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ARTE. 100.4 EUCLIDE GIORNALE DEI GIOVANI... · Gli amanti di René Magritte ... ingannati da una bella stagione che ... con pennelli sottili a costituire la trama pittori-ca frenetica

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ARTE

Briciole d’arteL’arte racconta l’amore e lo fa con migliaia di sfumature di colore. Con il passare de-gli anni i rapporti si sono evoluti nel tempo e così anche le loto rappresentazioni. Ti-mido o passionale, mitologico o surreale, l’amore è da sempre fonte di ispirazioneper gli artisti, come dimostra questa serie di opere dei pittori più famosi che non tro-va posto migliore se non nell’edizione di San Valentino.

1. Giove e Io di Correggio (1582 o 1583)

Il dipinto, realizzato dal celebre pittore emiliano, è dedicato alla vicenda di Io, sacer-dotessa di Era, così come narrata nelle Metamorfosi, il poema epicomitologico diOvidio: invaghitosi di lei, ma timoroso della gelosia di sua moglie, Giove, fece calareuna fitta nebbia sulla terra e sedusse l’affascinante fanciulla. La nube assume un co-lore cangiante dal viola al grigio in cui si intravedono vaghe sembianze umane; il vol-

to di Io, travolto dalla passione, rende l’atmosfera del quadro ancora più misteriosae languidamente sensuale. Svolgendosi, la scena, in un ambiente boschivo di sera,prevalgo-no colori freddi che trovano luminosità, però, nel bianco drappo su cui èseduta Io. Particola-re è sia la totale mancanza di un accenno di prospettiva sia larealizzazione verticale del quadro.

2. Il bacio di Francesco Hayez (1859)

E’ un quadro molto sensuale, dove i due amanti si scambiano un bacio prima dellafuga dell’uomo che è già con un piede sulla scala. Interessante è anche la figura cheappare nella penombra, a sinistra degli amanti, riconducibile probabilmente ad unadomestica curiosa. Allegoricamente, questo lavoro di Hayez, presenta più di un signi-ficato, tutti legati fondamentalmente, alla situazione dell’Italia durante il Risorgi-mento: l’uomo e la donna, attraverso l’impeto del loro bacio, secondo una teoria, in-carnano l’ardore tipico dei giovani, unito all’amore per la patria e la voglia di riscatta-re l’orgoglio dell’Italia (in quanto si può scorgere che l’uomo è armato sotto il man-tello). Il quadro esprime un sentimento puro e passionale, tipico del Romanticismoitaliano.

3. Il bacio con la finestra di Edvard Munch (1892)

La coppia è protagonista del dipinto anche se i due non sembrano coinvolti a pienodall’atto del bacio, dal momento che non se ne intuisce alcuna felicità sembrano es-sere indifferenti l’uno dall’altro. Visti con più superficialità possono sembrare un uni-co “blocco”, un’unità inscindibile, ma con questo Munch vuole affermare una realeperdita d’identità e vuole ricordare che nel rapporto tra uomo e donna non bisognaarrivare all’annullamento dell’essere. La tristezza della coppia è data anche da unsentimento di fugacità, di clandestino, dovuto principalmente al luogo, spoglio e noncerto romantico. Il vicolo sullo sfondo completa il quadro nostalgico per qualcosache forse è appena iniziato ma è già al tramonto. Il rapporto tra uomo e donna sicon-figura così come una tensione bipolare tra desiderio di amore e paura di amare,dando alla luce un rapporto ambiguo per chi osserva.

4. Gli amanti di René Magritte (1928)

L’intensità dell’immagine è suscitata dal paradosso: spicca, infatti, il contrasto tra ilbacio e l’assenza di sguardo, il corpo che si tocca accostato al corpo che non vede.Sebbene queste opere siano state intitolate “Gli amanti”, proprio a questi, pur scam-biandosi un gesto intimo quanto un bacio, è vietato conoscersi. : Il drappo rappre-senta l’ostacolo che crea impossibilità di comunicazione e che impedisce il vero in-contro, che può avvenire solo quando vi è la possibilità per ciascuno di vedersi e de-finirsi reciprocamente in quanto individui. Nessuno può conoscere l’altro realmente,dunque ci ritroviamo spesso davanti a figure mascherate, nascoste che celano la lo-ro interiorità che non può certamente essere valutata fino in fondo a partire dall’ap-parenza.

5. Il bacio di Roy Lichtenstein (1962)

Esponente della Pop Art americana, prende in prestito il fumetto e lo stravolge, in-grandisce i soggetti e usa la tecnica dei punti Ben-Day per ricreare l’effetto puntina-to delle mezze tinte delle riviste economiche degli anni ’50-60. Non sappiamo se idue innamorati si siano appena riabbracciati dopo una lunga parentesi di solitudine,oppure si stiano per separare, o se siano lacrime di gioia o di disperazione. In questascena alla “Casablanca” sappiamo solo che i due si amano, e che la semplice immagi-ne prodotta è focalizzata interamente sull’atto del baciare, eliminando qualsiasi ele-mento esterno, come i corpi degli amanti, e i motivi del bacio stesso. Resta solo, ilbacio.

Angelica Me Lice Scientifico “Amedeo di Savoia” di Pistoia

PAESAGGI PRIMAVERILI

Anche se l’arrivo dell’estate è la gioia più grande per tutti noi studenti, non possia-mo certo negare la bellezza dell’arrivo della primavera con tutti i fiori colorati chefanno capolino, il sole sempre più caldo e le giornate che piano piano iniziano adallungarsi.E come avrebbe potuto, questa bellezza, non catturare l’attenzione dei pittori?Quindi, ecco 4 opere.

1. Ramo di mandorlo in fiore, Van Gogh (1890) Siamo davanti ad una vera e pro-pria esplosione di vitalità nel quadro realizzato da Vincent Van Gogh nel 1890.L’opera è la rappresentazione di un ramo di mandorlo fiorito, dai petali bianchi,quasi perlacei, che si stagliano in un cielo blu, dalle sfumature turchesi.Come simbolo di vita, Van Gogh scelse i rami del mandorlo, uno dei primi alberi infiore che, nel soleggiato sud, in quel febbraio annunciava l’imminente primavera.Quindi si ha nel mandorlo il primo segnale di arrivo della nuova stagione.

2. In primavera, Mucha (1896)La sinuosità della fanciulla di Alfons Mucha trasmette sensualità e freschezza attra-verso la leggerezza della figura rappresentata.In particolare, l’immagine della primavera che piano piano si fa strada nella cupez-za delle giornate invernali ormai agli sgoccioli, evidenziata dalla predo-minanza delverde con un punto luce dato dal vestito della ragazza che attura l’attenzione dichi la osserva. Richiama vagamente anche la figura della Primavera di Botticelligrazie anche ai lunghi capelli rossi.

3. Lo stagno delle ninfee, Monet (1883)

Padre dell’impressionismo, visse dalla primavera 1883, in una grande casa a Gine-vry, nel cuore della Normandia. Intorno a questa casa, il pittore creò un “giardinoda dipingere” con piante scelte da lui in base agli accostamenti di colore più effica-ci e lasciate crescere nella quasi totale libertà in modo tale da non contaminarel’esuberanza della natura che ritroviamo nei suoi quadri. In questo giardino dipin-se moltissimi quadri tra cui quelli in cui si manifesta il soggetto ricorrente delleninfee come in “Lo stagno delle ninfee, armonia rosa”.

4. Primavera, ChevalUn quadro molto enigmatico che incornicia questa donna nelle vesti di un giullareche mostra a noi, osservatori, un seme. I suoi capelli si presentano come un vapo-roso e fitto fogliame su cui si posano 4 vivaci farfalle. La maschera può avere unaduplice interpretazione: è la maschera del giullare, quindi, di un qualcuno capacedi far gioire chi lo guarda, ma è anche una maschera che forse nasconde una veraidentità. Allora, da un lato ritroviamo la primavera come fonte di gioia, dall’altro laconsapevolezza di essere piacevolmente ingannati da una bella stagione che illudedi durare per sempre. Il seme è il simbolo di fertilità stessa della natura che trova,nella primavera, la sua terra.

Angelica Me - Liceo Scientifico “Amedeo di Savoia” di Pistoia

PAESAGGI INVERNALI

Ciao a tutti miei carissimi lettori del nostro amatissimo giornalino “Il Savoiardo”! Sì,sono sempre io, Angelica, e questo mese ho pensato di poter condividere con voi imiei quadri preferiti raffiguranti paesaggi invernali (dato che qualche giorno fa la ne-ve ci ha deliziato della sua presenza).

Gauguin, villaggio sotto la neve (1894)Paul Gauguin dimostra la svolta che egli compie rispetto agli impressionisti

che lo precedono. Il disegno dell’artista tende più che il realismo, in questo ca-so, ad un’idea fiabesca o favolosa. C’è la ricerca di un’aura immateriale ed idea-le, come dicevo prima appunto, che l’artista cerca nel soggetto, evitando di di-pingere dal vero, en plain air, ma realizzando le proprie opere in studio, senzal’ossessione dell’esattezza fotografica.

Manet, Effetto di neve a Petit-ontrouge (1870)Rappresenta una delle prime opere en plain air di Manet e venne realizzato nel1870. Il quadro, dipinto in verticale raffigura un piccolo sobborgo di Parigi rappre-sentato “rapidamente” come se fosse un bozzetto o uno schizzo rielaborato attra-verso una pennellata fluida e sintetica. In quest’opera si intravedono elementi chefanno luce su quello che sarà poi il futuro del genere impressionista (una crescenteautonomia espressiva del momento catturato improvvisamente con la pittura) e ri-

membranze di pitture antiche di soggetti paesaggistici invernali della pittura olande-se del ‘600.

Morisot, Paysage de niege (1880)

Cito Berthe Morisot con grande piacere perché fu l’unica donna presente nellacerchia dei pittori impressionisti.Guardando l’opera si ha una sensazione di abbaglio data dalla neve smorzato da uncielo coperto da nuvole; a soffocare l alice del sole è una stesura di beige e biancoavorio. La pittura è molto lieve in quanto è realizzata con gli acquerelli e dà al tuttouna connotazione di rarefazione della materia,influenzata anche dai contatti con la pittura giapponese. Interessante in partico-lar modo è la mancanza di differenziazioni tra le zone luminose tipica dell’impres-sionismo.

Renoir, Paesaggio innevato (1875)

C’è da dire innanzitutto che per essere un paesaggio innevato la neve presente èquantitativamente poca; ciò denota ancor di più il fastidio del pittore nel confrontidel gelo, data la sua scarsa salute. Il pittore tende così a giocare su un virtuosismocromatico con colori tiepidi, fermando i venti che soffiano sciogliendo la neve sulsuolo rendendo un “profumo di sole” e di aria pulita. Ci sono centinaia e centinaiadi pennellate di diversi colori stese con pennelli sottili a costituire la trama pittori-ca frenetica del quadro.

Pissarro, Chemin de Creux niege (1872)

Quest’opera si inserisce in un periodo di sperimentazione e di passaggio dalla tradi-zione pittorica a quella impressionista in cui il pittore si rifà un po’ alla sua conoscen-za pittorica del passato e un po’ all’innovazione luminista, soprattutto riguardo alleombre.

Si può osservare così una luce del sole molto vicina alla superficie che mette in risal-to la neve fresca sul suolo delineando la propria capacità dell’artista nel rilievo cro-matico che fa realizzare quanto ne valga la pena di soffermarsi su ogni dettaglio delpaesaggio per apprezzarne le variazioni di colore.

Angelica Me - Liceo Scientifico “Amedeo di Savoia” di Pistoia