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A Claudia Valentini, lanterna dei miei passi e guardiana attenta delle mie rinascite. E a mio padre, per la sua forza, immensa. Con amore grande

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Page 1: A Claudia Valentini, lanterna dei miei passi e guardiana ...Alle anime nobili e sublimi capita proprio questo: innamo - rarsi dell’altrove, provare nostalgia non del passato, ma

A Claudia Valentini,lanterna dei miei passi e guardiana attenta

delle mie rinascite.

E a mio padre,per la sua forza, immensa.

Con amore grande

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GraffitiDuePuntoZero ISBN 978-88-98981-12-0I Edizione - Giugno 2016 - 2017 - 2018 - 2019GraphicFrancesca CarminatiCopertinaUili©Tutti i diritti sul presente volume sono riservati. La diffusione e riproduzione con qualunque mezzo siadigitale che cartaceo, anche parziale, non sono consentite senza il permesso scritto dell’editore che sidichiara pienamente disponibilie a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia statopossibile reperire la fonte. dei Merangoli Editrice®via Filippo Turati, 86 Roma [email protected]

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i Giardini

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GRaffITIDuePuntoZero

TEodolInda RosIca

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PrefazioneGloria MassucciÈ singolare come le poesie di Teodolinda Rosica segninoil percorso di un’anima, la mappatura di tante visioni delmondo possibili e mai sperimentate. Uno dei miracolidella poesia è proprio quello di superare le geometrieconsuete, i parametri di riferimento, le assi portanti, le in-quadrature aduse e per questo confortanti che delineanole nostre abituali forme di vita. Il discorso poetico ri-sponde all’urgenza di inventare geometrie impensabili, disuperare la legge di gravità e con essa tutte le leggi dellafisica, fino ad avvertire la frammentazione plurale deglispazi e la curvatura del tempo (da Cerchi pagg. 31-32) Un rifugio per i sensi È una richiesta solenne Sembra facile? Come dire nucleo Centro del cerchio Lo sai calcolare?E ancora, nella stessa poesia: Qui ci trovi solo polvere Il cerchio può diventare quadro I cavalli li appendono a testa in giù Non so dove mettermi a dondolare

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L’angolo retto me lo ricordo Quello famoso Con cui impiccano Migliaia di coscienze innocenti […] Te lo ricordi Cartesio? Quello scelleratoScrivere poesie cos’è? È un gesto della mano? È un moto delcuore? È un giocare con le parole? È uno stato di grazia, èun sogno, o è piuttosto un urlo, un atto di rivolta e di sov-versione? I Graffiti di Teodolinda Rosica sono questo e tantoaltro ancora. Il titolo di questa raccolta, Graffiti DuePunto-Zero sta proprio ad indicare la natura di queste poesie: sot-tili, taglienti, connesse e disconnesse, lanciate a tessere –con leggerezza – ragnatele che raggiungano mondi lontani,profondità abissali, distanze siderali. Non c’è materiainerte che possa resistere all’azione tagliente di un graffito:ineffabile in superficie, lacerante in profondità, perdurantenel tempo. Rispetto alla precedente raccolta pubblicata con il titoloLa lingua tra i denti, l’accostamento originale dell’espres-sione ‘DuePuntoZero’ sta ad indicare, invece, uno sposta-mento di campo, un cambio di paradigma, un risorgere insuperficie dopo il viaggio negli abissi dell’animo umano,un offrirsi a noi lettori come ‘graffiti in ripartenza’. Se nellaprima raccolta le poesie di Teodolinda hanno messo inscena l’inconscio, hanno avuto la forza di ‘spezzare il lin-guaggio per toccare la vita’ (come diceva Antonin Artaud),se hanno compiuto un estremo gesto di rottura mirando a

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fondare un mondo altro nato dalle ceneri delle conven-zioni e delle menzogne, questa nuova raccolta ha tentato,con le parole divenute taglienti graffiti, la scalata al cielo.La parola, divenuta segno grafico, linea di nuovi orizzontimai sperimentati, ha delineato ardite direzioni e tracciatidell’animo, è apparsa a noi esattamente come la parola chesta prima della parola, la sola che, scardinando tutti i pos-sibili nessi grammaticali, può condurci in quel non luogoin cui tutto deve ancora avvenire, persino lo stesso attodella significazione. Tra i due libri di Teodolinda Rosica esiste un profondo le-game, una complementarità necessaria. Il primo ci ha con-dotto oltre la linea d’ombra che apre al mondo sommersodella nostra mente, popolato di timori ancestrali, di oscurepresenze, di archetipi che ci consentono di incontrare lanostra origine creaturale, della quale abbiamo perso me-moria dalla notte dei tempi; il presente libro, invece, ci mo-stra le vie impervie seguendo le quali possiamo arrivare atoccare le stelle dilatando all’infinito lo spazio che ci cir-conda, fino a contaminarci con il cielo. Il nesso tra le dueraccolte sta proprio in questo: non possono esserci eleva-zione, riscatto, salvezza, se non si è compiuta la discesa agliInferi. Ulisse, Enea, Dante discendendo nel regno delle te-nebre, non ci hanno mostrato esattamente questo? Non cihanno insegnato che non ci sono vertigini più vorticose diquelle che proviamo guardandoci dentro? Non è forse lanostra mente il più grande e inesplorato dei continenti? Inseguito “il Rinascimento celebrerà l’apoteosi di questa vi-sione olista e unitaria, dove microcosmo e macrocosmo, ioe mondo, rinviano l’uno all’altro, essendo entrambi dimoradel divino e della trascendenza” (Mario Galzigna). E allora,11

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è proprio la mente acuta e colorata di un poeta che puòguidarci nel “folle volo”. (da Ambrosia pagg. 65-66) Ed io Egocentrica aquila Malata di volo Resto ancora stasera Bevo un altro bicchiere Veleno ed ambrosia Sfido l’eterno Partire per andare dove, visto che il nostro animo oscillacostantemente tra la ricerca di un’identità possibile nel-l’estremamente vicino “in interiore homine” ed il desideriodi andare lontano, di de-centrarci fino al più completosmarrimento? Molte sono le poesie che definirei “astrali”,leggiamo questo verso: (da Arcobaleno pag. 143) Il Mare è l’origine e le origini sono AstraliSono proprio gli abissi del mare a suggerirci che noi ve-niamo da lontano ed allora bisogna anche accettare il ri-schio di cadere in volo (da Sponde pagg. 129-130) Non saprò mai quali sponde Lambirai Se volerai o cadrai Su quel faroProseguendo nella lettura, però, emerge anche la naturalunare della poetessa che sembra tendere la mano alla per-sona amata, invitandola a salire sulla luna, seguendo ilmoto oscillante del respiro delle maree (come non avver-tire echi saffici?)

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Allora non voltarti Guarda in alto e senti Tutte le maree Ti avvicini e ti allontani Dalla luna E da meAlle anime nobili e sublimi capita proprio questo: innamo-rarsi dell’altrove, provare nostalgia non del passato, madel presente, sentirsi ovunque fuori posto, perché con lamente e con il cuore si sta sempre dall’altra parte, non im-porta dove. Vivere perennemente in un esilio dell’anima,è questo il prezzo che ogni vero artista deve pagare, èl’oneroso tributo in cui tutto si impasta: carne, sangue, la-crime, luna, cielo e polvere di stelle. È questa la posta al-tissima messa in campo per espiare, a caro prezzo, la piùbieca e trita quotidianità, per poi farne una scoria inerteda buttar via. Resta, sempre a fianco della poetessa, una compagna divita silenziosa ed amorevole: la solitudine Quanti nomi hai Quanti volti Ed angoli da cui Ti si può guardare […] Ho pensato un nome nuovo Per te Ti chiamerò SolitudineRipartire si può, sempre. A patto di riuscire ad oltrepassare

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i limiti dei nostri spazi, di essere in grado di far tacere – tal-volta – il frastuono delle voci dissonanti che ci distraggono,di accettare la fragilità radicata nel nostro esistere. Esisteun legame fra poesia e filosofia? Il filosofo Giorgio Agambencosì ci suggerisce: “Ho sempre pensato che filosofia e poesianon siano due sostanze separate, ma due intensità che ten-dono l'unico campo del linguaggio in due direzioni opposte:il puro senso e il puro suono. Non c'è poesia senza pensiero,così come non c'è pensiero senza momento poetico.” Laconclusione più profondamente filosofica che si incardinain alcune poesie di questa raccolta è la seguente: esisterenon era necessario, il nostro esserci è il risultato casuale diun lancio di biglie tra le Galassie, di dadi impazziti che pi-roettano nello Spazio (Biglie e Big Bang).Non mancano le poesie-metapoesie, quelle che ragionanosul fare poesia, sul giocare con le parole, sul senso di mi-stero che connota questo strumento che dà voce al poeta,sapendo che la parola in poesia non può essere definitacome unione di significato e significante: pensiamo aquando è il corpo stesso del poeta che si fa significante emette in scena l'inconscio, incarnando così l'indicibile.Cosa dire degli occhi che portano lo stigma di uno statod’animo o che, nel loro profondo, recano sempre con séquello che noi siamo? (da Occhi pagg. 59-60) Boh come si spiega Questa faccenda della Malinconia Mi dicono che abbia Occhi malinconici

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Li avete mai solcati I confini fra gioia e disperazione? […] Li vedete quegli abissi? Ci siete mai caduti dentro? O avete solo camminatoE parliamo finalmente della Malinconia, questo modo diporci nel mondo che ci rende amici più di Saturno che diMercurio, come ci dice Calvino nelle Lezioni Americane:“Dall’antichità si ritiene che il temperamento saturnino [e,quindi, melanconico, N. d. R.] sia proprio degli artisti, deipoeti, dei cogitatori […] Certo la letteratura non sarebbemai esistita se una parte degli esseri umani non fosse stataincline a una forte introversione, a una scontentezza per ilmondo com’è, a un dimenticarsi delle ore e dei giorni fis-sando lo sguardo sull’immobilità delle parole mute”. Op-pure, come ci dice Raymond Klibansky riferendosi aMelancolia, il famoso quadro di Albrecht Dürer , “Gli occhidella Malinconia sono fissi nel regno dell’invisibile con lastessa vana intensità con cui la sua mano stringe l’impal-pabile”. L’assenza/presenza delle persone e dei luoghiamati (tema dominante in diverse poesie qui presentate)è un esempio dei contrasti tra opposti che non possonoambire ad alcuna sintesi pacificatrice, ma semmai possonogiungere ad una ‘sintesi disgiuntiva’. Il piacere che si prova nel leggere le poesie di TeodolindaRosica deriva proprio dalla frattura della omogeneità, dallacontinua scomposizione e ricomposizione dei temi, perchéi versi mettono in scena la pluralità, la molteplicità, la man-canza di pacificazione, l’assenza di un centro – ideologico,

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affettivo, linguistico – e, in questo modo, ci aiutanoa leggere la vita. Parafrasando Roland Barthes, direiche è proprio questa “L’avventura semiologica” deiGraffiti DuePuntoZero.

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Graffiti DuePuntoZero

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Tracce

Tracce di un mattinoEscluso dalle fioritureDi una luna che intonaUn motivo grezzoPrimordio di un fuocoChe lascia ceneri inciseIn un disegno astraleAscolta il rumoreDei solchi di materiae veritàSei nascosta in un rossoInfinitamente strettoCome la punta di questo CeselloE vaghi in due orizzontiCarminio sensoRosso e neroDemone alatoRitrai negli specchi e nelle gelide lastreUn parto ed un piantoDi vita19

GRAF

FITI

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TEOD

OLIN

DA

ROSI

CA Che si fa calore eMagma Il centro decentratoDi un corpoplasmatoDa una follia di stelleIncerteSegni disconnessiSull'altareDelle mie carniOrbite perpetue.

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Big Bang

Perché tu non saiQuanti venti stellariHanno accarezzatoL'ipotesi diUn secondoBig bangIn millenniUna infinitàE quanti stavanoPer creare nuoviMondiCome quandola vita scommettePer un pugnoDi spermatozoiUna roulette russaUna scommessa21

GRAF

FITI

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UniversaleSolo i più fortiGiungono nella coronaIrradiano certezzeMa se guardi beneIn mezzo alla follaEsiste una lentezzaChe attende un'attenzioneChe celebra una vitaChe non nascerà maiSprecataNel buio di unCosmo paralleloPuoi pagare un bigliettoE sedere in galleria

TEOD

OLIN

DA

ROSI

CA

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Fessure

Nell'ariaUna fessuraChe portaA meFra le cordeDi un violinoAppoggiatoAlla notteE se dormiIo taccioE miGuardo

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GRAF

FITI

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Parola

ParolaBaciami sempreFallo meglio di un'amante Bagnata di tempesteCome una puttanaInnamorata di segretiO un vestitoDa sposa promessaAttraversa senza occhiTutti i buiPerché tu sei l'amplessoAllucinazione sacraVeggente scalzaDi notti congiunteDa astri e pazziaIn combutta col mondo Ti scompongo e ricompongo Così mi svesto e rivesto Di un Pudore bugiardo25

GRAF

FITI

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Non si vendonoMaschereNel mio lettoDolore ed estasiE tutto colaLacrime e sangueE cuori e maniUna sottana laceraI capelli spettinatiAprono al mattino

TEOD

OLIN

DA

ROSI

CA

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Case

Amo questo BordelloEntrarci ogni voltaM'illudeChe esistano ancoraDonne e uomini di fantasiaIl peccato diventa Un vestitoPacchiano eLa lussuria Un vortice diConfessioni sbavateDi rossetto E bugie

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GRAF

FITI

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Baci

Un bacio che duri sentieri oscuriNon ha paura Fruga fra i sensi e consacraLegami odorosiLègami alle tue labbraChè se dovessi andar viaQuel sentire resterà fra le stradeDella mia città elettaNei vicoli affannosiIn cui scrivevo un amoreViolento come tempestaRisacca di sensi eccitatiDa mani sapientiIl bacio è primitivo parlareSenzaDover dire nullaAllora continuo a tacerePerchè il desiderioChe come morse d'acciaio29

GRAF

FITI

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Sorprende il mio fiatoResti con meTu sei per me ciò che il mio terrenoSta fecondando col ventoTiepido dei nostri respiriTu sei per me il mare in cuiIo mi tuffo coscienteE in cui perdo coscienzaL'istinto di un sangue che sgorgaDalle sorgenti della mia parolaNuda

TEOD

OLIN

DA

ROSI

CA

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Cerchi

Un rifugio per i sensiÈ una richiesta solenneSembra facile?Come dire nucleoCentro del cerchioLo sai?Tira un diametroDi belle paroleUn raggio per tre eIl giorno del mio compleannoFossi venuta al mondo perSacrificare i miei polsiLo capireiO per pentirmi delle malefatteDi quell'altra vitaQui ci trovi solo polvereIl cerchio può diventare quadro31

GRAF

FITI

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I cavalli li appendonoA testa in giùNon so dove mettermiA dondolareL'angolo retto me lo ricordoQuello famosoCon cui impiccano migliaiaDi coscienze innocentiDisadattamento scenicoIncapacità di trovare il ruoloAdatto o inadattoSopra questo palcoFatto di bulloniRiciclati e oliatiPer non farmi sentire ilRumore del tempoTu te lo ricordiCartesio?Quello scellerato.

TEOD

OLIN

DA

ROSI

CA

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Tiarè

ProfumoE null'altroDi teNull'altro parla

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GRAF

FITI

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TracceBig BangFessureParolaCaseBaciCerchiTiarèRitualiLinfaParadiseaAquaFumoGocciaIncantesimoLiberViavaiImmaginaMarePassiOcchiBugieAd un padreAmbrosiaRameMia madre è un fiumeBluesBiglie

Indice

pag. 09PReFAZIONeGloria Massuccipag. 19pag. 21pag. 23pag. 25pag. 27pag. 29pag. 31pag. 33pag. 35pag. 37pag. 39pag. 41pag. 43pag. 45pag. 47pag. 49pag. 51pag. 53pag. 55pag. 57pag. 59pag. 61pag. 63pag. 65pag. 67pag. 69pag. 71pag. 73

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QuantiAchilleAdagioTimpaniPurezzaRaggiFelciTerra madreIl mattoLindarellaAltalenaViolaOrioneNomiMarzoAmoreContrastiArgilla ScieTuNuda MeriemBuioVentoPeschiStuporeAltroveSpondeBronzoMondoLineeScheggeStopSentieroArcobaleno

TEODOLINDA ROSICA

pag. 075pag. 077pag. 079pag. 081pag. 083pag. 085pag. 087pag. 089pag. 091pag. 093pag. 095pag. 097pag. 099pag. 101pag. 103pag. 105pag. 107pag. 109pag. 111pag. 113pag. 115pag. 117pag. 119pag. 121pag. 123pag. 125pag. 127pag. 129pag. 131pag. 133pag. 135pag. 137pag. 139pag. 141pag. 143

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GRAFFITI

SensibileVociMuschioAuroraCalmaPaceOreDubbiMoonCobaltoAliContro-SensoSamiaMuralesCrisalideVoltatiCremisiFiumeAlitiGenesiDecòIeriOniceRosaspinaRelevèIrideMaiaPienoPlutoneRiverberiStardustRosa dei ventiPalpitoApneaPolaris

pag. 145pag. 147pag. 149pag. 151pag. 153pag. 155pag. 157pag. 159pag. 161pag. 163pag. 165pag. 167pag. 169pag. 171pag. 173pag. 175pag. 177pag. 179pag. 181pag. 183pag. 185pag. 187pag. 189pag. 191pag. 193pag. 195pag. 197pag. 199pag. 201pag. 203pag. 205pag. 207pag. 209pag. 211pag. 213

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IneditoPreludioPrimaveraRoséIntuizioniQuarzo

TEODOLINDA ROSICA

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