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A vederla da vicino è più bella che al cinema o nelle foto. Allegra, solare, ot- timista, Maria Grazia Cucinotta non è solo una brava attrice conosciuta in tutto il mondo, è anche ambasciatrice per il World Food Programm, madrina dei programmi ideati da Susan G. Komen Italia contro il tumore al seno, animatrice insieme ai volontari del “ca- vallo Bianco” di un orfanotrofio in Bie- lorussia per ragazzi in difficoltà, soste- nitrice dell’associazione Mosaico Euro Africano che aiuta bambini malati di aids nella Repubblica del Botswana. Per il World Food Programm la Cuci- notta gira il mondo al fine di spiegare come funziona il programma cibo- scuola affinché le popolazioni ed i go- verni locali lo accettino con favore. L’obiettivo è quello di fornire aiuti ali- mentari ai bambini ed alle loro famiglie facendogli frequentare la scuola, in modo che possano costruirsi un futuro. Dare da mangiare ai bambini senza dargli un istruzione significa infatti che non diventeranno mai autonomi e sa- ranno sempre più dipendenti dagli aiuti alimentari. L’abbondante razione di cibo quotidiana viene distribuita a scuola dove possono seguire le lezioni. I bam- bini tornano a casa con il cibo che serve anche alla famiglia e soprattutto con un grado di istruzione. Alla domanda de l’Ottimista sul perché dedichi tempo e lavoro per compiere queste azioni, Maria Grazia ha detto: «Se nessuno lo fa non cambierà mai la storia. Mia madre ci ha sempre educati così. Noi non avevamo niente, siamo cresciuti in una famiglia molto modesta, ma c’era sempre posto per tutti. Quello di mia madre è un esempio che non dimenticherò mai. L’ho vista fare sacrifici e piangere. Mi sono ripromessa di alle- viare sofferenze e povertà. Mi sono impegnata affinché questo non acca- desse più a nessuno. Nel momento in cui mi sono trovata a poter aiutare e cambiare la vita degli altri, mi son detta “se non lo fai hai vissuto per niente”. Per questo motivo non mi fermo dinanzi a nulla quando posso fare del bene». Per la sua bellezza e la sua grazia la Cucinotta è indicata come espressione di italianità nel mondo. L’Ottimista le ha chiesto di indicare quali sono le virtù tipicamente femminili delle donne italiane. E lei ha risposto: «Le donne italiane sono le mamme migliori del mondo. Questo lo posso dire e urlare. Sono mamme dedite al lavoro, alla fa- miglia e ai figli. Una donna in Italia può svolgere lavori che la tengono tanto fuori di casa, ma non trascura mai la famiglia ed i figli. Io ho visto mia madre che è riuscita a tirare su quattro figlie, gestire la casa e portare gioia e serenità per tutti. Quando eravamo bambine la mamma ci faceva colorare collane di pasta, e per noi era come essere delle principesse. Così ho pubblicato un libro di ricette e nella prefazione ho scritto “Grazie mamma che ci fai sentire principesse con una collana di pasta”». E come si fa a coniugare l’attività di at- trice e produttrice con le attività di carità? La Cucinotta ci ha spiegato: «Sono generosa nel lavoro perché nutro una passione profonda per il ci- nema. Mi ritengo molto fortunata, faccio un lavoro meraviglioso che ha cambiato la vita mia e quella di tanti altri. Senza il mio lavoro, non ce l’avrei mai fatta a svolgere le tante attività di solidarietà e fratellanza. Perché il cinema suscita speranza e sogno, è qualcosa che ti fa credere che tutto può accadere. Questo è il motivo per cui noi che lavoriamo nel cinema veniamo percepiti come magici». Antonio Gaspari PERSONAGGI “Una principessa con una collana di pasta colorata” Pagina 9 1 Agosto 2011 «Al Fiuggi Family Festival i protagonisti siete voi». Con queste parole Paola Saluzzi, dagli schermi di Sky TG24 Po- meriggio, ha dato l’appuntamento alla IV edizione della manifestazione cine- culturale in programma nella località termale dal 28 al 31 luglio prossimo. Nella stessa occasione la popolare giornalista e conduttrice televisiva ha annunciato la propria presenza al Fiuggi Family Festival, invitando i telespettatori a parteciparvi per «scoprire il valore di una grande vacanza insieme». L’espe- rienza sul piccolo schermo della Saluzzi dura ormai da quasi un quarto di secolo, durante il quale la conduttrice romana, prima in RAI, poi in Mediaset e, infine in Sky, ha lavorato con discre- zione e professionalità, incarnando, in qualche modo, il volto della TV di qualità che non si vende l’anima per l’audience e per gli sponsor ma che, piuttosto, prova a parlare un linguaggio accessibile ad un pubblico popolare, intergenerazionale e al tempo stesso riflessivo. Un modello di TV “a misura d’uomo” in cui Paola Saluzzi ha sempre fortemente creduto.Anche per queste ragioni è stata scelta dal Fiuggi Family Festival per un ruolo di primo piano nell’edizione di quest’anno… Quest’anno Lei sarà la madrina del Fiuggi Family Festival: cosa l’ha convinta ad accettare questo ruolo? Che aspettative ha? «Antonella Bevere, presidente del Fe- stival, e Mussi Bollini, direttrice artistica: due donne fantastiche sono alla base di questa grande opportunità che mi è stata data. Sono state loro a parlarmi del Fiuggi Family Festival e a “pensarmi” come madrina. Sono molto felice di questo ruolo!». Così come esiste un cinema di qualità e a misura di famiglia - quello che il FFF promuove - allo stesso modo può esistere una TV di qualità e a misura di famiglia? «Certo che la TV di Famiglia deve esi- stere, ed esiste. L’offerta attuale è quella di una ricerca su diversi canali, tutto è cambiato rispetto al tempo in cui le reti erano solo tre. Ma sono convinta che il buono della TV per la famiglia esiste ancora, vivo e vegeto». Ritiene che anche una TV dei va- lori, non “urlata”, possa fare au- dience? «Non urlare mai… Questo fa rumore, un chiasso assordante e fa audience. Io credo a questo messaggio e cerco di metterci del mio, ogni giorno». Lei fa TV da oltre vent’anni. Quan- to è cambiato il mezzo televisivo da allora? L’evoluzione è stata in meglio o in peggio? «Qualsiasi evoluzione comporta cam- biamenti anche non graditi ma è co- munque evoluzione. Vent’anni fa le figure professionali erano diverse ed erano diversi i programmi. Oggi si tratta di scremare tra programmi og- gettivamente meno belli di un tempo e quelli innovativi. E il bello c’è». Qual è stata l’esperienza profes- sionale che l’ha riempita di più dal punto di vista umano? «Domanda da un milione di dollari… Il viaggio a Sarajevo e in Kosovo, la Beatificazione di Giovanni Paolo II, l’in- tervista alla madre di Peppino Impastato, quella alla donna che testimoniò contro il boia di Genova, raccontando gli orrori perpetrati dalle SS. Un elenco troppo lungo, per fortuna!». La TV è spesso discussa anche per i meccanismi ultracompetitivi che si scatenano tra gli addetti ai lavori. È possibile mantenere rap- porti umani autentici anche in un ambiente dove il compromesso e l’egoismo sono diffusi? «Assolutamente possibile. La giungla non prevale. Ho amici carissimi, veri pilastri per me, che restano tali anche in mezzo alla corsa verso il massimo risultato». Torniamo al FFF: il motivo con- duttore di quest’anno sarà Sistema famiglia: il dinamismo delle rela- zioni. In che modo la TV può aiu- tare la famiglia a non disgregarsi? È possibile per genitori e figli con- dividere lo stesso tipo di emozioni, anche attraverso la visione di un format televisivo? «La TV è il moderno caminetto acceso di un tempo: immagine trita e ritrita, va bene, ma è ancora così. Certo che la televisione può aiutare. Si tratta di “guardarla” insieme, di discutere cosa piaccia e cosa non piaccia ma può fare moltissimo. Penso alla fiction di Rai Uno dedicata al medico santo, Giuseppe Moscati, una vera meraviglia con un impareggiabile Beppe Fiorello. Penso a Romanzo criminale, lavoro straordinario di Sky Cinema, un tema opposto ma, proprio per questo, perfetto per rac- contare una storia d’Italia che ci ha toccato da vicino. La televisione resta maestra di vita. Una buona maestra, credetemi…”. Luca Marcolivio PERSONAGGI Paola Saluzzi: “La TV di qualità esiste, bisogna cercarla” INTERVISTA A MARIAGRAZIA CUCINOTTA INTERVISTA ALLA MADRINA DEL FIUGGI FAMILY FESTIVAL

1 Agosto 2011 I na principessa con una collana di pasta colorata” · bini tornano a casa con il cibo che serve anche alla famiglia e soprattutto con un grado di istruzione. Alla

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A vederla da vicino è più bella che alcinema o nelle foto. Allegra, solare, ot-timista, Maria Grazia Cucinotta non èsolo una brava attrice conosciuta intutto il mondo, è anche ambasciatriceper il World Food Programm, madrina

dei programmi ideati da Susan G.Komen Italia contro il tumore al seno,animatrice insieme ai volontari del “ca-vallo Bianco” di un orfanotrofio in Bie-lorussia per ragazzi in difficoltà, soste-nitrice dell’associazione Mosaico EuroAfricano che aiuta bambini malati diaids nella Repubblica del Botswana.Per il World Food Programm la Cuci-notta gira il mondo al fine di spiegarecome funziona il programma cibo-scuola affinché le popolazioni ed i go-verni locali lo accettino con favore.L’obiettivo è quello di fornire aiuti ali-mentari ai bambini ed alle loro famigliefacendogli frequentare la scuola, in

modo che possano costruirsi un futuro.Dare da mangiare ai bambini senzadargli un istruzione significa infatti chenon diventeranno mai autonomi e sa-ranno sempre più dipendenti dagli aiutialimentari. L’abbondante razione di ciboquotidiana viene distribuita a scuoladove possono seguire le lezioni. I bam-bini tornano a casa con il cibo cheserve anche alla famiglia e soprattuttocon un grado di istruzione. Alla domanda de l’Ottimista sul perchédedichi tempo e lavoro per compierequeste azioni, Maria Grazia ha detto:«Se nessuno lo fa non cambierà mai lastoria. Mia madre ci ha sempre educati

così. Noi non avevamo niente, siamocresciuti in una famiglia molto modesta,ma c’era sempre posto per tutti. Quellodi mia madre è un esempio che nondimenticherò mai. L’ho vista fare sacrificie piangere. Mi sono ripromessa di alle-viare sofferenze e povertà. Mi sonoimpegnata affinché questo non acca-desse più a nessuno. Nel momento incui mi sono trovata a poter aiutare ecambiare la vita degli altri, mi son detta“se non lo fai hai vissuto per niente”.Per questo motivo non mi fermodinanzi a nulla quando posso fare delbene». Per la sua bellezza e la sua grazia la

Cucinotta è indicata come espressionedi italianità nel mondo. L’Ottimista leha chiesto di indicare quali sono levirtù tipicamente femminili delle donneitaliane. E lei ha risposto: «Le donneitaliane sono le mamme migliori delmondo. Questo lo posso dire e urlare.Sono mamme dedite al lavoro, alla fa-miglia e ai figli. Una donna in Italia puòsvolgere lavori che la tengono tantofuori di casa, ma non trascura mai lafamiglia ed i figli. Io ho visto mia madreche è riuscita a tirare su quattro figlie,gestire la casa e portare gioia e serenitàper tutti. Quando eravamo bambine lamamma ci faceva colorare collane dipasta, e per noi era come essere delleprincipesse. Così ho pubblicato unlibro di ricette e nella prefazione hoscritto “Grazie mamma che ci fai sentireprincipesse con una collana di pasta”». E come si fa a coniugare l’attività di at-trice e produttrice con le attività dicarità? La Cucinotta ci ha spiegato:«Sono generosa nel lavoro perchénutro una passione profonda per il ci-nema. Mi ritengo molto fortunata, faccioun lavoro meraviglioso che ha cambiatola vita mia e quella di tanti altri. Senzail mio lavoro, non ce l’avrei mai fatta asvolgere le tante attività di solidarietàe fratellanza. Perché il cinema suscitasperanza e sogno, è qualcosa che ti facredere che tutto può accadere. Questoè il motivo per cui noi che lavoriamonel cinema veniamo percepiti comemagici».

Antonio Gaspari

PERSONAGGI “Una principessa con una collana di pasta colorata”

Pagina 91 Agosto 2011

«Al Fiuggi Family Festival i protagonistisiete voi». Con queste parole PaolaSaluzzi, dagli schermi di Sky TG24 Po-meriggio, ha dato l’appuntamento allaIV edizione della manifestazione cine-culturale in programma nella localitàtermale dal 28 al 31 luglio prossimo.Nella stessa occasione la popolaregiornalista e conduttrice televisiva haannunciato la propria presenza al FiuggiFamily Festival, invitando i telespettatoria parteciparvi per «scoprire il valoredi una grande vacanza insieme». L’espe-rienza sul piccolo schermo della Saluzzidura ormai da quasi un quarto disecolo, durante il quale la conduttriceromana, prima in RAI, poi in Mediasete, infine in Sky, ha lavorato con discre-zione e professionalità, incarnando, inqualche modo, il volto della TV diqualità che non si vende l’anima perl’audience e per gli sponsor ma che,piuttosto, prova a parlare un linguaggioaccessibile ad un pubblico popolare,intergenerazionale e al tempo stessoriflessivo. Un modello di TV “a misurad’uomo” in cui Paola Saluzzi ha semprefortemente creduto. Anche per questeragioni è stata scelta dal Fiuggi FamilyFestival per un ruolo di primo pianonell’edizione di quest’anno…Quest’anno Lei sarà la madrinadel Fiuggi Family Festival: cosal’ha convinta ad accettare questoruolo? Che aspettative ha?«Antonella Bevere, presidente del Fe-stival, e Mussi Bollini, direttrice artistica:

due donne fantastiche sono alla basedi questa grande opportunità che mi èstata data. Sono state loro a parlarmidel Fiuggi Family Festival e a “pensarmi”come madrina. Sono molto felice diquesto ruolo!».Così come esiste un cinema diqualità e a misura di famiglia -quello che il FFF promuove - allostesso modo può esistere una TVdi qualità e a misura di famiglia?«Certo che la TV di Famiglia deve esi-stere, ed esiste. L’offerta attuale èquella di una ricerca su diversi canali,tutto è cambiato rispetto al tempo incui le reti erano solo tre. Ma sonoconvinta che il buono della TV per lafamiglia esiste ancora, vivo e vegeto».

Ritiene che anche una TV dei va-lori, non “urlata”, possa fare au-dience?«Non urlare mai… Questo fa rumore,un chiasso assordante e fa audience.Io credo a questo messaggio e cercodi metterci del mio, ogni giorno».Lei fa TV da oltre vent’anni. Quan-to è cambiato il mezzo televisivoda allora? L’evoluzione è stata inmeglio o in peggio?«Qualsiasi evoluzione comporta cam-biamenti anche non graditi ma è co-

munque evoluzione. Vent’anni fa lefigure professionali erano diverse ederano diversi i programmi. Oggi sitratta di scremare tra programmi og-gettivamente meno belli di un tempoe quelli innovativi. E il bello c’è».Qual è stata l’esperienza profes-sionale che l’ha riempita di piùdal punto di vista umano?«Domanda da un milione di dollari…Il viaggio a Sarajevo e in Kosovo, laBeatificazione di Giovanni Paolo II, l’in-tervista alla madre di Peppino Impastato,quella alla donna che testimoniò controil boia di Genova, raccontando gliorrori perpetrati dalle SS. Un elencotroppo lungo, per fortuna!».La TV è spesso discussa ancheper i meccanismi ultracompetitiviche si scatenano tra gli addetti ailavori. È possibile mantenere rap-porti umani autentici anche in unambiente dove il compromesso el’egoismo sono diffusi?«Assolutamente possibile. La giunglanon prevale. Ho amici carissimi, veripilastri per me, che restano tali anchein mezzo alla corsa verso il massimorisultato».Torniamo al FFF: il motivo con-duttore di quest’anno sarà Sistemafamiglia: il dinamismo delle rela-zioni. In che modo la TV può aiu-tare la famiglia a non disgregarsi?È possibile per genitori e figli con-dividere lo stesso tipo di emozioni,anche attraverso la visione di un

format televisivo?«La TV è il moderno caminetto accesodi un tempo: immagine trita e ritrita,va bene, ma è ancora così. Certo chela televisione può aiutare. Si tratta di“guardarla” insieme, di discutere cosapiaccia e cosa non piaccia ma può faremoltissimo. Penso alla fiction di RaiUno dedicata al medico santo, GiuseppeMoscati, una vera meraviglia con unimpareggiabile Beppe Fiorello. Penso aRomanzo criminale, lavoro straordinariodi Sky Cinema, un tema opposto ma,proprio per questo, perfetto per rac-contare una storia d’Italia che ci hatoccato da vicino. La televisione restamaestra di vita. Una buona maestra,credetemi…”.

Luca Marcolivio

PERSONAGGI Paola Saluzzi: “La TV di qualità esiste, bisogna cercarla”

INTERVISTA A MARIAGRAZIA CUCINOTTA

INTERVISTA ALLA MADRINA DEL FIUGGI

FAMILY FESTIVAL

Pagina 10 1 Agosto 2011

Il fenomeno solare che attrae milioni di turistia Stonehenge in Inghilterra si manifesta duevolte l’anno anche tra i grattacieli di NewYork.“Manhattanhenge” l’hanno chiamato gli abitantidella Grande Mela che, di solito il 28 maggioe il 31 luglio, assistono al tramonto in cui ilsole si allinea con le strade proprio comecon le pietre britanniche. I raggi colpiscono levetrate dei palazzi, rendendo magica e spet-tacolare l’atmosfera newyorkese.

Uno studio presentato dall’International Brain Re-search Organization, durante l’8° congresso mondialesulla materia, ha dimostrato che la musica favoriscelo sviluppo cerebrale. Oltre al cervello, con le notemigliora l’apprendimento e si riduce lo stress deibambini con dei problemi alle spalle.La ricerca, condotta da Helen Neville dell’Istitutodi Neuroscienze dell’università dell’Oregon (Usa),ha coinvolto per otto settimane 141 bambini conetà inferiore ai sei anni. I piccoli sono stai sottopostoa sedute di ascolto e suono della musica. I risultatidei test sono stati stupefacenti: i bimbi erano piùattenti, più tranquilli, e avevano conoscenze socialimigliori.Domenico Pellegrini-Giampietro, farmacologo del-l’Università di Firenze e Segretario Scientifico delcongresso spiega che «è importante pensare a pro-grammi per migliorare l’apprendimento mirati abambini delle fasce sociali svantaggiate. Sappiamoche il cervello è “plastico”, molto malleabile: ingrado diverso e con tempi variabili, i sistemi cerebralipossono migliorare fornendo loro il giusto tipo distimoli. La musica è uno di questi: riesce infatti adaumentare le capacità di attenzione selettiva e sap-piamo che ha un impatto estremamente positivosullo sviluppo cerebrale generale».

Guerrilla gardening: ecco il giardinaggio d’assalto«Trasformiamo il cemento in fiori». È questolo slogan dei Guerrilla Gardening, un gruppodi appassionati dell’ambiente che ha decisodi aiutare le città con quelli che definisconogli «attacchi verdi». In sostanza, i G.G. si op-pongono al degrado delle «green areas», ri-modellando ed abbellendo con piante e fiorile zone dimesse delle metropoli italiane.Nato da un gruppo di giovani milanesi, oggi i«guerriglieri del verde» agiscono anche aTrento, Bologna, Latina, Pistoia, Salerno e Ra-gusa. Armati di vanghe, rastrelli e innaffiatoivanno in soccorso dei giardini o delle aiuoledisastrate. «Napoli ti procura un senso diinutilità incredibile, di impotenza senza scampo.Sembra che tu non possa fare niente, che la-sciare andare le cose come vanno sia l’unicapossibilità. Tra l’immondizia che cresce, il de-grado che avanza. Invece non è così», spiegaLaura, giovane studentessa campana.

La musica fa bene al cervello

Manhattan: il sole come a Stonehenge

Le navi-cargo andranno “a vela”

Ridurre le emissioni nocive generatedalle grandi navi dei trasporti via mare.Sarà a breve possibile grazie ad unatecnica che prevede l’utilizzo di grandikites (vele usate in sport estremi) ingrado poter sfruttare la propulsionegenerata dal vento riducendo di circail 35% il consumo di carburante.Una volta attaccate alle navi, le vele/pa-racadute di grandi dimensioni potrannoscorrere sul mare utilizzando la forzamotrice eolica che andrà ad associarsi

a quella tradizionale generata dai mo-tori.Serviranno kites speciali per spostarenavi pesanti tonnellate e tonnellate.Nella loro realizzazione è impegnataun’azienda tedesca, la SkySails GmbH& Co., che ha confezionato vele grandi320 metri quadri che si alzeranno difronte alla nave ad una distanza com-presa tra 100 e 420 metri sul mare esaranno controllate automaticamentetramite un computer.

Dolomiti: un belvedere a 3265 metri

Ecco la nuova terrazza panoramica sulla Marmolada. Dopo tanta attesa, il 16luglio 2011 è stato inaugurato il belvedere più alto delle Dolomiti sul qualearriva la funivia di Malga Ciapela, sotto il Passo Fedaia (3265 metri).I lavori per il miglioramento dell’antica funivia della Marmolada sono iniziati nel2004. Ora con la nuova terrazza è stato fatto un nuovo importante passo inavanti. Inoltre il panorama che prima era riservato solo ai cuori forti (c’è unostrapiombo di circa mille metri), adesso è disposizione di tutti. Anche dei diver-samente abili.

Pagina 111 Agosto 2011

Un affresco di Michelangelo Buonarroti è statoprelevato da una collezione privata e poivenduto all’asta per 3,5 milioni di euro. Inrealtà si tratta di una bozza: uno dei 24 schizzirelativi alla celebre “Battaglia di Cascina”, cheraffigura un nudo maschile visto di spalle.L’affresco “La Battaglia di Cascina” fu commis-sionato al giovane Michelangelo per la Sala delGran Consiglio di Palazzo Vecchio a Firenze,dove avrebbe dovuto rivaleggiare con l’affrescodi Leonardo da Vinci “La Battaglia di Anghiari”,anch’esso andato perduto.

Fiorello fa propaganda alla ‘movida sicura’.Lo showman ha girato un video di dueminuti che sarà proiettato nelle discotecheromane al fine di spingere i giovani a di-vertirsi senza eccessi. “Ciao pischelli miavete riconosciuto? So Fiorello – esordisceil conduttore con un simpatico accentoromanesco – anch’io ho fatto le notti indiscoteca e fatto a botte ma non è unacosa bella. Non serve a niente. Ancheuna piccola lite può degenerare in unatragedia. Usiamo la notte per divertirci,non facciamo a botte. Nun dovete liti-gà!”.La campagna di sensibilizzazione controle risse nei locali è stata organizzata dalcomitato Movida Sicura all’insegna delmotto: “Basta botte, amiamo la notte”. Apresentare la campagna, con un sostegnobipartisan, sono stati il coordinatore re-gionale di Movimento per l’Italia FabioSabbatani Schiuma, il vicepresidente delPd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo eil leader del movimento per l’Italia e sot-tosegretario per l’attuazione del pro-gramma di governo Daniela Santanchè.

Il superpomodoro per non invecchiareSi chiama “Pomì L+” e possiede un contenutotriplo di licopene, un potente antiossidante chepreviene malattie cardiovascolari e tumori alla pro-stata. La Coldiretti spiega che si tratta di unamedicina naturale dal sapore gradevole. Sarà di-sponibile da fine luglio in tutti i supermercati.“Si tratta di un successo tutto italiano – ha detto ilpresidente della Coldiretti Sergio Marini presentandoil nuovo ortaggio – perché risultato di una speri-mentazione realizzata nei campi nazionali e coltivato,trasformato e venduto dalle cooperative del Con-sorzio interregionale Ortofrutticoli (Cio) e delConsorzio Casalasco del Pomodoro, che aderisconoal progetto per ‘Una filiera agricola tutta italiana’della Coldiretti. Oggi dimostriamo – ha aggiunto –che si può costruire qualità e innovazione senza ri-correre all’ingegneria genetica e rispondendo alleesigenze del consumatore che chiede piu’ sicurezza,italianità del prodotto, qualità. Tutti valori che unafiliera agricola forte puo’ e deve incarnare”.

Fiorello contro le risse: “Nun dovete litigà!”Ritrovata la bozza di un affresco di Michelangelo

Sandless Beach Mat, il telo che non si insabbia

Addio ai fastidiosi granelli di sabbiasul telo da mare. Grazie al “SandlessBeach Mat” si potrà tenere pulita lasuperficie della stuoia, impedendo asabbia e sporcizie varie di attecchire.Il particolare tessuto dell’asciugamanoè composto da due strati di poliure-tano brevettato, che “aspira” il gra-nello di sabbia non appena si presentasul telo.

Il “Sandless Beach Mat”, nato per usomilitare, è stato messo sul mercatodalla Hammacher Schlemmer. È acquistabile online al prezzo di 42,5euro per il modello di 90 centimetri ea 49,5 euro per quello di 160 centi-metri. Il telo può essere “ancorato” aterra grazie a quattro anelli posti suogni lato ed è anche antiscivolo. Perora è disponibile in arancione e blu.

In parapendio... a 93 anniPraticare para-pendio a 93 anniè possibile. Lo hadimostrato Ma-rio Negri, arzillovecchietto delLago di Garda.Dopo aver sol-cato i cieli du-rante la guerrain Libia e Albaniacome aviatore,ora Mario si ci-menta con que-sto sport estre-mo. E lo fa conun pensiero ri-corrente alla mo-glie Maddalena,scomparsa nel2003 a 78 anni,dopo più di ses-sant’anni di ma-trimonio.

«Se mia moglie fosse qui non potrei volare, – dice Negri al Corriere della Sera– e se mi concedo il parapendio è anche per arrivare più vicino a lei. Io eMaddalena eravamo una cosa sola: con questo volo potrò ringraziarla ancoradell’amore che mi ha dato perché io non potuto offrirle molto, avrei volutodarle di più».

Pagina 12 1 Agosto 2011

DAL 27 LUGLIO AL CINEMA

presentato il 25 di agosto al Meetingdi Rimini alle ore 11,15 all’ENI CaffèLetterario, settore D5. Il volume rac-coglie i commenti e gli approfondimentidi illustri docenti in merito ai tregrandi discorsi pronunciati da Bene-detto XVI all’Università di Ratisbona(12 settembre 2006), al College desBernardini di Parigi (12 settembre2008) e a Westminster Hall di Londra(11 settembre 2010).Come ha spiegato monsignor Leuzzinella presentazione, il libro è stato

pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticanain occasione del 60° anniversario dellaordinazione sacerdotale del PonteficeBenedetto XVI, e intende mostrarequanto l’incontro tra il Vangelo e l’uma-nità sia sorgente di sviluppo e progressoin tutti gli ambiti civili.Secondo monsignor Leuzzi, per co-struire una cultura ed una società alservizio della promozione integraledell’uomo, «è necessario por mano aduna vera e sapienziale conversione delcuore, senza paura e sena nostalgia, sa-pendo che le fede cristiana possiede

una fecondità originale e significativa». Alla presentazione del libro partecipe-ranno Camillo Fornasieri direttore delCentro Culturale di Milano, MonsignorLeuzzi, direttore dell’Ufficio diocesanoper la Pastorale Universitaria del Vica-riato di Roma e Cappellano di Monte-citorio, Don Giuseppe Costa, Direttoredella Libreria Editrice Vaticana; FabriceHadjadj, filosofo e scrittore, dramma-turgo e Pierluca Azzaro, Docente diIntegrazione Europea all’Università Cat-tolica del Sacro Cuore di Milano.

A.G.

LIBRI Una nuova cultura per un nuovo umanesimo

LIBRI Quando sono debole è allora che sono forte

Pagina 131 Agosto 2011

Luigi Ginami

Quando sono debole è allora chesono forte

Sospiro di sollievo e grande gioiaper il nostro straordinario patri-monio artistico: è stata ritrovatala statua colossale dell’ImperatoreCaligola, uno dei personaggi storicipiù controversi dell’affascinante pe-riodo legato alla grandezza di Roma. L’operazione è da ricondurre allameticolosità del gruppo della Guar-dia di Finanza che, insospettita datempo da strani e ingiustificati mo-vimenti, ha scoperto, in un tirpresso la zona di Ostia Antica,alcuni reperti destinati probabil-mente all’estero. Grazie a questoritrovamento è stato poi possibilerinvenire il luogo che per due mil-lenni aveva custodito la statua, aquanto pare l’unica che raffiguraCaligola seduto sul trono in unmodo che rimanda a Zeus, colparticolare della caliga, vale a direla calzatura usata dall’imperatorecon frequenza tale da originare ap-punto il soprannome di Caligola.La monumentale statua era stataridotta in pezzi per consentire untrasporto agevole in un Paese stra-niero, in modo tale da alimentareun mercato clandestino purtropposempre più attivo, tanto da essereconsiderato inferiore solo a quellodegli stupefacenti.Il ritrovamento di questo impor-tante pezzo della storia romana èdi valore inestimabile per diversi

motivi: innanzitutto testimonia comel’attenzione per la tutela del nostropatrimonio artistico sia ancora viva,e per il Belpaese si tratta di unaspetto fondamentale, soprattuttoin considerazione delle innumerevoliopere presenti sul nostro territorio. In secondo luogo permette aglistorici di avere accesso a una moleenorme di nuove informazioni sullavita di uno degli imperatori menodocumentati dalle fonti a disposi-zione, di cui si sa che è stato uccisoa 29 anni e che ha mantenuto neisecoli la fama di persona estrema-mente eccentrica e stravagante, ol-tre che di imperatore-despota;infine non va trascurato l’aspettorelativo al lavoro delle FiammeGialle, il cui successo in questamissione di grande importanza puòrappresentare un input per far riav-vicinare idealmente i cittadini alloStato. In un momento di disaffezioneper tutto ciò che concerne la po-litica e le istituzioni, per via delledifficoltà legate al mondo del lavoroe all’economia in generale, il ritro-vamento di questa statua ad operadella Guardia di Finanza è un piccolotoccasana che giunge quanto maiopportuno, e che non possiamoche accogliere con soddisfazione.

Denis Nesci (Presidente del Patronato EPAS)

Santina Zucchinelli Ginami è mia ma-dre. Nel 2005 è stata ricoverata agliOspedali Riuniti di Bergamo per undifficile intervento chirurgico al cuoree per la successiva lunga degenza inTerapia Intensiva. Un lungo itinerariodi paure e di dolore che mostra peròcome dalla sofferenza possono nascerei doni più grandi. È per raccontare come la debolezzadell’uomo sia la forza di Dio che hoscritto il libro Quando sono debole èallora sono forte. Un noto scrittore israeliano mi haaiutato molto con alcune sue intuizioniprofonde. Scrive David Grossman nelromanzo A un cerbiatto somiglia ilmio amore dedicato al figlio mortonella guerra in Libano del 2006: «Ri-cordati soltanto che a volte una cattivanotizia non è che una buona notizia

che è stata fraintesa, e ricordati ancheche quella che era una cattiva notiziapuò tramutarsi in buona col tempo,forse migliore con te». Possiamo direche questo è avvenuto per mia madreed il libro ne è una concreta prova.Questa pubblicazione, prende il titolo“Quando sono debole è allora chesono forte” (2Cor 12,10) da un’espres-sione di San Paolo nella Seconda Let-tera ai Corinzi, nella quale mi sembrache l’Apostolo faccia riferimento auna sua esperienza concreta, esisten-ziale. Evoca una situazione di debolezzafisica o psicologica, quale un’infermitào uno stato d’animo provato, depresso.Egli non si vergogna di ricordare aiCorinzi la situazione di debolezza,umanamente parlando sfavorevole, cheha caratterizzato la sua opera di evan-gelizzazione in mezzo a loro.

Ma riflettendo su tale situazione eglivi coglie qualcosa di sorprendente:l’energia del Risorto. L’Apostolo ritienedi essere “forte” nella sua debolezzain quanto coinvolto nella dinamicavittoriosa del Crocifisso risorto. Pro-prio questa dinamica è misteriosamentepresente anche nella vicenda di miamadre e questo libro intende mo-strarlo. La lettura dell’opera presup-pone altri due scritti su Santina dal ti-tolo egualmente evocativo: Roccia delmio cuore è Dio (Piemme 2005) e LaSperanza non delude (Paoline 2008). Mons. Luigi Ginami

A.G.

Per avere copia del libro scrivi a:

gigi [email protected]

Per saperne di più vai al sito:

www.rocciadelmiocuore.it

CULTURA Ostia antica: ritrovata la statua di Caligola

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Pagina 14 1 Agosto 2011

primo momento ragionevole per ef-fettuare bilanci sulle produzioni arti-stiche pubblicate durante la primametà di ogni anno. Lungo il primo se-mestre e poco più del 2011 ci siamoimbattuti in molti lavori di buonafattura e, come spesso è accaduto,l’Italia, pur sforzandosi di non rimanerea guardare gli altri, non è riuscita aprodurre, come facilmente prevedibile,più di un paio di album degni di nota.Le radio continuano a fare da padronenel mercato discografico e il sound“usa e getta” è sempre il più conside-rato e fatto ascoltare dalle numeroseemittenti radiofoniche nazionali. Pro-viamo quest’anno a lasciare da parte iVasco e i “made in X-Factor”: il menùdi ascolti che vi proponiamo, ne siamocerti, riuscirà ad accontentare anchele orecchie più esigenti e, cosa da nonsottovalutare, ha come obiettivo ilraccontare, il contestualizzare, l’arsmusicale di recente uscita, proponen-dovi una lista capace di descriverel’itinerario artistico che i musicististanno intraprendendo in questi anni.Di fianco alle parole crociate e ad unabella cedrata fresca, quindi, non puòmancare il vostro lettore MP3 difiducia. Se siete alla ricerca di un album chepossa catapultarvi d’improvviso nellesonorità più moderne vi consigliamol’ascolto di “Skying”, recentissimo discodei britannici The Horrors, estivo giàdalla copertina con il folgorante re-verbero del sole sulle acque dell’ocea-no. Non vi spaventate: di orrorifico

nella loro musica non c’è proprionulla. “Skying” è un bignami di tuttoquello che di buono è stato prodottoin terra inglese negli ultimi vent’anni.Un mix tra il britpop di Blur, Oasis e

Verve e lo shoegaze degli irlandesiMy Bloody Valentine, confezionato conuna buona dose di elettronica scuolaDepeche Mode e della sinteticità tipicadei Cure, dei Bauhaus e di tutti i pro-dotti ‘80s più conosciuti. Certo, concanzoni come “Dive In”, “Still Away” e“Moving Further Away”, il caldo po-trebbe farsi quasi insopportabile ma ilvostro spirito di ascoltatore D.O.C.avrà certamente sensazioni positive:ad oggi gli Horrors risultano essereuna delle band di riferimento nel pa-norama musicale internazionale. Basteràun’aranciata gelata a far calmare i bol-lenti spiriti e, se siete figli della gene-razione Cure/Duran Duran/SpandauBallet, gongolerete già al primo ascol-to.Se l’aranciata non vi basta e le orecchie

non riescono a respirare a sufficienza,allora mettete su il disco, sempre del2011, di Bon Iver. Il sollievo dovrebbeessere immediato. Per sua indole ilfolk-singer Justin Vernon (alias “Bon

Iver”) compone braniispirati a paesaggi ariosie collinari, preferibil-mente innevati. L’ascoltosotto il sole però, ve lodiciamo per esperienzadiretta, riesce a diven-tare magnetico. Dallelenti dei vostri occhialiscuri riuscirete a scor-gere, al torrido e tre-molante orizzonte, oasiombrose e placide.“Perth”, brano inizialedel disco “Bon Iver, Bon

Iver”, sarà un vero toccasana: cura dalcaldo e tranquillizza anche le giornatemeno fortunate.Arrivato il tramonto, alzatasi un po’ labrezza, svuotatasi la spiaggia, godeteviil crepuscolo con “Last Country Gen-tleman” di Josh T.Pearson, countrymand’altri tempi. Brani autobiografici, stra-zianti per bellezza, grazia e intensità,riusciranno a portarvi in un universolontano, quello in cui la manifestazionepiù sincera d’arte è la natura e in cuil’espressività delle parole riesce a toc-care il cuore nel profondo.Dopo cena, in una passeggiata sul lun-gomare e con ancora la freschezzadell’anguria in bocca, date fiducia a“The King of Limbs” dei Radiohead.Pur essendo un album non amato datutti i fan è invece un lavoro validissimo,

ritmato, notturno e fresco. “Lotus Flo-wers” con il suo incedere elettronicoè il più sfavillante esempio di come iRadiohead siano ancora tra le bandpiù significative dei nostri tempi, capacidi intuire le derive, sempre differenti,che la musica assume anno dopo anno. Dopo aver dormito, finalmente con ilrumore del mare nelle orecchie - unadelle “musiche” più amate dagli uominidi tutte le nazionalità -, il risveglio piùefficace potrebbe essere quello forni-toci dal nuovo lavoro degli ArcticMonkeys “Suck It and See”. E il discoè come da titolo (detto anglosassonetraducibile come “provare per crede-re”). Armonie tipicamente british, mu-sicalità spensierata e testi mai banalifanno degli Arctic Monkeys una delleband che negli ultimi anni è cresciutamaggiormente. La facilità degli ascoltidi “She’s Thunderstorms” e “BlackTreacle” creano nel nostro immaginariouna vacanza fatta in spiaggia, tra unabirra ghiacciata e uno spostamento inuna decappottabile aperta. Musica po-sitiva, solare, ottimista, tremendamentegiovane. Quella per intenderci chenon può mancare in un’estate indi-menticabile. Visto che le situazioni, spesso e vo-lentieri, sono inscindibili dalla musica,cercate di legarvi a queste canzoniche vi abbiamo suggerito: così anche ivostri ricordi avranno una colonnasonora immortale. Che siate alle Ha-waii, ad Ostia non è importante. Buo-n’estate a tutti.

Edoardo Iervolino

MUSICA Qualche suggerimento per la colonna sonora dell’estate

Vincitore del Gran Premio Specialedella Giuria all’edizione 2010 del festivaldi Cannes, Uomini di Dio, tratto dauna storia vera, racconta con manodelicata la vita di nove monaci cheabitavano il monastero di Tibhirine, inAlgeria, a metà degli anni ’90, vivendoin comunione con la locale comunitàmusulmana. La vita di questi monaciviene però scossa da un attacco ter-roristico che prende di mira la regionein cui si trovano, e quando i fonda-mentalisti islamici prendono il controllodel territorio uccidendo qualunquestraniero si trovi nella regione, la vitaall’interno del monastero si fa semprepiù dura, e i monaci si trovano a doverdecidere se abbandonare la regioneper salvarsi la vita o rimanere ed af-frontare gli eventi. Dopo una lunga ri-flessione, i monaci decidono di rima-nere nel monastero e di continuarecon le loro attività di assistenza allacomunità, specialmente con il loroservizio medico. Quando però deci-dono di accogliere e curare un terro-rista ferito, si trovano travolti dall’au-mentare delle pressioni delle autoritàda una parte, e dei terroristi dall’altra.Ma i medici, noncuranti del pericolo,continuano fino alla fine nella loromissione. Il film, vincitore di altri numerosi premisoprattutto in Francia, verrà presentatoal Meeting di Rimini mercoledì 23agosto alle 21.45 in Sala Nervi.«Se mi capitasse un giorno (e potrebbe

essere anche oggi) di essere vittimadel terrorismo che sembra voler coin-volgere ora tutti gli stranieri chevivono in Algeria, vorrei che la miacomunità, la mia Chiesa, la mia famigliasi ricordassero che la mia vita era do-nata a Dio e a questo paese. E vorreiche sapessero associare questa mortea tante altre ugualmente violente, la-sciate nell’indifferenza dell’anonimato».Sono parole tratte dal testamentospirituale di padre Christian de Chergè,che più di tutti volle rimanere nelmonastero, scelte dal regista per chiu-dere il film. Perché Uomini di Dionon è solamente un documentariosulla vita monastica e sulla tragicastoria dei monaci, ma è soprattuttoun messaggio di pace. Quel messaggiodi pace che i frati trappisti volevanoportare in Algeria, vivendo ogni giornoa fianco dei loro fratelli musulmani,

aiutando la loro comunità in ogni ne-cessità senza mai mancare di rispettoalle loro usanze e alle loro tradizioni.Un messaggio di pace, sottolineatoanche nel titolo originale (storpiatocome troppo spesso capita in Italia)“Uomini e Dei”, tratto dal salmo 82:6-7 con cui si apre la pellicola. Unmessaggio che passa attraverso il mar-tirio dei protagonisti, che fino all’ultimosecondo guarderanno anche i loroassassini con l’occhio di Dio, conamore fraterno. Una testimonianzadi reale fraternità fra gli uomini con-clusa con le stupende parole di padreChristian: «Potrò immergere il miosguardo in quello del Padre, per con-templare con lui i suoi figli dell’islamcome lui li vede, totalmente illuminatidalla gloria di Cristo».

Il regista francese Xavier Beauvois,conosciuto prima solo da una strettanicchia di pubblico, costruisce un filmspoglio, senza fronzoli, ma che arrivadritto al cuore. Uomini di Dio nonsolo sa darci esattamente la dimen-sione della vita all’interno delle muramonastiche, ma è esso stesso unameditazione. Lunghi silenzi, preghierecantate o sussurrate, dialoghi semplicie necessari. La spettacolare locationdelle riprese, girate nel centro delMarocco, nel monastero di Tioumlilinenei pressi di Azrou, con una fotografiaveramente notevole e una colonnasonora appropriata, rendono l’effettodella pace interiore in maniera alta-mente suggestiva. La riuscita della pel-licola è merito anche dei suoi prota-gonisti, tra i quali spiccano LambertWilson e Michael Lonsdale (che, cu-riosamente, aveva recentemente re-citato nel discusso Agorà), abilissiminel dare una dimensione fortementeumana ai loro personaggi. Uomini di Dio ha riscosso grandesuccesso in tutto il mondo, fruttoprima del clamore suscitato dallecritiche e poi di un passaparola tragli spettatori che ha fatto primeggiareil film senza bisogno di una costantepubblicità. Il film è stato infatti il piùproduttivo del 2010, incassando circail 230% in più rispetto ai costi direalizzazione.

Carlo Brunelli

CINEMA Uomini di Dio, una testimonianza commovente

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anni da quella promessa fatta alla madre,il “Nino Maravilla” è riuscito passareagli onori della cronaca sportiva pla-netaria. Con le sue giocate ha stupitoperfino Josep Guardiola, uno che dicampioni se ne intende. «È lui l’attac-cante da mettere vicino a Messi» hadetto il tecnico catalano. La rivincitaper Alexis è arrivata. Dopo un’infanziapassata nella fame, per il 23enne cilenosi sono spalancate le porte del successointernazionale.La vita dell’attaccante e della sua famigliaè stata tutt’altro che facile. Ultimo diquattro figli, il piccolo Sanchez eraspesso costretto a saltare i pasti acausa delle difficoltà economiche dellafamiglia. La madre, Dona Martina, capìsin da subito che quel ragazzino aveva

le doti da calciatore professionista. Lopropose all’allenatore del Cuarta Sur,squadra di quartiere a Tocopilla, cittànatale del baby prodigio. Alexis nonpoteva permettersi nemmeno gli scar-pini e li chiese ai dirigenti della Cuarta.«Non abbiamo un solo peso qui» fu larisposta. Martina, allora, lo portò viada lì. Lo fece trasferire alla JoventusUnidas. Poi è andata come tutti sap-piamo: Cobreloa e Colo Colo (Cile),River Plate (Argentina), Udinese e infineBarcellona.Per le strade impolverate di Tocopillasi cominciò a parlare di questo talentodai piedi magici. Leggende metropolitanenarrano addirittura di un anziano signoreche si aggirava per i vicoli della cittàraccontando delle sue prodezze: «Inuna squadretta del Cuarto Poniente

c’è un ragazzino che arriverà lontano.Se avete tempo, andate a vederlo». Ineffetti il “Nino” ne ha percorsa di

strada. Adesso gli abitanti di Tocopillalo vedono come uno che ce l’ha fatta,un esempio da seguire per uscire dalledifficoltà quotidiane che ogni giornodevono affrontare.Tocopilla, profondo nord del Cile, èuna cittadina gravemente segnata dauna povertà atavica. Non solo, indodici anni è stata distrutta da dueterremoti drammatici. Nel 1995 e nel2007 i cataclismi hanno raso al suolola città di Sanchez, facendo segnare7,9 gradi della scala Richter. Grazie aisuccessi del “Nino Maravilla”, la cittàè ora conosciuta non più come unadelle più povere e martoriate del Su-damerica, ma come il luogo che hafatto nascere e crescere Alexis San-chez, il fuoriclasse.

Francesco Glorialanza

CALCIO Sanchez, dalla polvere di Tocopilla al sogno più grande

ATLETICA Il sogno di Oscar Pistorius

Pagina 151 Agosto 2011

Il 27 agosto partiranno a Daegu, inSud Corea, i mondiali di atletica. E perla prima volta nella storia della manife-stazione, insieme ai normodotati ingara sarà presente anche un disabile.Oscar Pistorius, atleta sudafricano, cel’ha fatta, e dopo anni di richieste e ditentativi, con il crono segnato a LignanoSabbiadoro sui 400 metri, 45”07, haacquisito il diritto di partecipare allacompetizione mondiale. Prima di arrivare a questo strabilianterisultato, la storia sportiva di Pistoriusè stata travagliata e piena di ostacoli,l’ultimo dei quali è paradossalmenterappresentato proprio dalla menoma-zione fisica che lo caratterizza: Pistorius,nato con una grave malformazione allegambe (alla nascita non aveva i peronie presentava una grave deformazionedei piedi), ha subito dapprima l’ampu-tazione degli arti inferiori all’età di 11

mesi, ed in seguito l’ostracismo dellaIaaf, l’Associazione Internazionale delleFederazioni di Atletica Leggera. Allesvariate richieste avanzate dall’atletasudafricano di poter partecipare allecompetizioni ufficiali per normodotatidurante gli ultimi anni, la FederazioneInternazionale ha prima risposto sol-levando dubbi sui potenziali vantaggidati dalle protesi in fibra di carbonioutilizzate da Pistorius, in seguito ha ag-girato le richieste prendendo tempoin modo alquanto sospetto.Il sogno di Oscar però non prevedeostacoli insormontabili: dopo aver vinto4 ori alle Paralimpiadi, il sudafricano siè concentrato anima e corpo nel ten-tativo di riuscire a scendere sotto ilfatidico 45”25 sui 400 metri, tempoutile per essere ammessi alla competi-zione mondiale, ed ha stupito il mondointero. L’impresa di Pistorius ricorda

da vicino quella diun altro sportivo,quell’Alex Zanardiche, dopo aver su-bito l’amputazionedegli arti inferioriin seguito ad unpauroso incidenteautomobilistico, ètornato, grazie aimiracoli della me-dicina e del carat-tere, a correre incompetizioni au-tomobilistiche uf-ficiali. Come Za-nardi, Pistorius hadovuto superare le critiche di chi loaccusava di essere un fenomeno dabaraccone, ma a differenza del pilotaitaliano dovrà adesso affrontare unaltro probabile attacco mediatico, quello

relativo ai vantaggi tecnici delle protesidel sudafricano. Ma Pistorius, senzadubbio, saprà vincere anche questasfida.

Andrea D’ammando

Grandi novità nell’edizione 2011 diMondofitness, la manifestazione spor-tiva più importante dell’estate romana.Oltre alla solita grande varietà diattività da svolgere, da quest’anno c’èla possibilità di usufruire di uno SkatePark attrezzato professionalmente. Ec-co allora che skaters, pattinatori epraticanti di BMX (bicicletta da cross)avranno un nuovo posto dove divertirsied esercitarsi. La struttura nel villaggioMondofitness, infatti, è stata allestitaper riuscire a soddisfare tutte lediverse necessità: dal pop-showe it alsemplice showe it, dal Varial Flip al-l’Impossible, fino al Finger Flip e al360° Big Air. Il tutto, naturalmente,garantito dalla grande esperienza del-l’organizzazione Mondofitness.Una grande opportunità, decisamenteinedita, per gli appassionati di evoluzioniin aria. Infatti, nonostante il grandesviluppo che questi sport hanno avutonegli ultimi anni, la maggior parte dichi li pratica non ha a disposizionespazi specifici dove potersi esprimereal meglio. Spesso vi sono divieti e vincoli am-ministrativi che comportano multe

salatissime. Da qui l’idea genialedello staff Mondofitness, che conprofessionalità e dedizione è riuscitoa mettere a disposizione degli ska-ters di ogni genere un’area ad altis-simo livello.Altra new-entry a Mondofitness sonole lezioni di Strike Zone. Grazie allacreazione di Enrico Olivieri (nellafoto), gli organizzatori hanno potutoportare alla kermesse romana lo sportpiù antico e nobile del mondo: l’atleticaleggera.Le discipline a disposizione sono tre:corsa, lancio e salto. L’obiettivo diogni lezione è quello di forgiare l’atleta

che è dentroogni partecipan-te, creando uncorpo sinuosoe performante.Lo “Strike ZoneAthletic” è unprogramma cheprevede modellidi allenamentosia indoor cheoutdoor, cheentusiasma e

motiva i partecipanti a dare il massimoper ottenere il massimo. Enrico Olivieri,ideatore del progetto “Strike ZoneIdea” (società di esperti e professionistidel fitness per la creazione e sviluppodei programmi d’allenamento StrikeZone), ed il suo Master Team tornanoin questa edizione con lezioni no-stop del metodo d’allenamento piùefficace e innovativo per la mente eper il corpo con un focus particolaresugli addominali. Gli sportivi potranno partecipare allelezioni fino al termine della manife-stazione. Lo Strike Zone in compagniadi Enrico Olivieri è disponibile tutti i

SPORT E BENESSERE Skate park e strike zone: continua l’estate di Mondofitness

martedì a Mondofitness, nel parcodel viale di Tor di Quinto a Roma indue sessioni di allenamento: dalle ore19.00 alle 20.00 e dalle 20.00 alle21.00.

Per info e prenotazioni:

Tel. 06.33.22.52.61; 06.33.22.50.93;

06.33.22.18.76

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L’OTTIMISTAsupplemento al n.28 di

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Settimanale di informazioneReg. PressoTribunale di Benevento N. 121/1985

Direttore responsabile: Nunzio BrigandìDirettore editoriale: Martino Feyles

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BUONE NOTIZIE FLASH

I giovani consumanomeno droga

Secondo la relazione annuale alParlamento, il numero di adole-scenti che consuma sostanze stu-pefacenti e che abusa di alcol è inforte diminuzione. In diminuzionela percentuale dei ragazzi tra i 15e i 19 anni che assume cocaina oeroina.

Diabete: in arrivo il pancreas artificiale

Un pancreas artificiale per i diabetici.Dopo tre decenni di ricerche, glistudiosi sono molto vicini alla crea-zione di un sistema in grado dierogare insulina ai diabetici, imitandola funzione del pancreas sano.

Social network per i senzatetto

L’idea è venuta a Mark Horvath(foto), che ha creato un sito de-dicato ai senzatetto: Wearevisi-ble.com. Il portale insegna ausare i social-network con l’obiet-tivo di creare una comunità vir-tuale di supporto. I senzatettocercano così una casa o unamensa, e si sentono meno soli.

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