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6 - Malattie

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Progetto grafico, contenuti e produzione a cura di Fiori di Zucca & Luca Caratozzolo

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Io sono Filo

Mi ha puntola malaria...

Io sono Andrea

Mi ha punto una zanzara!

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Nel Nord del Mondo

Anche nella trattazione di un argomen-to complesso ed articolato come quello delle patologie che affliggono il genere umano possiamo evidenziare numero-se differenze che dipendono solo dal luogo in cui si vive, ad esempio una Pa-ese sviluppato piuttosto che un PVS.

Dei nemici invisibili

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Abbiamo deciso anche di trattare separatamente una patologia che, negli ultimi de-cenni, ha creato molti porblemi in tutto il mondo, e che per ora non ha ancora trovato una soluzione o una cura, l’HIV.

Diamo un’occhiata a come sono cambiate, dal 1984 ad oggi le statistiche sulle cause di morte nei Paesi Industrializ-zati.

La situazione nel 1900 e nel 1984 era quella rappresentata dalla tabella qui accanto.

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Le cose sono molto cambiate negli ul-timi decenni, qui di seguito riportiamo i dati aggiornati al 2012, prima quelli mondiali e poi quelli dei Paesi Industria-lizzati.

Dieci maggiori cause di morte a livello mondiale:

1) Ischemie cardiache - Provocano 7 mi-lioni e 250 mila morti, pari al 12,8% del totale dei decessi.

2) Ictus e altre malattie cerebrovasco-lari - Causano 6 milioni e 150 mila morti (10,8%).

3) Infezioni delle basse vie respiratorie Malattie come la polmonite o la bronchite acuta causano 3 milioni e 460 mila morti (6,1%).

4) Broncopneumopatie croniche ostrut-tive (Bpco) - Provocano 3 milioni e 280 mila morti (pari al 5,8% dei decessi).

5) Malattie diarroiche - Sono tutte quel-le che provocano forte diarrea (e con-seguente gravissima disidratazione del paziente): per esempio il colera, il tifo, la salmonella. Causano 2 milioni e 460 mila morti (pari al 4,3% del totale dei decessi).

6) Virus Hiv - Il virus che provoca l’Aids

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causa 1 milione e 780 mila morti (3,1% del totale dei decessi).

7) Tumori di trachea, bronchi e polmo-ne - Sono la causa di 1 milione e 390 mila morti (2,4%).

8) Tubercolosi - La Tbc causa 1 milioni e 340 mila morti (2,4% del totale dei decessi).

9) Diabete mellito - Causa 1 milione e 260 mila morti (2,2%).

10) Incidenti stradali - Sono la causa di 1 milione e 210 mila morti (2,1%).

Negli Stati ad alto reddito la principale causa di morte sono:

1) Ischemie cardiache (15,6%).2) Ictus (8,7%).3) Tumori a polmone, trachea e bronchi (5,9%).4) Alzheimer e demenze (4,1%).5) Infezioni delle basse vie respiratorie (3,8%).6) Broncopneumopatie croniche ostruttive (Bpco) (3,5%).7) Tumore del colon retto (3,3%).8) Diabete mellito (2,6%).9) Ipertensione (2,3%).10) Tumore del seno (1,9%).

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La visione delle singole cifre, che di per sé potrebbe sembrare sterile, deve servirci invece a riflettere su cosa fare per cam-biare questo trend. Sicuramente appare chiaro che queste cause di morte sono profondamente legate allo stile di vita tipico dei Paesi Industrializzati:

Ischemie, ictus, ipertensione, diabete sono tutte patologie che derivano da un’errata alimentazione, da un eccesso di cibo innanzitutto, ma anche di alcune com-ponenti, come zuccheri e grassi animali.

Patologie respiratorie di vario genere dipendono innanzitutto dal fumo, e poi dall’aria inquinata che respiriamo

ogni giorno.

Le malattie virali come l’HIV trovano la loro maggiore diffusione negli strati più devianti della società, come i tossicodi-pendenti, ma sono diffuse anche in altri strati della popolazione.

Malattie da stress, depressione, forme di ansia, suicidi, derivano da uno stile di vita troppo spesso complesso da mante-nere per anni.

Incidenti stradali, causati da un sempre maggior numero di veicoli, e da stili di guida spesso sconsiderati, abbianti a consumo di alcool o stupefacenti.

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Discorso a parte merita l’HIV, patologia estremamente complessa, sia per l’indivi-duazione, dato che non ha sintomi propri, ma è resa palese dai sintomi delle pato-logie che l’organismo contrae a causa dell’infezione immunodepressiva.

Cominciamo con una precisazione: HIV e AIDS non sono la stessa cosa.

Le persone che contraggono il virus Hiv (sieropositivi) non sono malate di Aids, anche se possono diventarlo e, salvo casi rarissimi, lo diventano in assenza di cure adeguate.

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Lo stato di sieropositività può rimanere tale, senza sintomi né manifestazioni di al-cun tipo per molti anni.

Questo è il motivo per cui numerosissimi uomini e donne sono sieropositivi senza sa-perlo e pertanto inconsapevolmente diffondono l’infezione.

Ne prendono poi coscienza nel corso di accertamenti casuali o in seguito a malattie infetti-ve più o meno comuni, favorite dall’indebolimento del sistema immunitario.

Opportunamente curato con i farmaci antiretrovirali nella formulazione più adatta a ciascun individuo e seguito regolarmente nel tempo, un sieropositivo vive in buona salute molto a lungo (ci sono portatori del virus da 20-25 anni).

Continuerà comunque sempre ad essere portatore e quindi potenziale fonte di con-tagio e diffusione del virus. Soltanto quando l’infezione da virus Hiv determina la comparsa di gravi malattie infettive dette “opportunistiche” e/o “ Hiv-correlate”, il soggetto viene considerato malato di Aids.

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In Europa e nel Nord del mondo è positi-vo all’HIV un numero di persone tra 0,5 e 5% della popolazione. Potrebbe sembrare una dato basso, ma vogliamo invitarti a riflettere sul fatto che l’HIV non è una malattia facile da pren-dere.

Il contagio avviene solo per via emati-ca o sessuale, e sono quindi i comporta-menti a rischio – o la vita con persone dai comportamenti a rischio – a causare l’infezione. Nel caso di “incolpevolezza” nella contrazione dell’HIV si tratta di compagni/e, mogli o mariti, figli e figlie, che hanno inconsapevolmente contratto il virus da un familiare.

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Nelle regioni sviluppate l’incidenza dei nuovi casi è attualmente stabile, le nuove infe-zioni sono in numero stabile, e non ci sono previsioni di peggioramento, ed inoltre sono molto efficaci, come abbiamo detto sopra, le cure con retrovirali.

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Nel Sud del Mondo

Passiamo all’analisi delle cause di mor-te per quanto riguarda i PVS: scopri-remo che sono molto diverse, ma non meno letali, di quelle dei Paesi Svi-luppati. Riflettiamo insieme su questi primi dati.

Milioni di personerischiano ogni giorno

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Nei paesi più poveri, virus e bacilli che nelle nostre nazioni sviluppate sono ormai mali passeggeri che curiamo con pochi giorni di farmaci, provocano stra-gi, spesso di bambini, che sarebbero evitabili proprio grazie a poche medici-ne di base.

Nelle loro condizioni di salute, e spesso di denutrizione, diventano killer che si potrebbero subito sconfiggere, con farmaci tra l’altro molto semplici da reperire nel nord del mondo. Si muore infatti soprattutto per infezioni alle basse vie respiratorie, diarrea e Hiv/Aids.

Nei paesi a basso reddito, solo un quinto

delle persone raggiunge i 70 anni, le infezioni alle basse vie respiratorie sono la prima causa di morte (11,3%), davanti alla diarrea (8,2%), all’Hiv/Aids (7,8%) e all’ischemia (6,1%).

Per questi Paesi predominanti sono le morti di natura infettiva, ma hanno an-che un peso le cause legate alle nascite (3,2% per nascite premature e basso peso alla nascita, 2,9% per asfissia o trauma alla nascita, 2,6% per infezioni neonatali).

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato recentemente anche un allar-me per la diffusione del cancro nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa ed in Asia. Se l’aumento seguirà il trend degli ultimi anni presto il cancro entrerà a far parte delle prime 10 cause di morte anche in questi paesi come lo è già in quelli occidentali. I dati prevedono un aumen-to delle morti per cancro anche del 93% come previsto per l’Africa Subsaharia-na.

Quali sono le motivazioni alla radice di queste patologie?

1) Le condizioni igieniche gravemente

carenti o addirittura assenti nella maggior parte di questi luoghi, che consentono a batteri e virus di riprodursi e diffondersi in modo rapido ed endemico.

2) La malnutrizione, che da un lato rende più facile l’ammalarsi, dall’altro rende estremamente difficile recuperare le forze e guarire.

3) L’assenza, o la scarsissima disponi-bilità, di strutture sanitarie, personale specializzato, farmaci.

4) I comportamenti sessuali a rischio, determinati anche dalle culture locali, che spesso consentono la possibilità di avere

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più partner.

5) L’ambiente inquinato, e soprattutto l’acqua, veicolo di infezioni di goni tipo, e soprattutto luogo ideale per la riproduzio-ne della zanzara anofele, portatrice della malaria.

Proprio la malaria, che tante vittime aveva fatto nei due secoli precedenti al nostro in tutto il mondo, ed anche in Ita-lia, è ormai solo un ricordo per il mondo occidentale; parliamo di malaria solo quando ci accingiamo a fare un viaggio in Paesi che ne sono ancora afflitti.

In un anno, nel 2010, sono morte per

malaria tra 1,250 milioni e 1,500 milio-ni di persone, un numero impressionan-te, se pensate a cosa sarebbe sufficiente per evitarle.

Se diamo un’occhiata alla carta del MDG Report, vedremo che, solo aumentando la quantità di zanzariere sotto le quali far dormire soprattutto i bambini, si sono abbassate de 5% nel 2005 e dell’11% nel 2010 i contagi.

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Se riflettiamo attentamente, possiamo riassumere tutte le cause sopracitate in un’unica parola: povertà. E’ questa alla radice di tutto quello che accade, riguardo alla salute, nei PVS.

Una discorso a parte merita l’HIV, vera pandemia nei Paesi poveri, ed in particolare in Africa. Vediamo i dati, tutti tratti dal MDG Report.

Ci sono, nel mondo, 33 milioni circa di casi di HIV ed AIDS conclamata, dei quali il 95% si trova nei PVS, soprattutto in Africa, e in particolare nell’Africa Subsahariana.

I nuovi casi, stabili nei Paesi Sviluppati, in Asia e in Sudamerica, sono invece tuttora in aumento in tutta l’Africa, con cifre che vanno dallo 0,41 all’1,08%. E’ anche vero però che sono in aumento le persone contagiate da HIV che sopravvivono, e sono meno le morti per AIDS. Questo dipende anche da una maggior conoscenza del pro-blema AIDS, che è stata realizzata attraverso molte campagne informative (molte da parte di Associazioni religiose), e che hanno portato a percentuali tra il 22 e il 55% il numero di coloro che sono informati sull’HIV, l’AIDS e tutto ciò che le riguarda.

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Sono aumentati anche i trattamenti con retrovirali, da meno di 1 milione di per-sone nel 2002, a quasi 7 milioni oggi, e questa è una prospettiva davvero positiva, anche se stiamo parlando di un problema ancora enorme.

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Il confronto

Un confronto tra le due situazioni, ri-guardo alle malattie ed all’HIV, che ca-ratterizzano i Paesi Occidentali e i PVS, è complesso da fare; le ragioni di questa complessità si trovano essenzialmente nella profonda differenza tra le tipo-logie di malattie che colpiscono i due emisferi, legate strettamente alle condizioni di vita delle diverse popolazioni.

Una grande distanza

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Da un lato malattie legate ad uno stile di vita frenetico, non salu-tare, immerso nell’inquinamento atmosferico, delle acque e del ter-reno, causate dal fumo, dagli inci-denti stradali, dagli errori sanitari.

Dall’altro una vita segnata dalla povertà in tutte le sue declina-zioni: la mancanza di abitazioni idonee, di acqua potabile, ospedali, medici, farmaci, istruzione, con-dizioni che condannano le popo-lazioni di questi paesi a restare in questo stato di “sospensione”, di dipendenza dalla beneficenza e dal denaro dei Paesi Occidentali.

Cause di morte nord del mondo

Ischemie cardiache 12,8%Ictus e altre malattie cerebrovascolari 10,8%

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Quello che dovrebbe farci riflettere è che, paradossal-mente, sarebbe molto più facile, oggi, se ce ne fosse la volontà, curare la maggior parte delle malattie del Sud del mondo, che non quelle del Nord: baste-rebbero antibiotici, integratori, antipiretici, antivirali che noi abbiamo a disposizione, ogni giorno, nei nostri armadietti dei medicinali. Basterebbe, da subito, al-meno l’acqua pulita!

Noi occidentali avremmo invece bisogno di cambia-re davvero stile di vita; noi che potremmo farlo, che ne avremmo ogni possibilità, non mettiamo in atto nessuna delle misure, semplici, praticabili ed anche economicamente convenienti, che sarebbero alla nostra portata. E’ davvero una situazione da “schiaf-fo alla miseria”, davanti a popoli interi che non possono far nulla per cambiare il proprio destino.

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Comportamenti Virtuosi

Dopo aver trattato in modo approfon-dito la situazione della malattia e della morte nei due emisferi del nostro Pia-neta, avrai un’idea abbastanza chiara di come, al di là della sua ineluttabilità, la morte sia una compagna più fre-quente e più vicina alle popolazioni del Sud del mondo, soprattutto per le fasce che nel nostro Nord sono le più protette: bambini, donne in gravidanza, giovani, anziani.

Un impegno costante per tutti noi!

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Questo ci fa innanzitutto capire che è assoluta-mente indispensabile intervenire, che ogni attimo perduto è un vero dramma, che ogni nostro – piccolo o grande - passo avanti può essere una possibilità, per ragazzi come te, i tuoi amici, tuo fratello o tua sorella, innan-zitutto di sopravvivere, e magari di vivere in condizioni che potremmo definire “umane”.

E’ necessario che ripensiamo il modo in cui spendiamo il nostro denaro, che valutiamo l’i-dea di ridurre lo sperpero sfrenato, l’iperpro-duzione di beni, l’ammasso infinito di rifiuti con i quali sovraccarichiamo la terra, che capiamo di non essere i soli abitanti degni di essere chiamati “esseri umani”.

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E’ necessario intervenire nel PVS, partendo da poche semplici iniziative: potabilizzare l’acqua, boni-ficare le zone paludose, fornire attrezzature mediche e non (zanzariere ad esempio), vaccini, alimentari a miliardi di persone che – ora come ora – non hanno vie di fuga dal destino di malattia e di morte che la vita offre loro.

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Tocca a noi, innanzitutto, poiché proprio da noi è partito, quasi due secoli fa, il perverso meccanismo che ha reso queste persone – interi popoli –

vittime predestinate.

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