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1 / 4 Data Pagina Foglio 05-2020 48/51 TEMPIf 48. il nocciolo della questione Corpo a corpo Che inferno la sicurezza assoluta Per il filosofo Petrosino, perché la logica della sopravvivenza non finisca per distruggere le relazioni è necessario che il bene (con la b minuscola) resti una possibilità, non un'imposizione «Impensabile eliminare la lotta tra la nuda vita e l'umano» di Piero Vietti «La vita è guerra, conflitto. È natura- le guardare l'altro come un nemico, so- prattutto in periodi di grandi difficoltà come guerre, carestie ed epidemie». Adesso che il coronavirus, imprevedibile, primordiale, ha stravolto le nostre vite, colpendo senza distizioní in tutto il mon- do, il sospetto e la paura rischiano di di- ventare sempre di più la cifra dei rappor- ti tra sconosciuti incrociati al supermer- cato, colleghi, amici e parenti. «Ma que- sto non è strano», ripete a Tempi Silvano Petrosino, filosofo, ordinario all'Univer- sità cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegna Teorie della comunicazione e Antropologia religiosa e media. Dopo il saggio, uscito lo scorso autun- no per Vita e Pensiero, Il desiderio. Non siamo figli delle stelle, ha appena dato alle stampe un libretto piccolo ma prezioso per la casa editrice Interlinea, un instant book sull'epidemia intitolato Lo scandalo dell'imprevedibile, in cui rispondendo ad alcune domande parla di «bene con la b minuscola», futuro e avvenire, scienza e scienziati, ottimismo e speranza, libertà e controllo. Il coronavirus ci ha sottrat- to il rapporto con l'altro? «Sono sempre stato critico dell'elogio della relazione», dice. «A livello di "nuda vita" la relazione con l'altro è sempre conflitto. Il mondo è il teatro della nuda vita, la legge natura- le, da sempre, è quella del più forte. Su questa scena però a un certo punto arriva l'uomo, il solo capace, pur tra mille diffi- coltà, di superare questa legge di natura, e introdurre nell'universo la possibilità del bene». È un corpo a corpo che non si esaurisce mai, però. La vita è un «oscilla- re tra la legge del più forte e la possibilità del bene». L'uomo è naturalmente catti- vo? «Quando Caino dice a Dio: "Sono for- se il guardiano di mio fratello?", dice una cosa del tutto logica, normale, faceva no- tare Lévinas. Quello "strano" semmai è Silvano Petrosino, filosofo, ordinario di Teorie della comunicazione e Antropologia religiosa e media all'Università cattolica di Milano Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Universita' Cattolica 071084 Mensile

48. il nocciolo della questione Che inferno la sicurezza ... · garantire dalla violenza, è preferibile un mondo di violenza. Il bene è un valore che non può essere imposto dal

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48. il nocciolo della questione

Corpo a corpo

Che infernola sicurezzaassoluta

Per il filosofo Petrosino, perché la logica della sopravvivenzanon finisca per distruggere le relazioni è necessario che il bene(con la b minuscola) resti una possibilità, non un'imposizione«Impensabile eliminare la lotta tra la nuda vita e l'umano»

di Piero Vietti

«La vita è guerra, conflitto. È natura-le guardare l'altro come un nemico, so-prattutto in periodi di grandi difficoltàcome guerre, carestie ed epidemie».Adesso che il coronavirus, imprevedibile,primordiale, ha stravolto le nostre vite,colpendo senza distizioní in tutto il mon-do, il sospetto e la paura rischiano di di-ventare sempre di più la cifra dei rappor-ti tra sconosciuti incrociati al supermer-cato, colleghi, amici e parenti. «Ma que-sto non è strano», ripete a Tempi SilvanoPetrosino, filosofo, ordinario all'Univer-sità cattolica del Sacro Cuore di Milano,dove insegna Teorie della comunicazionee Antropologia religiosa e media.

Dopo il saggio, uscito lo scorso autun-no per Vita e Pensiero, Il desiderio. Nonsiamo figli delle stelle, ha appena dato allestampe un libretto piccolo ma preziosoper la casa editrice Interlinea, un instantbook sull'epidemia intitolato Lo scandalodell'imprevedibile, in cui rispondendo adalcune domande parla di «bene con la bminuscola», futuro e avvenire, scienza escienziati, ottimismo e speranza, libertà

e controllo. Il coronavirus ci ha sottrat-to il rapporto con l'altro? «Sono semprestato critico dell'elogio della relazione»,dice. «A livello di "nuda vita" la relazionecon l'altro è sempre conflitto. Il mondo èil teatro della nuda vita, la legge natura-le, da sempre, è quella del più forte. Suquesta scena però a un certo punto arrival'uomo, il solo capace, pur tra mille diffi-coltà, di superare questa legge di natura,e introdurre nell'universo la possibilitàdel bene». È un corpo a corpo che non siesaurisce mai, però. La vita è un «oscilla-re tra la legge del più forte e la possibilitàdel bene». L'uomo è naturalmente catti-vo? «Quando Caino dice a Dio: "Sono for-se il guardiano di mio fratello?", dice unacosa del tutto logica, normale, faceva no-tare Lévinas. Quello "strano" semmai è

Silvano Petrosino,filosofo, ordinariodi Teorie dellacomunicazionee Antropologiareligiosa e mediaall'Universitàcattolica di Milano

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TEMPI I MAGGIO 2020 .49

Roma, piazza Navona,3 aprile 2020

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so. il nocciolo della questione

il Dio biblico, che decostruisce la legge dinatura e indica un'altra strada, di bene,che sarebbe naturalmente impossibile».

L'umano è la strada dell'impossibile,ripete Petrosino. «Per questo il pericolopiù grande oggi è cedere alla logica dellanuda vita, dimenticarsi dell'umano infavore della sopravvivenza». Ma non sene esce senza questo corpo a corpo. «Lacosa più terribile che vedo all'orizzonteè un consegnarci, in nome della nostrasalute fisica, a una "metafisica della si-curezza", che è un'estensione pericolosadel concetto di "messa in sicurezza". Ègiusto mettere in sicurezza ponti, scuo-le, palestre, edifici. Ma non si può met-tere in sicurezza l'umano: ciò che lo ca-ratterizza sono libertà e responsabilità,ma esse sono drammatiche sempre, nonpossono essere dedotte e garantite unavolta per tutte». Ancora il corpo a corpo.«L'esempio perfetto èArancia meccanica,il romanzo di Anthony Burgess diventatoanche un film di Stanley Kubrick: di fron-te alla pretesa di un mondo che cí vuolegarantire dalla violenza, è preferibile unmondo di violenza. Il bene è un valore chenon può essere imposto dal potere. Tuttii sistemi che pretendono di imporre e ga-rantire il bene sono offensivi dell'umanoe sono l'instaurazione dell'inferno in ter-ra. Il bene, introdotto dall'uomo nell'uni-verso, sta attaccato al filo della libertà edella responsabilità».Da settimane i poliziotti agli angoli

delle strade ci fermano chiedendoci dovestiamo andando e perché, i decreti gover-nativi ci intimano di stare a casa, ci sonoapp che vogliono tracciare i nostri movi-menti, controllare chi incontriamo perpoi dirci se e quanto restare in isolamen-to. Tutto per il bene della nostra salute.«Certe misure sono sicuramente utili perun certo periodo, ma non possono diven-tare norma e logica. La vita umana nonpuò essere garantita. Un ragazzo a cuipiace una ragazza che fa? Le telefona, ci

Lo scandalodell'imprevedibileSilvano PetrosinoInterlinea80 pagine10 euro

esce insieme, poi se si piacciono la bacia,ci fa l'amore... Si potrebbe iniziare unacosa del genere volendo essere da subi-to certi e sicuri di come finirà? I rapportiaffettivi e sessuali non ci sarebbero se cisi basasse solo sulla sicurezza». In ogniinizio c'è un rischio da correre, qualcosain cui avere fede. «Non solo in Dio: nellibro che stai per leggere e non sai se tisarà utile, nella persona a cui dai un ap-puntamento e aspetti. Non puoi esseresicuro prima, speri. La promessa non èmai una sicurezza».

La pretesa di colmare il misteroAdesso ci dicono di avere fede negli scien-ziati, negli esperti che ci tireranno fuoridalla pandemia. Nel suo libro Petrosinodistingue tra "scienza" e "immagine del-la scienza": la prima «è abitata da dubbi,incertezze, perplessità, correzioni», laseconda «ha finito per alimentare nellepersone delle aspettative a cui la scienzanon ha potuto rispondere». Paradossal-mente gli esperti più seri sono quelli «chenon hanno risposte certe, dicono "forse",fanno ipotesi». Tutti si sono contraddet-ti. «È l'emergere dell'umano all'internodi una scena che vorrebbe fare a menodell'uomo, fondarsi sul risultato del la-boratorio. Ma il risultato del laboratorioèuna astrazione, ciò cheè concreto e veroè l'umano».

Di nuovo il corpo a corpo: «Gli scien-ziati sono uomini, sono abitati da ciò chenon sanno controllare: narcisismo, pau-ra, presunzione. Pongono la loro forzasul sapere ma in fondo sono abitati daun non sapere. Tenerne conto è la stradadell'umiltà. Ma questo vale per tutto: seio mi innamoro dite, il rapporto si rom-pe quando pretendo quello che non puoidarmi. Il rapporto va avanti quando chie-di all'altro di accompagnarti nel vivere ilnon sapere, non nel chiedergli di colmar-lo. Stiamo insieme per vivere il misterodella vita, non perché l'altro è la rispostaal mistero. Quando gli chiedi di colmareil non sapere, e ti accorgi che non lo col-ma, allora lo uccidi, perché ti ha tradito.Poni all'altro una domanda a cui l'altronon può rispondere e fai di questa nonrisposta il motivo per ucciderlo». Senzarendersi contro di questo dramma, nellamigliore delle ipotesi anche tanti cristia-ni «ripetono che dobbiamo amare l'altro,risultando moralistici. La vita non è così».

«Lesempio perfettoè Arancia meccanica:di fronte alla pretesadi un mondo checi vuole garantire dallaviolenza, è preferibileun mondo di violenza»

«Quello che si deve fare di fronte aun'epidemia — scrive Petrosino nel libro,citanto il Camus de La peste — è quello..che migliaia di donne e di uomini, conprontezza e generosità hanno fatto: sonorestati, hanno cominciato a camminare inavanti, nelle tenebre, un po' alla cieca, ehanno tentato di fare del bene. In un certosenso il discorso, ogni possibile discorsosu un tema come il nostro, inizia e finiscequi: al bene non c'è alternativa, quello chesi deve fare si deve fare, e ciò che si devefare è tentare di fare del bene». Dai mediciagli infermieri, fino a chi ha fatto il suoconi poveri o in una scuola, abbiamo vistomigliaia di esempi di bene fatto, minimecose di piccola gente che fanno nascerela domanda: perché? «Cos'altro avrebbe-ro potuto fare? È l'umano che emerge, lascintilla di Dio che ci fa compiere il beneverso il prossimo, dí cui invece natural-mente avremmo paura».

La necessità del perdonoNuda vita e umano in lotta, sempre:«Sbandiamo continuamente, ma se ac-cettiamo la realtà di questa condizionepossiamo perdonarci. Pietro ha traditoCristo più volte di Giuda, ma non ha tra-sformato quel limite ín una obiezione.Non ha fatto del tradimento, del pecca-to, la logica con cui guardare il mondo,ha accettato il limite. Giuda no, non si èperdonato. La tragedia di Giuda è tutta inGiuda: Dio lo avrebbe perdonato». Alloral'altro non è più un nemico, qualcuno daguardare con sospetto. «È un grande temadel cristianesimo, il perdono. Che per meè innanzitutto questo: il riconoscimentodel male che tu mi hai fatto. Tu mi hai tra-dito, non è che ti sei sbagliato, ma io nontrasformo questo tradimento nella lenteattraverso cui guardare la nostra storia,perché a quel punto vorrebbe dire che lanostra storia è un inganno. Non trasformola tua colpa in un tutto».

Sembra impossibile. «Ma l'umano èla strada dell'impossibile. E nella storia

FOTO: ANSA

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TEMPI I MAGGIO 2020 .51

questo impossibile è avvenuto: non soloín Cristo, Dio che si fa uomo, ma in tuttii giusti e i santi. Ci sono stati, non è unaballa: occorre farne memoria. Spesso conla moto a Milano io passo in via Kolbe, eci penso: quello che lui ha fatto è duratopochi secondi, ha alzato una mano e ba-sta, ha dato la vita per un altro. Ci sonostati i padre Kolbe, ce ne sono tantissi-mi che fanno il bene. Parlo delle nostremadri, di uno zio, un professore... tuttiabbiamo esempi di giusti nella nostra vi-ta. Uno può dire "non cela faccio", certo,ma alla luce della memoria di quel bene ilpeccato non è niente. Il peccato mortale èfare del peccato la logica con cui guardare

Be'-"o, 2 aprile 2420.Sotto, Arancia meccanica

il mondo: essere come Giuda». Il bene dicui parla Petrosino «ha la b minuscola.Ma questo è il cristianesimo! Dio ha a chefare con una cena. Il mistero cristiano pereccellenza avviene su un tavolo dove pri-ma magari bevevi l'aperitivo con un tuo

«Gli scienziati sono abitatida ciò che non sannocontrollare: narcisismo,paura, presunzione. Contanosul sapere ma sono abitatida un non sapere. Tenerneconto è la strada dell'umiltà»

amico prete, poi lui mette una tovaglia,dice Messa e lì c'è Dio realmente presen-te. L'umano è la minuscola».

Senza memoria non si va lontano. «Seuno ha conosciuto un amore vero a 15anni, e oggi non ha nessuno, la memoriadella verità di quell'amore gli impedisce ditrasformare la vita in una schifezza. Certo,è difficile: emerge sempre la nuda vita, cheè guerra. Ma la memoria permette la spe-ranza. L'ottimismo è frutto della volontà,dopo un po' non regge». Quanto è fragile loslogan "andrà tutto bene" sentito in questimesi, infatti. «L'uomo è fatto per andareavanti - chiosa Petrosino - ma l'andareavanti si fonda sulla memoria del benericevuto. La vera memoria ha a che farecon l'avvenire, che è diverso dal futuro».Il futuro si basa su una previsione fatta inbase ai dati del presente, scrive Petrosinonel libro, «l'avvenire è il campo dell'even-to, dell'avvenimento, di ciò che viene e ac-cade, e ciò che accade e viene lo fa sempresenza avvisare, senza pre-avvisare».

Aprirsi all'avvenireL'uomo non può vivere senza progettare,però. «È vero, ed è giusto che lo faccia, mala vera memoria è data dal fatto che tudici: "Sono stato voluto bene, non so cosami capiterà, mi apro a un avvenire". C'èqualcuno che può progettare di innamo-rarsi? Io so che innamorarsi è possibilein base all'esperienza, mi apro all'avve-nire in forza di quell'innamoramento.L'esistenza dei santi e dei giusti dice chel'impossibile del bene è accaduto, questomi apre all'avvenire».

La tentazione è pensare di potere fare ameno di questa memoria, di questo corpoa corpo continuo, pensare di interrompe-re una volta per tutte la lotta tra nuda vitae umano, eliminare il rischio mettendol'esistenza in sicurezza, magari tramiteun'app. «È una follia: vedo una ragazzache mi piace e quando mi avvicino a lei ilmio smartphone mi segnala che potreb-be essere infetta, e allora desisto? Così èun inferno. L'idea del potere di riuscire agarantire il bene è un delirio. Il bene, seDio esiste, è stato consegnato da Lui stes-so nelle mani degli uomini. Neanche Diopuò imporre il bene, e per fortuna non loha fatto. Perché il protagonista di Aranciameccanica si chiama Alex? Perché se ilbene viene imposto per legge, non si puòche essere a-lex, senza legge». ■

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