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Torna il Magazzino di Poesia di Spagine con i versi di Ilaria Caffio. Buona lettura!
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spagine - magazzino di poesia - poesia
Spagine è un periodico di informazione culturaledell’Associazione Culturale Fondo Verri di Lecce
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verrà l’estate
verrà l'estate
nostro figlio è di cartapestatrasparentelibero ripiegatoamatosintesi ancora non vista saputasolo detta.
è ora nel freddonostro figlio lascia il suo cantoimmaginarioil nostro fiato sul suo contornosul viso raggrinzitobagnato.
verrà l’estate verrano i gelsominile sue dita anticiperanno il morsomi guarderai contentoe ti dirò le stesse parole:trasparentenostro figlio è di vento.
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Ilaria Caffio
remoteness
come mi dispero quando sei assentela mia preghiera celeste la sente
un estraneochi non ti appartiene la sentema anche il vento è un estraneoanche il cielo è esterno al petto
che ti trattienenella mia trappola che mortale apparenella prospettiva- parola terribile -del tuo cuoreseccoche inspira il succola nenia miae quanto male mi fai quando resti
sedutasono creatura tua
ma quando te ne vaisono una foglia che precipitadal suo albero secolaresi staccaecco cosa accade nella cadutamaestrocosa accade nella lontananza.
muoio per colpa mia.
7
verrà l’estate
volto
(tutto ti chiamamy lovethe first time ever i saw your facequando il tiepido vento ti muoveva i capellie la chiesa di sant’Irene si confessava- ancora non ti conosceva -e io perdevo l’umanità il tuo pantalone la tua camicialàmuovevi la vita che io confondevo credevoè cielo, è aurora, è lieve antico bellovedevo vedevo e ancora vedoil tuo voltoil tuo colloin quell’angolo d’estate circondato di sassi bianchissimii capelli ricci il riflesso sul passo trasparenteche accecante mi faceva chiudere gli occhivedevo vedevoe ancora ancora in questa stanza buia e ancora e semprecome donna vedo).
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Ilaria Caffio
come me
la rosa del giardinosi chiama rosa del benvenuto cresce non sa non lo sa cosa passa accanto
ai montiombra e luce - a loro piacimento - dicono
di regalarementre i cieli inclinaticosì come si dannoper una vita nuova vannoe nell’orecchio una feritoiauna strada un bambino una madreaprono nel sonetto il bel ricordo mio.tutto crede di avere la natura
della pazienzacome mese pregotutto dice, sia santificato il tuo nometutto tace, vengo a te dalla mia mano
piccolina la gola ha il giardino delle sue lacrimementre e se tutto dormementre e se io sono stanca.
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verrà l’estate
delle tue braccia
nelle tue bracciail nidola tana caldail teatrodelle mie braccia
nelle mie bracciail ventre si ricreail collo si spezzase lo prendi a bastonate
tirami un calcioimperfetta ti chiamoma ricordo così perfetta la pioggia
che ti chiamòc’è una crepa questa notte nella notteti vedrò?infilatiuomo rugiadanon ho pianti questa seranon lamentartiuomo miouomo suo di leiuomo mioe suouomo della donna iouomo della donna lei.unicità. che dono raro!
10
Ilaria Caffio
la carezza del mostro
ti ho vistoinghiottito dalla parola della nottetu che fai il suo nomee non fai il mio nome.
ti ho dato da berecerbiatto feritoti ho dato da bere.
non l’ho chiamato doveredov’eri quando ti ho chiamato?sanguino dove il laccio stringeall’altezza del colloè lì che si ricrea lo spazio del silenziofra me e telo spazio che ingoio se si crea nuovo spaziose si creaparola.geme anche la luna.accendiamo un’altra sigaretta.
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Ilaria Caffio
casolare
muschio che alla casa dalla pelle chiararitorniin lenta comunione di lingue sui mattoni
avorio di sole e maredi erbacce incontaminate verdissime
nell’orma profumata frescadel fiore carminio
perdonami se busso alla dimora senza ricordare
i suoi baci sui miei baci ma ho tradotto nel passo della giovinezzascottante l’algida cura a me dal mio amoredovuta chiesta data presa masticata
sputata trasfiguratache muschio diventa sul mio cuore
raggelatodalle parole che sempre e sempre
ho attesoe mai sono arrivateperchè sola sono andata in questa vitad’anello nei letti disfatti sporchi sui pavimenti sbagliati prendendolo per mano l’uomo
delle mie nottiportandolo nei miei giorni comunispudorata gli ho regalato il mio cuore
sanguinanteil mio respiro di neve arrogante scadente
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verrà l’estate
disobbediente difficile egoista sanguinantecarogna donnarespiro di corallo uomo padre casolareche muschio ancora una volta diventa sul mio cuore raggelato.
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verrà l’estate
vorrei assomigliare a tema sono egoista
una donnina con jeans e camiciauna scarpa bianca rotta che vuole
assomigliare ad una rosa rossanata malestorta.che pensiero ridicolo voler assomigliare
a teinganno alla golaperla dell’infanzia grigia.mio Padre voleva fare il calciatore,
il portiere!voleva assomigliare al vento o all’erba.lo guardavo, quando me lo permetteva,sempre con la stessa espressionesevera.mi stai ascoltando?desidero un cuore nuovo Padrema sono fortunatanella radice della vitadall’armaturaio mi proteggo da tenemico reamore amatoprofeta scalzo nudo triste tristesei come i miei quadriricoperto di polveresei un filo d’erbabravodesiderio esaudito.
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Ilaria Caffio
oggi mi sono ricordata di te
e di mia madredei suoi denti stortidei suoi capelli biondie di una montagna di maglioni e pantaloniaccartocciati come cortecce insettisul mio lettoe così, sembra quasi un pensiero dolce!operà! operà! beethoven porta
il mio orecchioprotesoma non sa di te e delle cometesuona suonaottavo poi secondo primo piano e cimiteroe nessuno se ne accorge.oggi mi sono ricordata di tee dei tuoi baffi - mi raccomando,
non tagliarli! -e delle tue fotografiegrazie.anche io ho un donotra lettera e baciotra sangue e fuciletra lettera e bacioe ti faccio spazio nelle paroleti invitomi dici, posso entrare?ti dico, si!serena sera a noiregalata offertagrano e vinoquello che basta
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verrà l’estate
senza pretesesenza pre-te-sequello che abbiamo è quello che bastachiedo al cielo celeste delle cose eterne
di concedersi un po’ a questa carnea questi fiorie questa è la mia preghierae questa è la mia preghiera.
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Ilaria Caffio
treno serale
ho avuto misericordia per quel voltodi luna assente,
triste dolcezza di uno strano tempo. questo e quello.scanditi entrambi dalle lunghe braccia la donna sbriciola sul chiarore
melanconico del suo contorno un cerchio imperfettocome gli occhi riarsi dal vento, maldestro.pochi tratti per l'orgasmocantano i gatti con leggeri richiami
atti antichi e sanguignie indolente lei luna osserva la nuca deisuoi figli,e il mio seno appuntito e a momenti
ricalmo sul cedere.
ti amo di tristezza e campi bagnati,di terra che è Terra se nelle narici ristagna il rossoree il profumo dolciastro e naturale
della tua voce.cammina questa pazzae tacesul terreno che tende la mano,mentre tu seduto con la sigaretta fumante mi aspetti sempre con gli occhi socchiusi.
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verrà l’estate
volos
in ginocchio la città di mare si dichiaravaalla donna dell'amore,ma non conosceva né le voglie
né il liquore.le luci sono come le prostitute.la notte ha un gran rimpianto. io, calma, i tuoi occhi.
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Ilaria Caffio
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verrai da me quando ti mancheròogni volta che il cielo si aprirà e darà
alle nuvole rosse il giocodella sera che verrai da me.Verrai da me ogni volta che mi sentiraichiamare da lontano il tuo nome
con la gola in altocome a voler richiamare a me, a te l'intero
cosmo terrestre.verrai da me al mattinoquando l'acqua fresca bagnerà il mio visoe quando la finestra si aprirà al giorno.verrai da me quando saprò scrivere bene
il tuo volto quando saprò parlare bene il tuo volto.verrai da me quando e se come il mio diredire dire sempre le stesse cose mai ti lascerà nella noia e nell'arsuraquando dal petto potranno piccoli semiululare impietosire il grano crescentesull'asfalto ruvido del mio cuore se verrai
da meche verrai con una rosa fra le mani
e una ruota sottile fra i capelliche sembra la luna crescente e che io prendo per mano assieme alla tua manoe vi lascio cadere come madree come figliafra il mio petto se verrai da me.
21
verrà l’estate
verrai da me quando mi darai la guanciae l'amarezza
la via della vita che indichi dal palmoalla mia fronte
indichi la mia amara amara vitae la fai diventare fe li ce.
tu
verrai da me quando ti mancherò?
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Ilaria Caffio
ottobre
porto una colpa con mequella di non saper amare oltre
la tua graziaoltre le tue braccia.Infondo.cosa è cambiato se i tuoi baci restano
di velluto?sono la tua rosa eternala tua veglia.lascia le finestre semichiuseil sole potrà entrarema adessomio amoredormiamo.
spagine - magazzino di poesia 30
Marzo 2016
Il Fondo Verriè in via Santa Maria del Paradiso 8.a
a Lecce (cap 73100)telefono [email protected]
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