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PUG 2013 PIANO URBANISTICO GENERALE Previsioni Strutturali PUG/S COMUNE DI ARNESANO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RAPPORTO AMBIENTALE SINDACO: Dott. Giovanni MADARO ASSESSORE ALL'URBANISTICA: Geom. Giuseppe RUSSO CONSULENZE SPECIALISTICHE Arch. Antonio CURTO - Urbanistica Dott. Stefano ARZENI - Ambiente Dott. Geol. Maurizio ORLANDO - Geologia Ing. Fernando STRAFELLA - Geotecnica Ing. Renzo CURTO - Sistemi informativi territoriali PROVINCIA DI LECCE Rev. Descrizione Data 0 UFFICIO DEL PIANO Arch. Giovanni FRASSANITO - Coordinatore ed estensore del P.U.G. Ing. Luca VALENTE - Responsabile del Servizio LL.PP. urbanistica Ambiente Dott. Pianif.re Federico MANCA - Referente Operativo Geom. Gianfranco IMBRIANI - Collaboratore DPP adottato con Delibera del Consiglio Comunale n.30 del 28/09/2006 Adeguamenti: - Prima Conferenza di copianificazione del 16/06/2009 - Seconda Conferenza di copianificazione del 16/04/2012 Adozione del PUG con Delibera di Consiglio Comunale n.________del____________ Approvazione del PUG con Delibera di Consiglio Comunale n._______del____________ Emissione Dic 2012

Rapporto Ambientale VAS r1 - Comune di Arnesano

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PUG 2013PIANO

URBANISTICO

GENERALEPrevisioni

Strutturali

PUG/S

COMUNE DI ARNESANO

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

RAPPORTO AMBIENTALE

SINDACO: Dott. Giovanni MADARO

ASSESSORE ALL'URBANISTICA: Geom. Giuseppe RUSSO

CONSULENZE SPECIALISTICHE

Arch. Antonio CURTO - Urbanistica

Dott. Stefano ARZENI - Ambiente

Dott. Geol. Maurizio ORLANDO - Geologia

Ing. Fernando STRAFELLA - Geotecnica

Ing. Renzo CURTO - Sistemi informativi territoriali

PROVINCIA DI LECCE

Rev. Descrizione Data

0

UFFICIO DEL PIANO

Arch. Giovanni FRASSANITO - Coordinatore ed estensore del P.U.G.

Ing. Luca VALENTE - Responsabile del Servizio LL.PP. urbanistica Ambiente

Dott. Pianif.re Federico MANCA - Referente Operativo

Geom. Gianfranco IMBRIANI - Collaboratore

DPP adottato con Delibera del Consiglio Comunale n.30 del 28/09/2006

Adeguamenti:

- Prima Conferenza di copianificazione del 16/06/2009

- Seconda Conferenza di copianificazione del 16/04/2012

Adozione del PUG con Delibera di Consiglio Comunale n.________del____________

Approvazione del PUG con Delibera di Consiglio Comunale n._______del____________

Emissione Dic 2012

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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le

Comune d i Arnes ano (LE)

INDICE

CAPITOLO I

1.1 PREMESSA .............................................................................................................. 4

1.2 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ...................................................... 6

1.3 IL RAPPORTO AMBIENTALE ................................................................................... 8

1.4 LA METODOLOGIA ................................................................................................... 9

1.5 LA PARTECIPAZIONE INTEGRATA E LA COPIANIFICAZIONE ............................. 10

1.6 LA METODOLOGIA VALUTATIVA ........................................................................... 12

CAPITOLO II

2.1 INTRODUZIONE ..................................................................................................... 15

2.2 OBIETTIVI DEL PIANO URBANISTICO GENERALE DI ARNESANO .................... 15

CAPITOLO III

3.1 RAPPORTO SULLO STATO DEI SISTEMI AMBIENTALI ........................................ 23

3.2 ARIA ........................................................................................................................ 23

3.3 ACQUA .................................................................................................................... 26

3.4 SUOLO .................................................................................................................... 32

3.5 FLORA, FAUNA E RETI ECOLOGICHE .................................................................. 41

3.6 PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE ........................................................... 56

3.7 RIFIUTI .................................................................................................................... 61

3.8 AGENTI FISICI ........................................................................................................ 66

3.9 AMBIENTE URBANO .............................................................................................. 76

CAPITOLO IV

4.1 COERENZA INTERNA ED ESTERNA DEL PIANO ................................................. 87

4.2 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLE CRITICITÀ E RISPOSTE ................... 90

4.3 ANALISI SWOT, CRITICITÀ E RISPOSTE .............................................................. 92

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Comune d i Arnes ano (LE)

4.4 MATRICE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL PIANO .................................... 143

4.5 PIANO DI MONITORAGGIO ................................................................................. 143

CAPITOLO V

5.1 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE .......................................................................... 145

5.2 L'OPZIONE “ Z E R O ”

(SCENARIO 0) ..................................................................... 145

5.3 LE ALTERNATIVE AL PROPOSTO PIANO (SCENARIO 2) .................................. 148

5.4 ANALISI DELLE ALTERNATIVE DI SVILUPPO ..................................................... 150

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CAPITOLO I

1.1 PREMESSA L o s c o p o d e l p r e s e n t e d o c u m e n t o è q u e l l o d i r i p o r t a r e i r i s u l t a t i d e l l ’ A n a l i s i A m b i e n t a l ee f f e t t u a t a n e l l ’ a m b i t o d e l t e r r i t o r i o c o m u n a l e d i A r n e s a n o . L e i n d a g i ni svolte in tal senso

sono servite a conoscere le varie problematiche e i diversi fattori di minaccia a cui sono

soggette le componenti ecologiche, ambientali, storico-culturali e paesaggistiche del

territorio, in funzione dell’ a p p l i c a z i o n e

del proposto P.U.G. L ’ a n a l i s i a m b i e n t a l e è s t a t a e f f e t t u a t a c o n l ’ o b i e t t i v o d i : • individuare le valenze ambientali del territorio e le relative criticità; • individuare il loro stato di tutela e valorizzazione e, casomai, proporre misure

adeguate di gestione e valorizzazione; • individuare gli impatti ambientali prodotti sul territorio comunale e dei comuni

contermini, gli effetti negativi derivanti, proponendo eventuali azioni di mitigazione

e/o compensazione.

Arnesano, centro agricolo e artigianale del Salento centrale, si estende, a ovest di Lecce,

su un territorio di 1.347 ettari, al centro di una delle più ampie depressioni carsiche della g e o m o r f o l o g i a s a l e n t i n a d e t t a “ V a l l e d e l l a C u p a ” , p u n t e g g i a t a d i c a s e s p a r s e e d i v i l l epadronali.

La percentuale del territorio comunale rispetto a quello provinciale e regionale è

rispettivamente pari a 0,50 e 0,072 % (la superficie del territorio provinciale è pari a

275.940 ettari mentre quella del territorio regionale è pari a 1.935.790 ettari). L ’ a b i t a t o s i a r t i c o l a a i l a t i d iuna strada principale, proveniente da Lecce (S.P. n. 6) ed ha v i e s t r e t t e e d i n c r o c i a n t e s i a d a n g o l o r e t t o , a n o r d d e l l ’ a b i t a t o è p r e s e n t e u n r i o n ed e n o m i n a t o “ R I E S C I ” . F o n t i a u t o r e v o l i r i t e n g o n o c h e i l n o m e A r n e s a n o d e r i v i d a A r n a c h e

significa "concavità, l e t t o d i f i u m e " e c o m u n q u e “ d e p r e s s i o n e ” , p r o p r i o i n r e l a z i o n e a l l a

peculiare morfologia dell'agglomerato urbano.

Arnesano dista circa 7 Km. dal capoluogo della Provincia di Lecce e confina con i territori

dei seguenti Comuni: Carmiano, Monteroni di Lecce e Lecce.

Per la gestione del territorio comunale è attualmente in fase di implementazione il nuovo

strumento pianificatorio (P.U.G.).

il Piano Urbanistico Generale, in base alle recenti normative comunitarie e nazionali, deve

essere redatto nel rispetto delle tematiche ambientali; pertanto gli eventuali effetti della

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pianificazione sull'ambiente vengono valutati dalla VAS.

Uno degli obiettivi primari della pianificazione urbanistica del Comune di Arnesano è

sicuramente quello di perseguire una strategia di sviluppo territoriale, sociale ed

economico, non rinunciando ai fondamentali principi di conservazione delle risorse

ambientali non riproducibili e alla rigenerazione di quelle riproducibili (concetto di Sviluppo

Sostenibile). In altri termini bisogna assicurare la capacità di assicurare il soddisfacimento

dei bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di

soddisfare i loro bisogni.

La valutazione della sostenibilità ambientale è un processo sistematico di valutazione

delle conseguenze ambientali di proposte politiche, programmatorie e pianificatorie,

finalizzato ad assicurare che queste vengano incluse in modo completo fin dalle prime fasi

del processo decisionale.

Essa consente di valutare gli effetti cumulativi e sinergici dell'insieme delle scelte di

pianificazione anche se relazionate ad iniziative che non necessariamente si traducono in

progetti.

Tra le numerose azioni volte a sancire la sostenibilità ambientale di un determinato

programma o piano ci sono: il contenimento del consumo di suolo e la costruzione di reti

ecologiche, come elemento di massimizzazione degli effetti di rigenerazione ecologica nei

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confronti della città e del territorio; la subordinazione delle trasformazioni urbanistiche ad

un sistema infrast r u t t u r a l e c o m p a t i b i l e c o n l ’ a m b i e n t e ( m o b i l i t à , r e t i t e c n o l o g i c h e , r e t i

energetiche); l ’ a t t i v a z i o n e d i u n p r o c e s s o t e s o a f a v o r i r e u n ' a d e s i o n e a l l a r g a t a , v o l o n t a r i a

e consapevole, sia di soggetti istituzionali che di associazioni, del mondo imprenditoriale e

di altre organizzazioni sia nel momento formativo che in quello esecutivo degli strumenti

attuativi della pianificazione.

Nella procedura di VAS i l “ R a p p o r t o A m b i e n t a l e ” r a p p r e s e n t a i l d o c u m e n t o c a r d i n ed e l l ’ i n t e r o

iter v a l u t a t i v o . E s s o f o r n i s c e u n ’ a n a

lisi dello stato di fatto delle diverse

componenti ambientali e restituisce come output u n a s t i m a d e g l i e f f e t t i s u l l ’ a m b i e n t e d i

tutte le misure e gli interventi di piano, ricostruendone le relazioni nel tempo e nello spazio

con la situazione iniziale e gli eventuali effetti cumulativi.

Il Rapporto Ambientale è sottoposto ad un processo di consultazione delle collettività

interessate e delle autorità ambientali, deve chiarire gli obiettivi di sostenibilità a cui mira e

dimostrare in quale modo e misura tali obiettivi vengono raggiunti.

Altro elemento fondamentale di questa evoluzione è la crescente consapevolezza del fatto

che, anche dal punto di vista normativo, il principio informatore delle valutazioni

strategiche non possa limitarsi alla previsione e alla prevenzione, approcci tipici delle

procedure di VIA, ma bensì debba riferirsi al principio di precauzione.

La normativa di riferimento alla V.A.S. viene di seguito citata: • D i r e t t i v a 2 0 0 1 / 4 2 / C E d e l P a r l a m e n t o E u r o p e o e d e l C o n s i g l i o d e l l ’ U n i o n e E u r o p e a ; • D e c r e t o l e g i s l a t i v o n . 1 5 2 d e l 3 a p r i l e 2 0 0 6 “ N o r m e i n m a t e r i a a m b i e n t a l e ” ;

• D e c r e t o l e g i s l a t i v o n . 4 d e l 1 6 g e n n a i o 2 0 0 8 “ M o d i f i c h e a l D . l g s . 3 a p r i l e 2 0 0 6 , n .1 5 2 ” ; • Norme esplicative sulla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) –

Circolare n. 1/2008 (D.G.R. n. 981 del 13.06.2008 – Burp n. 117 del 22.07.2008);

1.2 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

La Direttiva 2001/42/CE, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e p r o g r a m m i s u l l ’ a m b i e n t e , h a s t a b i l i t o c h e gli atti di pianificazione relativi ai settori agricolo,

forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle

acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale e della

destinazione de i s u o l i ( a r t i c o l o 3 , c o m m a 2 , l e t t e r a “ a ” ) e l a b o r a t i e / o a d o t t a t i d a u n ’ a u t o r i t àp u b b l i c a ( a r t i c o l o 2 , l e t t e r a “ a ” ) d e b b a n o e s s e r e s o g g e t t i a d u n a V a l u t a z i o n e A m b i e n t a l e

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Strategica (VAS).

La VAS, che consiste in un processo da svolgere contemporaneamente alla definizione

del piano stesso in un rapporto di costante e reciproca influenza, si concretizza nella

redazione di un Rapporto Ambientale (articolo 5, comma 1), strutturato in modo da fornire

una serie di informazioni relative alle caratteristiche ambien t a l i d e l l ’ a r e a , a g l i o b i e t t i v i d e lp i a n o , a i p r e v e d i b i l i e f f e t t i a m b i e n t a l i d e r i v a n t i d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l p i a n o e a g l i e f f e t t i r e l a t i v ia l l ’ a t t u a z i o n e d i e v e n t u a l i a l t e r n a t i v e .

L ’ i n t e r o p r o c e s s o d i c o s t r u z i o n e e d e f i n i z i o n e d e l R a p p o r t o A m b i e n t a l e d e v e a vvenire

garantendo una partecipazione attiva dei soggetti istituzionali interessati e dei cittadini,

promuovendo forme di consultazione strutturate e ripetute, nonché una trasparenza nella r e s t i t u z i o n e d e l l e d e c i s i o n i a d o t t a t e ( a r t i c o l o 2 , l e t t e r a “ b ” ; a r t icolo 6).

Le informazioni contenute nel Rapporto Ambientale devono poi essere riassunte in una

sintesi non tecnica, allo scopo di rendere facilmente accessibili e comprensibili al pubblico

gli elementi-c h i a v e d e l R a p p o r t o A m b i e n t a l e ( A l l e g a t o I , l e t t e r a “ j ”

).

La Direttiva 2001/42/CE individua come proprio obiettivo principale quello di garantire un e l e v a t o l i v e l l o d i p r o t e z i o n e d e l l ’ a m b i e n t e e d i c o n t r i b u i r e a l l ’ i n t e g r a z i o n e d e l l ec o n s i d e r a z i o n i a m b i e n t a l i a l l ’ a t t o d e l l ’ e l a b o r a z i o n e e d e l l ’ a d o z i o n e d i p i a n ie programmi, al

fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. L o s v i l u p p o s o s t e n i b i l e , d e f i n i t o i n i z i a l m e n t e c o m e “ u n o s v i l u p p o c h e g a r a n t i s c e i b i s o g n idelle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future

riescano a soddisfa r e i p r o p r i ” ( G r o H a r l e m B r u n d t l a n d , “ O u r c o m m o n f u t u r e ” , 1 9 8 7 ) , p u òe s s e r e o g g i m e g l i o d e f i n i t o c o m e “ u n m i g l i o r a m e n t o d e l l a q u a l i t à d e l l a v i t a , s e n z ae c c e d e r e l a c a p a c i t à d i c a r i c o d e g l i e c o s i s t e m i d i s u p p o r t o , d a i q u a l i e s s a d i p e n d e ”

(IUCN, UNEP e WWF, 1991), o tenendo in considerazione le tre condizioni generali a cui

Hermann Daly sempre nel 1991 ha ricondotto lo stesso concetto: • i l t a s s o d i u t i l i z z a z i o n e d e l l e r i s o r s e r i n n o v a b i l i n o n d e v e e s s e r e s u p e r i o r e a l l o r o t a s s o d irigenerazione; • l ' i m m i s s i o

ne di sostanze inquinanti e di scorie nell'ambiente non deve superare la

capacità di carico dell'ambiente stesso; • l o s t o c k d i r i s o r s e n o n r i n n o v a b i l i d e v e r e s t a r e c o s t a n t e n e l t e m p o .

Questa forte relazione tra VAS e sviluppo sostenibile comporta una necessaria attenzione n e l l ’ i n d i v i d u a z i o n e d e l l e i n f o r m a z i o n i a m b i e n t a l i p e r t i n e n t i e c o n s e g u e n t e m e n t e d e g l iindicatori, che non possono quindi essere standardizzati ma devono essere

specificatamente individuati per ogni singolo processo di VAS, sulla base delle peculiarità

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territoriali e ambientali ma anche sociali, economiche e demografiche.

1.3 IL RAPPORTO AMBIENTALE A l l ’ i n t e r n o d e l p r o c e s s o d i V A S i l R a p p o r t o A m b i e n t a l e ( R A ) r a p p r e s e n t a i l d o c u m e n t ocardine che raccoglie in sintesi quello che è stato svolto nel corso della procedura di

valutazione ambientale dei piani o programmi.

Ai fini dell'approvazione del Piano Urbanistico Generale è pertanto richiesta la redazione

della suddetta relazione di compatibilità ambientale, corredata da opportuni indicatori ed

informazioni sulla fase successiva di monitoraggio. Secondo quanto prescritto dalla

direttiva 2001/42/CE tale documento deve supportare il processo di pianificazione e/o

programmazione.

Per la stesura del RA vengono prese in considerazione le osservazioni delle autorità con

competenza ambientale acquisite nella fase di consultazione finalizzata alla specificazione

dei contenuti del Rapporto Ambientale (fase di scoping).

Nel rapporto ambientale: • s o n o i n d i v i d u a t i , d e s c r i t t i e v a l u t a t i g l i e f f e t t i s i g n i f icativi sull'ambiente e sul patrimonio

culturale derivanti dall'attuazione del piano o del programma; • s o n o a n a l i z z a t e e v a l u t a t e l e r a g i o n e v o l i a l t e r n a t i v e a l l a l u c e d e g l i o b i e t t i v i e d e l l ' a m b i t oterritoriale del piano e del programma; • s o n o e s p l i c i t a te le ragioni delle scelte effettuate e le modalità dell'integrazione dei fattori

ambientali nel processo decisionale; • s o n o d e s c r i t t e l e m o d a l i t à c o n c u i è e f f e t t u a t a l a v a l u t a z i o n e e l e e v e n t u a l i d i f f i c o l t àincontrate nella raccolta delle informazioni necessarie; • s o n o i n d i c a t e l e m i s u r e p r e v i s t e i n m e r i t o a l m o n i t o r a g g i o a m b i e n t a l e d a e s e g u i r econtestualmente all'applicazione del piano. • è r e d a t t a u n a s i n t e s i n o n t e c n i c a c h e i l l u s t r a i n l i n g u a g g i o s i n t e t i c o i c o n t e n u t i d e l p i a n o oprogramma e del rapporto ambientale.

Il rapporto ambientale è redatto tenendo conto del livello delle conoscenze e delle

informazioni disponibili nei sistemi informativi della pubblica amministrazione e dei metodi

di valutazione correnti, oltre che dei contenuti peculiari e del livello di dettaglio del piano o

programma.

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1.4 LA METODOLOGIA

Lo schema operativo che si è adottato per la Valutazione Ambientale Strategica per il

Piano Urbanistico Generale del Comune di Arnesano può essere sintetizzato nelle

seguenti quattro fasi:

- Preparazione e orientamento: l ’ i t e r d e l l a V A S i n i z i a c o n l a p u b b l i c a z i o n e d e l l ’ a v v i s o d iavvio del procedimento; in definitiva viene esplicato il percorso metodologico da adottare e d e l l e l i n e e g e n e r a l i d e l P i a n o , l ’ i d e n t i f i c a z i o n e d e g l i e n t i t e r r i t o r i almente interessati e dei s o g g e t t i c o m p e t e n t i i n m a t e r i a a m b i e n t a l e . I n q u e s t a f a s e p r e l i m i n a r e l ’ a u t o r i t àc o m p e t e n t e p e r l a V A S , d ’ i n t e s a c o n l ’ a u t o r i t à p r o c e d e n t e c h e r e c e p i s c e e a d o t t a i l P i a n o ,provvede ad effettuare una prima analisi di sostenibilità degli orientamenti del Piano, p r o c e d e n d o a l l ’ e v e n t u a l e f a s e d i s c r e e n i n g . T a l e f a s e v e r i f i c a l a s o t t o p o s i z i o n e d e l p i a n oa l l ’ i n t e r o p r o c e s s o d i V A S e v a l u t a s e i l p i a n o s t e s s o c o m p o r t a e f f e t t i s i g n i f i c a t i v is u l l ’ a m b i e n t e i n t e r m i n i q u a l i -quantitativi. Al termine di questa fase viene convocata la

prima Conferenza di valutazione alla quale sono invitati a partecipare tutti gli enti

territorialmente interessati e i soggetti competenti in materia ambientale (Assessorato

regionale per: Assetto del Territorio, Ecologia, Opere Pubbliche, Politiche della Salute,

Risorse Agroalimentari; ARPA Puglia, Acquedotto Pugliese, Ufficio Parchi, Associazioni

ambientaliste e culturali, Autorità di Bacino della Regione Puglia, Direzione Regionale per

i Beni Culturali e Paesaggistici, Enti Provinciali competenti in materie di pianificazione ed

ambiente, Amministrazioni Comunali confinanti, Gestori di servizi relativi a viabilità,

telecomunicazioni ed approvvigionamento energetico, etc.).

- Elaborazione e redazione: tale fase preve d e l a d e f i n i z i o n e d e l l ’ a m b i t o d i i n f l u e n z a d e lPiano e le relative analisi di contesto, anche sulla base delle osservazioni avanzate in

sede di valutazione. Inoltre vengono valutati gli obiettivi generali e specifici del Piano con

relativa analisi di coerenza interna ed esterna. D i f o n d a m e n t a l e i m p o r t a n z a r i s u l t a e s s e r e l a d e f i n i z i o n e d e l l e l i n e e d ’ a z i o n e e l ’ a n a l i s i d ic o e r e n z a i n t e r n a t r a o b i e t t i v i e l i n e e d ’ a z i o n e a t t r a v e r s o l a c o s t r u z i o n e d e l s i s t e m a d iindicatori ambientali.

Al fine di selezionare alternative al Piano più favorevoli in termini di sostenibilità vengono

individuate e valutate diverse soluzioni con una stima degli effetti ambientali attesi.

Viene infine impostata la progettazione del sistema di monitoraggio finalizzato al controllo

degli ef f e t t i s i g n i f i c a t i v i s u l l ’ a m b i e n t e c o n s e g u e n t i a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P i a n o . Tali attività si concludono con la redazione, la messa a disposizione e la pubblicazione del R a p p o r t o A m b i e n t a l e ; q u e s t ’ u l t i m o d e v e e s s e r e a c c o m p a g n a t o d a l l a S i n t e s i n o n t e c n i c a

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con lo scopo di rendere accessibili e facilmente comprensibili le questioni chiave e le

conclusioni del Rapporto Ambientale. Viene inoltre predisposto lo Studio di Incidenza delle

previsioni di Piano sui Siti della Rete Natura 2000 eventualmente ricadenti nel territorio.

- Adozione ed approvazione: la fase di approvazione è preceduta da una seconda C o n f e r e n z a d i v a l u t a z i o n e , c o n v o c a t a d o p o c h e l ’ a u t o r i t à p r o c e d e n t e h a m e s s o adisposizione del pubblico la proposta di Rapporto Ambientale e inviato tali documenti

tecnici ai soggetti competenti in materia ambientale. I n f a s e d i c o n s u l t a z i o n e v i e n e i n o l t r e a c q u i s i t o i l p a r e r e , o v e p r e v i s t o , d e l l ’ a u t o r i t àp r e p o s t a a l l a V a l u t a z i o n e d ’ I n c i d e n z a ( i n c a s o d i S I C e / o Z P S ) . S u l l a b a s e d i q u a n t oemerso durante la consultazione delle autorità competenti e del pubblico, con la v a l u t a z i o n e d i e v e n t u a l i m o d i f i c h e d e i c o n t e n u t i , l ’ a u t o r i t à c o m p e t e n t e p e r l a V A S , d ’ i n t e s ac o n l ’ a u t o r i t à p r o c e d e n t e , e s p r i m e u n “ p a r e r e m o t i v a t o ” r i s p e t t o a l l a q u a l i t à e a l l acongruenza delle scelte del Piano, alla coerenza interna ed esterna del Piano e a l l ’ e f f i c a c i a d e l s i s t e m a d i m o n i t o r a g g i o e d e g l i i n d i c a t o r i i n d i v i d u a t i . I n s e g u i t o l ’ a u t o r i t àprocedente adotta il documento e predispone una dichiarazione di sintesi che illustra:

a) il processo decisionale seguito (schema metodologico procedurale);

b) gli obiettivi ambientali e gli effetti attesi;

c) il sistema di monitoraggio;

d) le modalità di integrazione nel Piano del parere motivato, delle considerazioni

ambientali, dei pareri e dei risultati delle consultazioni.

- Attuazione e gestione: questa ultima fase comprende la valutazione periodica dei p o s s i b i l i e f f e t t i s i g n i f i c a t i v i s u l l ’ a m b i e n t e d e r i v a n t i d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P i a n o , m e d i a n t e i lsistema di monitoraggio; tale verifica, in caso di individuazione di effetti negativi imprevisti, p u ò c o m p o r t a r e e v e n t u a l i a z i o n i c o r r e t t i v e e m o d i f i c h e d e l P i a n o s t e s s o . N e l l ’ a m b i t o d iquesta fase infine deve essere prevista anche la valutazione dei possibili effetti ambientali

di eventuali varianti di Piano.

1.5 LA PARTECIPAZIONE INTEGRATA E LA COPIANIFICAZIONE

Il processo di partecipazione integrata alla VAS viene sviluppato in supporto a l l ’ a m m i n i s t r a z i o n e p i a n i f i c a n t e , s f r u t t a n d o d i v e r s e t i p o l o g i e c o m u n i c a t i v e a l f i n e d iraggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e la validità

del processo. In particolare gli strumenti di informazione che verranno adottati fino al

termine del procedimento sono:

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Comune d i Arnes ano (LE) • incontri pubblici di dibattito con la popolazione e Conferenze di Servizi con enti

territorialmente competenti; • divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS e

raccolta di osservazioni mediante portali web di volta in volta aggiornati con la nuova

documentazione disponibile; • questionari rivolti a tutti i soggetti pubblici e privati che operano sul territorio; • affissione degli avvisi relative alla diverse pubblicazioni e agli incontri in programma.

È prevista la partecipazione e il coinvolgimento dei diversi soggetti durante tutte le fasi

della VAS con diverse finalità, in base alla fase di riferimento del processo di valutazione. A t a l p r o p o s i t o l a c o p i a n i f i c a z i o n e a s s u m e r à u n ’ i m p o r t a n z a p r i m a r i a p e r l a p r o p o s i z i o n e el ’ a d o z i o n e d e l l e s c e l t e p i a n i f i c a t o r i e i n t e r m i n i d i t u t e l a d e l l e r i s o r s e a m b i e n t a l i . E s s a p r e v e d e c h e , s i n d a l l ’ i n i z i o d e l p r o c e s s o d i f o r m a z i o n e d e l P i a n o , s i a t t u i n o f o r m e d ipartecipazione per individuare ed orientare strategie e scelte, esplicitandone le

motivazioni.

Con lo scopo di sostenere interventi condivisi, equi e solidali, fondati sulla conoscenza dei

luoghi e sulla progettualità locale, la copianificazione accompagna sia la formazione che

la gestione del Piano nei suoi passaggi attuativi e nelle sue inevitabili mediazioni e

compensazioni.

In altri termini il governo del territorio s i i s p i r a a l p e r s e g u i m e n t o d e l l ’ i n t e r e s s e p u b b l i c ogenerale attraverso il metodo del confronto tra interessi pubblici e privati, sulla base di

regole procedurali per la partecipazione e di criteri espliciti per le scelte di progetto. N e l l a r i c e r c a d e l l ’ i n teresse pubblico generale, i diversi soggetti coinvolti devono essere

adeguatamente rappresentati e, sotto questo profilo, gli istituti della partecipazione e della

legalità procedimentale acquistano una particolare rilevanza.

Nel frattempo, per questo e per altri motivi, tra i quali la maturazione della coscienza

ambientale, i vari piani per il governo e gestione del territorio sono cambiati nella loro

forma, nei testi che li compongono e in particolare nel rapporto tra la cartografia di piano e

il sistema degli indirizzi normativi. D a u n l a t o i l p i a n o s i s t r u t t u r a s u u n s i s t e m a d i r e g o l e d i l u n g o p e r i o d o , d a l l ’ a l t r o e s s oprevede criteri di scelta che devono potersi adeguare alle caratteristiche dei territori e al

modificarsi del contesto e degli scenari delle relazioni sovralocali.

Alla luce di quanto descritto finora è risultato pertanto di primaria importanza interpellare i

vari attori, pubblici e privati, che operano sul territorio e condividere con essi le scelte

pianificatorie.

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In fase di stesura del RA sono stati interpellati tutti i soggetti istituzionali con competenze

in campo ambientale che parteciperanno attivamente alle strategie di salvaguardia delle

diverse componenti ambientali.

1.6 LA METODOLOGIA VALUTATIVA

Il processo valutativo del Piano Urbanistico Generale in termini di compatibilità ambientale

strategica è possibile schematizzarlo come segue:

a) A n a l i s i d e l l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e

Il Rapporto Ambientale contiene un apposito capitolo dedicato alla descrizione dello stato

attuale delle diverse tematiche ambientali, delle eventuali interferenze c h e l ’ a t t u a z i o n e d e lPiano potrebbe avere su di esse e della partecipazione.

Verranno in definitiva valutare le interazioni del piano con le seguenti componenti

ambientali: • Aria • Acqua • Suolo • Flora, fauna e biodiversità • Paesaggio e patrimonio culturale • Rifiuti • Agenti fisici • Ambiente urbano

b) V a l u t a z i o n e d e l l ’ i n t e g r a z i o n e d e l l a c o m p o n e n t e a m b i e n t a l e n e l P i a n o i l R a p p o r t o A m b i e n t a l e h a i l c o m p i t o d i s p e c i f i c a r e g l i “ o b i e t t i v i d i p r o t e z i o n e a m b i e n tale

stabiliti a livello comunitario, nazionale e regionale pertinenti al Piano ed il modo in cui

durante la sua preparazione si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione a m b i e n t a l e ” c) Analisi della Coerenza interna ed esterna

La coerenza interna mette in relazione gli obiettivi del Piano e gli interventi (azioni) previsti

da esso, valutandone la coerenza reciproca. È una fase importante perché verifica la c o n s e q u e n z i a l i t à n e l l ’ i t e r p r o g r a m m a t i c o e l a c o r r i s p o n d e n z a t r a l e a z i o n i d a r e a l i z z a r e e

le strategie di sviluppo del territorio.

La coerenza esterna mira a valutare rapporti ed interazioni tra il PUG ed altri Piani e/o

Programmi sovraordinati. La valutazione verrà effettuata tenendo conto soprattutto dei

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principali strumenti di pianificazione e programmazione regionale/provinciale che si ritiene

possano avere interazioni dirette o indirette con il PUG, tra cui:• D o c u m e n t o R e g i o n a l e d i A s s e t t o G e n e r a l e ; • D o c u m e n t o S t r a t e g i c o R e g i o n a l e ; • P i a n o d i A s s e t t o I d r o g e o l o g i c o ; • P i a n o R e g i o n a l e d elle Attività Estrattive; • P i a n o E n e r g e t i c o A m b i e n t a l e R e g i o n a l e ; • P i a n o R e g i o n a l e p e r l a G e s t i o n e R i f i u t i ; • P i a n o T e r r i t o r i a l e d i C o o r d i n a m e n t o P r o v i n c i a l e ; • P i a n o P r o v i n c i a l e p e r l a G e s t i o n e R i f i u t i ; • P r o g r a m m a d i S v i l u p p o R u r a l e ; • P i a n o d e l l a M o b i lità; • P i a n o U r b a n i s t i c o T e r r i t o r i a l e T e m a t i c o p e r i l P a e s a g g i o ; • P i a n o P a e s a g g i s t i c o T e r r i t o r i a l e R e g i o n a l e ; • P i a n o d i g e s t i o n e d e l l e a r e e p r o t e t t e e d e i S i t i N a t u r a 2 0 0 0 ; • P i a n o d ’ A m b i t o T e r r i t o r i a l e O t t i m a l e r i s o r s e i d r i c h e ; • P r o g r a m m a d ’ a z i o n e p e r le aree della Direttiva 91/676/CEE; • P i a n o d i r i s a n a m e n t o d e l l a q u a l i t à d e l l ’ a r i a ; • P i a n o d i T u t e l a d e l l e A c q u e ; • P i a n o f a u n i s t i c o -venatorio Provinciale.

d) Valutazione degli impatti e degli effetti: criticità e risposte

Nelle successive fasi di valutazione si sono analizzate le positività e le negatività di

ciascuna componente ambientale; in sintesi sono state individuate le singole criticità e gli

effetti diretti ed indiretti che si potrebbero verificare in caso di attuazione del piano. Tale

valutazione v e r r à e f f e t t u a t a m e d i a n t e l ’ a n a l i s i S W O T . In definitiva è importante individuare le criticità e determinare gli effetti previsti nel breve,

medio e lungo termine, al fine di massimizzare quanto più possibile gli effetti positivi e, nel

contempo, approntare idonee misure di mitigazione e/o compensazione per minimizzare o

eliminare eventuali incidenze negative sulle componenti ambientali coinvolte.

e) Analisi delle alternative

Valutare scenari alternativi da prendere in considerazione rispetto a quanto previsto d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P i a n o . S i è tentato in definitiva di individuare, descrivere e valutare gli e f f e t t i s u l l ’ a m b i e n t e s c a t u r i t i d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P.U.G. ed eventualmente proporre r a g i o n e v o l i a l t e r n a t i v e a l l a l u c e d e g l i o b i e t t i v i e d e l l ’ a m b i t o t e r r i t o r i a le di programmazione.

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f) Monitoraggio e indicatori

Il Rapporto Ambientale prevede la stesura di un piano per il monitoraggio del Piano e la

contestuale scelta di un set di indicatori che consentano di controllare gli effetti derivanti d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P i a n o stesso, individuando tempestivamente impreviste conseguenze

negative su una o più componenti ambientali e riducendone gli impatti mediante l ’ a d o z i o n e d i o p p o r t u n e m i s u r e c o r r e t t i v e , c o m p e n s a t i v e e / o m i t i g a t i v e . Il monitoraggio è pertanto uno strumento che consente di allertare tutti i soggetti attivi

nella pianificazione e nella gestione del territorio in caso di un intervento che produca l ’ a l t e r a z i o n e d e g l i e q u i l i b r i a m b i e n t a l i . E s s o h a i n o l t r e i l c o m p i t o d i f o r n i r e e f f i c a c iindicazioni sulle modalità di ripristino degli equilibri preesistenti.

Gli indicatori utilizzati per descrivere il contesto territoriale in termini di sostenibilità devono

essere coerenti con i set di indicatori proposti a livello internazionale (European

Environment Agency, Eurostat, O.C.S.E.), nazionale (ISTAT, A.P.A.T.) e regionale

(A.R.P.A. Puglia).

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CAPITOLO II

2.1 INTRODUZIONE

La Valutazione Ambientale Strategica è un processo sistematico valutativo delle

conseguenze ambientali di specifiche proposte pianificatorie che, insieme agli elementi

economici e sociali, mira al raggiungimento dello Sviluppo Sostenibile sin dalle prime fasi

del processo decisionale.

Sin dagli anni settanta sono sorte riflessioni sulla limitatezza delle risorse non rinnovabili e

di quelle con un basso tasso di rigenerazione, nonché della capacità dell'ambiente di

assorbire le alterazioni che le attività antropiche provocano su di esso. Il concetto di

sviluppo sostenibile sintetizza dunque un problema di grande complessità, ovvero come

rendere compatibili le esigenze dell'economia e del mercato con la tutela dell'ambiente su

scala locale e globale.

La relazione esistente tra ambiente e sviluppo economico è stata affrontata, per la prima v o l t a , d a i r a p p r e s e n t a n t i d e i g o v e r n i , r i u n i t i s o t t o l ’ e g i d a d e l l ’ O N U , n el 1972 nella C o n f e r e n z a d i S t o c c o l m a s u l l ’ a m b i e n t e u m a n o . D a a l l o r a t a l i p r o b l e m a t i c h e s o n o s t a t esempre più considerate come imprescindibili da qualsiasi modello di sviluppo economico f i n o a l l a C o n f e r e n z a d e l l e N a z i o n i U n i t e s u l l ’ A m b i e n t e e S v i l u p p o , r i u nita a Rio de Janeiro n e l 1 9 9 2 , i n c u i v i e n e d e f i n i t i v a m e n t e a p p r o f o n d i t o e “ c o n s a c r a t o ” i l c o n c e t t o d i s v i l u p p osostenibile. L ’ i m p r a t i c a b i l i t à d e l l ’ a t t u a l e m o d e l l o d i s v i l u p p o e s t e s o a l l ’ i n t e r o p i a n e t a e i lrischio del collasso ambientale che ne derivere b b e ( i n c a p a c i t à d e l l ’ e c o s i s t e m a d isopportare le conseguenze del carico inquinante e del consumo di risorse non rinnovabili)

ha condotto gli organismi internazionali a richiamare i governi centrali e locali ad un

diverso modo di gestione e sviluppo del territorio attraverso una compatibilità sempre m a g g i o r e t r a l ’ a m b i ente e le diverse azioni umane.

La V.A.S. h a d u n q u e i l c o m p i t o d i v a l u t a l ’ e c o -compatibilità di un piano o programma sin

dal principio del processo pianificatorio. Pertanto nel presente capitolo verranno espressi

gli obiettivi prefissati dal proposto Piano Urbanistico Generale di cui successivamente ne v e r r à v a l u t a t a l ’ e c o -compatibilità e la sostenibilità in termini ambientali.

2.2 OBIETTIVI DEL PIANO URBANISTICO GENERALE DI ARNESANO

Sulla base di quanto riportato nel D.P.P. il P.U.G. studia in maniera approfondita e

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dettagliata lo stato di fatto del territorio del Comune di Arnesano. Tuttavia alcune

caratterizzazioni sono subito visibili anche con una prima lettura sommaria e sono quelle

deter m i n a t e d a l l ’ u s o c h e n e g l i u l t i m i 3 0 -40 anni si è fatto del territorio. Q u e s t ’ u l t i m o , c o n s i d e r a t o c o m e r i s o r s a i n e s a u r i b i l e c a p a c e d i m e t a b o l i z z a r e a n c h e l epeggiori trasformazioni, è stato significativamente antropizzato e invaso da infrastrutture,

desertificato, reso sede di discariche di rifiuti (poco biodegradabili), prodotti dai consumi

sempre crescenti.

Fortunatamente è stato al minimo interessato da infrastrutture di forte impatto ambientale,

anche per una presenza vigile che nel tempo ha dovuto contrastare passaggi disinvolti di

elettrodotti di notevole portata su zone abitate o di strade, come lo sdoppiamento della

Lecce – Porto Cesareo, che avrebbero attraversato il territorio del Comune in un ambito di

notevole pregio ambientale per la presenza di colture tradizionali, percorsi rurali, ville

padronali e case coloniche tipiche della Valle della Cupa.

Anche la recente attivazione della fognatura nera cittadina e della rete di distribuzione del m e t a n o m e t t e a l r i p a r o i l s u o l o d a l l ’ a z i o n e i n q u i n a n t e d e i p o z z i n e r i p r i v a t i e l ’ a r i a d a l l eemissioni di combustibili inquinanti.

Verificato che anche il centro abitato ha un buon livello di vivibilità, nonostante una

insufficiente dotazione di verde pubblico, in parte compensata da una discreta quantità di

v e r d e p r i v a t o , p o t r e m m o c o n c l u d e r e c h e A r n e s a n o c o n i l s u o t e r r i t o r i o r a p p r e s e n t a u n ’ o a s ifelice su cui limitarsi a vigilare.

Così sarebbe se non fosse per due rilevanti problematiche: la campagna e il centro

storico. R a p p r e s e n t a n o q u e s t e l ’ i d e n t i t à d e l p aese, due tasselli del pregevole ambito della Valle

della Cupa nel quale fino a qualche decennio fa vivevano in armonia una campagna r i g o g l i o s a e l ’ u o m o c o n i s u o i i n s e d i a m e n t i ; q u e s t i u l t i m i , r u r a l i o u r b a n i c h e f o s s e r o , e r a n ou n t u t t ’ u n o e i n

sinergia con il paesaggio agricolo.

Culture, modi di vivere, scelte politiche ed economiche da rivedere in maniera radicale, h a n n o p o r t a t o a n c h e a d A r n e s a n o , a l l o s v u o t a m e n t o d e l c e n t r o s t o r i c o e a l l ’ a b b a n d o n odella campagna.

Le antiche dimore, non più in grado di soddisfare gli standard abitativi oggi richiesti, sono

state abbandonate e non ancora ripensate. La campagna, dove non è riuscita a rinnovare

colture e organizzazione aziendale, ricercare attività integrative (zootecnia, produzione e

conservazione di prodotti tipici, colture ad alta specializzazione, agriturismo, turismo

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rurale), è stata abbandonata. In questo hanno aiutato le politiche agricole nazionali e

comunitarie che hanno sostenuto lo svellimento dei vigneti, la messa a riposo dei terreni, l ’ i n c e n t i vazione delle colture di girasole, angurie, colza e altre colture stagionali, che se

hanno portato una relativa ricchezza a qualche latifondista, hanno però portato alla d i s t r u z i o n e d e l l ’ a n t i c o e p r e z i o s o p a e s a g g i o a g r i c o l o . P r e z i o s o p e r l a q u a l i t à d e i p r o dotti

offerti, per il paesaggio determinato da un manto vegetazionale che era anche garanzia d e l l a c h i u s u r a d e i c i c l i n a t u r a l i ( c i c l i d e l l ’ a c q u a , d e l l ’ o s s i g e n o , d e l l ’ a n i d r i d e c a r b o n i c a ) . - Obiettivi generici:

1) recupero e valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale;

2) recupero e valorizzazione dei beni storico - artistici e monumentali;

3) m i g l i o r a m e n t o d e l p a t r i m o n i o u r b a n i s t i c o e d i l i z i o n o n s t o r i c o c o n i n t e r v e n t i s u l l ’ e s i s t e n t ee c o n l a p r e d i s p o s i z i o n e “ s t r a t e g i c a ” d e l l e n u o v e e s p a n s i o n i ;

4) previsione di nuove strutture e infrastrutture, che, in simbiosi con il recupero del

patrimonio naturalistico – ambientale e storico artistico monumentale, possano essere di v o l a n o a i p r i n c i p a l i s e t t o r i p r o d u t t i v i s u i q u a l i l ’ e c o n o m i a d e l p a e s e d o v r à p untare:

a) agricoltura e recupero del paesaggio agricolo;

b) ricettività e servizi per il turismo e la vicina università;

c) s e r v i z i p e r g l i a n z i a n i , l ’ i n f a n z i a , i g i o v a n i e d i l t e m p o l i b e r o ;

d) piccola e media impresa artigiana;

e) commercio, anche con proiezione sovracomunale.

- Obiettivi specifici:

1° Obiettivo: Recupero e valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale

Occorrerà predisporre norme e/o azioni utili per la salvaguardia dei beni ambientali di

valore (uliveti secolari, aree vocate a vigneto, aree verdi e piantumazioni di valore,

viabilità rurale, murature a secco, cave storiche) relazionandosi al P.U.T.T. e dando corso a g l i a d e m p i m e n t i d a l l o s t e s s o p r e v i s t i , a i s e n s i d e l l ’ a r t . 5 . L ’ A m m i n i s t r a z i o n e C o m u n a l e h a g i à i n d i v i d u a t o i l “ t e r r i t o r i o c o s t r u i t o ” ( c o m m a 5 . 3 a r t .1.03) e verificato le perimetrazioni degli Ambiti Territoriali Estesi (titolo II) e degli Ambiti

Territoriali Distinti (titolo III) adeguati alla situazione di fatto (Delibera di C.C. n. 17 del

25.5.2006).

Nel territorio di Arnesano risultano presenti e censiti come elementi strutturanti il territorio

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solo il sistema Geomorfologico (N° 10 P.U.T.T.), essendo per il resto il territorio privo di

qualsiasi indicazione; malgrado ciò quasi tutto il territorio comunale risulta classificato c o m e a m b i t o t e r r i t o r i a l e e s t e s o d i t i p o “ C ” ( v a l o r e d i s t i n g u i b i l e l a d d o v e s u s s i s t o n ocondizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche

preesistenti).

Per quel che concerne le cave, così diffuse sul territorio comunale e per le quali si dovrà

far riferimento alle tavole del P.U.T.T. , il P.U.G. dovrà indicare quelle di valore storico e

non, indicando una normativa di recupero ambientale per quelle non storiche e una

normativa di vincolo/salvaguardia, recupero e valorizzazione di quelle storiche creando in

tal modo i presupposti per la previsione di un parco territoriale.

Le aree agricole dovranno essere assimilate ad aree di interesse paesaggistico-

ambientale, costituendo nel loro insieme gli spazi naturali che separano dagli agglomerati

urbani; esse dovranno essere sottoposte a specifica normativa tendente a limitarne le

possibilità di trasformazione. In tali zone agricole si tenderà a privilegiare gli insediamenti

produttivi correlati alle attività agricole e a contenere le funzioni residenziali sempre che le s t e s s e n o n s i a n o d e t e r m i n a t e d a l l ’ a t t i v i t à p r o d u t t i v a d e l l ’ i m p r e n d i t o r e a g r i c o l o .Il P.U.G. avrà cura di elaborare una normativa specifica per gli eventuali nuovi

insediamenti extraurbani che dovranno disporre di una superficie minima di intervento di

un ettaro e ciò al fine di garantire il conseguimento di obiettivi di tutela ambientale e

produttiva del territorio rurale. Gli interventi residenziali di tipo oneroso in zona agricola

potranno essere ammessi per una singola richiesta.

Il ricorso insediativo di abitazioni nel territorio agricolo potrà essere consentito solo nelle

situazioni in cui non si compromettano o alterino i valori ambientali e paesaggistici.

Si dovranno indicare opportunità per l ’ o t t i m i z z a z i o n e d e l l a p r o d u t t i v i t à a g r i c o l a i n f u n z i o n edella propensione dei terreni, delle produzioni specializzate di qualità (es. serre), delle a z i o n i d i s o s t e g n o d e l l a C o m u n i t à E u r o p e a , d e l l e p o s s i b i l i t à e d i n n o v a z i o n i d e l l ’ e c o n o m i aagricola e rurale a t t r a v e r s o l ’ i n t e g r a z i o n e e l a d i v e r s i f i c a z i o n e p r o d u t t i v a d i c u i a l P i t 8 , e i nvia generale le azioni dovranno puntare alla ricostituzione di un ambiente agricolo di alta

qualità ambientale. I n d i c a r e l e p o s s i b i l i t à d i i n t e g r a z i o n e d e l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a con altre attività (es. agriturismo,

turismo rurale ) e prevedere quindi la possibilità dello sfruttamento a fini turistico-ricettivi

degli edifici rurali (case coloniche, ville padronali, borghi antichi) per i quali l ’ A m m i n i s t r a z i o n e d o v r à f o r n i r e i n c e n t ivi e strumenti di fiscalità agevolata.

Il P.U.G., al fine di perseguire uno sviluppo sostenibile, dovrà connotarsi per un approccio

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Comune d i Arnes ano (LE) e c o l o g i c o , p r o m u o v e n d o , n o n s o l o p e r m o t i v i d i r i s p a r m i o e n e r g e t i c o , l ’ u s o d i f o n t irinnovabili di energia sia per la pubblica amministrazione e sia per i singoli cittadini e le i m p r e s e ; i n p a r t i c o l a r e l e n o r m e t e c n i c h e d e l p i a n o d o v r a n n o p r e v e d e r e l ’ o b b l i g o d e l l apredisposizione, in fase progettuale degli impianti idrici ed elettrici degli edifici di nuova

costruzione o nei casi di ristrutturazione di edifici esistenti di ristrutturazioni ( domestici o a r t i g i a n a l i ) , p e r l ’ i n s t a l l a z i o n e d i t e c n o l o g i e c h e u t i l i z z a n o f o n t i d i e n e r g i a r i n n o v a b i l i , q u a l ii panelli solari o i pannelli fotovoltaici.

Secondo quando previsto dal Reg o l a m e n t o r e g i o n a l e 2 2 a g o s t o 2 0 0 6 , n . 1 3 “ M i s u r eu r g e n t i p e r i l c o n t e n i m e n t o d e l l ’ i n q u i n a m e n t o l u m i n o s o e p e r i l r i s p a r m i o e n e r g e t i c o ” i lC o m u n e d i A r n e s a n o s i d o t e r à d i u n p i a n o p e r l ’ i l l u m i n a z i o n e a b a s s o i m p a t t o a m b i e n t a l ee per il risparmio energetico per tendere ad un sviluppo sostenibile e a migliorare la

qualità della vita.

2° Obiettivo: Recupero e valorizzazione dei beni storico - artistici e monumentali.

· R e d a z i o n e d e l l ’ e l e n c o d e i b e n i s o t t o p o s t i o d a s o t t o p o r r e a v i n c o l o d i t u t e l a .

· Elaborazione d e l l e t i p o l o g i e d ’ i n t e r v e n t o p e r l e c o n s i s t e n z e d ’ i n t e r e s s e s t o r i c oartistico – monumentale isolate fuori dalle aree perimetrale.

· I n d i c a z i o n e d i a z i o n i “ s t r a t e g i c h e ” ( p e r a l t r o i n d i c a t e a n c h e n e i P i a n i d i R e c u p e r o )tese al recupero e/o riqualificazione dei beni architettonici, storici, artistici.

3° Obiettivo: Miglioramento del patrimonio urbanistico edilizio non storico con i n t e r v e n t i s u l l ’ e s i s t e n t e e c o n l a p r e d i s p o s i z i o n e “ s t r a t e g i c a ” d e l l e n u o v eespansioni.

Il patrimonio urbanistico – edilizio non storico per il quale il P.U.G. s i p o n e l ’ o b i e t t i v o d e lmiglioramento è costituito dalle seguenti zone omogenee già tipizzate dal P. di F. vigente:

· Zone di completamento. Con caratteri architettonici tradizionali (volta, prospetti

tinteggiati con modanature in pietra leccese), per le quali:

a) si confermerà la normativa dei piani particolareggiati, che prevede il

mantenimento delle volte e dei caratteri architettonici esistenti, con possibilità

di demolire eccezionalmente solo una volta per la creazione di collegamenti

verticali necessari alla sopraelevazione che dovrà armonizzarsi con i caratteri

architettonici del piano terra;

b) s i p r o p o r r a n n o s o l u z i o n i d i a r r e d o u r b a n o c h e i n t r o d u c a n o u n p o ’ d i v e r d emancante e in qualche caso servirà come cortina utile a dare maggior dignità

a situazioni edilizie morfologicamente povere e/o confuse;

c) si cercherà di aumentare e migliorare servizi e standard al loro interno o

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nelle zone immediatamente vicine.

· Zone di completamento recenti. Sono quelle tipizzate B1 (con esclusione di quelle

di cui al punto precedente) e B2 dal P. di F. vigente. Le B1 sono dotate di piani

particolareggiati ; per le zone B2 è già prevista una normativa collaudata e

sufficiente. Per le aree libere in zona B2 il P.U.G.. dovrà individuare i perimetri nei

quali non risulta realizzato il sistema infrastrutturale. Per queste zone si dovranno

ricercare soluzioni di arredo urbano, servizi e standard come per le aree

precedenti.

· • Zone di completamento con lottizzazione convenzionata. Sono le zone tipizzate d ’ e s p a n s i o n e d e l P . d i F . vigente in corso di saturazione (con qualche eccezione c o m e l a z o n a d ’ e s p a n s i o n e s u l l a v i a p e r M o n t e r oni). Sono sufficienti standard e

servizi. Per queste zone il P.U.G. farà propria la normativa del PUE e proporrà

soluzioni di arredo urbano.

· N u o v e z o n e d ’ e s p a n s i o n e . V e r i f i c a t a i n m a n i e r a p u n t u a l e l ’ o f f e r t a v o l u m e t r i c a d e l l e d i v e r s e z o n e ( c e n t r ostorico, zone di completa m e n t o , z o n e d ’ e s p a n s i o n e ) d e l P . d i F . ancora disponibili,

che risulta essere di circa 160.000 mc. , è ev i d e n t e c h e l ’ i m p o s t a z i o n e d e l P.U.G. n o n p o t r à c h e e s s e r e q u e l l e d i g e n e r a r e u n a s t r u m e n t a z i o n e “ d i q u a l i t à ” e n o n d i“ q u a n t i t à ” , i n t e s a s i a i n t e r m i n i d i r e p e r i m e n t o d i a r e e d i c u i a l D . M . 1 4 4 4 / 6 8 , s i a i ntermini valorizzazione e recupero del patrimonio esistente (naturalistico-

ambientale, storico-artistico, edilizio in genere). F a t t o s a l v o i l p r i n c i p i o d i “ d i r i t t i a c q u i s i t i ” , i n t e s o s i a c o m e o n e r i c h e c o m e o n o r i ,occorrerà procedere ad una pianificazione che contempli una ritessitura-

riammagliatura migliorativa e qualificante tra il paese e il Rione Riesci, al fine di

pervenire ad un continuum tra i due insediamenti. Tale parte di territorio dovrà

configurarsi come il terzo centro di interesse socio-economico-culturale del paese,

ove saranno ubicati i servizi di interesse comunale (area mercatale, verde

attrezzato per circhi equestri, spettacoli viaggianti ecc, verde di quartiere, arredo

urbano e/o attrezzato).

Inoltre si dovranno individuare in tale parte di territorio le aree di cui al D.M.

1444/68 rivenienti dai comparti perequativi e in quantità tali da compensare il

deficit che si registra nello stato di fatto e nella zonizzazione del P. di F. vigente.

Il P.U.G. dovrà inoltre attenersi alle seguenti indicazioni:

a) ubicare gli spazi pubblici in modo che tutte le aree del centro abitato ne

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possano essere servite e predisporre una normativa atta a far si che gli

strumenti attuativi con i quali il P.U.G. avrà attuazione, realizzino una valida

integrazione compositiva tra residenza, spazi pubblici e servizi;

b) realizzare una viabilità il più possibile lineare, interrotta da svincoli frenanti e

rondò al fine di garantire maggior sicurezza in corrispondenza degli incroci più

pericolosi e tesa ad invertire i flussi di traffico che da centrifugo dovrà

diventare centripeto. I nuovi spazi urbani dovranno essere dotate di sedi viarie l a r g h e c o n s p e c i f i c a p r e v i s i o n e d i p i s t e c i c l a b i l i c h e r a p p r e s e n t a n o l ’ o c c a s i o n ep e r i n i z i a r e a r a g i o n a r e s u l m i g l i o r a m e n t o d e l l a q u a l i t à d e l l ’ a m b i e n t e u r b a n oanche per ciò che riguarda il problema del traffico. Un attenzione particolare

va posta al miglioramento dei collegamenti con la Tangenziale Ovest;

c ) c u r a r e l ’ a r r e d o u r b a n o c o n e l e m e n t i d i a r r e d o e a l b e r a t u r e i n t e r v e n e n d oa n c h e n e l l ’ a b i t a t o e s i s t e n t e o v u n q u e p o s s i b i l e e d in particolare prevedendo un

centro storico elegante e accogliente;

d) prevedere le aree per edilizia economica e popolare con un minimo del 4 0 % d e l l ’ o f f e r t a d i p i a n o d i e d i l i z i a r e s i d e n z i a l e s u t u t t e l e a r e e d ’ e s p a n s i o n esalvo situazioni particolari;

e) proporre soluzioni progettuali realmente fattibili e realizzabili d a l l ’ A m m i n i s t r a z i o n e a c o s t i c o n t e n u t i c o n u n a m i r a t a p o l i t i c a d e i c o m p a r t i .

· Fabbisogno di edilizia produttiva

Il fabbisogno di edilizia produttiva ad Arnesano è espresso dalla piccola e media

impresa artigiana, dalle attività storiche connesse all'edilizia (muratori, intonacatori,

impiantisti, falegnami, fabbri) e di servizio (meccanici, carrozzieri, calzolai, sarti, p a r r u c c h i e r i ) ; d a q u a l c h e d e c e n n i o s i s o n o a g g i u n t e l e c o n f e z i o n i d ’ a bbigliamento

e qualche altra attività di nicchia.

Sono attività che non producono inquinamento e sono compatibili con la

residenza.

Per le attività artigianali, il piano predisporrà aree a destinazione mista residenziale

tra il P.I.P. già esistente e il centro abitato e/o nelle immediate vicinanze, tenendo

conto anche delle potenzialità di nuovi insediamenti produttivi legati alla presenza

del vicino distretto tecnologico universitario ed in particolare alle numerose

imprese ad elevata tecnologia ( biomedicale, componentistica, aeronautica , ecc. )

che collaborano in modo sempre più stretto con tale polo. U n ’ a r e a a d e s t i n a z i o n e m i s t a c o m m e r c i a l e – residenziale verrà proposta sulla

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Lecce - P o r t o C e s a r e o c o n a c c e s s o d a l l ’ i n t e r n o d e l c e n t r o a b i t a t o a t t r a v e r s o la

viabilità già esistente o prevista dal P. di F.

4° Obiettivo: Previsione di nuove strutture e infrastrutture

· I l p u n t o r e l a t i v o a l l ’ a g r i c o l t u r a e r e c u p e r o d e l p a e s a g g i o a g r i c o l o h a t r o v a t orisposta nel precedente obiettivo 1 e per quel che riguarda la piccola e media i m p r e s a a r t i g i a n a e i l c o m m e r c i o , l ’ U n i v e r sità nel precedente obiettivo 3.

· Relativamente alla ricettività e servizi per il turismo, si ritiene, come detto prima,

che vadano sviluppate al massimo le potenzialità offerte dal nostro territorio; infine, s i r i t i e n e d i i n d i v i d u a r e c o m e z o n a p e r l ’ i n s e d i a m e n t o d i s t r u t t u r e d e s t i n a t e as e r v i z i p e r g l i a n z i a n i , l ’ i n f a n z i a , i g i o v a n i e i l t e m p o l i b e r o , q u e l l a t r a A r n e s a n o e iR i e s c i i n c o n s i d e r a z i o n e d e l l ’ o b i e t t i v o s o p r a c i t a t o d i p e r v e n i r e a d u n c ontinuum

urbano tra i due centri abitati.

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CAPITOLO III

3.1 RAPPORTO SULLO STATO DEI SISTEMI AMBIENTALI

Arnesano è un comune del Salento centrale e p r e s e n t a u n ’ e c o n o m i a b a s a t a s o p r a t t u t t os u l l ’ a g r i c o l t u r a e s u l l ’ a r t i g i a n a t o . Esso si estende su un territorio di 13,47km² e si colloca

al centro di una delle più ampie depressioni carsiche della geomorfologia salentina detta “ V a l l e d e l l a C u p a ” , p u n t e g g i a t a d i c a s e s p a r s e e d i v i l l e p a d r o n a l i . Il Comune conta poco

meno di 4.000 abitanti.

Gli elementi di sensibilità e criticità ambientale rilevati sul territorio comunale, desunti

dalla consultazione ed elaborazione dei dati ambientali disponibili, sono raggruppati nei

tematismi di seguito riportati:

· Aria

· Acqua

· Suolo

· Flora, fauna e biodiversità

· Paesaggio e patrimonio culturale

· Rifiuti

· Agenti fisici

· Ambiente urbano

Le suddette componenti ambientali verranno di seguito singolarmente analizzate (gradi di

impatto delle trasformazioni), riportando le eventuali interferenze col Piano e proponendo

un set di indicatori proposti per l'analisi ambientale dello scenario di riferimento (situazione

attuale) e di quelli supposti (all'attuazione del piano, in assenza di piano, le alternative).

3.2 ARIA

I mutamenti climatici sono le variazioni a livello globale del clima della Terra (cambiamento

dei valori medi o delle variazioni rispetto la media). Essi si producono a diverse scale

temporali su tutti i parametri meteorologici: temperature (massima e minima),

precipitazioni, nuvolosità, temperature degli oceani. Sono dovuti a cause naturali e negli

ultimi secoli, in parte, ad opera dell'uomo mediante l'attività industriale .

Il sistema industriale e produttivo pugliese si caratterizza per la concentrazione dei

maggiori stabilimenti nelle aree di Brindisi e Taranto.

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Nella Provincia di Lecce i livelli di concentrazione in atmosfera di SO2, CO e benzene

sono ampiamente inferiori ai limiti fissati dalla normativa a tutela della salute umana,

mentre PM10, NO2 e ozono costituiscono ancora delle criticità.

3.2.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema

Dal punto di vista meteorologico Arnesano rientra nel territorio del Salento orientale che

presenta un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie

di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9

°C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +24,7 °C. Le precipitazioni,

frequenti in autunno ed in inverno, si attestano attorno ai 626 mm di pioggia/anno. La

primavera e l'estate sono caratterizzate da lunghi periodi di siccità.

Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del Salento orientale sono influenzati

fortemente dal vento attraverso correnti fredde di origine balcanica, oppure calde di

origine africana.

Di seguito si riportano i dati climatici relativi alla stazione termo-pluviometrica di Lecce

(fonte: Annali Idrologici, parte I, dell'Ufficio Idrografico e Mareografico di Bari).

Tab. 1 – Valore delle temperature massime, medie e minime suddivise per mensilità. Il periodo di osservaz i o n e è r i f e r i t o a l t r e n t e n n i o ’ 7 4 – ’ 0 4

Stazione metereologica di LECCE

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

°C min 6,4 6,5 8,1 10,2 14,1 17,9 20,3 20,8 17,5 14,6 10,8 7,6

°C Max 13,1 13,3 15,6 18,0 22,9 27,2 29,8 30,2 25,9 21,9 17,4 14,0

°C MED 9,8 9,9 11,9 14,1 18,5 22,6 25,1 25,5 21,7 18,2 14,1 10,8

Tab. 2 – Valore delle precipitazioni suddivise per mensilità. Il periodo di osservazione è r i f e r i t o a l t r e n t e n n i o ’ 7 4 – ’ 0 4

Stazione metereologica di LECCE

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

mm 68 56 62 56 28 18 20 30 48 86 103 79

giorni 8 7 7 7 4 3 2 3 4 7 9 9

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Comune d i Arnes ano (LE) P e r q u a n t o r i g u a r d a l o s t a t o d i f a t t o s u l l e i n q u i n a n t i p r e s e n t i n e l l ’ a r i a s i s o n o e s t r a p o l a ti i

dati pubblicati nel Piano R e g i o n a l e s u l l a Q u a l i t à d e l l ’ A r i a ( P RQA). I valori e le letture f a n n o r i f e r i m e n t o a l l ’ a n n o 2 0 0 5 .

La centralina di rilevamento dati di Arnesano si colloca nel Rione Riesci; essa rientra nella

zona D ( o c o s i d d e t t a “ Z o n a d i M a n t e n i m e n t o ” v a l i d a p e r i 2 2 2 c omuni nei quali non si

rilevano valori di q u a l i t à d e l l ’ a r i a critici, né la presenza di insediamenti industriali di rilievo),

è una stazione situata in ambiente suburbano e soggetta al traffico veicolare.

I valori monitorati dalla centralina sono riferiti a NO2, SO2 e PM10.

Il biossido di azoto (NO2) in atmosfera si forma per ossidazione del monossido di azoto

prodotto nei processi di combustione. Nel 2005 si sono registrati superamenti diffusi del l i m i t e a n n u a l e ( V L ) d i 4 0 u g / m3, mentre il valore limite incrementato del margine di

tolleranza (MDT) p e r i l 2 0 0 5 e r a p a r i a 5 0 u g / m3. Nel comune di Arnesano non si

segnalano superamenti di questa soglia, anzi il valore medio annuo sul territorio comunale

è pari a 1 2 u g / m3. L ’ i n t r o d u z i o n e d e l l e m a r m i t t e c a t a l i t i c h e , l ’ u s o d i c o m b u s t i b i l i a b a s s o t e n o r e d i z o l f o eb e n z e n e , l ’ a d o z i o n e d i p r o c e s s i d i combustione più efficienti negli autoveicoli hanno

efficacemente contribuito a ridurre le concentrazioni di inquinanti in atmosfera per

benzene e biossido di zolfo (SO2). Il tenore medio annuo di SO2 rilevato dalla centralina di A r n e s a n o s i a t t e s t a s u l v a l o r e d i 1 u g / m3.

Il PM10 o polveri sottili è l ’ i n s i e m e d e l l e p a r t i c e l l e c o n d i a m e t r o i n f e r i o r e a 1 0 u m , o v v e r odelle polveri inalabili, in grado di r a g g i u n g e r e l ’ a r e a b r o n c h i a l e d e l l ’ a p p a r a t o r e s p i r a t o r i o . I lmonitoraggio di questo inquinante in nessuna delle postazioni di misura si è superato il l i m i t e s u l l a m e d i a a n n u a d i 4 0 u g / m 3. Nel Comune di Arnesano ha un valore medio annuo

nel 2005 pari a 30 u g / m 3. Nello stesso arco temporale di monitoraggio il superamento del

valore limite giornaliero è avvenuto per 11 volte. P e r c i ò c h e r i g u a r d a l ’ o z o n o O 3 Arnesano come nelle previsioni del rapporto regionale

sullo stato d e l l ’ a r i a d e l 2 0 0 5 n o n è d a c o n s i d e r a r s i a r i s c h i o c o n v a l o r i c o m p r e s i n e l l afascia 0- 9 5 u g / m3.

3.2.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.

Così come previsto dal PRQA il comune di Arnesano rientra nella Zona di Mantenimento

(zona D) del predetto Piano, ovvero tra quei 222 Comuni per i quali è necessario

applicare azioni che mantengano per lo meno stabili gli attuali l i v e l l i d i q u a l i t à d e l l ’ a r i a .

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Comune d i Arnes ano (LE) C o n s e r v a r e l ’ a t t u a l e s t a t oe pertanto non essere tra le aree urbane con particolare criticità n o n p r e g i u d i c a l ’ e v e n t u a l e v o l o n t à d i m i g l i o r a r e l a s i t u a z i o n e e s i s t e n t e .

Il P.U.G. non prevede esplicitamente misure votate al diretto controllo e mantenimento d e l l a q u a l i t à d e l l ’ a r i a s u l t e r r i t o r i o c o m u n a l e , t u t t a v i a i l Piano di Risanamento della Qualità d e l l ’ A r i a i n d i v i d u a a l c u n e m i s u r e strategiche di recupero, finalizzate al rispetto degli attuali l i m i t i d i q u a l i t à d e l l ’ a r i a . N e l l o specifico sono individuate quattro linee di intervento generali

a cui il Piano Urbanistico potrà ispirarsi nella sua fase attuativa:

· Miglioramento della mobilità nelle aree urbane;

· Riduzione delle emissioni da impianti industriali;

· Sviluppo delle politiche di educazione e comunicazione ambientale;

· In t e r v e n t i p e r l ’ e d i l i z i a .

3.2.3 La partecipazione pubblica e privata

Sono stati espressi dubbi e preoccupazioni su un possibile aumento del particolato fine

(PM10 ) c h e p o t r e b b e v e r i f i c a r s i a l l ’ i n t e r n o d e l c e n t r o u r b a n o e s o p r a t t u t t o l u n g o l ’ a s s eviario Monteroni – Leverano (strada vicinale Spinella/S.P.119). La suddetta strada

provinciale è infatti spesso soggetta ad intenso traffico veicolare stagionale (periodo

estivo) e a traffico pesante.

3.3 ACQUA

Lo sviluppo demografico, la crescita della produzione e altre innumerevoli attività

antropiche hanno condotto ad un sovrasfruttamento delle risorse idriche regionali. Si

dovranno pertanto individuare idonee metodologie di supporto all'utilizzo razionale della

componente acqua.

Risulta pertanto necessario stabilire un set di indicatori e di indici di qualità ambientale per

analizzare le dinamiche in atto relative a tale risorsa e porre indicazioni sugli utilizzi

prossimi.L e A c q u e “ i n t e r n e ” s o n o r a p p r e s e n t a t e p r e v a l e n t e m e n t e d a a c q u e s u p e r f i c i a l i d i c o r s id ’ a c q u a , l a g h i n a t u r a l i o a r t i f i c i a l i e d a a c q u e s o t t e r r a n e e . L a v e r i f i c a d e l l ostato

ambientale di queste acque è articolata in tre temi ambientali principali:

a) Qualità dei corpi idrici;

b) Risorse idriche e usi sostenibili;

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c) Inquinamento delle risorse idriche.

3.3.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema

A) Acque superficiali

Data la natura delle rocce affioranti, non si riscontrano nel territorio di Arnesano elementi

idrologici superficiali rilevanti, limitandosi gli stessi ad alcune lievi incisioni, spesso non

ben definite e attive solo in occasione di eventi meteorici significativi. D a l p u n t o d i v i s t a i d r o g r a f i c o , l ’ a r e a r i c a d e a l c o n f i n e d i t r e d i v e r s i b a c i n i e n d o r e i c i ,codificati nel Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) con le sigle:

- R16-204 (Lequile- M a r t a n o ) ; l ’ e s t e n s i one è di 271 Km2 (Fig. 1);

- R16-206 (Copert i n o ) ; l ’ e s t e n s i o n e è d i 8 2 K m 2;

- R16-210 (Carmi a n o ) ; l ’ e s t e n s i o n e è d i 8 8 K m 2.

Il territorio di Arnesano è situato quindi in corrispondenza di un vasto bacino endoreico, d o v e l e u n i c h e v i e p o s s i b i l i p e r l ’ e v a c u a z i o n e d e l l e a c q u e m e t e o r i c h e s o n orappresentate d a l l ’ i n f i l t r a z i o n e n e l s o t t o s u o l o , s i a a r e a l e c h e c o n c e n t r a t a i n c o r r i s p o n d e n z a d e g l i

inghiottitoi carsici. E ’ e v i d e n t e c h e i n t a l e c o n t e s t o i d r o g e o l o g i c o , g l i e v e n t i p i o v o s i p i ù s i g n i f i c a t i v i p o s s o n op r o v o c a r e l ’ a l l a g a m e n t o d e l l e a r e e p i ù d e p r e s s e e p e r t a n t o l ’ A u t o r i t à d i B a c i n o d e l l aRegione Puglia, in seguito ad uno studio idraulico, ha giustamente perimetrato alcune

aree individuate nella seguente cartografia.

B) Acque sotterranee R e l a t i v a m e n t e a l l e c a r a t t e r i s t i c h e i d r o g e o l o g i c h e d e l l ’ a rea in esame, le osservazioni e le

indagini eseguite portano alla conclusione che la circolazione idrica sotterranea si esplica

con modalità differenti a seconda che interessi i terreni pleistocenici o il basamento

carbonatico. Pertanto, si può affermare che nella zona in esame esistono due diversi

acquiferi: uno superficiale ed uno profondo.

La falda idrica superficiale è contenuta nelle sabbie pleistoceniche ed è presente in m a n i e r a c o n t i n u a s o l o n e l l ’ e s t r e m a p o r z i o n e s u d o c c i d e n t a l e d e l t e r r i t o r i o d i A r n e sano, m e n t r e n e l l a p a r t e c e n t r a l e d e l t e r r i t o r i o , d a t o l ’ a l t o c o n t e n u t o i n f i n e g i à a p a r t i r e d a l l as u p e r f i c i e , r e n d e p o s s i b i l e l ’ e s i s t e n z a d i l i v e l l i a c q u i f e r i s o l o i n c o r r i s p o n d e n z a d i l e n t is a b b i o s e , d i s t r i b u i t e i n m a n i e r a d i s c o n t i n u a a l l ’ i n t e r n o d i s t rati argilloso-sabbiosi e limosi.

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Fig. 1 – Tavola 1.4 del Piano di Tutela delle Acque

Fig. 2 – Aree particolarmente soggette ad allagamento (Autorità di Bacino – Reg. Puglia)

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Ad esempio, si riporta quanto riscontrato d u r a n t e l ’ e s e c u z i o n e d i u n c a r o t a g g i o p e r s c o p i

geotecnici eseguito nel centro di Arnesano (Palazzo Marchesale) dove un livello idrico è

stato rinvenuto a profondità comprese tra circa 2 e 4,5 m dal piano campagna.

La ricostruzione precisa della superficie freatica pertanto, è possibile solo in c o r r i s p o n d e n z a d e l l ’ a r e a s u d o c c i d e n t a l e d e l t e r r i t o r i o e s a m i n a t o e , i n l i n e a c o n q u a n t oriportato dal PTA regionale (Fig. 3).

Fig. 3 – Isofreatiche della falda superficiale (fonte: Piano Tutela Acque)

La falda profonda permea la formazione calcareo-dolomitica fessurata e carsificata del C r e t a c e o . E ’ u n a c q u i f e r o d i t i p o c o s t i e r o , i n q u a n t o s o s t e n u t o d a l l e a c q u e s a l a t e d iintrusione continentale, ed ha come livello superiore una superficie disposta poco al di s o p r a d e l l ’ o r i z z o n t e m a r i n o . T a l e f a l d a c i r c o l a a p e l o l i b e r o s e a l l a s u d d e t t a q u o t a s irinvengono formazioni permeabili, o in pressione se formazioni impermeabili si spingono

nel sottosuolo fino a profondità inferiori al livello marino.

Per ciò che riguarda le caratteristiche chimico-fisiche della falda profonda nella tabella

seguente si riportano i valori dei parametri chimici, fisici e batteriologici delle acque dei

Isofreatica faldasuperficiale (m slm)

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pozzi di monitoraggio che attingono nella falda profonda, così come risultano dalle analisi

eseguite su campioni prelevati in 10 pozzi ubicati nel territorio di Arnesano.

Fig. 4 – Carta della falda profonda (fonte: PTA integrazione di PUG dal dott. M. Orlando)

Dalle analisi emerge che le acque di falda, nel territorio in esame, rientrano, sulla base d e l l a t a b e l l a 2 0 d e l l ’ A l l e g a t o 1 d e l D . L g s . n . 1 5 2 d e l l ’ 1 1 m a g g i o 1 9 9 9 , n e l l e c l a s s ichimiche 2, 3 e 4; la classe 3 è quella riscontrata nel maggior numero di pozzi. Per quanto

riguarda lo stato chimico, risulta quindi che la falda è sottoposta ad “ I m p a t t o a n t r o p i c osignificativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali d i c o m p r o m i s s i o n e ” .

Tab. 3 – Analisi chimico-fisiche di pozzi di falda profonda (fonte: Comune di Arnesano)

Parametro u.m. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

pH U.pH 8,08 7,93 8,12 7,74 7,83 8,28 7,67 7,4 8,17 7,92

Cond. ¾ S/cm 996,7 953,6 1107 1565 1463 1006 773 954 667 1127

Durezza °F 24,7 30,15 31,5 38,55 40,32 26,26 26,89 35,65 17,64 47,76

Sodio mg/l 33 33 60 107 103 62 32 48 24 43

Magnesio mg/l 20 22 25 30 27 11 4 15 4 11

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3.3.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.

Il Piano di Tutela Acque della Regione Puglia, ha fissato gli obiettivi di qualità delle acque

sotterranee da raggiungere per il 2015 (Tab. 4).

Per il raggiungimento di tali obiettivi è necessario predisporre strumenti che favoriscano

il riutilizzo delle acque anche piovane, limitino i prelievi, prescrivano che le acque reflue

e quelle di dilavamento siano smaltite con sistemi idonei. Tali obiettivi potrebbero

interferire, anche se in forma piuttosto lieve, con la programmazione del Comune di

Arnesano.

Possibili interferenze col P.U.G. potrebbero però scaturire soprattutto dalla presenza di a r e e c o m u n a l i s u s c e t t i b i l i a l l ’ allagamento.

Parametro u.m. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Calcio mg/l 66 84,5 85 105 117 87 101 118 64 173

Potassio mg/l 1 1 3 5 8 2 2 4 1 2

Ammon. mg/l <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4

Cloruri mg/l 120 68,5 118 228 183 130 60 83 54,5 62,5

Fluoruri mg/l 240 <100 235 480 290 610 164 <100 <100 <100

Nitrati mg/l 35 34 35 21 47 35 84 34,5 28 87

Solfati mg/l 21 22 20 21 29 13 20 11 11 55

Fosforo tot. mg/l 0,07 0,07 0,06 0,07 0,06 0,04 0,05 0,06 0,06 0,07

Arsenico ¾ g/l <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05

Cadmio ¾ g/l <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1

Piombo ¾ g/l <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1

Cromo ¾ g/l <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1

Colif. Fec. UFC/100ml 3 0 0 0 0 0 - 2 >300 0

Batteri col. UFC/100ml 210 170 0 0 20 60 290 0 >300 0

Esch. Coli UFC/100ml 0 0 0 0 0 3 0 0 >300 0

Enterococc. UFC/100ml 0 0 0 0 0 3 3 0 >300 0

classificazione 3c 3c 3c 2c 3c 3c 4c 3c 3c 4c

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Tab. 4 – Obiettivi di qualità delle acque sotterranee fissati col PTA

3.3.3 La partecipazione pubblica e privata

I portatori di interesse e gli Enti competenti in materia ambientale non hanno manifestato

particolare interesse in merito alle possibili interazioni tra il Piano Urbanistico e il presente

comparto ambientale.

3.4 SUOLO

In Puglia è accertata una massiccia presenza dell'uomo che sin dal neolitico ed è da

allora che egli modifica il territorio per poter sviluppare le primordiali attività produttive

(agricoltura e pastorizia). Tali modificazioni, associate ai naturali fenomeni di erosione e

ruscellamento, hanno portato ad una elevata sensibilità della componente suolo nei

confronti di determinati fenomeni ambientali (desertificazione, erosione, contaminazione,

dissesti idrogeologici).

La salvaguardia del suolo pone gli enti pianificatori a puntare verso obiettivi come definire

i fattori che determinano o influenzano la vulnerabilità dei suoli e mappare le aree

vulnerabili del territorio soggetto al piano con l'intento di definire una distribuzione spaziale

delle aree a rischio mediante l'assegnazione di indici di vulnerabilità.

Nel Salento i dissesti del suolo si possono avere solo in alcuni tratti costieri dell'adriatico

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(crolli per instabilità dei versanti rocciosi), mentre nelle aree interne piccoli distacchi e

crolli sono riscontrabili solo in corrispondenza delle Serre.

Il fenomeno della desertificazione invece è determinato da diversi fattori legati a

caratteristiche intrinseche del territorio (clima, suolo e morfologia) ma anche alle attività

antropiche e a fattori ad esse connessi (distruzione della copertura vegetale, agricoltura

intensiva, sovrasfruttamento delle risorse idriche, etc.).

Altro fenomeno che mina la componente suolo è lo sversamento, soprattutto per cause

antropiche, di sostanze contaminanti (inquinanti acidi, metalli pesanti, composti organici).

Tutte queste sostanze provocano modificazioni spesso irreversibili delle proprietà fisiche,

chimiche e biologiche dei suoli.

Sulla tematica suolo verranno valutati soprattutto i seguenti aspetti:

a) Geologia e Geomorfologia;

b) Stratigrafia e Litologia;

c) Uso del Suolo;

d) Inquinanti.

3.4.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema

a) Geologia e Geomorfologia

Il territorio del Comune di Arnesano, si colloca nella parte nordoccidentale del Salento, ed o c c u p a l a p a r t e c e n t r a l e d i u n a d e p r e s s i o n e c o m p r e s a t r a l ’ e s t r e m o l e m b o s u d -orientale d e l l a p r o v i n c i a d i B r i n d i s i e l a m e d i a c o s t a a d r i a t i c a l e c c e s e , d e l i m i t a t a a N d a l l ’ a g r o d iSan Pietro ed a Sud dal territorio giurdignanese-otranti n o . A l l ’ i n t e r n o d i q u e s t adepressione, il De Giorgi, nella sua Descrizione fisica, geologica e idrografica della prov.

d i L e c c e , i n d i v i d u a u n a d e p r e s s i o n e l o n g i t u d i n a l e d ’ o r i g i n e c a r s i c a d e f i n i t a Valle della

Cupa . U n ’ a r e a p r i v a d i c a r a t t e r i s t i c h e t a l i d a e videnziarne i limiti, i quali sono ancora o g g e t t o d i d i s c u s s i o n e ; c h i l ’ i d e n t i f i c a s o l o c o n l ’ a g r o d i A rnesano comprensivo dei picchi p i ù b a s s i , c h i l ’ e s t e n d e a t u t t o i l t e r r i t o r i o c o m p r e s o t r a S a l i c e e G a l u g n a n o . I n d e f i n i t i v atali confini possono essere d e l i n e a t i d a l l ’ i s o i p s a d i 3 8 , 0 0 ÷ 4 0 , 0 0 m e t r i s l m , p e r u n ’ a r e ad e l i m i t a t a a N E d a l l a S e r r a d i S a n t ’ E l i a ( 5 8 , 0 0 m e t r i ) , d a M o n t e d ’ O r o ( 6 0 , 0 0 m e t r i ) e d aRudiae, al di là dei quali si trovano i comuni di Squinzano (48,00 metri), Trepuzzi (54,00

metri) e Lecce (50,00 metri), e delimitata ad Ovest da una corona di comuni che le stanno

a ridosso: San Donaci, Veglie, Guagnano, Salice, Leverano e Copertino, storicamente e

culturalmente affini alla Valle della Cupa. Al suo interno compaiono Monteroni, San Pietro,

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Lequile, San Cesario e Cavallino a quote comprese tra 38,00 e 40,00 metri slm; Campi,

Novoli, Carmiano e Magliano tra 30,00 e 35,00 metri slm; Arnesano tra 29,00 e 32,00

metri slm, nel cui agro viene toccato il picco minimo di 17,00 metri. L ’ a t t u a l e c o n f i g urazione morfologico-strutturale è la risultante di una serie di vicissitudini t e t t o n i c h e e p a l e o g e o g r a f i c h e c h e h a n n o i n t e r e s s a t o l ’ i n t e r o S a l e n t o a p a r t i r e d a l l ’ E o c e n ee che hanno dislocato, con una serie di faglie dirette, la Piattaforma Apula mesozoica v e n e n d o a c o s t i t u i r e u n a s e r i e d i s t r u t t u r e r i a l z a t e ( “ H o r s t ” ) e d e l l e a r e e r i b a s s a t e( “ G r a b e n ” ) . Dal punto di vista tettonico, il territorio è stato interessato da movimenti plicativi e

disgiuntivi che hanno piegato e ribassato le formazioni cretaciche e mioceniche; i bacini

venutisi a formare sono stati poi colmati da depositi più recenti di età fino al Pleistocene, a

seguito di ripetute trasgressioni marine che si sono succedute nell'area Salentina.

Si tratta di più fasi tettoniche le quali smembrando, sollevando ed abbassando i

basamenti primitivi, hanno consentito la formazione sia degli alti morfologici che

attualmente corrispondono agli affioramenti carbonatici mesozoici, sia delle zone più

depresse caratterizzate dalla presenza di termini calcarenitici, sabbiosi ed argillosi post-

cretacei.

Nel territorio in studio, pur non essendo direttamente visibili sul terreno lineazioni o faglie,

che eventi morfogenetici hanno quasi completamente obliterato, sono comunque stati

rilevati degli elementi morfologici che consentono di ipotizzarne sia l'esistenza sia

l'ubicazione. Tali elementi morfologici corrispondono a forme di alterazione carsica

dislocati sul territorio secondo degli allineamenti ben identificabili.L ’ a b i t a t o d i A r n e s a n o t r o v a s e d e s u u n ’ a r e a i n t erposta tra due strutture tettoniche rialzate,

aventi direzione NW-SE. A n c h e l ’ a z i o n e d e l l ’ u o m o h a c o n t r i b u i t o a v a r i a r e l e o r i g i n a r i e s u p e r f i c i t o p o g r a f i c h e a dopera di una intensa attività estrattiva che ha interessato, sin dai tempi storici, la

formazio n e c a l c a r e n i t i c a a f f i o r a n t i a N E d e l l ’ a b i t a t o . b) Stratigrafia e Litologia

La ricostruzione della stratigrafia è stata fatta in base al rilievo geolitologico di dettaglio, a l l e i n d a g i n i g e o g n o s t i c h e , a l l o s t u d i o i d r o g e o l o g i c o e a l l ’ i n t e r p r e t a z i o n e d e l l e s tratigrafie

dei pozzi per acqua esistenti nella zona.

Si sono così delineati i limiti fra le singole formazioni affioranti ed i rapporti stratigrafici

esistenti tra queste e quelle che si rinvengono in profondità (Fig. 5 e Fig. 6).

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Fig

. 5

– Sezione idrogeolo

gic

a s

chem

atic

a (

Ela

bora

zio

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rla

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o)

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Fig. 6 – Carta geolitologica (fonte: Elaborazione dott. M. Orlando)

L a s u c c e s s i o n e s t r a t i g r a f i c a c o m p r e n d e , d a l l ’ a l t o v e r s o i l b a s s o e n e l s e n s o p i ù g e n e r a l e , iseguenti termini geolitologici:

- Sabbie limose, argille sabbiose (Pleistocene)

- Calcareniti a grana media (Plio-pleistocene)

- Calcareniti marnose, calcari detritici (Oligocene?-Miocene)

- Calcari, calcari dolomitici, dolomie (Cretaceo)

c) Uso del Suolo

Lo sfruttamento e la sempre maggiore sottrazione di suolo dai contesti tipicamente

naturali e rurali sta d e t e r m i n a n d o c a m b i a m e n t i r a d i c a l i n e i p a e s a g g i , n e l l ’ a m b i e n t e , n e g l iecosistemi.

La domanda crescente di suoli disponibili è imputabile allo sviluppo delle aree urbane ed

alle relative infrastrutture. Il rapporto sulla sovraccrescita urbana, Urban sprawl in Europe

- The ignored challenge p u b b l i c a t o n e l 2 0 0 6 d a l l ’ E E A ( E u r o p e a n E n v i r o n m e n t a l A g e n c y ) ,r i l e v a c h e l ’ E u r o p a è u n o dei continenti più urbanizzati del pianeta. Infatti, circa il 75%

della sua popolazione vive in aree urbane e p i ù d i u n q u a r t o d e l t e r r i t o r i o d e l l ’ U n i o n e

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Europea è ormai direttamente destinato ad usi urbani.

Si s t i m a c h e e n t r o i l 2 0 2 0 l ’ 8 0 % d e g l i e u r o p e i v i v r à i n a r e e u r b a n e e i n 7 p a e s i , t a l eproporzione salirà al 90% o addirittura oltre.

Il fenomeno più preoccupante è dovuto al fatto che oggi la crescita delle città europee non

è correlata ad un aumento della popolazione; infatti, a fronte di un incremento d e l l ’ e s t e n s i o n e d e l l e a r e e u r b a n e p a r i a l 2 0 % , l a p o p o l a z i o n e è a u m e n t a t a “ s o l o ” d e l 6 % .Ciò è dovuto principalmente alle trasformazioni del sistema produttivo (nuovi distretti del

consumo e del divertimento) e al cambio degli stili di vita (aumento della superficie a b i t a b i l e , r i f i u t o d e l l ’ a l t a d e n s i t à , d i s p e r s i o n e i n s e d i a t i v a e s v i l u p p o e d i l i z i o urbano diffuso).

Il territorio di Arnesano risulta caratterizzato da una forte azione antropica finalizzata alla u t i l i z z a z i o n e a g r i c o l a d e l t e r r i t o r i o e d a u n ’ a s s e n z a n e l l ’ a g r o c o m u n a le di un patrimonio

boschivo.

Particolarmente rilevante è il fenomeno del l ’ u r b a n i z z a z i o n e d e l l e a r e e c o s t i e r e (non

presenti ad Arnesano). Infatti, soprattutto lungo la costa, sono concentrati i fenomeni di

più massiccia urbanizzazione e le infrastrutture, senza tenere conto dei flussi stagionali e

turistici e con ciò causando modificazioni irreversibili in conflitto con le esigenze di tutela e

protezione delle coste. Le classi di uso del suolo che si rinvengono sul territorio comunale

sono riportate di seguito (Tab. 5).

Tab. 5 – Dettaglio delle classi di uso del suolo e relative estensioni (fonte: dott. S. Arzeni) CLASSI DI USO DEL SUOLO SUPERFICIE (Ha) SUPERFICIE (%)

Abitato, sito industriale e/o produttivo 88,47 7%

Cava 17,15 1%

Incolto 89,20 7%

Oliveto, frutteto 512,44 38%

Pseudosteppa 2,66 0%

Seminativo 316,88 24%

Seminativo arborato 74,04 5%

Vegetazione arboreo-arbustiva naturale 3,29 0%

Vegetazione ornamentale e/o rimboschimento 39,23 3%

Viabilità 65,91 5%

Vigneto 137,73 10%

Totale 1347,00 100%

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Fig. 7 – Carta d e l l ’ u s o d e l s u o l o ( e l a b o r a z i o n e o t t e n u t a i n f a s e d i redazione del P.U.G.)

L e s u p e r f i c i a d i b i t e a l l ’ e d i l i z i a p r i v a t a , p u b b l i c a e a l l e a t t i v i t à p r o d u t t i v e r a p p r e s e n t a n o i l7% del territorio comunale. Il dato certamente denota come la cospicua quantità di aree

ancora messe a coltura rispecchia la principale dedizione del comune verso quelle attività p r o d u t t i v e l e g a t e a l l ’ a g r i c o l t u r a . I n f a t t i , s e c o n d o i l c e n s i m e n t o I S T A T d e l l ’ a g r i c o l t u r a d e l2000, erano 428 le aziende agricole ed avevano ì una superficie agricola totale media che

non supera i 5 e t t a r i ( p i ù d e l l a m e t à d e l l e a z i e n d e n o n s u p e r a n o l ’ e t t a r o ) . La superficie agraria utilizzata del Comune di Arnesano ammonta complessivamente a

710,83 ettari pari al 52,7% dell'intera superficie territoriale (Ha 1.347 circa).

I seminativi, che rappresentano circa il 30% della Superficie Agricola Utilizzata (Ha 213,33

circa), sono distribuiti a "macchia di leopardo" sull'intero territorio comunale; il 2,7% degli

stessi (circa 8 ettari) sono irrigui e destinati generalmente a colture ortive. I restanti 205

ettari essendo privi di disponibilità idrica, sono destinati a colture cerealicole ed in

particolare a frumento duro, con produttività media di 30-35 quintali per ettaro.

Rispetto al precedente censimento la superficie destinata a seminativo nell'agro comunale

di Arnesano ha registrato un aumento di oltre 27 ettari. Tale andamento può in parte

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ricondursi alla diminuzione complessiva della superficie a vigneto soggetta a intensi

svellimenti incentivati dalla Politica Agricola Comunitaria attraverso la corresponsione di

premi monetari.

La superficie viticola si estende complessivamente per ettari circa 140 pari al 22,7% della

S.A.U. I vigneti sono ubicati principalmente in due zone distinte: la prima è posta intorno al

centro abitato di Arnesano e si estende fino all'estremo confine settentrionale dell'agro

comunale, la seconda interessa i terreni posti nella porzione ovest del territorio comunale.

Gli impianti viticoli sono nella loro totalità destinati alla produzione di uva da vino e la

varietà più diffusa è rappresentata dal "Negroamaro".

Il sistema di allevamento prevalente è l'alberello pugliese seguito dalla c.d. spalliera e dal

tendone. Siffatte caratteristiche evidenziano una forte specializzazione monovarietale.

L'olivo, invece, occupa complessivamente una superficie di circa 300 ettari. Questa specie

grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento alle diverse condizioni pedologiche

ed ambientali, è in grado di fornire buone risposte vegetative e produttive.

Infine, i frutteti occupano compless i v a m e n t e u n ’ a r e a di circa 30 ettari ed escludendo un

grosso appezzamento esteso ha 25 circa ed ubicato sui terreni originatisi sulle terre rosse

in località "Bontempo" e "Tafuro" i restanti appezzamenti sono rappresentati da piccole

superfici, spesso ubicate in adiacenza alle abitazioni rurali molto diffuse nel territorio di

Amesano, e quindi nella maggior parte dei casi si tratta di alberi da frutta per uso

familiare.

Uno dei motivi più importanti che ha favorito il diffondersi delle colture arboree sino a

giungere ad un loro netto predominio rispetto a quelle erbacee è rappresentato senz'altro

dalla limitata disponibilità idrica nella stagione primaverile-estiva, derivata sia dalla

carenza delle precipitazioni sia dalla scarsa capacità di ritenuta idrica dei suoli. Q u e s t ’ u l t i m a c h e s o t t o c e r t i a s p e t t i , s o p r a t t u t t o a g r o n o m i c i , p u ò e s s e r e r i t e n u t a a n c h e u n acaratteristica positiva (ad es. può evitare i noti fenomeni di asfissia e marciumi

dell'apparato radicale delle specie coltivate) è altresì accompagnata dalla presenza di

banchi di roccia affioranti, che in alcune zone del territorio (terre rosse e calcari),

rappresentano un ostacolo di notevole gravità in quanto rendono difficili le lavorazioni del

terreno e le normali operazioni colturali, condizionando in maniera decisiva lo sviluppo e

la diffusione della meccanizzazione.

Questi terreni, per la buona permeabilità, la forte aerazione, gli accentuati processi

ossidativi e la modesta presenza di humus, richiedono interventi irrigui nella stagione

estivo - primaverile e copiose concimazioni, attraverso le quali è possibile migliorare

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notevolmente la produttività e portare le rese delle colture su livelli soddisfacenti.

d) Inquinanti

come già precedentemente accennato il comune di Arnesano ha u n ’ e c o n o m i a i n c e n trata s u l l ’ a g r i c o l t u r a e s u p i c c o l e i m p r e s e m a n i f a t t u r i e r e . D a q u e s t a p r e m e s s a s i p u òcertamente individuare nei prodotti chimici agricoli i principali fattori di inquinamento del

suolo. L ’ i n q u i n a m e n t o d a n itrati di origine agricola e la presenza di fitofarmaci e fertilizzanti nel

terreno risultano essere concrete minacce per la conservazione della componente suolo. L ’ u t i l i z z o non equilibrata di fertilizzazioni irrazionali può comportare immissioni eccessive n e l l ’ a m b i e n t e d i c o m p o s t i q u a l i q u e l l i d e l l ’ a z o t o (N) e del fosforo (P), che costituiscono

importanti fonti di inquinamento ambientale in tempi più o meno brevi, causando degrado d e l s u o l o e l ’ inquinamento ed eutrofizzazione d e l l e a c q u e . I l f o s f o r o e l ’ a z o t o i n f a t t i s im u o v o n o n e l l ’ a m b i e n t e n e l l ’ a m b i t o d i cicli in parte complessi d e l l e s o s t a n z e ; l ’ a z o t o , i nparticolare, può subire notevoli mutamenti nella sua forma chimica ed i suoi composti

possono produrre anche inquinamento atmosferico (composti azotati gassosi). Per i dati

relativi ai composti chimici impiegati in agricoltura, non essendoci dati circostanziati al

Comune di Arnesano, si fa riferimento a quelli regionali e provinciali. L ’ a n d a m e n t o d e l

trend dei fertilizzanti distribuiti in Puglia per uso agricolo nel periodo 2003-2008 risulta

variabile: complessivamente, sino al 2005, si è registrata una diminuzione costante; a

partire dal 2006 l ’ a n d a m e n t o s i è g r a d u a l m e n t e i n v e r t i t o , r i p o r t a n d o i v a l o r i d e i f e r t i l i z z a n t idistribuiti ai livelli del 2003, mentre tra il 2007 ed in 2008 si nota una brusca diminuzione

dei quantitativi, come è possibile visualizzare nel grafico che segue.

Fig. 8 – Utilizzo regionale di fertilizzanti (kg) negli anni 2003-2008 (ARPA Puglia - ISTAT)

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Comune d i Arnes ano (LE)

3.4.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.

Sul territorio comunale sono presenti problematiche legate alla pericolosità idraulica.

Infatti nelle aree sottoposte a vincolo PAI, esistono delle forti limitazioni agli interventi sul

territorio e di questo si deve tener conto nella pianificazione. Di seguito si riporta u n ’ e s t r a t t o d a l l e N T A d e l P A I c o n l e p r e s c r i z i o n i n e l l e a r e e a d a l t a , m e d i a e b a s s apericolosità idraulica.

Inoltre per la fattibilità dei progetti urbanistici sarebbe necessaria una verifica sotto gli

aspetti geotecnici mediante la caratterizzazione fisico-meccanica del territorio in esame. P e r c i ò c h e r i g u a r d a l ’ u t i l i z z o d i s u o l o e l ’ a s s e g n a z i o n e d i n u o v e a r e e a d e d i l i z i a p r i v a t anelle zone di completamento ed espansione potrebbero essere rilevate eventuali

interferenze nei confronti degli ambiti del P.U.T.T./p attuali e proposti.

3.4.3 La partecipazione pubblica e privata

I cittadini di Arnesano e altri Enti competenti in materia ambientale non hanno espresso

contributi in merito alla presente componente ambientale.

3.5 FLORA, FAUNA E RETI ECOLOGICHE

La tematica in oggetto racchiude la descrizione dello stato delle risorse naturali,

intendendo con esse le entità animali e vegetali, gli habitat, le zone protette e il patrimonio

boschivo del territorio.

Dal punto di vista floristico-vegetazional e l ’ a n a l i s i d e i p o c h i l e m b i d i v e g e t a z i o n espontanea esistenti nel territorio, rappresentati da piccoli nuclei di gariga (macchia bassa),

indica che tali nuclei sono in fase di evoluzione e fanno parte di una fase iniziale di

vegetazione che appartiene potenzialmente alla serie del leccio il cui stadio maturo è r a p p r e s e n t a t o d a l l ’ a s s o c i a z i o n e Ciclamino-Quercetum ilicis subassociazione mirtetosum

Biondi, Casavecchia, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2005. Pertanto l'area rientra in un

ambito territoriale fito c l i m a t i c o i n c u i r i c a d e l ’ o p t i m u m p e r l ’ a f f e r m a r s i d e l l a s e r i evegetazionale della macchia-boscaglia sempreverde del leccio.

Su gran parte del territorio comunale, come in molte altre zone del Salento, si possono

inoltre osservare numerosi oliveti vetusti, cioè costituiti prevalentemente da esemplari di

notevole mole e, fra questi, sono presenti anche esemplari che si possono definire “ s e c o l a r i ” s e c o n d o l e n o r m e s t a b i l i t e d a u n a r e c e n t e l e g g e r e g i o n a l e . L u n g o i m u r e t t i a

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secco sono talvolta presenti rigogliosi cespugli di lentisco, fillirea e mirto che c o n t r i b u i s c o n o a d a u m e n t a r e i l v a l o r e p a e s a g g i s t i c o d e l l ’ a r e a .

Dal punto di vista faunistico si è analizzato il ruolo che il territorio riveste nella biologia dei

Vertebrati terrestri. Maggiore attenzione è stata prestata alla classe sistematica degli U c c e l l i i n q u a n t o a n n o v e r a i l p i ù a l t o n u m e r o d i s p e c i e , a l c u n e “ s t a z i o n a r i e ” n e l l ’ a r e a , a l t r e“ m i g r a t r i c i ” . N o n d i m e n o s o n o s t a t i e s a m i n a t i i M a m m i f e r i , i R e t t i l i e g l i A n f i b i . Gli animali selvatici mostrano un l e g a m e c o n l ’ h a b i t a t c h e p u r v a r i a n d o n e l l e s t a g i o n id e l l ’ a n n o r e s t a c o m u n q u e p e r s i s t e n t e . L a b i o d i v e r s i t à e l a “ v o c a z i o n e f a u n i s t i c a ” d i u nterritorio può essere considerata mediante lo studio di determinati gruppi tassonomici,

impiegando metodologie di i n d a g i n e c h e p r e v e d o n o l ’ a n a l i s i d i t a l i l e g a m i d i n a t u r aecologica.

3.5.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema

Il territorio cartografato mostra una spiccata vocazione agricola con la presenza di

seminativi, oliveti, vigneti. La scarsità di aree incolte in maniera permanente indica uno

sfruttamento agricolo capillare del territorio.

La naturalità è concentrata in aree di cava dismesse dove si assiste ad una rigenerazione

della vegetazione spontanea. Da questo punto di vista si può dire che l ’ u n i c a a r e aparticolarmente estesa avente requisiti di area a discreta naturalità è quella della cava in l o c a l i t à “ P a l o m b a r o ” .Essa rappresenta un piccolo serbatoio di biodiversità suscettibile di incremento sia

mediante una gestione compatibile che con opportuni interventi di ripristino ambientale c o m e a d e s e m p i o l ’ i m p i a n t o d i s p e c i e t i p i c h e d e l l a m a c c h i a , a c c e l e r a n d o u n p r o c e s s o c h eper svolgersi in maniera spontanea richiederebbe tempi estremamente lunghi.

Tale processo può essere opportunamente guidato dalla supervisione del vicino Orto B o t a n i c o d e l l ’ U n i v e r s i t à d e l S a l e n t o c h e p o t r e b b e u t i l i z z a r e l ’ a r e a c o m e u na sorta di

campo sperimentale.

Nel territorio esaminato non è stata rilevata la presenza di habitat prioritari o di interesse

comunitario, né la presenza di specie vegetali di valore conservazionistico tutelate da liste

rosse o convenzioni nazionali o internazionali.

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A) Flora e vegetazione

Fitoclima: Le caratteristiche della vegetazione spontanea di un dato territorio sono in

diretta relazione con il clima esistente. N e l l ’ i m p o s s i b i l i t à d i c o n o s c e r e l e s p e c i f i c h e c o n n e s s i o n i c h e l e g a n o l a r e l a z i o n e c l i m a -

distribuzione- c r e s c i t a d e l l e p i a n t e , è p i ù a t t e n d i b i l e , a i f i n i d e l l ’ i n t e r p r e t a z i o n e d e i t i p i d ivegetazione, riferirsi ai bilanci idrici sulla base dei fenomeni di perdita di acqua per

evaporazione dal livello del suolo e per traspirazione dalle piante.

Per evapotraspirazione potenziale (PE) si intende la perdita di acqua che avrebbe luogo

sotto forma di vapore da una superficie di suolo coperta da una bassa vegetazione e

continuamente sovvenzionata di acqua. L ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e r e a l e ( A E ) è l a p e r d i t a d i a c q u a , s o t t o f o r m a d i v a p o r e , d a u n asuperficie di suolo coperta da bassa vegetazione, sotto condizioni climatiche naturali. L ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e r e a l e n e l S a l e n t o è d u n q u e i n f e r i o r e a l l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n ep o t e n z i a l e i n q u a n t o l a s c a r s i t à d i p i o g g e d u r a n t e l ’ e s t a t e è i n s u f f i c i e n t e a s o d d i s f a r e l acrescita delle piante.

Se si considera che il clima può essere visto in termini di disponibilità idrica e calore, q u e s t o p u ò e s s e r e e s p r e s s o d a l l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e i n q u a n t o l a q u a n t i t à d i c a l o r eutilizzata dagli ecosistemi può essere calcolata in equivalente di acqua perduta dal suolo p e r e v a p o r a z i o n e e d a l l e p i a n t e p e r t r a s p i r a z i o n e . L ’ e v a p o t r a s p irazione reale è altrettanto

significativa anche se non permette di correlare la perdita effettiva di acqua dal suolo al r e a l e t a s s o d i t r a s p i r a z i o n e e d a l t i p o d i a p p a r a t o r a d i c a l e d e l l e s p e c i e p r e s e n t i n e l l ’ a r e a .L ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e r e a l e p u ò e s s e r e u t i lizzata quale misura della produttività delle

piante se si tiene conto che il tasso di traspirazione fogliare è direttamente legato al tasso

di fotosintesi netta e quindi può rappresentare uno dei metodi indiretti di stima delle

capacità produttive di una d a t a r e g i o n e . P e r i l c a l c o l o d e l l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e p o t e n z i a l e c isi avvale del metodo di Thornthwaite (1948) perché stabilisce una correlazione tra la t e m p e r a t u r a m e d i a d e l m e s e e l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e p o t e n z i a l e , f o r n e n d o v a l o r i e s a t t i d iq u e s t ’ u l t i m a s u lla base di poche misure degli elementi del clima.

I valori di evapotraspirazione potenziale secondo Thornthwaite rispondono ad un giusto o r d i n e d i g r a n d e z z a i n q u e l l e a r e e i n c u i s i h a u n a g r a v e e l u n g a “ c r i s i i d r i c a ” i n e s t a t ecome accade per il Salento e per le aree mediterranee in genere. Lo schema di

Thornthwaite p r e s u p p o n e c h e l ’ a c q u a d e l s u o l o s i a p i ù o m e n o d i s p o n i b i l e a l d i s o p r a d e lpunto di avvizzimento permanente e che la quantità di acqua prelevata dalle piante sia

proporzionale alla quantità presente al suolo.

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Comune d i Arnes ano (LE) L a d e t e r m i n a z i o n e d e l l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e i n u n a r e g i o n e s o g g e t t a a l u n g h i p e r i o d i d iaridità è importante perché ci consente di calcolare il bilancio idrico una volta nota l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e p o t e n z i a l e e l e p r e c i p i t a z i o n i m e d i e m e n s i l i p e r l ’ i n t e r o a n n oidrologico.

Il settore settentrionale del Tavoliere di Lecce compreso tra il limite della provincia di

Brindisi fino a sud di Lecce è caratterizzato da residui di boscaglie di leccio (Quercus ilex

L.) che si rinvengono in aree in cui i valori della PE sono compresi tra 820 mm e 860 mm

e le precipitazioni superiori a 600 mm annui. In questo contesto territoriale la ricarica delle r i s e r v e è p r e c o c e ( t r a s e t t e m b r e e n o v e m b r e ) c o n u n a v v i o d e l l ’ u t i l i z z a z i o n e d e l l ’ a c q u ai n t o r n o a l l ’ u l t i m a d ecade di marzo. Q u e s t o p r e c o c e e b r u s c o i n n a l z a m e n t o t e r m i c o e l ’ a t t e n u a z i o n e d e i v a l o r i d e l l a P E i ngiugno, luglio ed agosto sono forse i fattori del clima più significativi nella determinazione

dei caratteri salienti della vegetazione adriatica del Salento. T a l i f a t t o r i d e t e r m i n a n o c o n d i z i o n i i d o n e e a l l ’ i n s t a u r a r s i d e l l a l e c c e t a , i n c o n t r a p p o s i z i o n ea d a l t r e a r e e s a l e n t i n e , c o m e a d e s e m p i o a s u d d i O t r a n t o , d o v e p e r c o n t r o l ’ u t i l i z z o d e l l er i s e r v e h a l u o g o i n m a g g i o e d i v a l o r i d i P E d a l l ’ a p r i l e a l s e t t e mbre sono sempre più e l e v a t i r i s p e t t o a l l ’ a r e a d e l T a v o l i e r e d i L e c c e . L e f i t o c e n o s i r i s c o n t r a b i l i n e i d i n t o r n i d iOtranto e fra Otranto e S. Maria di Leuca sono rappresentate in gran parte da formazioni

a quercia spinosa (Quercus calliprinos Webb). Il leccio, infatti, in questo contesto

territoriale tende a rifugiarsi in stazioni con falda freatica superficiale o in depressioni del

terreno con substrato profondo.

La dipendenza del leccio dal sovvenzionamento idrico da parte del suolo sta ad indicare l ’ e s i genza di questa specie a disporre di acqua edafica nel periodo in cui è massima l ’ a t t i v i t à v e g e t a t i v a c o i n c i d e n t e a l l ’ i n c i r c a c o n l e p r i m e d u e d e c a d i d i m a g g i o , p e r i o d o i n c u iil tasso di evapotraspirazione reale è molto elevato. La utilizzazione delle riserve, che di

norma va da aprile a maggio, è molto drastica nel territorio di Otranto rispetto a quello

intorno a Lecce. Quercus calliprinos sopporta molto bene brusche variazioni delle riserve

idriche del suolo, mente Quercus ilex ha bisogno di un più lungo sovvenzionamento idrico. I l l e c c i o è s p e c i e c h e r i c h i e d e p e r l ’ a v v i o d e l l ’ a t t i v i t à v e g e t a t i v a u n a t e m p e r a t u r a m e d i ad e l l ’ a r e a s u f f i c i e n t e m e n t e a l t a ( i n t o r n o a i 1 5 ° C ) e q u e s t o s p i e g a l a s u a r a r e f a z i o n e i nq u e l l e a r e e i n c u i l ’ i n n a l z a m e n t o t e r m i c o è t a r d i vo e repentino. Il leccio infatti non può

disporre di quantità di acqua sufficienti a soddisfare il tasso di traspirazione imposto dalle

giovani foglie ancora indifferenziate. Pertanto nel territorio di Arnesano siamo in c o r r i s p o n d e n z a d i u n ’ a r e a i n c u i r i c a d e l ’ o p t i m u m p e r l ’ a f f e r m a r s i d e l l e c c i o , a n c h e s e

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attualmente non risultano presenti tali formazioni boschive che sono già state eliminate in

un lontano passato.

Vegetazione potenziale: Il concetto di "vegetazione naturale potenziale attuale" formulato

dal Comitato per la Conservazione della Natura e delle Riserve Naturali del Consiglio d ' E u r o p a è c o s ì e n u n c i a t o : " p e r v e g e t a z i o n e n a t u r a l e p o t e n z i a l e ” s i i n t e n d e l a v e g e t a z i o n eche si verrebbe a costituire in un determinato territorio, a partire da condizioni attuali di

flora e di fauna, se l'azione esercitata dall'uomo sul manto vegetale venisse a cessare e f i n o a q u a n d o i l c l i m a a t t u a l e n o n s i m o d i f i c h i d i m o l t o ” . P i ù p r e c i s a m e n t e c ' è d a f a r e u n asottile distinzione fra la vegetazione che si ritiene essere stata presente nei tempi passati,

e quindi potenzialmente presente anche oggi, se non fossero intervenute influenze e

modificazioni antropiche, e la vegetazione che pensiamo potrebbe formarsi da oggi in

seguito alla cessazione delle cause di disturbo. In entrambi i casi si è portati a pensare,

sotto il profilo teorico, a due situazioni similari, ma probabilmente non fra loro del tutto i d e n t i c h e . L ’ a n a l i s i d e i p o c h i l e m b i d i v e g e t a z i o n e s p o n t a n e a e s i s t e n t i n e l t e r r i t o r i o ,rappresentati da due piccoli nuclei di gariga (macchia bassa), in accordo con i dati

fitoclimatici precedentemente illustrati, ci indica che tali lembi in fase di evoluzione fanno

parte di una fase iniziale di vegetazione che appartiene potenzialmente alla serie del

leccio il cui stadio m a t u r o è r a p p r e s e n t a t o d a l l ’ a s s o c i a z i o n e Ciclamino-Quercetum ilicis

subass. mirtetosum Biondi, Casavecchia, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2005. Pertanto

si può concludere che l'area oggetto di indagine rientra in un ambito territoriale

fitoclimatico in c u i r i c a d e l ’ o p t i m u m p e r l ’ a f f e r m a r s i d e l l a s e r i e v e g e t a z i o n a l e d e l l amacchia-boscaglia sempreverde del leccio.

Vegetazione reale: L ’ a r e a d e l t e r r i t o r i o c o m u n a l e d i A r n e s a n o s i p r e s e n t a d i f o r m a s t r e t t a e

allungata con asse in direzione NE-SO, con un restringimento centrale che le conferisce u n a s p e t t o “ a c l e s s i d r a ” . E ’ c a r a t t e r i z z a t a d a u n a n e t t i s s i m a p r e v a l e n z a d i s u p e r f i c ia g r i c o l e . S i t r a t t a d i u n t e r r i t o r i o s t o r i c a m e n t e “ u m a n i z z a t o ” d a n u m e r o s i i n s e d i a m e n t i , i nparticolare ville storiche, che testimon i a n o u n r a p p o r t o a t a v i c o c o n l ’ a m b i e n t e r u r a l e e u nutilizzo agricolo pressoché capillare del territorio. Tali colture agricole sono rappresentate

quasi esclusivamente da oliveti puri o misti a frutteti e mandorleti, piccoli lembi di frutteto,

vigneti e seminativi, che a volte si alternano e si compenetrano a mosaico anche su

modeste superfici rendendone a volte problematica la rappresentazione cartografica. Le

tipologie sopra riportate formano un complesso mosaico sul territorio, distribuendosi in

maniera non omogenea. Nella parte a sud-ovest del territorio si riscontra la presenza di u n ’ a r e a a m a g g i o r d i f f u s i o n e d e l l ’ o l i v o , c o n p o c h i l e m b i d i s e m i n a t i v o e d i v i g n e t o .

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In questa porzione di territorio si concentrano oliveti vetusti, cioè costituiti

prevalentemente da esemplari di notevole mole e, fra questi, sono presenti anche e s e m p l a r i c h e s i p o s s o n o d e f i n i r e “ s e c o l a r i ” s e c o n d o l e n o r m e s t a b i l i t e d a u n a r e c e n t elegge regionale. Lungo i muretti a secco sono talvolta presenti rigogliosi cespugli di

lentisco (Pistacia lentiscus L.), fillirea (Phillyrea latifolia L.), mirto (Myrtus communis L.) c h e c o n t r i b u i s c o n o a d a u m e n t a r e i l v a l o r e p a e s a g g i s t i c o d e l l ’ a r e a . P e r t a n t o n e l l a c a r t ad e l l e i n v a r i a n t i q u e s t ’ a m b i t o d i n o t e v o l e v a l o r e p a e s a g g i s t i c o -ambientale viene

opportunamente individuato al fine di una futura gestione da attuarsi con modalità tali da

non snaturale il paesaggio, conservando il più possibile non solo gli esemplari

monumentali di olivo ma anche la tipica struttura dei muretti e delle costruzioni a secco e f a v o r e n d o l ’ i n s t a u r a r s i l u n g o i m u r e t t i a s e c c o d i s p e c i e t i p i c h e d e l l a m a c c h i a . U n a l t r o i m p o r t a n t e n u c l e o d i a r e e o l i v e t a t e è p o s t o n e l l ’ e s t r e m a p o r z i o n e n o r d d e lterritorio di Arnesano, ma in questo caso si tratta di oliveti di età media di 40-50 anni.

Nella parte centrale del territorio posta a NW del centro abitato prevalgono i vigneti e i

seminativi.

Si tratta di seminativi generalmente non irrigui (in asciutto) e in tal caso destinati alla

produzione di cereali. Più limitate sono le colture orticole, presenti solo laddove è p o s s i b i l e l ’ i r r i g a z i o n e e s t i v a p e r l a p r e s e n z a d i p o z z i o n e l c a s o d i c o l t u r e a t t u a t e s o l o i nperiodi stagionali favorevoli.

Come già detto, nel territorio esaminato la vegetazione spontanea è pressoché

scomparsa causa il capillare utilizzo agricolo del territorio.

Nella porzione più ad E del territorio comunale si osserva un mosaico di ambienti

rappresentati da seminativi, oliveti ed aree di cave dismesse, in parte riutilizzate come

oliveti ed in parte in fase di rinaturalizzazione spontanea.

Negli affioramenti rocciosi delle aree di cava sono presenti piccoli nuclei di vegetazione di

macchia mediterranea bassa (gariga) in fase di ricostituzione su limitate superfici a

substrato roccioso. Si tratta di modeste superfici, spesso non cartografa bili a causa della

limitata estensione e non utilizzabili a scopi agricoli, che conferiscono una particolare

connotazione al paesaggio ed arricchiscono la biodiversità locale. Pertanto queste aree di

cava dovranno essere gestite conservando gli affioramenti rocciosi esistenti con la relativa p e c u l i a r e v e g e t a z i o n e a t i m o n o t a l o c a l m e n t e c o l n o m e d i a l e t t a l e d i “ t u m a r a ” .

In questa parte del territorio comunale è presente un vasto complesso di cave attualmente

dismesse, utilizzate i n p a s s a t o p e r l ’ e s t r a z i o n e d i c o n c i d i t u f o ( c a l c a r e n i t e ) c h e s iestende per circa 12 ettari. Il lungo periodo di abbandono delle attività estrattive ha

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consentito lo sviluppo di una flora e di una vegetazione di tipo spontaneo. Si tratta di uno

sviluppo a n c o r a i n a t t o c h e s t a p o r t a n d o l e n t a m e n t e a l l ’ a f f e r m a r s i d i u n a v e g e t a z i o n e d ibassa gariga che prelude a più complesse formazioni di macchia. Infatti, come accennato

a proposito della vegetazione potenziale, tali garighe costituiscono uno degli stadi iniziali

di un processo evolutivo che porta lentamente alla costituzione della macchia

mediterranea a sclerofille ed alla formazione di boscaglie di leccio. Attualmente sui tavolati

calcarei della cava, quindi su litosuolo, si è affermata una vegetazione di bassa gariga a

timo (Thymus capitatus (L.) Hoffmanns. & Link) e santoreggia pugliese (Satureja

cuneifolia Ten.). Su suoli detritici formati dai residui di lavorazione si è sviluppata una

gariga con esemplari a cuscinetto di euforbia spinosa (Euphorbia spinosa L.). A tratti sono

presenti nuclei di vegetazione a scilla marittima (Urginea maritima (L.) Baker). Tali

vegetazioni sono intervallate da lembi di vegetazione erbacea di tipo sub steppico con

specie erbacee annuali e perenni inquadrabile nella classe fitosociologia Thero-

Brachypodietea.

Tale ambito rappresenta un serbatoio di naturalità in lenta evoluzione sia per la presenza

di flora e vegetazione spontanea sia sotto il profilo della presenza di fauna che può

trovare importanti aree di sosta e di rifugio. Pertanto tale ambito ha le potenzialità per una

tutela ambientale finalizzata alla tutela e allo sviluppo della naturalità e ad una corretta

fruizione con realizzazione di una apposita sentieristica.

Habitat agricoli e naturali: come detto in precedenza il Comune di Arnesano ha una

rilevante vocazione agricola. Oltre agli ambiti urbani si possono distinguere i seguenti

habitat di tipo agricolo e semi-naturale:

1. Gariga. Si sviluppa principalmente su litosuoli o su suoli detritici non utilizzabili a

scopi agricoli. Le specie arbustive presenti sono: Thymus capitatus, Fumana

thymifolia, Satureja cuneifolia, Euphorbia spinosa. Tale vegetazione rappresenta

un tipo di macchia allo stato iniziale della sua formazione, ma che può essere

definito macchia a tutti gli effetti.

2. Seminativo. N e l t e r r i t o r i o c o n s i d e r a t o l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a r i s u l t a i n d u b b i a m e n t eprevalente. I seminativi sono caratterizzati da colture in asciutto con prevalenza di

grano duro (Triticum durum Desf.). Le aree con possibilità di irrigazione vengono

coltivate ad ortaggi. In inverno prevalgono le verdure a foglia (finocchi, cicorie,

rape) ed i legumi (fave e piselli). In estate prevalgono gli ortaggi da frutto

(zucchine, peperoni, melanzane). Talvolta alcune aree a seminativo vengono

tenute a ri p o s o p e r p e r i o d i p i ù o m e n o l u n g h i t r a u n a c o l t u r a e l ’ a l t r a . P e r t a n t o n e l

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lasso di tempo in cui i seminativi sono a riposo risultano caratterizzati da una

vegetazione erbacea di tipo infestante e ruderale con specie annuali e biennali,

mentre le specie erbacee perenni si riscontrano esclusivamente su superfici a

riposo da più lungo tempo. La vegetazione infestante dei seminativi si inquadra

nella classe Papaveretea rhoeadis (=Secalinetea Br.-Bl. 1936) e nella

associazione Dauco aurei-Ridolfietum segeti Brullo, Scelsi e Spampinato 2001.

3. Oliveto e frutteto. Gli oliveti ricoprono ampi appezzamenti su terreni tufacei e

calcarei generalmente su suoli poco profondi ed appaiono generalmente sistemati

a sesto regolare. Si tratta di impianti talvolta di non giovane età e con esemplari

anche secolari. Talvolta negli oliveti si riscontra la presenza di esemplari di

mandorlo, più raramente si nota la presenza di appezzamenti misti olivo-mandorlo. N e l l ’ a m b i t o d e l l e c o l t u r e a r b o r e e s i r i s c o n t r a a n c h e l a p r e s e nza di piccoli

appezzamenti condotti a pescheto. La vegetazione infestante degli oliveti si

inquadra nella classe Stellarietea mediae R. Tx., Lohmeyer & Preising che riunisce l e c o m u n i t à n i t r o f i l e a n n u a l i c a r a t t e r i z z a t e d a l l a d o m i n a n z a d i t e r o f i t e . E ’ u n a

vegetazione strettamente collegata con i processi di nitrificazione dovuti alle

pratiche colturali o alla ruderalizzazione. In molti oliveti si osserva una dominanza

delle composite Conyza canadensis (L.) Cronq., Conyza albida Spreng., Aster

squamatus (Sprengel) Hieron., si tratta di una vegetazione tipica di substrato a

tessitura sciolta, frequentemente rimosso. Si tratta di popolamenti pionieri eliofili a

fenologia autunnale.

Tale associazione si inquadra nella associazione Conyzetum albido-canadensis

Baldoni e Biondi 1993 della classe Classe Stellarietea mediae R. Tx, Lohm. &

Fig. 10 – Seminativo

Fig. 9 – Gariga

49

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Preising 1950.

4. Vigneto. I vigneti sono presenti su suoli limoso-argillosi profondi. Rappresentano

una tipologia molto diffusa nel territorio esaminato. La vegetazione infestante dei

vigneti si inquadra nella classe Stellarietea mediae R. Tx., Lohmeyer & Preising

che riunisce le comunità nitrofile annuali caratterizzate dalla dominanza di terofite. E ’ u n a v e g e t a z i o n e s t r e t t a m e n t e c o l l e g a t a c o n i p r o c e s s i d i n i t r i f i c a z i o n e dovuti alle

pratiche colturali o alla ruderalizzazione.

5. Vegetazione di bordo strada. La vegetazione ruderale e sinantropica rinvenibile

nel territorio e tipica dei bordo strada è inquadrabile nella Classe Lygeo-Stipetea

Riv. Mart. 1977 e comprende vegetazioni costituite da cespugli perenni di Inula

viscosa (L.) Aiton ed Oryzopsis miliacea (L. ) Benth. & Hook. inquadrabili nella

associazione Inulo viscosae-Oryzopsietum miliaceae O. De bolos 1957. Lungo i

muri a secco sono talvolta presenti siepi dominate da Rubus ulmifolius L. che

forma caratteristici popolamenti. Tale vegetazione si inquadra nella classe

Rhamno-Prunetea spinosae Riv.-Goday & Borja Carbonell ex Tuxen 1962. I n a r e e d i b o r d o s t r a d a c a r a t t e r i z z a t e d a l l ’ a f f i o r a m e n t o d i l i t o s u o l o o c o n t e r r e n opiuttosto compatto sono presenti aspetti molto localizzati con presenza di

Euphorbia maculata L., una neofita originaria del Nordamerica che si è diffusa

recentemente in Italia, inserendosi stabilmente nella flora.

Si tratta di una vegetazione terofitica a fenologia estivo-autunnale denominata

Euphorbietum maculatae Poldini 1988 della classe Polygono-Poetea annuae Riv.-

Mart. 1975.

Le specie Reseda alba L. e Chrysanthemum coronarium L., molto comuni e tipiche

Fig. 11 – Oliveto

Fig. 12 – Frutteto

50

Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le

Comune d i Arnes ano (LE)

di bordo strada, sono caratteristiche della associazione Resedo albii-

Chrysanthemetum coronarii O. De Bolos & Molinier 1958. Si tratta di una

associazione di tipo eliofilo e nitrofilo che si sviluppa, come detto, lungo il margine

delle strade e dei campi. Appartiene alla classe Stellarietea mediae R. Tx, Lohm. &

Preising 1950, una classe che comprende la vegetazione terofitica su suoli

nitrificati per attività antropozoogena propria dei terreni sottoposti a calpestio e

delle aree incolte.

I popolamenti dominati da Daucus carota L. e Picris hieracioides L. costituiscono

aspetti subxerofili si inquadrano nella associazione Dauco carotae-picridietum

hieracioidis Gors 1966 della classe Artemisietea vulgaris Lohm, Preisg. & Tx ex

Roch. 1951, classe che comprende la vegetazione nitrofila perenne con optimum

eurosiberiano e che si rinviene anche nella regione mediterranea su suoli freschi e

profondi.

B) Fauna

Il territorio è stato analizzato sotto il profilo faunistico utilizzando come base di riferimento

a dati bibliografici reperiti in letteratura, integrati con dati originali ottenuti con ricognizioni

in campo. L a c a r a t t e r i z z a z i o n e c o n d o t t a n e l l ’ a r e a h a l o s c o p o d i i n q u a d r a r e l ’ u n i t à e c o l o g i c a d ia p p a r t e n e n z a e l a f u n z i o n a l i t à c h e e s s a a s s u m e n e l l ’ e c o l o g i a d e l l a f a u n a p r e s e n t e . Ciò

per un inquadramento completo del sito sotto il profilo faunistico, soprattutto in c o n s i d e r a z i o n e d e l l a m o t i l i t à p r o p r i a d e l l a m a g g i o r p a r t e d e g l i a n i m a l i p r e s e n t i . L ’ u n i t àe c o l o g i c a è r a p p r e s e n t a t a d a l m o s a i c o d i a m b i e n t i , i n p a r t e i n c l u s i n e l l ’ a r e a i n t e r e s s a t a ,che nel loro insieme costituiscono lo spazio vitale per gruppi tassonomici di animali presi

Fig. 13 – Vigneto

Fig. 14 – Vegetazione di bordo strada

51

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in considerazione. L ’ a n a l i s i f a u n i s t i c a p r o d o t t a h a m i r a t o a d e t e r m i n a r e i l r u o l o c h e l ’ a r e a i n e s a m e r i v e s t enella biologia dei Vertebrati terrestri. Maggiore attenzione è stata prestata alla classe

sistematica degli Uccelli in quanto annovera il più alto numero di specie, alcune “ s t a z i o n a r i e ” n e l l ’ a r e a , a l t r e “ m i g r a t r i c i ” . N o n d i m e n o s o n o s t a t i e s a m i n a t i i M a m m i f e r i , iRettili e gli Anfibi.

Gli animali selvatici mostran o u n l e g a m e c o n l ’ h a b i t a t c h e p u r v a r i a n d o n e l l e s t a g i o n id e l l ’ a n n o r e s t a c o m u n q u e p e r s i s t e n t e . L a b i o d i v e r s i t à e l a “ v o c a z i o n e f a u n i s t i c a ” d i u n

territorio può essere considerata mediante lo studio di determinati gruppi tassonomici,

impiegando metodologie d i i n d a g i n e c h e p r e v e d o n o l ’ a n a l i s i d i t a l i l e g a m i d i n a t u r a

ecologica.

Tra i Vertebrati terrestri, la classe sistematica degli Uccelli è la più idonea ad essere

utilizzata per effettuare il monitoraggio ambientale, in virtù della loro diffusione, diversità e

della possibilità di individuazione su campo. Possono fungere da indicatori ambientali

tanto singole specie quanto comunità intere.

I suddetti dati faunistici, floristici e vegetazionali sono stati esaminati criticamente oltre che

dal punto di vista del loro intrinseco valore fitogeografico, anche alla luce della loro

eventuale inclusione in direttive e convenzioni internazionali, comunitarie e nazionali, al

fine di evidenziarne il valore sotto il profilo conservazionistico.

In particolare si è fatto costante riferimento alla:

- DIRETTIVA 79/409/CEE

Tale Direttiva si prefigge la protezione, la gestione e la regolamentazione di tutte le specie d i u c c e l l i v i v e n t i n a t u r a l m e n t e a l l o s t a t o s e l v a t i c o . I n p a r t i c o l a r e , p e r q u e l l e i n c l u s e n e l l ’ a l l .I della stessa, sono previste misure speciali di conservazione degli habitat che ne

garantiscano la sopravvivenza e la riproduzione. Tali habitat sono definiti Zone di

Protezione Speciale (ZPS).

- DIRETTIVA 92/43/CEE

ha lo scopo di designare le Zone Speciali di Conservazione, ossia i siti in cui si trovano gli h a b i t a t d e l l e s p e c i e f a u n i s t i c h e d i c u i a l l ’ a l l . I I d e l l a s t e s s a e d i c o s t i t u i r e u n a r e t eecologica europea, detta Natura 2000, che includa anche le ZPS (già individuate e istituite

ai sensi della Dir. 79/409/CEE).

- L E G G E N ° 1 5 7 d e l l ’ 1 1 f e b b r a i o 1 9 9 2

“ N o r m e p e r l a p r o t e z i o n e d e l l a f a u n a s e l v a t i c a o m e o t e r m a e p e r i l p r e l i e v o v e n a t o r i o ” .

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- CONVENZIONE DI BERNA

Relativa alla conservazione della vita selvatica dell'ambiente naturale in Europa, adottata

a Berna il 19 settembre 1979.

- CONVENZIONE DI WASHINGTON

Sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via d'estinzione, adottata a

Washington il 3 marzo 1973.

- CONVENZIONE DI BONN

Sulla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica, adottata a

Bonn il 23 giugno 1979.

- LISTA ROSSA INTERNAZIONALE

Secondo le categorie IUCN-1994.

- LISTA ROSSA NAZIONALE

Vertebrati – 1998.

Gran parte dei terreni del territorio comunale sono adibiti a colture agricole. Tali colture

sono rappresentate da oliveti e seminativi.

Solo in limitate aree è presente una vegetazione spontanea rappresentata da vegetazione

di bassa gariga sopravvissuta su superfici a substrato roccioso affiorante e pertanto non

utilizzabile a scopi agricoli.

Le suddette attività umane, prevalentemente agricole, hanno determinato nel corso dei

secoli una radicale modificazione del paesaggio con la scomparsa degli habitat naturali

preesistenti. Ciò si è ripercosso sulla composizione della fauna che risulta oggi ridotta

quali-quantitativamente.

Le specie stabilmente presenti sono quelle maggiormente generaliste ed adattate a c o n d i z i o n i a m b i e n t a l i d i e l e v a t o d e g r a d o . Q u e l l e m i g r a t r i c i f r e q u e n t a n o l ’ a r e aoccasionalmente, nel corso degli spostamenti e, pertanto, sono da considerarsi solo r e l a t i v a m e n t e a s s o c i a b i l i a l l ’ a r e a d ’ i n t e r v e n t o .

L a d e s t i n a z i o n e d i t i p o a g r i c o l o d e l l ’ a r e a v a s t a h a c a u s a t o l a m o d i f i c a z i o n e d e l p a e s a g g i oin cui la vegetazione spontanea è stata sostituita dalle colture erbacee (cerealicole) ed in

misura minore arboree (olivo). Tali processi hanno causato la scomparsa di numerose

specie anticamente presenti, soprattutto di quelle stanziali che, vivendo stabilmente in un

dato habitat si dimostrano più esigenti in termini di integrità ambientale. La maggior parte

di mammiferi, rettili ed anfibi, scomparsi a seguito della regressione degli habitat, non

hanno oggi limitate possibilità di presenza. La maggior parte delle specie presenti nel sito

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sono migratrici e transitano in primavera ed in autunno. Solo un limitato numero di esse

sverna e ancora meno sono quelle che nidificano. Nel complesso la fauna è quella tipica

di habitat di uso antropico. L a p o s i z i o n e g e o g r a f i c a d e l l ’ a r e a , i n t e r n a t a , l a c o l l o c a m a r g i n a l m e n t e r i s p e t t o a i f l u s s imigratori che, come è noto, sono maggiori in prossimità della costa o comunque in

presenza di habitat naturali rilevanti per pregio naturalistico o per estensione.

C) Reti Ecologiche

La vegetazione spontanea del territorio salentino ha subito negli ultimi due secoli una

fortissima riduzione in ordine alla superficie occupata ed una estrema frammentazione.

Questa azione distruttiva ha avuto enorme incidenza percentuale in aree pressoché

pianeggianti, quali il Tavoliere di Lecce e il Salento meridionale. La crescita d e l l ’ u r b a n i z z a z i o n e sia nei centri urbani tradizionali e la crescita di nuovi centri costieri

tipicamente balneari, la crescita smisurata della viabilità extraurbana e la sempre

maggiore incidenza delle superfici agricole hanno sottratto spazio vitale alla vegetazione

spontanea. Inoltre oggi le tecniche di spietramento meccanico e frantumazione del

substrato roccioso rendono coltivabili anche i suoli non coltivabili un tempo utilizzati e s c l u s i v a m e n t e a p a s c o l o . I n e f f e t t i l ’ a z i o n e d i s t r u t t i v a d e l l a c o p e r t u r a b o s c h i v a h a a v u t oforte incidenza nelle aree a più spiccato clima mediterraneo, come il Tavoliere di Lecce, l a d d o v e r i s u l t a p i ù m a r c a t a l a c o s i d d e t t a “ c o n t r a d d i z i o n e f i t o c l i m a t i c a ” . E ’ n o t o , i n f a t t i c h ela vegetazione mediterranea ha bisogno della presenza ottimale di due fattori: acqua e

temperatura. La vegetazione ha il suo optimum di sviluppo in coincidenza di questi due f a t t o r i . P u r t r o p p o n e l l ’ a r e a m e d i t e r r a n e a i l p e r i o d o d i t e m p e r a t u r e p i ù e l e v a t e c o i n c i d e c o nla stagione secca (estate) ed il periodo di maggiore disponibilità idrica con il periodo

autunnale e invernale che, al contrario, fa riscontrare minime di temperature. Pertanto la

crescita della vegetazione arborea ed arbustiva è necessariamente limitato al periodo

autunnale e primaverile durante i quali piovosità e temperatura si sovrappongono in

maniera accettabile. Tutto ciò si traduce in una crescita lenta della vegetazione e nella

scarsa produzione di biomassa (legno). Ciò rende i boschi sempreverdi di scarso utilizzo

economico sotto il profilo della produzione di legname e la scarsa convenienza economica

a mantenere le superfici boschive da parte di privati. A ciò si aggiunge che le aree p i a n e g g i a n t i s o n o q u e l l e c o n t e r r e n i p i ù r i c c h i e p r o f o n d i e d o v e l ’ a g r i c o l t u r a h a u n amaggiore redditività.

Il potenziamento della rete di interconnessione ecologica del Salento dovrà ovviamente

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avere come punti nodali il sistema delle aree protette e dei SIC, ZPS, SIN e SIR. Questi

siti sono destinati a rappresentare i capisaldi intorno ai quali viene a costituirsi una trama

di interconnessione. Questo anche in considerazione che questi siti rappresentano la

stragrande maggioranza delle aree di valore naturalistico della Provincia di Lecce e poche e d i m i n o r r i l e v a n z a s o t t o l ’ a s p e t t o d e l l a s u p e r f i c i e o c c u p a t a s o n o l e a r e e n o ncomprese

nei SIC, SIN e SIR.

Tale interconnessione deve interdersi su due scale diverse:

1) interconnessione per macro-aree o macro-sistemi che interessa grossi nuclei di

vegetazione fra loro isolati;

2) microconnettività che ha una diramazione più capillare sul territorio ed interessa la c o s i d d e t t a “ n a t u r a l i t à d i f f u s a ” c h e a t t r a v e r s o s i s t e m i a r e t i c o l o d i s i e p i , d i f i l a r i emacchie di vegetazione spontanea provvede ad una diffusione degli organismi su

piccola scala.

· Interconnessione delle macro-aree L ’ a n a l i s i della vegetazione spontanea del territorio salentino mostra la presenza di

diverse macro-aree interessate da nuclei di vegetazione spontanea. E ’ p o s s i b i l e i p o t i z z a r e u n c o l l e g a m e n t o t r a l a c o s t a a d r i a t i c a e q u e l l a i o n i c autilizzando aree naturali esistenti ed ipotizzando un futuro incremento della naturalità

in aree attualmente agricole o incolte. T a l e d i r e t t r i c e s i s v i l u p p a a t t r a v e r s o l ’ a r e a d e l l a P a l u d e d e l C o n t e , i l B o s c o d i A r n e o , l eMacchie di Arneo, le macchie della Masseria Zanzara a Leverano, le macchie

Porcara e Lupomonaco a Veglie, collegandosi al territorio di Arnesano dove è

presente il biotopo delle cave, da qui è possibile ipotizzare un collegamento con l ’ a r e a c o s t i e r a d i R a u c c i o . I l p u n t o d e b o l e d i t a l e c o n n e s s i o n e è i l t r a t t o p r o s s i m o a l l acittà di Lecce assai povero di ambienti naturali. I restanti tratti, invece, hanno una

serie di siti idonei a far da punto nodale per lo sviluppo di corridoi ecologici.

· Il ruolo di Arnesano

Il territorio di Arnesano risulta fortemente antropizzato ed è prossimo a territori molto

urbanizzati come Lecce e Monteroni. Le predette aree urbanizzate fungono da

barriera quasi insormontabile per la diffusione degli organismi.

La parte di territorio a più elevata biodiversità, anche sotto il profilo potenziale, è

quella delle cave .

Anche se intorno ad esse si estende un terreno agricolo a naturalità comunque molto

bassa dato il forte impatto delle colture agricole con sistemi di coltivazione legati

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Comune d i Arnes ano (LE) a l l ’ u t i l i z z o d i d i s e r b a n t i , a n t i c r i t t o g a m i c i e p e r d i t a n e l t e m p o s u p e r fici residue di

naturalità e dei muretti a secco che hanno un ruolo notevole come aree di rifugio di

flora e fauna.

Occorre pertanto partire su scala locale ad incentivare la conservazione ed il ripristino

dei muretti a secco in questo settore vocato all’ a g r i c o l t u r a . I n o l t r e i n c o r a g g i a r e l a

conservazione o la ricostituzione di siepi e filari con specie tipiche della macchia

mediterranea.

· Tipologie di ostacoli alla diffusione delle specie animali

Le infrastrutture lineari di trasporto in alcuni casi possono rappresentare dei veri

ostacoli alla diffusione di alcune specie.

Si tratta in genere di specie di vertebrati, soprattutto mammiferi, sebbene il problema

interessi anche rettili ed anfibi, impossibilitati ad attraversare strade e superstrade sia

a causa del traffico esistente e sia a causa delle barriere spartitraffico, in alcuni casi

veri muri insuperabili per molte specie.

Il problema è ancora maggiormente incrementato dalla presenza, lateralmente a l l ’ a s s e a u t o s t r a d a l e , d i r e c i n z i o n i m e t a l l i c h e c h e d i fatto finiscono col separare con

dei corridoi, lembi di biotopi disposti ai due lati. In tal modo, per tutta una serie di

animali (es. micromammiferi, lepri, volpi, viverridi, cinghial i e q u a n t ’ a l t r o ) r i s u l t a d e l

tutto impossibile ricongiungersi con membri della stessa popolazione rimasti s e g r e g a t i d a l l ’ a l t r o v e r s a n t e . È e v i d e n t e c h e n e l c a s o i ncui una delle popolazioni

relitte risulti con pochi individui, magari membri della stessa famiglia, la sua

discendenza diventerà a rischio reale di estinzione. Differente è ovviamente la

situazione per alcuni invertebrati (es. insetti) che, seppure decimati dal traffico, sono

in grado di superare tali barriere.

Per quanto concerne invece gli altri tipi di infrastrutture stradali, si evidenzia che quasi

sempre, soprattutto durante le ore notturne, è possibile il loro attraversamento da

parte della macrofauna precedentemente descritta, sia pure con evidenti fenomeni di

riduzione numerica e di successo. Tale situazione risulta molto limitata nel caso in cui

tali infrastrutture lineari passino in trincea o in ripidi rilevati o, peggio ancora, su

viadotto. In tal caso, lo studio particolare del territorio potrà fornire utili indicazioni

sulle modalità di superamento di tali barriere.

56

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Comune d i Arnes ano (LE)

3.5.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.

Il territorio comunale non risulta vincolato da piani o programmi relativi a Aree Protette,

Parchi o Siti di Interesse Comunitario. Pertanto l ’ a p p l i c a z i o n e d e l

Piano Urbanistico

comunale non presuppone rilevanti interferenze con altri strumenti pianificatori a tutela

della biodiversità.

3.5.3 La partecipazione pubblica e privata

I portatori di interesse operanti sul territorio comunale e altri Enti competenti in materia

ambientale non hanno espresso pareri e/o obiezioni in merito alla presente componente.

3.6 PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE

La sensibilità verso la tutela e il rispetto dei beni paesaggistici e culturali va d o v e r o s a m e n t e i n t e g r a t o i n c i ò c h e v i e n e d e f i n i t o “ a m b i e n t e ” . T a l i e n t i t à s o n o i n f a t t iappartenenti in maniera molto intima e complessa con la matrice del territorio stesso.

Gli obiettivi strategici da perseguire sono pertanto la valorizzazione e tutela del patrimonio

storico-architettonico, archeologico e paesaggistico, la riqualificazione delle aree

paesaggistiche degradate, ridurre i fattori di degrado, sostenere l'uso tradizionale del

suolo in agricoltura, migliorare lo stato e lo scambio delle conoscenze e delle tradizioni del

patrimonio culturale.

Il paesaggio, definibile come ecosistema di ecosistemi (Romani V. in Finke, 1993), sia

naturali che antropici, è un elemento complesso riconducibile al livello biologico di

biosfera.

3.6.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema

1. Beni paesaggistico - ambientali: Il territorio di Arnesano è possibile collocarlo in un ben

determinato sistema territoriale complesso (ambito paesaggistico), in cui i caratteri del

paesaggio connotano specificità alle diverse aree della penisola salentina. Tali unità si

differenziano tra loro per caratteristiche morfo-tipologiche e storico-strutturali (Fig. 15 –

fonte: PPTR PUGLIA).

Arnesano dunque è parte integrante d e l l ’ A m b i t o d e l

Tavoliere Salentino (Unità

Paesaggistica 10.1: Campagna leccese del ristretto e sistema di ville suburbane) e

57

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Comune d i Arnes ano (LE)

Fig

. 1

5

– Ambiti e Unità

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58

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Comune d i Arnes ano (LE)

Fig

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6

– Classi del Corine L

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59

Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le

Comune d i Arnes ano (LE)

pertanto d e l l ’ a r e a o m o g e n e a d e l l a “ C u p a ” e d e l l a “ T e r r a d ’ A r n e o ” , u n t e m p o r i c c a d i

uliveti secolari, rigogliosi vigneti, maestose alberature a segnare confini o per ornare

ville padronali, case coloniche, borghi agricoli che si succedevano lungo una fitta

viabilità rurale, bordata da caratteristiche recinzioni a secco, siepi, alberi in filare.

Oggi il territorio agricolo ha perso il particolare pregio di un tempo a causa dei

remunerati svellimenti dei vigneti, dell ’ a b b a n d o n o d i v a s t e a r e e c o l t i v a t e a u l i v e t o , d e l l a

rimozione incontrollata di recinzioni caratteristiche, muretti a secco, icone, alberature, d e l l ’ a b b a n d o n o d i i n s e d i a m e n t i a g r i c o l i , d e l l a p r e s e n z a d i i n f r a s t r u t t u r e s e m p r e p i ùinvadenti, deturpanti e/o minacciose per la salute pubblica e di discariche ovunque. E ’ i n d i s p e n s a b i l e p e r u n a r i s o r s a p r e z i o s a c o m e i l t e r r i t o r i o a g r i c o l o d e l C o m u n eavviare azioni incisive di recupero e salvaguardia.

Per descrivere gli attuali contesti paesaggistici di Arnesano viene riportata la cartografia

comunale secondo le classi del Corine Land Cover (Fig.16 - fonte:

http://www.cartografico.puglia.it/). Esse descrivono gli elementi costitutivi degli ambienti

e degli ambiti urbani, rurali e naturali presenti sul territorio. L ’analisi conoscitiva e la individuazione dei contesti territoriali offrono maggior

supporto alla definizione dello stato dei luoghi di Arnesano. La ricognizione fisica e la

definizione dei contesti, anche in relazione alle indicazioni relative agli ambiti di tipo

esteso definiti dal P.U.T.T. Regionale ed alle ipotesi di parco ed albergo diffuso del

P.T.C.P. provinciale, ha confermato la qualità di un territorio ad alto valore agrario,

paesaggistico e storico-ambientale.

2. Beni storico – artistici e monumentali:L ’ i d o l e t t o r e c u p e r a t o d a q u a l c h e d e c e n n i o n e l

rione Riesci fa risalire al tardo Neolitico le origini del paese e fanno supporre la

presenza di un Villaggio, di un primo insediamento di notevole importanza storica; per

questa ragione dovrà essere attentamente considerata la possibilità di salvaguardare

tale parte del territorio da insediamenti diversi da quelli strettamente agricoli.

I notevoli e diffusi rinvenimenti archeologici effettuati nella seconda metà d e l l ’ O t t o c e n t o

hanno evidenziato inoltre una stratificazione di una continuità sorprendente fino al

periodo Medioevale a partire dal quale datano le prime notizie documentate d e l l ’ a b i t a t o .

Alla luce della storia del paese, della datazione dei manufatti edilizi e della loro

impostazione urbanistico – architettonica ed alla conseguente attribuzione di

caratterizzazione storico – a r t i s t i c a m o n u m e n t a l e , p o s s i a m o d i s t i n g u e r e n e l l ’ a b i t a t o d e lpaese:

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a) un centro più antico, coincidente con la cinta muraria del 1470, di notevole valore

per la presenza di emergenze architettoniche anche di ragguardevole pregio , a c c a n t o a d u n t e s s u t o e d i l i z i o “ m i n o r e , ” e l a p r o p o s i z i o n e d i u n p r o g e t t o u r b a n i s t i c ounitario discretamente conservato.

b) un tessuto edilizio privo di progetto urbanistico ma di indubbio valore storico e a r c h i t e t t o n i c o c o i n c i d e n t e c o n l ’ e s p a n s i o n e e x t r a – murale fino alla fine d e l l ’ o t t o c e n t o e c h e r e g i s t r a l a p r e s e n z a d i d u e e m e r g e n z e a r c h i t e t t o n i c h e : l aChiesa di S. Maria delle Grazie e la Chiesetta di S. Filomena.

c) il tessuto edilizio rea l i z z a t o f i n o a l l ’ i m m e d i a t o u l t i m o d o p o g u e r r a c o s t i t u i t o d aabitazioni più o meno popolari a schiera voltate e con caratteri tradizionali di discreto

valore architettonico – ambientale.

d) Fuori dai su indicati ambiti, isolati e diffusi su tutto il territorio comunale, sono

presenti antichi borghi agricoli, ville padronali, masserie, case coloniche, pagghiare

e vari segni di valore storico – ambientale.

Fig. 17 – Chiesa Maria SS. Assunta

Fig. 18 – Cappella di S. Antonio Abate

Fig. 19 – Aria Sana

Fig. 20 – Villa Grassi

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3.6.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.

Le varianti proposte dal P.U.G. non interferiscono con gli obiettivi di tutela e conservazione

ordinati dal Piano Paesistico vigente e da altre normativa in materia di salvaguardia del

paesaggio e dei beni culturali ed archeologici.

Il Piano mira anzi a valorizzare l ’ a r e a d e l l e a n t i c h e c a v e p r e s e n t i s u l t e r r i t o r i o eattualmente in fase di rinaturalizzazione, al fine di avviare le procedure per individuarle

come proposto Ambito Territoriale Distinto.

Inoltre sono state inserite nelle invarianti le aree a oliveto secolare e tutti i siti e/o

manufatti di interesse storico e culturale meritevoli di tutela.

3.6.3 La partecipazione pubblica e privata

La cittadinanza non ha espresso particolari pareri, ne sollevato specifiche obiezioni in

merito alla presente componente ambientale.

3.7 RIFIUTI

La produzione di rifiuti è direttamente collegata allo sviluppo demografico ed economico e

quindi all'inarrestabile aumento dei consumi.

I rifiuti sono suddivisi in due grandi categorie: rifiuti urbani e rifiuti speciali; ciascuna di

queste due macro – classi si suddividono in pericolosi e non pericolosi.

Recentemente La Comunità Europea ha esercitato la revisione delle precedenti direttive

sui rifiuti (nuova direttiva quadro sui rifiuti). Tale operazione si è resa necessaria per

Fig. 21 – Villaggio Materdomini

Fig. 22 – Villa Rossi

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precisare alcuni concetti basilari come le definizioni di rifiuto, recupero e smaltimento, al

fine di rafforzare le misure da adottare per la prevenzione, per introdurre un approccio che

consideri l'intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali, non soltanto della fase in cui

diventano rifiuti, e per concentrare l'attenzione sulla riduzione degli impatti ambientali

connessi alla produzione e alla gestione dei rifiuti, rafforzando in tal modo il loro valore

economico. Oltre a sancire la nozione di rifiuto , i n t e s o c o m e “ q u a l s i a s i s o s t a n z a o do g g e t t o d i c u i i l d e t e n t o r e s i d i s f i o a b b i a l ' i n t e n z i o n e o l ' o b b l i g o d i d i s f a r s i ” , l a d i r e t t i v adistingue i sottoprodotti (che non sono rifiuti) ed introduce la responsabilità estesa del

produttore, quale mezzo per sostenere una progettazione e una produzione dei beni che

prendano pienamente in considerazione e facilitino l'utilizzo efficiente delle risorse durante

l'intero ciclo di vita, comprendendone la riparazione, il riutilizzo, lo smontaggio e il

riciclaggio senza compromettere la libera circolazione delle merci nel mercato interno. La

direttiva stabilisce inoltre la seguente gerarchia da applicare quale ordine di priorità della

normativa e della politica in materia di gestione dei rifiuti:

a) prevenzione;

b) preparazione per il riutilizzo;

c) riciclaggio;

d) recupero di altro tipo, per esempio recupero di energia;

e) smaltimento.

3.7.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema

il Comune di Arnesano effettua la gestione dei rifiuti urbani avviati al recupero o allo

smaltimento e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, in regime di privativa. L a f r u i z i o n e d e l s e r v i z i o d i r a c c o l t a d e i r i f i u t i u r b a n i e a s s i m i l a t i , a d e s c l u s i o n e d e l l ’ u t i l i z z odei cestini collocati su aree pubbliche, è riservato alle utenze ubicate nel territorio

comunale.

La gestione dei rifiuti urbani comprende le fasi di raccolta, trasporto, recupero e

smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni. S o n o c o n s i d e r a t i r i f i u t i u r b a n i , a i s e n s i d e l l ’ a r t . 1 8 4 c o m m a 2 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n°

152, le seguenti tipologie:

a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di

civile abitazione;

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b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui

alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani, con riferimento alle misure che vengono

stabilite dal presente regolamento, tenendo conto delle effettive capacità di raccolta del

servizio pubblico;

c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;

d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o

sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico;

e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, pubbliche o private, quali giardini, parchi ed

aree cimiteriali;

f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni come definiti dal D.P.R. 254/2003,

nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere

b), c) ed e).

Il Comune promuove una gestione dei rifiuti basata sulla qualità dei servizi offerti e sul

recupero di materiali ed energia dai rifiuti, secondo modalità improntate al continuo

miglioramento delle prestazioni.

La gestione è orientata alla prevenzione della produzione dei rifiuti e alla riduzione dello

smaltimento finale dei rifiuti attraverso:

Ø il riutilizzo, il reimpiego e il riciclaggio;

Ø le altre forme di recupero per ottenere materia prima secondaria dei rifiuti;

Ø l ’ i m p i e g o d i m a t e r i a l i r e c u p e r a t i d a i r i f i u t i ; Ø l ’ u t i l i z z a z i o n e d e i r i f i u t i c o m e m e z z o p e r produrre energia.

S u l t e r r i t o r i o c o m u n a l e g l i u t e n t i h a n n o l ’ o b b l i g o d i c o n f e r i m e n t o d e i r i f i u t i p r o v v e d e n d oalla raccolta differenziata dei rifiuti per tutte le frazioni per le quali risulta istituito il servizio.

Per ciò che riguarda i rifiuti pericolosi e cimiteriali il Regolamento Comunale disciplina tali

servizi, recependo ed applicando le specifiche norme sovraordinate.

Di seguito si riportano gli ultimi dati disponibili sulla gestione dei Rifiuti Urbani su scala

regionale, provinciale e comunale ( R a p p o r t o s u l l o S t a t o d e l l ’ A m b i e n t e – Regione Puglia,

2009).

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Fig. 23 – Produzione regionale di RU (t/a) – 1996/2008 (fonte: RSA 2009 - APAT, ISPRA)

Fig. 24 – Produzione regionale procapite di RU (Kg/ab*anno) – 1996/2008 (fonte: RSA 2009 - APAT, ISPRA)

Fig. 25 – RU regionali smaltiti in discarica (t/a) – 1996/2008 (fonte: RSA 2009 - APAT, ISPRA)

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Tab. 6 – Produzione regionale di RU (t) per provincia – 2008 (fonte: RSA 2009 - APAT, ISPRA)

Tab. 7 – Quadro riassuntivo della gestione di RU (t) – 2008 (fonte: RSA 2009 - ISPRA)

Le quantità di Rifiuti solidi urbani (RSU) e rifiuti solidi assimilabili agli urbani (RSAU)

prodotti nel Comune di Arnesano negli ultimi 2002/2005 sono riportate nella seguente

tabella.

Tab. 8 – RU e RSAU nel Comune di Arnesano (kg) – 2002/2005 (fonte: Dati comunali)

Anno 2002 2003 2004 2005

RSU e RSAU

1.676.000 1.749.034 1.964.675 2.248.840

Tab. 9 – Descrizione di RU per tipologia in Arnesano – 2008 (fonte: Dati comunali)

Codice CER DESCRIZIONE KG

150101 Imballaggi in carta 18.518 150102 Imballaggi in plastica 48.195

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150106 Imballaggi in materiali misti -- 150107 Imballaggi in vetro 33.480 160214 Apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui

alla voci da 160209 a 160213 --

200101 Carta e cartone 69.487 200102 Vetro - 200110 Abbigliamento - 200123 Apparecchiature fuori uso contenenti

clorofluorocarburi --

200132 Medicinali scaduti - 200134 Batterie ed accumulatori - 200303 Residui della pulizia stradale -- 200307 Rifiuti ingombranti 5.860 200199 Altre frazioni non specificate altrimenti --

TOTALE 175.540

3.7.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.

Il P.U.G. prevede un modesto incremento degli spazi industriali, artigianali e dei poli

commerciali. Tali comparti produttivi, pur essendo spesso segnalati come elementi ad

elevata potenzialità di produzione di rifiuti (non solo di tipo solido urbano), non sono

ritenuti rilevanti nella capacità di carico della presente componente ambientale poiché

risultano molto esigui sul territorio comunale.

La riqualificazione e la moderata espansione di edilizia urbana associata ad un aumento

della popolazione potrebbe inoltre favorire un incremento dei rifiuti solidi urbani.

È senza dubbio auspicabile un perfezionamento dello strumento della raccolta

differenziata per assorbire totalmente o in parte gli impatti dovuti ad eventuali aumento dei

residenti e della popolazione in genere.

3.7.3 La partecipazione pubblica e privata

La cittadinanza e i preposti Enti competenti in materia ambientale non ha espresso

particolari pareri, ne sollevato specifiche obiezioni in merito alla presente componente

ambientale.

3.8 AGENTI FISICI

Nel capitolo Agenti Fisici vengono descritti alcuni indicatori ambientali riguardanti le

tematiche Radiazioni Ionizzanti, Radiazioni Non Ionizzanti, Acustica ed Energia.

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Le radiazioni ionizzanti sono particelle o onde elettromagnetiche dotate di elevato

contenuto energetico in grado di ionizzare gli atomi (o le molecole) con i quali vengono a

contatto; possono essere sia di origine naturale che di origine artificiale. D a s e m p r e l ’ u o m o è e s p o s t o a r a d i a z i o n i i o n i z z a n t i d i o r i g i n e n a t u r a l e a c u i s i d à i l n o m edi radioattività ambientale naturale.

In natura, sono presenti sia sorgenti naturali (radiazione terrestre e radiazione cosmica) c h e s o r g e n t i a r t i f i c i a l i , d e t t e g e n e r a l m e n t e s o r g e n t i d i “ c a m p i e l e t t r o m a g n e t i c i ” . Q u e s t eultime sono attualmente molto diffuse nel territorio. L ’ i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o

e il comparto energetico rivestono un interesse particolare, in

modo particolare nei grandi agglomerati urbani. Il fabbisogno è andato crescendo

simultaneamente c o n l o s v i l u p p o d e l l e c i t t à e c o n l ’ e s p a n d e r s i d e l l e g r a n d i r e a l t à

industriali.

3.8.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema

A. ELETTROMAGNETISMO: Ne l c o r s o d e g l i u l t i m i a n n i l ’ i n q u i n a m e n t oe l e t t r o m a g n e t i c o h a s t i m o l a t o l ’ a t t e n z i o n e d e i r i c e r c a t o r i , p e r l e c o n s e g u e n z ed e l l ’ a z i o n e d i q u e s t i c a m p i s u l l e p o p o l a z i o n i e s p o s t e . L ’ e n o r m e i n c r e m e n t o n e l

corso degli ultimi anni degli impianti di telefonia mobile istallati sul territorio della P r o v i n c i a h a p o r t a t o a l l ’ a t t e n z i o n e d e i c i t t a d i n i i l p r o b l e m a d e l l ’ i n q u i n a m e n t o d acampi elettromagnetici ad alta frequenza.

I valori massimi di esposizione ai campi elettromagnetici a bassa frequenza

(50 H z ) , r e l a t i v a m e n t e a l l ’ a m b i e n t e e s t e r n o e a b i t a t i v o , s o n o f i s s a t i d a l D P C M23/04/1992 in 5 KV/m e 0,1 mT. Sempre il DPCM 23/04/1992, fissa la distanza

minima dei fabbricati adibiti ad abitazione dalle linee elettriche aree ad alta

tensione.

Il DM 381/98 fissa i limiti di esposizione della popolazione ai ampi elettromagnetici c o n n e s s i a l f u n z i o n a m e n t o e a l ’ e s e r c i z i o d e i s i s t e m i f i s s i d e l l e t e l e c o m u n i c a z i o n i eradio-

t e l e v i s i o p e r a n t i n e l l ’ i n t e r v a l l o d i f r e q u e n z a c o m p r e s a t r a 1 0 0 K H ze 300

GHz. L ’ u f f i c i o t e r r itoriale del Governo – Prefettura di Lecce e il Presidio Multizonale di

Prevenzione della ASL LE/1 hanno effettuato il monitoraggio e la verifica dei limiti d e l l ’ i n q u i n a m e n t o e l e t t r o m a g n e t i c o d e r i v a n t e d a i m p i a n t i d i t e l e c o m u n i c a z i o n e e d itelefonia mobile

p e r l ’ i n t e r o t e r r i t o r i o p r o v i n c i a l e . D a l l ’ i n d a g i n e è e m e r s o c h e i n d u e

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Comune d i Arnes ano (LE) c o m u n i , P a r a b i t a e A l e s s a n o , l ’ i n q u i n a m e n t o h a s u p e r a t o i v a l o r i s o g l i a .

Sulla base della presenza di apparati radiotelevisivi e delle stazioni base di

telefonia mobile e dei valori massimi del campo elettrico in un raggio di 100 mt

dagli impianti di tele-radiocomunicazione presenti nella Provincia di Lecce, come r i s u l t a n t i d a l c e n s i m e n t o e f f e t t u a t o d a l S e t t o r e f i s i c o a m b i e n t a l e d e l l ’ A z i e n d a u n i t àsanitaria locale LE/1, dalla Prefettura

e d a l l ’ u f f i c i o c a r t o g r a f i c o d e l l a P r o v i n c i a d iLecce, a

p p a r e e v i d e n t e l ’ a l t a c o n c e n t r a z i o n e d i t a l i a p p a r a t i n e l l a l i m i t r o f a c i t t à d iLecce e, pertanto, come il fenomeno finisca per interessare il Comune di

Arnesano, che risulta fortemente esposto ai fenomeni di elettrosmog derivanti da

tali apparati.

Sul territorio di Arnesano non sono attualmente presenti impianti di alcun tipo.

Tuttavia è in fase di definizione la concessione di una porzione di fondo agricolo p e r l a p o s a i n o p e r a d i u n ’ a n t e n n a p e r t e l e f onia mobile. Considerato che il limite di

legge del campo elettrico è di 6,00 V/M il livello di esposizione risulta accettabile.

Tuttavia occorre controllare tale fenomeno e monitorare i dati di inquinamento

elettromagnetico.

Tab. 10 – Fonti elettromagnetiche da progetto sul territorio di Arnesano (fonte: Comune)

Tipo antenna

Coordinata EST Coordinata NORD Potenza

alimentazione Campo elettrico

(M/V)

K742265 1 8 ° 0 5 ’ 5 1 . 7 ”

4 0 ° 2 0 ’ 0 6 5 ” 10 kw 1,20

B. RUMORE: L a l e g g e 2 6 o t t o b r e 1 9 9 5 n . 4 4 7 “ L e g g e q u a d r o s u l l ’

inquinamento a c u s t i c o ” e d i n p a r t i c o l a r e l a L . R e g i o n a l e n . 3 d e l 1 2 . 2 . 2 0 0 2 “ N o r m e d i i n d i r i z z op e r i l c o n t e n i m e n t o e l a r i d u z i o n e d e l l ' i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o ” s i p r o p o n g o n o d it u t e l a r e l ’ a m b i e n t e e s t e r n o e a b i t a t i v o d a l l ’ i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o , l a s a l v a g u a rdia d e l l a s a l u t e p u b b l i c a d a a l t e r a z i o n i c o n s e g u e n t i a l l ’ i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o

proveniente da sorgenti sonore, fisse o mobili, e favorire la riqualificazione

ambientale.

Tali finalità vengono operativamente perseguite attraverso la zonizzazione

acustica del territorio comunale con la classificazione del territorio medesimo

mediante suddivisione in zone omogenee dal punto di vista della destinazione d ’ u s o , n o n c h é l a i n d i v i d u a z i o n e d e l l e z o n e s o g g e t t e a i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o e

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successiva elaborazione del relativo piano di risanamento. A i s e n s i d e l l ’ a r t . 9 d e l l a c i t a t a L e g g e R e g i o n a l e ( r u b r i c a t o “ A d e m p i m e n t i e p o t e r is o s t i t u t i v i ” ) , e n t r o d i c i o t t o m e s i d a l l a d a t a d i e n t r a t a i n v i g o r e d e l l a S t e s s a , iComuni avrebbero dovuto provvedere alla zonizzazione acustica del proprio

territorio secondo i criteri ivi indicati e, in ogni caso, nel rispetto dell'assetto

urbanistico del territorio. In caso di mancato adempimento, dovrebbe provvedere

la Regione, per il tramite dell'Assessorato all'ambiente, attraverso la nomina di

commissari ad acta.

Si rileva che il Comune di Arnesano è inadempiente in materia, non avendo,

ancora, provveduto alla classificazione del proprio territorio secondo quanto

statuito dalle disposizioni nazionale e regionali. C o m u n q u e , c o r r e l ’ o b b l i g o d ievidenziare che in attesa della suddivisione del

territorio comunale nelle zone di cui alle tabelle 1 del D.P.C.M. 14 – 11-1997 si

applicano per le sorgenti sonore fisse i limiti di accettabilità ai sensi del D.P.C.M. 1-

3-91.

Il territorio di Arnesano, da un ’ a n a l i s i s o m m a r i a ,

risulta tuttavia scarsamente

interessato da fenomeni di inquinamento acustico, fatta eccezione per quelli

derivanti dal traffico veicolare che diviene anche la principale fonte (si rimandano

eventuali criticità nella sezione mobilità). R e c e n t e m e n t e l ’ A m m i n i s t r a z i o n e C o m u n a l e h a i n c a r i c a t o u n o s t u d i o a p p o s i t o p e rla zonizzazione acustica del territorio di Arnesano.

Per zonizzazione acustica comunale si intende una suddivisione del territorio in

aree omogenee appartenenti alle classi acustiche previste dal DPCM 14/11/97.

Per giungere a questo risultato, saranno tenuti in conto principalmente i risultati

delle analisi preliminari relative al PUG (tessuto edilizio, distribuzione della

popolazione, distribuzione delle attività commerciali e di servizio, aree produttive, s c u o l e , a t t r e z z a t u r e s a n i t a r i e , v e r d e p u b b l i c o ) , o l t r e a l l ’ a t t u a l e c o n s i s t e n z a egerarchizzazione della viabilità (eventualmente interpretata tramite analisi del

Piano Urbano del Traffico). Si tenga presente che le classi acustiche definite dal D P C M s i r i f e r i s c o n o a l l ’ i n c i d e n z a d e i r i c e t t o r i e d e g l i i n q u i n a t o r i p o t e n z i a l i s u lterritorio, ma non al reale clima acustico riscontrato.

Il DPCM 1/3/91, "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e

nell'ambiente esterno", stabiliva che i Comuni dovevano adottare la classificazione

acustica. La Legge n. 447/95, "Legge Quadro sull'inquinamento acustico", all'art.

70

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6, ribadisce l'obbligo della zonizzazione comunale. La zonizzazione acustica è un

atto tecnico-politico di governo del territorio, in quanto ne disciplina l'uso e vincola

le modalità di sviluppo delle attività ivi svolte. L'obiettivo è quello di prevenire il

deterioramento di zone non inquinate e di fornire un indispensabile strumento di

pianificazione, di prevenzione e di risanamento dello sviluppo urbanistico,

commerciale, artigianale e industriale; in tal senso, la zonizzazione acustica non

può prescindere dal Piano Urbanistico Generale, in quanto questo costituisce il

principale strumento di pianificazione d e l t e r r i t o r i o . E ’ p e r t a n t o f o n d a m e n t a l e c h e

venga coordinata con il PUG, anche come sua parte integrante e qualificante, e

con gli altri strumenti di pianificazione di cui i Comuni devono dotarsi (quale il

Piano Urbano del Traffico - PUT).

La Legge n.447/95 affida esplicitamente alle Regioni un ruolo di indirizzo e

coordinamento delle attività in materia di inquinamento acustico e, in particolare,

assegna loro il compito di provvedere a definire, con legge, i criteri con cui i

Comuni procedono alla classificazione acustica del proprio territorio.

Il quadro normativo di riferimento è costituito dalle seguenti disposizioni statali e

regionali:

- L e g g e 2 6 o t t o b r e 1 9 9 5 , n . 4 4 7 : “ L e g g e q u a d r o s u l l ’ i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o ” ;

- D P C M 1 4 n o v e m b r e 1 9 9 7 : “ D e t e r m i n a z i o n

e dei valori limite delle sorgenti s o n o r e ” ;

- D M 1 6 m a r z o 1 9 9 8 : “ T e c n i c h e d i r i l e v a m e n t o e m i s u r a z i o n e d e l l ' i n q u i n a m e n t o

acustico;

- D P R 3 0 m a r z o 2 0 0 4 : “ D i s p o s i z i o n i p e r i l c o n t e n i m e n t o e l a p r e v e n z i o n e

dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veic o l a r e ” ;

- D L g s 1 9 a g o s t o 2 0 0 5 : “ A t t u a z i o n e d e l l a d i r e t t i v a 2 0 0 2 / 4 9 / C E r e l a t i v a a l l ad e t e r m i n a z i o n e e a l l a g e s t i o n e d e l r u m o r e a m b i e n t a l e ” ;

- L e g g e R e g i o n a l e 1 2 f e b b r a i o 2 0 0 2 , N . 3 : “ N o r m e d i i n d i r i z z o p e r i l c o n t e n i m e n t o

e la riduzione dell'inquinamento a c u s t i c o ” .

La tabella A del DPCM 14 novembre 1997, Determinazione dei valori limite delle

sorgenti sonore, definisce, dal punto di vista della salvaguardia dall'inquinamento

acustico, le sei classi di destinazione d'uso del territorio, che sono:

· CLASSE I – aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree

nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione:

aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree

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residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc;

· CLASSE II – aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in

questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare

locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività

commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali;

· CLASSE III – aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane

interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità

di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici con limitata

presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali

interessate da attività che impiegano macchine operatrici;

· CLASSE IV – aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree

urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di

popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza

di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e

di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole

industrie;

· CLASSE V – aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree

interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni;

· CLASSE VI – aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree

esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti

abitativi.

Nelle tabelle B, C dello stesso DPCM 14 novembre 1997, sono riportati

rispettivamente i valori limite di emissione, i valori limite assoluti di immissione e i

valori di qualità per le classi definite nella tabella A.

L'art. 2, comma 1, lettera e), f), g) ed h) della legge 26 ottobre 1995, n. 447 e gli

art. 2, 3, 6 e 7 del DPCP 14 novembre 1997, definiscono come:

- valore limite di emissione il valore massimo che può essere emesso da una

sorgente sonora;

- valore limite assoluto di immissione il livello equivalente di rumore ambientale

immesso nell'ambiente esterno dall'insieme di tutte le sorgenti.

- valore di attenzione il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale

rischio per la salute umana o per l'ambiente;

- valori di qualità i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo

periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare

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Comune d i Arnes ano (LE)

gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge.

Per le infrastrutture stradali, il DPR 30 marzo 2004, Disposizioni per il

contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico

veicolare, definisce i valori limite di immissione (art. 4, 5 e tabelle 1 e 2

dell'allegato 1 allo stesso DPR) all'interno delle fasce di pertinenza acustica (art. 3

e tabelle 1 e 2 dell'allegato 1 allo stesso DPR), validi esclusivamente per le

emissioni sonore prodotte dal traffico stradale; all'esterno di dette fasce, le

infrastrutture stradali concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione

di cui alla tabella C del DPCM 14 novembre 1997.

I valori limite di emissioni, i valori limite assoluti di immissione, i valori di attenzione

e quelli di qualità relativi alle classi di destinazione d'uso del territorio comunale

sono riportati in tabella 11; nella tabella 12, sono, altresì, riportati, i valori limite di

immissione relativi alle fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture stradali.

Tab. 11 – Limiti da rispettarsi in ambiente esterno per sorgenti fisse e mobili - DPCM 14/11/1997 (fonte: Zonizzazione e monitoraggio acustico del territorio comunale di Arnesano - Ing. Fabio De Masi)

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Comune d i Arnes ano (LE)

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Comune d i Arnes ano (LE)

Tab. 12 – Valori limite di immissione e fasce di pertinenza acustica per le strade esistenti, ampliamenti in sede, affiancamenti e varianti secondo la tabella 2 del DPR 30 marzo 2004 (fonte: Zonizzazione e monitoraggio acustico del territorio comunale di Arnesano - Ing. Fabio De Masi)

Tipo di strada (secondo

codice della strada)

Sottotipi ai fini acustici (secondo

norme CNR 1980 e direttive Put)

Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)

Scuole , ospedali, case di cura e di riposo

Altri ricettori

Diurno (06.00-22.00)

dB(A)

Notturno (22.00-06.00)

dB(A)

Diurno (06.00-22.00)

dB(A)

Notturno (22.00-06.00)

dB(A)

A - autostrada 100 (fascia A) 50 40

70 60

150 (fascia B) 65 55

B- extraurbana principali

100 (fascia A) 50 40

70 60

150 (fascia B) 65 55

C – extraurbana secondaria

Ca (strade a carreggiate separate e tipo IV CNR 1980)

100 (fascia A)

50 40

70 60

150 (fascia B) 65 55

Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)

100 (fascia A) 50 40

70 60

150 (fascia B) 65 55

D – urbana di scorrimento

Da (strade a carreggiate separate e interquartiere)

100 50 40 70 60

Db (tutte le altre strade urbane di scorrimento

100 50 40 65 55

E – urbana di quartiere

30

Definiti dai Comuni, nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM 15 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane, come prevista dall'articolo 6, comma 1, lettera a) della legge n. 447 del 1995

F - locale 30

* per le scuole vale il solo limite diurno

C. ENERGIA: N e g l i u l t i m i t e m p i i t e m i d e l r i s p a r m i o e n e r g e t i c o , d e l l ’ i m p e g n o s u l l efonti rinnovabili, del rispetto dei parametri di Kyoto hanno assunto sempre più

importanza.

Il Comune di Arnesano ha voluto far sì che con i propri strumenti, pur nella

limitatezza di competenze che gli Enti Locali hanno su questo argomento, si

potesse:

1. Av v i a r e a l l ’ i n t e r n o d e l l a p r o p r i a o r g a n i z z a z i o n e e t e r r i t o r i o u n a r i c o n v e r s i o n e p e rl ’ u t i l i z z o d i f o n t i e n e r g e t i c he rinnovabili;

2. Portare avanti la scelta di combustibili meno impattanti e più compatibili con l ’ a m b i e n t e , a c o m i n c i a r e d a l m e t a n o p e r i l r i s c a l d a m e n t o d e l l e p r o p r i e s e d i .

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Comune d i Arnes ano (LE) P e r q u a n t o c o n c e r n e l ’ u t i l i z z o d i r e t t o d i e n e r g i e a l t e r n a t i v e , è s t a t o r e a l i z z a t o n e l l ’ a m b i t o d e l p r o g r a m m a “ T e t t i F o t o v o l t a i c i ” e p o r t a t o a c o n c l u s i o n e un impianto

fotovoltaico di 2,81 kW. L ’ i m p i a n t o i n s t a l l a t o s u l t e t t o d e l f a b b r i c a t o d e l l a s e d e m u n i c i p a l e d i v i a D e A m i c i s ,è composto da 42 moduli fotovoltaici (con 36 celle cadauno), in silicio policristallino

da 67 W di picco ciascuno per una potenza totale di 2,81kW di picco.

I lavori che lo riguardano sono ormai conclusi e hanno lasciato spazio alla p r o c e d u r a , i n c o r s o , d i a l l a c c i o p e r l a c o n s e g n a d e l l ’ e n e r g i a p r o d o t t a a l l a r e t e E n el. S e m p r e i n t e m a d i e n e r g i e a l t e r n a t i v e , l ’ A m m i n i s t r a z i o n e C o m u n a l e , c o ndeliberazione di Giunta n. 120 del 14 dicembre 2005, ha aderito al gruppo di a c q u i s t o G r e e n , c o s t i t u i t o d a l l ’ A g e n z i a d e l l ’ E n e r g i a d e l l a P r o v i n c i a d i L e c c e ,avente lo scopo di negozi a r e l ’ a c q u i s t o d e l l ’ e n e r g i a e l e t t r i c a ( p r o d o t t a a n c h em e d i a n t e l ’ u t i l i z z o d i f o n t i r i n n o v a b i l i ) d a i f o r n i t o r i d e l m e r c a t o l i b e r o a l l e c o n d i z i o n ipiù convenienti. A l l ’ i n t e r n o d i q u e s t o g r u p p o d i a c q u i s t o , p o i , l ’ A g e n z i a d e l l ’ E n e r g i a h a a c c o l t o l aproposta di una Società Consortile che garantisce un risparmio certo, indipendente

dai diagrammi di carico, sulla tariffa del distributore del mercato vincolato e

fornisce energia elettrica proveniente solo da fonti rinnovabili.

Conseguentemente il Comune di Arnesano ritenuto, ancora una volta,

apprezzabile per l ’ u t i l i z z o d i e n e r g i a p r o v e n i e n t e d a l l e s o l e f o n t i r i n n o v a b i l i p e r g l ii m p i a n t i c o m u n a l i e d i p u b b l i c a i l l u m i n a z i o n e , a n c h e a l f i n e d i c o n t r a s t a r e l ’ u t i l i z z odi combustibili fossili sicuramente corresponsabili d e l c . d . “ e f f e t t o s e r r a ” , h a a d e r i t oalla Società Consortile con delibera del Consiglio Comunale n. 5 del 26 gennaio 2 0 0 6 c h e t r a t t a s i s o t t o s c r i v e n d o l ’ a u m e n t o del relativo capitale sociale. A d e s c l u s i o n e d e l p r e d e t t o i n t e r v e n t o d i p r o d u z i o n e d i e n e r g i a “ p u l i t a ” , s ul territorio

comunale non sono presenti impianti di produzione di energia di tipo tradizionale,

né altre tipologie di impianto che producono energia da fonti rinnovabili (eolici,

fotovoltaici, etc.). Pertanto in tale comparto non si segnalano particolari criticità o

azioni di mitigazione delle problematiche legate al consumo energetico.

3.8.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G. I l R e g o l a m e n t o R e g i o n a l e n . 1 4 d e l 1 4 s e t t e m b r e 2 0 0 6 “ L i n e e g u i d a p e r l ’ a p p l i c a z i o n edella L. R. 5/

2 0 0 2 ” p o n e l e norme di massima p e r m i n i m i z z a r e l ’ e s p o s i z i o n e d e l l a

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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le

Comune d i Arnes ano (LE)

popolazione ai campi elettromagnetici e per assicurare la tutela della salute dei cittadini e d e l l ’ a m b i e n t e . Esso infatti esplica la volontà di pianificare il territorio ed in particolare gli insediamenti

urbani in modo da collocare tutti gli impianti di telecomunicazioni e radiotelevisivi in modo

corretto e meno impattante per la popolazione. A i f i n i d i e v e n t u a l i i n t e r f e r e n z e c o n i l P . U . G . l ’ i n t e r o c o m p a r t o a m b i e n t a l e “ A g e n t i f i s i c i ” n o nmostra particolari problematiche.

3.8.3 La partecipazione pubblica e privata

Non sono stati espressi particolari pareri, ne sollevate specifiche obiezioni in merito alla

presente componente ambientale.

3.9 AMBIENTE URBANO

Le città e i grossi centri abitati rappresentano i luoghi in cui maggiormente si concentrano f o n t i d i s q u i l i b r i p e r l ’ a m b i e n t e c o n c o n s e g u e n z e d i r e t t e s u l l a v i t a d e i c i t t a d i n i . Le cause di tali squilibri sono da attribuire fondamentalmente al crescente fenomeno della

urbanizzazione, all ’ a u m e n t a t a d e n s i t à d e l l a p o p o l a z i o n e e a l l ’ i n c r e m e n t o d e l l ’ e n t i t à d e ltraffico veicolare privato, pubblico e commerciale. La possibilità di predisporre interventi

efficaci per la risoluzione del problema ambientale, in termini soprattutto di riduzione degli i m p a t t i d e t e r m i n a t i d a l l e p r e s s i o n i s u l l ’ a m b i e n t e , d i p e n d e i n l a r g a m i s u r a d a l l a p o s s i b i l i t àdi disporre di informazioni corrette sul fenomeno e sulle correlazioni che lo legano ad altre

dinamiche di carattere sociale ed economico. U n ’ a d e g u a t a c o n o s c e n z a d e l f e n o m e n o è r a g g i u n g i b i l e s o l t a n t o c o n u n ’ a n a l i s i a m b i e n t a l econtinua ed accurata, che consenta di rappresentare la realtà nel suo evolversi e, quindi,

appurare se effettivamente gli interventi correttivi eventualmente effettuati abbiano

prodotto effetti positivi.

Nei piccoli centri abitati le pressioni esercitate dai fattori sopra citati sono di minore entità

ma, nel caso di realtà come quella salentina, l'elevata densità dei centri abitati per unità di

superficie e la loro stretta interazione di carattere socio – economico porta ad un aumento

delle criticità nel comparto dell'ambiente urbano.

Si andranno a valutare sostanzialmente gli impatti che il sistema produttivo, abitativo e la m o b i l i t à r e c a n o s u l l ’ a m b i e n t e .

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Comune d i Arnes ano (LE)

Il Comune di Arnesano è costituito dal p a e s e e d a l r i o n e R i e s c i . D a l l ’ a n a l i s i d e l l o s v i l u p p ou r b a n o è p o s s i b i l e l e g g e r e c o m e l ’ a b i t a t o s i a c r e s c i u t o a m a c c h i a d ’ o l i o i n t o r n o a l n u c l e oa n t i c o e l u n g o l e v i e c h e c o n d u c o n o a i c e n t r i u r b a n i c o n f i n a n t i . E ’ s t a t o u n o s v i l u p p ospontaneo che ha prodotto un tessuto urbanistico disorganico frammentato e privo di

servizi che la strumentazione urbanistica ha cercato di riammagliare rendendolo più

organico e servito. Permangono ancora ambiti periferici che necessitano di interventi di

riqualificazione.

Analizzando la mobilità e i flussi di traffico emergono due problemi:

a) il traffico su via Donatello che coincide con un tratto della prov.le Lecce – Porto

Cesareo di grande traffico;

b) la viabilità del centro abitato ad andamento centrifugo: la penetrazione in paese

avviene da quattro arterie che si portano, diventando sempre più strette, verso il

centro del paese e da qui alla periferia.

Relativamente alla caratterizzazione e funzione degli ambiti urbani, il centro del paese per

le attività sociali e c o m m e r c i a l i c o n t i n u a a d e s s e r e P . z z a P a i s i e l l o e l ’ a r e a c i r c o s t a n t e .Questa esprime ancora spazi di relazione modesti ed attende che venga completata la

sistemazione del Palazzo Marchesale e dello spazio intorno a questo che porterebbe alla

dotazione di spazi urbani ed architettonici altamente qualificati e funzionali alla vita

sociale, culturale ed anche economica del paese.

Il Centro Storico, come su descritto, registra uno svuotamento progressivo. A l l ’ i m p o v e r i m e n t o d e l C e n t r o S t o r i c o e q u i n d i d e l c e n t r o relazionale del paese non

corrisponde ancora la creazione di altri centri di interesse ed aggregazione, sicché il p a e s e t e n d e a d i v e n t a r e u n ’ i n d i s t i n t a p e r i f e r i a d e l l a v i c i n a c i t t à c a p o l u o g o .

Non va meglio nel rione Riesci; il borgo è cresciuto lungo una strada (la vecchia

Carmiano-Lequile, ora Via Dante) e su altre vie a questa parallele, senza nessun progetto

urbanistico.

Gli spazi pubblici nel centro abitato non sono distribuiti uniformemente (le aree con

lottizzazione, già dotate di verde privato, ne sono ricche, altre invece ad alta densità

insediativa ne sono povere) e sono attualmente pari a 8 mq/ab, risultando inferiori al

minimo dei 12 mq/ab previsto dal D.M. 1444/68. A tal proposito si dovranno valutare

analiticamente le ca p a c i t à r e s i d u a l i d e l l ’ attuale P. di F. confermandone il vincolo. N o n d i f e t t a n o g l i e d i f i c i d i i n t e r e s s e c o m u n e ; t r a l ’ a l t r o , a b r e v e s a r à c o m p l e t a t ol ’ a m p l i a m e n t o d e l l a s e d e m u n i c i p a l e e i l r e c u p e r o e l a r i q u a l i f i c a z i o n e d e l P a l a z z oM a r c h e s a l e . Q u e s t ’ u l t i m o , o l t r e a d e s s e r e l ’ edificio monumentale più rappresentativo del

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paese, con gli spazi di cui dispone, sarà un contenitore di altissima qualità, utilizzabile dal t e r r i t o r i o i n s i n e r g i a c o n l a p r e s e n t e s e d e d i c o r s o d i l a u r e a p e r l ’ o r g a n i z z a z i o n e d i c o r s i d iformazione, convegni, eventi socio-culturali di qualsiasi genere.

Discreta attuazione hanno avuto i P.E.E.P.. Per il P.I.P., sono in fase di superamento alcuni

problemi ( infrastrutture- o p e r e d i u r b a n i z z a z i o n e ) c h e n e h a n n o i m p e d i t o l ’ a t t u a z i o n e p e rdiversi decenni.

La zona - industriale prevista dal P. di F. vigente non ha avuto attuazione; attualmente è

sede di contenuti insediamenti rurali e coltivata con uliveti per cui è indicata la previsione d i u n a v o c a z i o n e a g r i c o l a d e l l ’ a r e a . 3.9.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema

Aspetti demografici e socio-economici: Il paese negli ultimi 40 anni ha registrato una

profonda trasformazione socio-economica sintetizzabile nelle seguenti dinamiche

occupazionali:

· Significativo calo nell'agricoltura, nell'industria e nell'artigianato;

· Settori che hanno registrato un considerevole numero di occupati sono il commercio,

credito e assicurazioni, servizi, e, più degli altri, il pubblico impiego.

Il calo degli occupati in agricoltura è addebitabile a diversi fattori come ad es. la maggiore

meccanizzazione del settore, l'abbandono dei terreni più poveri, la difficoltà degli operatori

ad integrare le colture tradizionali (vite, ulivo e tabacco) con altre qualificate e competitive

comportanti anche più alti livelli occupazionali (colture in serra, colture tradizionali

specializzate, floricoltura, agro - industria, agriturismo, etc.), la preferenza per le colture a b a s s a s p e c i a l i z z a z i o n e e i m p i e g o d i m a n o d ’ o p e r a , m a g a r i s o s t e n u t e d a l l a C o m u n i t àEconomica Europea.

Anche per i l c a l o d i o c c u p a t i n e l l ’ i n d u s t r i a – a r t i g i a n a t o i m o t i v i s o n o d a r i c e r c a r e u n p o ’nella difficoltà degli artigiani di maturare una specializzazione competitiva e forme

organizzative e/o associative in grado di promuovere iniziative utili per essere presenti in

maniera più incisiva sul mercato; in maniera negativa ha sicuramente inciso la mancanza

di una vera e propria zona artigianale. I l p a e s e i n q u a r a n t ’ a n n i , è p a s s a t o d a u n ’ e c o n o m i a a g r i c o l o – artigianale ad una di tipo

terziario che vede nel pubblico impiego la principale occupazione. C i ò h a p r o d o t t o a n c h e e f f e t t i “ f i s i c i ” : a g r i c o l t u r a e a r t i g i a n a t o e r a n o s t r e t t a m e n t e l e g a t e a lterritorio; la prima determinava un paesaggio agricolo di eccezionale valore, il secondo

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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le

Comune d i Arnes ano (LE)

riempiva il paese di operose imprese artigiane. Oggi del pregevole paesaggio agricolo è

rimasto ben poco, larga parte delle botteghe artigiane ha chiuso e la maggior parte degli

occupati, soprattutto quelli del pubblico impiego, hanno lavoro e interessi altrove.

Fino al 1981 la popolazione di Arnesano era diminuita nonostante il numero delle nascite

fosse superiore al numero di decessi. Sono stati anni che hanno visto molti abitanti

cercare altrove la soddisfazione di bisogni che il paese non offriva: primo fra tutti le

opportunità di lavoro, una casa, la possibilità di costruire un laboratorio, servizi, una

migliore qualità di vita. Dal 1981 ad oggi, nonostante il calo delle nascite, la popolazione,

anche se in forma molto contenuta, cresce, soprattutto cresce costantemente, e non in

maniera altalenante come in precedenza si verificava.

Fig. 26 – Numero di residenti nel Comune di Arnesano (fonte: ISTAT 1991-2008)

Il Comune contava 3929 abitanti alla fine del 2010 con una popolazione composta da

1914 maschi e 2015 femmine (ISTAT). Il numero di famiglie presenti sul territorio

comunale è pari a 1405 unità (comprensiva delle convivenze denunciate).

Il saldo migratorio nel 2010 risulta positivo con 63 persone acquisite fra i residenti. Dalla

Fig.26 infatti si denota un trend positiv o n e l l ’ a u m e n t o d e l l a p o p o l a z i o n e r e s i d e n t e ,partendo dagli 3458 individui nel 1991 sino ad arrivare ai 3856 abitanti nel 2008.

In verità la variazione demografica è piuttosto altalenante con inversioni di tendenza

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Comune d i Arnes ano (LE) r e g i s t r a t i a m e t à d e g l i a n n i ’ 9 0 e a l l ’ i n i zio del nuovo secolo.

Recentemente il bilancio demografico comunale risulta costantemente in attivo a partire

dal biennio 2002-2003.

Fig. 27 – Bilancio demografico del Comune di Arnesano (fonte: ISTAT 2008)

Sistema residenziale: Tranne che quelle aree con contenuti architettonici maggiormente

storici e di maggior pregio, il Comune di Arnesano può vantare di avere un tessuto

urbanistico più recente, realizzato con P.U.E., che ha svolto la funzione di riammagliare le

precedenti espansioni spontanee lungo le vie che portavano fuori dal paese ed hanno

portato ad una dotazione di standard altrimenti mancanti. I l r i s u l t a t o c o m p l e s s i v o è s t a t o u n o s v i l u p p o o r g a n i c o e d o r d i n a t o d e l l ’ a b i t a t o c o n u n adiscreta dotazione di verde privato e pubblico. Q u e s t ’ u l t i m o , p u r s u f f i c i e n t e p e r l e

espansioni, è ancora sotto il minimo standard p e r l ’ i n t e r o p a e s e . Si può pertanto affermare che il patrimonio urbanistico ed edilizio (storico e di recente

realizzazione) è senza dubbio di notevole valore (non solo storico-culturale ma anche

funzionale) e presenta ancora margini di miglioramento.

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Comune d i Arnes ano (LE)

Produttività: il Salento mostra il formarsi di nuovi luoghi di concentrazione sia con la

modifica ed arricchimento dei tradizionali luoghi della centralità, sia con la costruzione di

nuove situazioni e paesaggi: concentrazione di attività turistiche nei villaggi,

concentrazione di attività produttive nelle zone SISRI o nei PIP di nuova formazione, di

attività commerciali lungo le strade, nei mercato o nei nuovi centri commerciali suburbani,

di attrezzature collettive in alcune nuove strutture ospedaliere, scolastiche ed

amministrative e concentrazione di residenze in alcune zone costiere. Questi nuovi luoghi

di concentrazione, dispersi entro il territorio salentino, costruiscono i riferimenti di una

nuova organizzazione urbana, più vasta, meno locale che non entra in conflitto con quella

tradizionale.

Nonostante Arnesano abbia soprattutto un territorio votato ad un utilizzo di tipo

prettamente agricolo, la produttività comunale in ambito privato è senza dubbio legata al

settore industriale e dei servizi, con quasi il 38% della popolazione occupato nella

pubblica amministrazione (ISTAT). Gli addetti del settore industriale occupano il 32,3% dei

residenti, mentre solo il 5% si occupa a tempo pieno alle attività agricole.

Fig. 28 – Percentuale occupati (%) per settore lavorativo (fonte: ISTAT 2001)

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Comune d i Arnes ano (LE)

Tab. 13 – Dettaglio del numero di occupati per settore lavorativo (fonte: ISTAT 2001) S E T T O R I N U M E R O O C C U P A T IA g r i c o l t u r a 5 0I t t i c o l t u r a 2A t t i v i t à e s t r a t t i v e 1M a n i f a t t u r i e r o 2 4 2E n e r g i a 4C o s t r u z i o n i 9 4A l b e r g h i e t u r i s m o 3 6C o m m e r c i o 1 1 6T r a s p o r t i 4 0I n t e r m e d i a z i o n e 2 6I m m o b i l i a r e 4 4P u b b l i c a A m m i n i s t r a z i o n e 1 3 7I s t r u z i o n e 1 2 9S a n i t à 8 1A l t r i S e r v i z i p u b b l i c i 3 7S e r v i z i d o m e s t i c i 1 5O r g a n i z z a z i o n i e x t r a t e r r i t o r i a l i 1T O T A L E 1 0 5 5

Mobilità: L a m o b i l i t à n e l l ’ a r e a d e l Salento, in generale, e del Comune di Arnesano è

affidata prevalentemente al trasporto su gomma.

Tra le diverse politiche e attività di pianificazione comunali assume oggi estrema i m p o r t a n z a l ’ o r g a n i z z a z i o n e d e l l a v i a b i l i t à e d e i t r a s p o r t i . La pianificazione del traffico e della mobilità, affiancata dalla relativa attività di gestione,

rappresenta uno strumento fondante nel costante intervento sulla città costruita.

Diventano oggetti determinanti la rete di trasporto esistente, gli scenari di sviluppo della

stessa, la trasformazione degli usi e dei comportamenti, il recupero della qualità a m b i e n t a l e e l a r i c e r c a d e l l ’ e q u i l i b r i o t r a d o m a n d a di mobilità e capacità delle reti di farvi

fronte. L ’ i m p o r t a n z a d i u n p i a n o d i m o b i l i t à e d e l l ’ a t t i v i t à d i g e s t i o n e d e l t r a f f i c o n o n h a t r o v a t oriscontro nelle iniziative del Comune di Arnesano. Si cerca pertanto di rimediare

al l ’ a s s e n z a d e l c i t a t o p i a n o e di qualsiasi altra p r o p o s t a t e s a a l l ’ organizzazione della

viabilità.

I processi di combustione legati alla mobilità rappresentano una delle principali fonti di

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inquinament o d e l l ’ a r i a n e l l e a r e e u r b a n e , o l t r e a l l e p r o b l e m a t i c h e l e g a t e a l r u m o r eprodotto dai veicoli.

A tal proposito si segnala il superamento delle soglie di rumore consentite in prossimità

della casa di riposo “ Villa Cristina ” , l u n g o l ’ a s s e v i a r i o A r n e s a n o -Carmiano. In particolare è

doveroso segnalare un disagio acustico durante le ore notturne dovute al traffico veicolare

che fa registrare valori medi di 45,5 dB(A), con relativo superamento della Classe I (aree

residenziali rurali) pari a 40,0 dB(A).

Fonti ISTAT sulla mobilità comunale mirano a fornire un quadro sulla mobilita del territorio

in termini di parco veicolare (Tab. 14). Tuttavia i dati non riferiscono del transito di migliaia

di veicoli appartenenti ai non residenti che quotidianamente attraversano il territorio

comunale.

Tab. 14 – Parco veicolare del Comune di Arnesano (fonte: ISTAT – anno 2006) T I P O L O G I A Q U A N T I T A 'A U T O B U S 1A U T O C A R R I 1 5 6V E I C O L I S P E C I A L I 1 5A U T O V E T T U R E 2 2 3 3M O T O C A R R I 3 5M O T O C I C L I 2 7 1R I M O R C H I E S E M I R I M O R C H I S P E C I F I C I 1 1R I M O R C H I E S E M I R I M O R C H I T R A S P O R T O M E R C I 1T O T A L E 2 7 2 3Le linee programmatiche di intervento del P.U.G. mostrano proposte progettuali nelle

relative tavole ed in particolare individuano il sistema della mobilità urbana e quello della

mobilità extraurbana reale e potenziale. I n F i g . 2 9 v i e n e r i p o r t a t a l ’ a t t u a l e r e t e v i a r i a d e l C o m u n e ; molte delle principali direttrici

convergono verso il centro abitato di Arnesano, mentre in alcuni casi restano tangenti ai

confini comunali e servono a connettere i diversi comuni limitrofi o da rilevanti arterie del

traffico veicolare per il raggiungimento delle località balneari del versante ionico. C o n l ’ a d o z i o n e i l P i a n o c e r c h e r à d i m i g l i o r a r e l a c i r c o l a z i o n e l u n g o l a v i a b i l i t àintercomunale, migliorando e in alcuni casi rafforzando le infrastrutture esistenti. Tutte le

esistenti direttrici del traffico tra i comuni limitrofi saranno oggetto di intervento,

aumentandone la scorrevolezza e il carico del traffico.

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Fig. 29 – Viabilità principale del Comune di Arnesano

Impianti e reti: Il Comune di Arnesano è servito da un impianto di depurazione dei reflui

della fogna nera, dalla rete di fognatura nera, dalla rete di fognatura pluviale, da una rete

di approvvigionamento idrico e da una rete di distribuzione del gas metano.

1. IMPIANTO DI DEPURAZIONE: L ’ i m p i a n t o d i d e p u r a z i o n e è u n i m p i a n t odi tipo consortile realizzato in agro di San

Cesario, è attualmente funzionante come recapito finale della fogna nera; esso

serve i comuni di Arnesano, Monteroni di Lecce, San Cesario, San Pietro in Lama

e Lequile.

2. RETE FOGNANTE ACQUE NERE:

La rete fognante d e l l e a c q u e n e r e c o p r e a t t u a l m e n t e l ’ i n t e r o c e n t r o a b i t a t o c h e h a

uno sviluppo stradale di circa 19 km. La rete esistente impiega condotte in gres

ceramico del diametro di 200 cm, ad esclusione del collettore esterno verso il

recapito finale, realizzato

corre parallelamente al profilo del terreno a profondità media di circa m. 1,80-2,00

dal piano stradale, con pendenza variabile.

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3. RETE FOGNANTE PLUVIALE: L a r e t e d i f o g n a t u r a p l u v i a l e n o n c o p r e l ’ i n t e r o centro abitato ma solo alcuni tronchi

viari principali per una lunghezza complessiva di 9.450 m circa. Il bacino scolante c o m p r e n d e l ’ i n t e r o a b i t a t o e h a u n a s u p e r f i c i e d i 5 4 h a ; i l s u o r e c a p i t o f i n a l e ècostituito da una cava di tufo dismessa, di proprietà comunale e da un pozzo

assorbente situato in via Dante del diametro di 1 metro e della profondità di 30

metri che drena le acque nella falda superficiale. La cava, posta nelle vicinanze del c i m i t e r o , l u n g o l a s t r a d a v i c i n a l e “ M a s s e r i a C a r r e t t i ” , è s t a t a utilizzata inizialmente c o m e c a v a a c i e l o a p e r t o p e r l ’ e s t r a z i o n e d i c o n c i d i “ t u f o c a l c a r e n i t i c o ” , è s t a t a p o i

dimessa e da circa un ventennio costituisce il recapito finale della rete pluviale.

Essa si estende per circa 5.300 mq con quota altimetrica pari a circa 21 metri

s.l.m. ed è sottoposta circa 10 metri rispetto al piano di campagna originario. L ’ a b i t a t o è i n t e r e s s a t o , i n p a r t i c o l a r i p e r i o d i d e l l ’ a n n o , d a i n t e n s e p r e c i p i t a z i o n i c h e ,per il modo in cui avvengono, diventano causa di veri e propri dissesti

idrogeologici. Infatti, nel periodo autunnale, quando le strade si allagano, i muri

delle case subiscono infiltrazioni, assorbono umidità e comportano grave

nocumento per la salute dei residenti. Seri danni, inoltre, si hanno alle strade per l ’ u s u r a dei manti bituminosi, per le buche che si vengono a creare, per i

conseguenti disagi e danni alla circolazione pedonale e non. Infine, a causa dei

ristagni di acqua possono sorgere problemi di natura igienico-sanitari.

4. RETE DI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO: L ’ i m p i a n t o è s t a t o r e a l i z z a t o a p a r t i r e d a g l i a n n i ‘ 2 0-

‘ 3 0 d a l l ’ A c q u e d o t t o P u g l i e s econ la costruzione della condotta principale; i lavori sono proseguiti negli anni s u c c e s s i v i f i n o a g l i a n n i ’ 8 0 , a p a r t i r e d a t a l e d a t a i s u c c e s s i v i l a v o r i s o n o s t a t irealizzati direttamente dal comune in base alle esigenze della popolazione.

La condotta principale è costituita da un tronco in ghisa del diametro di 225 mm

localizzato in prossimità della strada provinciale Magliano-A r n e s a n o . L ’ a c q u a

trasportata proviene dal Pertusillo e da alcuni pozzi appositamente realizzati d a l l ’ e n t e g e s t o r e d e l l a r e t e . I n p r o s s i m i t à d e l l ’ a b i t a t o i l t r o n c o p r i n c i p a l e v i e n ea l i m e n t a t o d a u n ’ a l t r a c o n d o t t a i n a c c i a i o d e l d i a m e t r o d i 4 5 0 m m c h e r i c e v el ’ a c q u a d a l g r a n d e s e r b a t o i o l e c c e s e .

Attualme n t e q u a s i l ’ i n t e r o c e n t r o a b i t a t o è s e r v i t o d a l l a r e t e i d r i c a e p e r i l s u o

completamento sono previste opere di ampliamento da parte del Comune. Infatti, a t t u a l m e n t e l ’ A c q u e d o t t o p u g l i e s e , c h e è u n a s o c i e t à p e r a z i o n i , s i o c c u p a d e l l a

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gestione della rete esistente e non della sua realizzazione.

5. RETE DI DISTRIBUZIONE DEL METANO:

Alla data attuale non sono disponibili informazioni sulla rete di distribuzione del gas

metano.

3.9.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.

Alla luce delle proposte pianificatorie i maggiori rischi di urbanizzazione che potrebbero

influire sulla presente componente ambientale sono:

1. Sottrazione del suolo e sua impermeabilizzazione dovuti al potenziamento delle

infrastrutture viarie, produttive e alla realizzazione di nuovi insediamenti;

2. Aumento delle fonti di rumore e del disagio acustico;

3. Incremento indiretto dei carichi dovuto ad incidenze sui comparti aria (maggiore

inquinamento), acqua (problemi di collettamento delle acque superficiali) e rifiuti

nel caso di aumento del sistema produttivo e commerciale (maggiore produzione

di rifiuti di tipo industriale).

3.9.3 La partecipazione pubblica e privata

Non sono stati espressi particolari pareri, ne sollevate specifiche obiezioni in merito alla

presente componente ambientale.

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CAPITOLO IV

4.1 COERENZA INTERNA ED ESTERNA DEL PIANO

La sostenibilità sociale, ambientale ed economica risultano essere alla base della verifica

di coerenza del Piano con i principali strumenti di pianificazione e programmazione

territoriale regionale, nazionale e comunitaria. Le discussioni, le conoscenze e le

informazioni sviluppate dai cittadini attraverso gli incontri e i questionari sono stati utili a

fornire indicazioni sui seguenti temi e fornire risposte alle citate problematiche e criticità

riguardanti:

- Recupero e riqualificazione del centro storico e degli elementi culturali ed architettonici

in esso contenuti, migliorando i servizi a residenti e a turisti;

- R e c u p e r o , r i s t r u t t u r a z i o n e e e v e n t u a l e n u o v a d e s t i n a z i o n e d ’ u s o d i i m m obili pubblici;

- Riqualificazione urbana delle aree abbandonate;

- Mobilità e collegamenti fra le varie aree del territorio comunale (centro storico, rione

Riesci, aree extra-urbane a vocazione agricola, etc.);

- Nuovi servizi e miglioramento di quelli esistenti in tutto il territorio comunale;

- Recupero e miglioramento del verde pubblico e salvaguardia delle aree naturali

ricadenti nel comune;

- Aumento e miglioramento degli spazi di aggregazione per tutte le classi di età.

Il Piano per raggiungere determinati obiettivi richiesti dai pianificatori e dalla cittadinanza

deve soddisfare specifici requisiti di sostenibilità ambientale e rispettare quelli che sono i

criteri di sostenibilità (contenimento del consumo di suolo, miglioramento delle

componenti aria e acqua, incremento della naturalità della funzionalità ecologica degli

habitat naturali ed agricoli, etc.).

In questa fase si sottopone il Piano alla verifica di coerenza, così come richiesto dalla D i r e t t i v a 2 0 0 1 / 4 2 / C E , c o n s i s t e n t e n e l l ’ a n a l i s idella reciprocità tra gli obiettivi e le azioni

previste dal PUG (coerenza interna), nonché ad eventuali conflittualità tra gli obiettivi e gli

strumenti e programmi sovraordinati già vigenti/operativi sul territorio (coerenza esterna).

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Tab. 15 – Matrice della Coerenza Interna

OBIETTIVI DEL PIANO

Recu

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nell’ otti cad ell asost enibili tà

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PIA

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Recupero di aree a maggiore naturalità

Tutela degli olivi secolari

Valorizzazione del settore agricolo e produzione

Incremento di servizi per il turismo

Risparmio energetico ed energie rinnovabili

Riduzione e razionalizzazione del consumo di suolo

Piani di Recupero dei beni culturali ed architettonici

Realizzazione di zone di completamento

Nuove zone di espansione

Realizzazione di zone produttive e commerciali

Positivo Negativo Neutro

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Tab. 16 – Matrice della Coerenza Esterna

OBIETTIVI DEL PIANO

Recu

pero

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el

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PIA

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RD

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Equità sociale (DIR. UE Politiche per la casa)

Edilizia sostenibile (PEAR, Politiche per la casa)

Contenimento consumi idrici ed energetici (PEAR, PRAE)

Riduzione rischio allagamenti ed esondazioni (PAI, PRAE)

Tutela specie e biodiversità (Natura 2000, Piano faunistico-venatorio)

Tutela Ambiti Paesaggistici (PUTT/P)

Tutela patrimonio culturale(PUTT/P)

Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR)

Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP)

Piano di razionalizzazione e conservazione delle risorse idriche (PTA)

Riduzione alterazioni suolo(PRAE, PAI)

Regolazione attività estrattive (PRAE)

Miglioramento della gestione dei rifiuti (PGRU regionale e provinciale)

Mobilità sostenibile (PRT)

Turismo sostenibile(DIR. UE)

Sviluppo rurale sostenibile (DIR. UE, PSR)

Neutro Positivo Negativo

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4.2 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLE CRITICITÀ E RISPOSTE

Per la valutazione della compatibilità ambientale del P.U.G. di Arnesano si utilizzerà lo

schema DPSIR (Driving forces - Pressures - State - Impact - Response) che consente l ’ i n d i v i d u a z i o n e e l ’ a n a l i s idelle

i n f o r m a z i o n i s u l l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e, basandosi sulla

cognizione delle reazioni della domanda-risposta e/o causa-effetto e sui loro meccanismi.

Fig. 30 – Schema grafico del DPSIR

La struttura dello schema DPSIR è costituita dai seguenti blocchi (fonte: VAS del PTCP

della Provincia di Lecce):

D - DRIVING FORCES. Sono le attività antropiche primarie derivanti soprattutto dalle

attività produttive (agricoltura, turismo, industria, trasporto, etc.) e danno luogo alla p r o d u z i o n e d i s p e c i f i c i b e n i / s e r v i z i c h e c r e a n o p r e s s i o n i d i d i v e r s a e n t i t à s u l l ’ a m b i e n t e . P – PRESSIONI. Sono funzione delle driving forces

. L e a z i o n i d e r i v a n t i d a l l ’ a t t i v i t à umana c o m p o r t a n o l ’ u t i l i z z o d i r i s o r s e e g e n e r a n o m a t e r i a l i e s o s t a n z e c h e h a n n o e f f e t t o s u g l iequilibri ecologici ed ecosistemici. Esempio di ciò sono la pressione demografica e la

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relativa produzione di rifiuti, i prelievi idrici, le emissioni di inqui n a n t i , l ’ u s o d e l l e r i s o r s enaturali, il consumo di suolo, etc.

S – STATO. C o r r i s p o n d e a l l ’ i n s i e m e d e i v a l o r i c h e o c c o r r e t u t e l a r e e d i f e n d e r e . I n s i n t e s i

definisce il livello di qualità della componente ambientale, in termini di grado di

conservazione del patrimonio ecologico, naturalistico, socio-economico e storico-culturale

di un territorio. Lo stato dipende direttamente dalla sensibilità del sistema oggetto di

indagine e dalla sua attitudine a subire modifiche se sollecitato da pressioni.

I – IMPATTI. Rappresentano gli effetti delle pressioni sullo stato. Tali effetti corrispondono

a tangibili cambiamenti dello stato dell'ambiente e spesso si manifestano come alterazioni

degli ecosistemi e della loro capacità di sostenere la vita.

R – RISPOSTE. Sono le politiche ambientali che la società mette in atto per gestire le

pressioni e per cercare di mitigare o eliminare il danno ambientale. Sono, quindi, quelle

misure adottate al fine di salvaguardare le risorse ambientali (risorsa idriche, ittiche etc.)

ed evitare una loro irreversibile compromissione.

Le risposte possono essere rivolte ad una qualsiasi componente del modello DPSIR; esse

vengono indirizzate ad una forza determinante, ad una pressione, ad uno stato, ad un

impatto, ma anche ad una risposta stessa e possono così assumere la forma di obiettivi,

di programmi, di piani , di interventi, di priorità, di indicatori da adottare, di autorizzazioni, d i v e r i f i c h e e c o n t r o l l i ( l i m i t i a l c o n s u m o d e l l ’ a c q u a , r a c c o l t a differenziata, pratiche agricole

sostenibili, certificazione ambientale, monitoraggio degli inquinanti, educazione ed

informazione ambientale della popolazione locale). L ’ a z i o n e d e l l e r i s p o s t e s u g l i i m p a t t i p u ò a v v e n i r e i n m a n i e r a p r e v e n t i v a s u l l edriving forces

riducendo così alla fonte la pressione (legislazione, monitoraggio e controllo, permessi,

gestione delle risorse naturali); ma può anche intervenire per intercettare il flusso di

pressione una volta che questo è stato generato dalle driving forces riducendo la p r e s s i o n e n e t t a s u l l ’ a m b i e n t e ( d epuratori, inceneritori, barriere antirumore); possono,

infine, intervenire a valle, cercando di migliorare la qualità delle risorse degradate agendo

direttamente su di esse (attività di bonifica, recupero ambientale).

Gli impatti possono essere monitorati c o n l ’ a u s i l i o d i i n d i c a t o r i d i p e r f o r m a n c e u t i l i a capire

se le risposte adottate siano in grado di affrontare la problematica presa in esame o se sia

necessario formulare un nuovo sistema di intervento per la tutela della qualità/quantità

delle risorse ambientali.

Gli indicatori saranno classificati secondo i cinque elementi che costituiscono il modello

DPSIR. Si potranno quindi utilizzare:

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generatrici di pressioni sui diversi comparti ambientali; • Indicatori di pressioni, volti a valutare il livello col quale le attività antropiche

determinano delle trasformazioni;• I n d i c a t o r i d i s t a t o , c h e a n a l i z z a n o l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e e l e s u e a l t e r a z i o n i ; • Indicatori di impatto, che forniscono una stima degli effetti che le pressioni generano s u l l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e o d i r e t t a m e n t e s u l l a s a l u t e u m a n a ; • Indicatori di risposte, che valutano come la società sia intervenuta per ridurre le

pressioni, mitigare gli impatti e quindi miglior a r e l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e . 4.3 ANALISI SWOT, CRITICITÀ E RISPOSTE

Nella presente fase si andranno ad analizzare le positività e le negatività delle singole

componenti ambientali; tale valutazione verrà effettuata mediante l ’ a n a l i s i S W O T .

L'analisi SWOT, conosciuta anche come Matrice TOWS, è uno strumento di pianificazione

strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le

opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o in un'impresa o in ogni

altra situazione in cui un'organizzazione o un individuo deve prendere una decisione per

raggiungere un obiettivo.

Per ciascuna componente ambientale si individueranno dunque le criticità ed eventuali

azioni di mitigazione degli impatti.

Le valutazioni su criticità e risposte sono state eseguite tenendo conto degli obiettivi

generici e delle azioni specifiche di attuazione del Piano Urbanistico Generale di

Arnesano. In sintesi le analisi delle componenti ambientali sono riferite ai seguenti

obiettivi/azioni:

OBIETTIVI DEL PIANO

O1 Recupero e valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale

O2 Recupero e valorizzazione dei beni storico - artistici e monumentali

O3 Miglioramento del patrimonio urbanistico edilizio non storico

O4 Previsione di nuove strutt u r e e d i n f r a s t r u t t u r e p r o p o s t e n e l l ’ o t t i c a d e l l a s o s t e n i b i l i t à

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AZIONI DEL PIANO

A1 Recupero di aree a maggiore naturalità

A2 Tutela degli olivi secolari

A3 Valorizzazione del settore agricolo e produzione

A4 Incremento di servizi per il turismo

A5 Risparmio energetico ed energie rinnovabili

A6 Riduzione e razionalizzazione del consumo di suolo

A7 Piani di Recupero dei beni culturali ed architettonici

A8 Realizzazione di zone di completamento

A9 Nuove zone di espansione

A10 Realizzazione di zone produttive e commerciali

4.3.1 Aria

Punti di forza:

il Piano non prevede, fatta eccezione per la viabilità, interventi specifici che mirino ad ottenere punti di forza

Punti di debolezza:

Non emergono situazioni definibili come punti di debolezza del comparto

Opportunità: Non emergono opportunità specifiche per tale componente ambientale

Minacce: Non sono valutabili minacce legate alla componente aria

Criticità: D a l l ’ a n a l i s i S W O T n o n s i r i t i e n e c o n c r e t a l ’ i p o t e s i d i i n s o r g e n z a d i p a r t i c o l a r i c r i t i c ità r e l a t i v a a l l a c o m p o n e n t e a m b i e n t a l e “ A R I A ” . Eventuali criticità legate al traffico verranno t r a t t a t e n e l l a s e z i o n e “ m o b i l i t à ” .

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Strategie di mitigazione:

Non essendo presenti minacce specifiche non si segnala alcuna azione di mitigazione o

riduzione degli impatti. Tuttavia le Norme Tecniche Attuative prevedono:

· L ’ a r t i c o l o 1 6 “ Opere di urbanizzazione secondaria e standard urbanistici ” precisa

che la previsione di aree per verde pubblico attrezzato, urbano e di quartiere, è r i f e r i t a a l l ’ u t e n z a u r b a n a t o tale La realizzazione di tale standard è ripartita per tutti

gli abitanti insediabili. I soggetti che compiono trasformazioni urbane al di fuori di

comparti di attuazione (aree dei diritti acquisiti nel PF vigente) possono cedere le

aree necessarie alla realizzazione del verde pubblico attrezzato, se proprietari, o m o n e t i z z a r e l ’ i n c i d e n z a d e l l e s t e s s e .

· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s trutturazione

di attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di

uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed

alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P . M . P . p r o v i n c i a l e , p u r c h é i s o g g e t t i r i c h i e d e n t il ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eC o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i edisponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.

IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici c o m p e t e n t i p e r l a s p e c i f i c i t à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e/o la ristrutturazione in tutti i casi in cui non siano sufficienti le

cautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir

meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento

a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed

urbanistico-territoriali int e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l asospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle

presenti Norme.

Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad

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Comune d i Arnes ano (LE)

attività es i s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei

Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.

· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 4 si sancisce che n o n p o s s o n o e s s e r e i n s e d i a t e i n q u e s t ’ a r e aa t t i v i t à c h e c o m p o r t i n o l ’ a u t o r i z z a z i o n e a l r i l a s c i o d i f u m i i n a t m o s f e r a , n é c h ecomportino emissioni sonore superiori a quelle consentite per le aree di tipo misto c o m e d e f i n i t e d a l l ’ a r t . 3 d e l l a L . R . n . 3 / 2 0 0 2 ( L e q A 6 0 d B i n p e r i o d o d i u r n o e 5 0 d Bin periodo notturno).

· Nei sub-articoli 23 . x “ Aree della trasformazione extraurbana ” l e N T A p r e v e d o n oche per i nuovi insediamenti, che prevedano modifiche strutturali del suolo e per le

attività produttive esistenti che ricadono nei contesti in oggetto le trasformazioni

saranno subordinate, in ogni caso, alle norme dei Piani sovraordinati al P.U.G. A tal

fine si rende obbligatorio u n a t t o u n i l a t e r a l e d ’ o b b l i g o c h e d i s c i p l i n i e d i m p e g n i i lrichiedente nella realizzazione in tutto o in parte delle infrastrutture e dei servizi di c u i s o p r a o v v e r o d i t a l u n e o p e r e n e c e s s a r i e a l l a t u t e l a e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ a r e a .Con lo stesso atto dovranno essere comunque assicurati dai privati gli impegni a d o t a r s i d e i s e r v i z i i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l eacque, alla difesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di

esondazione o di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e

ai sistemi di mobilità.

· N e l T i t o l o I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di

degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione

dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni

specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:

- gli elementi di interesse vegetazionale;

- gli elementi di interesse storico,

nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali

indotti da:

- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;

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Comune d i Arnes ano (LE)

- inquinamento da scarichi liquidi;

- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;

- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.

Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli

elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti

integranti e sostanziali del PUG approvato.

· L ’ a r t i c o l o 3 3 “ Protezione del territorio da emissioni aeriformi e da rumore ” s a n c i s c eche in tutto il territorio le attività di qualunque tipo che presentino emissioni

aeriformi in atmosfera comunque derivanti da processo produttivo, devono

attenersi rigorosamente alle disposizioni emanate ai sensi del D.P.R. n. 203/88 e

s.m.i.

Tali attività, comunque, devono essere dotate di opportuni impianti di abbattimento

che facciano rientrare le emissioni stesse nei più ristretti limiti che la tecnica

consente.

Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ARPA la fonte dei dati):

INDICATORE TIPO

INDICATORE

U N I T A ’ D IMISURA

FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI

AZIONI MONITORATE

Emissioni dei principali Gas Serra (CO2, N2O e CH4)

Pressione × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10

Emissioni di principali sostanze inquinanti precursori di Ozono (O3)

Pressione × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10

Emissioni in atmosfera delle Polveri Totali Sospese (PTS)

Pressione × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10

Concentrazione di Benzene

Stato × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10

Concentrazione di PM10

Stato × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10

Numero stazioni di monitoraggio

Stato Adimensionale Annuale O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10

Incremento stazioni di monitoraggio

Risposta Percentuale Annuale O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10

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4.3.2 ACQUA

Punti di forza:

Discreta presenza di infrastrutture per la c a p t a z i o n e d e l l ’ a c q u a d ifalda e l a q u a l i t à d e l l ’ a c q u a di falda

Punti di debolezza:

Presenza sul territorio di ampie superfici agricole

Opportunità: Utilizzo delle acque piovane da utilizzare per l ’ i r r i g a z i o n e

Minacce: L ’ u t i l i z z o d i s o s t a n z e chimiche in un territorio a forte vocazione agricola può essere causa d e l l ’ i n q u i n a m e n t o d e l l a f a l d a

Criticità:

Tutto il territorio comunale è potenzialmente esposta a rischio di inquinamento della falda

a causa della vocazione agricola presente nel Comune di Arnesano.

Strategie di mitigazione:

Riduzione e controllo d e l l ’ u t i l i z z o d i f i t o f a r m a c i e d i n g e n e r a l e d e l l e s o s t a n z e c h i m i c h eu t i l i z z a t e i n a g r i c o l t u r a . C o n t r o l l o e g e s t i o n e d e g l i e m u n g i m e n t i , l i m i t a n d o l ’ a p e r t u r a d inuovi pozzi per la captazione da falda profonda. Proporre il riutilizzo delle acque piovane

per l ’ i r r i g a z i o n e e d i m p o r r e g e n e r a l e r a z i o n a l i z z a z i o n e d e l l e r i s o r s e i d r i c h e . In particolare le Norme Tecniche Attuative prevedono:

· Gli articoli 21 e 22 e relativi sub- a r t i c o l i , “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v o e / o r e s i d e n z i a l e ” , p r e v e d o n o , t r a l ’ a l t r o , c h e g li interventi ammissibili

dovranno essere improntati in ogni caso al rispetto delle sistemazioni agrarie

tradizionali, dei manufatti in pietra a secco, della rete scolante, della tessitura

agraria e degli elementi divisori, nonché ai caratteri tipologici per dimensioni, m a t e r i a l i e t e c n i c h e e s e c u t i v e , f a v o r e n d o l ’ u s o d i t e c n i c h e e m e t o d i d e l l ab i o a r c h i t e t t u r a ( u s o d i m a t e r i a l i e t e c n i c h e l o c a l i , p o t e n z i a m e n t o d e l l ’ e f f i c i e n z aenergetica, recupero delle tecniche tradizionali di raccolta de l l ’ a c q u a p i o v a n a ) i ncoerenza soprattutto con le Linee guida per il restauro e il recupero dei manufatti

in pietra a secco, per il regolamento edilizio tipo regionale e per recupero, la m a n u t e n z i o n e e i l r i u s o d e l l ’ e d i l i z i a e d e i b e n i r u r a l i , e d i n s i n t o n i a con le norme ed

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i modelli contenute dai piani e programmi di settore ivi compreso il PPTR in itinere. N e l l e “ Norme comuni a tutte le aree produttive sottoposte alla normativa delle aree

artigianali del P. di F. vigente e comprese nel P.U.G. ” ( A r t . 2 2 . 5 ) si sancisce che i P U E d o v r a n n o s e g u i r e l ’ i t e r d i p r e s e n t a z i o n e e d a p p r o v a z i o n e i n d i c a t o n e l l e n o r m ec o n s p e c i f i c h e i n d i c a z i o n i p e r q u a n t o a t t i e n e a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o , s i s t e m idi smaltimento dei rifiuti e di depurazione delle acque, compatibili con le

caratteristiche del territorio e della sostenibilità ambientale.

· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e d i a t t i v i t à c l a s s i f i c a t e i n s a l u b r i , è ammesso

unicamente, dietro presentazione di uno studio di impatto ambientale, anche in

relazione alla situazione urbanistica ed alla densità abitativa del contesto, e previa v a l u t a z i o n e f a v o r e v o l e d e i S e r v i z i d i P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P . M . P .provinciale, purché i soggetti richiedenti l ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r eu n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n e C o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n oa l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i e d i s p o n i b i l i e a l p i e n o r i s p e t t o d e l l e p r e s c r i z i o n iimpartite e dei limiti assegnati.

IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici c o m p e t e n t i p e r l a s p e c i f i c i t à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a s i i n c u i n o n s i a n o s u f f i c i e n t i l ecautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir

meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento

a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed

urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l asospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle

presenti Norme.

Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad

attività es i s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,di tut e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei

Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.

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· N e l l ’ a r t i c o l o 2 3 . 1 - “ Aree degli uliveti e dei vigneti ( z o n a E ) ” v engono regolamentati

i nuovi insediamenti che prevedano modifiche strutturali del suolo e per le attività

produttive esistenti che ricadono nei contesti in oggetto le trasformazioni saranno

subordinate, in ogni caso, alle norme dei Piani sovraordinati al P.U.G. A tal fine si r e n d e o b b l i g a t o r i o u n a t t o u n i l a t e r a l e d ’ o b b l i g o c h e d i s c i p l i n i e d i m p e g n i i lrichiedente nella realizzazione in tutto o in parte delle infrastrutture e dei servizi di

cui sopra ovvero di talune opere necessarie alla t u t e l a e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ area.

Con lo stesso atto dovranno essere comunque assicurati dai privati gli impegni a d o t a r s i d e i s e r v i z i i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l eacque, alla difesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di

esondazione o di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e

ai sistemi di mobilità.

· Articolo 23.16 - “ Infrastrutture tecniche e di difesa del suolo ” , o v v e r o , i n tutte le

zone agricole è ammessa, previo ottenimento di atto autorizzativo se dovuto, la

costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo elencate di seguito:

- strade poderali ed interpoderali;

- escavazione di canali e di sistemi di deflusso delle acque;

- forestazione e piantumazione di alberi di alto fusto, di siepi, di vegetazione

spontanea a carattere non colturale. L a r e a l i z z a z i o n e , l ’ a m p l i a m e n t o e d i l r i f a c i m e n t o d i i n f r a s t r u t t u r e d i s t r a d e p o d e r a l io di canali deve avvenire riprendendo gli analoghi elementi lineari della morfologia

del territorio e comunque deve essere complessivamente coerente con l ’ o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e .

Le nuove strade poderali ed interpoderali dovranno essere costituite escludendo il

ricorso a pavimentazioni impermeabili, privilegiando il ricorso alle cosiddette “ s t r a d e b i a n c h e ” .

· N e l l e “Aree della trasformazione per servizi di interesse generale

”(Art. 28.2), in

considerazione che alcune aree sono poste nel comparto delle attività produttive

interessato da vincolo parziale del PAI, esse vengono destinate completamente a

verde nella parte perimetrale, pur essendo destinataria di indice trasferibile nella

restante parte del comparto non soggetto a vincoli di natura sovraordinata. I l “Parco Urbano Territoriale – Aree della ricongiunzione urbana e del Welfare,

100

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della Naturalità e Nanotecnologica” c o s t i t u i s c e l a n a t u r a l e c e r n i e r a e l ’ o b i e t t i v o

fondamentale del PUG per il disegno della città finita attraverso la ricongiunzione

del centro urbano propriamente detto e la frazione di Riesci.

La nuova costruzione di strutture è consentita esclusivamente nel rispetto delle

seguenti prescrizioni vincolanti:

- la superficie del lotto di riferimento deve essere non inferiore a mq 500 e di

essi almeno il 70% deve mantenere caratteristiche di permeabilità naturale;

- le modalità costruttive, i colori, i materiali e la tipologia devono essere quelli d e l l ’ a r c h i t e t t u ra tradizionale salentina;

- lo smaltimento delle acque reflue deve essere realizzato con metodi di

fitodepurazione del tipo a vassoio a flusso sub-superficiale, nel rispetto delle

prescrizioni di cui al D.Lgs 258/2000;

- le acque meteoriche provenienti dalle superfici impermeabili devono essere

raccolte in apposite cisterne da utilizzare per lavaggi ed innaffiature;

- almeno il 10% della superficie del lotto di riferimento deve essere piantumata

con essenze arboree autoctone;

- le recinzioni devono essere solo del tipo muro a secco o reti metalliche

sostenute da paletti in ferro o in legno senza alcun cordolo di fondazione.

Lungo le recinzioni che racchiudono e sul perimetro stradale occorre

provvedere alla piantumazione di siepi verdi arbustive e/o al completamento di

filari alberati eventualmente esistenti.

- Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a baco delle tipologie del PPTR in itinere. I n “ A r e e a s t a n d a r d d i s u p p o r t o a i c o m p a r t i d e s t i n a t i a g l i i n s e d i a m e n t i U n i v e r s i t a r i ”e d i n z o n e d i “

Utilizzi Strategici – aree Eventi e Protezione Civile” non è consentita

la modificazione delle alberature presenti, né l ’ i m p e r m e a b i l i z z a z i o n e d e l l a

superficie oltre il 20 % di quella territoriale.

· N e l T i t o l o I I I “Tutela e valorizzazione ambientale del territorio

” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di

degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione

dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni

specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:

- gli elementi di interesse vegetazionale;

101

Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le

Comune d i Arnes ano (LE)

- gli elementi di interesse storico,

nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali

indotti da:

- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;

- inquinamento da scarichi liquidi;

- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;

- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.

Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli

elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti

integranti e sostanziali del PUG approvato.

· L ’ a r t i c o l o

3 4 “

Protezione del t e r r i t o r i o d a s c a r i c h i l i q u i d i ” p r e v e d e c h e i n t u t t o i l

territorio la disciplina degli scarichi liquidi è regolata:

a) dal D.Lgs 152/99 e successive modifiche ed integrazioni, nonché dai relativi

allegati;

b) dalla legislazione regionale in materia;

c) dagli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, di livello comunale o

sovracomunale, dai vigenti Regolamenti Comunali d'Igiene e Regolamento Edilizio

Comunale allegato al PUG;

Ai fini della protezione del territorio dagli scarichi di acque di rifiuto, tutti i titolari di

scarichi di qualsiasi tipo, provenienti da insediamenti e/o complessi produttivi che

hanno recapito in acque superficiali, in fognatura pubblica, sul suolo e negli strati

superficiali del suolo, sono tenuti alla richiesta preventiva di autorizzazione allo

scarico ai sensi del D.Lgs 152/99 e successive modificazioni ed integrazioni.

Qualsiasi domanda di concessione edilizia riguardante insediamenti produttivi

dovrà essere corredata dalla autorizzazione allo scarico ottenuta dal richiedente in

conformità alle disposizioni delle vigenti norme.

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Comune d i Arnes ano (LE)

Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ARPA e AQP le fonti dei dati):

INDICATORETIPO

INDICATORE

U N I T A ’ D IMISURA

FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI

AZIONI MONITORATE

Indice Biotico Esteso - I.B.E.

Stato/Risposta Numero Unità Sistematiche

Annuale O1 – O4 A1 – A5 –

A8 – A9 – A10

Inquinamento da Nitrati di origine agricola

Pressione/Stato mg/l Semestrale O1 – O4 A1 – A5 –

A8 – A9 – A10

Salinità acque di falda

Stato g/l Annuale O1 – O4 A1 – A5 –

A8 – A9 – A10 U t i l i z z o d ’ a c q u aper uso idro-potabile

Stato l/pro capite Annuale O1 – O4 A1 – A5 –

A8 – A9 – A10

Numero Pozzi esistenti per destinazione d ’ u s o

Stato Adimensionale Annuale O1 – O4 A1 – A5 –

A8 – A9 – A10

Sistemi di depurazione delle acque reflue urbane (Depuratori)

Stato/Risposta Adimensionale Annuale O1 – O4 A1 – A5 –

A8 – A9 – A10

Scarichi esistenti autorizzati

Stato Adimensionale Annuale O1 – O4 A1 – A5 –

A8 – A9 – A10

Variazione sul riuso delle Acque

Risposta Percentuale Annuale O1 – O4 A1 – A5 –

A8 – A9 – A10

103

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Comune d i Arnes ano (LE)

4.3.3 SUOLO

Punti di forza:

Bassa percentuale di impermeabilizzazione del suolo; bassa pressione demografica comunale; basso rapporto di copertura di edificazione

Punti di debolezza:

Esigua presenza di aree naturali; presenza di superfici impermeabilizzate

Opportunità: Presenza nella vecchia area di cava di vegetazione naturale; vaste aree con olivi secolari

Minacce: Perdita di suolo per la realizzazione di nuove infrastrutture; uso di pesticidi e fertilizzanti nelle pratiche agricole; frequenti lavorazioni e costipamento del terreno agricolo

Criticità:

La principale criticità che potrebbe manifestarsi sul territorio è legata alla perdita di suolo

in relazione alla pianificazione di nuove infrastrutture civili ed industriali con conseguente

impermeabilizzazione. Inoltre la vocazione agricola del Comune potrebbe provocare l ’ i n q u i n a m e n t o d e l t e r r e n o c a u s a t o d a l l ’ u t ilizzo di sostanze chimiche impiegate in

agricoltura.

Strategie di mitigazione:

La riduzione della perdita di suolo per la realizzazione delle infrastrutture (riqualificazione

delle aree già edificate e attualmente in disuso) e un maggiore controllo delle attività

agricole, promuovendo quelle a minore impatto (es.:colture biologiche), possono favorire il

mantenimento della qualità del suolo e la possibilità di lasciare superfici ad una potenziale

rinaturalizzazione.

Per tale comparto le Norme Tecniche Attuative prevedono:

· L ’Area PIRP e Ippodromo – Attività residenziale e/o Attività agricole e/o

complementari , n o r m a t a d a l l ’ a r t i c o l o 2 0 . 1 . 6 , comprende parti dl territorio agricolo,

in cui ricade una Ex zona C3 del PDF non attuata , che hanno subito intrusioni

disordinate ed irregolari di processi urbanizzativi con conseguenti situazioni di

degrado ambientale e produttivo. L ’ a r e a è c a r a t t e r i z z a t a d a u n a d i s p e r s i o n e i n s e d i a t i v a “ c a m p a g n a a b i t a t a ” , c o nd e s t i n a z i o n i d ’ u s o d i v e r s i f i c a t e f a c i l m e n t e a c c e s s i b i l idalle infrastrutture stradali

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Comune d i Arnes ano (LE) p r e s e n t i , . I n t a l i a r e e l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a h a s u b i t o i l p r o c e s s o d i p r o g r e s s i v ae s p u l s i o n e c o n c o n s e g u e n t e m o d i f i c a d e l l ’ a s s e t t o c o n s o l i d a t o , a m b i e n t a l e epaesaggistico . Tali situazioni hanno generato aspetti di deficit di servizi con effetti

negativi sulle relazioni socio-abitative e conseguenti costi economici per la “ d i p e n d e n z a ” d a l c e n t r o u r b a n o c o n s o l i d a t o . P e r l ’ a r e a i n a r g o m e n t o g l i i n t e r v e n t i d o v r a n n o e s s e r e o r i e n t a t i a d e f i n i r e p e r t a n t o

forme di utilizzazione future funzionali alla integrazione fisica con la qualità dello s p a z i o a g r a r i o p r e s e n t e n e l l ’ i n t o r n o , e r e l a z i o n a t o a l l e s i s t e m a z i o n i i n s e d i a t i v e g i àpresenti a confine dei comuni contermini.

Lo strumento esecutivo dovrà:

- dare soluzione soprattutto alla dotazione di servizi al fine di mitigare gli

aspetti di dipendenza dal centro urbano consolidato.

- mantenere lo stato di fatto degli assetti e delle sistemazioni agrarie d e l l ’ i n t o r n o-

i n c e n t i v a r e e v e n t u a l i t r a s f o r m a z i o n i v e r s o d e s t i n a z i o n i d ’ u s o f u n z i o n a l ie

complementari alle trasformazioni in atto nei territori dei comuni contermini,

con priorità verso le tipologie che sostengono lo sviluppo del turismo rurale ed

il prevalente uso di prodotti e menu a km 0.

· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “Aree della trasformazione periurbana –

p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n edi attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di

uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed

alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . eP.M.P. provinciale, purché i soggetti richiedenti l ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eC o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i e

disponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.

IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici c o m p e t e n t i p e r l a s p e c i f i c i t à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a s i i n c u i n o n s i a n o s u f f i c i e n t i l ecautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir

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Comune d i Arnes ano (LE)

meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento

a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed

urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l a

sospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle

presenti Norme.

Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad

attività esi s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o

llo e coordinata

programmazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei

Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.

· N e l l ’ a r t i c o l o 2 3 . 1- “ Aree degli uliveti e dei vigneti ( z o n a E ) ” v e n g o n o r e g o l a m e n t a t i

i nuovi insediamenti che prevedano modifiche strutturali del suolo e per le attività

produttive esistenti che ricadono nei contesti in oggetto le trasformazioni saranno

subordinate, in ogni caso, alle norme dei Piani sovraordinati al P.U.G. A tal fine si

rende obb l i g a t o r i o u n a t t o u n i l a t e r a l e d ’ o b b l i g o c h e d i s c i p l i n i e d i m p e g n i i lrichiedente nella realizzazione in tutto o in parte delle infrastrutture e dei servizi di

cui sopra ovvero di talune opere necessarie alla t u t e l a e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ area.

Con lo stesso atto dovranno essere comunque assicurati dai privati gli impegni a d o t a r s i d e i s e r v i z i i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l eacque, alla difesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di

esondazione o di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e

ai sistemi di mobilità.

· Articolo 23.16 - “ Infrastrutture tecniche e di difesa del suolo ” , o v v e r o , i n tutte le

zone agricole è ammessa, previo ottenimento di atto autorizzativo se dovuto, la

costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo elencate di seguito:

- strade poderali ed interpoderali;

- escavazione di canali e di sistemi di deflusso delle acque;

- forestazione e piantumazione di alberi di alto fusto, di siepi, di vegetazione

spontanea a carattere non colturale. L a r e a l i z z a z i o n e , l ’ a m p l i a m e n t o e d i l r i f a c i m e n t o d i i n f r a s t r u t t u r e d i s t r a d e p o d e r a l io di canali deve avvenire riprendendo gli analoghi elementi lineari della morfologia

del territorio e comunque deve essere complessivamente coerente con

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Comune d i Arnes ano (LE) l ’ o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e . Le nuove strade poderali ed interpoderali dovranno essere costituite escludendo il

ricorso a pavimentazioni impermeabili, privilegiando il ricorso alle cosiddette “ s t r a d e b i a n c h e ” . · N e l l e “ Aree della trasformazione per servizi di interesse generale ” ( Art. 28.2), in

considerazione che alcune aree sono poste nel comparto delle attività produttive

interessato da vincolo parziale del PAI, esse vengono destinate completamente a

verde nella parte perimetrale, pur essendo destinataria di indice trasferibile nella

restante parte del comparto non soggetto a vincoli di natura sovraordinata. I l “ Parco Urbano Territoriale – Aree della ricongiunzione urbana e del Welfare,

della Naturalità e Nanotecnologica ” cost i t u i s c e l a n a t u r a l e c e r n i e r a e l ’ o b i e t t i v ofondamentale del PUG per il disegno della città finita attraverso la ricongiunzione

del centro urbano propriamente detto e la frazione di Riesci.

La nuova costruzione di strutture è consentita esclusivamente nel rispetto delle

seguenti prescrizioni vincolanti:

- la superficie del lotto di riferimento deve essere non inferiore a mq 500 e di

essi almeno il 70% deve mantenere caratteristiche di permeabilità naturale;

- le modalità costruttive, i colori, i materiali e la tipologia devono essere quelli d e l l ’ a r c h i t e t t u ra tradizionale salentina;

- lo smaltimento delle acque reflue deve essere realizzato con metodi di

fitodepurazione del tipo a vassoio a flusso sub-superficiale, nel rispetto delle

prescrizioni di cui al D.Lgs 258/2000;

- le acque meteoriche provenienti dalle superfici impermeabili devono essere

raccolte in apposite cisterne da utilizzare per lavaggi ed innaffiature;

- almeno il 10% della superficie del lotto di riferimento deve essere piantumata

con essenze arboree autoctone;

- le recinzioni devono essere solo del tipo muro a secco o reti metalliche

sostenute da paletti in ferro o in legno senza alcun cordolo di fondazione.

Lungo le recinzioni che racchiudono e sul perimetro stradale occorre

provvedere alla piantumazione di siepi verdi arbustive e/o al completamento di

filari alberati eventualmente esistenti.

- Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a b a c o d e l l e t i p o l o g i e d e l P P T R i n i t i n e r e .

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Comune d i Arnes ano (LE) I n “ A r e e a s t a n d a r d d i s u p p o r t o a i c o m p a r t i d e s t i n a t i a g l i i n s e d i a m e n t i U n i v e r s i t a r i ”e d i n z o n e d i “ Utilizzi Strategici – aree Eventi e Protezione Civile ” non è consentita

la modificazione delle alberature presenti, né l ’ i m p e r m e a b i l i z z a z i o n e d e l l asuperficie oltre il 20 % di quella territoriale.

· N e l T i t o l o I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di

degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione

dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni

specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:

- gli elementi di interesse vegetazionale;

- gli elementi di interesse storico,

nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali

indotti da:

- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;

- inquinamento da scarichi liquidi;

- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;

- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.

Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli

elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti

integranti e sostanziali del PUG approvato.

Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ARPA, ISTAT e AGEA le fonti dei dati):

INDICATORE TIPO

INDICATORE

U N I T A ’ D IMISURA

FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI

AZIONI MONITORATE

Uso del suolo/superficie totale

Stato/

Risposta Percentuale Annuale O1 – O3 – O4

A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10

Superficie agricola utilizzata (SAU)

Pressione/

Stato Ettaro Annuale O1 – O3 – O4

A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10

Aziende agricole che aderiscono a misure ecocompatibili e che praticano agricoltura biologica

Stato/

Risposta Adimensionale Annuale O1 – O3 – O4

A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10

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Siti di estrazione di minerali di seconda categoria (cave)

Pressione/

Stato Adimensionale Annuale O1 – O3 – O4

A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10

Aree a rischio idrogeologico

Stato Ettaro Annuale O1 – O3 – O4 A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10

Utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari

Pressione/

Stato Percentuale Annuale O1 – O3 – O4

A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10

Utilizzo fanghi di depurazione in aree agricole

Pressione/

Stato Percentuale Annuale O1 – O3 – O4

A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10

Siti contaminati e a rischio di contaminazione

Stato Ettaro Annuale O1 – O3 – O4 A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10

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4.3.4 NATURA E BIODIVERSITÀ

Punti di forza:

Esigua pressione antropica sul territorio; buono stato di salute dei terreni agricoli; presenza di una rete di muri e architetture a secco

Punti di debolezza:

Basso valore ecologico delle aree naturali; Basso numero, frammentazione e dimensione media delle aree naturali; connettività ecologica carente

Opportunità: V a l o r i z z a z i o n e d e l l ’ a r e a d icava rinaturalizzata e delle aree con olivi secolari con le murature a secco

Minacce: Messa a coltura di aree in fase di rinaturalizzazione; perdita delle murature a secco come presidio della vegetazione arbustiva spontanea e della connettività ecologica; ostacolo ai corridoi ecologici c o n l ’ a m p l i a m e n t o d e l l aviabilità

Criticità:

Le criticità individuate nella presente componente ambientale riguardano un eventuale

aumento delle aree agricole a scapito di aree abbandonate in fase di rinaturalizzazione. In

particolare le poche patch di naturalità presenti sul territorio, già molto frammentate e di p i c c o l e d i m e n s i o n i , r i s c h i a n o d i r e s t a r e i s o l a t e a c a u s a d e l l ’ u l t e r i o r e r a r e f a z i o n e d e g l ispazi scarsamente antropizzati.

Strategie di mitigazione: A l f i n e d i m i t i g a r e e / o r i d u r r e g l i i m p a t t i è a u s p i c a b i l e l ’ espansione delle aree di naturalità

esistenti e la creazione di nuove aree verdi, magari utilizzando le specie vegetali

autoctone che mostrano caratteristi c h e i n t r i n s e c h e d i r e s i s t e n z a a l l a c a r e n z a d ’ a c q u a equindi maggiormente compatibili con le scarse risorse idriche del territorio. A l t r a a z i o n e d i m i t i g a z i o n e p o t r e b b e e s s e r e l ’ i n c e n t i v a z i o n e alla manutenzione e alla

realizzazione di muretti e architetture in pietra a secco. Tali azioni porterebbero

sicuramente al ripristino e al miglioramento della vegetazione arbustiva tipica dei muretti a

secco e delle pagliare, contribuendo contemporaneamente al restauro della connettività

ecologica.

In particolare le Norme Tecniche Attuative prevedono:

· L ’ A r e a P I R P e Ippodromo – Attività residenziale e/o Attività agricole e/o

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complementari , n o r m a t a d a l l ’ a r t i c o l o 2 0 . 1 . 6 , comprende parti dl territorio agricolo,

in cui ricade una Ex zona C3 del PDF non attuata , che hanno subito intrusioni

disordinate ed irregolari di processi urbanizzativi con conseguenti situazioni di

degrado ambientale e produttivo. L ’ a r e a è c a r a t t e r i z z a t a d a u n a d i s p e r s i o n e i n s e d i a t i v a “ c a m p a g n a a b i t a t a ” , c o nd e s t i n a z i o n i d ’ u s o d i v e r s i f i c a t e f a c i l m ente accessibili dalle infrastrutture stradali p r e s e n t i , . I n t a l i a r e e l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a h a s u b i t o i l p r o c e s s o d i p r o g r e s s i v ae s p u l s i o n e c o n c o n s e g u e n t e m o d i f i c a d e l l ’ a s s e t t o c o n s o l i d a t o , a m b i e n t a l e epaesaggistico . Tali situazioni hanno generato aspetti di deficit di servizi con effetti

negativi sulle relazioni socio-abitative e conseguenti costi economici per la “ d i p e n d e n z a ” d a l c e n t r o u r b a n o c o n s o l i d a t o . P e r l ’ a r e a i n a r g o m e n t o g l i i n t e r v e n t i d o v r a n n o e s s e r e o r i e n t a t i a d e f i n i r e p e r t a n t oforme di utilizzazione future funzionali alla integrazione fisica con la qualità dello s p a z i o a g r a r i o p r e s e n t e n e l l ’ i n t o r n o , e r e l a z i o n a t o a l l e s i s t e m a z i o n i i n s e d i a t i v e g i àpresenti a confine dei comuni contermini.

Lo strumento esecutivo dovrà:

- dare soluzione soprattutto alla dotazione di servizi al fine di mitigare gli

aspetti di dipendenza dal centro urbano consolidato.

- mantenere lo stato di fatto degli assetti e delle sistemazioni agrarie d e l l ’ i n t o r n o- incentivare eventuali trasformazioni verso destinazioni d ’ u s o f u n z i o n a l i e

complementari alle trasformazioni in atto nei territori dei comuni contermini,

con priorità verso le tipologie che sostengono lo sviluppo del turismo rurale ed

il prevalente uso di prodotti e menu a km 0.

· “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v o / r e s i d e n z i a l e ” ( A r t i c o l o 2 1 ) s o n oaree del PUG per il ridisegno e riordino funzionale e qualitativo del territorio degli

ambiti periurbani e marginali del rapporto città-campagna.

Gli interventi consentiti e gli indirizzi delle NTA prevedono:

- A r e e d e i c o m p a r t i c o n d e s t i n a z i o n i d ’ u s o a s u p p o r t o e / oc o m p l e m e n t a r e / i n t e g r a t i v a a l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a n e i s e t t o r i d e l l a r i c e t t i v i t à e d e ltempo libero, in considerazione delle economie che si vogliono incentivare e

della necessità di favorire la permanenza in primo luogo delle attività agricole

compatibili ove esistenti , per contrastare la diminuzione degli operatori

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Comune d i Arnes ano (LE) a g r i c o l i e d a i f i n i d e l l ’ i n t e g r a z i o n e d e l r e d d i t o d e i n u c l e i f a m i l i a r i i v i p r e s e n t i . - Incentivazione, recupero e riuso di manufatti non più utilizzabili per usi agricoli

consentendo piccoli incrementi volumetrici sugli edifici esistenti, contenuti

entro il 20% e da consentirsi una sola volta, per la riqualificazione funzionale

(per il mantenimento del presidio umano nelle sue diverse forme e funzioni ai

fini della tutela attiva della campagna abitata), adeguamenti funzionali,

impiantistici-tecnologici-ecocompatibili in rapporto alle funzioni e tipologie

consentibili.

- M o d i f i c a d e l l a d e s t i n a z i o n e d ’ u s o c o m p a t i b i l e c o n l a s t r u t t u r a e l a tipologia

degli edifici esistenti e con il contesto ambientale, per quelle parti di territorio

suscettibili di riorganizzazione insediativa e riqualificazione, se non restituibili

ad una dimensione ed uso rurale, attraverso la riconversione in nuclei con c a r a t t e r i s t i c h e m o r f o l o g i c h e e m a t e r i a l i c o n s o n i a i l u o g h i d e l l ’ i n t o r n o eprevalentemente nei settori delle attività di - trasformazione dei prodotti

agricoli , anche consentita nelle forme part-time e/o di autoconsumo e tempo

libero (orti urbani) in sinergia con le forme di incentivazione dello sviluppo dei

mercati del contadino a km 0, quando queste possono costituire un i m p o r t a n t e e l e m e n t o n o n s o l o d i d i v e r s i f i c a z i o n e d e l l ’ e c o n o m i a r u r a l e m aanche di mantenimento e recupero per la stessa qualità territoriale ed urbana,

specie in termini di rigenerazione ecologica degli insediamenti.

- P e r l e a r e e i n d i v i d u a t e l ’ e v e n t u a l i t à d i n u o v a e d i f i c a z i o n e d e v e e s s e r e i n o g n icaso definita in rapporto alla specificità dei luoghi e subordinata, quando non

sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e

delle infrastrutture esistenti, a interventi di ripristino ambientale/paesaggistico e a l l ’ i m p e g n o a d a d o t t a r e s p e c i f i c h e m o d a l i t à d i g e s t i o n e e d i f e s a d e l t e r r i t o r i odi pertinenza. A tal fine devono essere comunque assicurati dai privati i servizi i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l e a c q u e , a l l adifesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di esondazione o

di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e ai sistemi di

mobilità.

- Particolare cura sarà posta anche, ai fini del recupero di forme di degrado

presenti, alle attività collegate alle cure colturali delle formazioni vegetali

aventi valore paesaggistico, quali cinture verdi, filari, alberature e orditura delle

coltivazioni, sistemazione della viabilità minore, vegetazione segnaletica e di

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arredo.

Gli interventi ammissibili dovranno essere improntati in ogni caso al rispetto delle

sistemazioni agrarie tradizionali, dei manufatti in pietra a secco, della rete

scolante, della tessitura agraria e degli elementi divisori, nonché ai caratteri t i p o l o g i c i p e r d i m e n s i o n i , m a t e r i a l i e t e c n i c h e e s e c u t i v e , f a v o r e n d o l ’ u s o d itecniche e metodi della bioarchitettura (uso di materiali e tecniche locali, p o t e n z i a m e n t o d e l l ’ e f f i c i e n z a e n e r g e t i c a , r e c u p e r o d e l l e t e c n i c h e t r a d i z i o n a l i d ir a c c o l t a d e l l ’ a c q u a p i o v a n a ) i n c o e r e n z a s o p r a t t u t t o c o n l e L i n e e g u i d a p e r i lrestauro e il recupero dei manufatti in pietra a secco, per il regolamento edilizio t i p o r e g i o n a l e e p e r r e c u p e r o , l a m a n u t e n z i o n e e i l r i u s o d e l l ’ e d i l i z i a e d e i b e n irurali, ed in sintonia con le norme ed i modelli contenute dai piani e programmi di

settore ivi compreso il PPTR in itinere.

· L ’ a r t i c o l o 2 1 . 1 d e f i n i s c e l e z o n e “ Produttive/Residenziali – Orti urbani ” c o m e aree

di salvaguardia del rapporto città-campagna. In tali ambiti sono previsti interventi

per attività complementari integrative del reddito agricolo con residenza e

mantenimento della tipologia colturale, interventi destinati alla produzione e

commercializzazione di prodotti agricoli, interventi integrati destinati ad ospitare

attività legate alla ricettività ed enogastronomia integrative e di supporto alle

precedenti, con priorità per tipologie a sostegno e consumo dei prodotti a km 0.

Tutti gli interventi saranno in ogni caso tenuti a rispettare il mantenimento delle

specie e la nuova realizzazione con particolare attenzione alle specie da piantare

e alle possibilità di utilizzo del materiale vegetale anche in sintonia con quanto

contenuto nel PPTR in itinere.

· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n edi attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di

uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed

alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P .M.P. provinciale, purché i soggetti richiedenti l ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eC o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i e

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Comune d i Arnes ano (LE)

disponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.

IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici c o m p e t e n t i p e r l a s p e c i f i c i t à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a si in cui non siano sufficienti le

cautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir

meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento

a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed

urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o, il Sindaco disporrà la

sospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle

presenti Norme.

Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad

attività esistenti, che non siano conformi a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei

Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.

· Le norme comuni a tutte le aree produttive sottoposte alla normativa delle aree

artigianali del P. di F. vigente e comprese nel P.U.G. (Articolo 22.5) prevedono che i

PUE delle aree comprese nel presente articolo devono osservare, oltre alle norme

di attuazione riferite al P. di F. vigente, dovranno essere mantenute le proporzioni

del 50% della piantumazione esistente o seguire le prescrizioni del PUG in materia

di rispetto ambientale.

· C o n l ’ a rticolo 23.1 “ Aree degli uliveti e dei vigneti ” si normano le aree di

trasformazione extraurbana.

- Aree degli uliveti: paesaggi rurali storici con segni di conduzione agricola

consolidata con presenza di esemplari secolari da tutelare e che rivestono

carattere di monumentalità come definiti ai sensi della L.R. 4 giugno 2007, n. 14 “ T u t e l a e v a l o r i z z a z i o n e d e l p a e s a g g i o d e g l i u l i v i m o n u m e n t a l i d e l l a P u g l i a ” . Gli stessi sono stati individuati e normati nella documentazione specifica del PUG

di adeguamento al PUTT/B regionale.

- Aree dei vigneti: paesaggi rurali storici con segni di conduzione agricola

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consolidata.

Aree agricole con segni di conduzione consolidati, caratterizzati anche dalla

presenza di manufatti con tipologie identitarie diffuse sul territorio in generale.

La suddivisone di tale area in comparti con prevalenti tipologie colturali ha

unicamente una funzione di semplificazione della lettura del territorio.

In tali aree le attività agricole, uliveti e vigneti, oltre al ruolo più immediato di

carattere economico, svolgono un ruolo significativo di connotazione e

conservazione del paesaggio rurale nei suoi molteplici aspetti, assolvendo anche a

funzioni di carattere sociale, culturale e del tempo libero. A i s e n s i d e l l a l e g i s l a z i o n e u r b a n i s t i c a v i g e n t e , l e z o n e o m o g e n e e “ E ” s o n o p a r t idel territorio comunale destinate prevalentemente ad usi agricoli, ovvero da

recuperare a tali attività produttive o destinate ad usi direttamente connessi con la

produzione agricola o con essi compatibili tra cui il mercatino dei prodotti a km.0

e/o le attività del tempo libero.

Nelle aree in questione, ad eccezione delle aree con presenza di esemplari di ulivi

secolari individuate nelle tav. di adeguamento al PUTT/P ed in ogni caso di quelle

in cui non sussistano condizioni di difformità rispetto a quanto contenuto nella l. r.

14/2011 , sono consentiti interventi integrati destinati ad ospitare attività legate alla r i c e t t i v i t à e d e n o g a s t r o n o m i a , c o m p a t i b i l i e d i s u p p o r t o a l l e d e s t i n a z i o n i d ’ u s oagricole con priorità per tipologie a sostegno, consumo e commercializzazione

dei prodotti a km 0, comprensivi degli standard obbligatori per la fruizione

pubblica: parcheggi carrabili e ciclabili e servizi ai portatori di handicap.

· C o n l e “Aree Agricole Special

i ” ( A r t . 2 3 . 2 ) s i n o r m a n o l e aree agricole con segni di

conduzione agricola consolidata, caratterizzate dalla presenza di coltivazioni

arboree, prevalentemente uliveti, di cui si riconosce il valore ambientale e

paesaggistico in relazione a specifici caratteri temporali e identitari dei luoghi.

Area con presenza di esemplari secolari da tutelare e che rivestono carattere di

monumentalità come definiti ai sensi della L.R. 4 g i u g n o 2 0 0 7 , n . 1 4 “ T u t e l a e

valorizzazione del paesaggio degli u l i v i m o n u m e n t a l i d e l l a P u g l i a ” .

Gli stessi sono

stati individuati e normati nella documentazione specifica derl PUG di

adeguamento al PUTT/B regionale.

· Le A r e e c a r a t t e r i z z a t e d a u n ’ a t t i v i t à a g r i c o l a r e s i d u a l e , f r a m m e n t a t e e i n t e r e s s a t e

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da relitti diffusi di antica attività estrattiva e sottoposte a pressioni antropiche per

altri usi e funzioni o trasformazioni, con significativa presenza di residenze non

rurali e/o di attività del tempo libero e/o di insediamenti produttivi diversi dal settore

primario, ed in generale di contesti non più utilizzati per le colture agricole o non

suscettibili di lavorazioni agricole (Articolo 23.3). L ’ a l l o n t a n a m e n t o d e l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a p r o d u t t i v a h a d e t e r m i n a t o s i t u a z i o n i d id e g r a d o t e r r i t o r i a l e , s o p r a t t u t t o i n r e l a z i o n e a l l ’ a s s e t t o e d a l l a m a n u t e n z i o n e d e l l esistemazioni agrarie tradizionali, alla rarefazione della vegetazione non colturale e

in generale della dotazione naturalistica di valenza ambientale e paesaggistica.

In questi ambiti sono presenti i aree di valore paesaggistico-ambientale e

manufatti, edifici e complessi edilizi di interesse ambientale e/o storico-

architettonico, culturale e testimoniale, che assolvono in alcuni casi a funzioni

residenziali, ti tipo ricettivo e/o ricreative. L ’ a r e a c o m p r e n d e :

1) contesti rurali modificati da antiche attività estrattive, prevalentemente non

uti l i z z a t e / u t i l i z z a b i l i p e r l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a i n c o n s e g u e n z a a i c a r a t t e r i

fisico/ambientali propri e/o specifiche disposizioni regolamentari che ne

tutelano le funzioni intrinseche. Sono aree che non risultano interessate da t e m p o d a l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a e a d a t t a t e s i a l l ’ e v o l u z i o n e d i p r o c e s s i d irinaturalizzazione.

2) gruppi di edifici e complessi edilizi di interesse storico-architettonico, culturale

e testimoniale in contrada Materdomini. L ’ a r e a c o m p r e n d e g r u p p i d i e d i f i c i e

complessi edilizi di interesse storico-architettonico, culturale e testimoniale in

contrada Materdomini classificati nel Sistema della Stratificazione Storico-

insediativa ed un nucleo di rigenerazione naturalistico-ambientale classificata n e g l i A m b i t i T e r r i t o r i a l i E s t e s i d i t i p o “ B ” d e lPUTT/P.

Per quanto sopra si fa riferimento alla documentazione specifica del PUG di

adeguamento al PUTT/P regionale per gli Abiti Estesi e Distinti.

Con riferimento ai contenuti delle norme e documenti predetti gli interventi n e l l ’ a r e a d o v r a n n o t e n d e r ealla:

- salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e

idrogeologici e degli equilibri ecologici;

- salvaguardia ambientale e di coltivazione arborea a fini produttivi

individuandone fattori di diversificazione finalizzati a incrementare le economie

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delle zone rurali;

- conservazione ed incentivazione della ricostituzione del paesaggio rurale e

del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali,

dei relativi habitat e delle associazioni vegetali e forestali ;

- incentivare le attività di tutela e gestione delle aree boscate e a macchia;

· Articolo 23.13 “ S t r u t t u r e p e r l ’ a l l e v a m e n t o , l ’ a d d e s t r a m e n t o e l a p e n s i o n e d i c a n i ;

maneggi” .

Negli insediamenti rurali esistenti è ammessa la nuova costruzione di

edifici destinati alle attività di allevamento, addestramento e pensione di cani

(compreso i canili rifugio definiti dalla normativa vigente); tali strutture dovranno

essere amovibili. Gli interventi potranno essere realizzati dai soggetti in possesso

della qualifica di Imprenditore Agricolo e da Associazioni di protezione degli

animali legalmente riconosciute.

· Articolo 23.16 - “Infrastrutture tecniche e di difesa del suolo

” , o v v e r o , in tutte le

zone agricole è ammessa, previo ottenimento di atto autorizzativo se dovuto, la

costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo elencate di seguito:

- strade poderali ed interpoderali;

- escavazione di canali e di sistemi di deflusso delle acque;

- forestazione e piantumazione di alberi di alto fusto, di siepi, di vegetazione

spontanea a carattere non colturale. L a r e a l i z z a z i o n e , l ’ a m p l i a m e n t o e d i l r i f a c i m e n t o d i i n f r a s t r u t t u r e d i s t r a d e p o d e r a l io di canali deve avvenire riprendendo gli analoghi elementi lineari della morfologia

del territorio e comunque deve essere complessivamente coerente con l ’ o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e .

Le nuove strade poderali ed interpoderali dovranno essere costituite escludendo il

ricorso a pavimentazioni impermeabili, privilegiando il ricorso alle cosiddette “ s t r a d e b i a n c h e ” .

· In base a l l ’ a r t i c o l o 2 4

“Aree destinate alla viabilità

”, le aree destinate alla fascia di

rispetto stradale e classificate come AT.Vf.r.. nel PUG, poste in adiacenza alla

viabilità a più intensa frequenza devono avere una funzione di mitigazione

ambientale per l ’ i n q u i n a m e n t o d a t r a f f i c o ( r u m o r e e e m i s s i o n i n o c i v e ) d e l l a s t r a d a

stessa.

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In tali aree è prescritta la realizzazione di una fascia boscata della larghezza di

almeno 20 mt posta in adiacenza alla strada , continua ed interrotta unicamente

dalla viabilità prevista dal PUG. Le essenze da porre a dimora dovranno essere

autoctone e a carattere arboreo (quelle di carattere arbustivo possono avere un

ruolo complementare ma non sostitutivo delle prime), da scegliere con riferimento

alla natura del terreno di impianto, privilegiando il reimpianto di esemplari di

Quercus ilex e altre specie autoctone c h e p o s s a n o r i c o s t i t u i r e l ’ a s s o c i a z i o n e

vegetale tipica dei boschi di leccio.

La realizzazione di tale fascia boscata costituisce previsione vincolante per la

realizzazione del comparto e dovrà essere messa a dimora nella fase iniziale di

attuazione dello stesso, in maniera tale che le essenze possano essere scelte a n c h e c o m e p i c c o l i e s e m p l a r i , A i p r i v a t i a t t u a t o r i d e l c o m p a r t o s p e t t a l ’ o n e r e d e l l agestione e del mantenimento di tale fascia boscata fino al perfetto attecchimento di

tutti gli esemplari, con sostituzione di quelli che dovessero non attecchire. Tali

oneri e prescrizioni dovranno essere contenuti nella convenzione regolante i r a p p o r t i p e r l ’ a t t u a z i o n e d e l comparto e il progetto dello stesso dovrà contenere il

dettaglio della progettazione delle fasce boscate di cui al presente articolo.

Analoghe prescrizioni valgono per la fascia di rispetto stradale posta sul lato

esterno della circonvallazione.

· N e l l e “Aree della trasformazione per servizi di interesse generale

” (Art. 28.2), in

considerazione che alcune aree sono poste nel comparto delle attività produttive

interessato da vincolo parziale del PAI, esse vengono destinate completamente a

verde nella parte perimetrale, pur essendo destinataria di indice trasferibile nella

restante parte del comparto non soggetto a vincoli di natura sovraordinata. I l “Parco Urbano Territoriale – Aree della ricongiunzione urbana e del Welfare,

della Naturalità e Nanotecnologica” c o s t i t u i s c e l a n a t u r a l e c e r n i e r a e l ’ o b i e t t i v o

fondamentale del PUG per il disegno della città finita attraverso la ricongiunzione

del centro urbano propriamente detto e la frazione di Riesci.

La nuova costruzione di strutture è consentita esclusivamente nel rispetto delle

seguenti prescrizioni vincolanti:

- la superficie del lotto di riferimento deve essere non inferiore a mq 500 e di

essi almeno il 70% deve mantenere caratteristiche di permeabilità naturale;

- le modalità costruttive, i colori, i materiali e la tipologia devono essere quelli

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Comune d i Arnes ano (LE) d e l l ’ a r c h i t e t t u ra tradizionale salentina;

- lo smaltimento delle acque reflue deve essere realizzato con metodi di

fitodepurazione del tipo a vassoio a flusso sub-superficiale, nel rispetto delle

prescrizioni di cui al D.Lgs 258/2000;

- le acque meteoriche provenienti dalle superfici impermeabili devono essere

raccolte in apposite cisterne da utilizzare per lavaggi ed innaffiature;

- almeno il 10% della superficie del lotto di riferimento deve essere piantumata

con essenze arboree autoctone;

- le recinzioni devono essere solo del tipo muro a secco o reti metalliche

sostenute da paletti in ferro o in legno senza alcun cordolo di fondazione.

Lungo le recinzioni che racchiudono e sul perimetro stradale occorre

provvedere alla piantumazione di siepi verdi arbustive e/o al completamento di

filari alberati eventualmente esistenti.

- Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a b a c o d e l l e t i p o l o g i e d e l P P T R i n i t i n e r e . I n “ A r e e a s t a n d a r d d i s u p p o r t o a i c o m p a r t i d e s t i n a t i a g l i i n s e d i a m e n t i U n i v e r s i t a r i ”e d i n z o n e d i “

Utilizzi Strategici – aree Eventi e Protezione Civile” non è consentita

la modificazione delle alberature presenti, né l ’ i m p e r m e a b i l i z z a z i o n e d e l l a

superficie oltre il 20 % di quella territoriale.

· N e l T i t o l o I I I “Tutela e valorizzazione ambientale del territorio

” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di

degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione

dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni

specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:

- gli elementi di interesse vegetazionale;

- gli elementi di interesse storico,

nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali

indotti da:

- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;

- inquinamento da scarichi liquidi;

- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;

- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.

Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli

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elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti

integranti e sostanziali del PUG approvato.

· Art. 31 – “Tutela di elementi di interesse vegetazionale

1) Sono considerati elementi di interesse vegetazionale:

- i grandi alberi intendendo quelli con circonferenza del tronco, misurata a

cm.120 dal suolo, superiore a 60 cm. o quelli con più tronchi se almeno uno ha

una circonferenza, misurata come sopra, superiore a 50 cm.;

- le alberature in filari o gruppi e le siepi poste lungo strade di qualunque tipo in

quanto costituenti elemento di caratterizzazione del paesaggio e di

miglioramento ambientale indipendentemente dalla specie e dalle dimensioni

dei singoli componenti;

- gli alberi di pino posti lungo le strade e gli agrumeti situati nei giardini urbani e

annessi ad insediamenti rurali; le formazioni vegetali che costituiscono lembi di

macchi mediterranea, anche di piccola dimensione, situati nelle zone agricole e

a ridosso dei muri a secco di confine.

- G l i a l b e r i d i f i c o e l e p i a n t e d i f i c o d ’ i n d i a e s i s t e n t i n e l c e n t r o u r b a n o e q u e l l iposti a confine di strade anche rurali.

- Le aree boscate e le aree a macchia ed olivastro, incluso quelle indicate nelle

tavole del PUG di adeguamento al P.U.T.T./Paesaggio della Regione Puglia.

Gli elementi di interesse vegetazionale sono sottoposti alla disciplina del

presente articolo e delle norme ed elaborati indicati al comma successivo.

2) Oltre a quanto sopra individuato, sono compresi tra gli elementi di interesse

vegetazionale di cui al presente articolo tutti i manufatti indicati nelle tavole -

Elaborati del PUG di adeguamento al PUTT/P - Sistema della copertura

botanico-vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica e le Norme

Tecniche di Attuazione in esse contenute .

3) Non dovranno essere considerati quali elementi di interesse vegetazionale le

coltivazioni arboree di tipo produttivo.

4) Gli interventi consentiti sono quelli atti a conservare e migliorare le condizioni v e g e t a t i v e d e l l e a l b e r a t u r e , n e l r i s p e t t o d e l l a l o r o e v o l u z i o n e n a t u r a l e . E ’ q u i n d iobbligatorio, in caso di lavori che possano comunque interessare, con rischio

di danno, le alberature di cui al presente articolo, mettere in opera recinzioni,

rivestimenti, innaffiature, protezioni, ricambi di soprassuolo e terre, ecc., in

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modo da garantire che nessun danno venga prodotto.

5) Fermo restando il rispetto delle esigenze di sicurezza, è vietato distruggere,

danneggiare o tagliare le specie vegetali e le alberature di cui sopra o

effettuare potature di branche di rami con diametro superiore a cm.30 e tali da

modificare in modo essenziale la chioma; è altresì vietato, in un raggio di ml. 2

da l t r o n c o d e g l i a l b e r i , e f f e t t u a r e o p e r e c h e p o s s a n o d a n n e g g i a r e l ’ a p p a r a t o

radicale (es. pavimentazioni impermeabili, scavi, passaggi di condutture,

dispersione di materiali nocivi, ecc.).

Set di indicatori proposti per il monitoraggio (UNIVERSITÀ, ESPERTI le fonti dei dati):

INDICATORE TIPO

INDICATORE

U N I T A ’ D IMISURA

FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI

AZIONI MONITORATE

Biodiversità vegetale (indice di Shannon)

Stato/Risposta Adimensionale Biennale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4

Biodiversità animale (indice di Shannon)

Stato/Risposta Adimensionale Biennale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4

Ricoveri presso i Centri di Recupero della Fauna Selvatica

Stato/Risposta Adimensionale Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4

Variazione pressione venatoria

Risposta Percentuale Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4

Recupero habitat prioritari e di interesse comunitario

Risposta Ettaro Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4

Superficie forestale complessiva

Stato/Risposta Ettaro Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4

Superficie forestale percorsa dal incendio

Stato/Risposta Ettaro Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4

Numero habitat ripristinati

Risposta Adimensionale Biennale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4

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4.3.5 PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE

Punti di forza:

Presenza di zone con olivi secolari ad elevato pregio paesaggistico; presenza di interessanti emergenze storico-architettoniche sul territorio

Punti di debolezza:

Non emergono situazioni definibili come punti di debolezza del comparto

Opportunità: valorizzazione dei beni paesaggistici e storico-culturali presenti sul territorio comunale

Minacce: Deterioramento delle opere architettoniche rurali

Criticità: D a l l ’ a n a l i s i S W O T n o n s i r i t i e n e c o n c r e t a l ’ i p o t e s i d i i n s o r g e n z a d i p a r t i c o l a r i c r i t i c i t àrelativa alla componente paesaggistica. Eventuali criticità potrebbero insorgere nei

riguardi degli antichi fabbricati rurali e dei muretti a secco, alcuni dei quali già in cattivo

stato di conservazione.

Strategie di mitigazione:

Sono auspicabili azioni di mitigazione degli impatti sulle antiche costruzioni rurali e sulle

dimore storiche mediante il restauro e un adeguato piano di manutenzione.

Per tale comparto le Norme Tecniche Attuative prevedono:

· L ’ A r e a P I R P eIppodromo – Attività residenziale e/o Attività agricole e/o

complementari , n o r m a t a d a l l ’ a r t i c o lo 20.1.6, comprende parti dl territorio agricolo,

in cui ricade una Ex zona C3 del PDF non attuata , che hanno subito intrusioni

disordinate ed irregolari di processi urbanizzativi con conseguenti situazioni di

degrado ambientale e produttivo. L ’ a r e a è c a r a t t e r i z z a t a d a u n a d i s p e r s i o n e i n s e d i a t i v a “ c a m p a g n a a b i t a t a ” , c o nd e s t i n a z i o n i d ’ u s o d i v e r s i f i c a t e f a c i l m e n t e a c c e s s i b i l i d a l l e i n f r a s t r u t t u r e s t r a d a l ip r e s e n t i , . I n t a l i a r e e l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a h a s u b i t o i l p r o c e s s o d i p r o g r e s s i v aespulsione con con s e g u e n t e m o d i f i c a d e l l ’ a s s e t t o c o n s o l i d a t o , a m b i e n t a l e epaesaggistico . Tali situazioni hanno generato aspetti di deficit di servizi con effetti

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negativi sulle relazioni socio-abitative e conseguenti costi economici per la “ d i p e n d e n z a ” d a l c e n t r o u r b a n o c onsolidato. P e r l ’ a r e a i n a r g o m e n t o g l i i n t e r v e n t i d o v r a n n o e s s e r e o r i e n t a t i a d e f i n i r e p e r t a n t oforme di utilizzazione future funzionali alla integrazione fisica con la qualità dello s p a z i o a g r a r i o p r e s e n t e n e l l ’ i n t o r n o , e r e l a z i o n a t o a l l e s i s t e m a z i o n i insediative già

presenti a confine dei comuni contermini.

Lo strumento esecutivo dovrà:

- dare soluzione soprattutto alla dotazione di servizi al fine di mitigare gli

aspetti di dipendenza dal centro urbano consolidato.

- mantenere lo stato di fatto degli assetti e delle sistemazioni agrarie d e l l ’ i n t o r n o- i n c e n t i v a r e e v e n t u a l i t r a s f o r m a z i o n i v e r s o d e s t i n a z i o n i d ’ u s o f u n z i o n a l i e

complementari alle trasformazioni in atto nei territori dei comuni contermini,

con priorità verso le tipologie che sostengono lo sviluppo del turismo rurale ed

il prevalente uso di prodotti e menu a km 0.

· “Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v o / r e s i d e n z i a l e ” ( A r t i c o l o 2 1 ) s o n o

aree del PUG per il ridisegno e riordino funzionale e qualitativo del territorio degli

ambiti periurbani e marginali del rapporto città-campagna.

Gli interventi consentiti e gli indirizzi delle NTA prevedono:

- A r e e d e i c o m p a r t i c o n d e s t i n a z i o n i d ’ u s o a s u p p o r t o e / oc o m p l e m e n t a r e / i n t e g r a t i v a a l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a n e i s e t t o r i d e l l a r i c e t t i v i t à e del

tempo libero, in considerazione delle economie che si vogliono incentivare e

della necessità di favorire la permanenza in primo luogo delle attività agricole

compatibili ove esistenti , per contrastare la diminuzione degli operatori

agricoli ed ai fin i d e l l ’ i n t e g r a z i o n e d e l r e d d i t o d e i n u c l e i f a m i l i a r i i v i p r e s e n t i . - Incentivazione, recupero e riuso di manufatti non più utilizzabili per usi agricoli

consentendo piccoli incrementi volumetrici sugli edifici esistenti, contenuti

entro il 20% e da consentirsi una sola volta, per la riqualificazione funzionale

(per il mantenimento del presidio umano nelle sue diverse forme e funzioni ai

fini della tutela attiva della campagna abitata), adeguamenti funzionali,

impiantistici-tecnologici-ecocompatibili in rapporto alle funzioni e tipologie

consentibili.

- M o d i f i c a d e l l a d e s t i n a z i o n e d ’ u s o c o m p a t i b i l e c o n l a s t r u t t u r a e l a t i p o l o g i a

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degli edifici esistenti e con il contesto ambientale, per quelle parti di territorio

suscettibili di riorganizzazione insediativa e riqualificazione, se non restituibili

ad una dimensione ed uso rurale, attraverso la riconversione in nuclei con c a r a t t e r i s t i c h e m o r f o l o g i c h e e m a t e r i a l i c o n s o n i a i l u o g h i d e l l ’ i n t o r n o eprevalentemente nei settori delle attività di - trasformazione dei prodotti

agricoli , anche consentita nelle forme part-time e/o di autoconsumo e tempo

libero (orti urbani) in sinergia con le forme di incentivazione dello sviluppo dei

mercati del contadino a km 0, quando queste possono costituire un

importante elemento non s o l o d i d i v e r s i f i c a z i o n e d e l l ’ e c o n o m i a r u r a l e m aanche di mantenimento e recupero per la stessa qualità territoriale ed urbana,

specie in termini di rigenerazione ecologica degli insediamenti.

- P e r l e a r e e i n d i v i d u a t e l ’ e v e n t u a l i t à d i n u o v a e d i f i c a z i o n e d e ve essere in ogni

caso definita in rapporto alla specificità dei luoghi e subordinata, quando non

sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e

delle infrastrutture esistenti, a interventi di ripristino ambientale/paesaggistico e a l l ’ i m p e g n o a d a d o t t a r e s p e c i f i c h e m o d a l i t à d i g e s t i o n e e d i f e s a d e l t e r r i t o r i odi pertinenza. A tal fine devono essere comunque assicurati dai privati i servizi i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l e a c q u e , a l l adifesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di esondazione o

di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e ai sistemi di

mobilità.

- Particolare cura sarà posta anche, ai fini del recupero di forme di degrado

presenti, alle attività collegate alle cure colturali delle formazioni vegetali

aventi valore paesaggistico, quali cinture verdi, filari, alberature e orditura delle

coltivazioni, sistemazione della viabilità minore, vegetazione segnaletica e di

arredo.

Gli interventi ammissibili dovranno essere improntati in ogni caso al rispetto delle

sistemazioni agrarie tradizionali, dei manufatti in pietra a secco, della rete

scolante, della tessitura agraria e degli elementi divisori, nonché ai caratteri

tipologici per d i m e n s i o n i , m a t e r i a l i e t e c n i c h e e s e c u t i v e , f a v o r e n d o l ’ u s o d itecniche e metodi della bioarchitettura (uso di materiali e tecniche locali, p o t e n z i a m e n t o d e l l ’ e f f i c i e n z a e n e r g e t i c a , r e c u p e r o d e l l e t e c n i c h e t r a d i z i o n a l i d ir a c c o l t a d e l l ’ a c q u a p i o v a n a ) i n c o e renza soprattutto con le Linee guida per il

restauro e il recupero dei manufatti in pietra a secco, per il regolamento edilizio

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Comune d i Arnes ano (LE) t i p o r e g i o n a l e e p e r r e c u p e r o , l a m a n u t e n z i o n e e i l r i u s o d e l l ’ e d i l i z i a e d e i b e n irurali, ed in sintonia con le norme ed i modelli contenute dai piani e programmi di

settore ivi compreso il PPTR in itinere.

· L ’ a r t i c o l o 2 1 . 1 d e f i n i s c e l e z o n e “Produttive/Residenziali – Orti urbani ” c o m e aree

di salvaguardia del rapporto città-campagna. In tali ambiti sono previsti interventi

per attività complementari integrative del reddito agricolo con residenza e

mantenimento della tipologia colturale, interventi destinati alla produzione e

commercializzazione di prodotti agricoli, interventi integrati destinati ad ospitare

attività legate alla ricettività ed enogastronomia integrative e di supporto alle

precedenti, con priorità per tipologie a sostegno e consumo dei prodotti a km 0.

Tutti gli interventi saranno in ogni caso tenuti a rispettare il mantenimento delle

specie e la nuova realizzazione con particolare attenzione alle specie da piantare

e alle possibilità di utilizzo del materiale vegetale anche in sintonia con quanto

contenuto nel PPTR in itinere.

· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e

di attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di

uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed

alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P . M . P . p r o v i n c i a l e , p u r c h é i s o g g e t t i r i c h i e d e n t il ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale con la qu a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i edisponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.

IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici

competenti per la specificit à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a s i i n c u i n o n s i a n o s u f f i c i e n t i l ecautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla

collettività residente nelle v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir

meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento

a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed

urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l a

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Comune d i Arnes ano (LE)

sospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle

presenti Norme.

Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad

attività es i s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei

Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.

· Le norme comuni a tutte le aree produttive sottoposte alla normativa delle aree

artigianali del P. di F. vigente e comprese nel P.U.G. (Articolo 22.5) prevedono che i

PUE delle aree comprese nel presente articolo devono osservare, oltre alle norme

di attuazione riferite al P. di F. vigente, dovranno essere mantenute le proporzioni

del 50% della piantumazione esistente o seguire le prescrizioni del PUG in materia

di rispetto ambientale.

· C o n l ’ a rticolo 23.1 “Aree degli uliveti e dei vigneti ” s i n o r m a n o l e a r e e d i

trasformazione extraurbana.

- Aree degli uliveti: paesaggi rurali storici con segni di conduzione agricola

consolidata con presenza di esemplari secolari da tutelare e che rivestono

carattere di monumentalità come definiti ai sensi della L.R. 4 giugno 2007, n. 14 “ T u t e l a e v a l o r i z z a z i o n e d e l p a e s a g g i o d e g l i u l i v i m o n u m e n t a l i d e l l a P u g l i a ” . Gli stessi sono stati individuati e normati nella documentazione specifica derl PUG

di adeguamento al PUTT/B regionale.

- Aree dei vigneti: paesaggi rurali storici con segni di conduzione agricola

consolidata.

Aree agricole con segni di conduzione consolidati, caratterizzati anche dalla

presenza di manufatti con tipologie identitarie diffuse sul territorio in generale.

La suddivisone di tale area in comparti con prevalenti tipologie colturali ha

unicamente una funzione di semplificazione della lettura del territorio.

In tali aree le attività agricole, uliveti e vigneti, oltre al ruolo più immediato di

carattere economico, svolgono un ruolo significativo di connotazione e

conservazione del paesaggio rurale nei suoi molteplici aspetti, assolvendo anche a

funzioni di carattere sociale, culturale e del tempo libero. A i s e n s i d e l l a l e g i s l a z i o n e u r b a n i s t i c a v i g e n t e , l e z o n e o m o g e n e e “ E ” s o n o p a r t i

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del territorio comunale destinate prevalentemente ad usi agricoli, ovvero da

recuperare a tali attività produttive o destinate ad usi direttamente connessi con la

produzione agricola o con essi compatibili tra cui il mercatino dei prodotti a km.0

e/o le attività del tempo libero.

Nelle aree in questione, ad eccezione delle aree con presenza di esemplari di ulivi

secolari individuate nelle tav. di adeguamento al PUTT/P ed in ogni caso di quelle

in cui non sussistano condizioni di difformità rispetto a quanto contenuto nella l. r.

14/2011 , sono consentiti interventi integrati destinati ad ospitare attività legate alla

ricettività ed enogastronomia, compatibil i e d i s u p p o r t o a l l e d e s t i n a z i o n i d ’ u s oagricole con priorità per tipologie a sostegno, consumo e commercializzazione

dei prodotti a km 0, comprensivi degli standard obbligatori per la fruizione

pubblica: parcheggi carrabili e ciclabili e servizi ai portatori di handicap.

· C o n l e “Aree Agricole Special i ” ( A r t . 2 3 . 2 ) s i n o r m a n o l e a ree agricole con segni di

conduzione agricola consolidata, caratterizzate dalla presenza di coltivazioni

arboree, prevalentemente uliveti, di cui si riconosce il valore ambientale e

paesaggistico in relazione a specifici caratteri temporali e identitari dei luoghi.

Area con presenza di esemplari secolari da tutelare e che rivestono carattere di

monumentalità come definiti ai sensi della L.R . 4 g i u g n o 2 0 0 7 , n . 1 4 “ T u t e l a evalorizzazione del paesaggio degli u l i v i m o n u m e n t a l i d e l l a P u g l i a ” . Gli stessi sono

stati individuati e normati nella documentazione specifica derl PUG di

adeguamento al PUTT/B regionale.

· Le A r e e c a r a t t e r i z z a t e d a u n ’ a t t i v i t à a g r i c o l a r e s i d u a l e , f r a m m e n t a t e e interessate

da relitti diffusi di antica attività estrattiva e sottoposte a pressioni antropiche per

altri usi e funzioni o trasformazioni, con significativa presenza di residenze non

rurali e/o di attività del tempo libero e/o di insediamenti produttivi diversi dal settore

primario, ed in generale di contesti non più utilizzati per le colture agricole o non

suscettibili di lavorazioni agricole (Articolo 23.3). L ’ a l l o n t a n a m e n t o d e l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a p r o d u t t i v a h a d e t e r m i n a t o s i t u a z i o n i d idegrado territo r i a l e , s o p r a t t u t t o i n r e l a z i o n e a l l ’ a s s e t t o e d a l l a m a n u t e n z i o n e d e l l esistemazioni agrarie tradizionali, alla rarefazione della vegetazione non colturale e

in generale della dotazione naturalistica di valenza ambientale e paesaggistica.

In questi ambiti sono presenti i aree di valore paesaggistico-ambientale e

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manufatti, edifici e complessi edilizi di interesse ambientale e/o storico-

architettonico, culturale e testimoniale, che assolvono in alcuni casi a funzioni

residenziali, ti tipo ricettivo e/o ricreative. L ’ a r e a c o m p r e n d e :

1) contesti rurali modificati da antiche attività estrattive, prevalentemente non u t i l i z z a t e / u t i l i z z a b i l i p e r l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a i n c o n s e g u e n z a a i c a r a t t e r ifisico/ambientali propri e/o specifiche disposizioni regolamentari che ne

tutelano le funzioni intrinseche. Sono aree che non risultano interessate da t e m p o d a l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a e a d a t t a t e s i a l l ’ e v o l u z i o n e d i p r o c e s s i d irinaturalizzazione.

2) gruppi di edifici e complessi edilizi di interesse storico-architettonico, culturale

e testimoniale in contrada Materdomini. L ’ a r e a c o m p r e n d e g r u p p i d i e d i f i c i ecomplessi edilizi di interesse storico-architettonico, culturale e testimoniale in

contrada Materdomini classificati nel Sistema della Stratificazione Storico-

insediativa ed un nucleo di rigenerazione naturalistico-ambientale classificata n e g l i A m b i t i T e r r i t o r i a l i E s t e s i d i t i p o “ B ” d e l P U T T / P . Per quanto sopra si fa riferimento alla documentazione specifica del PUG di

adeguamento al PUTT/P regionale per gli Abiti Estesi e Distinti.

Con riferimento ai contenuti delle norme e documenti predetti gli interventi n e l l ’ a r e a d o v r a n n o t e n d e r e a l l a : - salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e

idrogeologici e degli equilibri ecologici;

- salvaguardia ambientale e di coltivazione arborea a fini produttivi

individuandone fattori di diversificazione finalizzati a incrementare le economie

delle zone rurali;

- conservazione ed incentivazione della ricostituzione del paesaggio rurale e

del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali,

dei relativi habitat e delle associazioni vegetali e forestali ;

- incentivare le attività di tutela e gestione delle aree boscate e a macchia;

· Articolo 23.16 - “Infrastrutture tecniche e di difesa del suolo ” , o v v e r o , i n tutte le

zone agricole è ammessa, previo ottenimento di atto autorizzativo se dovuto, la

costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo elencate di seguito:

- strade poderali ed interpoderali;

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- escavazione di canali e di sistemi di deflusso delle acque;

- forestazione e piantumazione di alberi di alto fusto, di siepi, di vegetazione

spontanea a carattere non colturale. L a r e a l i z z a z i o n e , l ’ a m p l i a m e n t o e d i l r i f a c i m e n t o d i i n f r a s t r u t t u r e d i s t r a d e p o d e r a l io di canali deve avvenire riprendendo gli analoghi elementi lineari della morfologia

del territorio e comunque deve essere complessivamente coerente con l ’ o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e . Le nuove strade poderali ed interpoderali dovranno essere costituite escludendo il

ricorso a pavimentazioni impermeabili, privilegiando il ricorso alle cosiddette “ s t r a d e b i a n c h e ” .

· N e l l e “Aree della trasformazione per servizi di interesse generale ” ( Art. 28.2), in

considerazione che alcune aree sono poste nel comparto delle attività produttive

interessato da vincolo parziale del PAI, esse vengono destinate completamente a

verde nella parte perimetrale, pur essendo destinataria di indice trasferibile nella

restante parte del comparto non soggetto a vincoli di natura sovraordinata. I l “Parco Urbano Territoriale – Aree della ricongiunzione urbana e del Welfare,

della Naturalità e Nanotecnologica ” c o s t i t u i s c e l a n a t u r a l e c e r n i e r a e l ’ o b i e t t i v ofondamentale del PUG per il disegno della città finita attraverso la ricongiunzione

del centro urbano propriamente detto e la frazione di Riesci.

La nuova costruzione di strutture è consentita esclusivamente nel rispetto delle

seguenti prescrizioni vincolanti:

- la superficie del lotto di riferimento deve essere non inferiore a mq 500 e di

essi almeno il 70% deve mantenere caratteristiche di permeabilità naturale;

- le modalità costruttive, i colori, i materiali e la tipologia devono essere quelli d e l l ’ a r c h i t e t t u ra tradizionale salentina;

- lo smaltimento delle acque reflue deve essere realizzato con metodi di

fitodepurazione del tipo a vassoio a flusso sub-superficiale, nel rispetto delle

prescrizioni di cui al D.Lgs 258/2000;

- le acque meteoriche provenienti dalle superfici impermeabili devono essere

raccolte in apposite cisterne da utilizzare per lavaggi ed innaffiature;

- almeno il 10% della superficie del lotto di riferimento deve essere piantumata

con essenze arboree autoctone;

- le recinzioni devono essere solo del tipo muro a secco o reti metalliche

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sostenute da paletti in ferro o in legno senza alcun cordolo di fondazione.

Lungo le recinzioni che racchiudono e sul perimetro stradale occorre

provvedere alla piantumazione di siepi verdi arbustive e/o al completamento di

filari alberati eventualmente esistenti.

- Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a b a c o d e l l e t i p o l o g i e d e l P P T R i n i t i n e r e . I n “ A r e e a s t a n d a r d d i s u p p o r t o a i c o m p a r t i d e s t i n a t i a g l i i n s e d i a m e n t i U n i v e r s i t a r i ”e d i n z o n e d i “

Utilizzi Strategici – aree Eventi e Protezione Civile ” non è consentita

la modificazione delle alberature presenti, né l ’ i m p e r m e a b i l i z z a z i o n e d e l l asuperficie oltre il 20 % di quella territoriale.

· N e l T i t o l o I I I “Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t a

che il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di

degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione

dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni

specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:

- gli elementi di interesse vegetazionale;

- gli elementi di interesse storico,

nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali

indotti da:

- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;

- inquinamento da scarichi liquidi;

- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;

- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.

Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli

elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti

integranti e sostanziali del PUG approvato.

· Art. 32 – “Emergenze storico-architettoniche del territorio agricolo ”

1. Gli insediamenti generalmente costituiti da ville padronali e dalle loro

pertinenze, da masserie, da chiese, corti rurali, rappresentano emergenze storico-

architettoniche del territorio agricolo.

2. Questi elementi di valore storico architettonico, e le aree agricole ad essi

contigue, ovvero le aree agricole comprese tra gli stessi e altri elementi vicini,

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anche strutturanti storicamente il paesaggio, strade, canali, ecc., sono sottoposti

alla disciplina del presente articolo e delle norme ed elaborati indicati al comma

successivo.

3. Oltre a quanto sopra individuato, sono compresi tra gli elementi di valore

storico-architettonico di cui al presente articolo tutti i manufatti indicati nelle tavole

ed - Elaborati del PUG – di adeguamento al PUTT/P , Sezione Tutela Paesaggio - S i s t e m a d e l l a S t r a t i f i c a z i o n e S t o r i c a e d e l l ’ o r g a nizzazione insediativa e le Norme

Tecniche di Attuazione in essi contenute.

4. In queste zone non sono consentite trasformazioni che possono alterare i tratti e s s e n z i a l i s t r u t t u r a n t i e / o c o n n o t a n t i g l i a m b i t i i n d i v i d u a t i , n é c h e a l t e r i n o l ’ i n t e g r i t àvisua l e d e g l i s t e s s i , n é d e s t i n a z i o n i d ’ u s o n o n c o m p a t i b i l i c o n l e f i n a l i t à d isalvaguardia dei luoghi.

5. Sono considerati elementi di tutela del paesaggio anche i muri a secco posti a

confine degli appezzamenti agricoli; tali strutture devono essere conservate e r e c u p e r a t e . E ’ c o m u n q u e v i e t a t a l a s o s t i t u z i o n e d e g l i s t e s s i c o n n u o v i m a n u f a t t i . Set di indicatori proposti per il monitoraggio (SOPRINTENDENZA BB.CC.AA.,

UNIVERSITÀ, ESPERTI le fonti dei dati):

INDICATORE TIPO

INDICATORE

U N I T A ’ D IMISURA

FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI

AZIONI MONITORATE

Numero di beni oggetto di vincolo e numero di beni tutelati dal piano

Stato/Risposta Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2 A4 – A7

Numero di beni oggetto di interventi di restauro

Stato/Risposta Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2A4 – A7

Numero di beni vincolati accessibili al pubblico

Stato Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2 A4 – A7

Numero di beni recuperati

Risposta Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2 A4 – A7

Numero di beni mantenuti

Risposta Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2 A4 – A7

131

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4.3.6 RIFIUTI

Punti di forza:

Buone percentuali di raccolta differenziata (30%); bassa produzione pro-capite

Punti di debolezza:

Non emergono situazioni definibili come punti di debolezza per i rifiuti

Opportunità: Aumento raccolta differenziata; diminuzione della produzione pro-capite

Minacce: L ’ a u m e n t o d e g l i e l e m e n t iinsediativi sul territorio possono far aumentare la produzione dei rifiuti

Criticità:

Non si segnalano attualmente particolari criticità per quel che riguarda la gestione dei

rifiuti sul territorio comunale di Arnesano. Tuttavia un aumento della capacità insediativa

potrebbe causare un afflusso di nuova popolazione residente con conseguente aumento

della produzione ed eventuali problematiche legate al corretto e tempestivo smaltimento.

Strategie di mitigazione:

Al fine di mitigare e/o ridurre gli impatti ipotizzati si propone il potenziamento della raccolta d i f f e r e n z i a t a e d e l l ’ i n t e r o s i s t e m a d i g e s t i o n e d e i r i f i u t i , s o p r a t t u t t o i n v i s t a d e l l a m a g giore

pressione antropica che le previsioni programmatiche riportate nel P.U.G.

In particolare le Norme Tecniche Attuative prevedono:

· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n edi attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di

uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed

alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P . M . P . p r o v i n c i a l e , p u r c h é i s o g g e t t i r i c h i e d e n t il ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eC o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e migliori tecnologie

disponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.

IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici

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competenti per la specificità degli interessi coinvolti, potrà n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a s i i n c u i n o n s i a n o s u f f i c i e n t i l ecautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o mpromissione della

componente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir

meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento

a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed

urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l asospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle

presenti Norme.

Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad

attività es i s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei

Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.

· Per tutte le aree produttive sottoposte alla normativa delle aree artigianali del P. di

F. vigente e comprese nel P.U.G. i P U E d o v r a n n o s e g u i r e l ’ i t e r d i p r e s e n t a z i o n e ed

approvazione indicato nelle presenti norme con specifiche indicazioni per quanto a t t i e n e a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o , s i s t e m i d i s m a l t i m e n t o d e i r i f i u t i e d idepurazione delle acque, compatibili con le caratteristiche del territorio e della

sostenibilità ambientale (Art. 22.5).

· L ’ a r t i c o l o 2 3 e r e l a t i v i s o t t o a r t i c o l i n o r m a n o l e aree della trasformazione

extraurbana e, in particolare, Per i nuovi insediamenti, che prevedano modifiche

strutturali del suolo e per le attività produttive esistenti che ricadono nei contesti in

oggetto le trasformazioni saranno subordinate, in ogni caso, alle norme dei Piani s o v r a o r d i n a t i a l P . U . G . A t a l f i n e s i r e n d e o b b l i g a t o r i o u n a t t o u n i l a t e r a l e d ’ o b b l i g oche disciplini ed impegni il richiedente nella realizzazione in tutto o in parte delle

infrastrutture e dei servizi di cui sopra ovvero di talune opere necessarie alla tutela e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ a r e a . C o n l o s t e s s o a t t o d o v r a n n o e s s e r e c o m u n q u eassicurati dai privati gli impegni a dotarsi dei servizi inerenti: a l l ’ approvvigionamento idrico e alla depurazione delle acque, alla difesa del suolo,

tale da tutelare le aree interessate da rischi di esondazione o di frana, alla

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gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e ai sistemi di mobilità.

· Nel Titolo I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di

degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione

dell'ambiente naturale e storico.

Set di indicatori proposti per il monitoraggio (Dati del COMUNE):

INDICATORE TIPO

INDICATORE

U N I T A ’ D IMISURA

FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI

AZIONI MONITORATE

Produzione totale di rifiuti

Pressione Tonnellate Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Produzione di RU (totale e procapite)

Pressione Tonnellate,

Kg/pro capite Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Produzione di RS (pericolosi e non pericolosi)

Pressione Tonnellate Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

RU avviati a recupero e smaltimento per tipologia di trattamento

Stato/Risposta Tonnellate Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

RS avviati a recupero e smaltimento per tipologia di trattamento

Stato/Risposta Tonnellate Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Gestione degli apparecchi contenenti PCB/PCT

Stato/Risposta Adimensionale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Percentuali di raccolta differenziata

Stato/Risposta Percentuale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Gestione degli imballaggi

Stato/Risposta Percentuale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Impianti di gestione dei rifiuti in esercizio

Risposta Adimensionale Biennale O3 – O4 A8 – A9 – A10

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4.3.7 AGENTI FISICI

Punti di forza:

Non emergono situazioni definibili come punti di forza

Punti di debolezza:

La produzione di energia da fonti rinnovabili è basso; elevato disagio sonoro sulla Arnesano-Carmiano per il traffico veicolare

Opportunità: Miglioramento della qualità a m b i e n t a l e c o n l ’ i m p i e g o d iimpianti per la produzione di energia rinnovabile

Minacce: Non emergono situazioni definibili come minacce

Criticità:

Non si segnalano attualmente particolari criticità per quel che riguarda gli agenti fisici

(elettromagnetismo, rumore, energia) sul territorio comunale di Arnesano.

Strategie di mitigazione:

Data la sostanziale assenza di criticità, non si ritiene di proporre specifiche strategie di

intervento. T u t t a v i a s a r e b b e a u s p i c a b i l e i l r i c o r s o a l l ’ u t i l i z z o d i f o n t i e n e r g e t i c h e a l t e r n a t i v e (sempre

nei limiti del rispetto della salvaguardia degli aspetti paesaggistici) e provvedimenti di

schermatura (quinte verdi per assorbire parte del rumore) e/o di viabilità alternativa nelle

zone ad elevata rumorosità dovuta al transito veicolare.

No essendoci rilevanti criticità le Norme Tecniche Attuative prevedono soltanto:

· N e l T i t o l o I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di

degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione

dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni

specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:

- gli elementi di interesse vegetazionale;

- gli elementi di interesse storico,

nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali

indotti da:

135

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- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;

- inquinamento da scarichi liquidi;

- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;

- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.

Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli

elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti

integranti e sostanziali del PUG approvato.

· Per la protezione del territorio da emissioni aeriformi e da rumore , l ’ a r t i c o l o 33

prevede che in tutto il territorio le attività di qualunque tipo che presentino

emissioni aeriformi in atmosfera comunque derivanti da processo produttivo,

devono attenersi rigorosamente alle disposizioni emanate ai sensi del D.P.R. n.

203/88 e s.m.i

Tali attività, comunque, devono essere dotate di opportuni impianti di abbattimento

che facciano rientrare le emissioni stesse nei più ristretti limiti che la tecnica

consente.

Inoltre le emissioni rumorose dovranno essere contenute nei limiti previsti dalla

Zonizzazione Comunale, redatta ai sensi della legge 447/95 e della legge

regionale 3/2001 e pertanto le attività che presentano cicli rumorosi si dovranno

dotare degli opportuni impianti di insonorizzazione, ai sensi della normativa

vigente.

· Articolo 35 - “ Stazioni radio base e Impianti per trasmissioni radiotelevisive ” 1. G l i i m p i a n t i d i c u i a l p r e s e n t e a r t i c o l o s o n o q u e l l i o p e r a n t i n e l l ’ i n t e r v a l l o d ifrequenza compresa tra 100 KHz e 300 Ghz, relativi a sistemi fissi per

telecomunicazioni e radiotelevisivi.

2. Le stazioni radio e gli impianti di trasmissione radiotelevisive sono sottoposti alla

disciplina del presente articolo e delle norme ed elaborati indicati al comma

successivo.

3. Oltre a quanto sopra individuato, sono compresi tra tali impianti tutti i manufatti

indicati nella tavola 5 - Elaborati PUG – Sezione Tutela Paesaggio – Infrastrutture

Tecnologiche. Per essi, oltre alle presenti Norme, valgono anche le Norme

Tecniche di Attuazione della Sezione Tutela Paesaggio del PUG.

4. E ’ v i e t a t a l ’ installazione di sistemi radianti di cui al punto precedente su case di

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riposo e di cura, scuole e asili nido, aree vincolate ai sensi del D.Lgs 490/1999 e a l l ’ i n t e r n o d i a r e e a p a r c o u r b a n o , d i q u a r t i e r e e a ree adibite a verde attrezzato.

5. E ’ a l t r e s ì v i e t a t a l ’ i n s t a l l a z i o n e d i t a l i i m p i a n t i n e l l ’ i n t o r n o d i 5 0 0 m e t r i d a c a s e d iriposo e di cura, scuole e asili nido.

6. La localizzazione di nuovi impianti, di competenza regionale, sarà integrata da

un regolamento comunale, approvato dal Consiglio Comunale, come previsto d a l l ’ a r t . 8 , c o m m a 6 , d e l l a l e g g e n . 3 6 / 2 0 0 1 , c h e a s s i c u r e r à i l c o r r e t t o i n s e d i a m e n t ou r b a n i s t i c o e t e r r i t o r i a l e d e g l i i m p i a n t i e m i n i m i z z e r à l ’ e s p o s i z i o n e d e l l apopolazione ai campi elettromagnetici.

7. Gli obiettivi per la redazione del regolamento, che costituirà strumento di a t t u a z i o n e d e l p r e s e n t e P U G , s a r a n n o d e f i n i t i c o n l ’ a u s i l i o d i f o r m e d ipartecipazione per il coinvolgimento di tutte le parti sociali interessate.

8. Il regolamento consentirà di definire alcuni parametri finalizzati alla valutazione d e g l i e l e m e n t i c h e p o s s a n o m i g l i o r a r e l ’ i n s e r i m e n t o u r b a n i s t i c o d e g l i i m p i a n t i , t r a iq u a l i l ’ i n d i c e d i v i s i b i l i t à e n e l r i s p e t t o d e l l e e s i g e n z e d i f u n z i o n a l i t à d e g l i s t e s s i . Sono fatte salve le norme ed i regolamenti in materia che alla data di approvazione

del PUG modificano e/o integrano quando indicato ai punti precedenti.

· Articolo 36 - “ Esposizione a ca m p i m a g n e t i c i a b a s s a f r e q u e n z a ” 1. L'esposizione a campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa (o

campi ELF, dall'inglese Extremely Low Frequency) è principalmente legata alla

trasmissione e all'uso dell'energia elettrica alla frequenza industriale di 50 o 60 Hz.

2. In osservanza del DPCM 23/4/92 non sono consentite nuove edificazioni a

funzione residenziale, produttiva o a servizi che comportano tempi di permanenza

prolungati, nei pressi degli elettrodotti, secondo le seguenti misure:

- linee a 132 Kv > o = 10 m;

- linee a 220 Kv > o = 18 m;

- linee a 380 Kv > o = 28 m.

Tutti gli interventi che interessano aree inserite nelle tavole di adeguamento al

PUTT/P relative ad ambiti estesi e distinti del Territorio comunale sono

preventivamente soggetti alle norme ed ai pareri di compatibilità del PUTT/P.

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Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ARPA, UNIVERSITÀ, GESTORI RETI,

COMUNE le fonti dei dati):

INDICATORE TIPO

INDICATORE

U N I T A ’ D IMISURA

FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI

AZIONI MONITORATE

Densità impianti e siti per radio- telecomunicazione

Pressione/ Stato

Adimensionale Biennale O3 – O4

A5 – A8 A9 – A10

Numero di impianti tecnologici sul territorio

Pressione Adimensionale Biennale O3 – O4

A5 – A8 A9 – A10

Livello dei campi elettrici e magnetici prodotti da elettrodotti

Stato Hz Biennale O3 – O4

A5 – A8 A9 – A10

Valori di riferimento normativo per campi elettromagnetici generati da impianti per radio-telecomunicazione

Stato Hz Biennale O3 – O4A5 – A8

A9 – A10

Sviluppo delle linee elettriche e numero di stazioni di trasformazione e cabine primarie

Stato Metro,

Adimensionale Biennale O3 – O4

A5 – A8 A9 – A10

Stato di attuazione dei piani di classificazione acustica comunale

Stato/ Risposta

Adimensionale Biennale O3 – O4

A5 – A8 A9 – A10

138

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4.3.8 AMBIENTE URBANO

Punti di forza:

Il sistema produttivo comunale presenta attività ad impatto ambientale poco significativo

Punti di debolezza:

Viabilità urbana ed extra urbana migliorabile; assenza della mobilità lenta (ciclistico-pedonale)

Opportunità: Sviluppo socio-economico basato sul settore terziario e sul turismo; miglioramento della viabilità con riduzione delle emissioni nocive; sviluppo della mobilità lenta (ciclistico-pedonale)

Minacce: Sviluppo socio-economico legato a turismo e nuova edilizia possono creare p r o b l e m i a l l a q u a l i t à d e l l ’ a r i ae alla viabilità urbana ed extraurbana

Criticità:

La principale criticità è legata alla viabilità attuale e alla stessa in caso di ipotesi di

sviluppo legato al turismo e alla realizzazione di nuove strutture insediative di tipo

residenziale ed industriale/artigianale.

Strategie di mitigazione:

Il proposto Piano prevede la risoluzione di tale criticità migliorando e razionalizzando la

viabilità urbana e soprattutto quella extraurbana. Si auspica inoltre la programmazione di

una percentuale di mobilità lenta (realizzazione di tratti di piste ciclabili e aree pedonali

esclusive).

Nel dettaglio le Norme Tecniche Attuative prevedono:

· N e l l ’ a r t i c o l o 1 6 “ Opere di urbanizzazione secondaria e standard urbanistici ” si

precisa che la previsione di aree per verde pubblico attrezzato, urbano e di q u a r t i e r e , è r i f e r i t a a l l ’ u t e n z a urbana totale La realizzazione di tale standard è

ripartita per tutti gli abitanti insediabili. I soggetti che compiono trasformazioni

urbane al di fuori di comparti di attuazione (aree dei diritti acquisiti - PF vigente)

possono cedere le aree necessarie alla realizzazione del verde pubblico a t t r e z z a t o , s e p r o p r i e t a r i , o m o n e t i z z a r e l ’ i n c i d e n z a d e l l e s t e s s e . · I n b a s e a l l ’ a r t i c o l o 2 4 “ Aree destinate alla viabilità ” , l e aree destinate alla fascia di

rispetto stradale e classificate come AT.Vf.r.. nel PUG, poste in adiacenza alla

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viabilità a più intensa frequenza devono avere una funzione di mitigazione a m b i e n t a l e p e r l ’ i n q u i n a m e n t o d a t r a f f i c o ( r u m o r e e d emissioni nocive) della strada

stessa.

In tali aree è prescritta la realizzazione di una fascia boscata della larghezza di

almeno 20 mt posta in adiacenza alla strada , continua ed interrotta unicamente

dalla viabilità prevista dal PUG. Le essenze da porre a dimora dovranno essere

autoctone e a carattere arboreo (quelle di carattere arbustivo possono avere un

ruolo complementare ma non sostitutivo delle prime), da scegliere con riferimento

alla natura del terreno di impianto, privilegiando il reimpianto di esemplari di

Quercus ilex e altre specie autoctone c h e p o s s a n o r i c o s t i t u i r e l ’ a s s o c i a z i o n evegetale tipica dei boschi di leccio.

La realizzazione di tale fascia boscata costituisce previsione vincolante per la

realizzazione del comparto e dovrà essere messa a dimora nella fase iniziale di

attuazione dello stesso, in maniera tale che le essenze possano essere scelte

anche come piccoli esemplari, a i p r i v a t i a t t u a t o r i d e l c o m p a r t o s p e t t a l ’ o n e r e d e l l agestione e del mantenimento di tale fascia boscata fino al perfetto attecchimento di

tutti gli esemplari, con sostituzione di quelli che dovessero non attecchire. Tali

oneri e prescrizioni dovranno essere contenuti nella convenzione regolante i r a p p o r t i p e r l ’ a t t u a z i o n e d e l c o m p a r t o e i l p r o g e t t o d e l l o s t e s s o d o v r à c o n t e n e r e i ldettaglio della progettazione delle fasce boscate di cui al presente articolo.

Analoghe prescrizioni valgono per la fascia di rispetto stradale posta sul lato

esterno della circonvallazione.

- Percorsi Ambientali (strade a valenza ambientale con punti panoramici). Per

tale viabilità si fa riferimento al SISTEMA DELLA STRATIFICAZIONE

STORICA D E L L ' O R G A N I Z Z A Z I O N E I N S E D I A T I V A i n d i v i d u a t o d a l l ’ a r t .ART.3.04 del PUTT della Regione Puglia, per il quale il PUG/S integra i

contenuti dello stesso con quanto indicato negli ALL. 2 e 2.1 ATD e nella TAV.

2 – ATD della STRATIFICAZIONE STORICA DELL'ORGANIZZAZIONE

INSEDIATIVA.

- Ciclabili e pedonali. Sono strade con funzioni di distribuzione capillare

nell'ambito dei tessuti edificati e del territorio extra-urbano.

La sezione delle strade ciclabili è multipla di ml. 1,25, con un minimo di ml.

1,50 per piste con unico senso di marcia. La sezione minima dei pedonali ivi

compresi i marciapiedi stradali, è ml. 1,50. Le pendenze ammissibili non

140

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devono superare il 3%, con esclusione di brevi tratti per i quali è consentito un m a s s i m o d e l l ’ 8 % d i p e n d e n z a . L e p i s t e dovranno avere una pendenza laterale

del 2% per il deflusso delle acque meteoriche. I P i a n i U r b a n i s t i c i E s e c u t i v i , o v e p r e s c r i t t i p e r l ’ a t t u a z i o n e d e l P U G , d o v r a n n oprevedere percorsi pedonali e piste ciclabili in sede propria distinta dalla

viabilità carrabile, in modo da assicurare sistematicamente il collegamento fra

le residenze, i servizi e le aree produttive.

Sulle strade pedonalizzate o parzialmente pedonalizzate è consentita la

installazione di piccole attrezzature per l'arredo e la segnaletica.

· Art. 28 – “ Aree della trasformazione per servizi – aree di riequilibrio dello

standard ” . I l P U G i n d i v i d u a l e a ree per attrezzature di interesse comunale e

generale, verde pubblico attrezzato, urbano e di quartiere in aree della

trasformazione residenziali e produttive. Tali aree devono intendersi vincolanti a l l ’ a t t o d e l l a p r e d i s p o s i z i o n e d e l P U E e s e c u t i v o d e l C o m p a r t o e s u b -comparto.

Le aree individuate sono aggiuntive rispetto a quelle da reperire obbligatoriamente

ai sensi del DM 1444/68 . Le quantità reperite, che vanno oltre quelle standard,

hanno anche funzione di riequilibrio per lo standard mancante nelle aree edificate

e per la dotazione generale urbana.

Nel sottoarticolo 28.1 vengono citate le aree prioritarie per le seguenti

attrezzature:

a. asili nido e scuole materne;b . s c u o l e d e l l ’ o b b l i g o ;

c. delegazioni comunali;

d. chiese e gli altri edifici per servizi religiosi;

e. centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie;

f. gli spazi pubblici attrezzati a parco o per lo sport.

Nella progettazione del verde pubblico dovranno privilegiarsi le essenze arboree

ed arbustive che minimizzino esigenze e costi di manutenzione, attraverso il

ricorso a specie, in prevalenza autoctone, che diano garanzia di attecchimento e

crescita. Dovranno privilegiarsi le superfici a prato con erba non tagliata e impianti

boscati densi con alberi ed arbusti. Dovranno limitarsi le specie che richiedono

innaffiature abbondanti. La superficie permeabile sarà almeno pari al 70% del

totale.

141

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Sarà inoltre garantita l ’ a c c e s s i b i l i t à a i d i s a b i l i , la sicurezza dei percorsi e delle

strutture per i bambini, la protezione della fauna presente, l ’ u s o d i m a t e r i a l ie c o l o g i c i e l ’ a d o z i o n e d i t e c n i c h e d i i n g e g n e r i a n a t u r a l i s t i c a p e r la sistemazione

delle strutture, l ’ a d o z i o n e d i adeguate tecniche di risparmio energetico per l ’ i l l u m i n a z i o n e ( progettata in modo da evitare fenomeni di inquinamento luminoso e

da rispondere alle esigenze di sicurezza degli utenti).

Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a b a c o d e l l e t i p o l o g i e d e l P P T R i n i t i n e r e . · N e l T i t o l o I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t a

che il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di

degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione

dell'ambiente naturale e storico.

Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ISTAT, APT PROVINCIA, COMUNE le fonti

dei dati):

INDICATORE TIPO

INDICATORE

U N I T A ’ D IMISURA

FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI

AZIONI MONITORATE

Area urbanizzata/ Superficie totale

Stato/

Risposta Ettaro Biennale O1 – O3 – O4

A1 – A8 A9 – A10

Incremento area urbanizzata/Variazione demografica

Pressione/

StatoPercentuale Biennale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Variazione numero abitanti

Stato Percentuale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Rapporto disoccupati/occupati

Stato Adimensionale Annuale O3 – O4 A10

Variazione reddito medio procapite

Stato/

Risposta Percentuale Annuale O3 – O4 A4 – A10

Rapporto abitazioni non occupate/occupate

Stato Adimensionale Annuale O3 – O4 A4 – A10

Utenti mezzi pubblici/Totale utenti mezzi di trasporto

Stato/

Risposta Adimensionale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

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Lunghezza di piste ciclabili/Totale di rete stradale

Stato/

Risposta Metro Biennale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Lunghezza di corsie pedonali/Totale di rete stradale

Stato/

Risposta Metro Biennale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Numero di bus/navette per 1000 abitanti

Stato/

Risposta Mq/pro capite Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Superficie adibita a parcheggio/per abitanti-turisti

Stato Ettaro Biennale O3 – O4

A4 – A8 A9 – A10

Aree boscate in zone periurbane

Stato/

Risposta Euro Annuale O1 – O3 – O4

A1 – A8 A9 – A10

Investimenti per verde pubblico e spazi naturali/Bilancio comunale

Stato Adimensionale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Numero di veicoli/Numero totale di abitanti

Stato Adimensionale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Numero di pendolari che utilizzano vetture proprie

Stato/

Risposta Percentuale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10

Variazione turisti/anno Stato/

Risposta Adimensionale Annuale O3 – O4

A4 – A8 A9 – A10

Rapporto eco-turismo /turismo totale

Stato/

Risposta Ettaro Biennale O3 – O4

A4 – A8 A9 – A10

143

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4.4 MATRICE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL PIANO

In considerazione delle criticità espresse per ciascun comparto ambientale e delle azioni

del Piano si riporta di seguito la matrice di valutazione della sostenibilità ambientale del

proposto PUG (Tab. 17) e la previsione di eventuali impatti derivanti dalle azioni attuative.

Tab. 17 - Matrice di sostenibilità ambientale

AZIONI DEL PIANO

Rec

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Aria J J K K J K K K K L

Acqua J J J K J K K K K K

Suolo J J J K J J K K L L

Flora, fauna e biodiversità J J J K J J K K K K Paesaggio e patrimonio culturale J J J K K K J K L K

Rifiuti K K K L J K K K L L

Agenti fisici K K K K J K K K K K

Ambiente urbano K K K J J J J K K J

4.5 PIANO DI MONITORAGGIO

Il monitoraggio previsto per il PUG del Comune di Arnesano mira principalmente al

J Positivo K Indifferente L Negativo

144

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raggiungimento di due risultati:

- Verificare le modalità e il livello di attuazione delle azioni e degli obiettivi previsti;

- Misurarne e valutarne le ricadute sulle diverse componenti ambientali.

Le azioni di monitoraggio finalizzate agli obiettivi perseguiti con la pianificazione

dovranno essere in grado di fornire anche eventuali indicazioni in termini di riorientamento

del piano (da sviluppare e rendere operative in sede di aggiornamento), integrando o r i v e d e n d o g l i o b i e t t i v i e l e l i n e e d ’ a z i o n e , o v e n e c e s s a r i o , o p p u r e m e t t e n d o a p u n t oopportune misure correttive, qualora gli effetti monitorati dovessero discostarsi da quelli

attesi.

Sostanzialmente gli indicatori proposti risultano idonei a descrivere il contesto territoriale

in termini di sostenibilità e sono coerenti con le tipologie di indicatori più utilizzati a livello

internazionale (European Environment Agency, Eurostat, O.C.S.E.), nazionale (ISTAT,

A.P.A.T.), regionale (A.R.P.A. Puglia) e locale (APT, Comune).

I set di indicatori per ciascun comparto ambientale sono già stati specificati nella fase di

individuazione delle criticità e delle risposte ad eventuali effetti negativi sullo stato d e l l ’ a m b i e n t e . I n p a r t i c o l a r e , a i f i n i d e l m o n i t o r a g g i o , s o n o s t a t i i n d i v i d u a ti le tre seguenti

categorie di indicatori:

a) Indicatori di pressione - l e a z i o n i d e r i v a n t i d a l l ’ a t t i v i t à u m a n a c o m p o r t a n o l ’ u t i l i z z o d irisorse e generano materiali e sostanze che hanno effetto sugli equilibri ecologici ed

ecosistemici. Esempio di ciò sono la pressione demografica e la relativa produzione di r i f i u t i , i p r e l i e v i i d r i c i , l e e m i s s i o n i d i i n q u i n a n t i , l ’ u s o d e l l e r i s o r s e n a t u r a l i , i l c o n s u m o d isuolo, etc. Tali indic a t o r i p e r t a n t o q u a n t i f i c a n o i l l i v e l l o d i p r e s s i o n i s u l l ’ a m b i e n t e .b) Indicatori di stato – restituiscono un valore numerico che descrive le proprietà ed il

grado di conservazione di un determinato bene ambientale che occorre tutelare e

difendere. In sintesi definiscono il livello di qualità della componente ambientale, in termini

di integrità del patrimonio ecologico, naturalistico, socio-economico e storico-culturale di

un territorio. Lo stato dipende direttamente dalla sensibilità del sistema oggetto di indagine

e dalla sua attitudine a subire modifiche se sollecitato da pressioni.

c) Indicatori di risposta – sono q u e g l i i n d i c a t o r i c h e v a l u t a n o e d a c c e r t a n o l ’ e f f i c a c i a d iuna pianificazione sostenibile. Le loro performances sono anche espressione delle buone

politiche ambientali che la società mette in atto per gestire le pressioni e per cercare di

mitigare o eliminare il danno ambientale. Sono, quindi, indicatori che premiano quelle

misure volte alla salvaguardia delle risorse ambientali ed allertano i soggetti coinvolti nella

pianificazione e gestione nel caso una loro irreversibile compromissione.

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CAPITOLO V

5.1 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE L a m e t o d o l o g i a d i v a l u t a z i o n e a d o t t a t a p e r l a d e t e r m i n a z i o n e d e l g r a d o d ’ i m p a t t o d e l l atrasformazione si rifà alla tradizione consolidata delle analisi multicriteriali.

La valutazione presuppone una necessaria scomposizione del piano in azioni/politiche da i n c r o c i a r e c o n l ’ a r t i c o l a z i o n e d e i t e m i g e n e r a l i d i c a r a t t e r e a m b i e n t a l e , a t t r a v e r s o u n achiave di lettura. La chiave di lettura generalmente adottata nella scomposizione degli a s p e t t i a m b i e n t a l i , d e r i v a d a l l a t r a d i z i o n e d e l l e p r o c e d u r e d i V a l u t a z i o n e d ’ I m p a t t oAmbientale, a sua volta radicata nelle logiche

consolidata delle normative di settore.

Ciò spiega il ricorso quasi universalmente utilizzato alle classiche categorie di analisi

(aria, acqua, suolo, fauna, flora, salute, paesaggio, risorse idriche ecc.). Nel caso della

VAS del Piano Urbanistico Generale di Arnesano, si ritiene invece più utile ricorrere non ai

singoli temi ma utilizzare come riferimento le criticità emergenti, per poi incrociarle con le

azioni di piano rappresentate dalle indicazioni normative relative ai diversi contesti. L a v a l u t a z i o n e q u i n d i s o s t a n z i a i l r a p p o r t o s u l l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e , e v i denziando lo

snodo tra azioni di piano e criticità emergenti. La procedura è finalizzata a determinare il q u a d r o d e i “ v a l o r i c o m p l e s s i ” g e n e r a t i d a l l a t r a s f o r m a z i o n e . La normativa in materia di VAS (Direttiva 2001/42/CE) prevede, inoltre, che i valutatori

affrontino la problematica di credibili alternative al proposto Piano.

Nei successivi paragrafi verranno avanzati scenari alternativi di sviluppo da confrontare

con le prospettive del PUG proposto e definito come Scenario 1 o Scenario di riferimento.

5.2 L ' O P Z I O N E “ Z E R O ” (SCENARIO 0) L ’ o p z i o n e “ zero ” n o n c o s t i t u i s c e u n ’ a l t e r n a t i v a a l l e d i s p o s i z i o n i o a l l e p r o p o s t e d e l P i a n o d i Governo del Territorio, ma si qualifica piuttosto come alternativa al piano stesso; per o p z i o n e “ z e r o ” s i i n t e n d e i n f a t t i , i n q u e s to specifico caso, la non adozione del Piano

Urbanistico Generale. T a l e o p z i o n e “ z e r o ” , c l a s s i f i c a t o c o m e S c e n a r i o 0 , non deve però essere interpretata

come una fotografia della situazione esistente e quindi confusa con lo scenario di start-up,

poiché nell a d e f i n i z i o n e d e l l o s c e n a r i o d e r i v a n t e d a l l ’ a p p l i c a z i o n e d e l l ’ o p z i o n e “ z e r o ” s i

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devono tenere comunque in considerazione le trasformazioni territoriali e gli interventi

derivanti da piani, programmi o autorità gerarchicamente sovraordinati, nonché la

realizzazione di interventi e progetti già autorizzati e quindi previsti in futuro nel breve e

medio periodo. L ’ o p z i o n e “ z e r o ” , i n f a t t i , l u n g i d a l r a p p r e s e n t a r e u n a t t e g g i a m e n t o d i s t r e t t a c o n s e r v a z i o n ed e l l ’ e s i s t e n t e , p u ò q u a l i f i c a r s i c o m e u n a p p r o c c i o r i n u n c i atario alla pianificazione e g e s t i o n e d e l l e d i n a m i c h e t e r r i t o r i a l i , o m e g l i o c o m e a s s u n z i o n e d e l p r i n c i p i o d e l l ’ i n e r z i aantropica, con conseguenze complessivamente anche negative sulla qualità ambientale

del territorio stesso.

Tale opzione può essere schem a t i c a m e n t e r i a s s u n t a c o m e l ’ e v o l u z i o n e u r b a n i s t i c a d e lComune di Arnesano secondo le indicazioni riportate dal vigente Programma di

Fabbricazione e pertanto una sostanziale rinuncia ai criteri cardini che hanno portato alla

stesura del proposto Piano. In accordo con quanto previsto dal Documento P r o g r a m m a t i c o P r e l i m i n a r e l ’ a s s e n z a d i P i a n o a v r e b b e l e s e g u e n t i r i p e r c u s s i o n i s u l l osviluppo territoriale:

A. Campo socio-economico: assenza di strategie di interrelazione territoriale a

sostegno della popolazione con conseguente impoverimento socio-economico;

assenza di strategie per le problematiche della casa relazionate alla necessità per

fasce di reddito e per tipologie di nucleo familiare; mancanza di moderni indirizzi

per la definizione qualitativa del centro urbano principale e della frazione Riesci.

B. Campo urbanistico-edilizio e storico-ambientale: mancanza di adeguata

pianificazione su scala territoriale con conseguenti scelte poco integrate ai

moderni criteri di sviluppo urbanistico; scarsa definizione di un sistema organico e

razionale della mobilità urbana ed extraurbana; impossibilità di definire le

trasformazioni del patrimonio edilizio e dei nuovi insediamenti secondo i criteri di

sostenibilità; incapacità di individuare un sistema di servizi qualificato ed adeguato

agli stili di vita contemporanei; mancanza di programmazione nella gestione di

aree ed immobili di notevole valore storico-architettonico e/o ambientale.

C. Campo economico-produttivo: mancata valorizzazione delle risorse paesaggistico-

culturali, architettoniche, a m b i e n t a l i e n a t u r a l i s t i c h e ; m i n o r s o s t e g n o a l l ’ i n t e r a z i o n etra risorse del comprensorio e lo sviluppo di nuove forme di reddito e lavoro;

maggiori difficoltà nei processi di aggiornamento del sistema produttivo rispetto

alle tipologie e tendenze in atto; assenza di moderni indirizzi per la salvaguardia d e l l e t r a d i z i o n a l i d e s t i n a z i o n i d ’ u s o , d e l l e n u o v e f o r m e d i r e s i d e n z a , a r t i g i a n a t o ,

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commercio e della recettività agrituristica e del welfare.

Tuttavia alla luce degli obsoleti criteri pianificatori del vigente PdF il proposto PUG è

sicuramente migliorativo in termini di salvaguardia delle principali componenti ambientali.

In particolare il vecchio piano, riportato in Figura 31, prevedeva la realizzazione di una

vasta area da destinare a zona produttiva ed industriale (indicata con A in Fig. 31) e di una

ulteriore zona artigianale al confine col Comune di Lecce (B in Fig. 31).

Fig. 31 – Attuale Programma di Fabbricazione in vigore (Scenario 0)

Per ciò che riguar d a l ’ e d i l i z i a residenziale il PdF mostrava un certo proposito di

espansione urbana verso i comuni di Lecce e Monteroni (rispettivamente C e D in Fig.

31), mediante la realizzazione di nuovi complessi abitativi in zone C3.

In definitiva, rapportando il vecchio strumento urbanistico al nuovo, emerge dalla breve

analisi esposta i chiari intenti del proposto PUG di seguire i moderni criteri di

pianificazione e di tutela delle emergenze storico-architettoniche, culturali ed ambientali

del territorio comunale. Difatti si è o p e r a t a l a s c e l t a d i r i n u n c i a r e a l l ’ a n t r o p i z z a z i o n e e a l l at r a s f o r m a z i o n e d i a n t i c h e a r e e a g r i c o l e p e r d a r e a n z i l o r o f o r z a e r a f f o r z a r e l ’ i d e n t i t àterritoriale legata soprattutto alle tradizioni contadine e alla naturalità ancora in parte

presente nel Comune di Arnesano.

A

B

D

C

148

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5.3 LE ALTERNATIVE AL PROPOSTO PIANO (SCENARIO 2)

Gli indicatori ambientali, oltre a valutare la situazione attuale (Scenario 0) e la situazione a m b i e n t a l e d e r i v a n t e d a l l ’ a p p l i c a z i o n e d e l p i a n o i n f a s e d i p r e d i s p o s i z i o n e , d e v o n o a n c h ev a l u t a r e l e s i t u a z i o n i a m b i e n t a l i i p o t e t i c a m e n t e d e r i v a n t i d a l l ’ a p p l i c a z i o n e e r e a l i z z a z i o n edi ragionevoli alternative al piano stesso (Direttiva 2001/42/CE). L a n a t u r a e l a p o r t a t a d e l l e “ r a g i o n e v o l i a l t e r n a t i v e ” ( a l t e r n a t i v e d i v e r s e a l l ’ i n t e r n o d i u npiano) nel caso specifico della pianificazione territoriale sono rappresentate da usi diversi

di aree designate ad attività o scopi specifici, nonché aree alternative per tali attività. In s i n t e s i l ’ i n d i v i d u a z i o n e d i u n o s c e n a r i o d i v e r s o (Scenario 2) da quello stabilito dalle scelte

effettuate dalla proposta pianificazione definitiva.

Nella sua impostazione il PUG offre elementi di ulteriori riflessioni su possibili scelte

alternative a quelle adottate sin dal Piano strutturale. A l l ’ i n t e r n o d e l l a m a g l i a p r i n c i pale entro la quale si ordina lo schema della città finita, p a r t i c o l a r e i m p o r t a n z a s i è d a t a a l l ’ a r e a c e n t r a l e c h e c o n g i u n g e i l c e n t r o u r b a n o a l l afrazione, nelle sue funzioni determinanti di connessione delle relazioni urbane e sociali,

obiettivo fondamentale degli indirizzi del DPP. N e l l ’ i n t o r n o d e l l a s t e s s a a r e a s o n o p r e s e n t i a r e e m a r g i n a l i , p e r l e q u a l i n e l c o r s o d e g l istudi e degli approfondimenti sui contenuti del PUG/S , sia l ’ i n t e r n o d e l l ’ U f f i c i o d e l P i a n o ,sia nelle conferenze di servizi, come negli incontri pubblici, si è posto il problema se le

stesse potevano costituire più opportuna allocazione delle aree per la trasformazione

urbana alternativa a quelle centrali predette ed individuate nella proposta di Piano

definitiva (Scenario 1).

Vale la pena soffermarsi su alcune specifiche e oggettive valutazioni sulle caratteristiche

delle aree in questione:

a) L ’ a r e a c e n t r a l e , o l t r e l a s u a n a t u r a l e u b i c a z i o n e , q u a l e s e g m e n t o l i n e a r e d i r e t t o t r ail centro e la frazione, risulta essere di fatto sostanzialmente già dotata di un

sistema viario e di urbanizzazioni primarie sul quale già si attivano le relazioni d e l l ’ i n t e r a c o m u n i t à d i A r n e s a n o , e l u n g o i l q u a l e t r o v a i d o n e a c o l l o c a z i o n eu r b a n i s t i c a , c o m p l e m e n t a r e a i s e r v i z i p r e s e n t i n e l l a f r a z i o n e , l ’ a r e a i n d i v i d uata

come Parco urbano. Alla quale è stata associata, per le sue qualità ubicazionali

strategiche, in seguito a ulteriori approfondimenti dei contenuti del PUG con l ’ A s s e s s o r a t o r e g i o n a l e , u n ’ a r e a a s t a n d a r d compresa nei comparti riservati agli

interventi di infrastrutturazione universitaria, come continuum e collegamento con l ’ a r e a d e l P a r c o a m b i e n t a l e .

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b) Le aree limitrofe, individuate nel PUG con destinazione di Orti Urbani e sociali, p o t e n z i a l m e n t e d i s p o n i b i l i a l l ’ e d i f i c a z i o n e , i n q u a n t o a r e e m a r g i n a l i a l costruito tra i l c e n t r o e l a f r a z i o n e , a d i f f e r e n z a d e l l ’ a r e a c e n t r a l e d e s c r i t t a , e v i d e n z i a n oimmediatamente la loro condizione di aree ancora interessate da uno stadio

agricolo sia pure alterato, e soprattutto sono oggettivamente sfornite di quel

sistema p r i m a r i o u r b a n i z z a t o d e l l ’ a r e a p r e s c e l t a p e r l a t r a s f o r m a z i o n e u r b a n a n e lPUG/S e PUG/P. La loro qualità di aree di contorno ai territori urbanizzati le

qualifica pertanto come aree più idonee ad una destinazione di filtro tra gli stessi e

la campagna. Per le considerazioni esposte, per le loro caratteristiche di relativa

agronomicità ancora presente ed anche per effetto dei fisiologici frazionamenti e

modificazioni catastali ai quali sono soggette le aree agricole a ridosso dei centri

urbani, il PUG ha considerato le aree in argomento suscettibili di trasformazioni l e g a t e a q u a l i f i c a t i i n s e d i a m e n t i c a p a c i d i m e d i a r e i l p a e s a g g i o t r a l ’ u r b a n o e l ac a m p a g n a c o n d e s t i n a z i o n i d ’ u s o a O r t i U r b a n i e s o c i a l i i n g r a d o d i o f f r i r e u n f r o n t eambientale ordinato ed al contempo un potenziamento di attività legate alla cura di

coltivazioni e produzioni a km 0.

Una destinazione che recupera funzioni fondanti per le aree in argomento sia per il

minor consumo di suolo non urbanizzato e maggior risparmio per i bilanci

comunali dedicati agli investimenti in opere di urbanizzazione ed anche e

soprattutto per il ruolo che assumono nel qualificato passaggio tra città e p a e s a g g i o a g r a r i o d e l l a c a m p a g n a e t r a l ’ a r e a d e l P a r c o u r b a n o e l ’ a r e a d e l P a r c oambientale e della naturalità delle Cave. Nella loro destinazione, inoltre, le aree

in oggetto da una parte riordinano una campagna abitata e nello stesso tempo

strategicamente conservano aree come quella dei servizi nelle aree ad

insediamenti universitari prima descritte e quella degli standard filtro in prossimità

delle aree destinate a future esigenze di carattere insediativo industriale

artigianale.

Quanto sopra evidenziato consente di valutare, sia pure in presenza delle aree dalle

caratteristiche potenziali alternative, come lo scenario alternativo (Scenario 2) risulta

meno convincente in senso complessivo, urbanistico-socio-economico e ambientale,

rispetto l ’ o p z i o n e d e f i n i t i v a m e n t e p r o p o s t a e i n d i c a t a n e l P U G (Scenario 1).

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5.4 ANALISI DELLE ALTERNATIVE DI SVILUPPO

Tenuto conto del grado di integrazione assunto tra le componenti ambientali nei diversi

scenari, la validazione dello scenario più probabile viene effettuata pesando i livelli di

impattività che le p r i n c i p a l i v a r i a b i l i c r i t i c h e r i s c o n t r a t e a l l ’ i n t e r n o d i o g n i c o m p o n e n te

ambientale a l t e r a g l i e q u i l i b r i c o m p l e s s i v i d e l l ’ i n t e r o p a t r i m o n i o n a t u r a l i s t i c o e s t o r i c o -

culturale.

Tab. 18 - Matrice di validazione degli scenari*

ARIA ACQUA SUOLO NATURA E B I O D I V E R S I T A ’

PATRIMONIO

PAESAGGIO RIFIUTI

AGENTI

FISICI

AMBIENTE

URBANO

SCENARIO

0 0 0 - 1 0 - 1 0 0 0

SCENARIO

1 + 1 0 + 1 + 1 + 1 0 0 + 1

SCENARIO

2 + 1 0 0 + 1 + 1 0 0 0

* I valori sono compresi tra - 1 e + 1

Dalla matrice di valutazione è possibile evidenziare quanto segue:

- Lo Scenario 0 mostra la sua inadeguatezza alle richieste di compatibilità ambientale,

dovuta soprattutto alla sua anzianità e a criteri pianificatori, ormai superati da

decenni, che non manifestano alcuna sensibilità ambientale;

- Lo Scenario 1 presenta un maggior grado di compatibilità ambientale sulle diverse

componenti con un elevato grado di risolutività ed efficacia nei confronti delle diverse

variabili critiche assunte.

- Lo Scenario 2, è quello che presenta un buon grado di risolutività delle variabili

relative alle componenti ambientali, tuttavia può condurre ad una maggiore

alterazione e consumo di suolo, nonché a l l a p e r d i t a d e l l ’ a t t u a l e z o n a d i t r a n s i z i o n e tra

la città ed il paesaggio agrario della campagna. Inoltre, la perdita delle destinazioni d ’ u s o a O r t i U r b a n i e s o c i a l i i n g r a d o d i o f f r i r e c o l t i v a z i o n i e p r o d u z i o n i a k m 0 ,

potrebbe ridurre gli auspicabili miglioramenti delle condizioni socio-economiche della

cittadinanza.

Alla luce delle suddette valutazioni l ’ i m m a g i n e d i sviluppo futuro più probabile per il

territorio di Arnesano sembra essere quella tratteggiata dallo Scenario 1 (PUG definitivo),

considerato il grado di integrazione assunto tra le componenti ambientali e socio-

economiche, in un territorio di piccole dimensioni, caratterizzato da una matrice socio-

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economica radicata e consolidata sul territorio.

Questo modello guida di sviluppo cerca di garantire un utilizzo ottimale delle risorse,

minimizzando il consumo di suolo e adottando, nei contesti oggetto di trasformazione,

criteri di intervento preordinati alla tutela delle invarianti strutturali (infrastrutturali, storico-

culturali, botanico-vegetazionali e geomorfologiche), agendo in modo prioritario verso il

risanamento delle situazioni più critiche rilevate nella matrice ambientale, verso la

valorizzazione delle peculiarità e sensibilità presenti e verso il soddisfacimento dei servizi

alla persona, tenendo conto delle diverse fasce di età, garantendo una migliore fruizione e

ricettività del territorio e diffondere una coscienza ambientale della società insediata.

Elemento fondamentale della visione dello Scenario 1 viene individuato in un reciproco

bilanciamento della matrice socio-economica con quella ambientale, dove la compatibilità

ambientale delle trasformazioni, necessaria al perseguimento di uno sviluppo eco-

sostenibile, diviene complementare ad un incremento della qualità delle funzioni sociali ed

economiche che assumono meccanismi di controllo e gestione dei processi insediativi,

finalizzati alla conservazione dei valori ambientali, attraverso un uso innovativo delle

risorse che richiedono una propensione verso scelte a basso impatto ambientale e, in ogni c a s o , l ’ i n t e g r a z i o n e c o n m e c c a n i s m i d i m i t i g a z i o n e e c o m p e n s a z i o n e a m b i e n t a l e .