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trasparenza.unica.it...Sardegna” (2008-2009); Progetto MATTM-AMP Capo Carbonara per il “Monitoraggio costante di habitat e specie vegetali sensibili e conservazione della biodiversità

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  • ALLEGATO A

    H UNIONE EUROPEA REPUBBUCA HAUANA REGIONE AUTONOMA SARDEGNA

    DELLA SARDEGNA RICERCHE

    LEGGE REGIONALE 7 AGOSTO 2007, N. 7: "PROMOZIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA E DELL'INNOVAZIONE T E C N O L O G I C A IN S A R D E G N A "

    INVITO A PRESENTARE PROGETTI DI RICERCA FONDAMENTALE O DI BASE

    ANNUALITÀ' 2013

    Codice: CRP-78809

    Linea di appartenenza: Docenti o ricercatori del ruolo universitario o assimilati, compresi i ricercatori a tempo determinato, gii assistenti ordinari del ruolo ad esaurimento direttamente coinvolti nelle attività di ricerca che ricoprano il ruolo di coordinatore scientifico; Enti pubblici di ricerca; Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Sardegna; Fondazioni di Ricerca. Come previsto dall'articolo 4 comma 3 del Bando.

    1. Titolo del progetto di ricerca: Analisi morfocoiorimetrica, ecofisiologica e omica di Vitis vinifera e V. sylvestris in Sardegna 2. Area tematica: Scienze della terra e dell'ambiente 3. Area scientifico-disciplinare MIUR prioritaria: Area 0501 - Scienze biologiche Settore scfentiflco-disctplìnare MIUR prioritario: BlO/03 BOTANICA AMBIENTALE E APPLICATA Area scientifico-disciplinare MIUR secondarla: Area 0701 - Scienze agrarie Settore scientifico-disciplinare MIUR secondario: AGR/03 ARBORICOLTURA GENERALE E COLTIVAZIONI ARBOREE Altra Area scientifico-disciplinare MIUR: Area 0401 - Scienze della terra Altro Settore scientifico-disciplinare MIUR: GEO/01 PALEONTOLOGIA E PALEOECOLOGIA 3a. Parole chiave (max 3 parole chiave): Vitis vinifera, Sardegna, analisi comparativa 4. Coordinatore scientifico:

    • Cognome: Bacchetta

    • Nome: Gianluigi

    • Data di Nascita: 16/10/1968

    • Codice fiscale/Social security number: BCCGLG68R16A794B

    • Struttura di riferimento: Università Cagliari

    • Dipartimento: Dipartimento di Scienze delia Vita e dell'Ambiente/Centro Conservazione Biodiversità

    • Prefisso e telefono; 0706753508

    • Cellulare: 3888444861

    • Indirizzo posta elettronica: [email protected]

    5. Curriculum scientifico del Coordinatore: Istruzione e formazione: Laurea in Scienze Naturali conseguita presso l'Università degli Studi di Cagliari {A.A. 1995-96). Corso di perfezionamento in "Urbanistica: ambiente e territorio" presso l'Università degli Studi di Cagliari (A.A. 1996-97). Dottorato di Ricerca in "Geomorfologia e Geobotanica" (XIII ciclo, 1997-2000) presso l'Università degli Studi di Ancona. Master in "Analisi della vegetazione; rilevamento ed elaborazione di dati sulla flora, la vegetazione ed il suolo" presso l'Università degli Studi di

    PROGETTi D! RICERCA FONDAMENTALE O Di BASE ANNUALITÀ' 2013 - CRP-78S09 - Pagina 1 di 18

  • PROGETTI DI RICERCA FONDAMENTALE O DI BASE ANNUALITA’ 2013 - CRP-78809 - Pagina 2 di 18

    Ancona (2000).Ricercatore universitario presso la Facoltà di Scienze MM. FF. NN. dell’Università degli Studi di Cagliari (settore scientifico-disciplinare BIO 03 – Botanica Ambientale ed Applicata) dal 1 marzo 2002. Professore associato presso la Facoltà di Scienzedella Formazione dell’Università degli Studi di Cagliari (settore scientifico-disciplinare BIO 03 – Botanica Ambientale edApplicata) dal 1 giugno 2006. Abilitazione nazionale di professore ordinario per il settore 05/A1 Botanica conseguita nelgennaio 2014.

    Attività professionale svolta all’estero e/o in abito internazionale: Visiting professor presso le seguenti sedi: Royal BotanicGarden of Kew – Londra (agosto 2003); Institut de Estudi Menorqui – Mahon (marzo 2004); Universitat de Valencia (maggio2004); Universitat de Illes Balears – Palma de Mallorca (maggio 2005); Jardín Botánico Atlantico de Gijon (febbraio 2006);Universidad de Castilla la Mancha – Toledo (giugno 2006); Universidad de La Havana – Cuba (ottobre 2006); Jardì Botanic deValencia (febbraio 2007); Universitè Mohamed V - Rabat (maggio 2007); Universidad de Oviedo (luglio 2008); Universidad deCordoba – Argentina (agosto 2008); Universitat de Valencia (novembre 2008); Universitat de Valencia (ottobre 2009);Universidad de Granada (novembre 2009); Harvard University (luglio-settembre 2013).

    Attività svolta in progetti scientifici nazionali ed internazionali: Progetti realizzati negli ultimi 5 anni: Progetto POR Sardegna2000-2006, misura 1.5 “Rete Ecologica Regionale” per il “Risanamento delle dune di Chia e sistemazione delle aree limitrofe,II stralcio”, intervento PIT 2001 CA4 “area vasta sud occidentale (2007-2009); Progetto RAS – Assessorato dei Lavori Pubblicifinalizzato allo “Studio generale per la definizione delle Linee Guida regionali per la realizzazione degli interventi di riassettoidrogeologico con tecniche di ingegneria naturalistica”, realizzato in collaborazione con le società Criteria e Iris (2007-2009);Progetto APQ RAS-Comune di Villagrande per la “Conservazione in situ ed ex situ, tutela, reintroduzione e valorizzazione diGentiana lutea L., specie della direttiva 92/43/CEE” (2008); Progetto MATTM-SBI per lo studio dei boschi vetusti d’Italia,realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Botanica ed Ecologia vegetale dell’Università di Sassari (2008); ProgettoRAS – Ente Foreste della Sardegna per la “Conservazione delle piante endemiche a maggior rischio d’estinzione dei territori diproprietà dell’Ente Foreste della Sardegna” (2008); Progetto PON relativo alla “Rivegetazione di siti contaminati” finanziatodall’Arpas nell’ambito del “Progetto pilota di lotta alla desertificazione – progetto Sardegna, OR 3”, in collaborazione conDIGITA e Progemisa (2008-2009); Progetto RAS - Assessorato Difesa Ambiente per la “Realizzazione del sistema dimonitoraggio dello stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario della Regione Autonoma dellaSardegna” (2008-2009); Progetto MATTM-AMP Capo Carbonara per il “Monitoraggio costante di habitat e specie vegetalisensibili e conservazione della biodiversità vegetale dei territori dell'AMP di Capo Carbonara” (2008-2009); Progetto RAS -Assessorato Difesa Ambiente per “Conservazione delle piante endemiche a maggior rischio d’estinzione della Sardegna”(2008-2010); Biologia evolutiva de plantes mediterrànies, Centre de Recerca Ecològica i Aplicacions Forestals (Creaf),Generalitat de Catalunya (2009 SGR 608); Progetto Comune Monastir per lo “Studio di habitat e specie vegetali nell’area delcostituendo Parco di Monte Zara” (2009-2011); Progetto PRIN 2007 “Conservazione ex situ e caratterizzazione tassonomica,ecofisiologica e genetica di specie minacciate della flora spontanea Italiana” in collaborazione con le Università di Palermo,Genova, Pisa e Roma La Sapienza (2008-2010); Progetto APQ Sardegna 01: Interventi di eradicazione vegetali alloctone neisiti di importanza comunitaria (2009-2010); Progetto APQ Sardegna 03: Tutela di specie vegetali endemiche esclusive dellaSardegna ad areale puntiforme e a grave rischio di estinzione (2009-2010); Progetto Life+ “Providune” finalizzato al ripristinoe la conservazione dei sistemi dunali; realizzato in collaborazione con le provincie di Cagliari, Caserta e Matera (2009-2013);Progetto per l’adeguamento del PUL del Comune di Pula, Assessorato Difesa Ambiente – RAS (2010-2012); Progetto per“Integrazione e ottimizzazione dei processi di fitorisanamento e biorisanamento di siti minerari dismessi”, L.R. 7 agosto 2007,n. 7: “Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna” (2010-2012); Progetto EFS-CFS-DSB perla conservazione della dendroflora d’interesse conservazionistico e forestale della Sardegna (2010-2014); Progetto“Filogeografía y Conservación de flora endémica de hábitats “Isla”: Especies Ibero-Norteafricanas de Moehringia Sect.Pseudomoehringia”, Ministerio de Ciencia y Tecnología (CGL2010-16357) (2011-2013); Progetto MAVA Foundation “Ensuringthe survival of endangered plants in the Mediterranean” in collaborazione con le Banche del Germoplasma di Kew (MSB),Cipro, Jania (Creta), Sicilia (Univ. Catania), Corsica (CBN Corte) e Baleari (JB Soller) (2011-2014); Progetto di “Studio della florae vegetazione del Monte Linas” Assessorato Difesa Ambiente – RAS e Comune di Gonnosfanadiga (2011-2012); Progetto per ilPiano di Gestione del SIC e della ZPS dello stagno di S’Ena Arrubia”, Provincia di Oristano (2012-2013); Progetto di“Conservazione ex situ della flora in pericolo d’estinzione nel SIC di Monte Arcosu”, Provincia di Cagliari (2012-2014); Progetto“Desarrollo de técnicas de restauración ecológica de hábitats gipsícolas” (PAI: RNM207 Programa de Incentivos a los Agentesdel Sistema Andaluz del Conocimiento) (2012-2014); Progetto WOODIV “Origin and congruence of taxonomic, phylogenetic,functional and paleoecological diversity patterns: European- Mediterranean woody plant biodiversity as a model” (CESABFrance) (2012-2016); Progetto ICNOSFITODERM (ATI tra PRIGEN e Università di Cagliari) “Approcci biotecnologici perl’identificazione e la purificazione di principi attivi da piante endemiche Sarde di interesse biomedicale”, POR FESR 2007/2013Asse VI Competitività Obiettivo Operativo 6.2.2 (2012-2014).

    Incarichi Istituzionali: dal marzo del 2003 ricopre la carica di direttore scientifico del CCB (Centro Conservazione Biodiversità)e della Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR) del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente.Attualmente per l’Università di Cagliari svolge la propria attività docente nei corsi di laurea di Scienze della Natura e Scienzedella Formazione primaria, è Coordinatore del Corso di Dottorato in Botanica Ambientale ed Applicata e Vicedirettore dellaScuola di Dottorato in Ingegneria e Scienze per l’Ambiente e il Territorio.Sempre per l’Università di Cagliari è coordinatore Erasmus/Leonardo nell’ambito degli accordi stipulati con l’Universitat JaumeI (Castellon, España), Universidad de Castilla la Mancha (Toledo, España) e Universitat Politècnica (Valencia, España).

  • PROGETTI DI RICERCA FONDAMENTALE O DI BASE ANNUALITA’ 2013 - CRP-78809 - Pagina 3 di 18

    Attività di referaggio per riveste nazionali ed internazionali: Acta Botanica Gallica, Annales Botanici Fennici, Annali di Botanica,Belgian Journal of Botany, Biodiversity and Conservation, Biologia, Biologia Tropical, Bocconea, Braun-Blanquetia, Flora, FloraMediterranea, Natura Croatica, Novon, Plant Biosystems, Phytotaxa, Restoration Ecology, South African Journal of Botany,Southwestern Naturalist, Taxon, Turkish Journal of Botany.

    6. Pubblicazioni scientifiche più significative del Coordinatore Scientifico:1 . Bacchetta G., Fenu G., Mattana E., Piotto B., Virevaire M. (Eds.) 2006. Manuale per la raccolta, studio, conservazione egestione ex situ del germoplasma. APAT - Manuali e Linee guida, 37: 1-244.

    2 . Bacchetta G., Bueno Sánchez A., Fenu G., Jiménez-Alfaro B., Mattana E., Piotto B., Virevaire M. (Eds.) 2008. Conservaciónex situ de plantas silvestres. Principado de Asturias. La Caixa. pp: 1-378 + Anexo I e II.

    3 . Bacchetta G., Grillo O., Mattana E., Venora G. 2008. Morpho-colorimetric characterization by image analysis to identifydiaspores of wild plant species. Flora, 203: 669-682.

    4 . Lovicu G., Farci M., Bacchetta G., Orrù M., Pérez M.A., Gomez J., Ocete R. 2009. Hábitats, estado sanitario y caracterizaciónenolólogica de la vid silvestre [Vitis vinifera L. subespecie sylvestris (Gmelin) Hegi] en Cerdeña (Insula vini).Enólogos/Investigación y Ciencia, 62: 30-35.

    5 . Mattana E., Daws M., Bacchetta G. 2009. Germination ecology of Rhamnus persicifolia, an endemic tree species of Sardinia(Italy). Seed Science Technology, 37: 758-764.

    6 . Bacchetta G., Grillo O., Lovicu G., Orrù M., Piazza G., Ravalli C., Venora G. 2010. Pips Image Analysis to support CultivarIdentification of Vitis vinifera L. CIGR Workshop on Image Analysis in Agriculture, 26-27. August 2010, Budapest: 30-35.

    7 . Grillo O., Mattana E., Venora G., Bacchetta G. 2010. Statistical seed classifiers of 10 plant families representative of theMediterranean vascular flora. Seed Science & Technology, 38: 455-476.

    8 . Lovicu G., Farci M., Sedda M., Labbra M., De Mattia F., Grassi F., Bacchetta G., Orrú M. 2010. Sardegna: individuati circa150 vitigni autoctoni. L’Informatore Agrario, 34: 40-41.

    9 . Mattana E., Daws M., Bacchetta G. 2010. Comparative germination ecology of Centranthus amazonum (Valerianaceae), anarrow endemic to Sardinia (Italy), and the widespread congener C. ruber. Plant Species Biology, 25: 165-172.

    10 . Mattana E., Daws M., Fenu G., Bacchetta G. 2010. Ecological and morphological seed traits of Polygala sardoa and P.sinisica: a comparative study on two endemic species of Sardinia. Flora, 205: 825-831.

    11 . Bacchetta G., Escobar Garcia P., Grillo O., Mascia F., Venora G. 2011. Seed image analysis provides evidence oftaxonomical differentiation within the Lavatera triloba aggregate (Malvaceae). Flora, 206: 468–472.

    12 . Bacchetta G., Fenu G., Grillo O., Mattana E., Venora G. 2011. Identification of Sardinian species of Astragalus sectionMelanocercis (Fabaceae) by seed image analysis. Annales Botanici Fennici 48(6): 449-454.

    13 . Lovicu G., Labbra M., De Mattia F., Farci M., Bacchetta G., Orrù M. 2011. Prime osservazioni sui vinaccioli rinvenuti negliscavi di Sa Osa. In: Mastino A., Spanu P.G., Usai A., Zucca R. Tharros Felix 4: 249-255.

    14 . Del Vecchio S., Mattana E., Acosta A.T.R., Bacchetta G. 2012. Seed germination responses to varying environmentalconditions and provenances in Crucianella maritima L., a threatened coastal species. Comptes Rendus Biologie, 335: 26–31.

    15 . Mattana E., Fenu G., Bacchetta G. 2012. Seed production and in situ germination of Lamyropsis microcephala(Asteraceae), a threatened Mediterranean mountain species. Arctic Antarctic and Alpine Research, 44: 343-349.

    16 . Mattana E., Pritchard H.W., Porceddu M., Stuppy W.H., Bacchetta G. 2012. Interchangeable effects of Gibberellic acid andtemperature on embryo growth, seed germination and epicotyl emergence in Ribes multiflorum subsp. sandalioticum(Grossulariaceae). Plant Biology, 14: 77–87.

    17 . Orru' M., Grillo O., Venora G., Bacchetta G. 2012. Computer vision as a method complementary to molecular analysis:Grapevine cultivar seeds case study. Comptes Rendus Biologies, 335: 602-615.

    18 . Orru' M., Mattana E., Pritchard W.H., Bacchetta G. 2012. Thermal thresholds as predictors of seed dormancy release andgermination timing: altitude-related risks from climate warming for the wild grapevine Vitis vinifera subsp. sylvestris. Annalsof Botany, 110: 1651–1660.

    19 . Grillo O., Mattana E., Fenu G., Venora G., Bacchetta G. 2013. Geographic isolation affects inter- and intra-specific seed

  • PROGETTI DI RICERCA FONDAMENTALE O DI BASE ANNUALITA’ 2013 - CRP-78809 - Pagina 4 di 18

    variability in the Astragalus tragacantha complex, as assessed by morpho-colorimetric analysis. Comptes Rendus Biologies,336: 102-108.

    20 . Orru' M., Grillo O., Lovicu G., Venora G., Bacchetta G. 2013. Morphological characterisation of Vitis vinifera L. seeds byimage analysis and comparison with archaeological remains. Vegetation History and Archaeobotany, 22: 231–242.

    7. Elenco delle Unità operative(Massimo 12 Unità- Unità I corrisponde alla sede del Coordinatore Scientifico del Progetto.Alla lettera A di ogni elenco inserire il responsabile delle Unità Operative)

    No.I Cognome Nome Codice Fiscale / SSN Email Qualifica

    Struttura diriferimento Dipartimento

    Disponibilitàtemporaleindicativaprevista

    A Bacchetta Gianluigi BCCGLG68R16A794B [email protected] A1 UniversitàCagliari

    Dipartimento diScienze della Vita e

    dell'Ambiente/CentroConservazione

    Biodiversità

    12

    B Venora Gianfranco VNRGFR58P24B428D [email protected] Direttore Enti diRicerca

    StazioneConsorziale

    Sperimentale diGranicoltura per la

    Sicilia

    4

    C Mattana Efisio MTTFSE77P17G113B [email protected] Ricercatore Enti diRicerca Millennium Seed

    Bank of Kew RoyalBotanic Gardens

    4

    D Orrù Martino RROMTN77B09B354M [email protected] Assegnista diRicerca Università

    Cagliari

    Dipartimento diScienze della Vita e

    dell'Ambiente/CentroConservazione

    Biodiversità

    4

    E Cogoni Donatella CNGDTL81D46B354X [email protected] Assegnista diRicerca Università

    Cagliari

    Dipartimento diScienze della Vita e

    dell'Ambiente/CentroConservazione

    Biodiversità

    4

    F Atzeri Paolo TZRPLA55L09B354B [email protected]

    Tecnico diLaboratorio

    BancaGermoplasma

    Sardegna

    UniversitàCagliari

    Dipartimento diScienze della Vita e

    dell'Ambiente/CentroConservazione

    Biodiversità

    4

    G Sarigu Roberto SRGRRT55P11B354C [email protected]

    Tecnico diLaboratorio

    BancaGermoplasma

    Sardegna

    UniversitàCagliari

    Dipartimento diScienze della Vita e

    dell'Ambiente/CentroConservazione

    Biodiversità

    4

    No.II Cognome Nome

    Codice Fiscale /SSN Email Qualifica

    Struttura diriferimento Dipartimento

    Disponibilitàtemporaleindicativaprevista

    A D’hallewin Guy DHLGYU58A06Z312N [email protected] Ricercatore IIIlivello CNR Istituto di

    Scienze delleProduzioniAlimentari

    12

    B Giuffrida MariaGabriella GFFMGB61L55H224S [email protected] Ricercatore III

    livello CNR Istituto di

    Scienze delleProduzioniAlimentari

    6

    C Giribaldi Marzia GRBMRZ80E45E290L [email protected] Ricercatore a

    tempodeterminato

    CNR Istituto di

    Scienze delleProduzioniAlimentari

    6

    D Consonni Roberto CNSRRT59A29F205N [email protected] Ricercatore IIIlivello CNR Istituto per loStudio delle

    Macromolecole3

    E Mattana Monica MTTMNC64S43L682K [email protected] Ricercatore IIIlivello CNR Istituto diBiologia e

    BiotecnologiaAgraria

    3

    Curriculum scientifico II :Istruzione e formazione: Laurea in Scienze Agrarie presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari (A.A. 1986-87). Nel1988 viene immesso nel ruolo di Collaboratore Tecnico Professionale (CTP) presso L’Istituto per lo Studio dei Problemi Bio-Agronomici delle Colture Arboree Mediterranee (IBAM) del CNR; nel 1991-92 svolge ricerche presso ARO, The Volcani Center,Bet Dagan (Israele); Nel 1993-95 svolge ricerche presso il Dip. di Horticoltura dell’Università della California, Davis (USA); nel

  • PROGETTI DI RICERCA FONDAMENTALE O DI BASE ANNUALITA’ 2013 - CRP-78809 - Pagina 5 di 18

    1993 frequenta: il corso post-graduate in “Postharvest Biology and Technology of Horticultural Perishables" (PLS 112),votazione ‘A’. (Report 9330112), il corso post-graduate in “Plant Senescence” e di Biotecnology (C201-01-02 ses.9330201)votazione ‘B’. (Report 93302011– 2) dell’Uni. California, Davis (USA); Vince una borsa di studio EC-COST 915 (2000) presso‘The ARO, The Volcani Center, Bet Dagan (Israele); Acquisisce competenze sull’impiego della NMR-Imaging frequentando ilcorso: International Summer School on MRI, Raman and Food. Porto Conte Ricerche, 2012 Tramariglio (Alghero), Italy.

    Attività professionale svolta all’estero e/o in abito internazionale: Membro della commissione a carattere internazionale divalutazione di progetto dal titolo: ‘Characterize the T. semipenetrans biotype(s) in citrus-producing regions of South Africa’.Inviato da parte di William Maschera del RCD NRF of South Africa: Grant Annula Progess Report Template, ID 5902286041084.(ISPA, Prot. 0001952 del 14/10/2010); Membro della commissione a carattere internazionale di valutazione di una tesidottorale (PhD). Titolo della tesi: ‘Development and application of a microplate method to evaluate the efficacy of essentialoils against Penicillium italicum Wehmer, P. digitatum Sacc. & Colletotrichum musea (Berk. & M.A. Curtis)’. Arx, 3 postharvestfungal pathogens on fruits. Inviato dal Prof M. H. Jijakli dell’Università di Scienze Agronomiche di Gembloux, Belgio. (Univ.SAG, Prot. 10/03614/07/2010). Membro della delegazione CNR-SMED/ CNR-DAA nell’ambito della cooperazione scientifica etecnologica tra Italia e Israele all’interno del programma quadro promosso dal Ministero degli Esteri, Tel-Aviv 2009. (MAE-DGMM, Prot. 4205-2008; ISPA, Prot. 0000536 del 12/05/2009); Collaboratore in qualità di esperto con l’impresa Juran, Metalworks LTD. Haifa (Israele). (ISPA, Prot. 0000611 del 28/05/2009); Collaboratore in qualità di esperto con l’impresa SARVONRadiation Ltd. Kiryat Sorey (Israele). (ISPA, Prot. 0000354 del 30/05/2008); Membro della commissione a carattereinternazionale di valutazione di un Progetto Bilaterale dal titolo: ‘Improving Health Value of Fresh-Cut Allium Vegetables’.Invito del Binational Agricultural Research and Development Fund USA-Israel, Proposal TIE-TDA/BARD (TB-8059-06), da Dr.Karen L. Reicheck e il Dr. Haim Katz. (ARO, Prot. TB -2001-08 del 22/04/2008); Membro del comitato internazionale dicoordinamento per i trattamenti postraccolta con luce ultra-violetta (Antalya 2005); Responsabile della collaborazionescientifica con scambio di ricercatori avviata tra il CNR-ISPA Sassari–Italia e l’Università Cattolica di Leuven (ULK),Heverlee–Belgio (responsabile Prof. Bart Nicolai). (UKL, Prot. 16-BN-2004, del 21/02/2004); Collaboratore in qualità di espertodei problemi del postraccolta dei prodotti freschi nel progetto FAO dal titolo ‘Improving sustainable farming, storage andmarketing of tropical fruits’ coordinato dal Prof. Simshon Ben-Yehoshua. (ARO, Ref. 571/03 del 07/07/2003); Membro dellacommissione a carattere internazionale di valutazione di un curriculum vitae e dei titoli scientifici per avanzamento di carriera.Inviato dal Prof. Dov Pasternak Head, The Institute for Agriculture & Applied Biology. Ben-Gurion University of The Negev;Ernst David Bergmann Campus Beer-Sheva. (Ben-Gurion Univ., Prot 25/98 del 02/03/98); Attiva scambi di tipo ‘short-termmobility’ nell’ambito di un progetto bilaterale con Israele per svolgere ricerca sull’utilizzo della luce UV-C nel postraccoltadegli agrumi con il Prof. Shimshon Ben-Yehoshua presso l’ARO, Bet Dagan. (CNR, Prot. 1048709; Pos. 354.625); Effettuaricerche ed aggiornamenti su: proteine con effetti inibitori della poligalatturonasi, presso The Dept. of Horticulural Sciencesdell’Uni. California, Davis - USA. (FINS, ID. D 324525 del 19/03/1992); Collabora in qualità di esperto con il gruppo di ricercainternazionale sulle allergie da polline diretto dal Prof. Yoav Waisel (Tel Aviv University, Israel), in collaborazione con il Dr.Carmi Geller-Bernstein (Zamenhoff Clinic, Tel Aviv, Israel) e Prof. Munir Ozturk (Center for Environmental Studies, EGEUniversity, Bornova, Izmir, Turkey. (Tel Aviv UNI TAU-Botany, Prot. 08/92); Responsabile di un accordo di cooperazionescientifica e di scambio di ricercatori tra il CNR (Italia) e il NCRD (Israele) nell’ambito dei scambi bilaterali. (CNR, Prot. 034650,Pos. 132.162 del 02/04/1993); Collabora in qualità di esperto con l’impresa Frutarom LTD, Haifa, (Israele) per valutare l’attivitàdi biocidi di alcuni prodotti naturali commercializzati dall’impresa. (Frutarom, Ref. 758 del 07/04/1993); Effettua ricerche edaggiornamenti su: effetti di alcuni stress abiotici sull’interazioni tra ospite – patogeno, presso The Institute for Technology andStorage of Horticultural Products, ARO, Bet Dagan – Israele. (IMFPP, Prot. 746/91/a, Pos B del 19/09/90); Attiva unacollaborazione con scambio di ricercatori con il Laboratoire de Physiologie Vegetale Applique dell’Università di Montpellierdiretto da J. J. Macheix. Per effettuare studi sulla componente fenolici durante la maturazione e frigoconservazione.(04/10/1990).

    Attività svolta in progetti scientifici nazionali ed internazionali: Progetti: applicazione legge 191/2009 parte “Metodologieinnovative per il Made in Italy Agroalimentare”. Titolo: Caratterizzazione di Composti con Proprietà Nutraceutiche in Cultivar diSusino (Prunus domestica) del Germoplasma Autoctono della Sardegna (OR 1.2.4); Regione Autonoma della Sardegna (RAS)legge Regionale 7 agosto 2007, n. 7: titolo: “La biodiversità degli alimenti autoctoni della Sardegna nella longevità: ricercaproteomica, metabolomica e di biologia molecolare sui campioni biologici dei centenari sardi e sui campioni della dieta”(acronimo B. Al. AKeA). (Uni SS Dip. Scienze BioMediche - 23/09/2011; MIUR-CNR, AG P04.007: Sviluppo delle Esportazioni diProdotti Agroalimentari del Mezzogiorno; Linea 1: Tecnologie per il miglioramento della trasportabilità del fresco. (DM, Prot.005 del 16/04/2008); R&D dal titolo ‘Novel Sustainable Technology for Fresh-cut Melon Processing’. Partecipa il CNR-ISPA(Sassari), l’impresa Turatti Srl. (Italia), la JURAN metal work technologies Ltd., (Israele) e l’ARO (ISPA, Prot. 0000611 del29/05/2009); R&D dal titolo ‘Fresh-cut ready-to-eat microbial sanitation by electron-bean irradiation: produce keeping qualityand irradiation aspects’. Partecipa il CNR-ISPA (Sassari), l’impresa BIOSTER S.P.A. (italia), la SARVON Radiation Ltd. (Israele), el’ARO (Prot. 0000354 del 30/05/2008); (PRIN) Bando 2008 (Prot. 407/Ric del 04/12/2008) dal titolo: ‘Caratterizzazione dicomposti con proprietà nutraceutiche in cultivar di fico (Ficus carica L.) del germoplasma autoctono’. (ISPA, Prot. 000107 del06/02/2009); MURST: Microrganismi ed Agenti Infettivi di Interesse Agro-Alimentare. Sottoprogetto 4: 1.4 dal titolo:Identificazione di agenti infettivi di interesse agro-alimentare e studio di metaboliti secondari, costitutivi o indotti, nellaresistenza ad essi; RAS L.R. 9/8/1950 n. 43, dal titolo: Prevenzione delle Alterazioni Fisiopatologiche nei Prodotti FrutticoliMediterranei per Mezzo della Termoterapia e Sostanze Naturali e/o Biocompatibili. (RAS Prot. 2000/1354 del 15/05/2000); FAIR6-CT 98-4096 finanziato dalla Comunità Europea dal titolo: Controlling Mediterranean Fruit Fly and Improving Citrus FruitQuality by Postharvest Heat Treatments. (IMFPP Prot. 13 del 16/02/1999). EEC AVICENME dal titolo: Characterization of

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    Allergenic pollen proteins of various olive cultivars, establishment of their protein fingerprints and search for cultivars withnon-allergenic. (Tel Aviv Uni TAU-Botany, Prot. 08/92).

    Incarichi Istituzionali: Incarico di docenza nell’ambito del ‘Piano annuale di Formazione Professionale Annualità 2009’. Corso90626 – CRFP di Sassari: Tecnologie delle Analisi di Laboratorio di Prodotti Agroalimentari (170 ore). (CRFP, Prot. 711 del09/03/2010); (1996-2004) Membro del Comitato dell’Area della ricerca del CNR di Sassari come rappresentante dei ricercatori.(Area della Ricerca Prot.630/96/A3-3 del 28/12/1996); (1993-2000) Membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto IBAM e IMFPPdel CNR. (Verbali Consiglio Scientifico IBAM, IMFPP); (dal 1991-) Tutor di 2 Post Doc, 15 laureati e 2 tecnici (ISPA, ordini diservizio: 3-8, 15-18, 21, 24, 31-35; ISPA, lettera incarico).

    Attività di referaggio per riveste nazionali ed internazionali: Journal of Agricoltural and Food Chemistry, Postharvest Biologyand Tecnology, Biotechnology, Agronomy, Society and Environment; Journal of Food Science & Technology, AgricolturaMediterranea, African Journal of Plant Science, Italus Hortus, Addvances in Horticultural Sciences.

    Pubblicazioni del responsabile dell'unità operativa II :1 . Dore A., Molinu M.G., Venditti T., D’hallewin G. 2013. Use of high-intensive ultrasound to increase the efficiency of imazalilin postharvest storage of citrus fruits. Food Bioprocess Technology, 6: 3029-3037.

    2 . D’hallewin, G., Pani, G., Venditti, T., Molinu, M.G., Dore, A., Marceddu, S., Ladu, G. 2011. In vitro induction of biofilm in thebiocontrol yeast Candida oleophila (isolate 13L) inhibits P.digitatum conidia germination. Com. Agric. Appl. Biol. Sci., 76: 779-785.

    3 . Dore A., Molinu M.G., Venditti T., D’hallewin G. 2010. Sodium bicarbonate induces crystalline wax generation, activateshost-resistance, and increases imazalil level in rind wounds of oranges, improving the control of green mold during storage. J.Agric. Food Chem., 58: 7297-7304.

    4 . D’hallewin G., Molinu M. G., Dore A., Venditti T., Marceddu S., Chessa M., Culeddu N. 2010. NMR imaging, thermographyand SEM observations of citrus fruit following hot water dips: understanding pathogenesis and improving decay control. Com.Agric. Appl. Biol. Sci., 75: 583-585.

    5 . D’hallewin G., Molinu G.M., Dore A., Venditti T., Rodov V. 2009. Abiotic stresses sequentially applied enhance naturalresistance and reduce postharvest decay. Com. Agric. Appl. Biol. Sci., 74: 659-666.

    6 . Dore A., Molinu, M.G., Venditti T., D’hallewin G. 2009. Immersion of lemons into Imazalil mixtures heated at 50 °C altersthe cuticle and promotes permeation of Imazalil into rind wounds. J. Agri. Food Chem., 57: 623-631.

    7 . Venditti T., Dore A., Molinu M.G., Agabbio M., D’hallewin G. 2009. Combined effect of curing followed by acetic acid vapourtreatments improves postharvest control of Penicillium digitatum on Mandarins. Postharvest Biol. Technol., 54: 111-114.

    8 . Nguyen T.A., Dresselaers T., Verboven P., D’hallewin G., Culeddu N., Van Hecke P., Nicolai B.M. 2006. Finite elementmodelling and MRI validation of 3D transient water profiles in pears during postharvest storage. J. Sci. Food Agric., 86: 745-756.

    9 . Venditti T., Molinu M. G., Dore A., Agabbio M., D’hallewin G. 2005. Sodium carbonate treatment Induces Scoparoneaccumulation, structural changes and alkalinization in the albedo of wounded citrus fruits. J. Agric. Food Chem., 53, 3510-3518.

    10 . D’hallewin G., Schirra M., Powell A., Greve C., Labavitch J. 2004. Properties of a Polygalacturonase-inhibiting proteinisolated from ‘Oroblanco’ grapefruit. Physiologia Plantarum, 120: 395-404.

    8. Abstract del progetto di ricerca:La vite (Vitis vinifera subsp. vinifera) è considerata una delle più importanti piante da frutto, il cui interesse alimentare èdocumentato a partire da più di 10.000 anni. Le origini della domesticazione vengono fatte risalire al IV-III millennio a.C. inMedio Oriente. Recenti studi genetici ed archeobotanici suggeriscono che processi di domesticazione secondaria possanoessersi verificati anche nel Mediterraneo occidentale, grazie alla presenza diffusa della vite selvatica (Vitis vinifera subsp.

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    sylvestris). La Sardegna è stata indicata come luogo ideale in cui è probabile che siano avvenuti tali processi di selezione edomesticazione, favoriti, anche in questo caso, dalla considerevole presenza di popolazioni di vite selvatica.Le recenti analisi archeobotaniche segnalano un aumento dei ritrovamenti di semi di vite nei contesti archeologici dell’età delBronzo, anche se risulta poco chiara la domesticazione della vite selvatica e l’origine delle cultivar autoctone della Sardegna,stimate oggi in oltre 150.Il progetto ha come obiettivo quello di studiare la biologia delle popolazioni di vite attraverso un approccio di caratterecomparativo morfocolorimetrico, ecofisiologico e omico. Grazie al lavoro interdisciplinare e comparativo si cercherà dicomprendere le relazioni filogenetiche tra la vite selvatica, le attuali cultivar presenti in Sardegna e gli archeosemi rinvenutinegli scavi archeologici.Il progetto si articolerà in due distinte fasi, inerenti analisi in situ ed ex situ. Il lavoro in situ consisterà nel (1) censimento dellepopolazioni di vite selvatica, dei vitigni autoctoni e dei resti vegetali presenti nei siti archeologici, oltre alla (2)caratterizzazione delle popolazioni e alla raccolta del germoplasma di vite selvatica, delle cultivar autoctone e degliarcheosemi rinvenuti durante gli scavi archeologici.Il lavoro ex-situ riguarderà (1) la conservazione del germoplasma della vite selvatica, delle cultivar e degli archeosemi, (2)l'analisi morfocolorimetrica comparata del germoplasma, (3) lo studio ecofisiologico comparato della germinazione di Vitisvinifera subsp. sylvestris e (4) le analisi metabolomiche, proteomiche e genomiche comparate.Il censimento delle popolazioni selvatiche, dei vitigni autoctoni e degli archeosemi della Sardegna permetterà di avere unquadro più preciso della distribuzione geografica e dell’ecologia nell’Isola. Il censimento delle nuove cultivar consentirà dipianificare il recupero e la valorizzazione dei vitigni storici a rischio di estinzione.Tutto il germoplasma raccolto verrà selezionato ed opportunamente trattato per la conservazione sia a breve che a lungotermine presso le strutture della Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR) in modo da salvaguardare la biodiversitàdel genere Vitis in Sardegna. Le accessioni di semi (sia archeologiche che attuali) verranno scansite e successivamenteanalizzate al fine di implementare opportuni classificatori statistici basati sulla Linear Discriminant Analysis (LDA), in grado dicomparare accessioni di differente origine.I test di germinazione del materiale selvatico permetteranno di comprendere, non solo l’ecologia della germinazione el’evoluzione delle plantule, ma anche di ottenere protocolli di moltiplicazione che saranno utili sia in campo agronomico, sia inambito vivaistico, nonché per la conservazione e l'eventuale reintroduzione delle popolazioni nei loro habitat naturali.Le analisi omiche comparate, saranno condotte su foglie mature e frutti, con tecniche analitiche spettroscopiche di risonanzamagnetica nucleare (NMR) e cromatografia liquida ad alta prestazione - spettrometria di massa (HPLC-MS). Questo approcciorisulta particolarmente adatto nello studio delle problematiche di tipo biologico-evolutivo, in quanto consente di definire ilfenotipo biochimico associato a un dato genotipo, dando nel contempo traccia della sua origine geografica. Le analisimolecolari saranno effettuate tramite sequenziamento parziale o completo dei genomi. Il successivo confronto con il genomadi riferimento (PN40024) consentirà di individuare eventuali polimorfismi a nucleotide singolo (SNP) e le varianti strutturali(SVs) presenti in domini funzionali di interesse, come quelli della resistenza e dei metaboliti secondari con importanzanutrizionale. Utilizzando differenti SNP caratterizzanti, sarà preparata una SNP-microarray che consentirà di identificarerapidamente i tratti ipervariabili, ovvero quelle sequenze che variano da individuo a individuo nell’ambito della stessa specie oin popolazioni isolate geograficamente.Tutte le azioni precedentemente evidenziate saranno affiancate da una specifica azione di divulgazione scientifica dei risultatiraggiunti che si svilupperà di pari passo con le diverse fasi progettuali.

    9. Obiettivi generali, specifici e operativi che il progetto si propone di raggiungere:Il progetto ha come obiettivo quello di studiare la biologia delle popolazioni di vite della Sardegna, attraverso un approccio dicarattere morfocolorimetrico, ecofisiologico ed omico (metabolomico, proteomico e genomico). Grazie al lavorointerdisciplinare e comparativo, si cercherà di comprendere le relazioni filogenetiche tra la vite selvatica, le attuali cultivarpresenti nell’Isola e i materiali archeologici rinvenuti nell’ambito degli scavi.Lo studio sarà affrontato attraverso diverse fasi consequenziali e complementari, sia in situ che ex situ.Le attività in situ consentiranno il censimento delle popolazioni di vite selvatica, dei vitigni autoctoni e dei resti presenti neisiti archeologici, oltre alla caratterizzazione e alla raccolta del germoplasma delle popolazioni silvestri, delle cultivar autoctonee degli archeosemi.Successivamente, ex situ, il germoplasma sarà sottoposto a post-maturazione, pulizia, selezione, analisi e conservazionepresso la Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR).Parte del materiale verrà destinato alle analisi di carattere morfocolorimetrico, effettuate su tutte le accessioni raccolte, alfine di mettere a punto specifici classificatori statistici in grado di discriminare e confrontare le diverse varietà, i materialirelativi alle popolazioni silvestri e quelli archeologici.Gli studi ecofisiologici sulla germinazione delle distinte popolazioni di Vitis vinifera subsp. sylvestris permetteranno di avereinformazioni più precise sulla biologia riproduttiva della vite selvatica. I protocolli di germinazione ottimale ottenuti, potrannorisultare utili per eventuali interventi di recupero e/o rinforzo delle popolazioni naturali in maggior pericolo d’estinzione.Attraverso la caratterizzazione del profilo metabolico e proteomico della due subspecie di Vitis vinifera, si vorranno individuareclassi chimiche e/o composti specifici che consentano di stabilire in che modo l’impatto antropico e ambientale possa avereinfluenzato il processo di domesticazione. In particolar modo saranno identificate e quantificate le classi di composti coneffetti salutistici, noti come ‘health promoting’, e quelli coinvolti nella resistenza a stress biotici ed abiotici.L’approccio molecolare basato sull’impiego di SNPs, presenti in domini funzionali come quelli della resistenza e dei metabolitisecondari di interesse nutraceutico, consentirà di stabilire la filogenesi delle due subspecie presenti in Sardegna e verificare leprobabili origini e parentele con altri vitigni del bacino del Mediterraneo. I risultati consentiranno inoltre di stabilire quanto il

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    processo di domesticazione abbia influito sulla diversità genetica e sulla eventuale perdita di biodiversità nell’Isola.In linea con i principi della ricerca scientifica e nel rispetto delle norme previste, i risultati ottenuti saranno divulgati attraversopubblicazioni scientifiche su riviste specializzate a livello nazionale e/o internazionale, al fine di dare massima diffusione allaricerca realizzata e visibilità alle istituzioni finanziatrici.

    10. Presentazione schematica:Lo studio sarà affrontato attraverso 6 diversi task (fasi) consequenziali e complementari:

    (1) Censimento, caratterizzazione delle popolazioni e raccolta del germoplasma di vite selvatica, dei vitigni autoctoni e deivinaccioli recuperati nei contesti archeologici.Verranno condotte escursioni in campo allo scopo di effettuare un censimento delle popolazioni naturali, delle cultivar e deisiti archeologici in cui sono stati rinvenuti vinaccioli. In tal modo sarà possibile raccogliere dati ed informazioni utili per lacorretta gestione del progetto e per l’ottimizzazione delle tempistiche e delle metodiche da applicare durante le successivefasi. Tutti i materiali oggetto d’indagine verranno raccolti in quantitativi sufficienti a garantire sia la caratterizzazione erealizzazione delle analisi previste, sia la conservazione ottimale del germoplasma presso le strutture di BG-SAR. Per i semiarcheologici si provvederà alla conservazione dei materiali disponibili, indipendentemente dai suddetti criteri.

    (2) Analisi morfocolorimetrica comparata attraverso l’acquisizione, il processamento e l’analisi delle immagini dei semi di vite.Le immagini digitali di tutte le accessioni introdotte in BG-SAR saranno acquisite e successivamente processate attraverso unprogramma di analisi d’immagine in grado di ottenere misure dettagliate relative alla forma, dimensione e colore del seme. Idati ottenuti verranno utilizzati per l’implementazione di uno specifico sistema di identificazione e classificazione statistica.

    (3) Ecofisiologia comparata della germinazione di Vitis vinifera subsp. sylvestris.La biologia della germinazione verrà indagata mediante la realizzazione di prove sperimentali sulla base di parametriambientali (temperatura e fotoperiodo) controllati. L’esecuzione di tali prove consentirà di elaborare protocolli di germinazioneottimali per Vitis vinifera subsp. sylvestris.

    (4) Analisi metabolomica e proteomica comparata di foglie e frutti.Sarà impiegata la spettroscopia NMR multinucleare per determinare la presenza dei metaboliti su singoli campioni di foglie efrutti delle due subspecie di Vitis vinifera. Per uno screening più dettagliato si utilizzerà la spettrofotometria UV-VIS e HPLC-DAD. Le proteine verranno separate mediante elettroforesi in modo da generare della mappe bidimensionali che sarannosottoposte ad analisi di immagine per valutare le differenze in termini sia di espressione proteica che di tipo di proteine.

    (5) Analisi molecolareIl DNA sarà estratto dai germogli delle due subspecie, ottenendo DNA genomico (gDNA) che verrà analizzato in un sistema di‘Next Generation Sequencing’ (NGS), ove il gDNA sarà sottoposto a frammentazione e multiplexing e successivamentesequenziato in frammenti lunghi 80-150 pb (reads). In seguito, si passerà al relativo allineamento ed assemblaggio, checonsentirà il confronto con i genomi di riferimento di Vitis vinifera (PN40024- GENOSCOPE e IASMA database) utili adidentificare le differenze a livello di nucleotidi ed individuare le SPNs e le varianti strutturali (SVs).

    (6) Divulgazione scientifica dei risultati raggiuntiI risultati ottenuti saranno divulgati attraverso pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate a livello nazionale e/ointernazionale, al fine di dare massima diffusione alla ricerca realizzata e visibilità alle istituzioni finanziatrici.

    11. Stato dell'arte:La vite domestica (Vitis vinifera subsp. vinifera) rappresenta una delle più antiche colture e oggi riveste notevole importanzasia dal punto di vista culturale che economico (Mangafa & Kotsakis, 1996; Vivier & Pretorius, 2002; Manen et al., 2003; Zeccaet al., 2010). È stato calcolato che il 71% della produzione vitivinicola mondiale venga utilizzato per la vinificazione, mentre laparte restante sia per lo più utilizzata per la produzione di frutta fresca e disidratata (http://faostat.fao .org / default.aspx #ancor).Oggi è ampiamente accettato in ambito scientifico che la vite selvatica (Vitis vinifera subsp. syvestris) sia il progenitore dellavite domestica (Zohary et al. 2012). La vite selvatica è una liana che cresce lungo la fascia costiera Atlantica sino all’Himalayaoccidentale tra il 43° e il 49° parallelo (Carbiener 1970; Robertson et al 1978; Schnitzler 1995, 1996). Secondo gli ultimi studieffettuati da Arnold et al. (2005), la distribuzione della vite selvatica in Europa sarebbe in costante regressione,principalmente a causa della distruzione del suo habitat naturale ed agli attacchi di fillossera della vite (Daktulosphairavitifoliae), un afide parassita che attacca le radici delle viti europee. Nel 1980 la vite selvatica è stata inserita nella lista rossadall’International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN) come specie minacciata di estinzione(Arnold et al. 1998, 2005). La sua conservazione è indispensabile non solo per il mantenimento della variabilità genetica maanche per l’importante ruolo che svolge in campo agronomico, in quanto viene impiegata per il miglioramento genetico delleattuali cultivar.Negli ultimi 10 anni sono stati condotti pochissimi studi sull’ecologia di questa specie, in Francia per esempio si è cercato direintrodurla nella valle del Reno, ma la maggior parte degli individui non è sopravissuta (Arnold et al. 2005; Fullenwarth1997). Questo dimostra che i pochi studi condotti sull’ecofisiologia della germinazione non sono ancora sufficienti percomprenderne appieno la biologia riproduttiva e definire i protocolli di reintroduzione negli habitat naturali (Arnold et al.

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    2002). Un primo parziale studio sull'ecofisiologia della germinazione della vite selvatica, condotto da Orrù et al. (2012a) suquattro popolazioni sarde, ha dimostrato l'importanza di adeguati trattamenti e di procedure specifiche (pre-chilling) per ilraggiungimento di alte percentuali di germinazione.La documentazione archeobotanica attesta la domesticazione della vite in Medio Oriente intorno al IV-III millennio a.C. (Zohary1995, et al. 2012), mentre sono ancora oggetto di dibattito scientifico, l’origine e la diffusione della viticultura nelMediterraneo occidentale (Stika et al. 2013). Recenti indagini genetiche suggeriscono che le attuali cultivar di Spagna, Italia eFrancia condividono il loro patrimonio genetico con le attuali popolazioni di vite selvatica che crescono nei medesimi territori(Arroyo-García et al. 2006; De Mattia et al. 2008). Gli autori ipotizzano che, indipendentemente dall’originario centro didomesticazione primario, si siano verificati processi di domesticazione secondaria anche in Europa. Sulla base di recentiindagini genetiche condotte su alcune cultivar e viti selvatiche della Sardegna, è emerso che entrambe le subspeciecondividono il 50% degli alleli, e sulla base di questi dati, gli autori indicano la Sardegna come luogo in cui è possibile che sisiano verificati processi di domesticazione secondaria (Grassi et al. 2003).L'elevato grado di polimorfismo insito nei semi del genere Vitis (Rivera et al. 2007) ha impedito che le diverse cultivar e imateriali di provenienza archeologica potessero essere discriminati con tecniche convenzionali. Di recente, sono stati condottialcuni studi di carattere morfocolorimetrico sul genere Vitis (Bacchetta et al. 2009, 2010; Orrù et al. 2012b, 2013), facendouso di parametri morfometrici dei semi per discriminare le popolazioni selvatiche dalle cultivar. La stessa procedura, applicataanche ai vinaccioli archeologici, ha consentito di indagare circa lo status di domesticazione dei semi attraverso ladiscriminazione tra varietà selvatiche o coltivate (Bouby et al. 2013; Gong et al. 2010; Orrù et al. 2013; Terral et al. 2010).Studi morfocolorimetrici preliminari hanno consentito di chiarire alcuni aspetti fondamentali relativi ai rapporti di parentela trale piante di vite selvatica, coltivata e i vinaccioli archeologici ritrovati in Sardegna (Orrù et al. 2013, Ucchesu et al. in press). Ilproseguo di questi studi consentirebbe di comprendere non solo la filogenesi della vite ma, grazie all’ingente quantità diarcheosemi rinvenuti negli ultimi anni in diversi contesti della Sardegna, di capire se le comunità preistoriche dell’Isolaavessero o meno avviato processi di domesticazione secondaria a partire dalle popolazioni autoctone di vite selvatica.Tutte le domesticazioni, e quindi anche quella della vite, sono state influenzate dalla selezione degli individui più produttivi eda nuove condizioni ambientali (Myles et al. 2011). Nel 2007 è stata pubblicata la sequenza del genoma di riferimento(PN40024) di Vitis vinifera (Velasco et al. 2007) e di seguito è stato confrontato con quello dell'uva da tavola (Di Genova et al.2014). Tale confronto ha evidenziato differenze intra-specifiche nel genoma di quest'ultima (spessore della buccia, contenutodi polifenoli, apirenìa, ecc.), sicuramente attribuibili alla domesticazione secondaria attraverso selezione. La diversità geneticariscontrata è attribuibile a varianti strutturali quali le SNPs e inserzioni/cancellazioni (INDELs) che influenzano metabolitisecondari connessi ai fattori della resistenza a stress biotici e abiotici, oltrechè proprietà nutrizionali. Tale aspetto è statoaffrontato con studi dei profili del transcrittoma abbinati al metaboloma di varietà resistenti e sensibili alla peronospera(Plasmopara viticola) e oidio (Unicinula nector) (Figueiredo et al. 2008). Il ‘fingerprinting chimico’ ha evidenziato, attraverso lametabolomica, come il ‘terroir’ (condizioni pedo-climatiche) sia determinante per le caratteristiche qualitative dei vitigni,mentre la componente chimica dei frutti di natura acidica sia influenzata dal vitigno (influenza genetica) e quella dei compostibasici dal ‘terroir (Paul et al., 2013). Quindi, le caratteristiche genetiche e metaboliche hanno verosimilmente influenzato ladomesticazione della vite ed uno studio omico delle due sottospecie costituisce un approccio valido per tracciare un possibilepercorso della domesticazione secondaria. A tale proposito, grazie alla presenza della vite selvatica e ad un patrimoniovitivinicolo di oltre 150 cultivar autoctone, la Sardegna rappresenta un'interessante laboratorio dove eseguire studi dicarattere multidisciplinare tra le popolazioni di vite selvatica, le varietà autoctone della vite coltivata e i materiali archeologici.

    12. Articolazione del progetto e tempi di realizzazione:Il progetto di ricerca si articola in 6 task (fasi) tra loro interconnessi, più una fase preliminare previa.

    Fase preliminare. Unità coinvolte: I e II.Raccolta delle informazioni utili alla pianificazione ed organizzazione del lavoro.

    Verrà condotta un’accurata ricerca bibliografica al fine di consentire la favorevole integrazione di conoscenze utili allarealizzazione delle differenti fasi del progetto. Durante questa fase sarà opportuno valutare la disponibilità e la funzionalitàdelle attrezzature utilizzabili, per prevedere, nei limiti del possibile, un appropriato adeguamento delle stesse. Ci sarà inoltreun continuo scambio di informazioni con i differenti componenti delle unità operative in modo da permettere una più agevolegestione di tutte le fasi progettuali ed individuare in anticipo possibili criticità che possano compromettere la buona gestione eriuscita del progetto e/o influire sulla tempistica.Durata: 3 mesi.

    Task 1. Unità di ricerca coinvolta: I.Censimento, caratterizzazione delle popolazioni e raccolta del germoplasma di vite selvatica, dei vitigni autoctoni e deivinaccioli recuperati nei contesti archeologici.

    La prima fase operativa del progetto riguarderà il censimento delle popolazioni di vite selvatica, dei vitigni autoctoni e deiresti presenti nei siti archeologici, oltre alla caratterizzazione e raccolta del germoplasma di vite selvatica, delle cultivarautoctone e degli archeosemi rinvenuti durante gli scavi archeologici. La raccolta verrà effettuata in maniera tale da nonpregiudicare le risorse genetiche in situ su un campione rappresentativo della diversità genetica intrapopolazionale, seguendocriteri riconosciuti a livello internazionale (Royal Botanic Gardens of Kew; Guarino et al. 1995; Bacchetta et al. 2006 e 2008),

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    nonché quanto elaborato nell’ambito del network di banche del germoplasma del Mediterraneo “Genmeda” di cui BG-SAR faparte. Il materiale raccolto verrà introdotto nelle strutture della banca e sottoposto ad una serie di fasi intermediecomprendenti: un periodo di quarantena, uno di post maturazione ed uno di pulizia e selezione, quantificazione edeidratazione, utili alla corretta conservazione del materiale. Successivamente, si procederà alla scansione e quantificazione.Tutto il materiale sarà stoccato in una camera di deidratazione a parametri ambientali costanti (temperatura 15 °C e 15% diumidità relativa; IBPGR, 1985) al fine di abbassarne il contenuto di umidità; successivamente verrà inserito all'interno di vialsper essere conservato sia a +5°C (breve termine) che a -25°C (lungo termine). I semi archeologici, saranno ripuliti da tutte leimpurità e conservati all’interno di capsule sterili riempite di acqua distillata. Le capsule saranno conservate seguendo ilprotocollo utilizzato per le accessioni della collezione attiva (+ 5°C) presenti in BG-SAR e questo permetterà di salvaguardarenon solo la morfologia dei semi, ma anche l’eventuale DNA ancora presente nei vinaccioli.Durata: 12 mesi.

    Task 2. Unità di ricerca coinvolta: I.Analisi morfocolorimetrica comparata del germoplasma.

    Le immagini digitali dei semi delle varietà autoctone e selvatiche di V. vinifera e dei vinaccioli rinvenuti negli scaviarcheologici dell’Isola saranno acquisite per mezzo di uno scanner piano ed elaborate mediante due specifiche macro(sequenze di comandi elaborate in linguaggio di programmazione specifico del software utilizzato), appositamente sviluppateper la caratterizzazione morfocolorimetrica di semi di piante spontanee e coltivate. La prima macro consentirà di calibrare ilsistema di acquisizione, utilizzando un’immagine di riferimento adottata in ambito fotografico. Questa procedura consentirà distandardizzare le condizioni di cattura e riprodurre nelle immagini ottenute il colore reale dei campioni. La seconda macro,specificatamente progettata per il genere Vitis, permetterà il vero e proprio processamento delle immagini e la conseguenteacquisizione di dati numerici facilmente elaborabili. In tal modo sarà possibile automatizzare l’intera procedura d'analisi epotranno essere misurati, in maniera precisa ed accurata, un totale di oltre 120 tra parametri morfologici (area, perimetro,diametro, fattori di forma e di rotondità, rapporti dimensionali, descrittori ellittici di Fourier, ecc.) e colorimetrici (densità deicanali di rosso, verde, blu, tonalità, luminosità, saturazione, indicatori di tessitura e trama della superficie, ecc.), necessari perla caratterizzazione delle accessioni di semi. I dati ottenuti dall’analisi delle immagini, saranno successivamente elaboratistatisticamente al fine di realizzare appositi classificatori statistici che permetteranno il confronto delle diaspore di Vitis.Utilizzando la stepwise Linear Discriminant Analysis (LDA) come metodo statistico per l’elaborazione dei dati, tutte leaccessioni studiate saranno preliminarmente analizzate al fine di individuare, tra tutti i parametri morfologici e colorimetricimisurati, quelli maggiormente discriminanti i differenti vitigni, le popolazioni selvatiche e gli archeosemi. Infine, sarà applicatauna procedura di validazione statistica, nota come “Cross-validation”, comunemente applicata per verificare la qualità edaffidabilità dei classificatori realizzati.Durata: 18 mesi.

    Task 3 . Unità di ricerca coinvolta: IEcofisiologia comparata della germinazione di Vitis vinifera subsp. sylvestris

    La biologia della germinazione verrà indagata mediante la realizzazione di prove sperimentali sulla base di parametriambientali (temperatura e fotoperiodo) controllati. I test di germinazione verranno condotti all’interno di camere di crescita(Sanyo ML351). Per ogni accessione raccolta verrà definito un trial di test a temperature e condizioni di luminosità variabili.Tutti i test verranno condotti su capsule Petri, con substrato costituito da agar 1% e garantendo la sterilità biologica durantetutte le procedure di preparazione, testaggio e controllo sotto cappa a flusso laminare. Il criterio per determinare l’avvenutagerminazione sarà la protrusione della radichetta. Verranno realizzate apposite schede su cui annotare quotidianamente ilnumero di semi germinati. Questi ultimi, verranno progressivamente rimossi dalle capsule tramite pinzette metalliche dalaboratorio previamente sterilizzate a 250°C e ne verrà valutata la vitalità tramite la prova del taglio con bisturi econseguente osservazione dell’endosperma al microscopio binoculare. I parametri che saranno presi in considerazione per itest di germinazione saranno la capacità germinativa finale, il T1 (tempo di prima germinazione) e il T50 (tempo necessarioper osservare il 50% dei semi germinati). Il numero totale di semi germinati per ciascuna replica alla luce sarà conteggiatoalla fine di un periodo durante il quale dovranno essere trascorsi quindici giorni dall’osservazione dell’ultimo seme germinatoin ciascuna capsula e dopo almeno un periodo di trenta giorni dall’avvio del test di germinazione. Verrà valutata anchel’eventuale necessità di dover utilizzare dei pretrattamenti per il raggiungimento di più elevate percentuali di germinazione. Idati finali di germinazione verranno comparati e analizzati sia utilizzando metodi descrittivi (grafici, tabelle, ecc.) siainferenziali (analisi statistica); in particolare, le differenze tra le percentuali finali di germinazione ottenute a diversetemperature e/o diversi pretrattamenti applicati verranno analizzati statisticamente tramite specifici test statistici di naturasia parametrica che non (ANOVA, Kruskal-Wallis test, post hoc Fisher LSD e Mann-Whitney U test).Durata: 12 mesi.

    Task 4 . Unità di ricerca coinvolta: IIAnalisi metabolomica e proteomica comparata di foglie e frutti

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    Il ‘fingerprinting omico’ dei germogli, foglie e frutti sarà effettuato impiegando tecniche analitiche che impiegano laspettroscopia NMR e UV-VIS e per HPLC-DAD. Tali tecniche hanno un vastissimo campo di applicazione in diverse discipline erisultano anche particolarmente adatte allo studio delle problematiche che richiedono un approccio multidisciplinare comestudi di tracciabilità dei prodotti alimentari. Le matrici vegetali considerate sono ottimi esempi di miscele complesse i cuicomponenti sono normalmente studiati e controllati con altre tecniche analitiche previa estrazione, concentrazione ederivatizzazione dei campioni. Le analisi saranno condotte utilizzando materiale liofilizzato conservato a -80°C. E’ possibileottenere molteplici informazioni relative alla composizione chimica del campione, alla sua struttura fisica e alla sua dinamicainterna. A tale fine saranno impiegate tecniche NMR per osservare nuclei di tipo protone (1H) ed il carbonio (13C). Sarannoosservati in maniera distinta o combinata e saranno osservati contemporaneamente anche altri nuclei (1H-31P, 1H-15N ecc.).Le tecniche NMR saranno combinate a protocolli di analisi statistica multivariata particolarmente adatta ad elaborare lenumerose informazioni derivanti per esempio da uno spettro NMR, evidenziando, grazie anche all’utilizzo di grafici, le relazionitra le variabili (dati NMR) e le osservazioni (campioni) considerate. Si prevede, ove fosse necessario, l’impiego di tecniche diNMR Imaging (microMRI), utilizzabili per la diagnostica non invasiva, che permetteranno di studiare il campione “tal quale”introducendolo direttamente nello spettrometro NMR. La possibilità di osservare il campione senza alcuna manipolazione,permetterà, tra l’altro, di seguirlo nel tempo, monitorandone i processi cinetici e/o evolutivi. Per uno screening più dettagliatoe la determinazione delle concentrazioni delle principali classi chimiche discriminate, come i polifenoli delle foglie, si utilizzeràla spettrofotometria UV-VIS e HPLC-DAD. Lo studio dei polifenoli delle foglie non avrà solo lo scopo di caratterizzare leaccessioni in studio ma consentirà anche di classificare i biotipi autoctoni in base alla resistenza naturale ai fattori biotici e allecaratteristiche funzionali.Le proteine verranno separate mediante elettroforesi bidimensionali in modo da generare della mappe che saranno sottopostead analisi di immagine per valutare le differenze in termini sia di espressione proteica che di tipo di proteine. Gli spotcontenenti le proteine che saranno risultati significativamente diversi (sia in termine qualitativo che quantitativo) sarannosottoposti ad analisi con spettrometria di massa (MALDI-TOF/TOF e LC-MS/MS). La conoscenza dei relativi genomi in parteanche ottenuti in questo progetto consentirà di individuare le proteine diverse o diversamente espresse mediante l’utilizzo disoftware specifici. L’identificazione delle proteine selezionate consentirà di poter delineare sia le eventuali differenze a livellodelle vie metaboliche sia a livello filogenetico. In particolare verranno valutati gli enzimi coinvolti nell’accumulo di antociani (equindi responsabili di un’alterazione del colore), le vie metaboliche connesse con lo stress ossidativo e il metabolismoenergetico. L’analisi della sequenza primaria delle proteine effettivamente espresse delle viti oggetto dello studio potràconsentire di costruire l’albero filogenetico della vite sarda.Durata: 18 mesi.

    Task 5 . Unità di ricerca coinvolta: IIAnalisi molecolari

    In una prima fase si raccoglieranno i germogli a partire dalle popolazioni di vite selvatica e dalle cultivar domesticate presentipresso i campi collezione ex situ. I campioni saranno istantaneamente congelati, liofilizzati e conservati a -80°C fino all’utilizzoper le analisi molecolari. Il DNA dei campioni sarà estratto dopo un preventivo controllo, tramite RT-PCR, per verificarel’eventuale presenza di virus. Al fine di prevenire contaminazioni, il DNA delle due sottospecie verrà estratto in tempidifferenti. Il DNA genomico (gDNA) sarà utilizzato in un sistema di ‘Next Generation Sequencing’ (NGS). Nel primo passaggio ilgDNA sarà sottoposto a frammentazione e multiplexing, successivamente si passerà al sequenziamento dei frammenti lunghi80-150 pb (reads) e alla determinazione del ‘coverage’ basato su un genoma di 480 MB. Le sequenze ottenute verrannoallineate ed assemblate in modo da poter effettuare il confronto con i genomi di riferimento di Vitis vinifera (PN40024-GENOSCOPE e IASMA database), tale passaggio permetterà di identificare le differenze a livello nucleotidico e di individuaregli SPNs e le varianti strutturali (SVs). Quindi si passerà all’analisi dei dati e al confronto.Durata: 21 mesi.

    Task 6 . Unità di ricerca coinvolte: I e IIDivulgazione scientifica dei risultati raggiunti

    I risultati raggiunti potranno essere discussi nella loro interezza su appropriate riviste nazionali e/o internazionali di caratterescientifico ed anche divulgativo, in modo da dare la massima diffusione e visibilità alle attività sviluppate, ai partner coinvoltied all’istituzione sovvenzionatrice della ricerca. Inoltre, sarà possibile partecipare ad eventi e manifestazioni pubbliche qualiconvegni, workshop, fiere e/o saloni internazionali di carattere tecnico-scientifico, al fine di conferire la più ampia diffusionedella ricerca condotta.Durata: 24 mesi.

    13. Ruolo di ciascuna unità operativa in funzione degli obiettivi previsti e relative modalità di integrazione ecollaborazione:Unità operativa IResponsabile scientifico: Gianluigi Bacchetta (CCB-UNICA).

    Team: Gianfranco Venora (Direttore SCGS), Efisio Mattana (MSB Kew Gardens), Donatella Cogoni (CCB-UNICA), Martino Orrù

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    (CCB-UNICA), Paolo Atzeri (CCB-UNICA), Roberto Sarigu (CCB-UNICA).

    Descrizione della struttura:Il Centro Conservazione Biodiversità (CCB) è una struttura del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (DISVA) natoper lo studio, la gestione e la conservazione della diversità vegetale. La strategia perseguita dal centro è quella di conservarela flora autoctona e l’agrobiodiversità della Sardegna e dei principali sistemi insulari del Mediterraneo mediante larealizzazione di progetti a carattere regionale, nazionale ed internazionale anche attraverso la collaborazione di numerosestrutture scientifiche straniere. La conservazione viene effettuata sia in situ (censimento, monitoraggio, studio e tutela dellepopolazioni) che ex situ (raccolta di semi, spore, tessuti, ecc.). Oltre a ciò il CCB si prefigge di studiare dal punto di vistatassonomico, biosistematico ed ecologico le specie e le cultivar a rischio d'estinzione e di proporre le strategie più adeguateper la conservazione delle popolazioni e degli habitat in cui esse si trovano.Il CCB è diretto da 1 professore associato a cui si affiancano 2 tecnici di laboratorio, 1 responsabile amministrativo, 5assegnisti di ricerca, 8 dottorandi e 5 contrattisti a progetto.Fanno parte del CCB i laboratori situati presso l'Orto Botanico, la Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR), i campisperimentali e le Roccaglie della Biodiversità.I laboratori sono 4 (Archeobotanica, Biosistematica, Geobotanica e Geopedologia), occupano una superficie totale di circa 200mq e ad essi si aggiungono una biblioteca e la direzione del Centro di circa 30 mq.Le strutture della Banca del Germoplasma sono costituite da un locale per la quarantena (5 mq); un ambiente a temperatura eumidità relativa controllate per la postmaturazione (20 mq); due locali per la pulizia e selezione del germoplasma (40 mq) edue laboratori (50 mq) per lo studio del germoplasma dotati di cappe chimiche e a flusso laminare, 6 camere di crescita, 1phytotron, 1 incubatore, 4 frigo-congelatori, 1 congelatore a -80°, un'autoclave ed altre attrezzature minori (armadio per acidie basi, termobilancia, stufa, 3 bilance di precisione, 3 agitatori magnetici, 3 microscopi binoculari, 2 pHmetri, ecc.).Recentemente è stato inoltre allestito un locale per la deidratazione (10 mq), dotato di 2 deumidificatori chimici monitorati daun umidostato e da un impianto di condizionamento, che consentono di mantenere costantemente un’umidità relativa del15% ed una temperatura di 15°C. Il cuore della Banca è costituito da una cella frigorifera di 30 mc per la conservazione alungo termine a basse temperature (-25°C) e da tanker per la crioconservazione in azoto liquido. Oltre a tali strutture è stataultimata una serra (50 mq) con due banchi termoriscaldati (10 mq) per la moltiplicazione e lo studio del materiale vivo di unitàtassonomiche particolarmente critiche o minacciate.La conservazione ex situ del materiale moltiplicato viene effettuata all’interno dell’Orto Botanico di Cagliari grazie alleRoccaglie della Biodiversità (600 mq), ai campi sperimentali (200 mq) e alle collezioni in vaso.Il Centro è uno dei 18 soci fondatori della “RIBES - Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione ex situ dellaflora spontanea italiana”, di cui rappresenta il nodo regionale di riferimento per la Sardegna.Nel corso del 2005 la Regione Sardegna, e in particolare l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, ha individuato nel CCB enella Banca del Germoplasma della Sardegna due strutture scientifiche di riferimento in materia di protezione in situ ed exsitu della biodiversità vegetale dell’intera Isola. Il CCB collabora con l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente e l’Ente Forestedella Sardegna per le attività di supporto tecnico e scientifico inerenti gli aspetti botanici e vegetazionali.Il Centro ha attivato, inoltre, protocolli d’intesa e collaborazione con diversi Enti locali (es. Provincia di Cagliari, Provincia diOristano, Soprintendenze dei Beni Archeologici) e gestori delle principali Aree Protette a livello regionale (es. Ente ParcoNazionale di La Maddalena, Parco Naturale Regionale di Molentargius-Saline, AMP Capo Carbonara, Riserva Naturale di MonteArcosu) attraverso progetti specifici finalizzati allo studio in situ e alla conservazione ex situ del germoplasma delle distinterealtà territoriali.A livello internazionale BG-SAR collabora con numerose istituzioni impegnate nella conservazione della biodiversità vegetaletra cui: Banc de llavors forestals - Generalitat Valenciana, CNRS de Montpellier, Conservatoire Botanique National,Méditerranéen de Porquerolles, Conservatoire Botanique National de Brest, Conservatoire Botanique National de Corse, JardínBotánico Atlántico de Jijon, Jardim Botanico de Lisboa, MSB of Kew, Universidad de Castilla la Mancha, Universidad deGranada, Universidad de Leon, Universitat dels Illes Balears, Universidad Politécnica de Madrid, Universidad de Valencia,partecipa inoltre ai network GENMEDA ed ENSCONET.

    Ruolo: questa unità contribuirà al raggiungimento dei seguenti obiettivi:- Raccolta delle informazioni utili alla pianificazione ed organizzazione del lavoro (fase preliminare);- Censimento, caratterizzazione delle popolazioni e raccolta del germoplasma di vite selvatica, dei vitigni autoctoni e deivinaccioli recuperati dai contesti archeologici (task 1);- Analisi morfocolorimetrica comparata del germoplasma (task 2);- Ecofisiologia comparata della germinazione di Vitis vinifera subsp. sylvestris (task 3);- Divulgazione dei risultati ottenuti (task 6).

    Unità operativa IIResponsabile Scientifico: Guy D'Hallewin (ISPA-CNR)Team: Maria Gabriella Giuffrida (ISPA-CNR), Marzia Giribaldi (ISPA-CNR), Dr. Roberto Consonni (ISMAC-CNR), Monica Mattana(IBBA-CNR).

    Descrizione della struttura:L’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari (ISPA-CNR) è una realtà che opera nel settore della ricerca, innovazione etrasferimento tecnologico per il miglioramento della qualità e della sicurezza dei prodotti agroalimentari. L'ISPA-CNR ha 5 sedi,

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    tra cui quella presente presso l’Area della Ricerca di Sassari. Le varie sedi hanno competenze differenti seppure tutte hannocome obiettivo quello di realizzare azioni sinergiche tra ricerca scientifica e realtà produttiva con il trasferimento delleacquisizioni scientifiche, supportando percorsi di innovazione tecnologica di piccole, medie e grandi imprese nazionali edestere del settore agroalimentare. In particolare, nel campo della sicurezza alimentare sono in corso progetti in cui vengonosviluppate metodologie innovative per la determinazione di micotossine, funghi tossigeni, microrganismi patogeni, edallergeni in materie prime ed alimenti, come cereali, vino, pasta, latte, alimenti per l'infanzia e frutta secca. Di particolarerilievo è il coordinamento da parte dell'ISPA-CNR di un grande progetto di collaborazione scientifica nell'ambito del VIIProgramma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico dell'Unione Europea (25 partner internazionali) finalizzato allariduzione del contenuto di micotossine nelle derrate alimentari. Sono inoltre in corso progetti per la valorizzazione delleproduzioni locali (prodotti caseari, pane, salumi e ortofrutta), conservazione della biodiversità e per lo sviluppo di nuovialimenti probiotici e funzionali da prodotti tipici locali italiani e esteri e, in collaborazione con strutture medico-sanitarieterritoriali, per studiare l’efficacia di tali prodotti sulla salute umana. I principali risultati tecnico-scientifici di rilievo conricadute nel sistema produttivo comprendono: costituzione di collezioni di microrganismi per applicazioni agroindustriali;realizzazione di nuove linee di prodotti funzionali, come olive e carciofi probiotici, o di bevande fermentate, applicazione dilieviti autoctoni selezionati in produzioni vinicole locali, individuazione di marker di qualità per la tracciabilità dei prodottitipici, sviluppo di diete biologiche per pesci di interesse commerciale, soluzioni innovative per il packaging di prodottiortofrutticoli di IV gamma; individuazione di nuovi prodotti ortofrutticoli da destinare alla IV e V gamma, sviluppo di nuovibioconservanti per aumentare la shelf-life degli alimenti, impiego di microrganismi benefici e sostanze naturali per la difesafitosanitaria con metodi a basso impatto ambientale e reimpiego in agricoltura di scarti di matrici organiche.L’Istituto è impegnato inoltre nello sviluppo ed applicazione di attività afferenti ad altri ambiti innovativi di ricerca, fra cui:studio della biodiversità molecolare microbica integrata con lo sviluppo della bioinformatica e di metodologie molecolari eproteomiche avanzate, applicazione di biotecnologie per la produzione di molecole funzionali (ad es.: antiossidanti, proteine,enzimi, ecc.), miglioramento della qualità e della conservabilità dei prodotti ortofrutticoli attraverso l'impiego di tecnicheinnovative per la produzione, il condizionamento, il confezionamento dei prodotti e l’ottimizzazione della logistica e impiego ditecniche di gestione eco-sostenibili delle produzioni orticole in serra e pieno campo.L’Unità di Sassari si occupa anche di valorizzazione e conservazione della biodiversità frutticola autoctona. Presso la sede diNuraxinieddu (OR) sono presenti le collezioni ex situ di pero (oltre 100 accessioni), melo (23 accessioni), susino (33accessioni) e ciliegio (25 accessioni). Attualmente si stanno indagando le proprietà funzionali e nutraceutiche della fruttaautoctona e la resistenza naturale alle avversità in campo e post-raccolta. Tali attività sono svolte in collaborazione strettacon gli Enti di ricerca regionali e quelli nazionali ed internazionali leader nel panorama agroalimentare mondiale (ad es.: FAO,EFSA, FSA, USDA) o con importanti realtà industriali (IBM Italia, Barilla, Syngenta, Bayer, Thermo, Copaim, ecc.) per larealizzazione di progetti di ricerca finanziati nell’ambito di programmi regionali, nazionali e comunitari (POR, PON, FP7, ecc.).

    Ruolo: questa unità contribuirà al raggiungimento dei seguenti obiettivi:- Raccolta delle informazioni utili alla pianificazione ed organizzazione del lavoro (fase preliminare);- Analisi metabolomica e proteomica comparata di foglie e frutti (task 4);- Analisi molecolari (task 5);- Divulgazione dei risultati ottenuti (task 6).

    Integrazione e collaborazione

    L'integrazione e la collaborazione finalizzata allo sviluppo armonico delle attività di ricerca dei due gruppi avverrà tramiteregolari scambi di messaggi e-mail, incontri formali, video- e/o teleconferenze alle quali eventualmente saranno chiamati apartecipare anche ricercatori esterni e stranieri.Le riunioni saranno programmate all’inizio del progetto ed in corso d’opera presso l’Università degli Studi di Cagliari, inaccordo con tutti i componenti delle Unità Operative (UO).Durante queste riunioni saranno discussi i risultati raggiunti in corso d'opera e verranno pianificate le attività successive. Irisultati ottenuti saranno oggetto di pubblicazioni congiunte su riviste scientifiche nazionali ed internazionali. I ricercatori delle2 UO coinvolte nel progetto di ricerca avranno la possibilità di interagire con continuità per facilitare il raggiungimento el'integrazione dei risultati.La scelta di consorziare le due differenti unità con ampio curriculum internazionale sulle tematiche specifiche è risultato ilmetodo più adeguato per poter raggiungere, attraverso un approccio multidisciplinare, sia gli obiettivi prefissati sia quantorelativo alla divulgazione dai risultati raggiunti.L’integrazione delle competenze e del know-how delle 2 UO risulta chiaro quando si analizza l’articolazione del progetto, dadove si evince una chiara e ben amalgamata complementarietà delle interazioni allo scopo di raggiungere l’obiettivo generaleed elevare la valenza scientifica della ricerca.Al fine di rendere questa ricerca più precisa, attendibile e partecipata dalla comunità scientifica, le singole UO coinvolgerannocollaboratori appartenenti a centri e/o enti di ricerca italiani e stranieri con competenze specifiche sui temi del progetto. Nellospecifico, il Dr. Emilio Laguna Lumbreras, Capo della sezione per la Protezione delle Risorse naturali della ComunitàValenciana (partecipante alla rete GENMEDA), esperto nella caratterizzazione e determinazione del genere Vitis, si occuperàdelle forme ibride e selvatiche della vite. La Prof.ssa Leonor Peña-Chocarro della Escuela Española de Historia y Arqueologíaen Roma-CSIC, esperta negli studi della diffusione dell’agricoltura nel Mediterraneo occidentale, sarà di fondamentaleimportanza per gli studi di carattere archeobotanico legati alla domesticazione e alla diffusione della viticultura nel

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    Mediterraneo occidentale. Inoltre, grazie ad una specifica convenzione di studio stipulata tra l’UO I e le Soprintendenze deiBeni Archeologici delle Province di Cagliari-Oristano e Sassari-Nuoro, sarà possibile avere a disposizione gli archeosemi di viteper poter interpretare i dati di carattere archeologico che scaturiranno da questa ricerca. Per ciò che concerne la partemolecolare riguardante i geni coinvolti nella resistenza, il Prof. Luis González Candelas del Dep. Ciencia de los Alimentos,(IATA) – Valencia, nell’ambito di una collaborazione per lo studio sulla resistenza ai patogeni di specie da frutto autoctone,sarà di aiuto nell’individuare i geni coinvolti. Per il sequenziamento e la costruzione degli SNP-arrays il Prof. Germano Orrù delSSD-UNICA (Cagliari) metterà a disposizione sia la struttura che l’esperienza nel settore.

    14. Risultati attesi dalla ricerca, il loro interesse per l'avanzamento della conoscenza e le eventuali potenzialitàapplicative:La descrizione degli obiettivi diretti che il progetto si prefigge e l’articolazione delle sue fasi permettono già di comprenderequali siano i potenziali effetti indiretti che potrebbero conseguire dalla realizzazione del progetto stesso. La conservazionedelle accessioni del germoplasma raccolto, presso le strutture di BG-SAR, permetterà di mettere in sicurezza il materialegenetico che è espressione di una parte della biodiversità di un territorio storicamente vocato alla produzione vitivinicola,come quello sardo. L’importanza di tale azione non è legata unicamente alla possibilità di poter rispondere in futuro allanecessità di interventi di reintroduzione in natura e/o di recupero e rinforzo delle popolazioni in situ, ma anche all’opportunitàdi salvaguardare risorse genetiche che sono il risultato di millenni di evoluzione e rappresentano oggi un patrimonio storico eculturale che per secoli è stato motore economico del territorio.La caratterizzazione del germoplasma raccolto e l’implementazione di classificatori statistici per il confronto tra le diasporeanalizzate, rappresenterà l’opportunità di studiare le somiglianze e le differenze fenotipiche tra la vite selvatica, i vitigniautoctoni e i vinaccioli archeologici rinvenuti nel territorio. Questa azione consentirà di ottenere informazioni importanti perpoter realizzare una ricostruzione storica dei processi di domesticazione della vite selvatica in Sardegna. Inoltre, l’impiego ditecnologie innovative multidisciplinari, quali l’analisi computerizzata d’immagine, la realizzazione di test di germinazioneaccurati e la relativa elaborazione di protocolli di germinazione specifici, permetteranno di accostare due settorioriginariamente molto distanti tra loro, quello agroalimentare e botanico, della cui cooperazione, allo stato attuale, non si puòpiù prescindere per il raggiungimento di eccellenze di settore.Nell’ottica dello sviluppo del contesto socio-economico sardo, anche la divulgazione dei risultati raggiunti assumerà un valorerilevante. Se da un lato, le informazioni di carattere scientifico presentate a congressi e workshop o pubblicate su rivistespecializzate nazionali e/o internazionali permetteranno di portare a conoscenza il mondo scientifico delle ricerche condotte edei risultati raggiunti, dall’altro lato, la partecipazione a saloni e fiere commerciali costituirà il valore aggiunto per leproduzioni regionali di carattere vitivinicolo.Lo studio comparato metabolomico e proteomico delle due sottospecie di Vitis risulta innovativo in quanto ad oggi nonrisultano presenti riferimenti bibliografici di tale tipo. Lo studio dei differenti profili dei metaboliti secondari della resistenzanaturale e della qualità alimentare potrebbe, rapportato ai risultati filogenetici, chiarire le cause di una determinataevoluzione della domesticazione. Inoltre il confronto di profili metabolici e proteici di entità geneticamente simili ma coltivatein aree geografiche differenti, potrebbe spiegare le cause che hanno influenzato la loro diffusione.Gli studi sulla diversità genetica intra- ed interspecifica consentiranno di stabilire se in Sardegna si sia verificato un fenomenodi divergenza o introgressione e l’entità dei due fenomeni. Questo aspetto è molto importante perché potrà fornire indicazionisull’isolamento geografico delle due sottospecie durante la fase di domesticazione e soprattutto il ruolo che potrebbe averavuto la propagazione agamica come fattore di pressione selettiva effettuata dall’uomo. L’impiego di specifici sofwareconsentirà di formare gruppi di genotipi e stabilire la loro esistenza e quali siano le relazioni geniche. Confrontando i risultaticon altri studi similari effettuati nell’area del Mediterraneo si potrebbe contribuire a tracciare l’evoluzione delle formeancestrali e stabilire i differenti aplotipi di origine. I risultati delle analisi dei vinaccioli e della germinabilità di più entità delledue sottospecie, combinati con quelli omici, dovrebbero produrre un forte database per futuri studi nel settore.

    15. Elementi e criteri proposti per la verifica dei risultati raggiunti:Verifica dei risultati sperimentaliIn occasione degli incontri periodici tra i membri costituenti le unità operative, verrà valutato il grado di raggiungimento degliobiettivi e gli eventuali motivi che eventualmente lo avranno impedito o ritardato, consentendo di rimodulare la strategia peril superamento di imprevisti che potrebbero verificarsi. All'interno di ogni UO, il responsabile scientifico dovrà monitorarel'avanzamento della ricerca, attraverso la valutazione dei risultati sperimentali in relazione agli obiettivi posti, anche grazie ariunioni interne, rapporti scritti ed analisi dei dati grezzi, in modo da agire tempestivamente nel caso in cui venissero rilevatesituazioni di criticità per il corretto avanzamento delle attività progettuali.Lo scambio di conoscenze e di competenze fra i partecipanti e la disseminazione dei risultati nella comunità scientifica e alpubblico più vasto, rappresenteranno un elemento fondamentale del progetto.In particolare verranno intraprese diverse attività di ricerca e iniziative specifiche:a. Condivisione di risorse e piattaforme. Uno degli obiettivi di questo progetto sarà quello di condividere i dati derivanti dallostudio morfocolorimetrico, ecofisiologico e omico del genere Vitis;b. Comunicazione con la comunità scientifica. I risultati scientifici e gli sviluppi tecnologici saranno divulgati attraversopubblicazioni scientifiche, partecipazione e organizzazione di incontri specifici, e conferenze internazionali;c. Utilizzo di tecnologia d’informazione. Il progetto sfrutterà l'intero potenziale delle tecnologie d'informazione quale mezzoper fornire e ottenere informazioni e per condividere risorse per la ricerca, nonché risultati e dati.

    Gestione della Proprietà Intellettuale (PI)

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    Parte delle attività di gestione prevedrà l'analisi delle rendicontazioni scientifiche di ogni UO per identificare nuovi edinnovativi aspetti della ricerca, che necessitino della protezione della proprietà intellettuale. La PI originata dal progetto diricerca finanziato verrà assegnata a quei partner che avranno prodotto i risultati in accordo con il loro contributo. I risultati e idati generati quali attività di servizio del progetto apparterranno ai partner che hanno commissionato il lavoro e quindi adogni PI che ne scaturisca.

    Organizzazione gestionaleIl progetto verrà coordinato dal Prof. Gianluigi Bacchetta, direttore scientifico del CCB dell’Università degli Studi di Cagliari.Egli sarà responsabile per:a) la gestione generale del progetto, il coordinamento e gli aspetti finanziari;b) il monitoraggio del progresso rispetto agli obiettivi preposti;c) l’approvazione di eventuali cambiamenti alla struttura di ricerca del progetto;d) gli incontri con tutte le persone coinvolte nel progetto;e) la supervisione, preparazione e approvazione delle rendicontazioni finanziarie e scientifiche annuali e finali, prima dell’invioalla Regione Autonoma della Sardegna.

    L'integrazione e la collaborazione tra le UO avverrà tramite regolari scambi di messaggi e-mail, incontri formali e video- e/oteleconferenze. Questi incontri avranno luogo all'inizio del progetto, alla fine del primo semestre e anno, alla fine del terzosemestre e del secondo anno. Durante gli incontri verranno discussi i risultati ottenuti e le future linee di ricerca. Alla fine delprogetto verrà organizzato l’incontro conclusivo, in cui si farà il bilancio dell'attività del progetto.

    Comunicazioni generaliSalvo i contatti diretti durante gli incontri semestrali, le comunicazioni interne avverranno tramite messaggi e-mail mettendoin copia tutti i partecipanti alle attività di ricerca. Tutte le comunicazioni verranno conservate, dal Coordinatore del progetto.Le bozze del materiale proveniente dai partner in merito alle rendicontazioni annuali e finali, saranno inviate in formaelettronica al Coordinatore almeno quattro settimane prima dello scadere della rendicontazione stessa.

    15b. Partecipazione ed integrazione della ricerca:[ X ] ricerche in corso di livello internazionale[ X ] Piccole Medie Imprese (PMI) sarde per attività di ricerca di base

    16. Mesi persona complessivi indicativi previsti per il Progetto di Ricerca e Imputazione dei costi a carico delprogetto

    16a. Cofinanziamento (30% del totale del progetto ad esclusione dei contratti di ricerca specificatamenteattivati per il progetto, compreso l'eventuale cofinanziamento in denaro)

    Unità Operativa n. ICofinanziamento: (30% del totale

    del progetto ad esclusione deiContratti

    attivati specificatamente per ilprogetto) Numero

    Disponibilità temporaleIndicativa prevista

    (Mesi persona)Costi a carico

    del progetto (importo in euro)Personale dipendente(personale strutturato, rendicontabile) 1 12 €8.304,00

    Presenza di partner di altri Dipartimenti oEnti di Ricerca 4 24 -

    Cofinanziamento in denaro - - €0Totale 5 36,0 €8.304,00

    Unità Operativa n. IICofinanziamento: (30% del totale

    del progetto ad esclusione deiContratti

    attivati specificatamente per ilprogetto) Numero

    Disponibilità temporaleIndicativa prevista

    (Mesi persona)Costi a carico

    del progetto (importo in euro)Personale dipendente(personale strutturato, rendicontabile) 3 24 €7.583,82

    Presenza di partner di altri Dipartimenti oEnti di Ricerca 2 6 -

    Cofinanziamento in denaro - - €0Totale 5 30,0 €7.583,82

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    16b. Attivazione di contratti di ricerca specifici per il progetto (finanziati al 100%)

    Unità Operativa n. IAttivazione di contratti di

    ricerca specifici per ilprogetto Numero

    Disponibilità temporaleIndicativa prevista

    (Mesi Persona)Costi a carico

    del progetto (importo in euro)Assegnisti di Ricerca 2 48 €92.320Borse di Dottorato 0 0 €0,00Borse di ricerca e/ocontratti di ricerca 0 0 €0,00

    Totale 2 48,0 €92.320,00

    Unità Operativa n. IIAttivazione di contratti di

    ricerca specifici per ilprogetto Numero

    Disponibilità temporaleIndicativa prevista

    (Mesi Persona)Costi a carico

    del progetto (importo in euro)Assegnisti di Ricerca 1 24 €54.720,60Borse di Dottorato 0 0 €0,00Borse di ricerca e/ocontratti di ricerca 0 0 €0,00

    Totale 1 24,0 €54.720,60

    17. Costo complessivo del progetto articolato per vociVoce di spesa Unità I Unità II

    Personale dipendente (1) € 8.304,00 € 7.583,82Contratti di Ricerca € 92.320,00 € 54.720,60Spese per l'acquisizione distrumentazioni, attrezzature(materiale inventariabile)

    € 0,00 € 0,00

    Servizi esterni € 0,00 € 0,00Spese per missioni,partecipazione/organizzazionedi Convegni e pubblicazioni

    € 5.000,00 € 4.000

    Altri costi direttamenteimputabili all'attività diricerca (2)

    € 9.393,60 € 9.145,29

    Spese generali(3) € 4.982,40 € 4.550,29Totale €120.000,00 €80.000,00

    (1) 30% del totale del progetto ad esclusione dei contratti attivati specificatamente per il progetto, compreso l'eventualecofinanziamento in denaro.(2) voce da utilizzare solo per spese non riconducibili alle voci sopraindicate.(3) L'importo della voce dovrà essere calcolato forfettariamente nella misura del 60% (sessanta per cento) dell'ammontare deicosti per il personale dipendente.

    18. Prospetto finanziario suddiviso per Unità OperativeVoce di spesa Unità I Unità II

    Costo complessivo € 120.000,00 € 80.000,00

    Riepilogo importi progettoA . L'importo totale del progetto è di : € 200.000,00B . Il totale in denaro delle spese di personale più il cofinanziamento in denaro è : € 15.887,82C . Il totale dei contratti di ricerca è di : € 147.040,60D . Il contributo RAS per il progetto sarà al massimo di : € 184.112