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www.aracne-‐rivista.it Rubriche 2013 – Fotografia di settembre
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Marcello Tosi
Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
Rimini – Foto di settembre 2013
Negli interstizi del tempo
L’archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga
di Marcello Tosi
La fotografia è una spia acutissima”. Questo aforisma
di Walter Benjamin introduce per “Rimini. Foto di
settembre” la mostra "Negli interstizi del tempo", a cura di
Nadia Bizzocchi e Oriana Maroni, responsabile dell’Archivio
fotografico, con allestimento coordinato da Annamaria
Bernucci. L’ampia, suggestiva esposizione, ancora aperta al
pubblico fino al 29 settembre al Museo della Città (ingresso
libero, 16.30-‐21.30) è dedicata a quello che viene definito
dalle curatrici: “lo specchio il dedalo, il mosaico dell’identità
di una città. Il suo racconto, la sua rappresentazione,
l’archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga”.
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Marcello Tosi
Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
Un archivio di immagini, si legge in apertura, che si mette in
mostra, una banca di immagini imponente, oltre un milione
di foto su Rimini e la sua provincia, raccolte in
centocinquant’anni di storia. Un percorso inconsueto nella
labirintica memoria visiva cittadina, narrato in trentadue
“racconti” fotografici che ripercorrono la formazione
dell’archivio stesso. Tre foto di Piero Delucca, fra cui
l’immagine rappresentativa della mostra, rinviano alle
suggestioni e visioni delle fotografie in archivio, ai sortilegi
del tempo divenuto memoria, ai teatri magici delle storie
“messe da parte”, che fanno dei documenti fotografici un
archivio.
Le varie sezioni della mostra sono introdotte da un vero
laboratorio d’epoca, con libri, foto e cartelle, documenti,
cartoline, dagherrotipi, negativi, raccolti “per diletto e
meraviglia“ di Piero Freddi (fondo dal 1940 al 1980)
impiegato, fotografo dilettante, e poi scatole di latta, sali di
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Marcello Tosi
Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
sviluppo e fissaggio, ingranditori per carte a sviluppo diretto,
macchine fotografiche storiche, stereoscopi ecc.
Si segue il percorso espositivo muovendo da “Sotto il segno
dell’arte”, a partire dalle organiche campagne fotografiche
che negli anni Venti del Novecento seguì la scoperta degli
affreschi di Sant’Agostino, attuate anche da parte dei più
importanti fotografi editori tra il 1928 e il 1931.
“Anticaglie riminesi”, mostra l’attento studio e ordinamento
delle collezioni archeologiche attuato a cura di Luigi Tonini,
direttore della Gambalunga dal 1874 al 1907, con immagini di
rilievo, come quella del crocifisso Diotallevi, oggetto di
ricerche di particolare significato per gli studi sul Trecento
riminese , donato al comune nel 1936 dal marchese Adauto
Diotallevi.
“Raccontare l’arte”, riporta alla lunghe vicende scientifiche e
professionali di Corrado Ricci legate a Rimini e al suo
principale monumento. Il grande studioso ravennate fu
anche autore del monumentale e basilare volume “Il Tempio
Malatestiano”.
“L’inizio e l’indizio” (la pittura riminese del Trecento) è il
racconto dell’inaspettato svelarsi de “l’arte che fu rivelata
nel 1916 da cadenti intonaci nascosti”.
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Marcello Tosi
Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
Si passa poi a “Pelle di luna”, le origini dell’industria dei
bagni, nelle foto di Vincenzo Contessi e figli, di Durante
Borghesi, e a “Rèclame Rimini”, sul momento in cui ormai si
è affermata una nuova grammatica percettiva della città e
del suo mare. “Incunabolo” di quegli anni “Bagni di Rimini ‘,
tre album restaurati, degli anni fra il 1881 e il 1902 del
pioniere della fotografia riminese Vincenzo Contessi.
Segue un salto nella modernità con l’archivio fotografico
Apt, dal 1986, e “Ospite ti aspetto”, l’Azienda di soggiorno,
dal 1928, e la raccolta fotografica dell’Ufficio stampa del
Comune dal 1956 con circa 30.000 foto e 3378 foto digitali.
La storia si travasa nelle immagini della città ne “La lunga
stagione del Risorgimento”, che presenta la donazione
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Marcello Tosi
Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
Amilcare Cipriani con foto come quella scattata da Ugo
Tamburini (1850-‐1914): “Volontari romagnoli che
combattono a fianco di Amilcare Cipriani alla battaglia di
Domokos il 27 maggio 1877”. Di altra epoca meno gloriosa
sono “I volti della propaganda fascista” e “La guerra e il suo
racconto, la città che scompare”.
Si passa al dopoguerra, per “Raccontare la politica” e
“Progettare la memoria”, rimandando al desiderio del
bibliotecario Carlo Lucchesi di creare una raccolta di
documenti fotografici sui danni bellici, ottenuta contattando
istituzioni come l’Accademia Aeronautica Americana, la
Scuola Britannica a Roma, il Ministero dell’Aeronautica.
Sotto la direzione di Mario Zuffa si tenne l’importante
mostra “Rimini distrutta” a Palazzo Gambalunga nel
novembre 1961, con i contributi fotografici di Davide
Minghini, Angelo Moretti, Luigi Severi. Nel clima vivace del
dopoguerra “Uno sguardo sulla società, è il titolo della
sezione che raccoglie foto prodotte da circoli, associazioni e
partiti per allestire mostre e proiezioni-‐dibattito dedicate ai
problemi della città (anni Sessanta).
“Un condensatore per l’informazione”, mostra l’insorgenza
di una nuova cultura visiva nel progetto di ristrutturazione
dell’archivio fotografico come un vero laboratorio visivo di
Piero Meldini.
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Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
Dedicato ai grandi della fotografia riminese di ieri “Il piccolo
museo del cuore”, che ospita ritratti di Cesare Duranti: i
coniugi Guglielmo Bilancioni e sua moglie, 1910-‐1920; “Far
circolare gli affetti”, nell’’opera del fotografo dilettante
nonché colto aristocratico Andrea Lettimi; fra gli anni
Settanta agli anni Ottanta dell’Ottocent0, fino a : “Uomini e
cose di Romagna”, raccolta di foto del santarcangiolese
Luigi Renato Pedretti), comprendenti anche foto sue e di
altri autori di monumenti, chiese, angoli, piazze delle amate
Santarcangelo e Gatteo.
…e di oggi… “Conoscere il territorio” negli importanti
archivi fotografici di Davide MInghini, Venanzio Raggi, Teo
de Luigi, e “Nel laboratorio della storia”, fotostoria del
circondario condotta da Liliano Faenza tra i 1981 e il 1982.
L'archivio fotografico gambalunghiano raccoglie più di un
milione di immagini fotografiche di cui oltre 100.000
fotografie, 800.000 negativi su pellicola, 500.000 foto
digitali.
Circa quarantamila fotografie (1861-‐1981) appartengono alla
raccolta iconografica storica della Biblioteca, formata da
lasciti storici ed acquisti, riordinata a partire dal 1974. Si
tratta, come mostrato, di una documentazione straordinaria
della storia locale, dalle origini della fotografia a Rimini, con
le prove dei primi studi fotografici, professionali ed
amatoriali, attraverso gli eventi cruciali del primo
Novecento, il terremoto, il fascismo, la guerra, per giungere
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Marcello Tosi
Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
ai primi anni Ottanta con i materiali provenienti dalla
documentazione fotografica ufficiale del Comune di Rimini.
Questa dotazione originaria si è poi incrementata con
l'acquisizione di importanti archivi professionali e privati. Per
l'enorme quantità di materiali si segnalano gli archivi di due
importanti professionisti ocome Davide Minghini (1957-‐1987,
535.000 negativi, 23.630 fotografie, 5684 diapositive) e
Venanzio Raggi (1988-‐2006, 280.000 negativi, 13.500
fotografie, 6500 diapositive, 478.000 foto digitali). Di
particolare rilievo inoltre il fondo fotografico Pietro Freddi
costituito da circa un migliaio di fotografie -‐ di cui circa 600
stereoscopie -‐ di soggetto riminese e famigliare -‐ interessanti
per il punto di vista privato e amatoriale sulla città prebellica;
il fondo fotografico storico dell'Apt (1949-‐1986), formato da
circa settemila immagini prodotte ad uso della
comunicazione turistica. Infine il fondo fotografico
dell'Ufficio stampa comunale (circa duemila stampe
fotografiche dal 1990 al 2003, circa tremila foto digitali dal
2004 ad oggi) a documentazione dell'attività amministrativa
locale.
Tutto questo straordinario materiale amplifica le capacità
informative e documentarie dell’Archivio fotografico,
consentendo di esplorare e analizzare nei dettagli ogni
aspetto della vita quotidiana, dei costumi, delle tradizioni,
dell’evoluzione del territorio, dello sviluppo sociale ed
economico, degli avvenimenti politici e culturali della città
dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri.
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La collezione, ordinata per temi iconografici, non dispone di
un catalogo completo. Generalmente la ricerca si avvale
della mediazione del bibliotecario incaricato. Per il fondo
Minghini è disponibile in Archivio un inventario a stampa.
Circa 1500 foto storiche (1861-‐1933) e circa 1000 fotografie su
Federico Fellini appartenenti al fondo Minghini sono già
consultabili attraverso l’OPAC del Polo Romagnolo,
selezionando il catalogo GRAFICA. Il catalogo in linea
consente ricerche per autore (fotografo o inventore
dell’opera d’arte rappresentata), titolo e argomento
(soggetto). In molti casi le descrizioni bibliografiche sono
corredate della riproduzione digitale dell’immagine.
Narrazioni attraverso cui è possibile intravedere la nascita
della fotografia a Rimini, quando le immagini impresse dalla
luce cambiarono la percezione del mondo e del tempo.
Racconti di fotografi famosi giunti dalle capitali per
documentare i capolavori dell’arte riminese, ma anche di
oscuri ambulanti attratti dalla nascente industria dei bagni,
di aristocratici dilettanti e borghesi professionisti riminesi,
che dalla nuova arte trassero diletto o guadagno.
Dapprima si trattò solo di un “mélange” di documenti
ammucchiati “qua e là alla rinfusa”, raccolti con il contributo
dei nascenti istituti deputati alla tutela, per documentare e
studiare il patrimonio artistico, archeologico e bibliografico.
Poi si aggiunsero le fotografie provenienti da archivi privati,
quelle depositate dagli uffici pubblici che avevano promosso
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il turismo o narrato le vicende della politica cittadina. Fino
alle più recenti acquisizioni di fotocronaca, che hanno
dilatato le capacità informative dell’archivio, oggi
consultabile via web sull’Opac della Biblioteca, e
documentato l’immagine della città fino ai giorni nostri.
Il visitatore può immergersi nelle magie illusorie della
fotografia, cercare le rappresentazioni della realtà, farsi
sorprendere dalla scoperta dei volti scomparsi della città.
osservare teste di divinità romane, bronzetti, e insieme le
foto “ritrovate” degli affreschi trecenteschi “liberati” dal
terremoto del 1916; soffermarsi sui lavori di isolamento
dell’Arco d’Augusto e osservare le citazioni imperiali delle
narrazioni fasciste, ma anche le fotografie di denuncia degli
anni Settanta di una “città da salvare” dai picconi della
ricostruzione. Le foto per la réclame del nostro mare, quelle
scattate sul fronte della grande guerra per portare i saluti dei
soldati; le foto scambiate come pegno d’amore, i ritratti a
testimonianza di un ruolo sociale. Immagini scattate per
ricordare e dimenticare. Dicono di autori e committenti.
Raccontano la città e i suoi cittadini.
La concezione ottocentesca, figlia del romanticismo, di
riunire in uno stesso edificio Biblioteca, Archivio, Pinacoteca
e Galleria Archeologica, ha permesso alla Gambalunga di
superare la riduttiva funzione di “deposito librario” per
diventare, nel corso dei decenni, un deposito culturale, a cui
sarà dedicato il 3 ottobre (17.30) presso la Sala del Giudizio il
convegno “Il bello della memoria. L’archivio fra creatività e
documentazione”, in occasione della presentazione del
catalogo della mostra.
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Marcello Tosi
Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
Immagini:
pag. 1, Angelo Moretti (1897-‐1969), Bagnante, estate 1951
© pag. 2, Piero Delucca, negli interstizi del tempo, 2013
© pag. 3, Piero Delucca, senza titolo, 2013
pag. 4, Anonimo, La contessa Adriana Battaglini con la figlia
Stefania e altri sulla passerella del Kursaal, 1910
pag. 4, Foto De Florentis, Rimini. Lungomare e albergo Savoia,
1941
pag. 5, Angelo Moretti (1897-‐1969), Rimini distrutta. Via
Garibaldi, 1944
pag. 6, Angelo Moretti (1897-‐1969), Rimini distrutta.
Lungomare, 1944
pag. 7, Edgardo Zoli (1890-‐1962), Benito Mussolini dà il primo
simbolico colpo di piccone per l'avvio dei lavori di isolamento
dell'Arco d'Augusto, 15 agosto 1936
pag. 8, Fratelli Contessi (att. 1886-‐1939), Villini e camerini sul
lido, a Ponente, circa 1892-‐1902
pag. 10, Tempio Malatestiano, primi anni novecento
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Marcello Tosi
Rimini – Foto di settembre: Negli interstizi del tempo
Marcello Tosi, archivista diplomato presso l’Università di Bologna,
dottore in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, collaboratore di
giornali e riviste culturali, si occupa di ricerca storica e
catalogazione di fondi archivistici e bibliotecari antichi e moderni.
E’ coautore del volume Storia di Savignano sul Rubicone ed è
redattore di prefazioni a libri di poesia, di saggi storici e artistici
(Nel segno di Artemisia, La natura morta in Italia dal Cinquecento ad
oggi), inseriti in cataloghi e volumi d’arte.