione con lUfficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI.Il materiale che qui presentiamo offerto come uno strumento di rifles-sione per affrontare la complessa e delicata opera di adeguamento li-turgico delle chiese. ques to, infatti, un tema di particolare attualitnon solo in Italia ma anche in altri paes i europei. In un primo tempocoinciso con gli anni dellimmediato postconcilio, segnato dalla neces-sit di adeguare lo spazio celebrativo alla riforma liturgica conciliare,da alcuni anni ha avuto inizio un secondo tempo caratte rizzato da una

    pi attenta valutazione del valore architettonico e artistico dellope-

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    razione. Le esperienze vissute mostrano come adeguare una chiesa,

    specie se cattedrale, significhi toccare la carne viva della chiesa e ac-cedere al cuore della sua vita. A causa delle complesse problematichestoriche, culturali, architettoniche, artistiche, liturgiche ed ecclesiali chesi intrecciano nellopera di trasformazione di una chiesa, a cinquan-tanni dal Vaticano II c i si rende conto che adeguare una chiesa mol-to pi del semplice adattamento dello spazio celebrativo alla riformaliturgica: significa invece plasmare la forma della chiesa e al tempo stes-so eseguire unoperazione di spessore culturale e artistico.

    Goffredo Bosellimonaco di Bose

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    1 Concilio Vaticano II, Sacrosanctum conc ilium 21, inEnchiridion vaticanum I, Bo-logna 200218, p. 369, nr. 32.

    2 Commissione episcopale per la liturgia della CEI, Ladeguamento liturgico dellechiese 11, inEnchiridion CEIVI, Bologna 2002, p. 120, nr. 206.

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    DISCORSO DI APERTURA DEL CONVEGNO DI ENZO BIANCHIPriore di Bose

    Ladeguamento liturgico delle chiese alla riforma della liturgia volu-ta dal concilio Vaticano II diventato oggi un tema di grande attualit,molto pi che nei decenni passati. Infatti, lentamente ma anche in mo-do esteso, si compreso che in questa operazione in gioco lidentitdel culto cristiano e che non possibile che una certa trasformazione

    degli spazi e dei poli liturgici non tenga conto, oltre che degli opportu-ni criteri artistici, di alcuni elementi irrinunciabili nella tradizione cri-stiana e cattolica. Laccendersi di aspre polemiche intorno a questetrasformazioni, daltronde, mostra la qualit sovente poco comunio-nale con cui le chiese locali affrontano questi processi di cambiamen-to, ma anche la debole ricezione della riforma liturgica: cos, da un latosi assiste a volte a interventi segnati da sperimentazione, e dallaltro acontestazioni ideologiche molto agguerrite, che vorrebbero lintangi-bilit delle chiese per affermare la memoria dellostatus quo ante.

    La Conferenza episcopale italiana ha emanato nel 1996 la nota pa-storaleLadeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica1, testomolto stimolante e ricco di preziose indicazioni affinch, nella fedeltal concilio, ladeguamento delle chiese non sia considerato un adem-pimento discrezionale n sia affrontato secondo modalit del tutto sog-gettive2. Va detto per che queste direttive non sempre sono state esono seguite. In particolare, in questa nota si chiede che ladeguamen-to abbia la qualit di un cammino percorso nella comunione tra pasto-

    ri e fedeli, cammino nutrito da sapienza liturgica, ricerca paziente, dia-logo tra gli organi collegiali della chiesa locale, ricerca di soluzioni segna-te da unelevata qualit artistica e anche da un confronto tra comunitecclesiale e comunit civile3.

    Dunque, ladeguamento di una chiesa innanzitutto un evento ec-clesiale, che pu rappresentare unoccasione di crescita pastorale e dirinnovamento della comunicazione e della comunione ecclesiale, co-me ha ricordato monsignor Mariano Crociata, segretario generale dellaCEI, nella relazione tenuta il 16 maggio 2012 in occasione della XIX gior-

    nata nazionale dei beni culturali ecclesiastici4.

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    Fatte queste considerazioni introduttive, vorrei ora pormi a voce al-ta una prima domanda e tentare brevemente una risposta: ci sono deiprincipi che vanno onorati nellattuare ladeguamento liturgico di unachiesa, in particolare di una chiesa cattedrale?

    Unosservazione assolutamente necessaria da fare riguarda la cat-tedrale come costruzione. Lungo la storia le forme sono state moltodiverse e vanno distinte: non solo loriente e loccidente ma anche laSiria e il nord Africa e si potrebbe continuare rappresentanoaree in cui si sono sviluppate forme architettoniche molto diverse. Va

    riconosciuto che queste forme sono anche dovute alla teologia che leha abitate e le ha giustificate. Larchitettura di una cattedrale non in-fatti dovuta solo alla capacit tecnica o alleredit culturale, ma anchealla teologia, meglio ancora allecclesiologia di riferimento.

    Per questo in determinate epoche, contrassegnate da una svolta teo-logica ed ecclesiologica, si sono operate trasformazioni e adeguamen-ti liturgici che hanno mutato lo spazio e la forma della chiesa. Cammino,questo, che stato necessario e si imposto per ragioni ecclesiali, an-che se non sempre stato operato in modo irreprensibile o esente da

    critiche: critiche formulate contestualmente alladeguamento o an-che espresse pi tardi, quando altri canoni artistici o teologici portava-no a un giudizio diverso sulle trasformazioni. Certamente nella chiesacattolica, a differenza di quelle orientali, la tradizione costante quel-la della creazione di nuove forme e del ricorso a forme estetiche con-temporanee per servire la liturgia: il tutto sempre con lintenzione diaiutare gli uomini e le donne di un determinato tempo alla lode di Dioe al culto cristiano.

    In questottica la storia per noi maestra. In occidente nel primomillennio prevalsa la forma basilicale, ereditata dal mondo romano.Essa esprimeva alcune intuizioni cristiane decisive quali lorientamen-to e la distinzione degli spazi. Ma la forma del coro e del santuario, non-ch lo spazio dellambone, sono stati prospettati in modi diversi, alme-no nei primi otto secoli: solo tra il IX e il X secolo altare, ambone e cat-tedra trovano posto nellabside o ai suoi bordi.

    Nel periodo gotico ecco il frazionamento e anche la chiusura dellospazio liturgico. La creazione deljubsepara in modo netto lassem-

    blea (della quale si ha un concetto assai debole!) dal clero, vescovi e

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    canonici, oppure monaci, ai quali spetta lo svolgimento della liturgia.Lassemblea non assiste neppure alla liturgia ma ne percepisce il suonolontano, proveniente da uno spazio altro, celato, mentre sosta nellecappelle delle navate, dove i fedeli venerano le reliquie o pregano nelluogo riservato alla loro corporazione. E cos il mistero letto comemisterioso Si pensi che nella cattedrale gotica di Strasburgo furonocostruiti in quel tempo sessantaquattro altari lungo tutte le navate!

    Nel periodo della riforma cattolica seguita al concilio di Trento lar-chitettura cattolica conosce un forte cambiamento. Il desiderio del po-

    polo cristiano di vedere la celebrazione del mistero trova esaudimen-to. Il concilio di Trento chiede che il fedele veda e ascolti la liturgia, cheassista almeno, e per questo si abbattono muri ejub, si mutano levetrate perch la luce penetri sullassemblea, e cos la chiesa prendeaddirittura la forma di un teatro: scompaiono le navate e la chiesa unvolume unico e grande, non chiuso; appaiono i banchi per i fedeli; la de-corazione occupa tutto lo spazio.

    Nellepoca barocca, sempre per far vedere, ecco laltare a reta-blo, laltare con la pala dietro a esso; ecco la mensa, o tavola, ridotta a

    mensola, mentre il tabernacolo, sempre pi ostentato, appare come ilpunto focale della chiesa e dellintero apparato decorativo.

    Infine, eccoci oggi a unaltra svolta: la necessit di adeguare lo spa-zio liturgico alla nuova ecclesiologia del Vaticano II ecclesiologia dicomunione, che considera lassemblea tutta come popolo sacerdota-le e soggetto celebrante e alla riforma liturgica che ne discende. Da-te queste premesse, occorre pensare lo spazio della chiesa in modotale da favorire la partecipazione dei fedeli alla liturgia, il che decisi-

    vo per la verit del culto cristiano. In questo senso, credo che oggi, difronte a ogni adeguamento liturgico, dobbiamo semplicemente porcidue ulteriori domande, che vorrei offrire come stimolo al confronto eal dialogo.

    Innanzitutto, salvaguardata la polarit dellaltare, dellambone edella cattedra? Ovvero, questi spazi sono capaci di essere eloquenti e dimostrare, di fare segno che la verit cristiana della santit di Dio e del-lincarnazione del Figlio nel mondo ispira la determinazione dello spazio?

    Sono profondamente convinto che ladeguamento liturgico di una

    chiesa debba rispettare queste esigenze. Laltare deve essere il centro

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    focale verso cui si dirige tutta lassemblea, e deve apparire chiaramen-te la sua qualit di altare del sacrificio della croce, nonch il suo esserela tavola del Signore alla quale sono invitati i suoi discepoli.

    Lambone deve essere e mostrarsi come il pulpito da cui risuona laParola per tutta lassemblea, la tribuna posta in un luogo elevato, se-condo quanto si legge nel brano biblico che testimonia per la prima vol-ta questo elemento essenziale allassemblea nata dalla Parola (cf. Ne8,1-12). Deve significare, fare segno (semanein) al Cristo presente nellasua Parola, perch lui che parla quando nella chiesa si leggono le

    sante Scritture5

    . Non pi dunque lettura rivolta verso nord, in cornualtaris, ma lettura rivolta allassemblea, la quale deve vedere la Paro-la (cf. Dt 5,24).

    Infine la cattedra, pur leggermente elevata, dovrebbe stare l dovepu essere letta la presidenza del vescovo, la sua funzione diproestse, nel contempo, l dove il vescovo si mostra anche come il primo udi-tore della Parola. In questo senso la posizione tridentina della cattedra,non centrale nellabside ma laterale e rivolta allambone e allassem-blea, appare ancora come la pi adeguata.

    Dunque, tutto deve essere predisposto affinch lassemblea si sen-ta convocata dal Signore, stia alla presenza del Signore che viene (hoerchmenos), sia da lui compaginata nel suo corpo, ordinato come lovuole la tradizione apostolica e cattolica. Nessun invito a un rapportoimmediato con la presenza di Dio; al contrario, rispetto allaltare oc-corre la distanza necessaria per esprimere la santit di Dio. Daltra par-te, larchitettura della chiesa non deve neppure favorire la possibilitdi leggere unautoconvocazione dellassemblea n una sua autocele-

    brazione: lo spazio liturgico deve essere aperto verso laltare, verso lab-side, spazio della gloria di Dio.Lo spazio liturgico e le sue polarit sono dunque assolutamente da

    ordinare secondo le indicazioni della riforma liturgica. Occorre tradurrevisibilmente nello spazio i quattro segni maggiori della presenza di Cri-sto nella liturgia: assemblea, altare, ambone, cattedra (o sede). Que-sto spazio sar ispirato dal Vaticano II al punto da poter individuareuno spazio vaticaniano che succeda a quello tridentino?, si chiedegiustamente Philippe Markiewicz nellintelligente articolo Les cath-

    drales en panne de rflexion. Vers une architecture liturgique6.

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    La seconda domanda a cui rispondere la seguente: nellopera diadeguamento liturgico salvaguardato lorientamento escatologicodellassemblea? Su questo punto credo non ci sia molto da sostare, senon per ricordare che la chiesa deve avere un orientamento, perch las-semblea in atto una comunit pellegrinante che attende e invoca lavenuta del Signore. Nella liturgia eucaristica tutti sono conversi ad Do-

    minum, rivolti verso laltare: credo dunque che un elemento decisivo sucui valutare la qualit di un adeguamento liturgico sia la sua capacit difar percepire lorientamento escatologico dellassemblea convocata dal

    Signore.A questo punto si aprirebbe un discorso relativo alla qualit artistica,

    al rapporto tra liturgia e bellezza, ma saranno altri, durante i giorni diquesto convegno, a percorrere tali itinerari. A me premeva proporre al-la vostra attenzione, in modo sintetico, alcune domande a cui neces-sario rispondere nel momento in cui ci si appresta a compiere unoperadi adeguamento liturgico, ben sapendo che ladeguamento di una chie-sa un cammino di comunione a servizio dei cristiani, perch il loro in-contro con Dio nella liturgia sia aderente alla loro fede e allo spazio in

    cui questa si esprime. E questo cammino va intrapreso animati da unaconsapevolezza di fondo, che non dovremmo mai dimenticare: sui pro-blemi architettonici e artistici si pu sempre discutere e confrontarsi;questo per va fatto con rispetto reciproco e, se si cattolici, cercan-do di non lacerare la chiesa ma di praticare lascolto gli uni degli altri.

    Apro i lavori di questo convegno insieme a monsignor Stefano Rus-so, direttore dellUfficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici del-la CEI: questa la circostanza migliore per ringraziarlo della collabora-

    zione convinta nella realizzazione di questo appuntamento annuale.Rivolgo un fraterno saluto a monsignor Alceste Catella, vescovo di Ca-sale Monferrato e presidente della Commissione episcopale per la li-turgia della CEI: la sua presenza ogni anno un segno attento e frater-no che ci accompagna in quello che vuole essere anzitutto un servizioalla vita liturgica delle chiese che sono in Italia. Un saluto affettuosoallarcivescovo Piero Marini, presidente del Pontificio comitato per icongressi eucaristici internazionali: oltre a legarci una particolare ami-cizia, la sua presenza amica anno dopo anno per tutti una ricchezza

    di sapienza e di esperienza nel campo della liturgia.

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    Saranno inoltre presenti: questo pomeriggio, monsignor GabrieleMana, vescovo della nostra diocesi di Biella e ordinario del luogo; ve-nerd, monsignor Sebastiano Dho, vescovo emerito di Alba; e sabato,monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia. Queste presenze testi-moniano la comunione ecclesiale che ci stata attestata anche dai nu-merosi messaggi ricevuti: tra questi daremo lettura del messaggio delcardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato di sua santit che, comeogni anno, assicura la benedizione del santo padre Benedetto XVI; sa-r data lettura anche del messaggio con il quale monsignor Mariano

    Crociata, segretario generale della CEI, anche a nome del cardinale An-gelo Bagnasco, invia il suo saluto.

    con grande gioia che saluto il delegato ufficiale di sua santit il pa-triarca ecumenico Bartholomeos I, larchimandrita Job Getcha, cheporter il saluto del patriarca. La presenza fraterna anche del profes-sor Christos Yannaras, una delle voci pi alte e rappresentative dellor-todossia contemporanea, antico amico della nostra comunit, e del pro-fessor Konstantinos Karaisaridis dellUniversit di Salonicco, anche luiassiduo frequentatore dei nostri convegni, ci rallegra e conferma il le-

    game con la chiesa ortodossa greca. Tra noi abbiamo anche apparte-nenti alla chiesa luterana di Norvegia e alla chiesa presbiteriana degliStati Uniti; tutto questo rafforza la dimensione ecumenica dei nostriconvegni di Bose, consapevoli che se la liturgia culmen et fonsdella-zione della chiesa, come afferma il concilio Vaticano II7, essa ancheil culmine e la fonte del cammino verso la piena comunione di tutte lechiese.

    Un saluto particolare ai membri del comitato scientifico: oltre a Ste-

    fano Russo, Emanuele Borsotti, Goffredo Boselli, Frdric Debuyst,Paul De Clerck, Albert Gerhards, Angelo Lameri, Keith Pecklers, Gian-carlo Santi. Li ringrazio per lintenso lavoro che da dieci anni compio-no con intelligenza e generosit.

    Domani giungeranno tra noi il sottosegretario della Congregazioneper il culto divino e la disciplina dei sacramenti, monsignor Juan MiguelFerrer Grenesche, che ci far il dono prezioso della sua partecipazio-ne anche come relatore ben noto per la sua sapienza liturgica, e padreCorrado Maggioni, capoufficio della medesima congregazione. Saluto

    monsignor Pasquale Iacobone, ufficiale del Pontificio consiglio della cul-

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    tura e consultore della Pontificia commissione per i beni culturali dellachiesa, presente al convegno come delegato ufficiale del cardinale Gian-franco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura. Salutoanche monsignor Fabrizio Capanni, capoufficio della Pontificia com-missione dei beni culturali della santa Sede, e don Franco Magnani, di-rettore dellUfficio liturgico nazionale della CEI, che ringrazio per lasua presenza, segno anche dellamicizia e dellintensa collaborazionetra il suo ufficio e la nostra comunit. Inoltre ci onoriamo della presen-za di don Manlio Sodi, presidente della Pontificia accademia teologi-

    ca, preside del Pontificio istituto Altioris Latinitatis e direttore diRivi-sta Liturgica, e di monsignor Alfredo Di Stefano, segretario del Centro diazione liturgica (CAL) di Roma.

    Fin da ora un grazie molto sentito al sottosegretario del Ministeroper i beni e le attivit culturali, il dottor Roberto Cecchi, che ci far lo-nore di intervenire sabato mattina, e un saluto cordiale alla dottores-sa Sabina Ferrari, soprintendente per i beni architettonici e paesaggi-stici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, al dottor Giu-seppe Stolfi, soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per

    le province di Lucca e Massa Carrara, e ai funzionari delle soprinten-denze per le province di Asti, Biella, Cuneo, Torino e Vercelli. In que-sti giorni doveva essere tra di noi anche la dottoressa Paola Grifoni, so-printendente ai beni architettonici e paesaggistici per le province di Bo-logna, Modena e Reggio Emilia, e con lei altri funzionari, ma ieri ci hacomunicato limpossibilit a essere presente a causa del terremoto cheha colpito lEmilia. A lei e a tutti gli abitanti di quelle terre va la nostrasolidariet e lattestazione della nostra vicinanza umana e spirituale.

    A nome di tutti i presenti desidero rivolgere uno speciale benvenu-to agli stimati relatori che interverranno in questi giorni. La maggiorparte intervengono ai nostri convegni per la prima volta, e fin dora liringrazio per aver accettato il nostro invito.

    Permettetemi di rivolgere un fraterno saluto ai monaci e alle mona-che provenienti da monasteri italiani e stranieri, anzitutto a padre Fran-ois You, abate del monastero olivetano di Maylis in Francia, e con luiil confratello Colomban. Sono presenti monaci e monache provenien-ti dai monasteri di Fonte Avellana, di Tami in Francia, di Chevetogne

    e Rixensart in Belgio, e dallabbazia ungherese di Pannonhalma.

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    A voi tutti architetti, artisti, critici darte, giornalisti, direttori e mem-bri delle soprintendenze e degli uffici liturgici, degli uffici per i beni cul-turali, delle commissioni e delle redazioni delle riviste di arte sacra, pro-fessori e allievi degli istituti universitari, rivolgo i miei pi calorosi salu-ti. Voi siete non solo i destinatari ma i protagonisti di questo convegnoe la vostra risposta, sempre numerosa, conferma la necessit avverti-ta oggi di una maggiore consapevolezza dei significati e dei valori chesono in gioco nel campo dellarchitettura liturgica.

    Infine, non possiamo ignorare la provenienza internazionale dei par-

    tecipanti a questo convegno. Essi vengono da sedici paesi: oltre che dal-lItalia, da Austria, Belgio, Brasile, Croazia, Francia, Germania, GranBretagna, Grecia, Irlanda, Malta, Norvegia, Portogallo, Stati Uniti,Svizzera, Ungheria.

    Anche questanno ho il piacere di presentarvi gli Atti del convegnodello scorso anno che vanno ad aggiungersi agli otto volumi della col-lana pubblicati finora.

    A tutti e a ciascuno auguro che queste giornate di lavoro siano unapreziosa occasione di riflessione, di scambio e di condivisione fraterna.

    1 Cf. Commissione episcopale per la liturgia della CEI,Ladeguamento liturgico dellechiese, inEnchiridion CEIVI, Bologna 2002, pp. 108-165, nrr. 187-310.

    2 Cf. ibid. 1, p. 111, nr. 191.3 Cf. ibid. 4, pp. 114-115, nrr. 196-197.4 Cf. M. Crociata, Restauro di chiese. La conoscenza del patrimonio ecclesiastico,

    http://www.marianocrociata.it/cci_new_v3/allegati/30812/Relazione%20Giornata%20BBCCEE%202012.pdf (ultimo accesso 5 marzo 2013).

    5 Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium 7, inEnchiridion vaticanum I, Bologna200218, p. 357, nr. 9.

    6 Cf. Ph. Markiewicz, Les cathdrales en panne de rflexion. Vers une architec-ture liturgique, inArts sacrs17 (2012), pp. 12-17.

    7 Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium 10, p. 360, nr. 16.

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    tavola 1Cattedra e di A ba,

    arc itettoMassimi iano Va dinoci,

    Eric Demetz,adeguamento (2008)

    tavola 2Cattedra e di A ba,

    adeguamento (2008)

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    tavola 3Cattedra e di A ba,

    adeguamento (2008)

    tavola 4Cattedra e di A ba,

    adeguamento (2008)

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    tavola 9C iesa di Saint-Hi aire,

    adeguamento (2011),a tare e ambone

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    tavola 10C iesa di Saint-Hi aire,

    adeguamento (2011),a tare e ambone

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    tavola 13Cattedra e di Crtei ,

    AS Arc itecture-Studio,progetto

    i amp iamento (2010)

    tavola 14Cattedra e di Crtei ,

    progettodi amp iamento (2010),

    coperturaa doppio guscio

    tavola 15Cattedra e di Crtei ,

    progettoi amp iamento (2010)

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    tavola 16Cattedra e di Crtei ,

    progettodi amp iamento (2010),

    studio di visibi it

    tavola 17Cattedra e di Crtei ,

    progettodi amp iamento (2010),

    sezione de interno

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    tavola 23azia

    di Pannon a ma,arc itetto Jo n Pawson,adeguamento (2012),prospetto

    tavola 24azia

    di Pannon a ma,

    adeguamento (2012),navata centra e

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    tavola 25azia

    di Pannon a ma,adeguamento (2012),

    navata centra e

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    tavola 26azia

    di Pannon a ma,adeguamento (2012),ambone, a taree onte battesima e

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    tavola 31C iesa di H . Jakobus,

    Puc kirc en am Trattberg,ustria,

    arc itetto Franz Trem ,Inge Dic ,

    adeguamento (2002)

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    tavola 32Basi ica di Mondsee,

    ustria,Lois Anvida varei,adeguamento (2009)

    tavola 33Basi ica di Mondsee,adeguamento (2009)

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    tavola 37C iesa di H . Martin,Pergkirc en, Austria,

    pres iterio,con a tare

    di Kat arina Stru er(2009)

    tavola 38C iesa di H . Martin,

    Kat arina Struber,partico are de a tare

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    tavola 40C iesa

    di H . Aposte Andreas,Harge sberg,

    adeguamento (2006)

    tavola 41C iesa

    di H . Aposte Andreas,Mitterkirc en im Mac and,

    ustria,arc itetto T omas N. Pau i,

    Leo Zogmayer,adeguamento (2004)

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    INDICE

    PREFAZIONE

    Discorso di apertura del convegno di Enzo Bianchi,priore di Bose

    Saluto di apertura del convegno di monsignor Stefano Russo,direttore dellUfficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI

    Messaggio del cardinale Tarcisio Bertone,segretario di Stato

    Messaggio di sua santit Bartholomeos I,patriarca ecumenico e arcivescovo di Costantinopoli

    Messaggio di monsignor Mariano Crociata,segretario generale della Conferenza episcopale italiana

    PARTE PRIMA

    LADEGUAMENTO DELLE CHIESE TRA PASSATO E PRESENTE

    SPAZI DI CULTO MEDIEVALI E LORO TRASFORMAZIONIMichele Bacci

    DISTRUGGERE, CONSERVARE, TRASFORMARE:UNA PROSPETTIVA SULLADEGUAMENTODELLO SPAZIO LITURGICO NELLET MODERNATomaso Montanari

    ADEGUAMENTO LITURGICO E CONSERVAZIONE:RIFLESSIONI SU CASI DELLAREA MEDITERRANEAFrancesco Novelli

    LADEGUAMENTO DEGLI SPAZI CELEBRATIVIALLA LUCE DELLA RIFORMA LITURGICA DEL VATICANO IIIN AREA GERMANICAWalter Zahner

    PARTE SECONDA

    LA LITURGIA NEL SUO SPAZIO VITALE

    LA LITURGIA PLASMA LO SPAZIO:UN LUOGO UNICO PER CELEBRAZIONI DIVERSE

    Paul De Clerck

    5

    9

    17

    23

    25

    27

    29

    31

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    105

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    LO SPAZIO PLASMA LA LITURGIA:ADATTARE LA LITURGIA AL LUOGOAlbert Gerhards

    PARTE TERZA

    REALIZZAZIONI ED ESPERIENZE IN ATTO

    ADATTARE UNA CATTEDRALEA UNA NUOVA ECCLESIOLOGIA:IL PROGETTO DELLA DIOCESI DI CRTEILMarie-Pierre Etienney

    CHIESA ABBAZIALE DI PANNONHALMA:LADEGUAMENTO LITURGICO DI JOHN PAWSONJk rs Fehrvry

    LE DEVOZIONI ALLINTERNO DELLO SPAZIO LITURGICOMark R. Francis

    NUOVE OPERE ARTISTICHEIN CONTESTI ICONOGRAFICI STORICIHubert Nitsch

    PARTE QUARTA

    PRINCIPI E NORME PER LADEGUAMENTO DELLE CHIESE

    LADEGUAMENTO DELLE CHIESESECONDO LA RIFORMA LITURGICA DEL VATICANO II:PRINCIPI, ORIENTAMENTI E CRITERIJuan Miguel Ferrer Grenesche

    ADEGUAMENTO DELLE CHIESEE TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE

    Roberto Cecchi

    SINTESI CONCLUSIVAAlbert Gerhards

    137

    157

    159

    175

    193

    207

    213

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