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ATTUALITÀ INCHIESTA OGNI ANNO MONTA LA POLEMICA SUI CASCHI PERICOLOSI : POSSONO ESSERLO ANCHE QUELLI OMOLOGATI ? ABBIAMO TESTATO 20 JET, SCOPRENDO CHE QUASI SEMPRE... Casco sul sicuro A norma di legge Per questo test, Motociclismo si è attenuto ai regolamenti in vigore relativi alle prove di omologazione (ECE 22-05) e alle prove comparative (UNI 70027). Dopo aver selezionato 20 modelli fra i più rappresentativi del mercato, si è dato inizio alla procedura, partita dall’acquisto dei caschi (2 di taglia L e uno di taglia XS per ciascun modello) presso rivenditori individuati a campione in Lombardia, Piemonte e Lazio (1). Successivamente, i caschi sono stati consegnati al laboratorio che ha provveduto alla tracciatura dei punti di prova con sistemi di puntamento laser (2) e al condizionamento a +50 °C o +20 °C (4). Quindi sono stati calzati su ‘false teste’ dotate di accelerometri interni per le prove di scalzamento e impatto (3) i cui risultati trovate, casco per casco, all’interno del servizio. I test sono avvenuti alla presenza dei rappresentanti delle Case produttrici (5) e del presidente ANCMA Corrado Capelli (7). Il dettaglio dei valori di misura (6) è stato reso noto a tutti. 01 02 03 07 05 06 04 di Christian Cavaciuti con la collaborazione di Paola Verani, Christopher Carlotti e Marco Mantovani Foto di Enrico Bona Illustrazioni di Patrizia Renoldi

01 - CABERG · 2018-10-01 · Per questo test, Motociclismo si è attenuto ai regolamenti in vigore relativi alle prove di omologazione (ECE 22-05) e alle prove comparative (UNI 70027)

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Page 1: 01 - CABERG · 2018-10-01 · Per questo test, Motociclismo si è attenuto ai regolamenti in vigore relativi alle prove di omologazione (ECE 22-05) e alle prove comparative (UNI 70027)

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ATTUALITÀ INCHIESTAOgni annO mOnta la pOlemica sui caschi pericOlOsi: pOssOnO esserlO anche quelli OmOlOgati? AbbiAmo testAto 20 jet, scOprendO che quasi sempre...

Casco sul sicuroA norma di legge Per questo test, Motociclismo si è attenuto ai regolamenti in vigore relativi alle prove di omologazione (ECE 22-05) e alle prove comparative (UNI 70027).Dopo aver selezionato 20 modelli fra i più rappresentativi del mercato, si è dato inizio alla procedura, partita dall’acquisto dei caschi (2 di taglia L e uno di taglia XS per ciascun modello) presso rivenditori individuati a campione in Lombardia, Piemonte e Lazio (1). Successivamente, i caschi sono stati consegnati al laboratorio che ha provveduto alla tracciatura dei punti di prova con sistemi di puntamento laser (2) e al condizionamento a +50 °C o +20 °C (4). Quindi sono stati calzati su ‘false teste’ dotate di accelerometri interni per le prove di scalzamento e impatto (3) i cui risultati trovate, casco per casco, all’interno del servizio. I test sono avvenuti alla presenza dei rappresentanti delle Case produttrici (5) e del presidente ANCMA Corrado Capelli (7). Il dettaglio dei valori di misura (6) è stato reso noto a tutti.

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di Christian Cavaciuti con la collaborazione di Paola Verani, Christopher Carlotti e Marco MantovaniFoto di Enrico BonaIllustrazioni di Patrizia Renoldi

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ATTUALITÀ INCHIESTA CASCHI

Ci si pensa poco, a quanto sia delicato il nostro cervello. Per eseguire le sofisticate operazioni connesse alla coordinazione motoria, all’elabo-razione delle emozioni, al linguaggio, al pensie-ro e a tutte le funzioni derivate come guidare una motocicletta disponiamo, sostanzialmente, di un chilo e mezzo di gelatina a bagnomaria in una serie di membrane. Qualcosa di una

fragilità indescrivibile. Ci si pensa poco, perché non si capirebbe altrimenti come sia possibile che al casco si presti un’attenzione così scarsa, episodica, trattandolo qualche volta come un fastidio im-posto dal legislatore da liquidare con la cifra più bassa possibile.Forse anche per questo, pur trat-tandosi di un dispositivo di sicurez-za, soggetto a normative e verifi-che severissime in tutto il mondo, si ha la tentazione di trattarlo per lo più come un capo di abbiglia-mento: la tentazione di spostare il discorso dall’aspetto della sicu-rezza a quello estetico.Tanto che a qualcuno viene da pensare che la sicurezza sia sacrificata, e pe-riodicamente esplode il ‘caso’ dei caschi insicuri: e non si parla di quelli di importazione irregolare, ma degli stessi caschi omologati, quelli che hanno superato tutti i test.

ANCHE L’ACCELERAZIONE HA I SUOI LIMITIUn anno scoppia il caso dei ca-schi integrali, un anno il caso dei caschi jet: questo è l’anno dei ca-schi jet. Nella selva dei dati e delle dichiarazioni, controdichiarazioni e rettifiche, c’era solo un modo per fare ordine in questo calderone: ripetere i test di omologazione. Motociclismo ha così allestito un test comparativo con le modalità più oggettive possibili. Abbiamo comprato in negozi sparsi in mezza Italia 60 caschi jet fra i più diffusi (2 taglie L e una XS per ogni modello), li abbiamo poi portati in un laboratorio accreditato per l’omologazione dal Ministero dei Trasporti dove, alla presenza dei rappresentanti di tutte le aziende, abbiamo ripetetuto le prove più qualificanti seguendo il protocollo stabilito dalla più recente normativa ECE 22-05. Queste prove sono le famose prove di impatto: il crash-test dei caschi da moto. Nelle pagine che seguono trovate, casco per casco, i risultati delle due prove di impatto e quello della prova di scalzamento.

Nel primo caso il casco di misura L, montato su una falsa testa di 6,1 kg viene lasciato cadere su un’incudine a una velocità di 7,5 m/s (27 km/h). La prova viene effettuata una volta a caldo (il casco è tenuto per 4 ore a +50 °C) su un’incudine a spigolo, e una volta a freddo (il secondo casco taglia L viene tenuto per 4 ore a - 20 °C) su un’incudine piatta. La prova viene ripetuta in 4 punti diversi stabiliti con precisione dalla normativa, e per ciascuno viene rilevata una curva che rappresenta l’accelerazione subita dalla falsa testa al momento dell’impatto e immediatamen-te successivo. I valori che vengono registrati e regolamentati dalla normativa sono due: il picco di accelerazione e un indice speciale detto HIC (Head Injurity Criterion, ‘Criterio di danneggiamento della testa’). Mentre il motivo di misurare il picco di accelerazione – che non deve superare i 275 g, cioè 275 volte il peso a riposo della testa – è facilmente comprensibile, l’HIC richiede un minimo

di spiegazione.Dai dati medici a disposizione si sa che il danneggiamento al cer-vello dipende, ancor più che dal massimo valore di accelerazione subita, da quanto a lungo viene sottoposto a questo stress. Que-sto perché una forte accelerazio-ne prolungata nel tempo tende a schiacciare il cervello contro le pareti del cranio, danneggiando i delicati vasi sanguigni e tessuti che lo compongono. Di conse-guenza sono stati studiati diversi indicatori per misurare questo tipo di fenomeno: la norma ECE impiega appunto l’HIC, che è le-gato alla media nel tempo dell’ac-celerazione a cui la testa è sog-getta. La norma stabilisce per l’HIC un valore limite di 2400.

PROVE A CALDO E PROVE A FREDDOPerché questo numero? E per-ché la velocità adottata in prova è di 7,5 m/s? E perché la fal-sa testa pesa 6,1 kg? Questi valori sono stati messi a punto in anni di lavoro (non per nulla la normativa è 05, cioè giunta alla quinta revisione) come quel-li che hanno avuto il miglior ri-

scontro ‘sul campo’, ovvero quelli che hanno portato alla maggior diminuzione dei danni cerebrali registrati in persone che avevano avuto incidenti con il casco ben allacciato in testa.Il motivo di eseguire le prove a caldo e a freddo è invece legato al modo di lavorare del casco. Il compito del casco è sia quello di proteggere da oggetti contundenti durante la caduta e di faci-litare la scivolata – compiti svolti dalla calotta – che di assorbire energia durante l’impatto, compito svolto dall’imbottitura interna. Mentre per la calotta c’è una certa varietà di opzioni (dalle resine termoplastiche come ABS e policarbonato ai materiali a rinforzo

fibroso come fibra di vetro, di carbonio e kevlar), l’interno è inva-riabilmente costituito da polistirolo espanso (EPS), che può essere realizzato in pezzo unico o in più parti, con o senza nervature di rinforzo, eccetera.Per la calotta esiste tutta una serie di prove che non abbiamo ritenuto discriminanti (irraggiamento UV, aspersione con acqua, non resistenza allo strisciamento e via dicendo), la capacità del casco di limitare l’accelerazione a cui è sottoposto il cervello ci è sembrata l’aspetto cruciale: per que-sto ci siamo concentrati sulle prove di impatto, e sulla prestazione del casco in termini di assorbimento di energia (misurata da accelerazione di picco e HIC), alla quale contribuisce sostanzialmente il polistirolo. Per dis-sipare energia, infatti, un materiale deve sostanzialmente deformarsi: questo spiega la maggior parte di quello che abbiamo rilevato durante la prova. La maggior parte del contributo non viene infatti dalla calotta, sottile ed elastica, ma dal polistirolo che ha il grande pregio di assorbire molta energia, in modo controllato e facile da prevedere. Ecco perché caschi con pregiate calotte in fibra non sempre hanno assorbito meglio di caschi più economici, ma dotati di imbottitura più generosa. Ed ecco perché caschi con la calotta visibilmente incrinata, come è accaduto in qualche caso, possono spuntare un ottimo punteg-gio nella prova di impatto, purché il cedimento della calotta non pregiudichi la protezione.Come dicevamo, il casco è sottoposto alla continua tensione tra esigenze estetiche (che lo vogliono piccolo e affilato) ed esigenze tecniche di protettività (che lo vogliono grande e tondeggiante).

La bravura dei produttori sta nel trovare il miglior compromesso: nei nostri test Shoei ha primeggiato sia in temini di accelerazione di picco che di HIC: il valor medio su tutte le prove è risultato il più basso in assoluto. A seguire gli altri, con 3 modelli (Airoh, Duraleu, Givi) superiori al limite di normativa, ma all’interno della tolleranza del 10% che la stessa normativa concede ai caschi comprati in negozio (si veda più avanti) e 2 modelli (JFM e Vemar) fuori norma. Per questi cinque caschi, sempre seguendo la ECE

22-05, è stata realizzata una seconda prova ‘d’appello’, nella quale il Vemar VDJ è ampiamente rientrato nei limiti e il JFM 506 no, come trovate documentato nelle pagine che seguono. Se facciamo la media su tutti i caschi, il picco di accelerazione del-le prove è inferiore a 200 g e l’HIC attorno a 1.500: mediamente ben sotto ai limiti di legge, e vicino agli auspici di chi vorrebbe limiti più bassi, perché la sicurezza non è mai abbastanza. C’è anche chi vorrebbe provare il casco in punti non prestabiliti, per spingere i produttori a mettere a punto modelli pensati meno per più per soddisfare la normativa e più per proteggere in ogni condizione. Ben venga la discussione: qui ci limitiamo a notare come la ECE 22-05 sia riconosciuta in tutto il mondo, e come prima di cambiare la legge, come sempre, meglio sarebbe far rispettare fino in fondo quella che c’è.

Per realizzare il nostro test ci siamo rivolti a Newton S.r.l., un laboratorio di prova indipendente costituito nel 2000 a Mazzo di Rho (MI).Il laboratorio Newton è accreditato ISO17025 da SINAL per prove su ca-schi moto, su dispositivi di protezione della testa, degli occhi e del corpo e per prove di certificazione dei sedili ad alte prestazioni.Le attrezzature del laboratorio sono state ritenute dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione idonee per tutte le prove previste dal Rego-lamento 22 relativo a caschi e visiere per conducenti di motocicli, oltre che per parte di quelle relative all’omologazione dei veicoli a motore a due o tre ruote. Nel 2004, Newton è stato accreditato da FIA (Fédération Internationale de l’Automobile) per condurre le prove di certificazione dei caschi da Formula 1, dei caschi da bambino per competizioni kart, dei dispositivi di tipo HANS® e nel 2009 per le prove di certificazione dei sedili ad alte prestazioni per il campionato mondiale rally WRC.Dal 2009 il laboratorio è accreditato da SFI-USA (www.sfifoundation.com) per la certificazione dei caschi per competizioni automobilistiche e da SNELL-USA per le prove di certificazione dei caschi da bambino per competizione kart.Il laboratorio Newton è riconosciuto da Italcert, Istituto Masini, TÜV Rheinland International, TNO (www.tno.nl) e SNCH (Société Nazionale d’Homologation et de Certification) e con le stesse convenzionato.Nel 2009 Newton si è dotato di una galleria del vento di tipo subsonico concepita specificamente per prove su caschi.

NewtoN il laboratorio che certifica aNche i caschi della f1

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I caschi con pregiate calotte in fibra non sempre assorbono meglio gli urti dei più economici caschi in plastica: molto dipende dall’imbottitura

L’aria che tira Nella foto sopra, la galleria del vento: una gigantesca struttura ad anello con 4 ventilatori destinata a soffiare aria controllata nella zona del casco (circoletto rosso) per prove di ventilazione, rumorosità, protezione dalle polveri e via dicendo. Sotto, la squadra di Newton che ci ha assistito nel test: i tecnici Rinaldo Delfante, Maurizio Castiglioni, Emilio Citroni e l’ingegner Luca Cenedese che dirige il laboratorio.

Page 3: 01 - CABERG · 2018-10-01 · Per questo test, Motociclismo si è attenuto ai regolamenti in vigore relativi alle prove di omologazione (ECE 22-05) e alle prove comparative (UNI 70027)

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coMe leGGere i risUltati daGli alberi alle stelle

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PROVE A -20° PROVE A +50°

+ PUNTO BI caschi jet sono testati su 4 punti di prova (manca ovviamente l’impatto nella zona della mentoniera). La nostra sequenza corrisponde alla sequenza di prova. Il primo punto ad essere verificato è il B, situato nella parte alta del frontale con un alzo di 20° rispetto al piano passante per il baricentro della falsatesta. Il contrassegno è posto nel piano di simmetria del casco, l’impatto con l’incudine deve avvenire in un’area circolare con raggio di 10 mm attorno al punto.

Assorbimento di energia I nostri grafici compendiano i 16 valori di prova (2 misure su 4 punti ripetute a 2 temperature).Nella parte superiore del grafico trovate l’HIC (Head Injury Criterion), l’indice che tiene conto del fatto che il danno cerebrale dipende non solo dalla massima accelerazione subita, ma anche da quanto a lungo il cervello è sottoposto a valori di accelerazione significativi. La norma ECE prevede una soglia di 2400, ma tanto più è basso il valore tanto minore è la sollecitazione subita dal cervello. Valori bassi sul grafico (verde) indicano minori sollecitazioni. Il valore 100 corrisponde sempre alla soglia di legge.

+ PUNTO XIl secondo punto è il punto X, situato nella zona laterale sinistra o destra, poste a 12,7 mm al di sotto del piano verticale passante per il baricentro della falsatesta. Si tratta di una zona indebolita dai meccanismi della visiera e dalla forma aperta anteriormente di tutti i caschi jet. Impatto richiesto in un disco di raggio 10 mm attorno a X.

Picco d’accelerazioneNella parte inferiore del grafico (cresce verso il basso) leggete invece il valore di accelerazione di picco registrata durante la prova. è facile capire come si tratti sempre di una misura della sollecitazione sopportata dal cervello, tanto è vero che la normativa ECE la limita a 275 g (302,5 con la tolleranza del 10%). Anche in questo caso, valori più bassi sono preferibili; la letteratura medica auspica generalmente valori che non superino i 200 g.

+ PUNTO P Il terzo punto di prova è il punto P, nella zona superiore del casco (intercettato dall’asse verticale passante per il baricentro). In questo caso l’area di controllo è più ampia: l’urto può avvenire all’interno di un cerchio di raggio 50 mm. Si tratta di una zona spesso indebolita dai condotti di ventilazione e da eventuali meccanismi delle visiere interne.

+ PUNTO R Ultimo punto di prova è il punto posteriore R, individuato come B da un angolo di 20° al di sopra del piano orizzontale passante per il baricentro della falsatesta. In questo caso l’area di controllo è un cerchio centrato in R e di raggio 10 mm.

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PUNTO X

PUNTO P

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Si piega ma non si scalza In questo bollino c’è il valore dell’angolo

misurato alla prova di strappo dinamico (su casco taglia XS). è l’angolo di rotazione della calotta dopo uno ‘strappo’ determinato da una massa di 10 kg, fissata al bordo posteriore e

lasciata cadere da 50 cm di altezza. Non deve superare i 30°.

Attenti al rosso Avvicinandosi ai limiti di normativa le barre tendono al rosso. Abbiamo evidenziato con un circoletto rosso i valori oltre il limite, che hanno determinato la rimandatura e, in un caso, la bocciatura del casco.

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AGV BladeCostruttore: Gruppo DaineseLuogo di produzione: Ximen (Cina)Materiale: ABSPeso: 1200 gChiusura: micrometricaAcquistato a: Cinisello Balsamo (MI)Prezzo: 90,00 euro

Airoh Jet 55SCostruttore: AirohLuogo di produzione: San Bartolomeo (BG)Materiale: ABSPeso: 1450 gChiusura: micrometricaAcquistato a: MilanoPrezzo: 110,00 euro

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COMMENTOBuone performance assolute per il Blade, particolarmen-te efficace a caldo (colonne 5-8). Non molto contenuto il valore di scalzamento, co-munque lontano dal limite.

COMMENTOIl Jet 55S è l’unico ad aver evidenziato problemi a caldo, in particolare un picco di ac-celerazione di 278 g legato forse a uno spostamento del polistirolo (in 5 parti a densità differenziata), come fa supporre il fatto che alla ribattuta sia rimasto larga-mente nei limiti.

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Arai SZ-FCostruttore: AraiLuogo di produzione: Ohmiya Saitama (Giappone)Materiale: fibra di vetroPeso: 1260 gChiusura: doppio anelloAcquistato a: MilanoPrezzo: 440,00 euro

Capacità di assorbimento:

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150COMMENTONessun problema per Arai, casco che comunque è realizzato seguendo più la filosofia Snell (casco rigido) che la ECE (casco ad alto as-sorbimento): di conseguenza l’assorbimento è buono, ma non eccelso. 16°

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Come vedete dalla pagina precedente e in quelle successive, la scheda di ogni casco presenta 17 valori: 16 per le prove di impatto e uno per lo scal-zamento. Abbiamo distribuito i 16 valori di impatto in 8 colonne, una per ciascuna battuta (4 punti a freddo e 4 a caldo). Ogni colonna si compone dei due valori rilevati: verso l’alto si legge l’HIC e verso il basso il picco di ac-celerazione. In verde trovate i valori al di sotto del limite, che diventano gialli all’avvicinarsi della soglia (275 g o 2400 punti HIC), che abbiamo riportato a 100, e rossi oltre la soglia. In questo modo si formano gli ‘alberelli’ che riassumono la prestazione in termini di assorbimento di ciascun casco. Nel bollino a parte è riportato il valore dell’angolo di scalzamento.Va da sé che - come appare evidente dalla lettura delle 20 schede - i caschi si comportano tutti in modo diverso, e ogni alberello è una specie di impronta digitale di ciascuno (nei limiti della variabilità che discutiamo più avanti). è quindi possibile risalire a quanto buono sia il comportamento di ciascun casco nell’impatto frontale a caldo, piuttosto che laterale a freddo, semplicemente controllando quanto è lungo il ramo dell’alberello: ramo corto corrisponde a buon assorbimento, e viceversa.Fin qui i valori di laboratorio, numeri misurati sul campo. Il laboratorio applica la normativa, che non prevede graduatorie ma attribuisce un ‘SI’ o un ‘NO’ a seconda che tutti i valori rientrino o meno nei limiti. Per arrivare a un’informazione che fosse al contempo più sintetica (un solo numero anziché 17) e più completa (in grado di fornire un’indicazione sulla capacità

complessiva di assorbimento), abbiamo deciso di realizzare il canonico indice a stelle, basandoci sui valori delle sole prove di impatto; per lo scalza-mento, ci siamo accontentati del fatto che fosse nei limiti. A seconda della prestazione del casco, stabilita come media di tutti i valori in tutte le prove (per i caschi ribattuti, la media comprende sia i valori della prima che della seconda prova), sono state quindi attribuite da 0 a 5 stelle: 0 è l’insufficien-za, ottenuta da JFM che è risultato fuori dai limiti in entrambe le sessioni di test, e la cui media è consistentemente più bassa rispetto a tutti gli altri caschi. Il massimo è stato attribuito al casco migliore, Shoei, e solo a quello dal momento che anche in questo caso la sua media è quasi 10 punti per-centuali migliore rispetto al secondo classificato (Schuberth). Fra questi due valori abbiamo stabilito quattro classi di caschi con valori simili fra di loro, a cui sono state attribuite da 1 a 4 stelle, i valori che trovate all’interno di ciascuna scheda.

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ECCELLENTE

OTTIMO

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ATTUALITÀ INCHIESTA CASCHI

Duraleu Pool SpecialCostruttore: DuraleuLuogo di produzione: Torrevecchia Pia (PV)Materiale: ABSPeso: 900 gChiusura: sgancio rapidoAcquistato a: MilanoPrezzo: da 79,00 a 95,00 euro

Givi HPS 10.5 LuxeCostruttore: GiviLuogo di produzione: Flero (BS)Materiale: ABSPeso: 1330 gChiusura: micrometricaAcquistato a: Calolziocorte (LC) e Senago (MI)Prezzo: da 66,00 a 110,00 euro

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COMMENTOIl Pool Special ha capacità di assorbimento limitate: vicino alla soglia in due prove (HIC punto R a freddo e accelera-zione punto X a caldo), è ap-pena oltre in una terza (HIC punto P a freddo), rientrata di stretta misura in tolleranza alla ribattuta.

COMMENTOL’HPS 10.5 ha un buon assor-bimento a caldo, ma evidenzia qualche problema a freddo: l’HIC del punto P è risultato oltre la soglia limite, anche se all’interno della tolleranza del 10%. Alla ribattuta i valori sono risultati nei limiti.

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Caberg Downtown SCostruttore: CabergLuogo di produzione: Azzano San Paolo (BG)Materiale: ABSPeso: 1250 gChiusura: micrometricaAcquistato a: MilanoPrezzo: 143,00 euro

Dainese FiberjetCostruttore: Gruppo DaineseLuogo di produzione: Campodoro (PD)Materiale: fibre compositePeso: 1250 gChiusura: sgancio rapidoAcquistato a: Cinisello Balsamo (MI)Prezzo: 168,00 euro

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COMMENTOIl Downtown è un casco ‘cic-ciotto’ e come tutti i caschi con imbottitura spessa assor-be molto bene: la sua media è risultata la terza assoluta a dispetto della rottura della ca-lotta nella zona del movimento della visierina scura. Ottimo il valore di scalzamento.

COMMENTORImarchevole la prestazione a caldo del Fiberjet, sempre sotto la metà della soglia. Buoni il comportamento a freddo e l’angolo di scalza-mento.

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GREX J2Costruttore: Gruppo NolanLuogo di produzione: Brembate di Sopra (BG)Materiale: policarbonatoPeso: 1400 gChiusura: micrometricaAcquistato a: TorinoPrezzo: 110,00 euro

Capacità di assorbimento: 150

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150COMMENTOIl J2, come tutti i caschi del Gruppo Nolan, ha prestazioni mediamente buone; come sempre le prove a freddo ri-sultano le più impegnative in termini di assorbimento, ma si resta sempre in sicurezza.

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ATTUALITÀ INCHIESTA CASCHI

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Shark RSJCostruttore: SharkLuogo di produzione: Bangkok (Thailandia)Materiale: fibre compositePeso: 1450 gChiusura: doppio anelloAcquistato a: MilanoPrezzo: 232,00 euro

Shoei J-WingCostruttore: ShoeiLuogo di produzione: Iwata e Ibaraki (Giappone)Materiale: fibre compositePeso: 1300 gChiusura: doppio anelloAcquistato a: Milano e MonzaPrezzo: da 306,60 a 329,00 euro

Suomy NomadCostruttore: SuomyLuogo di produzione: Casale Monferrato (AL)Materiale: fibra di vetroPeso: 1250 gChiusura: doppio anelloAcquistato a: Cinisello Balsamo (MI)Prezzo: 195,00 euro

Capacità di assorbimento:

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COMMENTOShark ha introdotto il prin-cipio dei canali a cedimento programmato nel polistirolo: il sistema a quanto pare fun-ziona bene, garantendo valori sempre lontani dal limite. Ottimo il comportamento a scalzamento.

COMMENTODecisamente il migliore in tutte le medie, sia a caldo che a freddo, il J-Wing ha mostrato una capacità di assorbimento esemplare distanziando di parecchie lunghezze tutti gli altri. Com-plimenti.

COMMENTO Buono il comportamento del Nomad, specialmente a caldo dove è con i migliori, mentre a freddo fatica un po’ di più; comunque merita a pieno titolo le 4 stelle. Non particolarmente contenuto il valore di scalzamento.

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JFM Trend 506Costruttore: Zeus Iinternational Co.Luogo di produzione: Viet NamMateriale: ABSPeso: 1250 gChiusura: sgancio rapidoAcquistato a: Roma e MilanoPrezzo: da 60,00 a 67,00 euro

MDS SonicCostruttore: Gruppo DaineseLuogo di produzione: Jakarta (Indonesia)Materiale: ABSPeso: 1150 gChiusura: sgancio rapidoAcquistato a: Cinisello Balsamo (MI)Prezzo: 52,00 euro

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COMMENTOIl Trend 506 soffre le prove a freddo: in particolare, presenta valori largamente fuori norma per il punto R (posteriore): l’HIC è al di fuori anche della soglia di tolleranza; comporta-mento purtroppo confermato alla ribattuta. Buono invece il valore di scalzamento.

COMMENTODecisamente buona la capaci-tà di assorbimento del Sonic, soprattutto nelle prove a caldo ma con discreto assorbimento anche in quelle a freddo. Buono il valore dello scalzamento.

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Momo Fighter PlusCostruttore: New Max (fino al 31-12-2009)Luogo di produzione: Mirabello Monf. (AL)Materiale: ABSPeso: 950 gChiusura: micrometricaAcquistato a: Cinisello Balsamo (MI)Prezzo: 141,00 euro

NCA J400Costruttore: Gruppo NolanModello: J400Luogo di produzione: Brembate di Sopra (BG)Materiale: policarbonatoPeso: 1240 gChiusura: sgancio rapidoAcquistato a: Novate MilanesePrezzo: 64,90 euro

Capacità di assorbimento:

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COMMENTOIl Fighter Plus arriva a un soffio dal limite due volte sul punto P (HIC a freddo e acce-lerazione a caldo), senza però superarlo; i valori dell’HIC a caldo sono anzi piuttosto buoni. Nel complesso un risultato discreto; buono lo scalzamento.

COMMENTOCasco di fascia economica, il J400 ha però dimostrato di proteggere degnamente, rimanendo lontano dal limite in quasi tutte le prove. Buo-no anche il valore di scalza-mento.

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Nolan N43 AirCostruttore: Gruppo NolanLuogo di produzione: Brembate di Sopra (BG)Materiale: policarbonatoPeso: 1230 gChiusura: micrometricaAcquistato a: MilanoPrezzo: 210,00 euro

Capacità di assorbimento: 150

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150COMMENTOComplesso e ricco di acces-sori, l’N43 Air ha una buona capacità di assorbimento complessiva, più evidente nelle prove a caldo. Buono anche il comportamento a scalzamento.

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Premier Helmets Touring 3Costruttore: Premier HelmetsLuogo di produzione: Gallicano (LU)Materiale: fibre compositePeso: 1300 gChiusura: micrometricaAcquistato a: MilanoPrezzo: da 142,00 a 167,00 euro

Schuberth J1Costruttore: SchuberthLuogo di produzione: Magdeburgo (Germania)Materiale: fibra di vetroPeso: 1475 gChiusura: sgancio rapidoAcquistato a: MilanoPrezzo: 380,00 a 448,20 euro

Capacità di assorbimento:

Capacità di assorbimento:

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COMMENTOIl Touring 3, soprattutto nelle prove a freddo, si è avvicinato in più punti (B e P soprattutto)ai limiti di legge, ma ha è stato promosso al primo tentativo. Scalzamento nella norma.

COMMENTOIl J1, casco tradizionalmente grande e ben imbottito, è sul podio con un comportamento molto buono quasi ovunque, anche nelle battute a freddo. Solo nel punto R a freddo l’HIC è sopra l’’80% del limite, ma la media complessiva è fra le più basse.

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“Prima di parlare dei risultati, vorrei sottolineare l’importanza della prova in sé. Per la prima volta i principali costruttori presenti sul mercato italiano hanno potuto confrontarsi fra di loro in modo trasparente: tutti hanno visto le prove di tutti e non c’è stata nessuna contestazione. Motociclismo ha prelevato campioni dal mercato in modo documentato dalle fatture di acqui-sto e incaricato un laboratorio accreditato e noto a tutti, che si è attenuto con scrupolo alle procedure previste dal Regolamento e dalle normative applicabili per controlli di questo tipo. Il test è pienamente attendibile.”Dal punto di vista dei risultati?“Nessuna sorpresa: i valori misurati sono in linea con quelli rilevati durante le prove di omologazione dei singoli caschi. La classifica finale riflette abba-stanza fedelmente le diverse filosofie e scelte tecniche dei produttori, anche se capisco che in qualche caso possa sorprendere.”Qualche casco economico fa molto meglio di altri più sofisticati e blasonati.“Stiamo parlando della capacità di assorbimento, che riflette in buona parte l’efficacia e la dimensione dell’imbottitura in polistirolo. I caschi con imbot-titure spesse assorbono di più, non è certo un segreto. Quello che si paga sono spesso altre caratteristiche: un materiale più tecnico e leggero per la calotta, un bel design, una verniciatura raffinata, una buona ventilazione, la doppia visiera eccetera. Aspetti di cui l’incudine difficilmente tiene conto.”L’assorbimento medio comunque è buono.“Mi limito a osservare che una buona metà dei mo-delli ha ricevuto nelle vostre pagelle 4 o 5 stelle. Mi sembra un ottimo risultato; anche i caschi ribattuti sono quasi sempre rientrati largamente al di sotto dei valori limite, con la sola eccezione di JFM.”Casco pericoloso?“Casco non in linea con i valori di omologazione. Ma come tutti i caschi omologati, anche questo ha subito una lunga serie di controlli a campione per

poter immesso sul mercato. Il risultato potrebbe indicare qualche problema nel processo produttivo. Aggiungo che i caschi veramente pericolosi sono quelli non omologati che la Guardia di Finanza di tanto in tanto sequestra: quelli hanno valori doppi o tripli del limite…”E i rimandati?“In 3 casi su 5 si trattava di caschi comunque all’interno del 10% di tolleranza (due entro l’1%) concesso ai campioni provenienti dal mercato, che non si sa come siano stati conservati. Il polistirolo purtroppo è molto sensibile a diversi fattori: anche per questo si raccomanda di conservare il proprio casco con cura e di cambiarlo comunque ogni 5 anni.”Quindi l’allarme lanciato di recente da una associazione dei consumatori, che nei suoi test ha bocciato 8 caschi su 15, è esagerato?“Premetto che quando si parla di sicurezza la prudenza non è mai troppa. Andrebbe però usata in entrambi i sensi, perché lanciare allarmi ingiustifi-cati è altrettanto dannoso che tacere il pericolo. E in questo caso abbiamo elementi oggettivi per pensare che quelle prove non siano state eseguite a regola d’arte.”Li abbiamo invitati ad assistere ai nostri test.

“Ma non si sono presentati. Un brutto gesto, del resto la trasparenza non è il loro forte: non hanno prodotto alcun documento ufficiale, non hanno descritto le modalità di campionamento e anche a fronte delle numerose lacune segnalate nelle prove insistono nel tenere segreto il loro laboratorio.” Possiamo stare tranquilli?“La verità è che la normativa ECE22-05 è frutto di un lavoro ventennale, e che le aziende presenti sul nostro mercato sono quasi sempre aziende molto serie, che la applicano senza sconti. Il vero nemico, ripeto, sono i prodotti non omologati immessi illegalmente sul mercato. Quelli sì, sono pericolosi.”

Vemar VDJMMCostruttore: VemarLuogo di produzione: GrossetoMateriale: ABSPeso: 1200 gChiusura: sgancio rapidoAcquistato a: MilanoPrezzo: 80,10 euro

X-Lite X-402Costruttore: Gruppo NolanLuogo di produzione: Valbrembo (BG)Materiale: fibre compositePeso: 1400 gChiusura: doppio anelloAcquistato a: MilanoPrezzo: 279,00 euro

Capacità di assorbimento:

RIMANDATO

Capacità di assorbimento:

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COMMENTOIl VDJ ha evidenziato difficoltà nelle prove a freddo, partico-larmente nel punto P dove il valore HIC è fuori anche dal-la tolleranza del 10%. Nella ribattuta il comportamento è risultato decisamente mi-gliore. Ottimo il valore dello scalzamento.

COMMENTOCasco di fascia alta, non ot-tiene le 4 stelle a causa di un comportamento a freddo non particolarmente efficace, pur se sempre lontano dal limite. Non molto contenuto il valore di scalzamento.

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AbbiAmo chiesto A GiAnlucA solAni, il rAppresentAnte del Gruppo cAschi AncmA che hA Assistito Alle nostre prove, di commentAre i risultAti.

aNcMa: “i caschi Pericolosi soNo altri”

Page 7: 01 - CABERG · 2018-10-01 · Per questo test, Motociclismo si è attenuto ai regolamenti in vigore relativi alle prove di omologazione (ECE 22-05) e alle prove comparative (UNI 70027)

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Costruttore: JFMModello: Trend 506

Costruttore: GiviModello: HPS 10.5

Costruttore: VemarModello: VDJMM

Capacità di assorbimento:

Capacità di assorbimento:

Capacità di assorbimento:

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Il Trend 506 conferma la scarsa capaci-tà di assorbimento a freddo, culminata in un valore abbondantemente fuori soglia nel punto R. Con due bocciature in altrettante prove, non raggiunge la sufficienza.

Migliora decisamente la prestazione dell’HPS 10.5 alla ribattuta. I valori non sono particolarmente bassi, ma il limite è ora lontano. Risultato comples-sivamente discredo.

Aveva ecceduto il limite nel punto P a freddo, ma in ribattuta il VDJMM ha ottenuto un risultato più che decoroso in questo punto e confermato una di-screta efficacia negli altri.

ATTUALITÀ INCHIESTA CASCHI

Al termine della prima tornata di prove ci siamo ritrovati con 5 modelli che presentavano valori fuori dal limite. Bisogna ulteriormente distinguere fra i 3 (Airoh, Duraleu, GIVI) che rientravano comunque all’interno del 10% concesso dalla legge ai caschi prelevati dalla rete di distribuzione commer-ciale, per compensare l’eventualità che siano stati mal conservati; e i due (VEMAR, JFM) che erano invece al di fuori anche di questa soglia ‘ammorbi-dita’. In tutti i casi, comunque, il regolamento prevede una ‘prova d’appello’ prima della bocciatura. Ci si può chiedere perché, se la variabilità è così elevata, per la verifica bastino così poche misure.La prima considerazione da fare riguarda la variabilità della prova. Nono-stante il continuo perfezionamento delle apparecchiature, ormai sorvegliate da sensori di ogni tipo, le modalità della prova restano suscettibili di alcune variabili legate alle azioni dell’operatore - ad esempio il modo e il grado di serraggio del cinturino o il punto in cui avviene l’impatto sulla calotta - non a caso vincolate dalle norme per l’accreditamento del laboratorio. La seconda considerazione è legata al comportamento del casco, influenzato da possibili imperfezioni di montaggio, singoli polistiroli di caratteristiche non ottimali, cattiva conservazione in magazzino eccetera. A peggiorare le cose ci si mette il fatto che l’HIC è una misura costitutivamente ‘severa’, per cui una variazione di pochi ‘g’ di un picco di accelerazione produce facilmente decine o centinaia di punti di HIC in più o in meno. Di conseguenza non è possibile stabilire il comportamento di un casco con una unica prova.Proprio per questo motivo, il regolamento ECE e le ulteriori procedure messe in atto dal Ministero dei Trasporti si cautelano su basi statistiche. Il processo che permette a un casco di arrivare sul banco di un rivenditore è infatti lungo e complesso. Per prima cosa vengono richiesti e testati prototipi per ogni taglia: se tutte le prove vengono superate, è concesso un

numero di omologazione per quel modello. A questo punto il produttore deve dimostrare di saper realizzare un numero elevato di caschi conformi al prototipo che è stato presentato. Dal primo lotto di produzione (3.200 pezzi), il Ministero preleva 40/50 caschi della taglia più grande e 10 della taglia più piccola (le taglie estreme sono le più critiche) ed effettua di nuovo le prove di impatto e del sistema di tenuta. Viene richiesto non solo che il limite venga rispettato in tutte le prove, ma che la ‘dispersione’ dei risultati sia contenuta al di sotto di un certo valore: in parole povere, bisogna dimostrare di saper realizzare caschi che si com-portino ragionevolmente tutti nello stesso modo. Solo dopo aver accertato questa capacità viene rilasciata l’autorizzazione alla vendita. Un processo analogo, separato e parallelo, riguarda poi le visiere.A posto così? Niente affatto: per ogni lotto di produzione viene effettuata una campionatura e verifica. Il Ministero periodicamente campiona ulteriori caschi, che verifica autonomamente per validare o meno i controlli. Il lavoro ai laboratori, insomma, non manca. Questo per dire quanto lo Stato tenga alla nostra incolumità e quanto è stupido che, dopo avergli fatto prendere tutte queste cautele, ci sia ancora chi va in giro con il casco slacciato.Tornando a noi, il succo della questione è che quello che si trova in vendita è un prodotto già omologato e controllato. In commercio dovrebbero esserci solo caschi statisticamente sicuri: ecco perché è possibile fare delle verifi-che su un numero così limitato di esemplari: perché la verifica più onerosa è già stata fatta dal Ministero. Se si prova un casco e lo si trova (poco) fuori dai limiti, si pensa che sia solo un ‘caso sfortunato’, dato che la statistica è a favore. Si fa quindi un’altra verifica: se questa è positiva, era effettiva-mente un caso sfortunato; se invece dà risultato negativo, si comincia a preoccuparsi e occorre approfondire l’indagine.

5 riMaNdati, 1 bocciato

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Costruttore: AirohModello: J 55 S

Costruttore: DuraleuModello: Pool Special

Capacità di assorbimento:

Capacità di assorbimento:

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Nessun problema per il J 55 S, segno che il (lievissimo) superamento del limite era dovuto a un esemplare “sfo-trunato” e alla particolare struttura del polistirolo interno. La soglia di legge è ora lontana in tutti i punti di battuta.

Il Pool Special resta fuori soglia nel punto P a freddo, anzi peggiora ulte-riormente la propria prestazione rima-nendo per pochissimi punti all’interno della soglia di tolleranza del 110%.

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Ecco la graduatoria finale dei caschi raggruppati in classi di performance complessiva in termini di assorbimento sulla globalità delle prove di impatto (a caldo, a freddo e in tutti e 4 i punti di prova). è stato assegnato punteggio pieno a Shoei che è risultato il migliore sia rispetto all’accelerazione di picco (con un valor medio di 163,6 g contro una media complessiva di 193,1) che rispetto all’HIC (1201,0 contro una media complessi-va di 1553,7), mentre trovate tra asterischi i caschi rimandati e quindi ribattuti.Abbiamo già fatto notare come il comportamento globale dei caschi sia nel complesso

buono, soprattutto alla luce del fatto che la maggior parte dei cedimenti sia relativa alla prova a -20 °C, la

condizione meno frequente su strada; negli impatti a caldo, viceversa, non ci sono praticamente mai valori

che eccedono la normativa. Resta tuttavia troppo lontana dal limite la prestazione del casco JFM, che ha evidenziato

valori insufficienti sia nella prima che nella seconda prova.Come considerazione generale, fatta salva la elevata variabilità che

caratterizza questo tipo di prova (ne trovate un commento a fronte), in gene-rale un casco che spunti valori di accelerazione e HIC mediamente più bassi di un

altro protegge meglio la testa. I grafici dettagliati delle prove sono riportati nelle pagine precedenti: ci auguriamo che aiutino a riflettere tutti, sia i motociclisti che i produttori.

classificaMODELLO VOTOSHOEI J-WingAGV BladeARAI SZ-F CABERG DowntownDAINESE Fiber-JetMDS SonicNOLAN N43 AirSCHUBERTH JH-T1SHARK RSJSUOMI NomadGREX J2NCA J400X-LITE X-402*AIROH Jet 55S**GIVI XPS 10.5* MOMO Fighter PlusPREMIER Touring 3*VEMAR VDJ**DURALEU Pool Special**JFM Trend 506* ---

NEI LIMITI (<100%)

IN TOLLERANZA (110%)

NEI LIMITI (<100%)

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