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 LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 /APRILE 2005 40 Le prescrizioni per la sicurezza elettrica sulle linee di trazione a corrente continua a 3000 V sono date dalla Norma CEI EN 50122-1 (Norma CEI 9-6) “Provvedimenti di protezione concernenti la sicurezza el ettrica e la messa a terra” [1]. Esse riguardano le installazioni fisse associate al sistema di trazione e ogni installazione che possa essere messa in pericolo dal sistema di alimentazione della tra- zione. La sicurezza può essere conseguita per mezzo di diver- si sistemi di protezione, a seconda anche delle modalità con cui una persona può venire in contatto con le parti in tensione. Per la particolare configurazione del sistema di ali- mentazione della trazione, si può entrare in contatto con  parti in tensione (r otaie) anche nel funzionamento nor- male. Anche se conven- zionalmente le rotaie di corsa, e le parti conduttri- ci ad esse collegate, non sono considerate parti at- tive dalla Norma, tutte   possono assumere poten- ziali pericolosi. In questo articolo si  cercherà di evidenziare le  principali prescrizioni. IL SISTEMA DI ALIMENT AZIONE DELLA TRAZIONE  A CORRENTE CONTINUA A 3000 V La fig. 1 mostra lo schema di principio del- l’alimentazione del siste- ma di trazione a corrente continua a 3000 V: la li- nea di contatto è collegata con il positivo della sotto- stazione (S.S.E.); il “circuito di ritorno”, costituito essen- zialmente dalle rotaie, convoglia al negativo le correnti di ritorno della trazione elettrica. Il sistema non ha punti intenzionalmente messi a terra: in sottostazione il circuito di ritorno è collegato all’impian- to di terra tramite una valvola di tensione e il binario è te- nuto, per quanto possibile, isolato da terra per evitare i ben noti danni che le correnti vaganti possono provocare alle strutture metalliche interrate o alle strutture in calce- struzzo delle gallerie e dei viadotti, con possibilità di pre- giudicarne, per quest’ultimi, la stessa s tabilità. Prima di descrivere le diverse misure di protezione adottabili sarà bene riportare alcune importanti definizioni date dalla Norma CEI EN 50122-1 (denominata nel seguito “Norma”), necessarie alla comprensione di queste note. PROSPETTIVE NORMATIVA, TECNOLOGIE, SICUREZZA a cura di: Biagio Costa, Pasqu ale De Palatis e Paolo Genovesi con la collaborazione di Cristina Malta e C. Domenico Ronzino LA SICUREZZA ELETTRICA SULLE LINEE DI TRAZIONE  A CORRE NTE CONT INUA A 3000 V di Elia TART AGLIA RFI – Direzione Tecnica – Sicurezza e Segnalamento Fig. 1 - Sche ma di princi pio dell’alimentazi one del sistema di trazione a corrente continua a 3000 V 

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LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 / APRILE 200540

Le prescrizioni per la sicurezza elettrica sulle linee di trazione a corrente continua a 3000 V sono date dalla Norma CEI EN 50122-1 (Norma CEI 9-6) “Provvedimenti di protezione concernenti la sicurezza elettrica e la messa a terra” [1]. Esse riguardano le installazioni fisse associate al sistema di trazione e ogni installazione che possa essere messa in pericolo dal sistema di alimentazione della tra- zione.

La sicurezza può essere conseguita per mezzo di diver- si sistemi di protezione, a seconda anche delle modalità con cui una persona può venire in contatto con le parti in tensione.

Per la particolare configurazione del sistema di ali- mentazione della trazione, si può entrare in contatto con parti in tensione (rotaie) anche nel funzionamento nor- male. Anche se conven- zionalmente le rotaie di corsa, e le parti conduttri- ci ad esse collegate, non sono considerate parti at- tive dalla Norma, tutte possono assumere poten- ziali pericolosi.

In questo articolo si cercherà di evidenziare le principali prescrizioni.

IL SISTEMA DI ALIMENTAZIONEDELLA TRAZIONE A CORRENTECONTINUA A 3000 V

La fig. 1 mostra loschema di principio del-l’alimentazione del siste-ma di trazione a correntecontinua a 3000 V: la li-nea di contatto è collegatacon il positivo della sotto-

stazione (S.S.E.); il “circuito di ritorno”, costituito essen-zialmente dalle rotaie, convoglia al negativo le correnti diritorno della trazione elettrica.

Il sistema non ha punti intenzionalmente messi a terra:in sottostazione il circuito di ritorno è collegato all’impian-to di terra tramite una valvola di tensione e il binario è te-nuto, per quanto possibile, isolato da terra per evitare iben noti danni che le correnti vaganti possono provocarealle strutture metalliche interrate o alle strutture in calce-struzzo delle gallerie e dei viadotti, con possibilità di pre-giudicarne, per quest’ultimi, la stessa stabilità.

Prima di descrivere le diverse misure di protezioneadottabili sarà bene riportare alcune importanti definizioni

date dalla Norma CEI EN 50122-1 (denominata nel seguito“Norma”), necessarie alla comprensione di queste note.

PROSPETTIVENORMATIVA, TECNOLOGIE, SICUREZZA

a cura di: Biagio Costa, Pasquale De Palatis e Paolo Genovesicon la collaborazione di Cristina Malta e C. Domenico Ronzino

LA SICUREZZA ELETTRICA SULLE LINEE DI TRAZIONE

A CORRENTE CONTINUA A 3000 V

di Elia TARTAGLIA

RFI – Direzione Tecnica – Sicurezza e Segnalamento

Fig. 1 - Schema di principio dell’alimentazione del sistema di trazione a correntecontinua a 3000 V

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LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 / APRILE 200541

Definizioni

• Zona di rispetto TE (Zona della linea aerea di contattoe zona del pantografo)È la zona in cui si considera possibile il pericolo di un con-

tatto accidentale con i conduttori della trazione elettrica (TE).La Norma definisce due zone (ved. fig. 2) in cui è con-

siderato probabile il contatto: una zona della linea aerea dicontatto e una zona del pantografo.

L’allegato I1 della Norma, confermando i valori in vigo-re, stabiliti dalla precedente edizione della corrispondentenorma italiana 9-6 (ediz. 1992), fa di fatto coincidere l’in-sieme di tale zone con la nota definizione di “zona di ri-spetto TE”: X = Y = 3 m; Z = 1 m.

Da notare che la Norma, a differenza della prece-dente edizione italiana, nella definizione della zona di

rispetto TE non prende in considerazione la rottura dialimentatori o di linee di alimentazione che non sianosollecitate meccanicamente da organi di contatto, per-ché la probabilità di rottura è minima (e pertanto la Zo-na di rispetto TE è riferita solamente alla linea aerea dicontatto).

• Linea aerea di contatto (Norma CEI EN 50122-1 – Art. 3.3.3) Linea di contatto disposta al di sopra o a fianco del tet-

to dei veicoli che fornisce ai veicoli l’energia elettrica permezzo di organi di contatto montati sul tetto.

Fig. 2 - Zona di rispetto TE

Zona della linea aerea di contatto e zona del pantografo

(Art. 3.3.8 e allegato I.1 - Norma CEI EN 50122-1 (CEI 9-6))

Zona i cui limiti non sono generalmente superati né da una linea aerea di contatto danneggiata, né da un pantografo in tensione cheabbia sviato, o da suoi frammenti.

Strutture e impianti possono entrare accidentalmente in contatto con una linea aerea di contatto in tensione che abbia subito danni, o

che abbia sviato. La figura definisce le zone entro le quali tale contatto è considerato probabile. I parametri X, Y, Z devono essere de-finiti da normative nazionali di sicurezza (per l’Italia, il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) ha confermato nell’allegato I.1 i valori in vi- gore nella precedente edizione della corrispondente norma italiana: X = 3 m; Y = 3 m; Z = 1 m). Il punto PA è la posizione del con-duttore più alto della linea aerea di contatto in tutte le condizioni di esercizio ed è considerato sull’asse del binario. I limiti della zonadella linea aerea di contatto al di sotto del piano del ferro sono estesi verticalmente verso il basso fino a raggiungere la superficie delterreno. Tuttavia in corrispondenza di ponti o viadotti, non è necessario estendere detti limiti al di sotto della piattaforma ferroviaria.

Nel caso di linee aeree di contatto spostate rispetto al binario di corsa, la zona della linea aerea di contatto deve essere estesa di con-seguenza.

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LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 / APRILE 200542

• Complesso linea aerea di contatto (Norma CEI EN 50122-1 – Art. 3.3.2) Complesso costituito da:

– tutte le condutture aeree, inclusi la fune portante, ilfilo di contatto ed il conduttore di ritorno, il condut-tore di terra, la fune di guardia, la linea di alimenta-zione e l’alimentatore di rinforzo installati sui soste-gni;

– linee aeree di contatto rigide; – le fondazioni, le strutture di sostegno e tutti i compo-nenti per il sostegno, la regolazione del tiro, l’ormeggioo l’isolamento dei conduttori;

– apparecchiature installate sui sostegni a scopi di sezio-namento, di controllo o protezione.

• Strutture metalliche di piccole dimensioni Per massa si intende generalmente la parte conduttrice

di un componente elettrico che può essere toccata e chenon è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può an-dare in tensione in condizioni di guasto del proprio siste-ma di alimentazione.

In zona di rispetto TE al termine “massa” si associa an-che ogni “parte conduttrice esposta” che può diventare at-tiva per caduta della linea aerea di contatto o altro guastodel circuito di alimentazione della trazione. Pertanto, an-che per quest’ultime deve essere previsto un adeguato si-stema di protezione.

Fanno eccezione “le strutture metalliche di piccole di-mensioni” (ved. scheda di fig. 3). Secondo la definizioneriportata nella scheda, pertanto non possono essere consi-derate “strutture di piccole dimensioni” quelle che sosten-gono o contengono apparecchiature elettriche che, in par-ticolari situazioni, possono trasmettere a lunga distanzatensioni pericolose.

PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTIIl contatto di una persona con una “massa” che può di-

ventare attiva in condizioni di guasto viene convenzional-mente definito contatto indiretto.

In zona di rispetto TE al termine “massa” si associa an-che ogni “parte conduttrice esposta” di un’installazione,non facente parte del complesso linea aerea di contatto,che può diventare attiva per caduta della linea aerea dicontatto o altro guasto del circuito di alimentazione dellatrazione.

Il contatto indiretto è più insidioso del contatto diretto.Mentre è possibile evitare con una condotta prudente ilcontatto diretto con le parti attive, non altrettanto è possi-

bile con le parti che ordinariamente non sono in tensione.La sicurezza delle persone è affidata pertanto al sistema diprotezione.

Protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione

Questa misura di protezione richiede, come è noto, ilcoordinamento tra il modo di collegamento a terra del si-stema elettrico e le caratteristiche dei conduttori di prote-zione e dei dispositivi di protezione.

Dal punto di vista della sicurezza elettrica, l’alimenta-zione del sistema di trazione a corrente continua a 3000 V può essere visto come un particolare sistema TN, dove la

rotaia è allo stesso momento conduttore di fase, di prote-zione e di terra.

Pertanto, tutte le “masse” devono essere collegate allarotaia per provocare, in caso di guasto del sistema elettri-co, l’intervento dei sistemi di protezione in sottostazione.

I dimensionamenti e le modalità di esecuzione deicollegamenti delle “masse” alla rotaia (circuito di ritor-no), devono tener conto anche di altre problematiche(ved. testo [2]): la protezione contro la corrosione elettro-litica, la funzionalità degli impianti di sicurezza e segnala-mento e la protezione contro le sovratensioni di origineatmosferica.

Per il circuito di protezione TE (il complesso dei colle-gamenti che, in territorio elettrificato, connette stabilmentea terra e/o al circuito di ritorno, ai fini protettivi, tutte le at-trezzature metalliche - pali, portali, ecc. - relative alla tra-zione elettrica) sono state date prescrizioni particolari [3].

Nei tratti di piena linea il circuito di protezione TE vie-ne realizzato collegando tutti i sostegni afferenti a ciascunbinario tra loro mediante corde di alluminio sezionate daappositi isolatori posti a distanza L = 3000 m.

Ciascun sostegno è inoltre collegato ad un proprio dis-

persore e non alla rotaia. La resistenza verso terra del com-plesso dei sostegni, afferenti ad un tratto di linea di lun-ghezza L, non deve superare 2 Ω. Le estremità di ciascuntratto del circuito di terra sono collegate al binario tramite valvola di tensione o un diodo di potenza (che consente ilpassaggio unidirezionale della corrente di guasto dal cir-cuito di terra di protezione al circuito di ritorno).

Per le installazioni appartenenti ad impianti di categoria0 (zero) e I (prima), le cui parti conduttrice esposte posso-no diventare attive per caduta della linea aerea di contatto,bisogna far riferimento alla specifica tecnica IS 728 [4].

Per la particolare configurazione del sistema di alimen-tazione della trazione, si può entrare in contatto con partiin tensione (rotaie) anche nel funzionamento normale.

Anche se convenzionalmente le rotaie, e le parti con-duttrici ad esse collegate, non sono considerate parti attivedalla Norma tali parti possono assumere potenziali perico-losi.

La Norma riporta, in particolare, le prescrizioni controil pericolo del potenziale di rotaia, cioè la tensione che sipresenta tra la rotaia ed il terreno circostante quando sonoutilizzate per il ritorno della corrente di trazione.

Nel testo [2] sono stati calcolati i possibili valori del po-tenziale di rotaia nelle diverse configurazioni di linea econdizioni di esercizio e l’influenza della conduttanza didispersione del binario su tali valori, nonché analizzate lepossibili e diverse misure di protezione.

In definitiva, dal punto di vista della protezione contro icontatti indiretti il sistema di trazione in corrente continua a3000 V è un sistema intrinsecamente sicuro. Possono esser-ci condizioni impiantistiche (posizione rispetto alle sottosta-zioni e/o particolari condizioni di isolamento del binario) incui è necessario intervenire con ulteriori provvedimenti [2],ma si può dire con sufficiente tranquillità che per le personenon esistono effettive situazioni di pericolo, purché:

– sia assicurato l’intervento delle protezioni nei tempiprevisti;

– i collegamenti di terra al circuito di ritorno siano affida-bili e di sezioni adeguate.

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LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 / APRILE 200543

Per i dimensionamenti dei conduttori di terra e degliimpianti di terra la Norma richiama le prescrizione dellaNorma CEI 11-1 (che diventerà Norma Europea CEI EN50179) [5]. La specifica [4] riporta i dimensionamenti deiconduttori di terra previsti per gli impianti di categoria 0(zero) e I (prima) (vedi anche il testo [2]).

I seguenti sistemi di protezione, indicati come alterna-tivi dalla Norma, tendono invece a rendere non pericolosol’eventuale tensionamento TE per mezzo di accorgimenticostruttivi o ambientali.

Protezione mediante componenti elettrici di Classe II o con isolamento equivalente

La protezione mediante componenti elettrici di classeII o con isolamento equivalente è da considerarsi unamisura di protezione anche contro i contatti indiretti (perguasto del sistema di alimentazione della trazione) se l’i-solamento corrisponde alla tensione nominale della li-nea di contatto. La specifica tecnica IS 728 [4] prescriveche l’isolamento, in questo caso, deve essere almeno di6 kV.

La misura tende ad evitare che in caso di contatto acci-dentale con i conduttori della trazione elettrica sotto ten-

sione si abbia il trasferimento di tensioni pericolose (oltreal guasto dell’apparecchiatura).

Ai componenti elettrici aventi solo un isolamento prin-cipale, può essere applicato un isolamento supplementaredurante l’installazione che presenti un grado di sicurezzaequivalente.

Protezione mediante involucri o barriereLa protezione mediante involucri o barriere tende sem-

plicemente ad impedire il contatto accidentale delle “mas-se” con i conduttori della trazione elettrica sotto tensione.

Se tali elementi di protezione non sono di materiale isolan-te devono essere collegati al circuito di ritorno.

PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI

La protezione contro i contatti diretti con i conduttori nu- di del circuito di alimentazione della trazione (filo di contatto,corda portante, eventuali alimentatori), dato che non è ovvia-mento possibile mediante isolamento delle parti attive, deveessere assicurata con uno dei seguenti provvedimenti:

• protezione mediante distanziamento;• protezione mediante ostacoli.

Fig. 3 - Strutture metalliche di piccole dimensioni

Per strutture conduttrici di piccole dimensioni che non sostengono o non contengono apparecchiature elettriche, non è necessarioprendere alcun provvedimento di protezione.

Tali strutture comprendono ad esempio: coperture di fognature, piantane porta segnali, strutture di guardia di passaggi a livello, palisingoli, cartelli monitori, recipienti per rifiuti, recinzioni e strutture grigliate che non superino 15 m di lunghezza misurati parallelamen-te alla zona della linea aerea di contatto e (*) di lunghezza non superiore a 2 m in senso trasversale, che non si estendano al di fuoridel limite della zona della linea aerea di contatto per più di 2 m.

(*) Nota: nella traduzione dall’inglese è saltato l’inciso “lunghezza non superiore a 2 m”.

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LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 / APRILE 200544

Protezione mediante distanziamentoLa protezione mediante distanziamento tende ad impe-

dire il contatto non intenzionale con parti attive. La Normastabilisce le distanze minime da rispettare per assicurare laprotezione contro i contatti diretti tra le superfici di calpe-stio accessibili a persone e le parti attive a portata di manoin linea retta (ved. fig. 4). Il contatto in linea retta implicache le parti attive siano accessibili alle persone da una su-perficie di calpestio senza l’uso di attrezzi.

Nella traduzione dall’inglese è saltata la parola “com-plesso”, alterando in maniera determinante l’estensione del-la zona interessata dal vincolo TE, rendendola meno restrit-tiva. Nel testo in italiano della Norma si fa riferimento alleparti attive relative alla linea aerea di contatto, mentre nel te-sto in inglese il riferimento è al complesso linea aerea di con-tatto, che comprende anche tutte le altre condutture attive(ved. le definizioni riportate all’inizio dell’articolo).

I distanziamenti sono stati determinati sulla base delledistanze definite “a portata di mano” (ved. l’art. 23.11 della

Norma CEI 64-8). A tali limiti la Norma ha aggiunto unmargine di sicurezza in funzione della tensione della lineadi contatto, opportunamente integrato a seconda se l’areainteressata è di servizio o pubblica.

Questa protezione non è obbligatoria se, per quanto ilcontatto con parti attive sia possibile, sono stati presi altriprovvedimenti per assicurare l’isolamento dall’alimenta-zione o sono state date particolari istruzioni al personaleaddetto ai lavori.

Protezione mediante ostacoli La fig. 4 presuppone che la superficie di calpestio non

offra alcuna protezione contro il contatto con le parti attivesituate al disotto o ai suoi lati.

Si può però realizzare la superficie di calpestio in ma-niera tale da assicurare la sicurezza elettrica interponendoun ostacolo ed utilizzare le minori distanze applicabili nel-la protezione mediante ostacoli.

Le caratteristiche degli ostacoli dipendono dalla posizione delle superfici di calpestio rispetto alle parti attive e dalla ap-

partenenza della superficie di calpestio ad un’area di servi- zio o ad un’area pubblica.

Le dimensioni degli osta-coli devono essere tali che leparti attive non siano a por-tata di mano in linea rettadelle persone che stannosulla superficie.

Se l’ostacolo è in mate-riale conduttore e se è ten- sionabile (e pertanto è all’in-terno della zona di rispettoTE) deve essere collegato alcircuito di ritorno, nel rispet-to anche delle modalità pre- viste dalle circolari [3] e [4].

Devono essere previstisolo ostacoli del seguente ti-po:

• Pareti o porte piene (in ma-teriale conduttore o non).Gli ostacoli di materialenon conduttore devonoessere costituiti da paretepiena. Essi devono esserecircondati (se tensionabi-li) da una barra conduttri-ce che deve essere colle-gata al circuito di ritorno.

• Strutture grigliate, solo inmateriale conduttore.Non devono essere utiliz-zate strutture grigliate dimetallo rivestite in plasti-ca o di materiale non con-duttore.

Gli ostacoli devono esse-re fissati meccanicamente, inmodo affidabile, e devonoessere rimovibili solamentecon attrezzi.Fig. 4 - Distanze minime per la protezione mediante distanziamento

Protezione mediante distanziamento

(Art. 5.1.2 – Norma CEI 50122-1)

Nota: tutte le misure vanno considerate minime e sono in metri

Le distanze minime da rispettare per assicurare la protezione contro i contatti diretti tra le superficidi calpestio accessibili a persone e le parti attive a portata di mano in linea retta, sono indicate in fi-gura. Tali distanze riguardano sia le parti attive del complesso linea aerea di contatto, sia ogni par-te attiva all’esterno dei veicoli.

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LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 / APRILE 200545

In luoghi o locali accessibili al pubbli- co, gli ostacoli devo-no essere inoltre co-struiti in modo da:

– non essere rimo- vibili con attrezzisenza una loro di-

struzione; – non esse re sca - valcabili;

– impedire che vi sipossa stazionare ocamminare sopra.

Gli ostacoli con-duttori devono esse-re fissati in manierada garantire che siamantenuta nel tempola distanza di sicurez-za con parti attive.

Tra gli ostacoli ele parti attive devonoessere comunquemantenuti i distan- ziamenti minimi co-me definiti dalla Nor-ma CEI EN 50124-1,in funzione dellepossibili sovratensio-ni a cui potrebberoessere soggetti e del-le condizioni am-b iental i (14 ÷ 68mm), ai quali devono

essere aggiunti i se-guenti distanziamentiaddizionali:

• 30 mm per pareti o porte piene, se non possano essereescluse piegature o deformazioni;

• 100 mm per strutture grigliate, nel caso che non sianodati altri distanziamenti minimi.

L’altezza degli ostacoli laterali corrisponderà general-mente a quella dei parapetti di sicurezza, con un minimodi 1 m.

Nelle figure 5, 6, 7 e 8 vengono evidenziate le diversezone (“Zona di rispetto TE” e “Zona di vincolo TE”) che bi-sogna individuare per la protezione mediante ostacoli ed,in genere, per la sicurezza elettrica sulle linee di trazione acorrente continua a 3000 V.

La “zona di rispetto TE”, dove è possibile il pericolo diun contatto accidentale per guasto con i conduttori della tra-zione elettrica, è definita prendendo come riferimento la li-nea aerea di contatto (zona delimitata in rosso e corrispon-dente a X = Y = 3 m; Z = 1 m).

La “zona di vincolo TE”, che definisce le distanze mini-me da rispettare per la protezione mediante il solo distan-ziamento, varia a seconda delle condutture attive (nude)del complesso linea aerea di contatto effettivamente pre-senti in prossimità della superficie di calpestio.

Nelle figure 5, 6, 7 e 8 per la individuazione della “zonadi vincolo TE” (zona delimitata in blu) sono state pratica-mente applicate le distanze di fig. 4 “viste” dalla parte deiconduttori nudi del complesso linea aerea di contatto.

Per la protezione mediante ostacoli si deve effettuareuna prima grossa distinzione tra superfici di calpestio inaree di servizio e superfici di calpestio in aree pubbliche esuccessivamente verificare la distanza e la posizione di talisuperfici rispetto alle parti attive.

• IN AREA DI SERVIZIO

Superfici di calpestio adiacenti a parti attive

Nel caso di superfici di calpestio adiacenti (ved.figg. 5 e 6) a parti attive esterne di veicoli o adiacenti aparti attive del complesso linea aerea di contatto, per ildimensionamento degli ostacoli, bisogna innanzi tuttofar riferimento al distanziamento “d” tra l’ostacolo e leparti attive.

• Con distanziamento in aria tra l’ostacolo e le parti at-

tive “d” ≥ 0,6 m

Fig. 5 - Ostacoli per superfici di calpestio adiacenti a parti attive con “d” ≥ 0,6 m

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LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 / APRILE 200546

Con distanzia-mento “d” maggio-re o uguale a 0,6 m(ved. fig. 5):

– se le parti attiveadiacenti sonoposte al di so- pra della super-

ficie di calpe-stio, gli ostacolilaterali devonoavere un’altez-za “h” di alme-no 1,8 m;

- se le parti attiveadiacenti sonosituate alla me- desima altezza o sono più bas- se della superfi-cie di calpestio,l’altezza “h”

dell’ostacolo la-terale (minimo1 m) deve esse-re tale da man-tenere il distan-ziamento “R” di1,5 m dal lasommità dell’o-stacolo verso leparti attive.

Gli ostacoli la-terali possono es-sere schermi a gri-

glia con una super-ficie massima dellemaglie di 1200mm2 (possono na-turalmente essereanche a parete piena).

Da notare che se gli ostacoli sono situati al di fuori del-la “zona di rispetto TE”, anche se di materiale conduttore(ostacoli a destra della fig. 5), non vanno collegati al cir-cuito di ritorno.

• Con distanziamento in aria tra l’ostacolo e le parti at- tive “d” < 0,6 m

Con distanziamento “d” tra l’ostacolo e le parti attiveadiacenti minore di 0,6 m (ved. fig. 6) gli ostacoli lateralidevono essere costituiti da parete piena e non devono la-sciare vuoti tra l’ostacolo stesso e la superficie di calpe-stio. Tale distanziamento “d” non può comunque essereinferiore al distanziamento minimo previsto dalla NormaCEI EN 50124-1, in funzione delle possibili sovratensionie delle condizioni ambientali, riportate all’inizio del para-grafo.

Se le parti attive adiacenti sono poste al di sopra della superficie di calpestio gli ostacoli laterali devonoavere un’altezza “h” non inferiore a (1,8 + (0,6 – d)) m,

naturalmente con “d” < 0,6 m. Se le parti attive adia-centi sono situate alla medesima altezza o sono più basse della superficie di calpestio l’altezza “h” dell’osta-colo laterale (minimo 1 m) deve essere tale da mante-nere il distanziamento “R” di 1,5 m dalla sommità del-l’ostacolo verso le parti attive ed il piano di calpestiodeve essere costituito da parete piena per almeno 0,5m oltre le parti attive.

Superfici di calpestio al di sopra di parti attiveLe superfici di calpestio al di sopra di parti attive ester-

ne di veicoli o al di sopra di parti attive del complesso li-nea aerea di contatto (ved. fig. 7) devono essere costituiteda parete piena.

La lunghezza della superficie di calpestio a parete pie-na deve corrispondere alla zona del pantografo ed esten-dersi oltre le parti attive del complesso linea aerea di con-tatto per almeno 0,5 m su ogni lato. Nel caso di conduttorinon usati per la captazione di corrente (es. linee di alimen-tazione, alimentatori di rinforzo, linee di contatto al di fuo-ri dei binari di corsa), deve essere prevista una larghezza

Fig. 6 - Ostacoli per superfici di calpestio adiacenti a parti attive con “d” < 0,6 m

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LA TECNICA PROFESSIONALE N. 4 / APRILE 200547

di almeno 0,5 m suogni lato del con-duttore purché sisia tenuto contodei movimenti do- vuti agli effetti di-namici e termici.

Ai lati di tali su-perfici devono es-sere previsti osta-coli con schermi agriglia e altezza“h” (minimo 1 m)tale da mantenereil distanziamento“R” di 1,5 m dallasommità dell’osta-colo verso le partiattive.

Gli ostacoli de- vono essere alme-no lunghi quanto

le superfici di cal-pestio che stannosopra le parti atti- ve.

• IN AREAPUBBLICA

In area pubbli-ca la “Zona di vin-colo TE” è più este-sa (ved. fig. 8), da-to che i margini disicurezza sono

maggiorati rispettoa quelli in area diservizio.

Le prescrizionisono simili, ma piùrestrittive, come sipuò vedere anchedal confronto ri-portato nella tabel-la 1.

In presenza di ostacoli orizzontali che si estendono ol-tre l’ostacolo verticale per almeno 1,5 m è accettabile rife-rire alla sommità dell’ostacolo verticale il distanziamento

laterale di 2,25 m prescritto dalla fig. 4, anzichè riferirlo albordo della superficie di calpestio (consultare anche l’Alle-gato A della Norma).

PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI

La protezione contro le sovratensioni rientra tra le pre-scrizioni per la sicurezza e deve essere coordinata con lealtre misure di protezione, tenendo presente le condizionidi esercizio.

In “Zona di rispetto TE” le misure di protezione con-tro le sovratensioni di impianti e apparecchi di categoria0 (zero) e I (prima) devono pertanto tener conto dell’e-

ventuale tensionamento per guasto del sistema elettricodella trazione.

La Norma indica le seguenti misure di protezione:

1. Collegamento delle “masse” al circuito di ritorno, ondeprovocare l’intervento dei sistemi di protezione in sot-tostazione.In questo caso è richiesto un isolamento adeguato aipotenziali che si possono avere a seguito del guastodel sistema di categoria superiore. La specifica IS 402[6] prescrive, in questo caso, un livello di prova di te-nuta a frequenza industriale di 2 kV e ad impulso di4,5 kV.

2. Utilizzo di componenti elettrici di classe II o con isola-mento equivalente, con isolamento corrispondente allatensione nominale della linea di contatto. La specificatecnica IS 728 [4] prescrive che l’isolamento deve esse-re almeno di 6 kV.

Fig. 7 - Ostacoli per superfici di calpestio al di sopra di parti attive

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Tab. 1 - Protezione mediante ostacoli

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3. Utilizzo di involucri o barriere . La protezione median-te involucri o barriere tende semplicemente ad impedi-re il contatto accidentale delle “masse” con i conduttoridella trazione elettrica sotto tensione.

Si rimanda alla lettura degli articoli [7], [8] e [9] pubbli-cati sulla Tecnica Professionale per avere un quadro d’in-sieme sulla protezione contro le sovratensioni degli im-pianti di categoria 0 (zero) e I (prima), in particolare delsegnalamento.

RIFERIMENTI NORMATIVI E BIBLIOGRAFICI

[1] Norma CEI EN 50122-1 / ed. 1998 (Norma CEI 9-6)“Provvedimenti di protezione concernenti la sicurezzaelettrica e la messa a terra”.

[2] “Il coordinamento dell’isolamento per la protezione contro le sovratensioni e la sicurezza elettrica” di Enri-co De Boni – Elia Tartaglia - Edizioni CIFI 2001.

[3] Circolare IE 41-43/276-611 del 08/07/1981 “Circuito diterra di protezione di piena linea”.

[4] Specifica tecnica IS 728 / 1999: “Provvedimenti di pro-

tezione concernenti la sicurezza elettrica e la messa a terra negli impianti di categoria 0 (zero) e I (prima) su: linee di trazione elettrica a corrente continua a 3000 V e linee ferroviarie non elettrificate”.

[5] Norma CEI 11-1 / ed. 1999 “Impianti elettrici con ten-sione superiore a 1 kV in corrente alternata”.

[6] Specifica tecnica IS 402 / 2000: “Prove di tipo e di ac- cettazione per le apparecchiature elettroniche ed elet-

tromeccaniche destinate agli Impianti di sicurezza e segnalamento” .[7] “Protezione contro le sovratensioni dell’alimentazione

degli impianti di sicurezza e segnalamento “ - La Tec-nica Professionale” – Aprile 2003.

[8] “La compatibilità elettromagnetica e gli impianti di si- curezza e segnalamento” - La Tecnica Professionale -Settembre 2003.

[9] “Protezione contro le sovratensioni del sottosistema di terra del SCMT” - La Tecnica Professionale - Ottobre2003.

Fig. 8 - Ostacoli per superfici di calpestio al di sopra di parti attive