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also in english T ariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO VIII - N. 5 - Maggio 2012 - Costo singola copia € 2,50 POR TO & diporto IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ Assemblea Federagenti Transport Logistic China

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magazine di approfondimento economico su shipping traporto e logistica

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PORTO& diporto

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Assemblea FederagentiTransport Logistic China

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editoriale / porto&diporto

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sommario / porto&diporto

TLCHINA 20124 - L’Italia dei porti a Intermodal South America in Brasile8 - Il Porto di Palermo guarda all’Estremo Oriente10 - A Trieste una zona franca “sovra - comunitaria”12 - Protocollo d’intesa per lo sviluppo della Provincia di Salerno14 - UIR - Un Piano Generale per l’intermodalità e il futuro degli Interporti18 - Evoluzione del mercato cinese, situazione attuale dei traffici20 - RINA, fatturato in crescita e nuove acquisizioni22 - Napoli e Bari collegate con un servizio ferroviario24 - L’interscambio marittimo dell’Italia con l’Area Med26 - La Palumbo Spa festeggia 45 anni di attivitàASSOAGENTI30 - Il destino di Napoli? Regional Port32 - Con il Grande progetto del Porto Napoli non avrà più scusantiCANTIERISTICA34 - Fincantieri pronta a entrare (col botto) nell’offshoreTRASPORTI36 - Al redde rationem la battaglia sui “costi minimi” dell’autotrasporto38 - La Metropolitana dell’Arte inaugura una nuova stazione40 - Rivivere New York con Meridiana flyCREDITO42 - Ga.Fi. Sud resiste alla crisi

43 - A Napoli la direzione di Fidiprof Centro-Sud44 - Piccola, ma con muscoli di ferro46 - UniCredit per il Sud ItaliaRICERCHE47 - FIPE ecco la spesa alimentare degli italianiAZIENDE48 - Da “pizzaioli emigranti” a imprenditori di successo50 - AMI Italia una giovane azienda alla conquista dei mercatiNAUTICA 54 - Il Golfo di Napoli ancora protagonista56 - Marina Admiral, il porto per riscoprire l’AdriaticoTURISMO58 - Turismo internazionale, segnali di ripresa anche per l’Italia59 - Irresistibile ascesa del turismo eno-gastronomico60 - Esperienze ed emozioni catturate da latvdeiviaggi.it61 - Ipomea del NegomboEVENTI62 - Rencontres de Printemps ENGLISH SUMMARY63 - FINCANTIERI IN THE OFFSHORE MARKET63 - SMALL AND STRONG63 - UNICREDIT IN SOUTHERN ITALY64 - PIZZA CHEFS GO INTERNATIONAL64 - THE THREE GULFS’ SAILING WEEK64 - TOURISM IN ITALY - SIGNS OF IMPROVEMENT

Anno VIII - N°5 - Maggio 2012

Direttore responsabileAntonio De Cesare

Direttore editorialeMaurizio De Cesare

Hanno collaborato a questo numero:Cosimo Brudetti - Eduardo CagnazziGiacomo Canarsa - Paola de Ciuceis Michela Fanis - Brunella Giugliano

Piero Lazzeri - Patrizia LupiAlberto Medina - Sandro Minardo

Andrea Moizo - Giovanni PiroRiccardo Russo - Lidia Scarpelli

Annalisa Tirrito - Stefania VerganiTraduzioni a cura di Angus Urquhart

Amministrazione e abbonamentiPaola Martino

[email protected]@portoediporto.it

Costo abbonamentoItalia € 30, estero € 90

esclusivamente con versamento suCCP n. 81627671 - AM editori srlPiazzale Immacolatella Vecchia

80133 NapoliPubblicità e marketing

[email protected] e specifiche tecniche

www.portoediporto.itProgetto e realizzazione grafica

AM editori srlStampa

Morconia PrintMorcone (BN)

Il magazine Porto&diportoè proprietà di

AM editori srl - Tel 081 6581974Tel/Fax 081 5592332

[email protected]

Autorizzazione Tribunale di Napolin. 17 del 15 febbraio 2006Periodico associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi

altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

Questa edizione sarà presente alle manifestazioniAssemblea Nazionale Federagenti 2012 - Napoli 24-26/5

Transport Logistic China 2012 - Shanghai 5-7/6

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tlchina2012 / porto&diporto

ITALY’S PORTS, BRAZIL AND SOUTH AMERICAN INTERMODAL

Brazil is the world’s 10th largest economy with 40% of South America’s production. It has become one of Italy’s main trading partners; it’s second in the EU. Exports have increased by 40% in the last few years. Brazil has strong cultural and ethnic ties with Italy through the 30% of its 180 million population of Italian origin. 2012 will be the turning point. Two agreements were recently signed by the Italian and Brazilian governments covering coop-eration in defence, and promotion and support for small/medium sized businesses. An agreement on the treat-ment of diplomats was also signed plus an agreement for cooperation in medicine and health as well as a letter of intent between the two countries’ space agencies. In fact Brazil is the only South American country with its own independent space programme.

Italy has a strong positive trade balance with Brazil. Ex-ports from Italy are mainly machine tools but recently more “made in Italy” goods such as luxury, fashion, products with a high design content and food are ex-ported as a result of the population’s increased income and the strengthening of its currency, the real. Brazil mainly exports raw material to Italy. Italian major compa-nies such as Fiat, Magneti Marelli and Telecom have long been present in Brazil. Today Brazil has a favourable cli-mate for investment as a result of profound changes to its macro-economic policies. SACE evaluates the coun-try risk as medium/low. Opportunities for Italian invest-ment are mainly in setting up companies or entering into joint-ventures for construction. The Brazilian govern-ment has announced a plan to build 54,000 kilometres of roads, a rail system and 21 airports. Finmeccanica, Fer-rovie dello Stato and Terna have expressly manifested their interest. Brazil is also interesting for shipping not

Il Brasile, decima potenza mondiale che copre il 40% della produzione totale sudamericana, è diventato

in pochi anni uno dei principali partner economici e commerciali dell’Italia, il secondo in area UE, con esportazio-ni che sono cresciute negli ultimi anni del 40%. Forti anche i vincoli etnici e culturali che uniscono Italia e Brasile: il 30% dei circa 180 milioni di persone che abitano nel Paese sudamericano hanno origini italiane. Uno stimolo in più per approfondire le relazioni eco-nomiche e diplomatiche tra i due Sta-ti. E il 2012 sarà l’anno della svolta. Nel recente passato sono stati firmati alcuni accordi intergovernativi che ab-

bracciano diverse materie. I principali sono quello in tema di Cooperazione nel settore della Difesa e il Protocollo di Intesa tra i ministeri dello Sviluppo Economico dei due Paesi, volto alla promozione e al sostegno delle Micro e Piccole Imprese. Vi sono poi un accor-do in tema di trattamento del personale diplomatico, un Memorandum di Intesa per la cooperazione in materia medica e sanitaria e una Lettera di Intenti tra l’Agenzia Spaziale Italiana e quella del Brasile, unico Stato sudamericano che sta sviluppando autonomamente pro-getti di natura spaziale.

E’ interessante notare come l’Italia detenga un saldo commerciale posi-

tivo nei confronti del Brasile. Le mer-ci esportate riguardano soprattutto la meccanica strumentale ma negli ultimi anni si stanno spostando verso beni di consumo ad alto livello ad esempio nei tradizionali settori del “made in Italy”, ovvero moda e prodotti ad alto conte-nuto di design e agroalimentari, in linea con l’aumento del reddito dei brasilia-ni e con l’apprezzamento della valu-ta locale, il real. A sua volta il Brasile esporta essenzialmente materie prime. E’ ormai storica la presenza di grandi aziende come Fiat, Magneti Marelli, Telecom e Pirelli e numerose sono le imprese italiane che guardano ai Paesi del BRIC. Il Brasile oggi rappresenta

L’Italia dei portia Intermodal South America

in Brasile

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delle merci. Le positive ricadute seguite alla partecipazione dei porti liguri di Ge-nova, La Spezia e Savona alle edizioni degli scorsi anni, dove gli oltre 45 mila visitatori nell’edizione del 2011, hanno convinto i tre scali a rinnovare la parte-cipazione anche per il 2012. “Sono sta-ti oltre 400 gli espositori ad Intermodal South America – osserva Luigi Merlo, Presidente del porto di Genova - tra i quali molti scali internazionali, com-pagnie di navigazione, spedizionieri, vettori. Gli scali liguri hanno illustrato agli operatori della logistica le possi-bilità offerte dal Sistema Ligure al fine di creare un ponte con i più significativi possibili partner operanti in Liguria, ri-tenuta dagli stessi Brasiliani la porta di più agevole accesso ai mercati del Sud Europa e perfettamente inserita nelle rotte container con il Far East, servita da hub e servizi feeder in grado di ga-rantire una distribuzione capillare.”

Enti locali, clienti ed operatori dei tre porti, le compagnie di navigazione, i tour operator e le associazioni di ca-tegoria hanno partecipato agli incontri istituzionali, commerciali e di rappre-sentanza con attività preparatorie, pro-mozionali e ricerche di mercato mirate alle realtà locali. Senza trascurare il settore crocieristico e quello della can-tieristica e delle riparazioni navali. Il progetto di collaborazione della Liguria con il Brasile prevede un importante evento in Liguria, anche attraverso in-coming di istituzioni ed operatori locali, al fine di sottoscrivere accordi bilaterali con consentano di agevolare l’azione imprenditoriale ligure in Brasile.

Il porto di Savona Vado si è presen-tato insieme al porto spagnolo di Tar-ragona e con quello francese di Sète nell’ambito del sistema denominato “West Med Port Network” messo in atto dai tre porti e dai terminal interna-zionali della GF Group, rispettivamen-

just with trading but also collaboration in setting up port infrastructure and logistics and transferring know-how. Italy recently took a large country stand at the Intermodal South America fair in San Paolo. Representatives came from Assoporti plus the ports of Genoa, Savona, La Spe-zia, Piombino, Livorno, Carrara, Augusta and Naples to promote the Italian port system. Invitalia also organised a seminary on the subject of “Opportunities for Italian Ports in Trade between Brazil and Italy”. Present were Mauro Marsili Italian consul in San Paolo and Giovanni Sacchi promotions director at the Italian Embassy and representatives from Brazil’s main ports plus local oper-ators and forwarders interested in developing business with Italian ports. Ligurian PortsEach month 28 ships leave Liguria’s ports for Brazil car-rying 100,000 containers and more than 1 million tons of freight destined for South America. As a result Ligu-

rian ports were present at the Intermodal South America fair held in San Paolo in Brazil. The fair is the most im-portant of its kind in South America for numbers of ex-hibitors and visitors dedicated to foreign trade, logistics, handling and freight transport. Luigi Merlo, Genoa port president said “The benefits of participating in the past years’ fairs and the 45,000 visitors in 2011 convinced us to participate again this year when there were 400 exhibi-tors including many international ports, shipping com-panies, forwarders and transporters. The ports of Liguria demonstrated the logistics possibilities offered by the System Liguria in order to open contacts between pos-sible partners from Liguria which Brazilians consider to be the easiest way of accessing Southern European mar-kets and Far East container routes serving as a hub with feeder able to ensure capillary distribution.Local institutions, customers and operators from the three ports, shipping companies, tour operators and as-

un Paese dove il clima è favorevole agli investimenti grazie ad un profon-do riassestamento dei fondamentali macroeconomici. L’ultimo rapporto SACE evidenzia un rischio paese di li-vello medio-basso. Le opportunità più favorevoli per gli investimenti italiani sembrano risiedere nella partecipazio-ne, soli o attraverso joint-ventures, alla costruzione di infrastrutture. Il Gover-no brasiliano ha infatti varato un piano massiccio per dotare l’enorme Paese di una rete di comunicazioni di alto livello, annunciando l’intenzione di costruire strade per 54 mila chilometri, una dor-sale ferroviaria, ventuno nuovi aeropor-ti. Finmeccanica, Ferrovie dello Stato e

Terna hanno esplicitamente manifesta-to il loro interesse a partecipare. Ma anche il mondo portuale è particolar-mente interessato al Brasile, non solo per gli scambi commerciali marittimi ma anche per possibili rapporti di col-laborazione nell’implementazione delle infrastrutture portuali e logistiche e per il trasferimento di know-how.

E’ recente la partecipazione a Inter-modal South America che si è tenuto a San Paolo di una nutrita delegazione in rappresentanza della portualità na-zionale con Assoporti in testa. Genova, Savona, La Spezia, Piombino, Livorno, Carrara, Augusta, Napoli hanno pro-mosso il sistema portuale italiano in un unico grande stand. Per l’occasio-ne è stato organizzato da Invitalia un seminario dal titolo “Le opportunità del sistema portuale italiano nel contesto dell’aumento dell’interscambio tra Bra-sile e Italia” alla presenza del console generale d’Italia, Mauro Marsili, del di-rettore del Dipartimento per la promo-zione dell’Ambasciata Italiana (ICE), Giovanni Sacchi. Al seminario hanno partecipato i rappresentanti dei princi-pali porti brasiliani, operatori portuali e spedizionieri locali interessati a cono-scere a sviluppare nuove sinergie con i porti italiani.

I Ligurian PortsDai porti della Liguria partono ogni

mese 28 navi dirette in Brasile, per un traffico complessivo di cento mila container all’anno e più di un milione di tonnellate di merci dirette verso il Sud America. Dati rilevanti che hanno portato Ligurian Ports a partecipare a Intermodal South America, a San Pao-lo del Brasile, la più importante manife-stazione del Sud America per livello de-gli espositori ed affluenza di pubblico, dedicata al commercio estero, alla logi-stica, alla movimentazione e il trasporto

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te il Reefer Terminal di Vado Ligure, il Fruport Tarragona e il Reefer Terminal Sète, quest’ultimo operativo dal luglio dello scorso anno, specializzati nelle movimentazioni della frutta fresca, con-tainer dry e frigo. Alla fiera brasiliana hanno partecipato anche Savona Ter-minal Auto, operatore che si afferma per i traffici ro-ro, e l’Interporto di Vado “VIO”.

“I mercati centro e sudamericani – ha ricordato Rino Canavese Presidente dell’Autorità Portuale di Savona - sono da anni il riferimento principale per Re-efer Terminal di Vado Ligure e più in generale per il porto scalato dalle com-pagnie di navigazione CCNI e CSAV, per non parlare del settore dei rotabili, legato alla produzione FIAT in Brasile.”

Nonostante la grave crisi economica che ha costretto Hamburg Süd a di-smettere il servizio per il Sud America East Coast, si registra un dato positi-vo: i global forwarder e gli spedizionieri sudamericani, abituati ad operare sui mercati di Vado Ligure e Tarragona, hanno fortemente richiesto di ritornare

su Vado Ligure e sullo stesso porto di spagnolo.

Tuscan Port AuthoritiesAnche i porti toscani si alleano per

presentarsi uniti su un mercato che vede players internazionali di alto livel-lo. Una nutrita delegazione composta da Camera di Commercio di Livorno in collaborazione con Toscana Promo-zione e le Autorità portuali di Livorno, Piombino e Marina di Carrara hanno partecipato alla Fiera Intermodal South America. Qualche mese fa Toscana Promozione in collaborazione con la Camera Italo-Brasiliana e l’Ambasciata italiana, avevano promosso una mis-sione di scouting per approfondire la conoscenza del Brasile e delle oppor-tunità che può offrire al sistema econo-mico toscano. Il Brasile è un mercato che offre buone prospettive per il made in Tuscany. Ad eccezione di un calo tra il 2008 e il 2009, a causa delle crisi economico-finanziaria, il trend dell’ex-port toscano sul mercato brasiliano è, infatti, in costante aumento. Nel 2010

sociations took part in the institutional and commercial meetings and presentations and in the market research aimed at the local market. Attention was also given to the cruise sector, ship building and ship repair. The col-laboration project between Brazil and Liguria includes an important event to be held in Liguria with institutions and local operators to sign bilateral agreement aimed at help-ing Liguria business to operate in Brazil.Savona Vado port was present together with Tarragona and Sète as the“West Med Port Network” set up by the three ports and the GF Group International terminal re-spectively the Reefer Terminal di Vado Ligure, Fruport Tarragona and Reefer Terminal Sète which opened last July. The three terminals specialise in handling fresh fruit and dry and refrigerated containers. Savona Ter-minal Auto, a ro-ro vehicle specialist and Vado Interport “VIO”.were also at the Brazil fair. Rino Canavese Savona Port Authority president remarked “for years the markets of Central and South America have been the principal users of Vado Ligure Reefer Terminal and in general of the port which has calls from CCNI and CSAV ships as well as FIAT Brazil.Despite the economic crisis which has forced Hamburg South to close the South America East Coast service, global forwarders and shipping agents who used Vado Ligure and Tarragona in the past are now asking to re-turn.

Tuscan Port AuthoritiesThe ports of Tuscany are also joining together in a market where players are a high level internationally. A strong delegation composed of Livorno Chamber of Commerce in collaboration with Tuscan Promotions and the Port Authorities of Livorno, Piombino and Marina di Carrara participated at the Intermodal South America Fair. A few months ago Tuscan Promotions in collaboration with the Italy-Brazil Chamber of Commerce and the Italian Embas-sy made an exploratory mission to increase their knowl-edge of Brazil and of the opportunities it offers for the Tuscan economy. The Brazilian market has good pros-pects for “made in Tuscany”. Except for a fall between 2008 and 2009 exports have constantly increased. In 2010 exports were 76% higher than in 2009 with a value of 370 million euros. 2011 is reconfirming the trend with exports up 42% compared with the same period of 2010. In the first nine months of 2011 exports amounted to 340 mil-lion euros making Tuscany the third most important Ital-ian regional exporter to Brazil. Main exports are agricul-tural products, technological innovation, logistics, boats, energy, machinery, automotive, aerospace, building and sustainable building, wooden furniture, contracting and social housing, fashion and food. Gianfranco Simoncini regional assessor for production explained “Brazil is one the target countries of the new plan prepared by regional council for the economic promotion of Tuscany. Action to be taken regarding Brazil is important because Brazil

le esportazioni sono cresciute di oltre il 76% rispetto al 2009, superando i 370 milioni di euro. Dato confermato anche nel 2011 che ha fatto registra-re un +42% sullo stesso periodo del 2010. Nei primi nove mesi del 2011 la Toscana, infatti, ha esportato in Brasile merci per un valore di oltre 340 milioni di euro, contro i circa 240 dei primi tre trimestri del 2010 confermandosi terza regione italiana per export verso quel paese. I settori più promettenti sono: agroindustria, innovazione tecnologica, logistica e nautica, energie, meccani-ca e automotive, aerospazio, edilizia e edilizia sostenibile, legno arredo, con-tract e housing sociale, sistema moda, agroalimentare. “Il Brasile è uno dei paesi target del nuovo Piano per la pro-mozione economica in Toscana varato dalla Giunta regionale. Le iniziative in programma rivolte al Brasile – spiega l’assessore regionale alle attività pro-duttive Gianfranco Simoncini – rappre-sentano una importante occasione per il sistema economico toscano che ripo-ne proprio nelle esportazioni verso pa-esi emergenti, fra i quali il Brasile, gran parte delle aspettative di incrementare gli scambi. E’ necessario – precisa Si-moncini - un presidio maggiore di que-sta economia, una tra le più dinamiche al mondo, per agganciare tutte le op-portunità che può offrire alle imprese toscane.” Parlare oggi di Brasile signi-fica, d’altronde, parlare di un mercato che conta una classe media di oltre 100 milioni di persone con una capacità di

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is an emerging market where we can expect to increase our exports. More attention needs to be paid to this econ-omy which is one of the world’s most dynamic in order that Tuscany makes the most of its opportunities”. To-day, speaking of Brazil means a middle class market of 100 million people with spending power of between 500 and 1,600 euros per month. Brazil also has a plan in force for accelerating the growth of the economy and between 2010 and 2014 plans to invest 583,000 million US$ in in-frastructure and logistics to be ready for the World Cup in 2014 and the Olympics in 2016

Port of NaplesDuring its three days in Brazil the Naples Port Author-ity strengthened its relationships with the Institutions, businesses and partners in a meeting organised by ICE Brazil and the Italian consul in San Paolo. The meeting was intended to attract more business for Naples from Brazil and South America. Special attention was given to opportunities for export from the Campania of products such as food and wine, textiles and aeronautical prod-ucts. Interest was also shown in the Naples know-how in the sectors of cruise ships and motorways of the seaNaples Port Authority president Luciano Dassatti under-lined “Naples was present in Brazil with its logistics/port system with the intention of strongly promoting its com-mercial and productive capacity. This is a winning view-point because Brazil represents a reality in the world’s

industrial panorama with an economy growing by 7% in the last two years. It is our intention to make an analysis of the South American market in order to attract traffic to Naples port. As a result of our plans for completing infrastructure and for dredging to enable Naples to take larger vessels”

Port of AugustaAugusta Port Authority participated at the Brazil fair for the first time to get to know the Brazilian market, one of the world’s most flourishing and to propose the port for traffic with Brazil.Admiral Ferdinando Lavaggi the Augusta Port Author-ity general secretary was at the fair and took part in the meetings with representatives of Brazilian institutions and logistics to propose the port, its characteristics and potential. During his presentation Lavaggi found general approval for the new Augusta Port Authority strategy of modernisation and development of the new transhipment terminal. Admiral Lavaggi stated “ I maintain that the convention organised by ICE and Invitalia with the Italian Embassy and the association of local business men was extremely valid and I believe that our port aroused the interest of local operators because we proposed our port as a port without complications or restrictions (water depth – wharves) with free areas both within and outside the port available for production use and for use by the shipping industry.

spesa mensile tra i 500 e i 1600 euro. Ma anche di un paese dove è in vigore un Programma per l’accelerazione della crescita (PAC) che prevede per il quin-quennio 2010-2014 ben 583 miliardi di dollari di investimenti per lo sviluppo, la creazione di nuove infrastrutture e la logistica. In particolare in vista di due appuntamenti di rilievo internazionale quali la Coppa del Mondo di Calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016.

Porto di NapoliNella tre giorni brasiliana l’Autorità

Portuale di Napoli ha consolidato i rap-porti con le Istituzioni, le imprese ed i partner dello scalo campano durante un incontro organizzato dall’ICE Brasi-le e dal Consolato italiano di San Pao-lo, per rafforzare le capacità propositive del porto campano con quelli brasilia-ni e sudamericani. In particolare sono state analizzate le opportunità di col-laborazione nelle dinamiche di import-export tra l’area campana, soprattutto per quanto riguarda le produzioni di prodotti locali dell’enograstronomia, del tessile e dell’aeronautica. Interessanti anche le sinergie grazie al know how sviluppato dallo scalo partenopeo sia nel settore delle crociere che in quello delle Autostrade del Mare, in linea con le tendenze di sviluppo della portualità brasiliana.

“Napoli si è presentato in Brasile – sottolinea il Presidente Amm. Luciano Dassatti – con il suo sistema logistico-portuale nell’ottica di una promozione

Luciano Dassatti - PresidenteAutorità Portuale di Napoli

forte e rappresentativa delle capacità commerciali e produttive dello scalo. Una visione strategicamente vincente considerando che il Brasile rappresen-ta una realtà consolidata nel panora-ma industriale e produttivo mondiale, potendo contare su un’economia che corre al ritmo di un +7% di Pil nell’ul-timo biennio. Intendiamo quindi – ha proseguito Dassatti - analizzare i mer-cati sudamericani per attrarre sempre nuovi traffici verso il porto di Napoli che grazie al piano di completamento infra-

strutturale e dei dragaggi può accoglie-re navi di grande portata”.

Porto di AugustaL’Autorità portuale di Augusta con

questa prima partecipazione alla fiera in Brasile si proponeva di far conoscere al mercato brasiliano, uno dei più proli-feri del mondo, il suo porto come sboc-co per i traffici brasiliani.

Alla manifestazione ha partecipato il Segretario Generale l’Amm. Ferdinan-do Lavaggi dell’A.P. di Augusta che nell’incontro tenutosi con i rappresen-tanti istituzionali e logistici brasiliani ha presentato il porto di Augusta con le sue caratteristiche e potenzialità.

Nel corso della presentazione il Se-gretario Generale ha riscontrato il po-sitivo favore dei presenti sulla nuova strategia dell’Autorità Portuale di Au-gusta basata sull’ammodernamento del porto commerciale e lo sviluppo del nuovo Terminal Transhipment.

“Ritengo – ha affermato Ferdinando Lavaggi - che il convegno organizza-to dall’Ice e dallo staff di Invitalia, con la presenza dell’ambasciatore Italiano e dell’A.p, degli imprenditori locali, è stato molto valido e credo, che il nostro porto abbia destato l’interesse da parte degli operatori locali perché ci siamo posti come un porto senza vincoli (fon-dali - banchine) e con aree libere tanto portuali che limitrofe, post industriali da utilizzare per la produzione, da poter offrire agli operatori dello shipping”.

Patrizia Lupi

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tlchina2012 / porto&diporto

Quella dell’Autorità portuale di Palermo al Transport Logistic China 2012 di Shangai è una

presenza utile a sviluppare rapporti strategici a sostegno dello sviluppo della logistica e dei trasporti intermo-dali delle merci collegati al porto di Palermo e, in particolare, a quello di Termini Imerese. E, nel contempo, a ottenere le informazioni più innovative sulla composizione e l’evoluzione del mercato, per favorire la crescita del-le attività commerciali e operative nei due porti. Al Transport Logistic China 2012 gli operatori e le imprese por-tuali siciliane avranno un’opportunità per farsi conoscere nel mercato inter-nazionale di riferimento, un’occasione per avviare nuovi rapporti commerciali e consolidare quelli esistenti. All’interno del sistema dei Porti Palermo - Termini Imerese, negli ultimi anni è stato pro-

Il Porto di Palermoguarda all’Estremo Oriente

prio il porto di Termini Imerese a regi-strare un evidente trend di crescita nel-la movimentazione di merci tradizionali e, soprattutto, nel traffico roll on – roll off, con la presenza delle linee coperte da Strade Blu, Cartour e Grandi Navi Veloci. L’Autorità portuale di Palermo ha creato le condizioni per lo sviluppo dei traffici con interventi che hanno migliorato l’operatività del porto, dalla pavimentazione delle banchine all’illu-minazione, dalla recinzione dell’area portuale alla rivisitazione delle aree e dei terminal in concessione agli ope-ratori, oltre al consolidamento struttu-rale delle massicciate delle banchine. Nel dettaglio: sono stati completati i lavori di consolidamento dei cassoni delle banchine del porto commerciale per un importo lordo complessivo 18 milioni 750, mentre sono di prossima consegna i lavori di ripristino statico

dei piazzali del porto commerciale e il rifacimento di impianti e arredi (importo complessivo lordo 21 milioni 600 mila). Con il primo intervento si è provveduto al consolidamento della struttura di so-stegno della banchina di riva (costituita dai cassoni), mentre con il secondo si opera il consolidamento dei retrostan-ti piazzali, la realizzazione di tutti gli impianti (elettrico, idrico, fognario e di illuminazione) e degli arredi portuali (parabordi compresi). E’ stata inoltre realizzata, nel piazzale di 12 mila mq, una struttura di accoglienza per i pas-seggeri con sala d’attesa, servizi e bi-glietterie. Gli interventi migliorativi han-no riguardato anche il diporto nautico che dispone di circa 250 posti barca. Nei pressi del porto non mancano un ristorante e una spiaggia attrezzata.

Cosimo Brudetti

PALERMO PORT LOOKS EASTThe presence of Palermo Port Authority at the Shanghai Transport Logistic China 2012 Fair helps to develop con-tacts in support of logistics and intermodal freight trans-port in Palermo port and especially in the port of Termini Imerese. It also enables the latest information on the composition and evolution of the market to be collected with the intention of increasing the business of the two ports. Transport Logistic Shanghai 2012 will give the op-erators and businesses of Sicilian ports the opportunity to make themselves known to international markets and to set up new commercial relationships and consolidate existing ones. Termini Imerese with Palermo forms the Palermo ports system and it is Termini Imerese that has posted increases in traditional freight traffic and espe-cially in ro-ro traffic with calls from Strade Blu, Cartour

and Grandi Navi Veloce. Palermo Port Authority has cre-ated the conditions for developing traffic by improving the port’s operating conditions with resurfaced wharves, improved lighting and fencing, reviewing areas and ter-minals in concession and reinforcing the wharf structure. The work included 18,750,000 euros for reinforcing the wharf cofferdams, and new electric power supply, wa-ter supply, drainage, lighting and port fittings including fenders. The next jobs to be completed will be reinforcing and renewal of the parking areas in the commercial port and renewal of equipment and furnishings with a value of 21,600,000 euros. A new passenger reception building ha also been completed on the 12,000 sq meter parking area including waiting hall, services and ticket offices. Improvements have also been made to the pleasure boat harbour with moorings for 250 boats. A restaurant and well equipped beach are to be found nearby.

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Si è tenuta a Roma, il 9 Maggio scorso, la presentazione di una serie di interventi in tema di

Zona Franca nell’area dello scalo trie-stino. Un evento che ha visto l’apertura dei lavori da parte del presidente del-la Commissione Trasporti del Senato, Luigi Grillo, del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini e la chiusura del presi-dente della Commissione Trasporti del-la Camera dei deputati, Mario Valducci tutti concordi nel definire questi inter-venti una grande opportunità di svilup-po con riflessi sensibili sull’economia

A Trieste una zona franca“sovra-comunitaria”

dell’intero Paese.Il Presidente dell’Autorità portuale di

Trieste, Marina Monassi e il Presidente della Camera di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti, (promotori del conve-gno) hanno illustrato le grandi poten-zialità di uno strumento unico in termini di normativa: una zona franca poten-zialmente in grado di attirare capitali e investitori internazionali, radicando in aree portuali attività commerciali, turi-stiche, industriali, high tech, servizi e finanza, improponibili in qualsiasi altra realtà europea.

Và ricordato, infatti, che Trieste è l’unica città portuale europea a dete-nere uno strumento giuridico anomalo in tema di aree franche. Uno strumento sovra-comunitario in quanto garantito da un Trattato internazionale di pace, quello del 1947, che riconosce allo sca-lo giuliano una libertà di azione molto ampia in materia doganale, fiscale e commerciale, una libertà ben più este-sa anche rispetto alle zone franche di diritto comunitario sviluppate con suc-cesso ad esempio in Irlanda.

L’Autorità portuale e l’Ente camerale,

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TRIESTE PORT A FREE ZONEA presentation was held on May 9 in Rome to announce the set up of a free zone area at Trieste port. The presen-tation was opened by Luigi Grillo president of the Senate Transport Commission and Corrado Clini Environment minister and closed by Mario Valducci president of the Transport Commission of the Lower House. All agree that the free zone represents a great opportunity for develop-ment with a positive economic effect on the whole coun-try.Trieste Port Authority President Marina Monassi and Antonio Paoletti Trieste Chamber of Commerce Presi-dent illustrated the huge potential of such a zone with its unique legal status in attracting capital and investors and its ability to open the port area to commercial tourism, industrial, High Tec, and service and financial activities in ways which cannot be found in other parts of Europe. It should be remembered that Trieste is the only port city in Europe to posses a unique legal status for a duty free zone. The instrument which resulted from the 1947 Inter-national Peace Agreement goes beyond EU legislation

and gives wide customs, fiscal and commercial powers. These powers are even wider than those applied to other successful duty free zones such as to be found in Ire-land. The Port Authority and the Chamber of Commerce in agreement with the City Council and the Prefect have set up a project which includes the legal aspects capable of creating economic benefit for the region by attracting activity from other countries. As a result Trieste becomes the first Italian port to launch and bring to a conclusion a major project for potential development capable of in-verting the economic recession in the area. The timing of the project is not by chance. Trieste port is rediscovering a role of hub in the global market by servicing central Eastern Europe. A role confirmed by the growth of traffic (Porto&diporto April 2012) going against the current of recession in many other ports. This growth of the port traffic has been supported by investment in the sectors of containers, general freight, cruise and lo-gistics and will lead to the set up of a major logistics plat-form for which Cipe has recently approved the finance. In fact Trieste possesses large areas of land for redevelop-ment and re-use which represents a real opportunity for

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Trade Centre, di cui ha la licenza, e della Borsa merci a termine, con inse-diamenti direzionali e magazzini per attrarre le economie in forte sviluppo come quelle asiatiche.

A sostegno del Porto di Trieste, della sua logistica, della opportunità di svi-luppo attraverso l’utilizzo dei punti fran-chi in chiave economica e produttiva, si sono espressi, nell’ambito del conve-gno, personaggi come Fabrizio Pallen-zona (vice presidente di Unicredit), Pier Luigi Maneschi (Italia Marittima Spa), Enrico Samer (Samer & Co. Shipping Ltd), Cosmas Cosmidis (AD di Cosnav Ship Managment), Franco Napp (AD di Depositi costieri Trieste Spa).

Per l’aspetto architettonico del re-cupero delle aree del Porto Vecchio è intervenuto Vittorio Sgarbi ricordando il vincolo da lui posto su quest’area, quando ricopriva l’incarico di sottose-gretario del ministero per i Beni e le Attività culturali, definendolo un vincolo dinamico che consente un riuso rispet-toso del valore storico, ma che con-sente anche un adeguamento interno delle strutture per creare opportunità residenziali, culturali, commerciali e in-novazione.

In conclusione Sue Wake della World Free Zone Convention ha annunciato che il 2 e 3 luglio prossimi a Trieste si terrà la loro conferenza annuale. “I tempi sono maturi – ha dichiarato – per parlare a Trieste di zone franche e delle opportunità che offrono ai capitali inve-stiti: gli esempi recenti della Cina, del Medio Oriente, ma anche degli Stati Uniti, vanno seguiti anche dall’Europa. L’Europa – ha concluso – sta guardando alla crescita come non aveva mai fatto in passato e il bacino del Mediterraneo è una chiave strategica dello sviluppo di questi porti e dell’innovazione nel bu-siness europeo in tal senso parleremo proprio a Trieste a inizio luglio”.

redmar

in stretta sintonia con Comune e Prefet-tura, hanno messo a punto un percor-so, anche normativo, potenzialmente in grado di generare effetti trainanti per l’economia regionale prevedendo la possibilità di insediamento nella zona franca di attività attratte dal regime di extraterritorialità. Grazie a questa forte sinergia Trieste è il primo porto italiano a lanciare (e concretizzare) un grande progetto di sviluppo potenzialmente in grado di invertire il trend recessivo di una macro area economica.

La tempistica di questo progetto non

the principal players in International traffic.President Marina Monassi commented “The Cipe finance for the logistics platform is the last and certainly the most important piece of a project which has given much satisfaction in the last year. Container freight increased by 50,12% to 4, 7 million tons. 40 cruise ship calls are ex-pected to be made in 2012 increasing to 70 calls in 2013. We have also used an industrial plan to redefine logistics inside the port to help operators. International promo-tions have been made with the operators again using an industrial plan. Our strategy is now to develop the duty free zone as a winning card to develop the economy and productivity of the region”. Antonio Paoletti Trieste Chamber of Commerce presi-dent explained that the plan is to include a World Trade Centre in the duty free area and for which the licence is already issued and a forward market in addition to office premises and stores to attract strongly growing econo-mies such as those in Asia. Those who spoke in support of Trieste port, its logistics and development opportuni-ties arising from the duty free park included Fabrizio Pal-lenzona (vice president of Unicredit), Pier Luigi Maneschi

(Italia Marittima Spa), Enrico Samer (Samer & Co. Ship-ping Ltd), Cosmas Cosmidis (MD of Cosnav Ship Man-agment), Franco Napp (MD of coastal stores at Trieste Spa). Vittorio Sgarbi spoke of the architectural aspects of do-ing up the old port. He reminded those present that the area is subject to a restriction order put on it when he was undersecretary for Culture and Patrimony which means that any re-use of the old port must respect its historical values although the interior may be used for residential, cultural, commercial and innovative purposes.In conclusion Sue Wake of the World Free Zone Conven-tion announced that their annual conference is to be held in Trieste on July 2 and 3. She declared “the time is ripe for Trieste to speak of the free zone and the opportuni-ties it offers investors for example from China, the Middle East and also the USA. Europe is seeing growth such as has never been seen before and the Mediterranean basin is a strategic key for the development of these ports and innovation in European business. It is of these matters that we shall discuss in Trieste on July 2 and 3.

è casuale: nel mercato globale Trieste sta riscoprendo un ruolo di hub portua-le al servizio dell’Europa centro orien-tale, ruolo confermato dalla crescita dei traffici in atto (vedi PORTO&diporto edizione di Aprile scorso) e in contro-tendenza rispetto alla recessione che caratterizza molti altri porti; ruolo che è sostenuto da un piano di investimen-ti in atto nel settore dei container, dei traffici di merci varie, delle crociere, dei collegamenti logistici anche nella pro-spettiva ormai certa della realizzazione di una grande piattaforma logistica, il cui finanziamento è stato di recente approvato in modo definitivo dal Cipe. E il fatto che Trieste disponga della più grande area da riqualificare e riutiliz-zare rappresenta in questa ottica una vera opportunità per i grandi players dei traffici internazionali.

Secondo la Presidente Marina Mo-nassi “Il finanziamento del Cipe per la Piattaforma Logistica di appena alcuni giorni fa è in ordine di tempo solo l’ul-timo, ma decisamente il più importante tassello di un percorso che nell’ultimo anno ha portato notevoli soddisfazioni: dal +50,12 % di tonnellate movimenta-te in contenitori che diventano ora 4,7 milioni, alla riconferma di Trieste quale hub crocieristico con 40 scali nel 2012 e una previsione 2013 di 70 scali, alla ridefinizione della logistica interna del-lo scalo a vantaggio dell’operatività, a una promozione internazionale con gli operatori, a un piano industriale che ricomprende e attua queste azioni. Un disegno strategico che pone ora lo sviluppo dei Punti Franchi come ulterio-re tessera vincente per creare volano economico e produttivo sul territorio”.

Il presidente della Camera di Com-mercio di Trieste, Antonio Paoletti, nella definizione dei progetti di sviluppo del-lo scalo giuliano, ha evidenziato come nell’ambito dei Punti Franchi l’ente ca-merale vede la collocazione del World

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AGREEMENT FOR DEVELOPMENT OF SALERNO PROVINCE

On May 3rd an agreement was signed at Salerno Chamber of Commerce regarding ports, logistics and intermodu-lar. Agreement was reached with the participation and collaboration of all political and other interested parties including Province, Chamber of Commerce, Port Author-ity, the town councils of Battipaglia, Mercato San Sev-erino and Nocera Inferiore, the ASI consortium, Founda-tion Carisal, Salerno Airport, Salerno interport and As-sotutela.The agreement contains three objectives. 1) The conver-sion of the abandoned industrial zone behind the port into a district park for stocking and handling freight as well as manufacturing 2) Development of tourism made possible by the increased capacity of the infrastructure for passengers in Salerno port. 3) Using the available

areas in the three towns around Salerno for economic/productive purposes. The signatories have committed themselves to begin with the integration needed to develop logistics, manufactur-ing and cruise ship business. They are also committed to giving their support to obtain EU, national and regional funding for the projects arising from the agreement simi-lar to the EU funds already obtained for updating the port (73 million euros) and linking the commercial port to the autostrada at Salerno Porta Ovest (146 million euros) . Porto&diporto obtained declarations from a number of the signatories to the agreement. The honourable Ed-mondo Cirielli president of Salerno Province and presi-dent of the Commission for Defence in the Lower House of Parliament said “the agreement for port activity, lo-gistics and interport is a fundamental strategic action in which the signing bodies commit themselves to integrat-ing their efforts to develop logistics, manufacturing and

Lo scorso 3 maggio presso la sede della Camera di Commer-cio di Salerno è stato sottoscrit-

to il “Protocollo d’intesa sulla portualità, logistica e l’intermodalità”.

Allo stesso tavolo, in maniera tra-sversale a colori politici ed interessi particolari, si sono riuniti con un unico grande intento collaborativo Provincia, Camera di Commercio, Autorità Portua-le, i Comuni di Battipaglia, Mercato San Severino e Nocera Inferiore, Consorzio ASI, Fondazione Carisal, Aeroporto di Salerno “Costa d’Amalfi”, Interporto di Salerno e Assotutela. l protocollo ha, essenzialmente, tre obiettivi: 1) la ri-conversione dei siti industriali dismessi in aree retro portuali per la creazione

di district park, nei quali allo stoccag-gio e alla movimentazione delle merci si accompagnino anche attività mani-fatturiere di lavorazione delle materie prime e dei semilavorati; 2) lo sviluppo diffuso del comparto turistico anche grazie al significativo potenziamento delle infrastrutture di supporto al traffi-co passeggeri del Porto Commerciale di Salerno; 3) l’utilizzo a fini economico-produttivi delle aree disponibili esistenti anche nelle zone interne del territorio provinciale, da qui il coinvolgimento dei tre comuni geograficamente strategici per Salerno.

Gli Enti firmatari, nell’ambito delle rispettive competenze, hanno assunto precisi impegni a cominciare dalla ne-

cessaria integrazione delle rispettive azioni in materia di sviluppo delle attivi-tà logistiche, manifatturiere e crocieristi-che. Altro impegno comune sarà quello volto a sostenere la candidatura per l’ottenimento di fondi europei, nazionali e regionali destinati al perseguimento delle azioni previste nel protocollo, alla stregua dei finanziamenti già concessi dall’UE per l’adeguamento dello scalo con 73 milioni di euro e per il collega-mento del Porto Commerciale e della città alla rete autostradale (Salerno Porta Ovest) con 146 milioni di euro.

Abbiamo raccolto alcune dichiarazio-ni dei principali attori del protocollo.

Il Presidente della Provincia di Sa-lerno (e Presidente della Commissione

Protocollo d’intesaper lo sviluppo

della Provincia di Salerno

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cruise ship business. In particular Salerno Province has committed itself to support the towns of the Province in identifying the most interesting sites which will benefit from the flow of tourists from the commercial port. This is the project of a group of managers who are able to at-tract finance. It is also an excellent moment for develop-ing tourism in the Province which has so much beautiful countryside, culture and opportunities to enjoy its fine food and wine. In fact the Administration of the Province of which I am leader has given special attention to this since we came to power”. Chamber of Commerce president Guido Arzano declared “the Chamber is fully committed to searching for and consolidating collaboration with the other local institu-tions, business associations and other bodies to share the planning and drawing up of the projects required for supporting and developing the area. The agreement

which we have just signed is in fact a valid model for our aspirations”. The Port Authority has a central role in achieving the ob-jectives of the agreement and Port Authority president Andrea Annunziata told us “I consider the organisation of the port, interport, airport with its potential for interna-tional cargo and the towns similar to those who are part of the agreement to be of strategic importance. The con-tinuous work going on to expand port traffic for example dredging and modifications to the port entrance from the sea are not sufficient for us to be competitive in interna-tional markets. It is vitally important that we identify new areas of land for an interport where we can develop new projects. An agreement as broad as this one involving all the key players of the area will enable us to bring serious projects for development and job creation to the atten-tion of the EU government”.

comparto turistico della nostra provin-cia, ricca di eccellenze paesaggistiche, culturali, enogastronomiche e su cui l’Amministrazione provinciale, da me guidata, ha puntato sin dal suo insedia-mento”.

Sullo sforzo della Camera di Com-mercio il Presidente Guido Arzano ha affermato che “l’Ente camerale è for-temente impegnato nella ricerca a nel consolidamento di sinergie con le altre Istituzioni territoriali, le Associazioni im-prenditoriali e le Autonomie funzionali per condividere la pianificazione e la progettazione degli interventi, essen-ziali per il sostegno e lo sviluppo del territorio. In tal senso, ritengo il proto-collo d’intesa appena siglato un valido modello a cui ispirarsi”.

Un ruolo centrale, per il raggiungi-mento degli obiettivi del protocollo, lo ricopre l’Autorità Portuale il cui Presi-dente Andrea Annunziata ci ha detto:

“Considero di strategica importanza la messa a sistema del porto, dell’inter-porto, dell’aeroporto (con grandi poten-zialità per il cargo internazionale) e dei comuni con caratteristiche specifiche come quelli coinvolti nel protocollo. Il costante lavoro per far crescere il porto in termini di traffici, ad esempio la re-alizzazione di importanti opere come i dragaggi e la modifica dell’imboccatu-ra, non sono sufficienti per presentarsi competitivi ai mercati internazionali, è di vitale importanza l’individuazione di nuove aree per creare un retroporto efficiente e produttivo dove localizzare nuovi progetti di sviluppo. Un protocol-lo così allargato a tutti i soggetti chiave del territorio e della sua economia ci consentirà di portare all’attenzione del Governo Europeo progetti concreti di sviluppo ed occupazione”.

MDC

Da sinistra Edmondo Cirielli, Andrea Annunziata e Guido Arzano

Difesa della Camera) On. Edmondo Ci-rielli ha dichiarato a Porto&diporto: “Il protocollo d’intesa sulla portualità logi-stica e l’intermodalità è un atto strategi-co fondamentale attraverso il quale gli Enti firmatari si impegnano ad integrare le rispettive azioni in materia di sviluppo delle attività logistiche, manifatturiere e crocieristiche. La Provincia di Salerno, in particolare, si impegna ad assistere i Comuni nell’individuare i siti di grande interesse turistico che saranno valoriz-zati grazie ai flussi di passeggeri prove-nienti dal Porto Commerciale. Si tratta di una progettualità frutto di una classe dirigente capace di essere centro di at-trazione di finanziamenti, oltre che una grande occasione per lo sviluppo del

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OVERALL PLAN FOR INTERMODAL AND INTERPORT

Corrado Passera’s ambitiously plans to dedicate 100,000 million euro to infrastructural projects for a relaunch of the economy. Up to now Cipe has made available 25.000 million euros for works considered to have priority for the country. This amount could quadruple by using proj-ect bonds to speed up the work and involve the private sector. The transport system becomes essential in this new situation where connections between Europe’s mar-kets and the rest of the world see Italy in a privileged position in the Mediterranean. As we know ports are the main entry access points for imports and exports but they are insufficient to support the demand for logistics if they are not well connected to inland infrastructures. What is the role of interports? Where are the logistic plat-forms throughout the country? This is explained in the reforming law just passed by the Lower House which defines the role of each logistics platform within the logic of the trans-European corridors as defined in EU parliament decision number 661/2010/UE of July 7 2010. Twenty years after the first Italian law

240/90 interports are now recognised in a new framework of law which takes account of recent changes in interport and the need to recognise their operation in harmony with the territory around them, a territory which today signi-fies the whole of Europe. What instrument is required? The National Committee for Intermodal and Logistics has as its objective the improvement and increased concen-tration of flows of transport. After two years of work and parliamentary discussion the Union of United Interports (UIR) has seen the bill passed in the Lower House and now going to the Senate for final approval.Porto&diporto asked Alessandro Ricci, UIR president about the Committees work and his opinion on the law.Which are the Committee’s priority tasks?The National Committee for Intermodal and Logistics is an institution attached to the Ministry of Transport and aims to rationalise the use that transport makes of the country by contributing to the reduction of the impact of transport on the environment. But not only, we have also taken rail into account by promoting the effective competitive potential of long distance traffic and the availability of a transport network to take account of the

A ttivare risorse per cento miliardi: questo il disegno ambizioso di Corrado Pas-

sera che punta sulle infrastrutture per rilanciare l’economia. Il Cipe ha desti-nato finora 25 miliardi in opere ritenu-te prioritarie per il Sistema Paese che potrebbero quadriplicarsi grazie anche ai project bond per dare accelerazione al settore coinvolgendo i privati. La rete dei trasporti diventa essenziale in que-sto nuovo quadro dove i collegamen-ti fra i mercati d’Europa e il resto del

mondo vedono l’Italia in una posizione privilegiata nel Mediterraneo. I porti, si sa, sono le principali porte di accesso per le merci in import ed export, ma non bastano da soli a sostenere la do-manda logistica se non sono collega-ti, anzi ben collegati, con l’entroterra e con le infrastrutture dell’hinterland. Quale ruolo giocano quindi gli interpor-ti? Cosa sono le piattaforme logistiche territoriali?

Lo spiega la legge di riforma appena varata alla Camera che definisce l’am-

bito d’ influenza di ciascuna piattaforma logistica territoriale, in coerenza con i corridoi transeuropei di trasporto, come definiti dalla decisione n. 661/2010/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010. Dopo più di vent’anni dalla prima legge, la n.240/90, in ma-teria di Interporti essi possono vedersi riconosciuti in un contesto normativo rinnovato nei contenuti e soprattutto adeguato ai recenti cambiamenti che hanno interessato la logistica che ades-so, più che mai, richiede un’operatività

UIR - Un Piano Generaleper l’intermodalità

e il futuro degli Interporti

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growth of transporters and logistics when traditional rail, overland intermodal and maritime systems have reached their limitsThere is often confusion about the meaning of logistic cluster. What is a territorial logistics? The system of infrastructure and services in the country which carry out the function of connecting with strategic value especially its relationship with the National trans-port system to improve communication and the ability of Italy to compete. And Interports?An interport is a complex organisation of infrastruc-ture and services of national importance managed us-ing business principles to help the movement of freight using different forms of transport with the objective of increasing intermodal and efficient logistic movement. Intermodal infrastructure can either be linear or a cluster and forms part of the logistics platform. It is important to understand that interports carry out an important role not just from the point of view of pure transport but also have economic and social ramifications.What are the most important new matters in the law?Without doubt the setting up of a National Committee for

Intermodal and Logistics with the purposes of planning and promotion plus the clear identification and definition of the minimum requirements for an infrastructure called an interport.Was it difficult to draw up the new law?The Transport Commission was almost unanimous in-cluding Silvia Velo and Gaetano Nastri who presented the original text, Daniele Toto the raporteur, Mario Valducci President of the 9th Transport Commission, undersecre-tary Guido Improta, deputy minister Mario Ciaccia and the minister Corrado Passera who all believed in the im-portance of this reform. What are the requirements for a new interport?The land for the interport must be free of all environmen-tal or urban restrictions and must be directly connected to motorways and national railways. It should also be connected to at least one port and one airport and fit into the EU corridors as set out in the Cabinet decision of July 7, 2010. The interport requires an intermodal rail ter-minal able to take complete trains in conformity with EU standards and must be able to handle a minimum of 10 couples of trains per week. Parking space for industrial vehicles is also a necessity plus customs services, of-

sandro Ricci, Presidente di UIR, quali sono i compiti del Comitato e una sua opinione sulla Legge.

Quali sono i compiti prioritari del Comitato?

Il Comitato nazionale per l’intermoda-lità e la logistica è l’organismo, istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Prima di tutto punta a ra-zionalizzare l’utilizzazione del territorio in funzione del trasporto, contribuendo alla diminuzione dell’impatto ambien-tale delle attività di trasporto. Ma non solo. Si punta sul ferro, superando i li-miti del trasporto ferroviario tradiziona-le e intermodale terrestre e marittimo, promuovendo le effettive potenzialità competitive sui traffici di lunga distanza e la disponibilità di una rete portante di base finalizzata alla crescita delle im-prese del trasporto e della logistica.

Spesso si fa confusione nel defini-re i nodi logistici. Cosa si intende per piattaforma logistica territoriale?

Il complesso delle infrastrutture e dei servizi, presenti su un territorio interre-gionale, destinati a svolgere funzioni connettive di valore strategico per l’inte-ro territorio nazionale, in particolare nei suoi rapporti con la rete transnazionale dei trasporti, per favorire l’interconnes-sione più efficace al fine di migliorare la competitività del Paese.

E per Interporto?L’interporto è il complesso organico

di infrastrutture e di servizi integra-ti di rilevanza nazionale gestito da un soggetto imprenditoriale che opera al fine di favorire la mobilità delle merci tra diverse modalità di trasporto, con l’obiettivo di accrescere l’intermodalità e l’efficienza dei flussi logistici. L’infra-struttura intermodale è invece quella

infrastruttura, lineare o nodale, funzio-nale alla connettività della piattaforma logistica. E’ importante capire che gli interporti svolgono un ruolo strategico non soltanto da un punto di vista mera-mente trasportistico, ma anche econo-mico e sociale

Quali sono le novità più significa-tive del provvedimento?

Senza dubbio la costituzione del Co-mitato nazionale per l’intermodalità e la logistica, con funzioni programmatiche e di promozione, e la chiara individua-zione e definizione dei requisiti minimi per cui un’infrastruttura potrà avvalersi del titolo di interporto.

E’ stato difficile arrivare al provve-dimento?

Si è raggiunta la quasi unanimità fra i componenti della Commissione Tra-sporti, a partire da Silvia Velo e Gaeta-no Nastri, presentatori dei testi originali, al relatore, Daniele Toto, al presidente della IX Commissione Trasporti, poste

Alessandro Ricci

contestualizzata e in armonia con il ter-ritorio di riferimento i cui confini si allar-gano all’Europa. Quale lo strumento? Il Comitato nazionale per l’intermodalità e la logistica che ha l’obiettivo di miglio-rare e incrementare la concentrazione dei flussi di trasporto.

Dopo circa due anni di lavori e di-scussioni parlamentari l’Unione In-terporti Riuniti (UIR) vede licenziato il provvedimento tanto atteso, che passa ora all’esame del Senato per l’appro-vazione definitiva. Chiediamo ad Ales-

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fices and areas set aside for intermodal transport, supply logistics, industrial logistics, and distribution logistics including logistics for towns. An interport also needs services and security for goods and people. IT systems and internet access are fundamental for managing freight movements and transportWho was on the Committee?The Committee was chaired by the Minister for Infrastructure and Transport. Members included Presidents of Regions with interportsIs there any conflict with the functions of a Port Authority?I would say not. The National Committee for Intermodal and Logistics carries out functions of policy, planning and coordination of all that involves the development of logistics platforms in order to integrate transport sys-tems on land, sea and river and air as well as simplifying operations and improving intermodal services and logis-tics. We are pushing to promote economic development and improve the quality of areas of logistics platforms. Guido Improta undersecretary for Infrastructure and Transport expressed his appreciation of the new law.Yes indeed, he thinks as we all do that the law fits well into the EU definition of the Ten-T corridors and in gen-eral into the core network. Mr. Impronta believes that the

strength of the law lies in its planning aspects with the definition of the requisites which each structure needs within the logic of setting up a network in order to avoid foolhardy local ideas not supported by sufficient eco-nomic and financial resources. This law fits with the na-tional logistics plan and sets out the conditions for Italy to compete more efficiently and effectively in moving goods with obvious advantages for transport and en-vironment in order to achieve the EU target of 30% of goods to travel by rail by 2030 Will that be possible?The whole of Europe is considering the future of trans-port and the use of rail instead of road. I met Jean-Pierre Loubinoux, Director General of the International Union of Railways recently in Paris to define common actions on IT, best practices, corridors and dialogue with the European Commission to implement and maximise the use of intermodal which in Italy is usually to be found in interports. Italian interports are unique in Europe and many have tried to copy them. But our history, our role, our specialisation, our connection with production make interports a determining factor in Italy’s logistics system. It is also an asset which brings added value to the whole of Europe

e telecomunicazioni, Mario Valducci. Il sottosegretario Guido Improta, il vice ministro Mario Ciaccia e il ministro Cor-rado Passera, hanno creduto nell’im-portanza di questa riforma.

Quali sono i presupposti per indi-viduare un nuovo interporto? Quali caratteristiche dovrà avere?

Il territorio dove sorgerà la nuova in-frastruttura dovrà essere privo di vincoli paesaggistici, naturalistici o urbanistici che ne compromettano la fattibilità oltre ad essere collegato direttamente con la viabilità di grande comunicazione e con la rete ferroviaria nazionale prioritaria. Dovranno essere collegati almeno con un porto e un aeroporto in coerenza con i corridoi transeuropei di trasporto, decisi dal Consiglio del 7 luglio 2010.

Deve essere fornito di un terminale ferroviario intermodale, idoneo a for-mare o ricevere treni completi, confor-memente a standard europei, in grado di operare con un numero non inferiore a dieci coppie di treni per settimana. Deve avere un’area attrezzata di sosta per i veicoli industriali, un servizio do-ganale, un centro direzionale, un’area per i servizi destinati alle persone e una per i servizi destinati ai veicoli industria-li oltre ad aree destinate alle funzioni di trasporto intermodale, di logistica di approvvigionamento, di logistica indu-striale, di logistica distributiva e di logi-stica distributiva urbana;. Tutto questo senza dimenticare le reti immateriali ed i sistemi che garantiscano la sicurezza delle merci, delle aree e degli operatori. Sono fondamentali le interconnessioni con piattaforme info-telematiche orien-tate alla gestione dei processi logistici

e del trasporto di merci. Da chi è composto il Comitato?il Comitato è presieduto dal Ministro

delle infrastrutture e dei trasporti o da un suo delegato e ne fanno parte i pre-sidenti delle regioni nel cui territorio sono ubicate le piattaforme logistiche territoriali.

In conflitto con le competenze del-le Autorità portuali?

Non direi. Il Comitato nazionale per l’intermodalità e la logistica svolge compiti di indirizzo, programmazione e coordinamento di tutte le iniziative inerenti allo sviluppo delle piattaforme logistiche territoriali, ai fini dell’integra-zione dei sistemi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale e aereo nonché della semplificazione delle operazioni e del miglioramento dei servizi intermodali e logistici delle merci. Si punta alla pro-mozione dello sviluppo economico e del miglioramento qualitativo delle aree delle piattaforme logistiche territoriali.

Il Sottosegretario per le infrastrut-ture e i trasporti, Guido Improta, ha espresso apprezzamento sulla nuo-va legge…

Sì, pensa come tutti noi che la legge ben si inserisca sia nel processo comu-nitario di definizione dei corridoi TEN-T che in quello più generale del core network. Secondo Improta il suo punto di forza sta nella valenza programma-toria, con la definizione dei requisiti che devono rispettare le singole strut-ture, e nella logica della costituzione di un sistema a rete in modo da evitare localismi velleitari, non supportati da un’adeguata sostenibilità economi-ca e finanziaria. Si tratta di una legge

che in coerenza con il piano nazionale della logistica, disciplina in un modo organico una politica di settore, quella delle piattaforme logistiche territoriali, ponendo le condizioni perchè il nostro Paese possa competere in modo sem-pre più efficiente ed efficace nella mo-bilità delle merci con evidenti benefici sia dal punto di vista trasportistico che ambientale, in linea con l’obiettivo co-munitario di dover far viaggiare almeno il 30 per cento delle merci su ferro entro il 2030.

Sarà possibile?Il futuro del trasporto è nell’uso del

ferro come alternativa alla gomma. Lo pensa l’Europa intera.

Recentemente ho incontrato a Parigi, Jean-Pierre Loubinoux, Direttore Gene-rale della UIC – International Union of Railways, per definire comuni percorsi sui quali sviluppare azioni congiunte. Lavoreremo insieme su information technology, best practices, corridoi di trasporto merce, dialogo con la Com-missione Europea, per implementare e ottimizzare l’intermodalità che in Italia ha in gran parte sede proprio negli in-terporti. Gli interporti italiani sono una realtà unica in Europa che vanta nume-rosi tentativi di imitazione, ma la nostra storia, il nostro ruolo, le nostre specia-lizzazioni, la nostra commistione con il comparto produttivo nazionale, fanno degli interporti infrastrutture determi-nanti per il sistema logistico del Paese, ed è bene che tutto questo valore ag-giunto venga messo a profitto dell’Eu-ropa intera”.

Patrizia Lupi

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TRAFFIC ON THE CHINESE MARKETEvery day we live with news of Europe, economic crisis, elections in France and Greece, terror of increases in the spread, increased unemployment without realising what is happening in the rest of the world.It is not that out situation and especially that of Italy should not cause us to worry but I maintain that we should lift our eyes to the horizon for two reasons one because we live in a globalised world where the single unit is important but not as important as when they are grouped together and two because and here speaks the international forwarder, in the end it is from the rest of the world that we can benefit by trading with the third world particularly with China because despite the recent slow down of its economy it is the still the player of reference together with India and Brazil which have growth rates which make you dizzyThe numbers speak clearly. I am not going to quote growth percentages which are well known, but I would point out that Cifa our correspondent federation in China has more than 25,000 associates with 2 million employees. Despite the reduction of traffic at the end of 2011 we are noting an interesting phenomenon, that since March eastbound freight rates have begun to increase steadily

whereas westbound rates have doubled. In my ten years in this business I have never seen an increase of 150% in three months. Although hold capacity has been reduced the shipping companies have been able to keep a constant offer and to have westbound rates going against the trend. I would like to see other operators in the industry with the ability and strength to do the same. Unfortunately it is not so. China joining the WTO has meant a more open market: the opening together with rapid development of the economy has caused traffic to increase. As an example, traffic has quadrupled since China joined the WTO in 2001. Today China is experimenting with the introduction of VAT with a pilot project in Shanghai which is intended to extend to Peking and other provinces. It is not yet clear how VAT will be applied but 6% is applied to our sector without the possibility of repayment. Cifa supported by Fiata is trying to change this, and the market is adapting to VAT with returns of goods a first consequence. China is rapidly adapting to the market by improving product quality with products of value which demonstrate attention to detail much superior to the past. I maintain that the possibilities for trade and collaboration are on the increase and we welcome them.

tlchina2012 / porto&diporto

Stiamo v i v e n d o

un’epoca di particolari emo-zioni quotidiane per le notizie e gli avvenimenti che riguardano da vicino la nostra Europa: la crisi economica, le elezioni politiche in Francia e Grecia, il terrore per i rialzi dello spread, l’au-mento della disoccupazione – e chi ne ha più ne metta – che non ci rendiamo quasi conto di quello che sta succeden-do nel resto del mondo.

Non che la nostra situazione, ed in particolare quella dell’Italia, non debba preoccuparci, intendiamoci, ma ritengo sarebbe bene allargare i nostri orizzon-ti, per due motivi in particolare: perché viviamo in un mondo globalizzato, nel

Evoluzione del mercato cinesesituazione attuale dei traffici

qua-le le individualità certamente contano ma non quanto l’insieme, e perché – e qui parla lo spedizioniere internaziona-le – in fondo è dal resto del mondo che possiamo trarre beneficio, dal commer-cio con i paesi terzi, ed in particolare con la Cina, perché, nonostante il re-cente rallentamento della sua eco-nomia, rimane il player di riferimento, assieme ad India e Brasile, che stanno avendo tassi di crescita da capogiro.

Del resto sono i numeri a parlare chia-ro: non indicherò percentuali di crescita (peraltro note); mi limito a far notare,

ad esempio, che la Cifa – fe-

derazione nostra corri-spondente in Cina – a maggio

dello scorso anno aveva più di 25.000 aziende associate (con 2 milioni di im-piegati) e che è ragionevole supporre che fuori dall’alveo dell’associazione aderente - come Fedespedi - a Fiata (la nostra federazione mondiale), siano attive altrettante aziende.

Nonostante la flessione nei traffici verificatasi a fine 2011, stiamo assi-stendo ad un interessante fenomeno: da marzo ad oggi la volatilità dei noli è la caratteristica principale del mercato ma, mentre nell’eastbound è iniziata una tendenza al rialzo che sta diven-tando costante, in direzione contraria

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siamo arrivati in 3 mesi al raddoppio: in decine di anni che lavoro nel settore non ho mai visto, in 90 giorni, un au-mento di una volta e mezza.

E’ comunque singolare come, a fron-te di disponibilità di stiva – nonostante sia stata diminuita la capacità perché i volumi sono anch’essi calati – le com-pagnie siano state capaci di uniformare l’offerta ed avere noli in controtenden-za, nel westbound. Mi piacerebbe che anche gli altri operatori del comparto avessero l’abilità e la forza per fare al-trettanto… ma purtroppo non è così.

L’adesione alla WTO della Cina ha comportato una maggiore liberalizza-zione: l’apertura, unitamente al rapido sviluppo dell’economia, ha conseguen-temente fatto aumentare i traffici; giusto per fare un esempio, dal 2001 (anno di accesso) al 2011 i volumi di merci tra-sportati nello scambio con l’estero sono più che quadruplicati.

La Cina oggigiorno sta sperimentan-do l’introduzione dell’IVA: il progetto pi-lota è in atto a Shanghai e l’intenzione è di estenderlo a Pechino ed in altre province. Al momento non vi è chia-rezza rispetto all’esatta applicazione: per il nostro settore l’aliquota è al 6% e non vi è la possibilità di rimborso (Cifa, con il supporto di Fiata, si sta attivando per una revisione delle norme in que-sto senso), ma il mercato sta già rece-

pendo il mutamento: lentamente sta cambiando la resa merce, come prima conseguenza.

Il segnale mi pare evidente: la Cina sta rapidamente adattandosi al merca-to, aumentando la stessa qualità dei prodotti, con manufatti di fattura pre-

gevole, che denotano un’attenzione al dettaglio, rispetto al passato. Ritengo che le possibilità di interscambio, di col-laborazione, di commercio stiano au-mentando: noi siamo pronti a coglierle.

Piero LazzeriPresidente Fedespedi

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20 - maggio 2012

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RINA SALES UPPLUS NEW ACQUISITIONS

The AGM of RINA approved the 2011 financial statements which recorded turnover up 21% to 249 million euros double that of 2005.RINA made four acquisitions in 2011, Cisqcert Spa, D’Appolonia Spa e Deam Srl in Italy plus Simtex in Ro-mania to reinforce its position in certification and con-sultant engineering in Italy and Eastern Europe. The purchase of the Genoa engineering company D’Appolonia which offers integrated environmental, energy, oil and gas, infrastructure, transport, electron-ics and telecommunication services places RINA in the ranks of medium/large businesses with 2,100 people in 42 countries with 130 offices and expected 2012 sales of 300 million euros. In 2011, 9% of turnover and 140,000 hours were invested in R & D. The same investment will

be made in 2012, confirmation of its strategic importance for the next few years. Ugo Salerno RINA president and managing director de-clared “2011 was a memorable year. Not only did we celebrate our 150th anniversary but we also transformed the RINA Group into an integrated operating organisa-tion which better responds to clients’ needs. We decided that our growth should also be overseas. This year’s important acquisitions demonstrate our willingness to increase our know-how in order for the Group to have a presence in the most important markets. Although 2011 was a complicated year, our year was positive”. EBITDA amounted to 41 million euros. The results are the fruit of intense team work from all the Group employees to whom we give our sincerest thanks. In 2012 we shall make a quantitative leap in order to continue our growth pattern”.

L’Assemblea di RINA S.p.a – holding del Gruppo RINA - ha approvato recentemente

il bilancio consolidato che, anche per

RINA, fatturato in crescitae nuove acquisizioni

Il Consiglio di Amministrazione ha approvatoil bilancio 2011 con fatturato +21%

ed EBITDA a 41 milioni di eurol’esercizio 2011, ha confermato il trend di crescita degli ultimi anni con un fattu-rato di 249 milioni di Euro (+21% rispet-to al 2010) che è più che raddoppiato dal 2005 ad oggi.

Nel 2011 l’azienda ha visto l’acqui-sizione di tre realtà italiane (Cisqcert Spa, D’Appolonia Spa e Deam Srl) ed una estera (Simtex srl) grazie alle quali ha rafforzato la propria posizione nel settore certificativo sopratutto in Italia e nell’Est Europa e nella consulenza ingegneristica.

In particolare, con l’entrata di D’Ap-polonia – società genovese che for-nisce servizi integrati di ingegneria nei settori dell’ambiente, dell’energia, oil&gas, delle infrastrutture e trasporti, dell’elettronica e delle telecomunica-zioni – il Gruppo RINA entra a pieno titolo nel segmento delle medie/grandi aziende con oltre 2100 risorse in 42 paesi del mondo, più di 130 uffici e un fatturato atteso per il 2012 di 300 milio-ni di Euro. Nel 2011 l’attività di ricerca e sviluppo e quella dedicata alla forma-zione hanno superato, rispettivamente, il 9% del fatturato e le 140.000 ore. Per il 2012 sono stati previsti pari investi-menti, a conferma che queste attività ricopriranno un ruolo strategico anche nei prossimi anni.

“Il 2011 è stato un anno memorabile – ha dichiarato Ugo Salerno, Ammini-stratore Delegato e Presidente di RINA S.p.a. – Non solo abbiamo festeggia-to il nostro 150° anniversario, ma allo stesso tempo abbiamo trasformato il Gruppo RINA in una realtà intergrata con un’organizzazione a matrice che le permette di rispondere al meglio alle esigenze dei clienti. Abbiamo scelto di crescere anche per linee esterne: le importanti acquisizioni di quest’anno testimoniano la volontà di accrescere le nostre competenze, al fine di essere presenti al meglio sui mercati più stra-tegici. Nonostante il 2011 si sia con-fermato un anno ancora complesso gli esiti sono stati positivi per noi. - ha con-cluso Salerno - Il fatturato ha raggiunto i 249 milioni di euro con un incremento del 21% rispetto all’anno precedente e l’EBITDA è arrivato a 41 milioni di euro. Questi risultati sono il frutto di un inten-so lavoro di squadra che ha impegnato fortemente tutte le risorse del Gruppo alle quali va il nostro più sincero ap-prezzamento. Per il 2012 ci aspettiamo un ulteriore “salto” dimensionale così da poter proseguire sulla via di crescita avviata”.

Stefania Vergani

Megayacht “Prima” (Columbus)

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NAPLES PORT AND BARI NOW LINKED BY RAIL

The troubled sector of rail movement in the port of Naples is suffering from a season of uncertainty but is showing willingness to improve with the start up of a railway serv-ice from Naples to Foggia and Bari. Antonio Zuccaro, MD of Mediterranean Railways spoke to Porto&diporto about the service and its possibilities for development.How did Mediterranean Railways come about?The company was formed by two businessmen, one from Campania and the other from Calabria who both strongly believed in rail intermodal and logistics in general as a way of creating development in our area and throughout

the South of Italy. Currently we are present on the market as logistics and intermodal operators departing from the port of Naples with three couples of weekly trains on the route from Naples to Foggia and Bari. The service is in partnership with a Foggia company, Lotras, using trains purchased from Trenitalia. What sort of goods are carried?We transport pasta, furniture and marble, in fact the type of container traffic that has always been carried to Na-ples to or from Puglia. Lately this traffic has also used Taranto and Gioia Tauro causing a substantial fall in traf-fic to Naples. We hope that the new rail service will re-cover part of this traffic. Can Naples port respond to operators’ needs in terms of

Il tormentato settore delle manovre ferroviarie nel porto di Napoli vive una stagione tra incertezze e vo-

lontà di rilancio che si è concretizzata recentemente con l’avvio di un servizio ferroviario tra Napoli, Foggia e Bari. Antonio Zuccaro, Amministratore Dele-gato della Mediterranean Railways, ci parla dell’iniziativa e delle sue possibi-lità di sviluppo.

Napoli e Bari collegatecon un servizio ferroviario

Come nasce la Mediterranean Railways?

Questa azienda nasce come impresa ferroviaria, dalla volontà di due impren-ditori, uno campano e l’altro calabrese, che credono fortemente nell’intermo-dalità ferroviaria e nella logistica in ge-nerale, quali mezzi per creare sviluppo nel nostro territorio ed in tutto il Sud Italia. Al momento siamo sul mercato

come operatori logistici ed intermodali e ci muoviamo dal porto di Napoli con, per ora, tre coppie di treni settimanali, che coprono la tratta Napoli – Foggia – Bari e viceversa. Questo nuovo servi-zio ferroviario nasce in partnership con la Lotras di Foggia e con treni acquista-ti da Trenitalia.

Quali sono le merci trasportate?I settori merceologici trasportati sono

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technical capacity and infrastructure?Naples port is barely adequate to handle the current rail traffic. If the traffic increases there will be a problem of space The rail terminal is small and the platforms not long enough. For example arriving and departing trains have to be divided up by Ferport because they are too long for the terminal. Ferport, a company in liquidation, is another matter as it is the only company in the port which transports the rail cars. We are following this situ-ation with much attention as we are directly interested and as far as I know the only operator of intermodal trains in the port. We are very worried. I hope a solution is found as soon as possible to ensure the continuity and

efficiency of the service but above all for the employees all of whom are personally known to me. The company needs to change in order to have other income to make it profitable. How has the Puglia end reacted?This service was strongly requested by the Bari Industri-al Union at conventions and in parliamentary questions put up by a member. The Union also had its members col-laborate in the initiative. I also remember the contribution made by Mr Minerva the regional assessor who brought a real contribution from Puglia Region to set up the service as requested by the Puglia market. In fact since March 26, when the first train departed we have had a good re-sponse from the operators.

attiva.E invece dal lato pugliese, quali

rispondenze avete ricevuto?Questo servizio è stato richiesto, con

fermezza, dall’Unione Industriali di Bari che attraverso alcuni convegni ed ad-dirittura interpellanze parlamentari da parte di un proprio iscritto, ha invogliato i propri associati a collaborare a questa iniziativa: ricordo inoltre la partecipa-zione dell’assessore regionale Minervi-ni che ha portato un fattivo contributo della Regione Puglia per avere questo servizio intermodale che era richiesto dallo stesso mercato pugliese. Ed in effetti sin dal primo treno, partito il 26 marzo scorso, ho avuto una confor-tante rispondenza da tutti gli operatori interessati.

Giovanni Piro

quelli della pasta, dei mobili, del mar-mo: diciamo, nel suo complesso, quello che è sempre stato il traffico container che dalla e per la Puglia giunge nel por-to di Napoli. Ultimamente, per la fram-mentazione di questi traffici sui porti di Taranto e Gioia Tauro, quelli sul porto di Napoli hanno subito un fortissimo calo. La nostra speranza e che questo nuovo servizio ferroviario possa servire anche a recuperarne almeno una parte.

Il porto di Napoli può dare risposte tecniche, infrastrutturali, a queste ri-chieste degli operatori?

Il porto di Napoli, ritengo, per l’attuale traffico ferroviario, può essere conside-rato appena sufficiente; ma, se ci sarà uno sviluppo delle tratte ferroviarie al-lora ci saranno problemi in considera-zione agli spazi, pensate che il terminal ferroviario è di piccole dimensioni e

non ha dei binari abbastanza lunghi. Ad esempio, i treni in entrata ed in uscita, devono essere sempre composti dalla Ferport, in quanto non possono entra-re in tutta la loro lunghezza ma devo-no essere segmentati. Esiste poi una questione Ferport che è in liquidazione, unica società che effettua le tirate carri nel porto di Napoli. Seguiamo molto at-tentamente questa situazione essendo direttamente interessati in quanto, a quel che mi risulta, i nostri sono al mo-mento, gli unici treni funzionali all’inter-modalità del porto: siamo molto preoc-cupati per questa situazione. Mi auguro che trovi soluzione al più presto sia per la continuità ed efficienza del servizio, ma soprattutto per i dipendenti che co-nosco personalmente. Bisognerebbe trasformare questa società per poter avere altri introiti in modo da renderla

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24 - maggio 2012

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MARITIME TRADE IN THE MEDITERRANEAN

Sea transport is certainly a core sector for development and growth in System Italy especially if the opportunities connected with the increasing economic and commercial relationships with the Mediterranean countries are taken into consideration. These facts are confirmed in an anal-ysis carried out by SRM-Studi e Richerche (SRM Study and Research) www.sr-m.itThe Study Centre of Intesa Sanpaolo Bank is also carry-ing out a study of shipping and trade between Italy and the Mediterranean area. The study shows that sea trans-port with the Mediterranean accounts for 16,8% of all of Italy’s trading world-wide. Sea is the principal means of transport for Italian goods

in the Mediterranean with 40,600 million euros (70%) out.Maritime traffic is mainly with Southern Mediterranean countries (Algeria, Egypt, Libya, Morocco and Tunisia) and they account for more than half of the total (20,600 milllion euros). The principal product is petroleum. Those countries are followed by the Eastern Mediterranean area (Israel, Lebanon, Syria and Turkey) with trade of 17,000 million euros (41,8%) and the Adriatic countries (Albania, Bosnia, Croatia and Montenegro) with 3,000 million eu-ros (7,5%) . The traffic tends to vary from year to year with 2011 down 11,3% as a result of trade with the Southern Mediterra-nean countries falling by 27% due to the political situa-tion but partially set off by increases in the other areas (plus 14,5% with the Eastern Mediterranean and plus

Settore core per lo sviluppo e la crescita del Sistema Italia è certamente il trasporto maritti-

mo, soprattutto se si considerano le op-portunità connesse ad un incremento delle relazioni economiche e commer-ciali con i Paesi del Mediterraneo. Lo confermano le analisi di SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno effettua-te nell’ambito del filone di ricerca indi-rizzato al settore dei trasporti e della lo-gistica, disponibili sul sito www.sr-m.it.

Il Centro Studi - collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo - sta infatti realizzan-do uno studio sul comparto dello Ship-ping, lavoro che, tra l’altro, si sofferma sull’interscambio commerciale in es-sere tra l’Italia ed i Paesi del Mediter-raneo. Dall’analisi emerge come tale

area rappresenti un punto di riferimen-to di grande interesse per il trasporto via mare del nostro Paese assorbendo il 16,8% dello scambio complessivo at-tivato con il resto del Mondo attraverso tale modalità.

In considerazione del solo bacino del Mediterraneo, inoltre, il mare è il prin-cipale canale su cui viaggiano le merci italiane con un interscambio che per il 2011 ha assorbito oltre il 70% del tota-le (40,6 miliardi di euro su un totale di 57,7 miliardi).(GRAFICO 1)

Il traffico marittimo è relativo soprat-tutto ai Paesi del Southern Med (Al-geria, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia); questi, infatti, ne assorbono insieme oltre la metà del totale (pari a 20,6 mi-liardi di euro) e si configurano come

nostri partner commerciali soprattutto in riferimento ai prodotti petroliferi. Solo in seconda battuta si ritrovano i Pae-si dell’Eastern Med (Israele, Libano, Siria e Turchia) con quasi 17 miliardi di euro pari al 41,8% e, quindi, quelli del-la sponda Adriatica (Albania, Bosnia, Croazia e Montenegro) il cui interscam-bio via mare con il nostro Paese è pari a circa 3 miliardi di euro (7,5%).

L’andamento nel tempo di tali traffici risulta, tuttavia, altalenante con un calo complessivo che nel 2011 è pari a 11,3 punti rispetto all’anno precedente. Va precisato, comunque, che tale risultato è per lo più dovuto ai Paesi del South-ern Med che, anche come conseguen-za degli eventi politici che hanno inter-essato tali zone, hanno visto un calo

L’interscambio marittimo dell’Italia con l’Area Med

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12,8% with the Adriatic countries). Turkey is Italy’s principal partner with a flow of goods of 11,300 million euros followed by Tunisia, Egypt, Algeria and Libya with trade of between 4,000 and 6,000 million euros each.These numbers reflect only a part of the last few years trading pattern. Between 2008 and 2011 Libya was Italy’s main trading partner. But trade fell with Libya by 77,5% in 2011 compared with 2008 which caused the overall picture to change. The other countries, although with lower individual trading volumes, and the reduction in trade caused by the 2009 general crisis gave rise to an increase in maritime trade with Italy. In fact trade with Turkey increased by more than 20% (GRAPH 2)With reference to the types of goods transported by sea to and from Italy, 18% refers to machinery and equip-

ment followed by petroleum products both refined and not refined 32,5%, textiles and clothing 11,1% and metals 10,8%. An analysis of the trading by country gives rise to a num-ber of different conclusions. For example more than 40% of trade with Southern Mediterranean countries comes from petroleum products with a value of 8,500 million euros. On the other hand trading with the Eastern Medi-terranean countries consists mainly of machinery and equipment with a value of 3,300 million euros. The analysis demonstrates the importance of maritime transport for the Italian economy. In fact sea transport is not just one of principal systems used to transport Italy’s imports and exports but is a growth sector. Compared with 2009 and its crisis, sea transport increased its share of GNP by 3 points.

di oltre il 27% bilanciato, solo in parte, dagli aumenti registrati nelle due res-tanti aree (+12,8% per l’Adriatic Med e +14,5% per l’Eastern Med).

Considerando i singoli Paesi, invece, il nostro principale partner è la Turchia con un flusso di merci quantificabile in circa 11,3 miliardi di euro. Seguono, con un traffico notevolmente inferiore (compreso tra i 4 ed i 6 miliardi di euro) Tunisia, Egitto, Algeria e Libia.

Tale situazione rispecchia però solo in parte lo scenario dei traffici degli ul-timi anni. Se si osservano, infatti, i dati del periodo 2008-2011 si nota come fino al 2010 è stata la Libia il Paese maggiormente interessato dagli stessi, ma il calo che questa ha vissuto nel 2011 (pari al 77,5% rispetto al 2008) ha implicato un mutamento nella configu-razione complessiva. I restanti Paesi, seppur con valori assoluti spesso di minore entità e nonostante la diminuzi-one degli scambi dovuta alla generale crisi del 2009, hanno, invece, riportato un incremento del loro business mar-ittimo con l’Italia; incremento che nel caso della Turchia ha superato il 20%. (GRAFICO 2)

In riferimento all’aspetto qualitativo delle merci trasportate via mare da e per l’Italia, si osserva come oltre il 18% del totale è relativo a macchine e apparecchi meccanici. Seguono le categorie afferenti i prodotti petroliferi (raffinati e non) che nel loro insieme assorbono il 32,5% del totale e, in-fine, i prodotti dell’industria tessile e dell’abbigliamento (11,1%) e quelli rela-tivi al settore dei metalli (10,8%).

Anche in questo caso, scendendo nel dettaglio delle singole ripartizioni terri-toriali è possibile trarre considerazioni diverse. Ad esempio, per gli scambi con i Paesi del Southern Med si nota una ri-levante presenza dei prodotti petroliferi il cui peso complessivo è pari ad oltre il 40% del totale ed è quantificabile in 8,5 miliardi di euro; mentre se si os-servano gli scambi che l’Italia ha con

i Paesi dell’Eastern Med si nota come sono le macchine e gli apparecchi meccanici ad assorbire la maggior quo-ta con un traffico quantificabile in circa 3,3 miliardi di euro.Dall’analisi presen-tata emerge, quindi, tutta l’importanza che il trasporto marittimo riveste per l’economia italiana. Si tratta, infatti, non sono di una delle principali modalità

di trasporto utilizzate per l’ingresso e l’uscita delle merci dal nostro territorio, ma anche di un comparto in crescita rispetto al passato; un comparto che, rispetto ai valori del 2009 e nonostante la crisi che ha caratterizzato tale anno, ha fatto registrare una ripresa di 3 punti percentuali in rapporto al PIL.

Riccardo Russo

GRAFICO 1Il commercio estero dell’Italia con l’Area Med

per modalità di trasporto – Anno 2011Italian foreign trade in the Mediterranean by transport type - 2011

FONTE: elaborazione SRM su dati ISTAT Coeweb, 2012

SOURCE: SRM based on ISTAT Coeweb, 2012

GRAFICO 2Il commercio marittimo dell’Italia in import ed export verso

l’Area Med: i primi 5 partner – Anno 2011Italian import and export maritime trade with the Mediterranean

area – 5 principal partners – 2011

FONTE: elaborazione SRM su dati ISTAT Coeweb, 2012

SOURCE: SRM based on ISTAT Coeweb, 2012

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26 - maggio 2012

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PALUMBO SPA CELEBRATES 45 YEARS IN BUSINESS

Palumbo Spa a Naples ship repairing company founded in 1967 and now also with yards in Messina and Malta was nominated “company of excellence” by Italy’s president Giorgio Napolitano. Palumbo Spa recently took orders which will keep the company working until 2015. Two Russian magnates and an Arab oil sheik have ordered 3 mega yachts of 40, 50 and 59 meters respectively. The first yacht is being built in Naples for delivery in 2013 and the other two yachts are to be delivered in the two years thereafter. Additional work has arrived from Tuscany for the updating and transformation of two ferries. The or-ders mean that the Naples yard will take on additional experienced people. Currently Palumbo manages 10 dry docks used for ship building and repairing with 450 em-ployees. Antonio Palumbo who runs the company with his two sons Giuseppe and Raffaele explained “the new orders will be built in Naples where we have our yacht build-

ing division but we will also involve the Messina yard so that by transferring know-how and experience we will set up a centre of ship building excellence in the Mediterra-nean. Our answer to the profound crisis in shipbuilding has been to expand in the Mediterranean and to diversify while remaining true to our core business of mega yacht construction. This strategy has enabled us to confront the crisis and grow and create new jobs in the South in this dramatic time for ship building and industry in gen-eral”. The success has been achieved in the difficult operating conditions of the port of Naples where the administration of the area of the port has not followed managerial crite-ria in pursuit of productivity. Antonio Palumbo continued “since ten years discussions have been going on about reorganising the working of the yards in the port of Na-ples without any serious plan being put forward. Defence of small interests has prevailed without the possibility of creating employment and development and without the possibility of expanding in the port we have had to look

Festeggia i 45 anni di attività con l’acquisizione di 5 nuove commesse. La Palumbo spa,

azienda napoletana nata nel 1967 e specializzata nelle riparazioni navali, da qualche anno in espansione con cantieri a Napoli, Messina e Malta, pre-miata dal Presidente Giorgio Napolita-no come impresa di eccellenza, ha di recente firmato ordini che assicurano lavoro fino al 2015. Due magnati russi e un petroliere arabo hanno infatti com-missionato alla Palumbo tre nuovi me-gayacht da 40, 55 e 59 metri. Il primo è già in costruzione nel porto di Napo-li e sarà consegnato entro il 2013, gli altri saranno varati nei successivi due anni. Altre due commesse sono inoltre arrivate dalla Toscana per l’ammoder-namento e la trasformazione di due traghetti.

Grazie ai nuovi ordini, la Palumbo dovrà potenziare l’organico del cantiere di Napoli con altre unità altamente qua-lificate che si andranno ad affiancare all’esperienza e alla qualità degli attuali

La Palumbo Spafesteggia45 anni di attivitàE per regalo due russi e un arabo ordinano tre megayacht

lavoratori; attualmente la società gesti-sce una decina di bacini per costruzioni e riparazioni navali e da lavoro a circa 450 dipendenti diretti.

“Le nuove commesse saranno realiz-zate nel porto di Napoli dove abbiamo avviato la specifica divisione di costru-zione yacht - spiega Antonio Palumbo, che con i suoi due figli, Giuseppe e Raf-faele, guida l’azienda partenopea - ma coinvolgeremo anche lo storico cantie-re di Messina, dove cercheremo di tra-sferire il know how e l’esperienza ac-quisita, in modo da dare vita a un polo cantieristico di eccellenza nel cuore del Mediterraneo. La risposta alla profonda crisi del settore cantieristico - continua Palumbo - l’abbiamo trovata espanden-doci nel Mediterraneo e diversificando, ma pur sempre restando all’interno del nostro core business, ovvero avviando la costruzione di megayacht. Questa strategia ci ha consentito di fronteg-giare la crisi, crescendo e generando sempre più nuova occupazione al Sud in un momento drammatico non solo

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per il nostro settore”.Successi ottenuti nonostante le og-

gettive difficoltà ad operare nel porto di Napoli ove la gestione degli spazi non è avvenuta con criteri manageriali, privilegiando la produttività: “E’ da cir-ca dieci anni – afferma ancora Antonio Palumbo – che si discute del riordino della cantieristica nel porto di Napoli, ma nessun piano concreto ha visto fi-nora la luce; la difesa di piccoli interessi di parte ha prevalso sulla possibilità di creare occupazione e sviluppo ed in-fatti senza la possibilità di espanderci abbiamo cercato spazio altrove”.

E allora la scelta di puntare su Mes-sina e su Malta. Bastano pochi nume-ri per dare il senso di queste scelte: a Napoli la Palumbo gestisce due bacini

con capacità di 6000 e 2500 tonnellate di stazza lorda, a Messina il cantiere dispone di un bacino di 100mila tonn. e di capannoni per oltre 60mila mq; a Malta poi Palumbo lavora su sei baci-ni, il più grande può ospitare navi fino a 360 metri di lunghezza. “Ma il centro direzionale – spiega ancora Palum-bo – è ancora nel porto di Napoli dove seguiamo costantemente l’evolversi del grande progetto di trasformazione del porto che vede finalmente interlo-cutori preparati e determinati. Noi non dimentichiamo che siamo partiti da qui e per coerenza siamo pronti ad investi-re ancora sul porto di Napoli se questa nuova importante iniziativa metterà or-dine anche nel comparto della cantie-ristica”.

Nel frattempo Antonio Palumbo si gode giustamente il grande successo riscontrato da “Prima”, il Megayacht Columbus da 54 metri varato a Napoli lo scorso giugno e premiato dal princi-pe Alberto al Monaco Yacht Show alla presenza del re di Spagna Juan Carlos di Borbone: i cantieri Palumbo sono riusciti a imporsi immediatamente nel mercato della nautica extralusso. Sca-fo e sovrastrutture tutte in alluminio, 40 metri di lunghezza, 8,2 di larghezza, tre ponti, 190 tonnellate a pieno cari-co, 15 nodi di velocità di crociera con punte di 22 nodi e un’autonomia di 5 mila miglia, il secondo modernissimo megayacht prodotto dalla Palumbo sta già prendendo forma nei cantieri napoletani sulla base del progetto di

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elsewhere”.These are the motives for going to Messina and Malta. A few numbers explains the choice. Palumbo manages two docks in Naples with a capacity of 6,000 and 2,500 gross tons whereas at Messina they have a 100,000 ton dock plus 60,000 sq mt of supporting buildings and in Malta six docks of which the largest is 360 meters long. Mr Pa-lumbo continued “ our management remains in Naples port where we are constantly following the evolution of the major project for the transformation of the port which finally is using informed and determined people. We do not forget that this is where we started and we are ready to continue to invest in the port of Naples provided the new project puts order into the shipyard sector”.In the meantime Antonio Palumbo is rightly enjoying the great success of the 54 meter mega yacht Prima of the Columbus range which was launched in Naples last June and received an award from Prince Alberto at the Monaco Yacht Show in the presence of the King of Spain Juan Carlos. The yacht enabled Palumbo to enter the extra luxury yacht market immediately. The second yacht from

Palumbo is a 40 meter 190 ton vessel with an aluminium hull and superstructure It has a beam of 8, 2 meters, three decks, top speed of 22 knots, cruising speed of 15 knots and a range of 5,000 nautical miles. The yacht is currently under construction in Naples using a Sergio Cutolo Hy-dro Tec design. This luxury yacht is able to sail all the oceans of the world using very low environmental impact technology with hybrid power from two electric genera-tors. The yacht will therefore generate low emissions, si-lent sailing and reduced fuel and maintenance costs. It is fitted with three guest cabins, an owner’s cabin and four crew cabins and can carry nine people plus crew. The owner’s cabin can be transformed into two suites and the single beds in one of the guest cabins can changed into a double bed.The mega yacht project reflects the desires of the owner and enables him to feel and breathe the essence of the sea thanks a saloon on the main deck with a large slid-ing window opening onto the sea. Every detail has been studied in detail to give the yacht an elegant and refined look.

“Prima”Il primo megayacht prodotto nel porto di Napoli entra subito nel gotha del lusso

mondiale e fa incetta dei premi più ambiti. Il superyacht “Prima”, realizzato dai Can-tieri Palumbo e varato a Napoli lo scorso giugno, si è aggiudicato la menzione spe-ciale della giuria del “World Superyacht Awards 2012”, la rassegna internazionale, svoltasi a Istanbul. “Prima” è stato riconosciuto tra le migliori undici imbarcazioni di lusso al mondo tra quelle a motore. Nella categoria “displacement motor yacht of 500gt to 1.299gt”, il primo megayacht costruito dal cantiere napoletano guidato da Antonio Palumbo ha ricevuto il prestigioso attestato per il miglior rapporto tra “alta qualità” di costruzione, design e comfort e “prezzo competitivo”. Il premio è stato ritirato a Istanbul da Giuseppe Palumbo, general manager del cantiere di Napoli, insieme al fratello Raffaele, responsabile dei cantieri di Messina e Malta. L’attestato del “World Superyacht Awards 2012” arriva dopo che “Prima” aveva già conquistato il “Green Star Plus”, consegnato a ottobre scorso a Montecarlo dal principe Alberto II alla presenza del re di Spagna Juan Carlos.

architettura navale affidato alla Hydro Tec di Sergio Cutolo. L’imbarcazione di lusso capace di affrontare gli oceani sarà dotata di una particolare tecnolo-gia a bassissimo impatto ambientale: avrà infatti una motorizzazione ibrida che permetterà anche la propulsione elettrica alimentata da due generatori e quindi con emissioni ridottissime, navi-gazione silenziosa e riduzione dei costi di gasolio e di manutenzione. Con tre cabine ospiti, una cabina armatoriale e quattro cabine di equipaggio potrà trasportare fino a 9 persone più lo staff di bordo. L’appartamento Vip può an-che trasformarsi in due comode suite e i letti singoli di una cabina ospiti po-tranno diventare un letto matrimoniale attraverso lo scorrimento di uno dei letti singoli. Il progetto del Megayacht persegue i desideri dell’armatore: l’im-

barcazione consentirà di “sentire” e “respirare” l’essenza del mare grazie anche al salone del ponte principale di-segnato con grandi finestre scorrevoli e

apribili. Ogni dettaglio è stato accurata-mente studiato per imprimere uno stile elegante e raffinato.

Cosimo Brudetti

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infrastrutture/ porto&diporto

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assoagenti / porto&diporto

Quali saranno le linee d’azio-ne della nuova presiden-za?

Penso di dare molta importanza al lavoro delle commissioni, perché ab-biamo bisogno di un lavoro di squadra fatto di una partecipazione massiccia ai problemi della categoria, riferiti ovvia-mente alle singole tipologie di carico, rinfuse, passeggeri, contenitori. Ho no-tato ultimamente che in associazione si è posta molta attenzione soprattutto ai problemi delle navi passeggeri, mentre ho notato una certa assenza di interes-se verso le problematiche degli altri set-tori merceologici. Uno dei miei obiettivi sarà quello di coinvolgere tutti, sia per quanto riguarda i problemi dei conteni-tori che del carico secco e liquido.

A cosa ritiene sia dovuta questa scarsa attenzione?

Deve crescere lo spirito associativo in quanto la dialettica fra gli associati stimola la ricerca delle soluzioni.

Per quanto riguarda le crociere ci sono sempre i soliti tre ormeggi alla Stazione Marittima, quali prospetti-ve?

Per il Molo San Vincenzo finalmente inizia a profilarsi una soluzione (pur-troppo non immediata) che permetterà di assegnare un ormeggio in una loca-

Il destino di Napoli?Regional port

Andrea Mastellone (Agenzia Marittima Marinter) neo presidente Associazione Agenti Marittimi Napoletani

ha risposto alle domande di Porto&diporto.

tion prestigiosa a navi di dimensioni contenute: attualmente in attesa del San Vincenzo abbiamo solo gli ormeg-gi della Stazione Marittima e l’ormeggio alla banchina 21 e dobbiamo quindi ge-stire l’operatività in rada di alcune navi che in giorni particolari non trovano or-meggio a queste banchine .

Quali previsioni sono sortite dal piano ormeggi per il prossimo anno?

Nel 2013 sono stati annunciati 480

scali di navi da crociera contro i 520 di questo anno ma sicuramente perver-ranno alcuni scali addizionali e quindi sostanzialmente i numeri resteranno invariati.

Quali sono invece le problemati-che degli altri settori di traffico?

Il problema dei contenitori vede il Bu-san ormai insufficiente per accogliere la tipologia di navi moderne, non mi riferi-sco a quelle di terza generazione, ma a quelle attualmente in esercizio, quelle da 8.000 teus: ultimamente abbiamo perso una grande opportunità, quella di poter portare questo tipo di navi a Na-poli in quanto gli armatori interessati, dopo aver effettuato vari sopralluoghi hanno ritenuto la banchina non idonea ad ospitare le loro navi. Quindi attual-mente ormeggiamo navi da circa 5.500 teus scontando questo grande limite allo sviluppo del porto.

Quindi quali sono le previsioni per il settore contenitori?

Nel futuro dei traffici ci sono ormai le grandi navi da 18.000 teus, che qui potranno venire solo se il nuovo termi-nal Darsena Levante verrà realizzato. In mancanza di quest’ultimo purtroppo il destino di Napoli sarà quello di un re-gional port.

Cosimo Brudetti

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Possiamo tracciare un quadro della presidenza quadrien-nale appena trascorsa?

Quattro anni sono tanti, anzi forse anche troppi, perché poi l’impegno che si chiede ad un presidente di un’asso-ciazione come la nostra non è soltanto formale: ci deve essere il contatto con-tinuo con quella che è la realtà portua-le, sia perché abbiamo la presenza in comitato portuale che negli ultimi anni è stato il motivo pregnante della presi-denza. In comitato, in tutti questi anni, si sono discussi i problemi attuali ed il futuro del porto.

Motivi di soddisfazione?Mi ritengo molto soddisfatto di quello

che si è fatto fino ad ora, ci sono si-curamente dei rammarichi perché ci si aspettava di vedere realizzata qualco-sa preannunciata da anni ma che poi non viene fatta, ma siamo sempre lì.

Un esempio?Uno dei problemi sostanziali del por-

to è l’escavo dei fondali, che significa anche tante altre cose, come il recu-pero di banchine ad oggi inoperose, la migliore distribuzione delle aree, la tombatura della darsena di Levan-te, discorsi collegati che vanno tutti in un’unica direzione; su tutto ciò qualche piccolo passo è stato fatto, però fran-camente avrei preferito un cammino un pochettino più lungo. Un settore in cui ci siamo profondamente impegnati è quello del traffico crocieristico per il

Intervista a Michele Pappalardo (Agenzia Marittima Pappalardo) Presidente uscente Associazione Agenti

Marittimi Napoletani

assoagenti / porto&diporto

mantenimento e miglioramento della ricettività e dei livelli di traffico attuali. Abbiamo cercato di inventarci dove possibile spazi alternativi nel porto per evitare che le navi operassero in rada e su questo si innesta il discorso sul Molo San Vincenzo in cui noi agenti marittimi siamo in prima linea da anni.

Vivendo per diversi anni il comita-to portuale del didentro quali sono i motivi di questo “non fare”?

Io non penso che sia un problema napoletano, soffriamo come tutti i porti nazionali, di un grande problema di bu-rocratizzazione per cui tutto diventa più difficile e tutto diventa più complicato: per quanto riguarda gli escavi a Napoli c’è la complicazione di essere sito di prevalente interesse nazionale e quindi

abbiamo anche un’aggravante di quel-le che sono le procedure di smaltimen-to del materiale di risulta dello scavo. Inoltre ci scontriamo con una cronica carenza di fondi.

Però sono previsti in arrivo ingenti fondi per lo sviluppo delle infrastrut-ture portuali.

Speriamo nel grande progetto della portualità che dovrebbe portare a Na-poli oltre 200 milioni di euro dalla Co-munità Europea e se passa, ricordiamo che è stato dichiarato ammissibile ma non significa che sarà necessariamen-te finanziato, diverrà un grande volano per il porto e una grande sfida per noi, perché non avremo più scusanti. Se i soldi ci saranno li dovremo spendere dando prova di concretezza.

Ci sono previsioni sui tempi?Esiste un calendario delle scadenze

molto stretto che indica entro l’anno la fine dell’iter burocratico e quindi l’anno prossimo potremmo avere già notizie certe.

Ripensando alla presidenza tra-scorsa, come definisce i rapporti con le istituzioni cittadine?

Posso sinceramente affermare di aver riscontrato nelle nuove ammini-strazioni, mi riferisco al Comune e alla Camera di Commercio, una maggiore volontà di partecipazione, di capire i problemi del porto e di farsene carico per condividere soluzioni.

Cosimo Brudetti

Con il Grande progetto del portoNapoli non avrà più scusanti

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cantieristica / porto&diporto

Fincantieri pronta a entrare (col botto) nell’offshore

Quando Bloomberg a metà aprile aveva riportato la noti-zia che Fincantieri era stata

inserita nella shortlist degli offerenti ri-masti in gara per acquisire il 50,75% di STX OSV Holdings Ltd., azienda nor-vegese quotata a Singapore, la notizia non era stata commentata dal colosso navalmeccanico di Stato, sebbene a fine marzo fosse stato lo stesso ammi-nistratore delegato Giuseppe Bono, in occasione del varo della fregata Virgino Fasan, a parlare della necessità di af-fiancare una nuova ‘gamba’, l’offshore appunto, a quelle tradizionali di crocie-re, militare e maxiyachts.

Un mese dopo, però, a margine del-la cerimonia per la consegna di Costa Fascinosa, lo stesso Bono, pur senza espliciti riferimenti, dopo una domanda su STX OSV, ha lasciato chiaramente intendere che l’azienda è al lavoro su nuove acquisizioni all’estero. In part-nership, secondo indiscrezioni, col pri-vate equity Carlyle.

Ad ulteriore conferma della decisio-ne di Fincantieri di entrare nel setto-re offshore, il fatto poi che, da poche settimane, sul sito dell’azienda tale comparto è stato inserito fra le linee produttive, con la pubblicazione, inol-tre, di un articolata e recente brochure dedicata alla strategia che si intende seguire per affermarsi nel settore. In-centrata, parrebbe, su quattro cardini: focalizzazione su alcune tipologie pro-duttive con elevati margini di competi-tività (unità di perforazione tradizionali e semisommergibili), offerta innovativa e tailor-made, creazione di un “Polo Offshore” in cui rientrerebbero anche alcune aziende di subfornitura italiane (Blue Edge, Drillmec, Goriziane Group, Meccano net, Navalimpianti, Navalpro-getti e Rosetti Marino) ed estere (NLI, Ulstein, F&G, Frigstad e Gustomsc) e, soprattutto, individuazione degli stabili-menti italiani dedicati in quelli di Sestri Ponente, Ancona e Palermo, a cui si aggiungerebbero non meglio precisati

“other external partner shipyards”. Che potrebbero essere proprio gli

stabilimenti (9 fra Norvegia, Romania, Vietnam e Brasile, per oltre 9.000 di-pendenti) di STX OSV, specializzata nella produzione di navi di appoggio alle strutture offshore (quindi comple-mentari a quelle che Fincantieri vorreb-be produrre in house), un mercato che, secondo l’analista inglese Douglas-Westwood potrebbe valere nei prossimi cinque anni circa 232 miliardi di dollari.

Certo è che acquisire STX OSV sarebbe ben più che la semplice part-nership da qualche settimana ventilata da diverse fonti di stampa, del resto difficilmente ipotizzabile con la società in mano ad uno dei più accesi rivali di Fincantieri in ambito crocieristico at-traverso le controllate europee (STX France ha da poco perso un ordine per due nuove unità di Viking Ocean Crui-ses proprio a causa dell’interferenza di Fincantieri).

Il 51% di STX OSV è infatti proprie-

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Samsung Heavy Industries.Resta da capire l’impatto che l’ope-

razione – che Bono sembra convinto di poter chiudere entro l’estate – avrebbe sull’occupazione nei cantieri italiani: se davvero Fincantieri riuscisse a portar-la a termine in parallelo allo sviluppo di un’attività navalmeccanica dedicata all’offshore da condursi in Italia – come le parole di Bono e la summenziona-ta brochure farebbero pensare – le prospettive per gli stabilimenti oggi maggiormente toccati dalla crisi (con l’eccezione di Castellammare di Sta-bia) potrebbero migliorare radicalmen-te (posto che si risolvano i problemi di produttività da sempre lamentati dal management di Fincantieri).

In caso contrario, l’investimento in STX OSV potrebbe avere comunque un senso industrialmente, in ragio-ne del fatto che è sempre più forte la tendenza (il Brasile è un esempio in ambito offshore, ma per gli Usa è avve-nuto lo stesso in campo militare e non a caso Fincantieri ha acquisito alcuni stabilimenti negli Stati Uniti in passato) a pretendere che certe commesse na-valmeccaniche vengano assegnate a cantieri domestici. Ma è evidente che tale evenienza sarebbe assai meno ro-sea per Sestri, Ancona e Palermo.

Andrea Moizo

tà del gruppo navalmeccanico coreano STX, che a gennaio avrebbe deciso di vendere per racimolare 1,1 miliardi di dollari necessari a coprire i debiti deri-vanti da altre attività. Una cifra relativa-mente non lontana dagli oltre 800 mi-lioni di dollari che la quota in questione varrebbe secondo le ultime valutazioni della Borsa di Singapore. Ma, al di là di un prevedibile sovrapprezzo, l’alleanza Fincantieri-Carlyle dovrebbe sborsa-re anche di più, dal momento che per acquisire il 51% di una quotata a Sin-gapore è necessaria un’opa sul resto del capitale.

Senza contare che STX OSV, il cui titolo è cresciuto del 44% dall’inizio dell’anno, porterebbe in dote (oltre a un know-how eccezionale, essendo la so-cietà emanazione dello storico cantiere norvegese Aker, acquisito nel 2009 da STX) gli ottimi risultati del passato eser-cizio, fra cui un fatturato 2011 di 12,4 miliardi di corone norvegesi (circa 2,14 miliardi di dollari), un Ebitda in crescita del 19% e un portafoglio ordini valutato 16,7 miliardi di corone norvegesi (circa 2,88 miliardi di dollari). Inoltre, secondo Bloomberg, Fincantieri dovrà vedersela con almeno un altro offerente (un fondo d’investimento non identificato), mentre nelle passate settimane erano emersi anche i nomi di altri colossi della naval-meccanica come Keppel, Sembcorp e

Giuseppe Bono

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Fin dalla sua adozione, avve-nuta nel 2008 con la Legge n.133, il sistema dei costi mi-

nimi dell’autotrasporto, normativa volta formalmente a obbligare il pagamento, da parte della committenza, di tariffe tali da consentire standard minimi di sicurezza, è stato oggetto di un’aspra battaglia.

Per combattere la quale, chi avver-sa la norma (la committenza nelle sue varie declinazioni, da Fedespedi a Confetra) ha trovato un fedele alleato nell’Autorità Garante della Concorren-za e del Mercato. “L’Antitrust” ricorda l’avvocato Luca Cavagnaro dello studio legale milanese NCTM, che ha recen-temente condotto un’approfondita disa-mina sull’argomento, “ha censurato le possibili distorsioni della concorrenza derivanti dall’applicazione della norma-tiva in tema di costi minimi in tre diverse occasioni e, precisamente, con le pro-prie segnalazioni AS723 del 15 luglio 2010, AS885 del 29 novembre 2011 e AS901 del 05 gennaio 2012”.

Concetti che sono stati ribaditi con un parere pubblicato a inizio marzo dall’Authority: “Le determinazioni che fissano i costi minimi dispongono un’ar-tificiosa fissazione dei prezzi minimi per le attività di autotrasporto che, senza offrire alcuna fondata parametrazio-ne a istanze di sicurezza proprie della circolazione stradale, corrispondono di fatto all’introduzione di tariffe obbli-gatorie sull’intero territorio nazionale, con significativi effetti anche rispetto al commercio tra Stati membri dell’Unio-ne Europea”. Insomma, per l’AGCM la norma è “in contrasto con i principi e le disposizioni di tutela della concorrenza, a livello nazionale e comunitario”.

Nonostante ciò e nonostante il fat-to che l’indirizzo assunto al riguardo dall’AGCM fosse stato impostato sotto la presidenza di Antonio Catricalà, oggi sottosegretario del Governo, quest’ulti-mo, a dispetto dei proclami sulla neces-

Al redde rationemla battagliasui “costi minimi” dell’autotrasporto

trasporti / porto&diporto

sarie liberalizzazioni dell’economia ita-liana, ha ribadito l’intenzione di prose-guire sulla strada dei costi minimi, con la “conferma dell’operatività e dell’im-pianto della norma sui costi minimi di autotrasporto” assicurata in un elenco di interventi in materia di autotraspor-to inviato a fine aprile alle associazioni di categoria. Anzi, l’esecutivo ha prov-veduto ad un decreto interministeriale (mentre scriviamo ancora in via di re-gistrazione) per stabilire le sanzioni per la violazione della normativa sui costi minimi.

Al di là delle considerazioni di ordine politico sulla scelta di un Governo come quello attualmente in carica di accon-

discendere alle pressioni della lobby camionistica onde evitare (o cercare di evitare, perché alcune sigle sono comunque sul piede di guerra) scioperi selvaggi come quelli di fine gennaio, il rischio di complessi strascichi giuridici ed operativi è alto. “L’AGCM” ripren-de Cavagnaro “ha ritenuto necessario azionare la nuova procedura di cui all’art. 21 bis della Legge n.287 del 10 ottobre 1990, rubricato ‘Poteri dell’Au-torità Garante della Concorrenza e del Mercato sugli atti amministrativi che determinano distorsioni della concor-renza”.

In base a ciò, l’Authority, preso atto che le amministrazioni destinatarie

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dell’ultimo succitato parere (Ministro dello Sviluppo Economico e delle In-frastrutture e dei Trasporti, Direttore Generale per il Trasporto Stradale e l’Intermodalità presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Presi-dente della Consulta generale per l’au-totrasporto e la logistica, Presidente dell’Osservatorio sulle attività di auto-trasporto) non hanno inteso disapplica-re i provvedimenti adottati e ripristinare così “le dinamiche concorrenziali nel settore dell’autotrasporto”, sarà legitti-mata, entro l’inizio di giugno ad adire le vie giudiziarie, presentando apposito ricorso tramite l’Avvocatura di Stato.

Oltre a ciò, il rischio è quello di una

fase di incertezza giuridica: “Non può comunque escludersi che, già da ora, i giudici nazionali, facendo proprie le motivazioni addotte dall’AGCM, disap-plichino la normativa sui costi minimi in quanto contrastante con il diritto nazio-nale ed europeo”.

Fintantoché comunque l’AGCM non agisca o che non si concluda il pro-cedimento avviato da Confindustria, Confetra ed altri innanzi al TAR Lazio, chiamato all’udienza del prossimo 28 giugno 2012, la norma sui costi minimi rimarrà valida, ragion per cui Cavagna-ro, in conclusione, ha un suggerimen-to per la tutela della committenza: “In ottica cautelativa, potrebbe essere co-

munque opportuno adottare particolari misure nella gestione dei rapporti con-trattuali interessati dall’applicazione della norma in discussione, ad esem-pio specificando che la quantificazione dei corrispettivi ed i relativi pagamenti vengono effettuati ‘con espressa riser-va di ripetizione’. Sotto altro profilo vale infine la pena chiedersi quali potranno essere le responsabilità patrimoniali in capo alle imprese di trasporto che, avendo applicato le norme di legge, potrebbero comunque sentirsi chiedere la restituzione di una parte del prezzo riscosso per le prestazioni rese”.

Andrea Moizo

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Una nuova stazione per la Li-nea 1 della Metropolitana di Napoli. E’ stata inaugurata

nei giorni scorsi la fermata “Toledo”che servirà per spostarsi sia nella zona del Municipio e degli adiacenti Quartieri Spagnoli, che della vicina piazza Cari-tà. Via le transenne del cantiere, quindi, tutto è pronto e finalmente la grande M che domina la strada è stata scoperta. Liberato dal traffico quotidiano, così, l’ultimo tratto di via Diaz si trasforma in un salotto all’aperto adatto al riposo dei passanti, un respiro di tranquillità per l’affollata via Toledo. Ma per il momen-to si tratta di una inaugurazione a metà, visto che per la partenza dei treni biso-gnerà attendere il prossimo 30 giugno. Mancano, infatti, ancora i collaudi tec-nici, mentre la nuova fermata sarà visi-tabile durante il Maggio dei monumenti. In particolare, lo scalo appena aperto si congiunge con quello di Municipio, Università, Duomo e Garibaldi, dove ci saranno gli interscambi con la stazio-ne centrale delle Ferrovie dello Stato e le linee della Circumvesuviana. Per adesso gli ingressi alla stazione sono

La Metropolitana dell’Arteinaugura una nuova stazione

trasporti / porto&diporto

due, entrambi collocati sulla strada, ma entro il 2013 sarà completata l’uscita a Montecalvario, collegata da una galle-ria sotterranea di oltre 150 metri. Pro-gettata dall’architetto spagnolo Oscar Tusquets Blanca, la nuova fermata fa parte della cosiddetta «Metropolitana dell’Arte», dal progetto curato da Achil-le Bonito Oliva, elaborato per rendere i luoghi della mobilità più attraenti e offrire a tutti la possibilità di un incon-tro con l’arte contemporanea. Gli spazi interni ed esterni delle stazioni hanno accolto, così, oltre 180 opere di 90 tra i più prestigiosi autori contemporanei, costituendo uno degli esempi più inte-ressanti di museo decentrato e distri-buito sull’intera area urbana. Profonda 50 metri con un volume di 43 mila metri cubi, la stazione “Toledo” è stata co-struita al di sotto di una falda acquifera (posta a 12 metri) che in passato era utilizzata dai Romani per le terme. Gra-zie a un susseguirsi di mosaici e giochi di luci, la struttura riproduce i fondali marini, riportando Napoli indietro nel passato, quando all’altezza di via Tole-do ancora arrivava il mare. Il succeder-

si dei colori sottolinea e ricorda, man mano che si scende verso il centro del-la terra, i diversi livelli di profondità: il nero della terra, l’ocra del tufo, l’azzur-ro degli abissi. A rendere unica questa stazione, sono anche le opere esposte. A partire dall’ampio pannello musivo di William Kentridge con figure dell’icono-grafia napoletana e della mitologia clas-sica, per arrivare ad Achille Cevoli che ripropone il lavoro operaio in galleria e agli interventi di Bob Wilson, autore dei lightbox con pannelli lenticolari che ri-producono il movimento delle onde del mare e del gioco di luci realizzato in uno dei tronchi di cono a sezione esagona-le. Il corridoio non ancora inaugurato che condurrà all’uscita Montecalvario, sarà attraversato da lavori di Oliviero Toscani. All’esterno, invece, una fila di grandi alberi a Nord fornirà ombra in estate e permetterà il soleggiamento durante l’inverno. Slanciate piramidi a base esagonale (ispirate ai capiro-tes della Settimana Santa spagnola), oltre a fornire luce naturale al primo livello della metropolitana, diventano nuovi punti di riferimento per la città.

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Campania, Stefano Caldoro - Fino ad oggi lo Stato ha contribuito per circa il 70% al finanziamento dell’opera, gli enti locali, insieme con l’Europa, con il 30%. Ora, però, il Governo ha previsto l’abbassamento della sua quota di par-tecipazione al di sotto del 40%. Il resto dobbiamo farlo noi. Regione, Comune e Provincia di Napoli e il Ministero per il Trasporti devono riuscire a dare vita, per la prima volta, a una governance comune del sistema sul ferro. Oggi sia-mo a un po’ più della metà del percorso con 14 stazioni realizzate su 25 previ-ste”.

Brunella Giugliano

Immancabili, inoltre, le testimonianze del passato riaffiorate nel corso dei lavori di scavo, restaurate e visibili nel percorso per accedere ai treni. Sono stati messi in luce scantinati di abita-zioni del XVI secolo, attribuibili agli in-terventi edilizi promossi da Don Pedro di Toledo in occasione dell’apertura di Via Toledo. E’ stato rinvenuto, inoltre, il primo suolo arato del Paleolitico (il cui calco è conservato al Museo Archeo-logico) e mura di epoca aragonese. Ma l’inaugurazione della stazione Tole-do è solo parte di un progetto comples-sivo ben più ampio. Secondo il crono programma dei lavori, l’appuntamento

più importante sarà quello di dicem-bre 2012 o, al massimo, di febbraio del 2013, quando i treni provenienti da Piscinola arriveranno direttamente fino a Piazza Garibaldi su doppio binario, senza fermarsi nelle stazioni Municipio e Duomo, che saranno inaugurate en-tro il 2014. Poi vi sarà l’ultimo sforzo, la tratta Garibaldi - Capodichino che è ancora in progettazione e che con-sentirà di arrivare all’aeroporto in metrò passando per il Centro direzionale e Poggioreale.

“Il trasporto su ferro è una grande risorsa, ma noi dobbiamo lavorare di più - ha affermato il governatore della

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trasporti / porto&diporto

Ci sono mete che varrebbe la pena rivivere ogni anno, perché hanno la capacità di

rinnovarsi e offrire sempre qualcosa di nuovo a chi le osserva. New York è senza dubbio tra queste, una visita all’anno sarebbe opportuna per turisti di ogni età. Facilitati dai voli stagio-nali che all’inizio della bella stagione, ripropongono tratte per gli Stati Uniti d’America anche dalla propria città. E’ il caso di Meridiana fly Air Italy che pre-vede per il proprio network da giugno, voli diretti da Napoli, per New York, JFK il lunedì e il mercoledì, da aggiungere ai due previsti da Palermo nello stes-so periodo. Voli non-stop, operati con i comodi e moderni Airbus A330 della flotta del gruppo, che permettono di visitare la Grande Mela, anche se si hanno a disposizione pochi giorni di vacanza. Imperdibile la promozione tariffaria sui siti www.meridiana.com e www.airitaly.it, che prevede la spesa di 609.00 euro per aggiudicarsi un bigliet-to di andata e ritorno su New York, tutto compreso. Viaggi per giovanissimi, per famiglie, per coppie, per single, New York è adatta ad ogni età e condizio-ne. Recentissimo è il lancio della nuo-va applicazione per Iphone NYC Map,

disponibile gratuitamente su iTunes, l’unica destinazione degli Stati Uniti ad avere co-firmato un’app con CityMaps. Permette di visualizzare la mappa di-gitale dei cinque distretti di New York City e di visualizzare con facilità le strade della città, localizzando 90.000 hotel, ristoranti, bar, negozi e attrazioni. Uno strumento estremamente intuitivo, perfetto anche per visitatori che non parlano inglese, oltre a essere fonte di informazioni a disposizione dei viaggia-tori durante la visita della città. Fino ad aprile 2013 saranno i Muppet, i celebri pupazzi creati da Jim Hanson, i nuovi NYC Family Ambassador, proponendo una serie di novità e iniziative dedica-te a chi viaggia con bambini al segui-to. E chi meglio dei Muppet potrebbe raccontare alle famiglie tutto quello che è possibile fare a New York City? Tra le mete perfette per tutta la famiglia ci sono il Bronx Zoo, il Brooklyn Bridge Park, Coney Island, l’East River Ferry, il MoMA PS1, il Museum of the Moving Image, Rockaway Beach, Snug Harbor, il Natural History Museum e molto altro, tutto su nycgo.com/family per scoprire una New York City sempre più family friendly. Quest’estate inoltre sarà lan-ciato un nuovo trasporto pubblico eco-

friendly: parte infatti il programma di bike sharing, con 600 postazioni in giro per la città e 7.000 biciclette disponibili, un mezzo di trasporto ideale soprattut-to durante la bella stagione quando ap-profittare degli oltre 1.100 chilometri di piste ciclabili nei cinque distretti. Molte delle attrazioni culturali della città, tra cui il Bronx Zoo, il Brooklyn Botanic Garden, il Solomon R. Guggenheim Museum, The Metropolitan Museum of Art, The Museum of Modern Art, il New Museum, il New York Aquarium e lo Staten Island Museum, offrono sconti per studenti, accesso a offerta libera e ingresso gratuito in alcune giornate. E poi giugno è il mese del Museum Mile Festival, giunto alla 34° edizione, che quest’anno si tiene il 12 giugno dalle 18 alle 21 nel celebre miglio (1,6km) della Fifth Avenue nell’Upper East Side dove si concentrano dieci tra i più importanti musei di New York City e del mondo. Per l’occasione la Fifth Avenue viene chiusa al traffico tra la 82nd e la 105th Street e i visitatori possono ammirare gratuitamente le collezioni e le mostre dei musei e partecipare alle tante atti-vità previste.

Annalisa Tirrito

Rivivere New Yorkcon Meridiana fly

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bmt2012 / porto&diporto

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credito / porto&diporto

Ha avuto luogo nei giorni scor-si, a Caserta, presso l’Aula Magna della Facoltà di Stu-

di Politici “Jean Monnet”, Belvedere di San Leucio, l’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci di Ga.Fi Sud, alla presenza di numerosi esponenti del mondo imprenditoriale e bancario. Nel-la sua relazione, il Presidente Rosario Caputo ha illustrato l’attività che Ga.Fi. Sud svolge a favore delle imprese in un momento di straordinaria difficoltà con-giunturale per soffermarsi poi sulla ne-cessità del rafforzamento patrimoniale di tutti i Confidi mediante interventi in grado di dotare i consorzi di più ampie disponibilità finanziarie e di assicurarne una adeguata capitalizzazione.

Ga.Fi. Sud, al 31dicembre dello scorso anno, ha registrato le perfor-mances soddisfacenti: il bilancio, revi-sionato dalla società Deloitte & Touche spa e approvato all’unanimità, ha regi-strato un brillante risultato di esercizio, con un utile di circa 700.000 euro; le imprese associate sono salite a 1.444, con una crescita del 9% rispetto all’an-no precedente. Attualmente le aziende hanno superato quota 1.500. Gli affi-damenti garantiti nel 2011 sono stati circa 80 milioni di euro, mentre dalla costituzione ammontano a oltre 750 milioni di euro erogati dai 18 Istituti di

credito convenzionati. Inoltre il ricorso alla controgaranzia del Fondo Centrale di Garanzia ha interessato il 73% dei volumi garantiti a testimonianza dell’im-portanza dello strumento quale leva per assicurare sempre più affidamenti ai Soci nell’ambito di un giusto indice di patrimonializzazione del Confidi. I mezzi patrimoniali disponibili a presi-dio dell’attività di garanzia superano gli otto milioni di euro con un aumento del 16,37% rispetto al 2010. Infine l’inci-denza delle sofferenze storiche sui cre-diti garantiti segue il trend degli ultimi

anni ed è pari al 1,50% (1,35% al 2010) con accantonamenti già effettuati pari al 92%. Il che indica quanto sia oculato il presidio sui rischi creditizi assunti.

“Mi preme ribadire – ha dichiarato Rosario Caputo, Presidente di Ga.Fi. Sud – la necessità di individuare per-corsi e strumenti di intervento in grado di valorizzare al massimo la funzione che i Confidi sono chiamati a interpre-tare nell’attuale contesto economico. Le Istituzioni pubbliche devono quin-di sforzarsi di essere linfa vitale per i Confidi senza creare una inutile quanto dannosa polverizzazione del sistema. Nonostante le oggettive difficoltà con-giunturali, alla luce dei risultati conse-guiti nel corso del 2011, Ga.Fi. Sud ha dimostrato di essere, ancora una volta, un confidi virtuoso. Guardando avanti, proporremo alle imprese e al sistema bancario una politica volta a stimolare gli investimenti mediante il ricorso a operazioni di finanziamento a medio termine, auspicando – conclude Capu-to - che i sistemi di mitigazione del ri-schio messi in campo dai vari operatori pubblici vengano incentivati e, elemen-to ancora più importante, adeguati te-nendo presente l’oggettivo e progressi-vo deterioramento dei bilanci aziendali di questi ultimi anni”.

Alberto Medina

Ga.Fi. Sud resiste alla crisiUtile di bilancio di circa 700.000 euro, + 9% di nuovi

associati e maggiore solidità patrimoniale

Rosario Caputo

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credito / porto&diporto

A Napoli la direzionedi Fidiprof Centro-Sud

A rriva a Napoli il primo consor-zio di garanzia collettiva fidi dedicato ai liberi professioni-

sti che operano nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno: si chiama Fidiprof Centro Sud e rappresenta una risposta di Confprofessioni, la Confederazione italiana delle libere professioni, alle gravi difficoltà economiche in cui versa il settore dei liberi professionisti. Diffi-coltà determinate dai forti ritardi nei pa-gamenti degli onorari e dalle restrizioni nell’erogazione del credito da parte delle banche. Il consorzio è già attivo a Milano, dove è stato varato lo scorso febbraio Fidiprof Nord. Ora si riparte dal capoluogo campano per stimola-re e sostenere la crescita degli studi professionali nelle regioni meridiona-li. Con Fidiprof Centro-Sud, quindi, si completa il panorama nazionale dei Confidi. L’iniziativa prende le mosse dalle modifiche introdotte nel “Decre-to sviluppo” del giugno 2011, con cui Confprofessioni ha ottenuto che i con-sorzi fidi siano finalmente aperti anche ai liberi professionisti, superando la discriminazione che prevedeva questa opportunità solo per le Piccole e Me-die Imprese. Da luglio, quindi, è stata promossa la costituzione dei due con-sorzi fidi interregionali. “I professionisti italiani stanno accusando una crisi che non ha precedenti - sottolinea Gaetano Stella, presidente della Confederazio-ne italiana libere professioni - Da una parte la congiuntura negativa ha determinato pesanti ritardi nel paga-mento degli onorari pro-fessionali, anche da

parte della pubblica amministrazione; dall’altro lato le banche hanno chiu-so i rubinetti del credito e con i nuovi parametri di capitalizzazione introdot-ti da Basilea 2 non fanno più sconti a nessuno. Questa situazione non è più sostenibile perché frena gli investi-menti e rischia di bloccare il ricambio generazionale di un intero settore eco-nomico e sociale. Del resto proprio un sondaggio da noi promosso nel 2010 ha rivelato che l’accesso al credito rappresenta, anche per il mondo delle professioni, il problema più preoccu-pante”. Per aderire a Fidiprof, ciascun professionista dovrà versare 250 euro. Finora sono stati raccolti in tutte le re-gioni centro-meridionali oltre 200 mila euro versati da medici, avvocati, notai, etc. Le risorse saranno utilizzate per sbloccare fatture, aiutare i giovani in fase di start up, acquistare beni stru-mentali, pagare le casse di previdenza, creare unioni tra professionisti. L’inizia-tiva, inoltre, dovrebbe contribuire a cre-are a Napoli oltre 100 posti di lavoro. “L’accesso ai confidi per le libere pro-fessioni è un risultato molto importan-te - afferma Mina Maisto, presidente di Fidiprof - Centro Sud - Rappresenta il frutto di una lunga battaglia parlamen-tare condotta in prima persona insieme alla Confprofessioni e con il supporto di parlamentari sia di destra che

di sinistra. Ab-biamo così

sanato la iniqua carenza normativa del nostro sistema che non includeva i li-beri professionisti tra i soggetti abilitati alla costituzione di confidi, e abbiamo rimosso una palese discriminazione di mercato per questa categoria”. La pri-ma banca che ha creduto nel progetto è stata Unicredit. “Siamo convinti – dice il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris – che in tempo di crisi si debba puntare sulla valorizzazione del capitale umano. Iniziative come quella di Fidiprof Centro Sud vanno proprio in questa direzione, anche in considerazione del fatto che le professioni rappresentano una si-gnificativa realtà del nostro Paese e in particolare del Mezzogiorno”. D’accor-do Marco Esposito, assessore comu-nale allo Sviluppo, che spiega: “Negli ultimi venti anni il Mezzogiorno è stato privato di quasi tutti i centri decisionali. Collocare a Napoli la sede di un con-sorzio garanzia fidi che ha competenza per tutto il Centro e il Sud del Paese è una significativa inversione di ten-denza, con un valore sia concreto che simbolico. Concreto in quanto il confidi sarà uno strumento specifico di soste-gno agli investimenti e simbolico per la ritrovata centralità di Napoli nel campo del credito”. Rincara la dose Giuseppe Della Rocca, presidente di Confpro-fessioni Sud: “Non ci arrendiamo alla crisi – sostiene – progettiamo iniziative concrete per respingere la tentazione di gettare la spugna. Proprio come il nostro confidi che renderà meno one-roso l’accesso al credito e permetterà di allontanare per il nostro comparto la minaccia del credit crunch”.

Brunella Giugliano

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credito / porto&diporto

Piccola, macon muscoli di ferro

Si può così paragonare la Ban-ca di credito cooperativo di Napoli che mostra nei nume-

ri tutta la sua forza. Un trend positivo confermato dal conseguimento dell’uti-le dopo appena tre esercizi finanziari, dalla crescita della raccolta, degli im-pieghi e dei soci. Un risultato raggiunto in assoluta controtendenza con quanto sta accadendo nel sistema creditizio a testimonianza della grande fiducia che è riuscita a trasmettere. La sua peculia-rità: essere vicina al territorio, alle fami-glie ed alle imprese, spaziando dal ma-nifatturiero, ai servizi, dall’innovazione tecnologica allo shipping. Puntando soprattutto sui giovani soci. Non è un caso che nel consiglio di amministrazione, presieduto da Ame-deo Manzo, sieda Alessan-d r a

Bottiglieri, che ricopre la carica di am-ministratore delegato della società di navigazione napoletana Bottiglieri. La dinamica positiva è, dunque, tutta nei numeri. Ne parliamo con il presidente Amedeo Manzo.

Partiamo dai numeri?E’ un’azienda in assoluta buona sa-

lute. Gli impieghi sono cresciuti fino a raggiungere 24,6 milioni di euro (+46% rispetto al 2010 e già saliti a quota 27 mln nei primi quattro mesi del 2012 ), la raccolta complessiva registra 59,8 mi-lioni di euro, con un incremento del 39% (oggi è di 62,1 mln) ed il capitale sociale

è pari

a 7,3 milioni, pari a +7,9%. E chiudo-no in positivo sia il rapporto sofferenze impieghi (1,2%) che il conto economi-co con un risultato netto d’esercizio di 54mila euro, dopo la rilevazione degli oneri fiscali e di svalutazione.

E’ un risultato significativo, nono-stante i venti di crisi.

Certamente ed è ancora più signifi-cativo dal momento che altre aziende creditizie impiegano cinque - sei anni per raggiungere il pareggio di bilancio. E’ la dimostrazione che anche a Napoli si può intraprendere una grande sfida, nonostante la crisi economica, le dif-ficoltà finanziarie e il pesante disagio sociale di questo territorio.

Einstein diceva che non si posso-no pretendere che le cose cambino se si continua a farle nello stesso modo e che lo sbaglio delle persone

è la pi-g r i z i a nel tro-vare so-

luzioni.Noi ab-

biamo appli-cato questa

filosofia, trasfor-mando i sogni in

progetti e questi in realtà. La Bcc

di Napoli è riuscita nell’impresa di fare ancora meglio, otte-nendo già da quest’ul-

timo esercizio il primo utile di bilancio e accor-dando credito, cioè fidu-cia, per circa 34 milioni

di euro. La crisi l’abbiamo trasformata in opportuni-tà, dimostrando di essere

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meritevoli di fiducia, di non fare finanza fine a se stessa, ma destinata a crea-re sviluppo. Un percorso che è costato fatica, che non produce vantaggi né personali né immediati, ma che resterà alla comunità per le generazioni future.

Quali sono gli altri segni distintivi della banca?

Oltre ad aver investito nella propria tradizione, appunto quella del credito cooperativo in cui l’etica si fa azione concreta e la solidarietà è un tassello fondamentale, la Bcc è la prima banca di questa forma mutualistica che nasce nel cuore di una città (generalmente nascono in periferia e poi si allarga-no), ad aver sottoscritto un accordo per l’accesso al credito dei fornitori cre-ditori del comune di Portici, e che ha dato vita al suo interno di un comitato di sorveglianza, quest’ultimo affidato alla responsabilità dell’ex procuratore della repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore. Il comitato valuterà il rispetto delle regole e delle procedure inter-ne, l’efficienza dei processi operativi, la salvaguardia delle informazioni fino alla responsabilità penale ed ammini-strativa dei dipendenti che commetto-no reati, come il riciclaggio di danaro proveniente da attività illegali.

Quali sono i vantaggi per il so-cio?

Il socio della Bcc di Napoli -oggi se

ne contano 3.400- ha una funzione centrale. Oltre ai vantaggi propri del cliente, gli sono dedicati in via esclu-siva particolari benefici: il trattamento economico di favore, servizi nei campi della previdenza, dell’assistenza e del-la salute, della consulenza e finanche del tempo libero.

E per i clienti?Per sua natura la Bcc è portata a co-

noscere direttamente i propri clienti: è un rapporto immediato, semplice e per-sonalizzato che consente anche un più facile accesso al credito. Tutto ciò vale anche per le imprese che trovano nella Bcc un soggetto interessato a sviluppa-re l’economia del territorio e le esigen-ze del mercato locale.

Quali sono i vantaggi per la collet-tività?

Per legge, il 95% delle attività devo-no essere mantenute nel territorio nel quale le raccoglie. Ma una particolare attenzione è rivolta anche alle iniziative di carattere sociale, culturale, assisten-ziale, sportiva e di tutela dell’ambiente. Non solo crescita economica, ma at-tenzione alla persona in senso ampio. Sono questi gli ingredienti per riuscire ad incidere in una realtà che ha biso-gno del lavoro di tutti per rilanciare le proprie imprese, l’occupazione e l’eco-nomia.

Ma questo significa soprattutto un

cambiamento della realtà quotidia-na.

Ogni giorno chiediamo alle istituzioni, alla società e alla città di vedere cam-biamenti. Ma non possiamo chiedere agli altri ciò che non siamo disponibili a fare noi per primi. Bisogna fare in modo che il vero cambiamento parta da noi. Tempo e fiducia, assieme a coraggio e cambiamento. Affinchè la speranza sia realtà.

Eduardo Cagnazzi

Amedeo Manzi

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credito / porto&diporto

UniCredit per il Sud Italiapatrimoniale delle imprese attraverso prodotti che ne facilitino la ricapitalizza-zione e consentano di usufruire degli in-centivi, un’offerta e un modello dedicato per la costituzione di reti di imprese e la valorizzazione delle garanzie dei Con-fidi. La parte più consistente però, pari a 2 miliardi di euro, verrà destinata al finanziamento e all’ottimizzazione del capitale circolante con un piano speci-fico che fa leva su UniCredit Factoring per accelerare lo smobilizzo dei credi-ti verso la Pubblica amministrazione. Nello specifico, UniCredit aumenterà del 50% il proprio livello di operatività per quanto riguarda l’anticipo fatture dei crediti delle imprese verso gli enti statali, superando la quota di mercato che la banca detiene attualmente nel settore. L’attenzione alla crescita di-mensionale delle imprese meridionali è strettamente collegata al supporto diretto all’innovazione (1,4 miliardi di euro), altra condizione necessaria per competere su mercati contraddistinti da sempre maggiore concorrenza e da una spinta decisa verso le nuove tecnologie; in questo ambito un focus

particolare sarà riservato alla nuova imprenditoria e alla progettazione di “laboratori” dedicati a filiere specifiche del territorio come l’agroali-mentare e l’automotive.

Per completare il qua-dro di interventi a sostegno dell’economia reale, Uni-Credit, principale banca ita-liana all’estero, si impegna a supportare il percorso di internazionalizzazione di 1000 imprese attraverso la nuova piattaforma UniCredit International che prevede un piano di orientamento e for-mazione per gli imprenditori che si aprono all’export; un percorso di facilitazione nel-la ricerca di clienti all’estero; una nuova rete con oltre 40 Risorse dedicate in due Cen-tri UniCredit International su Bari e Napoli, in stretto colle-gamento con 22 desk Inter-nazionali attivi presso le ban-che commerciali del gruppo bancario presenti all’estero e 28 fra filiali estere e uffici di rappresentanza che la banca conta oltre confine.

Eduardo Cagnazzi

Un duplice impegno: mettere a disposizione 4 miliardi di euro di nuova finanza per le miglio-

ri eccellenze del Meridione e accom-pagnare oltre 1000 aziende di questo territorio, dal manifatturiero alla nautica e allo shipping, nel percorso di interna-zionalizzazione. Il tutto da questa pri-mavera al 2015.

Questi gli obiettivi di “UniCredit per il Sud” che rientra nel manifesto di Uni-Credit per l’economia del Paese. Il pro-getto si basa su due filoni: il supporto ai piani di crescita delle imprese meridio-nali e l’incentivazione dell’export e di politiche virtuose di internazionalizza-zione. Afferma Gabriele Piccini, Count-ry Chairman Italia di UniCredit: “Dopo aver portato a termine un’importante operazione di rafforzamento del capita-le da 7,5 miliardi di euro, che rendono UniCredit una delle banche più solide nel panorama europeo, stiamo ora lan-ciando un progetto di sostegno dell’eco-nomia reale del Paese con l’obiettivo di favorire la ripresa e il ritorno alla cresci-ta del Mezzogiorno. La linea di azione è duplice: supportare con azioni con-

crete i piani di crescita delle imprese e incentivare l’export, nella convinzione che la ricerca di nuovi mercati può es-sere una valida strategia di uscita dalla crisi”. E Felice Delle Femine, responsa-bile per il Sud di UniCredit: “Mettiamo a disposizione delle scelte strategiche delle imprese 4 miliardi di euro. E’ un sostegno concreto e un impegno forte del nostro Istituto per puntare oltre che sull’ internazionalizzazione su tre fattori fondamentali per le imprese: patrimo-nializzazione, aggregazione e innova-zione. Le imprese meridionali soffrono, come tutte le imprese italiane, del pro-blema dimensionale. Oggi più che mai assistiamo inoltre ad un fenomeno di polarizzazione tra imprese a vocazio-ne export che stanno vincendo la sfida ed altre che soffrono maggiormente la caduta dei consumi interni. Unicredit risponde - con prontezza - alle pecu-liarità del Sud, mettendo a disposizione del sistema produttivo tutte le leve stra-tegiche atte a determinare un percorso di sviluppo e di crescita”.

Una parte dei fondi, pari a 600 milioni di euro verrà destinata al rafforzamento

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ricerche / porto&diporto

Gli italiani mangia-no sempre meno. Sia per gli oltre

15 milioni che si nutrono fuori casa (12 milioni a pranzo e 3,5 a cena), sia per chi lo fa in casa il piatto è più vuoto. Ma nel ridurre la spesa ali-mentare di oltre sette miliardi di euro per i pasti in casa e di ol-tre un miliardo per quelli fuori casa ne-gli ultimi cinque anni, gli italiani hanno però fatto attenzione ad elimi-nare il superfluo, limitando così gli sprechi e orientando di nuovo la scelta sui prodotti tradizionali. La crisi sta dunque consolidando un comportamento già in atto da tempo dovuto anche a nuovi stili di vita: primi piatti e con-torni vengono preferiti ai secondi, aumenta il consumo di spuntini e merendine e in tutto si spendono circa 5 euro a testa al giorno per mangiare in casa.

È quanto emerge da una ricerca Fipe - Confcom-mercio presentata a Sapore 2012 nel convegno inaugurale della Fiera di Rimini dedicata all’ali-mentazione.

«Sono dati – ha commentato il vi-cepresidente Fipe, Alfredo Zini – che in qualche modo ci aspettavamo. Il segreto per gli imprenditori della risto-razione è sempre quello di adeguare l’offerta alla domanda anche quando muta così profondamente nel corso dei decenni».

A tavola si preferisce la tradizione (+8% le specialità gastronomiche re-gionali negli ultimi quattro anni) alla novità etnica verso la quale non manca lo sguardo di curiosità di un italiano su quattro. Persiste solo in parte l’anda-mento salutistico, l’unico in grado da vent’anni di generare un leggero incre-mento di spesa, a dispetto comunque di un 10% della popolazione in stato di obesità e di un 35,5% in sovrappeso.

La recessione si ripercuoterà anche sui consumi alimentari (-0,8%), anche se il fuori casa continuerà a fare da traino.

G i à ora nelle regioni del Centro-Sud si re-gistra la sofferenza maggiore nei con-sumi familiari di alimenti e bevande, mentre il settentrione ha ridotto soprat-tutto pasti e consumazioni fuori casa. C’è meno pesce, caffè, bevande, pasta e cereali. A livello di spesa alimentare, finora si registrano 215 miliardi di euro (dati Istat 2010) di cui 142,5 per i pasti in casa con cui si acquistano soprattut-to pane, carne, latte, latticini e uova. A livello di consumo, però il paniere sem-bra aver registrato un cambiamento: pesano di più pane e cerali, dolci e be-vande, mentre scende il peso di carne, pesce e latte.

A livello di spesa reale, quella ali-mentare è cresciuta poco rispetto ad altre: 0,7% di tasso medio annuo in quarant’anni a fronte di quella per le comunicazioni (+6,2%, ma va conside-rato il livello modesto di spesa in questo

settore negli anni ‘70) e della

salute (+5,6% an-che per l’invecchia-

mento crescente della popolazione e per una

maggior cura della perso-na). In poco meno di mezzo

secolo la spesa alimentare è scesa del 20% nel budget de-

stinato ai consumi, rendendoci sempre più simili al Regno Unito. È negli anni ’80 e ’90 che prende

piede il pasto destruttura-to. Si moltiplicano

i luoghi dove mangiare ve-locemente, ma

nel 2000 gli ita-liani sembrano volersi

riappropriare del tempo da dedi-care alla tavola con il fenomeno dello slow-food in contrapposizione al fast e di un ritrovato amore per la terra con l’acquisto dei prodotti direttamente dai contadini.

A guidare la scelta per la spesa ali-mentare degli italiani adesso è il con-fronto più ragionato dei prodotti in rife-rimento a prezzo e la qualità con una maggiore disponibilità a cambiare mar-ca. Al consumo alimentare viene desti-nato meno di un quinto dei soldi desti-nati a tutti gli acquisti (19% dei consumi che nelle famiglie giovani scende al 14%) con una situazione sempre più prossima al livello di guardia, ma pa-radossalmente più del 50% pensa che in casa si spenda molto per il cibo, for-se influenzato psicologicamente dalla spesa del supermercato dove si cerca di riempire il carrello.

Sandro Minardo

ecco la spesa alimentaredegli italiani

Fipe

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aziende / porto&diporto

Sembra non conoscere crisi il gruppo partenopeo di ristora-zione “Fratelli La Bufala”. La

società, infatti, ha chiuso il 2011 con un fatturato in crescita a 70 milioni, rispet-to ai 64 milioni dell’anno precedente, l’apertura di 17 nuovi store e 500 nuo-ve assunzioni. Così oggi il gruppo van-ta 98 punti vendita in Italia e all’estero. Numeri da capogiro considerando l’at-tuale congiuntura economica fortemen-te negativa. “L’espansione territoriale di Fratelli La Bufala è un progetto sul quale abbiamo scommesso da qual-che anno - ha commentato Giuseppe Marotta, amministratore delegato della società - La strategia prevede di indi-viduare imprenditori di successo a cui dare l’opportunità di realizzare nel pro-prio territorio una vera e propria rete di ristoranti”. E la conquista di nuove loca-tion continua anche nel 2012, quando sono previste aperture sia in Europa che Oltreoceano. Già nel primo trime-stre la catena di ristorazione ha inau-gurato tre prestigiose sedi a Londra, Berlino e Istanbul. Mozzarelle, ovvia-mente, ma anche carne di bufalo, pizza

napoletana, vini campani, prodotti bio-logici. Il brand ora punta ad allargare ancora i propri orizzonti a Brodway, a New York, dove è prevista la prossima apertura. E quella dei Fratelli La Bufala con la Grande Mela è una storia che parte da lontano, quando Giuseppe, il maggiore dei tre fratelli, dopo la prema-tura scomparsa del padre, un produtto-re di mozzarelle, arriva lì da Aversa, in provincia di Caserta, come emigrante per cercare fortuna.

Qui trova lavoro tra le pareti di una pizzeria. Con il passare degli anni, Giuseppe apre un suo locale e arriva il successo. Ispirato dal suo esempio, anche Antonio, il secondo dei fratelli a sua volta emigrato in Spagna, decide di aprire una pizzeria, la più grande di Madrid. Nel frattempo Gennaro, il più giovane dei tre, torna in Italia dalla Francia, dove si era trasferito per se-guire il suo sogno della pittura, e apre una pizzeria a Milano. Entusiasti per la risposta di pubblico ottenuta dalle loro attività, i tre fratelli decidono di ripren-dere in mano l’antica attività paterna, ovvero la produzione della mozzarella

di bufala, e nel 2003 danno vita a un marchio che racchiude la loro storia: “Fratelli La Bufala- Pizzaioli Emigranti”, gestito dalla società Emme Sei Spa.

Da subito il brand si ritaglia un’im-magine di catena di ristoranti e pizzerie in espansione legata alla genuinità dei prodotti campani e alla cucina semplice dai costi contenuti. La tradizione, infat-ti, viene portata a tavola col cibo pove-ro e, a un tempo, prezioso della cucina locale. Alla base di tutto, il rispetto per i tempi della terra, utilizzando solo i prodotti freschi di stagione. “A rendere indimenticabili le nostre pietanze – dice Gennaro La Bufala- bastano gli ingre-dienti naturali che selezioniamo accu-ratamente, la nostra cura e la nostra fantasia nel prepararli e nel presentar-li. Abbiamo tanto a cuore la natura e l’ambiente, in tutte le sue sfaccettature, che poniamo attenzione anche a tutti i materiali usati, nella tensione al mi-glioramento continuo verso una piena eco compatibilità.” Oggi il loro nome è diventato un food brand internazionale, sinonimo all’estero della qualità culina-ria italiana, con ristoranti sparsi fra l’Ita-lia, l’Europa e gli Stati Uniti. Nel 2011 le nuove aperture del marchio italiano sono state, come detto, 17: Cornuda, Perugia, Milano, Udine, Barletta, Sas-sari, Matera, Casoria, Cosenza, Mon-za, Madrid, Istanbul, Catania, Eboli, Marcianise (Caserta), Cinisello Balsa-mo, San Giovanni la Punta (Catania). Il design dei locali è molto curato e carat-terizzato da dipinti e murales dai colori pop. “Mentre un preoccupante numero di realtà aziendali in Italia e all’estero è costretto a tagli del personale o, nel peggiore dei casi, a chiudere la propria attività- spiegano gli imprenditori- il gruppo partenopeo Fratelli la Bufala è riuscito a imporsi anno dopo anno come realtà leader nel proprio settore creando non solo nuove location in Eu-ropa e Oltreoceano, ma anche nuova occupazione.” Il gruppo, infatti, offre la-voro a circa 1.500 persone e serve cir-ca 12.000 coperti al giorno. Dopo l’area anglo – americana, cruciale nei mer-cati maturi, l’azienda guarda a piazze potenzialmente importanti, come Sud America, area dell’ex Urss e Cina.

Brunella Giugliano

Da “pizzaioli emigranti”a imprenditori di successo

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aziende / porto&diporto

Filiale operativa: Via A. De Gasperi, 55 - 80133 NAPOLITel. 081 5529455 (operativo) Tel. 081 5520856 (amministrazione) Fax 081 5424135 (operativo) Fax 081 7901279 (amministrazione)

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aziende / porto&diporto

A.M.I. Italia è una società operante da anni nel set-tore medicale in qualità di

produttore ed importatore diretto sia per quanto concerne le apparecchia-ture elettromedicali che per il materiale monouso specialistico. A.M.I. Italia è

diventata in 20 anni una realtà indu-striale e tecnologica di grande succes-so, in un settore ad elevato contenuto di innovazione. Giovane, flessibile e di-namica, in grado di captare in anticipo le esigenze dei clienti si è affermata sul mercato italiano e sui mercati interna-zionali puntando su una strategia se-lettiva, focalizzata, di prodotti/mercati, ed investendo nelle attività di Ricerca e Sviluppo fino a diventare, oggi, una tra le migliori realtà italiane emergenti nel mondo.

Sergio Arbitrio, ingegnere, presiden-te e CEO A.M.I. Italia srl ha risposto ad alcune domande per Porto&diporto.

“A.M.I. Italia nasce con un progetto per apparecchiatura dopler, poi negli anni abbiamo fatto anche distribuzio-ne oltre che fabbricazione fino ad una decina di anni fa quando ci siamo av-vicinati al settore della defibrillazione; circa tre anni fa abbiamo finito di stu-diare il settore per poter poi iniziare a

produrre, diciamo fa-ticosamente perché un’apparecchiatura salvavita deve far collimare tante esigenze, quali escursioni ter-miche, protet-ta dall’umidi-tà, dalla pol-vere, sempre pronta all’uso anche se è inu-tilizzata da due anni, anche tre. Da questo si comprende che parliamo di un’apparecchiatura molto particolare, non tanto nella parte elettronica, in verità nostro cavallo di battaglia, che riesce a fare un’analisi del ritmo cardiaco e quindi valutare se si è in presenza si ritmi defibrillabili o non. Questa funzione è gestita da un algoritmo molto comples-so da sviluppare tanto che nel mondo siamo solo una dozzina di produttori, tra cui grandi colos-si internazionali”.

Come vi ponete nei confronti di tale concorrenza?

Abbiamo sviluppato un prodotto partendo dalle esperienze dei con-correnti. Mi spiego: esistono due scuo-le di pensiero in questo campo, una è portata avanti dalla Philips, la seconda da Medtronich. Una produce defibril-latori che scaricano a 150 joule, molto più economici, l’altra fa defibrillatori che scaricano a 360 joule. Entrambe le società, da buoni colossi han-no sponsorizzato fior di ri-cerche scientifiche che attestassero la supe-riorità del proprio prodotto. In effetti molto differenti tra loro e noi ci siamo posti in mezzo a que-ste due scuole di pensiero con una versione a 200 joule ed una 360. In effetti la

AMI italiauna giovane aziendaalla conquista dei mercati

Sergio Arbitrio

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turismo / porto&diporto nostra macchina misura l’im-pedenza dell’infartuato ed in funzione di questa ade-gua in frazioni di secondo l’energia della scarica.

Avete quindi investito molto in ricerca?

AMI Italia è da sempre un’impresa innovativa e particolarmente sensibile all’Evoluzione Tecnologica e allo Sviluppo Sperimen-tale. Coniugando queste sue insite vocazioni con

le decennali conoscen-ze, competenze ed

esperienze acquisite in tanti anni di atti-vità, AMI Italia ha creato, presso la propria sede di Quarto (Napoli), un Centro di Ri-cerca & Sviluppo

orientato alla Pro-gettazione avanzata

e innovativa di Sistemi elettronici applicati al settore Elettro-medicale. Frequente e molto attiva è la cooperazione con Enti Pubblici di Ricerca, in particolar modo con le Uni-versità ed i Centri di Competenza Re-

gionale. Attualmente sono in essere collaborazioni operative su progetti

di ricerca sviluppati con il Dipar-timento di Ingegneria Biomedica, Elettronica e Telecomunicazioni (DIBET) dell’ Università di Napoli

Federico II, con la Cattedra di Medicina d’Emergenza e Pronto Soccorso della Seconda Università di Napoli (SUN). Il fatto di essere arrivati dopo ci ha consentito di realizzare un dispositivo innovativo, ma che allo stesso tempo racchiude le migliori caratteristiche degli altri presenti sul mercato. Natu-ralmente non ci sediamo sugli allori ed è già pronta una nuova generazione di prodotti più completi nelle varie funzio-ni che presenteremo nel prossimo in-verno.

Quale è il vostro mercato di rife-rimento?

Fino a poco tempo fa vendevamo pochissimo in Italia, anche perché in certi paesi la legislazione è già da tem-po attiva su questa problematica. Nel nostro Paese siamo arrivati con so-stanzioso ritardo, ma sia per la grande sensibilizzazione dell’opinione pubblica che per l’arrivo di una regolamentazio-ne legislativa, possiamo dire che anche l’Italia rappresenta un nuovo grandissi-mo mercato: noi siamo pronti e ci av-vantaggiamo del fatto di essere gli unici fabbricanti italiani di questo prodotto, fatto in questa difficile regione che è la Campania. Alla fine dei conti nel tem-po si sono resi conto che produciamo un prodotto d’eccellenza, vivisezionato e testato da tanti, che si vende bene: ovviamente se fossimo stati a Varese o Milano avremmo lavorato la metà per ottenere gli stessi lusinghieri risultati.

Michela Fanis

A.M.I. Italia nasce agli inizi degli anni novanta, grazie all’unione delle competenze e delle esperienze dei suoi fondatori.

1995 Vede la nascita del primo dispositivo, “ANGIODIN PC”. Un Doppler vascolare – transcranico che ha dato il là all’espansionsione nel difficile settore.

1997 Vede la nascita del dipartimento BIOMEDICALE con l’obietti-vo di offrire alle più importanti Aziende Sanitarie Locali un servizio di assistenza tecnica altamente professionale e celere su molti disposi-tivi medicali. 2000 Vengono stipulati importanti contratti con aziende

internazionali leader nella produzione di dispositivi medicali per la distribuzione ed assistenza tecnica in esclusiva su territorio na-

zionale. 2005 Dopo esser stata per anni un distributore dei più prestigiosi marchi mondiali sul territorio italiano ed

europeo, A.M.I. Italia crea una linea di monitoraggio paziente firmandola con il proprio brand.

2007 Dopo anni di ricerca e sviluppo nasce il Sa-ver One il primo AED ad accesso pubblico made in Italy.

2008 Sulla stregua del successo riscontrato da defibrillatore Saver One, A.M.I. Italia immette sul

mercato altri 2 modelli di defibrillatore il Saver One P ed il Saver One D.2009 Nasce il Saver One T un dispositivo atto ad

istruire il personale laico ad utilizzare i defibrillatori AED.2011 La gamma Saver One Series si arricchisce di un nuo-

vo modello il Saver One AUTOMATICO.

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nautica / porto&diporto

Il Golfo di Napoliancora

protagonista

Più di 100 vele coloreranno le acque del golfo di Napoli. Parte la “Settimana dei Tre

Golfi”, la manifestazione velica per bar-che d’altura che da oltre mezzo secolo costituisce l’evento di punta dello yach-ting napoletano ed un appuntamento costante per gli equipaggi italiani. Or-ganizzata dal circolo del Remo e della Vela Italia di Napoli, guidato da Rober-to Mottola di Amato, l’evento è in pro-gramma da giovedì 17 maggio e fino a domenica 22. Quest’anno sarà il golfo di Napoli il teatro naturale della manife-stazione. Con il trasferimento da Capri, dove si è svolta per ben 10 anni, ad

Ischia, sede delle ultime due edizioni, la kermesse velica si sposta ora nel ca-poluogo campano per cavalcare il suc-cesso delle World Series dell’America’s Cup appena conclusa e per garantire una continuità della vela nel Golfo. In particolare, il Circolo del Remo e della Vela Italia, oltre ad essere la base di partenza per le regate, rappresenterà anche il punto di ritrovo per i parteci-panti. Previsto l’arrivo di oltre mille velisti e di altre cinquecento unità per il supporto a terra, che disputeranno sei regate costiere valide anche per il Campionato nazionale del Tirreno 2012 e come selezione al Campionato

nazionale assoluto. La competizione velica è stata preceduta nel week-end dell’11 maggio dalla 58° edizione del-la “Regata dei Tre golfi”, con la sug-gestiva partenza a mezzanotte e con equipaggi che sono salpati dalla rada di Santa Lucia e hanno veleggiato per due giorni e due notti per un percorso di circa 170 miglia nei golfi di Napoli, Salerno e Gaeta. La sfida rappresen-ta una delle prove del Trofeo d’Altura del Mediterraneo e del Campionato italiano Offshore. Dopo qualche giorno di riposo, poi, i velisti torneranno in ac-qua. Ferrarelle Spa e Banca Popolare di Ancona restano i fedelissimi spon-

Regata dei Tre Golfi e Rolex Volcano Race

continuano la stagione di gare nel magnifico scenario partenopeo

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ottobre 2011 - 55maggio 2012 - 55

Ma la Tre Golfi non è l’unico appun-tamento velico nel Golfo partenopeo. Il 18 maggio ha debuttato a Gaeta anche l’edizione 2012 della Rolex Volcano Race dedicata ai maxi yacht e che in-teresserà l’isola di Capri come punto di arrivo della flotta. Alla manifestazione, che durerà fino al giorno 25, hanno già aderito ben 23 imbarcazioni in rappre-sentanza di 12 nazioni, più del doppio di quanti parteciparono all’edizione inaugurale dello scorso anno. L’orga-nizzazione di quest’anno è stata leg-germente modificata rispetto a quanto proposto nel 2011, e si articolerà in 3 diversi momenti agonistici: sabato 19 maggio le barche disputeranno una regata costiera nelle acque di Gaeta, mentre il giorno dopo, domenica 20, prenderanno il largo da Gaeta verso Capri (circa 100 miglia nautiche), salu-tate dal concerto della banda musicale della Marina Militare che chiuderà la cerimonia di apertura della manife-stazione. L’arrivo della flotta a Capri è previsto entro la serata di lunedì 21 e qui armatori ed equipaggi si fermeran-

no fino al mattino seguente, quando partiranno per la par-te più impegnativa della rotta: circa 300 miglia verso le isole Eolie, patrimonio dell’Unesco, selvaggio arcipelago a Nord della Sicilia. Destinazione fi-nale di nuovo Capri, anche in vista della premiazione che si terrà venerdì 25 durante la prestigiosa cena di gala Rolex alla “Canzone del Mare”. Alla Rolex Volcano Race possono partecipare esclusivamen-te maxi yacht, cioè barche con lunghezza minima di 18,29 metri/60 piedi. La flotta dell’edizione 2012 comprende un buon numero di mini-maxi (fino ai 24,08 metri), maxi (dai 24,09 fino ai 30,50 metri) e su-permaxi Nilaya, con i suoi 34 metri di lunghezza. Sono inol-tre presenti molti dei cantieri che producono maxi yacht:

dai Wally agli Swan Maxi del cantiere Nautor’s fino alle creature Baltic e agli Oyster. «I buoni numeri di quest’anno - spiega Gianfranco Alberini, Segretario Generale di Ima (la International Maxi Association, classe di riferimento per gli armatori dei maxi yacht e organizza-trice dell’evento) - ci riempiono di sod-disfazione e ci spingono a lavorare in questa direzione. Rispetto allo scorso anno è praticamente raddoppiato il nu-mero degli iscritti: vuol dire che il con-cetto della regata lunga piace, e anche gli eventi collaterali, sapientemente rit-mati tra Gaeta e Capri».

Brunella Giugliano

sor ufficiali a supporto della kermesse, mentre Marina Yachting Spa, la griffe ligure dedicata all’abbigliamento sporti-vo, presenterà una collezione specifica per i partecipanti. Si prevedono oltre 100 equipaggi che confermano i nume-ri dello scorso anno, con la differenza che stavolta quasi il 35% degli yachts provengono da molte regioni italiane: una vera e propria flotta dalla Sicilia, molte dall’Adriatico e dal Lazio, Tosca-na, Liguria e persino dalla Lombardia. Quest’anno, inoltre, in occasione della Settimana dei Tre Golfi, il Circolo Ita-lia, rafforzando l’iniziativa dello scorso anno, diventa sponsor di un’iniziativa

a favore del Fondo ambiente italiano (Fai), che da 35 anni promuove la cul-tura del rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni.

A difesa del patrimonio campano, saranno, infatti, raccolte iscrizioni e contributi per il sostegno della Fonda-zione ed in particolare per la valorizza-zione della Baia di Ieranto, all’interno dell’area di Punta della Campanella, che la flotta doppierà durante le gare e che sarà meta di escursione per gli armatori, gli equipaggi e gli accompa-gnatori. Al termine dell’appuntamento velico sarà consegnato il “Trofeo Fai – Baia di Ieranto”.

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nautica / porto&diporto

Il punto di partenza ideale per ini-ziare una crociera sull’Adriatico. E’ la Riviera Opatija, sulla costa

orientale dell’Istria, nel cuore del Gol-fo del Quarnero, in Croazia. Una delle mete turistiche più attraenti dell’Adriati-co, che ogni anno attira un gran nume-

ro di diportisti e turisti. Il merito è anche della Marina Admiral, che si trova in pie-no centro, a Opatija, di fronte all’hotel Admiral (struttura del gruppo Liburnia), i cui servizi sono accessibili dagli utenti della Marina. Uno spazio aperto tutto l’anno, che dispone di 160 posti barca

in mare e 40 posti barca a secco. Tut-te postazioni provviste di allacciamen-to con acqua e corrente elettrica, che contribuiscono alla qualità del servizio offerto dalla Marina Admiral, categoriz-zata con quattro ancore (equivalente alle cinque stelle di un hotel). Un por-ticciolo che, per le sue caratteristiche, è ideale anche per le imbarcazioni di piccole dimensioni.

Come detto, Opatija costituisce un punto di partenza ideale per tutti gli amanti del mare, vista la vicinanza con le varie isole dell’arcipelago del Quar-nero come Krk, Cres, Rab e Losinj. Senza tralasciare le numerose baie, le spiagge bellissime e le molte attrazioni culturali di questa zona della Crozia.

Marina Admiral è uno dei servizi di cui dispone Liburnia Riviera Hotel, la catena di alberghi più importante della riviera di Opatija. Una realtà nata nel 1947, che mette a disposizione 1.969 camere con 3.721 posti letto, oltre ad un campeggio con una capienza di 980 persone.

Riccardo Russo

Marina Admiralil porto per scoprire l’Adriatico

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turismo / porto&diporto

Nove turisti stranieri su 10 in-dicano l’Italia come meta del proprio viaggio dei sogni. E,

nei primi 10 mesi del 2011, il 4,1% in più del 2010 ha coronato questo de-siderio, raggiungendo il BelPaese. E’ un buon segno per rimettere in sesto il bilancio annuale dell’industria della va-canza made in Italy? Si e no, mostrano le ultime analisi effettuate dall’Osserva-torio sul turismo di Unioncamere, visto che una parte importante del fatturato del sistema turistico nazionale pro-viene dai viaggi degli italiani. E quelli, purtroppo, causa la crisi ma anche un inverno in cui la neve prima è stata lungamente attesa e poi è giunta sotto forma di bufera, sono diminuiti: com-plessivamente, l’anno scorso, 26,9 milioni di italiani hanno fatto almeno una vacanza nel corso dell’anno (pari al 53,4% della popolazione residente), mentre nel 2010 sono stati 32 milioni (il 63,5%). D’altronde, un po’ tutti i viag-giatori, ma in particolar modo gli italiani, lo scorso anno hanno deciso di utiliz-zare le proprie risorse con una certa oculatezza, “tagliando” soprattutto sul-

Turismo internazionalesegnali di ripresaanche per l’Italia

le spese “extra”. Le performance del sistema ricet-

tivo nel 2011Andamento complesso quello del

2011, con il turismo che tiene in Italia nei primi 5 mesi del 2011, cresce in estate e cala in autunno fino a dicem-bre. Il saldo di fine anno, però, è di sta-bilità (-0,2% di camere vendute), con una media del tasso di occupazione delle strutture ricettive pari al 43,8%, dovuta soprattutto a un lieve incremen-to del comparto alberghiero (+1,5%) che compensa la contrazione del 2,3% dell’extralberghiero. Tutte le aree pro-dotto chiudono in sostanziale stabilità, con tassi medi di occupazione delle camere più elevati nelle città d’arte e nei laghi, meta di vacanza in sensibile incremento lo scorso anno (+5,4%). A livello territoriale, il bilancio è maggior-mente positivo nel Nord-Est (+1,4%), in lieve incremento nel Mezzogiorno (+0,3%), in contenuta diminuzione nel Nord-Ovest (-0,8%) e in più sensibile contrazione al Centro (-2,2%).

Il turismo internazionaleNella ripresa del turismo internazio-

nale il miglior segnale per l’industria della vacanza italiana. L’Italia resta al top tra le destinazioni richieste ai tour operator mondiali (90,6%), seguita dalla Francia (53,6%) e dalla Spagna (47,5%). Il nostro Paese, inoltre, con-solida la sua presenza sui mercati più importanti, quello europeo e statuniten-se. Nel primo caso la quota dell’Italia sul totale dei viaggi venduti dagli ope-ratori internazionali si attesa al 29,2%, in linea con quanto registrato nel 2010; nel secondo caso raggiunge il 50,2%, contro il 47,5% dell’anno precedente.

La ripresa del turismo mondiale, di cui ha beneficiato anche l’Italia nel 2011, dovrebbe protrarsi, sebbene tra mille cautele, anche nel 2012: com-plessivamente, il 62% dei tour operator indica che la domanda di viaggi in Italia sarà stabile ed il 33% che aumenterà, soprattutto quella proveniente dagli Stati Uniti e dalla Cina, paesi per i quali si stima un incremento del 20%. Pochi gli operatori che prevedono una dimi-nuzione (5%).

Eduardo Cagnazzi

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turismo / porto&diporto

Il turismo all’insegna dei cibi tipici e del buon vino. E i viaggi di gusto sono in crescita esponenziale, soprattutto durante i weekend confermandosi in vetta alle scelte dei

golosi d’Italia, come dimostra la Top Ten dell’Indice di popola-rità stilata da PaesiOnLine che fornisce un ventaglio di consi-gli sulle nuove tendenze turistiche. Secondo l’indice e l’attivi-tà della Community di PaesiOnLine, portale leader nel travel on line con oltre 2 milioni di visite mensili, dalla fine dell’estate scorsa il turismo è tutto all’insegna del gusto e della gastro-nomia, di eventi e sagre fuori porta. Con le strade del vino, del tartufo e dei formaggi che si stanno sviluppando un po’ ovunque e fanno la parte del leone. Ad aggiudicarsi il primo posto nella speciale graduatoria del turismo da gourmet sono comunque le grandi e medie città: Roma, Firenze e Siena, Napoli, Palermo, Cagliari, Genova, Bologna, Lecce e Torino, che sono collocate tra le prime venti secondo l’indice di popo-larità, segno tangibile che la cultura gastronomica è un fattore di forte richiamo che riguarda l’intero territorio nazionale. I pri-

mi piatti regionali, con ingredienti a Km 0, la fanno da padro-ne in assoluto, per seguire poi con le carni tipiche toscane più richieste o la cangiante pasticceria del Sud come quella sici-liana o salentina. Il trend della stagione è anche rappresenta-to da un’altra coppia vincente che sta registrando un notevole incremento con oltre un +15% di richieste, la gastronomia ed i piccoli borghi: i centri di Toscana, Umbria ed Italia centrale sono tra i più favoriti grazie alle loro tradizioni, sagre e rievo-cazioni storiche. Spiccano così San Gimignano e Montalcino (Siena), Orvieto (Terni), Suvereto (Livorno), Greve in Chianti e San Casciano in Val di Pesa (Firenze), e a chiudere la lista c’è Montefalco (Perugia). Se la parola d’ordine è gastronomia da vivere, ecco che la Community suggerisce gli eventi più ‘cliccati’ e preferiti dagli utenti: dalla Sagra del Tordo, kermes-se storica di Montalcino per rivivere la magia del Medioevo con le sfilate del corteo storico e gli assaggi della cucina della Val d’Orcia, alla celebre Sagra del Cinghiale, Arte e Folklore a Suvereto, fino alla manifestazione Orvieto con Gusto, dedi-cata alla cucina ed i prodotti tipici locali in onore ai valori Slow Food e Cittaslow, molto apprezzati dagli interessati al turismo gastronomico. Non mancano neanche i consigli per gli eno-appassionati attratti da degustazioni e visite delle cantine: per PaesiOnline primeggiano una serie di località imperdibili con ottimi risultati per il miglior rapporto vino/posizionamen-to, come Montalcino con il suo Brunello, Montefalco con la Strada del Sagrantino, la Toscana con Greve in Chianti, il La-zio con il centro storico Montefiascone padre dell’EST! EST!! EST!!!, Noto per il Nero d’Avola siciliano e il Nord Italia con il Barolo, sempre a testimonianza dell’apprezzata produzione vinicola dislocata su tutto il territorio nazionale. Le preferenze degli utenti e dei viaggiatori sembrano essere tutte a favore dell’enogastronomia (53% delle preferenze), seguite da arte e cultura; ulteriori dettagli sull’indice di popolarità e spunti di viaggio sono disponibili sul sito www.paesionline.it.

Eduardo Cagnazzi

Irresistibile ascesadel turismo eno-gastronomico

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turismo / porto&diporto

Esperienze ed emozionicatturate da latvdeiviaggi.it“Tra vent’anni sarete delusi

per le cose che non ave-te fatto che per quelle che

avete fatto. Quindi, mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prende-te con le vostre vele i venti. Esplorate, sognate, scoprite”. Ubaldo Petrosino e Alessandra Ardore, nella vita marito e moglie, hanno preso alla lettera quan-to esortava Mark Twain ai suoi lettori, mettendolo in pratica. E con desiderio e passione si sono specializzati in pro-duzioni televisive per il turismo, pro-ponendosi sul mercato specializzato all’attenzione di grandi e piccoli ope-ratori professionali del settore turistico alberghiero. E quando si è giovani e al desiderio si unisce la passione, si è di fronte ad un sicuro successo. Na-sce così latvdeiviaggi.it, una società di produzioni televisive per il turismo, la tv che con un semplice click porta il mon-do in casa. Una finestra sulle mete più battute dalle piste del turismo, ma an-che sui paesi meno conosciuti, ma non per questo meno affascinanti, come il Guatemala, la Tanzania, la Giordania, il

Costa Rica, il Salvador, il Madagascar, la Repubblica Dominicana, tanto per citarne alcuni. “E’ un’avventura nata quasi per gioco, iniziata dal comune desiderio di viaggiare e di amare sia la fotografia che la cinepresa. Abbiamo così iniziato a pubblicare video on-line dieci anni fa quando nessuno parlava ancora di web-tv. I primi dieci anni della nostra attività, che coincidono poi con i nostri primi anni di matrimonio, sono stati una grande scuola di vita. Abbia-mo visitato tanti luoghi, conosciuto tan-te persone e popoli diversi. Tutti aveva-no qualche cosa da dire, da mostrare, da insegnare”, raccontano Ubaldo e Alessandra. ”Abbiamo catturato emo-zioni che abbiamo racchiuso nei nostri video, nelle nostre foto, ma soprattutto nei nostri cuori. Questo probabilmen-te è il nostro piccolo segreto”. Se per il turista poter visionare con un video l’albergo o il villaggio di destinazione è pertanto motivo di tranquillità, per l’operatore è motivo di trasparenza ed affidabilità. Attraverso le immagini e la voce fuori campo di speaker nazionali

vengono illustrate le caratteristiche di un particolare territorio da promuovere o della struttura ricettiva, gli interni, le stanze, le attività previste, la cucina, lo svolgimento di una giornata tipo. Il tutto attraverso un video emozionale e tecnico, che si rivolge al mercato e coinvolge il potenziale viaggiatore. I servizi sono realizzati sotto forma di redazionali, come in una visita guida-ta. “In questi anni abbiamo raggiunto alcune delle mete più ambite dai mo-derni viaggiatori, realizzando puntate di grande interesse storico, paesaggi-stico, culturale o semplicemente turisti-co, pari ad oltre duemila ore di girato in tutto il mondo”. Oggi la società si è affermata grazie alla professionalità dello staff e alla qualità delle produzio-ni. Tutto ciò ha permesso il consolidarsi dei rapporti con i protagonisti dell’uni-verso del turismo: tour operator, enti, agenzie di stampa, compagnie aeree, di navigazione e strutture ricettive di ogni genere.

Eduardo Cagnazzi

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A Lacco Ameno, tra gli an-goli più suggestivi dell’Iso-la d’Ischia per quella sua

caratteristica roccia a forma di fungo, le sorprese non finiscono mai. Ogni stagione una. E se d’estate, per i vil-leggianti voyeristi, le più intriganti ven-gono fuori dalla caccia alle curiosità attorno alla banchina del Seventh He-aven Yachting Club che accoglie bar-che e yacht di grande dimensione (da 24 a 110 metri) che con i loro assetti lussuosi scatenano la caccia al vip, più d’elite sono le chicche di primavera che conducono allo spettacolare parco bo-tanico idrotermale del Negombo. Qui, secondo tradizione, anche quest’an-no è ritornata “Ipomea” la tradizionale “Mostra mercato di piante rare e in-consuete della fascia temperata calda” che è giunta alla sua X edizione (18, 19 ,20 maggio 2012). Davvero un pre-zioso scrigno quanto a novità, servizi

A Ischia, tra farfalle e rarità botanichenel giardino termale di Lacco Ameno

ed eccellenza legate allo straordina-rio mondo di giardini e terrazzi che, a Ischia come nel resto nel golfo, spesso trovano habitat ideale per fiorire sem-pre più rigogliosi. Ecologia e paesag-gistica, d’altro canto, sono sempre più di moda e fanno tendenza. Tra opera-tori veri ed esperti come tra semplici appassionati cui il mercato del verde offre sempre un’infinità di alberi, pian-te e fiori provenienti dalle più diverse parti del mondo. E si spazia davvero un bel po’. Ipomea è il luogo giusto per i cultori di piante rare e in estinzione cui tanto si dedicano gli artigiani che recu-perano le arti tradizionali come gli artisti che lavorano con la natura, i coltivatori delle piante acclimatabili nella macchia mediterranea. Oltre la mostra, difatti, il programma della tre giorni è stato ricco anche d’incontri, conferenze, dibatti-ti, seminari sulla qualità del giardino e del paesaggio in Italia come nel mon-

do tra i quali, interessantissimi, anche “La storia di Ipomea imperati” e “La nomenclatura botanica”. Intanto, per tutti gli altri resta l’occasione per ritem-pranti passeggiate nel verde, quelle del Negombo come quelle della mostra, per recuperare energia, ritmo lento e qualità della vita complice la natura e magari stimolare finalmente un atteg-giamento nuovo, più responsabile ver-so il territorio e in barba alla velocità del tran tran contemporaneo. Infine, tra gli eventi, anche la mostra mercato e de-gustazione del peperoncino piccante e ornamentale e, meraviglia, The Butter-fly House, la serra con farfalle vive per ascoltarne la voce e apprezzare la rara e bellissima “Attacus atlas” che con la sua apertura alare di quasi trenta cen-timetri si classifica come la farfalla più grande del mondo.

Paola de Ciuceis

Ipomea del Negombo

turismo / porto&diporto

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62 - maggio 2012

eventi / porto&diporto

Rencontres de Printemps

Per la primavera si aprono le porte di Roche Bo-bois, in Via Santa Brigida 35, dove giovedi 24 maggio dalle ore 18 e 30, si terrà Rencontres

de Printemps, tra vino, food, moda, arte, beauty e design, sotto il segno pervinca, il colore del glicine, della lavanda, della rinascita dopo l’autunno.

Lo stile particolare e ricercato degli arredi Roche Bo-bois farà da cornice per un primo appuntamento, gli altri seguiranno come le stagioni, aprendo le porte del gran-de ed elegante show room per aperitivi originali e raffi-nati, coadiuvati da aziende che interpretano il susseguir-si del tempo, come un cadenzato ritmo di gioie. Dai vini dell’Azienda Poggio alla Meta, in privincia di Frosinone, il Maturano bianco in primis, un antico vitigno della Media Valle del Liri e della Val di Comino di cui si erano perse le tracce e non si conoscevano le potenzialità viticole e

le caratteristiche organolettiche. Ai fascinosi smalti Opi, con la colorata collezione primavera/estate, alla Fabbrica della Pasta, con il nuovo formato Caccavella, presentato in anteprima da uno dei famosi chef di Campania Gold, solo per fare qualche nome e introdurre la serata nella sua veste poliedrica. Un evento nell’evento, con le letture live, l’angolo beauty di Nausicaa Dibi Center di Rossella Gia-quinto, l’ecotecnology e il design. Una festa da Roche Bo-bois, tra i mobili di classe dalla personalità unica, forme e colori originali che conferiscono fascino agli ambienti che arreda, così l’azienda apre casa, e accoglie gli ospiti per feste entusiasmanti tra arredi che fanno tendenza, colle-zioni in stile contemporaneo, design moderno e colorato, fino ad arredi classici eleganti e con un tocco rétro. www.rocheboboisnapoli.com

Lidia Scarpelli

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luglio 2011 - 63

English summary

UNICREDIT IN SOUTHERN ITALYUnicredit’s policy for the South of Italy from now until 2015 includes

4,000 million euros of fresh finance for the best businesses in the South and support for internationalisation of manufacturing, and shipping. The plan will support the growth plans of companies to help exports. There are fundamental matters requiring action such as patrimoni-alisation, aggregation and innovation. 600 million euros will be avail-able to help recapitalisation. Help will also be available for setting up networks of companies and making more use of Confidi guarantees. 2,000 million euros are earmarked for increasing working capital with the support of UniCredit Factoring.to advance on public administration debt. 1,400 million euros will support innovation, an essential for the growth of business in Southern Italy. UniCredit as Italy’s principal bank outside Italy will help 1,000 companies to go international with the sup-port of UniCredit International’s 40 staff in Bari and Napoli.

FINCANTIERI IN THE OFFSHORE MARKETIn April Fincantieri was included on the

short list for the purchase of STX OSV Hold-ings Ltd a Norwegian ship builder quoted on the Singapore stock exchange specialis-ing in building offshore and supply vessels with 9 yards in Norway, Rumania, Vietnam and Brazil and 9,000 employees. The STX shares up for sale, are owned by the Ko-rean Group STX and the rest by Fincantiere cruise ship builder rival STX France. The cost of the operation is expected to be at least 1,000 million US $ and Fincantiere will be supported by Carlyle. STX has unrivalled know-how and an order book of 2,880 mil-lion US $. Fincantiere is expected to create an offshore group of sub contractors and suppliers and could use one of its yards in Sestri, Ancona or Palermo.

SMALL AND STRONGThe Naples Bank of Co-operative Credit is “small and strong”.

After opening three years ago it is in profit. It offers banking services in its own territory to local business and families The board includes Alessandro Bottiglieri MD of International shipping company Bottiglieri. Bank president Amedeo Manzo kindly gave Porto&diporto some information. Net profit for 2011 was 54,000 euros with lending of 24,6 million and deposits of 59,8 million. It is the first mutual bank to be set up in a city centre. The bank has a supervisory committee chaired by an ex Procurator of the Republic to ensure that regulations and internal procedures are respected.

There are 3,400 shareholders who apart from having the advan-tages of being clients also enjoy favourable treatment from the bank and health care, consultancies and even free time services. The Bank knows its customers personally and this makes it easier to respond to their requests.

By law, 95% of the bank’s business must be kept within its operating territory and it pays particular attention to social, cultural assistance, sport and the environment.

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64 - maggio 2012

English summary

TOURISM IN ITALY - SIGNS OF IMPROVEMENTNine out ten tourists say Italy is their dream

destination. The first ten months of 2011 showed 4,1 % more tourists than in the same period of 2010. In 2011, 26,9 million Italians took at least one holiday compared with 32 million in 2010.

Overall 2011 was stable with numbers and occupancy much the same as 2010 through-out the country. However International tour-ism showed more positive signs with 90,6% of tour operators considering Italy the most requested destination. Italy has 29,2% of Eu-ropean holiday trade and 50,2% of tourists from the USA.

The 2011 improvement is expected to con-tinue in 2012. 62% of tour operators expect demand for Italy to be stable and 33% expect an increase.

PIZZA CHEFS GO INTERNATIONALThe Naples restaurant group “Fratelli La Bufala” closed its

2011 financial statements with sales of 70 million euros (2010, 64 million euros) 17 new restaurants opened bringing the to-tal to 98 and 500 new employees were taken on. The policy of the group is to join up with successful businessmen. New open-ings are planned this year in Europe and elsewhere. In the first quarter of this year restaurants were opened in London, Berlin and Istanbul. Typical products offered include mozzarella, buf-falo meat, pizza napolitana, wines from Campania and biological products. Opening is about to take place on Broadway. In fact Giuseppe the eldest of the three brothers emigrated to New York from Aversa after the death of his father, a mozzarella producer, and opened a restaurant. The second brother Antonio emigrated to Spain and opened the largest pizzeria in Madrid. Gennaro the youngest brother returned from France and opened a pizzeria in Milan. Their success led to production of their own mozzarella

and in 2003 they created the brand “Fratelli La Bufala Pizzaioli Emigranti”. Today the group employees 1,500 people and serves 12,000 covers per day.

THE THREE GULFS’ SAILING WEEK More than 100 yachts will take part in the Three

Gulfs’ Sailing week based in Naples from May 17 until May 22 which follows on from the recently held America’s Cup World Series. The week starts with the 58th edition of the Three Gulfs Regatta which in two days and nights covers 170 nautical miles in the Gulfs of Naples, Salerno and Gaeta.

More than 1,000 sailors and 500 staff on land are expected for the six regattas which are valid for the National Tirreno championship 2012 and for selection for the overall National champion-ships. May 18th sees the 2012 Rolex Volcano Race for 23 maxi yachts from 12 countries start-ing from Gaeta and finishing at Capri.

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