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16 Febbraio 2014 - Vito Antonio Conte recensisce "Cani acerbi" di Gianluca Conte (Smartlit 02) su Spagine

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"Da Musicaos:Ed l'esordio narrativo Gianluca Conte Cani Acerbi" di Vito Antonio ConteSuSPAGINE Periodico Culturale dell'Associazione FondoVerri omaggio alla scrittura infinita di F. S. Dodaro e A. VerriLecce, 16 febbraio 2014, spagine della domenica

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"Da Musicaos:Ed l'esordio narrativo Gianluca Conte Cani Acerbi"di Vito Antonio Conte

SuSPAGINE Periodico Culturale dell'Associazione FondoVerri omaggio alla scrittura infinita di F. S. Dodaro e A. VerriLecce, 16 febbraio 2014, spagine della domenica

La maturazione è affare delicato. Specialmente in questo Tempo strano e difficile. Che viene amplificato oltre modo. A vantaggio esclusivo di un'esigua rappresentanza della razza umana (che d'umano han solo l'appartenenza alla razza). La scrittura è affare delicato. Specialmente in questo Tempo fatto di parole (comunque impresse). E, rammento a me stesso, ognuno ne ha in dotazione un certo numero (sarebbe cosa buona imparare a spenderle bene).Il romanzo è affare delicato. Specialmente in questo Tempo di morti certe e resurrezioni impossibili. Anche i tuttologi creperanno e bisogna prepararsi (non certo chi già ha iniziato) a fare quel che si sa. Nel miglior modo possibile. La mistificazione va in scena ogni giorno, senza soluzione di continuità. E, ogni giorno, diventa sempre più arduo distinguere il falso dal vero. La messinscena dalla verità. La montatura dalla realtà. Si contrabbanda per autentico ciò ch'è ingannevole. Si è elevato a valore tanto conformismo fariseo. Basta saperlo vendere. C'è una sì larga diffusione d'un'ormai abitudine di pensare e agire ipocrita, capovolgendo merito e inettitudine (sacrificando il primo e premiando la seconda), ch'è diventato quotidiano modus operandi per i più, riflesso dell'attuale sistema corrotto in dispregio del Buon Sistema (quello ch'è modello irraggiungibile - forse -, ma verso cui almeno si credeva di poter tendere... quello che dovrebbe offrire la migliore delle occasioni di realizzazione a ognuno...), al punto che nemmeno i disastri riescono più a ristabilire giuste distanze, nell'annullamento d'ogni distanza e nella fondazione d'un'altra misura.Una nuova misura.Una misura capace di contenere ragione e sentimento. Data per tutti. Valida per ciascuno. Ogni disastro sembra vano. Le rovine non si contano più. Eppure non bastano mai. Si smuove tutto. Tranne quell'aberrazione di pensiero. E allora, forse, sarà necessario qualcosa di più forte, di più potente, di più deflagrante... E restano qui. Aspettando il cataclisma ultimo. Che maturi la fine. Noi, invece, cani acerbi, eruttiamo morchia e contumelie sui vatuttobene scodinzolanti al dio potere (ciecamente osannato). Che li rende sempre più sudditi. Col biscottino tintinnante. Il soldo del coglione.Matureremo mai? Noi. Cani acerbi. Prima della parola ultima. Prima della parola fine. E, se diventeremo cani maturi, avremmo paura di sentirci additati come rabbiosi? Anche dai nostri simili. Non solo da chi ci vuole mansueti e obbedienti all'ennesimo spot. Oppure latreremo la nostra canzone e ne faremo accordi armoniosi e forti e potenti da farla diventare hit per la radio di tutta questa sfaciata Terra che la manderanno nell'etere e, traverso il quinto elemento, girare di sua incorruttibilità e - di tal sostanza - dai corpi celesti, dal cielo della luna e da quello delle stelle fisse, tornare come pioggia qui... dove cittu significa zitto e picciu vuol dire capriccio, dove certe cose accadono dalla sera alla mattina e non dalla mattina alla sera, dove un solo incubo sembra cancellare tutti i sogni, dove un sono può vincere tutti gli incuvi, dove un sì insieme a un altro sì son due anime che si fondono per sempre e diventano uno per l'eternità che, a ben pensare (ma anche a ben vedere), è la più bella realtà (mi chiedo se chiudere con un altro ? oppure mettere un ! poi decido un semplice ma determinato punto). Ecco. E, fin qui, avrò pure sproloquiato o, nella migliore delle ipotesi per lo sfortunato lettore, fornito un'immagine visionaria e molto (in fine) ottimistica (per non dire utopica - ché mo', aggettivando in maniera non ortodossa, ma comunque corretta - voglio arcaico! -) dell'epilogo del vivere in questo momento storico ma tale mio stato e conseguenze sono scaturite dalle lettura di un libro. Prima di dirvi quale vi tocca un'altra breve digressione: nelle ultime settimane ho accumulato sul comodino e altrove almeno una ventina di testi: ho completato la lettura (io che, di solito, sono un lettore feroce) soltanto di "Stoner", di John Williams: un gran bel romanzo... Ho scritto ancora meno...

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Ma il libro di cui sto per dirvi l'ho divorato a pagine lente. Colto l'ossimoro? Ebbene, sì: l'ho letto in poche ore: ché l'aspettavo! Nel contempo ci ho messo tutto il tempo necessario.Ché "Cani acerbi" è un romanzo (per quanto anomalo) che rapisce (incuriosisce tanto da voler giungere subito all'ultima pagina) epperò detta da sé il tempo, ch'è un tempo lento, ché a ogni pagina c'è qualcosa che suscita e impone riflessione.È un ottimo esordio questo per il suo Autore, Gianluca Conte, poeta e operatore culturale di lungo corso, alle prese con una prosa che sa più di racconto lungo che di romanzo, ma che rivela una sapienza nell'uso della lingua notevole e una capacità nella contaminazione dei linguaggi da vero e proprio studioso della comunicazione.La storia, con tutte le storie che contiene, è di quelle che sembrano chiudersi all'ultima pagina, invece rimangono aperte, ché lasciano al lettore una sola risposta e molte domande. Mai banali. C'è, invero, una gran bella risposta...e ci sono molti interrogativi... che potrete scoprire solo leggendo... vi assicuro che la letture riserva molte sorprese, ché la scrittura di Gianluca Conte è, all'un tempo, incazzata colta e esilarante. Ma soprattutto "Cani acerbi" è una narrazione del nostro Tempo resa con una prosa ch'è figlia della poesia: la prosa del poeta Gianluca Conte è asciutta e ricercata, come di chi facendo versi ha imparato a dire molto col minor numero di parole possibile e, soprattutto, cercando e trovando l'unica parole per dar corpo a un'emozione, a uno stato, a un sentire, a un vissuto, a un desiderio, a una denuncia..., come di chi sa che nella scrittura (come nell'esistenza) è fondamentale sottrarre...Del libro, quale oggetto, devo dire ch'è ben confezionato e gradevole da tenere tra le mani: merito dell'Editore: MUSICAOS:ED (sviluppo della nota rivista on line... e di molti titoli di ebook), che, nell'edizione cartacea, Collana SMARTLIT, conta due titoli (usciti in questo mese): quello di cui è parole e "Il romanzo osceno di Fabio" di Luciano Pagano, e altri ne promette. Aggiungo che la copertina (da una foto di Mirna e Martina Maric) è splendida (per bellezza) nella sua ambivalente e contraddittoria forza inquietante-rassicurante. Alla neonata Casa Editrice, a Luciano Pagano e a Gianluca Conte il mio bene che, tradotto con le parole di John Cassavetes, diventa un auspicio: possiate essere quel che volete, sempre col pazzo desiderio di esprimere voi stessi in modo completo, assoluto.

“Cani acerbi” - Gianluca Conte – libro

“Cani acerbi” - Gianluca Conte - ebook