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Essere genitori oggi: le trasformazioni familiari Essere genitori è sempre stato molto difficile in ogni epoca, ma oggi, forse, la mancanza di confronto con un tempo sicuro rende questa esperienza ancora più difficile: il confronto con il passato, anche il più recente, diviene davvero raramente possibile, perché nell’arco di due gene- razioni ci sono cambiamenti abissali difficili da mettere a confronto. Allora fare i genitori, senza poter contare su di una riflessione e sul confronto, trasmettere valori e sicu- rezze, senza forse esserne poi così convinti proprio perché non si è più sicuri che siano quelli giusti, è davvero fatico- so. Tutti i valori proposti dagli adulti subiscono una revi- sione nella società di oggi, le antiche sicurezze di ciò che è bene e ciò che è male non hanno più basi così sicure: in ogni momento c’è un ripensamento... E allora, come edu- care i propri figli? Quali punti di riferimento dare loro? Come poter capire le nuove generazioni che sembrano sempre più “extraterresti” agli occhi dei genitori? È fondamentale cominciare a riflettere in tal senso. Anche perché non ci sono risposte già pronte! La bellez- za e la bruttezza di questa fase storica è che non ci per- mette di pensare a qualcosa di statico nell’educazione, un “si fa così”, “i miei genitori facevano così e così farai tu”... Se si vogliono davvero educare persone in grado di realiz- zare la propria felicità, di vivere la propria esistenza met- tendo a frutto le peculiarità e i doni che si portano dentro, divenendo davvero quello che ognuno desidera poter essere, è necessario “rimettere in continua discussione il proprio agire”. Non ci sono né ricette né modi che vanno bene in assoluto, ci sono molte riflessioni di studiosi che danno delle piste da seguire, ma è soprattutto dall’espe- rienza quotidiana che si possono trarre modalità educati- ve da offrire ai ragazzi. Nella relazione educativa ognuno interviene con il pro- prio modo di essere, di pensare, di leggere il mondo e questo influenzerà ogni metodo educativo che quindi avrà comunque sempre bisogno di essere interpretato. Bene proprio perché la dimensione sociale è così com- plessa e così mobile che si deve tenere conto di alcuni aspetti così banali e così semplici che invece sono davve- ro difficili da rendere reali. Andando a vedere i cardini dello sviluppo della persona- lità, secondo tutti gli studiosi del campo psicoanalitico e RI D’ 68 RAGIONAMENTI Famiglia e Scuola: rapporto in continua trasformazione alla ricerca del benessere Momenti di formazione e azioni condivise Famiglia e Scuola: rapporto in continua trasformazione alla ricerca del benessere DI ANTONELLA MANCANIELLO

68 Famiglia e Scuola: rapporto in continua trasformazione ... · Famiglia e Scuola: rapporto in continua trasformazione alla ricerca del benessere ... molteplicità di forme, ognuna

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Essere genitori oggi: le trasformazioni familiari

Essere genitori è sempre stato molto difficile in ogniepoca, ma oggi, forse, la mancanza di confronto con untempo sicuro rende questa esperienza ancora più difficile:il confronto con il passato, anche il più recente, divienedavvero raramente possibile, perché nell’arco di due gene-razioni ci sono cambiamenti abissali difficili da mettere aconfronto. Allora fare i genitori, senza poter contare su diuna riflessione e sul confronto, trasmettere valori e sicu-rezze, senza forse esserne poi così convinti proprio perchénon si è più sicuri che siano quelli giusti, è davvero fatico-so. Tutti i valori proposti dagli adulti subiscono una revi-sione nella società di oggi, le antiche sicurezze di ciò che èbene e ciò che è male non hanno più basi così sicure: inogni momento c’è un ripensamento... E allora, come edu-care i propri figli? Quali punti di riferimento dare loro?Come poter capire le nuove generazioni che sembranosempre più “extraterresti” agli occhi dei genitori?È fondamentale cominciare a riflettere in tal senso.Anche perché non ci sono risposte già pronte! La bellez-

za e la bruttezza di questa fase storica è che non ci per-mette di pensare a qualcosa di statico nell’educazione, un“si fa così”, “i miei genitori facevano così e così farai tu”...Se si vogliono davvero educare persone in grado di realiz-zare la propria felicità, di vivere la propria esistenza met-tendo a frutto le peculiarità e i doni che si portano dentro,divenendo davvero quello che ognuno desidera poteressere, è necessario “rimettere in continua discussione ilproprio agire”. Non ci sono né ricette né modi che vannobene in assoluto, ci sono molte riflessioni di studiosi chedanno delle piste da seguire, ma è soprattutto dall’espe-rienza quotidiana che si possono trarre modalità educati-ve da offrire ai ragazzi. Nella relazione educativa ognuno interviene con il pro-prio modo di essere, di pensare, di leggere il mondo equesto influenzerà ogni metodo educativo che quindiavrà comunque sempre bisogno di essere interpretato.Bene proprio perché la dimensione sociale è così com-plessa e così mobile che si deve tenere conto di alcuniaspetti così banali e così semplici che invece sono davve-ro difficili da rendere reali.Andando a vedere i cardini dello sviluppo della persona-lità, secondo tutti gli studiosi del campo psicoanalitico e

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Momenti di formazione e azioni condivise

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psicologico, si scopre che vi sono degli elementi ricorrentie imprescindibili quali l’accoglienza, l’accettazione, la rela-zione empatica, la relazione simbiotica e il processo diindividuazione e, infine, la trasmissione di emozioni e diamore. Veri, non simulati! Individuo-genitore è davvero un binomio difficile!Gli adulti, spesso, rifiutano il “Pierino” che crea problemiperché non corrisponde all’immagine mentale delfiglio/studente, alle aspettative rivolte su di lui, al riscattopersonale di ciò che i genitori avrebbero voluto essere enon sono stati... La vita dei figli è troppo legata al deside-rio degli adulti, mentre dovrebbe essere maggiormentecondivisa la visione che i ragazzi hanno di loro stessi einsieme cercata una strada possibile e percorribile, senzaabbandonare il bambino alla propria scelta: sempreaccompagnandolo.

Il cambiamento di sé in una società in continua trasformazione

Osservando la quotidianità tutti si accorgono e si doman-dano perché i gesti di ogni giorno, gli avvenimenti, nonsono più raffrontabili con il passato, neppure quello piùrecente. Soprattutto è percepibile la sensazione di esserepersone diverse nel momento in cui si passa da un ambi-to ad un altro della propria vita, dal lavoro alla famiglia,alle vacanze, quando si vivono momenti di solitudine, arri-vando perfino spesso a non saper neppure descrivere inmodo chiaro le proprie reazioni1.Il ritmo accelerato del cambiamento, i diversi ruoli a cuicontinuamente si è chiamati, la grande quantità di oppor-tunità a disposizione, la miriade di messaggi a cui si è sot-toposti, dilatano l’esperienza cognitiva e affettiva, in mododa non rendere possibile alcun paragone con culture delpassato. Negli ultimi decenni sono venuti meno i punti diriferimento su cui sia i gruppi che i singoli soggetti fonda-vano la continuità della propria esistenza. Per ogni perso-na, ormai, si pone il problema di trovare una risposta alladomanda prima e ultima: “chi siamo”, poiché vengonomeno i punti sui quali poggiare il proprio percorso di vitae “la ricerca di dimora dell’io diventa così vicenda comune el’individuo deve costruire e ricostruire la propria casa di fronteal mutamento incalzante degli eventi e delle relazioni. [...] Unmondo che vive la complessità e la differenza, non può sfuggi-re l’incertezza e chiede agli individui la capacità di mutareforma restando se stessi”2.Il processo di individuazione, allora, è una necessità che siripresenta continuamente nella vita, poiché l’io non poggiapiù solidamente su una identificazione stabile, ma vive una

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RAGIONAMENTI

Il processo di individuazione è una necessità che si ripresenta continuamente nella vita, poiché l’io non poggia più solidamente su una identificazione stabile

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molteplicità di forme, ognuna con un suo significato. Vi èbisogno di una forte interrelazione tra il mondo interno –le dimensioni affettive e sensoriali che permettono di vede-re, provare, sentire, comunicare – e il mondo esterno, poi-ché senza apertura all’altro, senza la volontà di raccoglierele sfide che una società complessa pone ad ogni individuoe alla collettività nel suo insieme, il rischio è quello dellachiusura, dell’isolamento, prigionieri di se stessi. È straordinaria la velocità del cambiamento a cui tutta lasocietà è sottoposta3.In questa prospettiva, fatta di tante – forse, a volte, fintroppe – opportunità, possibilità, alternative che si profi-lano nel quotidiano, la sfida più impegnativa da affron-tare diviene quella di dover scegliere: “di fronte al possibi-le che seduce e minaccia non ci si può sottrarre al rischiodella decisione (di cui la catastrofe è figura e metafora estre-ma)”4. La scelta è inevitabile e per nulla semplice, tantopiù che ogni volta che sperimentiamo una modalità diazione, ci rendiamo conto che non è possibile trasferirein un altro campo l’esperienza precedentemente acquisi-ta. In ogni contesto, in ogni relazione ci si rende contodell’impossibilità di utilizzare linguaggi, regole, modi difare noti e della necessità di rimodellare ogni volta le

modalità di pensiero. Velocità e variabilità sono duecaratteristiche dei sistemi complessi che però in questomomento storico hanno raggiunto una frequenza eun’intensità senza precedenti, così che, di fronte allagrande quantità di campi d’azione in cui è possibilemisurarsi, l’individuo si accorge delle insufficienti capa-cità a disposizione. Un profondo senso di incertezzaaccompagna le decisioni che quotidianamente devonoessere prese e l’analisi delle diverse alternative possibili,tanto che la capacità di scegliere diviene uno dei primariobiettivi da perseguire, non ultimo, per il motivo che puressendo possibile la non scelta, in realtà essa avvienecomunque, perché la non scelta è sempre una scelta. Ogni esperienza di cambiamento porta con sé una com-ponente positiva, che proietta verso il nuovo e verso l’ine-splorato, ma anche una paura di ciò che è ignoto, che nonsi è capaci di prevedere. Il cambiamento diviene una metaa cui aspirare, a cui ambire, ma allo stesso tempo è limi-tato dal timore, dall’incertezza. La scelta che continua-mente si pone davanti è quindi fluttuante tra il lancio nel-l’ignoto e l’ancoraggio alle certezze di ciò che è già cono-sciuto, ma scegliere tra le infinite possibilità è un compi-to arduo, soprattutto perché ciò che viene scartato è sem-

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pre di più di ciò che viene scelto. Se la sofferenza psichi-ca è l’estrema risposta a questa difficoltà, vi sono vari stadidi problematicità in questo processo di trasformazionedovuti al repentino cambiamento a cui si è sottoposti. Viè anche un altro fattore da non dimenticare, ovvero chenell’io dimorano più parti e la profonda esperienza diincertezza nasce proprio dal conflitto tra la difficoltà diidentificarsi con una sola di esse e allo stesso tempo dallanecessità che questo venga fatto5.In tale prospettiva assume un ruolo e un significato parti-colare il tema della responsabilità, nella sua accezione dicapacità di rispondere, sia come riconoscimento di se stessie di ciò che ci sentiamo di essere, sia come riconoscimen-to dell’altro e del modo di porsi nelle relazioni.Ciò non si trova più nell’identificazione con un unicomodello, con l’appartenenza ad un solo gruppo o nelriconoscersi appieno in una cultura, ma vi è bisogno diuna capacità di cambiar forma, di potersi ridefinire difronte al nuovo, di rendere reversibili e rinnovabili scel-te e decisioni.La nostra epoca è caratterizzata da questo dover moltipli-care modi di essere, linguaggi, relazioni. E intrinsecamen-te chiede una grande umanità, una forte spinta verso l’al-tro e verso la ricerca di correlazione tra le differenze, unacarica di umiltà per saper sempre ridimensionare i nostriconfini per accogliere e sup-portare chi non è subito in sin-tonia. Senza questa disponibilità non è possibile cambiareforma, al limite si cambia maschera. Reti di relazioni sempre più complesse, messaggi e infor-mazioni sempre più ampie, rischiano di frantumare l’in-dividuo; vi è la necessità di imparare ad aprire e chiudere ilproprio mondo: partecipazione e rinuncia, riposta e silen-zio, legami e distacchi, diventano fondamentali per la vita-lità del sistema-uomo, che deve trovare un proprio ritmoin questo andamento senza stasi. La capacità di poter vive-re discontinuità ed eterogeneità di tempi e spazi, richiedeanche una unificazione dell’esperienza, che deve venire daqualità di percezione immediata, intuito, immaginazione,tutti aspetti appartenenti alle culture tradizionali. Le radicinel presente non possono fare a meno di quelle del passa-to per non rendere meramente finalistici allo scopo l’agire

e l’esperienza. Ma le radici nel presente sono fondamenta-li per affrontare le trasformazioni e attraversare le meta-morfosi che si presentano nell’arco della vita6.

Famiglia, coppia, genitori, quale interlocutore?7

L’idea di famiglia corrisponde alla inalterata esigenza diconsiderare i genitori quale parte integrante di un siste-ma di relazioni socio-affettive in cui si affacciano sia ifigli che i nonni, i parenti più prossimi, come anche per-sone amiche o comunque stabilmente inserite nel circo-lo vitale familiare. In una corretta lettura delle relazioni all’interno di unafamiglia, anche l’idea di coppia viene a testimoniare unaulteriore situazione di dinamicità mantenendo inalteratala specificità della societas affettiva e culturale che lega sta-bilmente i due coniugi/partner, facendone un soggettounico ed irripetibile in continua crescita educativa. Si puòcosì pensare all’idea del dinamismo per cogliere l’aspettooggi saliente di un sistema di relazioni interpersonali chesi fonda su di una relazione di coppia, a sua volta soggetto

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RAGIONAMENTI

Vi è bisogno di una capacità di cambiar forma, di potersi ridefiniredi fronte al nuovo, di rendere reversibilie rinnovabili scelte e decisioni

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di relazioni con i figli e con la famiglia nella sua globalità. Dunque, ci si ritrova a confrontarsi con una realtà moltopiù complessa rispetto anche solo alla delineazione deirapporti scuola-famiglia che contribuiva alla definizionedella collegialità nella scuola prima dell’avvento dell’au-tonomia. Infatti, l’interlocutore di questa scuola in via diprofonda trasformazione è una coppia di coniugi/part-ner, ciascuno per suo conto impegnato a crescere lungole fasi della propria vita adulta (all’interno del proprioprocesso di educazione permanente), impegnata nelcostante affinamento educativo della propria socialitàconiugale, quasi costretta dalla propria generatività geni-toriale ad uscire da sé per farsi carico dei propri figli, rea-lizzando con essi una dimensione familiare al cui inter-no sono presenti una pluralità di figure e ruoli cherichiedono di venire costantemente riportati a sintesieducativa unitaria a favore dei figli.

Genitori e scuola: due astrazioni a confronto8

Provocatoriamente, si può descrivere un simile con-fronto nei termini di due virtualità: la scuola in trasfor-mazione e la coppia genitoriale in evoluzione autoedu-cativa; entrambe non sopportano un appiattimentodefinitorio ultimativo, bensì richiedono spazi essenzia-li al fine di poter compiere fino in fondo propri itinera-ri di senso. Se non appare più possibile pensare ad una scuola inseri-ta all’interno di una rigida divisione sociale del lavoro, cuivenga attribuito il compito di mera trasmissione di unacultura codificata e stratificata, men che meno è possibilepensare ai genitori quale soggetto staticamente fronteg-giabile lungo tutto l’arco di esperienza scolastica dei figli,che la scuola debba curare, preparandoli a forme edulco-rate di partecipazione collegiale. In teoria, la famiglia si rivolge alla scuola per condividerneil progetto educativo, in quanto complemento della pro-pria progettualità sui figli, e stipula con essa un “patto edu-cativo” in cui è parte attiva, assumendosi la responsabilitàderivante al genitore all’interno di complessi processi diistruzione educativa.

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In teoria, la famiglia si rivolge alla scuola per condividerne il progettoeducativo, in quanto complemento della propria progettualità sui figli

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In realtà, la situazione di molte famiglie è assai più com-plessa. Non educate ad educare i figli, si trovano in seria dif-ficoltà a prospettare una propria progettualità e spesso nonsi sentono in grado di assumersi un tale impegno oneroso,visto come improprio e pesante. Nei confronti di tali fami-glie, per la scuola è più facile giocare interamente il proprioruolo educativo attraverso l’istruzione, non facendosi affattocoinvolgere dai problemi educativi familiari. Neppure lascuola, proprio in quanto luogo di istruzione educativa inetà evolutiva, appare attrezzata per svolgere un sostegno atti-vo ai genitori nello svolgimento del loro ruolo. D’altro canto la scuola, se non fonda l’azione educativasulla fattiva collaborazione con le famiglie, poco riesce adattuare e finisce per vedere impoverita la propria opera:favorire al massimo l’assunzione da parte della famigliadel suo ruolo formativo sì da rendere maggiormente inci-sivo il percorso di istruzione educativa. Resta poi da chiedersi se la formazione dei genitori debba esse-re compito della scuola in quanto tale o se, secondo una cor-retta applicazione del principio di sussidiarietà previsto nel det-tato Costituzionale e nel rispetto della complessità delle dina-miche della vita evolutiva della coppia e della famiglia, nonspetti ai genitori stessi di organizzarsi al fine di procedere allapropria autoeducazione. In tal caso la scuola “affiancherebbe”la famiglia favorendo e sostenendo tale processo, secondo unacorretta applicazione del principio di sussidiarietà.

L’organizzazione del rapporto tra famiglia e scuola

Famiglia e sistema educativo svolgono un compito fonda-mentale nella formazione dei giovani e hanno la primariaresponsabilità nella trasmissione di valori umani e morali,poiché in ogni altro luogo della nostra società questa con-tinuità di trasmissione ci appare oggi spezzata propriodalla modernità senza cultura, senza storia e senza radiciche minaccia i legami sociali, i legami tra diverse genera-zioni, lo spirito dell’accoglienza. Oltre al rapporto individuale tra genitori e sistema scola-stico, che per la maggior parte delle famiglie si esauriscenel rapporto con il docente nel momento di “ricevimen-to” delle famiglie, la scuola italiana ha da tempo compre-so e incentivato il valore del rapporto con le associazioni

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Famiglia e sistema educativo svolgonoun compito fondamentale nella formazione dei giovani e hanno la primaria responsabilità nella trasmissione di valori umani e morali

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dei genitori, vero propulsore di incontro e sviluppo disinergie tra le due istituzioni. “Trent’anni fa Rodari osservava che ‘il punto cruciale è quel-lo dell’incontro di base fra genitori e insegnanti, forma concretadell’incontro fra Scuola e Società: se questo incontro fallisce, lastruttura non vive’. Questo concetto è alla base della demo-crazia rappresentativa degli Organi Collegiali, tanto nobilenella fase ideativa quanto misera nella sua attuazione.Oggi, a trent’anni dai decreti delegati, possiamo bendire che la partecipazione non basta ma che occorre lacompresenza educativa della famiglia e della scuola nelpercorso formativo dello studente per renderlo persona-lizzato ed efficace”9.Il DPR 31 maggio 1974 n. 416 ha consentito la partecipazio-ne delle famiglie alla vita scolastica, definendone con preci-sione taluni ambiti di azione all’interno di organismi bendelineati, ma sancendo, comunque, una precisa differenzia-zione fra l’azione di istruzione, appannaggio del corpodocente, ed una sorta di salvaguardia del diritto dovere dellefamiglie all’educazione. Il ruolo dei genitori è definito in ter-

mini di collaborazione alla gestione di momenti istituzionali(consiglio di circolo e di istituto) e di dialogo informale attor-no all’educazione dei figli (consigli di classe ed interclasse).L’attribuzione dell’autonomia didattica e amministrativaalle singole istituzioni scolastiche ha visto il delinearsi dispazi di libertà educativa in sede locale. Ciò sta di fatto rivi-talizzando l’intera scuola, costringendola per un verso allaricerca di mediazioni in sede locale e per un altro ad espli-citare gradienti di professionalità che possano legittimar-ne il ruolo essenziale all’interno della comunità locale10.Il cambiamento generato dall’autonomia ha portato unaserie di modifiche strutturali, costringendo la scuola a per-dere la sua “staticità” di luogo deputato alla trasmissionedi contenuti per divenire un luogo dinamico in continuaevoluzione che incentiva e sviluppa l’aspirazione di ognicittadino alla cura della propria crescita personale lungotutto il percorso di vita. In questa ottica, il DPR 567/96 esuccessive modificazioni ed integrazioni ha previsto lacostituzione del Forum Nazionale delle Associazioni deiGenitori della Scuola, al fine di valorizzare la componente

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dei genitori e di assicurare una sede stabile di consultazio-ne delle famiglie sulle problematiche scolastiche. Con il DM 14 del 18/2/2002 è stato quindi istituito ilForum, a cui partecipano due rappresentanti per ciascunadelle Associazioni dei genitori maggiormente rappresen-tative. Il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitoridella Scuola ha sede presso il Dipartimento per i Servizinel Territorio – Direzione generale per lo status dello stu-dente, le politiche giovanili e per le attività motorie. Suc-cessivamente all’istituzione del Forum Nazionale delleAssociazioni dei Genitori, con il 2003 si è avviata l’attiva-zione dei Forum regionali, più vicini all’attività delle scuo-le, più legati al territorio, più raggiungibili dalle famiglie.La Commissione Europea ha indetto, per la prima volta ilgiorno 8 ottobre 2002, la “Giornata europea dei genitori edella scuola” con lo scopo di diffondere nei Paesi dell’U-nione Europea il tema del “partenariato” tra scuola e fami-glia come “elemento facilitatore” della buona riuscita dellaformazione educativa dei giovani. Alla base di tale decisio-ne la consapevolezza che il clima educativo più sereno delleclassi in cui si è sviluppato un buon “partenariato” tra geni-tori e insegnanti porta a più alti livelli qualitativi l’appren-dimento cognitivo e lo sviluppo psico-affettivo dei bambini.La giornata viene realizzata con l’apporto fattivo delle asso-ciazioni europee federate all’Epa (Associazione Europea deiGenitori), tra cui le Associazioni del Forum Italiano.La partnership educativa tra scuola e famiglia rappresenta,quindi, un punto di forza irrinunciabile per dare ai ragaz-zi le massime opportunità di sviluppo sereno ed armonio-so e per fronteggiare i complessi problemi della crescita edella formazione della personalità dei giovani.In questo quadro, già il 3 e 4 ottobre 2003, nella Confe-renza interministeriale sul disagio giovanile e la dispersio-ne scolastica svoltasi alla presenza dei Ministri dell’educa-zione e delle politiche giovanili d’Europa, sono stati sotto-lineati alcuni principi di riferimento educativo: ■ ruolo primario della collaborazione tra scuola e famiglia perla promozione del successo formativo di ciascun giovane; ■ esigenza che i sistemi di istruzione e formazione valo-rizzino gli apprendimenti non formali ed informali, acqui-siti dai giovani in famiglia, nei gruppi di pari, nelle asso-ciazioni giovanili e nel volontariato; ■ valenza positiva espressa dal volontariato, attraverso ilquale i giovani esercitano i valori della partecipazione edella solidarietà, acquisiscono capacità di scelta e respon-sabilità e costruiscono il loro senso di appartenenza, spe-rimentando concretamente i principi che sono a fonda-mento della convivenza civile; ■ il sostegno alla formazione di personale educativo, geni-tori, insegnanti, formatori, tutor, orientatori e dirigenti

scolastici su pratiche didattiche, modalità organizzative,saperi, metodologie e strumenti operativi, per favorire lacomplementarietà degli apprendimenti formali ed infor-mali, quale strategia per prevenire e contrastare l’abban-dono degli studi ed il disagio giovanile; ■ l’importanza del rapporto tra scuola e famiglia per pre-venire e affrontare le varie forme del disagio;

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RAGIONAMENTI

La Commissione Europea ha indetto, perla prima volta il giorno 8 ottobre 2002, la “Giornata europea dei genitori e dellascuola” con lo scopo di diffondere nei Paesidell’Unione Europea il tema del “partenariato” tra scuola e famiglia come“elemento facilitatore” della buona riuscitadella formazione educativa dei giovani

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■ la promozione ed il sostegno di centri di aggregazioneper i giovani, che si configurino come luoghi di incontro,di comunicazione intergenerazionale, anche tra ragazzie genitori, mondo del volontariato e istituzioni, per laprogettazione e la sperimentazione delle attitudini deiragazzi; ■ lo scambio e la diffusione delle migliori esperienze rea-lizzate, nel rapporto tra scuola, famiglia e volontariato, perprevenire e contrastare il fenomeno della dispersione sco-lastica e del disagio, promosse da scuole con le associazio-ni di volontariato ed associazioni locali.

Nel 2003, dopo l’istituzione dei Forum delle Associazionidei Genitori nella Scuola, nazionale e regionali, si è avvia-ta anche la costituzione dei Forum provinciali, che com-pletano così la rete organizzativa, indispensabile per unrapporto continuativo tra associazioni genitori e ammini-

strazione scolastica ai vari livelli operativi. Il Ministerodella Pubblica Istruzione, dalla costituzione del FoNAGS,ha intensificato e promosso:■ convenzioni con associazioni sportive, culturali e socialiper facilitare le azioni comuni tra scuole e territorio e rea-lizzare qualificate esperienze di apprendimento formale einformale; ■ azioni di informazione dei genitori, con documentazio-ne mirata e accessibile, aprendo forum telematici su spe-cifiche problematiche;■ seminari nazionali di formazione, specificatamentededicati ai genitori.

Portare i genitori, attraverso momenti di formazione eazioni condivise, a vivere esperienze coinvolgenti di “cit-tadinanza attiva” rafforza una cultura di governo dellascuola partecipata da tutte le componenti e rende più effi-

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In occasione della “V Giornata Europea dei genitori e della scuola” (10 ottobre 2006) il Forum ha deciso di collaborare in stretta sinergiacon la scuola per l’attuazione del Decreto 13 aprile 2006 “Realizzazione di campagne scolastiche per un uso corretto e consapevole delmezzo televisivo” che, all’art. 1, recita “È promossa la campagna ‘Usiamo bene la TV’, nell’ambito della quale il Ministro delle Comunica-zioni, d’intesa con il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, intende attuare iniziative finalizzate alla sensibilizzazione sulletematiche dell’uso corretto del mezzo televisivo, rivolte agli studenti di ogni ordine e grado e ai loro genitori, attraverso il coinvolgimento delleemittenti radiotelevisive nazionali”.Dalla collaborazione tra la Direzione Generale per lo Studente e il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola è nato cosìil Progetto Nazionale “Teleduchiamoci”, per la promozione di progetti mirati ad un uso consapevole della TV. Il progetto risponde al macro obiettivo di rappresentare una concreta forma di collaborazione scuola-famiglia e all’obiettivo didattico di valo-rizzare la capacità d’uso del mezzo televisivo, offrendo strumenti concreti per rafforzare le capacità critiche di lettura dei linguaggi radiote-levisivi e le capacità comunicative nella loro dimensione pedagogico-educativa, sensibilizzando, contemporaneamente, studenti e genitoriall’uso corretto del mezzo televisivo.

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cace l’opera dei docenti nell’educare gli allievi alla convi-venza civile.L’impegno dei rappresentati dei Forum delle Associazionidei Genitori è finalizzato a rendere ancor più saldo il rap-porto tra famiglia e scuola individuando nuovi spazi diazione condivisa e nuove forme di espressione della parte-cipazione dei genitori alla vita scolastica. “Siamo in un momento storico di ripensamento del siste-ma scolastico italiano, in cui, nella nostra società, si pon-gono in primo piano presunti e reali problemi economici,limitando spesso in modo pesante l’aspetto culturale econ ciò, anche l’istituzione ‘scuola’ che è un ambitoimportante di cultura.È chiaro che il problema non può esaurirsi in una riformadelle istituzioni, che la modernizzi, rendendola di nuovo fun-zionale alle esigenze educative e formative emergenti. Non sitratta tanto di aggiornare l’istituzione rispetto all’evoluzionedella società, ma di creare nella società dei fatti nuovi capacidi essere risposta vera ai bisogni educativi emergenti. È sempre più evidente che i problemi che agitano il piane-ta scuola, il pianeta cultura, non potranno essere risolti senon con l’apporto determinante di educatori capaci di darevita ad esperienze reali e attraverso condizioni sociali epolitiche che rendano possibile l’esercizio della libertà,educativa e formativa. La libertà di apprendimento, la libertà di educazione, lalibertà di insegnamento, la libertà di aggregazione sonocondizioni indispensabili perché la persona possa cresce-re, appunto, in libertà e quindi con responsabilità. C’è il diritto della persona all’educazione, all’istruzione,allo studio. C’è la responsabilità primaria dei genitori e delle famigliedi educare e di istruire i propri figli. Si tratta di diritti e didoveri non trasferibili ad altri.Sostenere ciò significa riconoscere la responsabilità edu-cativa dei genitori, e sostenere il loro dovere-diritto natu-rale e costituzionale a mantenere, educare e istruire i figli(Costituzione, art. 30).

Va messa in gioco l’idea stessa di ‘scuola’: le stesse riformein atto e in divenire possono e debbono essere occasionegrande per un nuovo protagonismo dei genitori e dellefamiglie, che devono solo rimanere fedeli a se stessi e nonpretendere di occupare un ruolo tecnico nella scuola, fami-glie dunque riconosciute come fattore costitutivo dellacomunità nazionale”11.

1 Cfr. J. Elster (a cura di), L’Io multiplo, Feltrinelli, Milano, 1985.2 A. Melucci, Il gioco dell’io. Il cambiamento di sé in una società globale, Fel-trinelli, Milano, 1991, p. 10.3 Cfr. S. Burgalassi, Uno spiraglio sul futuro. Interpretazione sociologica delcambiamento sociale in atto, Giardini Editori, Pisa, 1980.4 A. Melucci, Il gioco dell’io, cit., p. 51.5 Cfr. R. Bodei, Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno, Einaudi,Torino, 1987.6 Cfr. A. Melucci, L’invenzione del presente, Il Mulino, Bologna, 1991.7 Giorgio Bocca, relazione alla III Giornata Europea dei Genitori.8 Giorgio Bocca, relazione alla III Giornata Europea dei Genitori.9 Roma 14 ottobre 2003, Lucrezia Stellacci II Giornata Europea deiGenitori e della Scuola.10 Giorgio Bocca, professore di Pedagogia generale, Libera Università diBolzano, Università Cattolica di Milano. III Giornata Europea dei Geni-tori e della Scuola, 12 ottobre 2004.11 Maria Grazia Colombo, Presidente Nazionale Agesc, intervento allaGiornata Europea dei genitori, Roma, 10 ottobre 2006.

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RAGIONAMENTI

■ Nota Prot. n. 2415 del 28 marzo 2006 – Forum Studenti– FoNAGS. Ulteriori modifiche ed integrazioni al DPR567/96: circolare esplicativa.

■ Nota Prot. n. 1886 del 23 marzo 2005 – Progetto“Genitori e Scuola”. Disponibili le Linee indicative e lascheda di rilevazione del progetto.

■ Nota Prot. n. 3388 del 10 settembre 2003 – EuropeanParents Association. 14 ottobre 2003 “Seconda Giorna-ta Europea dei Genitori e della Scuola”.

■ DPR n. 567/96 modificato e integrato dal DPR n. 156/99.Disciplina delle attività complementari e delle rilevazione atti-vità integrative nelle istituzioni scolastiche.

■ Decreto Ministeriale n. 14 del 22 febbraio 2002. Istituzio-ne del Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori.

■ Regolamento del FoNAGS. Il Forum Nazionale delleAssociazioni dei Genitori della Scuola maggiormenterappresentato.

Normativa di riferimento

Portare i genitori, attraverso momenti di formazione e azioni condivise,a vivere esperienze coinvolgenti di “cittadinanza attiva” rafforza una cultura di governo della scuola

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