26
Solitamente in classe quarta il bambino ha una conoscenza pregressa degli elementi del rac- conto (personaggi, ambienti, luoghi, tempo, fatti). Si tratta ora di entrare nel cuore del rac- conto e, con gradualità, portare il bambino alla comprensione della struttura per avere uno schema di lavoro utile alla produzione. In quest’ottica le tre parti del racconto sono indubbia- mente il punto di partenza anche se sono già state affrontate e approfondite in classe terza. A livello generale si può senz’altro affermare che, pur nella loro diversità, i testi narrativi presen- tano una linea costante di svolgimento che si articola in inizio, sviluppo e conclusione. Queste tre fasi formano l’ossatura del racconto, la struttura di base su cui costruire una trama logica, comprensibile e avvincente. Si potrebbe obiettare che in alcuni racconti le tre parti non sono evidenti, che sono difficili da individuare, soggettive o addirittura assenti, ma questa peculiarità ha a che fare sia con lo stile dello scrittore sia con tecniche narrative più complesse. L’insegnan- te della scuola primaria di primo grado dovrà proporre, soprattutto nella fase iniziale, racconti in cui i tre momenti siano chiari: per il bambino devono costituire un dato stabile per imparare a raccontare. Solo quando sarà pronto, potrà sganciarsi e trovare il suo stile. Le tre parti del racconto offrono vari spunti di riflessione, che vanno oltre il riconoscimento dei personaggi, degli ambienti e dei fatti che succedono. L’inizio è il momento in cui, anche se tutto sembra tranquillo, è possibile riconoscere le premesse per lo sviluppo della storia, quando la tranquillità iniziale verrà turbata da un avvenimento che causerà il fatto centrale e scatenerà una serie di conseguenze. Sarà lì che il protagonista verrà messo di fronte a varie scelte, agirà muo- vendo la curiosità nel lettore e lo porterà a desiderare di sapere come andrà a finire la storia. Si arriva quindi alla conclusione, a volte ovvia, talvolta felice e altre volte triste, qualche volta a sorpresa, ma sempre capace di ristabilire un nuovo equilibrio. itinerario didattico Lezione attiva (brano Il delfino e la luna e attività alle pp. 20-21 dell’Antologia) ANALISI DEL TESTO 1 Dopo una prima lettura globale del testo, far riflettere i bambini su quanto è stato evidenziato a lato e leggere le informazioni contenute nei boxini in fondo alla pagina. 2 Approfondire le conoscenze sulle tre parti del racconto: a) Inizio Far notare ai bambini che questa parte è come una presentazione, un “assaggio”. Si dice poco e di solito non succede niente di particolare. Nel racconto viene presentato il pro- tagonista, ma sono presenti le premesse per lo sviluppo della storia: Aldo ha solo sette anni ma è già un bravo pescatore. b) Sviluppo La “chiave” per individuare lo sviluppo è “Un giorno” in quanto queste parole annunciano i fatti che succedono. È l’uscita in mare senza lo zio che scatena la serie di avvenimenti successivi (il motore si spegne, sopraggiunge il buio, interviene il delfino, il problema si risolve grazie ai consigli del delfino e la comparsa della luna). Inizio, sviluppo e conclusione Unità formativa – IL RACCONTO 4 a 60 Letture pp. 20-29

4 Unità formativa – IL RACCONTO Inizio, sviluppo e conclusioneauladigitale.rizzolieducation.it/auladigitale/extrakit_filter/... · Nel racconto proposto la conclusione è tranquillizzante

Embed Size (px)

Citation preview

Solitamente in classe quarta il bambino ha una conoscenza pregressa degli elementi del rac-conto (personaggi, ambienti, luoghi, tempo, fatti). Si tratta ora di entrare nel cuore del rac-conto e, con gradualità, portare il bambino alla comprensione della struttura per avere uno schema di lavoro utile alla produzione. In quest’ottica le tre parti del racconto sono indubbia-mente il punto di partenza anche se sono già state affrontate e approfondite in classe terza.A livello generale si può senz’altro affermare che, pur nella loro diversità, i testi narrativi presen-tano una linea costante di svolgimento che si articola in inizio, sviluppo e conclusione. Queste tre fasi formano l’ossatura del racconto, la struttura di base su cui costruire una trama logica, comprensibile e avvincente. Si potrebbe obiettare che in alcuni racconti le tre parti non sono evidenti, che sono difficili da individuare, soggettive o addirittura assenti, ma questa peculiarità ha a che fare sia con lo stile dello scrittore sia con tecniche narrative più complesse. L’insegnan-te della scuola primaria di primo grado dovrà proporre, soprattutto nella fase iniziale, racconti in cui i tre momenti siano chiari: per il bambino devono costituire un dato stabile per imparare a raccontare. Solo quando sarà pronto, potrà sganciarsi e trovare il suo stile.Le tre parti del racconto offrono vari spunti di riflessione, che vanno oltre il riconoscimento dei personaggi, degli ambienti e dei fatti che succedono. L’inizio è il momento in cui, anche se tutto sembra tranquillo, è possibile riconoscere le premesse per lo sviluppo della storia, quando la tranquillità iniziale verrà turbata da un avvenimento che causerà il fatto centrale e scatenerà una serie di conseguenze. Sarà lì che il protagonista verrà messo di fronte a varie scelte, agirà muo-vendo la curiosità nel lettore e lo porterà a desiderare di sapere come andrà a finire la storia. Si arriva quindi alla conclusione, a volte ovvia, talvolta felice e altre volte triste, qualche volta a sorpresa, ma sempre capace di ristabilire un nuovo equilibrio.

itinerario didatticoLezione attiva (brano Il delfino e la luna e attività alle pp. 20-21 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo una prima lettura globale del testo, far riflettere i bambini su quanto è stato evidenziato a lato e leggere le informazioni contenute nei boxini in fondo alla pagina.

2 Approfondire le conoscenze sulle tre parti del racconto:a) InizioFar notare ai bambini che questa parte è come una presentazione, un “assaggio”. Si dice poco e di solito non succede niente di particolare. Nel racconto viene presentato il pro-tagonista, ma sono presenti le premesse per lo sviluppo della storia: Aldo ha solo sette anni ma è già un bravo pescatore.

b) Sviluppo La “chiave” per individuare lo sviluppo è “Un giorno” in quanto queste parole annunciano i fatti che succedono. È l’uscita in mare senza lo zio che scatena la serie di avvenimenti successivi (il motore si spegne, sopraggiunge il buio, interviene il delfino, il problema si risolve grazie ai consigli del delfino e la comparsa della luna).

Inizio, sviluppo e conclusione

Unità formativa – IL RACCONTO4a

60

Letture

pp.20-29

c) ConclusioneNel racconto proposto la conclusione è tranquillizzante e felice (il bambino torna in por-to sano e salvo).

d) Eseguire collettivamente o a piccoli gruppi la proposta operativa di pag. 21, in modo che il bambino possa familiarizzare con l’analisi testuale.

e) Prendere spunto dal testo analizzato per avviare un’ulteriore riflessione sulla conclu-sione. Infatti, fermo restando il fatto che la conclusione è indiscutibilmente corta rispet-to allo sviluppo, non sempre è costituita da una sola frase, quindi è opportuno anticipare di non lasciarsi trarre in inganno. La conclusione è quel fatto che chiude la narrazione, mentre l’ultima frase è spesso un’aggiunta, una frase di chiusura che completa il racconto rendendolo più piacevole.

ulteriore proposta operativa

L’insegnante può sfruttare il testo proposto per una discussione orale sul contenuto e lanciare stimoli per manipolare il testo, un’attività che inizialmente deve essere svolta a livello colletti-vo per far capire al bambino che, modificando alcuni particolari e cambiando alcune situazioni, ogni storia può diventare un’altra, altrettanto piacevole e curiosa.Questa è una strategia solitamente vincente perché, se condotta con una certa gradualità e competenza, aiuta il bambino a sganciarsi da contenuti banali e ad aver fiducia nella sua capa-cità di scrivere racconti interessanti.Le possibilità di manipolazione sono diverse e ogni insegnante può decidere che cosa è meglio fare con i bambini della sua classe; pertanto i suggerimenti proposti sono puramente indicativi. Le modalità di intervento su un racconto sono molteplici: cambiare i personaggi, l’ambiente, l’emozione, aggiungere fatti o modificarli, trovare conclusioni differenti… e questo non è mai un problema né per i bambini né per il docente. Ciò che però non sempre è ovvio, e su cui occorre lavorare, è far capire al bambino che l’inizio e la conclusione sono legati allo sviluppo e che lo sviluppo è determinante per l’inizio e per la conclusione.

Esempio di manipolazione del testo.

INIZIO

Lo zio Nino ha portato tante volte a pesca il suo nipotino Aldo, ma non gli ha mai per-messo di pescare.

SVILUPPO

Un pomeriggio Aldo e un suo amichetto prendono la barca dello zio, vanno a pe-sca, pescano un sacco di pesci, non riescono a riac-cendere il motore e vengo-no trovati al tramonto dalla polizia marittima.

CONCLUSIONE

I due vengono ripor-tati in porto, vengono sgridati e capiscono i pericoli che hanno corso.

ESERCITAZIONI

Per esercitare i bambini su questo argomento si possono proporre le letture dell’Antologia da pag. 22 a pag. 29, le attività del Laboratorio da pag. 22 a pag. 31 e i corrispondenti contenuti digitali in ExtraKit e OpenBook (vedi anche l’Indice dei contenuti digitali, pp. 10-12 di questa Guida).

4a

61

Unità formativa – IL RACCONTO

© 20

15 R

CS L

IBRI

S.p

.A., M

ilano

- Fa

bbri

Edito

ri

Una buona lezione di matematica Dopo aver letto il brano esegui gli esercizi delle schede 1/B e 1/C scegliendo le risposte adatte o scrivendole tu.

Il principe André di studiare la matematica non ne voleva proprio sapere. Il primo ministro non sapeva più che cosa fare. Aveva assunto e licenziato decine di maestri. Tutto inutile.Il re e il primo ministro stavano ancora discutendo, quando un maestro si presentò offrendosi come precettore per il giovane principe. – Mi chiamo Gerolamo Saverio – disse – e sono in grado di…– Sì, sì – interruppe il re. – Ma il principe André non è un allievo… molto dotato…– Ma io – continuò il giovane – dimostrerò che non è vero. È tutta questio-ne di metodo. Usate un buon metodo e avrete un buon allievo!– Bene, bene – lo interruppe il re – con le parole ve la cavate bene. Vedremo se siete altrettanto bravo con i fatti. Potete cominciare quando volete.Il giorno dopo il maestro si presentò a corte con un cesto sotto il braccio.– Che cosa c’è lì dentro? – chiese subito il principe.Il maestro tolse piano il telo che lo copriva. Fragole. Il cesto era pieno di grosse fragole rosse. Al principe brillarono gli occhi.– Per me?– Per contare.– Vuoi dire che me le dai soltanto se imparo i numeri?Il maestro rise vedendo la faccia delusa del suo allievo.– Ma sono loro, le fragole, i numeri. E tu potrai mangiare tante fragole quante riuscirai a contarne.– Uno! – disse il principe e si mangiò una fragola.– Più uno, due! – aggiunse il maestro, e gliene ficcò in bocca un’altra.Prima di mezzogiorno il principe aveva imparato a contare fino a novan-tasei e sapeva sommare le unità e le decine. Avrebbe imparato anche le centinaia, ma le fragole erano finite.– Bene, – esclamò il maestro – il mio metodo sta cominciando a dare i suoi frutti. Domani passiamo alla sottrazione.Il re fu davvero molto soddisfatto, ma la sottrazione dovette essere rinvia-ta di qualche giorno. Giusto il tempo perché il principe si rimettesse dalla terribile indigestione.Maria Vago, Un maestro per André, Bruno Mondadori

RACCONTARE SCHEDA 1/A

IL RACCONTO Inizio, sviluppo e conclusione SCHEDA 1/A Testo da leggere

62

4a CLASSE NOME COGNOME

© 2015 RCS LIBRI S.p.A., M

ilano - Fabbri Editori

1 Il racconto è:

realistico fantastico.

2 Il testo che hai letto racconta di:

un principe che ha fatto indigestione di fragole

un maestro che, con le fragole, è riuscito a far amare la matematica a un principe

un principe che non capiva la matematica.

3 I personaggi del racconto sono:

il principe il maestro

il primo ministro i servi

gli altri maestri il re.

4 I fatti narrati si svolgono:

in qualche giorno

in un’ora

in un giorno.

5 Il principe imparò a contare e a fare le addizioni perché:

le fragole erano il suo frutto preferito

il maestro gli aveva ripetuto più volte le informazioni

il metodo usato dal maestro era valido e piaceva al principe.

6 Indica con tre colori a lato del testo l’inizio, lo sviluppo e la conclusione.

7 Si parla del nuovo maestro:

solo nello sviluppo

nello sviluppo e nell’inizio

in tutte e tre le parti.

8 La frase “Per oggi hai lavorato abbastanza” potrebbe essere aggiunta:

nella parte iniziale del racconto

nello sviluppo

nella conclusione.

9 Fai una X nel testo per indicare il punto in cui inseriresti la frase “Aveva acquistato pallottolieri, lavagne e montagne di gessi”.

10 Spiega con parole tue la frase “Usate un buon metodo e avrete un buon allievo”.

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

..................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

11 Anche a te è capitato di imparare giocando? Se sì, in quale occasione?

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

..................................................................................................................................................................................

RACCONTARE SCHEDA 1/A 4a

IL RACCONTO Inizio, sviluppo e conclusione SCHEDA 1/B Comprensione, analisi, trasferimento al proprio vissuto Esercizi 1-6: primo livello; esercizi 7-11: secondo livello

63

CLASSE NOME COGNOME

© 20

15 R

CS L

IBRI

S.p

.A., M

ilano

- Fa

bbri

Edito

ri

1 Rileggi il racconto Una buona lezione di matematica e sostituisci la conclusione con un’altra. Immagina per esempio che il re, dopo aver saputo della quantità di fragole mangiate dal principe, si sia arrabbiato con il maestro.

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

2 Allunga la parte iniziale scrivendo una o più frasi adatte a essere inserite prima dell’inizio proposto dalla scrittrice. Se vuoi, puoi presentare i personaggi della famiglia reale e il loro ambiente.

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

3 Rileggi il testo fino alla fine dello sviluppo e allunga la narrazione raccontando altri fatti. Puoi parlare della lezione sulla sottrazione, oppure puoi far intervenire un altro personaggio, per esempio la regina… Concludi il tuo racconto con un finale adatto.

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4a

IL RACCONTO Inizio, sviluppo e conclusione SCHEDA 1/C Produzione personale – Esercizi 1-2: primo livello; esercizio 3: secondo livello

64

CLASSE NOME COGNOME

Le sequenze del racconto La suddivisione del testo in sequenze è il passo successivo all’individuazione delle tre parti del racconto. Questo tipo di analisi permette di riflettere sulle parti compositive del raccon-to, di scoprire l’importanza di movimentarlo con cambiamenti di situazioni e di personaggi e renderlo interessante. Suddividere un testo in sequenze non è un lavoro facile. Discutendo con i bambini può emergere che la suddivisione pensata dal docente in fase di preparazione del lavoro possa essere rimessa in discussione. Questo non deve destare preoccupazione in quanto si possono operare scelte diverse per individuare le sequenze; per esempio una se-quenza ampia può essere ulteriormente suddivisa e una sequenza breve può essere talvolta accorpata a un’altra. L’unica regola da rispettare è quella che ogni sequenza deve costituire una parte unitaria e compiuta del racconto. Spesso è lo stesso autore a segnalare i passaggi da una sequenza all’altra attraverso un punto fermo o un capoverso. Possiamo aiutare i bam-bini a individuare le sequenze facendo loro pensare a una storia e “vederla” come se fosse un film. Come in un film, in ogni racconto ci sono delle scene, che nel nostro caso si chiamano sequenze. Ogni scena, in un film, si svolge in un determinato ambiente, con determinati per-sonaggi, in un determinato tempo. Se cambia uno di questi elementi cambia la scena e, in un racconto, cambia la sequenza. Nella scuola primaria la suddivisione di un racconto in sequenze va affrontata anche in fun-zione del riassunto. Ogni sequenza può essere contraddistinta da un titolo o da una frase-sin-tesi che ne riassume l’idea centrale. Per dare un titolo si usa preferibilmente la tecnica della nominalizzazione che consiste nel costruire una frase in cui il verbo viene trasformato nel sostantivo corrispondente oppure viene del tutto eliminato (“i bambini giocano” diventa “i giochi dei bambini”). La nominalizzazione non è un requisito fondamentale per la titolazione delle sequenze, va guidata e, dove si riscontrano difficoltà, può essere sostituita con frasi che contengono l’idea centrale della sequenza. La lettura in successione dei titoli emersi riassume l’intreccio del racconto e i titoli sono gli elementi fondamentali su cui far leva per esporre in sintesi il testo.

itinerario didattico Lezione attiva (brano Due verruche al posto di una e attività alle pp. 30-31 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo una prima lettura globale del testo far riflettere i bambini sui titoli delle se-quenze indicate a lato immaginando di vedere un film e leggere le informazioni con-tenute nei boxini in fondo alle pagine.

2 Far osservare a pag. 31 i disegni che illustrano le varie sequenze ed eseguire il riordino delle informazioni collettivamente, in modo che il bambino prenda coscienza delle regole per individuarle.

3 Invitare i bambini a manipolare il racconto variando personaggi, ambienti...

Ad esempio, partendo dallo stesso inizio si può ipotizzare che nell’albero cavo ci sia una scaletta che porta il personaggio in un mondo sotterraneo in cui succede qualcosa.

4 Approfondire la nominalizzazione delle sequenze del testo analizzato, estrapolando da ognuna l’idea centrale.

65

Unità formativa – IL RACCONTO 4app.

30-38

Letture

1a sequenza: Di notte un uomo si rifugia in un tronco cavo (Il rifugio)2a sequenza: Arrivano le fate che fanno festa insieme all’uomo (I festeggiamenti con le fate)3a sequenza: Quasi all’alba le fate prendono in pegno la verruca dell’uomo perché vogliono che torni (La verruca in pegno)4a sequenza: Tornato a casa l’uomo racconta tutto agli amici (Il ritorno)5a sequenza: Anche un vicino con una verruca va dalle fate (Il vicino con la verruca)6a sequenza: Il vicino fa festa con le fate (I nuovi festeggiamenti con le fate)7a sequenza: Le fate scambiano il nuovo arrivato con l’altro uomo e gli rendono il pegno (La restituzione del pegno)8a sequenza: Il vicino torna a casa con due verruche (Il ritorno del vicino)

ulteriore proposta operativa

Vista la difficoltà che generalmente si riscontra con i bambini nella suddivisione in sequenze, si consiglia di non limitarsi a un solo lavoro collettivo. Il racconto che segue può essere usato per lavorare insieme e consolidare i concetti appresi prima di proporre esercitazioni individuali.

Una cattiva consiglieraUn giorno, mentre l’aquila era a caccia, la volpe s’intrufolò nel suo nido e ne divorò le uova. Prima di andarsene però, si preoccupò di cospargere il bordo del nido con della lana che aveva trovato fra i cespugli.Quando l’aquila tornò, la sua ira fu incontenibile: qualcuno aveva divorato i suoi picco-li. E a giudicare dalla lana rimasta, era evidente che era stata la pecora.Accecata dal desiderio di vendetta, l’aquila si lanciò dal nido con l’intenzione di cattu-rare gli agnellini. Ma mentre puntava verso il villaggio, si alzò una nebbia nera come la pece, e l’aquila dovette rimandare il suo progetto al giorno successivo.Quando fu tornata al suo nido, la collera lasciò il posto alla riflessione. Come aveva fatto la pe-cora ad arrampicarsi così in alto? Chi aveva mai sentito parlare di pecore che mangiavano uova? Esaminò i dintorni e non trovò traccia di zoccoli. Le impronte della volpe erano perfet-tamente visibili sulla terra umida.L’aquila allora capì l’inganno, degno della volpe. Capì che l’ira l’aveva accecata: in futuro avrebbe riflettuto meglio prima di agire.Michel Piquemal, Piccoli e grandi racconti di Sophios, Edizioni EL

ESERCITAZIONIPer esercitare i bambini su questo argomento si possono proporre le letture dell’Antologia da pag. 32 a pag. 39 e i corrispondenti contenuti digitali in ExtraKit e OpenBook (vedi anche l’Indi-ce dei contenuti digitali, pp. 10-12 di questa Guida).

Avvio al riassuntoL’argomento può essere sfruttato per insegnare ai bambini a riassumere con il metodo delle sequen-ze. Si consiglia di operare in un primo momento collettivamente o a piccoli gruppi usando i testi Due verruche al posto di una e Una cattiva consigliera e in seguito proponendo le attività del Laboratorio da pag. 8 a pag. 19. Si suggerisce altresì di sfruttare l’occasione per avviare anche il riassunto con il metodo della sottolineatura proposto nel Laboratorio da pag. 9 a pag. 12.

Unità formativa – IL RACCONTO4a

66

© 2015 RCS LIBRI S.p.A., M

ilano - Fabbri Editori

Il toro Ferdinando Dopo aver letto il brano esegui le attività proposte nella scheda 2/B.

C’era una volta in Spagna un piccolo toro che si chiamava Ferdinando. Tutti gli altri torelli della sua età correvano, saltavano e giocavano a darsi testate, ma non Ferdinando. A lui piaceva solo starsene seduto sotto una vecchia quercia ad an-nusare i fiori.Passarono gli anni e Ferdinando crebbe diventando grande e grosso. Gli altri tori che erano cresciuti con lui lottavano tutto il giorno, prendendosi a testate e cor-nate. Il loro grande sogno era quello di essere scelti per combattere alle corride nell’arena di Madrid. Ma non Ferdinando. A lui piaceva sempre restare tranquillo sotto la vecchia quercia a sentire il profumo dei fiori.Un giorno cinque uomini, con in testa dei buffi cappelli, vennero a prendere il toro più veloce e più forte per farlo combattere nell’arena di Madrid.Tutti gli altri tori si fecero avanti, sbuffando, saltando, scalciando, facendo di tut-to per mettersi in mostra ed essere scelti per la corrida.Ferdinando sapeva che non l’avrebbero scelto, ma non gli importava, e andò a se-dersi come sempre sotto la sua vecchia quercia. Ma, invece che sulla soffice erba, si sdraiò su un nido d’api. Se tu fossi un’ape e un toro ti si sedesse sopra, che cosa faresti? Lo pungeresti. Ed è proprio quello che accadde a Ferdinando. Ahi! Che male! Ferdinando si drizzò in piedi sbuffando sonoramente e si mise a correre per il prato scalciando e dando testate, come impazzito.I cinque uomini lo videro e si misero a urlare tutti eccitati. Era lui il toro più forte e feroce, quello che cercavano per le corride di Madrid. Così lo caricarono su un carro per portarlo alla corrida. A Madrid era un giorno di festa. Le bandiere sventolavano, le bande suonavano… e tutte le belle dame avevano fiori intrecciati nei capelli.Nell’arena iniziò la parata: per primi sfilarono i banderilleros, con aste appuntite ornate di nastri colorati per punzecchiare il toro e farlo infuriare; poi fu la volta dei picadores, in sella a cavalli e armati di lunghe lance per farlo infuriare ancora di più; poi arrivò il torero, il più fiero di tutti, che fece un grande inchino; infine arrivò il toro, e sapete chi era? Ferdinando.Ferdinando corse al centro dell’arena e tutti urlarono e applaudirono, convinti che si sarebbe battuto con coraggio. Ma non fu così. Quando giunse al centro dell’a-rena, Ferdinando vide i fiori nei cappelli delle dame e si sedette ad annusare quel delizioso profumo. I banderilleros erano furibondi, i picadores disperati e il torero pianse. Così dovettero riportare Ferdinando a casa. E per quanto ne so, lui è anco-ra sotto la sua vecchia quercia, ad annusare il profumo dei fiori. Ed è molto felice.Munro Leaf, La storia del toro Ferdinando, Excelsior 1881

RACCONTARE SCHEDA 1/A 4a

IL RACCONTO le sequenze SCHEDA 2/A Testo da leggere67

CLASSE NOME COGNOME

© 20

15 R

CS L

IBRI

S.p

.A., M

ilano

- Fa

bbri

Edito

ri

1 Collega le parole al loro significato.

corrida persone a cavallo che colpiscono il toro con lance

parata persona che affronta il toro durante lo spettacolo della corrida

banderilleros sfilata per celebrare un evento

picadores spettacolo che consiste nel combattimento tra un toro e un torero

torero persone che punzecchiano il toro con aste

2 Qual era il sogno dei tori spagnoli a eccezione di Ferdinando?

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

3 Elenca i personaggi del racconto dal più importante ai meno importanti.

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4 In quale Stato si svolgono i fatti narrati? E in quali ambienti?

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

5 Segna a lato del testo con i colori indicati le sequenze che potrebbero intitolarsi:

a Il toro Ferdinando rosso d Ferdinando e gli altri tori blub L’arrivo degli uomini verde e La reazione dei tori gialloc Ferdinando e le api arancio f La scelta del toro marrone

6 Suddividi in sequenze la parte rimanente di testo e scrivi i titoletti adatti a riassumere l’idea centrale.

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

7 Scrivi quante sequenze formano:

l’inizio lo sviluppo la conclusione

8 Spiega il motivo per cui Ferdinando venne scelto come il miglior toro.

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

9 Leggi in successione i titoletti delle sequenze e usali come guida per riassumere il racconto sul quaderno.

4a

IL RACCONTO le sequenze SCHEDA 2/B Comprensione, lessico, analisi e produzione Esercizi 1-5: primo livello; esercizi 6-9: secondo livello

68

CLASSE NOME COGNOME

Per narrare non basta elencare delle azioni, ma è necessario disporle secondo una succes-sione ordinata. L’ordine che ricalca la successione degli avvenimenti nella realtà è l’ordine cronologico. Di solito i bambini non hanno particolari difficoltà nel distinguere quanto è suc-cesso prima da quanto è successo dopo, ma non per questo l’argomento non merita di essere consolidato. Se non è ancora stato fatto, è il momento di introdurre gli indicatori temporali, cioè le parole che accompagnano le azioni per sottolineare la successione degli avvenimenti, per precisare la loro durata, per collocarle nel tempo. È bene far notare ai nostri alunni di non limitarsi all’uso di “poi” e “dopo”, ma di utilizzare indicatori diversi e appropriati alla situazione, così da legare correttamente le frasi e creare nel lettore il giusto senso del tempo che scorre (per esempio il termine “improvvisamente” accelera la narrazione, mentre l’espressione “dopo lunghi anni” la rallenta).La narrazione non sempre procede in modo lineare. Talvolta l’autore si serve di tecniche nar-rative tra cui il flashback (flash = lampo; back = indietro). Si tratta di un salto nel passato, un momento in cui la narrazione viene sospesa per raccontare qualcosa avvenuto in precedenza. Il flashback non deve essere confuso con la spiegazione di un fatto successo nel passato, è un qualcosa di completamente diverso. Per fare degli esempi “Luigi aveva paura dei cani e tutte le volte che ne vedeva uno scappava. Questo succedeva perché da piccolo lui era stato mor-so da un cane” non è un flashback; invece “Luigi aveva paura dei cani e tutte le volte che ne vedeva uno scappava. Quella volta, a solo sei anni, si era trovato faccia a faccia con un cane. Impietrito si fermò. Anche il cane fece la stessa cosa, ma poi…” è un flashback. La narrazione con il flashback è consigliabile quando si è già abbastanza bravi a usare la lingua italiana, quindi, con i bambini è sufficiente accennarla e individuarla nei racconti letti.

ITINERARIO DIDATTICO: L’ORDINE CRONOLOGICO LINEARELezione attiva (brano La cartella magica e attività a pag. 40 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo una prima lettura globale del testo, far elencare i fatti in successione usando gli indicatori temporali a lato e leggere le informazioni contenute nei boxini in fondo alla pagina.

2 Far sottolineare nel testo gli indicatori temporali usati dall’autore, analizzarli in base alla loro funzione e far notare che queste parole creano un “filo” che collega i vari fatti.

3 Consolidare la comprensione dell’argomento attraverso l’attività proposta nella pa-gina.

L’ordine della narrazione

69

Unità formativa – IL RACCONTO 4app.

40-49

Letture

Unità formativa – IL RACCONTO4a

70

ulteriore proposta operativa1 Per consolidare il concetto di racconto in ordine cronologico lineare si suggerisce di far

lavorare i bambini a coppie in questo modo: – dopo aver distribuito la fotocopia del testo La voce delle cose, far ritrovare la successione

temporale dei fatti usando i numeri; – far ritagliare le 5 parti di testo lungo il tratteggio e chiedere di incollarle sul quaderno in ordine. 2 Collettivamente individuare nel racconto riordinato gli indicatori temporali e sottolinearli.3 Sostituire oralmente gli indicatori evidenziati al punto 2 con altri adatti, così da allenare i

bambini a usare correttamente le parole del tempo.

La voce delle cose

Quel giorno, appena rientrati a casa, Martina aveva abbracciato una gamba del nonno.

– Nonno, tu sai proprio tutto!Il nonno le aveva accarezzato la testa.– Magari, pulcino mio, magari.Erano rimasti per un po’ così, in silenzio, mentre la pendola della cucina batteva le cinque.

A un certo punto, il nonno si era fermato in mezzo a un gruppetto di giovani querce.– Ascolta – aveva detto. In quell’istante il vento aveva scosso i rami, e dai rami era

sceso un tintinnio secco e lieve.– Hai sentito? Questa è la voce della quercia in inverno. Ogni albero ha la sua voce. Biso-gna solo imparare ad ascoltarla.

Una volta, in pieno inverno, Martina aveva fatto una passeggiata con il nonno in un grande prato vicino al loro quartiere. I prati erano bruciati dal gelo e gli alberi avevano

già perso le foglie.

Martina aveva otto anni e abitava al quarto piano di un grande palazzo alla periferia della città. Intorno alla sua casa ce n’erano tante altre, tutte uguali. Ogni tanto si

salvava un piccolo pezzo di prato con qualche panchina in mezzo e degli alberelli solita-ri, così giovani e così malati da aver bisogno di una gabbia di legno per poter essere dritti.Martina non aveva né fratelli né sorelle. Per fortuna, però, c’era il nonno. Il nonno aveva un aspetto molto giovanile e più di una volta, chi non li conosceva, li aveva scambiati per padre e figlia.

Poi il sole cominciò a tramontare. Per il freddo Martina non sentiva più né il naso né i piedi: solo la mano che dava al nonno era ancora calda. Ogni tanto, davanti a loro

rotolava qualche barattolo, mentre sacchetti di plastica volavano nell’aria come meduse impazzite.– Nonno – aveva gridato Martina – anche i barattoli parlano?– Sì, i barattoli e i sacchetti di plastica.– E i motori delle auto?– Ah, quelli straparlano. Per non parlare degli autobus.

Susanna Tamaro, Tobia e l’angelo, Mondadori

71

Unità formativa – IL RACCONTO 4aITINERARIO DIDATTICO: Il flashback Lezione attiva (brano La sciarpa della nonna e attività a pag. 41 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo una prima lettura globale del testo, far osservare ai bambini l’inserimento del flashback che interrompe la successione cronologica dei fatti e leggere le informa-zioni contenute nei boxini in fondo alla pagina.

2 Rileggere il brano escludendo il flashbak, così da capire meglio che è un “inserto” e che talvolta, come in questo caso, il racconto “vive” anche senza.

3 Consolidare la comprensione dell’argomento attraverso l’attività proposta nella pagina.

ulteriore proposta operativa

Se si desidera approfondire il flashback si suggerisce di lavorare in questo modo:1 fotocopiare il brano Castelli di sabbia e distribuirlo2 invitare i bambini a segnare nel testo il punto in cui inserire il flashback 3 verificare gli inserimenti proposti dai bambini e discutere sul corretto posizionamento

(il flashback va inserito dopo “chiuse per un po’ gli occhi)4 colorare il flashback in giallo e ritagliarlo5 ritagliare il brano in due parti e incollarlo inserendo il flashback

Castelli di sabbia Era la mattina di Ferragosto e, come voleva la tradizione, ad Alassio i bagnanti di ogni spiag-gia si preparavano alla gara dei castelli di sabbia.– Mamma, faremo tardi! – disse Enrico impaziente.Doriana sospirò. Quattro passi, un vicoletto da percorrere, una strada da attraversare e, in pochi minuti, ecco il mare.Sulla sabbia, grandi e piccoli erano già al lavoro: qualcuno scavava, altri ammassavano la sabbia umida, i bambini andavano e venivano con i loro secchielli colmi d’acqua. Enrico li raggiunse, mentre Doriana si sdraiò al sole e chiuse per un po’ gli occhi. – Non vieni ad aiutarci? – disse ad un tratto una voce. – Oggi per chi se ne intende di castelli è vietato fare le lucertole.Doriana sorrise e si alzò. Come avrebbe potuto mancare all’appuntamento?

FLASHBACKSi rivide bambina, proprio su quella spiaggia, in un lontano 16 agosto. La piccola Doriana piangeva disperata perché la mareggiata della notte aveva inghiottito il suo castello di sab-bia premiato dalla giuria come il migliore.

EsercitazioniPer esercitare i bambini su questo argomento si possono proporre le letture dell’Antologia da pag. 42 a pag. 49, le attività del Laboratorio da pag. 32 a pag. 35 e i corrispondenti contenuti digitali in ExtraKit e OpenBook (vedi anche l’Indice dei contenuti digitali, pp. 10-12 di questa Guida).

© 20

15 R

CS L

IBRI

S.p

.A., M

ilano

- Fa

bbri

Edito

ri

I jeans Dopo aver letto il brano esegui le attività proposte nella scheda 3/B.

Ieri la mamma del mio amico Andrea mi ha regalato un paio di jeans di Luca, il fratello maggiore di Andrea, che ha undici anni e fa la prima media. Luca però è uno spilungo-ne e i suoi pantaloni per me erano troppo lunghi. Quando li ho provati Andrea e sua madre hanno cominciato a ridere come due matti. Io un po’ mi vergognavo e un po’ ero contento di farli divertire, così ho cominciato a fare il pagliaccio, anzi il pinguino, ho camminato in maniera buffa e ho fatto finta di inciampare. Quando sono tornato a casa ho chiesto subito alla mamma di accorciarmi i calzoni.– Non posso, adesso. Mettili lì sul divano – mi ha detto.Allora ho chiesto a mia sorella Aisha se poteva farlo lei. Aisha ha solo tre anni più di me ma è bravissima a cucire.– Devo prima aggiustare i calzini del papà! Metti lì sul divano!Io però avevo voglia di indossarli subito e così sono andato in camera mia, ho preso le forbici lunghe che la mamma tiene nella cesta da cucito e ho accorciato i pantaloni da solo.Nello specchio la misura adesso mi sembrava proprio giusta. Mi sono guardato davan-ti, di dietro, di profilo, con le mani in tasca, accovacciato e in posa da corsa: perfetti!Mi sono spogliato e sono andato a letto.Poco dopo, mentre io già dormivo, è arrivata la mamma che, vedendo i pantaloni, ha pensato: “Povero bambino, voglio fargli una sorpresa, così domani si sveglierà con-tento!”.Mi ha dato un bacino sulla fronte e poi mi ha accorciato i pantaloni.Mezz’ora dopo è arrivata Aisha. Altro bacino e altra sforbiciata.Questa mattina, per strada, avevo un po’ freddo ai polpacci.Antonio Ferrara, Pane arabo a merenda, Falzea Editrice

4a

IL RACCONTO l’ordine della narrazione SCHEDA 3/A Testo da leggere72

CLASSE NOME COGNOME

© 2015 RCS LIBRI S.p.A., M

ilano - Fabbri Editori

RACCONTARE SCHEDA 1/A 4a

IL RACCONTO l’ordine della narrazione SCHEDA 3/B Comprensione, lessico, analisi e produzione Esercizi 1-5: primo livello; esercizi 6-9: secondo livello

73

CLASSE NOME COGNOME

1 Luca è:

il fratello del protagonista il fratello dell’amico del protagonista l’amico di Andrea.

2 I jeans sono stati accorciati:

prima dalla mamma, poi dalla sorella, infine dal bambino prima dal bambino, poi dalla mamma, infine dalla sorella prima dal bambino, poi dalla sorella, infine dalla mamma.

3 Perché Andrea e sua mamma si sono messi a ridere?.........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4 Numera le frasi secondo la successione temporale dei fatti.

La mamma e Aisha non hanno tempo di accorciare subito i jeans.

Aisha accorcia i jeans al fratello.

Il bambino mette i jeans ma ha freddo.

I jeans sono troppo lunghi.

Un giorno un bambino riceve un paio di jeans in regalo.

Il bambino va a letto.

La mamma accorcia i jeans al suo bambino.

Il bambino accorcia i jeans da solo.

5 Sottolinea nel testo alcune parole che ti permettono di capire che i fatti avvengono in successione temporale.

6 Secondo te, in che stagione succedono i fatti narrati? Da che cosa lo capisci?.........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

7 In questo racconto è presente un flashback. sì no

8 Indica nel testo con una X il punto in cui si potrebbe inserire questo flashback.

Avevo solo sette anni quando feci la stessa cosa. Avevo preso un paio di jeans che mi erano diventati corti e li avevo trasformati in un paio di pantaloni estivi.– Bravo! – mi aveva detto la mamma – ottimo lavoro. Hai la stoffa del sarto.

© 20

15 R

CS L

IBRI

S.p

.A., M

ilano

- Fa

bbri

Edito

ri

Una nuova vicina1 Leggi l’inizio del racconto e poi continualo tu sul quaderno, prendendo

spunto dalle immagini. Se vuoi utilizza le parole del tempo e la conclusione indicate, altrimenti decidile tu.

La casa di Rosa era accanto a quella di Paola. Ogni volta che le due bambine aveva-no voglia di vedersi bastava aprire il cancelletto, fare pochi passi e suonare il campanello.Poi, per motivi di lavoro, la famiglia di Paola andò a vivere in un’altra città e Rosa si ritrovò sola.

Dopo qualche giorno...

Un mattino…

Verso sera…

Dopo qualche settimana...

Rosa non era più sola: aveva trova-to una nuova amica, anzi una nonna meravigliosa che l’amava e la viziava come se fosse la sua nipotina.

4a

IL RACCONTO l’ordine della narrazione SCHEDA 4 Produzione personale74

CLASSE NOME COGNOME

75

Unità formativa – IL RACCONTO 4a

Chi scrive e chi raccontaFar cogliere ai bambini la differenza tra autore e narratore non è semplice, ma è una tappa da affrontare. L’autore è la persona fisica che ha scritto la storia e il suo nome compare sulla co-pertina del libro. Nelle antologie il nome dell’autore compare di solito sotto il brano, accanto al titolo del libro da cui è tratto. Abituare i bambini a leggere il nome dell’autore e del libro da cui è stato tratto il brano è utile per far conoscere ai bambini i nomi degli scrittori, per fornire loro indicazioni sul libro e consigliarne, eventualmente la lettura. Il narratore è una finzione letteraria, il “regista” della storia. È la “voce” a cui lo scrittore affida il compito di raccontare quello che succede, di fare riflessioni o di riportare dialoghi. Il narratore può essere interno alla vicenda quando chi racconta è uno dei personaggi. In questo caso la nar-razione è scritta in prima persona. Se invece la narrazione avviene in terza persona il narratore è esterno alla vicenda, ma è comunque una figura onnisciente che non conosce limiti di tempo, di spazio e di azione. Può seguire i personaggi ovunque si muovano, dimostra di essere al corrente della loro storia passata e di prevedere il futuro. La distinzione tra narratore e autore è importante soprattutto nella narrazione in prima perso-na: se la si tralascia, il bambino tende a pensare che l’io narrante sia lo stesso autore e, in segui-to, avrà difficoltà nel cogliere le differenze tra il racconto in prima persona e l’autobiografia, il diario e la lettera. Il bambino deve abituarsi a narrare sia in prima sia in terza persona e superare l’idea che i suoi racconti verosimili debbano sempre corrispondere a esperienze vissute. Così come fanno gli scrittori anche lui può prendere spunto da fatti successi o di cui ha sentito parlare e affidare al narratore il compito di raccontare. L’assunzione di questo punto di vista e l’accorgimento di privilegiare l’uso della terza persona di solito producono buoni risultati in quanto i bambini, non sentendo più la necessità di raccontare solo esperienze veritiere, riesco-no a essere più creativi.

ITINERARIO DIDATTICO: AUTORE E NARRATORELezione attiva (brano Il trattore di Federico e attività a pag. 50 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo una prima lettura globale del testo, far riflettere i bambini su quanto è stato evidenziato a lato del brano e leggere le informazioni contenute nei boxini in fondo alla pagina.

2 Approfondire il concetto di autore e narratore (le informazioni teoriche della pagina sono un valido sussidio per ampliare le conoscenze dei bambini).

3 Consolidare la comprensione dell’argomento attraverso l’attività proposta a pag. 50.

4 Sfruttare l’occasione per spiegare ai bambini che i brani che trovano sul loro libro sono generalmente tratti dai libri, e che gli autori delle antologie ne ricavano dei pezzi significativi e adatti all’argomento che stanno trattando nella sezione del volume.

5 Sfogliare con i bambini l’Antologia e individuare le fonti dei brani. L’insegnante può anche intervenire con informazioni sugli scrittori più famosi o consigliare la lettura di alcuni libri da cui sono tratti i testi.

pp.50-59

Letture

ITINERARIO DIDATTICO: RACCONTARE IN PRIMA E IN TERZA PERSONALezione attiva (brano Lo spaventapasseri e attività a pag. 51 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo una prima lettura globale del testo, far riflettere i bambini su quanto è sta-to evidenziato nel brano e, con l’aiuto delle informazioni contenute nei boxini in fondo alla pagina, far scoprire le caratteristiche di un racconto in prima e terza persona.

2 Far notare che i verbi, i nomi di persona e i pronomi personali sono elementi fondamentali per capire se un racconto è stato scritto in prima persona oppure in terza.

3 Far osservare che nel racconto scritto in prima persona è presente anche l’uso della terza persona, ad esempio quando il narratore fa intervenire nel dialogo lo spaventa-passeri.

4 Consolidare la comprensione dell’argomento attraverso l’attività proposta a pag. 51.

ULTERIORE PROPOSTA OPERATIVA

Per consolidare il concetto di racconto scritto in prima e in terza persona, si suggerisce di far lavorare i bambini a coppie utilizzando i due testi che seguono e facendoli riscrivere in terza o in prima persona.

Racconto in prima persona da riscrivere in terza persona (Valentina avrà la funzione di narratore.)

Una lite tra fratelliSento che oggi sarà una bella giornata. È domenica, non ho compiti, quindi posso passare il tempo come voglio.– Chiudi la finestra, ho freddo! – ha borbottato mio fra-tello distogliendomi dai miei pensieri.– Non dire sciocchezze – gli ho detto respirando profon-damente.Luca ha lanciato uno strillo, e alle sue urla è accorsa mia madre.– Vuol farmi prendere la polmonite! – si è lamentato lui.Mia madre ha cominciato a dire: - Valentina, lo sai che Luca è piccolo e freddoloso...Ma ho visto che sotto sotto sorrideva.

Angelo Petrosino, Quattro gatti per Valentina, Il Battetto a Vapore, Piemme

Unità formativa – IL RACCONTO4a

76

Racconto in terza persona da riscrivere in prima persona. (Uno dei figli avrà la funzione di narratore.)

Il tesoro nascostoUn giardiniere desiderava istruire i suoi figli nell’arte dei giardini. Quando si sentì prossimo a morire, li fece veni-re e disse loro: – Figli miei, quando sarò morto, cercate ciò che è nasco-sto nella vigna.I figli credettero che nella vigna vi fosse un tesoro e, morto il padre, si misero a scavare dappertutto.Non trovarono tesori, ma avevano zappato la terra così bene che la vigna diede molta uva. Ed essi diventarono ricchi.

Leone Tolstoj, I quattro libri di lettura, Tea

ESERCITAZIONI

Per esercitare i bambini su questi argomenti si possono proporre le letture dell’Antologia da pag. 52 a pag. 59, le attività del Laboratorio da pag. 36 a pag. 38 e i corrispondenti contenuti digitali in ExtraKit e OpenBook (vedi anche l’Indice dei contenuti digitali, pp. 10-12 di questa Guida).

77

Unità formativa – IL RACCONTO 4a

© 20

15 R

CS L

IBRI

S.p

.A., M

ilano

- Fa

bbri

Edito

ri

Un bambino distratto Dopo aver letto il brano esegui le attività proposte nella scheda 5/B.

Dopo cena, prima di andare a letto, Totò dovette preparare la cartella per il giorno dopo e qui incominciarono i guai.– Domani… domani è sabato, vero zia?– No, figliolo, domani è venerdì.– Oh, povero me! Allora ho sbagliato giorno e ho studiato la lezione per sabato. Per do-mani abbiamo invece la poesia e io non l’ho studiata! Come faccio adesso?Totò stava per piangere ma si fece forza. Restò d’accordo con la zia che l’indomani lo svegliasse un’ora prima, per poter studiare la poesia e andò a dormire.Ma la zia, in quei giorni, aveva la testa in tutt’altre faccende, e non si ricordò di svegliarlo.– Ma come faccio, ora, – diceva col pianto nella voce, – se il maestro mi domanda la poesia?Allora la signora Paola scrisse una lettera per il maestro, e gli spiegò che questa volta la colpa non era del ragazzo. Totò prese la lettera e se ne andò, ormai rassicurato. Per strada si fermò davanti alla vetrina di un negozio, dove era esposto un oggetto molto interessante: una matita grande quasi due metri e grossa quanto il braccio di un uomo.– Vorrei sapere, – pensò, – chi mai adopera matite così.Intanto lo sguardo gli cadde sopra un librone, nella vetrina accanto, il quale in verità pareva il re di tutti i libri, e aveva pagine che ci si poteva passeggiare.Si mise a ridere, pensando a un uomo che tenesse quel librone in tasca e quella matita infilata dietro l’orecchio. Che quello fosse un negozio di giganti? Camminò per un po’ con la testa tra le nuvole, e si trovò, per caso, a fermarsi davanti a una cassetta posta-le. Era lì che alle volte imbucava qualche lettera o cartolina per incarico della zia. Ora, trovandosi davanti a quella cassetta con in mano la lettera per il maestro, così, sopra pensiero, alzò la mano e imbucò la lettera. Aveva appena ritirato la mano, quando si rese conto di quel che aveva fatto.– Era la giustificazione della zia per il maestro! Dio mio, come faccio ora?Tutto rosso in viso si rivolse a una guardia che passava di là, pretendendo a tutti i costi che gli aprisse la cassetta. Ma quello gli rispose ridendo:– Figlio mio, la tua lettera per oggi nemmeno il papa te la può ridare. Pensa, prima di fare una cosa! Giorgio Fano, Totò e l’anello magico, Einaudi Ragazzi

4a

IL RACCONTO chi scrive e chi racconta SCHEDA 5/A Testo da leggere78

CLASSE NOME COGNOME

© 2015 RCS LIBRI S.p.A., M

ilano - Fabbri Editori

1 I fatti raccontati succedono:

solo di giovedì un giovedì e un venerdì non si sa.

2 Elenca i personaggi del racconto, dal più importante al meno importante.

.........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

3 Rispondi.

Perché Totò era preoccupato? ....................................................................................................................................................................................................................................... .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Perché la zia non svegliò il bambino, come aveva promesso? ........................................................................ .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Come si chiama l’autore del racconto che hai letto? ..................................................................................................................... .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Il racconto è scritto in prima o in terza persona? ......................................................................................................................................... .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4 Il narratore:

è un amico di Totò è uno dei personaggi non è uno dei personaggi.

5 Trascrivi sul quaderno il racconto dall’inizio fino a “non si ricordò di svegliarlo” immaginando che sia Totò a raccontare i fatti.

6 Quale insegnamento puoi ricavare dal racconto? Sottolinealo nel testo in verde.

7 Perché Totò camminava con la testa fra le nuvole?

.........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

8 In questo elenco segna con una X solo le frasi che permettono di capire che il narratore non è uno dei personaggi.

Totò dovette preparare la cartella. Ma la zia, in quei giorni, aveva la testa in tutt’altre faccende. La zia si dimenticò di svegliarlo.

9 Che cosa succederà quando Totò arriva a scuola? Continua tu il racconto sul quaderno, facendo attenzione a usare lo stesso narratore.

IL RACCONTO chi scrive e chi racconta SCHEDA 5/B Comprensione, analisi e produzione Esercizi 1-5: primo livello; esercizi 6-9: secondo livello

RACCONTARE SCHEDA 1/A 4a

79

CLASSE NOME COGNOME

Unità formativa – IL RACCONTO4a

80

ITINERARIO DIDATTICOLezione attiva (brano Il bis-diario e attività alle pp. 62-63 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo una prima lettura globale del testo far riflettere i bambini su quanto è stato evidenziato a lato e leggere le informazioni contenute nei boxini in fondo alle pagine.

2 Riflettere sulle espressioni tipiche del parlato usate nel testo e sostituirle con altre.

3 Far osservare che, in base al contenuto del testo, la bambina ha senz’altro scritto altre pagine in momenti precedenti e ipotizzare insieme la prima pagina di diario (presentazione della bambina, quando scriverà sul suo diario e che cosa…).

4 Consolidare la comprensione dell’argomento attraverso l’attività proposta a pag. 61.

ULTERIORE PROPOSTA OPERATIVA

Proporre questi brevi testi, individuare qual è più adatto a essere definito una pagina di diario (è il secondo perché il linguaggio ricalca il parlato), discutere sul perché e in un secondo tem-po, collettivamente o a gruppi, aggiungere al testo scelto altre frasi adatte a completarlo.

Il diario è un testo espressivo scritto in forma libera e spontanea perché ha carattere privato. La data, annotata ogni volta che il diario viene usato, è utile come memoria storica, mentre la for-mula d’apertura può anche essere omessa. Nel diario l’autore coincide con il narratore, a meno che non si tratti di una finzione letteraria. Il diario è un “amico di carta”, a cui rivolgersi per confidare i propri stati d’animo, raccontare episodi significativi per chi scrive, sfogare momenti di rabbia o fissare emozioni. Il linguaggio è informale e ricalca il parlato, con uso di espressio-ni colloquiali. È questo il linguaggio che il bambino deve usare nella produzione personale e non quello richiesto per il racconto, così come la forma deve essere sganciata dalle strutture compositive tipiche del testo narrativo. Di solito i bambini si appassionano al diario e, dopo aver scoperto questa forma di scrittura, qualcuno decide di averne uno. Pertanto si consiglia di puntare su questa forma espressiva e proporre la scrittura di pagine di diario in assoluta libertà.

14 febbraio 2009Caro diario,ieri la mia amica Annalisa doveva venire a casa mia a giocare ma non è arrivata. Io ci sono rimasta male, non tanto perché lei non sia venuta ma perché non mi ha avvisata.

14 febbraio 2009Caro diario,ti sembra possibile che un’amica si dimentichi di telefonarti per dirti che non può venire a giocare con te? A me è capitato ieri con Annalisa. Non so che cosa pensare: o non ci tiene a me o è proprio una con la testa fra le nuvole. Sono proprio nera!

Il diario personale

ESERCITAZIONI

Per esercitare i bambini su questo argomento si possono proporre le letture dell’Antologia da pag. 64 a pag. 67, l’attività del Laboratorio a pag. 39 e i corrispondenti contenuti digitali in ExtraKit e OpenBook (vedi anche l’Indice dei contenuti digitali, pp. 10-12 di questa Guida).

pp.62-67

Letture

© 2015 RCS LIBRI S.p.A., M

ilano - Fabbri Editori

Diario di una bambina

1 Qual è il fatto che fa decidere alla bambina di aprire il suo diario e scrivere?....................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

2 Nel testo la bambina non ha scritto il suo nome perché:

si è dimenticata non serviva perché il diario è qualcosa di personale

non ha finito di raccontare.

3 La data: è utile per ricordare in futuro quando è successo il fatto

non andava messa poteva anche essere evitata.

4 Chi racconta: ha usato parole difficili e frasi ricercate

si è espresso con il linguaggio del parlato

ha saputo usare il linguaggio tipico del diario.

Leggi il brano ed esegui le attività proposte.

16 gennaioChe disgrazia! Mi è morto il canarino. Ieri stava così bene, e stamattina l’ho trovato stecchito sul fondo della gabbia. Sembrava addormentato.Cosa gli sarà successo? Avrà preso un colpo di freddo? Impossibile, perché la gabbia è in un angolo riparato del soggiorno, dove non arriva mai un filo di corrente.Era la prima volta che vedevo con i miei occhi un canarino morto. Va bene che prima o poi doveva morire. Ma così, all’improvviso, non mi è sembrato giusto.Basta, non voglio più avere uccelli in casa. Domani farò volare via quello che è rimasto solo. Angelo Petrosino, Un anno con Jessica. Diario di una bambina, Sonda

5 Sottolinea nel testo due frasi che ti fanno capire che chi scrive è triste e arrabbiato per ciò che è successo.

6 Sottolinea nel testo le frasi tipiche del parlato che possono essere sostituite con le seguenti.

Mi è successa una cosa veramente brutta.

So che il canarino non avrebbe potuto vivere per sempre.

7 Secondo te la bambina avrà veramente liberato il canarino rimasto solo? Immagina di essere al suo posto e parlane immaginando di scrivere un diario.

....................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

....................................................................................................................................................................................

IL RACCONTO il diario personale SCHEDA 6 Verifica di comprensione, analisi e produzione Esercizi 1-4: primo livello; esercizi 5-7: secondo livello

RACCONTARE SCHEDA 1/A 4a

81

CLASSE NOME COGNOME

ITINERARIO DIDATTICOLezione attiva (brano Il pipistrello e attività alle pp. 68-69 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo la lettura globale del testo far riflettere i bambini su quanto è stato evidenzia-to a lato e nel testo, e leggere le informazioni dei boxini in fondo alle pagine.

2 Fornire ai bambini alcune semplici informazioni sullo scrittore, così da aiutarli a co-noscerlo e a capire che cosa si intende per racconto autobiografico.

Mario Lodi, nato a Vho di Piadena (Cremona) nel 1922, ha insegnato per più di 20 anni nella scuola primaria del suo paese. Ha realizzato molti libri (Bandiera, La mongolfiera, Cipì…), al-cuni scritti insieme ai suoi alunni. Ha raccolto e classificato 500 fiabe inventate dai bambini, documentando così che la loro creatività, nonostante l’avvento della TV, è ancora viva. Ha organizzato anche mostre di pitture di bambini, incontri nelle scuole e molte altre cose: tutto questo continuando la sua carriera di scrittore. È morto nel 2014.

3 Spiegare ai bambini che i racconti autobiografici proposti sull’Antologia sono tratti da libri i cui scrittori sono persone famose, ed è per questo che il racconto della loro vita incontra l’interesse del pubblico

4 Consolidare la comprensione dell’argomento attraverso l’attività proposta a pag. 61.

ULTERIORE PROPOSTA OPERATIVA

In biblioteca l’insegnante può documentarsi sulle autobiografie, prenderne alcune in prestito avendo cura di scegliere autori di diverso indirizzo (lo sport, lo spettacolo, la scienza…), mo-strarle ai bambini e leggere loro alcuni spezzoni.

ESERCITAZIONI

Per esercitare i bambini su questo argomento si possono proporre le letture dell’Antologia da pag. 70 a pag. 73, l’attività del Laboratorio a pag. 40 e i corrispondenti contenuti digitali in ExtraKit e OpenBook (vedi anche l’Indice dei contenuti digitali, pp. 10-12 di questa Guida).

Unità formativa – IL RACCONTO4a

82

L’autobiografia è il racconto in prosa della propria vita narrata da se stessi e nasce dal bisogno di fissare nella memoria gli eventi vissuti significativi e di farli conoscere agli altri. Nel testo au-tobiografico il narratore è sempre interno alla vicenda e coincide con il narratore della storia, che viene raccontata in chiave soggettiva e in prima persona. L’incipit può essere il momento della propria nascita, uno stimolo presente che dà il via ai ricordi, un qualunque momento del proprio passato. La narrazione segue sempre un ordine logico e cronologico e i tempi sono ge-neralmente quelli del passato; in particolare si ricorre all’imperfetto per narrare eventi che han-no avuto una certa continuità nel tempo. I contenuti predominanti sono: esperienze personali, descrizioni di persone e luoghi che hanno inciso sulla vita dell’autore, riflessioni, emozioni che l’autore stesso ha provato. Il linguaggio è particolarmente curato ed espressivo; l’autore, infatti, scrive per comunicare la propria esperienza a un vasto pubblico di lettori. Il racconto autobio-grafico è il tipo di testo che l’insegnante può proporre quando invita il bambino a raccontare un’esperienza significativa realmente accaduta, espressa con la struttura del racconto verosimi-le, ma con una differenza: il racconto autobiografico non ammette la finzione letteraria.

L’autobiografia pp.68-73

© 2015 RCS LIBRI S.p.A., M

ilano - Fabbri Editori

IL RACCONTO L’autobiografia SCHEDA 7 Verifica di comprensione, lessico analisi e produzione Esercizi 1-3: primo livello; esercizi 4-6: secondo livello

RACCONTARE SCHEDA 1/A 4a

83

Che figura! Dopo aver letto il brano esegui le attività proposte.

Il sabato di Pentecoste venne alla luce una covata di anatroccoli. Per ottenere che mi seguissero avrei dovuto fare “qua qua” come un’anitra. Detto fatto. Incominciai a far loro quel verso materno e quando incominciai ad allontanarmi, anch’essi ubbidienti mi seguirono. Mi spostavo rimanendo accucciato ma appena mi rizzai in piedi essi comin-ciarono a guardarsi intorno e a emettere un lamentoso pigolio. Fui costretto ad avanza-re accucciato in una posizione assai poco comoda; e ancor meno comodo era il fatto di continuare ininterrottamente a fare “qua qua”.A un certo punto alzai gli occhi e vidi un’intera comitiva di turisti che mi guardava stu-pefatta. E non avevano tutti i torti, dato che vedevano un grosso signore strisciare e fare “qua qua”.Konrad Lorenz, L’anello di re Salomone, Adelphi

1 Rispondi. Perché il protagonista imita gli anatroccoli? ...................................................................................................... ......................................................................................................................................................................

Perché i turisti lo guardano meravigliati? .................................................................................................... ......................................................................................................................................................................

Da che cosa capisci che il protagonista non è un bambino? ......................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................

2 Il racconto è scritto: in terza persona in prima persona.

3 Che cosa avrà fatto il protagonista quando si è accorto che i turisti lo guardavano? Immagina di essere lo scrittore e continua tu il racconto autobiografico. ...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

...................................................................................................................................................................................

4 Sapendo che il racconto che hai letto è autobiografico, ipotizza che lavoro fa chi racconta:

è un pagliaccio del circo è uno studioso del comportamento degli animali

è un archeologo.

5 Scrivi il significato di: venne alla luce .............................................................................

......................................................................................................................................................................

ininterrottamente .....................................................................

......................................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................................

6 Scrivi anche tu un breve racconto autobiografico per narrare un episodio della tua vita.

CLASSE NOME COGNOME

Il termine biografia deriva dalle parole greche Bios = vita e grapho = scrivo; significa quindi narrazione della vita di una persona che nel corso della sua esistenza ha mostrato un valore o un’originalità degni di essere portati all’attenzione del pubblico. Esistono biografie di scrit-tori, pittori, filosofi, giornalisti, uomini di stato, personaggi storici, sportivi...Una biografia completa ed esauriente ricostruisce, sulla base di testimonianze e documenti, l’am-biente in cui il personaggio è vissuto, analizza la sua condizione sociale e familiare, parla degli studi che ha fatto e delle persone che ha incontrato. Ma soprattutto presenta e analizza il pro-tagonista, soffermandosi anche su momenti particolari della sua vita, la sua carriera, la sua for-mazione, il suo carattere, i suoi hobby, i suoi amori, i suoi pensieri, per poterne dare un ritratto completo. È un genere letterario ricco di elementi che possono servire a documentare gli avve-nimenti di un’epoca, l’ambiente in cui si svolgono, le abitudini e la mentalità di un periodo. Ma anche gli elementi umani e i sentimenti hanno un ruolo importantissimo nella narrazione, che viene presentata come un vero e proprio romanzo.I fatti raccontati sono realmente accaduti e sono esposti quasi sempre in ordine cronologico. Il linguaggio è molto curato, poiché chi scrive si rivolge al vasto e vario pubblico dei lettori. Vi-sta l’età dei bambini non è necessario approfondire questo genere letterario, ma è sufficiente limitarsi a presentarlo nelle caratteristiche essenziali.

La biografia

84

ITINERARIO DIDATTICOLezione attiva (brano Il cantautore Jovanotti e attività alle pp. 74-75 dell’Antologia)

ANALISI DEL TESTO

1 Dopo la lettura globale del testo far riflettere i bambini su quanto è stato evidenziato a lato e nel testo e leggere le informazioni contenute nei boxini in fondo alle pagine.

2 Avviare una conversazione per verificare se nel testo sono presenti le caratteristiche della biografia elencate nei boxini in fondo alle pagine.

3 Consolidare la comprensione dell’argomento attraverso l’attività di pag. 75.

4 Proporre l’ascolto di una canzone del cantautore, integrare le informazioni del testo con altre per aiutare gli alunni a capire meglio il senso della biografia (si può dire che Jovanotti ha scritto anche dei libri e citarne uno, ad esempio Per te, destinato a un pubblico di bambini piccoli).

ULTERIORE PROPOSTA OPERATIVA

Può essere interessante proporre agli alunni di scrivere alcune pagine biografiche di una perso-na importante del paese o della città, ad esempio il sindaco. Suddividendo la classe a gruppi, si possono preparare alcune domande per intervistare la persona scelta, altre da rivolgere a un familiare, altre ancora a un suo collaboratore, a un amico…. Dopo le interviste, con l’aiuto dell’insegnante, i bambini stenderanno il testo.

ESERCITAZIONI

Per esercitare i bambini su questo argomento si possono proporre le letture dell’Antologia da pag. 76 a pag. 79, l’attività del Laboratorio di pag. 41 e i corrispondenti contenuti digitali in ExtraKit e OpenBook (vedi anche l’Indice dei contenuti digitali, pp. 10-12 di questa Guida).

Unità formativa – IL RACCONTO4app.

74-79

© 2015 RCS LIBRI S.p.A., M

ilano - Fabbri Editori

IL RACCONTO la biografia SCHEDA 8 Verifica di comprensione, lessico analisi e produzione Esercizi 1-2: primo livello; esercizi 3-4: secondo livello

RACCONTARE SCHEDA 1/A 4a

85

Il musicista Mozart Dopo aver letto il brano esegui le attività proposte.

Wolfgang Amadeus Mozart nacque a Salisburgo nel 1756; il padre Leopold era musicista e fu lui a dare l’educazione musicale al piccolo Amadeus e a sua sorella. Mozart rivelò precoce-mente eccezionali doti musicali, tanto che a quattro anni già suonava il clavicordo e compo-neva minuetti. Leopold fece in modo di sfruttare al massimo le doti precoci dei suoi figli; li fece suonare alla presenza dell’imperatrice Maria Teresa suscitando lo stupore dei presenti. Nel 1781 Amadeus decise di abbandonare definitivamente la sua città per vivere a Vien-na e qui compose Le nozze di Figaro e in seguito il Don Giovanni, destinati a un grande successo. Nonostante il prestigio e la genialità del maestro, egli si trovava in condizioni economiche disastrose, oltre che in condizioni di salute non buone. Negli ultimi anni Mozart compose Il Flauto Magico e cominciò il bellissimo Requiem, rimasto incompiuto per l’improvvisa morte del maestro, avvenuta nel 1791. Mozart venne sepolto in una fossa comune e le cause della morte rimasero misteriose.Stendhal, Vita di Mozart, Newton

1. Sottolinea in rosso il titolo del libro da cui è tratto il testo e in blu il nome del biografo.

2. Il racconto è scritto:

in terza persona in prima persona.

3. Rispondi con vero (V) o falso (F).

Mozart suonò davanti all’imperatrice in età adulta.

A 25 anni Mozart lasciò per sempre la città in cui era nato. V F

Mozart era un uomo molto ricco. V F

L’opera Il Flauto magico fu composta da Mozart a Salisburgo. V F

Mozart morì prima di terminare la composizione Requiem. V F

Si conoscono le cause della morte del musicista Mozart. V F

4. Trascrivi sul quaderno il testo, completandolo con questo informazioni modificate opportunamente.

1763: Esibizione di Wolfgang Amadeus e di sua sorella in alcune città europee tra cui Parigi e Londra. Sono accompagnati dal padre.

1769: Mozart si esibisce con successo a Venezia, Milano, Bologna, Roma e Napoli.

1782: Matrimonio di Mozart con Costanza Weber.

5 dicembre 1782: un allievo di Mozart termina il Requiem.

CLASSE NOME COGNOME