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cultura e natura M olto spesso la dislessia non è riconosciuta o la diagnosi avviene solo tardivamente. I bambini dislessici, perciò, vengono a lungo considerati dai loro genitori e dagli insegnanti come svogliati, pigri, se non, addirittura, poco intelligenti. Garantire il successo scolastico anche a questi bam- bini rappresenta una sfida importante ed un traguardo reso ormai possibile grazie alle conoscenze a nostra disposizione e al lavoro congiunto di operatori della salute, genitori e insegnanti. Fuori dalla scuola, questi bambini si comportano esattamente come gli altri: sono vivaci, socievoli, allegri. Il fatto che la dislessia non abbia una propria identità sociale fuori dalla scuola, invece che essere considerato la conferma della “specificità” del problema, viene utilizzato come rafforzativo della spiegazione semplicistica dell’evi- tamento dell’impegno (il bambino quando è ora di leg- gere e di scrivere diviene recalcitrante, oppositivo). Non ci sono marcatori biologici, né comportamentali o sociali che identifichino la dislessia in ambito extra- scolastico. C’è bisogno di formazione, di cambiare at- teggiamento culturale sul problema delle difficoltà di apprendimento della letto-scrittura, per scrostare lo scetticismo degli insegnanti. Per esempio, bisogna di- stinguere con chiarezza la dislessia e gli altri D.S.A. (Disturbi Specifici di Apprendimento) dalle difficoltà di apprendimento scolastico. I primi sono disturbi che ostacolano l’acquisizione di abilità strumentali che la stragrande maggioranza degli alunni conquista senza sforzo, mentre le difficoltà scolastiche riguardano le difficoltà e le fatiche di imparare, difficoltà e fatiche che tutti abbiamo sperimentato e che fanno parte dei processi di apprendimento. Disturbi Specifici di Apprendimento e legislazione italiana. La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).Il diritto allo studio degli alunni con DSA è garantito mediante molteplici iniziative promosse dal MIUR e attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell’ambito scolastico (Piano scolastico individualizzato e personalizzato). Secondo il DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) “i disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto ai test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di intelligenza”. Spesso queste difficoltà si presentano associate. Cause. Diversi studi evidenziano come vi siano architetture disfunzionali di zone specifiche della corteccia cerebrale nei soggetti con Disturbi di Apprendimento. Dati epidemiologici dimostrano che vi sia una percentuale di familiarità significativamente alta. Altri studi e ricerche di genetica e di epidemiologia confermano che tali Disturbi possono avere una base costituzionale. Identikit del dislessico. I bambini e i ragazzi con tali caratteristiche sono per definizione persone intelligenti che, spesso, mostrano risorse intellettive inaspettate in settori non propriamente valorizzati dalla scuola. I bambini dislessici possono mostrare alcune difficoltà motorie fini, come allacciarsi le scarpe o i bottoni; possono evidenziare problemi di attenzione e/o di concentrazione e di conseguenza mostrare un alto tasso di vivacità. Generalmente hanno problemi di memoria a breve termine. La lettura può apparire molto lenta o molto scorretta. La comprensione del testo letto è spesso ridotta a causa delle difficoltà di decodifica fonologica che Dislessia: conoscere per capire… In Italia si stima che la dislessia sia presente nel 4-6% della popolazione scolastica, nel mondo alcuni dati fanno riferimento al 20%. di Maria Torlini e Enza Palombo CN n. 7 2012 5

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cultura e natura

Molto spesso la dislessia non è riconosciuta ola diagnosi avviene solo tardivamente. Ibambini dislessici, perciò, vengono a lungo

considerati dai loro genitori e dagli insegnanti comesvogliati, pigri, se non, addirittura, poco intelligenti.Garantire il successo scolastico anche a questi bam-bini rappresenta una sfida importante ed un traguardoreso ormai possibile grazie alle conoscenze a nostradisposizione e al lavoro congiunto di operatori dellasalute, genitori e insegnanti. Fuori dalla scuola, questibambini si comportano esattamente come gli altri:sono vivaci, socievoli, allegri. Il fatto che la dislessianon abbia una propria identità sociale fuori dallascuola, invece che essere considerato la confermadella “specificità” del problema, viene utilizzato comerafforzativo della spiegazione semplicistica dell’evi-tamento dell’impegno (il bambino quando è ora di leg-gere e di scrivere diviene recalcitrante, oppositivo).Non ci sono marcatori biologici, né comportamentalio sociali che identifichino la dislessia in ambito extra-scolastico. C’è bisogno di formazione, di cambiare at-teggiamento culturale sul problema delle difficoltà diapprendimento della letto-scrittura, per scrostare loscetticismo degli insegnanti. Per esempio, bisogna di-stinguere con chiarezza la dislessia e gli altri D.S.A.(Disturbi Specifici di Apprendimento) dalle difficoltàdi apprendimento scolastico. I primi sono disturbi cheostacolano l’acquisizione di abilità strumentali che lastragrande maggioranza degli alunni conquista senzasforzo, mentre le difficoltà scolastiche riguardano ledifficoltà e le fatiche di imparare, difficoltà e faticheche tutti abbiamo sperimentato e che fanno parte deiprocessi di apprendimento.

Disturbi Specifici di Apprendimento e legislazione

italiana. La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconoscela dislessia, la disgrafia, la disortografia e la

discalculia quali Disturbi Specifici di Apprendimento(DSA).Il diritto allo studio degli alunni con DSA ègarantito mediante molteplici iniziative promosse dalMIUR e attraverso la realizzazione di percorsiindividualizzati nell’ambito scolastico (Pianoscolastico individualizzato e personalizzato). Secondoil DSM IV (Manuale diagnostico e statistico deidisturbi mentali) “i disturbi dell’apprendimento

vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal

soggetto ai test standardizzati, somministrati

individualmente, su lettura, calcolo o espressione

scritta risultano significativamente al di sotto di

quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al

livello di intelligenza”. Spesso queste difficoltà sipresentano associate.Cause. Diversi studi evidenziano come vi sianoarchitetture disfunzionali di zone specifiche dellacorteccia cerebrale nei soggetti con Disturbi diApprendimento. Dati epidemiologici dimostrano chevi sia una percentuale di familiarità significativamentealta. Altri studi e ricerche di genetica e diepidemiologia confermano che tali Disturbi possonoavere una base costituzionale.

Identikit del dislessico. I bambini e i ragazzi con talicaratteristiche sono per definizione personeintelligenti che, spesso, mostrano risorse intellettiveinaspettate in settori non propriamente valorizzatidalla scuola. I bambini dislessici possono mostrarealcune difficoltà motorie fini, come allacciarsi lescarpe o i bottoni; possono evidenziare problemi diattenzione e/o di concentrazione e di conseguenzamostrare un alto tasso di vivacità. Generalmentehanno problemi di memoria a breve termine. Lalettura può apparire molto lenta o molto scorretta. Lacomprensione del testo letto è spesso ridotta a causadelle difficoltà di decodifica fonologica che

Dislessia:

conoscere per capire…

In Italia si stima che la dislessia sia presente nel 4-6% della popolazione scolastica,

nel mondo alcuni dati fanno riferimento al 20%.

di Maria Torlini e Enza Palombo

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incontrano. Spesso non riescono a memorizzare lesequenze dei giorni della settimana e dei mesidell’anno; non ricordano la loro data di nascita, ilNatale, le stagioni; a volte confondono la destra conla sinistra e non hanno un buon senso del tempo (nonsanno leggere l’orologio) o possono avere difficoltànell’organizzarlo. Le difficoltà di letto-scritturapossono ostacolare il normale cammino discolarizzazione del giovane allievo, producendoproblemi di natura psicologica: bassa autostima,scarsa motivazione, incomprensione dei familiari edegli amici, talvolta rifiuti e chiusure radicali aproposte di apprendimento e problemi disocializzazione con coetanei ed adulti (frustrazione,rabbia, depressione, ansia). A causa della noncomprensione della loro condizione nell’ambiente incui vivono, i dislessici rischiano pesanti incrinaturesull’immagine di sé: durante i primi anni di scuolaogni bambino deve risolvere i conflitti traun’immagine di sé positiva e i sentimenti diinferiorità, provocati dagli ostacoli che si incontranodurante l’apprendimento. I bambini dislessici,accumulando insuccessi e frustrazioni, si fanno l’ideadi essere inferiori agli altri bambini e che i loro sforzifacciano poca differenza, strutturando dentro di séun’idea di inadeguatezza ed incompetenza. Questostato di cose può alla lunga produrre anchedepressione a causa di intensi sentimenti di dolore esofferenza. I bambini dislessici, per contro, sonopersone piacevolissime e manifestano una grandericchezza emozionale ed una accentuata sensibilitànel saper “leggere” le espressioni delle persone e tuttoil comportamento non verbale, sono solari e, fuori dal

problema, aperti e disponibili, curiosi e molto attrattida tutto ciò che il mondo reale, soprattutto l’ambientenaturale, offre loro.

I problemi della “letto-scrittura” I bambini conD.S.A. non leggono in modo fluente, sono lenti ascrivere, copiano male dalla lavagna, non seguono lapunteggiatura, saltano parole e righe, non utilizzanoarmoniosamente lo spazio del foglio; molti scrivonocon caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli. Ibambini dislessici o disortografici possono sostituirelettere con grafia simile: p/b/d/g/q-a/o-e/a o con suonisimili: t/d-r/l-d/b-v/f ; omettere le doppie e lapunteggiatura; imparare l’ordine alfabetico condifficoltà; non riuscire ad usare il vocabolario;mostrare un lessico povero. Possono avere difficoltàa memorizzare termini difficili e specifici dellediscipline; mostrare difficoltà nel ricordare glielementi geografici, le epoche storiche, le date deglieventi, lo spazio geografico ed i nomi delle carte;avere difficoltà nell’espressione verbale del pensiero;nel riconoscere le caratteristiche morfologiche dellalingua italiana. Tutti i bambini con D.S.A. hannodifficoltà nell’apprendere le lingue straniere, inparticolare, la struttura grammaticale e la scrittura.Particolari problemi vengono evidenziatinell’apprendimento della lingua inglese a causa delledifferenze tra la scrittura e la pronuncia delle lettere.Occorre dunque sfruttare modalità che utilizzinomaggiormente il role-playing e le tecniche di rinforzoorale. Non dimentichiamoci infatti che il fattorecentrale è l’apprendimento/espressione/comprensionedella lingua per poter comunicare. Un dislessico può

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Il nostro cervello ha svariati accessi alla decodifica del testo scritto. Qui si possono notare due esempi chiarificatori. 1) L’accesso alla

decodifica fonologica permette l’identificazione delle singole componenti di una parola per poi accedere secondariamente al significato

(nel caso 1 si tratta di non-parole). 2) Se abbiamo già in memoria il significato dei termini che incontriamo, le mirabolanti capacità dei

meccanismi cerebrali preposti alla ricerca di significato ci danno in pochi millisecondi la lettura riordinata del testo (provare per

credere!).

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imparare a parlare una lingua straniera con la stessafacilità di un non dislessico, mentre la scrittura dellalingua straniera presenta difficoltà maggiori. Se undislessico deve imparare una seconda lingua, megliouna con base latina. Ai sensi della circolare del 5ottobre 2004, Prot. 40099/A/4, ove necessario, èpossibile la dispensa dallo studio della lingua .

Come si valuta la capacità di lettura

La diagnosi. La diagnosi psico-educativa includel’anamnesi, il controllo della vista e dell’udito, lavalutazione delle capacità cognitive, dello sviluppodel linguaggio e il livello scolastico di lettura escrittura. La diagnosi di D.S.A. è posta da un medico o da unopsicologo. Per poter diagnosticare un D.S.A. bisognaattendere generalmente il termine della seconda classeelementare. Nel caso in cui si ha un sospetto didifficoltà, è opportuno, comunque, valutare ilbambino precocemente, per individuare gli indici dirischio ed iniziare anche in età prescolare unintervento mirato.

Essere genitori di un bambino dislessico. Nellagestione quotidiana di un bambino con dislessia igenitori possono sviluppare sentimenti diinadeguatezza (legati alla percezione di non potergestire le difficoltà del bambino), di colpa (pensanodi essere responsabili delle sue difficoltà) e diangoscia (legati alla paura che lo sviluppo delbambino possa essere irrimediabilmentecompromesso). Occorre sostenere la famiglianell’affrontare il problema. Rivolgersi ad un espertoconsente di avere una diagnosi e programmare unpercorso adeguato in collaborazione con le attività delteam sia scolastico che terapeutico. Infatti, per quanto

la scuola possa attrezzarsi per comprendere il disturboprima, e attuare un cambiamento culturale della classeinsegnante poi (per produrre una didattica piùrispondente alle caratteristiche neurofisiologiche diquesti bambini/ragazzi), è innegabile che i maggioriaiuti al bambino dislessico arrivino dalla famiglia.Spesso la mamma è il fulcro portante di tutta l’attivitàdi sostegno per il carico scolastico nella suacontinuità, ma anche di sostegno psicologico nelmotivare e infondere fiducia nel figlio. Avere in classe un bambino dislessico. Al centrodelle ultime normative scolastiche c’è il concettodell’individualizzazione del percorso formativo, chedeve portare verso l’uguaglianza degli esiti, non solodelle opportunità. A sostegno di ciò, il MIUR(Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca) hadivulgato una circolare Prot. n° 4099/A/4 del05.10.2004 e successivamente le linee guida sui DSA

del 12 luglio 2011 in cui si invitano gli insegnantiall’uso di strumenti compensativi e dispensativi checolmino la discrepanza esistente tra un ragazzonormodotato e un ragazzo con D.S.A.I bambini con D.S.A. non rallentano il programma;

non chiedono generalmente all’insegnanteulteriori spiegazioni bloccando l’intera classe. Avolte può essere utile dare un compito su di unargomento per loro interessante, anche se al difuori della materia, poiché comunque ci sarannolezioni di recupero nelle varie materie. Il recuperopotrebbe essere organizzato in vari modi: Iltutoraggio: utilizzare i compagni di classe piùpreparati e pazienti; ne trarrebbero vantaggioentrambi, poiché anche il bambino bravoacquisirebbe una maggiore sicurezza econsapevolezza nella materia. Organizzare le verifiche scritte e orali per i

bambini con D.S.A. Prove scritte: Matematica:dare più tempo nelle verifiche scritte o diminuireil numero di esercizi; far usare la calcolatrice;

fornire formulari con assortimenti di figuregeometriche, formule e procedure o algoritmi.Inglese: per le verifiche scritte somministrare esercizidi completamento o a risposte multiple. Italiano: peril compito di italiano far utilizzare, ove è possibile, ilcomputer con il correttore automatico, nelle prove digrammatica fare consultare schede specifiche. Pertutte le altre materie, qualora si facciano delleverifiche scritte, dare più tempo oppure un minornumero di domande e permettere l’uso del computer.Prove orali: Programmare le interrogazionispecificando gli argomenti che saranno chiesti eridurre il numero delle pagine. Avvisare 10 minuti

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prima di interrogare, per dare il tempo di prepararsipsicologicamente e di ripassare. Durantel’interrogazione fare utilizzare sussidi cartacei quali:Tabelle (date, eventi, nomi, categorie grammaticali,ecc.). Linea del tempo, cartine geografiche fisiche,politiche, grafici e strumenti di calcolo comecalcolatrice, linea dei numeri relativi, formulari difigure geometriche e algoritmi.

La ricerca applicata alla terapia.

La dislessia è una condizione che cambia espressioneclinica a seconda delle fasi di sviluppo. Riferendosial modello della lateralizzazione emisferica cerebrale,si è visto che in soggetti normali che apprendono lalettura vi è una prima fase in cui predominanostrategie visuo-percettive (specialità dell’emisferocerebrale destro) a cui subentra poi una fase in cuiprevalgono strategie di tipo linguistico (specialitàdell’emisfero cerebrale sinistro), il passaggio da untipo di processo all’altro corrisponde ad uncambiamento della distribuzione dell’attività a livelloemisferico. (Balance Model di Bakker, 1979) Questopermette di identificare due tipi di soggetti dislessici:i soggetti di “Tipo P” guidati da strategie visuo-percettive caratterizzati da lettura molto lenta, letteraper lettera e sillaba per sillaba ma accurata con pochierrori, e i soggetti di “Tipo L” guidati da strategielinguistiche caratterizzati da lettura rapida mainaccurata. Tutti i modelli teorici di riferimentoconsiderano come possibili punti fragili i processi dicodifica fonologica e le abilità di tipo visuo-percettivo

confermando l’eterogeneità del disturbo.

Approccio neuro psicofisiologico per favorire gli

apprendimenti. Molti dislessici usano le componentisuperiori visive ed emozionali come canalipreferenziali di elaborazione delle informazioni,capacità peculiari delle strutture dell’emisfero destrodel cervello.Come apprende l’Emisfero Destro del cervello (E.D.)

a) L’E.D. pensa per immagini e concetti. E’ necessariocapire che le lettere e i numeri sono molto astratti eper l’E.D. non rappresentano nulla; b) l’E.D. deveessere in grado di trasdurre immagini concrete inparole e numeri che sono i codici con cui lavoral’Emisfero Sinistro del cervello (E.S.).In altre parole l’E.D. è agganciato alla realtà e tutto

ciò che è rintracciabile in essa viene appresofacilmente, quindi il modo più efficace perl’apprendimento è affiancare al concetto astratto unaesemplificazione pratica/reale (possibilmente facendoprecedere l’esemplificazione pratica all’illustrazionedel concetto).1. Per stampare risposte o esercizi, occorre tenereconto di COME USARE LO SPAZIO nella paginaper soddisfare il compito e per stampare le letterecorrettamente (sfondi colorati, grandezza dei caratteri,spazi tra le righe, correttore ortografico, ecc. Ilcomputer assolve egregiamente a questo tipo diimpostazioni, permettendo grande flessibilità eadattabilità relative alle esigenze dello studente);2. associazione intera parola-concetto/immaginesenza separare le parti della parola-concetto;3. per comprendere e ricordare una lezione è meglionon spezzettarla ma impartirla in una unica soluzioneo in sotto unità. In caso contrario il cervello noncapirà che cosa è stato insegnato e lo scarterà o lorifiuterà, in tal modo sarà totalmente dimenticato ilgiorno successivo;4. per leggere in modo fluente e comprendere, ilcervello deve avere un vocabolario di letturadecodificato globalmente per la maggior parte delleparole contenute nel passaggio;5. I dislessici possono avere difficoltà a mettere insequenza items, pensieri, idee, date, accadimenti dieventi in un ordine di importanza. La composizionedi frasi e di paragrafi segue più un flusso emozionalepiuttosto che una logica sequenziale e possonopresentare carenze di un senso del tempo e di unordine adeguati in tale direzione. à Per favorire unadeguato stile espressivo occorre insegnare allostudente un sistema di formulazione delle sequenzedi parole e idee che possano fungere da chiave peruna organizzazione di frasi e paragrafi.Facilitazioni scolastiche per i dislessici. Permettereagli studenti di lavorare con tranquillità senza esserestressati à permettere loro di fare meno compiti odare più tempo per svolgerli e completarli tutti.Interrogarli oralmente se la loro grafia è lenta edifficoltosa à il canale preferenziale è uditivo evisivo.Permettere di usare un computer per svolgere il lavoroscritto se allo studente risulta più confortevole, anchese tale utilizzo non esclude elaborati a mano qualoralo studente lo desideri.Finalizzare le domande e i compiti intorno a unaconclusione data o un fatto. à gli studenti dislessicipensano con strategie globali e concrete, cioèlavorano partendo dalle conclusioni finali o fatti

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Le parole e il linguaggio, sia scritti che parlati,

non sembrano giocare alcuna parte nei miei

processi di pensiero. Le entità psicologiche

che servono a costruire le fondamenta del mio

pensiero sono certamente segni o immagini,

più o meno chiare, che io posso riprodurre o combinare a

volontà”.

Albert Einstein

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completi in tutte le loro parti.Non marcare e sottolineare la punteggiatura o glierrori grammaticali. Gli errori nei compiti possonoessere corretti. Questi sono concetti molto astratti peri dislessici. L’E.D. non può visualizzarli in immaginiconcrete, poiché essi rappresentano solo una ulteriorecodificazione simbolica e non sono rintracciabili inuna realtà concreta. Il linguaggio è una proprietà universale dell’essereumano, ma ogni lingua ha le sue regole grammaticali,ortografiche, sintattiche, fonetiche, ecc. e sono spessomolto diverse le une dalle altre. Una bimba cineseemigrata in America con la famiglia si rivelò esseredislessica soltanto quando utilizzava la lingua inglesee non la sua lingua madre, che essendo composta diideogrammi, facilita proprio la comprensione delconcetto espresso e non sganciato dalla realtà poichéogni ideogramma ha un significato globale einscindibile. Valutare le idee e non la forma non corretta. Produrreidee su un foglio è molto più importante chetormentare l’alunno per le sue inefficienzegrammaticali. Rifiutare questi accomodamentirallentano e demotivano gli studenti facendoli soffrireinutilmente e togliendo loro la libertà di pensare e diesprimere il loro potenziale. Se non acquisiscono uncanale espressivo che li renda capaci di realizzareintellettualmente i loro apprendimenti, prestodiventano depressi e rinunciatari.La loro abilità di usare correttamente la grammatica,la punteggiatura, ecc., può o meno essere

incrementata con l’età à dipende dalla comprensionee dai metodi di insegnamento che lo studente ricevedurante l’apprendimento di queste competenze.(Molto spesso questi bambini presentano delle lacuneereditate purtroppo da una didattica totalmenteinadeguata alle loro esigenze, che producono tutta unaserie di elementi con cui fanno non poca fatica aconfrontarsi).Non costringere questi studenti ad utilizzare ildizionario per correggere gli errori ortografici. È unlavoro sfinente e una frustrante perdita di tempo.Cercare prefissi, suffissi ecc., delle parole è per loroun inutile stress. La soluzione è stampare le parole edeventualmente fargliele ricercare con thesaurus sulcomputer. E’ molto utile invece che all’interno di ogniunità didattica sia presente un glossarietto esauriente(parola/immagine associabile) dei termini contenutinella lezione.Rispondere alle domande degli studenti il più spessopossibile, ma dare risposte molto chiare, sintetiche especifiche. à Essere precisi, non ripetere la rispostafinché il ragazzo non vi chiede di farlo. Spiegazionilunghe, approcci differenti, definizioni di parole opensieri astratti sono molto stancanti e difficili perquesti studenti che vanno cercando un’immagineconcreta per codificare e definire i contenuti dellalezione. Cercare di completare la lezione in una volta.Una lezione incompleta viene completamente persa.Se questo non è possibile procurare un riassunto,anticipandone il contenuto in una sintesi. Non criticare gli studenti perché non prestano

La prima figura illustra il percorso cerebrale di un normolettore con i relativi movimenti oculari.

La seconda figura illustra il percorso cerebrale nella dislessia.

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attenzione. I dislessici lavorano duro per capire ciòche si sta dicendo. Se si parla troppo e non si usanoimmagini concrete, es. diagrammi, si distrarrà lacapacità di concentrazione e di dare un senso a ciò chesi sta dicendo. Il ragazzo ricorderà praticamente solol’ultima parte del discorso che successivamente andràperso. Rispondere alle loro domande, ma non criticarli perla non comprensione della lezione. à il problemapotrebbe essere nel metodo di insegnamento usato.Trovare un altro approccio. Ci sono molti altri metodi.Lasciatevi dire qual è il metodo migliore per loro dilavorare, forse è discutere l’informazione oralmente odimostrarla, piuttosto che leggerla o ripetere unaspiegazione pedissequamente.Invece di lunghi compiti scritti, si possono trasformarequesti compiti in progetti che coinvolgano tutti i sensi.àQuesto potrebbe essere fatto su un grande foglio dicarta colorata a cui loro possano aggiungere oggettireali, foto, disegni, immagini, brevi sintesi esplicativeo rapporti orali o utilizzare mezzi audiovisiviinformatici, ecc. Gli studenti dislessici apprendonomeglio facendo progetti che coinvolgono il vedere,

l’ascoltare, il discutere e l’uso delle loro mani. Facoltàvisiva à Leggere l’informazione à Guardare undiagramma àGuardare una immagineLeggere i comportamenti dei docenti à i dislessicisono abilissimi nel cogliere le sfumature deicomportamenti non verbali e le espressioni del volto.Di conseguenza il tipo di segnale che il docente invia(a volte inconsapevolmente) incide moltissimo nelfavorire o inibire la relazione o nel sottolinearel’importanza dei passaggi degli argomenti che stainsegnando.Per essere efficace la struttura in cui calare gliapprendimenti dovrebbe rispondere al:

dove – quando – come – chi - perchéTutti noi siamo dotati di diverse strategie di memoria.La memoria emozionale e visuo-spaziale nei dislessiciè assolutamente prevalente rispetto a quella verbale.Tecniche di memorizzazione: essendol’immaginazione vivissima nei dislessici, è possibileaiutarli a visualizzare nella mente immagini bendefinite, coloratissime, in movimento. Convertirel’informazione/contenuto da ricordare in immaginevisiva significativa per lo studente (è un ottimo

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stimolo per tutta la classe ad esercitare la creativitàper un rinforzo mnemonico della lezione).Tecnica associativa. 1. capire ciò che si vuole ricordare2. Gli apprendimenti devono essere emozionalmentecoinvolgenti per concatenare gli eventi3. visualizzare ed enfatizzare le parole in questione 4. ripetere l’intera storia con tutte le sfumature

Approccio emozionalmente positivo (à attivafortemente la componente emozionale che a sua voltaè un potente strumento per incidere mnemonicamentel’informazione)Verifica intesa come revisioneFeedback e riassunto orale dei contenuti fattiMappe concettualiDiagrammi di flussoNozione del tempoCome più volte sottolineato i soggettidislessici hanno una capacità dielaborazione prevalentemente globaleed un pensiero di tipo non-verbale. Ècome se fossero pensatori “visivi” e“multidimensionali”, poiché utilizzano tutti i sensi.Funzioni mentali più comuni.1. identificare gli elementi rilevanti e riflettere sul lorosignificato 2. evidenziarli con un criterio stabilito3. marcare la loro area di estensione AzioniScrivere alla lavagna in STAMPATELLOMAIUSCOLO LE PAROLE CHIAVE (e/o le mappeconcettuali dell’argomento)4. registrare LA SINTESI della lezione5. usare verifiche orali solo con domandeCIRCOSCRITTE E UNIVOCHE (senza la doppianegazione)6. fare verifiche programmate, non più di una volta algiorno spiegando ampiamente le consegne7. adottare verifiche strutturate e graduate condomande divise per argomenti8. fare sempre un fac-simile di verifica da portareanche a casa9. attuare l’apprendimento cooperativo che facilita losviluppo cognitivo10. L’intervento della classe è cruciale.L’insegnante può spiegare che ciascuno nella classeha un suo stile di apprendimento e che la “diversità”e/o il pensiero divergente vanno premiati, perchécreativi e motivo di arricchimento e di crescita pertutti.Le strategie da usare nel corso dell’azione educativa

possono essere sia compensative (uso di correttoreortografico sul computer oppure della calcolatrice) odispensative (evitare la lettura ad alta voce, a menoche non lo richieda lo studente, ridurre il carico dilavoro domestico e mnemonico, non far prendereappunti o copiarli dalla lavagna (magari fornirlidattiloscritti in maiuscolo come mappe concettuali odiagrammi di flusso). - incoraggiare la metacognizione - dare il giusto feedback del successoottenuto- provocare e stimolare atteggiamenti positivi eincoraggiare gli sforzi.Un apprendimento attivo incrementa il successo e di

conseguenza anche la motivazione.

RINNOVARE SEMPRE LA SPINTA

MOTIVAZIONALE rendendo gli obiettivi più

accattivanti e facilmente raggiungibili (Il

cervello apprende senza sforzo tutto ciò che

lo interessa = apprendimento fisiologico).

Il dislessico, come chiunque altro, deve

cogliere la propria autoefficacia ossia

percepire la sua capacità di organizzare

e compiere un’azione, colmando le aspettative che,

come persona, nutre nei confronti di se stesso.

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la riabilitazione neurocognitiva, in: “La rieducazione dei disturbi

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www.istruzione.it per normativa e linee guida

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Lo sapevate che...

Si parla per la prima volta di “cattivi lettori” negli anni ‘40 negli

Stati Uniti. Nel 1949 saranno i primi a fondare un’Associazione

Nazionale Dislessia. In Europa la Danimarca è il primo paese

che ha avuto il primo intervento legislativo nel 1943 ed è danese

Edith Norie, la prima fondatrice di un metodo per la rieducazione

dei dislessici, basato sulla formazione di classi speciali interne

all’ordinamento scolastico. In Gran Bretagna la prima

associazione risale al 1973. In Italia l’A.I.D. è nata nel 1997.

Stando ad una ricerca condotta dalla European Dyslexia

Association nel 1993 a livello europeo, una legislazione

specifica sui D.S.A. è presente in Belgio, in Danimarca, in Gran

Bretagna, in Grecia, nei Paesi Bassi e in Spagna. In Francia

troviamo una “nota di servizio” del 1990 che riporta

“raccomandazioni e misure in favore degli alunni che hanno

difficoltà specifiche nel linguaggio orale e scritto” ma che non ha

valore di legge. In Germania nella maggior parte dei Lander si

applica una “nota” della Conferenza dei Ministri dell’Educazione

che riguarda le difficoltà di lettura e scrittura, ma solo alcuni

Lander hanno una legislazione specifica. Negli Stati Uniti, lo

screening prescolare avviene per legge e deve essere

somministrato a tutti i bambini nell’ultimo anno della scuola

dell’infanzia per assicurare che i bambini a rischio siano

individuati precocemente e che possa essere iniziato il più

presto possibile un programma di recupero nelle aree carenti.

Dislessici famosiMuhammad Ali (alias Cassius Clay) (pugile)

Hans Christian Andersen (scrittore)

Tim Armstrong (cantante)Harry Belafonte (cantante)

Napoleone Bonaparte (generale)

Richard Branson (imprenditore, )

George Burns (attore)

Stephen J. Cannel (scrittore)

Carlo XVI Gustavo di Svezia (attuale re di Svezia)

Carlo Magno (imperatore del Sacro Romano Impero)

Winston Churchill (primo ministro del Regno Unito)

Tom Cruise (attore)

Leonardo da Vinci (scienziato)

Walt Disney (fondatore della The Walt Disney Company)

Albert Einstein (scienziato)

Henry Ford (imprenditore)

Galileo Galilei (scienziato)

Noel Gallagher (cantante)

Danny Glover (attore)

Alexander Graham Bell (fisico)A

Anthony Hopkins (attore)

Bruce Jenner (decatleta)

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