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A confronto Arturo Calaminici, presidente dell’Associazione Amici del Parco Nord, e Stefano Indovino, capogruppo Pd al Municipio 9. gIugNo 2017 Anno 24 - n. 254 0 Direttore : Luigi Allori. Redazione : Clara Amodeo, Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Primo Carpi, Valeria Casarotti, Roberta Coccoli, Beatrice Corà, Riccardo Degregorio, Teresa Garofalo, Antonietta Gattuso, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Angelo Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Gero Urso. Collaboratori : Laura Albani, Valia Allori, Davide Casale, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Maria Piera Bremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Daniele Cazzaniga, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Silvia Faggiano, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Michele Michelino, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Stefano Parisi, Antonio Pizzinato, Giovanni Poletti, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Vittorio Sardo, Fabrizio Ternelli, Dario Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove” : Andrea Bina. Pubblicità : Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione : Roberto Sala (tel. 3341791866). MAGGIO ‘17 0 MAGGIO ‘16 12 MAGGIO ‘16 1 MAGGIO ‘16 1 MAGGIO ‘17 69 MAGGIO ‘17 0 SANITÀ REGIONALE I manager al posto pag. 6 dei medici ABITARE Emilia Viero pag. 2 nuova presidente SCALI FERROVIARI L’assessore Maran pag. 3 su Farini e Greco RIFIUTI PERICOLOSI Allo scalo pag. 4 Greco Pirelli METROPOLITANE I prolungamenti pag 5 della M1 e della M5 CARLO ROVELLI Ci ha lasciati pag. 8 il partigiano “Rovo” PARCO NORD Minaccia della Regione pag. 6 a non dare fondi 2 Giugno: viva il 71° anniversario della Repubblica italiana Dopo l’ultima esondazione del Seveso sì o no alla vasca al Parco Nord? A chi periferia?! Z orro insiste: ce ne fossero di periferie urbane come la no- stra! Siamo sede di istituzioni e strutture che in centro città si so- gnano. Le citiamo come ci ven- gono in mente: l’Università Bi- cocca, il Parco Nord, il Teatro de- gli Arcimboldi, l’Hangar Bicoc- ca, il Teatro della Cooperativa, il Blue Note, l’ospedale di Niguar- da, la Cooperativa Abitare, il Bosco Verticale, il Museo interat- tivo del cinema... Siamo poi coinvolti in prima persona in progetti rivoluzionari come il re- cupero urbano degli Scali ferro- viari di Farini e Greco (pag. 3) e del prolungamento verso la Brianza della metropolitana milanese (pag, 5). Non solo. Questa ricchezza di centri socio- culturali sta contribuendo a creare un tessuto capillare di iniziative d’avanguardia sul no- stro territorio. Prendiamo per esempio le scuole. La pag.12, de- dicata appunto alla Scuola, ne è la riprova. Da diversi anni si svolgono infatti iniziative di grande impatto didattico come “Poesiamoci in Zona Nove”, cui quest’anno hanno partecipato oltre trecento ragazzi con bellis- simi componimenti, o come il “Progetto Cinema a Scuola”, che da anni vede classi e classi im- parare il linguaggio delle im- magini diventando autori di propri film. E poi la Passerini con il proprio concorso lettera- rio/fotografico su “Milano, la mia Città, la mia Casa” aperto a grandi e piccini; Inoltre, anco- ra alla Passerini e alla Bussero, la scoperta degli sperimenti scientifici in “collaborazione” con l’Università Bicocca; infine il liceo Russell che ha promosso il “Progetto Libriamoci” nel- l’ambito della Giornata mon- diale del libro e rice- vendo premi a livello nazionale. (disegno di Gero Urso) GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - PRATOCENTENARO - ISOLA Redazione: via Val Maira 4 (Mi), tel./fax 02/39662281, e-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 64 del 8 febbraio 1997. Editore: Associazione Amici di “Zona Nove” - via Val Maira 4, Milano - Stampa: Litosud s.r.l. via A. Moro, 2, Pessano con Bornago (Mi). (disegno di Sergio Bernasconi: Niguarda anni ‘30) “Zona Nove” è su www.niguarda.eu (archivio) e su www.zonanove.com (giornale online) 32.000 COPIE DISTRIBUITE pag. 4 FISIOTERAPIA MASSOTERAPIA IDRO-KINESITERAPIA TECARTERAPIA ATTIVITÀ ESTIVE CENTRO ODONTOIATRICO RIMETTITI IN FORMA PER L’ESTATE: CORSI DI NUOTO PER TUTTI MASSAGGI CENTRO ESTETICO Solo su zonanove.com • Beatrice Uguccioni: per la rigenerazione urbana di Milano 500 milioni in 5 anni • Sergio Bernasconi propone una targa in memoria delle “persone che cento anni fa in circostanze drammatiche, in stato di guerra mondiale, hanno pensato, voluto e realizzato la scuola di via Passerini” • Fotoservizio di Beatrice Corà sulle “centraline murales” • Lo Zodiaco di giugno di Anna Maria Indino Direttore Sanitario: dr. Gabriella Cataldo Per la vostra pubblicità su questo giornale telefonate a Flaviano Sandonà Tel/Fax/Segr. 02/39662281 Cell. 335.1348840 SERVIZI Laboratorio grafico SOLUZIONI GRAFICHE SU MISURA Progettazione grafica, impaginazione giornali, libri e riviste Biglietti da visita Locandine Calendari personalizzati Opuscoli Cataloghi Volantini Via Val Maira 4 (Mi) tel. 02/39662281 e-mail:[email protected]

2 Giugno: viva il 71° anniversario della Repubblica italiana · la scoperta degli sperimenti ... il vaccino salviamo il bambino. ... Silvio Ostoni 700, Maria Morelli 650, Luciano

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A confronto Arturo Calaminici, presidente dell’Associazione Amici del Parco Nord,e Stefano Indovino, capogruppo Pd al Municipio 9.

gIugNo 2017Anno 24 - n. 254

0 Direttore: Luigi Allori. Redazione: Clara Amodeo, Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Primo Carpi, Valeria Casarotti, Roberta Coccoli, Beatrice Corà, Riccardo Degregorio, TeresaGarofalo, Antonietta Gattuso, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Angelo Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Gero Urso. Collaboratori: Laura Albani, Valia Allori, Davide Casale, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Maria PieraBremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Daniele Cazzaniga, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Silvia Faggiano, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Luigi Luce, SergioMaestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Michele Michelino, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Stefano Parisi, Antonio Pizzinato, Giovanni Poletti, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer,Vittorio Sardo, Fabrizio Ternelli, Dario Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove”: Andrea Bina. Pubblicità: Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).

MAGGIO ‘17 0

MAGGIO ‘16 12

MAGGIO ‘16 1

MAGGIO ‘16 1

MAGGIO ‘17 69

MAGGIO ‘17 0

SANITÀ REGIONALEI manager al posto pag. 6dei medici

ABITAREEmilia Viero pag. 2nuova presidente

SCALI FERROVIARIL’assessore Maran pag. 3su Farini e Greco

RIFIUTI PERICOLOSIAllo scalo pag. 4Greco Pirelli

METROPOLITANEI prolungamenti pag 5della M1 e della M5

CARLO ROVELLICi ha lasciati pag. 8il partigiano “Rovo”

PARCO NORDMinaccia della Regione pag. 6a non dare fondi

2 Giugno: viva il 71° anniversario della Repubblica italiana

Dopo l’ultima esondazione del Sevesosì o no alla vasca al Parco Nord?

A chi periferia?!

Zorro insiste: ce ne fossero diperiferie urbane come la no-

stra! Siamo sede di istituzioni estrutture che in centro città si so-gnano. Le citiamo come ci ven-gono in mente: l’Università Bi-cocca, il Parco Nord, il Teatro de-gli Arcimboldi, l’Hangar Bicoc-ca, il Teatro della Cooperativa, ilBlue Note, l’ospedale di Niguar-da, la Cooperativa Abitare, ilBosco Verticale, il Museo interat-tivo del cinema... Siamo poicoinvolti in prima persona inprogetti rivoluzionari come il re-cupero urbano degli Scali ferro-viari di Farini e Greco (pag. 3) edel prolungamento verso laBrianza della metropolitanamilanese (pag, 5). Non solo.Questa ricchezza di centri socio-culturali sta contribuendo acreare un tessuto capillare diiniziative d’avanguardia sul no-stro territorio. Prendiamo peresempio le scuole. La pag.12, de-dicata appunto alla Scuola, ne èla riprova. Da diversi anni sisvolgono infatti iniziative digrande impatto didattico come“Poesiamoci in Zona Nove”, cuiquest’anno hanno partecipatooltre trecento ragazzi con bellis-simi componimenti, o come il“Progetto Cinema a Scuola”, cheda anni vede classi e classi im-parare il linguaggio delle im-magini diventando autori dipropri film. E poi la Passerinicon il proprio concorso lettera-rio/fotografico su “Milano, lamia Città, la mia Casa” apertoa grandi e piccini; Inoltre, anco-ra alla Passerini e alla Bussero,la scoperta degli sperimentiscientifici in “collaborazione”con l’Università Bicocca; infineil liceo Russell che ha promossoil “Progetto Libriamoci” nel-l’ambito della Giornata mon-diale del libro e rice-vendo premi a livellonazionale.

(disegno di G

ero Urso)

GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - PRATOCENTENARO - ISOLARedazione: via Val Maira 4 (Mi), tel./fax 02/39662281, e-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 64 del 8 febbraio 1997.

Editore: Associazione Amici di “Zona Nove” - via Val Maira 4, Milano - Stampa: Litosud s.r.l. via A. Moro, 2, Pessano con Bornago (Mi).

(disegno di Sergio Bernasconi: Niguarda anni ‘30)

“Zona Nove” è su www.niguarda.eu (archivio) e su www.zonanove.com (giornale online)

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Solo su zonanove.com• Beatrice Uguccioni: per la rigenerazione urbana di Milano 500 milioni in 5 anni • Sergio Bernasconi

propone una targa in memoria delle “persone che cento anni fa in circostanze drammatiche,in stato di guerra mondiale, hanno pensato, voluto e realizzato la scuola di via Passerini”

• Fotoservizio di Beatrice Corà sulle “centraline murales” • Lo Zodiaco di giugno di Anna Maria Indino

Direttore Sanitario: dr. Gabriella Cataldo

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Ad Abitare Emilia Viero Manicone,una donna come nuovo presidente

Giovanni Beduschi

Scusami, o giovane adulto sano come un pesce per aver fattoda bambino tutte le prevenzioni possibili e immaginabili,

perché oggi sostieni che non è giusto, anzi è un attacco alla li-

bertà, vaccinare i bambini che vanno a scuola tutti assieme?Da secoli i vaccini hanno debellato malattie epidemiche mor-tali e, senza effetti collaterali significativi, hanno salvato milio-

ni di bambini. Perché oggi dobbiamo buttare via il bambinocon l’acqua sporca? Piuttosto buttiamo via l’acqua sporca e conil vaccino salviamo il bambino. Tutti i bambini. (Zorro Nove)

CRONACA NERAGiorgio Meliesi

La fontanadi S. Antonio da Padova

Alla confluenza di via Pietro Maroncelli in via Carlo Farini èsituata la chiesa di S. Antonio da Padova. Davanti alla stes-

sa si trova la fontana con la statua del santo che predica ai pesci.Quest’opera in bronzo (nella foto) la si deve allo scultore GiuseppeMaretto. Nel 1932, in occasione del VII centenario antoniano e suiniziativa del Circolo di cultura francescana, fu collocata la statuacon la fontana. L’edificio sacro è opera dell’arch. milanese PaoloCesa Bianchi e risale al 1902-1904. Divenne sede parrocchiale nel1957 per volere dell’allora arcivescovo G. B. Montini. La fontana èuna delle tante e belle esistenti nella nostra zona!

• Isola: tre condanne e un rinvio a processo per l’accoltella-mento di un cuoco Una condanna a 5 anni di reclusione per unkossovaro, un’altra a 5 anni e 4 mesi per un italiano, un patteggia-mento a 4 anni e 8 mesi per un dominicano, un rinvio a giudizio conrito abbreviato per un colombiano. Il tutto per l'accoltellamento instrada, avvenuto lo scorso 28 novembre all’Isola, di un cuoco che la-vorava in zona, Alessio Santini, poi ricoverato con gravi ferite a un re-ne, a un polmone e a un braccio. I quattro erano stati fermati il gior-no successivo all’aggressione, dopo essere stati rintracciati in vialeZara seduti su una panchina, ubriachi e con ancora in mano alcunebottiglie di vodka. (31 maggio)• Pellegrino Rossi: travolta da un camion muore donna di 74anni È successo poco dopo le 6.30 del mattino in via Pellegrino Rossi,

zona Affori. La donna era appena scesa dal marciapiedi sulla carreg-giata in un punto del rettilineo dove non ci sono strisce pedonali nésemaforo. L’autista, che non si è accorto che stava attraversando, poisi è fermato, ma la donna è rimasta incastrata sotto al mezzo.Liberata dai vigili del fuoco e trasportata in codice rosso verso l'ospe-dale Niguarda, è morta durante il tragitto a causa delle lesioni. Sichiamava Anna Gallo e aveva 74 anni. (24 maggio) • In manette i ladri dei cellulari”: 4 furti nei locali della mo-vidaUn ragazzo, derubato nella calca dello smartphone, ha attivatol’app da quello di un amico facendo suonare il suo telefono e ha cosìlocalizzato gli autori del furto, una coppia di 21enni colombiani checercava di nascondere altri tre telefoni, facendoli arrestati dai carabi-nieri mentre fuggivano in via Farini. (21 maggio)

Beatrice Corà

Il 27/5 i soci del colosso cooperativo della zona 9 sisono recati alle urne per eleggere il nuovo CdA e diconseguenza il nuovo presidente. Va subito detto-fonte ufficiale la Commissione Elettorale - che la per-centuale dei votanti non pare entusiasmante:23,82% pari a 1642 soci su 6894 iscritti. Al terminedello spoglio delle schede, dopo un testa a testa fino

all’ultimo voto, questo è l'esito uscito dalle urne: Emilia Viero 707,Silvio Ostoni 700, Maria Morelli 650, Luciano Gianzini 645, PietroLa Motta 554, Ennio Colnago 545, Vincenzo Vita 529, Cesare Losi524 e Valter Giraudi 429. Emilia Viero ha quindi raccolto il testimo-ne da Silvio Ostoni. Si tratta della prima volta di una donna a capo

della cooperativa nata dalla fusione delle storiche SocietàEdificatrice Niguarda, Unione Operaia ed Edificatrice di Dergano.Detta questa novità, forse inattesa, balza subito all’occhio un aspet-to del nuovo CdA: 7 componenti su 9 sono stati riconfermati, segnoche il corpo sociale ha optato per la continuità. Inoltre non paiono an-cora superate le divisioni e le rivalità fra i vari quartieri della coope-rativa, quasi fossero le contrade di Siena, perché riaffiora ancora lospirito di appartenenza delle tre ex cooperative. Diamo appunta-mento al prossimo numero per l’intervista al nuovo Presidente e perulteriori considerazioni che non possono prescindere, a nostro avvi-so, da un aspetto essenziale: la Cooperativa è dei soci che hanno ildiritto/dovere di accudirla e farla crescere. (Anna Aglaia Bani)

18 giugno: riportiamo in auge la festa di NiguardaValeria Casarotti

Ed eccoci arrivati a giugno e, come avevamo preannunciatoin aprile, domenica 18 il nostro quartiere avrà la possibi-

lità di rivivere la“ festa di Niguarda“, una tra le manifestazio-ni tradizionali più sentite e partecipate. In collaborazione conle associazioni di quartiere, i cittadini-attori del teatro di co-munità “Minima Theatralia” alle 15,30 presenteranno all’Ar-gomm Teatro due repliche dello spettacolo “Attenzione!Epopea dell’irrealtà di Niguarda”, rivisitazione fantasiosa del-la storia del quartiere. La regia è di Marta Marangoni, le mu-

siche di Fabio Wolf e la drammaturgia di Francesca Sangalli.La festa, con i contributi del Comitato di quartiere, dei Com-mercianti, di Anpi Niguarda e di tanti altri, prevede anche unaperformance itinerante per via Ornato e via Val di Ledro, per-corso che risulterà arricchito da istallazioni che i cittadini ni-guardesi hanno contribuito a realizzare con la raccolta dei bot-toni. A tutti loro, alla Cooperativa Abitare, al Teatro dellaCooperativa, a chi, e speriamo siano tanti, vorrà condividerecon noi questo giorno di festa un grazie sincero.

Al Piccolo Conservatorio corsi estivi di chitarraAffori: l’inaugurazionedi Villa Litta restaurata

Roberta Coccoli

Già dal 2013 il “vecchio” CdZ 9aveva promosso il restauro

della Villa Litta, e nel settembre2014 anche alcuni cittadini aveva-no provveduto a ripulire le facciatedalle scritte dei vandali. Final-mente nell’aprile 2015 sono inizia-ti i lavori di restauro, costati 1.463milioni, che hanno riguardato unaparte dell’antico edificio nobiliare,

e il 7 maggio la Villa Litta è stata ufficialmente inaugurata con una festacui hanno partecipato moltissimi cittadini arricchita da un’esibizione dellaBanda d’Affori, visite guidate, laboratori per bambini e attività organizza-te dall'associazione Villa Viva. L’aristocratica dimora di fine Seicento, tre se-coli fa rappresentava un luogo di vacanza per i ricchi signori che trascorre-vano qui la loro villeggiatura, nel grande parco e nelle ampie e decorate sa-le interne, dove adesso si trova la fornitissima e attivissima Biblio-teca, chetiene viva la tradizione di centro culturale della villa, organizzando concer-ti, conferenze, mostre. I lavori di restauro hanno riguardato il ripristino al-cuni ambienti del piano terra nonché i servizi igienici e le facciate esterne,comprese le finestre, mentre non hanno interessato la scuola materna e lastazione dei Carabinieri, presenti nello stesso complesso architettonico. Iprossimi lavori riguarderanno l’illuminazione degli spazi esterni permet-tendo un utilizzo completo diurno e serale dei percorsi del Parco.

“Siamo aperti per musica!” Così il maestro Alex Schiavi, nell’an-nunciare che dal 15 giugno al 5 settembre sono aperti i corsi

estivi di chitarra, acustica e/o elettrica. Le lezioni, in orari pomeri-diani, si tengono presso al sede della Ass. Fabbrica dell’Esperienza,sita in piazza San Giuseppe 12. I corsi sono aperti a tutti, dal lunedì

al sabato. Corsi propedeutici e corso avanzato (chitarra, chitarraelettrica, basso elettrico). Costi di partecipazione assai modesti.Aperti a giovani adulti e giovani della Terza età.

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La riqualificazione degli Scali di Farini e GrecoIntervista esclusiva all’assessore Maran

Andrea Bina

Scali Ferroviari:parla in esclusiva

con “Zona Nove” Pier-francesco Maran, as-sessore all’Urbanisti-ca, Verde e Agricoltu-ra al Comune di Mi-lano.

Prima di tutto facciamo la croni-storia di quanto successo fino a po-co più di un anno fa. Sono quasi 20 anni che si parla dellesigen-za di riqualificare i 7 scali ferroviari dismes-si di Milano. Si tratta di ampie aree degra-date della città, per la maggior parte di pro-prietà di Ferrovie dello Stato, che insiemericoprono una superficie di oltre un milionedi mq, e che con un adeguata pianificazioneurbanistica si trasformeranno in nuoviquartieri, garantendo una ricucitura terri-toriale tra quelli esistenti. A partire dal2005 il Comune di Milano, Fs e RegioneLombardia hanno iniziato a definire gliobiettivi e il percorso per la trasformazionedelle aree e per il potenziamento del siste-ma ferroviario. Il primo accordo di Pro-gramma risale al 2008, con l’amministra-zione Moratti. Con la mancata approvazio-ne del Pgt e il cambio di Amministrazione,sotto la Giunta Pisapia abbiamo lavoratoduramente per modificare in meglio l’accor-do che ormai era decaduto, andando a mi-gliorare le previsioni di verde pubblico ehousing sociale e riducendo le volumetrie.Sul finire della Giunta Pisapia è statofirmato un accordo con Ferrovie delloStato per ripensare queste enormilande desolate. Poi però il ConsiglioComunale ha affossato il tutto.È stato un momento molto difficile. Erava-mo a fine mandato e questo “incidente dipercorso”, come allora lo definì il sindacoPisapia, fu un duro colpo, anche perché ave-vamo raggiunto con FS e Regione un buonaccordo che finalmente avrebbe permessodi avviare uno dei più grandi piani di rige-nerazione territoriale in Europa.E si arriva agli ultimi sviluppi. Il sin-

daco Sala, poco dopo il suo insedia-mento, riavvia questo strategico pro-getto per ridisegnare la Milano del fu-turo. Ricordiamone i punti distintivi.Siamo partiti da un accordo bocciato mabuono, con l’obiettivo di trovare, insieme al-la città, margini di ulteriore miglioramento.Per questo abbiamo avviato un ampio per-corso di partecipazione, che ha coinvolto cit-tadini, istituzioni, associazioni, portatorid’interessi, A settembre abbiamo avviato ildibattito in Consiglio Comunale, con unadelibera di iniziativa consiliare, votata sen-za contrari, che ha individuato i temi priori-tari e di interesse strategico per lo svilupposostenibile delle aree. Abbiamo fatto incon-tri nei Municipi e in diverse sedi istituziona-li. A dicembre insieme a Fs e con il patroci-

nio di Regione Lombardia abbiamo dato vi-ta a un workshop di 3 giorni allo scalo

Farini i cui frutti si sono visti ad aprile,con l’esposizione degli scenari al FondoCorsa di Porta Genova. Finora oltre 60milapersone hanno preso parte a questo per-corso di partecipazione.

Il 7 aprile Fs Sistemi Urbani e Comunehanno presentato i cinque scenari diprogetto per i sette scali ferroviari,predisposti dai gruppi incaricati.Quali sono i tratti salienti di questeproposte in particolare per Farini eGreco che impattano in modo signifi-cativo sulla zona 9?I cinque scenari, realizzati da 5 teammultidisciplinari internazionali incari-cati da Ferrovie dello Stato, pur declina-ti in modalità differenti, mettono al cen-tro la valorizzazione del verde, la soste-nibilità ambientale, il mix sociale e il si-stema di mobilità. Sullo Scalo Farini,che da solo ricopre la metà delle aree dariqualificare, è stata ipotizzata la realiz-zazione di una grande area verde para-gonabile al Parco Sempione. Per Grecoc’è chi ha pensato a un centro ludico, conpasserelle pedonali.Uno degli obiettivi dell’accordo poi è rea-lizzare una linea di treni di superficie leg-gera che colleghi gli scali, integrandosicon il sistema di mobilità esistente.Dagli scenari possibili alla riqualifica-zione delle aree il passo non è breve,sia per la dimensione delle aree siaper l’enorme mole di investimenti eco-nomici. Quando possiamo attendercila posa della prima pietra?Entro l’estate vogliamo chiudere l’accor-do con Ferrovie dello Stato e RegioneLombardia. Dopo l’approvazione in Con-siglio Comunale si procederà con i con-corsi e la redazione dei Piani Attuativiche andranno a definire nel dettaglio lefunzioni da realizzare in ogni singoloscalo. Nel frattempo si procederà conl’assegnazione delle aree per utilizzitemporanei, in modo che si realizzino su-bito dei servizi utili per i quartieri e perla città. Però è anche importante ricor-dare l’occasione che abbiamo di fronte.Guardiamo ad esempio lo scalo Farini einiziamo a immaginarlo come sarà: conun parco di dimensioni comparabili aigiardini Montanelli.

Area Scalo Farini

Area Scalo Greco Pirelli

I niguardesi: “Contro la criminalitàil segreto è una buona amministrazione”

“Che le cose siano così, non significa chedebbano sempre andare così. Solo che

quando si tratta di rimboccarsi le maniche edincominciare a cambiare, vi è un prezzo da pa-gare. Ed è allora che la stragrande maggioran-za preferisce lamentarsi piuttosto che fare”.Sono parole pronunciate da Giovanni Falcone,il quale aveva individuato uno degli ostacoliche rendevano ancora più difficile la lotta allamafia: l’incapacità (o l’impossibilità) di esporsie di fare qualcosa in prima persona. Proprioall’indomani del 25° anniversario dell’assassi-nio del magistrato siciliano (23 maggio 1992)incontriamo una persona che, invece, ha deci-so di fare qualcosa: Stefano Morara, fondatoree presidente della Civitas Virtus fondata in se-guito all’incendio doloso al centro sportivo Iseodel 2011: “Passavo in macchina con mia figliache, guardando i danni provocati al palazzettoda un attentato mafioso, mi ha espresso tuttala sua indignazione. E io, come padre, non po-tevo lasciarla cadere nel vuoto anche perché,qualche tempo prima, aveva suscitato interes-

se la vicenda dell’assessore regionale Dome-nico Zambetti (condannato a 13 anni e mezzoper aver acquistato dalla ‘ndrangheta 4milavoti per le elezioni del 2010, ndr)”. • La preoccupazione dei commerciantiCosì è nata Civitas Virtus, che si pone l’obiet-tivo di sensibilizzare le coscienze sul tema del-la criminalità di stampo mafioso attraverso,tra gli altri, incontri nelle scuole, visite ai beniconfiscati, attività in collaborazione con asso-ciazioni antimafia. Lo scorso anno Civitas Vir-tus, insieme a un gruppo di ricercatori del-l’Università di Torino, ha promosso una ricer-ca che ha coinvolto, con questionari anonimi, icommercianti di Affori-Bruzzano, Niguarda-Pratocentenaro, Isola-Garibaldi.“Quando ho visto i risultati (la presentazioneè avvenuta alla presenza del procuratore ag-giunto di Catanzaro, Nicola Gratteri, ndr) mihanno colpito la mancata conoscenza di alcu-ne forme di tutela previste dalla legge, come ilfondo anti-usura e la protezione dei testimoni,e la sfiducia nelle istituzioni. Però oltre l’80%

degli intervistati ritiene che riqualificazione,decoro urbano e una buona amministrazionelocale possano tenere lontana la criminalità.Se c’è dialogo tra cittadini e amministrazionepubblica, infatti, si rompe il circolo vizioso del-la sfiducia e il terreno, inevitabilmente, diven-ta meno fertile per la criminalità”. • Pellegrini: “Siamo pronti a collabo-rare”Un territorio sano, quindi, è il primo(e fondamentale) passo per tenere lontanala criminalità. Che ne pensano le istituzio-ni? “Il problema, in alcuni nostri quartieri,esiste, inutile negarlo, anche se segnalazio-ni di questo tipo non ne ho mai ricevute - ri-sponde Andrea Pellegrini, Assessore muni-cipale alla Sicurezza -. Noi, comunque, sia-mo aperti a collaborare con tutte le associa-zioni interessate ad affrontare temi legatialla sicurezza, compatibilmente con la no-stra capacità di azione che, in molti casi, èlimitata. Come avvenuto con altre temati-che, comunque, staremo attenti e ci faremosentire”. (Roberto Braghiroli)

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Rifiuti pericolosi e amianto allo scalo Greco Pirelli. Tutto sotto controllo ma…Lorenzo Meyer

Dopo un anno di relativa calma è bastato un temporale molto forte, manon di quelli da segnare sul calendario e il Seveso la notte fra il 12 e 13

maggio è tornato ad allagare le strade dei nostri quartieri. Fortunatamentetutto è rientrato nella norma abbastanza in fretta e la conta dei danni nonè stata lacrime e sangue. Cosa non ha funzionato: il sistema di monitorag-gio, l’allerta meteo, l’apertura dello scolmatore oppure semplicemente laquantità d’acqua, caduta in così poco tempo, ha superato la portata delSeveso? La parola ad Arturo Calaminici, presidente dell’Associazione Amicidel Parco Nord e a Stefano Indovino, capogruppo Pd al Municipio 9.

• Calaminici: Domenica 14 l’assesso-re Granelli ha cercato di spiegare l’e-sondazione: “In caso di temporale im-provviso e molto concentrato serve piùanticipo e bisogna collegare lo scolma-tore anche ai radar e prevedere l’aper-tura di fronte al rischio di temporaliforti. È chiaro: qualcosa non ha funzio-nato a dovere. Le paratoie del canalescolmatore sono state aperte un po’ inritardo e il collegamento dello scolma-tore coi radar non è avvenuto tempesti-vamente. Inoltre, le idrovore dei sotto-passi sono deboli e “il servizio di fogna-tura dei comuni a nord di Milano haraggiunto il troppo pieno e ha scaricatonel Seveso”. Comunque l’assessore con-clude dicendo che l’episodio dell’eson-dazione rende evidente che “la vasca di

Milano è assolutamente utile”. Sarà! Ma a me sembra, dalle stesseparole dell’assessore, che quella sera un qualche ruolo lo hanno avu-to l’impreparazione e l’insufficienza dei mezzi, a prescindere dallavasca. Con questo non si vuole dire che l’assessore e il Comune diMilano non abbiano fatto niente o abbiano fatto tutto male. Se per14 mesi non abbiamo avuto alcun allagamento è perché alcune cosesono state fatte, e noi ne diamo atto volentieri.

• Indovino: Il piano di emergenza hafunzionato bene: Aipo ha gestito l’a-pertura dello scolmatore; da quando ilComune ha pulito il tratto tombinatoè aumentata la capacità di ricezioned'acqua del tratto tombinato; il pianodi emergenza che consente l'aperturain anticipo dei tombini è ormai rodato.Il problema è stato la quantità d’ac-qua caduta a sud di Palazzolo dove sitrova l’imbocco del canale scolmatore.Sono caduti circa 56 mm d’acqua intre ore e, quando le precipitazioni su-perano i 50 mm, c’è sempre il rischioconcreto di una esondazione.Ma secondo voi la vasca nelParco Nord avrebbe o no evitatol’esondazione del 12 maggio?

• Calaminici: Come ha detto anche l’assessore, in questo particolare epi-sodio hanno concorso diverse cause che non c’entrano nulla con la vasca. Sele fogne sono vecchie o hanno un calibro insufficiente, questo difetto reste-rebbe anche se ci fosse la vasca; se le paratoie vengono azionate in ritardonon è colpa della mancanza della vasca. In ogni caso, il limite della vascanon è il fatto di essere inutile: un contenitore d’acqua, nei momenti di pie-

na del fiume, può servire, chi dice di no? Ma non è questo il punto. Lavasca distrugge una porzione rilevante del Parco Nord, accatasta unaquantità enorme di acqua sporca a ridosso di un popoloso quartiere diBresso e ha effetti disastrosi sull’ambiente, il paesaggio e la salutedella gente. La vasca sarebbe l’unico rimedio possibile? No. La vascasarebbe inevitabile? No. Se la vasca fosse l’unica soluzione, obtortocollo, io l’accetterei. Ma non è l’unica, è solo la peggiore. Se la vascanon è indispensabile e quindi inevitabile, se non è neppure la soluzio-ne più giusta e razionale, allora imporla è un sopruso.• Indovino: L’ultima esondazione dimostra, se mai ce ne fosse ancora bi-sogno, il fatto che una vasca che riesca a intercettare le onda di piena chesi formano dopo Palazzolo, sia indispensabile. Capisco il disagio dei Comuniche le dovranno ospitare, anche se voglio ricordare che questi problemi so-no causati anche dall’urbanizzazione sconsiderata di quei Comuni e dallaloro gestione dei sistemi fognari. In ogni caso che fra una vasca di lamina-zione formata da 3-4 quartieri del nostro Municipio, da Niguarda all'Isolae una tutto sommato contenuta in un’area definita senza box, negozi, case,auto e persone, sia preferibile la seconda.I lavori di costruzione dell’enorme invaso di Senago sono giàpartiti. Tralasciando per un momento quello del Parco Nord ache punto sono gli altri previsti dal progetto Aipo?• Calaminici: Il piano Aipo inizialmente prevedeva la costruzione diquattro vasche di laminazione: Senago, Lentate, Paderno e Varedo. Suc-cessivamente, il Comune di Milano ha chiesto, per motivi puramente po-litici, di aggiungere anche una vasca più piccola sul suo territorio: è la va-sca nel Parco Nord. Tutti e cinque gli impianti avrebbero dovuto essereultimati entro il 2018. Sennonché, dopo qualche tempo è stato deciso diunificare le due vasche più grandi, quelle di Varedo e di Paderno; ed è na-ta così l’idea di una megavasca da due milioni e mezzo di mc sull’area del-la ex Snia di Varedo. Ma il Piano in tal modo è stato stravolto. Infatti, pri-ma di poter realizzare questa grande vasca, che da sola vale più dellametà dell’intero Piano (2,5 milioni di mc a fronte di 4,5 complessivi), oc-correrebbe bonificare l’area da tutti i veleni accumulati in decenni di la-vorazioni chimiche. Altro che 2018! La bonifica richiede tempi enormi egrandi investimenti, ammesso che davvero la si voglia fare, e per ora nonè stato stanziato neppure un euro. Quindi, il Piano di fatto non c’è più.Sono rimasti alcuni progetti di opere (Senago, Lentate, Parco Nord) che,almeno per i casi più gravi, come quello del 2014, non saranno sufficien-ti. Di Senago sono iniziati i lavori e per Lentate e Milano Parco Nord so-no in corso le approvazioni dei progetti definitivi. Questa è la situazione.• Indovino: Premesso che “l’enorme invaso” è sempre molto più piccolodella moltitudine di vie che si trasformano nel letto di un fiume ogni voltache esonda il Seveso, le vasche di laminazione previste sono quattro e han-no l’obiettivo di azzerare la portata dell’onda di piena prima che il Sevesoentri nel tratto tombinato. La vasca di Lentate è in fase di progettazionepreliminare, mentre per l’area “ex Snia”, a cavallo fra due Comuni, Padernoe Varedo, siamo in attesa delle caratterizzazioni che forniranno i dati indi-spensabili per procedere alla bonifica del terreno. E veniamo alla “buca” del Parco Nord. Sul progetto pendono duericorsi al tribunale delle acque. La sentenza è prevista per i primidi giugno. Il Comune di Bresso ha ribadito la sua ferma contra-rietà all’opera. Secondo voi cosa succederà da qui a prossimi me-si? La vasca si farà?• Calaminici: In uno stato di diritto la vasca non si farebbe, le acque delfiume Seveso sarebbero difese e verrebbe impedito di poterle sporcare e av-velenare a man salva. La vasca non sarebbe costruita perché è illogica, ol-tre che essere incivile. In febbraio, ad un convegno tenutosi a Bresso, il mag-gior tecnico responsabile della Regione Lombardia, il dottor Fossati, ha af-fermato pubblicamente che l'Invarianza Idraulica, prevista da una recente

legge regionale, è una cosa seria e concreta, capace di evitare lo sversamen-to nel Seveso di 1.800.000 mc in 10/15 anni, e ciò solo rendendo permea-bile il 10% delle aree ora asfaltate e cementificate. Quindi, se noi divi-diamo per cinque sia la quantità che il tempo indicati dal tecnico, ab-biamo che in 2/3 anni (il tempo che ci vuole per costruire la vasca) pos-sono essere sottratti al fiume 360.000 mc di acqua piovana, centomilapiù di quanto non ne contenga la vasca. E con la differenza che la va-sca agisce solo alla fine, dopo che è stata costruita, mentre l’Invarianzainizia subito e progredisce sempre più. L’Invarianza idraulica, perciònon è solo una soluzione moderna e definitiva, ma è in grado di rispon-dere all’emergenza meglio della vasca. Allora, perché vogliono la vasca?Perché hanno preso un impegno elettorale e ora, incuranti dei disastriche provocherebbero al Parco e ai cittadini, vogliono andare avanti.Infine, in quanto ai ricorsi, aspettiamo che il 7 il Tribunale si pronuncie speriamo che non si limiti a girare attorno a puri formalismi.• Indovino: Io auspico che la vasca si faccia il prima possibile, insieme al-le altre, perché i cittadini del nostro Municipio non possono più aspettare.Sono 60 anni che le istituzioni assistono inermi all’emergenza Seveso, chesi allagano cantine, negozi, caseggiati, scuole, metropolitane. Finalmentesiamo di fronte a un piano serio, finanziato da Comune, Regione e Stato, infase di avanzamento che ci porterà nel giro di qualche anno a risolvere de-finitivamente il problema. Ho lanciato inoltre una proposta in Municipio,con una mozione che sarà discussa nelle prossime settimane, facendo ap-pello al Comune di Milano di farsi promotore di una iniziativa che consen-ta di inserire una norma nella prossima legge di stabilità che ponga fuoridal patto di stabilità interno gli interventi sulla rete fognaria nelle zone col-pite da episodi di dissesto idrogeologico.Vasche si o vasche no restano due questioni che molti fannofinta di non vedere: la pulizia delle acque del fiume e l’appli-cazione, sul lungo periodo, dell’invarianza idraulica. • Calaminici: Sulla Invarianza ho detto. Resta da aggiungere che la leg-ge regionale ha previsto che entro 6 mesi la Giunta emanasse il Regola-mento applicativo. Passati 14 mesi ancora non vede la luce: un caso, non in-solito per la Regione, di auto sabotaggio? Per quanto riguarda la pulizia delfiume, la situazione è disperante. Tutti gli scarichi nel fiume (1.420/1.500)sono abusivi, privi di autorizzazione. Possono scaricare quello e quanto vo-gliono: nessuna autorità preposta ha mai alzato un dito. Né ora lo fa, nono-stante l’inchiesta della magistratura di Milano. È una situazione di per-manente illegalità e di collusione delle istituzioni da far rabbrividire.• Indovino: Penso che siano due aspetti centrali considerando il mediolungo periodo e che non rappresentino, oggi, univocamente la soluzione alproblema. Sulla pulizia delle acque sono stati investiti 80 milioni con lavo-ri già partiti e altri che partiranno. C’è evidentemente il grande problemadegli scarichi abusivi, su cui è in corso un’indagine della magistratura chesperiamo arrivi prima possibile a conclusione, che però non può essere ag-giunto al conto delle responsabilità del Comune di Milano, che non ha al-cun potere, mentre, forse, i comuni sull’asta del Seveso da questo punto divista potrebbero fare di più.Per quel che riguarda l’invarianza idraulica, ilComune di Milano, recependo una norma di Regione Lombardia, ha già in-serito nel suo regolamento edilizio, approvato nel 2015, per le nuove costru-zioni. Mi pare complicato asserire che possa essere una soluzione alterna-tiva alle vasche richiedere che tutte le assemblee condominiali dei caseg-giati vicini al fiume votino opere che costano svariate migliaia di euro perdotarsi di vasche che recepiscano le acque sottratte alla terra dall’edifica-zione delle loro abitazioni. Si può lavorare con incentivi, ed è giusto farlo inun periodo lungo, ma i cittadini di questi quartieri non possono più aspet-tare. Hanno resistito più del dovuto e hanno il diritto di veder realizzato unpiano che consentirebbe di vivere più serenamente, senza la paura di ritro-varsi sott’acqua per l’ennesima volta.

Le segnalazioni dei cittadini sono state spesso una fonte preziosaper “Zona Nove”. In tutti questi anni sono state tante le notizie

che abbiamo potuto pubblicare grazie all’attenzione vigile degli abi-tanti dei nostri quartieri. È il caso, su questo numero, della segnala-zione pervenutaci dal signor Fabio Donati riguardo la presenza, da ol-tre due mesi, all’interno dello scalo ferroviario di Greco Pirelli, lungovia Sesto San Giovanni, all’altezza dell’HangarBicocca, di molti sac-chi di rifiuti pericolosi e contenenti amianto.Per sapere cosa stia succedendo il signor Donati non ha esitato a inter-pellare le istituzioni. Ecco la risposta che ha ricevuto dalla Polizia Ferro-viaria: “Il Compartimento ha effettuato un primo intervento sul posto nelpomeriggio di giovedì 18 maggio. Dai primi accertamenti è emerso chenella stazione di Milano Greco Pirelli la società Italfer, del gruppo Fs, staeffettuando un intervento strutturale per la riqualificazione degli appa-rati elettronici computerizzati a logica concentrata della linea Fs Torino-

Padova. Nel corso dell’attività è stato anche verificato che una dittaspecializzata sta provvedendo al movimento delle macerie, all’internodelle quali sono state preventivamente constatate tracce di amianto.Per questo motivo i materiali vengono contenuti all’interno di sacchibianchi speciali (G.I.R.) per il trasporto in sicurezza presso gli impian-ti di smaltimento. La ditta che sta operando non può movimentareverso la discarica un numero di sacchi superiore a 43 al giorno. Eccoil motivo per cui si è creato un sostanzioso accumulo. Il trasporto ditutti i sacchi dovrebbe concludersi nell’arco delle prossime due setti-mane. La situazione è seguita dal personale di questo ufficio, affinchétutte le lavoraazioni vengano svolte a regola d’arte.”Tutto sembra quindi sotto controllo anche se nel momento in cui scrivia-mo (primi giorni di giugno) i sacchi bianchi sono ancora presenti e la loroposizione adiacente alla strada non lascia tranquilli. Vi terremo aggior-nati nei prossimi numeri.

Dopo l’ultima esondazione sì o no alla vasca di laminazione al Parco Nord? A confronto Arturo Calaminici, presidente dell’Associazione Amici del Parco Nord, e Stefano Indovino, capogruppo Pd al Municipio 9.

Andrea Bina

L’assessore all’insicurezza del Municipio 9Andrea Pellegrini dovrebbe occuparsi di

sicurezza per il Municipio 9. È stato, aquesto scopo, addirittura scelto a far partedella Giunta. A giudicare dai report che scri-ve sui social, ritiene che il suo compito inizie finisca in una specie di triangolo delleBermude che parte da via Berbera e arrivain via Thomas Mann. Pensa inoltre che ilpiù grande problema di quest’area siano trecamper di rom, che insegue e fotografa ungiorno sì e uno pure. Tutto il resto è noia,come direbbe un noto cantautore. Se infat-ti viene interpellato su temi fondamenta-li, come la scuola media di via Pavoni,chiusa per amianto e meta di uno sgradi-to turismo notturno di sbandati, ecco chelui dimostra subito di non sapere nemme-no di cosa si sta parlando, visto che chiedel’abbattimento dell’edificio quando il pro-getto che il Comune ha da tempo predi-sposto, e che andrebbe sollecitato a realiz-zare, è quello di riqualificazione. La sua nozione di sicurezza inizia e finiscedove iniziano e finiscono i temi elettorali del-la Lega Nord: immigrati, rom. Punto. D’al-

tronde per essere un assessore del Munici-pio 9, cioè uno che dovrebbe rappresentaretutti i cittadini di questa bella fetta di Mila-no, lui si presenta su facebook come “leghi-sta incallito” alla faccia di chi non condivi-de. Temi come la sicurezza stradale per luisono rappresentati solo dalle strisce bluche danno fastidio all’uscita di viale Suz-zani. Il fatto che viale Fulvio Testi, vialeSuzzani, viale Sarca e anche Piero e Al-berto Pirelli siano diventate circuiti di ga-ra, non sembra toccarlo.La mozione di censura presentata dall’oppo-sizione nei suoi confronti in teoria nonavrebbe dovuto avere speranze di passare.Invece è stata votata perché evidentemente

anche la maggioranza ritiene che 224 giornidalla richiesta del Consiglio di Municipio al-la Giunta senza che fosse ascoltata la richie-sta di istituire un tavolo permanente sullasicurezza, fosse decisamente un po’ troppopersino per la sgangherata compagine dellanuova gestione di via Guerzoni.In un goffo post su facebook il nostro eroe siesprime sull’esito della votazione che locensura per non saper fare, sostanzialmen-te, il proprio mestiere. Dice che si sarebbeaspettato una maggioranza più compatta epiù coesa, di essere sereno (cosa che ultima-mente non porta benissimo a chi governa)e di essere pronto a ripartire pancia a terraper migliorare. Ma poi non ce la fa e mettedue hashtag #forzaleganord e #nonsimolla-mai, soprattutto quest’ultimo, dal vago sa-pore nostalgico, che fanno venire il latte al-le ginocchia a chi per un attimo aveva pen-sato che il nostro eroe avesse capito qualco-sa dalla legnata ricevuta. Che ci volete fa-re, a noi non resta che sperare che qualcu-no gli faccia un disegnino, d’altronde…#lasperanzaèlultimaamorire.

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Riprendono i lavori per il prolungamento della M1Presentato il progetto di fattibilità di quello della M5

Michele Cazzaniga

Due belle notizie. Il 29 maggio, dopo un lungo stop causato dal fal-limento dell’Impresa aggiudicatrice dell’appalto, sono ripresi i la-

vori per il prolungamento della M1 Sesto Fs-Cinisello-Monza. Mentre,per il prolungamento della M5 da Bignami a Cinisello verso Monzacittà, Monza Ospedale S. Gerardo e Monza Polo istituzionale, Mm haconsegnato il ‘Progetto di fattibilità tecnico-economi-ca. La realizzazione delle nuove tratte delle due lineemetropolitane M1 e M5 lungo l’asse nord, dal forteimpatto sui nostri quartieri Bicocca, San Giuseppe ePratocentenaro, è strategica per il potenziamentodelle infrastrutture di trasporto pubblico di Milano,Città metropolitana e Monza. Ma esaminiamo ledue linee separatamente.• M1 Sesto FS-Cinisello Monza Si tratta dicompletare 1,9 km, 2 stazioni e un parcheggio au-to di corrispondenza da 2.500 posti. Nelle previ-sioni, ma non troppo avanti si spera, diventerà nodo di interscam-bio per connettere le linee M1 e M5 con la A4 Torino-Milano-Trieste, la A52 Tangenziale Nord Milano (Rho-Monza), la SS. 36superstrada Valassina Milano-Monza-Lecco-Sondrio. In poche pa-role uno snodo essenziale non solo per l’area metropolitana ma pertutta la Regione. L’entrata in esercizio della nuova tratta, che com-porterà un ulteriore investimento di 23 milioni rispetto al proget-to iniziale, è fissata per la fine del 2019.• M5 da Bignami a Cinisello verso Monza città, MonzaOspe-dale S. Gerardo e Monza Polo istituzionale Martedì22 maggio Mm spa ha consegnato il ‘Progetto di fattibilità tec-nico-economica. Il finanziamento del progetto definitivo, 16 mi-

lioni di euro, è nel Patto per Milano, lo stesso che ha sborsato i23 milioni necessari per il completamento della M1. Il costocomplessivo per la realizzazione dell’opera è di 1,3 miliardi, chesono sicuramente ben spesi e rientrano quindi a pieno titolo nelcapitolo investimenti per “una Milano sempre più europea”.

L’intera tratta ha una lunghezza compresa tra i12,1 e 13,7 km, 10 o 12 stazioni, un deposito col-locato nel Comune di Monza poco a nord del no-do di interscambio con la M1 a Monza Bettola(dove si attesterà la il nuovo capolinea della M1)ed il tempo necessario a costruire il nuovo tronco-ne è nell’ordine di 10 anni.Una volta completata l’opera la frequenza del servi-zio sarà di un treno ogni 180 secondi fino a CiniselloMonza M1 e 360 nel tratto tra Cinisello Monza M1e Monza polo istituzionale. Per quanto riguarda i

passeggeri trasportati si stima nell’ora di punta un aumento tra i6.100 e i 6.700 passeggeri/ora rispetto all’attuale scenario della li-nea M5 calcolato per il 2024 in 20.300 passeggeri/ora, ovvero circa27.000 nell’ora di punta. Si tratterebbe di un aumento di passegge-ri dell’ordine del 30-33%.Complessivamente nel giorno tipo lavora-tivo lo scenario base M5 senza prolungamento sarebbe di 130.000passeggeri/giorno che aumenterebbe a circa 170.000. Un dato chia-risce come questo prolungamento sia una boccata di ossigeno per inostri polmoni: Monza è la quinta provincia della Lombardia perabitanti (866.000) e la prima per densità (2.136 ab/mq), la metropo-litana servirà un flusso di traffico che oggi, solo lungo l’asse FulvioTesti, si attesta su 5.000 auto/ora tra le 8 e le 9.

Sistemati il manto stradale di via Ornato e i marciapiedi di alcune vie di Niguarda

NOTI IARIO/1

Impegno del Comune peri campi sportivi di via Murat

Raccogliere idee e proposte sul rifacimento dei campi sportivi apertidi via Murat, a fianco della piscina. È stato questo, lo scorso 8 mag-

gio al teatro Pantagruele di via Asmara, l’obiettivo dell’incontro pubbli-co richiesto dal delegato alle periferie del sindaco Mirko Mazzali, e or-ganizzato dal centrosinistra del Municipio 9. Il progetto si inserisce al-l'interno del piano delle periferie del Comune, che prevede interventiper 38 milioni nel nostro Municipio, e che proprio nelle confinanti casepopolari di via Villani e via Giuffrè vedrà la messa in opera di impor-tanti investimenti di manutenzione straordinaria. Oltre ai consiglieri di Municipio del centrosinistra, i cittadini presenti sonostati molti, tra cui gli abitanti del quartiere, appassionati di sport e di pro-getti sul tema, rappresentanti di associazioni sportive che da lungo tempolavorano con i giovani e i meno giovani in molteplici discipline amatoriali enon. È stato Mirko Mazzali a chiarire subito che scopo della giunta comu-nale “è fare un intervento di ristrutturazione complessivo che abbia anchela maggiore valenza sociale possibile, che sia utile ai cittadini del quartieree del municipio ampliando l'offerta di sport e aggregazione”. Nel bando pre-cedente, per esempio, vi erano fissate diverse giornate gratuite e aperte atutti, oltre ad orari dedicati gratuitamente allo sport per le persone disabi-li. Per questo motivo la scelta dell'amministrazione è stata precisa: i campisportivi all’aperto sono stati separati appositamente dalla gestione dell’im-pianto di Milanosport, consentendo che seguissero un percorso autonomo. Gli altri interventi hanno poi portato diverse proposte da sottoporre al-l'attenzione dell’Assessorato allo sport che predisporrà il nuovo bando,anche in rapporto all’esperienza negativa del precedente. Per esempio, èstata sottolineata l'esigenza che la durata della gestione dei futuri centrisportivi sia adeguatamente lunga e che abbia un canone non troppo altoe, data l’estrema scarsità di palestre adatte per squadre di basket e pal-lavolo presenti nel Municipio, è stata espressa l'esigenza di realizzareuna tensostruttura che copra i nuovi campi per dedicarli a questi sport.Da altri è stato esposto il desiderio di realizzare un campo di calcetto o ditennis, una ludoteca, un progetto di affido di alcuni spazi alla scuola divia Crespi che ha problemi con la palestra, oltreché la recinzione del cam-po pubblico da basket posto tra la scuola e il complesso delle case popola-ri lato via Villani. A fronte di tali proposte, l’intenzione del Comune è diavviare un iter di lavori relativamente rapido, in grado di dare risultatigià tra un paio d’anni. (Clara Amodeo)

I gestori dei pazienti cronici e fragili lombardi non saranno più i medici ma i manager

Con due delibere, la n. 6164 del 3 gennaio e la n. 6551 del 4 maggio2017, la Giunta Maroni, senza nemmeno una discussione in

Consiglio Regionale, sta modificando pesantemente l’assistenza sanitariain Lombardia. Destinatari circa 3.350.000 cittadini “pazienti cronici e fra-gili” suddivisi in tre livelli a seconda della gravità della loro condizione cli-nica. Questi cittadini riceveranno in autunno una lettera in cui laRegione li inviterà a scegliersi un “gestore” cui affidare, attraverso un“Patto di Cura”, un atto formale con validità giuridica, la gestione dellapropria salute. Il gestore potrà essere loro consigliato dal medico di fami-glia o scelto autonomamente da uno specifico elenco. Il gestore, seguendole linee guida predisposte dalla Regione, predisporrà il Piano di Assisten-za Individuale (Pai) ovvero visite, esami e interventi ritenuti necessari

per gestire la sua patologia. Il medico di famiglia può eventualmente in-tegrare il Pai, provvedendo a darne informativa al Gestore, ma non mo-dificarlo essendo il Pai in capo al Gestore.La Regione ha individuato 65 malattie, per cui ha stabilito un corrispet-tivo economico da attribuire al gestore a secondo della patologia presen-tata da ogni persona da lui gestita. Se il gestore riuscirà a spendere me-no della cifra attribuitagli dalla Regione potrà mantenere per sé una quo-ta dell’avanzo. In poche parole ogni malattia ha un costo, come avvienecon i rimborsi Drg previsti agli ospedali per ogni prestazione erogata; sealla fine dell’anno spendo meno, magari perché faccio fare al pazientequalche esame o cura in meno, una parte del risparmio me la tengo. È facile immaginare che nelle scelte dei gestori conterà maggiormente il

possibile guadagno piuttosto che la piena tutela della salute del pa-ziente, il quale potrà cambiare gestore ma solo dopo un anno.Scomparirà ogni personalizzazione del percorso terapeutico e ognirapporto personale tipico della relazione con il medico curante, il qua-le viene quindi privato di qualunque ruolo, sostituito da un managere da una Società, Non stupisce quindi la levata di scudi dei camicibianchi che hanno presentato ricorso al Tar contro tali delibere diGiunta che di fatto aggiungono un ulteriore e pesantissimo tasselloverso la sanità privata e il sistema dei rimborsi assicurativi. Appuntamento al prossimo mese perché su un tema così importante,che impatta pesantemente su tantissimi cittadini, vogliamo andarefino in fondo. (Michele Cazzaniga)

Progetto Mameli di viale SuzzaniTutto fermo per possibile rischio Seveso

Lorenzo Meyer

La Regione “minaccia” di togliere fondi al Parco Nord perché il presidente “osa”… aderire a una marcia

Sabato 20 maggio si è svolta aMilano la partecipatissima

marcia “Insieme senza Muri”, ini-ziativa volta all’accoglienza e al-l’integrazione cui hanno parteci-pato il sindaco Sala (“Con acco-glienza ci sarà giustizia, voglio es-sere sindaco di città che pensa adiventare migliore”) e il presiden-te del Senato Grasso (“Chi nascequi è italiano, è ora che l’Europa

diventi più equa e solidale”). Sul sito del Parco Nord esce il comunicato “IlParco aderisce alla marcia del 20 maggio, con ritrovo a Milano in PortaVenezia. Vi aspettiamo! Il 20 maggio saremo in tantissimi, tra cui il presi-dente Roberto Cornelli e molti altri amici, contiamo su di voi!”L’adesione non è proprio andata giù alla Giunta Maroni E così Claudia

Terzi, assessore regionale all’Ambiente, scrive al presidente del Parco Nord,Roberto Cornelli, una letterina velatamente intimidatoria e ricattatoria:“Gentile presidente, mi corre l’obbligo di ricordare come i Parchi aderenti alsistema regionale delle aree protette debbano astenersi dall'aderire e pro-muovere iniziative politiche che esulano dagli scopi e dai fini sociali previ-sti dallo statuto e garantire, quindi, una posizione di apoliticità che dovreb-be caratterizzare l’operato di tutte le pubbliche amministrazioni. LeIstituzioni non rappresentano mezzi di propaganda politica e gli Enti ade-renti al sistema regionale delle aree protette dovrebbero concentrare le lo-ro risorse sulla salvaguardia dell’ingente patrimonio naturale e culturale,incoraggiando una fruizione e un’educazione rispettosa dell’ambiente piut-tosto che appoggiare operativamente, anche attraverso i siti istituzionali,attività di promozione politica quale quella svoltasi a Milano il 20 maggio2017 definita marcia ‘Insieme senza muri’. Così come accadde per il Parcodei Colli di Bergamo, quando volle utilizzare alcune sue strutture per fun-zioni non codificate nello Statuto, voglio precisare che simili comportamen-

ti saranno oggetto di attenta valutazione da parte della Giunta regionalenella programmazione delle risorse, anche con riferimento a quelle già as-segnate ma non ancora impegnate”.Non poteva non giungere la risposta di Roberto Cornelli che, sulla sua pa-gina FB, scrive: “L’assessora mi scrive ventilando la possibilità di ridurre lerisorse del Parco per via dell’adesione alla marcia del 20 maggio in qualitàdi ente pubblico che è coinvolto in progetti di accoglienza e integrazione.Risponderemo nel merito ve l’assicuro.”Cornelli poi si sfoga su alcuni organi di informazione affermando che le ac-cuse sono una assurdità e non solo perché non sia stato speso un euro, ri-vendicando il senso istituzionale e civile della marcia e l’adesione del Parcoche da sempre tutela la convivenza e il rispetto per le persone e per la na-tura e tra l’altro ospita sul suo territorio uno dei centri per i richiedenti asi-lo più grandi come quello di Bresso. Come abbiamo sempre ribadito, sia perla questione aeroporto, vasca di laminazione e chi più ne ha più ne metta:“Il Parco Nord (ed il suo bilancio) non si tocca!” (Andrea Bina)

Le 1200 firme raccolte a Niguarda e conse-gnate all’assessore Marco Granelli e a

Lisa Noja, delegata del Sindaco alle politicheper l'accessibilità, hanno dato i frutti sperati.Poi ci sarà qualcuno che, forse giustamente,dirà che si poteva fare di più e meglio ma in-tanto qualcosa si è ottenuto.Dal 16 al 27 maggio, nelle ore notturne per nonmandare in tilt il traffico, sono stati eseguiti ilavori, promessi dall'assessore Marco Granelli,per la sistemazione di alcuni tratti di pavimen-

tazione vicini ai binari del tram lungo viaOrnato. L'intervento si è svolto con l’asporta-zione del manto stradale nelle zone ammalo-rate fino a scoperchiare le rotaie e i relativi at-tacchi. A questo punto sono stati effettuati la-vori di “serraglio” e sistemazione e alla fine èstato ripristinato il manto stradale. Intanto sista procedendo alla manutenzione dei marcia-piedi in Via Cicerone, Piazza Belloveso e ViaVal Di Ledro, richiesti da associazioni, parroc-chia e circolo Pd. (Michele Cazzaniga)

“Questa sera mi avrebbe fat-to piacere annunciarvi no-

vità circa l’attuazione del progettodi riqualificazione dell’area del-l’ex caserma Mameli di vialeSuzzani. Purtroppo però vi devocomunicare che, nonostante i nu-merosi solleciti a Cassa depositi eprestiti, proprietaria dell’area,tutto al momento è fermo a causadelle possibili esondazioni delSeveso, in quanto l’area è stata di-chiarata “alluvionabile” da Regione

Lombardia e da Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po)”. Queste sono le prime parole di Giuseppe Lardieri, presidentedel Municipio 9, intervenuto presso il Circolo Acli Bicocca divia Nota lo scorso 16 maggio all’assemblea organizzata dal-l’Osservatorio Mameli (Om) che da tempo si occupa della ri-qualificazione dell’areadell’ex Caserma Mameli.La serata, coordinata daRoberto Medolago vicepresidente dell’Osserva-torio Mameli, ha visto lapartecipazione di oltre 50cittadini che hanno potutoanche visionare la mostrafotografica di Mario Di Be-nedetto (responsabile rela-zioni esterne dell’Om) cherende testimonianza dellostato attuale dell’area do-po oltre 10 anni di abban-dono. A fare gli onori di casa il presidente Renzo Cislaghi che hasubito informato il pubblico che l’Osservatorio Mameli dallo scor-so marzo si è trasformato in una associazione di promozione so-ciale, legittimando ancora di più il suo ruolo propositivo e di sol-lecito verso le istituzioni. Dopo l’intervento di Lardieri è stata la volta di Bruno Cecca-relli, presidente della Commissione Urbanistica del Comune diMilano, che è partito da una premessa generale.“Come ammi-nistrazione comunale stiamo cercando di affrontare i temi fer-mi da anni (caserma Mameli, Scalo Farini per il Municipio 9)cercando di coniugare esigenza pubblica e tempi di esecuzione.Per fare questo stiamo coinvolgendo con ottimi risultati i 9Municipi a prescindere dal colore politico.Riguardo la caserma Mameli, il progetto che prevede su unasuperficie totale di 101.000 mq, destinazione per metà a super-ficie edificabile e verde privato (in parti uguali edilizia liberae edilizia residenza sociale) e per l’altra metà a spazi e servizipubblici con una superficie assegnata a parco in misura del30%, è confermato nelle linee generali e non ci saranno altriatti da approvare in consiglio comunale. In questo momentol’obiettivo prioritario è sollecitare la proprietà (Cassa Depositi

e Prestiti) a realizzarlo nel più breve tempo possibile.Per mantenere viva l’attenzione abbiamo organizzato il 9 giu-gno un sopralluogo nell’area alla presenza di stampa, associa-zioni e consiglieri comunali e convocato per il 14 giugno aPalazzo Marino una commissione urbanistica con l’obiettivo dimettere attorno al tavolo i soggetti interessati: proprietà, asso-ciazioni (Osservatorio Mameli), autorità di bacino, assessoratoe membri della commissione.”L’assemblea è proseguita con gli interventi del pubblico. La si-curezza e il degrado dell’area ormai da troppo tempo abbando-nata è stato uno temi più segnalati dai cittadini.Riguardo a questo rischio il presidente Lardieri ha sottolinea-to come il Municipio 9 abbia continui contatti con le forze del-l’ordine del territorio che verificano tutte le situazioni critiche.Su questo tema il presidente Ceccarelli ha aggiunto che il co-mune di Milano può fare pressioni sulla proprietà per la ma-nutenzione dell’area, sostituirsi per i fatti più eclatanti (es. ca-duta di un cornicione) ma non imporsi completamente in

quanto si tratta di un’a-rea privata. Per risolveredefinitivamente il pro-blema bisogna invece ac-celerare il più possibilel’attuazione del progettodi riqualificazione.Circa l’obiezione di un’e-dificazione eccessiva, seconfrontata con le mi-gliaia di appartamenti sfit-ti a Milano, il presidentedella Commissione Urba-nistica della città di Mi-lano, prima di parlare

della caserma Mameli ha espresso delle considerazioni gene-rali. “Credo che sia finita la stagione dei progetti immobiliarieccessivi; alcuni come quello di Santa Giulia sono falliti. Siamoentrati in una fase completamente diversa: dobbiamo ragiona-re quale sia la reale esigenza di case e proiettarla nel futuro.Il valore delle aree è crollato e anche i proprietari devono ne-cessariamente prenderne atto.Dal 2016 la città di Milano è tornata a crescere, aumentandola propria popolazione di 50 mila unità. Sembra che questa in-versione di trend sia profonda e quindi da prendere in conside-razione per i prossimi anni. I nuovi abitanti sono nella fascia25-40 anni, studenti e giovani lavoratori che hanno bisogno so-prattutto di case in affitto. Per venire incontro a questa esigen-za bisogna evitare le operazioni immobiliari. Il progetto Ma-meli non rientra in questa categoria; gli indici di edificazionisono tra i più bassi, la quantità di verde è tra le più alte, le ri-chieste economiche a Cassa Depositi e Prestiti per realizzarele opere di urbanizzazione sono tra le più alte ed è stato previ-sto il 50% di housing sociale (ci saranno anche pensionati stu-denteschi). Tutto ciò è possibile solo perché Cassa Depositi ePrestiti è una società per azioni a controllo pubblico”

GLI APPUNTAMENTI DEL MESEa cura di Grazia Morelli

Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.

l GIOVEDÌ 15 GIUGNOArt Actionvia Dante 15/A, Bresso

Alle 17.30, Mostra Il lato comico della propa-ganda, di Gero Urso. Fino al 30/6. (Orario:18.30-20 - Chiuso domenica e festivi).

Teatro degliArcimboldi

Alle 19, I Magnifici 7 - 1967/1977 l’incantodella musica:Patrizia Di Malta Quartet.

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 20.30, Io sono Ingrid (Stig Bjorkman).

l VENERDÌ 16 GIUGNOMuseo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 18, Phildelphia (Jonathan Demme).

La Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21.30, Serata Tango.

l SABATO 17 GIUGNOMuseo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 18, Dove eravamo rimasti (JonathanDemme).

l LUNEDÌ 19 GIUGNOTeatro degliArcimboldiViale dell’Innovazione

Alle 19, I Magnifici 7 - 1967/1977 l’incantodella musica: Folco Orselli, Ginger Bender,Vincenzo Costantino “Cinaski”.

Teatro dellaCoooperativaVia Hermada 4

Alle 21, Filax Anghelos, testo e regia diRenato Sarti, con Massimiliano Loizzi.Fino all’1/7.

Teatro degliArcimboldi

Alle 19, I Magnifici 7 - 1967/1977 l’incantodella musica: Ivan Cattaneo.

l MERCOLEDÌ 21 GIUGNOTeatro degliArcimboldi

Alle 19, I Magnifici 7 - 1967/1977 l’incantodella musica:Massimo Priviero.

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 18, Enzo Avitabile Music Life (JonathanDemme)

l VENERDÌ 23 GIUGNO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 18, Neil Young Journeys (JonathanDemme).

l SABATO 24 GIUGNO

La Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21.30, nellambito del ProgettoCinestesia-Il Cinema muto suonato dalvivo, il film La caduta della Casa Usher,di Jean Epstein (1928).

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 16, The Agronomist (Jonathan Demme).

l MARTEDÌ 27 GIUGNOTeatro degliArcimboldi

Alle 19, I Magnifici 7 - 1967/1977 l’incantodella musica:Livia Grossi e Alessio Lega.

l MARTEDÌ 20 GIUGNO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 18, Il silenzio degli innocenti(Jonathan Demme).

l MERCOLEDÌ 28 GIUGNO

Teatro degliArcimboldi

Alle 19, I Magnifici 7 - 1967/1977 l’incantodella musica:Franco Mussida.

l GIOVEDÌ 29 GIUGNO

Teatro degliArcimboldiViale dell’Innovazione

Alle 19, I Magnifici 7 - 1967/1977 l’incantodella musica:Mauro Ermanno Giovanardi eParola Cantata Dischi.

l MARTEDÌ 1 LUGLIOMuseo Interattivodel Cinema (Mic)

Alle 18, Stop Making Sense (JonathanDemme).

Immagini di Franco Massaro

Visti e fotografatiIris bianco-giallo Iris blu

mediocre discreto bello imperdibile

FILMS IN ONAa cura di Silvia Cravero

Visti nelle sale di Skyline, Multisala Bicocca e cinema Rondinella

I figli della vendetta• Tavolo 19 ( )Regia: Jeffrey Blitz. Cast: June Squibb, Tony Revolori,Craig Robinson, Wyatt Russell, Lisa Kudrow. Origine: Francia. Anno: 2017.L’ex damigella d’onore Eloise, sollevata dall’incarico dopo essere stata la-sciata senza troppe cerimonie dal testimone dello sposo, decide comunquedi partecipare al matrimonio. Si ritrova così seduta ad un tavolo qualsiasiin fondo alla sala da ballo con un gruppo di sconosciuti che sembrano ave-re tutti qualcosa da rimpiangere, ma anche qualcosa da insegnare.• Quello che so di lei ( ) Regia: Martin Provost. Cast: CatherineDeneuve, Audrey Dana, Mylène Demongeot. Origine: Francia. Anno: 2017.Claire è un’ostetrica con un talento naturale nel mettere al mondo i neona-ti che nel corso degli anni, è entratà in conflitto con l’efficienza delle moder-ne strutture ospedaliere. Un giorno riceve una strana telefonata da Béatri-ce, la stravagante amante del suo compianto padre, che ha notizie impor-tanti da darle e vuole rivederla, trent'anni dopo essere scomparsa nel nul-la. Agli antipodi in tutti i sensi, la super-coscienziosa Claire e lo spirito libe-ro Béatrice, impareranno ad accettarsi, rivelandosi antichi segreti. • Una famiglia all’improvviso. Istruzioni non incluse ( )Regia: Hugo Gelin. Cast: Omar Sy, Clémence Poésy, Gloria Colston, Origine:Francia. Anno: 2017Samuel vive tranquillo in Francia finché una sua vec-chia fiamma gli lascia tra le braccia una bambina di pochi mesi, Gloria: suafiglia! Inizialmente incapace di prendersene cura, Samuel impara a esse-re un buon padre. Otto anni dopo, quando padre e figlia sono ormai insepa-rabili e felici, una sorpresa inaspettata cambierà le loro vite… •47 metri ( )Regia: Johannes Roberts. Cast: Matthew Modine, MandyMoore, Claire Holt. Origine: Usa. Anno: 2017. Durante un’immersione inMessico, due sorelle, Kate e Lisa, rimangono intrappolate sul fondo dell'o-ceano. Con una riserva d’ossigeno di 60 minuti e le acque infestate daglisquali, dovranno riuscire a mettersi in salvo.• I figli della notte ( )Regia: Andrea De Sica. Cast: Fabrizio Rongione,Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Yuliia Sobo. Origine: Italia. Anno: 2017.Giulio si ritrova catapultato nell’incubo della rigida disciplina di un collegioper rampolli dell’alta società, una sorta di “prigione dorata” tra violenze eminacce dai ragazzi più “anziani”, nell’apparente accondiscendenza degliadulti. Giulio riesce a sopravvivere grazie all’amicizia con Edoardo, inizian-do ad architettare fughe notturne dalla scuolaprigione, verso un luogo proi-bito nel cuore del bosco, dove conoscono la giovane prostituta Elena.• Scappa-Get Out ( ) Regia: Jordan Peele. Cast: Caleb LandryJones, Stephen Root, Betty Gabriel. Usa, Anno 2017. Un giovane afro-ame-ricano visita la tenuta di famiglia della fidanzata bianca. In un primo mo-mento, Chris legge il comportamento eccessivamente accomodante della fa-miglia, come un tentativo di gestire il loro imbarazzo verso il rapporto in-terrazziale della figlia. Ma poi fa una serie di scoperte sempre più inquie-tanti, che lo portano a una verità che non avrebbe mai potuto immaginare. • Pirati dei Caraibi - La vendetta di Salazar ( ) Regia: JoachimRonning. Cast: Geoffrey Rush, Brenton Thwaites, Johnny Depp, DavidWenham. Origine: Usa. Anno: 2017. Lo sventurato Capitan Sparrow rischiagrosso quando dei marinai fantasma fuggono dal Triangolo del Diavolo de-cisi a uccidere ogni pirata del mare... soprattutto Jack. La sua unica speran-za risiede nel Tridente di Poseidone, ma per trovarlo dovrà allearsi con l’a-stronoma Carina Smyth e con Henry, un marinaio della Royal Navy.• The Dinner ( ) Regia: Oren Moverman. Cast: Laura Linney, SteveCoogan, Richard Gere, Rebecca Hall. Origine: Usa. Anno: 2017. Una cenatra due fratelli fa venire a galla un orribile segreto. Stan Lohman, accom-pagnato dalla giovane moglie Katelyn, invita a cena suo fratello minorePaul e la moglie Claire. Una normale riunione familiare si rivela essere l’oc-casione per discutere di un terribile omicidio commesso dai rispettivi figli eancora impunito. I quattro genitori si trovano di fronte ad un doloroso di-lemma morale: proteggere i propri ragazzi nascondendo la verità o agire se-condo giustizia e denunciare il crimine?

Antonio Gramsci alla Bicocca

Amianto al Teatro alla ScalaProcesso ai dirigenti

Michele Michelino

Il 31 maggio al Palazzo di Giustizia si è tenuta la seconda udienzadel processo Amianto al Teatro alla Scala. Alcuni lavoratori e i fa-migliari delle vittime insieme con alcune associazioni (il ComitatoAmbiente e Salute del Teatro alla Scala, il sindacato Cub Informazio-ne Spettacolo e il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi diLavoro e nel Territorio), hanno fatto un presidio davanti al Tribunalein Corso di Porta Vittoria, per denunciare “chi sapeva e non ha tute-lato i lavoratori”. Gli imputati rinviati a giudizio sono 5 dirigenti delTeatro, accusati della morte di 10 lavoratori a causa dell’amianto. Frai deceduti a causa della fibra killer insieme agli operai, anche l’ex pia-nista e celebre direttore d’orchestra Edoardo Muller e una cantante,entrambi morti per mesotelioma pleurico.La fase istruttoria davanti al Giudice per le Indagini Preliminari ha forni-to le prove: i lavoratori si sono ammalati in seguito all’esposizione alle fibrecancerogene proprio all’interno del teatro. Ora il processo dovrà accertarele responsabilità personali degli imputati. L’accusa formulata dal Pm Maurizio Ascione contro i dirigenti è di omicidiocolposo plurimo. Secondo il Pm i dirigenti pur essendo a conoscenza dellapresenza dell’amianto nel Teatro e conoscendo la pericolosità mortale diqueste fibre, non hanno protetto adeguatamente i lavoratori: negando leinformazioni obbligatorie, non bonificando tempestivamente gli ambientidi lavoro, non fornendo adeguati mezzi di protezione.I documenti e le testimonianze dei lavoratori e dell’Ats (ex Asl) hanno ac-certato la presenza dell’amianto nel Teatro. Le ristrutturazioni avvenutesenza la bonifica completa di tutti gli ambienti e delle attrezzature nonchéle cartelle cliniche hanno reso evidente l’origine “professionale certa” di ma-lattie mortali come il mesotelioma della pleura o il carcinoma polmonare ehanno portato all’imputazione di omicidio colposo per i manager.Durante l’udienza del 31 maggio, gli avvocati della difesa adducendovari cavilli legali hanno chiesto al giudice di respingere tutte le richie-ste di costituzione di parte civile. Gli avvocati dei sindacati (Cub e Cgil) e delle associazioni hanno rispostonel merito aprendo una schermaglia giurisprudenziale. Riportiamo le di-chiarazioni dell’avvocata Laura Maura che rappresenta alcune parti ci-vili, in particolare Il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi diLavoro e nel Territorio, Medicina Democratica e l’Associazione ItalianaEsposti Amianto: “Con vari pretesti le difesa degli imputati hanno cerca-to di estromettere dal processo tutte le parti civili, in particolare quelle treche io rappresento che sono parti civili storiche che hanno lottato anchea fianco dei lavoratori del Teatro alla Scala e quindi con tutta una seriedi motivazioni anche giurisprudenziali abbiamo affermato i principi or-mai noti e maggioritari sanciti dalla Corte di Cassazione. Quindi le fina-lità statutarie delle tre associazioni che risultano soddisfatte con specifi-co riferimento alla lotta contro l’amianto sia all’interno dei siti industria-li così come nei luoghi pubblici come era il Teatro alla Scala. Altro requi-sito che abbiamo detto essere soddisfatto è l’attività concreta che è statasvolta dalle tre associazioni, sia a livello nazionale sia a livello territoria-le, e ultimissimo requisito quello della costituzione dal punto giuridicodelle tre associazioni in data antecedente alla commissione dei fatti rea-to. L’8 settembre, il Tribunale deciderà quali delle parti civili saranno am-messe e quali eventualmente no”. • Morti per amianto alla Breda/Ansaldo: si avvicina la sentenza. Èormai finita la fase dibattimentale del processo che vede imputati i mana-ger dell’azienda di Viale Sarca 336. Al termine della sua requisitoria, il PmNicola Balice ha chiesto condanne dai 2 ai 4 anni e 11 mesi per 8 manager(7 dirigenti del Consiglio di Amministrazione e un ex direttore di produzio-ne della fabbrica), tutti in carica nel periodo compreso tra il 1973 e il 1985della Breda Termomeccanica/Ansaldo/Finmeccanica di Milano, imputatidella morte per amianto di 12 lavoratori. Il 6 e il 15 giugno la parola passa alle difese degli imputati e dopo le repli-che del pm, il giudice dott. Simone Luerti della 9° Sezione Penale delTribunale di Milano, emetterà la sentenza.

Ci ha lasciati il partigiano niguardese Carlo Rovelliconosciuto con il nome di battaglia “Rovo”

Angelo Longhi

(Presidente Anpi di Niguarda, sezione “Martiri niguardesi”)

NOTI IARIO/2

Mercoledì 24 maggio, verso le 8del mattino, ci ha lasciato Car-

lo Rovelli, nome di battaglia “Rovo”membro del Pci clandestino e parti-giano in Val Grande.Oggi ne celebriamo la vita e siamo vi-cini ad Adriana e Maurizio in questomomento di dolore. Un giorno dolo-roso ma non triste. Il destino ha lasua puntualità e per Carlo il suomomento era questo. Oltre, sarebbestato un inutile accanimento tera-peutico. E inoltre Carlo ha avuto

una vita lunga e felice, anche se non facile.Quando nasce e nei suoi primi anni di vita, suo padre nonc’è. Ha dovuto abbandonare l’Italia per emigrare in Fran-cia, passando anni difficili (perché gli emigranti italianinon erano trattati bene). Era un fabbro il papà di Carlo, edera un militante comunista.Sceglie l’esilio per sottrarsi allebotte e alle umiliazioni dell’oliodi ricino, che gli veniva sommi-nistrato periodicamente alla ca-sa del Fascio in via De Calboli dal“russin” (detto così perché rossodi capelli). Lo stesso squadristache dopo il 25 aprile si dileguacon la famiglia per scampare al-la inevitabile e sacrosanta resadei conti che gli spettava. Una infanzia e una giovinezzanon facile quella dell’”orfano”Carlo, anche di stenti, quellasotto il regime, che lo rende unantifascista “nativo”. Nei primimesi del 1944 lui con ErsilioRigoldi fanno le prime azioni di propaganda antifascista inquartiere e poi sono costretti a rifugiarsi in montagna per-chè come diceva Carlo “di spie e ruffiani c’è ne sono semprestati” e loro due erano stati individuati. Viene inquadratonei ranghi delle formazioni di ribelli che combatterono inVal Grande riuscendo fortunosamente a scampare ai san-guinosi rastrellamenti che durarono per due settimane eche furono messi in atto da migliaia di tedeschi e fascisti eche fecero più di 200 vittime tra i ragazzini in armi dellebrigate partigiane. All’Alpe Casarolo tredici partigiani allostremo e senza munizioni, furono sorpresi dalle SS, settefurono trucidati mentre sei riuscirono in qualche modo amettersi in salvo. Tra questi c’era Rovo.Nel dopoguerra Carlo non vorrebbe depositare le armi, lenasconde in casa. Per lui come per molti altri a Niguarda,il lavoro non è finito. Perché come ricordava sempre il no-stro presidente della Repubblica Sandro Pertini la “libertànon è nulla senza la giustizia sociale”. Per questo rompecon il padre, a lungo non gli rivolge la parola. Era successo

che nelle settimane successive alla Liberazione, preoccupa-to per quel figlio ribelle, gli butta le armi. Nel lungo dopoguerra è sempre stato iscritto al Pci eall’Anpi, e dopo la fine dell’esperienza politica e umana delPci, solo all’Anpi. In questi ultimi anni era un comunistasenza partito, come tanti. Scontento della situazione disempre più parti del mondo, delle profonde e organiche di-seguaglianze che lo dominano, dell’assenza di futuro peruna parte grande delle nuove generazioni, della disperazio-ne di milioni di esseri umani in fuga, della prospettiva con-creta della guerra perpetua.Era rimasto molto legato all’Anpi a cui è stato iscritto finoalla morte. E la sua associazione, la sezione “Martiri Ni-guardesi”, gli ha voluto molto bene. Nel 2011 ormai anzia-no ci fa capire che ha voglia di raccontare la sua giovinez-za partigiana. Si apre un pò, racconta cose che si era sem-pre tenuto per sè e per Adriana, la compagna di una vita.Lo intervisto per “Zona Nove”. È il luglio 2011 e da quel mo-

mento molti nostri associati co-minciano a frequentarlo, a cono-scerlo, e a volergli bene. Le noti-zie girano, Marco Feliciani, delsito di informazioni Sonda. Life,gli fa delle interviste che diven-tano virali sul web. Arriva PaoloDe Toni storico, autore di volu-mi sulla storia della Resistenzain val Grande che lo intervista ene ricava informazioni inedite.E poi il bel documentario diNico Tordini (per averne una co-pia gratuita su dvd scrivete a [email protected]).Poi ci sono due giornalisti in er-ba: Alessio Chiodi (la sua inter-vista del 2015 è visibile sul web

ancor oggi) e Clara Amodeo, oggi redattrice di “Zona Nove”e del “Giorno”). L’ultimo articolo è di Maria MaddalenaVedovelli delle donne della sezione, uscito il 20 marzo scor-so su Sonda.life.it. Se cercate Carlo Rovelli “Rovo” suGoogle.com escono 15 link ad articoli, interviste, foto e fil-mati. È la sua eredità che abbiamo cercato di preservare.Io credo, l’ho sempre sperato, che Carlo in questi ultimi an-ni se la sia goduta questa corte di “ammiratori” molto piùgiovani di lui che hanno frequentato la sua casa, che gli fa-cevano domande, che lo riprendevano con le telecamere eche lo adoravano. Perché era stato un comunista italiano enon se ne pentiva e perchè era stato un partigiano e ne erafiero. E perchè era Carlo con la sua arguzia e la sua uma-nità. Come presidente della gloriosa sezione “Martiri ni-guardesi”, posso farvi una promessa. Cercheremo di farciportatori della sua fede, del suo coraggio, e del suo incita-mento. Noi, certo, non lo dimenticheremo. Nella memorial’esempio, nelle lotte di oggi la pratica.È questa, la nostra consegna.

Mercoledì 17 maggio, presso il circolo diSinistra Italiana di zona 9 in viale

Suzzani 283, si è tenuta la prima di una seriedi serate di formazione politica e culturale.Cogliendo l’occasione degli 80 anni dalla suamorte, questo evento è stato dedicato al pen-satore comunista Antonio Gramsci, alla suavita, ai suoi rapporti con i compagni milanesie alle sue posizioni politiche rispetto alla par-ticolare fase storica in cui ha vissuto. Davantia una sala affollata anche da molti giovani si

è discusso dell’estrema attualità e applicabi-lità del pensiero di Gramsci, così come si è af-frontato il tema dello scarso studio e dellascarsa considerazione che in Italia vengonodedicati a lui e alle sue opere, specie se in rap-porto a quanto avviene in altri Paesi dove vie-ne ampliamente analizzato. Conclusione: l'in-teresse dimostrato è stato decisamente eleva-to, è tempo di dedicare più spazio a momentiformativi, politici e culturali. Noi ci siamo.(Elena Castellani - Jonathan Chiesa

EVENTI CULTURALI/1

a cura di Luigi Luce

Al Blue NotePaula Morelenbaum

Serata brasiliana al Blue Note in com-pagnia di Paula Morelenbaum e il

suo Bossarenova Trio! Cantante brasi-liana tra le più conosciute, vanta unacarriera solista di tutto rispetto, dove hasempre esplorato la musica di Jobim e diVinicius de Morales, nonché il reportoriodella canzone brasiliana degli anni

Quaranta e Cinquanta. Insieme a Joo Kraus (tromba) e RalphSchmid (pianoforte), entrambi tedeschi, ha deliziato i presen-ti dedicando loro una serata carioca ricca di colori e diverti-mento. (Stefano Parisi)

Il paesaggio globale di Parisi

“Global Landscape” è un progetto fotografico a lungo termine diStefano Parisi sul paesaggio antropizzato contemporaneo.

Parte dalla consapevolezza che l’uomo, con la sua presenza, ha mo-dificato radicalmente il paesaggio. Niente di nuovo, apparentemen-te, ma lo sguardo del fotografo milanese permette di farci riscoprirequello che diamo per scontato, ma che in realtà non è.Con le sue immagini, scattate in Paesi e continenti diversi, dagliStati Uniti all'Islanda fino all’Oman, Stefano Parisi ci permette

di cogliere i segni dellaglobalizzazione, cherendono molto più sfu-mate le differenze tra idiversi luoghi del no-stro Pianeta. Il pae-saggio diventa ugua-le ovunque.Non solo globalizzato,quindi, ma globalizzan-te, con le sue contraddi-zioni e le sue fredde si-militudini. Il fotografocoglie così un aspettoquasi disarmonico del-l’ambiente in cui vivia-mo, come se la naturafosse stata deturpatadall’uomo irrimediabil-mente o solo tempora-neamente. Spazi urba-ni o ambienti naturalifanno quindi da sfondo

a soggetti e oggetti che da una parte paiono surreali, “fuori posto”,ma che nello stesso tempo sentiamo far parte della nostra vita quo-tidiana. È il contrasto tra questi due elementi che ci spiazza ma an-che ci affascina e ci permette di riflettere sugli eccessi visivi di cuisiamo vittime, ma che spesso ci sfuggono.L’immagine fissa, la fotografia, consente quindi l’approfondi-mento e l’analisi di aspetti che normalmente scorrono via, a cuisiamo indifferenti.All’inizio del percorso visivo del progetto di Parisi gli ambienti cisembrano normali, familiari, ma alla sua conclusione ci rimangonoimpressi dei particolari discordanti: il colore fastidioso di un rimor-chio, il cattivo gusto di un’immagine impressa su un camper. E, allafine, l’uomo appare inadeguato alla natura. (Leonardo Brogioni)

Casa dell’Energia e dell’Ambiente - piazza Po 3 - Milano, fino al 15giugno. Tel. 02.77203442 - www.globallandscapes.photography

Estate in musicacon il Centro Culturale

La stagione di lavoro del Centro Culturale della Cooperativa si è chiusacon tre appuntamenti dedicati rispettivamente a musica, scienza e ar-

te: il concerto di pianoforte tenuto da Chiara Orsetti, l’incontro con l’evolu-zionista Francesco Cavalli Sforza e la visita alla mostra “Manet e la Parigimoderna” condotta dalla storica dell’arte Anna Torterolo.Per il Centro Culturale inizia da ora il lavoro di ricerca per costruire un ca-lendario ricco e variegato che partirà da settembre per arrivare al classicoconcerto di Natale di dicembre, un appuntamento divenuto ormai una tra-dizione per i nostri quartieri e non solo.Nel frattempo suggeriamo agli amanti della musica di seguire duerassegne che si terranno a Milano nei prossimi mesi. “Concerti inPeriferia” e “Per Nutrire l’Anima”, una serie di incontri musicali adingresso libero ideati e organizzati da Il Clavicembalo Verde, con ladirezione artistica di Angelo Mantovani.Informazioni su date e luoghi dei concerti: 02/66114499 - [email protected].

Il femminicidio spiegato da un quadro

All’Hangar la personale di Rosa BarbaUn progetto espositivo di un’artista nota in ambito internazionale fino all’8 ottobre.

Valeria Casarotti-Teresa Garofalo

Iniziative in pillole

Agli Arcimboldi fino al 31 luglio“I Magnifici 7 1967/1977. L’incanto della musica”

Monica Landro

1967 e 1977: anni di gioia e rivoluzione, periodi magmatici e con-troversi, che saranno raccontati, tra letture e performance, da ben

cinquanta artisti, i quali, essendo stati durante laloro formazione in qualche modo protagonisti diquesti magici anni, li racconteranno in tutta la lo-ro bellezza di stagioni turbolente, aspre, vivacis-sime di amore e passioni, di scontri e scopertecontinue. Saranno venti gli appuntamenti in pro-gramma e ci aiuteranno a guardare indietro perpensare all’oggi e proiettarci verso il futuro.La rassegna “I Magnifici 7 1967/1977. L’incantodella musica” ideata, curata e moderata da EnzoGentile - giornalista, scrittore, critico musicale eorganizzatore, una personalità immersa a tuttotondo nella musica rock e pop - è un vero e proprio happeningininterrotto che vive di incontri, conferenze, dibattiti e concerti,riuniti intorno a una mostra visitabile nel Foyer del Teatro degliArcimboldi. L’esposizione raccoglierà copertine di dischi, pass perconcerti, manifesti, fotografie, gadget e altri memorabilia prove-nienti dal 1967 e dal 1977. Aperta tutti i giorni dalle 17 alle 20.30fino al 31 luglio, la mostra è pensata per generare sollecitazioni,spunti, flash, per riflettere su un'epoca dalle tinte forti, per ri-creare un’atmosfera che ci riporta sensazioni a tutto campo che

non possiamo dimenticare, non vogliamo rimuovere.Gli incontri con gli artisti si terranno nel Foyer del Teatro al-

le 19. L’intera rassegna è a ingresso libero,sia per la partecipazione agli incontri sia perla visita alla mostra. • Il programma degli incontri e dei concer-ti: Giovedì 8 giugno: Vincenzo Zitello - Martedì 13giugno: Roberto Cacciapaglia - Mercoledì 14 giu-gno: Conciorto con Gianluigi Carlone e BiagioBagini - Giovedì 15 giugno: Patrizia Di MaltaQuartet - Lunedì 19 giugno: Folco Orselli, GingerBender, Vincenzo Costantino “Cinaski” - Martedì20 giugno: Ivan Cattaneo - Mercoledì 21 giugno:Massimo Priviero - Martedì 27 giugno: Livia

Grossi e Alessio Lega - Mercoledì 28 giugno: Franco Mussida -Giovedì 29 giugno: Mauro Ermanno Giovanardi e Parola CantataDischi - Lunedì 3 luglio: Dente - Martedì 4 luglio: Marco Pesatori eRosarita Crisafi - Mercoledì 5 luglio: Francesco Baccini - Giovedì 6luglio: Emanuele Fasano, Riccardo Russino, Davide Verazzani,Rolando Giambelli - Lunedì 10 luglio: Paolo Bonfanti, Laura Fedele,Ezio Guaitamacchi e Brunella Boschetti - Martedì 11 luglio:Alessandra Mostacci e Giangilberto Monti - Mercoledì 12 luglio:Cesare Picco - Giovedì 13 luglio: Woody Gipsy Band.

Nata ad Agrigento, Rosa Barba ha compiuto gli studi in Germaniae in Olanda; attualmente vive e lavora a Berlino. Vincitrice di nu-

merosi premi in tutta Europa, ha partecipato con successo a prestigio-se rassegne internazionali come la Biennale di Venezia, Liverpool,Sidney, San Paulo e Berlino. Il suo è un lavoro di ricerca e di sperimen-tazione legato a una indagine e a unariflessione sui paesaggi naturali spessoabbandonati e dimenticati, e ai paesag-gi umani visti come archivi della me-moria dove il tempo lineare non esistepiù perché oggetti e luoghi dell’era in-dustriale hanno perso la loro funzionee si va verso l’immaterialità di unanuova epoca tecnologica. Il mezzo cinematografico è lo strumen-to privilegiato per Rosa Barba; lo utiliz-za per le sue installazioni, costituite dacineproiettori a 16 o a 35 mm, pellicole,bobine, elementi che compongono origi-nali sculture cinetiche. Le opere, realiz-zate dal 2009 a oggi ed esposte nei1400 mq. dello spazio indiviso del-l’Hangar, sono 14 tra film, sculture cinetiche e interventi site-specific(cioè quelli concepiti direttamente in relazione ad uno spazio che esistea prescindere dall'opera d’arte). Particolarmente interessante “FromSource to Poem” il film che dà il titolo alla mostra. È girato in Virginia,nel più grande archivio di conservazione multimediale, una collezioneunica al mondo: circa 150 chilometri di scaffali di oltre quattro milionidi titoli tra film, video, episodi televisivi, musica, discorsi e programmiradiofonici che spaziano da formati obsoleti fino ai più moderni file di-gitali. Il film, di soli 12 minuti, contiene le tematiche fondamentali del-la poetica di Rosa Barba, che sono la conservazione della memoria, larelazione tra passato e futuro, la demolizione del tempo cronologico. Un

aspetto che caratterizza la produzione filmica dell’artista è l’alternarsidi realtà e immaginazione, narrazioni che oscillano tra il documentarioe il fantastico. Un esempio particolarmente esplicativo è “The Empiri-cal Effect”, un filmato di 22 minuti i cui protagonisti sono gli abitantidi Ottaviano, piccolo comune del Napoletano sopravvissuti all’eruzione

del Vesuvio del 1944. Il film che si aprecon un frammento di alcune scenegirate dai fratelli Lumière a Napoli,prosegue con una finta esercitazionedi evacuazione da parte dei residen-ti, un evento sempre programmatodalle Istituzioni e mai realizzato. Equi si confondono i piani tra la nar-razione realistica e la finzione, me-tafora delle complesse relazioni trasocietà e politica in Italia. Un ruolo importante nella produzioneartistica di Rosa Barba giocano le lucie il suono. Lo cogliamo anche nel brevema significativo filmato di 8 minuti“Enigmatic Whisper”, girato a Rox-bury nel Connecticut, nello studio del

famoso artista americano Alexander Calder rimasto immutato do-po la sua morte avvenuta nel 1976. La cinepresa di Rosa Barba èfissa su una delle sculture cinetiche più rappresentative di Caldersospesa al soffitto dello studio, e il ritmo delle riprese è scandito daisuoni di una batteria, di una tromba e da quelli emessi dalla stes-sa scultura cinetica in movimento. Un singolare omaggio a uno deigrandi protagonisti artistici del Novecento.Alla mostra si accompagnano visite guidate e un programma diattività pensate per bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni alla sco-perta dei linguaggi dell’arte contemporanea.Info: 02 66111573 - [email protected].

• Alla Festa Patronale di Pratocentenaro un pensieroper 3P Si è appena conclusa la tradizionale festa dell’Orato-rio di Pratocentenaro, apertasi il 13 maggio con uno spettaco-lo intitolato “U Parrinu” (il parroco), dedicato a Padre PinoPuglisi (3P, appunto), scritto, diretto e interpretato daChristian Di Domenico, che per la 370ma volta ha portato lasua esperienza personale sul palco. Si sono poi svolti giochi,gare, danze ed esibizioni varie, tra cui il concerto degli “Emer-son’s Friendes”, e del “Coretto di Santa Cecilia”, il tutto ac-compagnato da gustose proposte culinarie.• Al Centro Culturale MY G per un’estate in simpatiaPer il periodo estivo, il “Centro Culturale MY G”, di Via Vincen-zo da Filicaia 4, propone ai bambini “Summer in the City”, ilcentro estivo con la possibilità di scegliere di disegnare, passeg-giare nel Parco, lavorare col legno, curare le piante: il tutto dal-le 8,30 alle 16,30. Info: 339.8709214.•Una serata con la voce di Nina Simone e l’arte di StefaniaFavaro Mercoledì 14 giugno alle 21 presso “AngoloMilano”, ViaBoltraffio 18, serata a ingresso libero: “Nina Simone: tra musica vi-

ta sofferenza e orgoglio”, con l'analisi di importanti esperti. E poi,fino al 30 giugno, anche la mostra personale delle magiche e origi-nali opere di Stefania Favaro.• Sabato 17 giugno al Museo Botanico Continuano leaperture straordinarie del Museo Botanico Aurelia Josz diVia Zubiani 1, a fianco dell'Ospedale Niguarda. Tante le ini-ziative gratuite di sabato 17 giugno, dalle 14 alle 19, con visi-te guidate da “Ciceroni” speciali (gli studenti di alcuni liceicittadini), e poi ancora letture per adulti e bambini, laborato-ri, piantumazioni, benessere con le piante, e tanti giochi.Info: [email protected].• “L’Osservatorio Figurale” si apre al francese e al be-nessere Continuano i corsi di francese presso “L’OsservatorioFigurale” di Via Borsieri 12, dalle 17,30, dopo la giornata del 10giugno, già dedicata al benessere con seminari di thai chi nelgiardino sotto il Bosco Verticale. Quindi non più solo disegnodal vero, oppure ancora acquarelli in giro per la città, o disegnidi nudo in atelier, ma molto di più.Info: Annalisa Guarino Lui 320.0576383. (Roberta Coccoli)

Al Teatro della Cooperativa Tra un infanticida a un maniaco

Dal 9 giugno al 1° luglio, va inscena “Filax Anghelos - Figlia

del boom - Atto primo”. Si tratta diuna produzione del Teatro della Coo-perativa, con il sostegno della RegioneLombardia, testo e regia di RenatoSarti, con Massimiliano Loizzi, costu-mi di Carlo Sala, musiche di CarloBoccadoro.“Ho nostalgia di quella guerra fatta dibombe e sangue e non di spot e canali,

dove uno può dir di aver vissuto anche se muore!” Anghelos, una infantici-da, e Filax, un maniaco delle divise e dell’ordine, in realtà sono una sola per-sona che, in un manicomio, è vittima di uno sdoppiamento di personalitàche condensa le lacerazioni più profonde del nostro Paese dal dopoguerra aoggi. In questa stagione vedremo la prima parte dello spettacolo. Il prossi-mo anno è prevista l’intera versione. Una produzione impegnativa che oc-cuperà due anni di lavoro.Il testo è stato segnalato al 41° Premio Riccione per il Teatro con laseguente motivazione: “È un ricco, appassionato e impervio monologocentrato sulla drammatica ricerca di una identità patologicamentescissa”. Il testo viene per la prima volta messo in scena con la regiadel suo autore, Renato Sarti, che ha scelto Massimiliano Loizzi comeinterprete di un personaggio ambiguo e folle, sdoppiato nelle sue com-ponenti maschili e femminili, allo stesso tempo custode e paziente diun manicomio in cui il confine tra realtà e fantasia si perde. Ha det-to Vittorio Gassman: “‘Filax Anghelos’ mi sembra un dramma stimo-lante, di notevole dinamica teatrale e con un preciso linguaggio.Insomma l’ho molto apprezzato”.

Si accende la tv e immancabilmente ci si scontra con l’ennesimo caso difemminicidio. Sembra un fenomeno lontano dalla vita di ogni giorno,

ma l’incidenza con cui si propone non puo’ non preoccupa-re. Il 9 marzo, alla casa dei Diritti di Milano in via DeAmicis 10, si dibatteva di femminicidio davanti alla teladi Silvana Scaravelli “A bocca chiusa”. Nel dipinto unadonna significativamente crocifissa rappresenta la solitu-dine femminile di fronte alla violenza, tra l’indifferenzagenerale e l’assenza di protezione. Ha introdotto Diana De Marchi, Presidente dellaCommissione Consiliare Diritti del Comune di Milano, af-fermando l’importanza della diffusione di temi quali la di-scriminazione e il maltrattamento della donna. Chi è vit-tima di violenze domestiche non le riconosce come tali,mentre dovrebbe rendersi conto di essere i soggetto di unagrave ingiustizia che spesso finisce con la sua eliminazio-ne fisica. L’importanza dell’indipendenza economica e, so-prattutto culturale, è stata ribadita più volte nel corso dell’incontro daMiriam Pasqui, coordinatrice della rete dei Centri Antiviolenza e delle Case

Rifugio del Comune di Milano. La dottoressa Donatella Galloni, assistentesociale del Soccorso Violenza Sessuale e Domestica (SVSeD), ha spiegato

come il femminicidio sia il risultato finale di anni di mal-trattamenti. Si crea un fenomeno che si ripete in quasitutti i casi e che passa attraverso la disistima generaledalla maldicenza del proprio uomo, dall’isolamento dalleproprie amicizie e dalla madre. Si ha una perdita della vi-sione della realtà, fino all’autocolpevolizzazione da partedella vittima che non capisce che la violenza viene consi-derata, dall’uomo che la esercita, non una reazione a erro-ri di comportamento, ma solo una modalità di gestione diun rapporto. Quando la partner decide di mettere fine alrapporto, viene uccisa. È la cruda discriminazione di unapiaga sociale che ritrova nel quadro “A bocca chiusa” ladrammaticità di colori plumbei, incisivi, traumatici. Unquadro che è stato visibile alla Casa dei Diritti fino al 19marzo, per ricordare che il femminicidio non è il risultato

di un raptus d’amore, ma di una visione del rapporto di coppia basata sul-l’imposizione del potere del più forte. (Stefania Favaro)

Tra le iniziative sempre di grande qualità offer-te dal Centro Culturale della Cooperativa par-

ticolarmente interessante è stata la serata dedica-ta nello scorso aprile a “Guernica. Il potere dell’ar-te contro l’orrore”. Due i relatori, Cristina Muccioli,critico d’arte e docente a Brera che ha illustrato l’o-pera di Picasso e Antonio Barberini del CentroFilippo Buonarroti che ha approfondito le vicendedella guerra civile spagnola del 1936-1937. Datempo Antonio Barberini collabora con il Centro di

via Hermada ed è da lui che iniziamo una serie di interviste rivolte agliospiti, tutti di grande valore, che Maria Piera Bremmi “cattura” per anima-re le sue splendide serate culturali. Ex docente e responsabile delDipartimento di storia del Centro Filippo Buonarroti, Antonio Barberiniorganizza eventi, pubblicazioni e attività di ricerca nel campo della storia,dell’economia, della politica internazionale e del movimento operaio, teminei quali è particolarmente esperto. Autore di varie pubblicazioni è spessorichiesto come conferenziere anche alla Sorbona di Parigi.“Sono uno dei fondatori del Centro Buonarroti che è nato nel 1995, periododi grande confusione con la caduta dell’Unione Sovietica e le varie guerrebalcaniche. Con altri colleghi ho pensato fosse necessario intervenire nellescuole per spiegare ai giovani cosa stesse accadendo nel mondo e da alloraogni anno realizziamo incontri di carattere storico-economico rivolti aglistudenti sulle problematiche internazionali più calde e sulla crisi che stia-mo vivendo in Italia e in Europa perché è importante che i giovani com-prendano le origini e le conseguenze della situazione attuale. Trovo assur-do che a Milano, centro dell’economia e della finanza, questa materia nellescuole sia assolutamente negletta mentre invece i giovani sono molto sen-sibili all’argomento come abbiamo verificato nelle scuole dove siamo inter-venuti. Ho quindi lanciato la proposta di rendere il liceo Manzoni promoto-re di un ciclo di incontri aperto a tutti gli studenti di Milano, occupando unpomeriggio alla settimana. Spero possa realizzarsi”.Immaginiamo che uno degli argomenti su cui confrontarsi siaquello delle migrazioni, un problema molto complesso che riguar-da non solo l’Italia ma l’Europa intera.“Certo. Lo affrontiamo spesso e non solo nelle scuole cercando di far com-prendere le cause che hanno provocato e continuano a determinare questoprocesso ormai inarrestabile. Sono cause complesse, molteplici e di varia

natura. C'è un dato oggettivo da considerare ad esempio oggi nel rapportotra Africa ed Europa. L'Europa invecchia, non sono mai nati nel nostro con-tinente così pochi bambini neanche durante le guerre. In Italia la natalitàè ai livelli minimi del 1861 e dei 474mila bambini nati lo scorso anno unbuon 20% sono figli di immigrati. La prospettiva denunciata da tutti i de-mografi è che senza l'immigrazione la popolazione europea nel 2050 dimi-nuirà di 80 milioni di persone e soprattutto invecchierà con tutte le conse-guenze sull’economia del paese. Da un lato c’è quindi l'Europa con un biso-gno disperato di immigrati, dall’altro la situazione dell’Africa annientatadalla fame, dalle guerre e da un processo di sviluppo capitalistico che affos-sa le economie locali. I migranti arrivano infatti soprattutto dalle aree do-ve multinazionali cinesi, americane, europee recintano immense zone percoltivare prodotti di loro interesse privando i locali dei territori da coltivarecosì la maggior parte della popolazione, costretta ad abbandonare le proprieterre, si concentra nelle città che crescono a dismisura e non offrono pro-spettive. Siamo in un momento di grandi sconvolgimenti ma anche di gran-di opportunità, il cambiamento da parte di coloro che vivono nella parte for-tunata del mondo, cioè da noi, viene vissuto con preoccupazione mentre èchiaro che per l'altra parte del mondo è una speranza. È una situazioneestremamente interessante anche a livello internazionale questa che stia-mo vivendo, il declino degli Stati Uniti, il declino dell'Europa, l'emergeredella Cina, la nuova Via della Seta che prevede conseguenze sconvolgenti.I prossimi decenni saranno davvero interessanti da seguire, ecco perché èbene che i giovani siano ben informati. Io per natura sono ottimista, ce l'ab-biamo sempre fatta. Vedremo come possiamo uscirne anche questa volta”.I grandi temi di storia, scienza, economia e attualità che il CentroBuonarroti affronta attraverso i suoi esperti sono seguiti semprecon vivo interesse. È possibile sperare che alcune di queste tema-tiche possano essere trattate anche a Niguarda?“Collaboriamo da sempre con varie realtà culturali milanesi, associazio-ni, scuole, Istituzioni, musei. Alcuni anni fa ho conosciuto quello straordi-nario personaggio che è Maria Piera Bremmi e così siamo venuti aNiguarda, dove ci siamo trovati benissimo perché abbiamo trovato inte-resse e partecipazione. Poi il vostro è uno dei quartieri che ha una storiaimportante, di cooperazione, di lotta operaia, di opposizione al nazifasci-smo che ce lo fa amare molto. Il cartellone dei nuovi incontri in Bibliotecaverrà completato da Maria Piera in giugno, posso però anticipare che ri-torneremo qui presto”. (Valeria Casarotti)

EVENTI CULTURALI/2

a cura di Luigi Luce

I 269 ritrattidella scuola Scialoia

Sabato 27 maggio è stato inaugurato presso l’Istituto ComprensivoScialoia di Affori, in via Vittorio Scialoia 21, la mostra “Tutto il

Mondo in una scuola” del Collettivo Collirio, realizzata in collabora-zione con JR, celeberrimo street-artist francese, all’interno del suoprogetto oggi più famoso che è l’Inside Out Project. La mostra, che consiste nell’affissione sulle pareti della palestra chesi affaccia sulla Milano Meda di 269 ritratti dei bambini e del perso-nale della scuola, ha il patrocinio del Municipio 9, che ha riconosciu-to l’interesse sociale di questo progetto che è non solo un lavoro di ur-ban art, ma di fotografia sociale a scopo di integrazione, che vede pro-tagonista una delle scuole più multietniche di Milano, ovvero la scuo-la Scialoia, che ha il 60% degli studenti di origine straniera.La mostra, inserita nel circuito milanese del Photoweek, saràaperta fino al 31 luglio ed è visitabile, fino al 30 giugno dal lu-nedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 16; nel mese di luglio, dal lu-nedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 14.

Si scrive a colpi di martellosu una Royal del 1914

Il 18 maggio è stata inau-gurata a Milano una mo-stra di artisti contempora-nei del continente africano,dal Marocco al Madagascar,denominata “La Sfinge Ne-ra”. Rimarrà aperta al pub-blico sino al 24 luglio, pressola prestigiosa “Primo Marel-la Gallery”, di via Stelvio 66(tel. 0287384885).L’unicità di questa mostra

è rappresentata da una scelta particolare degli organizzatoriche, accanto a bellissimi quadri, arazzi, libri, sculture dellatradizione del continente nero, hanno voluto esporre, in unasaletta riservata, anche una vecchia macchina da scrivere, unaRoyal nera prodotta negli Usa nel 1914. E ispirandosi al libro“History is not mine” di Mounir Fatmi, artista originario delMarocco che vive a Parigi, a fianco della macchina sul tavolinosono appoggiati due pesanti martelli, mentre sulla parete difronte viene proiettato un significativo filmato in cui i tasti diquella macchina sono azionati al suono di pesanti martellate,invece che con le dita. Quale allegoria e quale messaggio si vuole trasmettere con que-sto allestimento? Lo scritto e quindi le idee possono essere leggè-re come piume e di aiuto all’Umanità, ma possono essere anchepesanti e dannose come quelle scritte usando il martello.La macchina da scrivere esposta, uguale a quella usata daMounir Fatmi a Parigi, è stata fornita dal Museo dellaMacchina da scrivere di Milano, via Menabrea 10 (cellulare3478845560 - www.museodellamacchinadascrivere.org)

ONA FRANCAa cura di Sandra Saita

Lo storico Carlo Antonio Barberini al Centro Culturale

Serena Siniscalco, l’ambasciatrice della poesiaCare lettrici, cari lettori, presentare la poetessa

Serena Siniscalco è facile e difficile allo stessotempo. Premiata nel 2005 con il nostro “Zoninod’Oro”, soprattutto di lei ogni volta mi colpisce lapersonalità. Sempre vestita di bianco, capelli bion-di, figura esile; un portamento semplice nei gestima sempre da grande signora!Ho conosciuto Serena perché lei è anche Presidente

della giuria del nostro concorso “Poesiamoci in Zona Nove”, di cui anch’iofaccio parte. Lei porta in poesia la vita stessa. Infatti scrive: “Si evince daimiei versi la mia molto vegliarda età velata di accorate malinconie, lan-guori, evocate immagini di trascorse membranze, malanni che ogni se-nilità impone… ma sempre mi sostengono un seppure flebile filo di spe-ranza e fatalismo assieme. Ed ancora qui racconto le mie emozioni, i mieisentimenti più veri nella felicità e nel dolore”. Queste parole concludono“Il Poesiario X”. Sì, perché Serena Siniscalco tutti gli anni raccoglie le suepoesie-prose in poesiari e sempre ogni anno ci offre un suo “Poesiario”.Vorrei scrivere tanto ancor di più, ma devo frenare questo desiderio.Devo parlare di lei, della sua vita: Serena Siniscalco nasce a Milano do-ve frequenta il ginnasio e liceo classico G. Carducci e quindi la facoltà difarmacia a Pavia. Sposata, quattro figli, vedova dal 1985. Dal 1972 fon-datrice e presidente del Premio Internazionale di Poesia su Tema“Streghetta” (che, col nome di “Noli Streghetta” per 32 anni si è tenuto aNoli. Dal 2016 a Milano con il nome di Milano Streghetta, pressol’Università Bicocca, Facoltà di Psicologia). Nel 1994 viene insignita del“Gran Collare dell’Ordine dei Capi di Casa” della Quinta RepubblicaMarinara di Noli per meriti culturali. Dichiarata spesso prima o finali-sta in alcuni prestigiosi premi letterari. Membro di giuria in altri concor-si letterari. Porta il suo contributo culturale sulle navi della CostaCrociere: “Fortuna” (2004) “Romantica” (2005) “Atlantica” (2006) intro-ducendo “L’Angolo della Poesia” con dibattiti e letture di poesie proprie edi altri pregevoli autori. Molto apprezzata in Italia e all’estero Serena,eterna innamorata della vita, ci offre perle di memoria e di saggezza trasofferenza vissuta e un luminoso sorriso, nell’incanto dei suoi versi.Riceve la Laurea Apollinaris Poetica che è il riconoscimento superiore al“Premio alla Carriera” e, unica, precipua Laurea in Italia. Fra tanti ono-ri che ha ricevuto quest’anno vi è il Premio alla Carriera dal Senato del-la Repubblica. Serena, quando parla ai bambini che scrivono poesie,spiega loro il segreto della poesia: “La poesia è costituita da tre elemen-ti fondamentali: il contenuto, il linguaggio e l’armonia. La mancanza diuno di questi elementi non fa una poesia perfetta”.

La notte delle fiabeSerena Siniscalco

Ed il sonno già nell’età pueriletardava nelle sere delle fiabe

irte di storie di diavoli e di streghe,dalle tate d’un tempo raccontate.E a luce spenta, sola nella stanza,

gli occhi sbarrati, intravedevo l’ombracon corna e coda del demonio rosso

che ingordo al letto s’appressava, al fined’aggredirmi e fare di me un boccone.Ed urlavo spaurita ché la mammaappresso mi venisse a rincuorare.

E a luce accesa, calma, essa aspettavache il sonno riaffiorasse della notte.Vegliarda ora e solinga come allora,

nel buio della stanza,non diavoli né streghe attorno vedoma pensieri ossessivi e ricorrenti,ceffi maligni d’un domani breve.Ho i battiti del cuore accelerati:

conto i malanni della mia vecchiezzanella mia notte insonne,

non differente da quella agghiacciantedella puerile età, ché ancora esistonodemoni e streghe, sotto finte spoglie.Il buio ancor mi dà ansia e sgomento.

Ma non ho più la mamma appresso al letto.Son sola nella notte delle fiabead evocare immagini mostruose.La preghiera soltanto mi consolae la voglia di vivere ancor preme.

Milano, settembre 2014

Il diciannovenne Juri Moretti, giovane scrittore e poeta“Fuga tra sogno e realtà”, è questo il titolo del

terzo libro del diciannovenne Juri Morettiche segue “Movie Time”, sul cinema, sua grandepassione e “Cose della vita”, breve autobiografia.Oltre ai racconti, Juri ha scritto anche delle poesieed è proprio per questo che lo abbiamo conosciuto.Quest’anno al Concorso Poesiàmoci in Zona Novehanno partecipato alcuni ragazzi del reparto di pe-diatria dell’Ospedale di Niguarda tra cui Juri che è

stato premiato. È stato un piacere conoscere questo ragazzo, il quale, nono-stante i suoi problemi di salute che spesso lo trattengono in ospedale percure e controlli periodici, attraverso i suoi scritti trasmette messaggi positi-vi e coraggiosi con un linguaggio semplice e chiaro, accessibile anche ai let-tori più giovani. Abbiamo chiesto a Juri di raccontarci come è nato questolibro dal titolo un po’ misterioso. “Ringrazio innanzitutto la dottoressa Eli-sabetta Turano, la quale mi ha sostenuto e incoraggiato per la stesura diquesto libro”, racconta Juri, “e l’Associazione del bambino malato cronicoche ne ha finanziato la prima stampa, oltre naturalmente i miei genitori emia nonna poiché mi seguono standomi molto vicino e incoraggiano il miolavoro con molto entusiasmo. Questo racconto fa riferimento a dei momen-ti trascorsi nel 2015, periodo in cui ebbi un grave problema di salute che miprocurò uno shock cardiogeno. Le speranze di sopravvivenza erano moltopoche e dopo vari tentativi i medici decisero di provare a mettere a riposoil cuore per aiutare la funzione degli organi con una macchina che si chia-ma ecmo. Il tentativo andò a buon fine. Mi tennero sedato per una settima-na e tra varie terapie e vari farmaci assunsi anche la morfina mentre eroin rianimazione. Per tornare a stare bene dovette passare un mese intero ein quel periodo si sovrapponevano sogni e realtà nella mia mente, tra i mo-menti di coscienza e incoscienza, a causa degli effetti dei farmaci. Il termi-ne fuga in questo titolo è invece da considerare sia in senso fisico che psico-

logico, anche se viene maggiormente considerato il senso psicologico, so-prattutto perché il libro è stato scritto per esorcizzare quei momenti”. I tuoi scritti, Juri, sono sempre positivi e gioiosi nonostante i tuoiproblemi di salute. C’è un messaggio in particolare che vuoi far co-noscere ai tuoi lettori attuali e a quelli futuri?“Forse voi pensate che io sia stato un ragazzo triste e che lo sia tuttora, in-vece vi sbagliate. Io sono convinto che ogni esistenza umana non sia privadi problemi, infatti in un modo o nell’altro dobbiamo a volte confrontarci conrealtà inaspettate o poco gradite. Dobbiamo essere sempre dei guerrieri inquesto mondo, non lasciarci spaventare dalla lotta e usare molto spesso laragione e anche la capacità di sognare, in attesa di un giorno migliore”. Quando e come nasce la tua passione per la scrittura e la lettura?La passione per la lettura nasce da bambino. Poi è arrivata quella per il ci-nema. Amo fare recensioni di film. Il mio primo libro infatti tratta questoargomento. Amo trasformare le mie esperienze difficili in occasioni di cre-scita e per fare ciò sono convinto che bisogna condividere le proprie emozio-ni e i propri sogni con gli altri. La comunicazione attraverso la scrittura è ilmodo migliore per fare ciò. A me spesso piace mettere il sole al primo postoperché è necessario sapere che il sole sorge sempre e sorgerà ancora, per il-luminare il buio nel momento in cui ce ne sarà bisogno”. Hai già dei progetti in programma per il futuro?“Ho in corso di stesura un quarto libro dal titolo “Il coraggio di vivere, quan-do vince la speranza...” È un’autobiografia molto più dettagliata della pri-ma. Sto cercando di far conoscere il mio ultimo lavoro attraverso incontrinelle scuole e in biblioteca. Mi è capitato di partecipare a un seminario pro-posto dall’Università Bicocca lo scorso 25 aprile. È stato un bell’incontro incui si è riflettuto molto sul termine resilienza, che è la capacità di superarei problemi senza soccombere, perché l’importante è vivere e trovare una ra-gione e un interesse per cui vale la pena metterci sempre il cuore”. Info: lapagina Facebook “Movie Time di Juri Moretti” o YouTube “Juri Moretti”.

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Il muraledi via Carlo Farini 17

Beatrice Corà

Un vecchio edificio di via Farini 17, in mattonirossi, della Milano che va scomparendo, è stato

ravvivato con una base di color verde e simpaticipersonaggi da Tony Graffio (foto a destra).Il murale, realizzato nel maggio 2016, rappresentaun omino con la lanterna, una grande lumaca, ungrosso serpente e uno scimmione. Una sorta di fa-vola che attira lo sguardo e fa viaggiare nel surrea-le con la fantasia.Gli antichi graffiti su pietra, o altre superfici, giàpresenti nel paleolitico superiore, come le bellissi-me incisioni rupestri della Valcamonica molto inte-ressanti per l’archeologia, rappresentano, sin d’al-lora, espressione di creatività e comunicazione.Senza dubbio, Tony Graffio ha trasmesso molto be-ne, su questo muro, la sua arte di strada strappan-do ai passanti sorrisi ad adulti e bambini!Grazie Tony, altri muri di zona ti aspettano!

a cura di Antonietta Gattuso

Oltre 300 ragazzi a “Poesiàmoci in Zona Nove”alla VI° Edizione: un grande successo!

Passerini/1: concorso “Milano, la mia città, la mia casa”

Passerini/2: una festa a scuola con i robot

Progetto Cinema a ScuolaAl Mic i film dei ragazzi

Al Progetto “Cinema a Scuola”, curato del direttore Luigi Allori, in colla-borazione con il Mic (Museo Interattivo del Cinema), presentato dal

Centro Culturale della Cooperativa e patrocinato dal Municipio 9, quattrosono state le classi aderenti per l’anno scolastico 2016/2017: la I F e la I Ddella Cassinis, seguite rispettivamente dalle prof.sse Sara Rossi e AngelaGiroletti, con il prezioso aiuto del prof. Antonio Sacco e la I A dellaTommaseo seguite dal prof. Roberto Carlucci. I ragazzi della III A dellaCassinis, seguiti dal prof Sacco, hanno preparato un filmato sportivo, mon-tando alcune scene tratte dalle regionali di baseball cui hanno partecipato.Tutti e quattro i film sono stati proiettati al Mic il primo giugno, in una sa-la gremita. Oltre i ragazzi e i professori sono intervenuti diversi genitori. Il lavoro della I F guidato dalla prof.ssa di Educazione Artistica Sara Rossi,dal titolo “Athena’s Films”, ha preso spunto dagli antichi Greci proprio per-ché i ragazzi stavano studiando l’argomento proprio nel momento in cui so-no stati stimolati alla creazione del filmato. Il lavoro della I D, guidato dal-la prof.ssa Angela Giroletti si è concentrato sullo studio delle Cenerentolein Europa. Attraverso le loro ricerche, i ragazzi hanno evidenziato i punticomuni e quelli discordanti della stessa fiaba, nelle varie versioni degli al-tri paesi europei. La I A della Tommaseo invece, guidata dal prof Carlucci,ha creato un film che ha preso spunto dalla favola di Gianni Rodari “C’eradue volte il barone Lamberto”. La regia è stata di Virginia Evi e le coreo-grafie e le musiche di Paola Terenzio.Ideare e realizzare un film non solo si è dimostrato molto divertente per iragazzi, ma li ha portati a riflettere su oggetti e concetti non sempre imme-diatamente comprensibili. L’approccio è stato il più sperimentale possibilee comunque giocoso, rispettando la regola antica, che indica nell’elementopiù efficace per trasferire ai ragazzi informazioni e cultura è di giocarci in-sieme. Infatti, ciò che è importante per i ragazzi, indipendentemente dalmessaggio che vogliono trasmettere, è fare bene le riprese usando l’inqua-dratura, i piani, le angolazioni, la luce, il colore, i trucchi e soprattutto reci-tare davanti alla cinepresa.

Liceo Russell: V° edizionedel Progetto Libriamoci

Il 23 aprile ricorre la Giornata Mondiale del Libro, nota anche comeGiornata del Libro e della Rosa, patrocinata dall’Unesco per promuove-re la lettura e valorizzare il contributo che gli autori danno al progresso so-ciale e culturale dell’umanità. Sulla base di una tradizione catalana, il 23aprile, - giorno in cui sono morti nel 1616 tre importanti scrittori, lo spagno-lo Miguel de Cervantes, l’inglese William Shakespeare e il peruviano incaGarcilaso de la Vega, nonché festa di San Giorgio patrono della Catalogna- è usanza che ogni uomo regali una rosa alla sua donna e riceva in donoun libro da quest’ultima. Pertanto, in occasione di questa giornata, il Liceo Russell ha promosso ta-le evento, per la quinta volta, nell’ambito del Progetto “Libriamoci”, invitan-do gli studenti a partecipare al Concorso Nazionale, sezione Poesia e Prosa,“Come farfalle diventeremo immensità”, bandito da Fara Editore e Danielee Giulio - Insieme - Onlus, ispirato al tema “Il coraggio del bene”. Per l’oc-casione sono state premiate, durante la cerimonia ufficiale che ha avutoluogo a Forlì il 25 aprile scorso, le studentesse Teresa Piazza, Zoe Malvestitie Gaia Fiacchini, delle classi II B e II C Scienze Umane. I loro testi sono sta-ti inseriti e pubblicati nell’Antologia, edita appositamente per il Concorso.Il Progetto Libriamoci dell’Istituto Russell, in particolare, persegue ormaida qualche anno lo scopo di rivitalizzare e promuovere la frequentazionedella biblioteca scolastica da parte dei docenti e degli studenti dell’istituto.L’Istituto ritiene che questo spazio, che ospita un considerevole e preziosopatrimonio di opere (classici, riviste, testi scolastici, annuari e documentiprodotti dagli allievi) non debba essere più vissuto come un semplice depo-sito di libri o un mero spazio di prestiti vocabollari, bensi come un luogo‘aperto’ e vivo di incontri, di scoperte, di scambio, di attività didattico-cultu-rali curriculari ed extra-scolastiche aperte ad un'utenza interna più allar-gata e anche al territorio. Il progetto prevede i seguenti interventi: appron-tamento di un catalogo dei volumi e dei materiali esistenti (a cura diAssogenitori Russell); arricchimento della dotazione libraria con nuovi ac-quisti; promozione da parte dei docenti di attività didattiche curriculari daospitare in tale spazio; lezioni sulla storia del libro, la giornata mondialedell’insegnante, laboratori di lettura e ricerca, maratona di letture poetiche;allestimento in biblioteca di un Bookcrossing point per il libero scambio-li-bri degli studenti dell'istituto. Questa attività sarà realizzata a condizionedella previa approvazione da parte dell’Associazione Genitori Russell e acondizione che i genitori che si occupano della gestione della biblioteca as-sumano l’incarico di supervisione dei libri collocati nel Bookcrossing point;potenziamento della pubblicizzazione e promozione nelle classi della par-tecipazione ai concorsi letterari e artistici; organizzazione di eventi lettera-ri nella settimana di recupero e approfondimento (incontri a tema e incon-tri con l'autore) o in orario extrascolastico (happy hour letterario al Russell)aperti anche alle famiglie degli studenti, alle realtà socio-culturali del ter-ritorio e a esponenti del mondo culturale milanese; adesione alla “Settima-na della lettura” promossa annualmente dal Miur; celebrazione dellaGiornata mondiale dell’insegnante con letture e pensieri stimolo.

Bussero: Giornatadella Scienza in erba

II 5 giugno si è svolta presso la scuola G.B. Pirelli di via Bussero la primaedizione della Giornata della Scienza. Nei corridoi, i ragazzi di ogni clas-se hanno preparato alcuni esperimenti da presentare ai ragazzi delle altreclassi che passavano a visitare gli exhibit. Sono stati fatti due turni in mo-do che tutti potessero comunicare i propri esperimenti e visionare quellidegli altri. Il modello è quello di Scienza Under 18 che si svolge a Milanoalla Rotonda della Besana e coinvolge molte classi della Lombardia. Quellaalla scuola G.B. Pirelli è stata in piccolo una festa della scienza, della curio-sità, del metodo scientifico, dell’attività laboratoriale, un momento - feliceper i bambini di tutte le età della primaria - per avvicinarsi alle scienze inmodo divertente e soprattutto veicolato dai lori compagni delle classi accan-to. Da ripetere! (Giuliana Isola)• Mini olimpiadi alla Scuola Primaria G.B. Pirelli Sabato 6 maggiosi è svolta, presso la Pro Patria Milano, l’ottava edizione delle mini olimpia-di della Scuola Primaria G.B. Pirelli. Si tratta di una manifestazione noncompetitiva basata su attività di “gioco/atletica” organizzata dall’Associa-zione Amici della G. B. Pirelli. Le mini olimpiadi hanno visto un’ampia par-tecipazione di bambini, familiari, genitori e insegnanti.

Sabato 13 maggio, presso l’Auditorium Sarti Strada, si è svolta la ce-rimonia di premiazione della VI° edizione del Concorso “Poesiàmoci

in Zona Nove”, dedicato alle scuole primarie e secondarie di I grado delMunicipio 9, presentato dal Centro Culturale della Cooperativa in col-laborazione con l’Associa-zione Amici di “Zona Nove”,e patrocinato anche que-st’anno dal Municipio 9. LaCommissione Giudicatricecostituita da Luigi Allori(presidente del Premio),Serena Siniscalco (presi-dente di Giuria), MariaPiera Bremmi (responsa-bile del Centro Culturaledella Cooperativa), Orten-sia Bugliaro, Sandra Sài-ta e Antonietta Gattuso, siera riunita il 30 aprile scorso per decretare i risultati. Le poesie partecipanti sono state 311. Sono stati conferiti un primo,un secondo e un terzo posto per ogni sezione; menzioni speciali dellagiuria e partecipazioni di merito. Sono stati premiati in modo ripro-porzionato rispetto alla percentuale di partecipazione per ogni sezio-ne, circa il 10% dei partecipanti. Ringraziamo per la presenza, oltrealla Commissione Giudicatrice, il presidente dell’Associazione Amicidi “Zona Nove” Andrea Bina, il sindaco del Municipio 9 GiuseppeLardieri, il vicepresidente del Consiglio di Municipio Vincenzo Fem-minino, il presidente e il vicepresidente della Commissione Educa-zione, Cristian Cerqua e Claudio Colombo. Quest’anno le poesie sono state declamate oltre che dalle poetesseSerena Siniscalco, Ortensia Bugliaro e Sandra Sàita, anche da dueospiti d’onore, Marco Schiavoni ed Elena Favaretto, entrambi mem-bri della Compagnia Teatrale “I CesariOni” di cui Marco è il regista.Si ringraziano inoltre i bambini delle classi V° della Scuola Passerini,diretti dal Maestro Marco Sicca, per la loro canzone “Amicizia”. Per laSezione A (III, IV e V anno della Scuola Primaria) il primo, il secon-do e il terzo posto sono stati conferiti a tre bambini della V° B dellaScuola G.B. Pirelli la cui insegnante è Antonella Di Leonardo. La pri-ma classificata è stata Elena Zhang per la poesia “Sento”; il secondoclassificato, Giancarlo Gamarra per la poesia “Cammino” e il terzoclassificato Andrea Amari per la poesia “Il mare”. Per la sezione B(Scuole Secondarie di I grado) il primo posto è stato conferito a ElIdrissi Yassin della classe I D della scuola Gandhi, per la poesia“Memoria”, insegnante Roberto Cacciatore. Il secondo posto ex aequoè stato conferito a Roberto Virgilio della II C della Rodari per la poe-sia “L’anima nel Paradiso”, la cui insegnante è Carla Rodari, eGiacomo Pollio D’Avino della classe II B della Falcone-Borsellino perla poesia “Ho visto” la cui insegnante è Angela Mormile. Il terzo po-sto è stato conferito invece a Davide Tibello della I D della Gandhiper la poesia “A mio padre”, insegnante Roberto Cacciatore. Sono sta-te conferite inoltre diverse partecipazioni di merito ai bambini e ai ra-gazzi partecipanti che si sono distinti per la bellezza degli elaborati oper l’originalità. Per la Sezione A citiamo Serena Corbellari, CaterinaSecco D’Aragona, Laura Vecchi, Martina Manca, Miriam Sallam del-la Vittorio Locchi; Leonardo Fracchiolla, Lorenzo Piredda, AlessioZagarese della Pirelli, Valentina Mainardis della Cesari. Per la Se-zione B citiamo Nairi Arcari, Aurora Fotia, Mohammed Mahbub etutto il corso A della Tommaseo per il libro “Parole Danzanti”; Ema-nuele Enriotti della Rodari, Davide Triposo e Kharel Hanaina dellaGandhi, Manuel Spiezia della Falcone e Borsellino, Andrea Solimandella Maffucci, Sofia Rudelli, Giulia Chuquillanqui, Caterina Lenzini

e Giulia Genduso della Verga. Anche quest’anno c'è stata la parteci-pazione straordinaria di alcuni ragazzi del reparto di pediatria delNiguarda i quali, se anche non abitano in zona, a volte sono costrettia risiedere per lungo tempo in ospedale e quindi nella nostra zona.

La d.ssa Elisabetta Tura-no, che li guida nei corsi discrittura creativa, ha pro-posto la partecipazione alConcor-so e molti hannocomposto delle poesie. Neabbiamo premiati tre chesi sono distinti per la bel-lezza del loro elaborato:Iuri Moretti per la poesia“Il sole”, Sara Scafuro perla poesia “Il mare” eAntonio Mysisca DeSantis per la poesia “Luci

di Natale”. A tutti i bambini e i ragazzi premiati sono stati do-nati una pergamena e una medaglia nominative, mentre a tut-ti gli insegnanti sono stati donati gentilmente dei libri sul cine-ma del direttore Luigi Allori.

Due poesie tra le prime classificateMemoria

El Idrissi Yassin(primo classificato sezione B)

Trattati come oggetti,privati di un nome,

allontanati dall’amore.Immersi in un’assurdaIndifferenza umana,

insultati,derisi,

picchiati ed uccisi.La colpa ?Essere nati.Io vi ricordo.

SentoElena Zhang

(prima classificata sezione A)

Sento la brezza marinascompigliarmi i capelli bagnati.

Sento l’aria salatae i gridi di mille gabbiani.

Mi salutano con stridula voce.Sento la bianca spuma del mare,mi sfiora con dolcezza infinita.Sento la morbida sabbiatoccare i miei teneri piedi.

E l’infrangere d’onde su rocce,mi culla in pensieri felici.Ora il mare mi salutabagnandomi il cuore con dolcezza infinita.

Il 20 maggio, durante la festa di fine annoscolastico della Passerini, si è svolta laCerimonia di Premiazione del ConcorsoLetterario/Fotografico indetto dalla stessascuola nell’anno scolastico appena passato.Il Concorso prevedeva la partecipazione deicittadini del Municipio 9, a partire dei bam-bini delle Scuole Primarie, dei ragazzi delleScuole Secondarie di I e di II grado e di tut-ti gli adulti che avessero voluto cimentarsi

nella preparazione degli elaborati o delle fotografie. Alla Cerimoniaerano presenti anche il sindaco di Municipio Giuseppe Lardieri, l’as-sessore all’Educazione Deborah Giovanati, il vicepresidente delConsiglio di Municipio Vincenzo Femminino e il consigliere RobertoDe Lorenzo. Sono stati premiati i primi classificati per ogni sezione esono state conferite anche partecipazioni di merito e menzioni specia-li della giuria, sia per il Letterario che per il Fotografico. Ricordiamoche la coordinatrice del Concorso è stata la maestra Anna Leone,mentre il presidente del Premio, la Dirigente Scolastica AlessandraOrtenzi. I membri della giuria per la sezione dei bambini e dei ragaz-zi del Letterario sono state le insegnanti Maddalena Bozzola, LauraGasbarri, Lorella Modesti, Mariella Tortella; mentre per il letterariodella sezione adulti, l’insegnante Ortensia Bugliaro e la signoraAntonietta Gattuso. I membri della giuria del fotografico, per tutte lesezioni, sono stati i fotografi professionisti Mario Di Benedetto eRoberto Ghislandi. La sezione A riguardava i bambini dalla prima al-la quinta elementare; la sezione B i ragazzi dagli 11 ai 14 anni; la se-zione C i ragazzi dai 15 ai 19 anni; la sezione D gli adulti dai 19 an-ni in su. Per la sezione C non c’è stato nessun partecipante. Per la se-

zione A, il primo posto è stato conferito a Lorenzo Trapani della VA della Passerini, per la poesia “Milano, la mia città, la mia casa”;il secondo posto a Federico Colamartino della III B della Passerini,per la poesia “Milano, la mia città, la mia casa”; il terzo posto aCaterina Secco della classe V A della Scuola Passerini, per il raccon-to “Milano, la mia città, la mia casa”. Tra i partecipanti con meritodella sezione A citiamo Anita Cuschera, Clara Petrò e la IV B dellaCesari; Alberto Arnaboldi, Gaia Biffi e Giulia Galli della Passerini.Per la sezione B sono pervenuti pochi elaborati e pertanto è statoconferito solo il primo posto che è andato a Elisa Sala della classeII E Cassinis, per la poesia “La mia Milano”. Per la sezione D il pri-mo posto è stato conferito a Giuliana Marchesi per la poesia“Natura morta su rotaie”; inoltre sono state conferite partecipazionidi merito a Loredana Gorini per il racconto “Milano, la mia città, lamia casa” e Roberto Gonetti per la poesia “Sentimenti per Milano”.C’è stato inoltre un riconoscimento fuori concorso agli autori EnzoGrossi e Marco Laurenti per “Racconti su Niguarda”. Racconti moltoapprezzati che non sono stati accettati in concorso perché già editi, adifferenza di ciò che prevedeva il regolamento. Per quanto riguardail Concorso Fotografico, il primo posto è stato conferito ad Asja Rocco,il secondo a Chamod Odugampolage, il terzo posto a Fabiana Grillidella Scuola Cassinis; la menzione speciale della giuria è stata confe-rita, per la sezione D, ad Antonella Miloro. Sono state donate a tutti i vincitori e ai partecipanti delle pergame-ne nominative, mentre ai primi classificati dei tablet e dei buoni-spe-sa offerti dalla Cartoleria “Cart di matt” di via Passerini. Ai ragazzivincitori del Concorso Fotografico sono stati offerti anche dei buoni“un’ora a spasso per il Parco Nord” offerti dal fotografo Arnaboldi, ge-nitore di un bambino della Passerini.

La festa di fine anno scolastico della Passerini è coincisa con il con-vegno nazionale “Giocare a pensare. Metodi e tecnologie per l’uso

educativo e didattico dei robot”, sul nostro territorio organizzato dalDipartimento di Scienze Umane dell’Università Bicocca. Al Convegnosi è discusso di apprendimenti e capacità che possono essere sollecita-te da esperienze di robotica educativa; di metodi riguardanti la proget-tazione e la valutazione educativa e didattica; di strumenti e tecnologierobotiche esistenti e in via di sviluppo. Si è trattato di un mix di ap-profondimenti teorici ed esperienze, tra le quali quelle realizzate allaPasserini e alla Bussero (vedi il numero scorso). In particolare, durante la festa della Passerini, i bambini della IV C,insieme alla loro maestra Stefania Bussini, hanno allestito una po-stazione per far giocare chiunque si sarebbe avvicinato, così comeavevano sperimentato loro stessi da utenti, lo scorso anno, visitandoil X Festival della Robotica Educativa presso l’Università Bicocca.“Diciamo che tutto è nato da lì”, sostiene Stefania Bussini, “perché ibambini hanno partecipato con entusiasmo e interesse al Festival,curiosi, motivati a capire, a fare. È necessario quindi essere all’altez-

za del loro interesse, prepararsi, saperne di più, sfruttare la loro cu-riosità per trasformarli da semplici spettatori ad attori. Per questo èdiventata una scelta naturale decidere di formarsi e quindi iscriver-si al corso ‘La robotica educativa: metodologie di progettazione, con-duzione, e valutazione di esperienze didattiche in contesti scolasticied extrascolastici’ organizzato dal Dipartimento di Scienze Umaneper la Formazione dell’Università Bicocca. Durante il corso abbiamoprogettato e in classe sperimentato, in co-conduzione con AlessandroCanetta e Matteo Bonanno, colleghi di corso ed esperti di tecnologia.Siamo così arrivati gradatamente all’evento del 20 maggio con la po-stazione SupeRobotica”. È stato preparato, per la festa, uno spazio illustrativo con foto del per-corso e relative didascalie per raccontare il lavoro svolto, dove l’approc-cio intuitivo ha guidato tutte le fasi di esplorazione e quelle di proget-tazione, partendo dalle preconoscenze. Il giorno della festa, oltre all’uti-lizzo e alla spiegazione dell’uso di macchinari specifici è stato possibilerifarsi alla robotica anche per giocare al gioco dell’impiccato per esem-pio, oppure al memory o comporre dei puzzle.

“La storia del Diavolo rossonero inizianel dicembre del 1899. La precisa data dinascita è ancora dubbia, ma la più accre-ditata è quella del giorno 13, in una sa-letta dell’allora Hotel du Nord, che si tro-vava dove ora sorge l’Hotel Principe diSavoia in piazza della Repubblica”.Così inizia “Milan 1899. Un storia da ri-cordare” (casa editrice El nost Milan), ilnuovo libro del nostro collaboratoreMauro Raimondi e di Davide Grassi, unduo che ha già al suo attivo numerosititoli di letteratura sportiva e milani-sta, come ad esempio “Milano è rosso-nera. Passeggiata tra i luoghi che han-no fatto la storia del Milan” (ebookBradipolibri, 2012).Questo nuovo testo, però, è molto parti-colare in quanto concepito per un’occa-sione assai importante: la pubblicazione,dal parte dell’avvocato Giuseppe LaScala, dell’unica copia esistente delloStatuto originale del Milan, quella chedeterminò le regole della società. Comescrive lo stesso La Scala (azionista delMilan e noto per la sua coriacea opposizione alla gestioneGalliani), il libretto è stato messo all’asta dalla Bolaffi dopoche la società milanista non ha voluto acquistarlo: “A quelpunto ho deciso che sarei intervenuto di persona, in modo dagarantire che un documento di tale importanza potesse es-sere messo a disposizione del popolo rossonero. È costatomolto, ma a chi mi suggeriva di comprare con quell’ingentesomma un macchinone o un orologio di gran marca, ho ri-sposto che viaggio benissimo in treno e che per sapere l’oraesatta mi basta uno Swatch”.Un atto d’amore verso il Milan, dunque, quello dell’avvocatoLa Scala, che poi ha incaricato i due scrittori “rossoneri” diraccontare i primi anni di vita del club.E così ecco scorrere tra le pagine i luoghi dove si incontra-vano i soci rossoneri: la prima sede fu la FiaschetteriaToscana in via Berchet 1, ma gli inglesi amavano ritrovarsianche in un American bar di corso Vittorio Emanuele 43 egli italiani alla Birreria Spaten Brau, che nel 1909 sarebbediventata la sede ufficiale del club. Seguono poi la scelta del nome, che corrispose alla versioneinglese della città, e dei colori, per cui è entrata nella storiacalcistica una frase attribuita sempre a Kilpin: “Noi saremorossi perché saremo dei diavoli, e neri, come la paura cheincuteremo agli avversari”. Secondo alcune fonti il ros-so potrebbe essere stato scelto in onore del Nottin-gham Forest, squadra della città natale di Kilpin, men-tre il simbolo del diavolo potrebbe rimandare all’ani-ma protestante - e perciò per alcuni cattolici addi-rittura eretica - dei fondatori inglesi”.

Proprio a Kilpin, vero deus ex machinadella nascita del Milan, i due autori de-dicano un intero capitolo narrandone labreve vita (morì a soli 46 anni) e la pas-sione par il calcio e per il whisky, alpunto che “invitava i giocatori a berloprima delle competizioni perché, a suodire, dava energia, e anche dopo per re-cuperare meglio le forze. Si raccontache lui stesso tenesse una bottiglia diBlack and White dietro il palo dellapropria porta“. Un bel ritratto a coloridi Giovanni Cerri completa il tributo algiocatore, giustamente sepolto al Fa-medio del Monumentale. Imperdibili, per chi è milanista ma an-che solo per un semplice appassionatodi calcio, le descrizioni della prima par-tita (Milan-Mediolanum 2-0) e dei pri-mi campi rossoneri: il Trotter nell’at-tuale via Andrea Doria, l’Acquabella inzona p.le Susa e il Campo Milan PortaMonforte in via Fratelli Bronzetti, doveper la prima volta in Italia vennero ap-plicate le reti alle porte. E altrettanto

interessante appare la cronaca delle prime vittorie, come laMedaglia del Re e soprattutto la Palla Dapples, “una compe-tizione a quei tempi più seguita del campionato perché ave-va il fascino della partita secca tra la squadra detentrice(che giocava in casa e manteneva il trofeo anche in caso dipareggio) e la sfidante, che consegnava per iscritto la sua de-cisione di partecipare alla gara, come fosse un vero duello”.Infine, chiudono questa parte del libro i resoconti dei primitre scudetti rossoneri conquistati nel 1901 contro il Genoa,nel 1906 ai danni della Juventus (che si rifiutò di giocare ilsecondo spareggio per il titolo sul campo neutro dell’UnioneMilanese) e quello del 1907.Terminata la parte sportiva, il testo si conclude con il con-tributo di Marco Boscolo che narra il suo ritrovamento del-lo Statuto originale “in un piccolo contenitore di legno in uncassetto della scrivania, dalla confusione di vecchie foto, mo-nete e medaglie militari, era emerso un modesto libricino dicui mi aveva colpito in copertina la scritta, Milan Football &Cricket Club. Lo andai a riprendere, curioso di sapere cosafosse quell’opuscolo dalla copertina rossa: era lo statuto difondazione del Milan”. È l’unico esemplare ritrovato e ovvia-mente appare sul prezioso volume, a testimoniare comeStoria e Passione possano andare (ancora) a braccetto pu-re nel calcio.

P.S. Il libro non è in vendita ma verrà distribuito inun cofanetto con la copia dello Statuto del Milansolo ai primi 1899 soci dell’AssociazioneMilanisti 1899.

Milan 1899. Una storia da ricordare

BELLEZZA IN ONA

a cura di Franco Massaro

Al Parco Nord il Sevesoè come il Klondike!

Sempre sorprese nella nostra Zona, anche impensabili,come questa che vi racconto. Giorni fa, mentre percorre-

vo la sponda del Seveso, ho notato un giovanotto, straniero,che stava armeggiando con qualcosa stando laggiù in bas-so, a contatto con l’acqua caffelatte del nostro fiume. Mi so-no fermato a osservare e ho visto che utilizzava una batea,la padella dei cercatori d’oro. Lavorava meticolosamente eincessantemente e non ho voluto disturbare, anche perchéla mia meta era una laghetto dove un’Anitra muta presen-tava i suoi tredici tesori, nati il giorno prima. Bene, al ritor-no mi sono nuovamente fermato dove si trovava il cercato-re d’oro per fare due chiacchiere. Era soddisfatto! Mi mo-strava un qualche cosa che da lassù e non capivo cos’era,ma dall’espressione del suo volto ho intuito che la ricercaera stata soddisfacente. Il nuovo Klondike è da noi!

a cura di Franco Bertoli

Milano è una città che mette a disposizio-ne dei cittadini, quotidianamente, un

numero elevato di capolavori artistici. Alcunidi questi sono alla Bicocca che è oramai dive-nuto, dopo il centro di Milano per ovvii moti-vi, un vero e proprio polo museale a cieloaperto. Transitando al Teatro degli Arcimbol-di , gioiello architettonico ad opera dell’ archi-tetto Gregotti, costruito nel 2002, è possibileammirare la scultura “Scogliere” (foto 5), ope-

ra dello scultore Spagnulo, formata da 5 enor-mi blocchi d’ acciaio mentre è di pochi giornifa il trasferimento dalla Piazzetta Reale allaPiazza dell’ Ateneo Nuovo di un complessomonumentale firmato da Arnaldo Pomodorodenominato “The Pietrarubbia Group” (foto3) che vi resterà per 5 anni. Spostandoci di po-chi passi, in Piazza della Trivulziana, si puòammirare il suggestivo murale “Chained” (fo-to 2), di Tresoldi e Borondo mentre dello scul-

tore Melotti è visibile, all’esterno dell’HangarBicocca (foto 1), “La Sequenza”,opera astratta di moduli in ferro. Già checi siete entrate all’Han-garBicocca e go-dete “I Sette Palazzi Celesti” (foto 4), set-te monumentali torri di cemento arma-to, alte 18 metri di Anselm Kiefer, operaunica nel suo genere.Ciliegina sulla torta: la visita delle opere diquesta mostra nel quartiere è gratuita!

Il quartiere Bicocca, museo a cielo aperto

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a cura di Lorenzo Meyer

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Nicola Caggianoda Forlì a Niguarda di corsa!

Quasi 350 chilometripercorsi, 612.000 pas-

si e 23.000 calorie spese.Questi sono i numeri diNicola Caggiano, 69 an-ni, che ha percorso cor-rendo il tragitto Forlì-Mi-lano via Palanzone conpartenza martedì 9 mag-gio e arrivo domenica 14maggio. Con quel sim-patico e inconfondibile ac-cento romagnolo ci in-forma subito al telefonodi essere reduce dalla100 chilometri del Pas-satore (da Firenze aFaenza scalando l’Ap-pennino tosco-romagno-lo). Bravo Nicola, peròsiamo curiosi di cono-scere le ragioni di que-sto “viaggetto milane-

se”. “In realtà - ammette Nicola - si tratta di una piccola sfi-da con mio figlio Stefano che vive a Niguarda con la suacompagna Antonella; scommettiamo che un giorno vengo atrovarvi a piedi?” Detto e fatto. “Ho percorso sei tappe perraggiungere Niguarda. La prima da Forlì a Budrio(64,5km), poi Budrio-Carpi, il paese natale del miticoDorando Pietri (61 km), Carpi-Casalmaggiore (66 km),Casalmaggiore-Soresina (72 km e tanto male ai piedi),Soresina-Cassano d’Adda (56 km) e infine, accompagnatoda mio figlio, Cassano d’Adda-Niguarda via Palanzone (30km) correndo accanto al Naviglio Martesana.” Mentre loascoltiamo pensiamo alla grande fatica da lui compiuta. “Ineffetti all’arrivo non ero freschissimo però devo ammettereche è stata una bellissima esperienza. Anzi, ho già in men-te per il futuro un’altra corsetta: Forlì-Roma!”“Zona Nove” si complimenta con Nicola Caggiano con ungrande “in bocca al lupo” per le sue prossime imprese!

SPORT IN ONA

a cura di Lorenzo Meyer

Ecobonus nell’edilizia e rinnovo del CdA di AbitareOvvero come migliorare la qualità delle case in cooperativa

Franco Mirabelli (senatore della Repubblica del Pd)

I rapporti patrimoniali nella separazionee nel divorzio dopo le recenti pronunce della Cassazione

Avv. Alessia Castellana

CONSULENZA LEGALE

Cellulite cos’è e come eliminarlaPaola Chilò

La cellulite è considerata dai medici una malattia estetica, Dalpunto di vista strettamente fisiologico potrebbe in parte esse-re vero. Ma vi sono due terzi del problema che non sono mai sta-ti considerati: il primo è l’origine psicosomatica e il secondo è l’a-spetto legato alle abitudini di vita in relazione al territorio in cuisi vive. Infatti nel nostro paese la cellulite colpisce ormai 8 donnesu 10, ed è in costante aumento. Mentre nei paesi asiatici e afri-cani questo problema è quasi insigni ficante. Come mai? La cau-sa va ricercata nel tipo di alimentazione abituale, nel tipo di vita(sedentarietà, fumo, uso di farmaci), ma anche nella radice dellanostra femminilità e di come la si vive. L’Occidente, fin dai tempi in cui bruciavano le donne perchéconsiderate streghe in quanto portatrici di tentazioni pecca-minose, con il rigore morale e l’educazione sacrificata ha pro-dotto una frustrazione nel vivere con sensi di colpa la valen-za femminile nella sua totalità. Questa tesi è avvalorata dal fatto che le porzioni del corpo chevengono ricoperte da questa corazza sono per lo più i fianchi,il sedere, le cosce, le gambe. Quando è accompagnata da obe-sità, anche le braccia il dorso e il ventre. È un tentativo del cor-po di mettere in atto quelle memorie difensive dovute a unaeducazione rigida nei confronti della sfera sessuale. Prendere

consapevolezza di questo aspetto è la base per poi procedere aconsiderare l’aspetto fisiologico.Il corpo è costituito per il 70 -75 % di acqua, di cui 2/3 sono conte-nuti nelle cellule e 1/3 si trova fuori di esse, nel liquido extracellu-lare. Il liquido interstiziale si trova quindi fra una cellula e l’altrae nel connettivo. Il tessuto connettivo è costituito da poche cellu-le, di fibre collagene e da molta sostanza elastica. Esso connettegli altri tessuti e forma uno strato di sostegno sotto il derma, edè qui che avvengono le alterazioni che portano alla cellulite.È anche la sede degli scambi di sostanze nutritizie e scarti meta-bolici tra capillari, matrice cellulare e sistema linfatico. Le scoriedel metabolismo vengono eliminate dai vasi linfatici. Il sistemalinfatico è dunque importantissimo per l’equilibrio del sistema didrenaggio delle acque. Se vi è una insufficienza a livello venoso èpresente una difficoltà nel riassorbire i liquidi dal circolo sangui-gno e possono svilupparsi edemi ai piedi, alle gambe. Nel caso del-la cellulite la stasi è a livello del sistema linfatico, fino ad alterareil tessuto connettivo. All’inizio vi è solo un rallentamento del dre-naggio del liquido interstiziale che rimane stagnante. Se affron-tata subito con massaggi mirati o altro è recuperabile. Se invecepersiste, i capillari vengono compressi e si dilatano per svolgere almeglio il loro lavoro, lasciando però passare anche molto più liqui-

do instaurando un circolo vizioso, fino ad arrivare ad una infiam-mazione lenta e cronica del tessuto sottocutaneo che imbriglieràanche grasso e tossine sviluppando noduli dolorosi.L’alimentazione ha un ruolo fondamentale: vanno ridotte lescorie metaboliche. Qui gioca un ruolo fondamentale anche undiscorso legato a possibili intolleranze. Clinicamente si è vistoche ognuno ha la sua alimentazione anche se in modo genera-le si consiglia una eliminazione del sale, un aumento del po-tassio, e dello iodio con un pasto ricco di fibre crude, molta ac-qua, frutta fresca, evitando completamente zuccheri, grassi efritti. È altresì indispensabile l’attività fisica quotidiana, perossigenare i tessuti, rinforzare il microcircolo e aiutare i bloc-chi del sistema linfatico, oppure massaggi mirati. Delle variediscipline consideriamo che: l’aerobica è sconsigliata, la corsava bene in fase iniziale, la passeggiata veloce è idonea, il bodybuilding è sconsigliato, molto bene il nuoto e lo stretching. Leerbe consigliate sono tutte quelle che favoriscono un migliormicrocircolo ed abbassano l’infiammazione.

Paola Chilò, Naturopata esperta in riequilibrio alimentarecon orientamento psicosomatico - Per informazioni o appuntamenti:Tel. 3396055882 - Studio Naturopatia in Via Terruggia 1, 20162 Milano -e-mail [email protected].

NATURA E SALUTE

Le soluzioni migliori se mancano tanti dentiNunzio M. Tagliavia

L’introduzione ormai ultradecennale delle viti implantologiche(radici artificiali in titanio) ha permesso alla maggior partedei pazienti di evitare le protesi mobili, comunemente chiamatedentiere. Ma può capitare che il numero dei denti assenti sia mol-to alto o, nei casi estremi, uguale a zero. Quali sono le soluzionimigliori per questi casi? Se le valutazioni cliniche e radiologichelo indicano, l’implantologia fornisce due possibili soluzioni alter-native per ovviare all'edentulìa totale, cioè a quelle situazioni cli-niche dove sono completamente assenti i denti o i denti supersti-ti sono destinati a essere persi. La prima consta nell’inserire unnumero di viti d'impianto il più alto possibile, sulle quali posizio-nare corone (o capsule) unite tra loro, detti ponti. Questa soluzio-

ne presenta lo svantaggio di essere costosa per il consistente nu-mero di corone-ponti da posizionare. La seconda possibilità è mol-to meno costosa ed è denominata “Toronto bridge”. Questa preve-de l'utilizzo di una particolare protesi in resina rinforzata con le-ga medicale, ridotta nelle dimensioni, e ancorata, di solito, a quat-tro viti implantologiche. Il risultato è che per la parte superioredella bocca si può evitare il fastidio del palato, tipico delle protesitotali tradizionali, che in molti casi altera il gusto degli alimenti.Mentre per la parte inferiore, la protesi, avendo un saldo ancorag-gio sulle viti, rimane stabile senza dover utilizzare la pasta adesi-va. La soluzione “Toronto bridge”, inoltre, presenta una notevoleresa estetica e di masticazione; ed è anche indicata ai pazienti non

necessariamente avanti negli anni, che si trovano nella condizio-ne di avere una situazione orale talmente compromessa da ren-dere irrecuperabili tutti i denti e, allo stesso tempo, richiedono so-luzioni funzionalmente valide e a costi contenuti.

Dottor Nunzio M. Tagliavia, Medico Chirurgo Dentista - ViaLuigi Mainoni D’Intignano 17/a, - 20125 Milano - Telefono 026424705,www.dentistalowcost.it <http://www.dentistalowcost.it/> [email protected]

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ODONTOIATRIA

Uso spesso questo spazio per raccontare leleggi più importanti che vengono appro-

vate. Credo però sia anche utile, quando è pos-sibile, rendere conto dei risultati che si sonoottenuti grazie a quelle leggi. In questi giorniil Servizio studi della Camera in collaborazio-ne con il Cresme (Centro ricerche economichee sociali del mercato dell’edilizia) ha presenta-to un rapporto sugli effetti prodotti dagli in-

centivi fiscali per gli interventi di riqualificazione ed efficienta-mento energetico e ristrutturazione edilizia, i famosi ecobonus.I dati confermano la bontà di una scelta, che in questa legisla-tura è stata rafforzata, che prevede detrazioni fiscali del 50%per gli interventi che vanno dalla sostituzione degli infissi o del-le caldaie fino a interventi di riqualificazione globale.In particolare il 2016 è stato l'anno in cui si è verificato un veroe proprio record per numero di interventi e investimenti attiva-ti grazie agli ecobonus; si parla di 17 milioni di interventi e diquasi 30 miliardi di investimenti con un aumento del 16% ri-spetto al 2015. Sono dati molto importanti per almeno 3 ragio-ni. Primo: in questo modo negli anni le famiglie (più di 14 milio-

ni di contribuenti hanno richiesto e ottenuto le detrazioni fisca-li) sono state messe nelle condizioni di migliorare la qualità el’efficienza energetica di una parte importante del patrimonioedilizio italiano, producendo risparmio energetico e minori con-sumi. Secondo: si è prodotto un processo che, migliorando la te-nuta termica degli edifici e modificando i sistemi di riscalda-mento a beneficio di quelli meno inquinanti, ha ridotto l'inqui-namento e l’uso dei combustibili fossili (cosa ulteriormenterafforzata dalle detrazioni del 65% per chi usa energie rinnova-bili) migliorando le condizioni ambientali. Terzo: in questa lun-ga crisi economica il gran numero di interventi incentivati da-gli ecobonus ha consentito al settore dell'edilizia di sopravvive-re e garantito tanti posti di lavoro (243000 l’anno secondo il rap-porto). Inoltre per far fronte a questi interventi le stesse azien-de hanno dovuto investire su innovazione e professionalità mi-gliorando il loro patrimonio e la loro competitività.La positività di questi dati è evidente e fa ben sperare per ilfuturo. Da quest'anno gli incentivi, finora riservati ai singoliappartamenti, sono stati estesi anche alle opere di ristruttu-razione di interi condomini a patto che rispettino i criteri dimiglioramento dell'efficienza energetica e da qui potranno ar-

rivare altre buone notizie per la qualità del nostro patrimonioedilizio, per il nostro ambiente e per i risparmi delle famigliesulle bollette energetiche.Parlando di interventi per migliorare la qualità delle case,colgo l’occasione per due considerazioni sul recente rinnovodegli organismi della Cooperativa Abitare che ha un ruolotanto importante nella nostra zona. Intanto credo vada rico-nosciuta alla Cooperativa la volontà di allargare il più possi-bile il coinvolgimento e la partecipazione dei soci alle decisio-ni. La scelta delle primarie ha consentito a tanti di votareper il CdA e questo è sicuramente un fatto che rafforza i va-lori e il senso stesso della cooperazione. Valori che, sono sicu-ro, la nuova presidente Emilia Viero, a cui faccio tanti augu-ri di buon lavoro, saprà custodire e difendere. Insieme aicomplimenti e agli auguri di buon lavoro per il nuovo CdAmi sento di ringraziare di cuore Silvio Ostoni che in questianni, complicati per l'economia e per l’edilizia, in cui si dove-va stringere la cinghia, ha guidato la Cooperativa mante-nendo un rapporto positivo di fiducia coi soci come le stesseprimarie hanno confermato. Sono certo che Silvio resteràuna risorsa importante per Abitare.

FILO DIRETTO CON LE ISTITUZIONI E LE PROFESSIONI

DAL SENATO DELLA REPUBBLICA

Due recenti sentenze della Cassazione han-no richiamato l’attenzione dei media sul

tema dell’assegno di mantenimento in caso didivorzio e separazione. Con la rivoluzionariasentenza n. 11504 del 10 maggio, i Giudici si so-no pronunciati sulla determinazione dell’asse-gno divorzile; con la successiva, la n. 12196 del16 maggio, sono stati definiti i criteri di rideter-

minazione dell’assegno di mantenimento in costanza di sepa-razione. Tali pronunce offrono l’opportunità di riflettere su untema di stretta attualità e di comprendere come spesso trova-re un accordo fuori dalle aule di tribunale sia molto più effica-ce e vantaggioso per le parti coinvolte. E’ necessaria un’importante premessa: se è vero che le pronuncedella Cassazione assolvono alla così detta funzione nomofilattica,ossia di uniforme interpretazione del diritto, esse rimangono co-munque pareri non strettamente vincolanti, lasciando libertà aimagistrati di aderire a una tesi o a un’altra, anche opposta.Separazione e divorzio sono due istituti distinti: nel pri-mo si realizza una temporanea sospensione del matrimo-nio, con il secondo cessano definitivamente gli effetti civi-li di esso. Da qui deriva la diversa natura dell’assegno dimantenimento: nella separazione la ratio della previsionedi un contributo, si fonda sull’obbligo di assistenza mate-riale; nel divorzio, l’assegno risponde ad esigenze di soli-darietà post-coniugale.

Nel primo caso permangono il vincolo coniugale e il richiamatovincolo di assistenza materiale; l’assegno di mantenimento attua-lizza tale vincolo, costituendo uno dei cardini fondamentali delmatrimonio. In ogni caso, il diritto di ricevere dall’altro coniuge ilmantenimento è subordinato all’impossibilità di mantenere untenore di vita analogo a quello goduto durante il matrimonio.Nel secondo, il nuovo indirizzo giurisprudenziale ritiene che il pa-rametro cui rapportare il giudizio di erogabilità e di adeguatezzadell’assegno divorzile, sia nel potenziale raggiungimento dell’indi-pendenza economica del richiedente: accertato che questi è effet-tivamente o potenzialmente autonomo, non dovrebbe essergli ri-conosciuto l’assegno, indipendentemente dal tenore abituale di vi-ta in costanza di matrimonio.Alla base del cambio di rotta c’è una visione più moderna dellacoppia, che supera la concezione del coniugio coincidente con l’a-spettativa in una “sistemazione definitiva”. L’ex coniuge è consi-derato come singolo e non più come parte di un rapporto matri-moniale, ormai estinto. Per la Corte, rapportare il giudizio di ade-guatezza dei mezzi economici al tenore di vita in pendenza di ma-trimonio è ormai anacronistico; maggior favore invece al principiodi autoresponsabilità economica.Le sentenze citate fotografano l’interpretazione corrente su tema-tiche che mutano con l’evoluzione della società; la coppia conser-va, in ogni caso, le proprie peculiarità.Per tale ragione, il reperimento di una soluzione condivisa, anchein merito alla regolazione economica dei rapporti economici, è

senz’altro preferibile. Ciò è possibile con un percorso di nego-ziazione assistita con cui le parti possono regolamentare con-giuntamente i propri rapporti redigendo, con l’assistenza deirispettivi avvocati, i termini di un accordo che, previa verificada parte del Pubblico Ministero della legittimità, liceità e as-senza di violazione di diritti ed interessi delle parti e di even-tuali figli, sostituisce il provvedimento giudiziale. Tale praticaconsente alle parti di partecipare attivamente alla costruzio-ne della regolamentazione dei contenuti dell’accordo, even-tualmente attingendo al contributo di professionisti espertitra cui commercialisti, notai, psicologi, etc. La negoziazioneevita l’ingresso nel così detto circuito giudiziario, riduce i costie i tempi di definizione della vertenza, nonché il ricorso all’ im-pugnazione; più generale, crea maggiore soddisfazione neiprotagonisti. Il ricorso al Tribunale è meramente eventuale elimitato in caso di impossibilità di trovare un accordo.Lo Studio è pronto ad assistervi, con l’ausilio di professioni-sti nel settore fiscale, nonché mediante accesso a Organismidi Mediazione Familiare di accertata qualità con cui stabil-mente collabora. Tra essi, la sede milanese di via Ezio Biondin. 3, la cui direzione è affidata alla dott.ssa Lucia di Palermo,che opera con una fitta rete di psicologi, counsellors, media-tori civili, commerciali e familiari.

Avvocato Alessia Castellana, Viale Premuda 16, Milano,tel 02.36768630, [email protected].

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ONA NOVE

LA STRADINAIMPRATICABILE

Abito in via Padre Luigi Monti16. Ho già nel 2013 e 2014 scrit-to al Comune di Milano, chieden-do che la stradina che va da viaPierluigi Monti alla chiesa SanCarlo alla Ca’ Granda venisse si-stemata perché, (vedi foto 1), ètutta rovinata e impraticabile so-prattutto per chi come me ha se-ri problemi per camminare senon mi aiuto con un attrezzo cuiappoggiarmi e, quando disponibi-le, di un’amica caritatevole. Orainsisto perché vengano fatti i la-vori adeguati visto che sono an-che trascorsi ben 4 anni. IlMunicipio 9 speriamo legga eprovveda a tal proposito!Ada Gardelli (maggio)

VANDALIALLA PORTA

Ancora una volta imbrattata daivandali la Porta Celeste posta alParco nord al ponte pedonale diFulvio Testi (vedi foto 2)Giambattista Andriani (maggio)

DI NOTTEUNO STRANO RUMORE

Abito in zona Lanfranco della Pi-la. Vi segnalo che da diverse set-timane nelle ore notturne di sen-te distintamente un rumore si-mile a un “bip” ritmico, acuto,molto fastidioso, che si ripete pertutta la notte e pare proveniredalla zona Gregorovius/ Caser-ma Mameli. Mi domando se ave-te avuto altre segnalazioni in me-rito o se potete interessarvi dellacosa per cercare di individuarnela fonte così da poterlo eliminare. Roberta Z. (maggio)

LA MIA ISOLANELL’ISOLA È IN PERICOLOSono una residente dell’Isola dal-la mia nascita, 66 anni fa. Cristi-na Riva è il mio nome: come RivaGiuseppe, mio padre, medico, na-to, vissuto e morto nell’Isola; e co-me Riva Marco detto Angelo “An-giuloè”, mio nonno, nato nel 1884in via Borsieri, vissuto e mortoall’Isola. Il nonno Marco, con lanonna Margherita, sua frescasposa ai primi anni del ‘900 in viaBorsieri hanno insieme fatto na-

scere, prima dei tre figli. Anche laloro fabbrica di scatole di cartoneè nata vissuta e morta semprequi all’Isola. Poi dal 1923 si è tra-sferita in via Jacopo dal Verme39, diventata negli anni 30 viaSebenico 8, nella nuova casa incui hanno sempre lavorato e vis-suto. Qui in via Sebenico 8, nellacasa del mio nonno sono semprevissuta e vivo ancora, con miomarito, i nostri figli e i nostri ni-potini, e le mie cugine; questa ca-sa è la dimora della mia anima,in essa ho messo il mio cuore dimoglie, di madre e di nonna; è perme la mia Isola nell’Isola; in essavorrei che continuasse il cuore edil sentimento di noi nativi del-l’Isola, nei nostri figli e nei nostrinipoti. L’Isola è più di un rione; èpiù di un paese; un tempo dovevipassare da uno dei ponti per en-trarci ed ora è sempre un’isola,che col nuovo quartiere Garibal-di/Porta Nuova, si è arricchita dinuove costruzioni e di nuovi grat-tacieli diventando un nuovo cen-tro storico, ma che è già antico,perché è riuscito ad unire il vec-chio rione col nuovo quartiere, inun unico grande cuore di tradi-zioni in cui la mia dimora ormaistorica dal 1923 è parte integran-te, è un mattone fra i mattoni.Ora nasce la necessità di allar-garci perché, ringraziando il Si-

gnore, siamo diventati più nume-rosi; nasce così la necessità dicreare nuovi appartamenti nelsolaio col recupero del sottotetto;due belle mansarde nello stiledella casa del 1923, orgoglio no-stro e dei nostri “Isolani”. Oggiperò non basta avere conosciutonel recente passato le diverseesondazioni del Seveso, non ba-sta avere vissuto con l’incubogiorni e notti di vedere l’acqua in-vadere le nostre cantine; non ba-sta avere scopato l’acqua esonda-ta nei tombini della nostra casa.Ci troviamo ora nell’impossibilitàdi realizzare il nostro sogno, per-ché il Comune e la Regione han-no posto dall’estate scorsa un di-vieto non consentendo più nuovevolumetrie, con una delibera po-sta a salvaguardia del territorioin dissesto idrogeologico per leesondazioni del Seveso e del Re-defossi. Al danno si aggiunge labeffa. Proprio adesso che con laprossima fine dei lavori duratidecenni per la realizzazione dellevasche di laminazione, tali eson-dazioni si spera che non ci sianopiù, rimane il divieto di nuove vo-lumetrie. Anche altri residentidell’Isola sono nella stessa nostrasituazione. Il Comune ti obbliga aritirare i progetti del recupero delsottotetto in attesa che vengaabrogata tale delibera di sospen-

siva; così nella nostra amata zo-na 9, nell’Isola Garibaldi PortaNuova, dopo la recentissimaedificazione di nuove case, dinuovi grattacieli, di ricchi e po-veri(?) di nuovi e di vecchi resi-denti, oggi tutto rimane blocca-to. Da qui la mia grande prote-sta, il mio invito a unire tutte lenostre voci di residenti di que-sta nostra amata Isola, per gri-dare alle Autorità che al piùpresto abroghino tale delibera,che si torni alla normalità, rea-lizzando i recuperi dei sottotet-ti che rappresentano anche lagrande opportunità per il quar-tiere e per la città di non au-mentare la cementizzazioneselvaggia e l’abuso degli spazi edei terreni, ma che consentonoappunto un utilizzo di nuovispazi, ma adeguato, paesaggi-sticamente in linea, con l’esteti-ca e la realtà edilizia del quar-tiere attuale, senza nuovi rivol-gimenti ma nel rispetto di tuttii parametri del nostro paesag-gio urbano. Ascoltati gli archi-tetti, gli ingegneri, i geologi etutti gli addetti del settore edi-lizio, unanime è il coro che giu-dica assolutamente infondatotale divieto; persino i funziona-ri del Comune si sono associaticoncordi a questo parere comu-ne. Invito tutti voi residenti

dell’Isola ad unirvi per far sen-tire forte la nostra voce.Cristina Riva (maggio)• Sul prossimo numero tornare-mo sull’argomento. LA

STORIA DI UNACASA VIRTUALE

Ora vi racconterò una storia:pensate a una donna anziana, so-la, molto ammalata che vive disussidio, aiutata da parenti e per-sone che la amano. Una donnacon un passato drammatico, la-sciata dal marito dopo dicianno-ve anni di matrimonio, disperata,a piedi, senza soldi che tenta ilsuicidio e, se non fosse stata pre-sa per i capelli, oggi non dovrebbesubire nuove sofferenze. Abitavaa Cesate, aiutata da noi sorelle esi trasferisce a Milano in una ca-sa di 42 mq a 650 euro al mese.Nel 2006 fa domanda per le casepopolari (regolarmente rinnova-ta), ottiene un sussidio di 470 eu-ro mensili e fa lavori domestici,lezioni di ripetizione e cerca diandare avanti con dignità. Arri-viamo al 2014, riceve lo sfrattoesecutivo per finita locazione enon per morosità: è ammalata,psicologicamente molto fragile,invalida. Questa donna è mia so-rella Renée Agiman che ha la so-la fortuna di avere sorelle, cuginie tanti grandi amici che le stanno

vicine e l’aiutano come possono.Ho scritto questa lettera in unmomento di scoramento, soloper sfogarmi un po’, non sapen-do come muovermi e a chi indi-rizzarmi. Poi la luce: mia sorellaLilli parla per caso con mia cu-gina Elisa, in merito a quantostavamo vivendo, viene a sape-re che la figlia della cugina,Eleonora, conosce una personache potrebbe veramente aiutar-ci. La mia storia si intitola: “Èuna magia, arrivano gli angeli”.Incontriamo così il primo “Ange-lo”: una donna meravigliosa, ladonna “giusta” e non dico giustaimpropriamente, fortunata-mente al posto “giusto”, consi-gliera di Municipalità 9, unadonna alla ricerca della giusti-zia, intelligente, esperta del set-tore, che ha saputo indirizzarcisul percorso “giusto” e muoverciin modo conforme alle nostreesigenze per ottenere un dirittoormai acquisito. Si chiama Si-mona Fregoni e non ci ha molla-to un solo istante in ogni circo-stanza, rassicurandoci e segna-landoci puntualmente le perso-ne che ci avrebbero seguito almomento opportuno in questolungo cammino. Ed ecco il se-condo “Angelo”: Silvia Mastran-gelo e tutto lo staff dell’UnioneInquilini di Via Belinzaghi. Don-na professionale, qualificata,umana e sempre disponibile. Ciha accompagnato fisicamentein tutto il percorso giorno pergiorno, instancabile, sapendoperfettamente cosa e come fareper superare le barriere insor-montabili, sempre a contattocon Simona per interpellare ipersonaggi al corrente dellenuove normative per le case inassegnazione. Oggi, nostra so-rella, dopo grandi e dolorose dif-ficoltà, ma sempre supportatadal nostro amore e dagli Angeliincontrati lungo il percorso, hala casa, ed è considerata unamosca bianca, in quanto è riu-scita a fare il passaggio da casaa casa, un miracolo per la situa-zione delle assegnazioni oggi aMilano: la casa virtuale è diven-tata realtà.Grazie grandi “Angeli”!Elisabeth Betty Agiman (maggio)

Due passi in BicoccaDalla piscina Suzzani a piazza San Giuseppe tra politici e scrittori.

Con in mezzo un piccolo giro in Toscana…

I 50 anni del “Parrucchiere Uomo”Roberta Coccoli

A ON O PER LA ONAa cura di Roberto Braghiroli

Econ quest’anno sia-mo a 50! Sono cin-

quant’anni, infatti, cheil negozio di Parruc-chiere Uomo di Via ValMaira 15 serve fedel-mente i suoi clienti. Aperto nel 1967 dal si-gnor Ferdinando Gran-de, è ora gestito dal fi-glio Marco, che conti-nua l’opera del padrecon cura e dedizione.Ma come è nata que-st’avventura? Lo chie-diamo a Marco, che ciracconta di quando il suo papà è venuto dal pae-se di San Ferdinando di Puglia e a 32 anni, do-po aver lavorato sotto padrone per qualche an-no, ha deciso di mettersi in proprio e di aprire aPratocentenaro il suo nuovo negozio. Andavoanche io, tutti i giorni, dopo la scuola, a vederlolavorare o a giocare appena fuori dal negozio,non appena la mamma Natalina mi lasciavauscire di casa. Così, piano piano, mi sono appas-sionato, fino a desiderare di seguire le orme dimio padre”, ci spiega Marco. E il papà come l’ha presa? “Oh, all’inizio non eracontento, diceva che è un lavoro duro, con poche fe-rie e senza week end liberi, ed in effetti è così, maa me piaceva, mi piaceva anche guardarlo mentretagliava barbe e regolava baffetti, e muoveva forbi-ci e pettini con maestria; così a 16 anni, mentre tut-ti i miei amici ancora studiavano o andavano al ci-nema o a ballare, ero già in negozio ad aiutarlo, do-ve mi recavo ogni giorno dopo la scuola professio-nale di parrucchieri. Abbiamo lavorato insieme per

tantissimi anni, e mi di-vertiva vedere il suosguardo fra l’indispetti-to e il compiaciuto in-sieme quando qualcu-no chiedeva di essereseguito specificatamen-te da me. Devo dire chenon mi ha agevolatogranché perché facevosempre i suoi stessiorari. Mai che potessilasciare prima il lavoroper scappare dagli ami-ci, su questo era propriosevero! Ma in questo

modo mi ha insegnato la serietà e l'impegno. E nonpesa se hai passione, l’unica cosa che mi risulta pe-sante è stare dietro a tutta la burocrazia che oppri-me chi ha un’attività in proprio.” Ci guardiamo attorno nel negozio, che risultaessere rinnovato e accogliente. Su una menso-la sono posti alcuni vecchi strumenti, forbici epennelli da barba. “Sono di mio padre”, ci spie-ga ancora Marco. “Circa 6 anni fa, quando a 75anni ha lasciato il negozio, ho voluto rinnovar-lo e cambiarlo un poco, perché nel 2011 aveva-mo ancora il lavabo dove ci si chinava in avan-ti per lavare i capelli. Eppure abbiamo sempreavuto fedeli clienti, che vengono qui da una vi-ta. Questo è un quartiere un pochino partico-lare: gli avventori sono molto vari, dal medicoall'avvocato, dal ragazzo al novantenne, e poitanti bambini. A volte vengono anche donne afarsi tagliare capelli cortissimi.” E allora tan-ti auguri, Marco, che il negozio possa andareavanti altri 50 anni!

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Nell’ultimo numero ci eravamo lasciatialla piscina Suzzani di via Luigi

Beccali. Dopo una bella nuotata, l’idealeper rinfrescarsi visto il caldo di questigiorni, proseguiamo la nostra camminata.Proprio di fronte a noi c’è via UmbertoCagni, che scorre parallela al più notoviale Berbera che prosegue in Finanzierid’Italia per terminare a Bresso. Ma se inpochi sono a conoscenza di questa via unpo’ decentrata (eppure qui, presso la caser-ma Annarumma, ha sede il III reparto mo-bile della Polizia di Stato), sono ancorameno quelli che conoscono il personaggio acui questa via è intitolata: Umberto Cagni.Quest’ultimo era l’aiutante del Duca de-gli Abruzzi, al secolo Luigi Amedeo diSavoia-Aosta, e con lui partecipò alla spe-dizione in Alaska nel 1897 e due anni do-po al Polo Nord. Nel 1911 partecipò allaconquista di Tripoli e nel 1918 sbarcò aPola. In seguito ricoprì anche la carica disenatore del Regno d’Italia.Proseguendo lungo viale Suzzani, ci im-battiamo in una serie di vie private, dovesi trovano quelle che noi ragazzi di zona

abbiamo sempre chiamato le “case bian-che”. Una è dedicata a Jan Sibelius, notocompositore e violinista finlandese, benconosciuto per le composizioni Finlandiae Valzer Triste, un’altra a BeltrameCristiani, politico e diplomatico nonchégovernatore del Ducato di Milano nelXVIII secolo; l’ultima è intitolata adAntonio Lissoni, patriota lombardo chepartecipò ai moti mazziniani di Milanonel 1853. Proseguiamo e incrociamo viaPonale, un torrente del Trentino-AltoAdige che sfocia nel lago di Garda.Ancora più avanti, sulla destra c’è viaThomas Mann, scrittore e saggista tede-sco Premio Nobel per la letteratura nel1929, di cui tutti conosciamo dei capola-vori come I Buddenbrooks, Dottor Faust,Morte a Venezia, e sulla sinistra via SanMiniato, dedicata a una località toscana,non distante da Empoli, cui è intitolata lavia retrostante, e Arezzo, che dà il nomealla via successiva.Proprio percorrendo via Arezzo, si arrivain piazza San Giuseppe. Ma lui non ha bi-sogno di presentazioni…

NICODOMUS S.I. DI CALLÀ N.

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