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1 Fondi Strutturali 2007 - 2013 Sergio Zucchetti

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Fondi Strutturali 2007 - 2013

Sergio Zucchetti

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COESIONE

Obiettivo politico che tutte le istituzioni sono chiamate a perseguire, allo scopo di ridurre le differenze tra i territori dell’UE e garantire livelli accettabili di crescita e sviluppo

equi per tutti

CONVERGENZA

Processo di coinvolgimento di tutti gli operatori economici, in particolare impresa e mercato, e sociali all’elaborazione

di un metodo che consenta di realizzare questi obiettivi

INTEGRAZIONE

Sintesi, sotto una dimensione temporale, della coesione politica e della convergenza ecomonica

Tre Concetti / Obiettivi perseguiti dall’UE

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Nel realizzare il processo di integrazione e di coesione economica e sociale, l’UE, in collaborazione con gli Stati membri, individua nelle “regioni” la dimensione territoriale più adeguata per tradurre in opere concrete quanto pianificato, ritenendo le stese il “mezzo per ridurre la distanza che separa i cittadini dalle istituzioni europee”

Programmi Integrati Mediterranei

Quadri Comunitari di Sostegno (1989-1993, 1993-1999)

Agenda 2000

Programmazione 2007-2013 QSN

Periodi di Programmazione dei Fondi comunitari

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Fondi Strutturali 2007 - 2013

La politica regionale europea per la programmazione 2007/2013 si fonda su una strategia condivisa (nazionale, regionale), sull’integrazione dei fondi (FESR, FSE, FEASR, FAS), sulla loro territorializzazione (superamento dell’impostazione fondata sulle zone elegibili).

A livello nazionale le strategie e le priorità della politica regionale sono esplicitati nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) con riferimento sia all’Obiettivo 2 (competitività regionale e occupazione), sia all’Obiettivo 3 (cooperazione territoriale transnazionale, transfrontaliera e interregionale), mentre per il sostegno allo sviluppo rurale si ritrovano nel Piano Strategico Nazionale.

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Nel contempo, gli obiettivi generali per una “efficace” programmazione sono ricondotti esplicitamente:

al massimo livello di utilizzazione di tutti gli strumenti finanziari disponibili;

all’integrazione tra fondi ordinari e fondi aggiuntivi in riferimento a comuni obiettivi di competitività;

alla dimensione territoriale quale riferimento per una politica integrata.

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La strategia generale della politica regionale definita nel QSN si articola su

tre livelli:

1. livello di programmazione della strategia specifica. Entro un limitato periodo di tempo dall’approvazione del QSN ogni amministrazione regionale deve dotarsi di un documento di programmazione specifica che declina la strategia di politica regionale nel quadro dei propri documenti programmatici. Da documento preliminare il Documento Strategico Regionale, opportunamente sviluppato nel Quadro Strategico Regionale, assume funzione di documento unitario di programmazione strategico - operativa della politica di coesione regionale 2007/2013.

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Secondo livello2. Livello di definizione istituzionale delle priorità,

degli obiettivi, degli strumenti, delle responsabilità. L’Intesa Istituzionale di Programma costituisce il luogo del confronto e della condivisione degli obiettivi della strategia di politica regionale unitaria. L’intesa ne definisce le priorità (di coesione unitaria), per le quali si individua come necessario e/o opportuno e/o comunque più efficace una modalità attuativa fondata sulla cooperazione fra Stato e Regione o fra più Regioni e/o Stato.

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Terzo livello3. Livello di attuazione. La strategia di politica

regionale unitaria si attua attraverso strumenti e modalità in grado di garantire, indipendentemente dalla fonte di finanziamento specifica (comunitaria, nazionale, ordinaria) la migliore realizzazione possibile dei livelli di cooperazione istituzionale necessari, oltre che la più ampia e funzionale partecipazione dei soggetti istituzionali coinvolti. Strumenti di attuazione previsti saranno l’Accordo di Programma Quadro e lo Strumento di Attuazione Regionale.

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Utilizzo ottimale delle risorse

Il periodo di programmazione 2007-2013 è segnato da una disponibilità di risorse finanziarie inferiore rispetto al passato, ciò che impone la definizione di criteri di un loro utilizzo “ottimale”, da attuarsi tramite il coordinamento e l’integrazione delle risorse comunitarie (FESR, FSE, FEASR, FEP), nazionali (FAS, Legge 183/87, leggi di settore, fondo globale incentivi) e regionali. Il Governo nazionale ha già provveduto a porre le basi per la realizzazione della necessaria integrazione programmatica e finanziaria, individuando come strumenti di attuazione le Intese Istituzionali di Programma e la riforma degli Accordi di Programma Quadro.

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Integrazione delle politiche pubbliche

Il 3 febbraio 2005, in sede di conferenza unificata Stato Regioni ed Enti locali, è stata approvata l’intesa sulla nuova politica di coesione, che prevede una forte integrazione tra politica “ordinaria” e politica “regionale” di sviluppo quale condizione per l’efficacia dell’azione programmatoria pubblica. Questa impostazione, peraltro condivisa da tutte le Regioni a livello nazionale, impone a livello regionale una crescente compenetrazione:

tra programmazione ordinaria e programmazione negoziata;

tra programmazione economica regionale e politica territoriale.

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…Segue: Integrazione delle politiche pubbliche

Dall’insieme dei documenti programmatici di riferimento si evince come

SelettivitàIntegrazione

Territorializzazione

sono parte di un unico disegno programmatorio.

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Occorre salvaguardare e valorizzare le esperienze migliori della programmazione

regionale e realizzare forme diverse di integrazione:

Integrazione settoriale: l’interdipendenza dei fattori che costituiscono il vantaggio competitivo (componenti economiche, sociali e strategico-decisionali) richiede una riduzione dei programmi di settore, a favore di una più stretta correlazione tra le differenti azioni settoriali della Regione (opere pubbliche, infrastrutture, interventi settoriali).

Integrazione multi-attore: decisiva sarà l’attivazione di sinergie a livello locale (pubblicoprivato, centri di ricerca-imprese-enti locali) e tra i vari livelli di governo (Stato-Regione-Enti locali) per la promozione di sistemi economici territoriali che basano la loro competitività sui servizi alle imprese, sui vantaggi infrastrutturali e ambientali.

Integrazione delle risorse: coinvolgimento progettuale delle risorse private (idee-progetto presentate per il cofinanziamento) oltre che il reperimento delle risorse finanziarie dagli attori non istituzionali.

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Fondi Strutturali 2007 - 2013

La riforma per il periodo 2007-2013 conferma i quattro principi fondamentali dei Fondi Strutturali:

Programmazione pluriennale Addizionalità Valutazione Partneriato

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L’ ammontare di risorse è pari a 336,3 miliardi di euro

pari ad un terzo dell’intero bilancio comunitario per i quali non sarà applicata la ripartizione per microzone ma è prevista l'elaborazione di strategie coerenti applicabili ad intere regioni.

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A livello politico, la programmazione partirà dall’elaborazione di un Quadro di riferimento Strategico Nazionale, da parte di ogni Stato Membro, che garantirà coerenza tra l'aiuto strutturale della Comunità e gli orientamenti strategici comunitari, e che verrà negoziato con la Commissione e diverrà il contesto di riferimento per la programmazione dei programmi tematici e regionali.A livello operativo, sulla base del documento politico, la Commissione adotterà Programmi Operativi Nazionali e Regionali, per ogni Stato Membro.

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Obiettivi / Priorità1. “Convergenza e competitività”Aree interessate:

gli Stati membri il cui RLN è inferiore al 90% della media europea; Regioni con PIL inferiore al 75% rispetto al PIL europeo (in Italia: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia).

Fondi: F.do di Coesione, FESR, FSE.

Risorse disponibili:78% (262 miliardi di euro)

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Obiettivi / Priorità

2. “Competitività regionale e occupazionale”

Aree interessate:Tutte le regioni europee non incluse nella Priorità 1 e cioè: le Regioni ex obiettivo 2 e 3 e le Regioni in “Phasing in”(aree “in fase di uscita”, che erano aree depresse fino al 31.12.1999 ma che non lo sono più a partire dal 1 gennaio 2000)

Fondi:FESR, FSE.

Risorse disponibili:18% (60 miliardi di euro)

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Obiettivi / Priorità

3. “Cooperazione territoriale europea”

Aree interessate:Tutte le Regioni europee

Fondi:FESR

Risorse disponibili:4% (14 miliardi di euro)

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Ripartizione per obiettivi in miliardi di euro

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Programmazione a confronto

PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2000 - 2006

PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2007 - 2013

Ob.vo 1) Sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo

Ob.vo Convergenza Fonti di finanziamento : Fondo di coesione, FESR, FSE

Ob.vo 2) Riconversione socio economica delle regioni con problemi strutturali Ob.vo 3) Formazione

Ob.vo Competitività regionale e occupazione Fonti di finanziamento: FESR, FSE

 

Ob.vo Cooperazione territoriale europea (nuovo fondo) Fonti di fianziamento: FESR

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Quadro Strategico Nazionale

È il documento di orientamento strategico che gli Stati Membri sono tenuti a presentare alla Commissione Europea in attuazione della politica di coesione comunitaria. La strategia e le priorità del Quadro, la lista dei programmi operativi e la loro allocazione finanziaria declinati per Obiettivo e per Fondo e la dimostrazione del rispetto del principio di addizionalità sono oggetto di decisione comunitaria.I contenuti del Quadro riflettono la consapevolezza che la politica regionale di sviluppo può offrire un forte contributo alla ripresa della competitività e della produttività dell’intero Paese e alla riduzione della persistente sottoutilizzazione di risorse del Mezzogiorno attraverso il miglioramento dei servizi collettivi e delle competenze, una maggiore concorrenza dei mercati dei servizi di pubblica utilità e dei capitali, incentivi appropriati per favorire l’innovazione pubblica e privata.

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Caratteristiche della programmazione unitaria

regionale

Caratteri distintivi della politica regionale e precondizioni per la sua stessa efficacia sono l’intenzionalità dell’obiettivo territoriale e l’aggiuntività. Sono questi i tratti che differenziano la politica regionale dalla politica ordinaria. L’esperienza di questi ultimi anni ha dimostrato come l’efficacia della politica regionale dipenda dal mantenimento di una piena distinzione, sul piano finanziario e programmatico, dalla politica ordinaria, ma richieda, al contempo, una forte integrazione reciproca attorno a comuni obiettivi di competitività. Il Quadro strategico nazionale per il 2007-2013 si fonda sulle puntuali lezioni derivanti dall’esperienza realizzata nel periodo 2000 – 2006, per marcare continuità e discontinuità.

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…segue: Caratteristiche della programmazione unitaria

regionale

La nuova politica regionale unitaria, finanziata da risorse aggiuntive, comunitarie e nazionali, provenienti, rispettivamente, dal bilancio europeo (fondi strutturali) e dal bilancio nazionale (fondo di cofinanziamento nazionale ai fondi strutturali e fondo per le aree sottoutilizzate), a differenza della politica ordinaria (finanziata con le risorse ordinarie dei bilanci), è specificatamente diretta a garantire che gli obiettivi di competitività siano raggiunti da tutti i territori regionali, anche e soprattutto da quelli che presentano squilibri economico-sociali.

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Discontinuità con Agenda 2000

Dare centralità all’obiettivo ultimo di migliorare il benessere dei cittadini, per farne il metro ultimo del confronto politico e sociale sulla politica regionale.

Fissare obiettivi di servizio, per mobilitare su di essi il processo politico di decisione.

Accrescere la selettività degli interventi. Promuovere un ruolo più importante del mercato dei

capitali. Integrare politica ordinaria e politica regionale di sviluppo

valorizzando il capitale accumulato di competenze e buone prassi, per rafforzare e riqualificare la capacità di programmazione delle stesse politiche ordinarie.

Tutelare l’aggiuntività finanziaria della politica regionale, soprattutto isolando gli obiettivi di spesa da interventi emergenziali di finanza pubblica.

Dare dimensione interregionale e extra-nazionale alla programmazione degli interventi.

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Obiettivi e priorità del Quadro strategico

nazionale

La strategia assume quattro macro obiettivi:(a) sviluppare i circuiti della conoscenza;(b) accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale nei territori;(c) potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza;(d) internazionalizzare e modernizzare l’economia, la società e le amministrazioni;

all’interno dei quali sono state definite le 10 Priorità tematiche del Quadro. Tali Obiettivi costituiranno il riferimento costante per l’attuazione della politica regionale unitaria.

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Obiettivi di servizio …1. elevare le competenze degli studenti e la capacità di apprendimento della popolazione;

2. aumentare i servizi di cura alla persona, alleggerendo i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro;

3. tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente, in relazione al servizio idrico integrato;

4. tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente, in relazione al sistema di gestione dei rifiuti urbani.

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Ripartizione delle Risorse

REGIONE QUOTA %

Abruzzo 4,73

Molise 2,64

Campania 22,72

Puglia 18,11

Basilicata 4,98

Calabria 10,34

Sicilia 23,87

Sardegna 12,61

Ripartizione risorse FAS Mezzogiorno

REGIONE QUOTA %

Calabria 14,29

Campania 29,57

Puglia 24,14

Sicilia 32,00

Ripartizione Ob.vo Convergenza REGIONE QUOTA %

Piemonte 16,04

Valle D'Aosta 0,75

Lombardia 15,27

Bolzano 1,55

Trento 1,04

Veneto 10,98

Friuli VG 3,43

Liguria 6,17

Emilia Romagna 5,16

Toscana 13,66

Umbria 4,57

Marche 4,34

Lazio 17,04

Ripartizione risorse FAS Centro - Nord

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Ipotesi della ripartizione delle risorse per la politica regionale 2007-2013 per Priorità QSN con dettaglio per tipologia di risorse e fondo (Meuro)

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Ipotesi della ripartizione delle risorse per la politica regionale 2007-2013 per Priorità QSN con dettaglio per tipologia di risorse e fondo (Meuro)

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Ripartizione delle risorse per livello di responsabilità

(ipotesi di cofinanziamento nazionale medio del 50 per cento)

Spostamento di risorse a favore delle Regioni.Complessivamente si raggiunge un rapporto pari a circa il 29% Centro - 71% Regioni per i Fondi Strutturali;e pari al 38,4% Centro – 61,6% Regioni per la totalità delle risorse FAS e FS.

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I Programmi OperativiLa parte largamente prevalente della programmazione operativa 2007-2013 dei fondi strutturali avverrà nel quadro di Programmi Operativi Regionali (POR). Un’altra parte più esigua sia numericamente, che in termini di dimensioni finanziarie complessive, avverrà nel quadro di Programmi Operativi Nazionali (PON).La parte prevalente della strategia del Quadro sarà attuata attraverso Programmi Operativi Regionali monofondo, quindi con programmi finanziati con contributo FESR e programmi finanziati con contributo FSE.Ad essi le Regioni assoceranno la programmazione delle risorse del FAS (17,9 miliardi di euro) secondo i principi della programmazione unitaria.

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QSN 2007-2013ELENCO DEI PROGRAMMI

INTERREGIONALI E NAZIONALI(Dotazione indicativa per programma)

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Coesione sociale, Sviluppo policentrico, Copianificazione

I tre valori fanno da sfondo sia agli orientamenti strategici definiti per le politiche di sviluppo e competitività del sistema regionale, sia agli indirizzi e obiettivi della nuova programmazione regionale contenuti nel DPEFR 2007-2009:

innovazione ed economia della conoscenza; internazionalizzazione; sostenibilità dello sviluppo e politiche energetiche; accessibilità; qualificazione della popolazione e del lavoro; pari opportunità come priorità e trasversalità; processi di governance; cooperazione territoriale europea.

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Per il raggiungimento di questi obiettivi si

prevedono: politiche integrate per la ricerca e l’innovazione:

trasferimento di conoscenze dalla sfera della ricerca a quella degli enti locali e al mondo della produzione;

politiche di coesione sociale: integrazione tra i problemi della sicurezza, dell’accoglienza, della formazione, del lavoro e dell’occupazione, dell’assistenza, del benessere e della salute, per combattere l’esclusione sociale;

politiche per il risparmio energetico e l’adozione di fonti rinnovabili;

politiche di difesa dell’ambiente e del territorio: promozione delle identità storiche, del paesaggio, della cultura, dei servizi e dell’accessibilità, sviluppo organico delle aree rurali.

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Sovrapposizione fra obiettivi

nazionali e regionali Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane (Priorità

1) Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e

dell’innovazione per la competitività (Priorità 2) Uso sostenibile ed efficiente delle risorse ambientali (Priorità

3) Valorizzazione delle risorse naturali e culturali (Priorità 4) Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita (Priorità 5) Reti e collegamenti per la mobilità (Priorità 6) Competitività dei sistemi produttivi e occupazione (Priorità 7) Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani

(Priorità 8) Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi

e risorse (Priorità 9) Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali

(Priorità 10)

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Indirizzi generali della programmazione

economica e territoriale

Definire la rete delle funzioni di eccellenza, riconoscendo la progettualità territoriale ed esaltando le peculiarità identitarie locali (selettività delle politiche, in ragione altresì della limitatezza delle risorse finanziarie)

Recuperare la formazione e la riproduzione di nuovo capitale sociale

Raccogliere le sfide istituzionali, potenziando i programmi d’azione territoriale e ridefinendo il modello di governance, che prevede il rafforzamento degli strumenti di compartecipazione alle scelte e gli incentivi alla cooperazione.

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Priorità I Innovazione e transizione

produttiva Promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico,

dell’innovazione e delle fonti energetiche rinnovabili Sviluppo dei sistemi produttivi locali e rafforzamento

delle filiere produttive Creazione di reti tecnologiche e collaborative

transnazionali Internazionalizzazione del sistema economico e

attrazione degli investimenti Sviluppo di reti di comunicazione e circolazione

dell’informazione: interventi di sostegno per l’accesso all’ICT

Promozione della formazione di eccellenza. Valorizzazione della filiera agroalimentare, con

particolare riguardo alle produzioni tipiche e di qualità, alla tracciabilità, identificazione e commercializzazione dei prodotti

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Priorità II Sostenibilità ambientale, efficienza energetica,

sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili

Promozione di fonti energetiche rinnovabili: sistema solare fotovoltaico, solare termico, eolico, biocombustibili, biogas, biocombustibili liquidi, energia idroelettrica, idrogeno.

Adozione di processi e tecnologie finalizzate all’efficienza e al risparmio energetico.

Gestione del ciclo dell’acqua, difesa e valorizzazione delle risorse idriche: interventi per il riuso delle acque reflue urbane e ammodernamento degli acquedotti.

Prevenzione dei rischi, difesa del suolo e assetto idrogeologico.

Promozione di aree industriali ecocompatibili, inclusa la bonifica e il riuso dei siti degradati e/o dismessi.

Conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, gestione e valorizzazione delle risorse forestali, rivitalizzazione del sistema fluviale del Po e dei suoi affluenti.

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Priorità III Riqualificazione territoriale

Progetti di trasformazione urbana: infrastrutturazione, recupero ambientale.

Coesione sociale e qualità della vita (sicurezza, salute, accesso alla conoscenza): rafforzamento della rete dei servizi socio-sanitari, culturali e sportivi, percorsi per l’integrazione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati.

Logistica, con particolare riferimento allo sviluppo della mobilità per merci e persone.

Mobilità sostenibile: sviluppo dei servizi di trasporto alternativi al mezzo privato e sistemi innovativi di gestione del traffico.

Miglioramento dell’accessibilità aeroportuale, ferroviaria e stradale. Valorizzazione del patrimonio architettonico e storico-culturale

materiale e immateriale: promozione e valorizzazione dei sistemi turistico-culturali, tutela e valorizzazione del paesaggio e del patrimonio architettonico, sviluppo dei prodotti tipici di qualità, realizzazione di interventi formativi.

Diversificazione delle attività economiche nelle zone rurali. Progettazione integrata transfrontaliera.

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Priorità IV Valorizzazione delle risorse

umane

Promozione del sistema della formazione permanente per gli adulti, allargando le opportunità per le iniziative individuali.

Contenimento dell’abbandono scolastico dei giovani attraverso l’offerta di opportunità diversificate di formazione – qualificazione.

Accettazione delle diversità nei posti di lavoro e lotta alla discriminazione nell’accesso all’occupazione.

Aumento della partecipazione e dell’occupazione delle donne.

Inserimento lavorativo degli immigrati. Rafforzamento delle capacità dei servizi per

l’impiego di svolgere funzioni di attiva promozione e mediazione tra domanda e offerta di lavoro e di sviluppo e mantenimento dell’occupabilità.

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Orientamenti strategici per la programmazione dei fondi di

coesione