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PUG 2013PIANO
URBANISTICO
GENERALEPrevisioni
Strutturali
PUG/S
COMUNE DI ARNESANO
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
RAPPORTO AMBIENTALE
SINDACO: Dott. Giovanni MADARO
ASSESSORE ALL'URBANISTICA: Geom. Giuseppe RUSSO
CONSULENZE SPECIALISTICHE
Arch. Antonio CURTO - Urbanistica
Dott. Stefano ARZENI - Ambiente
Dott. Geol. Maurizio ORLANDO - Geologia
Ing. Fernando STRAFELLA - Geotecnica
Ing. Renzo CURTO - Sistemi informativi territoriali
PROVINCIA DI LECCE
Rev. Descrizione Data
0
UFFICIO DEL PIANO
Arch. Giovanni FRASSANITO - Coordinatore ed estensore del P.U.G.
Ing. Luca VALENTE - Responsabile del Servizio LL.PP. urbanistica Ambiente
Dott. Pianif.re Federico MANCA - Referente Operativo
Geom. Gianfranco IMBRIANI - Collaboratore
DPP adottato con Delibera del Consiglio Comunale n.30 del 28/09/2006
Adeguamenti:
- Prima Conferenza di copianificazione del 16/06/2009
- Seconda Conferenza di copianificazione del 16/04/2012
Adozione del PUG con Delibera di Consiglio Comunale n.________del____________
Approvazione del PUG con Delibera di Consiglio Comunale n._______del____________
Emissione Dic 2012
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE)
INDICE
CAPITOLO I
1.1 PREMESSA .............................................................................................................. 4
1.2 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ...................................................... 6
1.3 IL RAPPORTO AMBIENTALE ................................................................................... 8
1.4 LA METODOLOGIA ................................................................................................... 9
1.5 LA PARTECIPAZIONE INTEGRATA E LA COPIANIFICAZIONE ............................. 10
1.6 LA METODOLOGIA VALUTATIVA ........................................................................... 12
CAPITOLO II
2.1 INTRODUZIONE ..................................................................................................... 15
2.2 OBIETTIVI DEL PIANO URBANISTICO GENERALE DI ARNESANO .................... 15
CAPITOLO III
3.1 RAPPORTO SULLO STATO DEI SISTEMI AMBIENTALI ........................................ 23
3.2 ARIA ........................................................................................................................ 23
3.3 ACQUA .................................................................................................................... 26
3.4 SUOLO .................................................................................................................... 32
3.5 FLORA, FAUNA E RETI ECOLOGICHE .................................................................. 41
3.6 PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE ........................................................... 56
3.7 RIFIUTI .................................................................................................................... 61
3.8 AGENTI FISICI ........................................................................................................ 66
3.9 AMBIENTE URBANO .............................................................................................. 76
CAPITOLO IV
4.1 COERENZA INTERNA ED ESTERNA DEL PIANO ................................................. 87
4.2 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLE CRITICITÀ E RISPOSTE ................... 90
4.3 ANALISI SWOT, CRITICITÀ E RISPOSTE .............................................................. 92
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE)
4.4 MATRICE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL PIANO .................................... 143
4.5 PIANO DI MONITORAGGIO ................................................................................. 143
CAPITOLO V
5.1 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE .......................................................................... 145
5.2 L'OPZIONE “ Z E R O ”
(SCENARIO 0) ..................................................................... 145
5.3 LE ALTERNATIVE AL PROPOSTO PIANO (SCENARIO 2) .................................. 148
5.4 ANALISI DELLE ALTERNATIVE DI SVILUPPO ..................................................... 150
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE)
CAPITOLO I
1.1 PREMESSA L o s c o p o d e l p r e s e n t e d o c u m e n t o è q u e l l o d i r i p o r t a r e i r i s u l t a t i d e l l ’ A n a l i s i A m b i e n t a l ee f f e t t u a t a n e l l ’ a m b i t o d e l t e r r i t o r i o c o m u n a l e d i A r n e s a n o . L e i n d a g i ni svolte in tal senso
sono servite a conoscere le varie problematiche e i diversi fattori di minaccia a cui sono
soggette le componenti ecologiche, ambientali, storico-culturali e paesaggistiche del
territorio, in funzione dell’ a p p l i c a z i o n e
del proposto P.U.G. L ’ a n a l i s i a m b i e n t a l e è s t a t a e f f e t t u a t a c o n l ’ o b i e t t i v o d i : • individuare le valenze ambientali del territorio e le relative criticità; • individuare il loro stato di tutela e valorizzazione e, casomai, proporre misure
adeguate di gestione e valorizzazione; • individuare gli impatti ambientali prodotti sul territorio comunale e dei comuni
contermini, gli effetti negativi derivanti, proponendo eventuali azioni di mitigazione
e/o compensazione.
Arnesano, centro agricolo e artigianale del Salento centrale, si estende, a ovest di Lecce,
su un territorio di 1.347 ettari, al centro di una delle più ampie depressioni carsiche della g e o m o r f o l o g i a s a l e n t i n a d e t t a “ V a l l e d e l l a C u p a ” , p u n t e g g i a t a d i c a s e s p a r s e e d i v i l l epadronali.
La percentuale del territorio comunale rispetto a quello provinciale e regionale è
rispettivamente pari a 0,50 e 0,072 % (la superficie del territorio provinciale è pari a
275.940 ettari mentre quella del territorio regionale è pari a 1.935.790 ettari). L ’ a b i t a t o s i a r t i c o l a a i l a t i d iuna strada principale, proveniente da Lecce (S.P. n. 6) ed ha v i e s t r e t t e e d i n c r o c i a n t e s i a d a n g o l o r e t t o , a n o r d d e l l ’ a b i t a t o è p r e s e n t e u n r i o n ed e n o m i n a t o “ R I E S C I ” . F o n t i a u t o r e v o l i r i t e n g o n o c h e i l n o m e A r n e s a n o d e r i v i d a A r n a c h e
significa "concavità, l e t t o d i f i u m e " e c o m u n q u e “ d e p r e s s i o n e ” , p r o p r i o i n r e l a z i o n e a l l a
peculiare morfologia dell'agglomerato urbano.
Arnesano dista circa 7 Km. dal capoluogo della Provincia di Lecce e confina con i territori
dei seguenti Comuni: Carmiano, Monteroni di Lecce e Lecce.
Per la gestione del territorio comunale è attualmente in fase di implementazione il nuovo
strumento pianificatorio (P.U.G.).
il Piano Urbanistico Generale, in base alle recenti normative comunitarie e nazionali, deve
essere redatto nel rispetto delle tematiche ambientali; pertanto gli eventuali effetti della
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Comune d i Arnes ano (LE)
pianificazione sull'ambiente vengono valutati dalla VAS.
Uno degli obiettivi primari della pianificazione urbanistica del Comune di Arnesano è
sicuramente quello di perseguire una strategia di sviluppo territoriale, sociale ed
economico, non rinunciando ai fondamentali principi di conservazione delle risorse
ambientali non riproducibili e alla rigenerazione di quelle riproducibili (concetto di Sviluppo
Sostenibile). In altri termini bisogna assicurare la capacità di assicurare il soddisfacimento
dei bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di
soddisfare i loro bisogni.
La valutazione della sostenibilità ambientale è un processo sistematico di valutazione
delle conseguenze ambientali di proposte politiche, programmatorie e pianificatorie,
finalizzato ad assicurare che queste vengano incluse in modo completo fin dalle prime fasi
del processo decisionale.
Essa consente di valutare gli effetti cumulativi e sinergici dell'insieme delle scelte di
pianificazione anche se relazionate ad iniziative che non necessariamente si traducono in
progetti.
Tra le numerose azioni volte a sancire la sostenibilità ambientale di un determinato
programma o piano ci sono: il contenimento del consumo di suolo e la costruzione di reti
ecologiche, come elemento di massimizzazione degli effetti di rigenerazione ecologica nei
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Comune d i Arnes ano (LE)
confronti della città e del territorio; la subordinazione delle trasformazioni urbanistiche ad
un sistema infrast r u t t u r a l e c o m p a t i b i l e c o n l ’ a m b i e n t e ( m o b i l i t à , r e t i t e c n o l o g i c h e , r e t i
energetiche); l ’ a t t i v a z i o n e d i u n p r o c e s s o t e s o a f a v o r i r e u n ' a d e s i o n e a l l a r g a t a , v o l o n t a r i a
e consapevole, sia di soggetti istituzionali che di associazioni, del mondo imprenditoriale e
di altre organizzazioni sia nel momento formativo che in quello esecutivo degli strumenti
attuativi della pianificazione.
Nella procedura di VAS i l “ R a p p o r t o A m b i e n t a l e ” r a p p r e s e n t a i l d o c u m e n t o c a r d i n ed e l l ’ i n t e r o
iter v a l u t a t i v o . E s s o f o r n i s c e u n ’ a n a
lisi dello stato di fatto delle diverse
componenti ambientali e restituisce come output u n a s t i m a d e g l i e f f e t t i s u l l ’ a m b i e n t e d i
tutte le misure e gli interventi di piano, ricostruendone le relazioni nel tempo e nello spazio
con la situazione iniziale e gli eventuali effetti cumulativi.
Il Rapporto Ambientale è sottoposto ad un processo di consultazione delle collettività
interessate e delle autorità ambientali, deve chiarire gli obiettivi di sostenibilità a cui mira e
dimostrare in quale modo e misura tali obiettivi vengono raggiunti.
Altro elemento fondamentale di questa evoluzione è la crescente consapevolezza del fatto
che, anche dal punto di vista normativo, il principio informatore delle valutazioni
strategiche non possa limitarsi alla previsione e alla prevenzione, approcci tipici delle
procedure di VIA, ma bensì debba riferirsi al principio di precauzione.
La normativa di riferimento alla V.A.S. viene di seguito citata: • D i r e t t i v a 2 0 0 1 / 4 2 / C E d e l P a r l a m e n t o E u r o p e o e d e l C o n s i g l i o d e l l ’ U n i o n e E u r o p e a ; • D e c r e t o l e g i s l a t i v o n . 1 5 2 d e l 3 a p r i l e 2 0 0 6 “ N o r m e i n m a t e r i a a m b i e n t a l e ” ;
• D e c r e t o l e g i s l a t i v o n . 4 d e l 1 6 g e n n a i o 2 0 0 8 “ M o d i f i c h e a l D . l g s . 3 a p r i l e 2 0 0 6 , n .1 5 2 ” ; • Norme esplicative sulla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) –
Circolare n. 1/2008 (D.G.R. n. 981 del 13.06.2008 – Burp n. 117 del 22.07.2008);
1.2 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
La Direttiva 2001/42/CE, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e p r o g r a m m i s u l l ’ a m b i e n t e , h a s t a b i l i t o c h e gli atti di pianificazione relativi ai settori agricolo,
forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle
acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale e della
destinazione de i s u o l i ( a r t i c o l o 3 , c o m m a 2 , l e t t e r a “ a ” ) e l a b o r a t i e / o a d o t t a t i d a u n ’ a u t o r i t àp u b b l i c a ( a r t i c o l o 2 , l e t t e r a “ a ” ) d e b b a n o e s s e r e s o g g e t t i a d u n a V a l u t a z i o n e A m b i e n t a l e
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE)
Strategica (VAS).
La VAS, che consiste in un processo da svolgere contemporaneamente alla definizione
del piano stesso in un rapporto di costante e reciproca influenza, si concretizza nella
redazione di un Rapporto Ambientale (articolo 5, comma 1), strutturato in modo da fornire
una serie di informazioni relative alle caratteristiche ambien t a l i d e l l ’ a r e a , a g l i o b i e t t i v i d e lp i a n o , a i p r e v e d i b i l i e f f e t t i a m b i e n t a l i d e r i v a n t i d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l p i a n o e a g l i e f f e t t i r e l a t i v ia l l ’ a t t u a z i o n e d i e v e n t u a l i a l t e r n a t i v e .
L ’ i n t e r o p r o c e s s o d i c o s t r u z i o n e e d e f i n i z i o n e d e l R a p p o r t o A m b i e n t a l e d e v e a vvenire
garantendo una partecipazione attiva dei soggetti istituzionali interessati e dei cittadini,
promuovendo forme di consultazione strutturate e ripetute, nonché una trasparenza nella r e s t i t u z i o n e d e l l e d e c i s i o n i a d o t t a t e ( a r t i c o l o 2 , l e t t e r a “ b ” ; a r t icolo 6).
Le informazioni contenute nel Rapporto Ambientale devono poi essere riassunte in una
sintesi non tecnica, allo scopo di rendere facilmente accessibili e comprensibili al pubblico
gli elementi-c h i a v e d e l R a p p o r t o A m b i e n t a l e ( A l l e g a t o I , l e t t e r a “ j ”
).
La Direttiva 2001/42/CE individua come proprio obiettivo principale quello di garantire un e l e v a t o l i v e l l o d i p r o t e z i o n e d e l l ’ a m b i e n t e e d i c o n t r i b u i r e a l l ’ i n t e g r a z i o n e d e l l ec o n s i d e r a z i o n i a m b i e n t a l i a l l ’ a t t o d e l l ’ e l a b o r a z i o n e e d e l l ’ a d o z i o n e d i p i a n ie programmi, al
fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. L o s v i l u p p o s o s t e n i b i l e , d e f i n i t o i n i z i a l m e n t e c o m e “ u n o s v i l u p p o c h e g a r a n t i s c e i b i s o g n idelle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future
riescano a soddisfa r e i p r o p r i ” ( G r o H a r l e m B r u n d t l a n d , “ O u r c o m m o n f u t u r e ” , 1 9 8 7 ) , p u òe s s e r e o g g i m e g l i o d e f i n i t o c o m e “ u n m i g l i o r a m e n t o d e l l a q u a l i t à d e l l a v i t a , s e n z ae c c e d e r e l a c a p a c i t à d i c a r i c o d e g l i e c o s i s t e m i d i s u p p o r t o , d a i q u a l i e s s a d i p e n d e ”
(IUCN, UNEP e WWF, 1991), o tenendo in considerazione le tre condizioni generali a cui
Hermann Daly sempre nel 1991 ha ricondotto lo stesso concetto: • i l t a s s o d i u t i l i z z a z i o n e d e l l e r i s o r s e r i n n o v a b i l i n o n d e v e e s s e r e s u p e r i o r e a l l o r o t a s s o d irigenerazione; • l ' i m m i s s i o
ne di sostanze inquinanti e di scorie nell'ambiente non deve superare la
capacità di carico dell'ambiente stesso; • l o s t o c k d i r i s o r s e n o n r i n n o v a b i l i d e v e r e s t a r e c o s t a n t e n e l t e m p o .
Questa forte relazione tra VAS e sviluppo sostenibile comporta una necessaria attenzione n e l l ’ i n d i v i d u a z i o n e d e l l e i n f o r m a z i o n i a m b i e n t a l i p e r t i n e n t i e c o n s e g u e n t e m e n t e d e g l iindicatori, che non possono quindi essere standardizzati ma devono essere
specificatamente individuati per ogni singolo processo di VAS, sulla base delle peculiarità
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territoriali e ambientali ma anche sociali, economiche e demografiche.
1.3 IL RAPPORTO AMBIENTALE A l l ’ i n t e r n o d e l p r o c e s s o d i V A S i l R a p p o r t o A m b i e n t a l e ( R A ) r a p p r e s e n t a i l d o c u m e n t ocardine che raccoglie in sintesi quello che è stato svolto nel corso della procedura di
valutazione ambientale dei piani o programmi.
Ai fini dell'approvazione del Piano Urbanistico Generale è pertanto richiesta la redazione
della suddetta relazione di compatibilità ambientale, corredata da opportuni indicatori ed
informazioni sulla fase successiva di monitoraggio. Secondo quanto prescritto dalla
direttiva 2001/42/CE tale documento deve supportare il processo di pianificazione e/o
programmazione.
Per la stesura del RA vengono prese in considerazione le osservazioni delle autorità con
competenza ambientale acquisite nella fase di consultazione finalizzata alla specificazione
dei contenuti del Rapporto Ambientale (fase di scoping).
Nel rapporto ambientale: • s o n o i n d i v i d u a t i , d e s c r i t t i e v a l u t a t i g l i e f f e t t i s i g n i f icativi sull'ambiente e sul patrimonio
culturale derivanti dall'attuazione del piano o del programma; • s o n o a n a l i z z a t e e v a l u t a t e l e r a g i o n e v o l i a l t e r n a t i v e a l l a l u c e d e g l i o b i e t t i v i e d e l l ' a m b i t oterritoriale del piano e del programma; • s o n o e s p l i c i t a te le ragioni delle scelte effettuate e le modalità dell'integrazione dei fattori
ambientali nel processo decisionale; • s o n o d e s c r i t t e l e m o d a l i t à c o n c u i è e f f e t t u a t a l a v a l u t a z i o n e e l e e v e n t u a l i d i f f i c o l t àincontrate nella raccolta delle informazioni necessarie; • s o n o i n d i c a t e l e m i s u r e p r e v i s t e i n m e r i t o a l m o n i t o r a g g i o a m b i e n t a l e d a e s e g u i r econtestualmente all'applicazione del piano. • è r e d a t t a u n a s i n t e s i n o n t e c n i c a c h e i l l u s t r a i n l i n g u a g g i o s i n t e t i c o i c o n t e n u t i d e l p i a n o oprogramma e del rapporto ambientale.
Il rapporto ambientale è redatto tenendo conto del livello delle conoscenze e delle
informazioni disponibili nei sistemi informativi della pubblica amministrazione e dei metodi
di valutazione correnti, oltre che dei contenuti peculiari e del livello di dettaglio del piano o
programma.
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1.4 LA METODOLOGIA
Lo schema operativo che si è adottato per la Valutazione Ambientale Strategica per il
Piano Urbanistico Generale del Comune di Arnesano può essere sintetizzato nelle
seguenti quattro fasi:
- Preparazione e orientamento: l ’ i t e r d e l l a V A S i n i z i a c o n l a p u b b l i c a z i o n e d e l l ’ a v v i s o d iavvio del procedimento; in definitiva viene esplicato il percorso metodologico da adottare e d e l l e l i n e e g e n e r a l i d e l P i a n o , l ’ i d e n t i f i c a z i o n e d e g l i e n t i t e r r i t o r i almente interessati e dei s o g g e t t i c o m p e t e n t i i n m a t e r i a a m b i e n t a l e . I n q u e s t a f a s e p r e l i m i n a r e l ’ a u t o r i t àc o m p e t e n t e p e r l a V A S , d ’ i n t e s a c o n l ’ a u t o r i t à p r o c e d e n t e c h e r e c e p i s c e e a d o t t a i l P i a n o ,provvede ad effettuare una prima analisi di sostenibilità degli orientamenti del Piano, p r o c e d e n d o a l l ’ e v e n t u a l e f a s e d i s c r e e n i n g . T a l e f a s e v e r i f i c a l a s o t t o p o s i z i o n e d e l p i a n oa l l ’ i n t e r o p r o c e s s o d i V A S e v a l u t a s e i l p i a n o s t e s s o c o m p o r t a e f f e t t i s i g n i f i c a t i v is u l l ’ a m b i e n t e i n t e r m i n i q u a l i -quantitativi. Al termine di questa fase viene convocata la
prima Conferenza di valutazione alla quale sono invitati a partecipare tutti gli enti
territorialmente interessati e i soggetti competenti in materia ambientale (Assessorato
regionale per: Assetto del Territorio, Ecologia, Opere Pubbliche, Politiche della Salute,
Risorse Agroalimentari; ARPA Puglia, Acquedotto Pugliese, Ufficio Parchi, Associazioni
ambientaliste e culturali, Autorità di Bacino della Regione Puglia, Direzione Regionale per
i Beni Culturali e Paesaggistici, Enti Provinciali competenti in materie di pianificazione ed
ambiente, Amministrazioni Comunali confinanti, Gestori di servizi relativi a viabilità,
telecomunicazioni ed approvvigionamento energetico, etc.).
- Elaborazione e redazione: tale fase preve d e l a d e f i n i z i o n e d e l l ’ a m b i t o d i i n f l u e n z a d e lPiano e le relative analisi di contesto, anche sulla base delle osservazioni avanzate in
sede di valutazione. Inoltre vengono valutati gli obiettivi generali e specifici del Piano con
relativa analisi di coerenza interna ed esterna. D i f o n d a m e n t a l e i m p o r t a n z a r i s u l t a e s s e r e l a d e f i n i z i o n e d e l l e l i n e e d ’ a z i o n e e l ’ a n a l i s i d ic o e r e n z a i n t e r n a t r a o b i e t t i v i e l i n e e d ’ a z i o n e a t t r a v e r s o l a c o s t r u z i o n e d e l s i s t e m a d iindicatori ambientali.
Al fine di selezionare alternative al Piano più favorevoli in termini di sostenibilità vengono
individuate e valutate diverse soluzioni con una stima degli effetti ambientali attesi.
Viene infine impostata la progettazione del sistema di monitoraggio finalizzato al controllo
degli ef f e t t i s i g n i f i c a t i v i s u l l ’ a m b i e n t e c o n s e g u e n t i a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P i a n o . Tali attività si concludono con la redazione, la messa a disposizione e la pubblicazione del R a p p o r t o A m b i e n t a l e ; q u e s t ’ u l t i m o d e v e e s s e r e a c c o m p a g n a t o d a l l a S i n t e s i n o n t e c n i c a
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE)
con lo scopo di rendere accessibili e facilmente comprensibili le questioni chiave e le
conclusioni del Rapporto Ambientale. Viene inoltre predisposto lo Studio di Incidenza delle
previsioni di Piano sui Siti della Rete Natura 2000 eventualmente ricadenti nel territorio.
- Adozione ed approvazione: la fase di approvazione è preceduta da una seconda C o n f e r e n z a d i v a l u t a z i o n e , c o n v o c a t a d o p o c h e l ’ a u t o r i t à p r o c e d e n t e h a m e s s o adisposizione del pubblico la proposta di Rapporto Ambientale e inviato tali documenti
tecnici ai soggetti competenti in materia ambientale. I n f a s e d i c o n s u l t a z i o n e v i e n e i n o l t r e a c q u i s i t o i l p a r e r e , o v e p r e v i s t o , d e l l ’ a u t o r i t àp r e p o s t a a l l a V a l u t a z i o n e d ’ I n c i d e n z a ( i n c a s o d i S I C e / o Z P S ) . S u l l a b a s e d i q u a n t oemerso durante la consultazione delle autorità competenti e del pubblico, con la v a l u t a z i o n e d i e v e n t u a l i m o d i f i c h e d e i c o n t e n u t i , l ’ a u t o r i t à c o m p e t e n t e p e r l a V A S , d ’ i n t e s ac o n l ’ a u t o r i t à p r o c e d e n t e , e s p r i m e u n “ p a r e r e m o t i v a t o ” r i s p e t t o a l l a q u a l i t à e a l l acongruenza delle scelte del Piano, alla coerenza interna ed esterna del Piano e a l l ’ e f f i c a c i a d e l s i s t e m a d i m o n i t o r a g g i o e d e g l i i n d i c a t o r i i n d i v i d u a t i . I n s e g u i t o l ’ a u t o r i t àprocedente adotta il documento e predispone una dichiarazione di sintesi che illustra:
a) il processo decisionale seguito (schema metodologico procedurale);
b) gli obiettivi ambientali e gli effetti attesi;
c) il sistema di monitoraggio;
d) le modalità di integrazione nel Piano del parere motivato, delle considerazioni
ambientali, dei pareri e dei risultati delle consultazioni.
- Attuazione e gestione: questa ultima fase comprende la valutazione periodica dei p o s s i b i l i e f f e t t i s i g n i f i c a t i v i s u l l ’ a m b i e n t e d e r i v a n t i d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P i a n o , m e d i a n t e i lsistema di monitoraggio; tale verifica, in caso di individuazione di effetti negativi imprevisti, p u ò c o m p o r t a r e e v e n t u a l i a z i o n i c o r r e t t i v e e m o d i f i c h e d e l P i a n o s t e s s o . N e l l ’ a m b i t o d iquesta fase infine deve essere prevista anche la valutazione dei possibili effetti ambientali
di eventuali varianti di Piano.
1.5 LA PARTECIPAZIONE INTEGRATA E LA COPIANIFICAZIONE
Il processo di partecipazione integrata alla VAS viene sviluppato in supporto a l l ’ a m m i n i s t r a z i o n e p i a n i f i c a n t e , s f r u t t a n d o d i v e r s e t i p o l o g i e c o m u n i c a t i v e a l f i n e d iraggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e la validità
del processo. In particolare gli strumenti di informazione che verranno adottati fino al
termine del procedimento sono:
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Comune d i Arnes ano (LE) • incontri pubblici di dibattito con la popolazione e Conferenze di Servizi con enti
territorialmente competenti; • divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS e
raccolta di osservazioni mediante portali web di volta in volta aggiornati con la nuova
documentazione disponibile; • questionari rivolti a tutti i soggetti pubblici e privati che operano sul territorio; • affissione degli avvisi relative alla diverse pubblicazioni e agli incontri in programma.
È prevista la partecipazione e il coinvolgimento dei diversi soggetti durante tutte le fasi
della VAS con diverse finalità, in base alla fase di riferimento del processo di valutazione. A t a l p r o p o s i t o l a c o p i a n i f i c a z i o n e a s s u m e r à u n ’ i m p o r t a n z a p r i m a r i a p e r l a p r o p o s i z i o n e el ’ a d o z i o n e d e l l e s c e l t e p i a n i f i c a t o r i e i n t e r m i n i d i t u t e l a d e l l e r i s o r s e a m b i e n t a l i . E s s a p r e v e d e c h e , s i n d a l l ’ i n i z i o d e l p r o c e s s o d i f o r m a z i o n e d e l P i a n o , s i a t t u i n o f o r m e d ipartecipazione per individuare ed orientare strategie e scelte, esplicitandone le
motivazioni.
Con lo scopo di sostenere interventi condivisi, equi e solidali, fondati sulla conoscenza dei
luoghi e sulla progettualità locale, la copianificazione accompagna sia la formazione che
la gestione del Piano nei suoi passaggi attuativi e nelle sue inevitabili mediazioni e
compensazioni.
In altri termini il governo del territorio s i i s p i r a a l p e r s e g u i m e n t o d e l l ’ i n t e r e s s e p u b b l i c ogenerale attraverso il metodo del confronto tra interessi pubblici e privati, sulla base di
regole procedurali per la partecipazione e di criteri espliciti per le scelte di progetto. N e l l a r i c e r c a d e l l ’ i n teresse pubblico generale, i diversi soggetti coinvolti devono essere
adeguatamente rappresentati e, sotto questo profilo, gli istituti della partecipazione e della
legalità procedimentale acquistano una particolare rilevanza.
Nel frattempo, per questo e per altri motivi, tra i quali la maturazione della coscienza
ambientale, i vari piani per il governo e gestione del territorio sono cambiati nella loro
forma, nei testi che li compongono e in particolare nel rapporto tra la cartografia di piano e
il sistema degli indirizzi normativi. D a u n l a t o i l p i a n o s i s t r u t t u r a s u u n s i s t e m a d i r e g o l e d i l u n g o p e r i o d o , d a l l ’ a l t r o e s s oprevede criteri di scelta che devono potersi adeguare alle caratteristiche dei territori e al
modificarsi del contesto e degli scenari delle relazioni sovralocali.
Alla luce di quanto descritto finora è risultato pertanto di primaria importanza interpellare i
vari attori, pubblici e privati, che operano sul territorio e condividere con essi le scelte
pianificatorie.
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In fase di stesura del RA sono stati interpellati tutti i soggetti istituzionali con competenze
in campo ambientale che parteciperanno attivamente alle strategie di salvaguardia delle
diverse componenti ambientali.
1.6 LA METODOLOGIA VALUTATIVA
Il processo valutativo del Piano Urbanistico Generale in termini di compatibilità ambientale
strategica è possibile schematizzarlo come segue:
a) A n a l i s i d e l l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e
Il Rapporto Ambientale contiene un apposito capitolo dedicato alla descrizione dello stato
attuale delle diverse tematiche ambientali, delle eventuali interferenze c h e l ’ a t t u a z i o n e d e lPiano potrebbe avere su di esse e della partecipazione.
Verranno in definitiva valutare le interazioni del piano con le seguenti componenti
ambientali: • Aria • Acqua • Suolo • Flora, fauna e biodiversità • Paesaggio e patrimonio culturale • Rifiuti • Agenti fisici • Ambiente urbano
b) V a l u t a z i o n e d e l l ’ i n t e g r a z i o n e d e l l a c o m p o n e n t e a m b i e n t a l e n e l P i a n o i l R a p p o r t o A m b i e n t a l e h a i l c o m p i t o d i s p e c i f i c a r e g l i “ o b i e t t i v i d i p r o t e z i o n e a m b i e n tale
stabiliti a livello comunitario, nazionale e regionale pertinenti al Piano ed il modo in cui
durante la sua preparazione si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione a m b i e n t a l e ” c) Analisi della Coerenza interna ed esterna
La coerenza interna mette in relazione gli obiettivi del Piano e gli interventi (azioni) previsti
da esso, valutandone la coerenza reciproca. È una fase importante perché verifica la c o n s e q u e n z i a l i t à n e l l ’ i t e r p r o g r a m m a t i c o e l a c o r r i s p o n d e n z a t r a l e a z i o n i d a r e a l i z z a r e e
le strategie di sviluppo del territorio.
La coerenza esterna mira a valutare rapporti ed interazioni tra il PUG ed altri Piani e/o
Programmi sovraordinati. La valutazione verrà effettuata tenendo conto soprattutto dei
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principali strumenti di pianificazione e programmazione regionale/provinciale che si ritiene
possano avere interazioni dirette o indirette con il PUG, tra cui:• D o c u m e n t o R e g i o n a l e d i A s s e t t o G e n e r a l e ; • D o c u m e n t o S t r a t e g i c o R e g i o n a l e ; • P i a n o d i A s s e t t o I d r o g e o l o g i c o ; • P i a n o R e g i o n a l e d elle Attività Estrattive; • P i a n o E n e r g e t i c o A m b i e n t a l e R e g i o n a l e ; • P i a n o R e g i o n a l e p e r l a G e s t i o n e R i f i u t i ; • P i a n o T e r r i t o r i a l e d i C o o r d i n a m e n t o P r o v i n c i a l e ; • P i a n o P r o v i n c i a l e p e r l a G e s t i o n e R i f i u t i ; • P r o g r a m m a d i S v i l u p p o R u r a l e ; • P i a n o d e l l a M o b i lità; • P i a n o U r b a n i s t i c o T e r r i t o r i a l e T e m a t i c o p e r i l P a e s a g g i o ; • P i a n o P a e s a g g i s t i c o T e r r i t o r i a l e R e g i o n a l e ; • P i a n o d i g e s t i o n e d e l l e a r e e p r o t e t t e e d e i S i t i N a t u r a 2 0 0 0 ; • P i a n o d ’ A m b i t o T e r r i t o r i a l e O t t i m a l e r i s o r s e i d r i c h e ; • P r o g r a m m a d ’ a z i o n e p e r le aree della Direttiva 91/676/CEE; • P i a n o d i r i s a n a m e n t o d e l l a q u a l i t à d e l l ’ a r i a ; • P i a n o d i T u t e l a d e l l e A c q u e ; • P i a n o f a u n i s t i c o -venatorio Provinciale.
d) Valutazione degli impatti e degli effetti: criticità e risposte
Nelle successive fasi di valutazione si sono analizzate le positività e le negatività di
ciascuna componente ambientale; in sintesi sono state individuate le singole criticità e gli
effetti diretti ed indiretti che si potrebbero verificare in caso di attuazione del piano. Tale
valutazione v e r r à e f f e t t u a t a m e d i a n t e l ’ a n a l i s i S W O T . In definitiva è importante individuare le criticità e determinare gli effetti previsti nel breve,
medio e lungo termine, al fine di massimizzare quanto più possibile gli effetti positivi e, nel
contempo, approntare idonee misure di mitigazione e/o compensazione per minimizzare o
eliminare eventuali incidenze negative sulle componenti ambientali coinvolte.
e) Analisi delle alternative
Valutare scenari alternativi da prendere in considerazione rispetto a quanto previsto d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P i a n o . S i è tentato in definitiva di individuare, descrivere e valutare gli e f f e t t i s u l l ’ a m b i e n t e s c a t u r i t i d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P.U.G. ed eventualmente proporre r a g i o n e v o l i a l t e r n a t i v e a l l a l u c e d e g l i o b i e t t i v i e d e l l ’ a m b i t o t e r r i t o r i a le di programmazione.
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f) Monitoraggio e indicatori
Il Rapporto Ambientale prevede la stesura di un piano per il monitoraggio del Piano e la
contestuale scelta di un set di indicatori che consentano di controllare gli effetti derivanti d a l l ’ a t t u a z i o n e d e l P i a n o stesso, individuando tempestivamente impreviste conseguenze
negative su una o più componenti ambientali e riducendone gli impatti mediante l ’ a d o z i o n e d i o p p o r t u n e m i s u r e c o r r e t t i v e , c o m p e n s a t i v e e / o m i t i g a t i v e . Il monitoraggio è pertanto uno strumento che consente di allertare tutti i soggetti attivi
nella pianificazione e nella gestione del territorio in caso di un intervento che produca l ’ a l t e r a z i o n e d e g l i e q u i l i b r i a m b i e n t a l i . E s s o h a i n o l t r e i l c o m p i t o d i f o r n i r e e f f i c a c iindicazioni sulle modalità di ripristino degli equilibri preesistenti.
Gli indicatori utilizzati per descrivere il contesto territoriale in termini di sostenibilità devono
essere coerenti con i set di indicatori proposti a livello internazionale (European
Environment Agency, Eurostat, O.C.S.E.), nazionale (ISTAT, A.P.A.T.) e regionale
(A.R.P.A. Puglia).
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CAPITOLO II
2.1 INTRODUZIONE
La Valutazione Ambientale Strategica è un processo sistematico valutativo delle
conseguenze ambientali di specifiche proposte pianificatorie che, insieme agli elementi
economici e sociali, mira al raggiungimento dello Sviluppo Sostenibile sin dalle prime fasi
del processo decisionale.
Sin dagli anni settanta sono sorte riflessioni sulla limitatezza delle risorse non rinnovabili e
di quelle con un basso tasso di rigenerazione, nonché della capacità dell'ambiente di
assorbire le alterazioni che le attività antropiche provocano su di esso. Il concetto di
sviluppo sostenibile sintetizza dunque un problema di grande complessità, ovvero come
rendere compatibili le esigenze dell'economia e del mercato con la tutela dell'ambiente su
scala locale e globale.
La relazione esistente tra ambiente e sviluppo economico è stata affrontata, per la prima v o l t a , d a i r a p p r e s e n t a n t i d e i g o v e r n i , r i u n i t i s o t t o l ’ e g i d a d e l l ’ O N U , n el 1972 nella C o n f e r e n z a d i S t o c c o l m a s u l l ’ a m b i e n t e u m a n o . D a a l l o r a t a l i p r o b l e m a t i c h e s o n o s t a t esempre più considerate come imprescindibili da qualsiasi modello di sviluppo economico f i n o a l l a C o n f e r e n z a d e l l e N a z i o n i U n i t e s u l l ’ A m b i e n t e e S v i l u p p o , r i u nita a Rio de Janeiro n e l 1 9 9 2 , i n c u i v i e n e d e f i n i t i v a m e n t e a p p r o f o n d i t o e “ c o n s a c r a t o ” i l c o n c e t t o d i s v i l u p p osostenibile. L ’ i m p r a t i c a b i l i t à d e l l ’ a t t u a l e m o d e l l o d i s v i l u p p o e s t e s o a l l ’ i n t e r o p i a n e t a e i lrischio del collasso ambientale che ne derivere b b e ( i n c a p a c i t à d e l l ’ e c o s i s t e m a d isopportare le conseguenze del carico inquinante e del consumo di risorse non rinnovabili)
ha condotto gli organismi internazionali a richiamare i governi centrali e locali ad un
diverso modo di gestione e sviluppo del territorio attraverso una compatibilità sempre m a g g i o r e t r a l ’ a m b i ente e le diverse azioni umane.
La V.A.S. h a d u n q u e i l c o m p i t o d i v a l u t a l ’ e c o -compatibilità di un piano o programma sin
dal principio del processo pianificatorio. Pertanto nel presente capitolo verranno espressi
gli obiettivi prefissati dal proposto Piano Urbanistico Generale di cui successivamente ne v e r r à v a l u t a t a l ’ e c o -compatibilità e la sostenibilità in termini ambientali.
2.2 OBIETTIVI DEL PIANO URBANISTICO GENERALE DI ARNESANO
Sulla base di quanto riportato nel D.P.P. il P.U.G. studia in maniera approfondita e
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dettagliata lo stato di fatto del territorio del Comune di Arnesano. Tuttavia alcune
caratterizzazioni sono subito visibili anche con una prima lettura sommaria e sono quelle
deter m i n a t e d a l l ’ u s o c h e n e g l i u l t i m i 3 0 -40 anni si è fatto del territorio. Q u e s t ’ u l t i m o , c o n s i d e r a t o c o m e r i s o r s a i n e s a u r i b i l e c a p a c e d i m e t a b o l i z z a r e a n c h e l epeggiori trasformazioni, è stato significativamente antropizzato e invaso da infrastrutture,
desertificato, reso sede di discariche di rifiuti (poco biodegradabili), prodotti dai consumi
sempre crescenti.
Fortunatamente è stato al minimo interessato da infrastrutture di forte impatto ambientale,
anche per una presenza vigile che nel tempo ha dovuto contrastare passaggi disinvolti di
elettrodotti di notevole portata su zone abitate o di strade, come lo sdoppiamento della
Lecce – Porto Cesareo, che avrebbero attraversato il territorio del Comune in un ambito di
notevole pregio ambientale per la presenza di colture tradizionali, percorsi rurali, ville
padronali e case coloniche tipiche della Valle della Cupa.
Anche la recente attivazione della fognatura nera cittadina e della rete di distribuzione del m e t a n o m e t t e a l r i p a r o i l s u o l o d a l l ’ a z i o n e i n q u i n a n t e d e i p o z z i n e r i p r i v a t i e l ’ a r i a d a l l eemissioni di combustibili inquinanti.
Verificato che anche il centro abitato ha un buon livello di vivibilità, nonostante una
insufficiente dotazione di verde pubblico, in parte compensata da una discreta quantità di
v e r d e p r i v a t o , p o t r e m m o c o n c l u d e r e c h e A r n e s a n o c o n i l s u o t e r r i t o r i o r a p p r e s e n t a u n ’ o a s ifelice su cui limitarsi a vigilare.
Così sarebbe se non fosse per due rilevanti problematiche: la campagna e il centro
storico. R a p p r e s e n t a n o q u e s t e l ’ i d e n t i t à d e l p aese, due tasselli del pregevole ambito della Valle
della Cupa nel quale fino a qualche decennio fa vivevano in armonia una campagna r i g o g l i o s a e l ’ u o m o c o n i s u o i i n s e d i a m e n t i ; q u e s t i u l t i m i , r u r a l i o u r b a n i c h e f o s s e r o , e r a n ou n t u t t ’ u n o e i n
sinergia con il paesaggio agricolo.
Culture, modi di vivere, scelte politiche ed economiche da rivedere in maniera radicale, h a n n o p o r t a t o a n c h e a d A r n e s a n o , a l l o s v u o t a m e n t o d e l c e n t r o s t o r i c o e a l l ’ a b b a n d o n odella campagna.
Le antiche dimore, non più in grado di soddisfare gli standard abitativi oggi richiesti, sono
state abbandonate e non ancora ripensate. La campagna, dove non è riuscita a rinnovare
colture e organizzazione aziendale, ricercare attività integrative (zootecnia, produzione e
conservazione di prodotti tipici, colture ad alta specializzazione, agriturismo, turismo
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rurale), è stata abbandonata. In questo hanno aiutato le politiche agricole nazionali e
comunitarie che hanno sostenuto lo svellimento dei vigneti, la messa a riposo dei terreni, l ’ i n c e n t i vazione delle colture di girasole, angurie, colza e altre colture stagionali, che se
hanno portato una relativa ricchezza a qualche latifondista, hanno però portato alla d i s t r u z i o n e d e l l ’ a n t i c o e p r e z i o s o p a e s a g g i o a g r i c o l o . P r e z i o s o p e r l a q u a l i t à d e i p r o dotti
offerti, per il paesaggio determinato da un manto vegetazionale che era anche garanzia d e l l a c h i u s u r a d e i c i c l i n a t u r a l i ( c i c l i d e l l ’ a c q u a , d e l l ’ o s s i g e n o , d e l l ’ a n i d r i d e c a r b o n i c a ) . - Obiettivi generici:
1) recupero e valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale;
2) recupero e valorizzazione dei beni storico - artistici e monumentali;
3) m i g l i o r a m e n t o d e l p a t r i m o n i o u r b a n i s t i c o e d i l i z i o n o n s t o r i c o c o n i n t e r v e n t i s u l l ’ e s i s t e n t ee c o n l a p r e d i s p o s i z i o n e “ s t r a t e g i c a ” d e l l e n u o v e e s p a n s i o n i ;
4) previsione di nuove strutture e infrastrutture, che, in simbiosi con il recupero del
patrimonio naturalistico – ambientale e storico artistico monumentale, possano essere di v o l a n o a i p r i n c i p a l i s e t t o r i p r o d u t t i v i s u i q u a l i l ’ e c o n o m i a d e l p a e s e d o v r à p untare:
a) agricoltura e recupero del paesaggio agricolo;
b) ricettività e servizi per il turismo e la vicina università;
c) s e r v i z i p e r g l i a n z i a n i , l ’ i n f a n z i a , i g i o v a n i e d i l t e m p o l i b e r o ;
d) piccola e media impresa artigiana;
e) commercio, anche con proiezione sovracomunale.
- Obiettivi specifici:
1° Obiettivo: Recupero e valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale
Occorrerà predisporre norme e/o azioni utili per la salvaguardia dei beni ambientali di
valore (uliveti secolari, aree vocate a vigneto, aree verdi e piantumazioni di valore,
viabilità rurale, murature a secco, cave storiche) relazionandosi al P.U.T.T. e dando corso a g l i a d e m p i m e n t i d a l l o s t e s s o p r e v i s t i , a i s e n s i d e l l ’ a r t . 5 . L ’ A m m i n i s t r a z i o n e C o m u n a l e h a g i à i n d i v i d u a t o i l “ t e r r i t o r i o c o s t r u i t o ” ( c o m m a 5 . 3 a r t .1.03) e verificato le perimetrazioni degli Ambiti Territoriali Estesi (titolo II) e degli Ambiti
Territoriali Distinti (titolo III) adeguati alla situazione di fatto (Delibera di C.C. n. 17 del
25.5.2006).
Nel territorio di Arnesano risultano presenti e censiti come elementi strutturanti il territorio
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solo il sistema Geomorfologico (N° 10 P.U.T.T.), essendo per il resto il territorio privo di
qualsiasi indicazione; malgrado ciò quasi tutto il territorio comunale risulta classificato c o m e a m b i t o t e r r i t o r i a l e e s t e s o d i t i p o “ C ” ( v a l o r e d i s t i n g u i b i l e l a d d o v e s u s s i s t o n ocondizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche
preesistenti).
Per quel che concerne le cave, così diffuse sul territorio comunale e per le quali si dovrà
far riferimento alle tavole del P.U.T.T. , il P.U.G. dovrà indicare quelle di valore storico e
non, indicando una normativa di recupero ambientale per quelle non storiche e una
normativa di vincolo/salvaguardia, recupero e valorizzazione di quelle storiche creando in
tal modo i presupposti per la previsione di un parco territoriale.
Le aree agricole dovranno essere assimilate ad aree di interesse paesaggistico-
ambientale, costituendo nel loro insieme gli spazi naturali che separano dagli agglomerati
urbani; esse dovranno essere sottoposte a specifica normativa tendente a limitarne le
possibilità di trasformazione. In tali zone agricole si tenderà a privilegiare gli insediamenti
produttivi correlati alle attività agricole e a contenere le funzioni residenziali sempre che le s t e s s e n o n s i a n o d e t e r m i n a t e d a l l ’ a t t i v i t à p r o d u t t i v a d e l l ’ i m p r e n d i t o r e a g r i c o l o .Il P.U.G. avrà cura di elaborare una normativa specifica per gli eventuali nuovi
insediamenti extraurbani che dovranno disporre di una superficie minima di intervento di
un ettaro e ciò al fine di garantire il conseguimento di obiettivi di tutela ambientale e
produttiva del territorio rurale. Gli interventi residenziali di tipo oneroso in zona agricola
potranno essere ammessi per una singola richiesta.
Il ricorso insediativo di abitazioni nel territorio agricolo potrà essere consentito solo nelle
situazioni in cui non si compromettano o alterino i valori ambientali e paesaggistici.
Si dovranno indicare opportunità per l ’ o t t i m i z z a z i o n e d e l l a p r o d u t t i v i t à a g r i c o l a i n f u n z i o n edella propensione dei terreni, delle produzioni specializzate di qualità (es. serre), delle a z i o n i d i s o s t e g n o d e l l a C o m u n i t à E u r o p e a , d e l l e p o s s i b i l i t à e d i n n o v a z i o n i d e l l ’ e c o n o m i aagricola e rurale a t t r a v e r s o l ’ i n t e g r a z i o n e e l a d i v e r s i f i c a z i o n e p r o d u t t i v a d i c u i a l P i t 8 , e i nvia generale le azioni dovranno puntare alla ricostituzione di un ambiente agricolo di alta
qualità ambientale. I n d i c a r e l e p o s s i b i l i t à d i i n t e g r a z i o n e d e l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a con altre attività (es. agriturismo,
turismo rurale ) e prevedere quindi la possibilità dello sfruttamento a fini turistico-ricettivi
degli edifici rurali (case coloniche, ville padronali, borghi antichi) per i quali l ’ A m m i n i s t r a z i o n e d o v r à f o r n i r e i n c e n t ivi e strumenti di fiscalità agevolata.
Il P.U.G., al fine di perseguire uno sviluppo sostenibile, dovrà connotarsi per un approccio
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Comune d i Arnes ano (LE) e c o l o g i c o , p r o m u o v e n d o , n o n s o l o p e r m o t i v i d i r i s p a r m i o e n e r g e t i c o , l ’ u s o d i f o n t irinnovabili di energia sia per la pubblica amministrazione e sia per i singoli cittadini e le i m p r e s e ; i n p a r t i c o l a r e l e n o r m e t e c n i c h e d e l p i a n o d o v r a n n o p r e v e d e r e l ’ o b b l i g o d e l l apredisposizione, in fase progettuale degli impianti idrici ed elettrici degli edifici di nuova
costruzione o nei casi di ristrutturazione di edifici esistenti di ristrutturazioni ( domestici o a r t i g i a n a l i ) , p e r l ’ i n s t a l l a z i o n e d i t e c n o l o g i e c h e u t i l i z z a n o f o n t i d i e n e r g i a r i n n o v a b i l i , q u a l ii panelli solari o i pannelli fotovoltaici.
Secondo quando previsto dal Reg o l a m e n t o r e g i o n a l e 2 2 a g o s t o 2 0 0 6 , n . 1 3 “ M i s u r eu r g e n t i p e r i l c o n t e n i m e n t o d e l l ’ i n q u i n a m e n t o l u m i n o s o e p e r i l r i s p a r m i o e n e r g e t i c o ” i lC o m u n e d i A r n e s a n o s i d o t e r à d i u n p i a n o p e r l ’ i l l u m i n a z i o n e a b a s s o i m p a t t o a m b i e n t a l ee per il risparmio energetico per tendere ad un sviluppo sostenibile e a migliorare la
qualità della vita.
2° Obiettivo: Recupero e valorizzazione dei beni storico - artistici e monumentali.
· R e d a z i o n e d e l l ’ e l e n c o d e i b e n i s o t t o p o s t i o d a s o t t o p o r r e a v i n c o l o d i t u t e l a .
· Elaborazione d e l l e t i p o l o g i e d ’ i n t e r v e n t o p e r l e c o n s i s t e n z e d ’ i n t e r e s s e s t o r i c oartistico – monumentale isolate fuori dalle aree perimetrale.
· I n d i c a z i o n e d i a z i o n i “ s t r a t e g i c h e ” ( p e r a l t r o i n d i c a t e a n c h e n e i P i a n i d i R e c u p e r o )tese al recupero e/o riqualificazione dei beni architettonici, storici, artistici.
3° Obiettivo: Miglioramento del patrimonio urbanistico edilizio non storico con i n t e r v e n t i s u l l ’ e s i s t e n t e e c o n l a p r e d i s p o s i z i o n e “ s t r a t e g i c a ” d e l l e n u o v eespansioni.
Il patrimonio urbanistico – edilizio non storico per il quale il P.U.G. s i p o n e l ’ o b i e t t i v o d e lmiglioramento è costituito dalle seguenti zone omogenee già tipizzate dal P. di F. vigente:
· Zone di completamento. Con caratteri architettonici tradizionali (volta, prospetti
tinteggiati con modanature in pietra leccese), per le quali:
a) si confermerà la normativa dei piani particolareggiati, che prevede il
mantenimento delle volte e dei caratteri architettonici esistenti, con possibilità
di demolire eccezionalmente solo una volta per la creazione di collegamenti
verticali necessari alla sopraelevazione che dovrà armonizzarsi con i caratteri
architettonici del piano terra;
b) s i p r o p o r r a n n o s o l u z i o n i d i a r r e d o u r b a n o c h e i n t r o d u c a n o u n p o ’ d i v e r d emancante e in qualche caso servirà come cortina utile a dare maggior dignità
a situazioni edilizie morfologicamente povere e/o confuse;
c) si cercherà di aumentare e migliorare servizi e standard al loro interno o
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nelle zone immediatamente vicine.
· Zone di completamento recenti. Sono quelle tipizzate B1 (con esclusione di quelle
di cui al punto precedente) e B2 dal P. di F. vigente. Le B1 sono dotate di piani
particolareggiati ; per le zone B2 è già prevista una normativa collaudata e
sufficiente. Per le aree libere in zona B2 il P.U.G.. dovrà individuare i perimetri nei
quali non risulta realizzato il sistema infrastrutturale. Per queste zone si dovranno
ricercare soluzioni di arredo urbano, servizi e standard come per le aree
precedenti.
· • Zone di completamento con lottizzazione convenzionata. Sono le zone tipizzate d ’ e s p a n s i o n e d e l P . d i F . vigente in corso di saturazione (con qualche eccezione c o m e l a z o n a d ’ e s p a n s i o n e s u l l a v i a p e r M o n t e r oni). Sono sufficienti standard e
servizi. Per queste zone il P.U.G. farà propria la normativa del PUE e proporrà
soluzioni di arredo urbano.
· N u o v e z o n e d ’ e s p a n s i o n e . V e r i f i c a t a i n m a n i e r a p u n t u a l e l ’ o f f e r t a v o l u m e t r i c a d e l l e d i v e r s e z o n e ( c e n t r ostorico, zone di completa m e n t o , z o n e d ’ e s p a n s i o n e ) d e l P . d i F . ancora disponibili,
che risulta essere di circa 160.000 mc. , è ev i d e n t e c h e l ’ i m p o s t a z i o n e d e l P.U.G. n o n p o t r à c h e e s s e r e q u e l l e d i g e n e r a r e u n a s t r u m e n t a z i o n e “ d i q u a l i t à ” e n o n d i“ q u a n t i t à ” , i n t e s a s i a i n t e r m i n i d i r e p e r i m e n t o d i a r e e d i c u i a l D . M . 1 4 4 4 / 6 8 , s i a i ntermini valorizzazione e recupero del patrimonio esistente (naturalistico-
ambientale, storico-artistico, edilizio in genere). F a t t o s a l v o i l p r i n c i p i o d i “ d i r i t t i a c q u i s i t i ” , i n t e s o s i a c o m e o n e r i c h e c o m e o n o r i ,occorrerà procedere ad una pianificazione che contempli una ritessitura-
riammagliatura migliorativa e qualificante tra il paese e il Rione Riesci, al fine di
pervenire ad un continuum tra i due insediamenti. Tale parte di territorio dovrà
configurarsi come il terzo centro di interesse socio-economico-culturale del paese,
ove saranno ubicati i servizi di interesse comunale (area mercatale, verde
attrezzato per circhi equestri, spettacoli viaggianti ecc, verde di quartiere, arredo
urbano e/o attrezzato).
Inoltre si dovranno individuare in tale parte di territorio le aree di cui al D.M.
1444/68 rivenienti dai comparti perequativi e in quantità tali da compensare il
deficit che si registra nello stato di fatto e nella zonizzazione del P. di F. vigente.
Il P.U.G. dovrà inoltre attenersi alle seguenti indicazioni:
a) ubicare gli spazi pubblici in modo che tutte le aree del centro abitato ne
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possano essere servite e predisporre una normativa atta a far si che gli
strumenti attuativi con i quali il P.U.G. avrà attuazione, realizzino una valida
integrazione compositiva tra residenza, spazi pubblici e servizi;
b) realizzare una viabilità il più possibile lineare, interrotta da svincoli frenanti e
rondò al fine di garantire maggior sicurezza in corrispondenza degli incroci più
pericolosi e tesa ad invertire i flussi di traffico che da centrifugo dovrà
diventare centripeto. I nuovi spazi urbani dovranno essere dotate di sedi viarie l a r g h e c o n s p e c i f i c a p r e v i s i o n e d i p i s t e c i c l a b i l i c h e r a p p r e s e n t a n o l ’ o c c a s i o n ep e r i n i z i a r e a r a g i o n a r e s u l m i g l i o r a m e n t o d e l l a q u a l i t à d e l l ’ a m b i e n t e u r b a n oanche per ciò che riguarda il problema del traffico. Un attenzione particolare
va posta al miglioramento dei collegamenti con la Tangenziale Ovest;
c ) c u r a r e l ’ a r r e d o u r b a n o c o n e l e m e n t i d i a r r e d o e a l b e r a t u r e i n t e r v e n e n d oa n c h e n e l l ’ a b i t a t o e s i s t e n t e o v u n q u e p o s s i b i l e e d in particolare prevedendo un
centro storico elegante e accogliente;
d) prevedere le aree per edilizia economica e popolare con un minimo del 4 0 % d e l l ’ o f f e r t a d i p i a n o d i e d i l i z i a r e s i d e n z i a l e s u t u t t e l e a r e e d ’ e s p a n s i o n esalvo situazioni particolari;
e) proporre soluzioni progettuali realmente fattibili e realizzabili d a l l ’ A m m i n i s t r a z i o n e a c o s t i c o n t e n u t i c o n u n a m i r a t a p o l i t i c a d e i c o m p a r t i .
· Fabbisogno di edilizia produttiva
Il fabbisogno di edilizia produttiva ad Arnesano è espresso dalla piccola e media
impresa artigiana, dalle attività storiche connesse all'edilizia (muratori, intonacatori,
impiantisti, falegnami, fabbri) e di servizio (meccanici, carrozzieri, calzolai, sarti, p a r r u c c h i e r i ) ; d a q u a l c h e d e c e n n i o s i s o n o a g g i u n t e l e c o n f e z i o n i d ’ a bbigliamento
e qualche altra attività di nicchia.
Sono attività che non producono inquinamento e sono compatibili con la
residenza.
Per le attività artigianali, il piano predisporrà aree a destinazione mista residenziale
tra il P.I.P. già esistente e il centro abitato e/o nelle immediate vicinanze, tenendo
conto anche delle potenzialità di nuovi insediamenti produttivi legati alla presenza
del vicino distretto tecnologico universitario ed in particolare alle numerose
imprese ad elevata tecnologia ( biomedicale, componentistica, aeronautica , ecc. )
che collaborano in modo sempre più stretto con tale polo. U n ’ a r e a a d e s t i n a z i o n e m i s t a c o m m e r c i a l e – residenziale verrà proposta sulla
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Lecce - P o r t o C e s a r e o c o n a c c e s s o d a l l ’ i n t e r n o d e l c e n t r o a b i t a t o a t t r a v e r s o la
viabilità già esistente o prevista dal P. di F.
4° Obiettivo: Previsione di nuove strutture e infrastrutture
· I l p u n t o r e l a t i v o a l l ’ a g r i c o l t u r a e r e c u p e r o d e l p a e s a g g i o a g r i c o l o h a t r o v a t orisposta nel precedente obiettivo 1 e per quel che riguarda la piccola e media i m p r e s a a r t i g i a n a e i l c o m m e r c i o , l ’ U n i v e r sità nel precedente obiettivo 3.
· Relativamente alla ricettività e servizi per il turismo, si ritiene, come detto prima,
che vadano sviluppate al massimo le potenzialità offerte dal nostro territorio; infine, s i r i t i e n e d i i n d i v i d u a r e c o m e z o n a p e r l ’ i n s e d i a m e n t o d i s t r u t t u r e d e s t i n a t e as e r v i z i p e r g l i a n z i a n i , l ’ i n f a n z i a , i g i o v a n i e i l t e m p o l i b e r o , q u e l l a t r a A r n e s a n o e iR i e s c i i n c o n s i d e r a z i o n e d e l l ’ o b i e t t i v o s o p r a c i t a t o d i p e r v e n i r e a d u n c ontinuum
urbano tra i due centri abitati.
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CAPITOLO III
3.1 RAPPORTO SULLO STATO DEI SISTEMI AMBIENTALI
Arnesano è un comune del Salento centrale e p r e s e n t a u n ’ e c o n o m i a b a s a t a s o p r a t t u t t os u l l ’ a g r i c o l t u r a e s u l l ’ a r t i g i a n a t o . Esso si estende su un territorio di 13,47km² e si colloca
al centro di una delle più ampie depressioni carsiche della geomorfologia salentina detta “ V a l l e d e l l a C u p a ” , p u n t e g g i a t a d i c a s e s p a r s e e d i v i l l e p a d r o n a l i . Il Comune conta poco
meno di 4.000 abitanti.
Gli elementi di sensibilità e criticità ambientale rilevati sul territorio comunale, desunti
dalla consultazione ed elaborazione dei dati ambientali disponibili, sono raggruppati nei
tematismi di seguito riportati:
· Aria
· Acqua
· Suolo
· Flora, fauna e biodiversità
· Paesaggio e patrimonio culturale
· Rifiuti
· Agenti fisici
· Ambiente urbano
Le suddette componenti ambientali verranno di seguito singolarmente analizzate (gradi di
impatto delle trasformazioni), riportando le eventuali interferenze col Piano e proponendo
un set di indicatori proposti per l'analisi ambientale dello scenario di riferimento (situazione
attuale) e di quelli supposti (all'attuazione del piano, in assenza di piano, le alternative).
3.2 ARIA
I mutamenti climatici sono le variazioni a livello globale del clima della Terra (cambiamento
dei valori medi o delle variazioni rispetto la media). Essi si producono a diverse scale
temporali su tutti i parametri meteorologici: temperature (massima e minima),
precipitazioni, nuvolosità, temperature degli oceani. Sono dovuti a cause naturali e negli
ultimi secoli, in parte, ad opera dell'uomo mediante l'attività industriale .
Il sistema industriale e produttivo pugliese si caratterizza per la concentrazione dei
maggiori stabilimenti nelle aree di Brindisi e Taranto.
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Nella Provincia di Lecce i livelli di concentrazione in atmosfera di SO2, CO e benzene
sono ampiamente inferiori ai limiti fissati dalla normativa a tutela della salute umana,
mentre PM10, NO2 e ozono costituiscono ancora delle criticità.
3.2.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema
Dal punto di vista meteorologico Arnesano rientra nel territorio del Salento orientale che
presenta un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie
di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9
°C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +24,7 °C. Le precipitazioni,
frequenti in autunno ed in inverno, si attestano attorno ai 626 mm di pioggia/anno. La
primavera e l'estate sono caratterizzate da lunghi periodi di siccità.
Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del Salento orientale sono influenzati
fortemente dal vento attraverso correnti fredde di origine balcanica, oppure calde di
origine africana.
Di seguito si riportano i dati climatici relativi alla stazione termo-pluviometrica di Lecce
(fonte: Annali Idrologici, parte I, dell'Ufficio Idrografico e Mareografico di Bari).
Tab. 1 – Valore delle temperature massime, medie e minime suddivise per mensilità. Il periodo di osservaz i o n e è r i f e r i t o a l t r e n t e n n i o ’ 7 4 – ’ 0 4
Stazione metereologica di LECCE
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
°C min 6,4 6,5 8,1 10,2 14,1 17,9 20,3 20,8 17,5 14,6 10,8 7,6
°C Max 13,1 13,3 15,6 18,0 22,9 27,2 29,8 30,2 25,9 21,9 17,4 14,0
°C MED 9,8 9,9 11,9 14,1 18,5 22,6 25,1 25,5 21,7 18,2 14,1 10,8
Tab. 2 – Valore delle precipitazioni suddivise per mensilità. Il periodo di osservazione è r i f e r i t o a l t r e n t e n n i o ’ 7 4 – ’ 0 4
Stazione metereologica di LECCE
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
mm 68 56 62 56 28 18 20 30 48 86 103 79
giorni 8 7 7 7 4 3 2 3 4 7 9 9
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Comune d i Arnes ano (LE) P e r q u a n t o r i g u a r d a l o s t a t o d i f a t t o s u l l e i n q u i n a n t i p r e s e n t i n e l l ’ a r i a s i s o n o e s t r a p o l a ti i
dati pubblicati nel Piano R e g i o n a l e s u l l a Q u a l i t à d e l l ’ A r i a ( P RQA). I valori e le letture f a n n o r i f e r i m e n t o a l l ’ a n n o 2 0 0 5 .
La centralina di rilevamento dati di Arnesano si colloca nel Rione Riesci; essa rientra nella
zona D ( o c o s i d d e t t a “ Z o n a d i M a n t e n i m e n t o ” v a l i d a p e r i 2 2 2 c omuni nei quali non si
rilevano valori di q u a l i t à d e l l ’ a r i a critici, né la presenza di insediamenti industriali di rilievo),
è una stazione situata in ambiente suburbano e soggetta al traffico veicolare.
I valori monitorati dalla centralina sono riferiti a NO2, SO2 e PM10.
Il biossido di azoto (NO2) in atmosfera si forma per ossidazione del monossido di azoto
prodotto nei processi di combustione. Nel 2005 si sono registrati superamenti diffusi del l i m i t e a n n u a l e ( V L ) d i 4 0 u g / m3, mentre il valore limite incrementato del margine di
tolleranza (MDT) p e r i l 2 0 0 5 e r a p a r i a 5 0 u g / m3. Nel comune di Arnesano non si
segnalano superamenti di questa soglia, anzi il valore medio annuo sul territorio comunale
è pari a 1 2 u g / m3. L ’ i n t r o d u z i o n e d e l l e m a r m i t t e c a t a l i t i c h e , l ’ u s o d i c o m b u s t i b i l i a b a s s o t e n o r e d i z o l f o eb e n z e n e , l ’ a d o z i o n e d i p r o c e s s i d i combustione più efficienti negli autoveicoli hanno
efficacemente contribuito a ridurre le concentrazioni di inquinanti in atmosfera per
benzene e biossido di zolfo (SO2). Il tenore medio annuo di SO2 rilevato dalla centralina di A r n e s a n o s i a t t e s t a s u l v a l o r e d i 1 u g / m3.
Il PM10 o polveri sottili è l ’ i n s i e m e d e l l e p a r t i c e l l e c o n d i a m e t r o i n f e r i o r e a 1 0 u m , o v v e r odelle polveri inalabili, in grado di r a g g i u n g e r e l ’ a r e a b r o n c h i a l e d e l l ’ a p p a r a t o r e s p i r a t o r i o . I lmonitoraggio di questo inquinante in nessuna delle postazioni di misura si è superato il l i m i t e s u l l a m e d i a a n n u a d i 4 0 u g / m 3. Nel Comune di Arnesano ha un valore medio annuo
nel 2005 pari a 30 u g / m 3. Nello stesso arco temporale di monitoraggio il superamento del
valore limite giornaliero è avvenuto per 11 volte. P e r c i ò c h e r i g u a r d a l ’ o z o n o O 3 Arnesano come nelle previsioni del rapporto regionale
sullo stato d e l l ’ a r i a d e l 2 0 0 5 n o n è d a c o n s i d e r a r s i a r i s c h i o c o n v a l o r i c o m p r e s i n e l l afascia 0- 9 5 u g / m3.
3.2.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.
Così come previsto dal PRQA il comune di Arnesano rientra nella Zona di Mantenimento
(zona D) del predetto Piano, ovvero tra quei 222 Comuni per i quali è necessario
applicare azioni che mantengano per lo meno stabili gli attuali l i v e l l i d i q u a l i t à d e l l ’ a r i a .
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Comune d i Arnes ano (LE) C o n s e r v a r e l ’ a t t u a l e s t a t oe pertanto non essere tra le aree urbane con particolare criticità n o n p r e g i u d i c a l ’ e v e n t u a l e v o l o n t à d i m i g l i o r a r e l a s i t u a z i o n e e s i s t e n t e .
Il P.U.G. non prevede esplicitamente misure votate al diretto controllo e mantenimento d e l l a q u a l i t à d e l l ’ a r i a s u l t e r r i t o r i o c o m u n a l e , t u t t a v i a i l Piano di Risanamento della Qualità d e l l ’ A r i a i n d i v i d u a a l c u n e m i s u r e strategiche di recupero, finalizzate al rispetto degli attuali l i m i t i d i q u a l i t à d e l l ’ a r i a . N e l l o specifico sono individuate quattro linee di intervento generali
a cui il Piano Urbanistico potrà ispirarsi nella sua fase attuativa:
· Miglioramento della mobilità nelle aree urbane;
· Riduzione delle emissioni da impianti industriali;
· Sviluppo delle politiche di educazione e comunicazione ambientale;
· In t e r v e n t i p e r l ’ e d i l i z i a .
3.2.3 La partecipazione pubblica e privata
Sono stati espressi dubbi e preoccupazioni su un possibile aumento del particolato fine
(PM10 ) c h e p o t r e b b e v e r i f i c a r s i a l l ’ i n t e r n o d e l c e n t r o u r b a n o e s o p r a t t u t t o l u n g o l ’ a s s eviario Monteroni – Leverano (strada vicinale Spinella/S.P.119). La suddetta strada
provinciale è infatti spesso soggetta ad intenso traffico veicolare stagionale (periodo
estivo) e a traffico pesante.
3.3 ACQUA
Lo sviluppo demografico, la crescita della produzione e altre innumerevoli attività
antropiche hanno condotto ad un sovrasfruttamento delle risorse idriche regionali. Si
dovranno pertanto individuare idonee metodologie di supporto all'utilizzo razionale della
componente acqua.
Risulta pertanto necessario stabilire un set di indicatori e di indici di qualità ambientale per
analizzare le dinamiche in atto relative a tale risorsa e porre indicazioni sugli utilizzi
prossimi.L e A c q u e “ i n t e r n e ” s o n o r a p p r e s e n t a t e p r e v a l e n t e m e n t e d a a c q u e s u p e r f i c i a l i d i c o r s id ’ a c q u a , l a g h i n a t u r a l i o a r t i f i c i a l i e d a a c q u e s o t t e r r a n e e . L a v e r i f i c a d e l l ostato
ambientale di queste acque è articolata in tre temi ambientali principali:
a) Qualità dei corpi idrici;
b) Risorse idriche e usi sostenibili;
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c) Inquinamento delle risorse idriche.
3.3.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema
A) Acque superficiali
Data la natura delle rocce affioranti, non si riscontrano nel territorio di Arnesano elementi
idrologici superficiali rilevanti, limitandosi gli stessi ad alcune lievi incisioni, spesso non
ben definite e attive solo in occasione di eventi meteorici significativi. D a l p u n t o d i v i s t a i d r o g r a f i c o , l ’ a r e a r i c a d e a l c o n f i n e d i t r e d i v e r s i b a c i n i e n d o r e i c i ,codificati nel Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) con le sigle:
- R16-204 (Lequile- M a r t a n o ) ; l ’ e s t e n s i one è di 271 Km2 (Fig. 1);
- R16-206 (Copert i n o ) ; l ’ e s t e n s i o n e è d i 8 2 K m 2;
- R16-210 (Carmi a n o ) ; l ’ e s t e n s i o n e è d i 8 8 K m 2.
Il territorio di Arnesano è situato quindi in corrispondenza di un vasto bacino endoreico, d o v e l e u n i c h e v i e p o s s i b i l i p e r l ’ e v a c u a z i o n e d e l l e a c q u e m e t e o r i c h e s o n orappresentate d a l l ’ i n f i l t r a z i o n e n e l s o t t o s u o l o , s i a a r e a l e c h e c o n c e n t r a t a i n c o r r i s p o n d e n z a d e g l i
inghiottitoi carsici. E ’ e v i d e n t e c h e i n t a l e c o n t e s t o i d r o g e o l o g i c o , g l i e v e n t i p i o v o s i p i ù s i g n i f i c a t i v i p o s s o n op r o v o c a r e l ’ a l l a g a m e n t o d e l l e a r e e p i ù d e p r e s s e e p e r t a n t o l ’ A u t o r i t à d i B a c i n o d e l l aRegione Puglia, in seguito ad uno studio idraulico, ha giustamente perimetrato alcune
aree individuate nella seguente cartografia.
B) Acque sotterranee R e l a t i v a m e n t e a l l e c a r a t t e r i s t i c h e i d r o g e o l o g i c h e d e l l ’ a rea in esame, le osservazioni e le
indagini eseguite portano alla conclusione che la circolazione idrica sotterranea si esplica
con modalità differenti a seconda che interessi i terreni pleistocenici o il basamento
carbonatico. Pertanto, si può affermare che nella zona in esame esistono due diversi
acquiferi: uno superficiale ed uno profondo.
La falda idrica superficiale è contenuta nelle sabbie pleistoceniche ed è presente in m a n i e r a c o n t i n u a s o l o n e l l ’ e s t r e m a p o r z i o n e s u d o c c i d e n t a l e d e l t e r r i t o r i o d i A r n e sano, m e n t r e n e l l a p a r t e c e n t r a l e d e l t e r r i t o r i o , d a t o l ’ a l t o c o n t e n u t o i n f i n e g i à a p a r t i r e d a l l as u p e r f i c i e , r e n d e p o s s i b i l e l ’ e s i s t e n z a d i l i v e l l i a c q u i f e r i s o l o i n c o r r i s p o n d e n z a d i l e n t is a b b i o s e , d i s t r i b u i t e i n m a n i e r a d i s c o n t i n u a a l l ’ i n t e r n o d i s t rati argilloso-sabbiosi e limosi.
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Fig. 1 – Tavola 1.4 del Piano di Tutela delle Acque
Fig. 2 – Aree particolarmente soggette ad allagamento (Autorità di Bacino – Reg. Puglia)
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Ad esempio, si riporta quanto riscontrato d u r a n t e l ’ e s e c u z i o n e d i u n c a r o t a g g i o p e r s c o p i
geotecnici eseguito nel centro di Arnesano (Palazzo Marchesale) dove un livello idrico è
stato rinvenuto a profondità comprese tra circa 2 e 4,5 m dal piano campagna.
La ricostruzione precisa della superficie freatica pertanto, è possibile solo in c o r r i s p o n d e n z a d e l l ’ a r e a s u d o c c i d e n t a l e d e l t e r r i t o r i o e s a m i n a t o e , i n l i n e a c o n q u a n t oriportato dal PTA regionale (Fig. 3).
Fig. 3 – Isofreatiche della falda superficiale (fonte: Piano Tutela Acque)
La falda profonda permea la formazione calcareo-dolomitica fessurata e carsificata del C r e t a c e o . E ’ u n a c q u i f e r o d i t i p o c o s t i e r o , i n q u a n t o s o s t e n u t o d a l l e a c q u e s a l a t e d iintrusione continentale, ed ha come livello superiore una superficie disposta poco al di s o p r a d e l l ’ o r i z z o n t e m a r i n o . T a l e f a l d a c i r c o l a a p e l o l i b e r o s e a l l a s u d d e t t a q u o t a s irinvengono formazioni permeabili, o in pressione se formazioni impermeabili si spingono
nel sottosuolo fino a profondità inferiori al livello marino.
Per ciò che riguarda le caratteristiche chimico-fisiche della falda profonda nella tabella
seguente si riportano i valori dei parametri chimici, fisici e batteriologici delle acque dei
Isofreatica faldasuperficiale (m slm)
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pozzi di monitoraggio che attingono nella falda profonda, così come risultano dalle analisi
eseguite su campioni prelevati in 10 pozzi ubicati nel territorio di Arnesano.
Fig. 4 – Carta della falda profonda (fonte: PTA integrazione di PUG dal dott. M. Orlando)
Dalle analisi emerge che le acque di falda, nel territorio in esame, rientrano, sulla base d e l l a t a b e l l a 2 0 d e l l ’ A l l e g a t o 1 d e l D . L g s . n . 1 5 2 d e l l ’ 1 1 m a g g i o 1 9 9 9 , n e l l e c l a s s ichimiche 2, 3 e 4; la classe 3 è quella riscontrata nel maggior numero di pozzi. Per quanto
riguarda lo stato chimico, risulta quindi che la falda è sottoposta ad “ I m p a t t o a n t r o p i c osignificativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali d i c o m p r o m i s s i o n e ” .
Tab. 3 – Analisi chimico-fisiche di pozzi di falda profonda (fonte: Comune di Arnesano)
Parametro u.m. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
pH U.pH 8,08 7,93 8,12 7,74 7,83 8,28 7,67 7,4 8,17 7,92
Cond. ¾ S/cm 996,7 953,6 1107 1565 1463 1006 773 954 667 1127
Durezza °F 24,7 30,15 31,5 38,55 40,32 26,26 26,89 35,65 17,64 47,76
Sodio mg/l 33 33 60 107 103 62 32 48 24 43
Magnesio mg/l 20 22 25 30 27 11 4 15 4 11
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3.3.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.
Il Piano di Tutela Acque della Regione Puglia, ha fissato gli obiettivi di qualità delle acque
sotterranee da raggiungere per il 2015 (Tab. 4).
Per il raggiungimento di tali obiettivi è necessario predisporre strumenti che favoriscano
il riutilizzo delle acque anche piovane, limitino i prelievi, prescrivano che le acque reflue
e quelle di dilavamento siano smaltite con sistemi idonei. Tali obiettivi potrebbero
interferire, anche se in forma piuttosto lieve, con la programmazione del Comune di
Arnesano.
Possibili interferenze col P.U.G. potrebbero però scaturire soprattutto dalla presenza di a r e e c o m u n a l i s u s c e t t i b i l i a l l ’ allagamento.
Parametro u.m. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Calcio mg/l 66 84,5 85 105 117 87 101 118 64 173
Potassio mg/l 1 1 3 5 8 2 2 4 1 2
Ammon. mg/l <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4 <0,4
Cloruri mg/l 120 68,5 118 228 183 130 60 83 54,5 62,5
Fluoruri mg/l 240 <100 235 480 290 610 164 <100 <100 <100
Nitrati mg/l 35 34 35 21 47 35 84 34,5 28 87
Solfati mg/l 21 22 20 21 29 13 20 11 11 55
Fosforo tot. mg/l 0,07 0,07 0,06 0,07 0,06 0,04 0,05 0,06 0,06 0,07
Arsenico ¾ g/l <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05 <0,05
Cadmio ¾ g/l <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1
Piombo ¾ g/l <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1
Cromo ¾ g/l <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1
Colif. Fec. UFC/100ml 3 0 0 0 0 0 - 2 >300 0
Batteri col. UFC/100ml 210 170 0 0 20 60 290 0 >300 0
Esch. Coli UFC/100ml 0 0 0 0 0 3 0 0 >300 0
Enterococc. UFC/100ml 0 0 0 0 0 3 3 0 >300 0
classificazione 3c 3c 3c 2c 3c 3c 4c 3c 3c 4c
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Tab. 4 – Obiettivi di qualità delle acque sotterranee fissati col PTA
3.3.3 La partecipazione pubblica e privata
I portatori di interesse e gli Enti competenti in materia ambientale non hanno manifestato
particolare interesse in merito alle possibili interazioni tra il Piano Urbanistico e il presente
comparto ambientale.
3.4 SUOLO
In Puglia è accertata una massiccia presenza dell'uomo che sin dal neolitico ed è da
allora che egli modifica il territorio per poter sviluppare le primordiali attività produttive
(agricoltura e pastorizia). Tali modificazioni, associate ai naturali fenomeni di erosione e
ruscellamento, hanno portato ad una elevata sensibilità della componente suolo nei
confronti di determinati fenomeni ambientali (desertificazione, erosione, contaminazione,
dissesti idrogeologici).
La salvaguardia del suolo pone gli enti pianificatori a puntare verso obiettivi come definire
i fattori che determinano o influenzano la vulnerabilità dei suoli e mappare le aree
vulnerabili del territorio soggetto al piano con l'intento di definire una distribuzione spaziale
delle aree a rischio mediante l'assegnazione di indici di vulnerabilità.
Nel Salento i dissesti del suolo si possono avere solo in alcuni tratti costieri dell'adriatico
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(crolli per instabilità dei versanti rocciosi), mentre nelle aree interne piccoli distacchi e
crolli sono riscontrabili solo in corrispondenza delle Serre.
Il fenomeno della desertificazione invece è determinato da diversi fattori legati a
caratteristiche intrinseche del territorio (clima, suolo e morfologia) ma anche alle attività
antropiche e a fattori ad esse connessi (distruzione della copertura vegetale, agricoltura
intensiva, sovrasfruttamento delle risorse idriche, etc.).
Altro fenomeno che mina la componente suolo è lo sversamento, soprattutto per cause
antropiche, di sostanze contaminanti (inquinanti acidi, metalli pesanti, composti organici).
Tutte queste sostanze provocano modificazioni spesso irreversibili delle proprietà fisiche,
chimiche e biologiche dei suoli.
Sulla tematica suolo verranno valutati soprattutto i seguenti aspetti:
a) Geologia e Geomorfologia;
b) Stratigrafia e Litologia;
c) Uso del Suolo;
d) Inquinanti.
3.4.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema
a) Geologia e Geomorfologia
Il territorio del Comune di Arnesano, si colloca nella parte nordoccidentale del Salento, ed o c c u p a l a p a r t e c e n t r a l e d i u n a d e p r e s s i o n e c o m p r e s a t r a l ’ e s t r e m o l e m b o s u d -orientale d e l l a p r o v i n c i a d i B r i n d i s i e l a m e d i a c o s t a a d r i a t i c a l e c c e s e , d e l i m i t a t a a N d a l l ’ a g r o d iSan Pietro ed a Sud dal territorio giurdignanese-otranti n o . A l l ’ i n t e r n o d i q u e s t adepressione, il De Giorgi, nella sua Descrizione fisica, geologica e idrografica della prov.
d i L e c c e , i n d i v i d u a u n a d e p r e s s i o n e l o n g i t u d i n a l e d ’ o r i g i n e c a r s i c a d e f i n i t a Valle della
Cupa . U n ’ a r e a p r i v a d i c a r a t t e r i s t i c h e t a l i d a e videnziarne i limiti, i quali sono ancora o g g e t t o d i d i s c u s s i o n e ; c h i l ’ i d e n t i f i c a s o l o c o n l ’ a g r o d i A rnesano comprensivo dei picchi p i ù b a s s i , c h i l ’ e s t e n d e a t u t t o i l t e r r i t o r i o c o m p r e s o t r a S a l i c e e G a l u g n a n o . I n d e f i n i t i v atali confini possono essere d e l i n e a t i d a l l ’ i s o i p s a d i 3 8 , 0 0 ÷ 4 0 , 0 0 m e t r i s l m , p e r u n ’ a r e ad e l i m i t a t a a N E d a l l a S e r r a d i S a n t ’ E l i a ( 5 8 , 0 0 m e t r i ) , d a M o n t e d ’ O r o ( 6 0 , 0 0 m e t r i ) e d aRudiae, al di là dei quali si trovano i comuni di Squinzano (48,00 metri), Trepuzzi (54,00
metri) e Lecce (50,00 metri), e delimitata ad Ovest da una corona di comuni che le stanno
a ridosso: San Donaci, Veglie, Guagnano, Salice, Leverano e Copertino, storicamente e
culturalmente affini alla Valle della Cupa. Al suo interno compaiono Monteroni, San Pietro,
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Lequile, San Cesario e Cavallino a quote comprese tra 38,00 e 40,00 metri slm; Campi,
Novoli, Carmiano e Magliano tra 30,00 e 35,00 metri slm; Arnesano tra 29,00 e 32,00
metri slm, nel cui agro viene toccato il picco minimo di 17,00 metri. L ’ a t t u a l e c o n f i g urazione morfologico-strutturale è la risultante di una serie di vicissitudini t e t t o n i c h e e p a l e o g e o g r a f i c h e c h e h a n n o i n t e r e s s a t o l ’ i n t e r o S a l e n t o a p a r t i r e d a l l ’ E o c e n ee che hanno dislocato, con una serie di faglie dirette, la Piattaforma Apula mesozoica v e n e n d o a c o s t i t u i r e u n a s e r i e d i s t r u t t u r e r i a l z a t e ( “ H o r s t ” ) e d e l l e a r e e r i b a s s a t e( “ G r a b e n ” ) . Dal punto di vista tettonico, il territorio è stato interessato da movimenti plicativi e
disgiuntivi che hanno piegato e ribassato le formazioni cretaciche e mioceniche; i bacini
venutisi a formare sono stati poi colmati da depositi più recenti di età fino al Pleistocene, a
seguito di ripetute trasgressioni marine che si sono succedute nell'area Salentina.
Si tratta di più fasi tettoniche le quali smembrando, sollevando ed abbassando i
basamenti primitivi, hanno consentito la formazione sia degli alti morfologici che
attualmente corrispondono agli affioramenti carbonatici mesozoici, sia delle zone più
depresse caratterizzate dalla presenza di termini calcarenitici, sabbiosi ed argillosi post-
cretacei.
Nel territorio in studio, pur non essendo direttamente visibili sul terreno lineazioni o faglie,
che eventi morfogenetici hanno quasi completamente obliterato, sono comunque stati
rilevati degli elementi morfologici che consentono di ipotizzarne sia l'esistenza sia
l'ubicazione. Tali elementi morfologici corrispondono a forme di alterazione carsica
dislocati sul territorio secondo degli allineamenti ben identificabili.L ’ a b i t a t o d i A r n e s a n o t r o v a s e d e s u u n ’ a r e a i n t erposta tra due strutture tettoniche rialzate,
aventi direzione NW-SE. A n c h e l ’ a z i o n e d e l l ’ u o m o h a c o n t r i b u i t o a v a r i a r e l e o r i g i n a r i e s u p e r f i c i t o p o g r a f i c h e a dopera di una intensa attività estrattiva che ha interessato, sin dai tempi storici, la
formazio n e c a l c a r e n i t i c a a f f i o r a n t i a N E d e l l ’ a b i t a t o . b) Stratigrafia e Litologia
La ricostruzione della stratigrafia è stata fatta in base al rilievo geolitologico di dettaglio, a l l e i n d a g i n i g e o g n o s t i c h e , a l l o s t u d i o i d r o g e o l o g i c o e a l l ’ i n t e r p r e t a z i o n e d e l l e s tratigrafie
dei pozzi per acqua esistenti nella zona.
Si sono così delineati i limiti fra le singole formazioni affioranti ed i rapporti stratigrafici
esistenti tra queste e quelle che si rinvengono in profondità (Fig. 5 e Fig. 6).
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Fig
. 5
– Sezione idrogeolo
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Fig. 6 – Carta geolitologica (fonte: Elaborazione dott. M. Orlando)
L a s u c c e s s i o n e s t r a t i g r a f i c a c o m p r e n d e , d a l l ’ a l t o v e r s o i l b a s s o e n e l s e n s o p i ù g e n e r a l e , iseguenti termini geolitologici:
- Sabbie limose, argille sabbiose (Pleistocene)
- Calcareniti a grana media (Plio-pleistocene)
- Calcareniti marnose, calcari detritici (Oligocene?-Miocene)
- Calcari, calcari dolomitici, dolomie (Cretaceo)
c) Uso del Suolo
Lo sfruttamento e la sempre maggiore sottrazione di suolo dai contesti tipicamente
naturali e rurali sta d e t e r m i n a n d o c a m b i a m e n t i r a d i c a l i n e i p a e s a g g i , n e l l ’ a m b i e n t e , n e g l iecosistemi.
La domanda crescente di suoli disponibili è imputabile allo sviluppo delle aree urbane ed
alle relative infrastrutture. Il rapporto sulla sovraccrescita urbana, Urban sprawl in Europe
- The ignored challenge p u b b l i c a t o n e l 2 0 0 6 d a l l ’ E E A ( E u r o p e a n E n v i r o n m e n t a l A g e n c y ) ,r i l e v a c h e l ’ E u r o p a è u n o dei continenti più urbanizzati del pianeta. Infatti, circa il 75%
della sua popolazione vive in aree urbane e p i ù d i u n q u a r t o d e l t e r r i t o r i o d e l l ’ U n i o n e
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Europea è ormai direttamente destinato ad usi urbani.
Si s t i m a c h e e n t r o i l 2 0 2 0 l ’ 8 0 % d e g l i e u r o p e i v i v r à i n a r e e u r b a n e e i n 7 p a e s i , t a l eproporzione salirà al 90% o addirittura oltre.
Il fenomeno più preoccupante è dovuto al fatto che oggi la crescita delle città europee non
è correlata ad un aumento della popolazione; infatti, a fronte di un incremento d e l l ’ e s t e n s i o n e d e l l e a r e e u r b a n e p a r i a l 2 0 % , l a p o p o l a z i o n e è a u m e n t a t a “ s o l o ” d e l 6 % .Ciò è dovuto principalmente alle trasformazioni del sistema produttivo (nuovi distretti del
consumo e del divertimento) e al cambio degli stili di vita (aumento della superficie a b i t a b i l e , r i f i u t o d e l l ’ a l t a d e n s i t à , d i s p e r s i o n e i n s e d i a t i v a e s v i l u p p o e d i l i z i o urbano diffuso).
Il territorio di Arnesano risulta caratterizzato da una forte azione antropica finalizzata alla u t i l i z z a z i o n e a g r i c o l a d e l t e r r i t o r i o e d a u n ’ a s s e n z a n e l l ’ a g r o c o m u n a le di un patrimonio
boschivo.
Particolarmente rilevante è il fenomeno del l ’ u r b a n i z z a z i o n e d e l l e a r e e c o s t i e r e (non
presenti ad Arnesano). Infatti, soprattutto lungo la costa, sono concentrati i fenomeni di
più massiccia urbanizzazione e le infrastrutture, senza tenere conto dei flussi stagionali e
turistici e con ciò causando modificazioni irreversibili in conflitto con le esigenze di tutela e
protezione delle coste. Le classi di uso del suolo che si rinvengono sul territorio comunale
sono riportate di seguito (Tab. 5).
Tab. 5 – Dettaglio delle classi di uso del suolo e relative estensioni (fonte: dott. S. Arzeni) CLASSI DI USO DEL SUOLO SUPERFICIE (Ha) SUPERFICIE (%)
Abitato, sito industriale e/o produttivo 88,47 7%
Cava 17,15 1%
Incolto 89,20 7%
Oliveto, frutteto 512,44 38%
Pseudosteppa 2,66 0%
Seminativo 316,88 24%
Seminativo arborato 74,04 5%
Vegetazione arboreo-arbustiva naturale 3,29 0%
Vegetazione ornamentale e/o rimboschimento 39,23 3%
Viabilità 65,91 5%
Vigneto 137,73 10%
Totale 1347,00 100%
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Fig. 7 – Carta d e l l ’ u s o d e l s u o l o ( e l a b o r a z i o n e o t t e n u t a i n f a s e d i redazione del P.U.G.)
L e s u p e r f i c i a d i b i t e a l l ’ e d i l i z i a p r i v a t a , p u b b l i c a e a l l e a t t i v i t à p r o d u t t i v e r a p p r e s e n t a n o i l7% del territorio comunale. Il dato certamente denota come la cospicua quantità di aree
ancora messe a coltura rispecchia la principale dedizione del comune verso quelle attività p r o d u t t i v e l e g a t e a l l ’ a g r i c o l t u r a . I n f a t t i , s e c o n d o i l c e n s i m e n t o I S T A T d e l l ’ a g r i c o l t u r a d e l2000, erano 428 le aziende agricole ed avevano ì una superficie agricola totale media che
non supera i 5 e t t a r i ( p i ù d e l l a m e t à d e l l e a z i e n d e n o n s u p e r a n o l ’ e t t a r o ) . La superficie agraria utilizzata del Comune di Arnesano ammonta complessivamente a
710,83 ettari pari al 52,7% dell'intera superficie territoriale (Ha 1.347 circa).
I seminativi, che rappresentano circa il 30% della Superficie Agricola Utilizzata (Ha 213,33
circa), sono distribuiti a "macchia di leopardo" sull'intero territorio comunale; il 2,7% degli
stessi (circa 8 ettari) sono irrigui e destinati generalmente a colture ortive. I restanti 205
ettari essendo privi di disponibilità idrica, sono destinati a colture cerealicole ed in
particolare a frumento duro, con produttività media di 30-35 quintali per ettaro.
Rispetto al precedente censimento la superficie destinata a seminativo nell'agro comunale
di Arnesano ha registrato un aumento di oltre 27 ettari. Tale andamento può in parte
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ricondursi alla diminuzione complessiva della superficie a vigneto soggetta a intensi
svellimenti incentivati dalla Politica Agricola Comunitaria attraverso la corresponsione di
premi monetari.
La superficie viticola si estende complessivamente per ettari circa 140 pari al 22,7% della
S.A.U. I vigneti sono ubicati principalmente in due zone distinte: la prima è posta intorno al
centro abitato di Arnesano e si estende fino all'estremo confine settentrionale dell'agro
comunale, la seconda interessa i terreni posti nella porzione ovest del territorio comunale.
Gli impianti viticoli sono nella loro totalità destinati alla produzione di uva da vino e la
varietà più diffusa è rappresentata dal "Negroamaro".
Il sistema di allevamento prevalente è l'alberello pugliese seguito dalla c.d. spalliera e dal
tendone. Siffatte caratteristiche evidenziano una forte specializzazione monovarietale.
L'olivo, invece, occupa complessivamente una superficie di circa 300 ettari. Questa specie
grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento alle diverse condizioni pedologiche
ed ambientali, è in grado di fornire buone risposte vegetative e produttive.
Infine, i frutteti occupano compless i v a m e n t e u n ’ a r e a di circa 30 ettari ed escludendo un
grosso appezzamento esteso ha 25 circa ed ubicato sui terreni originatisi sulle terre rosse
in località "Bontempo" e "Tafuro" i restanti appezzamenti sono rappresentati da piccole
superfici, spesso ubicate in adiacenza alle abitazioni rurali molto diffuse nel territorio di
Amesano, e quindi nella maggior parte dei casi si tratta di alberi da frutta per uso
familiare.
Uno dei motivi più importanti che ha favorito il diffondersi delle colture arboree sino a
giungere ad un loro netto predominio rispetto a quelle erbacee è rappresentato senz'altro
dalla limitata disponibilità idrica nella stagione primaverile-estiva, derivata sia dalla
carenza delle precipitazioni sia dalla scarsa capacità di ritenuta idrica dei suoli. Q u e s t ’ u l t i m a c h e s o t t o c e r t i a s p e t t i , s o p r a t t u t t o a g r o n o m i c i , p u ò e s s e r e r i t e n u t a a n c h e u n acaratteristica positiva (ad es. può evitare i noti fenomeni di asfissia e marciumi
dell'apparato radicale delle specie coltivate) è altresì accompagnata dalla presenza di
banchi di roccia affioranti, che in alcune zone del territorio (terre rosse e calcari),
rappresentano un ostacolo di notevole gravità in quanto rendono difficili le lavorazioni del
terreno e le normali operazioni colturali, condizionando in maniera decisiva lo sviluppo e
la diffusione della meccanizzazione.
Questi terreni, per la buona permeabilità, la forte aerazione, gli accentuati processi
ossidativi e la modesta presenza di humus, richiedono interventi irrigui nella stagione
estivo - primaverile e copiose concimazioni, attraverso le quali è possibile migliorare
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notevolmente la produttività e portare le rese delle colture su livelli soddisfacenti.
d) Inquinanti
come già precedentemente accennato il comune di Arnesano ha u n ’ e c o n o m i a i n c e n trata s u l l ’ a g r i c o l t u r a e s u p i c c o l e i m p r e s e m a n i f a t t u r i e r e . D a q u e s t a p r e m e s s a s i p u òcertamente individuare nei prodotti chimici agricoli i principali fattori di inquinamento del
suolo. L ’ i n q u i n a m e n t o d a n itrati di origine agricola e la presenza di fitofarmaci e fertilizzanti nel
terreno risultano essere concrete minacce per la conservazione della componente suolo. L ’ u t i l i z z o non equilibrata di fertilizzazioni irrazionali può comportare immissioni eccessive n e l l ’ a m b i e n t e d i c o m p o s t i q u a l i q u e l l i d e l l ’ a z o t o (N) e del fosforo (P), che costituiscono
importanti fonti di inquinamento ambientale in tempi più o meno brevi, causando degrado d e l s u o l o e l ’ inquinamento ed eutrofizzazione d e l l e a c q u e . I l f o s f o r o e l ’ a z o t o i n f a t t i s im u o v o n o n e l l ’ a m b i e n t e n e l l ’ a m b i t o d i cicli in parte complessi d e l l e s o s t a n z e ; l ’ a z o t o , i nparticolare, può subire notevoli mutamenti nella sua forma chimica ed i suoi composti
possono produrre anche inquinamento atmosferico (composti azotati gassosi). Per i dati
relativi ai composti chimici impiegati in agricoltura, non essendoci dati circostanziati al
Comune di Arnesano, si fa riferimento a quelli regionali e provinciali. L ’ a n d a m e n t o d e l
trend dei fertilizzanti distribuiti in Puglia per uso agricolo nel periodo 2003-2008 risulta
variabile: complessivamente, sino al 2005, si è registrata una diminuzione costante; a
partire dal 2006 l ’ a n d a m e n t o s i è g r a d u a l m e n t e i n v e r t i t o , r i p o r t a n d o i v a l o r i d e i f e r t i l i z z a n t idistribuiti ai livelli del 2003, mentre tra il 2007 ed in 2008 si nota una brusca diminuzione
dei quantitativi, come è possibile visualizzare nel grafico che segue.
Fig. 8 – Utilizzo regionale di fertilizzanti (kg) negli anni 2003-2008 (ARPA Puglia - ISTAT)
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3.4.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.
Sul territorio comunale sono presenti problematiche legate alla pericolosità idraulica.
Infatti nelle aree sottoposte a vincolo PAI, esistono delle forti limitazioni agli interventi sul
territorio e di questo si deve tener conto nella pianificazione. Di seguito si riporta u n ’ e s t r a t t o d a l l e N T A d e l P A I c o n l e p r e s c r i z i o n i n e l l e a r e e a d a l t a , m e d i a e b a s s apericolosità idraulica.
Inoltre per la fattibilità dei progetti urbanistici sarebbe necessaria una verifica sotto gli
aspetti geotecnici mediante la caratterizzazione fisico-meccanica del territorio in esame. P e r c i ò c h e r i g u a r d a l ’ u t i l i z z o d i s u o l o e l ’ a s s e g n a z i o n e d i n u o v e a r e e a d e d i l i z i a p r i v a t anelle zone di completamento ed espansione potrebbero essere rilevate eventuali
interferenze nei confronti degli ambiti del P.U.T.T./p attuali e proposti.
3.4.3 La partecipazione pubblica e privata
I cittadini di Arnesano e altri Enti competenti in materia ambientale non hanno espresso
contributi in merito alla presente componente ambientale.
3.5 FLORA, FAUNA E RETI ECOLOGICHE
La tematica in oggetto racchiude la descrizione dello stato delle risorse naturali,
intendendo con esse le entità animali e vegetali, gli habitat, le zone protette e il patrimonio
boschivo del territorio.
Dal punto di vista floristico-vegetazional e l ’ a n a l i s i d e i p o c h i l e m b i d i v e g e t a z i o n espontanea esistenti nel territorio, rappresentati da piccoli nuclei di gariga (macchia bassa),
indica che tali nuclei sono in fase di evoluzione e fanno parte di una fase iniziale di
vegetazione che appartiene potenzialmente alla serie del leccio il cui stadio maturo è r a p p r e s e n t a t o d a l l ’ a s s o c i a z i o n e Ciclamino-Quercetum ilicis subassociazione mirtetosum
Biondi, Casavecchia, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2005. Pertanto l'area rientra in un
ambito territoriale fito c l i m a t i c o i n c u i r i c a d e l ’ o p t i m u m p e r l ’ a f f e r m a r s i d e l l a s e r i evegetazionale della macchia-boscaglia sempreverde del leccio.
Su gran parte del territorio comunale, come in molte altre zone del Salento, si possono
inoltre osservare numerosi oliveti vetusti, cioè costituiti prevalentemente da esemplari di
notevole mole e, fra questi, sono presenti anche esemplari che si possono definire “ s e c o l a r i ” s e c o n d o l e n o r m e s t a b i l i t e d a u n a r e c e n t e l e g g e r e g i o n a l e . L u n g o i m u r e t t i a
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secco sono talvolta presenti rigogliosi cespugli di lentisco, fillirea e mirto che c o n t r i b u i s c o n o a d a u m e n t a r e i l v a l o r e p a e s a g g i s t i c o d e l l ’ a r e a .
Dal punto di vista faunistico si è analizzato il ruolo che il territorio riveste nella biologia dei
Vertebrati terrestri. Maggiore attenzione è stata prestata alla classe sistematica degli U c c e l l i i n q u a n t o a n n o v e r a i l p i ù a l t o n u m e r o d i s p e c i e , a l c u n e “ s t a z i o n a r i e ” n e l l ’ a r e a , a l t r e“ m i g r a t r i c i ” . N o n d i m e n o s o n o s t a t i e s a m i n a t i i M a m m i f e r i , i R e t t i l i e g l i A n f i b i . Gli animali selvatici mostrano un l e g a m e c o n l ’ h a b i t a t c h e p u r v a r i a n d o n e l l e s t a g i o n id e l l ’ a n n o r e s t a c o m u n q u e p e r s i s t e n t e . L a b i o d i v e r s i t à e l a “ v o c a z i o n e f a u n i s t i c a ” d i u nterritorio può essere considerata mediante lo studio di determinati gruppi tassonomici,
impiegando metodologie di i n d a g i n e c h e p r e v e d o n o l ’ a n a l i s i d i t a l i l e g a m i d i n a t u r aecologica.
3.5.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema
Il territorio cartografato mostra una spiccata vocazione agricola con la presenza di
seminativi, oliveti, vigneti. La scarsità di aree incolte in maniera permanente indica uno
sfruttamento agricolo capillare del territorio.
La naturalità è concentrata in aree di cava dismesse dove si assiste ad una rigenerazione
della vegetazione spontanea. Da questo punto di vista si può dire che l ’ u n i c a a r e aparticolarmente estesa avente requisiti di area a discreta naturalità è quella della cava in l o c a l i t à “ P a l o m b a r o ” .Essa rappresenta un piccolo serbatoio di biodiversità suscettibile di incremento sia
mediante una gestione compatibile che con opportuni interventi di ripristino ambientale c o m e a d e s e m p i o l ’ i m p i a n t o d i s p e c i e t i p i c h e d e l l a m a c c h i a , a c c e l e r a n d o u n p r o c e s s o c h eper svolgersi in maniera spontanea richiederebbe tempi estremamente lunghi.
Tale processo può essere opportunamente guidato dalla supervisione del vicino Orto B o t a n i c o d e l l ’ U n i v e r s i t à d e l S a l e n t o c h e p o t r e b b e u t i l i z z a r e l ’ a r e a c o m e u na sorta di
campo sperimentale.
Nel territorio esaminato non è stata rilevata la presenza di habitat prioritari o di interesse
comunitario, né la presenza di specie vegetali di valore conservazionistico tutelate da liste
rosse o convenzioni nazionali o internazionali.
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A) Flora e vegetazione
Fitoclima: Le caratteristiche della vegetazione spontanea di un dato territorio sono in
diretta relazione con il clima esistente. N e l l ’ i m p o s s i b i l i t à d i c o n o s c e r e l e s p e c i f i c h e c o n n e s s i o n i c h e l e g a n o l a r e l a z i o n e c l i m a -
distribuzione- c r e s c i t a d e l l e p i a n t e , è p i ù a t t e n d i b i l e , a i f i n i d e l l ’ i n t e r p r e t a z i o n e d e i t i p i d ivegetazione, riferirsi ai bilanci idrici sulla base dei fenomeni di perdita di acqua per
evaporazione dal livello del suolo e per traspirazione dalle piante.
Per evapotraspirazione potenziale (PE) si intende la perdita di acqua che avrebbe luogo
sotto forma di vapore da una superficie di suolo coperta da una bassa vegetazione e
continuamente sovvenzionata di acqua. L ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e r e a l e ( A E ) è l a p e r d i t a d i a c q u a , s o t t o f o r m a d i v a p o r e , d a u n asuperficie di suolo coperta da bassa vegetazione, sotto condizioni climatiche naturali. L ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e r e a l e n e l S a l e n t o è d u n q u e i n f e r i o r e a l l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n ep o t e n z i a l e i n q u a n t o l a s c a r s i t à d i p i o g g e d u r a n t e l ’ e s t a t e è i n s u f f i c i e n t e a s o d d i s f a r e l acrescita delle piante.
Se si considera che il clima può essere visto in termini di disponibilità idrica e calore, q u e s t o p u ò e s s e r e e s p r e s s o d a l l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e i n q u a n t o l a q u a n t i t à d i c a l o r eutilizzata dagli ecosistemi può essere calcolata in equivalente di acqua perduta dal suolo p e r e v a p o r a z i o n e e d a l l e p i a n t e p e r t r a s p i r a z i o n e . L ’ e v a p o t r a s p irazione reale è altrettanto
significativa anche se non permette di correlare la perdita effettiva di acqua dal suolo al r e a l e t a s s o d i t r a s p i r a z i o n e e d a l t i p o d i a p p a r a t o r a d i c a l e d e l l e s p e c i e p r e s e n t i n e l l ’ a r e a .L ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e r e a l e p u ò e s s e r e u t i lizzata quale misura della produttività delle
piante se si tiene conto che il tasso di traspirazione fogliare è direttamente legato al tasso
di fotosintesi netta e quindi può rappresentare uno dei metodi indiretti di stima delle
capacità produttive di una d a t a r e g i o n e . P e r i l c a l c o l o d e l l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e p o t e n z i a l e c isi avvale del metodo di Thornthwaite (1948) perché stabilisce una correlazione tra la t e m p e r a t u r a m e d i a d e l m e s e e l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e p o t e n z i a l e , f o r n e n d o v a l o r i e s a t t i d iq u e s t ’ u l t i m a s u lla base di poche misure degli elementi del clima.
I valori di evapotraspirazione potenziale secondo Thornthwaite rispondono ad un giusto o r d i n e d i g r a n d e z z a i n q u e l l e a r e e i n c u i s i h a u n a g r a v e e l u n g a “ c r i s i i d r i c a ” i n e s t a t ecome accade per il Salento e per le aree mediterranee in genere. Lo schema di
Thornthwaite p r e s u p p o n e c h e l ’ a c q u a d e l s u o l o s i a p i ù o m e n o d i s p o n i b i l e a l d i s o p r a d e lpunto di avvizzimento permanente e che la quantità di acqua prelevata dalle piante sia
proporzionale alla quantità presente al suolo.
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Comune d i Arnes ano (LE) L a d e t e r m i n a z i o n e d e l l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e i n u n a r e g i o n e s o g g e t t a a l u n g h i p e r i o d i d iaridità è importante perché ci consente di calcolare il bilancio idrico una volta nota l ’ e v a p o t r a s p i r a z i o n e p o t e n z i a l e e l e p r e c i p i t a z i o n i m e d i e m e n s i l i p e r l ’ i n t e r o a n n oidrologico.
Il settore settentrionale del Tavoliere di Lecce compreso tra il limite della provincia di
Brindisi fino a sud di Lecce è caratterizzato da residui di boscaglie di leccio (Quercus ilex
L.) che si rinvengono in aree in cui i valori della PE sono compresi tra 820 mm e 860 mm
e le precipitazioni superiori a 600 mm annui. In questo contesto territoriale la ricarica delle r i s e r v e è p r e c o c e ( t r a s e t t e m b r e e n o v e m b r e ) c o n u n a v v i o d e l l ’ u t i l i z z a z i o n e d e l l ’ a c q u ai n t o r n o a l l ’ u l t i m a d ecade di marzo. Q u e s t o p r e c o c e e b r u s c o i n n a l z a m e n t o t e r m i c o e l ’ a t t e n u a z i o n e d e i v a l o r i d e l l a P E i ngiugno, luglio ed agosto sono forse i fattori del clima più significativi nella determinazione
dei caratteri salienti della vegetazione adriatica del Salento. T a l i f a t t o r i d e t e r m i n a n o c o n d i z i o n i i d o n e e a l l ’ i n s t a u r a r s i d e l l a l e c c e t a , i n c o n t r a p p o s i z i o n ea d a l t r e a r e e s a l e n t i n e , c o m e a d e s e m p i o a s u d d i O t r a n t o , d o v e p e r c o n t r o l ’ u t i l i z z o d e l l er i s e r v e h a l u o g o i n m a g g i o e d i v a l o r i d i P E d a l l ’ a p r i l e a l s e t t e mbre sono sempre più e l e v a t i r i s p e t t o a l l ’ a r e a d e l T a v o l i e r e d i L e c c e . L e f i t o c e n o s i r i s c o n t r a b i l i n e i d i n t o r n i d iOtranto e fra Otranto e S. Maria di Leuca sono rappresentate in gran parte da formazioni
a quercia spinosa (Quercus calliprinos Webb). Il leccio, infatti, in questo contesto
territoriale tende a rifugiarsi in stazioni con falda freatica superficiale o in depressioni del
terreno con substrato profondo.
La dipendenza del leccio dal sovvenzionamento idrico da parte del suolo sta ad indicare l ’ e s i genza di questa specie a disporre di acqua edafica nel periodo in cui è massima l ’ a t t i v i t à v e g e t a t i v a c o i n c i d e n t e a l l ’ i n c i r c a c o n l e p r i m e d u e d e c a d i d i m a g g i o , p e r i o d o i n c u iil tasso di evapotraspirazione reale è molto elevato. La utilizzazione delle riserve, che di
norma va da aprile a maggio, è molto drastica nel territorio di Otranto rispetto a quello
intorno a Lecce. Quercus calliprinos sopporta molto bene brusche variazioni delle riserve
idriche del suolo, mente Quercus ilex ha bisogno di un più lungo sovvenzionamento idrico. I l l e c c i o è s p e c i e c h e r i c h i e d e p e r l ’ a v v i o d e l l ’ a t t i v i t à v e g e t a t i v a u n a t e m p e r a t u r a m e d i ad e l l ’ a r e a s u f f i c i e n t e m e n t e a l t a ( i n t o r n o a i 1 5 ° C ) e q u e s t o s p i e g a l a s u a r a r e f a z i o n e i nq u e l l e a r e e i n c u i l ’ i n n a l z a m e n t o t e r m i c o è t a r d i vo e repentino. Il leccio infatti non può
disporre di quantità di acqua sufficienti a soddisfare il tasso di traspirazione imposto dalle
giovani foglie ancora indifferenziate. Pertanto nel territorio di Arnesano siamo in c o r r i s p o n d e n z a d i u n ’ a r e a i n c u i r i c a d e l ’ o p t i m u m p e r l ’ a f f e r m a r s i d e l l e c c i o , a n c h e s e
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attualmente non risultano presenti tali formazioni boschive che sono già state eliminate in
un lontano passato.
Vegetazione potenziale: Il concetto di "vegetazione naturale potenziale attuale" formulato
dal Comitato per la Conservazione della Natura e delle Riserve Naturali del Consiglio d ' E u r o p a è c o s ì e n u n c i a t o : " p e r v e g e t a z i o n e n a t u r a l e p o t e n z i a l e ” s i i n t e n d e l a v e g e t a z i o n eche si verrebbe a costituire in un determinato territorio, a partire da condizioni attuali di
flora e di fauna, se l'azione esercitata dall'uomo sul manto vegetale venisse a cessare e f i n o a q u a n d o i l c l i m a a t t u a l e n o n s i m o d i f i c h i d i m o l t o ” . P i ù p r e c i s a m e n t e c ' è d a f a r e u n asottile distinzione fra la vegetazione che si ritiene essere stata presente nei tempi passati,
e quindi potenzialmente presente anche oggi, se non fossero intervenute influenze e
modificazioni antropiche, e la vegetazione che pensiamo potrebbe formarsi da oggi in
seguito alla cessazione delle cause di disturbo. In entrambi i casi si è portati a pensare,
sotto il profilo teorico, a due situazioni similari, ma probabilmente non fra loro del tutto i d e n t i c h e . L ’ a n a l i s i d e i p o c h i l e m b i d i v e g e t a z i o n e s p o n t a n e a e s i s t e n t i n e l t e r r i t o r i o ,rappresentati da due piccoli nuclei di gariga (macchia bassa), in accordo con i dati
fitoclimatici precedentemente illustrati, ci indica che tali lembi in fase di evoluzione fanno
parte di una fase iniziale di vegetazione che appartiene potenzialmente alla serie del
leccio il cui stadio m a t u r o è r a p p r e s e n t a t o d a l l ’ a s s o c i a z i o n e Ciclamino-Quercetum ilicis
subass. mirtetosum Biondi, Casavecchia, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2005. Pertanto
si può concludere che l'area oggetto di indagine rientra in un ambito territoriale
fitoclimatico in c u i r i c a d e l ’ o p t i m u m p e r l ’ a f f e r m a r s i d e l l a s e r i e v e g e t a z i o n a l e d e l l amacchia-boscaglia sempreverde del leccio.
Vegetazione reale: L ’ a r e a d e l t e r r i t o r i o c o m u n a l e d i A r n e s a n o s i p r e s e n t a d i f o r m a s t r e t t a e
allungata con asse in direzione NE-SO, con un restringimento centrale che le conferisce u n a s p e t t o “ a c l e s s i d r a ” . E ’ c a r a t t e r i z z a t a d a u n a n e t t i s s i m a p r e v a l e n z a d i s u p e r f i c ia g r i c o l e . S i t r a t t a d i u n t e r r i t o r i o s t o r i c a m e n t e “ u m a n i z z a t o ” d a n u m e r o s i i n s e d i a m e n t i , i nparticolare ville storiche, che testimon i a n o u n r a p p o r t o a t a v i c o c o n l ’ a m b i e n t e r u r a l e e u nutilizzo agricolo pressoché capillare del territorio. Tali colture agricole sono rappresentate
quasi esclusivamente da oliveti puri o misti a frutteti e mandorleti, piccoli lembi di frutteto,
vigneti e seminativi, che a volte si alternano e si compenetrano a mosaico anche su
modeste superfici rendendone a volte problematica la rappresentazione cartografica. Le
tipologie sopra riportate formano un complesso mosaico sul territorio, distribuendosi in
maniera non omogenea. Nella parte a sud-ovest del territorio si riscontra la presenza di u n ’ a r e a a m a g g i o r d i f f u s i o n e d e l l ’ o l i v o , c o n p o c h i l e m b i d i s e m i n a t i v o e d i v i g n e t o .
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In questa porzione di territorio si concentrano oliveti vetusti, cioè costituiti
prevalentemente da esemplari di notevole mole e, fra questi, sono presenti anche e s e m p l a r i c h e s i p o s s o n o d e f i n i r e “ s e c o l a r i ” s e c o n d o l e n o r m e s t a b i l i t e d a u n a r e c e n t elegge regionale. Lungo i muretti a secco sono talvolta presenti rigogliosi cespugli di
lentisco (Pistacia lentiscus L.), fillirea (Phillyrea latifolia L.), mirto (Myrtus communis L.) c h e c o n t r i b u i s c o n o a d a u m e n t a r e i l v a l o r e p a e s a g g i s t i c o d e l l ’ a r e a . P e r t a n t o n e l l a c a r t ad e l l e i n v a r i a n t i q u e s t ’ a m b i t o d i n o t e v o l e v a l o r e p a e s a g g i s t i c o -ambientale viene
opportunamente individuato al fine di una futura gestione da attuarsi con modalità tali da
non snaturale il paesaggio, conservando il più possibile non solo gli esemplari
monumentali di olivo ma anche la tipica struttura dei muretti e delle costruzioni a secco e f a v o r e n d o l ’ i n s t a u r a r s i l u n g o i m u r e t t i a s e c c o d i s p e c i e t i p i c h e d e l l a m a c c h i a . U n a l t r o i m p o r t a n t e n u c l e o d i a r e e o l i v e t a t e è p o s t o n e l l ’ e s t r e m a p o r z i o n e n o r d d e lterritorio di Arnesano, ma in questo caso si tratta di oliveti di età media di 40-50 anni.
Nella parte centrale del territorio posta a NW del centro abitato prevalgono i vigneti e i
seminativi.
Si tratta di seminativi generalmente non irrigui (in asciutto) e in tal caso destinati alla
produzione di cereali. Più limitate sono le colture orticole, presenti solo laddove è p o s s i b i l e l ’ i r r i g a z i o n e e s t i v a p e r l a p r e s e n z a d i p o z z i o n e l c a s o d i c o l t u r e a t t u a t e s o l o i nperiodi stagionali favorevoli.
Come già detto, nel territorio esaminato la vegetazione spontanea è pressoché
scomparsa causa il capillare utilizzo agricolo del territorio.
Nella porzione più ad E del territorio comunale si osserva un mosaico di ambienti
rappresentati da seminativi, oliveti ed aree di cave dismesse, in parte riutilizzate come
oliveti ed in parte in fase di rinaturalizzazione spontanea.
Negli affioramenti rocciosi delle aree di cava sono presenti piccoli nuclei di vegetazione di
macchia mediterranea bassa (gariga) in fase di ricostituzione su limitate superfici a
substrato roccioso. Si tratta di modeste superfici, spesso non cartografa bili a causa della
limitata estensione e non utilizzabili a scopi agricoli, che conferiscono una particolare
connotazione al paesaggio ed arricchiscono la biodiversità locale. Pertanto queste aree di
cava dovranno essere gestite conservando gli affioramenti rocciosi esistenti con la relativa p e c u l i a r e v e g e t a z i o n e a t i m o n o t a l o c a l m e n t e c o l n o m e d i a l e t t a l e d i “ t u m a r a ” .
In questa parte del territorio comunale è presente un vasto complesso di cave attualmente
dismesse, utilizzate i n p a s s a t o p e r l ’ e s t r a z i o n e d i c o n c i d i t u f o ( c a l c a r e n i t e ) c h e s iestende per circa 12 ettari. Il lungo periodo di abbandono delle attività estrattive ha
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consentito lo sviluppo di una flora e di una vegetazione di tipo spontaneo. Si tratta di uno
sviluppo a n c o r a i n a t t o c h e s t a p o r t a n d o l e n t a m e n t e a l l ’ a f f e r m a r s i d i u n a v e g e t a z i o n e d ibassa gariga che prelude a più complesse formazioni di macchia. Infatti, come accennato
a proposito della vegetazione potenziale, tali garighe costituiscono uno degli stadi iniziali
di un processo evolutivo che porta lentamente alla costituzione della macchia
mediterranea a sclerofille ed alla formazione di boscaglie di leccio. Attualmente sui tavolati
calcarei della cava, quindi su litosuolo, si è affermata una vegetazione di bassa gariga a
timo (Thymus capitatus (L.) Hoffmanns. & Link) e santoreggia pugliese (Satureja
cuneifolia Ten.). Su suoli detritici formati dai residui di lavorazione si è sviluppata una
gariga con esemplari a cuscinetto di euforbia spinosa (Euphorbia spinosa L.). A tratti sono
presenti nuclei di vegetazione a scilla marittima (Urginea maritima (L.) Baker). Tali
vegetazioni sono intervallate da lembi di vegetazione erbacea di tipo sub steppico con
specie erbacee annuali e perenni inquadrabile nella classe fitosociologia Thero-
Brachypodietea.
Tale ambito rappresenta un serbatoio di naturalità in lenta evoluzione sia per la presenza
di flora e vegetazione spontanea sia sotto il profilo della presenza di fauna che può
trovare importanti aree di sosta e di rifugio. Pertanto tale ambito ha le potenzialità per una
tutela ambientale finalizzata alla tutela e allo sviluppo della naturalità e ad una corretta
fruizione con realizzazione di una apposita sentieristica.
Habitat agricoli e naturali: come detto in precedenza il Comune di Arnesano ha una
rilevante vocazione agricola. Oltre agli ambiti urbani si possono distinguere i seguenti
habitat di tipo agricolo e semi-naturale:
1. Gariga. Si sviluppa principalmente su litosuoli o su suoli detritici non utilizzabili a
scopi agricoli. Le specie arbustive presenti sono: Thymus capitatus, Fumana
thymifolia, Satureja cuneifolia, Euphorbia spinosa. Tale vegetazione rappresenta
un tipo di macchia allo stato iniziale della sua formazione, ma che può essere
definito macchia a tutti gli effetti.
2. Seminativo. N e l t e r r i t o r i o c o n s i d e r a t o l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a r i s u l t a i n d u b b i a m e n t eprevalente. I seminativi sono caratterizzati da colture in asciutto con prevalenza di
grano duro (Triticum durum Desf.). Le aree con possibilità di irrigazione vengono
coltivate ad ortaggi. In inverno prevalgono le verdure a foglia (finocchi, cicorie,
rape) ed i legumi (fave e piselli). In estate prevalgono gli ortaggi da frutto
(zucchine, peperoni, melanzane). Talvolta alcune aree a seminativo vengono
tenute a ri p o s o p e r p e r i o d i p i ù o m e n o l u n g h i t r a u n a c o l t u r a e l ’ a l t r a . P e r t a n t o n e l
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lasso di tempo in cui i seminativi sono a riposo risultano caratterizzati da una
vegetazione erbacea di tipo infestante e ruderale con specie annuali e biennali,
mentre le specie erbacee perenni si riscontrano esclusivamente su superfici a
riposo da più lungo tempo. La vegetazione infestante dei seminativi si inquadra
nella classe Papaveretea rhoeadis (=Secalinetea Br.-Bl. 1936) e nella
associazione Dauco aurei-Ridolfietum segeti Brullo, Scelsi e Spampinato 2001.
3. Oliveto e frutteto. Gli oliveti ricoprono ampi appezzamenti su terreni tufacei e
calcarei generalmente su suoli poco profondi ed appaiono generalmente sistemati
a sesto regolare. Si tratta di impianti talvolta di non giovane età e con esemplari
anche secolari. Talvolta negli oliveti si riscontra la presenza di esemplari di
mandorlo, più raramente si nota la presenza di appezzamenti misti olivo-mandorlo. N e l l ’ a m b i t o d e l l e c o l t u r e a r b o r e e s i r i s c o n t r a a n c h e l a p r e s e nza di piccoli
appezzamenti condotti a pescheto. La vegetazione infestante degli oliveti si
inquadra nella classe Stellarietea mediae R. Tx., Lohmeyer & Preising che riunisce l e c o m u n i t à n i t r o f i l e a n n u a l i c a r a t t e r i z z a t e d a l l a d o m i n a n z a d i t e r o f i t e . E ’ u n a
vegetazione strettamente collegata con i processi di nitrificazione dovuti alle
pratiche colturali o alla ruderalizzazione. In molti oliveti si osserva una dominanza
delle composite Conyza canadensis (L.) Cronq., Conyza albida Spreng., Aster
squamatus (Sprengel) Hieron., si tratta di una vegetazione tipica di substrato a
tessitura sciolta, frequentemente rimosso. Si tratta di popolamenti pionieri eliofili a
fenologia autunnale.
Tale associazione si inquadra nella associazione Conyzetum albido-canadensis
Baldoni e Biondi 1993 della classe Classe Stellarietea mediae R. Tx, Lohm. &
Fig. 10 – Seminativo
Fig. 9 – Gariga
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE)
Preising 1950.
4. Vigneto. I vigneti sono presenti su suoli limoso-argillosi profondi. Rappresentano
una tipologia molto diffusa nel territorio esaminato. La vegetazione infestante dei
vigneti si inquadra nella classe Stellarietea mediae R. Tx., Lohmeyer & Preising
che riunisce le comunità nitrofile annuali caratterizzate dalla dominanza di terofite. E ’ u n a v e g e t a z i o n e s t r e t t a m e n t e c o l l e g a t a c o n i p r o c e s s i d i n i t r i f i c a z i o n e dovuti alle
pratiche colturali o alla ruderalizzazione.
5. Vegetazione di bordo strada. La vegetazione ruderale e sinantropica rinvenibile
nel territorio e tipica dei bordo strada è inquadrabile nella Classe Lygeo-Stipetea
Riv. Mart. 1977 e comprende vegetazioni costituite da cespugli perenni di Inula
viscosa (L.) Aiton ed Oryzopsis miliacea (L. ) Benth. & Hook. inquadrabili nella
associazione Inulo viscosae-Oryzopsietum miliaceae O. De bolos 1957. Lungo i
muri a secco sono talvolta presenti siepi dominate da Rubus ulmifolius L. che
forma caratteristici popolamenti. Tale vegetazione si inquadra nella classe
Rhamno-Prunetea spinosae Riv.-Goday & Borja Carbonell ex Tuxen 1962. I n a r e e d i b o r d o s t r a d a c a r a t t e r i z z a t e d a l l ’ a f f i o r a m e n t o d i l i t o s u o l o o c o n t e r r e n opiuttosto compatto sono presenti aspetti molto localizzati con presenza di
Euphorbia maculata L., una neofita originaria del Nordamerica che si è diffusa
recentemente in Italia, inserendosi stabilmente nella flora.
Si tratta di una vegetazione terofitica a fenologia estivo-autunnale denominata
Euphorbietum maculatae Poldini 1988 della classe Polygono-Poetea annuae Riv.-
Mart. 1975.
Le specie Reseda alba L. e Chrysanthemum coronarium L., molto comuni e tipiche
Fig. 11 – Oliveto
Fig. 12 – Frutteto
50
Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE)
di bordo strada, sono caratteristiche della associazione Resedo albii-
Chrysanthemetum coronarii O. De Bolos & Molinier 1958. Si tratta di una
associazione di tipo eliofilo e nitrofilo che si sviluppa, come detto, lungo il margine
delle strade e dei campi. Appartiene alla classe Stellarietea mediae R. Tx, Lohm. &
Preising 1950, una classe che comprende la vegetazione terofitica su suoli
nitrificati per attività antropozoogena propria dei terreni sottoposti a calpestio e
delle aree incolte.
I popolamenti dominati da Daucus carota L. e Picris hieracioides L. costituiscono
aspetti subxerofili si inquadrano nella associazione Dauco carotae-picridietum
hieracioidis Gors 1966 della classe Artemisietea vulgaris Lohm, Preisg. & Tx ex
Roch. 1951, classe che comprende la vegetazione nitrofila perenne con optimum
eurosiberiano e che si rinviene anche nella regione mediterranea su suoli freschi e
profondi.
B) Fauna
Il territorio è stato analizzato sotto il profilo faunistico utilizzando come base di riferimento
a dati bibliografici reperiti in letteratura, integrati con dati originali ottenuti con ricognizioni
in campo. L a c a r a t t e r i z z a z i o n e c o n d o t t a n e l l ’ a r e a h a l o s c o p o d i i n q u a d r a r e l ’ u n i t à e c o l o g i c a d ia p p a r t e n e n z a e l a f u n z i o n a l i t à c h e e s s a a s s u m e n e l l ’ e c o l o g i a d e l l a f a u n a p r e s e n t e . Ciò
per un inquadramento completo del sito sotto il profilo faunistico, soprattutto in c o n s i d e r a z i o n e d e l l a m o t i l i t à p r o p r i a d e l l a m a g g i o r p a r t e d e g l i a n i m a l i p r e s e n t i . L ’ u n i t àe c o l o g i c a è r a p p r e s e n t a t a d a l m o s a i c o d i a m b i e n t i , i n p a r t e i n c l u s i n e l l ’ a r e a i n t e r e s s a t a ,che nel loro insieme costituiscono lo spazio vitale per gruppi tassonomici di animali presi
Fig. 13 – Vigneto
Fig. 14 – Vegetazione di bordo strada
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
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in considerazione. L ’ a n a l i s i f a u n i s t i c a p r o d o t t a h a m i r a t o a d e t e r m i n a r e i l r u o l o c h e l ’ a r e a i n e s a m e r i v e s t enella biologia dei Vertebrati terrestri. Maggiore attenzione è stata prestata alla classe
sistematica degli Uccelli in quanto annovera il più alto numero di specie, alcune “ s t a z i o n a r i e ” n e l l ’ a r e a , a l t r e “ m i g r a t r i c i ” . N o n d i m e n o s o n o s t a t i e s a m i n a t i i M a m m i f e r i , iRettili e gli Anfibi.
Gli animali selvatici mostran o u n l e g a m e c o n l ’ h a b i t a t c h e p u r v a r i a n d o n e l l e s t a g i o n id e l l ’ a n n o r e s t a c o m u n q u e p e r s i s t e n t e . L a b i o d i v e r s i t à e l a “ v o c a z i o n e f a u n i s t i c a ” d i u n
territorio può essere considerata mediante lo studio di determinati gruppi tassonomici,
impiegando metodologie d i i n d a g i n e c h e p r e v e d o n o l ’ a n a l i s i d i t a l i l e g a m i d i n a t u r a
ecologica.
Tra i Vertebrati terrestri, la classe sistematica degli Uccelli è la più idonea ad essere
utilizzata per effettuare il monitoraggio ambientale, in virtù della loro diffusione, diversità e
della possibilità di individuazione su campo. Possono fungere da indicatori ambientali
tanto singole specie quanto comunità intere.
I suddetti dati faunistici, floristici e vegetazionali sono stati esaminati criticamente oltre che
dal punto di vista del loro intrinseco valore fitogeografico, anche alla luce della loro
eventuale inclusione in direttive e convenzioni internazionali, comunitarie e nazionali, al
fine di evidenziarne il valore sotto il profilo conservazionistico.
In particolare si è fatto costante riferimento alla:
- DIRETTIVA 79/409/CEE
Tale Direttiva si prefigge la protezione, la gestione e la regolamentazione di tutte le specie d i u c c e l l i v i v e n t i n a t u r a l m e n t e a l l o s t a t o s e l v a t i c o . I n p a r t i c o l a r e , p e r q u e l l e i n c l u s e n e l l ’ a l l .I della stessa, sono previste misure speciali di conservazione degli habitat che ne
garantiscano la sopravvivenza e la riproduzione. Tali habitat sono definiti Zone di
Protezione Speciale (ZPS).
- DIRETTIVA 92/43/CEE
ha lo scopo di designare le Zone Speciali di Conservazione, ossia i siti in cui si trovano gli h a b i t a t d e l l e s p e c i e f a u n i s t i c h e d i c u i a l l ’ a l l . I I d e l l a s t e s s a e d i c o s t i t u i r e u n a r e t eecologica europea, detta Natura 2000, che includa anche le ZPS (già individuate e istituite
ai sensi della Dir. 79/409/CEE).
- L E G G E N ° 1 5 7 d e l l ’ 1 1 f e b b r a i o 1 9 9 2
“ N o r m e p e r l a p r o t e z i o n e d e l l a f a u n a s e l v a t i c a o m e o t e r m a e p e r i l p r e l i e v o v e n a t o r i o ” .
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- CONVENZIONE DI BERNA
Relativa alla conservazione della vita selvatica dell'ambiente naturale in Europa, adottata
a Berna il 19 settembre 1979.
- CONVENZIONE DI WASHINGTON
Sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via d'estinzione, adottata a
Washington il 3 marzo 1973.
- CONVENZIONE DI BONN
Sulla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica, adottata a
Bonn il 23 giugno 1979.
- LISTA ROSSA INTERNAZIONALE
Secondo le categorie IUCN-1994.
- LISTA ROSSA NAZIONALE
Vertebrati – 1998.
Gran parte dei terreni del territorio comunale sono adibiti a colture agricole. Tali colture
sono rappresentate da oliveti e seminativi.
Solo in limitate aree è presente una vegetazione spontanea rappresentata da vegetazione
di bassa gariga sopravvissuta su superfici a substrato roccioso affiorante e pertanto non
utilizzabile a scopi agricoli.
Le suddette attività umane, prevalentemente agricole, hanno determinato nel corso dei
secoli una radicale modificazione del paesaggio con la scomparsa degli habitat naturali
preesistenti. Ciò si è ripercosso sulla composizione della fauna che risulta oggi ridotta
quali-quantitativamente.
Le specie stabilmente presenti sono quelle maggiormente generaliste ed adattate a c o n d i z i o n i a m b i e n t a l i d i e l e v a t o d e g r a d o . Q u e l l e m i g r a t r i c i f r e q u e n t a n o l ’ a r e aoccasionalmente, nel corso degli spostamenti e, pertanto, sono da considerarsi solo r e l a t i v a m e n t e a s s o c i a b i l i a l l ’ a r e a d ’ i n t e r v e n t o .
L a d e s t i n a z i o n e d i t i p o a g r i c o l o d e l l ’ a r e a v a s t a h a c a u s a t o l a m o d i f i c a z i o n e d e l p a e s a g g i oin cui la vegetazione spontanea è stata sostituita dalle colture erbacee (cerealicole) ed in
misura minore arboree (olivo). Tali processi hanno causato la scomparsa di numerose
specie anticamente presenti, soprattutto di quelle stanziali che, vivendo stabilmente in un
dato habitat si dimostrano più esigenti in termini di integrità ambientale. La maggior parte
di mammiferi, rettili ed anfibi, scomparsi a seguito della regressione degli habitat, non
hanno oggi limitate possibilità di presenza. La maggior parte delle specie presenti nel sito
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sono migratrici e transitano in primavera ed in autunno. Solo un limitato numero di esse
sverna e ancora meno sono quelle che nidificano. Nel complesso la fauna è quella tipica
di habitat di uso antropico. L a p o s i z i o n e g e o g r a f i c a d e l l ’ a r e a , i n t e r n a t a , l a c o l l o c a m a r g i n a l m e n t e r i s p e t t o a i f l u s s imigratori che, come è noto, sono maggiori in prossimità della costa o comunque in
presenza di habitat naturali rilevanti per pregio naturalistico o per estensione.
C) Reti Ecologiche
La vegetazione spontanea del territorio salentino ha subito negli ultimi due secoli una
fortissima riduzione in ordine alla superficie occupata ed una estrema frammentazione.
Questa azione distruttiva ha avuto enorme incidenza percentuale in aree pressoché
pianeggianti, quali il Tavoliere di Lecce e il Salento meridionale. La crescita d e l l ’ u r b a n i z z a z i o n e sia nei centri urbani tradizionali e la crescita di nuovi centri costieri
tipicamente balneari, la crescita smisurata della viabilità extraurbana e la sempre
maggiore incidenza delle superfici agricole hanno sottratto spazio vitale alla vegetazione
spontanea. Inoltre oggi le tecniche di spietramento meccanico e frantumazione del
substrato roccioso rendono coltivabili anche i suoli non coltivabili un tempo utilizzati e s c l u s i v a m e n t e a p a s c o l o . I n e f f e t t i l ’ a z i o n e d i s t r u t t i v a d e l l a c o p e r t u r a b o s c h i v a h a a v u t oforte incidenza nelle aree a più spiccato clima mediterraneo, come il Tavoliere di Lecce, l a d d o v e r i s u l t a p i ù m a r c a t a l a c o s i d d e t t a “ c o n t r a d d i z i o n e f i t o c l i m a t i c a ” . E ’ n o t o , i n f a t t i c h ela vegetazione mediterranea ha bisogno della presenza ottimale di due fattori: acqua e
temperatura. La vegetazione ha il suo optimum di sviluppo in coincidenza di questi due f a t t o r i . P u r t r o p p o n e l l ’ a r e a m e d i t e r r a n e a i l p e r i o d o d i t e m p e r a t u r e p i ù e l e v a t e c o i n c i d e c o nla stagione secca (estate) ed il periodo di maggiore disponibilità idrica con il periodo
autunnale e invernale che, al contrario, fa riscontrare minime di temperature. Pertanto la
crescita della vegetazione arborea ed arbustiva è necessariamente limitato al periodo
autunnale e primaverile durante i quali piovosità e temperatura si sovrappongono in
maniera accettabile. Tutto ciò si traduce in una crescita lenta della vegetazione e nella
scarsa produzione di biomassa (legno). Ciò rende i boschi sempreverdi di scarso utilizzo
economico sotto il profilo della produzione di legname e la scarsa convenienza economica
a mantenere le superfici boschive da parte di privati. A ciò si aggiunge che le aree p i a n e g g i a n t i s o n o q u e l l e c o n t e r r e n i p i ù r i c c h i e p r o f o n d i e d o v e l ’ a g r i c o l t u r a h a u n amaggiore redditività.
Il potenziamento della rete di interconnessione ecologica del Salento dovrà ovviamente
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avere come punti nodali il sistema delle aree protette e dei SIC, ZPS, SIN e SIR. Questi
siti sono destinati a rappresentare i capisaldi intorno ai quali viene a costituirsi una trama
di interconnessione. Questo anche in considerazione che questi siti rappresentano la
stragrande maggioranza delle aree di valore naturalistico della Provincia di Lecce e poche e d i m i n o r r i l e v a n z a s o t t o l ’ a s p e t t o d e l l a s u p e r f i c i e o c c u p a t a s o n o l e a r e e n o ncomprese
nei SIC, SIN e SIR.
Tale interconnessione deve interdersi su due scale diverse:
1) interconnessione per macro-aree o macro-sistemi che interessa grossi nuclei di
vegetazione fra loro isolati;
2) microconnettività che ha una diramazione più capillare sul territorio ed interessa la c o s i d d e t t a “ n a t u r a l i t à d i f f u s a ” c h e a t t r a v e r s o s i s t e m i a r e t i c o l o d i s i e p i , d i f i l a r i emacchie di vegetazione spontanea provvede ad una diffusione degli organismi su
piccola scala.
· Interconnessione delle macro-aree L ’ a n a l i s i della vegetazione spontanea del territorio salentino mostra la presenza di
diverse macro-aree interessate da nuclei di vegetazione spontanea. E ’ p o s s i b i l e i p o t i z z a r e u n c o l l e g a m e n t o t r a l a c o s t a a d r i a t i c a e q u e l l a i o n i c autilizzando aree naturali esistenti ed ipotizzando un futuro incremento della naturalità
in aree attualmente agricole o incolte. T a l e d i r e t t r i c e s i s v i l u p p a a t t r a v e r s o l ’ a r e a d e l l a P a l u d e d e l C o n t e , i l B o s c o d i A r n e o , l eMacchie di Arneo, le macchie della Masseria Zanzara a Leverano, le macchie
Porcara e Lupomonaco a Veglie, collegandosi al territorio di Arnesano dove è
presente il biotopo delle cave, da qui è possibile ipotizzare un collegamento con l ’ a r e a c o s t i e r a d i R a u c c i o . I l p u n t o d e b o l e d i t a l e c o n n e s s i o n e è i l t r a t t o p r o s s i m o a l l acittà di Lecce assai povero di ambienti naturali. I restanti tratti, invece, hanno una
serie di siti idonei a far da punto nodale per lo sviluppo di corridoi ecologici.
· Il ruolo di Arnesano
Il territorio di Arnesano risulta fortemente antropizzato ed è prossimo a territori molto
urbanizzati come Lecce e Monteroni. Le predette aree urbanizzate fungono da
barriera quasi insormontabile per la diffusione degli organismi.
La parte di territorio a più elevata biodiversità, anche sotto il profilo potenziale, è
quella delle cave .
Anche se intorno ad esse si estende un terreno agricolo a naturalità comunque molto
bassa dato il forte impatto delle colture agricole con sistemi di coltivazione legati
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Comune d i Arnes ano (LE) a l l ’ u t i l i z z o d i d i s e r b a n t i , a n t i c r i t t o g a m i c i e p e r d i t a n e l t e m p o s u p e r fici residue di
naturalità e dei muretti a secco che hanno un ruolo notevole come aree di rifugio di
flora e fauna.
Occorre pertanto partire su scala locale ad incentivare la conservazione ed il ripristino
dei muretti a secco in questo settore vocato all’ a g r i c o l t u r a . I n o l t r e i n c o r a g g i a r e l a
conservazione o la ricostituzione di siepi e filari con specie tipiche della macchia
mediterranea.
· Tipologie di ostacoli alla diffusione delle specie animali
Le infrastrutture lineari di trasporto in alcuni casi possono rappresentare dei veri
ostacoli alla diffusione di alcune specie.
Si tratta in genere di specie di vertebrati, soprattutto mammiferi, sebbene il problema
interessi anche rettili ed anfibi, impossibilitati ad attraversare strade e superstrade sia
a causa del traffico esistente e sia a causa delle barriere spartitraffico, in alcuni casi
veri muri insuperabili per molte specie.
Il problema è ancora maggiormente incrementato dalla presenza, lateralmente a l l ’ a s s e a u t o s t r a d a l e , d i r e c i n z i o n i m e t a l l i c h e c h e d i fatto finiscono col separare con
dei corridoi, lembi di biotopi disposti ai due lati. In tal modo, per tutta una serie di
animali (es. micromammiferi, lepri, volpi, viverridi, cinghial i e q u a n t ’ a l t r o ) r i s u l t a d e l
tutto impossibile ricongiungersi con membri della stessa popolazione rimasti s e g r e g a t i d a l l ’ a l t r o v e r s a n t e . È e v i d e n t e c h e n e l c a s o i ncui una delle popolazioni
relitte risulti con pochi individui, magari membri della stessa famiglia, la sua
discendenza diventerà a rischio reale di estinzione. Differente è ovviamente la
situazione per alcuni invertebrati (es. insetti) che, seppure decimati dal traffico, sono
in grado di superare tali barriere.
Per quanto concerne invece gli altri tipi di infrastrutture stradali, si evidenzia che quasi
sempre, soprattutto durante le ore notturne, è possibile il loro attraversamento da
parte della macrofauna precedentemente descritta, sia pure con evidenti fenomeni di
riduzione numerica e di successo. Tale situazione risulta molto limitata nel caso in cui
tali infrastrutture lineari passino in trincea o in ripidi rilevati o, peggio ancora, su
viadotto. In tal caso, lo studio particolare del territorio potrà fornire utili indicazioni
sulle modalità di superamento di tali barriere.
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Comune d i Arnes ano (LE)
3.5.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.
Il territorio comunale non risulta vincolato da piani o programmi relativi a Aree Protette,
Parchi o Siti di Interesse Comunitario. Pertanto l ’ a p p l i c a z i o n e d e l
Piano Urbanistico
comunale non presuppone rilevanti interferenze con altri strumenti pianificatori a tutela
della biodiversità.
3.5.3 La partecipazione pubblica e privata
I portatori di interesse operanti sul territorio comunale e altri Enti competenti in materia
ambientale non hanno espresso pareri e/o obiezioni in merito alla presente componente.
3.6 PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE
La sensibilità verso la tutela e il rispetto dei beni paesaggistici e culturali va d o v e r o s a m e n t e i n t e g r a t o i n c i ò c h e v i e n e d e f i n i t o “ a m b i e n t e ” . T a l i e n t i t à s o n o i n f a t t iappartenenti in maniera molto intima e complessa con la matrice del territorio stesso.
Gli obiettivi strategici da perseguire sono pertanto la valorizzazione e tutela del patrimonio
storico-architettonico, archeologico e paesaggistico, la riqualificazione delle aree
paesaggistiche degradate, ridurre i fattori di degrado, sostenere l'uso tradizionale del
suolo in agricoltura, migliorare lo stato e lo scambio delle conoscenze e delle tradizioni del
patrimonio culturale.
Il paesaggio, definibile come ecosistema di ecosistemi (Romani V. in Finke, 1993), sia
naturali che antropici, è un elemento complesso riconducibile al livello biologico di
biosfera.
3.6.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema
1. Beni paesaggistico - ambientali: Il territorio di Arnesano è possibile collocarlo in un ben
determinato sistema territoriale complesso (ambito paesaggistico), in cui i caratteri del
paesaggio connotano specificità alle diverse aree della penisola salentina. Tali unità si
differenziano tra loro per caratteristiche morfo-tipologiche e storico-strutturali (Fig. 15 –
fonte: PPTR PUGLIA).
Arnesano dunque è parte integrante d e l l ’ A m b i t o d e l
Tavoliere Salentino (Unità
Paesaggistica 10.1: Campagna leccese del ristretto e sistema di ville suburbane) e
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Fig
. 1
5
– Ambiti e Unità
di P
ae
saggio
(fo
nte
: pro
po
sto P
PT
R)
58
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Fig
. 1
6
– Classi del Corine L
and C
over
sul t
err
itori
o d
i Arn
esa
no
(fo
nte
: SIT
Pug
lia)
59
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pertanto d e l l ’ a r e a o m o g e n e a d e l l a “ C u p a ” e d e l l a “ T e r r a d ’ A r n e o ” , u n t e m p o r i c c a d i
uliveti secolari, rigogliosi vigneti, maestose alberature a segnare confini o per ornare
ville padronali, case coloniche, borghi agricoli che si succedevano lungo una fitta
viabilità rurale, bordata da caratteristiche recinzioni a secco, siepi, alberi in filare.
Oggi il territorio agricolo ha perso il particolare pregio di un tempo a causa dei
remunerati svellimenti dei vigneti, dell ’ a b b a n d o n o d i v a s t e a r e e c o l t i v a t e a u l i v e t o , d e l l a
rimozione incontrollata di recinzioni caratteristiche, muretti a secco, icone, alberature, d e l l ’ a b b a n d o n o d i i n s e d i a m e n t i a g r i c o l i , d e l l a p r e s e n z a d i i n f r a s t r u t t u r e s e m p r e p i ùinvadenti, deturpanti e/o minacciose per la salute pubblica e di discariche ovunque. E ’ i n d i s p e n s a b i l e p e r u n a r i s o r s a p r e z i o s a c o m e i l t e r r i t o r i o a g r i c o l o d e l C o m u n eavviare azioni incisive di recupero e salvaguardia.
Per descrivere gli attuali contesti paesaggistici di Arnesano viene riportata la cartografia
comunale secondo le classi del Corine Land Cover (Fig.16 - fonte:
http://www.cartografico.puglia.it/). Esse descrivono gli elementi costitutivi degli ambienti
e degli ambiti urbani, rurali e naturali presenti sul territorio. L ’analisi conoscitiva e la individuazione dei contesti territoriali offrono maggior
supporto alla definizione dello stato dei luoghi di Arnesano. La ricognizione fisica e la
definizione dei contesti, anche in relazione alle indicazioni relative agli ambiti di tipo
esteso definiti dal P.U.T.T. Regionale ed alle ipotesi di parco ed albergo diffuso del
P.T.C.P. provinciale, ha confermato la qualità di un territorio ad alto valore agrario,
paesaggistico e storico-ambientale.
2. Beni storico – artistici e monumentali:L ’ i d o l e t t o r e c u p e r a t o d a q u a l c h e d e c e n n i o n e l
rione Riesci fa risalire al tardo Neolitico le origini del paese e fanno supporre la
presenza di un Villaggio, di un primo insediamento di notevole importanza storica; per
questa ragione dovrà essere attentamente considerata la possibilità di salvaguardare
tale parte del territorio da insediamenti diversi da quelli strettamente agricoli.
I notevoli e diffusi rinvenimenti archeologici effettuati nella seconda metà d e l l ’ O t t o c e n t o
hanno evidenziato inoltre una stratificazione di una continuità sorprendente fino al
periodo Medioevale a partire dal quale datano le prime notizie documentate d e l l ’ a b i t a t o .
Alla luce della storia del paese, della datazione dei manufatti edilizi e della loro
impostazione urbanistico – architettonica ed alla conseguente attribuzione di
caratterizzazione storico – a r t i s t i c a m o n u m e n t a l e , p o s s i a m o d i s t i n g u e r e n e l l ’ a b i t a t o d e lpaese:
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a) un centro più antico, coincidente con la cinta muraria del 1470, di notevole valore
per la presenza di emergenze architettoniche anche di ragguardevole pregio , a c c a n t o a d u n t e s s u t o e d i l i z i o “ m i n o r e , ” e l a p r o p o s i z i o n e d i u n p r o g e t t o u r b a n i s t i c ounitario discretamente conservato.
b) un tessuto edilizio privo di progetto urbanistico ma di indubbio valore storico e a r c h i t e t t o n i c o c o i n c i d e n t e c o n l ’ e s p a n s i o n e e x t r a – murale fino alla fine d e l l ’ o t t o c e n t o e c h e r e g i s t r a l a p r e s e n z a d i d u e e m e r g e n z e a r c h i t e t t o n i c h e : l aChiesa di S. Maria delle Grazie e la Chiesetta di S. Filomena.
c) il tessuto edilizio rea l i z z a t o f i n o a l l ’ i m m e d i a t o u l t i m o d o p o g u e r r a c o s t i t u i t o d aabitazioni più o meno popolari a schiera voltate e con caratteri tradizionali di discreto
valore architettonico – ambientale.
d) Fuori dai su indicati ambiti, isolati e diffusi su tutto il territorio comunale, sono
presenti antichi borghi agricoli, ville padronali, masserie, case coloniche, pagghiare
e vari segni di valore storico – ambientale.
Fig. 17 – Chiesa Maria SS. Assunta
Fig. 18 – Cappella di S. Antonio Abate
Fig. 19 – Aria Sana
Fig. 20 – Villa Grassi
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3.6.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.
Le varianti proposte dal P.U.G. non interferiscono con gli obiettivi di tutela e conservazione
ordinati dal Piano Paesistico vigente e da altre normativa in materia di salvaguardia del
paesaggio e dei beni culturali ed archeologici.
Il Piano mira anzi a valorizzare l ’ a r e a d e l l e a n t i c h e c a v e p r e s e n t i s u l t e r r i t o r i o eattualmente in fase di rinaturalizzazione, al fine di avviare le procedure per individuarle
come proposto Ambito Territoriale Distinto.
Inoltre sono state inserite nelle invarianti le aree a oliveto secolare e tutti i siti e/o
manufatti di interesse storico e culturale meritevoli di tutela.
3.6.3 La partecipazione pubblica e privata
La cittadinanza non ha espresso particolari pareri, ne sollevato specifiche obiezioni in
merito alla presente componente ambientale.
3.7 RIFIUTI
La produzione di rifiuti è direttamente collegata allo sviluppo demografico ed economico e
quindi all'inarrestabile aumento dei consumi.
I rifiuti sono suddivisi in due grandi categorie: rifiuti urbani e rifiuti speciali; ciascuna di
queste due macro – classi si suddividono in pericolosi e non pericolosi.
Recentemente La Comunità Europea ha esercitato la revisione delle precedenti direttive
sui rifiuti (nuova direttiva quadro sui rifiuti). Tale operazione si è resa necessaria per
Fig. 21 – Villaggio Materdomini
Fig. 22 – Villa Rossi
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precisare alcuni concetti basilari come le definizioni di rifiuto, recupero e smaltimento, al
fine di rafforzare le misure da adottare per la prevenzione, per introdurre un approccio che
consideri l'intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali, non soltanto della fase in cui
diventano rifiuti, e per concentrare l'attenzione sulla riduzione degli impatti ambientali
connessi alla produzione e alla gestione dei rifiuti, rafforzando in tal modo il loro valore
economico. Oltre a sancire la nozione di rifiuto , i n t e s o c o m e “ q u a l s i a s i s o s t a n z a o do g g e t t o d i c u i i l d e t e n t o r e s i d i s f i o a b b i a l ' i n t e n z i o n e o l ' o b b l i g o d i d i s f a r s i ” , l a d i r e t t i v adistingue i sottoprodotti (che non sono rifiuti) ed introduce la responsabilità estesa del
produttore, quale mezzo per sostenere una progettazione e una produzione dei beni che
prendano pienamente in considerazione e facilitino l'utilizzo efficiente delle risorse durante
l'intero ciclo di vita, comprendendone la riparazione, il riutilizzo, lo smontaggio e il
riciclaggio senza compromettere la libera circolazione delle merci nel mercato interno. La
direttiva stabilisce inoltre la seguente gerarchia da applicare quale ordine di priorità della
normativa e della politica in materia di gestione dei rifiuti:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio recupero di energia;
e) smaltimento.
3.7.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema
il Comune di Arnesano effettua la gestione dei rifiuti urbani avviati al recupero o allo
smaltimento e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, in regime di privativa. L a f r u i z i o n e d e l s e r v i z i o d i r a c c o l t a d e i r i f i u t i u r b a n i e a s s i m i l a t i , a d e s c l u s i o n e d e l l ’ u t i l i z z odei cestini collocati su aree pubbliche, è riservato alle utenze ubicate nel territorio
comunale.
La gestione dei rifiuti urbani comprende le fasi di raccolta, trasporto, recupero e
smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni. S o n o c o n s i d e r a t i r i f i u t i u r b a n i , a i s e n s i d e l l ’ a r t . 1 8 4 c o m m a 2 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n°
152, le seguenti tipologie:
a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di
civile abitazione;
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b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui
alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani, con riferimento alle misure che vengono
stabilite dal presente regolamento, tenendo conto delle effettive capacità di raccolta del
servizio pubblico;
c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o
sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico;
e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, pubbliche o private, quali giardini, parchi ed
aree cimiteriali;
f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni come definiti dal D.P.R. 254/2003,
nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere
b), c) ed e).
Il Comune promuove una gestione dei rifiuti basata sulla qualità dei servizi offerti e sul
recupero di materiali ed energia dai rifiuti, secondo modalità improntate al continuo
miglioramento delle prestazioni.
La gestione è orientata alla prevenzione della produzione dei rifiuti e alla riduzione dello
smaltimento finale dei rifiuti attraverso:
Ø il riutilizzo, il reimpiego e il riciclaggio;
Ø le altre forme di recupero per ottenere materia prima secondaria dei rifiuti;
Ø l ’ i m p i e g o d i m a t e r i a l i r e c u p e r a t i d a i r i f i u t i ; Ø l ’ u t i l i z z a z i o n e d e i r i f i u t i c o m e m e z z o p e r produrre energia.
S u l t e r r i t o r i o c o m u n a l e g l i u t e n t i h a n n o l ’ o b b l i g o d i c o n f e r i m e n t o d e i r i f i u t i p r o v v e d e n d oalla raccolta differenziata dei rifiuti per tutte le frazioni per le quali risulta istituito il servizio.
Per ciò che riguarda i rifiuti pericolosi e cimiteriali il Regolamento Comunale disciplina tali
servizi, recependo ed applicando le specifiche norme sovraordinate.
Di seguito si riportano gli ultimi dati disponibili sulla gestione dei Rifiuti Urbani su scala
regionale, provinciale e comunale ( R a p p o r t o s u l l o S t a t o d e l l ’ A m b i e n t e – Regione Puglia,
2009).
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Fig. 23 – Produzione regionale di RU (t/a) – 1996/2008 (fonte: RSA 2009 - APAT, ISPRA)
Fig. 24 – Produzione regionale procapite di RU (Kg/ab*anno) – 1996/2008 (fonte: RSA 2009 - APAT, ISPRA)
Fig. 25 – RU regionali smaltiti in discarica (t/a) – 1996/2008 (fonte: RSA 2009 - APAT, ISPRA)
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Tab. 6 – Produzione regionale di RU (t) per provincia – 2008 (fonte: RSA 2009 - APAT, ISPRA)
Tab. 7 – Quadro riassuntivo della gestione di RU (t) – 2008 (fonte: RSA 2009 - ISPRA)
Le quantità di Rifiuti solidi urbani (RSU) e rifiuti solidi assimilabili agli urbani (RSAU)
prodotti nel Comune di Arnesano negli ultimi 2002/2005 sono riportate nella seguente
tabella.
Tab. 8 – RU e RSAU nel Comune di Arnesano (kg) – 2002/2005 (fonte: Dati comunali)
Anno 2002 2003 2004 2005
RSU e RSAU
1.676.000 1.749.034 1.964.675 2.248.840
Tab. 9 – Descrizione di RU per tipologia in Arnesano – 2008 (fonte: Dati comunali)
Codice CER DESCRIZIONE KG
150101 Imballaggi in carta 18.518 150102 Imballaggi in plastica 48.195
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150106 Imballaggi in materiali misti -- 150107 Imballaggi in vetro 33.480 160214 Apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui
alla voci da 160209 a 160213 --
200101 Carta e cartone 69.487 200102 Vetro - 200110 Abbigliamento - 200123 Apparecchiature fuori uso contenenti
clorofluorocarburi --
200132 Medicinali scaduti - 200134 Batterie ed accumulatori - 200303 Residui della pulizia stradale -- 200307 Rifiuti ingombranti 5.860 200199 Altre frazioni non specificate altrimenti --
TOTALE 175.540
3.7.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.
Il P.U.G. prevede un modesto incremento degli spazi industriali, artigianali e dei poli
commerciali. Tali comparti produttivi, pur essendo spesso segnalati come elementi ad
elevata potenzialità di produzione di rifiuti (non solo di tipo solido urbano), non sono
ritenuti rilevanti nella capacità di carico della presente componente ambientale poiché
risultano molto esigui sul territorio comunale.
La riqualificazione e la moderata espansione di edilizia urbana associata ad un aumento
della popolazione potrebbe inoltre favorire un incremento dei rifiuti solidi urbani.
È senza dubbio auspicabile un perfezionamento dello strumento della raccolta
differenziata per assorbire totalmente o in parte gli impatti dovuti ad eventuali aumento dei
residenti e della popolazione in genere.
3.7.3 La partecipazione pubblica e privata
La cittadinanza e i preposti Enti competenti in materia ambientale non ha espresso
particolari pareri, ne sollevato specifiche obiezioni in merito alla presente componente
ambientale.
3.8 AGENTI FISICI
Nel capitolo Agenti Fisici vengono descritti alcuni indicatori ambientali riguardanti le
tematiche Radiazioni Ionizzanti, Radiazioni Non Ionizzanti, Acustica ed Energia.
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Le radiazioni ionizzanti sono particelle o onde elettromagnetiche dotate di elevato
contenuto energetico in grado di ionizzare gli atomi (o le molecole) con i quali vengono a
contatto; possono essere sia di origine naturale che di origine artificiale. D a s e m p r e l ’ u o m o è e s p o s t o a r a d i a z i o n i i o n i z z a n t i d i o r i g i n e n a t u r a l e a c u i s i d à i l n o m edi radioattività ambientale naturale.
In natura, sono presenti sia sorgenti naturali (radiazione terrestre e radiazione cosmica) c h e s o r g e n t i a r t i f i c i a l i , d e t t e g e n e r a l m e n t e s o r g e n t i d i “ c a m p i e l e t t r o m a g n e t i c i ” . Q u e s t eultime sono attualmente molto diffuse nel territorio. L ’ i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o
e il comparto energetico rivestono un interesse particolare, in
modo particolare nei grandi agglomerati urbani. Il fabbisogno è andato crescendo
simultaneamente c o n l o s v i l u p p o d e l l e c i t t à e c o n l ’ e s p a n d e r s i d e l l e g r a n d i r e a l t à
industriali.
3.8.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema
A. ELETTROMAGNETISMO: Ne l c o r s o d e g l i u l t i m i a n n i l ’ i n q u i n a m e n t oe l e t t r o m a g n e t i c o h a s t i m o l a t o l ’ a t t e n z i o n e d e i r i c e r c a t o r i , p e r l e c o n s e g u e n z ed e l l ’ a z i o n e d i q u e s t i c a m p i s u l l e p o p o l a z i o n i e s p o s t e . L ’ e n o r m e i n c r e m e n t o n e l
corso degli ultimi anni degli impianti di telefonia mobile istallati sul territorio della P r o v i n c i a h a p o r t a t o a l l ’ a t t e n z i o n e d e i c i t t a d i n i i l p r o b l e m a d e l l ’ i n q u i n a m e n t o d acampi elettromagnetici ad alta frequenza.
I valori massimi di esposizione ai campi elettromagnetici a bassa frequenza
(50 H z ) , r e l a t i v a m e n t e a l l ’ a m b i e n t e e s t e r n o e a b i t a t i v o , s o n o f i s s a t i d a l D P C M23/04/1992 in 5 KV/m e 0,1 mT. Sempre il DPCM 23/04/1992, fissa la distanza
minima dei fabbricati adibiti ad abitazione dalle linee elettriche aree ad alta
tensione.
Il DM 381/98 fissa i limiti di esposizione della popolazione ai ampi elettromagnetici c o n n e s s i a l f u n z i o n a m e n t o e a l ’ e s e r c i z i o d e i s i s t e m i f i s s i d e l l e t e l e c o m u n i c a z i o n i eradio-
t e l e v i s i o p e r a n t i n e l l ’ i n t e r v a l l o d i f r e q u e n z a c o m p r e s a t r a 1 0 0 K H ze 300
GHz. L ’ u f f i c i o t e r r itoriale del Governo – Prefettura di Lecce e il Presidio Multizonale di
Prevenzione della ASL LE/1 hanno effettuato il monitoraggio e la verifica dei limiti d e l l ’ i n q u i n a m e n t o e l e t t r o m a g n e t i c o d e r i v a n t e d a i m p i a n t i d i t e l e c o m u n i c a z i o n e e d itelefonia mobile
p e r l ’ i n t e r o t e r r i t o r i o p r o v i n c i a l e . D a l l ’ i n d a g i n e è e m e r s o c h e i n d u e
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE) c o m u n i , P a r a b i t a e A l e s s a n o , l ’ i n q u i n a m e n t o h a s u p e r a t o i v a l o r i s o g l i a .
Sulla base della presenza di apparati radiotelevisivi e delle stazioni base di
telefonia mobile e dei valori massimi del campo elettrico in un raggio di 100 mt
dagli impianti di tele-radiocomunicazione presenti nella Provincia di Lecce, come r i s u l t a n t i d a l c e n s i m e n t o e f f e t t u a t o d a l S e t t o r e f i s i c o a m b i e n t a l e d e l l ’ A z i e n d a u n i t àsanitaria locale LE/1, dalla Prefettura
e d a l l ’ u f f i c i o c a r t o g r a f i c o d e l l a P r o v i n c i a d iLecce, a
p p a r e e v i d e n t e l ’ a l t a c o n c e n t r a z i o n e d i t a l i a p p a r a t i n e l l a l i m i t r o f a c i t t à d iLecce e, pertanto, come il fenomeno finisca per interessare il Comune di
Arnesano, che risulta fortemente esposto ai fenomeni di elettrosmog derivanti da
tali apparati.
Sul territorio di Arnesano non sono attualmente presenti impianti di alcun tipo.
Tuttavia è in fase di definizione la concessione di una porzione di fondo agricolo p e r l a p o s a i n o p e r a d i u n ’ a n t e n n a p e r t e l e f onia mobile. Considerato che il limite di
legge del campo elettrico è di 6,00 V/M il livello di esposizione risulta accettabile.
Tuttavia occorre controllare tale fenomeno e monitorare i dati di inquinamento
elettromagnetico.
Tab. 10 – Fonti elettromagnetiche da progetto sul territorio di Arnesano (fonte: Comune)
Tipo antenna
Coordinata EST Coordinata NORD Potenza
alimentazione Campo elettrico
(M/V)
K742265 1 8 ° 0 5 ’ 5 1 . 7 ”
4 0 ° 2 0 ’ 0 6 5 ” 10 kw 1,20
B. RUMORE: L a l e g g e 2 6 o t t o b r e 1 9 9 5 n . 4 4 7 “ L e g g e q u a d r o s u l l ’
inquinamento a c u s t i c o ” e d i n p a r t i c o l a r e l a L . R e g i o n a l e n . 3 d e l 1 2 . 2 . 2 0 0 2 “ N o r m e d i i n d i r i z z op e r i l c o n t e n i m e n t o e l a r i d u z i o n e d e l l ' i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o ” s i p r o p o n g o n o d it u t e l a r e l ’ a m b i e n t e e s t e r n o e a b i t a t i v o d a l l ’ i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o , l a s a l v a g u a rdia d e l l a s a l u t e p u b b l i c a d a a l t e r a z i o n i c o n s e g u e n t i a l l ’ i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o
proveniente da sorgenti sonore, fisse o mobili, e favorire la riqualificazione
ambientale.
Tali finalità vengono operativamente perseguite attraverso la zonizzazione
acustica del territorio comunale con la classificazione del territorio medesimo
mediante suddivisione in zone omogenee dal punto di vista della destinazione d ’ u s o , n o n c h é l a i n d i v i d u a z i o n e d e l l e z o n e s o g g e t t e a i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o e
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successiva elaborazione del relativo piano di risanamento. A i s e n s i d e l l ’ a r t . 9 d e l l a c i t a t a L e g g e R e g i o n a l e ( r u b r i c a t o “ A d e m p i m e n t i e p o t e r is o s t i t u t i v i ” ) , e n t r o d i c i o t t o m e s i d a l l a d a t a d i e n t r a t a i n v i g o r e d e l l a S t e s s a , iComuni avrebbero dovuto provvedere alla zonizzazione acustica del proprio
territorio secondo i criteri ivi indicati e, in ogni caso, nel rispetto dell'assetto
urbanistico del territorio. In caso di mancato adempimento, dovrebbe provvedere
la Regione, per il tramite dell'Assessorato all'ambiente, attraverso la nomina di
commissari ad acta.
Si rileva che il Comune di Arnesano è inadempiente in materia, non avendo,
ancora, provveduto alla classificazione del proprio territorio secondo quanto
statuito dalle disposizioni nazionale e regionali. C o m u n q u e , c o r r e l ’ o b b l i g o d ievidenziare che in attesa della suddivisione del
territorio comunale nelle zone di cui alle tabelle 1 del D.P.C.M. 14 – 11-1997 si
applicano per le sorgenti sonore fisse i limiti di accettabilità ai sensi del D.P.C.M. 1-
3-91.
Il territorio di Arnesano, da un ’ a n a l i s i s o m m a r i a ,
risulta tuttavia scarsamente
interessato da fenomeni di inquinamento acustico, fatta eccezione per quelli
derivanti dal traffico veicolare che diviene anche la principale fonte (si rimandano
eventuali criticità nella sezione mobilità). R e c e n t e m e n t e l ’ A m m i n i s t r a z i o n e C o m u n a l e h a i n c a r i c a t o u n o s t u d i o a p p o s i t o p e rla zonizzazione acustica del territorio di Arnesano.
Per zonizzazione acustica comunale si intende una suddivisione del territorio in
aree omogenee appartenenti alle classi acustiche previste dal DPCM 14/11/97.
Per giungere a questo risultato, saranno tenuti in conto principalmente i risultati
delle analisi preliminari relative al PUG (tessuto edilizio, distribuzione della
popolazione, distribuzione delle attività commerciali e di servizio, aree produttive, s c u o l e , a t t r e z z a t u r e s a n i t a r i e , v e r d e p u b b l i c o ) , o l t r e a l l ’ a t t u a l e c o n s i s t e n z a egerarchizzazione della viabilità (eventualmente interpretata tramite analisi del
Piano Urbano del Traffico). Si tenga presente che le classi acustiche definite dal D P C M s i r i f e r i s c o n o a l l ’ i n c i d e n z a d e i r i c e t t o r i e d e g l i i n q u i n a t o r i p o t e n z i a l i s u lterritorio, ma non al reale clima acustico riscontrato.
Il DPCM 1/3/91, "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e
nell'ambiente esterno", stabiliva che i Comuni dovevano adottare la classificazione
acustica. La Legge n. 447/95, "Legge Quadro sull'inquinamento acustico", all'art.
70
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6, ribadisce l'obbligo della zonizzazione comunale. La zonizzazione acustica è un
atto tecnico-politico di governo del territorio, in quanto ne disciplina l'uso e vincola
le modalità di sviluppo delle attività ivi svolte. L'obiettivo è quello di prevenire il
deterioramento di zone non inquinate e di fornire un indispensabile strumento di
pianificazione, di prevenzione e di risanamento dello sviluppo urbanistico,
commerciale, artigianale e industriale; in tal senso, la zonizzazione acustica non
può prescindere dal Piano Urbanistico Generale, in quanto questo costituisce il
principale strumento di pianificazione d e l t e r r i t o r i o . E ’ p e r t a n t o f o n d a m e n t a l e c h e
venga coordinata con il PUG, anche come sua parte integrante e qualificante, e
con gli altri strumenti di pianificazione di cui i Comuni devono dotarsi (quale il
Piano Urbano del Traffico - PUT).
La Legge n.447/95 affida esplicitamente alle Regioni un ruolo di indirizzo e
coordinamento delle attività in materia di inquinamento acustico e, in particolare,
assegna loro il compito di provvedere a definire, con legge, i criteri con cui i
Comuni procedono alla classificazione acustica del proprio territorio.
Il quadro normativo di riferimento è costituito dalle seguenti disposizioni statali e
regionali:
- L e g g e 2 6 o t t o b r e 1 9 9 5 , n . 4 4 7 : “ L e g g e q u a d r o s u l l ’ i n q u i n a m e n t o a c u s t i c o ” ;
- D P C M 1 4 n o v e m b r e 1 9 9 7 : “ D e t e r m i n a z i o n
e dei valori limite delle sorgenti s o n o r e ” ;
- D M 1 6 m a r z o 1 9 9 8 : “ T e c n i c h e d i r i l e v a m e n t o e m i s u r a z i o n e d e l l ' i n q u i n a m e n t o
acustico;
- D P R 3 0 m a r z o 2 0 0 4 : “ D i s p o s i z i o n i p e r i l c o n t e n i m e n t o e l a p r e v e n z i o n e
dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veic o l a r e ” ;
- D L g s 1 9 a g o s t o 2 0 0 5 : “ A t t u a z i o n e d e l l a d i r e t t i v a 2 0 0 2 / 4 9 / C E r e l a t i v a a l l ad e t e r m i n a z i o n e e a l l a g e s t i o n e d e l r u m o r e a m b i e n t a l e ” ;
- L e g g e R e g i o n a l e 1 2 f e b b r a i o 2 0 0 2 , N . 3 : “ N o r m e d i i n d i r i z z o p e r i l c o n t e n i m e n t o
e la riduzione dell'inquinamento a c u s t i c o ” .
La tabella A del DPCM 14 novembre 1997, Determinazione dei valori limite delle
sorgenti sonore, definisce, dal punto di vista della salvaguardia dall'inquinamento
acustico, le sei classi di destinazione d'uso del territorio, che sono:
· CLASSE I – aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree
nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione:
aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree
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Comune d i Arnes ano (LE)
residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc;
· CLASSE II – aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in
questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare
locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività
commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali;
· CLASSE III – aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane
interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità
di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici con limitata
presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali
interessate da attività che impiegano macchine operatrici;
· CLASSE IV – aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree
urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di
popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza
di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e
di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole
industrie;
· CLASSE V – aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree
interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni;
· CLASSE VI – aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree
esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti
abitativi.
Nelle tabelle B, C dello stesso DPCM 14 novembre 1997, sono riportati
rispettivamente i valori limite di emissione, i valori limite assoluti di immissione e i
valori di qualità per le classi definite nella tabella A.
L'art. 2, comma 1, lettera e), f), g) ed h) della legge 26 ottobre 1995, n. 447 e gli
art. 2, 3, 6 e 7 del DPCP 14 novembre 1997, definiscono come:
- valore limite di emissione il valore massimo che può essere emesso da una
sorgente sonora;
- valore limite assoluto di immissione il livello equivalente di rumore ambientale
immesso nell'ambiente esterno dall'insieme di tutte le sorgenti.
- valore di attenzione il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale
rischio per la salute umana o per l'ambiente;
- valori di qualità i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo
periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare
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gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge.
Per le infrastrutture stradali, il DPR 30 marzo 2004, Disposizioni per il
contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico
veicolare, definisce i valori limite di immissione (art. 4, 5 e tabelle 1 e 2
dell'allegato 1 allo stesso DPR) all'interno delle fasce di pertinenza acustica (art. 3
e tabelle 1 e 2 dell'allegato 1 allo stesso DPR), validi esclusivamente per le
emissioni sonore prodotte dal traffico stradale; all'esterno di dette fasce, le
infrastrutture stradali concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione
di cui alla tabella C del DPCM 14 novembre 1997.
I valori limite di emissioni, i valori limite assoluti di immissione, i valori di attenzione
e quelli di qualità relativi alle classi di destinazione d'uso del territorio comunale
sono riportati in tabella 11; nella tabella 12, sono, altresì, riportati, i valori limite di
immissione relativi alle fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture stradali.
Tab. 11 – Limiti da rispettarsi in ambiente esterno per sorgenti fisse e mobili - DPCM 14/11/1997 (fonte: Zonizzazione e monitoraggio acustico del territorio comunale di Arnesano - Ing. Fabio De Masi)
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Comune d i Arnes ano (LE)
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
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Tab. 12 – Valori limite di immissione e fasce di pertinenza acustica per le strade esistenti, ampliamenti in sede, affiancamenti e varianti secondo la tabella 2 del DPR 30 marzo 2004 (fonte: Zonizzazione e monitoraggio acustico del territorio comunale di Arnesano - Ing. Fabio De Masi)
Tipo di strada (secondo
codice della strada)
Sottotipi ai fini acustici (secondo
norme CNR 1980 e direttive Put)
Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)
Scuole , ospedali, case di cura e di riposo
Altri ricettori
Diurno (06.00-22.00)
dB(A)
Notturno (22.00-06.00)
dB(A)
Diurno (06.00-22.00)
dB(A)
Notturno (22.00-06.00)
dB(A)
A - autostrada 100 (fascia A) 50 40
70 60
150 (fascia B) 65 55
B- extraurbana principali
100 (fascia A) 50 40
70 60
150 (fascia B) 65 55
C – extraurbana secondaria
Ca (strade a carreggiate separate e tipo IV CNR 1980)
100 (fascia A)
50 40
70 60
150 (fascia B) 65 55
Cb (tutte le altre strade extraurbane secondarie)
100 (fascia A) 50 40
70 60
150 (fascia B) 65 55
D – urbana di scorrimento
Da (strade a carreggiate separate e interquartiere)
100 50 40 70 60
Db (tutte le altre strade urbane di scorrimento
100 50 40 65 55
E – urbana di quartiere
30
Definiti dai Comuni, nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al DPCM 15 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane, come prevista dall'articolo 6, comma 1, lettera a) della legge n. 447 del 1995
F - locale 30
* per le scuole vale il solo limite diurno
C. ENERGIA: N e g l i u l t i m i t e m p i i t e m i d e l r i s p a r m i o e n e r g e t i c o , d e l l ’ i m p e g n o s u l l efonti rinnovabili, del rispetto dei parametri di Kyoto hanno assunto sempre più
importanza.
Il Comune di Arnesano ha voluto far sì che con i propri strumenti, pur nella
limitatezza di competenze che gli Enti Locali hanno su questo argomento, si
potesse:
1. Av v i a r e a l l ’ i n t e r n o d e l l a p r o p r i a o r g a n i z z a z i o n e e t e r r i t o r i o u n a r i c o n v e r s i o n e p e rl ’ u t i l i z z o d i f o n t i e n e r g e t i c he rinnovabili;
2. Portare avanti la scelta di combustibili meno impattanti e più compatibili con l ’ a m b i e n t e , a c o m i n c i a r e d a l m e t a n o p e r i l r i s c a l d a m e n t o d e l l e p r o p r i e s e d i .
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE) P e r q u a n t o c o n c e r n e l ’ u t i l i z z o d i r e t t o d i e n e r g i e a l t e r n a t i v e , è s t a t o r e a l i z z a t o n e l l ’ a m b i t o d e l p r o g r a m m a “ T e t t i F o t o v o l t a i c i ” e p o r t a t o a c o n c l u s i o n e un impianto
fotovoltaico di 2,81 kW. L ’ i m p i a n t o i n s t a l l a t o s u l t e t t o d e l f a b b r i c a t o d e l l a s e d e m u n i c i p a l e d i v i a D e A m i c i s ,è composto da 42 moduli fotovoltaici (con 36 celle cadauno), in silicio policristallino
da 67 W di picco ciascuno per una potenza totale di 2,81kW di picco.
I lavori che lo riguardano sono ormai conclusi e hanno lasciato spazio alla p r o c e d u r a , i n c o r s o , d i a l l a c c i o p e r l a c o n s e g n a d e l l ’ e n e r g i a p r o d o t t a a l l a r e t e E n el. S e m p r e i n t e m a d i e n e r g i e a l t e r n a t i v e , l ’ A m m i n i s t r a z i o n e C o m u n a l e , c o ndeliberazione di Giunta n. 120 del 14 dicembre 2005, ha aderito al gruppo di a c q u i s t o G r e e n , c o s t i t u i t o d a l l ’ A g e n z i a d e l l ’ E n e r g i a d e l l a P r o v i n c i a d i L e c c e ,avente lo scopo di negozi a r e l ’ a c q u i s t o d e l l ’ e n e r g i a e l e t t r i c a ( p r o d o t t a a n c h em e d i a n t e l ’ u t i l i z z o d i f o n t i r i n n o v a b i l i ) d a i f o r n i t o r i d e l m e r c a t o l i b e r o a l l e c o n d i z i o n ipiù convenienti. A l l ’ i n t e r n o d i q u e s t o g r u p p o d i a c q u i s t o , p o i , l ’ A g e n z i a d e l l ’ E n e r g i a h a a c c o l t o l aproposta di una Società Consortile che garantisce un risparmio certo, indipendente
dai diagrammi di carico, sulla tariffa del distributore del mercato vincolato e
fornisce energia elettrica proveniente solo da fonti rinnovabili.
Conseguentemente il Comune di Arnesano ritenuto, ancora una volta,
apprezzabile per l ’ u t i l i z z o d i e n e r g i a p r o v e n i e n t e d a l l e s o l e f o n t i r i n n o v a b i l i p e r g l ii m p i a n t i c o m u n a l i e d i p u b b l i c a i l l u m i n a z i o n e , a n c h e a l f i n e d i c o n t r a s t a r e l ’ u t i l i z z odi combustibili fossili sicuramente corresponsabili d e l c . d . “ e f f e t t o s e r r a ” , h a a d e r i t oalla Società Consortile con delibera del Consiglio Comunale n. 5 del 26 gennaio 2 0 0 6 c h e t r a t t a s i s o t t o s c r i v e n d o l ’ a u m e n t o del relativo capitale sociale. A d e s c l u s i o n e d e l p r e d e t t o i n t e r v e n t o d i p r o d u z i o n e d i e n e r g i a “ p u l i t a ” , s ul territorio
comunale non sono presenti impianti di produzione di energia di tipo tradizionale,
né altre tipologie di impianto che producono energia da fonti rinnovabili (eolici,
fotovoltaici, etc.). Pertanto in tale comparto non si segnalano particolari criticità o
azioni di mitigazione delle problematiche legate al consumo energetico.
3.8.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G. I l R e g o l a m e n t o R e g i o n a l e n . 1 4 d e l 1 4 s e t t e m b r e 2 0 0 6 “ L i n e e g u i d a p e r l ’ a p p l i c a z i o n edella L. R. 5/
2 0 0 2 ” p o n e l e norme di massima p e r m i n i m i z z a r e l ’ e s p o s i z i o n e d e l l a
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
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popolazione ai campi elettromagnetici e per assicurare la tutela della salute dei cittadini e d e l l ’ a m b i e n t e . Esso infatti esplica la volontà di pianificare il territorio ed in particolare gli insediamenti
urbani in modo da collocare tutti gli impianti di telecomunicazioni e radiotelevisivi in modo
corretto e meno impattante per la popolazione. A i f i n i d i e v e n t u a l i i n t e r f e r e n z e c o n i l P . U . G . l ’ i n t e r o c o m p a r t o a m b i e n t a l e “ A g e n t i f i s i c i ” n o nmostra particolari problematiche.
3.8.3 La partecipazione pubblica e privata
Non sono stati espressi particolari pareri, ne sollevate specifiche obiezioni in merito alla
presente componente ambientale.
3.9 AMBIENTE URBANO
Le città e i grossi centri abitati rappresentano i luoghi in cui maggiormente si concentrano f o n t i d i s q u i l i b r i p e r l ’ a m b i e n t e c o n c o n s e g u e n z e d i r e t t e s u l l a v i t a d e i c i t t a d i n i . Le cause di tali squilibri sono da attribuire fondamentalmente al crescente fenomeno della
urbanizzazione, all ’ a u m e n t a t a d e n s i t à d e l l a p o p o l a z i o n e e a l l ’ i n c r e m e n t o d e l l ’ e n t i t à d e ltraffico veicolare privato, pubblico e commerciale. La possibilità di predisporre interventi
efficaci per la risoluzione del problema ambientale, in termini soprattutto di riduzione degli i m p a t t i d e t e r m i n a t i d a l l e p r e s s i o n i s u l l ’ a m b i e n t e , d i p e n d e i n l a r g a m i s u r a d a l l a p o s s i b i l i t àdi disporre di informazioni corrette sul fenomeno e sulle correlazioni che lo legano ad altre
dinamiche di carattere sociale ed economico. U n ’ a d e g u a t a c o n o s c e n z a d e l f e n o m e n o è r a g g i u n g i b i l e s o l t a n t o c o n u n ’ a n a l i s i a m b i e n t a l econtinua ed accurata, che consenta di rappresentare la realtà nel suo evolversi e, quindi,
appurare se effettivamente gli interventi correttivi eventualmente effettuati abbiano
prodotto effetti positivi.
Nei piccoli centri abitati le pressioni esercitate dai fattori sopra citati sono di minore entità
ma, nel caso di realtà come quella salentina, l'elevata densità dei centri abitati per unità di
superficie e la loro stretta interazione di carattere socio – economico porta ad un aumento
delle criticità nel comparto dell'ambiente urbano.
Si andranno a valutare sostanzialmente gli impatti che il sistema produttivo, abitativo e la m o b i l i t à r e c a n o s u l l ’ a m b i e n t e .
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Il Comune di Arnesano è costituito dal p a e s e e d a l r i o n e R i e s c i . D a l l ’ a n a l i s i d e l l o s v i l u p p ou r b a n o è p o s s i b i l e l e g g e r e c o m e l ’ a b i t a t o s i a c r e s c i u t o a m a c c h i a d ’ o l i o i n t o r n o a l n u c l e oa n t i c o e l u n g o l e v i e c h e c o n d u c o n o a i c e n t r i u r b a n i c o n f i n a n t i . E ’ s t a t o u n o s v i l u p p ospontaneo che ha prodotto un tessuto urbanistico disorganico frammentato e privo di
servizi che la strumentazione urbanistica ha cercato di riammagliare rendendolo più
organico e servito. Permangono ancora ambiti periferici che necessitano di interventi di
riqualificazione.
Analizzando la mobilità e i flussi di traffico emergono due problemi:
a) il traffico su via Donatello che coincide con un tratto della prov.le Lecce – Porto
Cesareo di grande traffico;
b) la viabilità del centro abitato ad andamento centrifugo: la penetrazione in paese
avviene da quattro arterie che si portano, diventando sempre più strette, verso il
centro del paese e da qui alla periferia.
Relativamente alla caratterizzazione e funzione degli ambiti urbani, il centro del paese per
le attività sociali e c o m m e r c i a l i c o n t i n u a a d e s s e r e P . z z a P a i s i e l l o e l ’ a r e a c i r c o s t a n t e .Questa esprime ancora spazi di relazione modesti ed attende che venga completata la
sistemazione del Palazzo Marchesale e dello spazio intorno a questo che porterebbe alla
dotazione di spazi urbani ed architettonici altamente qualificati e funzionali alla vita
sociale, culturale ed anche economica del paese.
Il Centro Storico, come su descritto, registra uno svuotamento progressivo. A l l ’ i m p o v e r i m e n t o d e l C e n t r o S t o r i c o e q u i n d i d e l c e n t r o relazionale del paese non
corrisponde ancora la creazione di altri centri di interesse ed aggregazione, sicché il p a e s e t e n d e a d i v e n t a r e u n ’ i n d i s t i n t a p e r i f e r i a d e l l a v i c i n a c i t t à c a p o l u o g o .
Non va meglio nel rione Riesci; il borgo è cresciuto lungo una strada (la vecchia
Carmiano-Lequile, ora Via Dante) e su altre vie a questa parallele, senza nessun progetto
urbanistico.
Gli spazi pubblici nel centro abitato non sono distribuiti uniformemente (le aree con
lottizzazione, già dotate di verde privato, ne sono ricche, altre invece ad alta densità
insediativa ne sono povere) e sono attualmente pari a 8 mq/ab, risultando inferiori al
minimo dei 12 mq/ab previsto dal D.M. 1444/68. A tal proposito si dovranno valutare
analiticamente le ca p a c i t à r e s i d u a l i d e l l ’ attuale P. di F. confermandone il vincolo. N o n d i f e t t a n o g l i e d i f i c i d i i n t e r e s s e c o m u n e ; t r a l ’ a l t r o , a b r e v e s a r à c o m p l e t a t ol ’ a m p l i a m e n t o d e l l a s e d e m u n i c i p a l e e i l r e c u p e r o e l a r i q u a l i f i c a z i o n e d e l P a l a z z oM a r c h e s a l e . Q u e s t ’ u l t i m o , o l t r e a d e s s e r e l ’ edificio monumentale più rappresentativo del
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paese, con gli spazi di cui dispone, sarà un contenitore di altissima qualità, utilizzabile dal t e r r i t o r i o i n s i n e r g i a c o n l a p r e s e n t e s e d e d i c o r s o d i l a u r e a p e r l ’ o r g a n i z z a z i o n e d i c o r s i d iformazione, convegni, eventi socio-culturali di qualsiasi genere.
Discreta attuazione hanno avuto i P.E.E.P.. Per il P.I.P., sono in fase di superamento alcuni
problemi ( infrastrutture- o p e r e d i u r b a n i z z a z i o n e ) c h e n e h a n n o i m p e d i t o l ’ a t t u a z i o n e p e rdiversi decenni.
La zona - industriale prevista dal P. di F. vigente non ha avuto attuazione; attualmente è
sede di contenuti insediamenti rurali e coltivata con uliveti per cui è indicata la previsione d i u n a v o c a z i o n e a g r i c o l a d e l l ’ a r e a . 3.9.1 Descrizione della situazione territoriale sul tema
Aspetti demografici e socio-economici: Il paese negli ultimi 40 anni ha registrato una
profonda trasformazione socio-economica sintetizzabile nelle seguenti dinamiche
occupazionali:
· Significativo calo nell'agricoltura, nell'industria e nell'artigianato;
· Settori che hanno registrato un considerevole numero di occupati sono il commercio,
credito e assicurazioni, servizi, e, più degli altri, il pubblico impiego.
Il calo degli occupati in agricoltura è addebitabile a diversi fattori come ad es. la maggiore
meccanizzazione del settore, l'abbandono dei terreni più poveri, la difficoltà degli operatori
ad integrare le colture tradizionali (vite, ulivo e tabacco) con altre qualificate e competitive
comportanti anche più alti livelli occupazionali (colture in serra, colture tradizionali
specializzate, floricoltura, agro - industria, agriturismo, etc.), la preferenza per le colture a b a s s a s p e c i a l i z z a z i o n e e i m p i e g o d i m a n o d ’ o p e r a , m a g a r i s o s t e n u t e d a l l a C o m u n i t àEconomica Europea.
Anche per i l c a l o d i o c c u p a t i n e l l ’ i n d u s t r i a – a r t i g i a n a t o i m o t i v i s o n o d a r i c e r c a r e u n p o ’nella difficoltà degli artigiani di maturare una specializzazione competitiva e forme
organizzative e/o associative in grado di promuovere iniziative utili per essere presenti in
maniera più incisiva sul mercato; in maniera negativa ha sicuramente inciso la mancanza
di una vera e propria zona artigianale. I l p a e s e i n q u a r a n t ’ a n n i , è p a s s a t o d a u n ’ e c o n o m i a a g r i c o l o – artigianale ad una di tipo
terziario che vede nel pubblico impiego la principale occupazione. C i ò h a p r o d o t t o a n c h e e f f e t t i “ f i s i c i ” : a g r i c o l t u r a e a r t i g i a n a t o e r a n o s t r e t t a m e n t e l e g a t e a lterritorio; la prima determinava un paesaggio agricolo di eccezionale valore, il secondo
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Comune d i Arnes ano (LE)
riempiva il paese di operose imprese artigiane. Oggi del pregevole paesaggio agricolo è
rimasto ben poco, larga parte delle botteghe artigiane ha chiuso e la maggior parte degli
occupati, soprattutto quelli del pubblico impiego, hanno lavoro e interessi altrove.
Fino al 1981 la popolazione di Arnesano era diminuita nonostante il numero delle nascite
fosse superiore al numero di decessi. Sono stati anni che hanno visto molti abitanti
cercare altrove la soddisfazione di bisogni che il paese non offriva: primo fra tutti le
opportunità di lavoro, una casa, la possibilità di costruire un laboratorio, servizi, una
migliore qualità di vita. Dal 1981 ad oggi, nonostante il calo delle nascite, la popolazione,
anche se in forma molto contenuta, cresce, soprattutto cresce costantemente, e non in
maniera altalenante come in precedenza si verificava.
Fig. 26 – Numero di residenti nel Comune di Arnesano (fonte: ISTAT 1991-2008)
Il Comune contava 3929 abitanti alla fine del 2010 con una popolazione composta da
1914 maschi e 2015 femmine (ISTAT). Il numero di famiglie presenti sul territorio
comunale è pari a 1405 unità (comprensiva delle convivenze denunciate).
Il saldo migratorio nel 2010 risulta positivo con 63 persone acquisite fra i residenti. Dalla
Fig.26 infatti si denota un trend positiv o n e l l ’ a u m e n t o d e l l a p o p o l a z i o n e r e s i d e n t e ,partendo dagli 3458 individui nel 1991 sino ad arrivare ai 3856 abitanti nel 2008.
In verità la variazione demografica è piuttosto altalenante con inversioni di tendenza
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Comune d i Arnes ano (LE) r e g i s t r a t i a m e t à d e g l i a n n i ’ 9 0 e a l l ’ i n i zio del nuovo secolo.
Recentemente il bilancio demografico comunale risulta costantemente in attivo a partire
dal biennio 2002-2003.
Fig. 27 – Bilancio demografico del Comune di Arnesano (fonte: ISTAT 2008)
Sistema residenziale: Tranne che quelle aree con contenuti architettonici maggiormente
storici e di maggior pregio, il Comune di Arnesano può vantare di avere un tessuto
urbanistico più recente, realizzato con P.U.E., che ha svolto la funzione di riammagliare le
precedenti espansioni spontanee lungo le vie che portavano fuori dal paese ed hanno
portato ad una dotazione di standard altrimenti mancanti. I l r i s u l t a t o c o m p l e s s i v o è s t a t o u n o s v i l u p p o o r g a n i c o e d o r d i n a t o d e l l ’ a b i t a t o c o n u n adiscreta dotazione di verde privato e pubblico. Q u e s t ’ u l t i m o , p u r s u f f i c i e n t e p e r l e
espansioni, è ancora sotto il minimo standard p e r l ’ i n t e r o p a e s e . Si può pertanto affermare che il patrimonio urbanistico ed edilizio (storico e di recente
realizzazione) è senza dubbio di notevole valore (non solo storico-culturale ma anche
funzionale) e presenta ancora margini di miglioramento.
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE)
Produttività: il Salento mostra il formarsi di nuovi luoghi di concentrazione sia con la
modifica ed arricchimento dei tradizionali luoghi della centralità, sia con la costruzione di
nuove situazioni e paesaggi: concentrazione di attività turistiche nei villaggi,
concentrazione di attività produttive nelle zone SISRI o nei PIP di nuova formazione, di
attività commerciali lungo le strade, nei mercato o nei nuovi centri commerciali suburbani,
di attrezzature collettive in alcune nuove strutture ospedaliere, scolastiche ed
amministrative e concentrazione di residenze in alcune zone costiere. Questi nuovi luoghi
di concentrazione, dispersi entro il territorio salentino, costruiscono i riferimenti di una
nuova organizzazione urbana, più vasta, meno locale che non entra in conflitto con quella
tradizionale.
Nonostante Arnesano abbia soprattutto un territorio votato ad un utilizzo di tipo
prettamente agricolo, la produttività comunale in ambito privato è senza dubbio legata al
settore industriale e dei servizi, con quasi il 38% della popolazione occupato nella
pubblica amministrazione (ISTAT). Gli addetti del settore industriale occupano il 32,3% dei
residenti, mentre solo il 5% si occupa a tempo pieno alle attività agricole.
Fig. 28 – Percentuale occupati (%) per settore lavorativo (fonte: ISTAT 2001)
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
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Tab. 13 – Dettaglio del numero di occupati per settore lavorativo (fonte: ISTAT 2001) S E T T O R I N U M E R O O C C U P A T IA g r i c o l t u r a 5 0I t t i c o l t u r a 2A t t i v i t à e s t r a t t i v e 1M a n i f a t t u r i e r o 2 4 2E n e r g i a 4C o s t r u z i o n i 9 4A l b e r g h i e t u r i s m o 3 6C o m m e r c i o 1 1 6T r a s p o r t i 4 0I n t e r m e d i a z i o n e 2 6I m m o b i l i a r e 4 4P u b b l i c a A m m i n i s t r a z i o n e 1 3 7I s t r u z i o n e 1 2 9S a n i t à 8 1A l t r i S e r v i z i p u b b l i c i 3 7S e r v i z i d o m e s t i c i 1 5O r g a n i z z a z i o n i e x t r a t e r r i t o r i a l i 1T O T A L E 1 0 5 5
Mobilità: L a m o b i l i t à n e l l ’ a r e a d e l Salento, in generale, e del Comune di Arnesano è
affidata prevalentemente al trasporto su gomma.
Tra le diverse politiche e attività di pianificazione comunali assume oggi estrema i m p o r t a n z a l ’ o r g a n i z z a z i o n e d e l l a v i a b i l i t à e d e i t r a s p o r t i . La pianificazione del traffico e della mobilità, affiancata dalla relativa attività di gestione,
rappresenta uno strumento fondante nel costante intervento sulla città costruita.
Diventano oggetti determinanti la rete di trasporto esistente, gli scenari di sviluppo della
stessa, la trasformazione degli usi e dei comportamenti, il recupero della qualità a m b i e n t a l e e l a r i c e r c a d e l l ’ e q u i l i b r i o t r a d o m a n d a di mobilità e capacità delle reti di farvi
fronte. L ’ i m p o r t a n z a d i u n p i a n o d i m o b i l i t à e d e l l ’ a t t i v i t à d i g e s t i o n e d e l t r a f f i c o n o n h a t r o v a t oriscontro nelle iniziative del Comune di Arnesano. Si cerca pertanto di rimediare
al l ’ a s s e n z a d e l c i t a t o p i a n o e di qualsiasi altra p r o p o s t a t e s a a l l ’ organizzazione della
viabilità.
I processi di combustione legati alla mobilità rappresentano una delle principali fonti di
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Comune d i Arnes ano (LE)
inquinament o d e l l ’ a r i a n e l l e a r e e u r b a n e , o l t r e a l l e p r o b l e m a t i c h e l e g a t e a l r u m o r eprodotto dai veicoli.
A tal proposito si segnala il superamento delle soglie di rumore consentite in prossimità
della casa di riposo “ Villa Cristina ” , l u n g o l ’ a s s e v i a r i o A r n e s a n o -Carmiano. In particolare è
doveroso segnalare un disagio acustico durante le ore notturne dovute al traffico veicolare
che fa registrare valori medi di 45,5 dB(A), con relativo superamento della Classe I (aree
residenziali rurali) pari a 40,0 dB(A).
Fonti ISTAT sulla mobilità comunale mirano a fornire un quadro sulla mobilita del territorio
in termini di parco veicolare (Tab. 14). Tuttavia i dati non riferiscono del transito di migliaia
di veicoli appartenenti ai non residenti che quotidianamente attraversano il territorio
comunale.
Tab. 14 – Parco veicolare del Comune di Arnesano (fonte: ISTAT – anno 2006) T I P O L O G I A Q U A N T I T A 'A U T O B U S 1A U T O C A R R I 1 5 6V E I C O L I S P E C I A L I 1 5A U T O V E T T U R E 2 2 3 3M O T O C A R R I 3 5M O T O C I C L I 2 7 1R I M O R C H I E S E M I R I M O R C H I S P E C I F I C I 1 1R I M O R C H I E S E M I R I M O R C H I T R A S P O R T O M E R C I 1T O T A L E 2 7 2 3Le linee programmatiche di intervento del P.U.G. mostrano proposte progettuali nelle
relative tavole ed in particolare individuano il sistema della mobilità urbana e quello della
mobilità extraurbana reale e potenziale. I n F i g . 2 9 v i e n e r i p o r t a t a l ’ a t t u a l e r e t e v i a r i a d e l C o m u n e ; molte delle principali direttrici
convergono verso il centro abitato di Arnesano, mentre in alcuni casi restano tangenti ai
confini comunali e servono a connettere i diversi comuni limitrofi o da rilevanti arterie del
traffico veicolare per il raggiungimento delle località balneari del versante ionico. C o n l ’ a d o z i o n e i l P i a n o c e r c h e r à d i m i g l i o r a r e l a c i r c o l a z i o n e l u n g o l a v i a b i l i t àintercomunale, migliorando e in alcuni casi rafforzando le infrastrutture esistenti. Tutte le
esistenti direttrici del traffico tra i comuni limitrofi saranno oggetto di intervento,
aumentandone la scorrevolezza e il carico del traffico.
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Comune d i Arnes ano (LE)
Fig. 29 – Viabilità principale del Comune di Arnesano
Impianti e reti: Il Comune di Arnesano è servito da un impianto di depurazione dei reflui
della fogna nera, dalla rete di fognatura nera, dalla rete di fognatura pluviale, da una rete
di approvvigionamento idrico e da una rete di distribuzione del gas metano.
1. IMPIANTO DI DEPURAZIONE: L ’ i m p i a n t o d i d e p u r a z i o n e è u n i m p i a n t odi tipo consortile realizzato in agro di San
Cesario, è attualmente funzionante come recapito finale della fogna nera; esso
serve i comuni di Arnesano, Monteroni di Lecce, San Cesario, San Pietro in Lama
e Lequile.
2. RETE FOGNANTE ACQUE NERE:
La rete fognante d e l l e a c q u e n e r e c o p r e a t t u a l m e n t e l ’ i n t e r o c e n t r o a b i t a t o c h e h a
uno sviluppo stradale di circa 19 km. La rete esistente impiega condotte in gres
ceramico del diametro di 200 cm, ad esclusione del collettore esterno verso il
recapito finale, realizzato
corre parallelamente al profilo del terreno a profondità media di circa m. 1,80-2,00
dal piano stradale, con pendenza variabile.
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Comune d i Arnes ano (LE)
3. RETE FOGNANTE PLUVIALE: L a r e t e d i f o g n a t u r a p l u v i a l e n o n c o p r e l ’ i n t e r o centro abitato ma solo alcuni tronchi
viari principali per una lunghezza complessiva di 9.450 m circa. Il bacino scolante c o m p r e n d e l ’ i n t e r o a b i t a t o e h a u n a s u p e r f i c i e d i 5 4 h a ; i l s u o r e c a p i t o f i n a l e ècostituito da una cava di tufo dismessa, di proprietà comunale e da un pozzo
assorbente situato in via Dante del diametro di 1 metro e della profondità di 30
metri che drena le acque nella falda superficiale. La cava, posta nelle vicinanze del c i m i t e r o , l u n g o l a s t r a d a v i c i n a l e “ M a s s e r i a C a r r e t t i ” , è s t a t a utilizzata inizialmente c o m e c a v a a c i e l o a p e r t o p e r l ’ e s t r a z i o n e d i c o n c i d i “ t u f o c a l c a r e n i t i c o ” , è s t a t a p o i
dimessa e da circa un ventennio costituisce il recapito finale della rete pluviale.
Essa si estende per circa 5.300 mq con quota altimetrica pari a circa 21 metri
s.l.m. ed è sottoposta circa 10 metri rispetto al piano di campagna originario. L ’ a b i t a t o è i n t e r e s s a t o , i n p a r t i c o l a r i p e r i o d i d e l l ’ a n n o , d a i n t e n s e p r e c i p i t a z i o n i c h e ,per il modo in cui avvengono, diventano causa di veri e propri dissesti
idrogeologici. Infatti, nel periodo autunnale, quando le strade si allagano, i muri
delle case subiscono infiltrazioni, assorbono umidità e comportano grave
nocumento per la salute dei residenti. Seri danni, inoltre, si hanno alle strade per l ’ u s u r a dei manti bituminosi, per le buche che si vengono a creare, per i
conseguenti disagi e danni alla circolazione pedonale e non. Infine, a causa dei
ristagni di acqua possono sorgere problemi di natura igienico-sanitari.
4. RETE DI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO: L ’ i m p i a n t o è s t a t o r e a l i z z a t o a p a r t i r e d a g l i a n n i ‘ 2 0-
‘ 3 0 d a l l ’ A c q u e d o t t o P u g l i e s econ la costruzione della condotta principale; i lavori sono proseguiti negli anni s u c c e s s i v i f i n o a g l i a n n i ’ 8 0 , a p a r t i r e d a t a l e d a t a i s u c c e s s i v i l a v o r i s o n o s t a t irealizzati direttamente dal comune in base alle esigenze della popolazione.
La condotta principale è costituita da un tronco in ghisa del diametro di 225 mm
localizzato in prossimità della strada provinciale Magliano-A r n e s a n o . L ’ a c q u a
trasportata proviene dal Pertusillo e da alcuni pozzi appositamente realizzati d a l l ’ e n t e g e s t o r e d e l l a r e t e . I n p r o s s i m i t à d e l l ’ a b i t a t o i l t r o n c o p r i n c i p a l e v i e n ea l i m e n t a t o d a u n ’ a l t r a c o n d o t t a i n a c c i a i o d e l d i a m e t r o d i 4 5 0 m m c h e r i c e v el ’ a c q u a d a l g r a n d e s e r b a t o i o l e c c e s e .
Attualme n t e q u a s i l ’ i n t e r o c e n t r o a b i t a t o è s e r v i t o d a l l a r e t e i d r i c a e p e r i l s u o
completamento sono previste opere di ampliamento da parte del Comune. Infatti, a t t u a l m e n t e l ’ A c q u e d o t t o p u g l i e s e , c h e è u n a s o c i e t à p e r a z i o n i , s i o c c u p a d e l l a
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gestione della rete esistente e non della sua realizzazione.
5. RETE DI DISTRIBUZIONE DEL METANO:
Alla data attuale non sono disponibili informazioni sulla rete di distribuzione del gas
metano.
3.9.2 Strumenti di pianificazione ed interferenze col P.U.G.
Alla luce delle proposte pianificatorie i maggiori rischi di urbanizzazione che potrebbero
influire sulla presente componente ambientale sono:
1. Sottrazione del suolo e sua impermeabilizzazione dovuti al potenziamento delle
infrastrutture viarie, produttive e alla realizzazione di nuovi insediamenti;
2. Aumento delle fonti di rumore e del disagio acustico;
3. Incremento indiretto dei carichi dovuto ad incidenze sui comparti aria (maggiore
inquinamento), acqua (problemi di collettamento delle acque superficiali) e rifiuti
nel caso di aumento del sistema produttivo e commerciale (maggiore produzione
di rifiuti di tipo industriale).
3.9.3 La partecipazione pubblica e privata
Non sono stati espressi particolari pareri, ne sollevate specifiche obiezioni in merito alla
presente componente ambientale.
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CAPITOLO IV
4.1 COERENZA INTERNA ED ESTERNA DEL PIANO
La sostenibilità sociale, ambientale ed economica risultano essere alla base della verifica
di coerenza del Piano con i principali strumenti di pianificazione e programmazione
territoriale regionale, nazionale e comunitaria. Le discussioni, le conoscenze e le
informazioni sviluppate dai cittadini attraverso gli incontri e i questionari sono stati utili a
fornire indicazioni sui seguenti temi e fornire risposte alle citate problematiche e criticità
riguardanti:
- Recupero e riqualificazione del centro storico e degli elementi culturali ed architettonici
in esso contenuti, migliorando i servizi a residenti e a turisti;
- R e c u p e r o , r i s t r u t t u r a z i o n e e e v e n t u a l e n u o v a d e s t i n a z i o n e d ’ u s o d i i m m obili pubblici;
- Riqualificazione urbana delle aree abbandonate;
- Mobilità e collegamenti fra le varie aree del territorio comunale (centro storico, rione
Riesci, aree extra-urbane a vocazione agricola, etc.);
- Nuovi servizi e miglioramento di quelli esistenti in tutto il territorio comunale;
- Recupero e miglioramento del verde pubblico e salvaguardia delle aree naturali
ricadenti nel comune;
- Aumento e miglioramento degli spazi di aggregazione per tutte le classi di età.
Il Piano per raggiungere determinati obiettivi richiesti dai pianificatori e dalla cittadinanza
deve soddisfare specifici requisiti di sostenibilità ambientale e rispettare quelli che sono i
criteri di sostenibilità (contenimento del consumo di suolo, miglioramento delle
componenti aria e acqua, incremento della naturalità della funzionalità ecologica degli
habitat naturali ed agricoli, etc.).
In questa fase si sottopone il Piano alla verifica di coerenza, così come richiesto dalla D i r e t t i v a 2 0 0 1 / 4 2 / C E , c o n s i s t e n t e n e l l ’ a n a l i s idella reciprocità tra gli obiettivi e le azioni
previste dal PUG (coerenza interna), nonché ad eventuali conflittualità tra gli obiettivi e gli
strumenti e programmi sovraordinati già vigenti/operativi sul territorio (coerenza esterna).
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Tab. 15 – Matrice della Coerenza Interna
OBIETTIVI DEL PIANO
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Recupero di aree a maggiore naturalità
Tutela degli olivi secolari
Valorizzazione del settore agricolo e produzione
Incremento di servizi per il turismo
Risparmio energetico ed energie rinnovabili
Riduzione e razionalizzazione del consumo di suolo
Piani di Recupero dei beni culturali ed architettonici
Realizzazione di zone di completamento
Nuove zone di espansione
Realizzazione di zone produttive e commerciali
Positivo Negativo Neutro
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Tab. 16 – Matrice della Coerenza Esterna
OBIETTIVI DEL PIANO
Recu
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Equità sociale (DIR. UE Politiche per la casa)
Edilizia sostenibile (PEAR, Politiche per la casa)
Contenimento consumi idrici ed energetici (PEAR, PRAE)
Riduzione rischio allagamenti ed esondazioni (PAI, PRAE)
Tutela specie e biodiversità (Natura 2000, Piano faunistico-venatorio)
Tutela Ambiti Paesaggistici (PUTT/P)
Tutela patrimonio culturale(PUTT/P)
Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR)
Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP)
Piano di razionalizzazione e conservazione delle risorse idriche (PTA)
Riduzione alterazioni suolo(PRAE, PAI)
Regolazione attività estrattive (PRAE)
Miglioramento della gestione dei rifiuti (PGRU regionale e provinciale)
Mobilità sostenibile (PRT)
Turismo sostenibile(DIR. UE)
Sviluppo rurale sostenibile (DIR. UE, PSR)
Neutro Positivo Negativo
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4.2 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLE CRITICITÀ E RISPOSTE
Per la valutazione della compatibilità ambientale del P.U.G. di Arnesano si utilizzerà lo
schema DPSIR (Driving forces - Pressures - State - Impact - Response) che consente l ’ i n d i v i d u a z i o n e e l ’ a n a l i s idelle
i n f o r m a z i o n i s u l l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e, basandosi sulla
cognizione delle reazioni della domanda-risposta e/o causa-effetto e sui loro meccanismi.
Fig. 30 – Schema grafico del DPSIR
La struttura dello schema DPSIR è costituita dai seguenti blocchi (fonte: VAS del PTCP
della Provincia di Lecce):
D - DRIVING FORCES. Sono le attività antropiche primarie derivanti soprattutto dalle
attività produttive (agricoltura, turismo, industria, trasporto, etc.) e danno luogo alla p r o d u z i o n e d i s p e c i f i c i b e n i / s e r v i z i c h e c r e a n o p r e s s i o n i d i d i v e r s a e n t i t à s u l l ’ a m b i e n t e . P – PRESSIONI. Sono funzione delle driving forces
. L e a z i o n i d e r i v a n t i d a l l ’ a t t i v i t à umana c o m p o r t a n o l ’ u t i l i z z o d i r i s o r s e e g e n e r a n o m a t e r i a l i e s o s t a n z e c h e h a n n o e f f e t t o s u g l iequilibri ecologici ed ecosistemici. Esempio di ciò sono la pressione demografica e la
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relativa produzione di rifiuti, i prelievi idrici, le emissioni di inqui n a n t i , l ’ u s o d e l l e r i s o r s enaturali, il consumo di suolo, etc.
S – STATO. C o r r i s p o n d e a l l ’ i n s i e m e d e i v a l o r i c h e o c c o r r e t u t e l a r e e d i f e n d e r e . I n s i n t e s i
definisce il livello di qualità della componente ambientale, in termini di grado di
conservazione del patrimonio ecologico, naturalistico, socio-economico e storico-culturale
di un territorio. Lo stato dipende direttamente dalla sensibilità del sistema oggetto di
indagine e dalla sua attitudine a subire modifiche se sollecitato da pressioni.
I – IMPATTI. Rappresentano gli effetti delle pressioni sullo stato. Tali effetti corrispondono
a tangibili cambiamenti dello stato dell'ambiente e spesso si manifestano come alterazioni
degli ecosistemi e della loro capacità di sostenere la vita.
R – RISPOSTE. Sono le politiche ambientali che la società mette in atto per gestire le
pressioni e per cercare di mitigare o eliminare il danno ambientale. Sono, quindi, quelle
misure adottate al fine di salvaguardare le risorse ambientali (risorsa idriche, ittiche etc.)
ed evitare una loro irreversibile compromissione.
Le risposte possono essere rivolte ad una qualsiasi componente del modello DPSIR; esse
vengono indirizzate ad una forza determinante, ad una pressione, ad uno stato, ad un
impatto, ma anche ad una risposta stessa e possono così assumere la forma di obiettivi,
di programmi, di piani , di interventi, di priorità, di indicatori da adottare, di autorizzazioni, d i v e r i f i c h e e c o n t r o l l i ( l i m i t i a l c o n s u m o d e l l ’ a c q u a , r a c c o l t a differenziata, pratiche agricole
sostenibili, certificazione ambientale, monitoraggio degli inquinanti, educazione ed
informazione ambientale della popolazione locale). L ’ a z i o n e d e l l e r i s p o s t e s u g l i i m p a t t i p u ò a v v e n i r e i n m a n i e r a p r e v e n t i v a s u l l edriving forces
riducendo così alla fonte la pressione (legislazione, monitoraggio e controllo, permessi,
gestione delle risorse naturali); ma può anche intervenire per intercettare il flusso di
pressione una volta che questo è stato generato dalle driving forces riducendo la p r e s s i o n e n e t t a s u l l ’ a m b i e n t e ( d epuratori, inceneritori, barriere antirumore); possono,
infine, intervenire a valle, cercando di migliorare la qualità delle risorse degradate agendo
direttamente su di esse (attività di bonifica, recupero ambientale).
Gli impatti possono essere monitorati c o n l ’ a u s i l i o d i i n d i c a t o r i d i p e r f o r m a n c e u t i l i a capire
se le risposte adottate siano in grado di affrontare la problematica presa in esame o se sia
necessario formulare un nuovo sistema di intervento per la tutela della qualità/quantità
delle risorse ambientali.
Gli indicatori saranno classificati secondo i cinque elementi che costituiscono il modello
DPSIR. Si potranno quindi utilizzare:
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generatrici di pressioni sui diversi comparti ambientali; • Indicatori di pressioni, volti a valutare il livello col quale le attività antropiche
determinano delle trasformazioni;• I n d i c a t o r i d i s t a t o , c h e a n a l i z z a n o l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e e l e s u e a l t e r a z i o n i ; • Indicatori di impatto, che forniscono una stima degli effetti che le pressioni generano s u l l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e o d i r e t t a m e n t e s u l l a s a l u t e u m a n a ; • Indicatori di risposte, che valutano come la società sia intervenuta per ridurre le
pressioni, mitigare gli impatti e quindi miglior a r e l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e . 4.3 ANALISI SWOT, CRITICITÀ E RISPOSTE
Nella presente fase si andranno ad analizzare le positività e le negatività delle singole
componenti ambientali; tale valutazione verrà effettuata mediante l ’ a n a l i s i S W O T .
L'analisi SWOT, conosciuta anche come Matrice TOWS, è uno strumento di pianificazione
strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le
opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o in un'impresa o in ogni
altra situazione in cui un'organizzazione o un individuo deve prendere una decisione per
raggiungere un obiettivo.
Per ciascuna componente ambientale si individueranno dunque le criticità ed eventuali
azioni di mitigazione degli impatti.
Le valutazioni su criticità e risposte sono state eseguite tenendo conto degli obiettivi
generici e delle azioni specifiche di attuazione del Piano Urbanistico Generale di
Arnesano. In sintesi le analisi delle componenti ambientali sono riferite ai seguenti
obiettivi/azioni:
OBIETTIVI DEL PIANO
O1 Recupero e valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale
O2 Recupero e valorizzazione dei beni storico - artistici e monumentali
O3 Miglioramento del patrimonio urbanistico edilizio non storico
O4 Previsione di nuove strutt u r e e d i n f r a s t r u t t u r e p r o p o s t e n e l l ’ o t t i c a d e l l a s o s t e n i b i l i t à
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AZIONI DEL PIANO
A1 Recupero di aree a maggiore naturalità
A2 Tutela degli olivi secolari
A3 Valorizzazione del settore agricolo e produzione
A4 Incremento di servizi per il turismo
A5 Risparmio energetico ed energie rinnovabili
A6 Riduzione e razionalizzazione del consumo di suolo
A7 Piani di Recupero dei beni culturali ed architettonici
A8 Realizzazione di zone di completamento
A9 Nuove zone di espansione
A10 Realizzazione di zone produttive e commerciali
4.3.1 Aria
Punti di forza:
il Piano non prevede, fatta eccezione per la viabilità, interventi specifici che mirino ad ottenere punti di forza
Punti di debolezza:
Non emergono situazioni definibili come punti di debolezza del comparto
Opportunità: Non emergono opportunità specifiche per tale componente ambientale
Minacce: Non sono valutabili minacce legate alla componente aria
Criticità: D a l l ’ a n a l i s i S W O T n o n s i r i t i e n e c o n c r e t a l ’ i p o t e s i d i i n s o r g e n z a d i p a r t i c o l a r i c r i t i c ità r e l a t i v a a l l a c o m p o n e n t e a m b i e n t a l e “ A R I A ” . Eventuali criticità legate al traffico verranno t r a t t a t e n e l l a s e z i o n e “ m o b i l i t à ” .
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Strategie di mitigazione:
Non essendo presenti minacce specifiche non si segnala alcuna azione di mitigazione o
riduzione degli impatti. Tuttavia le Norme Tecniche Attuative prevedono:
· L ’ a r t i c o l o 1 6 “ Opere di urbanizzazione secondaria e standard urbanistici ” precisa
che la previsione di aree per verde pubblico attrezzato, urbano e di quartiere, è r i f e r i t a a l l ’ u t e n z a u r b a n a t o tale La realizzazione di tale standard è ripartita per tutti
gli abitanti insediabili. I soggetti che compiono trasformazioni urbane al di fuori di
comparti di attuazione (aree dei diritti acquisiti nel PF vigente) possono cedere le
aree necessarie alla realizzazione del verde pubblico attrezzato, se proprietari, o m o n e t i z z a r e l ’ i n c i d e n z a d e l l e s t e s s e .
· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s trutturazione
di attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di
uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed
alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P . M . P . p r o v i n c i a l e , p u r c h é i s o g g e t t i r i c h i e d e n t il ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eC o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i edisponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.
IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici c o m p e t e n t i p e r l a s p e c i f i c i t à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e/o la ristrutturazione in tutti i casi in cui non siano sufficienti le
cautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir
meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento
a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed
urbanistico-territoriali int e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l asospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle
presenti Norme.
Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad
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Comune d i Arnes ano (LE)
attività es i s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei
Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.
· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 4 si sancisce che n o n p o s s o n o e s s e r e i n s e d i a t e i n q u e s t ’ a r e aa t t i v i t à c h e c o m p o r t i n o l ’ a u t o r i z z a z i o n e a l r i l a s c i o d i f u m i i n a t m o s f e r a , n é c h ecomportino emissioni sonore superiori a quelle consentite per le aree di tipo misto c o m e d e f i n i t e d a l l ’ a r t . 3 d e l l a L . R . n . 3 / 2 0 0 2 ( L e q A 6 0 d B i n p e r i o d o d i u r n o e 5 0 d Bin periodo notturno).
· Nei sub-articoli 23 . x “ Aree della trasformazione extraurbana ” l e N T A p r e v e d o n oche per i nuovi insediamenti, che prevedano modifiche strutturali del suolo e per le
attività produttive esistenti che ricadono nei contesti in oggetto le trasformazioni
saranno subordinate, in ogni caso, alle norme dei Piani sovraordinati al P.U.G. A tal
fine si rende obbligatorio u n a t t o u n i l a t e r a l e d ’ o b b l i g o c h e d i s c i p l i n i e d i m p e g n i i lrichiedente nella realizzazione in tutto o in parte delle infrastrutture e dei servizi di c u i s o p r a o v v e r o d i t a l u n e o p e r e n e c e s s a r i e a l l a t u t e l a e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ a r e a .Con lo stesso atto dovranno essere comunque assicurati dai privati gli impegni a d o t a r s i d e i s e r v i z i i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l eacque, alla difesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di
esondazione o di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e
ai sistemi di mobilità.
· N e l T i t o l o I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di
degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione
dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni
specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:
- gli elementi di interesse vegetazionale;
- gli elementi di interesse storico,
nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali
indotti da:
- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;
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- inquinamento da scarichi liquidi;
- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;
- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.
Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli
elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti
integranti e sostanziali del PUG approvato.
· L ’ a r t i c o l o 3 3 “ Protezione del territorio da emissioni aeriformi e da rumore ” s a n c i s c eche in tutto il territorio le attività di qualunque tipo che presentino emissioni
aeriformi in atmosfera comunque derivanti da processo produttivo, devono
attenersi rigorosamente alle disposizioni emanate ai sensi del D.P.R. n. 203/88 e
s.m.i.
Tali attività, comunque, devono essere dotate di opportuni impianti di abbattimento
che facciano rientrare le emissioni stesse nei più ristretti limiti che la tecnica
consente.
Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ARPA la fonte dei dati):
INDICATORE TIPO
INDICATORE
U N I T A ’ D IMISURA
FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI
AZIONI MONITORATE
Emissioni dei principali Gas Serra (CO2, N2O e CH4)
Pressione × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10
Emissioni di principali sostanze inquinanti precursori di Ozono (O3)
Pressione × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10
Emissioni in atmosfera delle Polveri Totali Sospese (PTS)
Pressione × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10
Concentrazione di Benzene
Stato × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10
Concentrazione di PM10
Stato × g / m 3 Mensile O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10
Numero stazioni di monitoraggio
Stato Adimensionale Annuale O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10
Incremento stazioni di monitoraggio
Risposta Percentuale Annuale O1 – O3 – O4 A8 – A9 – A10
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4.3.2 ACQUA
Punti di forza:
Discreta presenza di infrastrutture per la c a p t a z i o n e d e l l ’ a c q u a d ifalda e l a q u a l i t à d e l l ’ a c q u a di falda
Punti di debolezza:
Presenza sul territorio di ampie superfici agricole
Opportunità: Utilizzo delle acque piovane da utilizzare per l ’ i r r i g a z i o n e
Minacce: L ’ u t i l i z z o d i s o s t a n z e chimiche in un territorio a forte vocazione agricola può essere causa d e l l ’ i n q u i n a m e n t o d e l l a f a l d a
Criticità:
Tutto il territorio comunale è potenzialmente esposta a rischio di inquinamento della falda
a causa della vocazione agricola presente nel Comune di Arnesano.
Strategie di mitigazione:
Riduzione e controllo d e l l ’ u t i l i z z o d i f i t o f a r m a c i e d i n g e n e r a l e d e l l e s o s t a n z e c h i m i c h eu t i l i z z a t e i n a g r i c o l t u r a . C o n t r o l l o e g e s t i o n e d e g l i e m u n g i m e n t i , l i m i t a n d o l ’ a p e r t u r a d inuovi pozzi per la captazione da falda profonda. Proporre il riutilizzo delle acque piovane
per l ’ i r r i g a z i o n e e d i m p o r r e g e n e r a l e r a z i o n a l i z z a z i o n e d e l l e r i s o r s e i d r i c h e . In particolare le Norme Tecniche Attuative prevedono:
· Gli articoli 21 e 22 e relativi sub- a r t i c o l i , “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v o e / o r e s i d e n z i a l e ” , p r e v e d o n o , t r a l ’ a l t r o , c h e g li interventi ammissibili
dovranno essere improntati in ogni caso al rispetto delle sistemazioni agrarie
tradizionali, dei manufatti in pietra a secco, della rete scolante, della tessitura
agraria e degli elementi divisori, nonché ai caratteri tipologici per dimensioni, m a t e r i a l i e t e c n i c h e e s e c u t i v e , f a v o r e n d o l ’ u s o d i t e c n i c h e e m e t o d i d e l l ab i o a r c h i t e t t u r a ( u s o d i m a t e r i a l i e t e c n i c h e l o c a l i , p o t e n z i a m e n t o d e l l ’ e f f i c i e n z aenergetica, recupero delle tecniche tradizionali di raccolta de l l ’ a c q u a p i o v a n a ) i ncoerenza soprattutto con le Linee guida per il restauro e il recupero dei manufatti
in pietra a secco, per il regolamento edilizio tipo regionale e per recupero, la m a n u t e n z i o n e e i l r i u s o d e l l ’ e d i l i z i a e d e i b e n i r u r a l i , e d i n s i n t o n i a con le norme ed
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i modelli contenute dai piani e programmi di settore ivi compreso il PPTR in itinere. N e l l e “ Norme comuni a tutte le aree produttive sottoposte alla normativa delle aree
artigianali del P. di F. vigente e comprese nel P.U.G. ” ( A r t . 2 2 . 5 ) si sancisce che i P U E d o v r a n n o s e g u i r e l ’ i t e r d i p r e s e n t a z i o n e e d a p p r o v a z i o n e i n d i c a t o n e l l e n o r m ec o n s p e c i f i c h e i n d i c a z i o n i p e r q u a n t o a t t i e n e a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o , s i s t e m idi smaltimento dei rifiuti e di depurazione delle acque, compatibili con le
caratteristiche del territorio e della sostenibilità ambientale.
· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e d i a t t i v i t à c l a s s i f i c a t e i n s a l u b r i , è ammesso
unicamente, dietro presentazione di uno studio di impatto ambientale, anche in
relazione alla situazione urbanistica ed alla densità abitativa del contesto, e previa v a l u t a z i o n e f a v o r e v o l e d e i S e r v i z i d i P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P . M . P .provinciale, purché i soggetti richiedenti l ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r eu n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n e C o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n oa l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i e d i s p o n i b i l i e a l p i e n o r i s p e t t o d e l l e p r e s c r i z i o n iimpartite e dei limiti assegnati.
IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici c o m p e t e n t i p e r l a s p e c i f i c i t à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a s i i n c u i n o n s i a n o s u f f i c i e n t i l ecautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir
meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento
a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed
urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l asospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle
presenti Norme.
Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad
attività es i s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,di tut e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei
Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.
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· N e l l ’ a r t i c o l o 2 3 . 1 - “ Aree degli uliveti e dei vigneti ( z o n a E ) ” v engono regolamentati
i nuovi insediamenti che prevedano modifiche strutturali del suolo e per le attività
produttive esistenti che ricadono nei contesti in oggetto le trasformazioni saranno
subordinate, in ogni caso, alle norme dei Piani sovraordinati al P.U.G. A tal fine si r e n d e o b b l i g a t o r i o u n a t t o u n i l a t e r a l e d ’ o b b l i g o c h e d i s c i p l i n i e d i m p e g n i i lrichiedente nella realizzazione in tutto o in parte delle infrastrutture e dei servizi di
cui sopra ovvero di talune opere necessarie alla t u t e l a e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ area.
Con lo stesso atto dovranno essere comunque assicurati dai privati gli impegni a d o t a r s i d e i s e r v i z i i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l eacque, alla difesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di
esondazione o di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e
ai sistemi di mobilità.
· Articolo 23.16 - “ Infrastrutture tecniche e di difesa del suolo ” , o v v e r o , i n tutte le
zone agricole è ammessa, previo ottenimento di atto autorizzativo se dovuto, la
costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo elencate di seguito:
- strade poderali ed interpoderali;
- escavazione di canali e di sistemi di deflusso delle acque;
- forestazione e piantumazione di alberi di alto fusto, di siepi, di vegetazione
spontanea a carattere non colturale. L a r e a l i z z a z i o n e , l ’ a m p l i a m e n t o e d i l r i f a c i m e n t o d i i n f r a s t r u t t u r e d i s t r a d e p o d e r a l io di canali deve avvenire riprendendo gli analoghi elementi lineari della morfologia
del territorio e comunque deve essere complessivamente coerente con l ’ o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e .
Le nuove strade poderali ed interpoderali dovranno essere costituite escludendo il
ricorso a pavimentazioni impermeabili, privilegiando il ricorso alle cosiddette “ s t r a d e b i a n c h e ” .
· N e l l e “Aree della trasformazione per servizi di interesse generale
”(Art. 28.2), in
considerazione che alcune aree sono poste nel comparto delle attività produttive
interessato da vincolo parziale del PAI, esse vengono destinate completamente a
verde nella parte perimetrale, pur essendo destinataria di indice trasferibile nella
restante parte del comparto non soggetto a vincoli di natura sovraordinata. I l “Parco Urbano Territoriale – Aree della ricongiunzione urbana e del Welfare,
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della Naturalità e Nanotecnologica” c o s t i t u i s c e l a n a t u r a l e c e r n i e r a e l ’ o b i e t t i v o
fondamentale del PUG per il disegno della città finita attraverso la ricongiunzione
del centro urbano propriamente detto e la frazione di Riesci.
La nuova costruzione di strutture è consentita esclusivamente nel rispetto delle
seguenti prescrizioni vincolanti:
- la superficie del lotto di riferimento deve essere non inferiore a mq 500 e di
essi almeno il 70% deve mantenere caratteristiche di permeabilità naturale;
- le modalità costruttive, i colori, i materiali e la tipologia devono essere quelli d e l l ’ a r c h i t e t t u ra tradizionale salentina;
- lo smaltimento delle acque reflue deve essere realizzato con metodi di
fitodepurazione del tipo a vassoio a flusso sub-superficiale, nel rispetto delle
prescrizioni di cui al D.Lgs 258/2000;
- le acque meteoriche provenienti dalle superfici impermeabili devono essere
raccolte in apposite cisterne da utilizzare per lavaggi ed innaffiature;
- almeno il 10% della superficie del lotto di riferimento deve essere piantumata
con essenze arboree autoctone;
- le recinzioni devono essere solo del tipo muro a secco o reti metalliche
sostenute da paletti in ferro o in legno senza alcun cordolo di fondazione.
Lungo le recinzioni che racchiudono e sul perimetro stradale occorre
provvedere alla piantumazione di siepi verdi arbustive e/o al completamento di
filari alberati eventualmente esistenti.
- Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a baco delle tipologie del PPTR in itinere. I n “ A r e e a s t a n d a r d d i s u p p o r t o a i c o m p a r t i d e s t i n a t i a g l i i n s e d i a m e n t i U n i v e r s i t a r i ”e d i n z o n e d i “
Utilizzi Strategici – aree Eventi e Protezione Civile” non è consentita
la modificazione delle alberature presenti, né l ’ i m p e r m e a b i l i z z a z i o n e d e l l a
superficie oltre il 20 % di quella territoriale.
· N e l T i t o l o I I I “Tutela e valorizzazione ambientale del territorio
” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di
degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione
dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni
specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:
- gli elementi di interesse vegetazionale;
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- gli elementi di interesse storico,
nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali
indotti da:
- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;
- inquinamento da scarichi liquidi;
- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;
- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.
Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli
elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti
integranti e sostanziali del PUG approvato.
· L ’ a r t i c o l o
3 4 “
Protezione del t e r r i t o r i o d a s c a r i c h i l i q u i d i ” p r e v e d e c h e i n t u t t o i l
territorio la disciplina degli scarichi liquidi è regolata:
a) dal D.Lgs 152/99 e successive modifiche ed integrazioni, nonché dai relativi
allegati;
b) dalla legislazione regionale in materia;
c) dagli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, di livello comunale o
sovracomunale, dai vigenti Regolamenti Comunali d'Igiene e Regolamento Edilizio
Comunale allegato al PUG;
Ai fini della protezione del territorio dagli scarichi di acque di rifiuto, tutti i titolari di
scarichi di qualsiasi tipo, provenienti da insediamenti e/o complessi produttivi che
hanno recapito in acque superficiali, in fognatura pubblica, sul suolo e negli strati
superficiali del suolo, sono tenuti alla richiesta preventiva di autorizzazione allo
scarico ai sensi del D.Lgs 152/99 e successive modificazioni ed integrazioni.
Qualsiasi domanda di concessione edilizia riguardante insediamenti produttivi
dovrà essere corredata dalla autorizzazione allo scarico ottenuta dal richiedente in
conformità alle disposizioni delle vigenti norme.
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Comune d i Arnes ano (LE)
Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ARPA e AQP le fonti dei dati):
INDICATORETIPO
INDICATORE
U N I T A ’ D IMISURA
FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI
AZIONI MONITORATE
Indice Biotico Esteso - I.B.E.
Stato/Risposta Numero Unità Sistematiche
Annuale O1 – O4 A1 – A5 –
A8 – A9 – A10
Inquinamento da Nitrati di origine agricola
Pressione/Stato mg/l Semestrale O1 – O4 A1 – A5 –
A8 – A9 – A10
Salinità acque di falda
Stato g/l Annuale O1 – O4 A1 – A5 –
A8 – A9 – A10 U t i l i z z o d ’ a c q u aper uso idro-potabile
Stato l/pro capite Annuale O1 – O4 A1 – A5 –
A8 – A9 – A10
Numero Pozzi esistenti per destinazione d ’ u s o
Stato Adimensionale Annuale O1 – O4 A1 – A5 –
A8 – A9 – A10
Sistemi di depurazione delle acque reflue urbane (Depuratori)
Stato/Risposta Adimensionale Annuale O1 – O4 A1 – A5 –
A8 – A9 – A10
Scarichi esistenti autorizzati
Stato Adimensionale Annuale O1 – O4 A1 – A5 –
A8 – A9 – A10
Variazione sul riuso delle Acque
Risposta Percentuale Annuale O1 – O4 A1 – A5 –
A8 – A9 – A10
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Comune d i Arnes ano (LE)
4.3.3 SUOLO
Punti di forza:
Bassa percentuale di impermeabilizzazione del suolo; bassa pressione demografica comunale; basso rapporto di copertura di edificazione
Punti di debolezza:
Esigua presenza di aree naturali; presenza di superfici impermeabilizzate
Opportunità: Presenza nella vecchia area di cava di vegetazione naturale; vaste aree con olivi secolari
Minacce: Perdita di suolo per la realizzazione di nuove infrastrutture; uso di pesticidi e fertilizzanti nelle pratiche agricole; frequenti lavorazioni e costipamento del terreno agricolo
Criticità:
La principale criticità che potrebbe manifestarsi sul territorio è legata alla perdita di suolo
in relazione alla pianificazione di nuove infrastrutture civili ed industriali con conseguente
impermeabilizzazione. Inoltre la vocazione agricola del Comune potrebbe provocare l ’ i n q u i n a m e n t o d e l t e r r e n o c a u s a t o d a l l ’ u t ilizzo di sostanze chimiche impiegate in
agricoltura.
Strategie di mitigazione:
La riduzione della perdita di suolo per la realizzazione delle infrastrutture (riqualificazione
delle aree già edificate e attualmente in disuso) e un maggiore controllo delle attività
agricole, promuovendo quelle a minore impatto (es.:colture biologiche), possono favorire il
mantenimento della qualità del suolo e la possibilità di lasciare superfici ad una potenziale
rinaturalizzazione.
Per tale comparto le Norme Tecniche Attuative prevedono:
· L ’Area PIRP e Ippodromo – Attività residenziale e/o Attività agricole e/o
complementari , n o r m a t a d a l l ’ a r t i c o l o 2 0 . 1 . 6 , comprende parti dl territorio agricolo,
in cui ricade una Ex zona C3 del PDF non attuata , che hanno subito intrusioni
disordinate ed irregolari di processi urbanizzativi con conseguenti situazioni di
degrado ambientale e produttivo. L ’ a r e a è c a r a t t e r i z z a t a d a u n a d i s p e r s i o n e i n s e d i a t i v a “ c a m p a g n a a b i t a t a ” , c o nd e s t i n a z i o n i d ’ u s o d i v e r s i f i c a t e f a c i l m e n t e a c c e s s i b i l idalle infrastrutture stradali
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Va lu taz ione Ambien ta le St ra teg ica – P iano Urban is t i co Genera le
Comune d i Arnes ano (LE) p r e s e n t i , . I n t a l i a r e e l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a h a s u b i t o i l p r o c e s s o d i p r o g r e s s i v ae s p u l s i o n e c o n c o n s e g u e n t e m o d i f i c a d e l l ’ a s s e t t o c o n s o l i d a t o , a m b i e n t a l e epaesaggistico . Tali situazioni hanno generato aspetti di deficit di servizi con effetti
negativi sulle relazioni socio-abitative e conseguenti costi economici per la “ d i p e n d e n z a ” d a l c e n t r o u r b a n o c o n s o l i d a t o . P e r l ’ a r e a i n a r g o m e n t o g l i i n t e r v e n t i d o v r a n n o e s s e r e o r i e n t a t i a d e f i n i r e p e r t a n t o
forme di utilizzazione future funzionali alla integrazione fisica con la qualità dello s p a z i o a g r a r i o p r e s e n t e n e l l ’ i n t o r n o , e r e l a z i o n a t o a l l e s i s t e m a z i o n i i n s e d i a t i v e g i àpresenti a confine dei comuni contermini.
Lo strumento esecutivo dovrà:
- dare soluzione soprattutto alla dotazione di servizi al fine di mitigare gli
aspetti di dipendenza dal centro urbano consolidato.
- mantenere lo stato di fatto degli assetti e delle sistemazioni agrarie d e l l ’ i n t o r n o-
i n c e n t i v a r e e v e n t u a l i t r a s f o r m a z i o n i v e r s o d e s t i n a z i o n i d ’ u s o f u n z i o n a l ie
complementari alle trasformazioni in atto nei territori dei comuni contermini,
con priorità verso le tipologie che sostengono lo sviluppo del turismo rurale ed
il prevalente uso di prodotti e menu a km 0.
· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “Aree della trasformazione periurbana –
p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n edi attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di
uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed
alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . eP.M.P. provinciale, purché i soggetti richiedenti l ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eC o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i e
disponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.
IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici c o m p e t e n t i p e r l a s p e c i f i c i t à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a s i i n c u i n o n s i a n o s u f f i c i e n t i l ecautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir
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meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento
a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed
urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l a
sospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle
presenti Norme.
Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad
attività esi s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o
llo e coordinata
programmazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei
Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.
· N e l l ’ a r t i c o l o 2 3 . 1- “ Aree degli uliveti e dei vigneti ( z o n a E ) ” v e n g o n o r e g o l a m e n t a t i
i nuovi insediamenti che prevedano modifiche strutturali del suolo e per le attività
produttive esistenti che ricadono nei contesti in oggetto le trasformazioni saranno
subordinate, in ogni caso, alle norme dei Piani sovraordinati al P.U.G. A tal fine si
rende obb l i g a t o r i o u n a t t o u n i l a t e r a l e d ’ o b b l i g o c h e d i s c i p l i n i e d i m p e g n i i lrichiedente nella realizzazione in tutto o in parte delle infrastrutture e dei servizi di
cui sopra ovvero di talune opere necessarie alla t u t e l a e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ area.
Con lo stesso atto dovranno essere comunque assicurati dai privati gli impegni a d o t a r s i d e i s e r v i z i i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l eacque, alla difesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di
esondazione o di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e
ai sistemi di mobilità.
· Articolo 23.16 - “ Infrastrutture tecniche e di difesa del suolo ” , o v v e r o , i n tutte le
zone agricole è ammessa, previo ottenimento di atto autorizzativo se dovuto, la
costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo elencate di seguito:
- strade poderali ed interpoderali;
- escavazione di canali e di sistemi di deflusso delle acque;
- forestazione e piantumazione di alberi di alto fusto, di siepi, di vegetazione
spontanea a carattere non colturale. L a r e a l i z z a z i o n e , l ’ a m p l i a m e n t o e d i l r i f a c i m e n t o d i i n f r a s t r u t t u r e d i s t r a d e p o d e r a l io di canali deve avvenire riprendendo gli analoghi elementi lineari della morfologia
del territorio e comunque deve essere complessivamente coerente con
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Comune d i Arnes ano (LE) l ’ o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e . Le nuove strade poderali ed interpoderali dovranno essere costituite escludendo il
ricorso a pavimentazioni impermeabili, privilegiando il ricorso alle cosiddette “ s t r a d e b i a n c h e ” . · N e l l e “ Aree della trasformazione per servizi di interesse generale ” ( Art. 28.2), in
considerazione che alcune aree sono poste nel comparto delle attività produttive
interessato da vincolo parziale del PAI, esse vengono destinate completamente a
verde nella parte perimetrale, pur essendo destinataria di indice trasferibile nella
restante parte del comparto non soggetto a vincoli di natura sovraordinata. I l “ Parco Urbano Territoriale – Aree della ricongiunzione urbana e del Welfare,
della Naturalità e Nanotecnologica ” cost i t u i s c e l a n a t u r a l e c e r n i e r a e l ’ o b i e t t i v ofondamentale del PUG per il disegno della città finita attraverso la ricongiunzione
del centro urbano propriamente detto e la frazione di Riesci.
La nuova costruzione di strutture è consentita esclusivamente nel rispetto delle
seguenti prescrizioni vincolanti:
- la superficie del lotto di riferimento deve essere non inferiore a mq 500 e di
essi almeno il 70% deve mantenere caratteristiche di permeabilità naturale;
- le modalità costruttive, i colori, i materiali e la tipologia devono essere quelli d e l l ’ a r c h i t e t t u ra tradizionale salentina;
- lo smaltimento delle acque reflue deve essere realizzato con metodi di
fitodepurazione del tipo a vassoio a flusso sub-superficiale, nel rispetto delle
prescrizioni di cui al D.Lgs 258/2000;
- le acque meteoriche provenienti dalle superfici impermeabili devono essere
raccolte in apposite cisterne da utilizzare per lavaggi ed innaffiature;
- almeno il 10% della superficie del lotto di riferimento deve essere piantumata
con essenze arboree autoctone;
- le recinzioni devono essere solo del tipo muro a secco o reti metalliche
sostenute da paletti in ferro o in legno senza alcun cordolo di fondazione.
Lungo le recinzioni che racchiudono e sul perimetro stradale occorre
provvedere alla piantumazione di siepi verdi arbustive e/o al completamento di
filari alberati eventualmente esistenti.
- Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a b a c o d e l l e t i p o l o g i e d e l P P T R i n i t i n e r e .
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Comune d i Arnes ano (LE) I n “ A r e e a s t a n d a r d d i s u p p o r t o a i c o m p a r t i d e s t i n a t i a g l i i n s e d i a m e n t i U n i v e r s i t a r i ”e d i n z o n e d i “ Utilizzi Strategici – aree Eventi e Protezione Civile ” non è consentita
la modificazione delle alberature presenti, né l ’ i m p e r m e a b i l i z z a z i o n e d e l l asuperficie oltre il 20 % di quella territoriale.
· N e l T i t o l o I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di
degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione
dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni
specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:
- gli elementi di interesse vegetazionale;
- gli elementi di interesse storico,
nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali
indotti da:
- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;
- inquinamento da scarichi liquidi;
- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;
- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.
Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli
elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti
integranti e sostanziali del PUG approvato.
Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ARPA, ISTAT e AGEA le fonti dei dati):
INDICATORE TIPO
INDICATORE
U N I T A ’ D IMISURA
FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI
AZIONI MONITORATE
Uso del suolo/superficie totale
Stato/
Risposta Percentuale Annuale O1 – O3 – O4
A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10
Superficie agricola utilizzata (SAU)
Pressione/
Stato Ettaro Annuale O1 – O3 – O4
A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10
Aziende agricole che aderiscono a misure ecocompatibili e che praticano agricoltura biologica
Stato/
Risposta Adimensionale Annuale O1 – O3 – O4
A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10
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Siti di estrazione di minerali di seconda categoria (cave)
Pressione/
Stato Adimensionale Annuale O1 – O3 – O4
A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10
Aree a rischio idrogeologico
Stato Ettaro Annuale O1 – O3 – O4 A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10
Utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari
Pressione/
Stato Percentuale Annuale O1 – O3 – O4
A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10
Utilizzo fanghi di depurazione in aree agricole
Pressione/
Stato Percentuale Annuale O1 – O3 – O4
A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10
Siti contaminati e a rischio di contaminazione
Stato Ettaro Annuale O1 – O3 – O4 A1 – A5 – A6 – A8 – A9 – A10
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4.3.4 NATURA E BIODIVERSITÀ
Punti di forza:
Esigua pressione antropica sul territorio; buono stato di salute dei terreni agricoli; presenza di una rete di muri e architetture a secco
Punti di debolezza:
Basso valore ecologico delle aree naturali; Basso numero, frammentazione e dimensione media delle aree naturali; connettività ecologica carente
Opportunità: V a l o r i z z a z i o n e d e l l ’ a r e a d icava rinaturalizzata e delle aree con olivi secolari con le murature a secco
Minacce: Messa a coltura di aree in fase di rinaturalizzazione; perdita delle murature a secco come presidio della vegetazione arbustiva spontanea e della connettività ecologica; ostacolo ai corridoi ecologici c o n l ’ a m p l i a m e n t o d e l l aviabilità
Criticità:
Le criticità individuate nella presente componente ambientale riguardano un eventuale
aumento delle aree agricole a scapito di aree abbandonate in fase di rinaturalizzazione. In
particolare le poche patch di naturalità presenti sul territorio, già molto frammentate e di p i c c o l e d i m e n s i o n i , r i s c h i a n o d i r e s t a r e i s o l a t e a c a u s a d e l l ’ u l t e r i o r e r a r e f a z i o n e d e g l ispazi scarsamente antropizzati.
Strategie di mitigazione: A l f i n e d i m i t i g a r e e / o r i d u r r e g l i i m p a t t i è a u s p i c a b i l e l ’ espansione delle aree di naturalità
esistenti e la creazione di nuove aree verdi, magari utilizzando le specie vegetali
autoctone che mostrano caratteristi c h e i n t r i n s e c h e d i r e s i s t e n z a a l l a c a r e n z a d ’ a c q u a equindi maggiormente compatibili con le scarse risorse idriche del territorio. A l t r a a z i o n e d i m i t i g a z i o n e p o t r e b b e e s s e r e l ’ i n c e n t i v a z i o n e alla manutenzione e alla
realizzazione di muretti e architetture in pietra a secco. Tali azioni porterebbero
sicuramente al ripristino e al miglioramento della vegetazione arbustiva tipica dei muretti a
secco e delle pagliare, contribuendo contemporaneamente al restauro della connettività
ecologica.
In particolare le Norme Tecniche Attuative prevedono:
· L ’ A r e a P I R P e Ippodromo – Attività residenziale e/o Attività agricole e/o
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complementari , n o r m a t a d a l l ’ a r t i c o l o 2 0 . 1 . 6 , comprende parti dl territorio agricolo,
in cui ricade una Ex zona C3 del PDF non attuata , che hanno subito intrusioni
disordinate ed irregolari di processi urbanizzativi con conseguenti situazioni di
degrado ambientale e produttivo. L ’ a r e a è c a r a t t e r i z z a t a d a u n a d i s p e r s i o n e i n s e d i a t i v a “ c a m p a g n a a b i t a t a ” , c o nd e s t i n a z i o n i d ’ u s o d i v e r s i f i c a t e f a c i l m ente accessibili dalle infrastrutture stradali p r e s e n t i , . I n t a l i a r e e l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a h a s u b i t o i l p r o c e s s o d i p r o g r e s s i v ae s p u l s i o n e c o n c o n s e g u e n t e m o d i f i c a d e l l ’ a s s e t t o c o n s o l i d a t o , a m b i e n t a l e epaesaggistico . Tali situazioni hanno generato aspetti di deficit di servizi con effetti
negativi sulle relazioni socio-abitative e conseguenti costi economici per la “ d i p e n d e n z a ” d a l c e n t r o u r b a n o c o n s o l i d a t o . P e r l ’ a r e a i n a r g o m e n t o g l i i n t e r v e n t i d o v r a n n o e s s e r e o r i e n t a t i a d e f i n i r e p e r t a n t oforme di utilizzazione future funzionali alla integrazione fisica con la qualità dello s p a z i o a g r a r i o p r e s e n t e n e l l ’ i n t o r n o , e r e l a z i o n a t o a l l e s i s t e m a z i o n i i n s e d i a t i v e g i àpresenti a confine dei comuni contermini.
Lo strumento esecutivo dovrà:
- dare soluzione soprattutto alla dotazione di servizi al fine di mitigare gli
aspetti di dipendenza dal centro urbano consolidato.
- mantenere lo stato di fatto degli assetti e delle sistemazioni agrarie d e l l ’ i n t o r n o- incentivare eventuali trasformazioni verso destinazioni d ’ u s o f u n z i o n a l i e
complementari alle trasformazioni in atto nei territori dei comuni contermini,
con priorità verso le tipologie che sostengono lo sviluppo del turismo rurale ed
il prevalente uso di prodotti e menu a km 0.
· “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v o / r e s i d e n z i a l e ” ( A r t i c o l o 2 1 ) s o n oaree del PUG per il ridisegno e riordino funzionale e qualitativo del territorio degli
ambiti periurbani e marginali del rapporto città-campagna.
Gli interventi consentiti e gli indirizzi delle NTA prevedono:
- A r e e d e i c o m p a r t i c o n d e s t i n a z i o n i d ’ u s o a s u p p o r t o e / oc o m p l e m e n t a r e / i n t e g r a t i v a a l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a n e i s e t t o r i d e l l a r i c e t t i v i t à e d e ltempo libero, in considerazione delle economie che si vogliono incentivare e
della necessità di favorire la permanenza in primo luogo delle attività agricole
compatibili ove esistenti , per contrastare la diminuzione degli operatori
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Comune d i Arnes ano (LE) a g r i c o l i e d a i f i n i d e l l ’ i n t e g r a z i o n e d e l r e d d i t o d e i n u c l e i f a m i l i a r i i v i p r e s e n t i . - Incentivazione, recupero e riuso di manufatti non più utilizzabili per usi agricoli
consentendo piccoli incrementi volumetrici sugli edifici esistenti, contenuti
entro il 20% e da consentirsi una sola volta, per la riqualificazione funzionale
(per il mantenimento del presidio umano nelle sue diverse forme e funzioni ai
fini della tutela attiva della campagna abitata), adeguamenti funzionali,
impiantistici-tecnologici-ecocompatibili in rapporto alle funzioni e tipologie
consentibili.
- M o d i f i c a d e l l a d e s t i n a z i o n e d ’ u s o c o m p a t i b i l e c o n l a s t r u t t u r a e l a tipologia
degli edifici esistenti e con il contesto ambientale, per quelle parti di territorio
suscettibili di riorganizzazione insediativa e riqualificazione, se non restituibili
ad una dimensione ed uso rurale, attraverso la riconversione in nuclei con c a r a t t e r i s t i c h e m o r f o l o g i c h e e m a t e r i a l i c o n s o n i a i l u o g h i d e l l ’ i n t o r n o eprevalentemente nei settori delle attività di - trasformazione dei prodotti
agricoli , anche consentita nelle forme part-time e/o di autoconsumo e tempo
libero (orti urbani) in sinergia con le forme di incentivazione dello sviluppo dei
mercati del contadino a km 0, quando queste possono costituire un i m p o r t a n t e e l e m e n t o n o n s o l o d i d i v e r s i f i c a z i o n e d e l l ’ e c o n o m i a r u r a l e m aanche di mantenimento e recupero per la stessa qualità territoriale ed urbana,
specie in termini di rigenerazione ecologica degli insediamenti.
- P e r l e a r e e i n d i v i d u a t e l ’ e v e n t u a l i t à d i n u o v a e d i f i c a z i o n e d e v e e s s e r e i n o g n icaso definita in rapporto alla specificità dei luoghi e subordinata, quando non
sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e
delle infrastrutture esistenti, a interventi di ripristino ambientale/paesaggistico e a l l ’ i m p e g n o a d a d o t t a r e s p e c i f i c h e m o d a l i t à d i g e s t i o n e e d i f e s a d e l t e r r i t o r i odi pertinenza. A tal fine devono essere comunque assicurati dai privati i servizi i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l e a c q u e , a l l adifesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di esondazione o
di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e ai sistemi di
mobilità.
- Particolare cura sarà posta anche, ai fini del recupero di forme di degrado
presenti, alle attività collegate alle cure colturali delle formazioni vegetali
aventi valore paesaggistico, quali cinture verdi, filari, alberature e orditura delle
coltivazioni, sistemazione della viabilità minore, vegetazione segnaletica e di
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arredo.
Gli interventi ammissibili dovranno essere improntati in ogni caso al rispetto delle
sistemazioni agrarie tradizionali, dei manufatti in pietra a secco, della rete
scolante, della tessitura agraria e degli elementi divisori, nonché ai caratteri t i p o l o g i c i p e r d i m e n s i o n i , m a t e r i a l i e t e c n i c h e e s e c u t i v e , f a v o r e n d o l ’ u s o d itecniche e metodi della bioarchitettura (uso di materiali e tecniche locali, p o t e n z i a m e n t o d e l l ’ e f f i c i e n z a e n e r g e t i c a , r e c u p e r o d e l l e t e c n i c h e t r a d i z i o n a l i d ir a c c o l t a d e l l ’ a c q u a p i o v a n a ) i n c o e r e n z a s o p r a t t u t t o c o n l e L i n e e g u i d a p e r i lrestauro e il recupero dei manufatti in pietra a secco, per il regolamento edilizio t i p o r e g i o n a l e e p e r r e c u p e r o , l a m a n u t e n z i o n e e i l r i u s o d e l l ’ e d i l i z i a e d e i b e n irurali, ed in sintonia con le norme ed i modelli contenute dai piani e programmi di
settore ivi compreso il PPTR in itinere.
· L ’ a r t i c o l o 2 1 . 1 d e f i n i s c e l e z o n e “ Produttive/Residenziali – Orti urbani ” c o m e aree
di salvaguardia del rapporto città-campagna. In tali ambiti sono previsti interventi
per attività complementari integrative del reddito agricolo con residenza e
mantenimento della tipologia colturale, interventi destinati alla produzione e
commercializzazione di prodotti agricoli, interventi integrati destinati ad ospitare
attività legate alla ricettività ed enogastronomia integrative e di supporto alle
precedenti, con priorità per tipologie a sostegno e consumo dei prodotti a km 0.
Tutti gli interventi saranno in ogni caso tenuti a rispettare il mantenimento delle
specie e la nuova realizzazione con particolare attenzione alle specie da piantare
e alle possibilità di utilizzo del materiale vegetale anche in sintonia con quanto
contenuto nel PPTR in itinere.
· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n edi attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di
uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed
alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P .M.P. provinciale, purché i soggetti richiedenti l ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eC o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i e
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disponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.
IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici c o m p e t e n t i p e r l a s p e c i f i c i t à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a si in cui non siano sufficienti le
cautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir
meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento
a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed
urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o, il Sindaco disporrà la
sospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle
presenti Norme.
Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad
attività esistenti, che non siano conformi a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei
Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.
· Le norme comuni a tutte le aree produttive sottoposte alla normativa delle aree
artigianali del P. di F. vigente e comprese nel P.U.G. (Articolo 22.5) prevedono che i
PUE delle aree comprese nel presente articolo devono osservare, oltre alle norme
di attuazione riferite al P. di F. vigente, dovranno essere mantenute le proporzioni
del 50% della piantumazione esistente o seguire le prescrizioni del PUG in materia
di rispetto ambientale.
· C o n l ’ a rticolo 23.1 “ Aree degli uliveti e dei vigneti ” si normano le aree di
trasformazione extraurbana.
- Aree degli uliveti: paesaggi rurali storici con segni di conduzione agricola
consolidata con presenza di esemplari secolari da tutelare e che rivestono
carattere di monumentalità come definiti ai sensi della L.R. 4 giugno 2007, n. 14 “ T u t e l a e v a l o r i z z a z i o n e d e l p a e s a g g i o d e g l i u l i v i m o n u m e n t a l i d e l l a P u g l i a ” . Gli stessi sono stati individuati e normati nella documentazione specifica del PUG
di adeguamento al PUTT/B regionale.
- Aree dei vigneti: paesaggi rurali storici con segni di conduzione agricola
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consolidata.
Aree agricole con segni di conduzione consolidati, caratterizzati anche dalla
presenza di manufatti con tipologie identitarie diffuse sul territorio in generale.
La suddivisone di tale area in comparti con prevalenti tipologie colturali ha
unicamente una funzione di semplificazione della lettura del territorio.
In tali aree le attività agricole, uliveti e vigneti, oltre al ruolo più immediato di
carattere economico, svolgono un ruolo significativo di connotazione e
conservazione del paesaggio rurale nei suoi molteplici aspetti, assolvendo anche a
funzioni di carattere sociale, culturale e del tempo libero. A i s e n s i d e l l a l e g i s l a z i o n e u r b a n i s t i c a v i g e n t e , l e z o n e o m o g e n e e “ E ” s o n o p a r t idel territorio comunale destinate prevalentemente ad usi agricoli, ovvero da
recuperare a tali attività produttive o destinate ad usi direttamente connessi con la
produzione agricola o con essi compatibili tra cui il mercatino dei prodotti a km.0
e/o le attività del tempo libero.
Nelle aree in questione, ad eccezione delle aree con presenza di esemplari di ulivi
secolari individuate nelle tav. di adeguamento al PUTT/P ed in ogni caso di quelle
in cui non sussistano condizioni di difformità rispetto a quanto contenuto nella l. r.
14/2011 , sono consentiti interventi integrati destinati ad ospitare attività legate alla r i c e t t i v i t à e d e n o g a s t r o n o m i a , c o m p a t i b i l i e d i s u p p o r t o a l l e d e s t i n a z i o n i d ’ u s oagricole con priorità per tipologie a sostegno, consumo e commercializzazione
dei prodotti a km 0, comprensivi degli standard obbligatori per la fruizione
pubblica: parcheggi carrabili e ciclabili e servizi ai portatori di handicap.
· C o n l e “Aree Agricole Special
i ” ( A r t . 2 3 . 2 ) s i n o r m a n o l e aree agricole con segni di
conduzione agricola consolidata, caratterizzate dalla presenza di coltivazioni
arboree, prevalentemente uliveti, di cui si riconosce il valore ambientale e
paesaggistico in relazione a specifici caratteri temporali e identitari dei luoghi.
Area con presenza di esemplari secolari da tutelare e che rivestono carattere di
monumentalità come definiti ai sensi della L.R. 4 g i u g n o 2 0 0 7 , n . 1 4 “ T u t e l a e
valorizzazione del paesaggio degli u l i v i m o n u m e n t a l i d e l l a P u g l i a ” .
Gli stessi sono
stati individuati e normati nella documentazione specifica derl PUG di
adeguamento al PUTT/B regionale.
· Le A r e e c a r a t t e r i z z a t e d a u n ’ a t t i v i t à a g r i c o l a r e s i d u a l e , f r a m m e n t a t e e i n t e r e s s a t e
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da relitti diffusi di antica attività estrattiva e sottoposte a pressioni antropiche per
altri usi e funzioni o trasformazioni, con significativa presenza di residenze non
rurali e/o di attività del tempo libero e/o di insediamenti produttivi diversi dal settore
primario, ed in generale di contesti non più utilizzati per le colture agricole o non
suscettibili di lavorazioni agricole (Articolo 23.3). L ’ a l l o n t a n a m e n t o d e l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a p r o d u t t i v a h a d e t e r m i n a t o s i t u a z i o n i d id e g r a d o t e r r i t o r i a l e , s o p r a t t u t t o i n r e l a z i o n e a l l ’ a s s e t t o e d a l l a m a n u t e n z i o n e d e l l esistemazioni agrarie tradizionali, alla rarefazione della vegetazione non colturale e
in generale della dotazione naturalistica di valenza ambientale e paesaggistica.
In questi ambiti sono presenti i aree di valore paesaggistico-ambientale e
manufatti, edifici e complessi edilizi di interesse ambientale e/o storico-
architettonico, culturale e testimoniale, che assolvono in alcuni casi a funzioni
residenziali, ti tipo ricettivo e/o ricreative. L ’ a r e a c o m p r e n d e :
1) contesti rurali modificati da antiche attività estrattive, prevalentemente non
uti l i z z a t e / u t i l i z z a b i l i p e r l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a i n c o n s e g u e n z a a i c a r a t t e r i
fisico/ambientali propri e/o specifiche disposizioni regolamentari che ne
tutelano le funzioni intrinseche. Sono aree che non risultano interessate da t e m p o d a l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a e a d a t t a t e s i a l l ’ e v o l u z i o n e d i p r o c e s s i d irinaturalizzazione.
2) gruppi di edifici e complessi edilizi di interesse storico-architettonico, culturale
e testimoniale in contrada Materdomini. L ’ a r e a c o m p r e n d e g r u p p i d i e d i f i c i e
complessi edilizi di interesse storico-architettonico, culturale e testimoniale in
contrada Materdomini classificati nel Sistema della Stratificazione Storico-
insediativa ed un nucleo di rigenerazione naturalistico-ambientale classificata n e g l i A m b i t i T e r r i t o r i a l i E s t e s i d i t i p o “ B ” d e lPUTT/P.
Per quanto sopra si fa riferimento alla documentazione specifica del PUG di
adeguamento al PUTT/P regionale per gli Abiti Estesi e Distinti.
Con riferimento ai contenuti delle norme e documenti predetti gli interventi n e l l ’ a r e a d o v r a n n o t e n d e r ealla:
- salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e
idrogeologici e degli equilibri ecologici;
- salvaguardia ambientale e di coltivazione arborea a fini produttivi
individuandone fattori di diversificazione finalizzati a incrementare le economie
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delle zone rurali;
- conservazione ed incentivazione della ricostituzione del paesaggio rurale e
del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali,
dei relativi habitat e delle associazioni vegetali e forestali ;
- incentivare le attività di tutela e gestione delle aree boscate e a macchia;
· Articolo 23.13 “ S t r u t t u r e p e r l ’ a l l e v a m e n t o , l ’ a d d e s t r a m e n t o e l a p e n s i o n e d i c a n i ;
maneggi” .
Negli insediamenti rurali esistenti è ammessa la nuova costruzione di
edifici destinati alle attività di allevamento, addestramento e pensione di cani
(compreso i canili rifugio definiti dalla normativa vigente); tali strutture dovranno
essere amovibili. Gli interventi potranno essere realizzati dai soggetti in possesso
della qualifica di Imprenditore Agricolo e da Associazioni di protezione degli
animali legalmente riconosciute.
· Articolo 23.16 - “Infrastrutture tecniche e di difesa del suolo
” , o v v e r o , in tutte le
zone agricole è ammessa, previo ottenimento di atto autorizzativo se dovuto, la
costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo elencate di seguito:
- strade poderali ed interpoderali;
- escavazione di canali e di sistemi di deflusso delle acque;
- forestazione e piantumazione di alberi di alto fusto, di siepi, di vegetazione
spontanea a carattere non colturale. L a r e a l i z z a z i o n e , l ’ a m p l i a m e n t o e d i l r i f a c i m e n t o d i i n f r a s t r u t t u r e d i s t r a d e p o d e r a l io di canali deve avvenire riprendendo gli analoghi elementi lineari della morfologia
del territorio e comunque deve essere complessivamente coerente con l ’ o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e .
Le nuove strade poderali ed interpoderali dovranno essere costituite escludendo il
ricorso a pavimentazioni impermeabili, privilegiando il ricorso alle cosiddette “ s t r a d e b i a n c h e ” .
· In base a l l ’ a r t i c o l o 2 4
“Aree destinate alla viabilità
”, le aree destinate alla fascia di
rispetto stradale e classificate come AT.Vf.r.. nel PUG, poste in adiacenza alla
viabilità a più intensa frequenza devono avere una funzione di mitigazione
ambientale per l ’ i n q u i n a m e n t o d a t r a f f i c o ( r u m o r e e e m i s s i o n i n o c i v e ) d e l l a s t r a d a
stessa.
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In tali aree è prescritta la realizzazione di una fascia boscata della larghezza di
almeno 20 mt posta in adiacenza alla strada , continua ed interrotta unicamente
dalla viabilità prevista dal PUG. Le essenze da porre a dimora dovranno essere
autoctone e a carattere arboreo (quelle di carattere arbustivo possono avere un
ruolo complementare ma non sostitutivo delle prime), da scegliere con riferimento
alla natura del terreno di impianto, privilegiando il reimpianto di esemplari di
Quercus ilex e altre specie autoctone c h e p o s s a n o r i c o s t i t u i r e l ’ a s s o c i a z i o n e
vegetale tipica dei boschi di leccio.
La realizzazione di tale fascia boscata costituisce previsione vincolante per la
realizzazione del comparto e dovrà essere messa a dimora nella fase iniziale di
attuazione dello stesso, in maniera tale che le essenze possano essere scelte a n c h e c o m e p i c c o l i e s e m p l a r i , A i p r i v a t i a t t u a t o r i d e l c o m p a r t o s p e t t a l ’ o n e r e d e l l agestione e del mantenimento di tale fascia boscata fino al perfetto attecchimento di
tutti gli esemplari, con sostituzione di quelli che dovessero non attecchire. Tali
oneri e prescrizioni dovranno essere contenuti nella convenzione regolante i r a p p o r t i p e r l ’ a t t u a z i o n e d e l comparto e il progetto dello stesso dovrà contenere il
dettaglio della progettazione delle fasce boscate di cui al presente articolo.
Analoghe prescrizioni valgono per la fascia di rispetto stradale posta sul lato
esterno della circonvallazione.
· N e l l e “Aree della trasformazione per servizi di interesse generale
” (Art. 28.2), in
considerazione che alcune aree sono poste nel comparto delle attività produttive
interessato da vincolo parziale del PAI, esse vengono destinate completamente a
verde nella parte perimetrale, pur essendo destinataria di indice trasferibile nella
restante parte del comparto non soggetto a vincoli di natura sovraordinata. I l “Parco Urbano Territoriale – Aree della ricongiunzione urbana e del Welfare,
della Naturalità e Nanotecnologica” c o s t i t u i s c e l a n a t u r a l e c e r n i e r a e l ’ o b i e t t i v o
fondamentale del PUG per il disegno della città finita attraverso la ricongiunzione
del centro urbano propriamente detto e la frazione di Riesci.
La nuova costruzione di strutture è consentita esclusivamente nel rispetto delle
seguenti prescrizioni vincolanti:
- la superficie del lotto di riferimento deve essere non inferiore a mq 500 e di
essi almeno il 70% deve mantenere caratteristiche di permeabilità naturale;
- le modalità costruttive, i colori, i materiali e la tipologia devono essere quelli
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- lo smaltimento delle acque reflue deve essere realizzato con metodi di
fitodepurazione del tipo a vassoio a flusso sub-superficiale, nel rispetto delle
prescrizioni di cui al D.Lgs 258/2000;
- le acque meteoriche provenienti dalle superfici impermeabili devono essere
raccolte in apposite cisterne da utilizzare per lavaggi ed innaffiature;
- almeno il 10% della superficie del lotto di riferimento deve essere piantumata
con essenze arboree autoctone;
- le recinzioni devono essere solo del tipo muro a secco o reti metalliche
sostenute da paletti in ferro o in legno senza alcun cordolo di fondazione.
Lungo le recinzioni che racchiudono e sul perimetro stradale occorre
provvedere alla piantumazione di siepi verdi arbustive e/o al completamento di
filari alberati eventualmente esistenti.
- Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a b a c o d e l l e t i p o l o g i e d e l P P T R i n i t i n e r e . I n “ A r e e a s t a n d a r d d i s u p p o r t o a i c o m p a r t i d e s t i n a t i a g l i i n s e d i a m e n t i U n i v e r s i t a r i ”e d i n z o n e d i “
Utilizzi Strategici – aree Eventi e Protezione Civile” non è consentita
la modificazione delle alberature presenti, né l ’ i m p e r m e a b i l i z z a z i o n e d e l l a
superficie oltre il 20 % di quella territoriale.
· N e l T i t o l o I I I “Tutela e valorizzazione ambientale del territorio
” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di
degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione
dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni
specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:
- gli elementi di interesse vegetazionale;
- gli elementi di interesse storico,
nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali
indotti da:
- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;
- inquinamento da scarichi liquidi;
- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;
- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.
Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli
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elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti
integranti e sostanziali del PUG approvato.
· Art. 31 – “Tutela di elementi di interesse vegetazionale
”
1) Sono considerati elementi di interesse vegetazionale:
- i grandi alberi intendendo quelli con circonferenza del tronco, misurata a
cm.120 dal suolo, superiore a 60 cm. o quelli con più tronchi se almeno uno ha
una circonferenza, misurata come sopra, superiore a 50 cm.;
- le alberature in filari o gruppi e le siepi poste lungo strade di qualunque tipo in
quanto costituenti elemento di caratterizzazione del paesaggio e di
miglioramento ambientale indipendentemente dalla specie e dalle dimensioni
dei singoli componenti;
- gli alberi di pino posti lungo le strade e gli agrumeti situati nei giardini urbani e
annessi ad insediamenti rurali; le formazioni vegetali che costituiscono lembi di
macchi mediterranea, anche di piccola dimensione, situati nelle zone agricole e
a ridosso dei muri a secco di confine.
- G l i a l b e r i d i f i c o e l e p i a n t e d i f i c o d ’ i n d i a e s i s t e n t i n e l c e n t r o u r b a n o e q u e l l iposti a confine di strade anche rurali.
- Le aree boscate e le aree a macchia ed olivastro, incluso quelle indicate nelle
tavole del PUG di adeguamento al P.U.T.T./Paesaggio della Regione Puglia.
Gli elementi di interesse vegetazionale sono sottoposti alla disciplina del
presente articolo e delle norme ed elaborati indicati al comma successivo.
2) Oltre a quanto sopra individuato, sono compresi tra gli elementi di interesse
vegetazionale di cui al presente articolo tutti i manufatti indicati nelle tavole -
Elaborati del PUG di adeguamento al PUTT/P - Sistema della copertura
botanico-vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica e le Norme
Tecniche di Attuazione in esse contenute .
3) Non dovranno essere considerati quali elementi di interesse vegetazionale le
coltivazioni arboree di tipo produttivo.
4) Gli interventi consentiti sono quelli atti a conservare e migliorare le condizioni v e g e t a t i v e d e l l e a l b e r a t u r e , n e l r i s p e t t o d e l l a l o r o e v o l u z i o n e n a t u r a l e . E ’ q u i n d iobbligatorio, in caso di lavori che possano comunque interessare, con rischio
di danno, le alberature di cui al presente articolo, mettere in opera recinzioni,
rivestimenti, innaffiature, protezioni, ricambi di soprassuolo e terre, ecc., in
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modo da garantire che nessun danno venga prodotto.
5) Fermo restando il rispetto delle esigenze di sicurezza, è vietato distruggere,
danneggiare o tagliare le specie vegetali e le alberature di cui sopra o
effettuare potature di branche di rami con diametro superiore a cm.30 e tali da
modificare in modo essenziale la chioma; è altresì vietato, in un raggio di ml. 2
da l t r o n c o d e g l i a l b e r i , e f f e t t u a r e o p e r e c h e p o s s a n o d a n n e g g i a r e l ’ a p p a r a t o
radicale (es. pavimentazioni impermeabili, scavi, passaggi di condutture,
dispersione di materiali nocivi, ecc.).
Set di indicatori proposti per il monitoraggio (UNIVERSITÀ, ESPERTI le fonti dei dati):
INDICATORE TIPO
INDICATORE
U N I T A ’ D IMISURA
FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI
AZIONI MONITORATE
Biodiversità vegetale (indice di Shannon)
Stato/Risposta Adimensionale Biennale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4
Biodiversità animale (indice di Shannon)
Stato/Risposta Adimensionale Biennale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4
Ricoveri presso i Centri di Recupero della Fauna Selvatica
Stato/Risposta Adimensionale Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4
Variazione pressione venatoria
Risposta Percentuale Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4
Recupero habitat prioritari e di interesse comunitario
Risposta Ettaro Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4
Superficie forestale complessiva
Stato/Risposta Ettaro Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4
Superficie forestale percorsa dal incendio
Stato/Risposta Ettaro Annuale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4
Numero habitat ripristinati
Risposta Adimensionale Biennale O1 – O4 A1 – A2 A3 – A4
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4.3.5 PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE
Punti di forza:
Presenza di zone con olivi secolari ad elevato pregio paesaggistico; presenza di interessanti emergenze storico-architettoniche sul territorio
Punti di debolezza:
Non emergono situazioni definibili come punti di debolezza del comparto
Opportunità: valorizzazione dei beni paesaggistici e storico-culturali presenti sul territorio comunale
Minacce: Deterioramento delle opere architettoniche rurali
Criticità: D a l l ’ a n a l i s i S W O T n o n s i r i t i e n e c o n c r e t a l ’ i p o t e s i d i i n s o r g e n z a d i p a r t i c o l a r i c r i t i c i t àrelativa alla componente paesaggistica. Eventuali criticità potrebbero insorgere nei
riguardi degli antichi fabbricati rurali e dei muretti a secco, alcuni dei quali già in cattivo
stato di conservazione.
Strategie di mitigazione:
Sono auspicabili azioni di mitigazione degli impatti sulle antiche costruzioni rurali e sulle
dimore storiche mediante il restauro e un adeguato piano di manutenzione.
Per tale comparto le Norme Tecniche Attuative prevedono:
· L ’ A r e a P I R P eIppodromo – Attività residenziale e/o Attività agricole e/o
complementari , n o r m a t a d a l l ’ a r t i c o lo 20.1.6, comprende parti dl territorio agricolo,
in cui ricade una Ex zona C3 del PDF non attuata , che hanno subito intrusioni
disordinate ed irregolari di processi urbanizzativi con conseguenti situazioni di
degrado ambientale e produttivo. L ’ a r e a è c a r a t t e r i z z a t a d a u n a d i s p e r s i o n e i n s e d i a t i v a “ c a m p a g n a a b i t a t a ” , c o nd e s t i n a z i o n i d ’ u s o d i v e r s i f i c a t e f a c i l m e n t e a c c e s s i b i l i d a l l e i n f r a s t r u t t u r e s t r a d a l ip r e s e n t i , . I n t a l i a r e e l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a h a s u b i t o i l p r o c e s s o d i p r o g r e s s i v aespulsione con con s e g u e n t e m o d i f i c a d e l l ’ a s s e t t o c o n s o l i d a t o , a m b i e n t a l e epaesaggistico . Tali situazioni hanno generato aspetti di deficit di servizi con effetti
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negativi sulle relazioni socio-abitative e conseguenti costi economici per la “ d i p e n d e n z a ” d a l c e n t r o u r b a n o c onsolidato. P e r l ’ a r e a i n a r g o m e n t o g l i i n t e r v e n t i d o v r a n n o e s s e r e o r i e n t a t i a d e f i n i r e p e r t a n t oforme di utilizzazione future funzionali alla integrazione fisica con la qualità dello s p a z i o a g r a r i o p r e s e n t e n e l l ’ i n t o r n o , e r e l a z i o n a t o a l l e s i s t e m a z i o n i insediative già
presenti a confine dei comuni contermini.
Lo strumento esecutivo dovrà:
- dare soluzione soprattutto alla dotazione di servizi al fine di mitigare gli
aspetti di dipendenza dal centro urbano consolidato.
- mantenere lo stato di fatto degli assetti e delle sistemazioni agrarie d e l l ’ i n t o r n o- i n c e n t i v a r e e v e n t u a l i t r a s f o r m a z i o n i v e r s o d e s t i n a z i o n i d ’ u s o f u n z i o n a l i e
complementari alle trasformazioni in atto nei territori dei comuni contermini,
con priorità verso le tipologie che sostengono lo sviluppo del turismo rurale ed
il prevalente uso di prodotti e menu a km 0.
· “Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v o / r e s i d e n z i a l e ” ( A r t i c o l o 2 1 ) s o n o
aree del PUG per il ridisegno e riordino funzionale e qualitativo del territorio degli
ambiti periurbani e marginali del rapporto città-campagna.
Gli interventi consentiti e gli indirizzi delle NTA prevedono:
- A r e e d e i c o m p a r t i c o n d e s t i n a z i o n i d ’ u s o a s u p p o r t o e / oc o m p l e m e n t a r e / i n t e g r a t i v a a l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a n e i s e t t o r i d e l l a r i c e t t i v i t à e del
tempo libero, in considerazione delle economie che si vogliono incentivare e
della necessità di favorire la permanenza in primo luogo delle attività agricole
compatibili ove esistenti , per contrastare la diminuzione degli operatori
agricoli ed ai fin i d e l l ’ i n t e g r a z i o n e d e l r e d d i t o d e i n u c l e i f a m i l i a r i i v i p r e s e n t i . - Incentivazione, recupero e riuso di manufatti non più utilizzabili per usi agricoli
consentendo piccoli incrementi volumetrici sugli edifici esistenti, contenuti
entro il 20% e da consentirsi una sola volta, per la riqualificazione funzionale
(per il mantenimento del presidio umano nelle sue diverse forme e funzioni ai
fini della tutela attiva della campagna abitata), adeguamenti funzionali,
impiantistici-tecnologici-ecocompatibili in rapporto alle funzioni e tipologie
consentibili.
- M o d i f i c a d e l l a d e s t i n a z i o n e d ’ u s o c o m p a t i b i l e c o n l a s t r u t t u r a e l a t i p o l o g i a
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degli edifici esistenti e con il contesto ambientale, per quelle parti di territorio
suscettibili di riorganizzazione insediativa e riqualificazione, se non restituibili
ad una dimensione ed uso rurale, attraverso la riconversione in nuclei con c a r a t t e r i s t i c h e m o r f o l o g i c h e e m a t e r i a l i c o n s o n i a i l u o g h i d e l l ’ i n t o r n o eprevalentemente nei settori delle attività di - trasformazione dei prodotti
agricoli , anche consentita nelle forme part-time e/o di autoconsumo e tempo
libero (orti urbani) in sinergia con le forme di incentivazione dello sviluppo dei
mercati del contadino a km 0, quando queste possono costituire un
importante elemento non s o l o d i d i v e r s i f i c a z i o n e d e l l ’ e c o n o m i a r u r a l e m aanche di mantenimento e recupero per la stessa qualità territoriale ed urbana,
specie in termini di rigenerazione ecologica degli insediamenti.
- P e r l e a r e e i n d i v i d u a t e l ’ e v e n t u a l i t à d i n u o v a e d i f i c a z i o n e d e ve essere in ogni
caso definita in rapporto alla specificità dei luoghi e subordinata, quando non
sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e
delle infrastrutture esistenti, a interventi di ripristino ambientale/paesaggistico e a l l ’ i m p e g n o a d a d o t t a r e s p e c i f i c h e m o d a l i t à d i g e s t i o n e e d i f e s a d e l t e r r i t o r i odi pertinenza. A tal fine devono essere comunque assicurati dai privati i servizi i n e r e n t i : a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o e a l l a d e p u r a z i o n e d e l l e a c q u e , a l l adifesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di esondazione o
di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e ai sistemi di
mobilità.
- Particolare cura sarà posta anche, ai fini del recupero di forme di degrado
presenti, alle attività collegate alle cure colturali delle formazioni vegetali
aventi valore paesaggistico, quali cinture verdi, filari, alberature e orditura delle
coltivazioni, sistemazione della viabilità minore, vegetazione segnaletica e di
arredo.
Gli interventi ammissibili dovranno essere improntati in ogni caso al rispetto delle
sistemazioni agrarie tradizionali, dei manufatti in pietra a secco, della rete
scolante, della tessitura agraria e degli elementi divisori, nonché ai caratteri
tipologici per d i m e n s i o n i , m a t e r i a l i e t e c n i c h e e s e c u t i v e , f a v o r e n d o l ’ u s o d itecniche e metodi della bioarchitettura (uso di materiali e tecniche locali, p o t e n z i a m e n t o d e l l ’ e f f i c i e n z a e n e r g e t i c a , r e c u p e r o d e l l e t e c n i c h e t r a d i z i o n a l i d ir a c c o l t a d e l l ’ a c q u a p i o v a n a ) i n c o e renza soprattutto con le Linee guida per il
restauro e il recupero dei manufatti in pietra a secco, per il regolamento edilizio
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Comune d i Arnes ano (LE) t i p o r e g i o n a l e e p e r r e c u p e r o , l a m a n u t e n z i o n e e i l r i u s o d e l l ’ e d i l i z i a e d e i b e n irurali, ed in sintonia con le norme ed i modelli contenute dai piani e programmi di
settore ivi compreso il PPTR in itinere.
· L ’ a r t i c o l o 2 1 . 1 d e f i n i s c e l e z o n e “Produttive/Residenziali – Orti urbani ” c o m e aree
di salvaguardia del rapporto città-campagna. In tali ambiti sono previsti interventi
per attività complementari integrative del reddito agricolo con residenza e
mantenimento della tipologia colturale, interventi destinati alla produzione e
commercializzazione di prodotti agricoli, interventi integrati destinati ad ospitare
attività legate alla ricettività ed enogastronomia integrative e di supporto alle
precedenti, con priorità per tipologie a sostegno e consumo dei prodotti a km 0.
Tutti gli interventi saranno in ogni caso tenuti a rispettare il mantenimento delle
specie e la nuova realizzazione con particolare attenzione alle specie da piantare
e alle possibilità di utilizzo del materiale vegetale anche in sintonia con quanto
contenuto nel PPTR in itinere.
· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e
di attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di
uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed
alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P . M . P . p r o v i n c i a l e , p u r c h é i s o g g e t t i r i c h i e d e n t il ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale con la qu a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e m i g l i o r i t e c n o l o g i edisponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.
IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici
competenti per la specificit à d e g l i i n t e r e s s i c o i n v o l t i , p o t r à n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a s i i n c u i n o n s i a n o s u f f i c i e n t i l ecautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla
collettività residente nelle v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o m p r o m i s s i o n e d e l l acomponente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir
meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento
a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed
urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l a
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sospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle
presenti Norme.
Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad
attività es i s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei
Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.
· Le norme comuni a tutte le aree produttive sottoposte alla normativa delle aree
artigianali del P. di F. vigente e comprese nel P.U.G. (Articolo 22.5) prevedono che i
PUE delle aree comprese nel presente articolo devono osservare, oltre alle norme
di attuazione riferite al P. di F. vigente, dovranno essere mantenute le proporzioni
del 50% della piantumazione esistente o seguire le prescrizioni del PUG in materia
di rispetto ambientale.
· C o n l ’ a rticolo 23.1 “Aree degli uliveti e dei vigneti ” s i n o r m a n o l e a r e e d i
trasformazione extraurbana.
- Aree degli uliveti: paesaggi rurali storici con segni di conduzione agricola
consolidata con presenza di esemplari secolari da tutelare e che rivestono
carattere di monumentalità come definiti ai sensi della L.R. 4 giugno 2007, n. 14 “ T u t e l a e v a l o r i z z a z i o n e d e l p a e s a g g i o d e g l i u l i v i m o n u m e n t a l i d e l l a P u g l i a ” . Gli stessi sono stati individuati e normati nella documentazione specifica derl PUG
di adeguamento al PUTT/B regionale.
- Aree dei vigneti: paesaggi rurali storici con segni di conduzione agricola
consolidata.
Aree agricole con segni di conduzione consolidati, caratterizzati anche dalla
presenza di manufatti con tipologie identitarie diffuse sul territorio in generale.
La suddivisone di tale area in comparti con prevalenti tipologie colturali ha
unicamente una funzione di semplificazione della lettura del territorio.
In tali aree le attività agricole, uliveti e vigneti, oltre al ruolo più immediato di
carattere economico, svolgono un ruolo significativo di connotazione e
conservazione del paesaggio rurale nei suoi molteplici aspetti, assolvendo anche a
funzioni di carattere sociale, culturale e del tempo libero. A i s e n s i d e l l a l e g i s l a z i o n e u r b a n i s t i c a v i g e n t e , l e z o n e o m o g e n e e “ E ” s o n o p a r t i
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del territorio comunale destinate prevalentemente ad usi agricoli, ovvero da
recuperare a tali attività produttive o destinate ad usi direttamente connessi con la
produzione agricola o con essi compatibili tra cui il mercatino dei prodotti a km.0
e/o le attività del tempo libero.
Nelle aree in questione, ad eccezione delle aree con presenza di esemplari di ulivi
secolari individuate nelle tav. di adeguamento al PUTT/P ed in ogni caso di quelle
in cui non sussistano condizioni di difformità rispetto a quanto contenuto nella l. r.
14/2011 , sono consentiti interventi integrati destinati ad ospitare attività legate alla
ricettività ed enogastronomia, compatibil i e d i s u p p o r t o a l l e d e s t i n a z i o n i d ’ u s oagricole con priorità per tipologie a sostegno, consumo e commercializzazione
dei prodotti a km 0, comprensivi degli standard obbligatori per la fruizione
pubblica: parcheggi carrabili e ciclabili e servizi ai portatori di handicap.
· C o n l e “Aree Agricole Special i ” ( A r t . 2 3 . 2 ) s i n o r m a n o l e a ree agricole con segni di
conduzione agricola consolidata, caratterizzate dalla presenza di coltivazioni
arboree, prevalentemente uliveti, di cui si riconosce il valore ambientale e
paesaggistico in relazione a specifici caratteri temporali e identitari dei luoghi.
Area con presenza di esemplari secolari da tutelare e che rivestono carattere di
monumentalità come definiti ai sensi della L.R . 4 g i u g n o 2 0 0 7 , n . 1 4 “ T u t e l a evalorizzazione del paesaggio degli u l i v i m o n u m e n t a l i d e l l a P u g l i a ” . Gli stessi sono
stati individuati e normati nella documentazione specifica derl PUG di
adeguamento al PUTT/B regionale.
· Le A r e e c a r a t t e r i z z a t e d a u n ’ a t t i v i t à a g r i c o l a r e s i d u a l e , f r a m m e n t a t e e interessate
da relitti diffusi di antica attività estrattiva e sottoposte a pressioni antropiche per
altri usi e funzioni o trasformazioni, con significativa presenza di residenze non
rurali e/o di attività del tempo libero e/o di insediamenti produttivi diversi dal settore
primario, ed in generale di contesti non più utilizzati per le colture agricole o non
suscettibili di lavorazioni agricole (Articolo 23.3). L ’ a l l o n t a n a m e n t o d e l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a p r o d u t t i v a h a d e t e r m i n a t o s i t u a z i o n i d idegrado territo r i a l e , s o p r a t t u t t o i n r e l a z i o n e a l l ’ a s s e t t o e d a l l a m a n u t e n z i o n e d e l l esistemazioni agrarie tradizionali, alla rarefazione della vegetazione non colturale e
in generale della dotazione naturalistica di valenza ambientale e paesaggistica.
In questi ambiti sono presenti i aree di valore paesaggistico-ambientale e
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manufatti, edifici e complessi edilizi di interesse ambientale e/o storico-
architettonico, culturale e testimoniale, che assolvono in alcuni casi a funzioni
residenziali, ti tipo ricettivo e/o ricreative. L ’ a r e a c o m p r e n d e :
1) contesti rurali modificati da antiche attività estrattive, prevalentemente non u t i l i z z a t e / u t i l i z z a b i l i p e r l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a i n c o n s e g u e n z a a i c a r a t t e r ifisico/ambientali propri e/o specifiche disposizioni regolamentari che ne
tutelano le funzioni intrinseche. Sono aree che non risultano interessate da t e m p o d a l l ’ a t t i v i t à a g r i c o l a e a d a t t a t e s i a l l ’ e v o l u z i o n e d i p r o c e s s i d irinaturalizzazione.
2) gruppi di edifici e complessi edilizi di interesse storico-architettonico, culturale
e testimoniale in contrada Materdomini. L ’ a r e a c o m p r e n d e g r u p p i d i e d i f i c i ecomplessi edilizi di interesse storico-architettonico, culturale e testimoniale in
contrada Materdomini classificati nel Sistema della Stratificazione Storico-
insediativa ed un nucleo di rigenerazione naturalistico-ambientale classificata n e g l i A m b i t i T e r r i t o r i a l i E s t e s i d i t i p o “ B ” d e l P U T T / P . Per quanto sopra si fa riferimento alla documentazione specifica del PUG di
adeguamento al PUTT/P regionale per gli Abiti Estesi e Distinti.
Con riferimento ai contenuti delle norme e documenti predetti gli interventi n e l l ’ a r e a d o v r a n n o t e n d e r e a l l a : - salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e
idrogeologici e degli equilibri ecologici;
- salvaguardia ambientale e di coltivazione arborea a fini produttivi
individuandone fattori di diversificazione finalizzati a incrementare le economie
delle zone rurali;
- conservazione ed incentivazione della ricostituzione del paesaggio rurale e
del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali,
dei relativi habitat e delle associazioni vegetali e forestali ;
- incentivare le attività di tutela e gestione delle aree boscate e a macchia;
· Articolo 23.16 - “Infrastrutture tecniche e di difesa del suolo ” , o v v e r o , i n tutte le
zone agricole è ammessa, previo ottenimento di atto autorizzativo se dovuto, la
costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo elencate di seguito:
- strade poderali ed interpoderali;
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- escavazione di canali e di sistemi di deflusso delle acque;
- forestazione e piantumazione di alberi di alto fusto, di siepi, di vegetazione
spontanea a carattere non colturale. L a r e a l i z z a z i o n e , l ’ a m p l i a m e n t o e d i l r i f a c i m e n t o d i i n f r a s t r u t t u r e d i s t r a d e p o d e r a l io di canali deve avvenire riprendendo gli analoghi elementi lineari della morfologia
del territorio e comunque deve essere complessivamente coerente con l ’ o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e . Le nuove strade poderali ed interpoderali dovranno essere costituite escludendo il
ricorso a pavimentazioni impermeabili, privilegiando il ricorso alle cosiddette “ s t r a d e b i a n c h e ” .
· N e l l e “Aree della trasformazione per servizi di interesse generale ” ( Art. 28.2), in
considerazione che alcune aree sono poste nel comparto delle attività produttive
interessato da vincolo parziale del PAI, esse vengono destinate completamente a
verde nella parte perimetrale, pur essendo destinataria di indice trasferibile nella
restante parte del comparto non soggetto a vincoli di natura sovraordinata. I l “Parco Urbano Territoriale – Aree della ricongiunzione urbana e del Welfare,
della Naturalità e Nanotecnologica ” c o s t i t u i s c e l a n a t u r a l e c e r n i e r a e l ’ o b i e t t i v ofondamentale del PUG per il disegno della città finita attraverso la ricongiunzione
del centro urbano propriamente detto e la frazione di Riesci.
La nuova costruzione di strutture è consentita esclusivamente nel rispetto delle
seguenti prescrizioni vincolanti:
- la superficie del lotto di riferimento deve essere non inferiore a mq 500 e di
essi almeno il 70% deve mantenere caratteristiche di permeabilità naturale;
- le modalità costruttive, i colori, i materiali e la tipologia devono essere quelli d e l l ’ a r c h i t e t t u ra tradizionale salentina;
- lo smaltimento delle acque reflue deve essere realizzato con metodi di
fitodepurazione del tipo a vassoio a flusso sub-superficiale, nel rispetto delle
prescrizioni di cui al D.Lgs 258/2000;
- le acque meteoriche provenienti dalle superfici impermeabili devono essere
raccolte in apposite cisterne da utilizzare per lavaggi ed innaffiature;
- almeno il 10% della superficie del lotto di riferimento deve essere piantumata
con essenze arboree autoctone;
- le recinzioni devono essere solo del tipo muro a secco o reti metalliche
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sostenute da paletti in ferro o in legno senza alcun cordolo di fondazione.
Lungo le recinzioni che racchiudono e sul perimetro stradale occorre
provvedere alla piantumazione di siepi verdi arbustive e/o al completamento di
filari alberati eventualmente esistenti.
- Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a b a c o d e l l e t i p o l o g i e d e l P P T R i n i t i n e r e . I n “ A r e e a s t a n d a r d d i s u p p o r t o a i c o m p a r t i d e s t i n a t i a g l i i n s e d i a m e n t i U n i v e r s i t a r i ”e d i n z o n e d i “
Utilizzi Strategici – aree Eventi e Protezione Civile ” non è consentita
la modificazione delle alberature presenti, né l ’ i m p e r m e a b i l i z z a z i o n e d e l l asuperficie oltre il 20 % di quella territoriale.
· N e l T i t o l o I I I “Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t a
che il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di
degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione
dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni
specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:
- gli elementi di interesse vegetazionale;
- gli elementi di interesse storico,
nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali
indotti da:
- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;
- inquinamento da scarichi liquidi;
- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;
- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.
Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli
elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti
integranti e sostanziali del PUG approvato.
· Art. 32 – “Emergenze storico-architettoniche del territorio agricolo ”
1. Gli insediamenti generalmente costituiti da ville padronali e dalle loro
pertinenze, da masserie, da chiese, corti rurali, rappresentano emergenze storico-
architettoniche del territorio agricolo.
2. Questi elementi di valore storico architettonico, e le aree agricole ad essi
contigue, ovvero le aree agricole comprese tra gli stessi e altri elementi vicini,
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anche strutturanti storicamente il paesaggio, strade, canali, ecc., sono sottoposti
alla disciplina del presente articolo e delle norme ed elaborati indicati al comma
successivo.
3. Oltre a quanto sopra individuato, sono compresi tra gli elementi di valore
storico-architettonico di cui al presente articolo tutti i manufatti indicati nelle tavole
ed - Elaborati del PUG – di adeguamento al PUTT/P , Sezione Tutela Paesaggio - S i s t e m a d e l l a S t r a t i f i c a z i o n e S t o r i c a e d e l l ’ o r g a nizzazione insediativa e le Norme
Tecniche di Attuazione in essi contenute.
4. In queste zone non sono consentite trasformazioni che possono alterare i tratti e s s e n z i a l i s t r u t t u r a n t i e / o c o n n o t a n t i g l i a m b i t i i n d i v i d u a t i , n é c h e a l t e r i n o l ’ i n t e g r i t àvisua l e d e g l i s t e s s i , n é d e s t i n a z i o n i d ’ u s o n o n c o m p a t i b i l i c o n l e f i n a l i t à d isalvaguardia dei luoghi.
5. Sono considerati elementi di tutela del paesaggio anche i muri a secco posti a
confine degli appezzamenti agricoli; tali strutture devono essere conservate e r e c u p e r a t e . E ’ c o m u n q u e v i e t a t a l a s o s t i t u z i o n e d e g l i s t e s s i c o n n u o v i m a n u f a t t i . Set di indicatori proposti per il monitoraggio (SOPRINTENDENZA BB.CC.AA.,
UNIVERSITÀ, ESPERTI le fonti dei dati):
INDICATORE TIPO
INDICATORE
U N I T A ’ D IMISURA
FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI
AZIONI MONITORATE
Numero di beni oggetto di vincolo e numero di beni tutelati dal piano
Stato/Risposta Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2 A4 – A7
Numero di beni oggetto di interventi di restauro
Stato/Risposta Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2A4 – A7
Numero di beni vincolati accessibili al pubblico
Stato Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2 A4 – A7
Numero di beni recuperati
Risposta Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2 A4 – A7
Numero di beni mantenuti
Risposta Adimensionale Biennale O1 – O2 A1 – A2 A4 – A7
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4.3.6 RIFIUTI
Punti di forza:
Buone percentuali di raccolta differenziata (30%); bassa produzione pro-capite
Punti di debolezza:
Non emergono situazioni definibili come punti di debolezza per i rifiuti
Opportunità: Aumento raccolta differenziata; diminuzione della produzione pro-capite
Minacce: L ’ a u m e n t o d e g l i e l e m e n t iinsediativi sul territorio possono far aumentare la produzione dei rifiuti
Criticità:
Non si segnalano attualmente particolari criticità per quel che riguarda la gestione dei
rifiuti sul territorio comunale di Arnesano. Tuttavia un aumento della capacità insediativa
potrebbe causare un afflusso di nuova popolazione residente con conseguente aumento
della produzione ed eventuali problematiche legate al corretto e tempestivo smaltimento.
Strategie di mitigazione:
Al fine di mitigare e/o ridurre gli impatti ipotizzati si propone il potenziamento della raccolta d i f f e r e n z i a t a e d e l l ’ i n t e r o s i s t e m a d i g e s t i o n e d e i r i f i u t i , s o p r a t t u t t o i n v i s t a d e l l a m a g giore
pressione antropica che le previsioni programmatiche riportate nel P.U.G.
In particolare le Norme Tecniche Attuative prevedono:
· N e l l ’ a r t i c o l o 2 2 . 1 d e l l e n o r m e g e n e r a l i s u l l e “ Aree della trasformazione periurbana – p r o d u t t i v a ” s i s t a b i l i s c e c h e l ’ i n s e d i a m e n t o , l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n edi attività classificate insalubri, è ammesso unicamente, dietro presentazione di
uno studio di impatto ambientale, anche in relazione alla situazione urbanistica ed
alla densità abitativa del contesto, e previa valutazione favorevole dei Servizi di P r e v e n z i o n e d e l l ’ A . U . S . L . e P . M . P . p r o v i n c i a l e , p u r c h é i s o g g e t t i r i c h i e d e n t il ’ i s t a n z a e d i l i z i a p r o v v e d a n o a s t i p u l a r e u n a C o n v e n z i o n e c o n l ’ A m m i n i s t r a z i o n eC o m u n a l e c o n l a q u a l e s i i m p e g n a n o a l l ’ a d o z i o n e d e l l e migliori tecnologie
disponibili e al pieno rispetto delle prescrizioni impartite e dei limiti assegnati.
IL Dirigente U.T., su indicazione dei Servizi sopracitati e di eventuali altri uffici
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competenti per la specificità degli interessi coinvolti, potrà n e g a r e l ’ i n s e d i a m e n t o ,l ’ a m p l i a m e n t o e / o l a r i s t r u t t u r a z i o n e i n t u t t i i c a s i i n c u i n o n s i a n o s u f f i c i e n t i l ecautele atte ad assicurare che non vi siano ricadute di carattere sanitario sulla c o l l e t t i v i t à r e s i d e n t e n e l l e v i c i n a n z e o c h e v i s i a u n ’ e v i d e n t e c o mpromissione della
componente ambientale e/o urbanistico-territoriale. Una volta accertato il venir
meno delle condizioni imposte mediante la stipula della convenzione, in riferimento
a quanto prescritto per la tutela dei caratteri igienico-sanitari, ambientali ed
urbanistico-t e r r i t o r i a l i i n t e r e s s a t i d a l l ’ i n s e d i a m e n t o p r o d u t t i v o , i l S i n d a c o d i s p o r r à l asospensione e, se del caso, la revoca delle agibilità rilasciate nel rispetto delle
presenti Norme.
Il Sindaco e/o Dirigente U.T potrà altresì negare gli interventi, anche se riferiti ad
attività es i s t e n t i , c h e n o n s i a n o c o n f o r m i a g l i i n d i r i z z i d i r i s a n a m e n t o d e l l ’ a m b i e n t e ,d i t u t e l a d a l l ’ i n q u i n a m e n t o , d i p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , d i c o n t r o l l o e c o o r d i n a t aprogrammazione delle attività produttive, discendenti da disposizioni contenute nei
Piani Territoriali degli Enti Locali di livello superiore.
· Per tutte le aree produttive sottoposte alla normativa delle aree artigianali del P. di
F. vigente e comprese nel P.U.G. i P U E d o v r a n n o s e g u i r e l ’ i t e r d i p r e s e n t a z i o n e ed
approvazione indicato nelle presenti norme con specifiche indicazioni per quanto a t t i e n e a l l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o i d r i c o , s i s t e m i d i s m a l t i m e n t o d e i r i f i u t i e d idepurazione delle acque, compatibili con le caratteristiche del territorio e della
sostenibilità ambientale (Art. 22.5).
· L ’ a r t i c o l o 2 3 e r e l a t i v i s o t t o a r t i c o l i n o r m a n o l e aree della trasformazione
extraurbana e, in particolare, Per i nuovi insediamenti, che prevedano modifiche
strutturali del suolo e per le attività produttive esistenti che ricadono nei contesti in
oggetto le trasformazioni saranno subordinate, in ogni caso, alle norme dei Piani s o v r a o r d i n a t i a l P . U . G . A t a l f i n e s i r e n d e o b b l i g a t o r i o u n a t t o u n i l a t e r a l e d ’ o b b l i g oche disciplini ed impegni il richiedente nella realizzazione in tutto o in parte delle
infrastrutture e dei servizi di cui sopra ovvero di talune opere necessarie alla tutela e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ a r e a . C o n l o s t e s s o a t t o d o v r a n n o e s s e r e c o m u n q u eassicurati dai privati gli impegni a dotarsi dei servizi inerenti: a l l ’ approvvigionamento idrico e alla depurazione delle acque, alla difesa del suolo,
tale da tutelare le aree interessate da rischi di esondazione o di frana, alla
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gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e ai sistemi di mobilità.
· Nel Titolo I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di
degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione
dell'ambiente naturale e storico.
Set di indicatori proposti per il monitoraggio (Dati del COMUNE):
INDICATORE TIPO
INDICATORE
U N I T A ’ D IMISURA
FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI
AZIONI MONITORATE
Produzione totale di rifiuti
Pressione Tonnellate Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Produzione di RU (totale e procapite)
Pressione Tonnellate,
Kg/pro capite Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Produzione di RS (pericolosi e non pericolosi)
Pressione Tonnellate Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
RU avviati a recupero e smaltimento per tipologia di trattamento
Stato/Risposta Tonnellate Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
RS avviati a recupero e smaltimento per tipologia di trattamento
Stato/Risposta Tonnellate Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Gestione degli apparecchi contenenti PCB/PCT
Stato/Risposta Adimensionale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Percentuali di raccolta differenziata
Stato/Risposta Percentuale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Gestione degli imballaggi
Stato/Risposta Percentuale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Impianti di gestione dei rifiuti in esercizio
Risposta Adimensionale Biennale O3 – O4 A8 – A9 – A10
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4.3.7 AGENTI FISICI
Punti di forza:
Non emergono situazioni definibili come punti di forza
Punti di debolezza:
La produzione di energia da fonti rinnovabili è basso; elevato disagio sonoro sulla Arnesano-Carmiano per il traffico veicolare
Opportunità: Miglioramento della qualità a m b i e n t a l e c o n l ’ i m p i e g o d iimpianti per la produzione di energia rinnovabile
Minacce: Non emergono situazioni definibili come minacce
Criticità:
Non si segnalano attualmente particolari criticità per quel che riguarda gli agenti fisici
(elettromagnetismo, rumore, energia) sul territorio comunale di Arnesano.
Strategie di mitigazione:
Data la sostanziale assenza di criticità, non si ritiene di proporre specifiche strategie di
intervento. T u t t a v i a s a r e b b e a u s p i c a b i l e i l r i c o r s o a l l ’ u t i l i z z o d i f o n t i e n e r g e t i c h e a l t e r n a t i v e (sempre
nei limiti del rispetto della salvaguardia degli aspetti paesaggistici) e provvedimenti di
schermatura (quinte verdi per assorbire parte del rumore) e/o di viabilità alternativa nelle
zone ad elevata rumorosità dovuta al transito veicolare.
No essendoci rilevanti criticità le Norme Tecniche Attuative prevedono soltanto:
· N e l T i t o l o I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t ache il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di
degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione
dell'ambiente naturale e storico. Inoltre le presenti Norme definiscono prescrizioni
specifiche di protezione ambientale e paesaggistica con particolare riguardo per:
- gli elementi di interesse vegetazionale;
- gli elementi di interesse storico,
nonché disposizioni specifiche di prevenzione e mitigazione degli effetti ambientali
indotti da:
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- inquinamento da emissioni aeriformi e da rumore;
- inquinamento da scarichi liquidi;
- campi elettromagnetici ad alta frequenza, prodotti da impianti SRB e TRV;
- campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa.
Per le specifiche prescrizioni in materia paesaggistico-ambientale valgono gli
elaborati di adeguamento al PUTT/P e le relative NTA che si intendono parti
integranti e sostanziali del PUG approvato.
· Per la protezione del territorio da emissioni aeriformi e da rumore , l ’ a r t i c o l o 33
prevede che in tutto il territorio le attività di qualunque tipo che presentino
emissioni aeriformi in atmosfera comunque derivanti da processo produttivo,
devono attenersi rigorosamente alle disposizioni emanate ai sensi del D.P.R. n.
203/88 e s.m.i
Tali attività, comunque, devono essere dotate di opportuni impianti di abbattimento
che facciano rientrare le emissioni stesse nei più ristretti limiti che la tecnica
consente.
Inoltre le emissioni rumorose dovranno essere contenute nei limiti previsti dalla
Zonizzazione Comunale, redatta ai sensi della legge 447/95 e della legge
regionale 3/2001 e pertanto le attività che presentano cicli rumorosi si dovranno
dotare degli opportuni impianti di insonorizzazione, ai sensi della normativa
vigente.
· Articolo 35 - “ Stazioni radio base e Impianti per trasmissioni radiotelevisive ” 1. G l i i m p i a n t i d i c u i a l p r e s e n t e a r t i c o l o s o n o q u e l l i o p e r a n t i n e l l ’ i n t e r v a l l o d ifrequenza compresa tra 100 KHz e 300 Ghz, relativi a sistemi fissi per
telecomunicazioni e radiotelevisivi.
2. Le stazioni radio e gli impianti di trasmissione radiotelevisive sono sottoposti alla
disciplina del presente articolo e delle norme ed elaborati indicati al comma
successivo.
3. Oltre a quanto sopra individuato, sono compresi tra tali impianti tutti i manufatti
indicati nella tavola 5 - Elaborati PUG – Sezione Tutela Paesaggio – Infrastrutture
Tecnologiche. Per essi, oltre alle presenti Norme, valgono anche le Norme
Tecniche di Attuazione della Sezione Tutela Paesaggio del PUG.
4. E ’ v i e t a t a l ’ installazione di sistemi radianti di cui al punto precedente su case di
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riposo e di cura, scuole e asili nido, aree vincolate ai sensi del D.Lgs 490/1999 e a l l ’ i n t e r n o d i a r e e a p a r c o u r b a n o , d i q u a r t i e r e e a ree adibite a verde attrezzato.
5. E ’ a l t r e s ì v i e t a t a l ’ i n s t a l l a z i o n e d i t a l i i m p i a n t i n e l l ’ i n t o r n o d i 5 0 0 m e t r i d a c a s e d iriposo e di cura, scuole e asili nido.
6. La localizzazione di nuovi impianti, di competenza regionale, sarà integrata da
un regolamento comunale, approvato dal Consiglio Comunale, come previsto d a l l ’ a r t . 8 , c o m m a 6 , d e l l a l e g g e n . 3 6 / 2 0 0 1 , c h e a s s i c u r e r à i l c o r r e t t o i n s e d i a m e n t ou r b a n i s t i c o e t e r r i t o r i a l e d e g l i i m p i a n t i e m i n i m i z z e r à l ’ e s p o s i z i o n e d e l l apopolazione ai campi elettromagnetici.
7. Gli obiettivi per la redazione del regolamento, che costituirà strumento di a t t u a z i o n e d e l p r e s e n t e P U G , s a r a n n o d e f i n i t i c o n l ’ a u s i l i o d i f o r m e d ipartecipazione per il coinvolgimento di tutte le parti sociali interessate.
8. Il regolamento consentirà di definire alcuni parametri finalizzati alla valutazione d e g l i e l e m e n t i c h e p o s s a n o m i g l i o r a r e l ’ i n s e r i m e n t o u r b a n i s t i c o d e g l i i m p i a n t i , t r a iq u a l i l ’ i n d i c e d i v i s i b i l i t à e n e l r i s p e t t o d e l l e e s i g e n z e d i f u n z i o n a l i t à d e g l i s t e s s i . Sono fatte salve le norme ed i regolamenti in materia che alla data di approvazione
del PUG modificano e/o integrano quando indicato ai punti precedenti.
· Articolo 36 - “ Esposizione a ca m p i m a g n e t i c i a b a s s a f r e q u e n z a ” 1. L'esposizione a campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa (o
campi ELF, dall'inglese Extremely Low Frequency) è principalmente legata alla
trasmissione e all'uso dell'energia elettrica alla frequenza industriale di 50 o 60 Hz.
2. In osservanza del DPCM 23/4/92 non sono consentite nuove edificazioni a
funzione residenziale, produttiva o a servizi che comportano tempi di permanenza
prolungati, nei pressi degli elettrodotti, secondo le seguenti misure:
- linee a 132 Kv > o = 10 m;
- linee a 220 Kv > o = 18 m;
- linee a 380 Kv > o = 28 m.
Tutti gli interventi che interessano aree inserite nelle tavole di adeguamento al
PUTT/P relative ad ambiti estesi e distinti del Territorio comunale sono
preventivamente soggetti alle norme ed ai pareri di compatibilità del PUTT/P.
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Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ARPA, UNIVERSITÀ, GESTORI RETI,
COMUNE le fonti dei dati):
INDICATORE TIPO
INDICATORE
U N I T A ’ D IMISURA
FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI
AZIONI MONITORATE
Densità impianti e siti per radio- telecomunicazione
Pressione/ Stato
Adimensionale Biennale O3 – O4
A5 – A8 A9 – A10
Numero di impianti tecnologici sul territorio
Pressione Adimensionale Biennale O3 – O4
A5 – A8 A9 – A10
Livello dei campi elettrici e magnetici prodotti da elettrodotti
Stato Hz Biennale O3 – O4
A5 – A8 A9 – A10
Valori di riferimento normativo per campi elettromagnetici generati da impianti per radio-telecomunicazione
Stato Hz Biennale O3 – O4A5 – A8
A9 – A10
Sviluppo delle linee elettriche e numero di stazioni di trasformazione e cabine primarie
Stato Metro,
Adimensionale Biennale O3 – O4
A5 – A8 A9 – A10
Stato di attuazione dei piani di classificazione acustica comunale
Stato/ Risposta
Adimensionale Biennale O3 – O4
A5 – A8 A9 – A10
138
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4.3.8 AMBIENTE URBANO
Punti di forza:
Il sistema produttivo comunale presenta attività ad impatto ambientale poco significativo
Punti di debolezza:
Viabilità urbana ed extra urbana migliorabile; assenza della mobilità lenta (ciclistico-pedonale)
Opportunità: Sviluppo socio-economico basato sul settore terziario e sul turismo; miglioramento della viabilità con riduzione delle emissioni nocive; sviluppo della mobilità lenta (ciclistico-pedonale)
Minacce: Sviluppo socio-economico legato a turismo e nuova edilizia possono creare p r o b l e m i a l l a q u a l i t à d e l l ’ a r i ae alla viabilità urbana ed extraurbana
Criticità:
La principale criticità è legata alla viabilità attuale e alla stessa in caso di ipotesi di
sviluppo legato al turismo e alla realizzazione di nuove strutture insediative di tipo
residenziale ed industriale/artigianale.
Strategie di mitigazione:
Il proposto Piano prevede la risoluzione di tale criticità migliorando e razionalizzando la
viabilità urbana e soprattutto quella extraurbana. Si auspica inoltre la programmazione di
una percentuale di mobilità lenta (realizzazione di tratti di piste ciclabili e aree pedonali
esclusive).
Nel dettaglio le Norme Tecniche Attuative prevedono:
· N e l l ’ a r t i c o l o 1 6 “ Opere di urbanizzazione secondaria e standard urbanistici ” si
precisa che la previsione di aree per verde pubblico attrezzato, urbano e di q u a r t i e r e , è r i f e r i t a a l l ’ u t e n z a urbana totale La realizzazione di tale standard è
ripartita per tutti gli abitanti insediabili. I soggetti che compiono trasformazioni
urbane al di fuori di comparti di attuazione (aree dei diritti acquisiti - PF vigente)
possono cedere le aree necessarie alla realizzazione del verde pubblico a t t r e z z a t o , s e p r o p r i e t a r i , o m o n e t i z z a r e l ’ i n c i d e n z a d e l l e s t e s s e . · I n b a s e a l l ’ a r t i c o l o 2 4 “ Aree destinate alla viabilità ” , l e aree destinate alla fascia di
rispetto stradale e classificate come AT.Vf.r.. nel PUG, poste in adiacenza alla
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viabilità a più intensa frequenza devono avere una funzione di mitigazione a m b i e n t a l e p e r l ’ i n q u i n a m e n t o d a t r a f f i c o ( r u m o r e e d emissioni nocive) della strada
stessa.
In tali aree è prescritta la realizzazione di una fascia boscata della larghezza di
almeno 20 mt posta in adiacenza alla strada , continua ed interrotta unicamente
dalla viabilità prevista dal PUG. Le essenze da porre a dimora dovranno essere
autoctone e a carattere arboreo (quelle di carattere arbustivo possono avere un
ruolo complementare ma non sostitutivo delle prime), da scegliere con riferimento
alla natura del terreno di impianto, privilegiando il reimpianto di esemplari di
Quercus ilex e altre specie autoctone c h e p o s s a n o r i c o s t i t u i r e l ’ a s s o c i a z i o n evegetale tipica dei boschi di leccio.
La realizzazione di tale fascia boscata costituisce previsione vincolante per la
realizzazione del comparto e dovrà essere messa a dimora nella fase iniziale di
attuazione dello stesso, in maniera tale che le essenze possano essere scelte
anche come piccoli esemplari, a i p r i v a t i a t t u a t o r i d e l c o m p a r t o s p e t t a l ’ o n e r e d e l l agestione e del mantenimento di tale fascia boscata fino al perfetto attecchimento di
tutti gli esemplari, con sostituzione di quelli che dovessero non attecchire. Tali
oneri e prescrizioni dovranno essere contenuti nella convenzione regolante i r a p p o r t i p e r l ’ a t t u a z i o n e d e l c o m p a r t o e i l p r o g e t t o d e l l o s t e s s o d o v r à c o n t e n e r e i ldettaglio della progettazione delle fasce boscate di cui al presente articolo.
Analoghe prescrizioni valgono per la fascia di rispetto stradale posta sul lato
esterno della circonvallazione.
- Percorsi Ambientali (strade a valenza ambientale con punti panoramici). Per
tale viabilità si fa riferimento al SISTEMA DELLA STRATIFICAZIONE
STORICA D E L L ' O R G A N I Z Z A Z I O N E I N S E D I A T I V A i n d i v i d u a t o d a l l ’ a r t .ART.3.04 del PUTT della Regione Puglia, per il quale il PUG/S integra i
contenuti dello stesso con quanto indicato negli ALL. 2 e 2.1 ATD e nella TAV.
2 – ATD della STRATIFICAZIONE STORICA DELL'ORGANIZZAZIONE
INSEDIATIVA.
- Ciclabili e pedonali. Sono strade con funzioni di distribuzione capillare
nell'ambito dei tessuti edificati e del territorio extra-urbano.
La sezione delle strade ciclabili è multipla di ml. 1,25, con un minimo di ml.
1,50 per piste con unico senso di marcia. La sezione minima dei pedonali ivi
compresi i marciapiedi stradali, è ml. 1,50. Le pendenze ammissibili non
140
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devono superare il 3%, con esclusione di brevi tratti per i quali è consentito un m a s s i m o d e l l ’ 8 % d i p e n d e n z a . L e p i s t e dovranno avere una pendenza laterale
del 2% per il deflusso delle acque meteoriche. I P i a n i U r b a n i s t i c i E s e c u t i v i , o v e p r e s c r i t t i p e r l ’ a t t u a z i o n e d e l P U G , d o v r a n n oprevedere percorsi pedonali e piste ciclabili in sede propria distinta dalla
viabilità carrabile, in modo da assicurare sistematicamente il collegamento fra
le residenze, i servizi e le aree produttive.
Sulle strade pedonalizzate o parzialmente pedonalizzate è consentita la
installazione di piccole attrezzature per l'arredo e la segnaletica.
· Art. 28 – “ Aree della trasformazione per servizi – aree di riequilibrio dello
standard ” . I l P U G i n d i v i d u a l e a ree per attrezzature di interesse comunale e
generale, verde pubblico attrezzato, urbano e di quartiere in aree della
trasformazione residenziali e produttive. Tali aree devono intendersi vincolanti a l l ’ a t t o d e l l a p r e d i s p o s i z i o n e d e l P U E e s e c u t i v o d e l C o m p a r t o e s u b -comparto.
Le aree individuate sono aggiuntive rispetto a quelle da reperire obbligatoriamente
ai sensi del DM 1444/68 . Le quantità reperite, che vanno oltre quelle standard,
hanno anche funzione di riequilibrio per lo standard mancante nelle aree edificate
e per la dotazione generale urbana.
Nel sottoarticolo 28.1 vengono citate le aree prioritarie per le seguenti
attrezzature:
a. asili nido e scuole materne;b . s c u o l e d e l l ’ o b b l i g o ;
c. delegazioni comunali;
d. chiese e gli altri edifici per servizi religiosi;
e. centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie;
f. gli spazi pubblici attrezzati a parco o per lo sport.
Nella progettazione del verde pubblico dovranno privilegiarsi le essenze arboree
ed arbustive che minimizzino esigenze e costi di manutenzione, attraverso il
ricorso a specie, in prevalenza autoctone, che diano garanzia di attecchimento e
crescita. Dovranno privilegiarsi le superfici a prato con erba non tagliata e impianti
boscati densi con alberi ed arbusti. Dovranno limitarsi le specie che richiedono
innaffiature abbondanti. La superficie permeabile sarà almeno pari al 70% del
totale.
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Sarà inoltre garantita l ’ a c c e s s i b i l i t à a i d i s a b i l i , la sicurezza dei percorsi e delle
strutture per i bambini, la protezione della fauna presente, l ’ u s o d i m a t e r i a l ie c o l o g i c i e l ’ a d o z i o n e d i t e c n i c h e d i i n g e g n e r i a n a t u r a l i s t i c a p e r la sistemazione
delle strutture, l ’ a d o z i o n e d i adeguate tecniche di risparmio energetico per l ’ i l l u m i n a z i o n e ( progettata in modo da evitare fenomeni di inquinamento luminoso e
da rispondere alle esigenze di sicurezza degli utenti).
Per ogni ulteriore specificazione sugli spazi da sistemare a verde si potrà fare r i f e r i m e n t o a l l ’ a b a c o d e l l e t i p o l o g i e d e l P P T R i n i t i n e r e . · N e l T i t o l o I I I “ Tutela e valorizzazione ambientale del territorio ” , l ’ a r t i c o l o 3 0 d e c r e t a
che il PUG ha come scopo la protezione del territorio da ogni possibile forma di
degrado e di compromissione ambientale e la conservazione e riqualificazione
dell'ambiente naturale e storico.
Set di indicatori proposti per il monitoraggio (ISTAT, APT PROVINCIA, COMUNE le fonti
dei dati):
INDICATORE TIPO
INDICATORE
U N I T A ’ D IMISURA
FREQUENZA OBIETTIVI MONITORATI
AZIONI MONITORATE
Area urbanizzata/ Superficie totale
Stato/
Risposta Ettaro Biennale O1 – O3 – O4
A1 – A8 A9 – A10
Incremento area urbanizzata/Variazione demografica
Pressione/
StatoPercentuale Biennale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Variazione numero abitanti
Stato Percentuale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Rapporto disoccupati/occupati
Stato Adimensionale Annuale O3 – O4 A10
Variazione reddito medio procapite
Stato/
Risposta Percentuale Annuale O3 – O4 A4 – A10
Rapporto abitazioni non occupate/occupate
Stato Adimensionale Annuale O3 – O4 A4 – A10
Utenti mezzi pubblici/Totale utenti mezzi di trasporto
Stato/
Risposta Adimensionale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
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Lunghezza di piste ciclabili/Totale di rete stradale
Stato/
Risposta Metro Biennale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Lunghezza di corsie pedonali/Totale di rete stradale
Stato/
Risposta Metro Biennale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Numero di bus/navette per 1000 abitanti
Stato/
Risposta Mq/pro capite Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Superficie adibita a parcheggio/per abitanti-turisti
Stato Ettaro Biennale O3 – O4
A4 – A8 A9 – A10
Aree boscate in zone periurbane
Stato/
Risposta Euro Annuale O1 – O3 – O4
A1 – A8 A9 – A10
Investimenti per verde pubblico e spazi naturali/Bilancio comunale
Stato Adimensionale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Numero di veicoli/Numero totale di abitanti
Stato Adimensionale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Numero di pendolari che utilizzano vetture proprie
Stato/
Risposta Percentuale Annuale O3 – O4 A8 – A9 – A10
Variazione turisti/anno Stato/
Risposta Adimensionale Annuale O3 – O4
A4 – A8 A9 – A10
Rapporto eco-turismo /turismo totale
Stato/
Risposta Ettaro Biennale O3 – O4
A4 – A8 A9 – A10
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4.4 MATRICE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL PIANO
In considerazione delle criticità espresse per ciascun comparto ambientale e delle azioni
del Piano si riporta di seguito la matrice di valutazione della sostenibilità ambientale del
proposto PUG (Tab. 17) e la previsione di eventuali impatti derivanti dalle azioni attuative.
Tab. 17 - Matrice di sostenibilità ambientale
AZIONI DEL PIANO
Rec
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mm
erci
ali
Aria J J K K J K K K K L
Acqua J J J K J K K K K K
Suolo J J J K J J K K L L
Flora, fauna e biodiversità J J J K J J K K K K Paesaggio e patrimonio culturale J J J K K K J K L K
Rifiuti K K K L J K K K L L
Agenti fisici K K K K J K K K K K
Ambiente urbano K K K J J J J K K J
4.5 PIANO DI MONITORAGGIO
Il monitoraggio previsto per il PUG del Comune di Arnesano mira principalmente al
J Positivo K Indifferente L Negativo
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raggiungimento di due risultati:
- Verificare le modalità e il livello di attuazione delle azioni e degli obiettivi previsti;
- Misurarne e valutarne le ricadute sulle diverse componenti ambientali.
Le azioni di monitoraggio finalizzate agli obiettivi perseguiti con la pianificazione
dovranno essere in grado di fornire anche eventuali indicazioni in termini di riorientamento
del piano (da sviluppare e rendere operative in sede di aggiornamento), integrando o r i v e d e n d o g l i o b i e t t i v i e l e l i n e e d ’ a z i o n e , o v e n e c e s s a r i o , o p p u r e m e t t e n d o a p u n t oopportune misure correttive, qualora gli effetti monitorati dovessero discostarsi da quelli
attesi.
Sostanzialmente gli indicatori proposti risultano idonei a descrivere il contesto territoriale
in termini di sostenibilità e sono coerenti con le tipologie di indicatori più utilizzati a livello
internazionale (European Environment Agency, Eurostat, O.C.S.E.), nazionale (ISTAT,
A.P.A.T.), regionale (A.R.P.A. Puglia) e locale (APT, Comune).
I set di indicatori per ciascun comparto ambientale sono già stati specificati nella fase di
individuazione delle criticità e delle risposte ad eventuali effetti negativi sullo stato d e l l ’ a m b i e n t e . I n p a r t i c o l a r e , a i f i n i d e l m o n i t o r a g g i o , s o n o s t a t i i n d i v i d u a ti le tre seguenti
categorie di indicatori:
a) Indicatori di pressione - l e a z i o n i d e r i v a n t i d a l l ’ a t t i v i t à u m a n a c o m p o r t a n o l ’ u t i l i z z o d irisorse e generano materiali e sostanze che hanno effetto sugli equilibri ecologici ed
ecosistemici. Esempio di ciò sono la pressione demografica e la relativa produzione di r i f i u t i , i p r e l i e v i i d r i c i , l e e m i s s i o n i d i i n q u i n a n t i , l ’ u s o d e l l e r i s o r s e n a t u r a l i , i l c o n s u m o d isuolo, etc. Tali indic a t o r i p e r t a n t o q u a n t i f i c a n o i l l i v e l l o d i p r e s s i o n i s u l l ’ a m b i e n t e .b) Indicatori di stato – restituiscono un valore numerico che descrive le proprietà ed il
grado di conservazione di un determinato bene ambientale che occorre tutelare e
difendere. In sintesi definiscono il livello di qualità della componente ambientale, in termini
di integrità del patrimonio ecologico, naturalistico, socio-economico e storico-culturale di
un territorio. Lo stato dipende direttamente dalla sensibilità del sistema oggetto di indagine
e dalla sua attitudine a subire modifiche se sollecitato da pressioni.
c) Indicatori di risposta – sono q u e g l i i n d i c a t o r i c h e v a l u t a n o e d a c c e r t a n o l ’ e f f i c a c i a d iuna pianificazione sostenibile. Le loro performances sono anche espressione delle buone
politiche ambientali che la società mette in atto per gestire le pressioni e per cercare di
mitigare o eliminare il danno ambientale. Sono, quindi, indicatori che premiano quelle
misure volte alla salvaguardia delle risorse ambientali ed allertano i soggetti coinvolti nella
pianificazione e gestione nel caso una loro irreversibile compromissione.
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CAPITOLO V
5.1 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE L a m e t o d o l o g i a d i v a l u t a z i o n e a d o t t a t a p e r l a d e t e r m i n a z i o n e d e l g r a d o d ’ i m p a t t o d e l l atrasformazione si rifà alla tradizione consolidata delle analisi multicriteriali.
La valutazione presuppone una necessaria scomposizione del piano in azioni/politiche da i n c r o c i a r e c o n l ’ a r t i c o l a z i o n e d e i t e m i g e n e r a l i d i c a r a t t e r e a m b i e n t a l e , a t t r a v e r s o u n achiave di lettura. La chiave di lettura generalmente adottata nella scomposizione degli a s p e t t i a m b i e n t a l i , d e r i v a d a l l a t r a d i z i o n e d e l l e p r o c e d u r e d i V a l u t a z i o n e d ’ I m p a t t oAmbientale, a sua volta radicata nelle logiche
consolidata delle normative di settore.
Ciò spiega il ricorso quasi universalmente utilizzato alle classiche categorie di analisi
(aria, acqua, suolo, fauna, flora, salute, paesaggio, risorse idriche ecc.). Nel caso della
VAS del Piano Urbanistico Generale di Arnesano, si ritiene invece più utile ricorrere non ai
singoli temi ma utilizzare come riferimento le criticità emergenti, per poi incrociarle con le
azioni di piano rappresentate dalle indicazioni normative relative ai diversi contesti. L a v a l u t a z i o n e q u i n d i s o s t a n z i a i l r a p p o r t o s u l l o s t a t o d e l l ’ a m b i e n t e , e v i denziando lo
snodo tra azioni di piano e criticità emergenti. La procedura è finalizzata a determinare il q u a d r o d e i “ v a l o r i c o m p l e s s i ” g e n e r a t i d a l l a t r a s f o r m a z i o n e . La normativa in materia di VAS (Direttiva 2001/42/CE) prevede, inoltre, che i valutatori
affrontino la problematica di credibili alternative al proposto Piano.
Nei successivi paragrafi verranno avanzati scenari alternativi di sviluppo da confrontare
con le prospettive del PUG proposto e definito come Scenario 1 o Scenario di riferimento.
5.2 L ' O P Z I O N E “ Z E R O ” (SCENARIO 0) L ’ o p z i o n e “ zero ” n o n c o s t i t u i s c e u n ’ a l t e r n a t i v a a l l e d i s p o s i z i o n i o a l l e p r o p o s t e d e l P i a n o d i Governo del Territorio, ma si qualifica piuttosto come alternativa al piano stesso; per o p z i o n e “ z e r o ” s i i n t e n d e i n f a t t i , i n q u e s to specifico caso, la non adozione del Piano
Urbanistico Generale. T a l e o p z i o n e “ z e r o ” , c l a s s i f i c a t o c o m e S c e n a r i o 0 , non deve però essere interpretata
come una fotografia della situazione esistente e quindi confusa con lo scenario di start-up,
poiché nell a d e f i n i z i o n e d e l l o s c e n a r i o d e r i v a n t e d a l l ’ a p p l i c a z i o n e d e l l ’ o p z i o n e “ z e r o ” s i
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devono tenere comunque in considerazione le trasformazioni territoriali e gli interventi
derivanti da piani, programmi o autorità gerarchicamente sovraordinati, nonché la
realizzazione di interventi e progetti già autorizzati e quindi previsti in futuro nel breve e
medio periodo. L ’ o p z i o n e “ z e r o ” , i n f a t t i , l u n g i d a l r a p p r e s e n t a r e u n a t t e g g i a m e n t o d i s t r e t t a c o n s e r v a z i o n ed e l l ’ e s i s t e n t e , p u ò q u a l i f i c a r s i c o m e u n a p p r o c c i o r i n u n c i atario alla pianificazione e g e s t i o n e d e l l e d i n a m i c h e t e r r i t o r i a l i , o m e g l i o c o m e a s s u n z i o n e d e l p r i n c i p i o d e l l ’ i n e r z i aantropica, con conseguenze complessivamente anche negative sulla qualità ambientale
del territorio stesso.
Tale opzione può essere schem a t i c a m e n t e r i a s s u n t a c o m e l ’ e v o l u z i o n e u r b a n i s t i c a d e lComune di Arnesano secondo le indicazioni riportate dal vigente Programma di
Fabbricazione e pertanto una sostanziale rinuncia ai criteri cardini che hanno portato alla
stesura del proposto Piano. In accordo con quanto previsto dal Documento P r o g r a m m a t i c o P r e l i m i n a r e l ’ a s s e n z a d i P i a n o a v r e b b e l e s e g u e n t i r i p e r c u s s i o n i s u l l osviluppo territoriale:
A. Campo socio-economico: assenza di strategie di interrelazione territoriale a
sostegno della popolazione con conseguente impoverimento socio-economico;
assenza di strategie per le problematiche della casa relazionate alla necessità per
fasce di reddito e per tipologie di nucleo familiare; mancanza di moderni indirizzi
per la definizione qualitativa del centro urbano principale e della frazione Riesci.
B. Campo urbanistico-edilizio e storico-ambientale: mancanza di adeguata
pianificazione su scala territoriale con conseguenti scelte poco integrate ai
moderni criteri di sviluppo urbanistico; scarsa definizione di un sistema organico e
razionale della mobilità urbana ed extraurbana; impossibilità di definire le
trasformazioni del patrimonio edilizio e dei nuovi insediamenti secondo i criteri di
sostenibilità; incapacità di individuare un sistema di servizi qualificato ed adeguato
agli stili di vita contemporanei; mancanza di programmazione nella gestione di
aree ed immobili di notevole valore storico-architettonico e/o ambientale.
C. Campo economico-produttivo: mancata valorizzazione delle risorse paesaggistico-
culturali, architettoniche, a m b i e n t a l i e n a t u r a l i s t i c h e ; m i n o r s o s t e g n o a l l ’ i n t e r a z i o n etra risorse del comprensorio e lo sviluppo di nuove forme di reddito e lavoro;
maggiori difficoltà nei processi di aggiornamento del sistema produttivo rispetto
alle tipologie e tendenze in atto; assenza di moderni indirizzi per la salvaguardia d e l l e t r a d i z i o n a l i d e s t i n a z i o n i d ’ u s o , d e l l e n u o v e f o r m e d i r e s i d e n z a , a r t i g i a n a t o ,
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commercio e della recettività agrituristica e del welfare.
Tuttavia alla luce degli obsoleti criteri pianificatori del vigente PdF il proposto PUG è
sicuramente migliorativo in termini di salvaguardia delle principali componenti ambientali.
In particolare il vecchio piano, riportato in Figura 31, prevedeva la realizzazione di una
vasta area da destinare a zona produttiva ed industriale (indicata con A in Fig. 31) e di una
ulteriore zona artigianale al confine col Comune di Lecce (B in Fig. 31).
Fig. 31 – Attuale Programma di Fabbricazione in vigore (Scenario 0)
Per ciò che riguar d a l ’ e d i l i z i a residenziale il PdF mostrava un certo proposito di
espansione urbana verso i comuni di Lecce e Monteroni (rispettivamente C e D in Fig.
31), mediante la realizzazione di nuovi complessi abitativi in zone C3.
In definitiva, rapportando il vecchio strumento urbanistico al nuovo, emerge dalla breve
analisi esposta i chiari intenti del proposto PUG di seguire i moderni criteri di
pianificazione e di tutela delle emergenze storico-architettoniche, culturali ed ambientali
del territorio comunale. Difatti si è o p e r a t a l a s c e l t a d i r i n u n c i a r e a l l ’ a n t r o p i z z a z i o n e e a l l at r a s f o r m a z i o n e d i a n t i c h e a r e e a g r i c o l e p e r d a r e a n z i l o r o f o r z a e r a f f o r z a r e l ’ i d e n t i t àterritoriale legata soprattutto alle tradizioni contadine e alla naturalità ancora in parte
presente nel Comune di Arnesano.
A
B
D
C
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5.3 LE ALTERNATIVE AL PROPOSTO PIANO (SCENARIO 2)
Gli indicatori ambientali, oltre a valutare la situazione attuale (Scenario 0) e la situazione a m b i e n t a l e d e r i v a n t e d a l l ’ a p p l i c a z i o n e d e l p i a n o i n f a s e d i p r e d i s p o s i z i o n e , d e v o n o a n c h ev a l u t a r e l e s i t u a z i o n i a m b i e n t a l i i p o t e t i c a m e n t e d e r i v a n t i d a l l ’ a p p l i c a z i o n e e r e a l i z z a z i o n edi ragionevoli alternative al piano stesso (Direttiva 2001/42/CE). L a n a t u r a e l a p o r t a t a d e l l e “ r a g i o n e v o l i a l t e r n a t i v e ” ( a l t e r n a t i v e d i v e r s e a l l ’ i n t e r n o d i u npiano) nel caso specifico della pianificazione territoriale sono rappresentate da usi diversi
di aree designate ad attività o scopi specifici, nonché aree alternative per tali attività. In s i n t e s i l ’ i n d i v i d u a z i o n e d i u n o s c e n a r i o d i v e r s o (Scenario 2) da quello stabilito dalle scelte
effettuate dalla proposta pianificazione definitiva.
Nella sua impostazione il PUG offre elementi di ulteriori riflessioni su possibili scelte
alternative a quelle adottate sin dal Piano strutturale. A l l ’ i n t e r n o d e l l a m a g l i a p r i n c i pale entro la quale si ordina lo schema della città finita, p a r t i c o l a r e i m p o r t a n z a s i è d a t a a l l ’ a r e a c e n t r a l e c h e c o n g i u n g e i l c e n t r o u r b a n o a l l afrazione, nelle sue funzioni determinanti di connessione delle relazioni urbane e sociali,
obiettivo fondamentale degli indirizzi del DPP. N e l l ’ i n t o r n o d e l l a s t e s s a a r e a s o n o p r e s e n t i a r e e m a r g i n a l i , p e r l e q u a l i n e l c o r s o d e g l istudi e degli approfondimenti sui contenuti del PUG/S , sia l ’ i n t e r n o d e l l ’ U f f i c i o d e l P i a n o ,sia nelle conferenze di servizi, come negli incontri pubblici, si è posto il problema se le
stesse potevano costituire più opportuna allocazione delle aree per la trasformazione
urbana alternativa a quelle centrali predette ed individuate nella proposta di Piano
definitiva (Scenario 1).
Vale la pena soffermarsi su alcune specifiche e oggettive valutazioni sulle caratteristiche
delle aree in questione:
a) L ’ a r e a c e n t r a l e , o l t r e l a s u a n a t u r a l e u b i c a z i o n e , q u a l e s e g m e n t o l i n e a r e d i r e t t o t r ail centro e la frazione, risulta essere di fatto sostanzialmente già dotata di un
sistema viario e di urbanizzazioni primarie sul quale già si attivano le relazioni d e l l ’ i n t e r a c o m u n i t à d i A r n e s a n o , e l u n g o i l q u a l e t r o v a i d o n e a c o l l o c a z i o n eu r b a n i s t i c a , c o m p l e m e n t a r e a i s e r v i z i p r e s e n t i n e l l a f r a z i o n e , l ’ a r e a i n d i v i d uata
come Parco urbano. Alla quale è stata associata, per le sue qualità ubicazionali
strategiche, in seguito a ulteriori approfondimenti dei contenuti del PUG con l ’ A s s e s s o r a t o r e g i o n a l e , u n ’ a r e a a s t a n d a r d compresa nei comparti riservati agli
interventi di infrastrutturazione universitaria, come continuum e collegamento con l ’ a r e a d e l P a r c o a m b i e n t a l e .
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b) Le aree limitrofe, individuate nel PUG con destinazione di Orti Urbani e sociali, p o t e n z i a l m e n t e d i s p o n i b i l i a l l ’ e d i f i c a z i o n e , i n q u a n t o a r e e m a r g i n a l i a l costruito tra i l c e n t r o e l a f r a z i o n e , a d i f f e r e n z a d e l l ’ a r e a c e n t r a l e d e s c r i t t a , e v i d e n z i a n oimmediatamente la loro condizione di aree ancora interessate da uno stadio
agricolo sia pure alterato, e soprattutto sono oggettivamente sfornite di quel
sistema p r i m a r i o u r b a n i z z a t o d e l l ’ a r e a p r e s c e l t a p e r l a t r a s f o r m a z i o n e u r b a n a n e lPUG/S e PUG/P. La loro qualità di aree di contorno ai territori urbanizzati le
qualifica pertanto come aree più idonee ad una destinazione di filtro tra gli stessi e
la campagna. Per le considerazioni esposte, per le loro caratteristiche di relativa
agronomicità ancora presente ed anche per effetto dei fisiologici frazionamenti e
modificazioni catastali ai quali sono soggette le aree agricole a ridosso dei centri
urbani, il PUG ha considerato le aree in argomento suscettibili di trasformazioni l e g a t e a q u a l i f i c a t i i n s e d i a m e n t i c a p a c i d i m e d i a r e i l p a e s a g g i o t r a l ’ u r b a n o e l ac a m p a g n a c o n d e s t i n a z i o n i d ’ u s o a O r t i U r b a n i e s o c i a l i i n g r a d o d i o f f r i r e u n f r o n t eambientale ordinato ed al contempo un potenziamento di attività legate alla cura di
coltivazioni e produzioni a km 0.
Una destinazione che recupera funzioni fondanti per le aree in argomento sia per il
minor consumo di suolo non urbanizzato e maggior risparmio per i bilanci
comunali dedicati agli investimenti in opere di urbanizzazione ed anche e
soprattutto per il ruolo che assumono nel qualificato passaggio tra città e p a e s a g g i o a g r a r i o d e l l a c a m p a g n a e t r a l ’ a r e a d e l P a r c o u r b a n o e l ’ a r e a d e l P a r c oambientale e della naturalità delle Cave. Nella loro destinazione, inoltre, le aree
in oggetto da una parte riordinano una campagna abitata e nello stesso tempo
strategicamente conservano aree come quella dei servizi nelle aree ad
insediamenti universitari prima descritte e quella degli standard filtro in prossimità
delle aree destinate a future esigenze di carattere insediativo industriale
artigianale.
Quanto sopra evidenziato consente di valutare, sia pure in presenza delle aree dalle
caratteristiche potenziali alternative, come lo scenario alternativo (Scenario 2) risulta
meno convincente in senso complessivo, urbanistico-socio-economico e ambientale,
rispetto l ’ o p z i o n e d e f i n i t i v a m e n t e p r o p o s t a e i n d i c a t a n e l P U G (Scenario 1).
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5.4 ANALISI DELLE ALTERNATIVE DI SVILUPPO
Tenuto conto del grado di integrazione assunto tra le componenti ambientali nei diversi
scenari, la validazione dello scenario più probabile viene effettuata pesando i livelli di
impattività che le p r i n c i p a l i v a r i a b i l i c r i t i c h e r i s c o n t r a t e a l l ’ i n t e r n o d i o g n i c o m p o n e n te
ambientale a l t e r a g l i e q u i l i b r i c o m p l e s s i v i d e l l ’ i n t e r o p a t r i m o n i o n a t u r a l i s t i c o e s t o r i c o -
culturale.
Tab. 18 - Matrice di validazione degli scenari*
ARIA ACQUA SUOLO NATURA E B I O D I V E R S I T A ’
PATRIMONIO
PAESAGGIO RIFIUTI
AGENTI
FISICI
AMBIENTE
URBANO
SCENARIO
0 0 0 - 1 0 - 1 0 0 0
SCENARIO
1 + 1 0 + 1 + 1 + 1 0 0 + 1
SCENARIO
2 + 1 0 0 + 1 + 1 0 0 0
* I valori sono compresi tra - 1 e + 1
Dalla matrice di valutazione è possibile evidenziare quanto segue:
- Lo Scenario 0 mostra la sua inadeguatezza alle richieste di compatibilità ambientale,
dovuta soprattutto alla sua anzianità e a criteri pianificatori, ormai superati da
decenni, che non manifestano alcuna sensibilità ambientale;
- Lo Scenario 1 presenta un maggior grado di compatibilità ambientale sulle diverse
componenti con un elevato grado di risolutività ed efficacia nei confronti delle diverse
variabili critiche assunte.
- Lo Scenario 2, è quello che presenta un buon grado di risolutività delle variabili
relative alle componenti ambientali, tuttavia può condurre ad una maggiore
alterazione e consumo di suolo, nonché a l l a p e r d i t a d e l l ’ a t t u a l e z o n a d i t r a n s i z i o n e tra
la città ed il paesaggio agrario della campagna. Inoltre, la perdita delle destinazioni d ’ u s o a O r t i U r b a n i e s o c i a l i i n g r a d o d i o f f r i r e c o l t i v a z i o n i e p r o d u z i o n i a k m 0 ,
potrebbe ridurre gli auspicabili miglioramenti delle condizioni socio-economiche della
cittadinanza.
Alla luce delle suddette valutazioni l ’ i m m a g i n e d i sviluppo futuro più probabile per il
territorio di Arnesano sembra essere quella tratteggiata dallo Scenario 1 (PUG definitivo),
considerato il grado di integrazione assunto tra le componenti ambientali e socio-
economiche, in un territorio di piccole dimensioni, caratterizzato da una matrice socio-
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economica radicata e consolidata sul territorio.
Questo modello guida di sviluppo cerca di garantire un utilizzo ottimale delle risorse,
minimizzando il consumo di suolo e adottando, nei contesti oggetto di trasformazione,
criteri di intervento preordinati alla tutela delle invarianti strutturali (infrastrutturali, storico-
culturali, botanico-vegetazionali e geomorfologiche), agendo in modo prioritario verso il
risanamento delle situazioni più critiche rilevate nella matrice ambientale, verso la
valorizzazione delle peculiarità e sensibilità presenti e verso il soddisfacimento dei servizi
alla persona, tenendo conto delle diverse fasce di età, garantendo una migliore fruizione e
ricettività del territorio e diffondere una coscienza ambientale della società insediata.
Elemento fondamentale della visione dello Scenario 1 viene individuato in un reciproco
bilanciamento della matrice socio-economica con quella ambientale, dove la compatibilità
ambientale delle trasformazioni, necessaria al perseguimento di uno sviluppo eco-
sostenibile, diviene complementare ad un incremento della qualità delle funzioni sociali ed
economiche che assumono meccanismi di controllo e gestione dei processi insediativi,
finalizzati alla conservazione dei valori ambientali, attraverso un uso innovativo delle
risorse che richiedono una propensione verso scelte a basso impatto ambientale e, in ogni c a s o , l ’ i n t e g r a z i o n e c o n m e c c a n i s m i d i m i t i g a z i o n e e c o m p e n s a z i o n e a m b i e n t a l e .