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14 Poschiavo - 13 dicembre 2007 No. 50 CULTURA Amt für Höhere Bildung Ufficio della formazione medio-superiore Uffizi per la furmaziun media-superiura Gli esami d’ammissione a una delle scuole medie superiori grigioni hanno luogo come segue: 17 marzo 2008 3ª classe del liceo Iscrizioni entro il 15 gennaio 2008 18 marzo 2008 1º anno di formazione della scuola media propedeutica 1º anno di formazione della scuola media commerciale con maturità professionale Iscrizioni entro il 15 gennaio 2008 dal 2 al 3 giugno 2008 4ª e 5ª classe del liceo 2º anno di formazione della scuola media commerciale e propedeutica Iscrizioni entro il 1º marzo 2008 dal 2 al 3 giugno 2008 1ª classe del ginnasio Iscrizioni entro il 1º marzo 2008 Le iscrizioni devono essere inoltrate in iscritto dai genitori o da chi ne fa le veci. I moduli d’iscrizione come ulteriori informazioni si possono richiedere presso le rispettive Scuole medie. Ulteriori informazioni ed esempi di esami si trovano sulla home page dell’Ufficio della for- mazione medio-superiore: www.ahb.gr.ch. Chi cambia sede scolastica durante la formazione medio-superiore, deve annunciare l’abbandono alla Scuola frequentata fino a quel momento e annunciarsi presso la nuova. Iscrizioni entro il 1º giugno 2008 Esami d’ammissione e cambio sede scolastica Due giornate «d’oro» incentrate su don Felice Menghini I relatori al «Convegno L’ora d’oro di Felice Menghini», da sinistra: Jane Dunnett, Vanessa Giannò, Luigi Lorenzetti, Gian Paolo Giudicetti (nasco- sto), Mauro Novelli, Adriano Bazzocco, Carlo Cattaneo, Carla Tolomeo, Andrea Paganini, Raffaella Castagnola, Pietro Montorfani, Massimo Lardi, Antonio Giuliani e Reto Kromer (mancano Paolo Lagazzi, Luigi Menghini e Maria Chiara Janner) Ma tutto questo è stato possi- bile soltanto grazie alla genia- lità, alla perseveranza e alle capacità intellettuali e lette- rarie di Andrea Paganini, che è riuscito a rovistare il solaio dei Menghini, scovando e analizzando preziosi docu- menti sul Letterato poschiavi- no, oltre ad altre ricerche fuo- ri Valle. È grazie a lui se oggi la nuova biblioteca sarà dota- ta di un apposito locale che conterrà tutti questi preziosi reperti; una vera e propria lec- cornia per futuri studiosi su e attorno a Felice Menghini. di REMO TOSIO collaboratore de «Il Grigione Italiano» Quella del «Convegno L’ora d’oro di Felice Menghini» è stata per la Se- zione di Poschiavo della Pro Grigio- ni Italiano una manifestazione di alto valore culturale, che probabil- mente non ha paragoni nella sua sto- ria. Un grazie particolare, oltre a tut- to il Comitato PGI, va rivolto all’ope- ratore Nicola Zala per il suo grande impegno, egregiamente sostenuto da Alessandra Jochum-Siccardi. Ovvia- mente il «padre dell’appuntamen- to», come lo ha definito Nicola, è Andrea Paganini, studioso e autore di due libri (finora!) su don Felice. Un valido appoggio, specialmente per l’apporto di letterati, è venuto dal Laboratorio di Storia delle Alpi dell’Università della Svizzera italia- na (LSA-USI). Se i mezzi finanziari lo permetteranno, sarebbe intenzio- ne dei promotori di questo Conve- gno di raccogliere tutti i contributi in un’apposita pubblicazione. In occasione del citato Convegno è stata allestita una interessante mo- stra su don Felice Menghini, ubica- ta in una sala del Vecchio Monaste- ro, che conteneva preziose e in par- te inedite informazioni sul Prevosto poschiavino, nonché alcuni reperti scovati da Andrea Paganini. Al ter- mine delle relazioni di sabato Pier- luigi Crameri, presidente, e Mario Angelo Tempini, architetto, hanno presentato la nuova sede della Bi- blioteca e ludoteca, in fase di finitu- ra. Quivi, in apposita sala, verrà pure ubicato il prezioso patrimonio docu- mentaristico di don Felice Menghi- ni, accuratamente raccolto da An- drea Paganini. Della nuova bibliote- ca avremo modo di riportarne su questo giornale in occasione del- l’apertura ufficiale, che dovrebbe avvenire nel corso del prossimo mese di gennaio. Il Convegno è iniziato sabato 8 alle ore 14.00 fino alle 19.00 e domenica 9 dalle ore 09.00 alle 17.00. Una vera e propria «abbuffata» di letteratura e cultura, con argomenti a «badila- te». Grande vastità di tematiche ma anche di relatori, alcuni dei quali di carattere internazionale. La serie degli interventi è iniziata con Adriano Bazzocco, dottorando all’Università di Zurigo e ricercato- re associato del LSA-USI, che ha par- lato della «Valle di Poschiavo duran- te la Seconda guerra mondiale». Du- rante questo triste periodo la Valle di Poschiavo assume notevole im- portanza strategica, sia per l’acco- glienza di rifugiati sia per l’attività di contrabbando, un’attività econo- mica importante di sussistenza a causa del razionamento. Nell’archi- vio cantonale si trovano ben 250 ver- bali sul contrabbando poschiavino. «Don Felice Menghini e i rifugiati di Poschiavo» è stata la relazione di Vanessa Giannò , collaboratrice scientifica presso il LSA-USI. Duran- te il periodo bellico il Sacerdote di Poschiavo visse la frontiera anche come occasione di incontro e dialo- go. Infatti ha avuto numerosi contatti con i rifugiati italiani, fra i quali molti perseguitati ebrei, e li ha aiu- tati sia materialmente sia facendo da tramite con l’autorità federale, can- tonale, militare e civile, nonché gli enti umanitari come la Caritas. In- somma in questa attività era una fi- gura di riferimento nel Cantone dei Grigioni. Massimo Lardi, presiense (di Le Prese), come ama definirsi, profes- sore emerito della Scuola magistra- le grigione, nonché affabulato scrit- tore, ha parlato di «Don Felice Men- ghini e gli altri letterati poschiavi- ni». Oltre al contatto con importanti prosatori e poeti fuori Valle, special- mente rifugiati di guerra, don Felice aveva buoni rapporti e contatti con una numerosa schiera di letterati poschiavini, specialmente per mez- zo del settimanale «Il Grigione Ita- liano», del quale era direttore, ma anche tramite le sue conferenze in vari paesi e città, presso i poschia- vini della diaspora. Sono una lunga lista di nomi pubblicamente noti e più volte apprezzati. Da questa rela- zione si denota chiaramente come nel nostro Paese la passione per la letteratura e la comunicazione me- diatica era ed è tutt’oggi molto sen- tita, basti pensare alle numerose ope- re di recente pubblicazione; insom- ma, mi sembra proprio che essa fac- cia parte del nostro DNA. «Il romanzo Valettino e le imma- gini della morte» era il contributo di Luigi Menghini , docente all’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. È cu- rioso questo racconto di don Felice, contenuto nella pubblicazione «Il Grigioni Italiano», perché è incentra- to su una vicenda tragica, sembra quasi di carattere preveggente perché in parte toccata anche a lui. Si tratta di un ragazzo valtellinese, orfano di padre e madre, sistematicamente maltrattato dal fratello maggiore, che scappa e viene accolto da una fami- glia in Val di Campo. Il fratello mag- giore lo cerca disperatamente e in quella ricerca perisce sulla montagna a causa della sua spericolata auda- cia nel saltare i sassi sui precipizi. Durante l’inverno anche il protago- nista, il piccolo Valettino appunto, perisce sotto una valanga nell’atto di voler ritrovare le amate montagne. Antonio Giuliani, archivista del- l’Archivio storico comunale, si è sof- fermato sui «Documenti dell’Archi- vio storico comunale riguardanti don Felice Menghini ». Il maestro Antonio ha citato alcuni aneddoti curiosi della quotidianità del Nostro che in effetti sono poco conosciute al pubblico. Per esempio: un docu- mento del 1940 dove don Felice, a nome del rispettivo Consorzio, chie- de e ottiene il ripristino del lavatoio presso la Casa Tomè; la richiesta e l’ottenimento (fr. 750.–) di un con- tributo per il restauro della chiesa di Santa Maria; la richiesta presso la Curia vescovile, in questo caso con esito negativo, per avere un terreno idoneo alla costruzione di una treb- biatrice; la domanda al Comune, ot- tenuta, per edificare la chiesetta di Lungacqua. «Una questione di fedeltà. Felice Menghini lettore e critico di Valerio Abbondio» è il titolo dell’intervento di Pietro Montorfani , dottore al- l’Università Cattolica di Milano. Va- lerio Abbondio (Ascona 1891 - Men- drisio 1958) era autore di poesie di sentimento religioso e della natura. Quindi aveva grande affinità con il Sacerdote poschiavino proprio a causa della loro corale passione per la poesia sacra. Valerio Abbondio conobbe don Felice durante l’inver- no 1944-45, il quale pubblicò, nel gennaio 1945, una recensione del poeta asconese nella Pagina lettera- ria del Giornale del Popolo. Raffaella Castagnola, professores- sa di letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Lo- sanna ha parlato degli «Sguardi in- crociati: Chiesa e Chiara». Fra i tre, Chiesa, Chiara e Menghini, c’erano sentiti rapporti di reciproca stima. Sui due letterati, rispettivamente il ticinese Francesco Chiesa e il lom- bardo Piero Chiara, don Felice ten- ne molteplici conferenze. Piero Chia- ra aveva un rapporto molto fraterno con don Felice. Infatti anche dopo la sua morte ne ha ricordato più vol- te l’opera e la vivacità intellettuale. «Memoria da memoria», una testi- monianza diretta di Carla Tolomeo, vedova di Giancarlo Vigorelli (Mila- no 1913 - Marina di Pietrasanta 2005), critico letterario, giornalista culturale e direttore di giornali. Nel 1943 si ri- fugiò in Svizzera, dove conobbe Men- ghini, del quale disse di essere un per- sonaggio straordinario ma chiuso in gabbia, riferendosi ovviamente alle sue grandi capacità ma alla limitatez- za di espansione, non permettendogli con ciò di essere un grande letterato di fama internazionale. Carlo Catteneo, appassionato e col- lezionista delle opere di Piero Chiara, intitolò il suo intervento «Amicizie di frontiera: memorie di fatti e luoghi». Collaborando con varie testate Piero Chiara si occupò già in giovane età del- la Svizzera e del Ticino, ma è durante l’esilio bellico che trovò la sua vera lena di scrittore, proprio e specialmen- te grazie a don Felice, il quale ne rico- nobbe i pregi prosaici e poetici, ricchi di umanità. «Piero Chiara elzevirista» era inti- tolato l’intervento di Mauro Novelli, professore di letteratura italiana al- l’Università degli Studi di Milano. (L’elzevirista è colui che cura gli arti- coli di carattere letterario, saggistico e artistico di terza pagina dei quoti- diani, è detto anche tale per il tipo di carattere di stampa). Durante l’esilio del 1944 il Letterato luinese collabo- rò ampiamente con articoli culturali sul Giornale del Popolo e più tardi anche con i Quaderni grigionitaliani. Inoltre, grazie alla sua propensione politica liberale, Giovanni Spadolini, giornalista, senatore, ministro e pre- sidente del Senato della Repubblica, lo invitò a collaborare con il Corriere della Sera, il più prestigioso quotidia- no italiano. Mauro Novelli ha termi- nato la sua relazione leggendo un gu- stoso racconto di Piero Chiara, in me- rito a una sua esperienza durante un viaggio invernale con la Ferrovia reti- ca, che riporteremo prossimamente su questo giornale. Gian Paolo Giudicetti, mesolcine- se, Chargé de recherches del Fondo Nazionale Belga, nella sede dell’Uni- versità Cattolica di Lovanio (Fiandre) con «I romanzi gialli di Scerbanenco»; Jane Dunnet, professoressa di lettera- tura italiana presso il Dipartimento di Lingue Moderne dell’Università di Swansea (Galles, Regno Unito) con «Il mestiere di uomo: meditazioni, delit- ti e buone maniere nel primo Scerba- nenco»; e Paolo Lagazzi, professore e critico letterario di Milano, con «La guerra nel cuore», hanno relazionato sulla caratteristica prosaica del noto giallista italo-ucraino Giorgio Scerba- nenco, anche lui rifugiato bellico in Svizzera; è stato anche a Poschiavo e ha avuto intensi contatti con don Fe- lice (ha trascorso un periodo di ma- lattia all’Ospedale San Sisto, del qua- le ha elogiato la bravura e l’umanità delle Reverende Suore). In Svizzera Scerbanenco ha scritto complessiva- mente sei racconti. Dal 1944 al 1945 don Felice Menghini ha pubblicato una serie di articoli di Scerbanenco su «Il Grigione Italiano», dal titolo «Il me- stiere di uomo» che comprendevano riflessioni morali e civili. Maria Chiara Janner, studentessa di linguistica e letteratura italiana, sto- ria e storia dell’arte all’Università di Zurigo, ha esaltato la vena poetica re- ligiosa del Sacerdote poschiavino tra- mite una relazione dal titolo «L’ulti- ma poesia religiosa di Felice Menghi- ni: i Poemetti sacri». Una relazione affascinante che comprendeva una raffinata analisi di tre straordinarie poesie liturgiche menghiniane: «O salutaris Hostia», «L’annunciazione» e «Salmo quaresimale». Interessante il primo versetto di «O salutaris Ho- stia»: «Cerchio di purità petalo di rosa bianca, il bianco di cui splendono le cose tutto è racchiuso nella tua beltà». Il «cerchio», la circolarità, ha pro- babilmente riferimento alla «Divina Commedia» di Dante Alighieri, dove nel «Paradiso» parla della sua visio- ne di Dio, comparandolo a tre cerchi di luce: «Dall’alto lume parvemi tre giri... E l’un dall’altro... Parea refles- so» (versi recentemente decantati in modo sublime da Roberto Benigni sul- la RAI). Prima della sua morte don Felice aveva intenzione di raccoglie- re le sue poesie religiose in una pub- blicazione che avrebbe intitolato «Po- emetti sacri». Con «Prose inedite di Felice Men- ghini» Andrea Paganini ci ha fatto scoprire la presenza di due opere ine- dite, racconti allegorici, anche se in parte pubblicati su periodici: «Incon- tri casuali» e «Parrocchia di campa- gna». Quest’ultimo è una parvenza di racconto autobiografico del periodo in cui don Felice era parroco in Mesol- cina. Penso sarebbe bene unire tutti questi racconti in un’apposita pubbli- cazione, così come quelli riguardanti le poesie liturgiche, che esprimono sentimenti di grande elevazione spi- rituale. Reto Kromer, esperto di restauro del patrimonio audiovisivo, insegna in Svizzera e all’estero, ha parlato di «Fe- lice Menghini e il cinema a Poschia- vo». Quindi la serie di sedici relazio- ni si è conclusa con un argomento che in effetti ha nulla a vedere con la let- teratura. Infatti Reto Kromer ci ha fat- to scoprire un don Felice del sociale, attento alle esigenze dei giovani e alla cultura locale, portando, almeno in parte, in una Valle fuori mano come la nostra, la conoscenza della mondia- lità attraverso i mezzi mediatici. Don Felice teneva molto a vivacizzare lo spettacolo cinematografico e per que- sta attività si è molto impegnato nel raccogliere i mezzi finanziari neces- sari per tenerlo in vita. CONCORSO DIALETTALE: «LA VOCE DELLE VALLI» 151 giovani grigionitaliani si sono sfidati a colpi di dialetto! Leandro Amato di Roveredo per il testo «El pont di pont» nella categoria A (scuola secon- daria e di avviamento pratico) e Elena Giovanoli di Soglio per il testo «La galinaccia» nella categoria B (studi superiori e formazione professionale) sono i vincitori della seconda edizio- ne del concorso di scrittura in dialetto per giovani del Grigio- ni italiano organizzato dal set- timanale «La Voce delle Valli». Tema del concorso era «Ponti». Oltre ai due premi, consistenti nei cinque volumi del «Lessico dialettale della Svizzera italiana, sono state attri- buite sei menzioni e altrettante segna- lazioni. Le menzioni a: Christel Balza- no di Cama per «I pont de la vita», Annalisa De Vecchi di Poschiavo per «Al punt fra la müsica e la realtà» e Linda Losa di Roveredo per «I me pont» nella categoria A; Daniela Cor- tesi di Poschiavo per «Al punt da la vita», Francesca Heis di Poschiavo per «Punt» e Caterina Togni di San Vittore per «El pont de Tieda» nella categoria B. Le segnalazioni a: Verena Farina di Mesocco per «Pont», Daniela Ganzoni di Promontogno per «I bundarin narr», Nicole Giudicetti di Lostallo per «El pont tra realtà e fantasia», Gregory Kel- ler di Roveredo per «I pónt scolastich», Luciano Lanfranchi di Poschiavo per «I tre pont da la Vila» e Gianluca Sciu- chetti di Lostallo per «El bagn in Mo- eisa», tutte nella categoria A. Il concorso ha riscosso un grande successo di partecipazione: ben 151 i testi sottoposti al giudizio della giuria, presieduta da Annnamaria Pianezzi- Marcacci e della quale facevano parte Ilde Ferrari-Marghitola, Lino Losa, Franco Ruinelli e Sergio Raselli. La premazione ha avuto luogo sa- bato 8 dicembre a Roveredo, nel cor- so di una cerimonia che ha alternato momenti di ufficialità (gli interventi del sindaco Romano Albertalli, del- l’ispettore scolastico Dante Peduzzi, dell’organizzatore Marco Tognola e del direttore del Centro di dialettologia Franco Lurà) e di svago (la scenetta dialettale di Lino Losa e i canti del gruppo «I Segriséi» di Soazza). CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA

14 CULTURA - andreapaganini.ch · – 3ª classe del liceo Iscrizioni entro il 15 gennaio 2008 18 marzo 2008 ... ta in una sala del Vecchio Monaste-ro, che conteneva preziose e in

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14 Poschiavo - 13 dicembre 2007 No. 50C U L T U R A

Amt für Höhere BildungUfficio della formazione medio-superioreUffizi per la furmaziun media-superiura

Gli esami d’ammissione a una delle scuole medie superiori grigioni hanno luogo comesegue:17 marzo 2008– 3ª classe del liceoIscrizioni entro il 15 gennaio 2008

18 marzo 2008– 1º anno di formazione della scuola media propedeutica– 1º anno di formazione della scuola media commerciale con maturità professionaleIscrizioni entro il 15 gennaio 2008

dal 2 al 3 giugno 2008– 4ª e 5ª classe del liceo– 2º anno di formazione della scuola media commerciale e propedeuticaIscrizioni entro il 1º marzo 2008

dal 2 al 3 giugno 2008– 1ª classe del ginnasioIscrizioni entro il 1º marzo 2008

Le iscrizioni devono essere inoltrate in iscritto dai genitori o da chi ne fa le veci. I modulid’iscrizione come ulteriori informazioni si possono richiedere presso le rispettive Scuolemedie.

Ulteriori informazioni ed esempi di esami si trovano sulla home page dell’Ufficio della for-mazione medio-superiore: www.ahb.gr.ch.

Chi cambia sede scolastica durante la formazione medio-superiore, deve annunciarel’abbandono alla Scuola frequentata fino a quel momento e annunciarsi presso la nuova.Iscrizioni entro il 1º giugno 2008

Esami d’ammissione e cambio sede scolastica

Due giornate «d’oro» incentrate su don Felice Menghini

I relatori al «Convegno L’ora d’oro di Felice Menghini», da sinistra: Jane Dunnett, Vanessa Giannò, Luigi Lorenzetti, Gian Paolo Giudicetti (nasco-sto), Mauro Novelli, Adriano Bazzocco, Carlo Cattaneo, Carla Tolomeo, Andrea Paganini, Raffaella Castagnola, Pietro Montorfani, MassimoLardi, Antonio Giuliani e Reto Kromer (mancano Paolo Lagazzi, Luigi Menghini e Maria Chiara Janner)

Ma tutto questo è stato possi-bile soltanto grazie alla genia-lità, alla perseveranza e allecapacità intellettuali e lette-rarie di Andrea Paganini, cheè riuscito a rovistare il solaiodei Menghini, scovando eanalizzando preziosi docu-menti sul Letterato poschiavi-no, oltre ad altre ricerche fuo-ri Valle. È grazie a lui se oggila nuova biblioteca sarà dota-ta di un apposito locale checonterrà tutti questi preziosireperti; una vera e propria lec-cornia per futuri studiosi su eattorno a Felice Menghini.

di REMO TOSIOcollaboratore de «Il Grigione Italiano»

Quella del «Convegno L’ora d’orodi Felice Menghini» è stata per la Se-zione di Poschiavo della Pro Grigio-ni Italiano una manifestazione dialto valore culturale, che probabil-mente non ha paragoni nella sua sto-ria. Un grazie particolare, oltre a tut-to il Comitato PGI, va rivolto all’ope-ratore Nicola Zala per il suo grandeimpegno, egregiamente sostenuto daAlessandra Jochum-Siccardi. Ovvia-mente il «padre dell’appuntamen-to», come lo ha definito Nicola, èAndrea Paganini, studioso e autoredi due libri (finora!) su don Felice.Un valido appoggio, specialmenteper l’apporto di letterati, è venutodal Laboratorio di Storia delle Alpidell’Università della Svizzera italia-na (LSA-USI). Se i mezzi finanziarilo permetteranno, sarebbe intenzio-ne dei promotori di questo Conve-gno di raccogliere tutti i contributiin un’apposita pubblicazione.

In occasione del citato Convegnoè stata allestita una interessante mo-stra su don Felice Menghini, ubica-ta in una sala del Vecchio Monaste-ro, che conteneva preziose e in par-te inedite informazioni sul Prevostoposchiavino, nonché alcuni repertiscovati da Andrea Paganini. Al ter-mine delle relazioni di sabato Pier-luigi Crameri, presidente, e MarioAngelo Tempini, architetto, hannopresentato la nuova sede della Bi-blioteca e ludoteca, in fase di finitu-ra. Quivi, in apposita sala, verrà pureubicato il prezioso patrimonio docu-mentaristico di don Felice Menghi-ni, accuratamente raccolto da An-drea Paganini. Della nuova bibliote-ca avremo modo di riportarne suquesto giornale in occasione del-l’apertura ufficiale, che dovrebbeavvenire nel corso del prossimomese di gennaio.

Il Convegno è iniziato sabato 8 alleore 14.00 fino alle 19.00 e domenica9 dalle ore 09.00 alle 17.00. Una verae propria «abbuffata» di letteraturae cultura, con argomenti a «badila-te». Grande vastità di tematiche maanche di relatori, alcuni dei quali dicarattere internazionale.

La serie degli interventi è iniziatacon Adriano Bazzocco, dottorandoall’Università di Zurigo e ricercato-re associato del LSA-USI, che ha par-lato della «Valle di Poschiavo duran-te la Seconda guerra mondiale». Du-rante questo triste periodo la Valledi Poschiavo assume notevole im-portanza strategica, sia per l’acco-glienza di rifugiati sia per l’attivitàdi contrabbando, un’attività econo-mica importante di sussistenza acausa del razionamento. Nell’archi-vio cantonale si trovano ben 250 ver-bali sul contrabbando poschiavino.

«Don Felice Menghini e i rifugiatidi Poschiavo» è stata la relazione diVanessa Giannò, collaboratricescientifica presso il LSA-USI. Duran-te il periodo bellico il Sacerdote diPoschiavo visse la frontiera anchecome occasione di incontro e dialo-go. Infatti ha avuto numerosi contatticon i rifugiati italiani, fra i qualimolti perseguitati ebrei, e li ha aiu-tati sia materialmente sia facendo datramite con l’autorità federale, can-tonale, militare e civile, nonché glienti umanitari come la Caritas. In-somma in questa attività era una fi-gura di riferimento nel Cantone deiGrigioni.

Massimo Lardi, presiense (di LePrese), come ama definirsi, profes-sore emerito della Scuola magistra-le grigione, nonché affabulato scrit-tore, ha parlato di «Don Felice Men-ghini e gli altri letterati poschiavi-ni». Oltre al contatto con importantiprosatori e poeti fuori Valle, special-mente rifugiati di guerra, don Feliceaveva buoni rapporti e contatti conuna numerosa schiera di letteratiposchiavini, specialmente per mez-zo del settimanale «Il Grigione Ita-liano», del quale era direttore, maanche tramite le sue conferenze invari paesi e città, presso i poschia-vini della diaspora. Sono una lungalista di nomi pubblicamente noti epiù volte apprezzati. Da questa rela-zione si denota chiaramente comenel nostro Paese la passione per laletteratura e la comunicazione me-diatica era ed è tutt’oggi molto sen-tita, basti pensare alle numerose ope-re di recente pubblicazione; insom-ma, mi sembra proprio che essa fac-cia parte del nostro DNA.

«Il romanzo Valettino e le imma-gini della morte» era il contributo diLuigi Menghini, docente all’Altascuola pedagogica dei Grigioni. È cu-rioso questo racconto di don Felice,contenuto nella pubblicazione «IlGrigioni Italiano», perché è incentra-to su una vicenda tragica, sembraquasi di carattere preveggente perchéin parte toccata anche a lui. Si trattadi un ragazzo valtellinese, orfano dipadre e madre, sistematicamentemaltrattato dal fratello maggiore, chescappa e viene accolto da una fami-glia in Val di Campo. Il fratello mag-giore lo cerca disperatamente e inquella ricerca perisce sulla montagnaa causa della sua spericolata auda-cia nel saltare i sassi sui precipizi.Durante l’inverno anche il protago-nista, il piccolo Valettino appunto,perisce sotto una valanga nell’atto divoler ritrovare le amate montagne.

Antonio Giuliani, archivista del-l’Archivio storico comunale, si è sof-fermato sui «Documenti dell’Archi-vio storico comunale riguardantidon Felice Menghini». Il maestroAntonio ha citato alcuni aneddoticuriosi della quotidianità del Nostroche in effetti sono poco conosciuteal pubblico. Per esempio: un docu-mento del 1940 dove don Felice, anome del rispettivo Consorzio, chie-de e ottiene il ripristino del lavatoiopresso la Casa Tomè; la richiesta el’ottenimento (fr. 750.–) di un con-tributo per il restauro della chiesa diSanta Maria; la richiesta presso laCuria vescovile, in questo caso conesito negativo, per avere un terrenoidoneo alla costruzione di una treb-biatrice; la domanda al Comune, ot-tenuta, per edificare la chiesetta diLungacqua.

«Una questione di fedeltà. FeliceMenghini lettore e critico di ValerioAbbondio» è il titolo dell’interventodi Pietro Montorfani, dottore al-l’Università Cattolica di Milano. Va-

lerio Abbondio (Ascona 1891 - Men-drisio 1958) era autore di poesie disentimento religioso e della natura.Quindi aveva grande affinità con ilSacerdote poschiavino proprio acausa della loro corale passione perla poesia sacra. Valerio Abbondioconobbe don Felice durante l’inver-no 1944-45, il quale pubblicò, nelgennaio 1945, una recensione delpoeta asconese nella Pagina lettera-ria del Giornale del Popolo.

Raffaella Castagnola, professores-sa di letteratura italiana moderna econtemporanea all’Università di Lo-sanna ha parlato degli «Sguardi in-crociati: Chiesa e Chiara». Fra i tre,Chiesa, Chiara e Menghini, c’eranosentiti rapporti di reciproca stima.Sui due letterati, rispettivamente ilticinese Francesco Chiesa e il lom-bardo Piero Chiara, don Felice ten-ne molteplici conferenze. Piero Chia-ra aveva un rapporto molto fraternocon don Felice. Infatti anche dopola sua morte ne ha ricordato più vol-te l’opera e la vivacità intellettuale.

«Memoria da memoria», una testi-monianza diretta di Carla Tolomeo,vedova di Giancarlo Vigorelli (Mila-no 1913 - Marina di Pietrasanta 2005),critico letterario, giornalista culturalee direttore di giornali. Nel 1943 si ri-fugiò in Svizzera, dove conobbe Men-ghini, del quale disse di essere un per-sonaggio straordinario ma chiuso ingabbia, riferendosi ovviamente allesue grandi capacità ma alla limitatez-za di espansione, non permettendoglicon ciò di essere un grande letteratodi fama internazionale.

Carlo Catteneo, appassionato e col-lezionista delle opere di Piero Chiara,intitolò il suo intervento «Amicizie difrontiera: memorie di fatti e luoghi».Collaborando con varie testate PieroChiara si occupò già in giovane età del-la Svizzera e del Ticino, ma è durantel’esilio bellico che trovò la sua veralena di scrittore, proprio e specialmen-te grazie a don Felice, il quale ne rico-nobbe i pregi prosaici e poetici, ricchidi umanità.

«Piero Chiara elzevirista» era inti-tolato l’intervento di Mauro Novelli,professore di letteratura italiana al-l’Università degli Studi di Milano.(L’elzevirista è colui che cura gli arti-coli di carattere letterario, saggisticoe artistico di terza pagina dei quoti-diani, è detto anche tale per il tipo dicarattere di stampa). Durante l’esiliodel 1944 il Letterato luinese collabo-rò ampiamente con articoli culturalisul Giornale del Popolo e più tardianche con i Quaderni grigionitaliani.Inoltre, grazie alla sua propensionepolitica liberale, Giovanni Spadolini,giornalista, senatore, ministro e pre-sidente del Senato della Repubblica,lo invitò a collaborare con il Corrieredella Sera, il più prestigioso quotidia-no italiano. Mauro Novelli ha termi-nato la sua relazione leggendo un gu-stoso racconto di Piero Chiara, in me-rito a una sua esperienza durante unviaggio invernale con la Ferrovia reti-ca, che riporteremo prossimamente suquesto giornale.

Gian Paolo Giudicetti, mesolcine-se, Chargé de recherches del FondoNazionale Belga, nella sede dell’Uni-versità Cattolica di Lovanio (Fiandre)con «I romanzi gialli di Scerbanenco»;Jane Dunnet, professoressa di lettera-tura italiana presso il Dipartimento diLingue Moderne dell’Università diSwansea (Galles, Regno Unito) con «Ilmestiere di uomo: meditazioni, delit-ti e buone maniere nel primo Scerba-nenco»; e Paolo Lagazzi, professore ecritico letterario di Milano, con «Laguerra nel cuore», hanno relazionatosulla caratteristica prosaica del noto

giallista italo-ucraino Giorgio Scerba-nenco, anche lui rifugiato bellico inSvizzera; è stato anche a Poschiavo eha avuto intensi contatti con don Fe-lice (ha trascorso un periodo di ma-lattia all’Ospedale San Sisto, del qua-le ha elogiato la bravura e l’umanitàdelle Reverende Suore). In SvizzeraScerbanenco ha scritto complessiva-mente sei racconti. Dal 1944 al 1945don Felice Menghini ha pubblicatouna serie di articoli di Scerbanenco su«Il Grigione Italiano», dal titolo «Il me-stiere di uomo» che comprendevanoriflessioni morali e civili.

Maria Chiara Janner, studentessadi linguistica e letteratura italiana, sto-ria e storia dell’arte all’Università diZurigo, ha esaltato la vena poetica re-ligiosa del Sacerdote poschiavino tra-mite una relazione dal titolo «L’ulti-ma poesia religiosa di Felice Menghi-ni: i Poemetti sacri». Una relazioneaffascinante che comprendeva unaraffinata analisi di tre straordinariepoesie liturgiche menghiniane: «Osalutaris Hostia», «L’annunciazione»e «Salmo quaresimale». Interessanteil primo versetto di «O salutaris Ho-stia»:

«Cerchio di puritàpetalo di rosa bianca,il bianco di cui splendono le cosetutto è racchiuso nella tua beltà».Il «cerchio», la circolarità, ha pro-

babilmente riferimento alla «DivinaCommedia» di Dante Alighieri, dovenel «Paradiso» parla della sua visio-ne di Dio, comparandolo a tre cerchidi luce: «Dall’alto lume parvemi tregiri... E l’un dall’altro... Parea refles-so» (versi recentemente decantati inmodo sublime da Roberto Benigni sul-la RAI). Prima della sua morte donFelice aveva intenzione di raccoglie-re le sue poesie religiose in una pub-blicazione che avrebbe intitolato «Po-emetti sacri».

Con «Prose inedite di Felice Men-ghini» Andrea Paganini ci ha fattoscoprire la presenza di due opere ine-dite, racconti allegorici, anche se inparte pubblicati su periodici: «Incon-tri casuali» e «Parrocchia di campa-gna». Quest’ultimo è una parvenza diracconto autobiografico del periodo incui don Felice era parroco in Mesol-cina. Penso sarebbe bene unire tuttiquesti racconti in un’apposita pubbli-cazione, così come quelli riguardantile poesie liturgiche, che esprimonosentimenti di grande elevazione spi-rituale.

Reto Kromer, esperto di restauro delpatrimonio audiovisivo, insegna inSvizzera e all’estero, ha parlato di «Fe-lice Menghini e il cinema a Poschia-vo». Quindi la serie di sedici relazio-ni si è conclusa con un argomento chein effetti ha nulla a vedere con la let-teratura. Infatti Reto Kromer ci ha fat-to scoprire un don Felice del sociale,attento alle esigenze dei giovani e allacultura locale, portando, almeno inparte, in una Valle fuori mano comela nostra, la conoscenza della mondia-lità attraverso i mezzi mediatici. DonFelice teneva molto a vivacizzare lospettacolo cinematografico e per que-sta attività si è molto impegnato nelraccogliere i mezzi finanziari neces-sari per tenerlo in vita.

CONCORSODIALETTALE:

«LA VOCE DELLE VALLI»

151 giovanigrigionitalianisi sono sfidati

a colpidi dialetto!

Leandro Amato di Roveredoper il testo «El pont di pont»nella categoria A (scuola secon-daria e di avviamento pratico)e Elena Giovanoli di Soglio peril testo «La galinaccia» nellacategoria B (studi superiori eformazione professionale) sonoi vincitori della seconda edizio-ne del concorso di scrittura indialetto per giovani del Grigio-ni italiano organizzato dal set-timanale «La Voce delle Valli».Tema del concorso era «Ponti».

Oltre ai due premi, consistenti neicinque volumi del «Lessico dialettaledella Svizzera italiana, sono state attri-buite sei menzioni e altrettante segna-lazioni. Le menzioni a: Christel Balza-no di Cama per «I pont de la vita»,Annalisa De Vecchi di Poschiavo per«Al punt fra la müsica e la realtà» eLinda Losa di Roveredo per «I mepont» nella categoria A; Daniela Cor-tesi di Poschiavo per «Al punt da lavita», Francesca Heis di Poschiavo per«Punt» e Caterina Togni di San Vittoreper «El pont de Tieda» nella categoriaB. Le segnalazioni a: Verena Farina diMesocco per «Pont», Daniela Ganzonidi Promontogno per «I bundarin narr»,Nicole Giudicetti di Lostallo per «Elpont tra realtà e fantasia», Gregory Kel-ler di Roveredo per «I pónt scolastich»,Luciano Lanfranchi di Poschiavo per«I tre pont da la Vila» e Gianluca Sciu-chetti di Lostallo per «El bagn in Mo-eisa», tutte nella categoria A.

Il concorso ha riscosso un grandesuccesso di partecipazione: ben 151 itesti sottoposti al giudizio della giuria,presieduta da Annnamaria Pianezzi-Marcacci e della quale facevano parteIlde Ferrari-Marghitola, Lino Losa,Franco Ruinelli e Sergio Raselli.

La premazione ha avuto luogo sa-bato 8 dicembre a Roveredo, nel cor-so di una cerimonia che ha alternatomomenti di ufficialità (gli interventidel sindaco Romano Albertalli, del-l’ispettore scolastico Dante Peduzzi,dell’organizzatore Marco Tognola e deldirettore del Centro di dialettologiaFranco Lurà) e di svago (la scenettadialettale di Lino Losa e i canti delgruppo «I Segriséi» di Soazza).

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