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θέραψ e δοῦλος: servi e schiavi nella letteratura greca da Omero ai Cristiani Storia della Lingua Greca Laurea Magistrale in Filologia, Letteratura e Tradizione Classica a.a. 2013/2014 – C. Neri [email protected]

θέραψ e δοῦλος: servi e schiavi nella letteratura greca da Omero ai Cristiani

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θέραψ e δοῦλος: servi e schiavi nella letteratura greca da Omero ai Cristiani. Storia della Lingua Greca Laurea Magistrale in Filologia, Letteratura e Tradizione Classica a.a. 2013/2014 – C. Neri. [email protected]. τοῖς μὲν δούλοις ἡ ἀνάγκη νόμος, τοῖς δὲ ἐλευθέροις ὁ νόμος ἀνάγκη - PowerPoint PPT Presentation

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  • e : servi e schiavi nella letteratura greca da Omero ai Cristiani Storia della Lingua GrecaLaurea Magistrale in Filologia, Letteratura e Tradizione Classicaa.a. 2013/2014 [email protected]

  • prologo Nel rapporto di schiavit e di servit della gleba [...] una parte della societ viene essa stessa trattata dallaltra come mera condizione inorganica e naturale della propria riproduzione. Lo schiavo non si trova assolutamente in nessun rapporto con le condizioni oggettive del suo lavoro; bens il lavoro stesso, tanto nella forma dello schiavo, quanto in quella di servo della gleba, viene posto come condizione inorganica della produzione, sullo stesso piano degli altri esseri della natura, accanto al bestiame e come accessorio della terra. In altre parole: le condizioni originarie della produzione si presentano come presupposti naturali, condizioni naturali di esistenza del produttore, proprio come il suo corpo vivente, per quanto egli lo riproduca e lo sviluppi, non posto originariamente da lui stesso, ma si presenta come suo presupposto; la sua stessa esistenza (corporea) un presupposto naturale, che egli non ha posto. (K. Marx, Lineamenti fondamentali II 114s.) , (Mantissa proverbiorum 3,5)

  • una polarit del singolo e della societ? libert e schiavit: tipologie e definizioni(da Wallon, a Canfora, a Steiner) servi e schiavi un dato naturale? un portato culturale? un istituto sociale?

  • un incontro di persone e obiettivipresentazioni reciproche: attese e obiettivi

    presentazione del corso: gli obiettivi i modi programma e calendario le verifiche il materiale

  • gli obiettivi approfondire una lingua nei suoi contesti

    comunicare, insegnare, autovalutarsi

    fare ricerca: metodi e strumenti

  • i modi lezioni introduttive e finestre di approfondimento

    lezioni-Referate

    esercizi personali

  • programma e calendario il programma e la tabella delle lezioni

    Storia della lingua:1.10-13.11 Grammatica: 18.11-18.12

    i libri in programma

    date degli appelli

  • le verifiche autovalutazione: le schede di verifica

    Referate

    esame finale: il tema e il saggio

  • il materiale http://www2.classics.unibo.it/Didattica/Programs/20132014/Neri/

  • le parole del servo e dello schiavo... ()

  • alle origini di DMic. 186s. il miceneo do-e-roThuc. VIII 28,4 , , .Eur. IA 329s.. . .

  • alle origini di .Il. VI 323s.Od. I 397s. , .Od. IV 385-387 , , , ,

  • alle origini di / , Il. I 320s.Archil. fr. 1 W.2 Ion fr. 27,1-3 W.2

  • alle origini di DMic. 243s.il miceneo e-re-u-te-roIl. VI 448-455 . , , , ,

  • schiavit e definizioni LSJ9 480, 486, 571, 834 Chantraine, DELG 289, 294, 336, 430 Beekes, EDG 343, 349s., 408, 541

  • servi, schiavi e liberi la guerra la famiglia la produzione e i rapporti commerciali schiavi di qualcuno, schiavi di qualcosa il servaggio, il servizio, la cura il giorno della libert i rapporti asimmetrici e la relazione M/m la libert da e la libert in

  • ILIADE

  • Iliade III 383-417 , ,406 , , .409

  • Slaves to love Elena, Paride e Afrodite il rapporto donna-uomo come servizio la costrizione divina l(inutile) ribellione della donna-schiava o la vergogna e il dolore il silenzio e la rassegnazione

    La schiavit come condizione necessitante

  • Lingue letterarie e lingue parlateIl greco (tranne, parzialmente, glosse e iscrizioni, che peraltro sono formalizzate) per noi una lingua letteraria (ma ci, come sempre avviene per le lingue antiche, dovuto anche al processo della tradizione).Il complesso dei linguisti e il sospetto verso le lingue letterarie: lesempio del latino da Augusto al Rinascimento (o al Concilio Vaticano II) e del sanscrito, il divaricarsi dei piani.Le lingue letterarie come forme normalizzate del parlato e come insiemi compatti di regole fissate e codificate, e le lingue parlate come incerti oggetti di ricerca (quale lingua parlata? quali atlanti linguistici?).Limportanza, anche modellizzante, delle lingue letterarie (es. il gotico di Ulfila, lo slavo o slavone di Salonicco di Cirillo e Metodio, larmeno dei primi traduttori biblici, larabo del Corano) e le lingue comuni in nuce (es. di Dante, Petrarca e Boccaccio).on di rado una lingua letteraria diventa lingua comune.

  • Dal parlato alla letteraturaLe lingue letterarie, come anche le lingue religiose, sono un tipo particolare di lingue speciali o tecniche.Parlate locali (ogni gruppo locale ha la sua) e parlate speciali (gruppi professionali, esercito, sport).Il carattere esoterico e segreto delle lingue speciali, che le rende cos difficili da studiare.I caratteri delle lingue speciali: il mantenimento della fonetica e del sistema grammaticale, e la differenziazione lessicale (il lessico ha una certa autonomia ed pi facilmente modificabile: per es. la lingua dei ragazzi); forestierismi, neologismi, slittamenti semantici.

  • Lingue letterarie religiose e profaneLe lingue religiose: il passaggio dallumano al divino e lesigenza di discontinuit e di oscurit (terminologica e sintattica: les. di Ahura Mazdah); le Gatha, gli inni vedici, il Carmen fratrum Arvalium, lInno a Zeus dellAgamennone di Eschilo.Il processo di laicizzazione delle lingue religiose: lintervento di elementi esterni (i re stranieri in India) e il proselitismo (lalfabeto gotico, slavo, armeno).Il processo di cristallizzazione e di irrigidimento indotto dalle lingue religiose divenute letterarie: la chiave di interpretazione della realt e la meccanizzazione del pensiero.Linternazionalismo delle lingue letterarie.Le lingue letterarie di origine profana: thul islandesi, fil irlandesi, scop anglosassoni, chansons de gestes francesi.

  • Il greco come lingua profanaIl diletto delle aristocrazie, le feste pubbliche, i ritrovi dei gruppi; la scarsa incidenza dellelemento religioso sulla lingua e sulla letteratura elleniche.I caratteri delle lingue letterarie: arcaismo e dialettalismo (il dialetto diverso da quello su cui riposa la lingua corrente); differenze grammaticali (il passato remoto, il congiuntivo, ), fonetiche (gorod e grad in russo), lessicali (corsiero, affinch, concerne, sono a dirle, spleta; lesempio dei Cechi e dei Francesi: ordinateur e computer), di ordo verborum (le esigenze di autonomia e completezza delle frasi letterarie).Parlato (varietas e irregolarit grammaticale, monotonia nei tipi di frase e nel lessico) versus letterario (regolarit [monotonia] grammaticale, variet nei tipi di frase e nel lessico).

  • ODISSEA

  • Odissea XVII 290-323 296 , , . 300 [...] , , . , ,320 , .323

  • Quando il padrone non c... un servo fedele: il cane Argo locchio del padrone labbandono dellItaca dei Proci il passato e il presente: schiavi e tempo la bellezza e la forza le donne e gli schiavi il dimezzamento dell

  • La lingua di Omero?Il fantasma del testo di Omero: prima e dopo Alessandria.Let prealessandrina: il sostrato acheo (arcadico-cipriota); il sostrato eolico (ma tessalico pi che lesbico) e le differenti spiegazioni degli eolismi omerici; la fase ionica; ledizione pisistratidea e latticizzazione (?); il - ionico del 403 (lesempio di ); edizioni e .Let alessandrina e postalessandrina: il lavoro degli Alessandrini (Zenodoto, Aristofane di Bisanzio) e le edizioni selvagge dei papiri; Aristarco e la sua scuola; lerudizione ellenistica (Aristonico e Didimo, Erodiano e Nicanore: il commento dei quattro); il Venetus A e la tradizione medioevale.Il problema degli arcaismi: il testo come risultato di un continuo compromesso tra le esigenze della tradizione e della metrica da un lato e della modernizza-zione e delluditorio dallaltro.La fissazione del testo omerico risale a unepoca in cui la pronuncia si era gi differenziata rispetto a quella degli antichi aedi.Le differenze/oscillazioni (dovute al destinatario: Ioni, Eoli, ecc.) gi nel testo antico.

  • Incoerenze omericheLazione del digamma () scoperto da Richard Bentley:a) i 350 casi in cui fa posizione nei tempi forti dellesametro (ma non nei deboli).b) i migliaia di casi in cui evita lo iato.c) la consonante che si sta indebolendo (il passaggio da Omero a Esiodo).Il dativo plurale delle declinazioni tematiche:le forme antiche e e le forme recenti e /.Forme non contratte e forme contratte:a) il genitivo singolare: , e /.b) le contrazioni indebite ( ed ).c) il caso , , , , ().

  • La : diacronia e sincronia Le forme eoliche nelle iscrizioni ioniche di Chio, e le forme eoliche metricamente protette (o metricamente necessarie).Il passaggio di a .I duali in , i gen. in e in , / .I nomi di Posidone e degli Ioni.Dativi plurali in ((), ) e aoristi in .Le forme dellarticolo plurale.Forme con nasali geminate e pronomi personali.Esiti di labiovelari (, , ).Desinenze di infiniti.I participi perfetti in (). Le varie forme delle preposizioni (, , ).Le particelle modali: () e () .I nomina agentis: / per i nomi semplici e / per i composti (come in eolico).Il destinatario ionico e il sostrato eolico (lAsia Minore ionicizzata).

  • Il carattere arcaico della lingua epica La presenza intermittente dellaumento, non rintracciabile in alcun testo di prosa.Lautonomia degli avverbi, non ancora preposizioni o preverbi.Lalternanza di con : e , e , () ed ().La progressiva scomparsa (non rivoluzionante) di alcune libert e di alcune oscillazioni: la regolarizzazione linguistica del greco post-epico.

  • Una lingua letteraria e internazionale Luso incoerente e versificatorio del duale (, ).Il pubblico aristocratico e la corporazione internazionale degli aedi.I composti letterarizzanti e termini peregrini ().Opera aperta, formularit, pensiero individuale e libero dei personaggi.

  • SAFFO

  • Saffo, frr. 5, 15, test. 254a V., , , ... [], , . .

  • la bella Dorica-Rodopi schiavi, artigiani e imprenditori di s la Tracia come terra di conquista i trasferimenti verso sud l Saffo, Carasso e la vergogna la liberazione degli schiavi e il denaro etera per costrizione, etera per scelta?

  • TEOGNIDE

  • Teognide, 535-540, 1210-1217 , 535 . , . , , , ... , . 1210 , , , , , , , 1215, .

  • Massime di schiavit Teognide e lalbum di famiglia dellaristocrazia gente nova e subiti guadagni la nobilt e la schiavit per natura il mito (e la schiavit) dellimmutabilit esilio, migrazione e schiavit la cittadinanza: ius sanguinis e ius soli lautoironia e le parole proibite

  • IPPONATTE

  • Ipponatte, fr. 39 Dg.2 , , , , 5 .

  • Un pittore servissimo la borghesia al lavoro il giambo, Ipponatte, e la poesia degli schiavi lasservimento poetico e il potere della parola il riso simposiale sui servi il degli stranieri le parole che non si dicono

  • Linvenzione dellarticolo La formazione (autoctona soltanto in Grecia) dei concetti scientifici e la lingua come mezzo di conoscenza: le premesse linguistiche della scienza e la selezione degli elementi linguistici necessari allelaborazione teorica.La fissazione delluniversale in forma determinata e il processo di astrazione (nomi propri [lindividuale], nomi comuni [il generale: classificazione, generalizzazione e prima conoscenza], astratti [mere astrazioni senza plurale; nomi mitici-personificazioni e metafore: antropomorfizzare lincorporeo]): linvenzione dellarticolo e la sostantivazione dellaggettivo e delle forme verbali.Funzioni dellarticolo: determinare limmateriale, porlo come universale, determinare singolarmente luniversale (farne cio un nome astratto, comune e proprio a un tempo).Luso particolare, determinato (questo qui), dellarticolo omerico (ed esiodico): il valore dimostrativo e lassenza degli articoli veri e propri; il valore oppositivo (questi quelli); il valore anaforico (Odisseo lui); il valore connettivo-relativo (e quelle ); il valore prolettico (questo: ...); il valore dimostrativo-apposizionale (quella, lisola); il valore individualizzante (tutte quelle altre volte); il valore enfatico (questo tuo dono).La prima comparsa della prosa e la presenza dellarticolo (a eccezione delle iscrizioni cipriote e di quelle panfilie, che lo presentano assai di rado): il valore determinativo; il valore di rinvio e riferimento; il valore di opposizione; linterposizione e la creazione del gruppo del sostantivo; la sostantivazione di qualsiasi elemento della frase e lalgebra linguistica; un processo privo di ogni valore affettivo ma comodo per lesposizione delle idee, e di unagilit e variet che non hanno riscontro nella prosa di nessunaltra lingua indoeuropea (A.Meillet).

  • Le lingue dei lirici I dativi plurali in , (strum. ai. aih, ir. ai. lit. ais) e in , / (loc. su in indoiranico e baltosla-vo): in ionico, nei dialetti dorico-occidentali (eccezioni in argivo), (agg. e sost.) e (dim.) nel lesbico, le oscillazioni dellattico e delle lingue letterarie (la tragedia, la commedia di Epicarmo, i poeti lirici).Luso intermittente, arcaico (bharat e bhrat) e omerico, dellaumento: libero nella lirica corale e in quella eolica, costante (tranne omeriche eccezioni) in quella ionica.Luso intermittente, poetico, dellarticolo (raro negli elegiaci, nella lirica monodica e corale, pi frequente nel giambo e nella commedia, oltre che nella prosa).Liperbato e lordo verborum artificiale.

  • I generi della liricaIl fondo ionico (, , etc.) e gli epicismi dellelegia: ionicismi (o atticismi: ?) non epici (la progressiva riduzione) ed epicismi non ionici (il progressivo incremento). Lepigramma dalla dialettizzazione alla maggiore letterariet (fine IV sec.).Il verso popolare (con paralleli nel vedico) e lo ionico corrente (clto, non parlato: la lingua delle iscrizioni) del giambo (forme contratte, crasi, declinazione attica, termini volgari, la riduzione degli epicismi non ionici).Lincomparabile lirica eolica (in mancanza di una prosa eolica e di una lirica corale epicorica; il limitato apporto delle iscrizioni: fonetica e morfologia, non lessico) e beotica (Corinna), i metri innodici indoeuropei, il lessico e lo stile semplici; la lingua delle persone clte contemporanee (tranne la rarit dellarticolo e delle forme contratte): eolico nei lesbici, ionico in Anacreonte, beotico in Corinna.La lirica corale: il dorico di poeti non dorici; composizioni corali per feste religiose pubbliche e successiva laicizzazione; l, gli infiniti in , gen. in e dat. in , la mancanza di aoristi in e di futuri dorici, la rarit di (tranne che in Alcmane e in Pindaro: la confusione / nei codici), lalternanza /, la presenza di e (), e , i gen. in , > , i composti e la lingua solenne.

  • ESCHILO

  • Eschilo, Persiani 241-248. . . . . . . . 245. . , .

  • La libert dellOccidente auspici da sogno e realt in atto la democrazia lontana il posto pi bello del mondo la guerra nobile delle lance e degli scudi non schiavi, non sudditi la libert efficace dai sogni alle notizie

  • SOFOCLE

  • Sofocle, Edipo re. , , . , , . . . . 1125[...]. . . , . , . . . 1170

  • Linterrogazione di un servo lultimo interrogatorio prima della verit schiavi comprati e schiavi allevati zelo e reticenza: convenienze servili gli schiavi pastori nelleconomia di sussistenza la tortura degli schiavi e gli usi processuali la famiglia, i figli e gli schiavi la compassione non servile che condanna

  • EURIPIDE

  • Euripide, Elettra 367-400 [1] . , , 370 , . [ . 375, . .] 380

  • Euripide, Elettra 367-400 [2] , , . , , 385[ . .] 390 , , . , , .

  • Euripide, Elettra 367-400 [3] . 395 , . , . 400

  • La vera nobilt la casa del contadino e la gnome-captatio ricchezza e nobilt (di cuore) gli scherzi della natura apparenze e pregiudizi lassenza di parametri: il trionfo del caso il congedo della mantica verso la poesia degli affetti familiari

  • Il teatro: festa religiosa e laicaLe maschere da armamentario cultuale a istituto letterario e mezzo di rappresentazione.Lo scenario (il teatro di Dioniso), il pubblico (lintera polis) e la formalizzazione.La commistione di generi poetici non attici: il genere lirico religioso dorico e quello lirico narrativo ionico.Dalla lirica corale alla tragedia: il coro, il canto a solo, il parlato-recitato (lattivit di Arione di Metimna a Corinto e lorigine dorico-corinzia?).

  • Commistione linguistica nella tragediaI cori: i metri e la lingua lirici, l, le ultime tracce del sacro (le oscillazioni testuali e il problema della tradizione linguistica dei testi scenici).Il parlato giambo-trocaico, la lingua di Atene e gli ionismi letterarizzanti: la grammatica attica; ed attici; la sporadicit del duale; (non ) e (non ) e gli iperionismi (); forme ioniche letterarie ( per , e per , , ).La volont di distaccarsi dallattico quotidiano e di alzare il tono: gli omerismi (forme non contratte, lunghe e per e , des. in ed , forme pronominali e articolo-relativo, diverse forme verbali, comp. e , preposizioni, congiunzioni e particelle) e il gioco dei verbi composti (e dei preverbi esaustivi); la glossa in luogo del nome comune; occidentalismi (nel coro e nel dialogo: dal coro al dialogo o da Corinto ad Atene? Metricismi, poetismi, tecnicismi, originari); ionismi non omerici (e.g. , , , ).

  • La cultura di tipo atenieseLa commistione stilizzata di tutte le espressioni letterarie precedenti.La lirica discorsiva e narrativa ionica e la lirica religiosa dorica.Il carattere interdialettale e tendenzialmente imperialista della letteratura ateniese.La preparazione di una nuova lingua comune (che per sar creata dalla filosofia, dalla scienza e dalla storiografia pi che dalla poesia).

  • FERECRATE

  • Ferecrate, Busiride fr. 10 K.-A. , , .

  • le donne-schiave i nomi degli schiavi leconomia domestica: le cose di casa le donne e la fatica come la mattina presto il lavoro alla macina vs. il lavoro al telaio la colonna sonora della schiavit schiavi domestici, donne, tratta degli schiavi.

  • ARISTOFANE

  • Aristofane, Cavalieri 40-72 [1] . . 40 , , , , . , . 45 , , , , , , , , 50, , , .

  • Aristofane, Cavalieri 40-72 [2] . , 55 . , .60 . , 65, ,

  • Aristofane, Cavalieri 40-72 [3] , . , . 70 , , .

  • il dialogo dei servi la scena comica a due il tono, il pianto ridicolo, le battute megaresi il vizio impersonato: servi e servi-padroni la satira politica: chi schiavo di chi? il mostro comico: uno schiavo un po peggiore lautoironia dellimpotenza il servizio comico dei servi

  • MENANDRO

  • Menandro, Aspis 221-255 [1] , , , , , . . , 225, . . , , . 230. , ,

  • Menandro, Aspis 221-255 [2] . , , 235 . . .. [] 240( desunt fortasse uersus i vel ii ) [ ] [ ] [ ]. . [ . . ] ][ ], , , 245

  • Menandro, Aspis 221-255 [3] [ . . . . , , . . 245 . .

  • i servi-registi pedagoghi, cuochi, assistenti, maestri di mensa schiavi clti e piccoli artigiani il servus callidus e l il servo di buon cuore il cuoco che ruba e lindignazione sugli onesti le terre degli schiavi Davo come schiavo-regista

  • Il dramma siciliano e la commediaLa misteriosa (lassenza di opere intere fino a Teocrito e ad Archimede) ma influente (lesempio delle monete del VI sec. a.C.) cultura siciliana e le origini doriche del dramma ()La koine occidentale di tipo dorico: Epicarmo (il nome di un genere?) e Sofrone (la fortuna).I genitivi e , (< ), (< ), , , il dat. pl. in , (per ), , (per , )Le differenze dallattico, la lingua naturale e parlata, i composti parodici, linflusso della tragedia.

  • La commedia atticaLateniese parlato e le differenze tra Aristofane e Menandro: i volgarismi.La grammatica attica (imperativi in e in , ed , futuri dorici e non, ed , comparativi in e in , / / ), i cori e i composti paratragici (e paraepici e paralirici), gli stranieri parlanti nei dialetti locali (le lingue diverse ma comunicanti), i metricismi (-, -, etc.), Erfindungen comiche.La letteratura ateniese e panellenica.

  • Uninvenzione ionica: la prosaLa poesia degli Eoli e la prosa degli Ioni: laffrancamento dalla tradizione e dal sentimento e la riproduzione intellettuale e discorsiva di una realt positiva.Gli Ioni alla guida culturale e spirituale della Grecia dallet arcaica allinizio di quella classica: i Greci yauna, linflusso sullarchitettura, sulle arti e sulla scienza orientale (persiana in primis).La koin ionica e linfluenza dellalfabeto ionico (les. di ), poi generalizzato (Atene 403, Beozia 370, ecc.), e della terminologia ionica.Lestrazione e la lingua ionica dei primi prosatori (Talete, Anassimandro, Anassimene; Eraclito; Ecateo), e quindi del genere in quanto tale (Erodoto e Tucidide; Ippocrate di Coo; Antioco di Siracusa, Ellanico di Lesbo); le poche tracce di una prosa dorica (dalle Dialexeis ad Archimede); le differenze stilistiche (maggiore o minore letterariet), non linguistiche tra i della prosa; poetismi e/o arcaismi.

  • La prosa paraletteraria: , , , leggi ed elenchi L e i riflessi poetici da Archiloco a Platone (Phaed. 60c, 61b).

    Genealogie, elenchi di vincitori (ad Olimpia dal 776 a.C.), liste di sacerdoti o governanti (gli efori a Sparta dal 757 a.C., gli arconti ad Atene dal 683 a.C.), leggi.

  • La prosa didascalica e narrativa: logografia, storiografia, scienza, filosofia

    La lingua dei primi logografi tra pretese poetiche e koin duso microasiatica.

    Epicismi, forme non contratte, ionismi arcaici, lingenuit e il gusto narrativo (lesempio degli Iamata di Epidauro).

  • TUCIDIDE

  • Tucidide, II 62s. [1] , , , , , . , , , ,

  • Tucidide, II 62s. [2] . , , - -, , , , -, , ( ), , .

  • Tucidide, II 62s. [3] , , . , , , , . , , , , , , . , ,

  • Tucidide, II 62s. [4] , . , , , .

  • un dominio che schiavizza paraclesi e parenesi: il tiranno educatore domini pubblici e domini privati la libert ricostituente la schiavit che erode il peso dei padri e della libert conquistata sicurezza di s e disprezzo; speranza e riflessione vs. : la responsabilit e schiavit dell/

  • PSEUDO-SENOFONTE

  • Pseudo-Senofonte, Costituzione degli Ateniesi 1,8-12 [1] , . - , , -, - . , - . -

  • Pseudo-Senofonte, Costituzione degli Ateniesi 1,8-12 [2] . , . . , . , , . , -

  • Pseudo-Senofonte, Costituzione degli Ateniesi 1,8-12 [3] , , . , , . , .

  • schiavi e liberi nellAtene democratica la logica perversa ma ferrea della democrazia il demos e la libert nel male , e la schiavit del demos la dei servi, dei liberti, dei meteci lestetica servile del demos la dei servi e leconomia marittima i servi che guadagnano e non temono: servi ricchi lisegoria dei meteci

  • Erodoto, la filosofia, la medicina

    La lingua semplice (scevra di ), varia e internazionale del viaggiatore di Alicarnasso.Arcaismi, forme non contratte, epicismi e atticismi, periodi pi articolati: la tradizione manoscritta e la stilizzazione letteraria.Le filosofiche tra retorica e poesia: Eraclito e Democrito.Ippocrate : concisione e chiarezza.

  • La lingua ufficiale della dodecapoli e della giambografia: la prosa orale Il carattere autoctono della prosa ionica e il rifiuto dei concetti tradizionali di origine orientale (ma si veda Eraclito): i fatti e la ragione.Gli scritti per la lettura (cf. Plat. Parm. 127c) e il carattere orale delle frasi (le ripetizioni, le pospositive, i parallelismi e la sottolineatura continua della struttura della frase).Dalle parole-forza alle parole-segno (es. di , , ).Il pensiero discorsivo e razionale: lisolamento e lespressione distinta di ogni nozione (lopposizione dei termini, larticolo e laggettivo neutro, le formanti nominali , e e la razionalizzazione del linguaggio), agilit e precisione.

  • ANTIFONTE

  • Antifonte, VS 87 B 44 fr. B c. II [1]
  • Antifonte, VS 87 B 44 fr. B c. II [2] -
  • Antifonte, VS 87 B 44 fr. B c. II [3][]
  • abolire la schiavit? e non rispetto e deferenza la barbarie della discriminazione lunit naturale del genere umano la critica sofistica dellaristocrazia la superiorit della sul una nuova forma (retorica) del diritto del pi forte?

  • TEOPOMPO

  • Teopompo, FGrHist 115 F 122a , , . , , , , . .

  • Teopompo, FGrHist 115 F 122b , .

  • tipi di schiavit il cinismo dei Chii dalle invasioni al mercato la schiavizzazione del sostrato i servi della gleba di Eoli e Dori la manodopera barbara il prezzo degli schiavi i nomi della schiavit

  • Atene e la retorica La sopravvivenza della lingua di cultura ionica.La prosa fatta per lazione: lattico dallarcaismo (il duale, i verbi atematici, /, , e ) alla Kunstprosa.La retorica di importazione (Siracusa?): Gorgia di Leontini (le figure retoriche), Trasimaco di Calcedonia (il ritmo prosastico e i cola).Politologia e storiografia: la Costituzione degli Ateniesi e Tucidide (, , , , , , , ).Lisia figlio di Cefalo (latticismo giudiziario); Antifonte e la differenza tra Tetralogie e discorsi giudiziari; Iperide e lanticipo della koin; Demostene e la prosa di tutta la Grecia.

  • PLATONE

  • Platone, Leggi 776b-778a [1][776b] , [776c] . , , , [] [776d] , , . , [776e] .

  • Platone, Leggi 776b-778a [2] []. , , , , [777a] , , / , (Od. XVII 322s.). , []. [777b] , ,

  • Platone, Leggi 776b-778a [3], , [777c] []. , [777d] , , , , , , , . , , [777e] , ,

  • Platone, Leggi 776b-778a [4] . , [778a] , , , .

  • trattare con gli schiavi la stranezza degli umani schiavo, libero e padrone la necessit degli schiavi trattarli bene tra etica e interesse lerrore della confidenza la parvenza di uguaglianza la diversit nellanima non vogliono rassegnarsi

  • Filosofia e retorica: Isocrate e PlatoneLa conversazione clta di Platone: i poetismi, le etimologie popolari (vd. Cratilo), lattico puro (il duale), parole usuali in significato generale (i neutri e larticolo), lalgebra linguistica.La storia girovaga di Senofonte: lattico impuro e lannuncio della koin (la rarit del duale, dorismi e ionismi, poetismi, coinismi).La lingua aulica e la grammatica attica di Isocrate.La koin in Aristotele: lattico che diventa greco comune e prosa del pensiero razionale (lordo verborum, le pospositive, gli elementi verbali e nominal-verbali, larticolo dimostrativo, varietas e unit).La lingua dei vasai e delle tabellae defixionis: lattico che non rimane.Il problema della tradizione manoscritta e lemendazione (gi antica) delle anomalie.

  • ARISTOTELE

  • Aristotele, Politica 1253b 1-1255b 40 [1][1253b 1-12] -, . . , , , , . ( ) ( . .

  • Aristotele, Politica 1253b 1-1255b 40 [2][1253b 18-20] , .[1254b 20-23] , ) .[1254b 14-17] (1) , , , (2) .

  • Aristotele, Politica 1253b 1-1255b 40 [3][1254b 22-23] - .[1253b 30-1254a 1] , , , . , , , , .

  • Aristotele, Politica 1253b 1-1255b 40 [4][1254a 21-24] , .[1255b 16-20] , , . , , .

  • Aristotele, Politica 1253b 1-1255b 40 [5][1255a 4-11] . . , .[1255a 24-28] , : , , .

  • Aristotele, Politica 1253b 1-1255b 40 [6][1254b 27-1255a 1] , , , ( ), , , , . , .

  • Aristotele, Politica 1253b 1-1255b 40 [7][1255a 12-21] , , , , , ( , , ) - - , .

  • tra natura e cultura la scomposizione come processo ermeneutico , e lo specifico disciplinare e/o ? la funzione naturalmente strumentale dello schiavo rapporti asimmetrici e simmetrici: casa e citt schiavit naturale e schiavit contingente schiavit del corpo e schiavit dellanima la forza e il valore

  • Lunit di tre nozioniLa lingua letteraria da Aristotele allet moderna: la lingua di Polibio, di Strabone, di Plutarco; la lingua avversata dagli atticisti.La lingua parlata, duso, dellet di Alessandro Magno e dei secoli suc-cessivi: la testimonianza dei papiri documentari e di opere a finalit non principalmente letteraria come il Nuovo Testamento; levoluzione della lingua in rapporto ad Aufstieg und Niedergang dellimpero culturale greco; linevitabile varietas di ogni lingua parlata.La lingua madre del greco medioevale e moderno, con la sua nuova differenziazione in parlate non corrispondenti in nulla agli antichi dialetti, e caratterizzate da una sostanziale unit di fondo.La codificazione ortografico-grammaticale e linsegnamento scolastico da un lato, le variet e irregolarit fonetiche e di pronuncia dallaltro: la koin come fluttuante insieme di tendenze (la progressiva e inarrestabile scomparsa del perfetto, dellottativo, del futuro, dellinfinito, la semplificazione del sistema dei casi).La norma ideale e le tendenze naturali, la tradizione e levoluzione, la fissit e il cambiamento.

  • DIODORO SICULO

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [1]1. , . , . 2. , . , , . , , . 3.

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [2] , , , , , . 4. , . , . 5. , , . ,

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [3] . , . 6. , , . , . 7. , .

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [4] , . 8. , , , , , , , , . 9. -

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [5] , . . 10. , , . , . . . , , , . 11.

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [6] , , . , . 12. , , , , . 13. ,

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [7] , . . , . 14. , , , . -

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [8], , , . , , . 15. , , . -

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [9] . . 16. , , , , , , , ,

  • Diodoro Siculo, XXXIV 2,1-16 [10] , .

  • la rivolta degli schiavi in Sicilia previsioni che si avverano: lingue che si capiscono, parti animate che si animano disparit di vita e genesi del brigantaggio malaffare e politica dellinazione propaganda e persuasione: la storia di Euno la brutalit di padroni e servi: la strage di Enna efferatezza di natura o terribile vendetta? il caso della figlia di Damofilo e Megallide esecuzioni sommarie ed elezioni emotive

  • Il quadro storicoCommercianti, soldati, intellettuali dalle -stato alla cittadinanza allentata dellet ellenistica: la lingua locale dalla funzione politica di lingua della comunit a vernacolo per esteriori rivendicazioni di indipendenza.Le tappe di unevoluzione storico-linguistica: le invasioni persiane, legemonia ateniese, legemonia macedone e limpero di Alessandro Magno, limpero romano.La minaccia persiana: dalla koin ionica del VI sec. a.C. alla koin ionico-attica (475-431 a.C.); la resistenza contro i Persiani e legemonia di Atene e di Sparta.Limpero culturale di Atene: il sistema giudiziario (dal 446 a.C.), le cleruchie, le arti e laristocrazia dello spirito (lininfluenza linguistica delle egemonie di Sparta e di Tebe).I Macedoni da Alessandro I (490-454) ad Archelao (413-400) e da Filippo ad Alessandro Magno, e la consacrazione dellattico sotto limpero macedone: il nuovo periodo di espansione (a differenza del V secolo) e laffermarsi della cultura ellenistica (Alessandria, Pergamo, Antiochia).La soppressione delle peculiarit attiche e il formarsi di una lingua comune dalla Sicilia allIndia, dallEgitto al Mar Nero: la lingua urbana e ufficiale delle classi dirigenti e i patois locali (il declino delle koinai occidentali).Il carattere impoetico della koin, lingua della scienza e della filosofia: il lessico intellettuale dellOccidente (precisione e sfumature).I confini del greco: latino, aramaico, partico, arabo, armeno, slavo; influenze, prestiti, calchi.

  • ATENEO

  • Ateneo, VI 267c-e [1] (SVF fr. 353) , . " , , ." , , , . (fr. 13 Hoffmann) . , (fr. 36 Mueller) , , , ,

  • Ateneo, VI 267c-e [2] . - (FGrHist 703 F 5) - -. (TrGF 19 F 14) , , , , . (TrGF 20 F 32) , , . .

  • terminologia servile un opera-contenitore: Ateneo e Panfilo sapere onomastico interessi dialettologici differenziazioni sinonimiche gli exempla (e i frammenti) un sapere da studiosi

  • Le fonti della koinI testi documentari (lettere, conti, ecc.) e gli errori (/, la pronuncia delle occlusive, /, gli errori dei forestieri).Papiri (Egitto ed Ercolano ante 79 d.C.) e iscrizioni: le differenti tipologie di errore.I testi letterari e gli inconvenienti della tradizione (quella a monte: letterarizzante; quella a valle: analogista e/o innovatrice); i testi documentari come indicatori della lingua duso nelle opere letterarie.I testi paraletterari: i Settanta e il Nuovo Testamento; il valore documentario dei testi biblici per lo studio della koin e lantichit della loro tradizione (il Vaticano e il Sinaitico del IV sec., lAlessandrino del V sec.); il problema della paternit delle particolarit (gli autori o i copisti?).Linfluenza del parlato sulla lingua ufficiale: lesempio di / e dei gruppi /.I testi letterari non arcaizzanti (Aristotele, Menandro, Polibio) e il greco moderno: levoluzione della lingua.

  • I caratteri della koinDa un ritmo quantitativo a un ritmo accentuativo (fenomeno indoeuropeo, cui si oppone in parte solo il lituano): lingresso dellaccento nella ritmica e laffievolirsi delle distinzioni quantitative allinterno dello stesso timbro.La scomparsa di , y, s.La scomparsa del duale (Ar.: 37x : 10x + , 27x + duale; Men.: + pl.) e la rianimazione fittizia degli atticisti.La scomparsa dellottativo, doppione del congiuntivo (vd. sanscrito, persiano, latino, ecc.): il mantenimento del valore desiderativo, il progressivo arretramento di quello potenziale (la concorrenza del futuro: qualcuno potrebbe fare / far forse), di quello irreale (la concorrenza del passato: facciamo come se tu fossi / che eri), di quello dipendente dai tempi storici (congiuntivo del passato: la concorrenza del congiuntivo); la perdita di uneleganza da aristocratici (Meillet).Il verbo dalla complicazione indoeuropea (le anomalie) alluniformazione paradigmatica: i verbi atematici e le forme irregolari ricondotti a una coniugazione normale; la debole e ambigua des. 3 pers. pl. e il prevalere di .La riduzione delle forme nominali anomale, la riduzione dei comparativi, la progressiva scomparsa del medio, la rapida scomparsa del perfetto (la concorrenza dellaoristo, nello sbiadirsi dei valori aspettuali), la scomparsa della flessione consonantica, lo sviluppo delle preposizioni (specie nei Settanta).

  • I LXX: RUT

  • Rut, 2 [1] 2 3 4 5 6 7

  • Rut, 2 [2] 8 9 10 11

  • Rut, 2 [3] 12 13 14 15

  • Rut, 2 [4] 16 17 18 19 20

  • Rut, 2 [5] 21 22 23 .

  • serva per amore Rut, la moabita: serva e straniera una vicenda di amarezze la fedelt alla famiglia acquisita il lavoro serio e duro laffezione di Booz: dono e dignit la nascita di un amore e il riscatto di Rut la serva e la storia della salvezza: Obed - Iesse - Davide

  • IL NUOVO TESTAMENTO:LA LETTERA A FILEMONE

  • Lettera a Filemone [1] 2 , 3 . 4 , 5 , , 6 . 7 , , . 8 9 ,

  • Lettera a Filemone [2] 10 , , , 11 [] , 12 , , 13 , , 14 , . 15 , , 16 , , , . 17 , . 18

  • Lettera a Filemone [3], . 19 , . 20 , . 21 , . 22 . 23 , 24 , , , , . 25 .

  • Cristianesimo e schiavi una posizione ambigua, tra condanna e tolleranza schiavo e figlio schiavo e fratello il vangelo nelle persone limportanza dellamore spontaneo lassenza di una critica sociale la liberazione del cuore e la liberazione del corpo

  • IL NUOVO TESTAMENTO:IL VANGELO DI GIOVANNI

  • Giovanni, 13,1-17 [1] , . 2 , , 3 , 4 5 . 6 , ; 7 , .

  • Giovanni, 13,1-17 [2]8 . , . 9 , . 10 , , . 11 . 12 [] , ; 13 , , . 14 ,

  • Giovanni, 13,1-17 [3]15 . 16 , . 17 , .

  • Il Dio-servo la radice nellamore fino in fondo il contesto conviviale la lavanda dei piedi, tra servizio e purificazione il dialogo con Pietro: la scomodit del farsi servire il maestro che si umilia il servizio reciproco la libert nel servizio

  • schiavit rituali Poi, dopo di lui, ci fu quel numero di Natale che a Radio City fanno tutti gli anni. Frotte di angeli che vengono fuori dai palchi e da tutte le parti, dovunque ti giri c gente che porta crocifissi e roba simile, e tutti quanti sono migliaia cantano come matti Venite tutti o Fedeli! Ve li raccomando io. Passa per un numero maledettamente religioso, lo so, e anche carino e via dicendo, ma io non vedo proprio che cosa ci sia di carino e di religioso in un mucchio di attori che trascinano crocifissi avanti e indietro per il palcoscenico, Dio santo. Quando finirono tutto quanto e cominciarono a tornarsene nei palchi, si vedeva lontano un miglio che morivano dalla voglia di fumarsi una sigaretta, o che so io. Lanno prima lavevo visto con la vecchia Sally Hayes, e lei non la finiva pi di dire che era una meraviglia, e i costumi e questo e questaltro. Io avevo detto che se il vecchio Ges lavesse visto, come minimo avrebbe vomitato tutti quei costumi da carnevale e compagnia bella. Sally mi aveva detto che ero un ateo sacrilego. probabile.

  • alla fine di una carrellata...le persone e le cose, disumano e umanocoazione e libertfato e sceltauna piaga da debellare e un costume da diffondere la libert come passaggio dalla schiavit al servizio

  • la gioia del servizio A Ges piacerebbe veramente una cosa sola, il tizio che suona i timpani nellorchestra. Sar da quando avevo otto anni che lo sto a guardare. Io e mio fratello Allie, se eravamo coi nostri genitori e compagnia bella, cambiavamo sempre di posto e andavamo avanti per poterlo guardare. il pi bravo timpanista che abbia mai veduto. Durante ogni pezzo gli capiter di percuotere i timpani s e no un paio di volte, ma non ha mai laria annoiata quando sta l senza far niente. Poi, quando li percuote, lo fa in un modo cos carino e dolce, con quellespressione tesa sul viso.(J.D. Salinger, Il giovane Holden, trad. it. di Adriana Monti)

  • epilogo Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto. Su una parete della nostra scuola c scritto grande I care. il motto intraducibile dei giovani americani migliori. Me ne importa, mi sta a cuore: il contrario esatto del motto fascista Me ne frego.

    (L. Milani, Lettera ai giudici, 24 ottobre 1965)

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