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SCUOLE DELL’INFANZIA

14-15 novembre ore 10 - solaresdellearti.it POSTO... · 22 novembre ore 10 Accademia Perduta Romagna Teatri JACK E IL FAGIOLO MAGICO uno spettacolo di Marcello Chiarenza con Mariolina

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SCUOLE DELL’INFANZIA

14-15 novembre ore 10 Teatro delle Briciole

ERA IERI di Beatrice Baruffini e Agnese Scotti regia Beatrice Baruffini con Simone Evangelisti, Beatrice Baruffini

“Ci sono state molte discussioni sulle cause dell’ascesa e caduta dei sauri. Perché? Duecento milioni di anni

non sono sufficienti per il dominio di una famiglia, e cento milioni di anni per il dispotismo dei giganti? Oggi

l’Olimpo non è vuoto e il Partenone non è una rovina? Perché ci attendiamo che una qualsiasi stirpe di esseri

possa essere immortale? Tutti sanno che tutto ciò che è mortale finisce con il morire (…) le famiglie si

estinguono, come pure le nazioni e le razze; così anche i sauri sono scomparsi (…) la grandezza viene e va, e

così si concluse, con i sauri, una grande epoca creativa nella storia della vita: il periodo barocco della

zoologia.” (Fritz Kahn, naturalista, scettico e arguto)

Un osso viene ritrovato e si scopre che appartiene a un apatosauro vissuto milioni di anni fa. L’animale prende vita riportandoci indietro nel tempo, quando sulla terra c’erano pochi colori, il clima cambiava improvvisamente e dominavano i dinosauri. 160 milioni di anni fa è un tempo lontanissimo da qui. Questa grande distanza ci permette di guardare al passato attraverso le innumerevoli teorie scientifiche della vita animale sulla terra, dandoci la possibilità di preferirne alcune e scartarne altre. E così come fanno i paleontologi, che interpretano i segni del passato da un punto di vista scientifico, anche noi abbiamo voluto dare una nostra interpretazione. Abbiamo tenuto conto di tutto ciò che è stato scoperto, ma soprattutto: abbiamo immaginato quello che non è stato ancora scoperto. Nessuno ha mai saputo dire con certezza di che colore fosse la pelle dei dinosauri. Nessuno sa che versi facevano. Nessuno sa realmente perché si siano estinti. Come la scienza, anche noi ci siamo fatti delle idee… Era Ieri è il primo capitolo della Trilogia disumana, un progetto di Beatrice Baruffini e Agnese Scotti, che comprende tre creazioni, la prima sul passato, la seconda sul presente, la terza sul futuro. Tre storie che hanno come protagonisti rispettivamente i dinosauri, i robot e gli alieni. Tre storie senza l’uomo, che possono essere definite “anti antropocentriche” e che raccontano di esseri “superiori o inferiori alla natura umana” (def. disumano).Abbiamo bisogno d’immagini e suggestioni che si allontanino da quello che già conosciamo, che vediamo, che sappiamo. Che si allontanino da noi uomini, dai nostri occhi, dalle nostre vite. Guardiamo altrove perché solo così possiamo imparare un altro modo per tornare a guardare noi stessi. Il disumano è, per definizione, “privo di sentimenti umani”. Il disumano non è educato all’umanità, è un essere primordiale, istintivo, impetuoso. Non riesce a direzionare le proprie forze in modo razionale, non decide, non pianifica. Agisce, sempre nel presente, ancorato alla realtà. Non accumula saperi, ma esperienze utili, non progetta la propria vita, la vive direttamente. E’ come un umano senza presente e senza futuro. Un umano che spacca il secondo. Che vive al secondo. Abbiamo azzerato l’umanità dell’uomo perché volevamo ri-vederlo senza tutto quello che ci siamo accumulati addosso in millenni di civiltà (e inciviltà). Dei disumani ci è piaciuto il loro essere ancora alla prima volta. E’ necessario immaginarci queste altre vite per trovare altri modi per stupirci nuovamente di quello che siamo noi, qui, su questa terra, adesso. Beatrice Baruffini, Agnese Scotti

14 - 15 novembre ore 10 Teatro delle Briciole | novità

FELICE Cantiere “NUOVI SGUARDI PER UN PUBBLICO GIOVANE” 2° capitolo*Cantiere “NUOVI SGUARDI PER UN PUBBLICO GIOVANE” 2° capitolo*Cantiere “NUOVI SGUARDI PER UN PUBBLICO GIOVANE” 2° capitolo*Cantiere “NUOVI SGUARDI PER UN PUBBLICO GIOVANE” 2° capitolo*

regia affidata a Silvia Gribaudi dai 4 anni

Felice è un viaggio teatrale che attraversa la percezione, l’incontro e il riconoscimento delle proprie emozioni. La conoscenza e l’esperienza della rabbia, del vuoto, del divertimento, della solitudine, delle emozioni e dei sentimenti primari del bambino sono trasfigurate e alimentate dall’esperienza di ciò che accade in scena, a partire da una pista conoscitiva essenziale fornita dalla coppia di contrari luce/buio, carica di valori metaforici e fortemente connaturata alla grammatica costitutiva del linguaggio teatrale. Cosa è il buio? Cosa contiene? Può essere trasformato nel suo contrario, la luce? Può contenere una mappa delle emozioni umane? L’intreccio significante tra buio e luce sulla scena, attraverso un linguaggio fatto di visioni, di un movimento inteso come racconto del corpo, della relazione diretta tra l’interprete e il pubblico, agisce sulla potenzialità ricettiva dello spettatore, ne stimola la percezione dei sensi e delle emozioni. Il teatro diventa allora un’immagine del mondo, vita concentrata, in cui la luce si conosce nel buio, e l’incontro con le proprie emozioni è esperienza di passaggio necessaria per la formazione di un essere umano libero. Che punti a meritare il nome che dà il titolo allo spettacolo.

Silvia Gribaudi. Vincitrice di importanti premi di danza, ospite in numerosi festival nazionali ed internazionali, tra cui nel 2009 alla Biennale di Venezia Ground 0 e nel 2012 all'Edinburgh Fringe Festival. Crea performance specifiche su: differenze di genere - Progetto Performing

Gender 2014 -, riflessioni sulla femminilità - Over 60 -, invecchiamento attivo attraverso l’arte della danza - What age are you acting? Le età relative, prodotto dal progetto europeo ACT YOUR AGE e selezionato alla Piattaforma della danza italiana NID 2014.

*Convinto dell’importanza di un confronto con esperienze teatrali differenti rispetto all’universo tradizionalmente definito “teatro-ragazzi”, nel 2010 il Teatro delle Briciole inaugura Nuovi Sguardi per un

Pubblico Giovane, un “cantiere produttivo” con cui si propone di affidare a gruppi della ricerca italiana il compito di creare uno spettacolo per bambini. Sono nati così Baby don’t cry, affidato a Babilonia Teatri (2010), La Repubblica dei bambini (Teatro Sotterraneo, 2011), Pop-Up un fossile di cartone animato (I Sacchi di Sabbia, 2013), tre lavori che costituiscono il primo capitolo del cantiere. Il secondo capitolo, inaugurato nel 2015 con Play, affidato a Mirto Baliani, e Sherlock Holmes a CollettivO CineticO, si conclude con Felice, affidato a Silvia Gribaudi.

17 novembre ore 9.30 12-13-14 dicembre ore 10 Teatro delle Briciole

ROSSO CAPPUCCETTO un progetto di Emanuela Dall’aglio regia Mirto Baliani, Emanuela Dall’aglio interpretazione, costume e oggetti di scena Emanuela Dall’aglio dai 4 anni

Fiaba antica di cui si sono fatte diverse versioni e altrettante letture, Cappuccetto rosso è ora riavvicinata in questo progetto con tutto il rispetto che si deve ad una favola classica, originale come gli elementi che la compongono e che vengono mostrati all'inizio dello spettacolo. Oggetti concreti generatori di storie, evocatori di un tempo e quasi magici nella loro semplicità, le fragole, il sasso, la torta sono i realissimi reperti di un'esposizione che i bambini possono osservare da vicino, alimentando la curiosità dello spettatore e disponendo gli animi alla riflessione sulla natura rituale della favola. Come la narrazione orale suggerisce, un'unica figura riunisce l'intera architettura dello spettacolo, fondendo scenografia, costumi, oggetti e animazione in un unico manufatto, che genera così unitariamente personaggi, azioni, oggetti e colpi di scena: quasi un pop-up dalle sembianze umane, una favola vivente che si indossa come un abito e viene agito dall'interno. Un dramma "portatile", portabile. Ambiente e personaggi trovano solidità e compattezza nella particolare matrice che li origina, se il bosco, l'emblema di tutte le nostre paure e insicurezze, e la casa della nonna, atteso rifugio che nasconde il più grande dei pericoli sono, nella loro concretezza visiva, parte del manufatto umano, familiare e perturbante. La fiaba come nasce nella sua prima versione scritta da Perrault, dove si narra delle vicende di una bambina che si avventura nel bosco e dell'incontro con il lupo che cambierà il suo destino, nasce tutta da un unico congegno che è di volta in volta scena e sipario, paesaggio e baracca: lì si consuma la tragedia e lì la storia e il vestito si esauriscono. Il lieto fine, quello che i bambini attendono, quello che tutti vogliono, quello che i fratelli Grimm hanno aggiunto, arriva da lontano, come un cacciatore o un innamorato, come un elemento esterno casuale, dove la casualità si fa necessità rituale. Emanuela Dall'aglio racchiude in sé tutte le qualità del narratore, che è voce, gesto, suscitatore di visioni,

nel momento in cui indossa la scenografia dello spettacolo da lei stessa realizzata e che consiste in un

meraviglioso abito sul quale vengono riprodotti tutti i luoghi della storia, dal bosco alla casa della nonna.(…)

Rosso Cappuccetto è decisamente uno spettacolo riuscitissimo che rispetta finalmente il senso profondo

della fiaba, troppo spesso sprecata rispetto alla propria funzione originaria, e le restituisce la poesia e la

bellezza che merita. Nella Califano, www.eolo-ragazzi.it

22 novembre ore 10 Accademia Perduta Romagna Teatri

JACK E IL FAGIOLO MAGICO uno spettacolo di Marcello Chiarenza

con Mariolina Coppola, Maurizio Casali regia di Claudio Casadio

dai 4 anni

Quanto valgono due fagioli? Questo è il problema. Il povero Jack conosce poche cose della vita: sa di essere piccolo, sa che la mamma gli vuol bene, che il suo papà non c’è più, che la mucca fa il latte e che la fame, il freddo e la povertà non fanno paura fin tanto che la mucca fa il latte. Un giorno però il giovane Jack si ritrova in pericolo e deve compiere una grande scelta: seguire i saggi ma modesti consigli della mamma o credere al proprio istinto, incontrare gravi pericoli, sperare nella buona sorte per uscire dai guai e trovare la felicità? L’antica fiaba popolare inglese di Jack e il fagiolo magico racconta di un’enorme e miracolosa pianta di fagioli, di un temibile gigante che si nutre di mucche grasse, di enormi montoni ma soprattutto di bambini!! E poi di arpe miracolose, di uova d’oro ma soprattutto del coraggio di un bambino e dell’astuzia con cui sa affrontare i pericoli e sconfiggere le avversità. Lo spettacolo è ambientato in una vecchia soffitta in cui, di volta in volta, vengono ritrovati oggetti-chiave, elementi che richiamano alla memoria l’antica fiaba narrata. Affiancati dagli oggetti magici di Marcello Chiarenza (l’enorme scarpone del gigante, il grande paiolo della moglie dell’orco, gli strumenti per la mungitura…) gli attori, diretti da Claudio Casadio, coinvolgono i bambini – a cui spesso si rivolgono direttamente, sfondando la quarta parete - fino a farli entrare completamente nella vicenda di Jack, con le sue emozioni, le sue speranze, le sue scoperte ma soprattutto con i suoi tremendi spaventi!

5 dicembre ore 10 La Baracca Testoni Ragazzi

LA BELLA O LA BESTIA testo e regia di Bruno Cappagli con Giada Ciccolini e Fabio Galanti

Il nuovo spettacolo della compagnia bolognese La Baracca offre ai bambini l’occasione di incontrare l’arte contemporanea attraverso il teatro, a partire dall’idea che la bellezza sia qualcosa di estremamente personale, che non esista qualcosa di indubbiamente bello o brutto. Da qui la scelta del titolo La bella o la bestia, quasi fosse una domanda, una piccola provocazione: cos’è davvero bello e cos’è davvero bestiale? Lo spettacolo porta in scena il concetto di libertà espressiva, il piacere di creare, il gusto per la materia, per il colore. L’arte come linguaggio per raccontare il mondo con immagini non convenzionali, suggerendo altri punti di vista. Lo spettacolo vede in scena due artisti, un uomo e una donna, che creeranno, attraverso l’utilizzo di diversi materiali poveri, 12 installazioni: la porta della storia; Il vento, il temporale e i lupi; Il pergolato di rose; La bestia; Un nodo-la promessa; Una gran tavola; Stanza della bella; Lo specchio; I vestiti della sposa; Il dolore della bestia; Altissimi pianti; Bello come l’amore. L’azione dei due performer sarà provocata, stimolata e aiutata dal racconto originale de “La bella e la bestia”, metafora perfetta per raccontare come nella bestialità si racchiuda la bellezza e viceversa. La storia, narrata da una voce fuori campo, è la versione del 1756 di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, nella traduzione di Collodi. Il testo originale è stato ridotto in modo da privilegiare l’immagine e lasciare che la storia sia, di fatto, il motore che determina l’atto creativo dei performer. Un ruolo molto importante nello spettacolo è quello della musica. Sono state scelte musiche composte da artisti che producono “musica moderna”, ovvero artisti che osano, che hanno o che hanno avuto traiettorie di ricerca musicale innovativa e di ricerca. Artisti come: Kaki King, Alva Noto, Ryuichi Sakamoto, Lullatone, Radiohead, Brian Eno, Goodspeed you! Black emperor, e il fantastico autore islandese Òlafur Arnalds. Musica di ricerca che troviamo anche nella musica pop o soul di qualità. Scelta per trasmettere la passionalità dell’arte con artisti come: Lianne La Havas, Norah Jones, Demon Albarn o il grande Otis Redding. E naturalmente non poteva mancare quello che per noi è stato da sempre fonte di ispirazione, un artista che ha fatto della sua vita artistica un continuo viaggio verso l’ignoto e il sorprendente: David Bowie

9 dicembre ore 10 Bouffou Theatre

LA MER EN POINTILLÉS scritto e diretto da Serge Boulier

capienza limitata

Spettacolo inserito in lmpertinente lmpertinente lmpertinente lmpertinente Festival di teatro di figura Festival di teatro di figura Festival di teatro di figura Festival di teatro di figura – terza edizione Lo spettacolo, vincitore nel 2007 del premio Molière nella sezione teatro ragazzi, si ispira ad una storia realmente accaduta. Un uomo, proveniente da un lontano paese dell’Europa orientale, non avendo mai visto il mare, decise di raggiungerlo con la sua bicicletta. Dopo aver attraversato diversi paesi e aver incontrato molte persone, riuscì quasi a sfiorarlo. Purtroppo venne fermato dalla burocrazia: senza documenti di identità fu arrestato e scortato di nuovo al punto di partenza. L’obiettivo dello spettacolo è far emergere la poesia di questa ricerca: il desiderio del personaggio, questa sorta di Chaplin dei Balcani, è quello di vedere il mare. Per far questo usa l'unico mezzo a sua disposizione: la bicicletta. In nessun momento pensa ai possibili pericoli che potrebbe incontrare durante questo viaggio o alle formalità burocratiche necessarie per attraversare i diversi paesi. L’immediatezza spontanea nel suo modo di pensare gli regalano un candore e un’ingenuità poco tollerabili nelle nostre società cosiddette civili. La libertà di circolazione è costituita da regole e leggi che nulla hanno a che fare con la dimensione del sogno. E infrangere i sogni garantisce il rispetto di queste regole e di un ordine che si deve stabilire un modo o nell'altro. Come fanno a convivere i desideri di tutti con le regole imposte nella vita collettiva? Le nostre regole di vita sociale sono ancora in grado di preservare le libertà individuali? Alcuni diranno che le storie di immigrazione non sono soggetti da raccontare ai bambini. Interrogativo che si è posto Serge Boulier, autore e regista dello spettacolo, che poi, però, si è chiesto: “Non sono forse posti tutti i giorni di fronte a nozioni di spazio, territori e confini? Vivono nello stesso mondo, governati dalle stesse leggi fatte da adulti e non possono dire nulla; la loro percezione del mondo si nutre attraverso la sensibilità, le sensazioni e dall’osservazione attiva della vita adulta; imparano presto a sentire ciò che è giusto da ciò che non lo è.” Questa storia è raccontata con la stessa semplicità e candore del personaggio principale. E’ una sorta di poesia meccanica fatta di ingranaggi e manovelle, in una scenografia strettamente ispirata al mondo del ciclismo, costruita utilizzando materie prime come legno, metallo e tela.

6-7 febbraio ore 10 Teatro all’Improvviso

CINQUE UOVA IN FILA testo, scene e regia di Dario Moretti musiche di Carlo Cialdo Capelli con Serena Crocco e Sara Milani

Nel nuovo spettacolo della compagnia Teatro all’Improvviso protagoniste sono cinque uova che schiudendosi, danno vita a cinque diversi animali legati tra loro da una storia comune: "Un pesce cantante all’arena di un mare,

che il coccodrillo beve per dimenticare la sua amata tartaruga,

che balla in un Teatro grande,

come gli occhi dell'allocco spaventato

da un serpente rapito dal canto del pesce all’arena del mare …". Due attrici raccontano, interpretano e cantano le storie dei diversi personaggi, accompagnate dalla musica originale di Carlo Cialdo Capelli e utilizzando gli oggetti e i pupazzi realizzati da Dario Moretti. Da cinque uova di uguali dimensioni e colore, i bambini vedranno nascere cinque creature molto diverse tra loro, che sapranno interagire e giocare insieme, indipendentemente della loro natura, dal loro colore e dalla loro forma. Ispirato ad un libro scritto e illustrato da Dario Moretti nel 1994, lo spettacolo è stato allestito anche in Giappone nell'ottobre del 2015, con una formazione locale, presso il "Kochi City Foundation for Cultural Activity”. Il Teatro all’improvviso nasce nel 1978. Muove i primi passi nel teatro popolare e nella commedia dell’arte; poi la curiosità e la necessità di affrontare nuove forme d’arte, hanno mutato e trasformato il Teatro all’improvviso fino alla sua forma attuale, in cui l’immagine, la poesia e il gesto, sono gli elementi portanti della ricerca. Il Teatro all’improvviso ha esclusivamente prodotto spettacoli destinati ai bambini dai 3 ai 10 anni, cercando soprattutto di stimolare il pensiero e le emozioni; il gioco e l’astrazione. Contro un teatro pedagogico e didattico, per un teatro che affronti qualsiasi forma d’arte, senza necessariamente istruire o formare, ma piuttosto spiazzare, coinvolgere e provocare. Antonio Catalano ha così descritto la poetica di Dario Moretti, direttore artistico della compagnia: “… una linea , un punto e uno scarabocchio. Una linea che non è solo una linea è una collina, un onda, un gesto nell’aria. Un punto che non è solo un punto è anche una stella. Una piccola nuvola vista da lontano, un piccolo abitante di un pianeta misteriosamente giallo. Uno scarabocchio che non è solo uno scarabocchio è una casa, un bambino che piange, una barca sul mare in tempesta, una piccola emozione sfuggente, un cappello che vola, dei cuori volanti, delle mucche, un paesaggio invernale. Ecco cosa è Dario Moretti una linea, un punto, uno scarabocchio fatto velocemente con un pennello nero sopra un foglio bianco”.

20 febbraio ore 10 Compagnia TPO/Teatro Metastasio

LA CASA DEL PANDA direzione artistica Francesco Gandi, Davide Venturini

coreografie e danza Daniele Del Bandecca, Martina Gregori dai 4 anni

Dopo numerosi spettacoli ispirati alla grazia e alla simmetria dei giardini orientali, torna la compagnia TPO con il nuovo spettacolo che esplora, attraverso il particolare linguaggio che mescola teatro e nuove tecnologie, la Cina e la vita del suo animale simbolo, il panda. I panda sono animali pacifici, dall’aspetto tenero, abitanti silenziosi delle foreste di bambù della lontana Cina. Di loro si sa poco se non il fatto che appartengano ad una specie animale a rischio di estinzione. Per molti è diventato un simbolo, per chi ha pensato e ideato lo spettacolo, il panda è diventato un compagno di viaggio. Sarà inseguendo un panda, infatti, che ci si addentrerà nelle storie, nella tradizione, nella cultura della Cina e, grazie a lui, si riuscirà ad acquisire un diverso modo di pensare e di considerare la realtà. Si capirà come, per il pensiero cinese, tutti gli elementi della natura siano in relazione tra di loro, in un gioco di trasformazione continua secondo un andamento circolare. E’ la teoria dei cinque elementi o mutamenti dinamici (WU XING ), uno dei concetti fondamentali della filosofia orientale, secondo cui ciascun elemento si trasforma e genera il successivo: il LEGNO genera il FUOCO, il fuoco la TERRA, che a sua volta si trasforma in METALLO, che poi genera l’ACQUA, la quale fa iniziare il nuovo ciclo. Gli Elementi diventano concretamente i soggetti delle cinque scene in cui è suddiviso lo spettacolo, uno strumento per parlare di Cina e della sua cultura. Il viaggio all’interno dei territori e delle mitologie cinesi è virtuale, ma l’esperienza del pubblico coinvolto sarà reale grazie al set interattivo che farà vivere le situazioni attraverso le immagini e suoni che reagiscono simultaneamente alle azioni del pubblico, offrendo un’occasione di fascinazione e di gioco che renderà l’esperienza teatrale unica.

27-28 febbraio ore 10 Cà luogo d’arte

DENTRO DI ME una piccola anatomia infantile testo Marina Allegri regia Maurizio Bercini con Francesca Grisenti, Pina Irace

La visione che i bambini hanno del "dentro di sè " è grande, misteriosa, poetica. È immensa. Crescendo questa immensità viene rosicata dalle esperienze e dalle relazioni, cosicché diventare adulti è rimpicciolire, è un adeguamento alla realtà che implica rinuncia e sacrificio. Parte da questa suggestione il nuovo spettacolo della Compagnia Cà Luogo D’Arte, firmato da Marina Allegri e diretto da Maurizio Bercini, una creazione per i bambini e i loro educatori in cui il corpo umano appare come un cosmo in miniatura e il viaggio di conoscenza all'interno di questo cosmo, un viaggio nella poesia e nella magia del teatro di figura. Guardare, sentire, domandare, percepire, sono i modi in cui l'infanzia si pone rispetto alle grandi domande della vita, e quando le risposte adulte sono poco chiare o poco interessanti, mette in atto un sistema rivoluzionario di conoscenza, un approccio metaforico al problema, che apre il cervello e ci fa circolare aria, sangue e allegria..Questo il presupposto per uno spettacolo sulla visione infantile del corpo umano.

Ca' Luogo d'Arte accoglie gli spettatori nella consueta magia di una scenografia sempre

emozionante e sorprendente. (…) Due attrici, Me e Te, ci prendono per mano e insieme

intraprendiamo un viaggio nel luogo più misterioso e pericoloso che esita: il dentro di sé. Lo

spettacolo (…) intende affrontare un tema delicatissimo, quello della conoscenza di se stessi. Come

in ogni viaggio che si rispetti occorre una mappa, ma questa è speciale, perché riporta i luoghi di

dentro e quindi le emozioni, le paure da affrontare, le debolezze...ma “dovete andare, io di più non

vi posso dare”, dice una voce come di madre, che è una credenza che prende vita. E in ognuno dei

suoi cassetti si nasconde l'essenza del sé, da quelli più alti, che contengono il cuore, a quelli più

bassi, più misteriosi, meno luminosi. (…) E allora non ci resta che verificare e farci esploratori

perché “mi voglio bene e voglio essere il re. Dentro di me sarò io il re”. Uno spettacolo complesso e

quindi subito sentito dai bambini, un viaggio di conoscenza, di iniziazione, proprio come quello che

ogni fiaba permette di fare. Cosa c'è dentro? Non lo sappiamo, o non lo sappiamo ancora, o non lo

sappiamo del tutto, ma sicuramente c'è qualcosa di immenso. Nella Califano www.eolo-ragazzi.it

27-28-29 marzo ore 10 Teatro delle Briciole

CON LA BAMBOLA IN TASCA ispirato alla favola “Vassilissa la bella” di Afanasiev

testo Bruno Stori regia Letizia Quintavalla

con Laura Magni capienza limitata

Dal 1994, anno del debutto, Con la bambola in tasca ha vissuto e rivissuto in lingue diverse, in paesi diversi, con più di duemila rappresentazioni in Italia, Portogallo, Francia, Inghilterra, Spagna, Canada, ricreando ogni volta il suo nucleo dallo sviluppo imprevedibile: il particolare gioco di relazione che si crea tra una bambina “catturata” tra il pubblico e l’attrice in scena. Vassilissa è la storia del passaggio di madre in figlia, da una generazione all’altra, del potere femminile dell’intuito, simbolizzato dalla bambola che Vassilissa tiene sempre dentro la tasca, cioè la capacità di vedere dentro, di ascoltare, di sentire e sapere veloci come il fulmine, di comprendere che spesso le cose non sono come appaiono e si ricorre all’intuito per scoprirle. Nell’antico racconto russo l’iniziazione è messa in atto dall’esecuzione di determinati compiti. Ispirato alla celebre favola russa di Afanasiev Vassilissa la bella, lo spettacolo che ha segnato la storia del teatro ragazzi, è costituito da una struttura semplicissima: un'unica attrice, un tappeto rosso come un cerchio magico nel quale sviluppare l'azione, un fondale dipinto con lingue di fuoco. Protagoniste dello spettacolo sono la Baba Jaga, una sorta di strega/donna/madre, che muove la bimba alle azioni e la bambola, regalata alla protagonista dalla mamma, una "voce interiore" che non la abbandona mai. Gli altri bambini assistono alla storia vicini, molto vicini alla casa della strega, in uno spazio delimitato dal magico cerchio rosso. Nello spettacolo, pensato appositamente per un numero limitato di spettatori, sono racchiusi tutti gli elementi che hanno contraddistinto in questi anni la poetica del Teatro delle Briciole: l'attenzione per il pubblico e lo spazio scenico, la forte presenza di oggetti di scena semplici, "ancestrali", ma che possono moltiplicarsi grazie all'esercizio della fantasia e dell'immaginazione, la forte relazione tra materia e musica, il teatro come iniziazione. Il fine è una relazione affettuosa e sincera con questo essere che chiamiamo “la donna sapiente”, la vecchia dea selvaggia, la Baba Jaga, alla quale Vassilissa chiede il fuoco. La ricerca del fuoco costringe la bambina a lasciare la casa e entrare, rabbrividendo, in una vita nuova. Dunque allentare la presa sullo splendente archetipo della madre dolce e buona è il primo passo. Lasciamo il capezzolo e impariamo ad andare a caccia. C’è una madre selvaggia che ci aspetta, per insegnarci. Ma nel contempo dobbiamo tenerci strette alla bambola mentre ne apprendiamo gli usi. La scommessa dello spettacolo è quella di fare del teatro insieme agli spettatori- bambini, i maggiori esperti dell’arte del giocare.

4 aprile ore 10 La Baracca Testoni Ragazzi

IL VOLO testo di Bruno Cappagli regia di Bruno Cappagli e Stefano Filippini con Bruno Cappagli e Fabio Galanti

Dopo il grande successo riscosso la scorsa stagione, la compagnia La Baracca torna con lo spettacolo “Il volo”. In una discarica vivono due strani e simpatici personaggi: Gustavo e Gioacchino. Gustavo costruisce macchine speciali, motori mai visti, e sogna di realizzare una trivella che, scavando, lo porti fino in Cina; Gioacchino sogna di volare, ma senza motore, solo con l’aiuto del vento, e racconta a Gustavo di come anche il bruco, proprio il bruco, trasformandosi in farfalla, possa volare. Volare! Tutto può volare! Sacchi della spazzatura, fogli di carta, piume, palline, bidoni, tutto quello che si incontra per la strada. Magari potrebbero volare anche loro… È così che Gioacchino trascinerà Gustavo a scoprire la forza del vento, mentre Gustavo gli insegnerà l’efficacia della meccanica. Insieme, aiutati dalla forza del desiderio e dell’immaginazione, costruiranno una macchina volante. … ma riusciranno a spiccare il volo? Qualcuno sostiene che Gustavo e Gioacchino ce l’abbiano fatta, che siano riusciti a volare altissimi nel cielo. Ma nessuno può dirlo… nessuno li ha visti. Lo spettacolo è dedicato a Gustav Mesmer, l’Icaro di Lautertal. Mesmer tentò di realizzare con la bicicletta il sogno di volare. Una volta riuscì ad alzarsi fino a 50 metri dal suolo, ma nessuno lo vide.

INFORMAZIONI

PRENOTAZIONI> Le prenotazioni si svolgeranno con le seguenti modalità: Schede di prenotazione> prima dell’inizio di ciascun incontro di presentazione, a partire dalle ore

17, potrete ritirare le SCHEDE numerate su cui sarà possibile esprimere le vostre scelte. Le SCHEDE, nel caso in cui non possiate partecipare agli incontri di presentazione, si potranno comunque ritirare a teatro, entro venerdì 7 ottobre, nei seguenti orari: dalle ore 11 alle 14.30 – escluso sabato 1 e domenica 2 ottobre. Il numero sulla scheda indicherà e garantirà la vostra posizione e priorità nelle prenotazioni che, comunque, non verranno inserite prima del 7 ottobre (ad esempio: la scheda n. 3 rimarrà sempre in terza posizione anche se fosse consegnata l’ultimo giorno disponibile). Avrete quindi, come sempre, l’occasione di consultarvi e di decidere con calma quali scelte indicare. Come nostra consolidata abitudine, garantiremo ad ogni insegnante la possibilità di rappresentare eventualmente la propria scuola, ritirando le schede anche per le colleghe. Ogni classe o sezione avrà, di conseguenza, una propria scheda su cui indicare le prenotazioni. Vi invitiamo a specificare chiaramente i vostri recapiti sulla scheda per permetterci di contattarvi nel caso non ci fossero posti disponibili per uno spettacolo da voi scelto e cambiare, eventualmente, la prenotazione. Prenotazioni fino al 7 ottobre> le schede compilate possono essere consegnate mantenendo

la priorità acquisita: -al termine dell’incontro di presentazione -entro venerdì 7 ottobre in teatro dalle ore 11 alle 17 -entro venerdì 7 ottobre via e-mail ([email protected] oppure a [email protected]). Prenotazioni dal 19 ottobre ad aprile 2017> non sarà più necessario prenotare tramite la scheda, ma come di consueto, presso gli uffici negli orari di biglietteria: dal martedì al venerdì dalle ore 11 alle 14.30, giovedì dalle 11 alle 17 o telefonicamente al numero 0521/989430 992044. BIGLIETTI 5€ scuole dell’infanzia e primarie 6€ scuole secondarie di primo e secondo grado 3€ anteprime

PROMOZIONI Le classi che prenoteranno più di due spettacoli, avranno una riduzione pari ad 1€ sul prezzo del biglietto di ciascun spettacolo. Scuole dell’infanzia e primarie: 12€ x 3 spettacoli (anziché 15€) Scuole secondarie di primo e secondo grado 15€ x 3 spettacoli (anzichè 18€)

Weekend al Parco per le scuole Le classi che assisteranno agli spettacoli della rassegna Weekend al Parco potranno usufruire del biglietto ridotto a 5€. Gli insegnanti entreranno gratuitamente.

MODALITA’ DI PAGAMENTO Vi chiediamo gentilmente di provvedere al pagamento del 50% della quota totale dei biglietti entro e non oltre 20 giorni dalla rappresentazione prescelta. Il giorno dello spettacolo si provvederà al saldo. Le eventuali disdette dovranno pervenire entro 20 giorni dalla data dello spettacolo. Oltre tale termine la Direzione del Teatro tratterrà la somma versata dei biglietti. I pagamenti si potranno effettuare presso gli uffici del Teatro al Parco, tramite bonifico bancario sul conto corrente presso Cariparma Crédit Agricole, sede di Parma, intestato a Solares Fondazione delle Arti c/prevendite, specificando obbligatoriamente quanto segue: CODICE IBAN IT18A0623012700000036542912

NOME DELLA SCUOLA E CLASSE TITOLO E DATA DELLO SPETTACOLO (per esigenze della banca siete pregati di indicare in modo abbreviato, ma comprensibile, il titolo dello spettacolo prenotato) COME SI ACCEDE A TEATRO Si ricorda che l’ingresso al Parco Ducale non è consentito ai pullman e che gli ingressi pedonali più vicini sono: Via Pasini e V.le Piacenza (retro Star Hotel du Parc). Per favorire un corretto approccio al teatro, si invitano le classi ad arrivare almeno 20 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Le classi che arriveranno a spettacolo iniziato non potranno accedere alla rappresentazione. In questo caso la Direzione del Teatro tratterrà la somma versata dei biglietti. MATERIALE INFORMATIVO Presso gli uffici del Teatro al Parco è disponibile il materiale informativo sugli spettacoli: testo, rassegna stampa, schede per insegnanti. Il programma della rassegna è consultabile sul sito www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole. Teatro delle Briciole Parco Ducale, 1 43125 Parma Biglietteria>dal martedì al venerdì dalle ore 11 alle 14.30, giovedì dalle 11 alle 17 0521/989430 992044 www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole [email protected] / [email protected]