A te, figliuola in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e
schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo e conforto nel prezioso
sangue suo; con desiderio di vederti unita e trasformata nel fuoco
della divina carit, s e per siffatto modo, che non sia creatura n
nessunaltra cosa che da essa carit ti parta.
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Sai, diletta e cara figliuola mia, che a volere unire due cose
insieme, non conviene che vi sia mezzo: che se mezzo v', non pu
essere perfetta unione. Or cos ti pensa che Dio vuole l'anima senza
mezzo d'amore proprio di s o di creatura; perch Dio ama noi senza
verun mezzo, largo e liberale per grazia, e non per debito, amando
senz'essere amato.
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Di questo amore non pu amare l'uomo; per che egli sempre tenuto
d'amare di debito, partecipando e ricevendo sempre i benefici di
Dio e la bont sua in lui. Lo dobbiamo amare dunque del secondo
amore; e questo sia s netto e libero, che nessuna cosa ami fuori di
Dio, n creatura, n cosa creata, n spiritualmente, n
temporalmente.
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E se mi dici: Come posso avere questo amore? Ti dico,
figliuola, che noi non lo possiamo avere, n trarre altro che dalla
fonte della prima Verit. A questa fonte troverai la dignit e
bellezza dell'anima tua; vedrai il Verbo, Agnello svenato, che ti
s' dato in cibo e in prezzo, mosso solo dal fuoco della sua carit,
non per servizio che avesse ricevuto dall'uomo, che non aveva avuto
altro che offesa.
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Dico dunque che l'anima, ragguardando in questa fonte, assetata
e affamata della virt, beve subito, non vedendo n amando s per s, n
nessuna cosa per s; ma ogni cosa vede nella fonte della bont di
Dio, e per lui ama ci che ama, e senza lui nulla.
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Or come potrebbe allora l'anima che ha veduta tanta smisurata
bont di Dio, tenersi che non amasse? A questo parve che la dolce
prima Verit c'invitasse, quando grid nel tempio con ardore di
cuore, dicendo: Chi ha sete, venga a me, e beva, che son fonte
d'acqua viva. Vedi dunque, figliuola, che gli assetati sono
invitati.
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Non dice: chi non ha sete, ma chi ha sete. Richiede dunque Dio,
che noi portiamo il vasello del libero arbitrio con sete, e volont
d'amare. Andiamo dunque alla fonte della dolce bont di Dio, come
detto . In questa fonte troveremo conoscimento di noi e di Dio; nel
quale tuffando l'uomo il vasello suo, ne trarr l'acqua della divina
Grazia, la quale sufficiente a dargli la vita durabile.
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Ma pensa che per la via non potremmo andare col mezzo del peso.
E per non voglio, che tu ti vesta d'amore di me n di nessuna
creatura se non di Dio. Questo ti dico, perch ho udito, secondo che
mi scrivi, della pena che sostenesti della mia partita. Onde io
voglio che impari dalla prima dolce Verit, che non lasci, per
tenerezza di madre n per nessuno dei discepoli suoi, che non
corresse come innamorato alla obbrobriosa morte della Croce,
lasciando Maria e i discepoli suoi.
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E nondimeno li amava smisuratamente; ma per pi onore di Dio e
salute della creatura si partivano l'uno dall'altro, perch non
attendevano a loro medesimi; rifiutavano le consolazioni proprie
per lode e gloria di Dio, s come mangiatori e gustatori
dell'anime.
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Devi credere, che al tempo che essi erano tanto tribolati,
sarebbero stati volentieri con Maria, ch sommamente l'amavano; e
nondimeno tutti si partono. Perch non amavano loro per loro n il
prossimo per loro, n Dio per loro; ma lo amavano perch era degno
d'amore, sommamente buono; e ogni cosa, e il prossimo loro, amavano
in Dio.
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Or a questo modo tu e l'altre voglio che amiate: ragguardate
solo in dare l'onore a Dio, e dare la fatica al prossimo vostro.
Ch, perch egli vi paia alcuna malagevolezza di vedere partita
quella cosa che altri ama, nondimeno ella si piglia senza tedio
s'egli vero amore, fondato solo nell'onore di Dio, e ragguarda pi
alla salute dell'anima che a s medesimo.
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Fate, fate che io non vi veda pi in pene; per che questo
sarebbe un mezzo che non vi lascerebbe vivere n conformare con
Cristo crocifisso: considerando, me, che Dio, come egli s' dato
libero, cos richiede noi.
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E per ti dissi che io volevo che tu e l'altre figliuole mie
foste unite e trasformate in Dio per amore, traendone ogni mezzo
che l'avesse a impedire, ma solo col mezzo della divina carit; per
che quel dolce e glorioso mezzo, che non divide mai, ma
unisce.
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E veramente pare che faccia come il maestro che edifica il
muro, che raduna molte pietre e le combacia insieme, e insieme
chiamato pietra e muro: e questo ha fatto col mezzo della calcina;
per che, se non avesse posto il mezzo, sarebbero cadute, partite, e
rotte pi che mai. Or cos ti pensa che l'anima nostra debba radunare
tutte le creature, ed unirsi con loro per amore e desiderio della
salute loro, s che siano partecipi del sangue dell'Agnello.
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Allora si conserva questo muro, perch sono molte creature e
sono una. A questo parve che c'invitasse san Paolo, quando disse
che molti corrono al palio, e uno quello che l'ha, cio colui che ha
preso questo mezzo della divina carit.
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Ma tu potresti dire a me, come dissero i discepoli a Cristo
quando disse: Un poco starete, e non mi vedrete; e un poco, e voi
mi vedrete. Onde essi dicevano allora fra loro: Che far costui? che
dice egli? un poco, e voi mi vedrete; e un poco, e voi non mi
vedrete. Cos potreste dire voi: Tu ci dici che Dio non vuol mezzo;
e ora dici che noi poniamo il mezzo.
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Ti rispondo, e cos ti dico che tu vada col mezzo del fuoco
della divina carit, il quale quel mezzo che non mezzo, ma si fa una
cosa con lui, s come il legno che si mette nel fuoco. Dirai tu
allora, che il legno sia legno? no: anco, fatto una cosa col
fuoco.
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Ma se si mette il mezzo dell'amore proprio di voi medesimi,
questo sarebbe quel mezzo che vi toglierebbe Dio: e nondimeno non
cavelle; per che il peccato nulla, e in altro non sono fondati i
peccati, se non nell'amore proprio i piaceri e i diletti fuori di
Dio. Che come dalla carit procede e d vita ogni virt; cos da questo
procede ogni vizio, e d morte, e consuma ogni virt nell'anima. E
per ti dissi, che Dio non vuole mezzo: e ogni amore che non fondato
nel vero mezzo, non dura.
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Correte, dilette figliuole mie; e non dormiamo pi. Ho avuta
compassione alle vostre pene; e per vi do questo rimedio, che voi
amiate Dio senza mezzo. E se volete il mezzo di me misera
miserabile, vi voglio insegnare dove voi mi troviate.
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Acciocch non vi partiate da questo vero amore, andatevene a
quella dolcissima e venerabile Croce con quella dolce, innamorata
Maddalena: ine troverete l'Agnello e me, dove si potranno pascere e
nutrire e adempire i vostri desideri. Ora a questo modo voglio che
voi cerchiate me e ogni cosa creata: questo sia il gonfalone e
refrigerio vostro.
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E non pensate, perch il corpo sia dilungi da voi, che sia
dilungato l'affetto e la sollecitudine della salute vostra: anco,
pi fuori della presenza corporale che nella presenza. Non sapete
che i Discepoli santi ebbero pi dopo la partita del Maestro,
conoscimento e sentimento di lui, che prima? perch tanto si
dilettavano dell'umanit, che non cercavano pi oltre.
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Ma poi che la presenza fu partita, essi si diedero a conoscere
e intendere la bont sua. Per disse la prima Verit: bisogno ch'io
vada: altrimenti, il Paraclito non verrebbe a voi. Cos dico io: Era
bisogno ch'io mi partissi da voi, acci che vi deste a cercare Dio
in verit e non con mezzo.
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Vi dico che ne avrete meglio poi, che prima, entrando dentro di
voi a pensare le parole e la dottrina che vi fu data: e a questo
modo riceverete la plenitudine della Grazia, per essa grazia di
Dio. Non scrivo pi, perch non ho pi tempo da scrivere. La mando
principalmente a te, Mellina, e poi a Catarina e a Monna Chiara e a
Monna Bartolomea e a Monna Lagina e a Monna Colomba.