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‘800 Nella prima metà dell’Ottocento l’Europa visse in rapida sucessione il trionfo e la sconfitta della francia napoleonica e la Restaurazione dell’Anciem Règime. L’età della Restaurazione ebbe inizio con il Con grasso di Vienna (novembre 1814- giugno 1815) con il quale si cercò, elaborando un progetto conservatore che tentasse di invertire il corso della storia, cancellando la Rivoluzione francese e l’esperienza napoleonica, di riportare al vecchi assetto l’Europa orma in subbuglio dopo le prime avvisaglie rivoluzionarie. Con la Restaurazione, infatti, si ristabilì la situazione politica dell’Anciem Règime e quindi si insediarono al potere le vecchie dinastie esautorate. Inoltre con la costituzione della Santa Alleanza (Austria, Prussica e Russia) si mirava a garantire il pacifico ritorno dei vecchi sovrani sui troni europei e a diffondere l’ordine internazionale da ogni minaccia rivoluzionaria. Questa obbligata immobilità da parte del potere urtava contro i propositi liberali e le esigenze innovatrici in campo economico della borghesia e contro il nazionalismo dei popoli sottoposti al dominio straniero che rivendicavano la libertà e l’indipendenza. Questi contrasti durante il periodo della Restaurazione si andarono sempre più sviluppando soprattutto in ambito nazionalistico con la crescita di gruppi patriottici clandestini largamente sostenuti dalla borghesia (le società segrete). Considerata la propria organizzazione politica, questi gruppi patriottici passarono all’azione e, per quanto ancora impreparati a contrastare le forze della Santa Alleanza dei sovrani conservatori diedero vita a varie azioni rivoluzionarie. I cambiamenti decisivi si ebbero però con i motti del 1848-1849 durante i quali la borghesia condusse la sua ultima battaglia contro l’assolutismo. Se per il resto d’Europa si parla di un pariodo che va tra il 1815 e il 1848 per l’Italia e la Germania si parlerà rispettivamente del periodo che va dal 1815 al 1861 ( Unità

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Nella prima metà dell’Ottocento l’Europa visse in rapida sucessione il trionfo e la sconfitta della francia napoleonica e la Restaurazione dell’Anciem Règime.L’età della Restaurazione ebbe inizio con il Con grasso di Vienna (novembre 1814- giugno 1815) con il quale si cercò, elaborando un progetto conservatore che tentasse di invertire il corso della storia, cancellando la Rivoluzione francese e l’esperienza napoleonica, di riportare al vecchi assetto l’Europa orma in subbuglio dopo le prime avvisaglie rivoluzionarie. Con la Restaurazione, infatti, si ristabilì la situazione politica dell’Anciem Règime e quindi si insediarono al potere le vecchie dinastie esautorate. Inoltre con la costituzione della Santa Alleanza (Austria, Prussica e Russia) si mirava a garantire il pacifico ritorno dei vecchi sovrani sui troni europei e a diffondere l’ordine internazionale da ogni minaccia rivoluzionaria. Questa obbligata immobilità da parte del potere urtava contro i propositi liberali e le esigenze innovatrici in campo economico della borghesia e contro il nazionalismo dei popoli sottoposti al dominio straniero che rivendicavano la libertà e l’indipendenza. Questi contrasti durante il periodo della Restaurazione si andarono sempre più sviluppando soprattutto in ambito nazionalistico con la crescita di gruppi patriottici clandestini largamente sostenuti dalla borghesia (le società segrete).Considerata la propria organizzazione politica, questi gruppi patriottici passarono all’azione e, per quanto ancora impreparati a contrastare le forze della Santa Alleanza dei sovrani conservatori diedero vita a varie azioni rivoluzionarie. I cambiamenti decisivi si ebbero però con i motti del 1848-1849 durante i quali la borghesia condusse la sua ultima battaglia contro l’assolutismo. Se per il resto d’Europa si parla di un pariodo che va tra il 1815 e il 1848 per l’Italia e la Germania si parlerà rispettivamente del periodo che va dal 1815 al 1861 ( Unità d’Italia) e dal 1815 al 1871poichè subiscono un processo di liberazione e di indipendenza nazionale molto più lento.Contemporaneamente al periodo della Restaurazione si verifica un nuovo movimento culturale e ideologico che, producendo un profondo rinnovamento in nome della soggettività, della spontaneità, della libertà del sentimento determinò una nuova concezione dell’uomo e della storia. Per quanto riguardano il limiti cronologici si devono distinguere per area geografica, perché, per la sua complessità e per la sua vastità, il Romanticismo nacque e si esaurì in momenti diversi a seconda delle condizioni storico-politiche, oltre che letterarie, dei vari paesi europei. In generale però si può dire che il Romanticismo sia iniziato nei primi anni dell’Ottocento e che la sua azione culturale si sia altalenata senza per altro cessare del tutto, intorno alla metà del secolo. Il Romanticismo nasce in Germanica e in Inghilterra alla fine del Settecento con la battaglia della rivista “Athenaum”nel primo paese, con le “Lyrical Ballads” di

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Wordsworth e Coleridge, nel secondo. In Francia ed in Italia la discussione sul Romanticismo comincia verso il 1816 e prima si diffonde in Italia e poi in Francia. Per questi paesi fu decisiva l’azione di Madame De Stael che nel 1813 pubblicò un trattato intitolato:”De l’Allemagne” in cui esaltava la cultura tedesca e in cui presentava alcune teorie romantiche. In Italia venne avviata una discussione in riguardo del Romanticismo dalla pubblicazione nel 1816 di un articolo di Madame De Stael che nello stesso anno portò di Breme, Corsieri e Berchet a scrivere tre distinti manifesti di adesione alla nuova tendenza. Il nuovo movimento si presentava con una forte identità antilluministica e anticlassicista. Sul piano filosofico, infatti, il Romanticismo reagisce all’arido intellettualismo illuministico, e propugna la creatività dello spirito, l’idealismo lo spiritualismo assoluto; oppone quindi al sensismo con l’idealismo. Mentre per quanto riguarda l’ambito religioso il Romanticismo contrappone all’ateismo e al materialismo illuminista, il ritorno allo spiritualismo, alla trascendenza e ai valori della religione tradizionale. Nel campo letterario e artistico, invece, rifiuta l’accademismo del classicismo, il concetto della poesia e dell’arte come imitazione e introduce il concetto dell’arte come originalità, creatività, libertà d’ispirazione e di espressione. Il nuovo movimento, inoltre, in capo morale respinge l’ideale di vita degli illuministi, fondato sull’eudemonismo, sulla ricerca cioè della felicità, che per quelli consisteva nell’appagamento, misurato e ragionevole, degli appetiti naturali e nel godimento dei beni di questo mondo. I romantici consideravano questo tipo di felicità naturale piatto, rozzo, mediocre, banale, insignificante. Anch’essi aspirano alla felicità, ma la vogliono eccezionale, assoluta, totale. Di essa può far parte paradossalmente anche il dolore perché il Romanticismo non considera il dolore una sofferenza, ma un segno di nobiltà e di distinzione, una prova severa dalla quale lo spirito esce temperato e forte. Nel campo politico, il Romanticismo rifiuta il cosmopolitismo degli illuministi, il concetto dell’uomo cittadino del mondo, con caratteri universali, e gli contrappone il concetto di nazione, di una particolare comunità d’uomini con una sua particolare fisionomia e con una comunanza di lingua, di storia, di pensiero, di ricordi e di ideali. Quindi il Romanticismo in contrasto con la Restaurazione si propone di promuovere il sentimento nazionale, gli ideali democratici della libertà, dell’eguaglianza, della giustizia e del progresso .Nel campo sociale, il Romanticismo reaisce alla sfiducia dell’Illuminismo verso ogni iniziativa popolare cercando di suscitare nel popolo e nelle classi più umili la coscienza dei propri diritti nonché l’ansia di un effettivo rinnovamento della società. Anche la scienza subì un mutamento. I romantici, infatti, abbandonano l’idea di una scienza come l’unico strumento di progresso e di liberazione degli uomini e attribuiscono alla scienza l’unica compito di definire,precisare, spiegare e catalogare i fenomeni. Interessante è anche il nuovo atteggiamento nell’ambito linguistico che vede il

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Romanticismo come difensore della lingua nazionale e dei dialetti,infatti la prima è espressione della cultura della nazione e la seconda rappresenta la genuinità dell’anima popolare , da salvare dal processo dall’idea illuministica di una lingua universale e costituita dalla ragione.