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03. Sistemi e Modelli
Prof. Cesare FantuzziIng. Cristian SecchiIng. Alessio Levratti
ARSControl - DISMI - Università di Modena e Reggio Emilia
E-mail: [email protected]://www.arscontrol.org/teaching
Sistemi e Modelli -- 2Controlli Automatici
Principi di modellistica
• Problema: determinare il modello matematico che approssimi il comportamento di un sistema dinamico
• Indagine diretta : Il sistema viene suddiviso in sottosistemi elementari il cui modello matematico è facilmente identificabile e il modello complessivo viene dedotto componendo i modelli dei sottosistemi elementari e applicando leggi base della fisica. Applicabile a casi semplici in cui, sotto certe ipotesi, l’introspezione fisica del sistema permette la modellazione.
• Black box : il sistema si considera come una “scatola nera” di cui occorre identificarne il comportamento mediante l’analisi dei segnali di ingresso (opportunamente variati) e delle rispettive uscite (analisi armonica). Utile in quei casi dove la fisica del sistema è così complessa da non permettere una introspezione
• Gray box : Approccio misto: Sistema complessivo scomposto in diversi sottosistemi interagenti, di cui alcuni modellati mediante introspezione fisica e altri mediante l’analisi ingresso/uscita
Sistemi e Modelli -- 3Controlli Automatici
Derivazione del modello mediante indagine diretta
• L’analisi energetica del sistema risulta un utile strumento per la derivazione del modello matematico
• Dalla definizione di stato (grandezza che sintetizza la storia passata del sistema utile al fine di calcolare l’uscita cor rente ) sembra ragionevole scegliere, come variabili di stato, grandezze che determinano quantità di energia accumulate nel sistema (Variabili Energetiche).
• In ogni dominio energetico (tranne quello termico) ci sono due variabili energetiche e due meccanismi di accumulo dell’energia che dipendono, ciascuno, da una sola delle due variabili energetiche. Il prodotto delle due variabili energetiche rappresenta la potenza in quel particolare dominio energetico.
• In ogni dominio energetico esiste un parametro che lega le due variabili energetiche e che caratterizza il meccanismo di dissipazione dell’energia in quel dominio.
Sistemi e Modelli -- 4Controlli Automatici
i due meccanismi elementari di accumulo della energ ia
Considerazioni energetiche
dominio accumulo capacitivo accumulo induttivo
E Cv= 12
2 E Li= 12
2elettrico
meccanicotraslante
E Mv= 12
2EK
f= 12
1 2
meccanicorotante
E J= 12
2ωEK
c= 12
1 2
idraulico/pneumatico E C pf= 12
2 E L qf= 12
2
termico E C Tt= mancavariabilipassanti
variabiliai morsetti
l'energia accumulatadipende dalle
Le variabili ai morsetti sono in realtà differenze
Sistemi e Modelli -- 5Controlli Automatici
Derivazione di modelli matematici di sistemi fisici
• Scomposizione sistema complessivo in sottosistemi elementari il cui modello matematico sia facilmente derivabile (sotto opportune ipotesi)
• Composizione dei modelli matematici elementari mediante principi base della fisica (conservazione dell’energia) per derivare il modello complessivo:• Sistemi elettrici: leggi di Kirchoff per le tensionie e per
le correnti• Sistemi meccanici: Legge di Newton• Sistemi idraulici: Equazioni di Bernoulli
Sistemi e Modelli -- 6Controlli Automatici
Modelli di sistemi dinamici• Si prenderanno in esame alcuni esempi di modelli matematici dinamici per:
• illustrare i procedimenti generali che usualmente si impiegano nella loro deduzione;• chiarire le analogie esistenti fra modelli di sistemi fisici di diversa natura.
• In particolare, verranno descritti sistemi:• elettrici• meccanici• elettro-meccanici• idraulici• termici
• Si dedurranno i modelli in forma di equazioni differenziali ordinarie del tipo:
• Il problema della soluzione di tali equazioni differenziali, cioè ricavare l'andamento di y(t) in funzione di u(t), verrà preso in esame successivamente:
Trasformate di Laplace
Sistemi e Modelli -- 7Controlli Automatici
• Opeatore “D”: Per semplificare la scrittura delle equazioni differenziali si userà il simbolo (o operatore) D per indicare l'operazione di derivazione rispetto al tempo:
Ad esempio, se x1(t), x2(t) sono funzioni derivabili, e a1, a2 costanti, allora
• Si può dare un significato anche al simbolo 1/D (o D-1) ponendo
in cui K è un'opportuna costante.
Modelli di sistemi dinamici – Operatore “D”
L'operatore D si può trattare come se
fosse una costante: gode infatti della
proprietà distributiva rispetto alla
somma e della proprietà commutativa
con le costanti (non con le funzioni
del tempo).
Sistemi e Modelli -- 8Controlli Automatici
Modelli di sistemi dinamici – Operatore “D”• Questa relazione costituisce una notazione convenzionale, in quanto in realtà
l'operatore D non è invertibile, rappresentando una corrispondenza che non è uno a uno, ma molti a uno: tutte le funzioni che differiscono per una costante presentano la stessa derivata:
• Per tale ragione 1/D non si può applicare ai due membri di una relazione esprimente l'uguaglianza di due funzioni:
se è y(t) = x(t),
• D y(t) = D x(t)
• non è detto che sia D-1 y(t) = D-1 x(t)
(solo per cond. iniziali nulle).
Sistemi e Modelli -- 9Controlli Automatici
Circuiti elettrici
Q0 è la carica iniziale del condensatoreN1 e N2 sono i numeri di spire del circuito primario e secondario
Sistemi e Modelli -- 10Controlli Automatici
Circuiti elettrici• Altri componenti di circuiti elettrici:
• Amplificatore operazionale• Transistor
• Trattando con segnali logici, si possono considerare anche operatori logici quali:• AND• OR• NOT• NOR• …
che costituiscono gli elementi di base delle Reti Logiche .
Sistemi e Modelli -- 11Controlli Automatici
Circuiti elettriciLe unità di misura delle grandezze elettriche nel sistema SI sono:• Variabili:
• [v] = V, Volt;• [i] = A, Ampere;• [Q] = C, Coulomb;
• Parametri:• [R] = Ω, Ohm;• [L] = H, Henry;• [C] = F, Farad;
• In genere, i modelli matematici di circuiti elettrici (composizione di sistemi elementari) si ricavano applicando le
leggi di Kirchhoff
che esprimono il bilancio delle cadute di potenziale lungo le maglie o delle correnti ai nodi:
Sistemi e Modelli -- 12Controlli Automatici
Circuiti elettrici
• Le leggi di Kirchhoff esprimono il bilancio delle cadute di potenziale lungo le maglie o delle correnti ai nodi: • La somma algebrica delle tensioni in una maglia è nulla;
• La somma algebrica delle correnti in un nodo è nulla.
v1
v2
v3v4
v1= v2 + v3 + v4
i1
i2
i4
i3
i1 + i2 + i3 +i4 = 0
Sistemi e Modelli -- 13Controlli Automatici
Circuiti elettrici - Esempio
Volendo ricavare, anziché la corrente i, la tensione d'uscita vu, si può operare la sostituzione i(t) = C D vu(t), mediante la quale si ottiene (vC(t) = vu(t)) l'equazione differenziale
che mette in evidenza la relazione tra causa vi ed effetto vu.
Sistemi e Modelli -- 14Controlli Automatici
Circuiti elettrici - Esempio
equazione differenziale dt
tdvCtv
Rti
)()(
1)( +=
dttdv
Ci
tvR
i
C
R
)(
)(1
=
=Kirchoff al
nodo Ai = iR + iC
A
i(t)v(t)
iCiR
ingresso uscita
condizioni iniziali nulle
iR
v CDv= +1equazione algebricanell'operatore D
Sistema del 1° ordine
1 accumulatoredi energia
Sistemi e Modelli -- 15Controlli Automatici
Circuiti elettrici - Esempio
equazione differenziale
( ) ∫+=t
i idC
tRitv0
1)( τ
∫=
=t
c
R
idC
v
Riv
0
1 τKirchoff
alla magliavi = vR + vC
condizioni iniziali nulle
v RiC
D i
Dv RDiC
i
i
i
= +
= +
−1
1
1equazione algebricanell'operatore D
Sistema del 1° ordine
vi(t) vc(t)vR
i(t)
Se interessa v c come uscita
cCDvi = ( ) ci vRCDv 1+=ricordando che
Sistemi e Modelli -- 16Controlli Automatici
Circuiti elettrici - Esempio
equazione integro-differenziale dt
tdvCtv
Rdttv
Lti
)()(
1)(
1)( ++∫=
dttdv
Ci
tvR
i
dttvL
i
C
R
L
)(
)(1
)(1
=
=
∫=
equazione differenzialedel 2° ordine 2
211
dt
vdC
dt
dv
Rv
Ldt
di ++=
Kirchoff al nodo A
i = iL+ iR + iC
A
i(t)v(t)
iL iCiR
ingresso uscita
condizioni iniziali nulle
derivando ambo i membri
equazione algebricanell'operatore D
Sistema del 2° ordine
2 accumulatoridi energia
Sistemi e Modelli -- 17Controlli Automatici
Circuiti elettrici - Esempio
Se come uscita interessa la corrente nell'induttanza, ricordando che
v LDi=
dttdv
Ci
tvR
i
dttvL
i
C
R
L
)(
)(1
)(1
=
=
∫=
Kirchoff al nodo A
i = iL+ iR + iC
A
i(t)v(t)
iL iCiR
ingresso uscita
condizioni iniziali nulle
Consente di ricavare l'uscitav(t) a partire dall'ingresso i(t)
Sistemi e Modelli -- 18Controlli Automatici
Circuiti elettrici - Esempio
dttdv
Ci
tvR
i
dttvL
i
C
R
L
)(
)(1
)(1
=
=
∫=
Kirchoff al nodo A
i = iL+ iR + iC
A
i(t)v(t)
iL iCiR
ingresso uscita
condizioni iniziali nulle
Consente di ricavare l'uscitav(t) a partire dall'ingresso i(t)
v RiR=Se come uscita interessa la corrente nella resistenza, ricordando che
Sistemi e Modelli -- 19Controlli Automatici
Consente di ricavare l'uscitav(t) a partire dall'ingresso i(t)
Circuiti elettrici - Esempio
A
i(t)v(t)
iL iCiR
ingresso uscita dttdv
Ci
tvR
i
dttvL
i
C
R
L
)(
)(1
)(1
=
=
∫=
Kirchoff al nodo A
i = iL+ iR + iC
condizioni iniziali nulle
vC
D iC= −1 1Se come uscita interessa la corrente nei diversi componenti, ricordando che:
Sistemi e Modelli -- 20Controlli Automatici
Sistemi meccanici• In generale si cerca di adottare modelli a costanti concentrate, perchè di più facile
impiego, anche se spesso alquanto approssimativi e meno aderenti alla realtà di quanto non lo siano nel caso dei circuiti elettrici: ad esempio, in un modello a costanti concentrate la massa di una molla, (distribuita) è supposta trascurabile o concentrata agli estremi della molla.
• Si cerca di adottare modelli lineari, anche se ciò implica la limitazione dello studio a variazioni relativamente piccole delle grandezze in gioco.
Sistemi e Modelli -- 21Controlli Automatici
Sistemi meccanici• I sistemi meccanici in moto traslatorio si possono considerare costituiti dai componenti
elementari:
• la massa,in cui si concentrano le forze di inerzia,
• la molla, in cui si concentrano le forze di richiamo elastico,
(se per x1 = 0 e x2 = 0 la molla non è caricata)
• l'ammortizzatore, in cui si concentrano le forze di attrito viscoso.
• Si suppone che gli estremi di tali componenti meccanici siano sottoposti a moto traslatorio orizzontale.
mf2
xf1
f fx1 x2
K
f fx1 x2B
Sistemi e Modelli -- 22Controlli Automatici
Sistemi meccanici• Analogamente per sistemi in moto rotatorio:
• Forze coppie• Masse inerzie
c(t), θ1(t) c(t), θ2(t)K
c(t), ω(t) J
Bc(t), ω1(t) c(t), ω2(t)
Sistemi e Modelli -- 23Controlli Automatici
Sistemi meccanici• Riduttore
In un riduttore ideale (senza perdite per attrito e con accoppiamento perfetto tra gli ingranaggi), la velocità viene ridotta del fattore kr
Poiché in questo meccanismo la potenza entrante deve essere uguale a quella uscente
la coppia risulta amplificata .
c1(t), ω1(t)
c2(t), ω2(t)
Sistemi e Modelli -- 24Controlli Automatici
Sistemi meccanici
• Altri elementi:
Cinghia/puleggia Vite a ricircolazione di sfere
CammaBiella/manovella
Sistemi e Modelli -- 25Controlli Automatici
Sistemi meccaniciLe unità di misura delle grandezze
meccaniche nel sistema SI sono:
• Variabili:• [f] = N, Newton;• [x] = m, metri;• = m/sec, velocità;• = m/sec2, accelerazione.
• Parametri:• [M] = kg, chilogrammi;• [K] = N/m, coefficiente di rigidezza;• [B] = N sec/m, coefficiente di attrito
viscoso.
Oppure (caso rotatorio)
Variabili:[c] = N m;[θ] = rad;
= rad/sec;= rad/sec^2.
Parametri:[J] = kg\,m^2;[K] = N\,m/rad, coefficiente di rigidezza torsionale;[B] = N\,m\,sec/rad, coefficiente di attrito torsionale.
Sistemi e Modelli -- 26Controlli Automatici
Sistemi meccanici - Esempio
• Carrelli con attrito
• Applicando la legge di Newton a ciascuna massa si ottiene
u(t)m2
x2(t)
m1
x1(t)
Sistemi e Modelli -- 27Controlli Automatici
Sistemi meccanici - Esempio
• Carrelli con attrito
• La variabile osservata del sistema è la velocita di m2 e quindi
• Dalle due eq.ni differenziali, utilizzando l'operatore D, si ottiene:
u(t)m2
x2(t)
m1
x1(t)
Sistemi e Modelli -- 28Controlli Automatici
• Da
Si ricava
• Se si considerano per esempio per i parametri i valori numerici:
si ottiene l'equazione differenziale
la cui soluzione y(t) descrive l'andamento dell'uscita in funzione dell'ingresso u(t) e delle condizioni iniziali y(t0) =
Sistemi meccanici - Esempio
Sistemi e Modelli -- 29Controlli Automatici
Sistemi meccanici - Esempio
• Le coppie applicate in questo caso sono:• coppia esterna c(t)• coppia dovuta alla molla torsionale ck(t) = k θ(t)• coppia dovuta all'attrito torsionale cb(t) = B
• Applicando la legge di Newton si ha
Sistemi e Modelli -- 30Controlli Automatici
Sistemi meccanici – Effetti non lineari
• Nei sistemi meccanici esistono fenomeni nonlineari che, per la discontinuità delle caratteristiche, non sono suscettibili neppure di una linearizzazione locale: il più importante di questi è l'attrito.
• Per rimanere nel campo dei modelli lineari si dovrebbe considerare il solo attrito viscoso.
• In realtà è presente anche l'attrito secco o attrito al distacco, consistente in una forza che equilibra la forza applicata, impedendo l'inizio del moto, finché questa non supera una soglia F_d, oltre la quale inizia il movimento e la forza si annulla.
• Inoltre può essere presente l'attrito coulombiano, caratterizzato da una forza nulla quando il corpo è immobile, costante quando esso è in movimento e tale da opporsi al moto.
• L'attrito al distacco e l'attrito coulombiano sono fenomeni tipicamente nonlineari, per cui, finché l'approssimazione risulta accettabile, nei modelli matematici si considera il solo attrito viscoso.
Sistemi e Modelli -- 31Controlli Automatici
Sistemi meccanici – Effetti non lineari• Altri effetti non lineari eventualmente presenti in un sistema meccanico.
• SaturazioneLa saturazione è un fenomeno comune a tutti i processi fisici: l'uscita y del sistema è proporzionale all'ingresso x solo in un certo range di valori, mentre rimane praticamente costante al di fuori di esso.
Sistemi e Modelli -- 32Controlli Automatici
Sistemi meccanici – Effetti non lineari
• IsteresiIl sistema di attuazione (riduttore) introduce solitamente un qualche effetto di isteresi. Nel caso di riduttori, è dovuto al gioco d esistente tra gli ingranaggi.• x: spostamento in ingresso• y: spostamento in uscita
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4−1
−0.5
0
0.5
1Ingresso − Uscita (dash)
−1 0 1−1
−0.5
0
0.5
1Isteresi (d = 0.6)
Il movimento dell'ingranaggio “pilota” non si trasmette all'altro fino a quando i denti delle due ruote non sono in contatto. Se la velocità di x cambia segno, allora y rimane costante per un certo tratto.
Non linearità a “due valori”: per ogni x vi sono
2 possibili valori di y, a seconda della “storia”
dell'ingresso. Si possono avere instabilità o
oscillazioni permanenti (cicli limite)
Sistemi e Modelli -- 33Controlli Automatici
Sistemi meccanici – Effetti non lineari
• Zona mortaL'uscita non risente di variazioni dell'ingresso contenute in una data banda.
Con
trol
li A
utom
atic
i
03. Sistemi e Modelli - FINE
Prof. Cesare FantuzziIng. Cristian SecchiIng. Alessio Levratti
ARSControl - DISMI - Università di Modena e Reggio Emilia
E-mail: [email protected]://www.arscontrol.org/teaching