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Grafica del Parteolla EDIZIONI Mamma mia su Moro! Storie d’Ogliastra e di modi di dire Atti della Manifestazione culturale Ilbono, 26-27 novembre 2011 a cura di Sara Cossu S’Imbentu Edizioni Mamma mia su Moro! Storie d’Ogliastra e di modi di dire ISBN: 978-88-96778-70-8 9 788896 778708

Ricerche e attività dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea

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Grafica del Parteolla

EDIZIONI

Mamma mia su Moro!Storie d’Ogliastra e di modi di dire

Atti della Manifestazione culturaleIlbono, 26-27 novembre 2011

a cura di Sara Cossu

S’Imbentu Edizioni

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ISBN: 978-88-96778-70-8

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Mamma mia su Moro!Storie d’Ogliastra e di modi di dire

Atti della Manifestazione culturaleIlbono, 26-27 novembre 2011

a cura di Sara Cossu

S’Imbentu Edizioni

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Con il patrocinio del

ASSESSORATO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE,

BENI CULTURALI, INFORMAZIONE E SPORT

Progetto realizzato con il cofinanziamento con L.R. 3 luglio 1998 n.22 art. 8. Interventi per la promozione

delle opere edite in Sardegna.

In copertina Sa fura, Serena Casula 2011.

Nota sulla trascrizione fonetica

Non è stato adottato nessun sistema specifico di trascrizione fonetica. Gli autori dei contributicontenuti nel presente volume hanno pertanto scelto liberamente e talvolta, in maniera differente,come trascrivere i termini e i nomi di luoghi e di personaggi storici che, in origine, erano scritticon l’alfabeto arabo.

A

© Copyright Grafica del Parteolla 2011© Copyright S’Imbentu Edizioni 2011Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, trasmessa outilizzata in alcuna forma o con qualsiasi mezzo, senza l’autorizzazione scritta dell’editore e dell’autore.Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge.

ISBN: 978-88-96778-70-8

Associazione culturale S’Imbentu

Sede Legale: via Colombo 49, 08040 Arzana (OG)Sede Operativa: via Roma 126, 08040 Ilbono (OG)3298703515 - [email protected] / [email protected]

Impaginazione e stampa:Grafica del ParteollaVia Pasteur, 36 - 09041 Dolianova (CA)Tel. 070.741234 - Fax 070.745387E-mail: [email protected]: www.graficadelparteolla.com

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Ricerche e attività dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea su«Politiche e sistemi di difesa negli Stati dell’Europa Mediterranea»,

nell’ambito del Dipartimento Patrimonio Culturale del CNRGiovanni Serreli

Ricercatore CNR-ISEM

La manifestazione Mamma mia su Moru. Storie d’Ogliastra e di modi di dire, perla presentazione del bel volume di Ivan Marongiu, Corsari e pirati nel mared’Ogliastra. Il Moro nella storia e nella tradizione orale sarda (S’ImbentuEdizioni), stampato dalla Grafica del Parteolla nell’aprile del 2011, mi offre lapossibilità di illustrare, anche in questa occasione, le ricerche e le attivitàdell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del CNR – nel quale sono ricercatore– su un tema generale, affascinante e complesso, come quello delle politiche e deisistemi di difesa negli stati dell’Europa mediterranea in tutto l’arco storico ma inparticolare durante il Medioevo e l’Età moderna.

Ma prima di sviluppare l’esposizione concordata, colgo l’occasione per ringraziarela Grafica del Parteolla e S’Imbentu Edizioni, oltre che Ivan Marongiu, autore dellibro Corsari e pirati nel mare d’Ogliastra, per avermi coinvolto in quest’iniziativa.

E, sebbene non sia mio compito presentare il prezioso lavoro di Ivan Marongiu,in quest’occasione mi piace anche sottolineare l’importanza di questo libro nelpanorama degli studi sulle incursioni barbaresche nel Regno di Sardegna in epocamoderna. Incursioni, siano state esse atti di pirateria o di guerra di corsa (secondouna dicotomia non sempre facile da seguire nella documentazione), che hanno lasciatotraccia indelebile nella memoria collettiva dei sardi. Ivan Marongiu, con un approccioantropologico, ha raccolto e studiato, in questo lavoro, quanto resta nella tradizionedi questo periodo storico nel territorio circoscritto dell’Ogliastra e della costa orientaledell’Isola: quanto resta nell’immaginario popolare, attraverso detti, cantilene ecanzoni; quanto resta nel territorio, attraverso la toponomastica.

Poiché personalmente non credo in un impatto devastante delle incursionibarbaresche in epoca moderna sull’insediamento costiero nel Regno diSardegna, comunque già destrutturato e indebolito dalle vicissitudini storichedei secoli precedenti, quest’approccio antropologico al tema ci aiuta acomprendere come mai, Mamma mia su moru, «la rappresentazione negativa edemoniaca del moro [sia] ancora presente nell’immaginario popolare dellaSardegna e del Mediterraneo cristiano».

Un lavoro prezioso, questo, se fatto con gli strumenti e con la lentedell’antropologia culturale; e le tradizioni popolari stanno diventando, sempre più,una valida fonte nello studio della storia e dell’archeologia postmedievale.

Approccio che arricchisce, senza dubbio, lo studio del fenomeno delle incursionibarbaresche in Età moderna e della relativa risposta del regno sardo nell’approntare

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opportuni accorgimenti difensivi. Approccio che manca anche negli atti del Convegnointernazionale Contra Moros y Turcos. Politiche e sistemi di difesa negli stati dellaCorona di Spagna in epoca moderna pubblicato recentemente dall’ISEM secondoun ottica comunque multidisciplinare; torneremo in seguito su questo lavoro.

Ma veniamo a quanto mi ero proposto: illustrare, cioè, le ricerche e le attivitàdell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del CNR per quanto riguarda lo studiodel mondo mediterraneo e del Regno di Sardegna in epoca moderna durante le fasipiù accese dello scontro fra la cristianissima Corona di Spagna e l’Impero ottomano.

Costituito nel 2001 dall’accorpando del precedente Istituto sui Rapporti Italo Iberici(IRII) con il Centro di Studio per le Letterature Emergenti di Torino, l’Istituto diStoria dell’Europa Mediterranea (ISEM) del Consiglio Nazionale delle Ricerche(CNR), nella riorganizzazione dell’Ente in Dipartimenti, afferisce al DipartimentoIdentità Culturale ma collabora in modo organico con il Dipartimento PatrimonioCulturale. L’Istituto ha la sua direzione a Cagliari e si articola in unità organizzativedi supporto, a Genova e Torino, e in altre due sedi di lavoro, a Milano e Roma.Diretto dal professor Francesco Cesare Casula fino al 2008, dal 1 giugno di quell’annol’Istituto è diretto dal professor Luca Codignola Bo.

Nell’ambito di un progetto il cui scopo ultimo è quello di sostenere la coscienzacritica del Paese attraverso una migliore conoscenza della sua identità storica, l’Istitutosvolge il suo compito nel quadro di alcune principali linee di ricerca, come: lo studiodell’identità culturale dei paesi europei del bacino del Mediterraneo dal punto divista privilegiato della penisola italiana e delle sue isole, in un ambito cronologicoche va dal Medioevo all’Età contemporanea; lo studio dei rapporti e delle influenzereciproche intercorrenti tra i paesi dell’Europa mediterranea e loro proiezione al difuori del Mediterraneo, verso il mar Nero e oltre lo stretto di Gibilterra, sulle duesponde del mondo atlantico; lo studio della mobilità e delle migrazione, in un contestodi continui scambi materiali e ideologici, fenomeni i quali hanno reso possibilel’intensa rete di rapporti che ha caratterizzato le comunità e gli stati che gravitanointorno al bacino del Mediterraneo anche nella loro proiezione atlantica in direzionedelle Americhe; la creazione di strumenti conoscitivi che aiutino l’Italia a interpretaree assolvere la sua naturale funzione di cerniera tra l’Europa e i paesi di cultura noneuropea che si affacciano sulla sponda opposta del mare Mediterraneo; lo studiodell’insediamento in Sardegna e nel bacino del Mediterraneo, nonché lo studio dellepolitiche e dei sistemi di difesa negli stati dell’Europa mediterranea.

L’istituto ovviamente si occupa anche della pubblicazione ed edizione, anche informa digitale, delle fonti documentarie, archivistiche, cartografiche, iconografiche,statistiche e letterarie relative alla storia e alla cultura dell’Europa mediterranea, conparticolare riferimento alla penisola italiana.

Fra le numerose linee di ricerca, ci soffermeremo su quanto è stato fatto, negliultimi anni nell’ambito del Dipartimento Patrimonio Culturale, con le attività legateallo studio del territorio e dell’insediamento nell’Europa e nel Mediterraneo e dellepolitiche e dei sistemi di difesa (visti anche dal punto di vista dei Beni culturalimateriali) negli stati dell’Europa mediterranea e, in particolare lo studio del mondodi frontiera tra Corona di Spagna e l’Impero ottomano in epoca moderna.

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Quando nel 2004 vennero organizzati i dipartimenti, l’allora direttore professorFrancesco Cesare Casula volle che l’Istituto, oltre che al Dipartimento IdentitàCulturale, afferisse anche a quello del Patrimonio Culturale, con la linea di ricercasu politiche e sistemi di difesa negli stati dell’Europa mediterranea; si trattava diun tema di studio del tutto nuovo che non riprendeva le tradizionali e precedentilinee di ricerca dell’Istituto. Con la collega Maria Grazia Mele siamo perciòpartiti dallo status quaestionis sull’argomento organizzando e realizzando ilConvegno internazionale Contra Moros y Turcos. Politiche e sistemi di difesadegli Stati mediterranei della Corona di Spagna in Età Moderna che si svolse aVillasimius e a Santa Maria Navarrese dal 20 al 24 settembre del 2005. In questaimportante occasione si confrontarono non solo storici, geografi e archeologi,ma anche architetti, esperti di politiche di sviluppo turistico e di valorizzazionemultimediale, grazie all’approccio multidisciplinare fortemente voluto dagliorganizzatori.

Nella splendida cornice dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara a Villasimius– con Fortezza Vecchia e le torri di Serpentara, Porto Giunco e Capo Boi – si sonotenute le prime tre giornate di studio, durante le quali si sono confrontati storiciprovenienti da quelli che un tempo furono gli stati mediterranei della Corona diSpagna, ma anche dalla Turchia e dal Maghreb. Le sollecitazioni storiografiche dellerelazioni e del vivace dibattito hanno consentito di riflettere su varie tematiche incampo: la politica mediterranea della Corona di Spagna e le sue applicazioni difensivenei vari stati della Corona, i suoi rapporti con l’Impero ottomano, il concetto difrontiera come limite e come opportunità.

Il mare di Santa Maria Navarrese e la sua torre hanno fatto da sfondo alle ultimedue giornate di studio durante le quali, oltre agli storici e agli archeologi, si sonoconfrontati geografi, architetti, esperti di politiche di sviluppo turistico e divalorizzazione multimediale, sempre nell’ottica di un approccio multidisciplinareritenuto prioritario dagli organizzatori del convegno internazionale. Queste giornatehanno offerto un’occasione di confronto sulla conoscenza, il riconoscimento, ilrecupero, la valorizzazione e la gestione del bene culturale, nel nostro caso delletorri costiere come applicazione delle politiche di difesa degli stati mediterranei dalXV al XIX secolo.

Un elemento fondamentale emerso in queste giornate di studio è stato che la torrecostiera è vista come monumento in sé, immerso nel proprio territorio, ma deveessere considerata anche e soprattutto nel suo sistema, inserita in un’organizzazionedifensiva globale, per quanto ci riguarda del Regno di Sardegna, calata nel suo contestostorico. Inoltre, se le torri andavano a formare il sistema difensivo statico di ogniregno, controllato in ultima analisi dal viceré, l’insieme delle reti difensive dei variregni costituivano quindi il sistema più generale della Corona di Spagna, nelMediterraneo occidentale.

Ed è proprio il concetto di sistema che ha ispirato il relatore Francesco Casu,artista e regista multimediale, a riproporre l’antica funzione della torre di difesacostiera come elemento e link tra mare e terra, inserito in una rete che non ha piùfinalità militari e che invece si presenta come elemento di diffusione della conoscenza.

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Infatti, se dalla torre costiera, come elemento di un sistema di difesa, partivano lesegnalazioni di pericolo alle altre torri e alle città e paesi dell’entroterra, attraversosegnalazioni visive (fuochi e fumo), utilizzando la metafora di questa realtà, si puòpensare a un sistema di comunicazione che veda le torri come elementi di collegamentofra il mare e la terra, fra il locale ed il globale, fra l’interno e l’esterno, e comeelementi di comunicazione fra loro, superando anche il limite della comunicazionevisiva per sfruttare quello, infinitamente più potente, della rete.

La torre, insomma, diventa un contenitore aperto di informazioni e si trasforma ininterfaccia sia del territorio nel quale è inserita, sia della storia per la quale è stata realizzata.

Questo progetto, intitolato appunto Torri multimediali. La torre come interfaccia,che intende proporsi come network mediterraneo per tutti i gli enti che, nel loroterritorio, conservano testimonianze materiali dell’antico sistema di difesa dellaCorona di Spagna, ormai coinvolge vari comuni sardi (da Cagliari a Sinnai, daMaracalagonis a Quartu Sant’Elena e a Muravera, da Posada a Capoterra e aGonnostramatza) e, soprattutto, la Regione Autonoma della Sardegna, attraverso lasua agenzia Conservatoria delle Coste.

E, grazie alla Conservatoria delle Coste e al Comune di Domus de Maria, il progettoverrà realizzato a breve per la torre di Chia; rappresenterà il modello espositivo per lacreazione del format sistema torri costiere dove la torre diventa un video surroundinterattivo capace di aprire al visitatore il territorio in maniera diacronica e sincronica.L’allestimento prevede la creazione di un sistema dove l’intera superficie parietale internadella torre diventa una seconda pelle di immagini che raccontano il punto di vista dellatorre sul territorio. La fruizione circolare costruisce un percorso in loup nel quale ilvisitatore viene avvolto all’interno della torre virtuale. Inoltre un sistema interattivopermetterà l’approfondimento, a vari livelli, dei contenuti. In sostanza la torre saràsmaterializzata e trasformata in un nuovo dispositivo di comunicazione interattiva.

E, restando in tema di studio e valorizzazione del patrimonio culturale, l’Istitutoha organizzato, nel maggio del 2007 un convegno nazionale intitolato Insediamentoe territorio e teso allo studio delle influenze degli ordini monastico cavallereschinello sviluppo insediativo nella Sardegna e nel Meridione della penisola in periodomedievale. Tale convegno ha portato anche alla pubblicazione di un contributo in unvolume internazionale dedicato agli ordini cavallereschi.1

Inoltre, in collaborazione con il Comune di Las Plassas e la Provincia del MedioCampidano, l’Istituto ha realizzato e inaugurerà a breve un suggestivo museomultimediale del Regno di Arborèa – il MudA – nel quale, con un percorsomultimediale attraverso le sensazioni, la vita rurale, la cucina, gli oggetti del Trecentoarborense, verrà offerta al visitatore l’opportunità di immergersi in uno dei periodipiù affascinanti della nostra storia.

Con il Comune del Medio Campidano, l’accordo di collaborazione ha visto inoltrela creazione di un Centro di Studio e Documentazione sul Medioevo, dove si cura

1 M.E. Cadeddu-S. Castello-G. Serreli, Le commende dei Giovanniti in Sardegna: studi e ricerche, inComendas das Ordens Militares na Idade Média, Porto 2009, pp. 25-36.

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l’edizione dei Quaderni di Studi e Ricerche, che hanno l’obiettivo di pubblicare edivulgare le acquisizioni e le ricerche nel campo della storia medievale e moderna,in particolar modo del Regno di Arborea e dei suoi castelli.

Tornando al tema oggetto di questa manifestazione, l’Istituto, anche dopo il 2005,ha proseguito l’attività di ricerca e di comunicazione, sia attraverso riviste scientifichee divulgative, sia attraverso convegni internazionali e seminari.

Per lo speciale Archeologia in Sardegna della rivista «Darwin», nel 2006 sonostati pubblicati due contributi sui castelli dei regni giudicali sardi e sulle torri costieredel Regno di Sardegna.2

Nel 2008 ha visto la luce il volume Sarrabus. Torri, mare e territorio, editodall’Istituto per i tipi della Grafica del Parteolla, con finanziamento del Comune diMuravera.3 In questo lavoro, in un quadro storiografico generale sul Mediterraneofra XV e XVII secolo, sono stati pubblicati contributi storici e geografici sul territoriodi Muravera e sul Sarrabus in generale.

Il libro è stato presentato a Muravera nell’aprile di quell’anno, con la partecipazionedei professori Francesco Cesare Casula e Juan Jesús Bravo Caro.

Le ricerche sulle Politiche e sistemi di difesa negli Stati dell’Europamediterranea non possono non portare allo studio dell’affascinante mondo difrontiera, sviscerato nelle giornate del Convegno internazionale di studi Mari eterre di frontiera. I sistemi difensivi mediterranei della Monarchia spagnola traMedioevo ed Età Moderna, svoltosi presso la sede dell’Istituto a Cagliari tra il 25e 26 novembre del 2008.

Ma questo affascinante tema fu al centro del confronto anche in alcune sessionidelle intense giornate del 12th Annual Mediterranean Studies Congress (27-30 maggio2009), organizzato dall’organizzazione accademica interdisciplinare MediterraneanStudies Association (MSA)4 in collaborazione con l’Istituto e il Dipartimento di StudiStorici, Geografici e Artistici dell’Università di Cagliari e intitolato Sardinia: aMediterranean crossroads. Gli atti di questo importante congresso sono statipubblicati, a cura di Olivetta Schena e Luciano Gallinari, nel 4° numero (giugno2010) della rivista dell’Istituto RIME.5

Sempre nella prospettiva di portare occasioni di approfondimento scientifico anchein periferia e di proporre focalizzazioni sulla importantissima storia locale, l’Istitutoorganizzò un seminario internazionale di studi a Macomer, nel novembre del 2009,intitolato icasticamente Quale identità?, nel quale storici dell’Istituto e archivistiiberici si sono confrontati sui temi relativi al rapporto fra il mondo di frontiera e leidentità locali.

2 G. Serreli, Tutti i castelli dei quattro Regni, e M.G. Mele, Una miriade di torri costiere alla frontieratra Cristianità e Islam, in «Darwin», Quaderni n. 1, Roma 2006, rispettivamente a pp. 104-109 epp. 110-119.

3 M.G. Mele-G. Serreli (a cura di), Sarrabus. Torri, mare e territorio. La difesa costiera dalle incursionibarbaresche, Dolianova 2007.

4 https://mediterraneanstudies.org/.5 http://rime.to.cnr.it/2011/RIVISTA/N4/2010/RIVISTA_2010/RiMe_04_2010.pdf (giugno 2010).

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Finalmente nel 2009 sono stati pubblicati dall’Istituto, per i tipi della Grafica delParteolla, i ponderosi atti del Convegno internazionale Contra Moros y Turcos.Politiche e sistemi di difesa degli Stati mediterranei della Corona di Spagna in EtàModerna di cui si è parlato sopra; nelle quasi 850 pagine degli atti sono stati raccoltii contributi degli oltre quaranta relatori. I saggi hanno spaziato dagli aspettistoriografici più generali, come le problematiche legate alla difesa nei vari stati dellaCorona di Spagna (Regno di Sardegna, Regno di Valenza, Regno di Napoli, ecc.), lascelta fra difesa statica e difesa mobile, i presidi nordafricani, il ruolo degli ordinicavallereschi, il punto di vista dell’Impero ottomano; agli aspetti invece locali (sempreinseriti nel contesto generale), come gli approfondimenti su alcune torri specifiche,i restauri, le tecniche costruttive, gli armamenti. Ma negli atti sono stati inseriti anchegli importantissimi contributi legati alle pratiche cartografiche inerenti la difesa deglistati della Corona di Spagna, allo scavo archeologico delle piazzeforti di Età moderna,al restauro delle torri costiere e al loro riuso in chiave turistico-culturale.6

L’importante libro è stato presentato nell’ottobre del 2010 dai professori FrancoAngiolini e Emilio Sola y Castaño, non solo a Cagliari, ma, sempre nell’ottica di unadivulgazione ad ampio raggio dei risultati delle ricerche, anche a Maracalagonis(CA) e a Gonnostramatza (OR).

La presenza del professor Emilio Sola, dell’Università iberica di Salamanca, ciha permesso di stringere più stretti rapporti di collaborazione con l’illustre accademicoiberico, studioso del mondo di frontiera fra Impero ottomano e Corona di Spagna inEtà moderna, e di collaborare ed entrare a far parte della redazione della sua comunitàvirtuale (aperta a tutti) e luogo di studio, destinata a studenti, ricercatori e professori.7

Inoltre, l’organizzazione di questo evento a Gonnostramatza, ci ha consentito distringere rapporti di collaborazione con l’ente comunale locale e collaborare ad unprogetto di adeguamento del loro museo Turcos y Moros, dedicato appunto alleincursioni barbaresche lungo le coste sarde nel Cinquecento. Se questo progettovenisse finanziato, il museo Turcos y Moros di Gonnostramatza (OR) potrebbediventare il punto di riferimento, virtuale e reale, nel progetto Torri Multimediali. Latorre come interfaccia, per tutte le torri allestite e messe in rete.

Infine, recentemente l’Istituto, in collaborazione con il Dipartimento di Storiamoderna dell’Università di Valenza e con il Dipartimento di Studi Storici, Geograficie Artistici dell’Università di Cagliari, ha organizzato un congresso internazionale distudi, svoltosi a Cagliari tra il 26 e il 27 di ottobre del 2011. Anche in quest’occasionela comunità scientifica iberica e sarda che si occupa di queste tematiche, ha avutomodo di incontrarsi e confrontarsi proficuamente in una serie di sessioni dedicate a:Identità e frontiere, Territorio e identità, Economia e fiscalità, Mari, terre e frontiere,Identità mediterranee: un cantiere aperto, Istituzioni e società, Cambi dinastici eidentità, nei secoli XVI-XVIII.

6 B. Anatra-M.G. Mele-G. Murgia-G. Serreli (a cura di), Contra Moros y Turcos. Politiche e sistemi didifesa degli Stati mediterranei della Corona spagnola in Età moderna, Atti del ConvegnoInternazionale di Studi (Villassimius-Baunei, 20-24 settembre 2005), Cagliari 2008.

7 http://www.archivodelafrontera.com/

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In questi anni l’Istituto ha ospitato la fase di rientro di alcuni beneficiari delProgramma Master and Back (un programma della Regione Autonoma della Sardegnavolto a favorire l’alta formazione di giovani sardi fuori dalla Sardegna e a supportareil ritorno e l’inserimento lavorativo nell’Isola), ed ha attivato una serie di borse distudio e tirocini su argomenti inerenti le politiche e dei sistemi di difesa negli Statidell’Europa mediterranea in tutto l’arco storico ma in particolare durante il Medioevoe l’Età moderna, toccando temi inediti, quali, ad esempio, lo studio delle vicende chehanno riguardato le torri costiere dopo la loro dismissione nella seconda metàdell’Ottocento.

In conclusione, l’Istituto in questi anni ha avviato e sta portando avanti unariflessione sull’affascinante e complesso periodo storico legato alla contrapposizionemediterranea fra l’Impero ottomano e la Corona di Spagna, con ricerche in ambititematici nuovi, con confronti con altre realtà scientifiche e, soprattutto, mettendo inpratica quella multidisciplinarietà di approccio richiesta dal Dipartimento PatrimonioCulturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

In sostanza, in collaborazione con i colleghi dell’Università di Cagliari e in rapportocon le scuole storiografiche iberiche, viene quotidianamente implementato quel lavorodi studio di questo complesso periodo. Senza questo lavoro ogni ricerca particolare,in ambito locale, non avrebbe il suo contesto di riferimento e resterebbe, come spessoaccade, un lavoro puntiglioso, ricco di notizie, ma “provinciale”.