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2 – RELAZIONE TECNICA SUI MOVIMENTI TERRA
INDICE 1. PREMESSA…………………………………………………………………………….. 3 2. I MOVIMENTI TERRA PREVISTI NEL PROGETTO…………………… ……..... 5
2.1 BILANCIO QUANTITATIVO ………………………………………………… … 5 2.2 PERCORSO DEI MEZZI………………………………………………………… 10
3. VALORIZZAZIONE DEL MATERIALE LITOIDE…………………………… … 12 3.1 REGIME CUI ASSOGGETTARE LE TERRE DA SCAVO……………… ….. 12 3.2. STIMA ECONOMICA………………………………………………………….. 15
4. IMPATTI SULLA MATRICE ARIA E MISURE DI MITIGAZIONE… ……….. 16 5. ALLEGATI………………………………… ………………………………………… 25 5.1 Esempio di localizzazione siti di prelievo per il campionamento dei terreni……... 26 5.2 Esempio di kit analitico per la caratterizzazione dei terreni e valori limite D.lgs152/06 27 5.3 Cartografia storica…………………………………………………………………. 31
5.4 Grafici stagionali 2011 per gli inquinanti Pm10, CO e NO2……………………… 35
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1. PREMESSA La Regione Marche, con nota PEC n. 81953 pervenuta a questa Amministrazione in data
24/12/2014 ed a questo Servizio in data 2/01/2015, ha richiesto la trasmissione delle seguenti
integrazioni riguardanti i movimenti terra:
• Considerato il rilevante quantitativo di materiale da movimentare, si chiede una relazione
più dettagliata in merito al bilancio quantitativo ed economico relativo ai movimenti terra, con descrizione dei percorsi dei mezzi di trasporto da e per il sito d’intervento ed eventuali misure di mitigazione;
• In riferimento al materiale litoide da valorizzare e da reimpiegare nel sito per la ricostruzione delle arginature, è necessario che il proponente, così come richiesto dall’ARPAM competente con nota prot. n. 32859 del 7/10/2014, integri la documentazione con una dichiarazione di principio circa il regime cui assoggettare le terre da scavo. La scelta degli strumenti normativi potrà essere effettuata soltanto dopo l’esito della procedura di assoggettabilità. Al termine della procedura in oggetto il proponente potrà valutare se sottoporre il recupero delle terre secondo quanto prescritto dall’art. 41 bis della L. 98/2013 o verificare i presupposti di cui all’art. 184 bis del Dlgs 151/2006, previa caratterizzazione effettuata ai sensi del DM 161/2012.
• Analisi dell’impatto generato dalle attività di cantiere sulla matrice aria, per le emissioni si consiglia di riferirsi alle “Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti” redatto dalla Provincia di Firenze);
• Evidenziare in cartografia adeguata i recettori maggiormente interessati dal progetto. Le misure di mitigazione dovranno essere legate oltre che alle fasi di cantierizzazione e di esecuzioni dei lavori, anche alla vicinanza dei recettori.
Per quanto riguarda il bilancio quantitativo di materiale da movimentare ed il percorso dei mezzi di
trasporto, nel paragrafo 2 verranno riprese e dettagliate meglio le indicazioni contenute in tre
distinte relazioni (relazione generale, relazione geologica e studio preliminare ambientale) già
presentate all’avvio del procedimento di screening.
In merito al regime cui assoggettare le terre di scavo, viene descritta la metodologia e la normativa
relativa nel paragrafo 3.1. In relazione alla valorizzazione del materiale litoide, il bilancio
economico deriva da un procedimento di stima del materiale da valorizzare, come indicato nella
Delibera di approvazione del progetto definitivo, che si riporta con maggiore dettaglio al paragrafo
3.2. Gli ultimi due punti della richiesta di integrazione, di natura prettamente ambientale, verranno
affrontati specificatamente nel paragrafo 4, utilizzando la metodologia indicata nel contributo
ARPAM per valutare gli impatti sulla matrice aria e fornire indicazioni sulle relative misure di
mitigazione.
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2. I MOVIMENTI TERRA PREVISTI NEL PROGETTO 2.1 BILANCIO QUANTITATIVO Per chiarire il bilancio quantitativo relativo ai movimenti terra, si riporta di seguito un estratto del
paragrafo 6.4 dell’elaborato progettuale n. 2 “RELAZIONE GENERALE”, nel quale si descrivono
gli aspetti relativi alla gestione delle materie, sia derivanti dagli scavi previsti che dai materiali
necessari per la realizzazione delle opere in terra. In particolare vengono analizzati il bilancio delle
terre e la loro gestione con particolare riferimento a quanto previsto dall’art. 186 del D.Lgs
152/2006.
-------------------------------------------------
I movimenti terra per la conformazione morfologica del sito prevedono: • opere di scavo nell’area della cassa;
• regolarizzazione delle superfici e realizzazione delle arginature;
• disegno del drenaggio superficiale della vasca con individuazione delle linee preferenziali di
svuotamento;
• predisposizione delle vie di accesso per manutenzione alla cassa.
Il totale dei movimenti terra previsti è riassunto nella seguente Tabella 1 in cui sono riportati i
fabbisogni per le opere in terra suddivisi tra arginature, canali di scolo, viabilità e ricostituzione
strato di terreno vegetale nel fondo della cassa oltre alle necessità per le opere di raccordo e
completamento.
Inoltre, nelle Tabella 2 e Tabella 3 sottostanti sono riportati rispettivamente i materiali disponibili in
sito rispetto a quelli da reperire in cave esterne sulla base delle considerazioni contenute nella
RELAZIONE GEOLOGICA – GEOTECNICA.
Tabella 1: Fabbisogni per opere in terra
FABBISOGNI PER OPERE IN TERRA [mc]
TERRENO PER ARGINATURE (A4, A6, A7-6 CNR UNI
10006) [mc]
TERRENO PER FORMAZIONE
CANALI DI SCOLO [mc]
TERRENO PER VIABILITÀ CASSA
[mc]
SCOTICO TERRENO VEGETALE FONDO
CASSA [mc]
TERRENO PER OPERE DI
RACCORDO E COMPLETAMENTO
[mc]
156354.00 2152.86 1030.00 20089.97 1081.82
TOTALE 180708.65
6
Tabella 2: Materiali disponibili in sito
MATERIALI DISPONIBILI IN SITO [mc]
MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI
[mc]
MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI
IDONEO PER ARGINATUR
E (A4, A6, A7-6
CNR UNI 10006) [mc]
MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI IDONEO
VIABILITÀ CASSA E
FORMAZIONE CANALI DI
SCOLO [mc]
MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI
IDONEO PER TERRENO
VEGETALE FONDO CASSA
[mc]
MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI
RIUTILIZZABILE PER OPERE
DI RACCORDO E COMPLETAM
ENTO [mc]
MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI
NON IDONEO DA CONFERIRE
IN DISCARICA
[mc]
MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI
NON IDONEO PER LE OPERE DI PROGETTO
[mc]
272678.01 20000.00 3182.86 20089.97 1081.82 1000.00 227323.36
Tabella 3: Materiali da reperire in cave esterne
MATERIALI DA REPERIRE DA CAVE ESTERNE [mc]
MATERIALE PER ARGINATURE (A4, A6, A7-6 CNR UNI 10006) [mc]
TOTALE 136354.54
Nella RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA e nella RELAZIONE GENERALE viene
stimato in circa 20089 mc il quantitativo di materiale di risulta da scavi necessario come terreno
vegetale per ricostituire il nuovo orizzonte vegetale nel fondo della cassa.
I dati di bilancio delle terre riportati nella RELAZIONE GENERALE in Tabella 4 vanno letti come
materiali disponibili in sito per la loro collocazione in termini di fabbisogno; invece nella
RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA oltre a chiarire il fabbisogno per ricostituire il terreno
fertile nel fondo della cassa viene riportato il quantitativo disponibile in sito. In altri termini il
quantitativo di materiale vegetale disponibile in sito è pari a circa 29404 mc, il fabbisogno di
materiale per ricostituire il terreno vegetale nel fondo della cassa è invece pari a circa 20089 mc: ne
consegue un esubero di materiale vegetale pari a 9315 mc che è contenuto all’interno del
quantitativo pari a 227323 mc “MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI NON IDONEO PER LE
OPERE DI PROGETTO” sempre riportato nella Tabella 5 della RELAZIONE GENERALE.
Nelle seguenti Figura 1 e Figura 2 vengono riportate le classi di quota e la loro distribuzione relativa
sull’area d’intervento. Come è possibile osservare le quote di scavo più importanti sono ubicate in
prossimità dell’area in cui verrà realizzato lo scarico di fondo e nella parte centrale della vasca
mentre rimangono pressoché invariate in prossimità dell’opera di scarico di superficie.
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Il materiale di risulta che si originerà dalle operazioni di scavo, per quanto appurato durante i
sondaggi effettuati nell’ambito della RELAZIONE GEOLOGICA - GEOTECNICA, sarà costituito
da terra e inerti naturali che potranno essere rimpiegati nel rispetto della normativa vigente per
l’opera di progetto e/o per altre opere pubbliche e/o commercializzati nelle misure consentite dalla
vigente normativa.
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Figura 1: Rappresentazione delle classi di quote nello stato di fatto (per la sola area di intervento)
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Figura 2: Rappresentazione delle classi di quote nello stato di progetto (per la sola area di intervento)
2.2 PERCORSO DEI MEZZI
Come già descritto nel bilancio quantitativo precedente e nel par. 6.7 dell’elaborato progettuale n. 6
“STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE”, parte del materiale sbancato è riutilizzabile in loco
per la realizzazione degli argini, per le trincee drenanti, la viabilità e la ricostruzione di uno strato
vegetale fertile nel fondo cassa, mentre gran parte del materiale sbancato ai fini della realizzazione
della cassa d’espansione, non utilizzato in loco e dunque in esubero, dovrà essere allontanato
dall’area d’intervento.
Questo materiale in esubero, essendo costituito in gran parte da materiale sabbioso e ghiaioso, così
come riportato nella RELAZIONE GEOLOGICA – GEOTECNICA, potrà essere trasportato in un
sito idoneo ove verrà stoccato e lavorato. Il sito autorizzato per effettuare le suddette attività più
vicino rispetto all’area d’intervento è il frantoio “Valle Foglia” che dista solo 5.5 km dall’area di
sbancamento.
Secondo analisi effettuate sui tempi di carico, andata, scarico e ritorno, si può ipotizzare che si
utilizzeranno 2 mezzi per l’escavazione e 5 camion per il trasporto. Considerato il quantitativo di
terreno non utilizzabile in loco, presumendo l’utilizzo di “camion da cava” che possono trasportare
circa 20 mc di materiale ciascuno, ne deriva un totale di circa 2 000 viaggi per ciascun camion.
Dato che il tragitto dalla zona di scavo a tale frantoio nel Comune di Montelabbate è percorribile in
circa 15 minuti, l’intera fase di carico-andata-scarico-ritorno in condizioni medie è stata stimata in
circa 60 minuti perciò, in 8 ore lavorative, ogni mezzo potrà compiere 8 viaggi e, considerando i 5
camion, si potranno eseguire 40 viaggi al giorno. Ne consegue che il periodo di escavazione, se
fosse eseguito senza interruzione, avrebbe una durata di almeno 57 settimane lavorative. Poiché
oltre all’escavazione si effettueranno nel contempo altre lavorazioni come per esempio la
realizzazione di argini, le opere in cemento armato, i drenaggi superficiali ecc. e quindi, pur
mantenendosi inalterato il numero di viaggi, questi saranno diluiti in un arco temporale molto più
lungo delle 57 settimane calcolate. Inoltre, il materiale necessario per realizzare le arginature potrà
essere prelevato da cantieri nelle aree limitrofe a quelle d’intervento e quindi potranno, in caso,
essere sfruttati direttamente i viaggi di ritorno dei camion.
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Osservando in Fig. 3 il percorso dei mezzi, si osserva che buona parte dei tracciati si svolge lungo
via ad elevato traffico, quali la SP. 30 o via delle Regioni (Montelabbatese) e la via Pantanelli in
zona artigianale; pertanto gli 80 viaggi al giorno (andata-ritorno) previsti avrebbero un impatto
limitato, costituendo una cifra inferiore all’1% del totale, sulla base di dati della Provincia di Pesaro
e Urbino (Dati 2007 a Montelabbate: 9170 mezzi - traffico merci più traffico auto - al giorno).
Figura 3: Percorso andata/ritorno rispetto al sito di stoccaggio dei materiali di scavo
12
3. VALORIZZAZIONE DEL MATERIALE LITOIDE
3.1. REGIME CUI ASSOGGETTARE LE TERRE DA SCAVO
La realizzazione della cassa d’espansione comporta la produzione di un ingente materiale di risulta
dallo scavo. Per quanto riguarda la specifica destinazione di tale materiale, il progetto prevede che
parte del materiale scavato venga riutilizzato nel medesimo sito per la costruzione degli argini della
cassa (configurandosi come “materie prime utilizzate nell’ambito dello stesso sito di produzione”);
invece, la parte preponderante del terreno estratto è stato considerato d’interesse commerciale,
configurandosi come “sottoprodotto” , destinato ad un locale frantoio ed assoggettato al regime
proprio dei beni e dei prodotti ed alla relativa normativa.
Secondo la normativa vigente (D.Lgs 152/06) occorre dimostrare che il materiale da riutilizzare non
sia contaminato e che sia compatibile con il sito di destinazione. Qualora la produzione di terre da
scavo sia prevista nell’ambito di un progetto sottoposto a VIA, la sussistenza dei predetti requisiti
deve risultare da apposito progetto (Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo). Per dimostrare
che il materiale da scavo non sia contaminato si devono produrre analisi di laboratorio o altra
documentazione adeguata. Le modalità per la caratterizzazione dei terreni sono disciplinate dal D.
Lgs 152/06, al titolo V parte IV.
Nella fattispecie del progetto della cassa d’espansione in loc. Montecchio, che non è sottoposto a
VIA ma a verifica di VIA, la contingente situazione di difficoltà economica della Provincia di
Pesaro e Urbino ed i vincoli connessi al patto di stabilità non hanno consentito, in questa fase, di
condurre un campionamento con successiva analisi dei materiali estratti ai fini della loro
caratterizzazione (colonna A e B in Tab. n.1, allegato n.5 della parte IV del D.Lgs 152/06).
E’ comunque opinione di questo Servizio, supportata da preventive valutazioni dell’ARPAM, che
sia sufficiente, ai fini della procedura di verifica di VIA, la caratterizzazione del materiale riportata
nella relazione geologica. A supporto di tale valutazione, si consideri quanto segue:
• le attività previste non comportano la movimentazione di materiale a stretto contatto
con l’acqua;
• l’analisi diacronica della destinazione d’uso dell’area, come risulta dalle tavole
allegate alla relazione geologica (si veda l’allegato n. 4 “Carta divagazione corso
d’acqua” dell’elaborato n. 4 “RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA”), da
altre planimetrie riportate nell’allegato n. 5.3 “CARTOGRAFIA STORICA” ) e da
informazioni reperite in loco, ha messo in evidenza la prevalenza di attività a limitato
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impatto ambientale: infatti, l’area di scavo è stata destinata quasi sempre all’uso
agricolo, peraltro con attività di tipo estensivo, o all’incolto; l’attività estrattiva è
stata condotta soltanto su una porzione dell’area, poco o nulla interessata dall’attuale
escavazione, ed è terminata attorno agli anni ‘80; anche in passato (vedi planimetrie
quotate dell’area negli anni ’68 e ’80), parte dell’area è stata interessata soltanto
dall’estrazione dei materiali e non da attività di riporto con materiale proveniente
dall’esterno, attività, quest’ultima, che avrebbe potuto comportare maggiori rischi di
contaminazione della zona; inoltre, non risulta documentato alcun uso dell’area
d’intervento quale sito di produzione o di deposito di materiali inquinanti.
• Le suddette valutazioni sono supportate anche dai risultati delle due campagne
geognostiche effettuate, nel corso delle quali si è potuta constatare la presenza di
materiale inerte del tutto compatibile con fenomeni di deposito alluvionale.
In base a tali considerazioni, come da accordi con l’ARPAM che potrebbero essere oggetto
di una specifica prescrizione da parte dell’autorità competente in materia di VIA, si ritiene di poter
rimandare alla fase esecutiva lo svolgimento di dette analisi di caratterizzazione, rendendosi
comunque disponibili a fornirne i risultati agli Enti competenti prima dell’esecuzione dei lavori.
In quella fase sarà possibile valutare, come suggerito nel contributo ARPAM, “se sottoporre
il recupero delle terre secondo quanto prescritto dall’art. 41 bis della L. 98/2013 (con la
compilazione del relativo modulo) o verificare i presupposti di cui all’art. 184 bis del Dlgs
151/2006 (predisposizione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo), previa
caratterizzazione effettuata ai sensi del DM 161/2012”.
Di seguito viene comunque definito un programma di massima per la caratterizzazione del
materiale di scavo, la cui composizione risulta prevalentemente costituita da ghiaie e sabbia, in
relazione alla sua possibile valorizzazione.
I sedimenti interessati dagli scavi verranno campionati seguendo la procedura prevista dalla
normativa, che non risulta possibile precisare in questa fase, dipendendo dalla scelta del regime di
cui al contributo ARPAM, come descritto in premessa. A titolo esemplificativo, comunque, si
riporta nell’allegato 5.1 un’ipotetica collocazione dei punti di campionamento nell’area
d’intervento. In tale mappa, costruita considerando le indicazioni di letteratura per un areale di
scavo superiore a 10.000 metri quadrati, sono stati individuati 6 punti di campionamento ad una
distanza di circa 90-150 m l’uno dall’altro, concentrati in prevalenza nell’area limitrofa al fiume
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Foglia e nelle zone con maggiore profondità di scavo, in base alle classi di quota riportate nel
paragrafo 2.
Le campionature saranno documentate fotograficamente; i punti di prelievo saranno
georeferenziati e risulteranno rappresentativi della matrice alluvionale dei sedimenti depositati. In
particolare, poiché gli scavi sono >2 m, la profondità di campionamento sarà rappresentativa
almeno del primo metro e della zona di fondo scavo.
L’elenco delle sostanze da ricercare, in generale, viene definito in funzione delle attività
antropiche pregresse svolte sul sito, di situazioni di inquinamento diffuso o di possibili apporti
legati all’esecuzione dell’opera. Poiché l’area d’intervento, in base alle considerazioni
precedentemente illustrate, non risulta interessata da rilevanti contaminazioni pregresse né la
realizzazione della cassa sarà fonte di alcun tipo di inquinamento, il test analitico proposto potrebbe
essere quello standard indicato nell’Allegato 5.2 (Metalli pesanti, Idrocarburi Policiclici Aromatici
(IPA), Idrocarburi pesanti, BTEX) .
Una volta eseguite le analisi di laboratorio, si valuterà la concentrazione dei vari elementi in
funzione dei valori soglia degli inquinanti indicati nella tabella riportata nell’allegato 5.2. Qualora i
valori ottenuti risultino inferiori ai limiti previsti dalla colonna “A” della Tab. n.1, dell’allegato n.5
della parte IV del D.Lgs 152/06, il materiale inerte sarà considerato idoneo per la realizzazione di
conglomerati bituminosi, riempimenti di sottofondi, rilevati, ripascimenti, miglioramenti fondiari,
ecc.
Per poter riutilizzare il materiale inerte per le varie esigenze di mercato è comunque
necessaria una lavorazione meccanica dello stesso mediante operazioni di vagliatura, lavaggio e
frantumazione da eseguirsi in frantoio o eventualmente in cantiere, utilizzando tutte le misure
finalizzate all’abbattimento delle polveri di cui al paragrafo n. 4 e nello studio preliminare
ambientale. Tali lavorazioni costituiscono pratiche industriali normalmente indirizzate al
miglioramento delle caratteristiche merceologiche, allo scopo di renderne l’utilizzo maggiormente
produttivo e tecnicamente efficace. Tra le pratiche industriali comunemente effettuate e richiamate
nell’allegato 3 del D.M. 161 del 10-8-2012 risultano la selezione granulometrica, la riduzione
volumetrica mediante macinazione, la stabilizzazione a calce, la stesa al suolo per l’asciugatura, la
rimozione di materiali di elementi/materiali antropici (vetroresina, plastica, cementi). Tali attività
comunque non inficiano la caratteristica di sottoprodotto delle terre e rocce da scavo.
15
3.2 STIMA ECONOMICA
Come risulta dal quadro economico, per sostenere i costi di questa opera pubblica che
superano quelli del finanziamento attribuito dalla Regione Marche, occorrerà prendere in
considerazione, in fase esecutiva, lo scomputo del materiale inerte risultante dalle attività di scavo.
Come indicato nella “Relazione geologica-geotecnica”, le caratteristiche del materiale
ricavato sono tali da consentirne lo scomputo per un valore di circa € 1.400.000,00 al lordo dei costi
di scavo (Direttiva della Regione Marche allegata al P.R.A.E. - “Direttiva per i casi in cui dalla
realizzazione di opere pubbliche vengano ottenuti materiali di risulta” pubblicata sul B.U.R. del
16/07/2002 e DGR n. 1300 del 9/11/2004 “Determinazione del valore commerciale del materiale di
cava ai fini dell’applicazione delle sanzioni amministrative”.
Il suddetto importo è stato ottenuto da una stima eseguita sulla base dei dati ottenuti dalle
indagini in sito e dalle prove di laboratorio (vedi “Relazione geologica-geotecnica”), considerando
un quantitativo di materiale inerte pari a circa 200.000= mc ed un valore unitario del suddetto
materiale pari a 7,1 €/mc, come determinato dalla DGR n. 1300 del 9/11/2004 per i materiali
ghiaiosi e sabbiosi, franco cantiere, scavati e accantonati in sito.
Al valore del materiale inerte stabilito dalla D.G.R. n.1300/2004 va sottratto il costo relativo
alla scavo, che verrà aggiornato in fase di progettazione esecutiva e determinato con precisione in
fase di aggiudicazione. In questa fase, si può però procedere ad una stima dei costi dello scavo: tale
valore, pari a 2,0 €/mc, è stato individuato tramite una indagine di mercato speditiva, sulla base dei
seguenti elementi: gli ingenti volumi trattati, la facile accessibilità dell’area e le caratteristiche
morfologiche della stessa (area pianeggiante, non urbanizzata e priva di elementi naturali e/o
antropici di ostacolo alle lavorazioni).
Ne risulta un costo per l’estrazione di tale materiale valorizzabile pari a circa € 400.000 (€. 2,00 x
200.000 mc). Per l’esecuzione di questi lavori pubblici, come previsti nel progetto, risulta pertanto
scomputabile la somma di circa €.1.000.000,00 (€.1.400.000-€.400.000).
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4. IMPATTI SULLA MATRICE ARIA E MISURE DI MITIGAZIO NE
Le presenti integrazioni, redatte da componenti del gruppo di lavoro esperti in materia
ambientale in collaborazione con altri funzionari1 provinciali, verranno sviluppate controdeducendo
alle osservazioni contenute nel contributo istruttorio dell’ARPAM (nel testo in grassetto) ed
integrando con quanto richiesto dalla stessa Agenzia.
1) Qualità dell’aria “ Nel progetto presentato non risulta presente alcu na analisi dell’impatto generato dalle
attività di cantiere sulla matrice aria…”
La rete di rilevamento della qualità dell’aria (RRQA) operativa nella Provincia di Pesaro
Urbino è costituita attualmente da 3 stazioni fisse (Pesaro, via Scalpellini; Urbino, Loc. Piansevero;
Fano, via Montegrappa) e da un laboratorio mobile. L’intervento di progetto si trova in un area
ubicata in Comune di Montelabbate al confine con quello di Sant’Angelo in Lizzola (PU), sulla
sponda destra prospiciente l’abitato di Montecchio (v. Foto) e non risulta monitorata da alcuna
stazione fissa né mobile. Come già indicato nel paragrafo 6.5 (Aria), a pag. 66 dello Studio
preliminare ambientale, non sono disponibili rilevamenti recenti nelle vicinanze.
1 Dott. Pasquale Cascone e Tommaso Lani, Servizio Ambiente – Provincia PU
17
Gli unici dati disponibili sono quelli della centralina di monitoraggio della Provincia di
Pesaro e Urbino, in loc. di Morciola (distante circa 3 Km a monte dell’area d’intervento), che
risalgono al 2011 e sono stati già considerati nello Studio per le analisi degli inquinanti Pm10, CO
ed NO2 nonché per la velocità e direzione del vento. (v. i grafici stagionali per l’anno 2011 relativi
ai suddetti inquinanti, riportati nell’allegato 5.4). Pertanto non si ritiene che le suddette valutazioni
possano essere ulteriormente integrate, mancando qualsiasi ulteriore dato relativo ad aree limitrofe a
quella d’intervento più recente dei dati già riportati.
D’altra parte, si ritiene di dover escludere un’eventuale campagna di monitoraggio specifica
sia per i costi, che andrebbero a gravare su tempi e completezza dell’intervento, fondamentale per la
salvaguardia della pubblica incolumità, sia per l’utilità specifica di tale tipo di rilevamento, che
risulterebbe sovradimensionato rispetto agli impatti ipotizzati, data la temporaneità dei lavori e
l’incidenza degli stessi sull’area limitrofa già sottoposta a pressioni antropiche (abitato di
Montecchio, Strada provinciale 30 “Montelabbatese”, zona artigianale di via Pantanelli).
Peraltro, l’analisi effettuata nello studio, come riportato più avanti, evidenza l’assenza di
recettori sensibili di particolare interesse nell’area esposta all’azione del vento. Inoltre, per quanto
riguarda l’impatto dovuto al trasporto del materiale sabbioso e ghiaioso in esubero, si fa osservare
che il carico dei veicoli collegato all’intervento ha un’incidenza inferiore all’1% sul totale dei mezzi
circolanti, come indicato nel paragrafo precedente ed a pag 73 dello Studio preliminare ambientale.
2) Approfondimento cause di emissione in atmosfera
Nel progetto “si parla solamente delle principali c ause di emissioni […]. Tali cause non
vengono approfondite in seguito ne’ viene fornita u na stima, almeno di massima, di tali
emissioni”
Come già evidenziato nello Studio preliminare ambientale, si ritiene che la componente
“atmosfera” subirà soltanto modifiche temporanee correlate alle attività di cantiere ed
all’incremento del traffico veicolare (scarico dei mezzi e polveri).
Per quanto attiene alla fase di cantiere, si fa riferimento alle seguenti operazioni:
• Scotico e sbancamento
• Scavo di estrazione
• Carico sui mezzi
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• Trasporto sui mezzi
• Stoccaggio in cumuli all’interno del cantiere
• Formazione di argini
• Allontanamento del cantiere del materiale in esubero.
Per quanto riguarda il periodo dell’impatto, la principale attività, quella di escavazione, se
eseguita senza interruzione, avrebbe una durata di almeno 57 settimane lavorative. Occorre
evidenziare che oltre all’escavazione si effettueranno nel contempo altre lavorazioni come per
esempio la realizzazione di argini, le opere in cemento armato, i drenaggi superficiali ecc. e quindi,
pur mantenendosi inalterato il numero di viaggi dei mezzi impiegati, questi saranno diluiti in un
arco temporale molto più lungo delle 57 settimane calcolate.
Di seguito si riportano i dati a disposizione (per il dettaglio si veda le tabelle a pag. 31 della
Relazione generale) per la stima di massima delle emissioni legate all’esecuzione dei suddetti
lavori:
• Materiale di risulta da scavi, nel complesso: mc 272.000
• Materiale di risulta da scavi idoneo per il riutilizzo in loco: mc 44.000 mila mc (argini,
trincee drenanti, viabilità, ricostruzione di uno strato vegetale fertile nel fondo cassa)
• Materiale di risulta da commercializzare (sabbia e ghiaia): mc 227.000
• Materiale per arginature da reperire da cave esterne: mc 136.000
• N. mezzi: 2 per l’escavazione e n. 5 camion per il trasporto
• Peso medio mezzi da lavoro 30 t
• Durata giornaliera lavoro: 8 ore
• Distanza frantoio: Km 5,5
• N. viaggi giornalieri: 40
• Contenuto del silt nelle strade non asfaltate: 2 %
• Contenuto del silt nelle piste: 14 %
• Lunghezza media dei percorsi non asfaltati: Km 1,5 di cui:
• Lunghezza media dei percorsi su piste di cantiere: m 750
• Lunghezza media dei percorsi su strade non asfaltate: m 750
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Le emissioni in atmosfera verranno di seguito stimate per ciascuna attività individuata:
a) Scotico e sbancamento per asportazione terreno v egetale idoneo fondo cassa
Per quest’operazione verranno utilizzati 2 escavatori che producono emissioni di PTS con un
rateo di 5,7 Kg/Km. Il materiale di terreno vegetale movimentato, che verrà reimpiegato per la
ricomposizione morfologica, è pari a circa 20.000 mc. Considerando che queste operazioni sono
diluite nel tempo (57 settimane) ne risulta una movimentazione giornaliera di 70 mc, per una
stima delle emissioni di polveri pari a 21 g/h
b) Scavo per realizzazione del bacino di accumulo
Anche per questa operazione verranno utilizzati 2 escavatori che producono emissioni di PTS
con rateo di 5,7 Kg/Km. Il materiale di risulta dallo scavo movimentato è pari a 227.000 mc.
Considerando che queste operazioni sono diluite nel tempo (57 settimane) ne risulta una
movimentazione giornaliera di 800 mc, Per questo materiale si può prendere a riferimento il
fattore di emissione associato al SCC 3-05-027-60 Sand Handling, Transfer and Storage In
Industrial Sand and Gravel, pari a 3,9X10-4 Kg/t di PM10 (stimando che il particolato sia
costituito per il 60% da PM10). Ipotizzando un peso in volume del materiale pari a 2,00 t/mc e
trattando circa 100 mc/h si avrà un’emissione di polveri pari a circa 78 g/h.
c) Carico sui mezzi
L’attività di carico impegnerà tutta la giornata lavorativa di 8 ore con 40 viaggi giornalieri. Per
la valutazione delle emissioni si fa riferimento al SCC 3-05-025-06 Bulk Loading Construction
Sand and Gravel che riporta un valore di emissione pari a 1,2x10-3 Kg/t di materiale caricato.
Caricando circa 100 mc/h si avrà un’emissione di polveri pari a circa 240 g/h.
d) Trasporto con mezzi su percorso non asfaltato
I mezzi di trasporto percorreranno quasi totalmente tratti asfaltati, ad eccezione del tratto di via
Abbadia e dalle strade poderali, per uno sviluppo medio di m 1500 e per contenuto in “silt” 14%
Dall’applicazione della formula EFi (kg/km)=(s/12)aiX(W/3)bi
Ove
I=particolato (PTS,PM10, PM2.5)
S=contenuto in limo del suolo in percentuale in massa (%)
W=peso medio del veicolo in t
20
ki, ai e bi=coefficienti che variano a seconda del tipo di articolato
si ottiene un fattore di emissione pari a 0,01 kg/km e considerato che in un’ora si effettuano
circa 5 viaggi, l’emissione oraria sarà pari a 0,02 Kg, ovvero 100 g/h.
e) Stoccaggio in cumuli all’interno del cantiere
In questo caso si stima l’erosione del vento sui cumuli di materiale superficiale accantonato.
Considerando un’altezza dei cumuli di almeno 2 m e del diametro di 5-6 m, si considera il
fattore di emissione per i cumuli definiti “alti” che riconduce ad un’emissione oraria < 1g/h e
dunque trascurabile nel contesto delle lavorazioni effettuate.
f) Formazione di argini
Il lavoro è analogo a quello di “scotico e sbancamento” previsto al punto 1. Il materiale di risulta
degli scavi idoneo per le arginature è pari a 20.000 mc, ai quali si aggiungono 136.000 mc da
reperire da siti esterni al cantiere, che non vengono computati in questo punto in quanto
verranno sfruttati i viaggi di ritorno dei camion di cui al punto g). Considerando che la
formazione di arginature e rilevati inizierà circa due settimane dall’avvio delle operazioni di
scavo e verrà svolta a settimane alterne con le attività di scavo, risulta un impegno di circa 27
settimane con una movimentazione giornaliera di 148 mc, per una stima delle emissioni di
polveri pari a 44 g/h.
g) Allontanamento del cantiere del materiale in esu bero
Il lavoro è analogo a quello previsto al punto d. Il materiale di risulta dallo scavo movimentato è
pari a 227.000 mc di sabbia e ghiaia; i mezzi utilizzato sono 5 camion del peso di circa 50 t a
pieno carico (capacità 20 mc). Considerando che queste operazioni sono diluite nel tempo (57
settimane) ne risulta una movimentazione giornaliera di 190 mc, per una stima delle emissioni
di polveri pari a 100 g/h.
La sommatoria delle emissioni di particolato (PTS, PM 10, PM 2.5) viene riassunta nella
seguente Tabella.
21
SOMMATORIA EMISSIONI SENZA ABBATTIMENTO
Attività Emissioni in g/ora
a) Scotico e sbancamento 21
b) Scavo per realizzazione del bacino 78
c) Carico sui mezzi 240
d) Trasporto su percorso non asfaltato 100
e) Stoccaggio in cumuli 1
f) Formazione di argini 44
g) Allontanamento materiale in esubero 100
Si tenga presente che la sommatoria delle emissioni senza abbattimento riportata in tabella è
stata calcolata nelle condizioni peggiori, ossia simulando una realizzazione contemporanea di
tutte le operazioni per l’intero periodo considerato e senza alcuna mitigazione.
3) Recettori sensibili “ non viene fornita un’indicazione sul territorio dei recettori maggiormente
interessati dal progetto”.
Non sono stati riportati perché dall’analisi meteoclimatica condotta a pag. 66 dello Studio
preliminare ambientale, per gli inquinanti Pm 10, CO ed NO2, non risultano recettori sensibili di
particolare interesse nell’area esposta all’azione del vento. Quelli inquadrabili in un raggio di
200 m circa, sulla sponda opposta del fiume Foglia, sono in realtà non solo separati da elementi
morfologici (dislivelli, argini fluviali) ma anche protetti da elementi naturali (vegetazione
arborea ripariale) che fungono da barriera naturale. Si ritiene invece che le abitazione poste
lungo via Abbadia non siano da considerare recettori sensibili, in quanto esposte soltanto
all’incremento del traffico veicolare verso il frantoio Vallefoglia. Tuttavia, particolare
attenzione verrà prestata all’adozione delle misure di mitigazione, finalizzate a contenere la
produzione di polveri lungo parte del tracciato non asfaltato.
22
Figura 4: Grafici inquinanti (Pm 10, CO ed NO2), in relazione alla direzione del vento
4) Misure di mitigazione
“ le misure di mitigazione legate alla fase di cantie rizzazione e di esecuzione dei
lavori […] risultano generiche e andrebbero rimodul ate in funzione della vicinanza
dei recettori e degli eventuali altri impatti che n on sono stati descritti”.
In relazione a quanto già esposto al punto precedente, si fa presente che le misure di mitigazione
riportate a pag 66 dello Studio, non essendoci recettori sensibili di particolare interesse nell’area
esposta all’azione del vento, dovrebbero essere considerate sufficienti alla mitigazione degli impatti
delle attività di cantiere e di trasporto. Inoltre, la vegetazione dell’area, che già funge da barriera
naturale e fornisce un contributo positivo nel bilancio del carbonio, sarà ulteriormente incrementata
al completamento dei lavori, con la ricolonizzazione degli argini ed il progetto di ripristino
ecologico già indicato in occasione del progetto preliminare.
23
Occorre anche considerare le caratteristiche del terreno, appartenente alla classe tessiturale più
grossolana, che riducono la produzione di polveri legate al movimento terra ed al transito dei
camion.
Il transito stesso avverrà su strade battute, con percorso circolare, così da non provocare
discontinuità di movimento, ed a bassa velocità; i mezzi utilizzati dovranno essere a bassa
emissione. Per quanto riguarda il trasporto al di fuori dell’area di cantiere, si tenga presente che il
materiale sarà stoccato in sito idoneo localizzato nelle vicinanze dell'area, riducendo fortemente i
tragitti e di conseguenza l'inquinamento atmosferico; ugualmente, per il reperimento del materiale
necessario per le arginature potranno essere scelti siti limitrofi, cosi da sfruttare il viaggio di ritorno
dei camion.
Peraltro, il percorso dei mezzi si svolge lungo arterie già trafficate, date le numerose attività
dell’area di contorno (vedi Fig 2), e l’incidenza del traffico dovuto ai lavori di realizzazione della
cassa sul totale del traffico nell’area è da considerarsi di lievissima entità.
Vengono comunque di seguito valutate le emissioni calcolate al punto precedente a seguito
dell’abbattimento delle polveri, una delle principali misure di mitigazione degli impatti, soprattutto
sulle aree di cantiere e con ulteriori precauzioni (eventuale copertura teli e umidità ruote) da
adottarsi durante il trasporto in particolari situazioni di siccità.
24
SOMMATORIA EMISSIONI CON ABBATTIMENTO
Attività Misure di
mitigazione
Emissioni
g/ora
a) Scotico e sbancamento Terreno umido 21
b) Scavo per realizzazione del bacino Terreno umido 78
c) Carico sui mezzi Terreno umido 240
d) Trasporto su percorso non asfaltato Bagnatura,
eventuale copertura
teli e umidità ruote
Riduzione della
velocità a 30km/h
10
e) Stoccaggio in cumuli Bagnatura 1
f) Formazione di argini Terreno umido 44
g) Allontanamento materiale in esubero Bagnatura,
eventuale copertura
teli e umidità ruote
Riduzione della
velocità a 30km/h
10
Tali precauzioni e l’adozione opportune misure di mitigazione consentono di escludere impatti
significativi dell’opera sulla componente atmosfera, mentre impatti circoscritti al periodo dei lavori
(polveri, aumento inquinanti) saranno transitori e di entità trascurabile.
25
5. ALLEGATI
5.1 Esempio di localizzazione siti di prelievo per il campionamento dei terreni
27
5.2 Esempio di Kit analitico per la caratterizzazione dei terreni e valori limite D.Lgs 152/06
Parametro U. M. METALLI PESANTI - Arsenico mg/Kg s.s. Cadmio mg/Kg s.s. Cobalto mg/Kg s.s. Cromo totale mg/Kg s.s. Mercurio mg/Kg s.s. Nichel mg/Kg s.s. Piombo mg/Kg s.s. Rame mg/Kg s.s. Zinco mg/Kg s.s. Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) - Naftalene µg/Kg s.s. Acenaftilene µg/Kg s.s. Acenaftene µg/Kg s.s. Fluorene µg/Kg s.s. Fenantrene µg/Kg s.s. Antracene µg/Kg s.s. Fluorantene µg/Kg s.s. Pirene µg/Kg s.s. Benzo(a)antracene µg/Kg s.s. Crisene µg/Kg s.s. Benzo(b)fluorantene µg/Kg s.s. Benzo(k)fluorantene µg/Kg s.s. Benzo(a)pirene µg/Kg s.s. Indeno(1,2,3-cd)pirene µg/Kg s.s. Dibenzo(a,h)antracene µg/Kg s.s. Benzo(ghi)perilene µg/Kg s.s. Sommatoria idrocar.policiclici aromatici µg/Kg s.s. IDROCARBURI - Idrocarburi pesanti (C>12) mg/Kg s.s. Solventi aromatici (BTEX) -
28
ALLEGATO 5 - Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee in relazione alla specifica destinazione d'uso dei siti
Tabella 1: Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo e nel sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d'uso dei siti da bonificare
A B
Siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale
(mg kg-1 espressi come ss)
Siti ad uso Commerciale e Industriale
(mg kg-1 espressi come ss)
Composti inorganici
1 Antimonio 10 30
2 Arsenico 20 50
3 Berillio 2 10
4 Cadmio 2 15
5 Cobalto 20 250
6 Cromo totale 150 800
7 Cromo VI 2 15
8 Mercurio 1 5
9 Nichel 120 500
10 Piombo 100 1000
11 Rame 120 600
12 Selenio 3 15
13 Stagno 1 350
14 Tallio 1 10
15 Vanadio 90 250
16 Zinco 150 1500
17 Cianuri (liberi) 1 100
18 Fluoruri 100 2000
Aromatici
19 Benzene 0.1 2
20 Etilbenzene 0.5 50
21 Stirene 0.5 50
22 Toluene 0.5 50
23 Xilene 0.5 50
24 Sommatoria organici aromatici (da 20 a 23) 1 100
Aromatici policiclici(1)
25 Benzo(a)antracene 0.5 10
26 Benzo(a)pirene 0.1 10
27 Benzo(b)fluorantene 0.5 10
28 Benzo(k,)fluorantene 0.5 10
29 Benzo(g, h, i,)terilene 0.1 10
30 Crisene 5 50
31 Dibenzo(a,e)pirene 0.1 10
32 Dibenzo(a,l)pirene 0.1 10
33 Dibenzo(a,i)pirene 0.1 10
29
34 Dibenzo(a,h)pirene. 0.1 10
35 Dibenzo(a,h)antracene 0.1 10
36 Indenopirene 0.1 5
37 Pirene 5 50
38 Sommatoria policiclici aromatici (da 25 a 34) 10 100
Alifatici clorurati cancerogeni (1)
39 Clorometano 0.1 5
40 Diclorometano 0.1 5
41 Triclorometano 0.1 5
42 Cloruro di Vinile 0.01 0.1
43 1,2-Dicloroetano 0.2 5
44 1,1 Dicloroetilene 0.1 1
45 Tricloroetilene 1 10
46 Tetracloroetilene (PCE) 0.5 20
Alifatici clorurati non cancerogeni (1)
47 1,1-Dicloroetano 0.5 30
48 1,2-Dicloroetilene 0.3 15
49 1,1,1-Tricloroetano 0.5 50
50 1,2-Dicloropropano 0.3 5
51 1,1,2-Tricloroetano 0.5 15
52 1,2,3-Tricloropropano 1 10
53 1,1,2,2-Tetracloroetano 0.5 10
Alifatici alogenati Cancerogeni (1)
54 Tribromometano(bromoformio) 0.5 10
55 1,2-Dibromoetano 0.01 0.1
56 Dibromoclorometano 0.5 10
57 Bromodiclorometano 0.5 10
Nitrobenzeni
58 Nitrobenzene 0.5 30
59 1,2-Dinitrobenzene 0.1 25
60 1,3-Dinitrobenzene 0.1 25
61 Cloronitrobenzeni 0.1 10
Clorobenzeni (1)
62 Monoclorobenzene 0.5 50
63 Diclorobenzeni non cancerogeni (1,2-diclorobenzene)
1 50
64 Diclorobenzeni cancerogeni (1,4 - diclorobenzene)
0.1 10
65 1,2,4 -triclorobenzene 1 50
66 1,2,4,5-tetracloro-benzene 1 25
67 Pentaclorobenzene 0.1 50
68 Esaclorobenzene 0.05 5
69 Fenoli non clorurati (1)
70 Metilfenolo(o-, m-, p-) 0.1 25
71 Fenolo 1 60
30
Fenoli clorurati (1)
72 2-clorofenolo 0.5 25
73 2,4-diclorofenolo 0.5 50
74 2,4,6 - triclorofenolo 0.01 5
75 Pentaclorofenolo 0.01 5
Ammine Aromatiche (1)
76 Anilina 0.05 5
77 o-Anisidina 0.1 10
78 m,p-Anisidina 0.1 10
79 Difenilamina 0.1 10
80 p-Toluidina 0.1 5
81 Sommatoria Ammine Aromatiche (da 73 a 77) 0.5 25
Fitofarmaci
82 Alaclor 0.01 1
83 Aldrin 0.01 0.1
84 Atrazina 0.01 1
85 α-esacloroesano 0.01 0.1
86 β-esacloroesano 0.01 0.5
87 γ-esacloroesano (Lindano) 0.01 0.5
88 Clordano 0.01 0.1
89 DDD, DDT, DDE 0.01 0.1
90 Dieldrin 0.01 0.1
91 Endrin 0.01 2
Diossine e furani
92 Sommatoria PCDD, PCDF (conversione T.E.) 1x10-5 1x10-4
93 PCB 0.06 5
Idrocarburi
94 Idrocarburi Leggeri C inferiore o uguale a 12 10 250
95 Idrocarburi pesanti C superiore a 12 50 750
Altre sostanze
96 Amianto 1000 (*) 1000 (*)
97 Esteri dell'acido ftalico (ognuno) 10 60
(1) In Tabella sono selezionate, per ogni categoria chimica, alcune sostanze frequentemente rilevate nei siti contaminati. Per le sostanze non esplicitamente indicate in Tabella i valori di concentrazione limite accettabili sono ricavati adottando quelli indicati per la sostanza tossicologicamente più affine.
(*) Corrisponde al limite di rilevabilità della tecnica analitica (diffrattometria a raggi X oppure I.R.- Trasformata di Fourier)
31
5.3 Cartografia storica
32
1894
1948
In entrambe le cartografie, l’area non appare interessata da alcuna attività, ad eccezione probabilmente dell’attività agricola. Le linee corrispondono alla posizione dell’alveo: linea verde (1894); linea magenta (1948); linea blu (CTR 2000).
33
34
1968
L’area non sembra ancora interessata da attività estrattive, sebbene risultino modeste escavazioni limitate all’area del lago
1968
Non appaiono infrastrutture viarie né altri elementi antropici, eccetto la viabilità di servizio all’attività agricola
35
1980
Ad ovest del laghetto le quote non risultano modificate rispetto alla cartografia del 1968, a testimonianza dell’assenza di attività estrattiva nell’area di approfondimento della base dell’invaso
1980
L’attività estrattiva pare concentrarsi nell’area limitrofa al Fiume ad est del laghetto, ove non si prevedono movimenti terra in approfondimento, ad eccezione di quelli relativi alla formazione dell’argine e della viabilità interna.
36
5.4. Grafici stagionali 2011 per gli inquinanti
Pm10, CO e No2
37
Anno 2011 direzione e velocità del vento
38
Anno 2011 PM10
39
Anno 2011 CO
40
Anno 2011 NO2