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SCUOLA IN OSPEDALE DI PIANCAVALLO ( VB )

SEZ. ELEMENTARE

A.S. 2005/’06

PINOCCHIO E LA BUGIA“TECNICHE PER INVENTARE STORIE DIVERTENTI “

HANNO COLLABORATO GLI INSEGNANTI:

BARIGOZZI FRANCO MATELLA MARGHERITA QUINTILI MARIA CRISTINA

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FANTASIA, TECNICA E CREATIVITA' - L'ARTE DI INVENTARE STORIE

L'immaginazione, come sostiene Rodari, deve trovare il suo posto nell'educazione, perché la capacità del pensiero divergente di rompere la rigidità degli schemi conservati, diventa la caratteristica di un sistema democratico e l'espressione della libertà dell'individuo.Inoltre la fantasia e la creatività sono mezzi che promuovono uno stato di benessere.Le fiabe come sostengono gli psicologi, nascono dall'insoddisfazione, dalla frustrazione e dalla scontentezza.Cerchiamo di trarre il meglio dagli aspetti negativi della nostra vita, di risolvere il negativo attraverso la magia, di usare creativamente la nostra immaginazione per contrastare le forze che ci sono ostili.Abbiamo desideri e sogni e cerchiamo, lottiamo e mentiamo per rendere la nostra vita più sopportabile.La fiaba rappresenta la spinta utopistica della nostra vita che si esprime attraverso il desiderio.

OBIETTIVI SPECIFICI

a) Spiegare con ordine e precisione la situazione iniziale.b) Annotare le caratteristiche del protagonista.c) Annotare le caratteristiche importanti dell'antagonista e le azioni che egli svolge.d) Annotare le caratteristiche e le azioni dell'eroe.e) Spiegare in modo chiaro e preciso la situazione finale.

CONTENUTI

Creazione di una fiaba al computer con alcune funzioni di Propp. Analisi della fiaba realizzata e scoperta dello schema su cui poggia l'intera vicenda L'individuazione degli elementi fondamentali che caratterizzano la fiaba sarà tradotta in uno schema.Il modello individuato con i punti nodali della vicenda sarà esteso ed applicato alle fiabe classiche per individuarne le analogie.Realizzazione di un cartellone con uno schema di sintesi dove siano raccolti per ogni fiaba:a) Situazione inizialeb) Protagonistac) Antagonistad) Eroe

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e) Vittoria finaleRiunite le fiabe in un quadro sinottico, si opera un'analisi orizzontale e verticale complessiva.Creazione di storie al computer con lanci di parole, binomi immaginari, ipotesiLe tecniche rodariane esposte al punto 13 dovranno essere utilizzate per la produzione di storie fantastiche o scoperte come modalità costruttiva, quando si analizzano prodotti finiti di compagni . Incontro con l'autore: Gianni Rodari, la sua vita e le sue opere attraverso un sito internet ed i momenti riservati nel Laboratorio di lettura. Analisi particolareggiata di una sua opera: "Tante storie per giocare".

PINOCCHIO COME METAFORA DELLA BUGIA

PERCORSO DIDATTICO

Partendo dalle funzioni di Propp potenziare lo sviluppo della fantasia e della logica per creare testi narrativi coerenti con le funzioni assegnate.

1. Inventare fiabe usando le carte di Propp2. Individuare le funzioni sottese in fiabe date; per fare ciò è

necessario procedere alla lettura di fiabe per cogliere gli elementi portanti o strutture

3. Riservare un tempo dedicato alla lettura ( fiaba di Gianni Rodari desunta da “ Tante storie per giocare “ e alcuni capitoli sparsi dell’opera rodariana tratti da “ Gelsomino nel paese dei bugiardi )

4. Produrre fiabe originali sul tema della bugia5. Produrre elaborati grafico – pittorici collegati ai testi utilizzando

il Tux Paint6. L’aspetto morale della bugia ( opinioni personali e riflessioni

guidate )

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CON LE CARTE ( FUNZIONI DI PROPP ) CHE GLI ALUNNI HANNO PESCATO CASUALMENTE , SI SONO POTUTE REALIZZARE STORIE FANTASTICHE DI CUI FORNIAMO

ALCUNI ESEMPI

IL CAVALIERE NEROC’era una volta, in un paese lontano, un Cavaliere Nero che aveva rapito una bellissima principessa.Un giovane principe, che era destinato a sposarla, si mise subito a cercarla in ogni regno per renderle la libertà.Non era la prima volta che il Cavaliere Nero rapiva la principessa Jasmine perché anche lui era innamorato e voleva sposarla.Il principe Terence incontrò un mago sul suo cammino che gli donòuna spada magica che gli permise di sconfiggere per sempre il cattivo cavaliere.Finalmente i due giovani si sposarono e vissero felici e contenti.

Struttura della fiabaSituazione iniziale

AntagonistaProtagonistaPersecuzione

DonatoreAdempimento del compito

Nozze

I TRE PRINCIPI E LE TRE PRINCIPESSE

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C’erano una volta due principi e due principesse che vennero catturate da un drago cattivo.

I due principi vennero a saperlo e decisero di partire per andare a salvarle. Incontrarono una vecchietta, lungo la strada che li fermò per vendergli dei fiori.In verità, la donna era una maga buona che disse loro: “Anche se siete giovani e forti, non riuscirete mai a sconfiggere il drago senza poteri magici!” I due giovani amici chiesero se lei avesse potuto aiutarli per trovare la strada per raggiungere il castello abitato dal feroce drago.Lei ripose: “Posso fare anche di più per aiutarvi!” E, istantaneamente, si trasformò in una giovane e bellissima principessa.Puntò il dito verso un ramo di un albero che si trasformò in un cavallo alato. Anche agli altri due cavalli fece spuntare le ali.In pochi minuti arrivarono tutti insieme al castello dove ci fu una tremenda battaglia.La principessa maga con un colpo di spada incantata, trasformò, il drago in un bellissimo principe che disse: “Finalmente sono libero dall’incantesimo!”

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E così i tre principi sposarono le tre principesse.|

LA PRINCIPESSA E’ SALVAC’era una volta un giovane contadino che ricevette un incarico dal Re.Ma per non eseguirlo disse però una bugia facendo finta di essere malato,ecosì fu esiliato in una terra sperduta, dove la vita era molto difficoltosa,perché poteva mangiare solo frutti e bere acqua. Di lì passò un pellegrino cheraccontò di una principessa che era stata rapita dal magico Cavaliere Nero.Jack capì che si trattava della figlia del Re e tornò da questi chiedendodi poter andare a salvare sua figlia. Il Re accettò e lo mandò a salvarla nominandolo cavaliere e dandogli una spada e un cavallo. Arrivato ad un fiume improvvisamente apparve il Cavaliere Nero e con un fulmine scaraventò Jack nel fiume. Finì in una cascata, dove fu attratto da unaforza misteriosa. Quando rinvenne conobbe il suo soccorritore :il magoMerlone. Come seppe della sua missione decise di aiutarlo dandogli tuttii suoi poteri e donandogli un drago che obbediva ai suoi ordini. Con il drago volò fino al castello dove combatté uno scontro finale contro il Cavaliere Nero, lo sconfisse, salvò la principessa, si sposarono e vissero felici e contenti.

Dionisio

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Le funzioni di Propp utilizzate

Situazione inizialeProtagonista ( il buono )

OrdineInfrazione ( la bugia )

PunizioneAllontanamento

RitornoPartenza

DanneggiamentoSalvataggioDonatore

Dono magicoLotta

Vittoria finaleAdempimento

Nozze

LE FIGLIE DEL R EC’era una volta un re che aveva dodici figlie molto belle che tutte le notti chiudeva nelle loro stanze.Ogni mattina il re trovava le loro scarpette da ballo tutte consumate.Promise allora che avrebbe dato in sposa una delle sue figlie a chi avesse scoperto il mistero .Un giorno si presentò un soldato che aveva ricevuto in dono un mantello magico che rendeva invisibile. Così, per tre notti , quando le ragazze uscivano da un passaggio segreto, il soldato indossò il mantello, le seguì e scoprì che dodici principi le attendevano su dodici barche per portarle in un castello al centro del lago …

Continuo la storia7

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Il valoroso soldato scoprì che le dodici principesse e i dodici principi ballarono insieme tutta la notte.Il soldato prese con sé un prezioso scrigno portagioielli che era inciso con le iniziali della famiglia reale a cui appartenevano i principi.Come prova di quanto aveva fatto e visto nel castello, il giovane consegnò lo scrigno al re che ordinò immediatamente ai suoi soldati di restituirlo ai genitori dei dodici principi fratelli, che vivevano dall’altra parte del lago. Tutto presto si chiarì.La più piccola delle dodici figlie scelse il soldato come suo futuro sposo perché era stato molto coraggioso accettando l’invito del re a risolvere il “mistero delle scarpette da ballo consumate”.

OMEGNAIL PARCO DELLA FANTASIA

DEDICATO A GIANNI RODARI La creatività e la fantasia si esprimono ad Omegna nel parco letterario legato al nome del suo illustre concittadino Gianni Rodari. Un parco dove bambini, insegnanti e genitori possono cercare e trovare mille occasioni di divertimento, di gioco e di attività creative.

Il Parco della fantasia un insieme di opportunità create nell'area dell'antica ferriera dove l'intervento di artisti si concretizzato nel disegno, nella colorazione, nell'uso dell'illuminazione e nell'installazione di sculture esterne realizzate con materiali industriali di recupero.

Nel parco si possono vedere le grandi sagome dei personaggi tratti dalle opere di Rodari

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Voluto e gestito dal Comune di Omegna e dalla Comunità Montana Cusio-Mottarone composto da pi strutture: la ludoteca delle Tante storie per giocare, i laboratori Giochiamo con le parole, i giardini della Torta in cielo, la piazza degli Arcobaleni con l'anfiteatro. Il tutto in rete con la biblioteca e il Forum.

Il parco un luogo ideale per scuole , gruppi, famiglie, che offre spazi all'aperto e al chiuso promuovendo attività legate alla cultura, tradizione ed economia locale trasmesse in forma ludica e accattivante ai piccoli visitatori.

Dove sorge il parco è stata costruita una grande ludoteca e qui , bambini da tutta Italia vengono a giocare nei laboratori 

Si rivolge in particolare ai gruppi classe delle scuole primaria e secondaria di primo grado ( elementari e medie ) ad altri gruppi ( oratori, centri estivi ) a tutti i bambini fino a 13 anni, a famiglie, insegnanti, animatori, educatori e operatori del settore cui viene proposto un percorso a tema attraverso laboratori, attività ludiche e itinerari sul territorio che ripercorrono le varie tappe dei racconti rodariani.

BREVI INFORMAZIONI SULLA VITADI GIANNI RODARI CUI E’ DEDICATA LA

LUDOTECA 

Gianni Rodari nacque ad Omegna ( oggi provincia di Verbania ) , sul lago d'Orta, il 23 ottobre 1920. Il padre aveva un negozio di generi alimentari e gestiva un forno per il pane , essendo il suo mestiere quello del fornaio.

Casa e bottega erano vicini al lago che giungeva a pochi metri dal cortile in cui crescevo, scrisse pi tardi ricordando gli anni dell'infanzia, prima della morte del padre, a causa di una broncopolmonite presa perchè era uscito in strada durante un temporale a prendere un gattino che era rimasto imprigionato dalle pozzanghere. Era il 1929.La madre trasferì la famiglia a Gavirate ( Varese ) dove Gianni terminò le elementari e, dopo aver studiato per qualche anno in seminario , nel 1937 si diplomò maestro elementare a Varese ; nella provincia insegnò per alcuni anni ; poi divenne giornalista e scrittore.Nel 1970 vinse il Premio Andersen come scrittore per l'infanzia.

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Morì a Roma Il 14 aprile 1980 .

SULL'ESEMPIO DELLO SCRITTORE

Noi alunni abbiamo letto una sua opera intitolata Gelsomino nel paese dei bugiardi e ci è venuta l'idea di inventare delle storie sul tema della bugìa.

Sono nate così delle fiabe da noi illustrate in maniera simpatica che ci sono piaciute tantissimo. Ve le proponiamo ; dai titoli vedrete come protagonista anche Pinocchio . E' stato naturale pensare a lui non solo per la sua abilità nel raccontare le bugie, ma anche perchè in Valle Strona ( sopra Omegna ) ci sono artigiani noti in tutto il mondo che costruiscono dei pinocchi in legno di grandezza diversa.

LA RIVOLUZIONE NEL PAESE DEI BUGIARDI

Tutto andava bene nel Paese dei Bugiardi finchè arrivò Carmelino, un bambino di undici anni dai piedi sempre puzzolenti che cominciò a dire la verità.Un giorno Carmelino incontrò una pecora che gli disse: " Ioo soono uuna peecora chee raagliaa, aiutamii aa beelare, ih-oh, ih-oh, ih-oh!"

Carmelino le disse: "Ti aiuterò io!"Il bambino insegnò alla pecora di nome Ih-Oh a belare; poi partirono insieme verso il castello di Re Bugiardone, il re delle bugie, per insegnargli a dire la verità.Bugiardone li cacciò dal regno, perché non sopportava di essere comandato.

Carmelino e Ih-Oh erano disperati, ma trovarono un negozio in cui si vendevano armi contro le bugie; pensarono al Paese dei Bugiardi e tornarono indietro con le armi.Riuscirono a convincere il popolo e tutti insieme fecero guerra a Bugiardone.Il popolo e Carmelino avevano elaborato un piano che prevedeva questo: " CARMELINO DOVEVA FAR SVENIRE BUGIARDONE CON LA PUZZA DEI PIEDI, POI LA GENTE AVREBBE DOVUTO USARE LE ARMI CONTRO IL RE DELLE BUGIE".

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Questa guerra si svolse nella piazza principale: il piano architettato non funzionò, perché Re Bugiardone, essendo raffreddato, non sentì la puzza, ma la gente riuscì ugualmente a sconfiggere il re facendolo svergognare: gli tirarono via infatti la parrucca che aveva in testa.Questa rivoluzione durò due settimane che nel loro paese corrispondono a due anni.La gente del Paese dei Bugiardi era felice, perché riuscì a vivere tranquillamente senza bugie.Oggi quel paese esiste ancora ed è conosciuto con il nome di Omegna.

PINOCCHIO E GLI ARTIGIANI DELLA VALLE

STRONAPinocchio viveva a Pisa e aveva delle idee storte come la torre della sua città; i cittadini erano stanchi delle sue bugie e volevano cacciarlo. Passeggiando per le vie di questa cittadina toscana, giunse alla base militare dei paracadutisti, ma per entrare bisognava dire una bugia e disse:" A capo dell'Italia c'è il Re ". Così potè passare.

Quando entrò chiese ad un militare se gli prestava un paracadute, perché voleva andare in Valle Strona. Il militare accettò e Pinocchio atterrò in seguito sul tetto di una falegnameria. Una volta sceso, disse ai falegnami che se avevano bisogno, lui poteva aiutarli fornendo loro del legname.Infatti a Pinocchio, quando le diceva grosse, il naso si allungava enormemente e se lo faceva accorciare segandolo.Gli artigiani, grazie a quel legname poterono soddisfare i bisogni dei clienti; ma un brutto giorno scarseggiò, perché Pinocchio aveva perso la fantasia nel raccontare le bugie.Cercò quindi di rimediare per farsi venire qualche buona idea.Leggendo il giornale trovò delle informazioni molto interessanti in parte prese direttamente dal quotidiano, in parte da lui cambiate.

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Ad esempio andò in giro a raccontare che la mucca pazza ha dell'ottima carne da mangiare e non fa male a nessuno; oppure che le pallottole all'uranio impoverito non provocano le malattie o che i politici fanno sempre gli interessi della gente.Grandissima fu la quantità di legname che Pinocchio procurò con questo sistema e gli artigiani, riconoscenti, lo resero famoso, costruendo tanti pinocchi venduti in tutto il mondo.

PINOCCHIO IN VALLE STRONA

C'era una volta un falegname che volle costruire un burattino con un pezzo di legno regalatogli da un amico.Il falegname sapeva già che nome dargli: Pinocchio.L'uomo gli mise dentro le pile e Pinocchio camminò.

La mattina seguente Pinocchio andò in Valle Strona dove incontrò tanta gente e ne approfittò per viverci: si comportava come un essere umano anche se era un burattino.Però, frequentando i bambini bugiardi, imparò a dire le bugie.Pinocchio che era molto curioso, senza essere visto entrò nella casa di un signore che gli voleva bene e, visto che sapeva il suo nome, lo chiamò perché si sentiva solo.Un giorno, il burattino uscì in compagnia del suo nuovo amico, vide tanti burattini come lui e si mise a giocare con loro, ma si annoiò subito, perché non avevano il dono della parola.Un brutto giorno l'amico di Pinocchio morì.Per la prima volta nella sua vita sentì nel suo cuore un grande dolore e pianse.La sua disperazione era troppo forte, aveva bisogno di parlare con qualcuno.Gli uomini, a causa del suo aspetto lo deridevano, non capivano come dentro ad un pezzo di legno potesse battere un cuore, vedevano solo un ridicolo burattino.Pinocchio era sempre più triste e trascorreva le sue giornate nella solitudine. Ma un giorno ripensò al falegname che lo aveva realizzato; andò da lui e gli chiese di regalargli una compagna che, sebbene di legno, avesse un cuore

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come il suo.L'uomo si procurò del legno dolce e si mise all'opera.Gli strumenti nelle sue mani realizzarono una bella Pinocchia e quando il burattino la vide se ne innamorò.Pinocchio però aveva l'abitudine di raccontare le bugie anche alla sua fidanzata; un giorno gliene raccontò una più grossa delle altre: le disse che era diventato sindaco della Valle Strona.Ma Pinocchia seppe ben presto che il fidanzato le aveva mentito e per punirlo lo lasciò.Pinocchio ritornò ad essere triste e a trascurarsi. Sentì di nuovo che il suo cuore batteva forte e una debole vocina, la sua coscienza, che lo rimproverava: gli ricordava tutte le bugie dette nella sua vita, tutto il male che esse avevano fatto agli altri e l'amore perduto.Allora Pinocchio trovò il coraggio di cambiare la sua vita. Non soltanto smise di essere bugiardo, ma insegnò ai bambini che dovevano essere sinceri.Il simpatico burattino fu amato da grandi e piccini e gli artigiani della Valle Strona realizzarono in suo onore tanti pinocchi di legno esportati in tutto il mondo.

PINOCCHIO TESTA DI LEGNO

C'era una volta in Valle Strona un Pinocchio enorme che i valligiani costruirono come simbolo della loro valle.Un giorno ci fu un tremendo temporale e un lampo cadde sul burattino che prese vita.Il burattino cominciò a vivere come se fosse un bambino vero. Pinocchio dopo tanto tempo andò a scuola, ma non capiva niente perché aveva la testa di legno.Frequentò la scuola per diversi anni, tuttavia non imparò neppure l'alfabeto e così fu bocciato.

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Pinocchio aveva il cuore a destra e diceva sempre le bugie.Quando doveva svolgere un compito, tanto per non impegnarsi diceva alla maestra che non l'aveva capito.Al termine delle lezioni Pinocchio diceva ai suoi compagni che avevano vinto alla lotteria, ma non era vero.Un giorno il burattino cadde sul lato destro e il cuore gli andò a sinistra; allora, chissà per quale strano motivo, non disse più le bugie..Trovò così numerosi amici e fra essi un bambino di nome Andrea.Mentre guardavano la televisione insieme, saltò fuori dallo schermo una fata di nome Carlita che trasformò Pinocchio in un bambino vero.

Persa la testa di legno, dimostrò di esser molto intelligente e costruì un'astronave per andare insieme ad Andrea nello spazio e visitare un nuovo pianeta di nome Pinocchius.

RE GIACOMONE E PINOCCHIO

Un giorno Pinocchio decise di andarsene da casa sua, camminò a lungo e arrivò in un paese chiamato Forno. Si trovò davanti ad una grande reggia: siccome era molto stanco per il lungo viaggio, si addormentò.Quando Re Giacomone aprì la finestra per affacciarsi al sole, abbassò gli occhi e vide Pinocchio.Allora Re Giacomone disse alle guardie di portarglielo in camera. Lo mise sopra il suo comodino; essendo il burattino di legno, decise di ricoprirlo d'oro, perché era abituato ad avere le cose di lusso.Pinocchio capì che il Re lo voleva tingere d'oro, quindi durante la notte, visto che era contrario alla verniciatina, spalancò, convinto che fosse la porta, un armadio dove trovò centinaia di parrucche.Afferrò la più folta, si calò dal balcone e al mattino andò a dire per il paese che Re Giacomone aveva la capigliatura finta.Questi, venuto a conoscenza dell'accaduto, lanciò una sfida a Pinocchio che consisteva nel dire le bugie e chi le sparava più grosse vinceva.Pinocchio, oltre ad aver raccontato che il Re usava la parrucca, cercò di dire le bugie più grosse che sapeva per poter vincere la sfida; fra le bugie che Pinocchio raccontò ci fu quella di essere in grado di raccogliere i raggi del sole in un secchio colmo d'acqua.Re Giacomone non riuscì a raccontare di frottole più grosse di quelle del suo avversario; anzi, al popolo che faceva da giudice piacquero molto le bugie di Pinocchio.Addirittura risero per il fatto che Pinocchio aveva detto che il Re Giacomone

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portasse la parrucca.Pinocchio vinse così la gara e, proprio cosa strana, per aver detto una verità.

GELSOMINO A COLLOQUIO CON RODARI

Gelsomino si trovava su una barca cullata dalle acque di un laghetto vicino al Paese dei Bugiardi.Si addormentò e si lasciò trasportare dalle onde. Quando si svegliò si trovò in un paese sconosciuto: Omegna.Dallo spavento cadde in acqua e per poco non affogò, ma proprio mentre stava perannegare, arrivò Gianni Rodari che lo portò in salvo.Questi lo accompagnò a casa sua dove gli preparò una camomilla per riscaldarlo; consumata la piacevole bevanda, cominciarono a parlare.GELSOMINO- Caro Rodari, perché mi hai mandato in un paese fatto di bugiardi?-RODARI- Non lo so, la mia fantasia mi ha suggerito così!-.Per molte ore si parlarono, scoprendo la loro sensibilità, finchè non si addormentarono sul divano .Il mattino seguente tutti e due andarono nello studio dello scrittore dove ripresero un fitto ed approfondito colloquio.GELSOMINO- Gianni, tu nel libro fai ridere, ma nella realtà le bugie fanno ridere veramente?-RODARI- Eh, eh, caro Gelsomino, a volte le bugie possono far del male...-GELSOMINO- In che senso far del male?-RODARI- Nel senso che possono far soffrire una persona, come ad esempio una grossa presa in giro.-GELSOMINO- Che cosa ne pensi delle persone bugiarde?-RODARI- Secondo me, le persone bugiarde sono quelle crudeli, perché possono ferire.-GELSOMINO- Bisogna sempre dire la verità?-RODARI- Sì, anche se a volte può far male.-

Finito il colloquio Gelsomino tornò nel suo libro, invece Rodari andò nell'altro mondo, il mondo della verità e della giustizia, dove trionfa la libertà e la pace.

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RIFLESSIONI DI CARATTERE MORALE SVOLTE CON GLI ALUNNI SUL PROBLEMA DELLA BUGIA

COSA SIGNIFICA DIRE BUGIE?

Dire bugie vuol dire raccontare agli altri storie o avvenimenti non veri

E’ NECESSARIO RACCONTARE LE BUGIE? A VOLTE SERVE RACCONTARLE?

Bisognerebbe sempre dire la verità alle persone che ci vogliono veramente bene.In alcune situazioni bisogna dire delle bugie per non spaventare o preoccupare di più le persone. Ad esempio: quando una persona ha una malattia grave, oppure nel caso in cui qualcuno parli male di un’altra persona, è meglio evitare di dire la verità per non offenderla.

SECONDO TE RACCONTANO PIU’ BUGIE I BAMBINI O GLI ADULTI? E’ MEGLIO PERDONARE LE BUGIE DETTE DAI BAMBINI O QUELLE DETTE DAGLI ADULTI?

Sia gli adulti che i bambini raccontano bugie. Secondo me gli adulti proprio perché sono grandi e perché sanno di mentire sono meno giustificabili; i bambini , che sono ingenui, quando lo fanno non si rendono pienamente conto di quello che dicono e per questo vengono scoperti.

Conversazioni condotte con gli alunni Dionisio e Jacqueline

CONOSCI ALCUNI PERSONAGGI DELLA NARRATIVA CHE HANNO DETTO DELLE BUGIE?

SI’ :Pinocchio

Pierino delle barzelletteIl lupo di Cappuccetto Rosso

Gian BurrascaPippi Calzelunghe

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