Upload
donatello-cenci
View
215
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
1
Famiglia PICORNAVIRIDAE
• Virus ad RNA monocatenario
• Capside a simmetria icosaedrica
– Costituito da 60 subunità proteiche identiche
• Ogni sub-unità è costituita da 4 catene polipeptidiche (VP1, VP2, VP3, VP4)
• Sprovvisti di Envelope
• Forma pressoché sferica
• Dimensioni 22-30nm
Generalità
2
Genere Aphtovirus
Afta epizootica
Genere EnterovirusMalattia vescicolare del
Suino
Sindrome SMEDIA
Encefalomielite Aviare
Genere Rhinovirus
Genere Cardiovirus
Encefalomiocardite del suino
Genere Hepatovirus
Epatite A dell’uomo
Classificazione
3
AFTA EPIZOOTICA (Foot and Mouth Disease)
Malattia infettiva acuta degli animali ad “unghia
fessa”, altamente contagiosa, che si manifesta con
stato febbrile iniziale seguito da eruzioni
vescicolari sulle mucose e sulla cute in particolare
a livello della bocca, mammella, spazi interdigitali
e regioni a pelle fine e glabra
4
Eziologia 1. Caratteristiche del virus
• Dimensioni 22-25nm
• Privo di envelope (etere – cloroformio resistente)
• Capside a simmetria icosaedrica costituito da 32 capsomeri• 4 costituenti proteici maggiori (VP1, VP2, VP3, VP4)
• La VP1 è responsabile della infettività e immunogenicità del virus
• RNA monocatenario
• Oltre alle proteine strutturali codifica per 10 polipeptidi non strutturali• Il più noto è il VIA (Viral Associated Antigen) RNA-polimerasi
5
• Resistente al congelamento e a temperatura ambiente, inattivato
rapidamente a temperature superiori a 56°C
• Resistente all’essiccamento e alla luce solare
• Stabile a pH compreso tra 7 e 7.7; rapidamente inattivato a pH
inferiore a 6; a pH alcalino l’infettività diminuisce all’aumentare
del pH
• Insensibile a etere, cloroformio e detergenti anionici e cationici
• Sensibile ai disinfettanti a pH acido o alcalino
2. Caratteristiche di resistenza del virus
6
La malattia è trasmissibile a tutti i mammiferi domestici e selvatici ad “unghia fessa”
3. Spettro d’ospite del virus
Principali specie recettive
Bovino Suidi selvatici Suino
Ovini Caprini Ruminanti selvatici
7
Si riscontra notevole variabilità antigenica del virus
4. Struttura antigene
• O (Oise)
• A (Ardenne)
• C (Germania)
• SAT1 - SAT2 - SAT 3
(South African Territories)
• ASIA1
Esistono 7 tipi immunologici del virus e un centinaio di sottotipi
• Non c’è cross-reattività tra i 7 tipi
• I vari tipi sono differenziati
mediante FC e SN
• L’immunità crociata tra sottotipi è
legata al grado di affinità antigene
8
5. Replicazione del virus nella cellula ospite
9
Ospiti naturali• Sensibili gli animali ad “unghia fessa”
– Bovini– Suini– Ovi-caprini– Ungulati selvatici (bovidi, suidi, cervidi)
• In Europa è molto sensibile il capriolo ed il cinghiale• Il daino può rimanere portatore per 2 mesi• Il riccio sembra essere un ottimo vettore
Epidemiologia
10
Afta Epizootica nel Mondo CLASSIFICAZIONE OIE ANNO 2000
11
12
Modalità di trasmissione
La trasmissione può avvenire sia per contatto diretto che indiretto
Il virus viene diffuso dagli animali tramite le
vescicole, secrezioni ed escrezioni
Il virus è presente nei tessuti e nei liquidi organici degli animali infetti ancor prima
delle manifestazioni cliniche
Il contatto indiretto può avvenire tramite pascoli, stalle, recinti, residui di
alimento, attrezzature, mezzi di trasporto, uomo, animali
selvatici
13
• Il virus sopravvive bene nell'ambiente esterno nel periodo
invernale (molti mesi a 4-7°C – alcuni mesi a 10-15°C)
• Nel periodo estivo la sopravvivenza è di circa una settimana
• Nel fieno i periodi di sopravvivenza variano tra 4 (estate) a 29
settimane (inverno)
• Nel letame la sopravvivenza è di 1 (estate) – 24 settimane
(inverno)
• Disinfettanti efficaci
• Sensibile ai disinfettanti a pH acido o alcalino, formolo
• Disinfettanti poco efficaci
• Insensibile a etere, cloroformio e detergenti anionici e cationici
14
Resistenza negli alimenti di O.A.
• Il virus è poco resistente a variazioni lente di pH (acido) per cui la
frollatura è sufficiente per inattivare il virus presente nelle carni e
nei prodotti di origine animale* ;
*Negli animali stressati la frollatura non avviene in modo efficace = virus
presente nelle carni
• Le carni subito congelate possono contenere virus:
• come anche midollo osseo, grasso, linfonodi, tessuti
ghiandolari e del SNC e SNP
15
• Nei salumi il virus non resiste molto in quanto si
verificano processi di acidificazione
– Nel prosciutto il virus permane per un mese nel midollo e per
3 mesi nel grasso
• Il virus è già presente nel latte 3-4 giorni prima dei
sintomi clinici
– La pastorizzazione non è in grado di disattivare il virus
soprattutto se il virus è presente all'interno delle cellule
– La caseificazione non raggiunge temperature elevate
sufficienti a disattivare il virus
– Il pH di certi formaggi può determinare l’inattivazione del
virus
16
• Il commercio di pelli può essere considerato un mezzo di
trasmissione in quanto il virus:
• ha particolare tropismo per gli epiteli;
• è particolarmente resistente nei residui di tessuto
essiccati (internamente) e nel materiale organico
essiccato (esternamente).
–anche la lana può fungere da fomite di contagio
17
Le diverse specie animali si comportano in modo differente anche come trasmettitori della malattia
Il suino è particolarmente recettivo può eliminare una
quantità di virus sino a 3000 volte superiore a quelle eliminate dal
bovino e può rappresentare quindi un amplificatore dell'infezione
I suinetti appena nati possono assumere grandi
quantità di virus attraverso il latte materno o le
vescicole presenti a livello dei capezzoli:
elevata mortalità
Nelle femmine gravide il virus provoca mortinatalità
o aborto ecc :Sindrome SMAEDI
Superata l’infezione il suino può rimanere portatore per
circa un mese
SUINO
18
BOVINOIl bovino è molto sensibile al virus aftoso
L'infezione nel bovino entra soprattutto per via
inalatoria perché processa una quantità d'aria maggiore
I bovini fungono da rivelatori della malattia
Il seme di toro contiene il virus 4-5 giorni prima della
comparsa dei sintomi
I bovini possono essere portatori anche per 27 mesi
dopo l'infezione primaria; non sono comunque molto
contagiosi in quanto la quota di virus escreta è
insufficiente, essendo minima la replicazione
Alcune particelle virali sono escrete ma inattivate dagli
anticorpi
19
I piccoli ruminanti presentano una malattia abbastanza subdola caratterizzata da piccole vescicole di difficile
identificazioneSono pochi gli animali che manifestano lesioni
abbastanza chiareLe pecore sono portatrici per periodi più brevi del bovino
(ma comunque per 9-10 mesi) pur risultando più pericolose in quanto hanno un'infezione meno evidente
L'uomo può contribuire alla diffusione dell' infezione;La trasmissione può avvenire per via iatrogena in quanto il virus ha particolare tropismo per la cute (inoculazione con
ago da siringa);L'uomo può fungere da vettore passivo tramite il vestiario;Esiste inoltre la possibilità che il virus alberghi per alcuni
giorni nelle prime vie respiratorie dell' uomo, negli allevamenti con infezione in atto è infatti presente una grossa
carica virale dispersa nell'aria
20
Trasmissione aerogena a distanza
• Il virus può essere trasportato anche a lunghe distanze (100 Km e più) a patto che ci siano determinate condizioni– Dispersione: avviene attraverso la formazione di areosol soprattutto dovuta
ai suini che sono considerati gli amplificatori della malattia e nel caso in cui ci siano grandi quantità di animali infetti.
– Trasporto: è indispensabile che ci sia una ventilazione costante ed unidirezionale.
– Sopravvivenza: ci devono essere basse temperature ottimali, scarso irraggiamento e umidità relativa maggiore del 60% (paesi del centro nord nel periodo autunnale)
– Deposito: avviene nel caso in cui vi sia un’ idratazione delle particelle. La precipitazione avviene quindi nelle zone sotto vento (pioggia, nebbia, rugiada).
– Trasmissione: occorre che ci siano animali recettivi, una quantità di aria processata sufficiente (bovini) e una quantità di animali sufficiente (densità)
21
• La trasmissione aerogena a distanza avviene solo se c'è una
concomitanza dei precedenti fattori
• Per fare una previsione del rischio di trasmissione aerogena a
distanza si utilizzano metodi informatici basati su diversi dati:
– Focolaio: ipotetica carica virale ambientale (numero degli animali,
specie, durata del focolaio)
– Allevamenti vicini: distanza dal focolaio, numero di animali recettivi,
specie
– Parametri metereologici
22
• Fra il 4 ed il 26 Marzo 1981, 13
focolai di Afta furono riportati
nel Nord della Francia
• Un gruppo di meteorologi e
virologi inglesi predissero due
giorni a rischio per la possibile
diffusione del virus tramite le
correnti aeree: il 7 ed il 10
Marzo
• Focolai primari furono
identificati in tutte le aree
previste: l’ isola di Jersey e di
Wight
23
Patogenesi
1.Contagio per via inalatoria
2.Per mucose
2. Replicazione del virus nella cellule epiteliali dell’orofaringe con
formazione delle vescicole primarie
3. Dopo alcuni ore/giorni, fase viremicache dura poche ore ed
è accompagnata da febbre
4. Fase di generalizzazione e
comparsa delle vescicole secondarie
Eliminazione
24
25
• Il virus può penetrare anche attraverso piccole soluzioni di
continuo della pelle, soprattutto a livello dei piedi, determinando
la formazione di vescicole primarie
• Il virus replica soprattutto a livello dello strato spinoso
dell'epidermide, dove determina la formazione di vescicole e non
interessa lo strato germinativo, infatti le vescicole vanno incontro
a guarigione
• Il virus ha particolare tropismo per il miocardio nei giovani
animali, dove determina una miocardite virale
• Nel palato e nella faringe il virus persiste (tessuto linfatico)
26
• Il periodo d’incubazione varia tra 36-72h e 1-3 settimane
• Fase prodromica: febbre pre-sintomatica (viremia)• Scialorrea e comparsa di vescicole a livello della bocca• Zoppicatura – Anoressia – Irruminazione - Febbre
Sintomi e lesioni
27
• Sollevamento dell'epitelio del vestibolo boccale in vescicole ripiene di liquido che fuoriesce al momento della rottura con formazione di erosioni
• L'animale ha notevole difficoltà sia nella masticazione che nella ruminazione a causa della disepitelizzazione estesa della lingua– Le lesioni possono essere variamente estese
28
•Le vescicole si possono trovare sul musello o sulle narici
29
30
• Lesioni podali, localizzate prevalentemente a livello degli spazi interdigitali e del cercine coronario– Spesso complicate da batteri
31
32
• Ulteriore sede di infezione è il capezzolo
33
• A livello cardiaco è
caratteristico il riscontro del
cuore tigrato di Kitt soprattutto
negli animali giovani e neonati
– Si parla di afta apoplettica
quando la patologia colpisce i
fasci di conduzione del cuore
34
• Si possono formare vescicole a livello dei pilastri del rumine
• Irruminazione
35
–Nel suino si osservano febbre presintomatica
Abbattimento Anoressia Zoppia precoce Vescicole–Il periodo di incubazione varia da 2 a 10-15 giorni in base allo stipite e alla via
di penetrazione
–Cominciano quindi a comparire le vescicole soprattutto a livello del grugno e
degli arti, che si rompono velocemente a seconda della sede anatomica
SUINO
36
37
38
– Caratteristica è la lesione podale a livello del cercine coronario che si manifesta con una linea dapprima biancastra e, successivamente rossastra –E' possibile il distaccamento dell'unghiello–Anche nel suino è possibile la localizzazione mammaria
39
40
Febbre asintomatica, vescicole, ulcere, zoppia
DiagnosiClinica
• Materiale patologico: lembi di afte e contenuto delle vescicole
• Isolamento su colture cellulari BHK21 e IBRS2
• Identificazione mediante FdC, ELISA, RT/PCR
• Indagini sierologiche
Vescicole e ulcere a cute e mucose, afta cardiaca
D. Laboratorio
Postmortem
Alta contagiosità, elevata morbilità e scarsa mortalità; elevata mortalità nei suinetti alla mammella; sintomi presenti in più specie
Epidemiologica
41
Profilassi
• Attuazione delle Norme di Polizia Veterinaria
• La vaccinazione è vietata
• Questo facilita l'identificazione di nuovi focolai
• Esistono vaccini per l'Afta mono e polivalenti (A O C )
• Questi virus vengono coltivati in sospensione su cellule BHK 21 e
inattivati con idrossido di alluminio
• Ciascun paese ha una riserva di vaccino che può essere utilizzato solo in caso
di emergenza per evitare il propagarsi della malattia
Sanitaria
42
• La strategia oggi utilizzata per l'eliminazione dell'Afta è quella dell'abbattimento
totale degli animali presenti in un focolaio Stamping out
D. P. R. 229 del 1.3.92
• Denuncia obbligatoria del sospetto o dell'accertamento dell'esistenza da
Afta epizootica;
• Immediato intervento del servizio veterinario che dispone gli
accertamenti atti a confermare o a escludere la presenza della malattia
• Il veterinario ufficiale deve effettuare adeguati prelievi di materiale
patologico per i necessari esami da parte di un laboratorio idoneo;
• Comunicazione immediata al Ministero della Sanità;
• Sequestro di rigore dell'azienda che deve essere piantonata dalle forze
dell'ordine per evitare che animali o persone entrino ed escano
dall'allevamento. Si deve inoltre attuare il censimento di tutte le categorie
di animali delle specie sensibili;
43
• Abbattimento e distruzione degli animali infetti e di quelli sospetti di infezione entro
24 ore senza quindi attendere gli esiti degli esami di laboratorio, nonché la
distruzione delle carcasse degli animali abbattuti;
44
• Dopo la conferma del laboratorio si farà abbattimento esteso a tutti gli
animali recettivi dell'allevamento;
• Si deve quindi rintracciare la carne di animali macellati nei giorni
precedenti;
• Distruzione del latte presente in azienda;
• Operazione di pulizia e disinfezione sotto sorveglianza veterinaria e
distruzione di tutti i materiali non disinfettabili (mangimi);
45
• Il ripopolamento non deve essere fatto prima di 21 giorni dalla pulizia
e disinfezione
• Esiste la possibilità di deroga dell'abbattimento totale con abbattimento
parziale nel caso in cui l'azienda sia suddivisa in unità di produzione
totalmente indipendenti fra di loro
• L'abbattimento totale si deve fare quindi in allevamenti a corpo unico o
quando, in allevamenti suddivisi in unità, ci possono essere rischi di
contatto fra le unità stesse;
46
• Si devono quindi fare indagini epidemiologiche per riuscire a capire in quale modo il
virus è entrato nell'allevamento, da dove arriva il virus, qual è la sua diffusione e se vi
è contaminazione di aziende vicine;
• Si dichiara quindi zona di protezione il territorio presente nel raggio di 3 chilometri e
zona di sorveglianza il territorio presente nel raggio di 10 chilometri
• L'ordinanza di zona di protezione stabilisce i limiti della zona stessa e dispone
l'apposizione di tabelle, indicanti la malattia, ai limiti della stessa zona, nonché
all'ingresso di ogni allevamento infetto
• All'interno di questa area si deve fare il censimento di tutte le aziende in
cui si trovano animali recettivi, sequestro degli stessi, impedire ogni
contatto del personale di custodia con altri allevamenti, vietare l'uscita di
animali ecc
47
• L'ordinanza di Zona di sorveglianza stabilisce le stesse misure ma in
modo meno restrittivo
• La revoca della zona di protezione avviene dopo 15 giorni dalla
disinfezione negli allevamenti in cui c'è stato abbattimento totale
mentre avviene dopo 30 giorni negli allevamenti in cui c'è stato
abbattimento parziale
• La revoca della zona di sorveglianza avviene in entrambi i casi dopo 30
giorni;
48
• Gli esami di laboratorio devono essere fatti dai centri di referenza
nazionali;
• La vaccinazione è proibita;
• È possibile vaccinare soltanto nella zona di sorveglianza nel caso
in cui si debba fare un accerchiamento della malattia, questa
operazione viene eseguita solo in caso di estrema gravità e su
ordinanza del Ministero della Sanità e prevede la macellazione
degli animali vaccinati a conclusione del Piano di profilassi
49
Altre Malattie Vescicolari
Stomatite
vescicolare
Famiglia RhabdoviridaeGenere Vesiculovirus
Malattia vescicolare
del suino
Famiglia PicornaviridaeGenere Enterovirus
Esantema
vescicolare
Famiglia CaliciviridaeGenere Calicivirus
50
MALATTIA VESCICOLARE DEL SUINO (Swine Vesicular Disease)
Malattia infettiva impossibile da differenziare dal punto di vista clinico
dall'Afta Epizootica
Presente in Italia dove fu segnalata per la prima volta nel 1966
Un focolaio si è verificato a Centallo (CN) nel 1992
Segnalata anche in molti altri paesi: Asia, Polonia, Austria, Svizzera,
Francia, Africa, America, Oceania.
51
– Famiglia Picornaviridae e Genere Enterovirus.
– Il virus presenta una certa variabilità genetica rilevabile con l'utilizzo di
anticorpi monoclonali
– Cresce rapidamente in laboratorio su cellule di suino ma anche su cellule della
linea VERO e determina un effetto citopatico
– Resiste ad un range di pH fra 2 e 12
– Resiste nelle carni fresche e congelate, nei prosciutti (6 mesi), nei salumi (40-50
giorni)
– Resiste nell'ambiente, nei liquami (4 mesi), nelle porcilaie (6 mesi)
– In caso di epizoozie vi è abbondante e persistente contaminazione dell'
ambiente
Eziologia Caratteristiche del virus
52
Recettivo il suinoLe pecore possono essere recettive sperimentalmente
• La trasmissione avviene sia per via diretta che per via indiretta
• Il virus si trasmette efficientemente tramite il contatto degli animali
recettivi con gli infetti e i loro escreti e secreti– Data la grande quantità di particelle virali che vengono disperse nell’ambiente e
la resistenza del virus, esistono ampie possibilità di trasmissione indiretta
• Non sono stati dimostrati casi di trasmissione aerogena a distanza– Se si impedisce il transito di animali, personale ed attrezzature da un capannone
all'altro, l'infezione può essere confinata a singoli capannoni di una stessa
azienda
Epidemiologia
53
• Residui alimentari non trattati contenenti carni suine sono stati spesso
all'origine di focolai di prima infezione
• Le carni di suino infetto possono contenere cariche virali elevate prima
della comparsa dei sintomi ed il virus può entrare nella catena
alimentare anche con carni di suini regolarmente macellati con
infezione asintomatica
• Nei focolai recentemente segnalati in Italia l'insorgenza dell'infezione è
stata imputata al commercio, allo spostamento di suini da un'azienda
all'altra e, in un caso all'importazione di suini dall'Olanda.
• La decontaminazione di allevamenti dove si sono verificate epidemie di SVD
è molto difficile, specialmente se i suini hanno soggiornato su terra
• Il virus è stato isolato da vermi terricoli prelevati al di sotto di buche
realizzate per l' infossamento di carcasse infette.
54
Patogenesi
• Il virus penetra tramite la mucosa faringea
• Replica a livello delle tonsille
• Può penetrare anche tramite escoriazioni cutanee e replica nel punto di penetrazione determinando la formazione di vescicole primarie
• Da quindi viremia di 2 o 3 giorni e la disseminazione del virus in vari tessuti ed organi con comparsa delle vescicole secondarie
• Ci può essere anche localizzazione al miocardio
• Il virus viene eliminato abbondantemente attraverso il liquido di vescicole rotte e attraverso gli escreti e i secreti soprattutto durante la prima settimana di infezione e in misura minore nella seconda
• Il virus si trova anche nelle feci ma non sembra ci sia una intensa moltiplicazione a livello intestinale
• si pensa che si trovi nelle feci per il passaggio attraverso l'apparato gastroenterico
• Il periodo di incubazione varia dai 3 ai 7 giorni
• Il suino non risulta portatore per lungo tempo.
55
La malattia è caratterizzata dalla comparsa di lesioni vescicolari indistinguibili da
quelle dell'Afta epizootica
Le lesioni sono localizzate soprattutto agli arti: cercine coronario (con distacco
dell'unghiello nei casi più gravi), dita soprannumerarie, spazi interdigitali
l' animale presenta zoppia per l' intensa dolorabilità
E' possibile anche la localizzazione di vescicole sul grugno, labbra e lingua
Normalmente prima della comparsa delle vescicole si riscontra temperatura
febbrile
Le vescicole di solito sono di numero inferiore e più piccole rispetto a quelle
presenti in caso di Afta epizootica, infatti la malattia è più subdola
Ci sono molti casi asintomatici
La mortalità è molto bassa
Sintomi e lesioni
56
• Il materiale patologico è rappresentato dal liquido vescicolare
oppure dall'epitelio delle vescicole
• L'esame si può fare anche su campioni di feci
• L’isolamento si ottiene su colture cellulari di suino dove il
virus da un CPE precoce
• Per l’identificazione si utilizza la metodica ELISA
• La ricerca degli anticorpi si fa anche sugli animali
asintomatici
• Gli anticorpi compaiono già il 4°-5° giorno post-infezione
Diagnosi
57
Per la grande somiglianza con l'Afta epizootica si cerca di eradicare la malattia
Per la profilassi di questa malattia si deve escludere l'utilizzo di vaccini
Le misure sanitarie dovranno poggiare sull'eliminazione delle sorgenti del virus, al
fine di evitare il contagio negli allevamenti indenni
Nei casi in cui vi siano manifestazioni cliniche della malattia si devono adottare le
norme previste per l'Afta epizootica con l'obbligo di abbattimento e distruzione
degli animali infetti
Grosso problema è la disinfezione perché il virus è molto resistente
Dopo l'abbattimento degli animali positivi si reintroducono inizialmente suini
sentinella giovani per fare quindi un monitoraggio dell'allevamento.
Profilassi
58
STOMATITE VESCICOLARE
Eziologia Caratteristiche del virus
– Famiglia Rhabdoviridae Genere Vesiculovirus
– Virus ad RNA monocatenario, dotato di envelope, a simmetria elicoidale e forma a
proiettile
– E' labile al calore, ai solventi dei lipidi, alla luce, alle variazioni di pH e a molti
disinfettanti
– Antigenicamente si differenziano 2 tipi: New Jersey e Indiana (sottotipi 1,2,3)
– Cresce bene in vitro dando effetto citopatico marcato su diversi tipi di cellule di
mammiferi e di insetti
– E' emoagglutinante nei confronti di emazie di topo, uomo, piccione
59
Recettivi suino, bovino, cavallo, uomo dove determina sintomi simil-influenzali.E' una malattia presente nel nord e nel sud America
• C'è scarsa possibilità di trasmissione per contatto diretto accetto che per il suino
• La trasmissione può avvenire per via indiretta ad esempio nei bovini tramite
l'utilizzo di tettarelle
• Gli episodi sono per lo più isolati, a macchia di leopardo ed hanno incidenza
stagionale
– nelle zone tropicali si verificano prevalentemente nelle stagioni piovose
• La trasmissione avviene infatti prevalentemente per mezzo di un vettore
biologico che è rappresentato da insetti ( zanzare, flebotomi).
• Negli stessi insetti è possibile la trasmissione transovarica
Epidemiologia
60
Patogenesi
• Il virus penetra nella cute attraverso piccole soluzioni di continuo o
attraverso le punture degli insetti dove replica e da viremia
• Il periodo di viremia è molto breve quindi non spiega l’alto livello di
infezione negli insetti
• Si ipotizza che ci siano selvatici sensibili alla malattia che hanno
viremia più lunga e che possono quindi amplificare la malattia oppure
l'insetto potrebbe infettarsi semplicemente alimentandosi sulle
vescicole
• A seguito della viremia si ha la localizzazione cutanea con la formazione
di vescicole e la comparsa di febbre
61
Si osserva formazione di vescicole a livello cutaneo e la comparsa di febbre
Le vescicole si trovano prevalentemente su piedi, bocca e lingua
Si osserva la comparsa di aree eritematose e rottura delle vescicole
Nel cavallo si osserva intenso prurito nelle zone dove sono presenti le vescicole
La stomatite vescicolare è comunque una malattia benigna che non determina
conseguenze gravi.
Sintomi e lesioni
62
• Si devono per prima cosa tenere presente gli aspetti clinici ed epidemiologici
• E' abbastanza semplice isolare il virus su colture
• Per la ricerca degli antigeni virali e degli anticorpi si utilizza il test di
sieroneutralizzazione
• Per la profilassi sono stati utilizzati vaccini attenuati ottenuti su uova
embrionate
• La Stomatite vescicolare è una malattia soggetta ad intervento obbligatorio di
emergenza e a restrizioni territoriali
Diagnosi e Profilassi
63
ESANTEMA VESCICOLARE DEL SUINO
Eziologia
• Malattia sostenuta da un virus appartenente alla Famiglia Caliciviridae
• E' un virus ad RNA monocatenario, sprovvisto di envelope
• Si conoscono 19 sierotipi diversi, 13 dei quali conservati in laboratorio
• Oggi è considerata una malattia estinta nonostante il virus sia ancora presente
nei mammiferi marini
• Tale virus, se inoculato nel suino produce lesioni sovrapponibili all' esantema
vescicolare
64
• Fu identificata per la prima volta nel 1932 nei suini allevati nel sud della
California, probabilmente per essere stati alimentati con carni di mammiferi
marini spiaggiati sulle coste californiane
• Nel 1972, dopo circa 16 anni dalla sua estinzione nella popolazione suina, il
virus è stato isolato in mammiferi marini che vivevano nell' isola di San
Miguel, situata di fronte alle coste californiane
• Non è mai stata segnalata in Europa
• Infetta sperimentalmente cane e gatto
• Replica su cellule di suino e VERO
65
Si trasmette per contatto e attraverso residui alimentari
è meno contagiosa dell'Afta
La patogenesi di questa malattie è del tutto simile a quella dell'Afta
Epidemiologia e Patogenesi
66
Gli animali sono sensibili all'introduzione intradermica con la
formazione di vescicole primarie e successivamente di
vescicole secondarie
La mortalità è limitata
L'animale guarisce in 1-2 settimane
I suinetti possono morire per soffocamento a causa della
costrizione dovuta alle vescicole o per agalassia della madre
Sintomi e Lesioni
67
Per le similitudini con l' afta epizootica è stata eradicata rinforzando le
misure di divieto di alimentare i suini con residui alimentari non cotti
Questa disposizione ha consentito di estinguere nel giro di 3 anni (dal 1953
al 1956) l' infezione negli Stati Uniti
Profilassi