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1 1. Berny e le SIM false pag 1 2. Fedina penale del Macellaio 2 3. Dalla Rete di Vendita 2 4. Cubo! Chi l’ha visto? 2 5. Grande Fratello Telecom Italia 3 6. 25,00 della Vergogna 4 7. Dati sensibili Clienti in Romania 5 8. Analisi clima 6 9. Necrologio da Rete Vendita 6 Berny e le SIM False Apriamo questo numero con un mezzo mea culpa del bravo Berny. Come emerge da un articolo de La Stampa del 21 gennaio us il fenomeno delle SIM false in Telecom era molto più corposo di quanto i nostri bravi censori tentavano di sostenere. Nel n° 26 riportavamo il dato ufficiale del terzo trimestre pubblicato da Telecom, dove dichiarava di aver dovuto cancellare 1,9 milioni di schede false . Questo veniva dichiarato a dicembre. Nel nostro n° 26 manifestavamo nostri dubbi su tale dato essendo certi che il numero reale fosse prossimo a 8 milioni di schede . A poco più di un mese i nostri bravi zelanti e super pagati controllers fanno dichiarare al Berny che le schede false sono 5 milioni . A distanza di un mese si dichiara un numero 3 volte maggiore. Non ci sembra un modus operandi da grande azienda, ma piccola bottega di borgata. E’ apprezzabile la coraggiosa presa di posizione del Berny, ma siamo ancora lontani dal fare chiarezza su tale inquietante vicenda. Ipotizzando 5 milioni (od 8 come sosteniamo noi) ci troviamo di fronte a fenomeni di tale gravità che impensabile che il “vertice” non se ne sia accorto. O vale anche per Telecom il “nulla so” di siciliana ed omertosa memoria? Berny dice che sono stati licenziati, sospesi, una quarantina di persone, tra cui alcuni dirigenti. I sospesi a livello impiegatizio sono bassa manovalanza costretta ad eseguire. Il dirigente Top licenziato, Lucio Golinelli, è stato licenziato per “leggerezza nei controlli”, gli è stato permesso di rientrare in sede dopo qualche giorno del suo licenziamento e caricarsi l’auto di documenti “caldi”; in segno di gratitudine verso il suo silenzio la Moglie, ancora in Telecom, è stata messa in posizione di responsabilità e prevediamo una dirigenza a breve. Il Napoletone nazionale in tutto questo? Un uomo che guadagna 1 milione di euro l’anno non si accorge che più del 20% (30%) delle schede attivate sono false? In questi casi due possibilità: o sapeva (connivente e colluso) o è incapace. In entrambi i casi non è persona idonea ad assumere ruoli di responsabilità. A proposito d’indebiti compensi: il Napo e tutti gli attori di questa vicenda hanno restituito il quanto indebitamento percepito per aver realizzato numeri falsi? Abbiamo ragione di pensare di no, anzi l’abbiamo mandato a fare la vacanze in Brasile assieme al fidato Cirillo (altro regista dell’operazione SIM false), entrambi impuniti e arricchiti alle spalle di dipendenti azionisti e clienti. Sempre Berny dichiara che ci sono stati danni per decine di milioni di euro (il Corriere di qualche mese fa da noi riportato parla di 500 m.ni di danni, 10.000 posti di lavoro ); è il caso di avviare azioni risarcitorie verso i diretti responsabili e verso chi non ha saputo gestire…

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1. Berny e le SIM false pag 1 2. Fedina penale del Macellaio 2 3. Dalla Rete di Vendita 2 4. Cubo! Chi l’ha visto? 2 5. Grande Fratello Telecom Italia 3 6. 25,00 € della Vergogna 4 7. Dati sensibili Clienti in Romania 5 8. Analisi clima 6 9. Necrologio da Rete Vendita 6

Berny e le SIM False

Apriamo questo numero con un mezzo mea culpa del bravo Berny. Come emerge da un articolo de La Stampa del 21 gennaio us il fenomeno delle SIM false in Telecom era molto più corposo di quanto i nostri bravi censori tentavano di sostenere. Nel n° 26 riportavamo il dato ufficiale del terzo trimestre pubblicato da Telecom, dove dichiarava di aver dovuto cancellare 1,9 milioni di schede false. Questo veniva dichiarato a dicembre. Nel nostro n° 26 manifestavamo nostri dubbi su tale dato essendo certi che il numero reale fosse prossimo a 8 milioni di schede. A poco più di un mese i nostri bravi zelanti e super pagati controllers fanno dichiarare al Berny che le schede false sono 5 milioni. A distanza di un mese si dichiara un numero 3 volte maggiore. Non ci sembra un modus operandi da grande azienda, ma piccola bottega di borgata. E’ apprezzabile la coraggiosa presa di posizione del Berny, ma siamo ancora lontani dal fare chiarezza su tale inquietante vicenda. Ipotizzando 5 milioni (od 8 come sosteniamo noi) ci troviamo di fronte a fenomeni di tale gravità che impensabile che il “vertice” non se ne sia accorto. O vale anche per Telecom il “nulla so” di siciliana ed omertosa memoria? Berny dice che sono stati licenziati, sospesi, una quarantina di persone, tra cui alcuni dirigenti. I sospesi a livello impiegatizio sono bassa manovalanza costretta ad eseguire. Il dirigente Top licenziato, Lucio Golinelli, è stato licenziato per “leggerezza nei controlli”, gli è stato permesso di rientrare in sede dopo qualche giorno del suo licenziamento e caricarsi l’auto di documenti “caldi”; in segno di gratitudine verso il suo silenzio la Moglie, ancora in Telecom, è stata messa in posizione di responsabilità e prevediamo una dirigenza a breve. Il Napoletone nazionale in tutto questo? Un uomo che guadagna 1 milione di euro l’anno non si accorge che più del 20% (30%) delle schede attivate sono false? In questi casi due possibilità: o sapeva (connivente e colluso) o è incapace. In entrambi i casi non è persona idonea ad assumere ruoli di responsabilità. A proposito d’indebiti compensi: il Napo e tutti gli attori di questa vicenda hanno restituito il quanto indebitamento percepito per aver realizzato numeri falsi? Abbiamo ragione di pensare di no, anzi l’abbiamo mandato a fare la vacanze in Brasile assieme al fidato Cirillo (altro regista dell’operazione SIM false), entrambi impuniti e arricchiti alle spalle di dipendenti azionisti e clienti. Sempre Berny dichiara che ci sono stati danni per decine di milioni di euro (il Corriere di qualche mese fa da noi riportato parla di 500 m.ni di danni, 10.000 posti di lavoro); è il caso di avviare azioni risarcitorie verso i diretti responsabili e verso chi non ha saputo gestire…

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Fedina penale del MACELLAIO Giusto per fare un po’ di pulizia all’interno di Telecom, per dare una ventata di moralità ed etica, termini molto di moda oggi solo a parole, chi scegliamo come uomo della Provvidenza? Il Bona-Macellaio. Quando Padre Tonino e Berny hanno valutato questa opportunità non erano a conoscenza dei burrascosi trascorsi del Macellaio. Di seguito un articolo procurato dalla nostra DIA che descrive puntualmente lo spessore morale di tale personaggio di cui Telecom Italia aveva tanto bisogno. ITALIA - Pesanti accuse dalla rete commerciale alla 'vecchia' Wind ... Al centro del procedimento le cosiddette "transazioni tombali" a cui sarebbero stati obbligati diversi agenti della compagnia telefonica. Dopo che nel febbraio scorso il tribunale di Roma aveva rinviato gli atti al pm Mario Dovinola, affinchè modificasse il capo d'imputazione, da violenza privata ad estorsione, è un ulteriore impasse per un chiarimento della vicenda. Nel fascicolo, risultano iscritti, l'ex amministratore delegato della Wind, Tommaso Pompei, piú altri manager, come Fabrizio Bona, Claudio Carrà, Mario Ruggiero (anche lui assunto in Telecom ndr) e Stefano Azzi. A dare il via agli accertamenti della Guardia di finanza, nel 2005, era stata una denuncia alquanto circostanziata di

Giuseppe Burgani, come presidente del Consorzio Piave, in rappresentanza di centinaia di agenzie e società che componevano la rete commerciale di Wind. Oggetto della questione il presunto mancato pagamento di numerosi contratti da parte dell'azienda e quel che poi ne è seguito. Una serie di approfondimenti, accompagnati anche a verifiche incrociate tra gli stessi agenti, permise di scoprire come parte dei soldi attesi per il lavoro svolto non venivano versati alle agenzie che avevano stipulato nuovi contratti, ma dirottati verso altre società. L'operazione, secondo le accuse, avrebbe determinato una cospicua perdita per le agenzie coinvolte, e - secondo chi quereló - potrebbe essere servita alla Wind per migliorare i propri bilanci in vista dell'imminente vendita, cosa poi avvenuta con l'acquisto della società da parte di Orascom dell'egiziano Naguib Sawiris. Di fronte alle proteste degli agenti - secondo l'accusa - la Wind avrebbe imposto una serie di transazioni, obbligandoli di fatto ad accettare una somma di gran lunga inferiore a quella dovuta a titolo di risarcimento. Messi alle strette, e con la prospettiva di restare senza lavoro e di dover licenziare alcune migliaia di dipendenti, gli agenti decisero di dar vita al consorzio Piave. Sull'intera questione, nella scorsa legislatura, il senatore dell'Udc Maurizio Ronconi aveva presentato diverse interrogazioni parlamentari al ministri dell'Economia e delle Comunicazioni. In chi ha indagato a Roma, particolare sconcerto ha provocato quanto avvenuto nel corso di un convegno del Consorzio Piave, avvenuto in Puglia, tra il 19 e il 21 settembre del 2004. I dirigenti Wind che parteciparono alla kermesse, secondo il capo d'imputazione, acquisirono i filmati con le persone presenti al congresso, disposero pedinamenti. "Tanto al fine di sottoporre a pressione i partecipanti al consorzio", scrive il gip Marcella Palmisano, nel decreto di fissazione dell'udienza. Comunque le revoche e disdette, per gli agenti, erano "sfornite di giustificazioni" e azionate "al precipuo scopo intimidatorio e punitivo". Complimenti al Macellaio e a chi ha pensato di portarlo in Telecom, del resto ben si inquadra in quel contesto che si sta vivendo, fatto di censure, pressioni e minacce a tutti i livelli. BRAVI! Dalla RETE di VENDITA…. Per rimanere in tema rete di Vendita riportiamo la lettera gentilmente mandataci da un Dealer (ringraziamo per la fiducia e la stima) che descrive il clima con il quale si opera nell’ambito della rete: Caro Duke, sono un imprenditore che opera nel settore dal 1990 e la delusione che ho avuto da Telecom Italia è stata davvero unica. Ero centro Tim fino al 2001, quando poi sono stato contattato da Wind per fare un mondo Wind, dal 2001 e al 2006 ho lavorato con Wind e facevo parte di un progetto Top, dove erano inclusi solo venti negozi in tutta Italia, ma...quando poi nel 2004 è arrivato il Macellaio per una mia mail di malcontento inviatagli, mi manda disdetta per fine contratto.....(31/12/06) per fortuna nella mia vita ho sempre diversificato il mio lavoro e quindi, oltre alla delusione me n’è importato ben poco. Già nel gennaio 2006 vengo contattato Telecom per trasformare il negozio da Wind a Telecom , ma il tutto con gli stessi margini e più personale, quindi decido di non passare, poi in seguito visto la disdetta del Macellaio, avevo l’opportunità di prendere un locale nella strada più importante e pedonale di XXXXXX, cosi mi avvio un’avventura con Telecom ma con un investimento notevole per rilevare il posto (500.000.00€) Inaugurazione 29/10/2007 grande festa poco contributo scritto e tante promesse, è da sottolineare che Telecom era da circa venti anni che cercava di aprire su quella strada......L'anno finisce bene con dei discreti guadagni, ma nel 2008 rimetto dalle tasche 70.000€; nel 2009 con l'arrivo di Frasca espongo la mia situazione, da marzo 2009 a settembre 2009 tante promesse e tante chiacchiere, fin quando decido nel settembre 09 di inviare un’e mail dicendo che mollavo, Il Frasca mi chiama come un pazzo chiedendomi un incontro urgente, le mie pretese...ecc, non ho chiesto nulla di che, fitto 100% e un trattamento sui compensi per lavoro svolto. Il Frasca s’interfaccia con Roma (Macellaio e Pellegrini,ei fu) la risposta è stata: vuole

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chiudere? e fallo chiudere! Io mi rimbocco le maniche e cerco un interlocutore per cedere la location, tra questi anche Vodafone Gestioni S.p.A., dopo varie visite vado alla definizione con la stessa. Il 28/12/09 consegno le chiavi del Negozio e per mia grande soddisfazione tolgo l'insegna Tim, Alice, per sostituirla con Vodafone, nel posto più importante di XXXXXXX. Il mio, era un negozio di grandi numeri a tanta qualità, mi domando… ma è possibile che ci sia un’azienda così allo sfascio da perdere un negozio considerato il più importanti dell’area XXX? Davvero non ho parole! Il buon cretino Pellegrini nel gennaio 09 ha fatto una cena invitando i più importanti rivenditori.. io ero presente, ha fatto centinaia di promesse ma non ne ha mantenuta una. Voglio anche dirti che nel Luglio 09 mi sono incontrato con il Pellegrini per illustrargli la situazione, il vecchio e rimbambito chiese una relazione dal territorio che gli fu fatta, ma senza alcuna risposta in merito. Vorrei che questa vicenda la sapessero tutti. Grazie Ogni nostro commento è superfluo, complimenti ai nostri Magnager per la brillante operazione. Cubo! chi l’ha visto?

Sembra un tempo così lontano quello dell’annuncio del Cubo datato 13 dicembre da parte di Berny, eppure è passato solo un mese e non ne sentiamo più parlare, sintomo di ennesima Bufala come il Videotelefono, i passi sembrano identici. Abbiamo scoperto che negli ultimi 15 giorni dell’anno sono stati spesi solo di Advertising 4 milioni di euro (come da dettagliato documento di sintesi rinvenuto dalla nostra DIA), così come apprendiamo che è previsto un investimento di 80 milioni di euro per 640.000 pezzi. Costo complessivo dell’operazione 100 milioni di euro (equivalente di 2.000 posti di lavoro). A fronte di tali spese quali ritorni? Saremmo grati e lieti conoscerli, altrimenti si ha il sospetto che trattasi dell’ennesima operazione per “distrarre” euri dall’azienda verso tasche non note. Di seguito un estratto di articolo della Tribuna di Treviso del 9 gennaio: Visionee e il Cubo della fortuna (tribuna di Treviso 9 gennaio) TREVISO. La rivoluzione digitale in Italia passa per un Cubo. Per lanciare la sfida globale ai grandi network e rendere accessibile a tutti i suoi clienti i contenuti internet senza rinunciare al televisore, Telecom Italia ha scelto l’o riginale decoder di ultima generazione inventato a Ponzano Veneto dell’equipe di tecnici di Visionee, piccola azienda che balzerà da 4 a 80

milioni di euro di fatturato in un batter d’occhi……..Siamo partiti quindi con una prima tranche di 40.000 pezzi e dovremo consegnarne altri 600.000 nei prossimi mesi dice Nicoletta D’Eredità, socio e amministratore della società fondata da Mauro Fantin. Un nostro zelante ed attento agente ci segnala che il Cubo già esisteva, certo non era bello come il Nostro e non aveva la faccia del Luky Manero impressa sopra, ma era funzionale ed è prodotto dalla ASUS: Asus O! Play HDP-R1 HD Media Player, il prezzo di commercializzazione è di soli 99,00 € (iva inclusa). Guardare per credere: http://www.youtube.com/watch?v=bb4TL9rMpA8 Complimenti al Manero ed ai nostri kasty per l’ennesima bufala che costerà il posto di lavoro a sole 2.000 persone. Mi auguro che qualcuno assuma l’iniziativa ad “approfondire” per via giudiziale l’ennesima “marketta”. Grande Fratello Telecom Italia

Le ultime dichiarazioni di Hillary Clinton sulla “libertà in rete” ha fatto irritare i Kasti Telecom, dediti sempre più incisivamente ad operazioni di censura e di mura da porre; prova ne sono tutti gli sterili tentativi per fermare la diffusione del Duke. Tale chiusura denota arroganza e assolutismo, mancanza di capacità al confronto leale e corretto, dispotismo che nasce da posizioni acquisite senza merito ma per kasta. Per fortuna il mondo va da un’altra parte. Riportiamo una sintesi dello studio realizzato dal nostro settore ricerche DIA per dimostrare l’uso illecito che fanno i Kasti per “controllare” chi potenzialmente dissente. Un uso che contravviene palesemente alle leggi di uno Stato democratico ed a quell’etica di cui tanto ha parlato Fonzie in occasione dell’ultimo incontro.

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Ricordate lo scandalo delle intercettazioni telefoniche? Per usare la frase di Tomasi da Lampedusa, “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Tutto è cambiato nel frattempo per non cambiare nulla e vi dimostriamo perché. Ieri, Tavaroli Giuliano, carabiniere, brigadiere; lasciata l’arma, lo ritroviamo prima capo della Sicurezza Pirelli e dopo la scalata di Tronchetti Provera, responsabile della Security Telecom Italia. A seguito dello scandalo delle intercettazioni Tavaroli & Co sono stati destituiti. Oggi, Damiano Toselli (ispettore Clouseau), il carabiniere che a suo dire avrebbe individuato il Duca …”un illuso che vuole cambiare il mondo con sistemi poco eleganti”, dice il Clouseau, ma noi siamo sempre qua a fare la nostra opera anti kasta. Invece caro Clouseau, siamo sicuri che per tentare di individuarci ha fatto uso degli stessi sistemi della ditta Tavaroli, ovverosia accessi sui Personal Computer della “rete” e intercettazioni telefoniche. Le intercettazioni telefoniche. Abbiamo installato sui nostri telefonini (non Nokia) un software scaricabile gratuitamente da internet che avverte della presenza di un terzo in ascolto, ebbene c’è sempre qualche curioso che ascolta…. Le intrusioni sui PC. Avevamo il sospetto di essere intercettati. Del resto era prevedibile e quindi per procurarci le prove, al momento depositate presso un legale ed un notaio della capitale, ci siamo attrezzati. La raccolta ha richiesto mesi di lavoro e la pazienza di Giobbe attraverso il monitoraggio continuo dei nostri PC da parte dei nostri esperti informatici. Incrociando i dati estratti (più di un TeraBite) si è accertato che le persone (matricole) e/o macchine (workstation name) che hanno violato i nostri PC anche a macchina spenta o in stand by erano sempre le stesse, facenti capo a Società esterne tipo BSS, Eustema, NCI, Siemens, Pride s.p.a. ed altre ancora. Conclusione amara: gli uffici della sicurezza sono sempre in mano ad ex militari; gli investigatori privati continuano ad essere pagati profumatamente e milioni di euro svaniscono in fantomatiche consulenze. Sono cambiati i giocatori, altri responsabili si affacciano tra associazioni e forum di sicurezza per dire che loro non hanno niente a che vedere con i predecessori, ma i fatti sono sempre gli stessi alla faccia della libertà di informazione ed in nome di un potere esercitato solo per mantenere posizioni di privilegio per i KASTI. 25,00 € della Vergogna …

I sindacati, cosiddetti firmatari di contratto, chiedono ai “lavoratori non iscritti”: “una quota contratto di € 25,00 a titolo di contributo per le spese da esse sostenute per la preparazione, la partecipazione e la gestione delle trattative, da trattenere sulle retribuzioni relative al mese di marzo 2010”. E’ evidente che di fronte al crollo degli iscritti, alla costante delegittimazione sul campo, che nasce dal pronismo cronico degli ultimi 10 anni, alla necessità di soldi per mantenere l’elefantiaca inutile struttura, i cari amici firmatari di un ridicolo contratto chiedono aiuto a mamma Telecom per fare cassa. Il sottile giochetto porterà nelle tasche del sindacato,solo per Telecom Italia, 1 milione di euro, abilmente “distratto” dalle tasche del mal capitato lavoratore sempre più carne da Bona (macello). L’operazione è palesemente illegittima e ci meravigliamo come un’azienda che si qualifica etica come Telecom si presti a questi giochetti da mercatino delle pulci, rendendosi complice di un’operazione deprecabile sia dal punto di vista giuridico che morale. Caro lavoratore premurati a mandare fax di diffida secondo modello reso disponibile da comunicato azienda a non farti trattenere i 25 euro, e apri gli occhi sull’onestà di tali operazioni. E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine, ci vuole un grande coraggio a pensare un furto del genere, motivandolo come “contributo spese per la partecipazione e gestione trattative….. Fareste meglio a non partecipare alle trattative di sicuro avremmo meno costi e contratti migliori. A fronte tale criminale arroganza un solo sentimento: VERGOGNA!!!!!!!!!

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Dati sensibili Clienti in Romania Lunedì 11 Gennaio 2010 di Gianmarco Salvetti Riportiamo articolo per far ben capire come gira il fantastico mondo delle Markette tra Kasti e chi alla fine è costretto a pagarne le conseguenze, il lavoratore dormiente. “Nell'assordante silenzio istituzionale di questa disperata crisi economica, solo per i lavoratori, continua la delocalizzazione dei dati sensibili dei clienti Telecom Italia. È stata infatti presentata istanza di richiesta di cassa integrazione straordinaria per 42 dei 212 lavoratori della società Innovis Spa di Scarmagno (TO). Questa società è controllata dei gruppi Comdata Spa e Olivetti Telecom Italia. I dati sensibili dei clienti Telecom Italia quali: dati bancari iban (numero di conto corrente bancario), conti correnti postali, codici fiscali, indirizzi di prime case seconde case e uffici, numeri telefonici privati (anche recapito cellulare privato dei clienti), carte di identità e firme autografe dei clienti, saranno gestiti dal personale della sede rumena della società Comdata Service sita in Craiova, città del distretto di Dolj dello stato della Romania (in aggiunta agli attuali). Tutto questo a scapito del posto di lavoro, dello stipendio, dell'attività lavorativa e della vita di 42 lavoratori Canavesani della società Innovis di Scarmagno. Questi lavoratori, ex dipendenti della Olivetti di Ivrea, hanno già subito una "riqualificazione" costata la perdita di un lavoro qualificato e il calvario della cassa integrazione, con corso di riqualificazione, per la nascita della società Innovis nell'anno 2002. Ma questa volta è totalmente diversa la situazione. Mentre allora la Olivetti cessava le sue attività e i suoi asset industriali, ora la Innovis spa non cessa alcuna attività. Precisiamo che il contratto per la commessa del lavoro di tipizzazione (trattamento dei dati e comunicazioni dei clienti Telecom Italia) è stipulato da Telecom Italia con Innovis Spa e non con la società Comdata Spa. L'attività quindi non va a cessare ma viene trasferita nella suddetta sede rumena. Pare quindi assai maldestro formulare una richiesta di cassa integrazione per "cessazione di attività" da parte della società Innovis. L'attività di tipizzazione che passa attraverso Innovis viene dirottata verso la società Comdata Service (Società del gruppo Comdata avente circa 5000 addetti), che continuerà le lavorazioni sui clienti di Telecom Italia Spa. Inoltre queste delicatissime attività vengono spostate verso una nazione avente i più alti gradi di criminalità informatica al mondo. Si mette quindi a grave rischio la sicurezza dei dati di milioni di italiani, per un mero guadagno economico di un'attività che, già redditizia, dava lavoro in un territorio depresso e in grave crisi come quello del canavese. Può passare tutto questo nel solito assordante istituzionale silenzio?” Abbiamo ritenuto interessante riportare un benestare al pagamento di 4,5 m.ni di euro di solo dicembre per attività rese a Telecom in Outsourcing (totale più di 50 m.ni euro annui = 1.000 posti di lavoro), è interessante vedere che mentre da una parte Telecom chiede aiuti allo Stato (mobilità, solidarietà) dall’altra si fa fare i servizi all’esterno e investe in Tunisia dove ha già call center attivi. Ci giungono notizie che è in atto fase di “esternalizzazione” del 119 così Padre Tonino e i casti ottengono i loro numeri con la connivenza dei proni-sindacati. Analisi di Clima Al via la rilevazione del clima aziendale 2010 Prende avvio la farsa dell’analisi di clima in Telecom, riportiamo i toni demagogici da propaganda di regime: La nostra tradizione di ascolto torna la prossima settimana tutta rinnovata. Dal 19 gennaio e per due settimane potremo compilare online il questionario (collegandoci al link della email di invito che riceveremo) per la rilevazione del clima aziendale e far conoscere le nostre opinioni, i pareri, le idee, tutto ciò che per noi è vivere in Telecom Italia. Il questionario, testato con un apposito focus group a cui hanno partecipato alcuni colleghi, è rinnovato nel linguaggio e nella struttura ed è pensato per stimolare la riflessione e la partecipazione. Sono state introdotte nuove domande con l’obiettivo di conoscere e valorizzare le interazioni all’interno dell’azienda, il valore delle relazioni e lo scambio di conoscenza nelle comunità professionali. La soddisfazione sugli aspetti relativi ai “servizi” che l’azienda mette a disposizione (es. ambiente fisico di lavoro, strumenti, ecc.), tradizionalmente presente nei questionari precedenti, sarà rilevata, più avanti, in maniera mirata per comprendere meglio le situazioni e definire più rapide e puntuali azioni di miglioramento. E’ proprio il caso di dire che hanno la faccia come il K…. E’ come se Stalin chiedesse ai contadini di fare un’ analisi di Clima nei gulag, o Saddam ai Sunniti ecc. Con l’aria di censura che si respira, con il clima di terrore instaurato

(contestazioni, licenziamenti, minacce velate ed esplicite), sondano il clima. Chi ha scritto la “nostra tradizione di ascolto” merita il Nobel, sembra quasi vero. In una parola Ve lo diciamo noi il clima che c’è: fecale, di paura d’incertezza, instabilità, senza nessuna prospettiva, un clima di attaccamento a quella miseria di stipendio che ancora riuscite a dare. Non è un ruolo che sapete ben recitare quello dei democratici, essendo abituati al bieco servilismo. Se volete fare

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un’analisi di clima seria e non demagogica, affidatevi a consulenti esperti, autonomi e democratici, e soprattutto garantite il reale anonimato di chi compila il questionario. Siamo certi che come in passato saranno presentati dati taroccati che descrivono un mondo da Alice nel paese delle meraviglie. Dalle domande che abbiamo letto sul questionario abbiamo la sensazione si tratti dell’ennesima trappola per individuare i “cogitanti” e farli fuori, consentendo così al Padre Tonino di raggiungere i suoi funerei obiettivi…

Approfittiamo per ricordare ai nostri cari lettori riguardo alla farsa del processo di valutazioni 2009 di

NON COMPILARE LA SCHEDA 2009

Necrologio dalla rete di Vendita

I nostri agenti DIA ci riportano quanto pubblicato sul giornale La Sicilia di Catania, un’altra pagina che descrive il clima “fecale” che si respira in ambito Telecom Caro Berny, tu continua a stare tranquillo……

Borodino: 1 Febbraio 2010 AD Vostro Dvke

Segnalate casi di KASTA a: [email protected] “Gutta Cavat Lapidem”

Per aggirare la censura: cambiare nome file del

documento e inoltrarlo e mantenere corpo e mail senza testo.

ATTENZIONE – EFFETTI COLLATERALI DEL DUKE:

La lettura prolungata può causare indipendenza e senso di euforia