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Corso di Impianti Meccanici Laurea Triennale Modulo 7 Impianti per la produzione di vapore tecnologico Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Dott. Ing. Marco Pellegrini Dott. Ing. Michele Gambuti Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna

7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Page 1: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

Corso di Impianti Meccanici – Laurea Triennale

Modulo 7

Impianti per la produzione di vapore

tecnologico

Prof. Ing. Cesare Saccani

Prof. Ing. Augusto Bianchini

Dott. Ing. Marco Pellegrini

Dott. Ing. Michele Gambuti

Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna

Page 2: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Introduzione

Impianti a vapore

Agenda

Generatore di vapore

Page 3: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Fluido vettore Rendimento indicativo

dell’impianto [%]

Potenzialità

[kW] Commento

Aria 75 ÷ 80 104 ÷ 105 - Bassi coefficienti di scambio

- Grandi diametri dei tubi

Acqua:

a) calda

b) surriscaldata

80 ÷ 90

85 ÷ 95

105 ÷ 106

I dati si riferiscono ad una caldaia a

tubi di fumo

I dati si riferiscono ad una caldaia

pressurizzata

Oli minerali – –

- Usati fino a circa 350°C

- Dilatazioni circa 7‰ ogni 100°C

- Calore specifico pari a 0,5-0,6

volte quello dell’acqua

- Esistono pericoli di cracking

- Elevato costo della pompa che

deve essere sovradimensionata

per l’avviamento (olio freddo)

Vapore – – Condensa a temperatura costante

con alti coefficienti di scambio

Introduzione

Page 4: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

4/38

Esempi di impianti che utilizzano aria come fluido vettore:

essicazione di foraggio, essicazione di laterizi, riscaldamento civile/industriale, …

Gli impianti ad aria hanno limitati rendimenti (75-80%).

Infatti, poiché gli scambiatori di calore fumi-aria sono scambiatori attraversati da fluidi con

grandi volumi specifici, sono scambiatori di grandi dimensioni, con grandi superfici rivolte verso

l’esterno e, quindi, con grandi dispersioni termiche.

Negli ultimi anni, contributi alla ricerca nell’ambito dei nanomateriali sono indirizzati verso lo

sviluppo di scambiatori a microcanali, caratterizzati da elevati rapporti tra superficie di scambio

interna e superficie disperdente esterna.

Dati i bassi rendimenti di questi impianti, anche le potenzialità sono basse, dell’ordine di

qualche decina di MW.

Tali impianti sono talvolta caratterizzati da bassi coefficienti di scambio termico anche per i

grandi diametri delle tubazioni. È pertanto necessario disporre di ampi spazi e sostenere elevati

costi di installazione.

Introduzione

Page 5: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

5/38

Esistono 2 categorie di impianti ad acqua: impianti ad acqua calda ed impianti ad acqua

surriscaldata.

Nei primi, l’acqua viene scaldata sotto i 100°C, senza che avvenga l’ebollizione. Una volta

messa in pressione per esser fatta circolare nell’impianto, diventa poi ampiamente

sottoraffreddata.

Negli impianti ad acqua surriscaldata si riscontrano problematiche più importanti. Per produrre

acqua a temperature elevate sono richieste pressioni maggiori: ad esempio, per produrre acqua

a 120°C sono necessari almeno 3 bar di pressione (l’ebollizione avviene intorno ai 130°C si

hanno circa 10°C di sottoraffreddamento).

Si possono utilizzare scambiatori più piccoli dato il maggiore salto di temperatura disponibile.

Rispetto agli impianti ad aria si hanno rendimenti maggiori anche grazie a dispositivi come gli

scambiatori a piastre, che presentano una maggiore efficienza grazie anche ad un maggiore

rapporto tra superficie di scambio interna e superficie disperdente esterna.

Introduzione

Page 6: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

6/38

È difficile pensare ad un’acqua surriscaldata a 250°C perché sarebbero necessari più di 40 bar

di pressione (per cui si rientra nella normativa PED).

Una soluzione tipica per queste temperature consiste negli impianti ad oli diatermici. Sono oli

di tipo sintetico o di tipo vegetale che arrivano fino a 340°C senza alterare le proprie

caratteristiche e mantenendo lo stato fluido. Non si superano queste temperature perché le

molecole verrebbero degradate (cracking), perdendo le proprie caratteristiche ed assumendo il

tipico colore nero del carbonio.

L’utilizzo di oli diatermici permette di raggiungere temperature elevate a basse pressioni di

esercizio. L’olio è infiammabile e bisogna adottare un’adeguata impiantistica per tutelarsi dai

rischi di incendio ed esplosione (normativa ATEX)

Un secondo problema riguarda la dilatazione termica. Si hanno dilatazioni dell’ordine del 7‰

ogni 100°C. È necessario utilizzare le giuste precauzioni per l’ancoraggio delle tubazioni,

ricorrendo, ad esempio, a giunti di compensazione e vincoli elastici.

Il calore specifico di questi oli è circa la metà di quello dell’acqua. A parità di salto di

temperatura, occorrerebbe quindi raddoppiare la portata ed utilizzare tubi più grossi.

Con temperature esterne molto basse, è necessario preriscaldare l’olio in fase di avviamento a

causa dell’elevata viscosità.

Introduzione

Page 7: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Introduzione

Impianti a vapore

Agenda

Generatore di vapore

Page 8: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Nel campo del riscaldamento tecnologico, il vapore d’acqua, grazie all’ottimo coefficiente di

scambio termico e all’elevato calore di vaporizzazione ed alla temperatura costante nel

cambiamento di fase, è largamente utilizzato.

A seconda della taglia del generatore di vapore, esistono diverse norme che ne regolano

l’esercizio. Sopra una certa potenza è necessario essere in possesso di specifiche

autorizzazioni per la conduzione dell’impianto termico.

PFD semplificato e analisi termodinamica di un impianto a vapore

Impianti a vapore

Page 9: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Il generatore di vapore produce vapore saturo secco. Comunemente ci si riferisce ad un certo

generatore di vapore tramite l’indicazione delle tonnellate/ora di vapore prodotto, e l’indicazione

della temperatura o della pressione alla quale viene prodotto.

A causa delle dispersioni termiche lungo il circuito a valle del generatore, il vapore saturo secco

tenderebbe a condensare e potrebbero formarsi tappi di acqua molto pericolosi.

È quindi opportuno inserire un riduttore di pressione che, laminando il vapore, gli conferisce

qualche grado di surriscaldamento. In tal modo si tutelano le condotte dalla formazione di

condensa e si abbassano drasticamente i coefficienti di scambio termico, rendendo di

dimensioni accettabili lo spessore economico dell’isolante delle condotte.

All’utilizzatore si avrà una prima fase di scambio termico con de-surriscaldamento del vapore e

la successiva fase di scambio per condensazione.

Impianti a vapore

Page 10: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Spinta esercitata da un tappo di acqua che percorre una curva

Il vapore si muove a velocità elevate (30÷40 m/s). Se si forma un tappo di acqua e fa una curva

di 90° ad elevata velocità, può esercitare una notevole spinta sui sostegni della tubazione.

Ipotizziamo una tubazione di diametro 200 mm con un tappo di acqua lungo 1m che percorra

una curva dallo sviluppo lineare di 1m, entrando nella curva spinto dal vapore alla velocità di 30

m/s ed uscendo alla velocità di 30 m/s.

Guardando il triangolo delle velocità, si ha una variazione di velocità che in modulo vale 42 m/s.

∆τ =s

v=

1

30 sec a =

∆v

∆τ= 42 ∙ 30 = 1260 m s2

m = ρ ∙ π ∙∅2

4∙ l = 1000 ∙ π ∙

0,22

4∙ 1 = 31,4 kg

La spinta esercitata dal tappo d’acqua è pari a:

F = m ∙ a = 31,4 kg ∙ 1260 m s2 ≃ 40000 N ≃ 4 t

Impianti a vapore

Page 11: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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La presenza di un pozzo caldo, garantendo la presenza di un punto aperto alla pressione

atmosferica, impedisce che si formino sovrappressioni fuori controllo. Nel pozzo caldo, tuttavia,

parte dell’acqua contenuta evapora e ciò rappresenta una fonte di perdita economica poiché

l’acqua circolante nell’impianto è acqua trattata, e quindi costosa.

Lo scaricatore di condensa produce vapore di flash per laminazione. Sul diagramma T-s il punto

5 ha un titolo diverso da zero. Arrivando in queste condizioni al pozzo caldo, si favorirebbe la

perdita di acqua trattata sotto forma di vapore.

Pertanto, le condotte a valle dello scaricatore di condensa sono progettate per disperdere il

calore necessario alla condensazione del vapore di flash prima dell’arrivo nel pozzo caldo.

Disperdendo calore prima di entrare nel pozzo il titolo del vapore si riduce (il punto 6 tende al

punto 8) e si evitano eccessive perdite per evaporazione. L’immissione nel pozzo caldo avviene

da sotto per avere ancora tutto il battente a disposizione per raffreddare ulteriormente. Il

reintegro avviene dall’alto sempre per migliorare il raffreddamento dell’acqua a contatto con

l’aria. La bocca del pozzo caldo è di dimensioni contenute proprio per limitare l’evaporazione.

La pompa di rilancio verso il generatore di vapore è posizionata sotto battente per evitare le

condizioni di cavitazione.

Impianti a vapore

Page 12: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Scelta del generatore di vapore

Un generatore è caratterizzato dall’avere:

• Un carico massimo discontinuo. Questo può

essere soddisfatto per una durata massima pari

a 30minuti ÷ 2ore e non oltre, per evitare di

scoprire il cielo dello scambiatore.

• Un carico continuo. È il carico al 100% delle

potenzialità e non deve discostarsi troppo dal

carico economico.

• Un carico economico. È il carico di massimo rendimento per cui circola nell’impianto la

portata economica.

• Poiché tutti gli impianti di produzione del vapore sono soggetti a regolazione, è bene fare

attenzione anche al rendimento corrispondente ad un carico al 50%.

Per individuare il costo C di un generatore di vapore, in assenza di una serie di preventivi, si

può fare riferimento alla seguente formula empirica, dove l’esponente n è abbastanza classico e

descrive il livello di sviluppo tecnologico :

C = Qn , n = 0,7 ÷ 0,8

Impianti a vapore

Page 13: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Diagramma di carico e vapore di flash

Solitamente l’andamento del carico è un andamento di tipo discontinuo. Ci si

riconduce ai carichi di riferimento linearizzando tale curva.

Per sopperire ai picchi di carico fuori produzione, a differenza di altri

impianti, non occorrono serbatoi di compenso o di accumulo. Quando si

hanno picchi momentanei di assorbimento del vapore, significa che l’utenza

sta realizzando una condensazione più rapida. In tutto il sistema a valle

della produzione la pressione si abbassa, il volume specifico del vapore cala

e si genera vapore di flash che sopperisce ai picchi di richiesta. Il sistema

riesce quindi a far fronte ad oscillazioni del carico in modo autonomo.

Il limite tecnologico all’utilizzo di questo vapore di flash è dato dalla necessità di evitare il trascinamento di

gocce da parte del vapore ed inoltre di evitare lo scoprimento dei tubi del fluido caldo. Pertanto è opportuno

non superare la produzione di 2-3 ton/h per m3 di volume d’acqua che sta evaporando e per tempi

relativamente ridotti (da qualche minuto fino a qualche decina di minuti).

Inoltre, nel momento in cui cali la pressione, la portata di vapore aumenterebbe grazie alla produzione di

vapore di flash, ma la temperatura calerebbe, essendo quest’ultima collegata alla pressione di saturazione.

Quindi quando la potenza scambiata all’utilizzatore aumenta, si condensa più rapidamente, di conseguenza

si richiama una porta maggiore di vapore, la temperatura si abbassa e, pertanto, si scambia calore ad una

temperatura inferiore. La potenza scambiata cala e il sistema tenderebbe ad equilibrarsi. Se l’aumento di

carico persiste, diventa necessario l’intervento del bruciatore per fornire una maggiore potenza termica con

conseguente aumento della portata di vapore prodotto.

Impianti a vapore

Page 14: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Riduttore di pressione

Si utilizza un riduttore di pressione sia come elemento di sicurezza che come elemento di

regolazione:

1) fornisce un certo grado di surriscaldamento al vapore facendo diminuire il coefficiente di

scambio e, conseguentemente, le dispersioni termiche e la formazione di condensa;

2) risponde velocemente alle variazioni di pressione dovute al carico. Se la pressione a valle

cala lui tende ad aprirsi per ripristinarne il valore originario. In tal modo cala anche la pressione

a monte e viene prodotto altro vapore di flash.

Un riduttore di pressione è costituito da una valvola servocomandata con

l’otturatore (o) collegato ad un diaframma (D) sul quale agisce il fluido a

bassa pressione (p2) a contrasto con una molla (m) che può essere

caricata variamente dall’esterno a mezzo di una vite (v). Regolando la

forza della molla si stabilisce il valore della pressione effettiva in uscita

che a regime equilibra tale forza. Se per qualche motivo la pressione a

valle (p2) diminuisce, vince la molla che sposta l’otturatore in modo da

aumentare la superficie di passaggio e quindi ridurre la caduta di

pressione a sostegno di p2. Se la pressione aumenta, il diaframma si

sposta verso l’alto, l’otturatore riduce la luce di passaggio, aumentando

la caduta di pressione per ridurre la p2 al valore desiderato.

Impianti a vapore

Page 15: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Il vapore primario (0) arriva in un collettore. Dall’alto si staccano prese per utilizzatori secondari

ad alta pressione (1 e 2).

La condensa drena in un pozzetto e viene scaricata dallo scaricatore di condensa.

Il vapore attraversa quindi il riduttore di pressione. È presente un ramo di by-pass per

permettere le operazioni di manutenzione. La valvola di by-pass è una valvola a globo, cioè una

valvola manuale con corpo valvola simile a quello del riduttore di pressione.

Passato il riduttore di pressione, anche se teoricamente si ha un vapore surriscaldato, esistono

punti freddi (coibentazione di curve, valvole,…) che determinano la formazione di condensa. È

quindi necessario scaricare nuovamente la condensa formatasi.

F = filtro

I = indicatore di passaggio

RP = Riduttore di pressione

SA = scaricatore di aria (e di condensa)

SC = scaricatore di condensa

Vs = valvola di sicurezza

Impianti a vapore

Page 16: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Dimensionamento delle tubazioni di vapore

Le velocità frequentemente tenute in tubazioni di vapore sono:

• per vapore saturo: ≃10 m/s per tubazioni piccole (fino a 5÷6 pollici / DN125÷DN150)

≃ 35÷40 m/s per tubazioni grandi

• per vapore surriscaldato ≃15÷60 m/s

Il vapore surriscaldato può avere velocità più elevate del vapore saturo anche perché il pericolo

di formazione della condensa è minore.

O si fissano le velocità nelle tubazioni come sopra riportato, o, in alternativa, si fissano le perdite

di carico per unità di lunghezza in funzione della pressione di esercizio. A titolo di esempio:

Pressione di esercizio [bar] 0÷2 2÷10 oltre 10

Perdite di carico per 100m di tubazione [bar] 0,1÷0,3 0,3÷1 1÷2 o più

Va poi dimensionato l’isolamento secondo i criteri di economicità visti nelle lezioni precedenti.

Molto importanti, in questi impianti, sono infine i problemi di dilatazione termica, per i quali è

indispensabile studiare attentamente una soluzione adeguata per quanto riguarda i vincoli ed i

giunti.

Impianti a vapore

Page 17: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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b = bruciatore

B = barilotto di separazione aria-condensa

by-pass = valvola di by-pass

F = filtro

G = generatore di vapore

P = pompa

PC = pozzo caldo

PI = indicatore di pressione

PS = pressostato

R = reintegro di acqua (trattata)

RE = rievaporatore

RP = riduttore di pressione

SA = scaricatore di aria

SC = scaricatore di condensa

UAP = utenza di alta pressione

UBP = utenza di bassa pressione

UMP = utenza di media pressione

V I = valvola di intercettazione

VS = valvola di sicurezza

VTS = valvola termostatica

P&I di un impianto a 3 livelli di pressione degli utilizzatori

Impianti a vapore

Page 18: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Impianti a vapore

Un pressostato regola il bruciatore. La

regolazione può essere a due posizioni o PID

(proporzionale, integrale e derivativa).

Sulla linea del vapore si ha un primo stacco per

gli utilizzatori di alta pressione intercettabile

grazie ad una valvola manuale VI. La regolazione

viene effettuata tramite valvola termostatica. Lo

scambiatore dove viene ceduta potenza alle

utenze, verosimilmente è uno scambiatore che

deve essere attrezzato per la raccolta delle

condense (allagato).

All’uscita dallo scambiatore si raccoglie la

condensa formata (gruppo VI, F, SC, VI, by-

pass). Quando viene raccolta sufficiente

condensa, questa viene scaricata (grazie, ad

esempio, ad un ottiratore a galleggiante). Il

vapore formatosi viene inviato ad un gruppo

rievaporatore e riutilizzata per le utenze a più

bassa pressione.

Page 19: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Il vapore che invece viene inviato agli

utilizzatori principali di media/bassa pressione,

viene surriscaldato passando attraverso il

gruppo di riduzione della pressione (VI, F, RP,

VI, by-pass), passa attraverso un barilotto per

la separazione della condensa formatasi a

causa di eventuali punti freddi presenti, ed

arrivo all’utenza.

Se la pressione dell’utenza di bassa pressione

è inferiore alla pressione atmosferica, è

necessario inserire una pompa sulla linea di

ritorno delle condense.

Impianti a vapore

Page 20: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

20/38

Reti di condense

È bene evitare la seguente architettura:

Infatti, non è detto che ad ogni momento da uno scambiatore esca del condensato. Pertanto

all’unico scaricatore di condensa presente in questa architettura, arrivano sia vapore che

condensa.

Il galleggiante che apre lo scarico dello scaricatore si apre solo se è presente del liquido.

Se un tappo di vapore rimane intrappolato nella camera dello scaricatore, il galleggiante

potrebbe non aprirsi e il deflusso di condensa verrebbe ostacolato. La condensa andrebbe

pertanto ad allagare gli scambiatori ostacolando a sua volta lo scambio termico.

Impianti a vapore

Page 21: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Scaricatori di condensa e scaricatori di aria

In figura b) è rappresentata un’architettura con soffietto. Se è presente del vapore, il soffietto

viene a trovarsi ad una temperatura elevata (anche per l’elevato coefficiente di scambio

termico) ed essendo dilatato chiude la luce di scarico. Se la camera si allaga di condensa, il

soffietto si raffredda, si contrae e la condensa stessa fuoriesce, non senza trascinare con sé

una certa quantità di vapore.

L’architettura b) è tipica anche degli scaricatori di aria: il vapore saturo secco tiene il soffietto

dilatato e il passaggio chiuso, mentre l’aria, avendo un coefficiente di scambio termico di due

ordini di grandezza inferiore, fa contrarre il soffietto raffreddandolo e fa fuoriuscire il contenuto

della camera (aria + vapore). In effetti la miscela di aria e vapore fa sì che il vapore condensi ad

una temperatura corrispondente alla sua pressione parziale.

È bene non sovradimensionare eccessivamente gli scaricatori perché risulterebbe

sovradimensionata anche la luce di scarico e qualora lo scarico dovesse aprirsi, si

scaricherebbero anche ingenti quantità di vapore. Si utilizzano sovradimensionamenti

nell’intorno del 100%.

In figura a) è rappresentato uno scaricatore di

condensa con galleggiante, munito anche di

scaricatore di aria.

Impianti a vapore

Page 22: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Avviamento

dove M è la massa da scaldare (tubazioni,…) c è il calore specifico di tale

massa, Δt è il salto di temperatura della massa stessa, r è il calore latente del

vapore e Δτ è il tempo necessario al riscaldamento.

All’avviamento gran parte del calore viene utilizzato per portare l’impianto alla temperatura di

regime, mentre a regime il calore viene utilizzato per la produzione di vapore e per sopperire

alle perdite. La condensa che si forma nei due casi è diversa sia per quantità che per luogo di

formazione. In generale lo scaricatore potrà essere sovradimensionato per tenere conto delle

necessità di avviamento o si può utilizzare un by-pass a controllo manuale.

g =M c ∆t

r ∆τ

All’avviamento la portata media di vapore è pari a:

La portata media è rappresentata in figura dal segmento AB,

mentre quella istantanea della curva AB. Occorre dunque

tenere presente che all’avviamento il valore istantaneo è

maggiore rispetto al valor medio del rapporto α’/α.

Per gli scaricatori di condensa si assumono quindi coefficienti

di sicurezza 2÷3 per funzionamento intermittente, e di circa la

metà per il funzionamento continuo.

Impianti a vapore

Page 23: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

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Esercizi

1) Vapore di flash

Supponiamo di avere vapore saturo alla pressione di 11 bar, cui corrisponde una temperatura di

183,2°C. Dopo condensazione, tali condizioni non saranno, ovviamente, variate. Se tale

condensa viene laminata alla pressione di 1 bar, cui corrisponde una temperatura di 99,1°C,

quant’è la quantità di vapore di flash formata?

È noto il calore di vaporizzazione per l’acqua a 99,1°C: r = 2260 kJ/kg.

2) Presenza dell’aria nel circuito

Supponiamo di avere nel circuito una miscela di aria e vapore, in ragione di ¾ di vapore e ¼ di

aria alla pressione di 2,4 bar (rapporti in volume). A che temperatura il vapore comincia a

condensare?

Impianti a vapore

Page 24: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

24/38

Soluzioni

1) Vapore di flash

Prendendo lo stato di riferimento alla temperatura di 0°C, possiamo scrivere:

h𝑙,1 = h𝑙,2 + hv,2

c𝑙t1 = c𝑙t2 1 − x + c𝑙t2 + r x

x = c𝑙t1 − t2

r= 4,186

kJ

kg °C

183,2 − 99,1 °C

2260 kJ kg = 0,156

Si formano quindi 156 grammi di vapore per chilogrammo di condensa scaricata.

Per evitare la perdita di vapore al pozzo caldo, il tubo di ritorno delle condense dovrà

disperdere:

q = x ∙ r = 0,156kgvkgc

∙ 2260kJ

kgv= 352

kJ

kgc

Impianti a vapore

Page 25: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

25/38

Soluzioni

2) Presenza dell’aria nel circuito

Nella miscela aria-vapore, la pressione parziale del vapore è:

pv = φv ∙ p =3

4∙ 2,4 = 1,8 bar

Il vapore condensa pertanto alla temperatura di saturazione corrispondente a tale pressione, e

cioè 116,3°C.

La temperatura di saturazione del vapore a 2,4 bar è invece 125,5°C.

Siccome lo scambio di calore è affidato al vapore condensante, questo appunto condensa e la

miscela aria-vapore si impoverisce di vapore. La pressione parziale del vapore in miscela cala e

cala sempre più la temperatura di condensazione, portando verso situazioni inaccettabili per lo

scambio termico. Da qui la necessità di scaricatori d’aria.

Si tenga presente che la presenza di aria all’avviamento è inevitabile.

Impianti a vapore

Page 26: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

26/38

Video:

Formazione di vapore di flash

Video:

differenze tra esercizio alla pressione di 8

bar e alla pressione di 3,5 bar

Impianti a vapore

Page 27: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

27/38

Introduzione

Impianti a vapore

Agenda

Generatore di vapore

Page 28: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

28/38

P&I Generatore di vapore

by-pass = valvola di by-pass

C = collettore utenze

D = diaframma

F = filtro

LI = indicatore di livello

P = pompa

PI = indicatore di pressione

PSm = pressostato modulante

PSs = pressostato di sicurezza

R = regolatore

Regolat. pressione = valvola regolatrice di pressione

(valvola di sfioro)

S1 = primo stadio di conversione del segnale

S2 = stadio di estrazione della radice del segnale

SC = scaricatore di condensa

TI = indicatore di temperatura (termometro)

Vc = valvola comandata

VI = valvola di intercettazione

VM = valvola miscelatrice

VNR = valvola di non ritorno

VR = valvola regolatrice di portata

VTS = valvola termostatica

Generatore di vapore

Page 29: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

29/38

Generatore di vapore

L’architettura del generatore di vapore raffigurato è a corpo

cilindrico ad asse orizzontale.

Per il controllo della caldaia si utilizza un pressostato

modulante che ha il compito di mantenere la pressione entro

due valori precisi. Un pressostato di sicurezza a riarmo

manuale interviene in caso di sovrappressioni. È comunque

presente una valvola di sicurezza.

Sono misurate temperatura e pressione alla base del camino.

I fumi escono dal camino per ventilazione forzata o natura𝑙𝑒

Qf = Kf S tf − tp

Qv = Kv S tp − tv Qf = Qv →

Kv

Kf=

tf −tp

tp−tv

Generatore di vapore

Il livello dell’acqua nel generatore di vapore deve sempre essere a vista dell’operatore perché

è indispensabile che i tubi di fumo non vengano mai scoperti dal vapore o si raggiungerebbero

temperature troppo elevate essendo il coefficiente di scambio termico del vapore (Kv) due

ordini di grandezza superiore rispetto a quello dei fumi (Kf). Dette tf , tpe tv rispettivamente le

temperature dei fumi, della parete dei tubi e del vapore, risulta:

Page 30: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

30/38

Misura della portata di vapore

All’uscita dal generatore, la portata di vapore

prodotta viene contabilizzata. Per farlo si utilizza

un diaframma, ovvero un orificio tarato che

realizza una perdita di carico concentrata. Si

misura la pressione a monte e a valle del

diaframma, ottenendo così un segnale

proporzionale al quadrato della velocità del

vapore, ovvero al quadrato della portata del

vapore. Il segnale viene perciò elaborato in stadi

di conversione che possono essere, ad esempio,

dispositivi pneumatici alimentati dalla rete di aria

compressa tramite un riduttore-regolatore di

pressione R.

Esistono diversi ostacoli normati, che differiscono

tra loro per perdita di carico realizzata e portata di

attraversamento.

Diaframmi Boccagli Tubi di Venturi

Generatore di vapore

Page 31: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

31/38

Linea delle condense e controllo del livello

Poiché è sempre indispensabile la presenza di un

adeguato volume d’acqua nel generatore, è

presente un doppio sistema di pompaggio, in

maniera tale che in caso di fuori servizio di una

delle due pompe, intervenga la rimanente pompa.

Essendo pompe centrifughe è necessario inserire

sui due rami delle valvole di non ritorno, per

evitare il reflusso della condensa sul ramo

inattivo.

La portata di condensa viene misurata e, insieme

alla misura di portata di vapore, viene utilizzata

per realizzare una regolazione di retroazione e

previsione del livello nel generatore (feedback e

feed forward).

Generatore di vapore

Page 32: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

32/38

Linea del combustibile

Nel caso in esame si è considerata una linea

alimentata da combustibili liquidi (es: gasolio).

Molto spesso si utilizzano generatori di vapore dual

fuel, in grado di utilizzare diversi combustibili in base

alle disponibilità o necessità del momento.

Il gruppo di pompaggio è solitamente costituito da

pompe volumetriche rotative.

L’olio combustibile solitamente deve essere scaldato

per raggiungere una viscosità tale da realizzare il

corretto funzionamento del bruciatore. Per farlo si

utilizza, quando l’impianto è in esercizio, uno

spillamento di vapore, mentre alla partenza possono

essere necessarie delle termoresistenze elettriche.

Un regolatore di pressione (valvola di sfioro) ricircola la portata del combustibile finché non

venga raggiunta la viscosità di progetto. Dalla viscosità dipendono infatti le perdite di carico: se

la pressione è superiore ad un certo valore di set point impostato, la valvola di sfioro riporta il

combustibile al gruppo di pompaggio, se la pressione è uguale o inferiore l’olio combustibile

arriva al bruciatore.

Generatore di vapore

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Generatore di vapore

Layout con generatore secondario

Molto spesso gli utenti del generatore

primario sono generatori secondari che,

se in numero sufficiente, permettono di

stabilizzare la produzione e il consumo

di vapore.

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Generatore di vapore ad asse verticale

Con una sezione di ebollizione più piccola rispetto ad un’installazione orizzontale avvengono

ebollizione con trascinamenti violenti. Tuttavia la quantità di spazio a terra recuperabile, a parità

di potenzialità del generatore, è notevole.

L’architettura raffigurata presenta inoltre uno scambiatore di calore di recupero.

Generatore di vapore

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Qualità del vapore

normativa e regolamentazione

La legislazione è carente sulla definizione della composizione del vapore pulito:

“Il vapore direttamente a contatto con i prodotti alimentari non deve contenere alcuna sostanza che presenti

un rischio per la salute o possa contaminare il prodotto” (Direttiva 93/43 CEE del Consiglio sull’igiene dei

prodotti alimentari del 14 giugno 1993)

Obiettivo:

limitare gli inconvenienti

dovuti alla presenza di:

1) componenti inquinanti

2) componenti corrosivi

sistemi di controllo

Composizione

chimica delle

goccioline trascinate

Portata di goccioline

trascinate

Controllo del TDS

(Tasso Di Salinità)

Trattamento

dell’acqua di alimento

Sistema di

regolazione sulla

portata di goccioline

trascinate

Generatore di vapore

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Sistema di regolazione del generatore

TDS: tasso di salinità.

In funzione del segnale

dato viene controllata la

valvola di spurgo

Tipici valori utilizzati per

i segnali di regolazione:

1) codice pneumatico:

3÷15 psi (0,21÷1 bar)

2) codice in tensione:

0÷10 V

3) codice in corrente:

4÷20 mA

Generatore di vapore

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Generatore di vapore ad asse orizzontale

Prelievo per misurare il TDS: è presente un

piccolo scambiatore di calore che, raffreddando,

permette la fuoriuscita di liquido. In assenza di

esso, per laminazione uscirebbe vapore.

Generatore di vapore

Page 38: 7. Impianti per la produzione di vapore tecnologico

Corso di Impianti Meccanici – Laurea Triennale

Modulo 7

Impianti per la produzione di vapore

tecnologico

Prof. Ing. Cesare Saccani

Prof. Ing. Augusto Bianchini

Dott. Ing. Marco Pellegrini

Dott. Ing. Michele Gambuti

Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna