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Piano Idea per la Variante Generale al Prg del comune di Jesi
Lavoro di recensione ed approfondi-
mento della componente progettuale pro-
grammatica della Variante Generale al
piano Regolatore del comune di jesi
Corso: Tecnica Urbanistica 2
Anno Accademico: 2015 / 2016
Docente: Giuseppe Bertrando Bonfantini,
Andrea di Giovanni
Studente: Giorgio Marescia
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Indice
1. Il piano
Identificazione del piano
Legislazione di riferimento
Contesto geografico entro cui si applica il piano
Fasi di redazione e approvazione del documento
Motivi di interesse sottostanti alla scelta
2. I Progettisti
3. I Documenti Costitutivi
Piano Strategico
Gruppo Agenda 21L - VAS
Piano Idea
Approfondimenti del Piano Idea
Bozza del Progetto Comunale di Suolo
Visione analitico-descrittiva del Piano Idea
4. I Contenuti Progettuali
Da Centro Storico a Poli nucleo della Vall’Esina
Completamenti ad Ovest
Ristrutturazioni al centro
Addizioni ad Est
Una rete per la mobilità
La riqualificazione di viale della Vittoria
La riqualificazione dell’asse Sud
Attenzione per le pratiche sociali
Centralità locali e città lenta
Approfondimenti del Piano Idea
5. I Procedimenti Tecnici
Azzonamento Funzionale
Schede Progettuali
Approfondimenti del Piano Idea
Verso l’azzonamento e la disciplina urbanistica
La perequazione urbanistica
6. Le Immagini selezionate
7. Le Fonti
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1. Paragrafo: Il Piano
Identificazione del Piano
Lo strumento oggetto di analisi è il Piano Idea: passaggio inter-
medio per la Variante generale al PRG di Jesi (AN).
Il Piano Idea è un documento di natura programmatica che costi-
tuisce il quadro di riferimento per le politiche comunali in mate-
ria di: ambiente, trasporti, edilizia pubblica e che non conforma
lo stato di diritto dei suoli e non conferisce diritti edificatori, sta-
bilendo invece obblighi per l’Amministrazione Comunale nella
redazione del “Progetto di Suolo” e degli altri strumenti attuativi.
Il testo del Piano Idea è articolato nelle seguenti parti:
- un’introduzione accompagnata dalle visioni del futuro della
città e del suo territorio intercettate grazie alla partecipazione
degli attori locali, intrapresa in occasione dell’avvio dell’ela-
borazione della variante generale al piano regolatore e del
processo di Agenda 21 Locale;
-l’esposizione degli “Ambiti del Piano”, immagini che tratteg-
giano i caratteri salienti del territorio al presente e cercano di
restituire un’interpretazione dei caratteri della città che possa
guidare il suo sviluppo futuro, in particolare i temi che
paiono qualificanti e strategici e i luoghi su cui i progetti si
inseriranno e andranno a intervenire. Nello specifico gli am-
biti tematici fanno riferimento a quattro questioni (compe-
tenze, produzioni, risorse naturali, storia e cultura) mentre gli
ambiti territoriali richiamano tre dimensioni: reti, rapporti di
vicinato, luoghi e quartieri urbani;
- la descrizione delle Strategie e azioni di piano che includono
nove proposte correlate a un tema, articolate mettendone in
evidenza obiettivi, la descrizione delle strategie e i soggetti
coinvolgibili;
- i progetti del piano strategico, organizzati in quattro temi
(Corridoio Esino, Politica complessa e differenziata per la
città storica, governance d’area vasta, marchio Vallesina)
che possano orientare le successive politiche urbane e sugge-
rire prospettive di sviluppo futuro. Per ciascuno sono indicati
i principali contenuti, obiettivi, le risorse disponibili e le cri-
ticità da considerare, le condizioni di fattibilità e le azioni da
intraprendere.
Il documento prodotto è di natura programmatica, con diverse
caratteristiche strategiche, strutturali e operative.
Il Piano Idea ha una forma particolare: la sue tavole schematiche
“manifesto”, accompagnate da una relazione e da dossier di sup-
porto, si propongono di rappresentare la complessità del nuovo
Piano, comunicando l’immagine al futuro della città (“Jesi città
che cambia”).
Il Progetto comunale del suolo segue temporalmente e logica-
mente il Piano Idea, con il quale infatti cerca coerenza.
4
Durante l’iter progettuale del piano è maturata da parte dell’Am-
ministrazione Comunale la necessità di verificare in maniera spe-
cifica alcuni aspetti del Piano Idea; di conseguenza si sono intro-
dotti due sottofasi non previste: “Gli Approfondimenti al Piano
Idea” e la “Bozza del Progetto Comunale di Suolo”. Lo scopo è
quello di rispondere puntualmente alle richieste dell’Ammini-
strazione Comunale che accompagnano l’approvazione del Piano
Idea affinando il grado di definizione progettuale ed entrando nel
merito di aspetti rilevanti per la successiva regolamentazione.
La Variante Generale al Prg è costituita quindi da:
- Piano Strategico, Report Agenda 21L, Piano Idea;
- Approfondimenti del Piano Idea, Bozza del Progetto Comunale
del Suolo;
- Progetto Comunale del Suolo.
Legislazione di riferimento
Con la riforma del Titolo V Costituzione, nel 2001 alle Regioni
viene affidato il governo del territorio.
Il Documento di indirizzi per la nuova legge regionale (delibera
Giunta Regionale n.389 del 26 febbraio 2002) manifesta una
nuova attenzione al paesaggio e alla sua progettazione (riferi-
menti a: Conferenza di Rio de Janero del 1992 in materia di so-
stenibilità ambientale, Convenzione europea del paesaggio 2000
e successivo accordo Stato-Regioni 2001).
In materia ambientale in particolare insistono le direttive euro-
pee, sia per quanto riguarda la VIA (Valutazione di Impatto Am-
bientale di specifici interventi e progetti) e la VAS (Valutazione
Ambientale Strategica, volta a prevedere i possibili impatti stra-
tegici area vasta) che in particolare vuole costituire un supporto
alla pianificazione e alla decisione, studiando l’effetto e l’in-
fluenza di piani e programmi e la relativa risposta agli obiettivi
di sviluppo sostenibile da ricercarsi.
L’Atto di indirizzo dell’Amministrazione comunale del settem-
bre 2003, per la costruzione di un’immagine per la "Jesi del
2020", sottolinea la necessità di partire dall’esperienza del "Piano
Secchi" (adottato nel 1987 e approvato dalla Regione Marche nel
1992).
Viene costruito, al fine di arginare l’ostacolo di una legge regio-
nale non innovata, un piano formato da tre componenti: Piano
Strategico, Piano Idea e Progetto comunale del Suolo.
Le strategie e modalità operative sono state costruite partendo da
una valutazione degli esiti raggiunti dal piano regolatore attuale,
dal riconoscimento di nuovi problemi e domande emergenti dai
confronti con i cittadini e dalla volontà di collocare Jesi e il suo
Piano all'interno di un territorio più vasto.
L'impostazione mira dunque a integrare diversi strumenti di go-
verno del territorio al fine di essere riconosciuta come un caso
5
esemplare di pianificazione territoriale, almeno per quanto ri-
guarda la Regione Marche.
Con le delibere C.C. 190-191 del 2002, il Consiglio Comunale di
Jesi decide di avviare il processo di Agenda 21 Locale in qualità
di capofila dei comuni della media Vallesina; e congiuntamente
ai capofila dei comuni della bassa Vallesina (Falconara Mar.ma)
e dell’alta Vallesina (Fabriano); in una prospettiva “strategica ed
ecologica”. Sottolineando in questo modo la volontà di operare
ai diversi livelli per accompagnare le future trasformazioni
Nel 2003 seguono la Delibera consiglio comunale n.141, seguita
dal Decreto sindacale nel 19 novembre 2003 (“garantire pareri e
verifica di compatibilità con gli indirizzi della nuova pianifica-
zione su eventuali varianti da sottoporre al Consiglio comunale
fino all’adozione della nuova proposta di Progetto del suolo co-
munale”) in seguito alle quali vengono avviate le prime attività a
Jesi (col coinvolgimento anche del Politecnico degli Studi di Mi-
lano), parte integrante del lavoro di adeguamento del Prg vigente.
Lo studio delle varianti alle schede di progetto viene colto dai
progettisti come l’occasione di “apprendere dagli esiti del Piano
Secchi” (come richiedeva la delibera programmatica).
Il processo di Agenda 21 Locale del comune di Jesi è fortemente
integrato all’interno del percorso avviato verso la variante al
PRG in un'ottica sostenibile e partecipata (vedi delibera
C.C.n.141 del 2003).
Agenda 21L e Piano strategico, in quanto strumenti di partecipa-
zione, concorreranno, infatti, accanto al percorso urbanistico, a
creare una base solida per il Piano Idea che concretizzerà una vi-
sione progettuale il più possibile condivisa e che fungerà da in-
dirizzo per il Progetto di Suolo.
Nel 2004 viene redatto il Piano Idea (approvato con Delibera
Consiliare n.55-2005), strumento di sintesi strategica ed indirizzo
progettuale.
Nel 2005 infine viene stilato il “Progetto comunale del suolo”:
strumento obbligatorio attraverso cui l’A.C. regola l’uso dei suoli
definendone lo stato di diritto in conformità a quelle che sono le
previsioni del Piano Idea.
Contesto geografico cui si applica il piano
Il Piano Idea, proprio grazie alla sua volontà di porsi a guida delle
trasformazioni del territorio, è fortemente collegato ad altri do-
cumenti di pianificazione d’area vasta:
- il Piano di Coordinamento territoriale che insiste sul telaio
costituito dalla direttrice di collegamento Ancona-Perugia-
Orte;
- il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Progetto
Ancona Nord) che vede nella città di Jesi un punto di snodo
importante sull’asse Orte-Falconara, sulla linea adriatica;
- il Prusst per l’area urbana di Ancona;
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- il progetto per la realizzazione dell’interporto di Jesi e il suo
collegamento ferroviario con la linea adriatica;
- il “Progetto del Quadrilatero” infrastrutturale tra Umbria e
Marche, integramento tra le aree interne e di costa.
Fasi di redazione e approvazione del documento
Essendo il Piano Idea un momento intermedio di un processo più
ampio, le fasi ed i processi che hanno portato alla sua ufficializ-
zazione sono indissolubilmente legati agli altri aspetti del pro-
getto stesso. Tali momenti, iniziati con l’affidamento dell’inca-
rico nel Settembre 2003, sono stati di carattere multidisciplinare
ed hanno riguardato: focus group, report in collaborazione con
Agenda 21L, contratti di quartiere, tavoli di lavoro, forum, rela-
zioni inter-istituzionali, fino alla consegna dell’elaborato al co-
mune nel Luglio 2004. Bisognerà attendere Settembre dello
stesso anno per la delibera di Giunta e Marzo 2005 per l’appro-
vazione definitiva in C.C. Tuttavia continueranno ad essere pre-
sentate integrazioni ed approfondimenti al Piano Idea per tutta
l’estate del 2005 a testimonianza della connotazione processuale
dell’elaborato.
Motivi di interesse sottostanti alla scelta
Le condizioni e le caratteristiche particolari di questo contesto
permettono di considerare diversi aspetti del percorso di costru-
zione di una variante di piano in un territorio fortemente inter-
connesso, interessante sotto molteplici punti di vista; in primis
poiché si comprende l’importanza ricoperta dell'immagine, in-
tesa come disegno di città, ed in secondo luogo per le relazioni
tra parti sociali di città in un approccio fortemente multiscalare.
Ulteriore aspetto discriminante che ha guidato la scelta è la capa-
cità di apprendimento dimostrata dalla tradizione amministrativa
jesina. Infatti, consapevole dell’inefficacia di un Piano forse
troppo lungimirante e quindi in parte incompreso (Piano Secchi
1987) non abbandona l’idea riformista ma anzi, cerca compe-
tenze e professionalità per coinvolgere la popolazione al fine di
rendere la stessa più edotta ed attenta ai problemi urbani senza
tuttavia compromettere la qualità del Piano.
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2. Paragrafo: I Progettisti
La lungimiranza precedentemente citata dell’amministrazione
comunale si riscontra ampiamente anche nelle modalità di scelta
del team progettuale, con la Delibera 141/’03 troviamo infatti un
ottimo esempio della definizione del corpo progettuale; non tanto
per la nomina (affidata poi al Politecnico di Milano) ma per le
molte precisazioni che la accompagnano.
La delibera è estremamente precisa in merito agli obbiettivi, le
caratteristiche e le funzionalità operative del gruppo progettuale
definendo in maniera chiara le motivazioni di tali scelte ed an-
dando a creare quattro principali binari che guideranno tutto il
successivo lavoro:
- La necessità di rivolgersi ad un ambito universitario di ricerca
data la natura complessa e sperimentale dell’operazione proget-
tuale;
- La responsabilità professionale gravante da questo incarico che,
per quanto riguarda l’amministrazione, ricade su un unico ben
preciso professionista, anche se individuato dall’ente universita-
rio e comunque responsabile del procedimento nel suo com-
plesso;
- La natura progettuale ed intellettuale dell’opera che non si ri-
duce ad una mera regolamentazione tecnica dell’attività edilizia
nel territorio comunale ma ad un processo creativo integrato con
l’amministrazione stessa, prevedendo soluzioni specifiche anche
operative.
- L’indirizzo di proseguire quanto raggiunto dal vecchio piano,
considerare quanto fatto dalla vecchia amministrazione, inte-
grandosi con la realtà professionale jesina e le organizzazioni già
operanti sul territorio, coordinando anche il loro sviluppo.
L’A.C. ben consapevole dell’alta qualità e valore aggiunto
dell’operazione che sta iniziando vuole ottenere i massimi bene-
fici anche dallo stesso processo progettuale prescrivendo che la
sede delle operazioni sarà interna alla struttura comunale e che
essa dovrà essere un volano intellettuale per gli altri settori del
comune stesso.
Ampia è la rosa per i professionisti selezionati dal Politecnico di
Milano e capitanati da Patrizia Gabellini, forte sui temi cari
all’A.C. jesina. Essa conta complessivamente di 18 elementi tra
professionisti e ricercatori; di cui la maggior parte impiegata so-
prattutto all’elaborazione del Piano Idea con l’apporto di quattro
giovani professionisti esterni.
Forse in parte disattesa proprio la volontà di un ritorno dell’espe-
rienza sul territorio e del mantenimento delle conoscenze per
quanto riguarda i quattro professionisti selezionati tramite bando,
di cui almeno tre estranei al territorio della media Vall’Esina e
tuttora impiegati altrove.
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Rosa Professionale
Gruppo Agenda 21 L – VAS
Andrea Valentini
Tarcisio Porto
Miriam Gavioli
Luca Barbadoro
Piano Strategico
Alessandro Balducci
Claudio Calvaresi
Giovanni Ginocchini
Paola Savoldi
Variante Generale Prg
Patrizia Gabellini
Alessandro Alì
Matteo Bolocan Goldstein
Bertrando Bonfantini
Luigi Caprarella
Andrea Di Giovanni
Giovanni Ginocchini
Marina La Palombara
Francesco Latis
Letizia Leoni
Antonio Longo
Marco Pastore
Daniela Vitali
Marco Zannoni
Marco Galasso
Maurizio Organetti
Dante Presicce
Roberto Ricci
Consulenze Esterne
Tito Berni Nulli (Sintagma srl) – Dossier 07
Studio geologico tecnico di Ricci e Stronati – Dossier 08
Avvocato Mario Viviani – NTA
Stefano Stanghellini – La Perequazione Urbanistica
Consulenze della P.A.
Landino Ciciarelli – Quadro conoscitivo patrimonio
Tonino Conti - Quadro conoscitivo patrimonio
Roberto Biagioni - Quadro conoscitivo patrimonio
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3. Paragrafo: I Documenti costitutivi
Essendo il piano Idea una fase progettuale di un processo più am-
pio, al fine di una maggior comprensione, si riporteranno tutti gli
elaborati della variante generale elencati in ordine logico; e si
svolgerà un approfondimento sulle tavole specifiche del Piano
Idea.
Piano Strategico
- Relazione Finale che individua i problemi, le opportunità, gli
obbiettivi e gli scenari del territorio Jesino; gettando le basi per
il futuro sviluppo progettuale del piano (Piano Idea);
- Agenda Strategica come documento di lavoro che identifica
questioni rilevanti per il futuro ed fornisce i primi orientamenti;
- Focus Group come relazioni di 4 occasioni di incontro forte-
mente strutturate sui temi: Il centro Storico, Le Qualità di Jesi,
Le geografie dello sviluppo, La casa;
Gruppo Agenda 21L - VAS
- Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del comune di Jesi, prima
elaborazione;
Piano Idea
- Relazione Sintetica illustrativa dei processi di elaborazione e
dei concetti fondanti dell’iniziativa progettuale trattata;
- 18 Tavole Manifesto orientate su fondamentali indirizzi pro-
grammatici contenenti disegni di carattere schematico esplicativi
degli stessi ed indicativi delle soluzioni;
- 13 Dossier concepiti come fase intermedia e di studio, hanno
permesso di meglio articolare le competenze andando ad espli-
care meglio quegli schemi, dati essenziali e testi brevi presenti
nelle 18 Tavole Manifesto;
Approfondimenti del Piano Idea
- 3 Approfondimenti richiesti con la Risoluzione del Sindaco che
ha accompagnato l’approvazione del piano Idea e con Valore An-
ticipatorio del Progetto Comunale di Suolo;
- 38 Tavole Allegate ai 3 approfondimenti e così suddivise: n°9
a “La Città Pubblica”, n°18 a “La Mobilità”, n°11 a “La Politica
Abitativa”;
Bozza del Progetto Comunale di Suolo
- Relazione Sintetica illustrativa dei processi di elaborazione e
dei concetti fondanti dell’iniziativa progettuale trattata;
- 2 Tavole Fuori Formato di insieme che anticipano quali saranno
i luoghi delle trasformazioni;
- 37 Tavole Formato A3 presentate in successione come insieme
variegato di schemi planimetrici, viste assonometriche, simula-
zioni fotorealistiche con lo scopo di dare parziali visioni delle
proposte progettuali;
- 2 Allegati costituiti da un approfondimento sul tema della pere-
quazione (corredato dalle relative tavole) ed un Dossier dedicato
alle proprietà pubbliche.
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Visione analitico-descrittiva del Piano Idea
Cuore del documento sono le tavole manifesto che utilizzano un
linguaggio prettamente visivo basato su schemi astratti.
La relazione illustrativa ed i dossier svolgono una funzione cor-
redale ma non sono discriminanti alla comprensione del progetto.
Ogni tavola non necessita delle altre per essere letta e compresa;
contiene infatti tutti gli elementi per esaurire in maniera piena
l’argomento trattato. Gli schemi sintetici astratti fanno sempre
riferimento ad una dimensione territoriale comunque rintraccia-
bile all’interno della tavola medesima.
E’ ampiamente utilizzato il testo scritto che, sotto forma di ta-
belle, fitti commenti e legende; consente una comprensione più
ponderata dei concetti espressi tramite schemi.
Benché largamente diffuso, il linguaggio verbale è ben organiz-
zato all’interno di un frame compositivo inter scalare delle ta-
vole, il quale gli imputa un ruolo secondario e di approfondi-
mento in opposizione alla grafica, di primo impatto ed intuitiva.
Le tavole hanno un layout verticale e si leggono dall’alto verso il
basso in una sequenza che accompagna il lettore sempre più in
profondità negli argomenti trattati.
Le tavole, oltre ad essere organizzate in maniera consequenziale,
godo di un ulteriore raggruppamento non esplicito esercitato me-
diante la tonalità di sfondo di ciascuna tavola. Essi sono:
- Titolo e Presentazione, Tavola 01. Elaborato riassuntivo e di
presentazione dell’intero lavoro in grado da solo di esprimere
tutte le volontà progettuali;
- Sintesi Analitiche, Tavola 02,03,04,05,06,07,08; sfondo colore
Violetto bluastro. Interpretazioni della realtà territoriale, basate
su aspetti con maggiore incidenza.
- Interpretazioni progettuali, Tavola 09,10,11,12,13; sfondo co-
lore Grigio blu scuro. Concezioni di città e disegno urbano.
- Tematiche trasversali e casi specifici, Tavola 14,15,16,17,18;
sfondo colore Uva americana. Trattazione di tematiche proget-
tuali trasversali come mobilità e centralità periferiche e casi pro-
gettuali specifici.
Per quanto concerne la documentazione secondaria, la relazione
illustrativa assume un ruolo introduttivo andando a trattare in ma-
niera discorsiva concetti e motivazioni che hanno portato ai con-
tenuti delle 18 Tavole; mentre, i dossier costituiscono la base
analitica delle stesse.
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4. Paragrafo: I Contenuti Progettuali
La caratteristica preponderante di questo progetto urbanistico ri-
siede nella ampia diversificazione delle soluzioni proposte se-
condo categorie indipendenti tra loro. I principali apporti proget-
tuali sono tutti ben espressi nella prima tavola di presentazione
(Tavola 01) che, li riassume e li rappresenta con l’aiuto dello
“schema simbolo”.
Dai ragionamenti per micro-aree si passa al ridisegno di quar-
tiere, fino alle reti viarie, corridoi ecologici e mobilità lenta, per
poi ridiscendere in schede progettuali simil-operative.
E’ stato possibile ottenere un risultato così sfaccettato grazie an-
che agli organi e strumenti che hanno affiancato i progettisti nella
realizzazione del piano, riferendosi al Piano Strategico ed all’
Agenda 21 Locale; i quali, hanno alimentato un forte e vivace
dibattito sociale. Ciò ha probabilmente contribuito a mantenere
il piano ad un livello concreto in una ottica di città “da usare”;
visione a volte trascurata dal distacco della disciplina.
Da Centro Storico a Poli nucleo della Vall’esina
Partendo da una città composta e da un concetto di centro storico
più attento al significato attribuito dai cittadini e all’identità, piut-
tosto che all’oggetto, si è individuato nel centro di Jesi n°9 ambiti
territoriali su cui intervenire.
Il piano Secchi ha senza dubbio gettato le basi di questo processo,
i cui frutti vogliono essere ripresi ed organizzati in un sistema
razionale dagli attuali progettisti.
Le Tavole 09, 10, che trattano tale argomento mostrano chiara-
mente questa eterogeneità di un ambito territoriale “compresso”;
tanto è che gli stessi, seppur ben distinti fra loro, sono ampia-
mente sovrapposti. Successivamente si passa ad una identifica-
zione, caso per caso, di quelle aree portatrici di valori mettendo
in luce i diversi telai.
Completamenti ad Ovest
Con la Tavola n°11 Si prevedono dei completamenti del tessuto
Urbano esistente e vengono trattati due diversi interventi. Per il
primo, in via Appennini, vengono delineati i criteri di un con-
corso orientato al paesaggio ed all’attenzione verso gli affacci e
gli spazi verdi in una ottica di ridisegno dell’urbano. Mentre per
il secondo, che riguarda il quartiere Verziere, si dettano linee
guida per il futuro lavoro che dovrà essere effettuato da un labo-
ratorio di progettazione partecipata con gli abitanti del quartiere;
Gli interventi principali riguardano la creazione di una nuova
strada esterna adatta al traffico intra-quartiere consentendo il de-
classamento di quella esistente e creando così un’isola di com-
pletamento con peculiari attenzioni ambientali.
Ristrutturazione al centro
La Tavola n°12 affronta direttamente il tema Foro Boario, una
parte centrale della città caratterizzata da un’altra presenza di
12
spazi aperti e servizi, con molti edifici da risanare e ristrutturare.
L’intenzione è quella di trattare l’intera area come unico sistema,
strutturando gli interventi edilizia intorno alla maglia ambientale.
L’abbozzo di masterplan lascia intuire la portata dell’opera pre-
cisando inoltre che dovrà costituirsi apposito soggetto giuridico
finalizzato a realizzare questa trasformazione urbana.
Addizioni ad Est
La Tavola n°13 è l’ultima della serie di tavole progettuali che
argomenta la visione di una città che cambia in una ottica territo-
riale. Nella prima parte viene ritrattata una proposta per la realiz-
zazione di un villaggio avanzata da un operatore privato. La pro-
posta viene ripresa ed ampliata inserendo tematiche di livello cit-
tadino e territoriale, anche il livello stesso dell’intervento viene
innalzato proponendo un concorso internazionale di urbanistica
con precise linee guida e tematiche: paesaggio, il limitrofo corri-
doio ecologico, la visione di un insediamento metropolitano, so-
stenibile, autonomo, raggiungibile.
Diverso è invece l’approccio per la seconda tematica che ri-
guarda invece l’area industriale-artigianale, (Fig. 01). Ne viene
innanzitutto ridefinita la scala ad ambito intercomunale, come
una città lineare, guidata dalla infrastrutture e organizzata in plac-
che che fanno difficoltà a trovare una loro continuità perché por-
tate a scontrarsi con un sistema ambientale ed agricolo molto
forte. La soluzione proposta vuole ripensare i due sistemi inte-
grandoli ed armonizzandoli. Mantenere e rinforzare i collega-
menti ambientali da un lato ed organizzando le attività industriale
in maniera strategica dall’altro.
Una rete per la mobilità
Si apre con la Tavola N°14 un approccio trasversale su alcuni
temi specifici. Nella suddetta tavola viene trattata la rete viaria,
con una profonda rilettura e ripensamento della stessa.
La proposta, basata su previsioni al 2020, prevede una ri-gerar-
chizzazione dell’impianto stradale fornendo un disegno chiaro e
semplice degli assi viari di attraversamento della città cercando
di utilizzare l’esistente e limitando gli interventi.
La riqualificazione di viale della Vittoria
Nella tavola n°15 viene trattata la riqualificazione di una impor-
tante asse della città che nel corso del tempo ha subito un sovrap-
porsi di funzioni ed usi che necessitava di un recupero di orga-
nizzazione semplicità ed identità. L’intervento, (Fig. 02), appa-
rentemente presentato in chiave quasi architettonica, mette in
luce un preciso disegno di città, e viene utilizzato per veicolare
una trasformazione di livello urbano.
La riqualificazione dell’Asse sud
Anche nella Tavola n°16 viene trattata una riqualificazione stra-
dale con lo scopo di alleggerire parte della struttura interna e per-
mettere di rendere più vivibile una parte di città. Questa tavola
13
interessa, in parte, la Tavola n°11 che tratta il quartiere Verziere,
nel quale dovrebbe passare una parte del nuovo Tronco.
Attenzione per le pratiche sociali
Il Piano Idea, in questa forma, non riesce ad affrontare in maniera
esaustiva il tema specifico delle politiche e delle pratiche sociali,
Tavola n°17; le quali in passato, sono state trattate in maniera
generica e frammentaria. Innanzi tutto è importante partire da una
sintesi, ottenuta grazie al Piano Strategico, che aiuta a comporre
un primo quadro sinottico sia della realtà che della domanda ef-
fettiva. Successivo è il confronto con il vecchio piano ed il rap-
porto con gli standard. Chiare sono infine le indicazioni proget-
tuali per il futuro sviluppo dell’argomento, con una attenzione a
creare una vera e propria rete di mobilità lenta per lo svolgimento
delle attività quotidiane; messa in relazione con la rete veloce
tramite le aree a standard e parcheggi. Per la realizzazione di tale
processo il Piano fa esplicitamente riferimento anche alle politi-
che urbane; finalizzate all’inserimento e coordinamento di atti-
vità economiche e di servizio come motore del processo.
Centralità locali e città lenta
Declinazione minuta dell’analisi della mobilità lenta diventa la
Tavola n°18 ultimo elaborato del piano e con cui si concludo gli
apporti progettuali.
Il piano riparte proprio dai centri di mobilità lenta frammentata
per cercare un quadro sinottico a livello cittadino e poter iniziare
a tracciare collegamenti che rappresentano un primo abbozzo di
quella rete di mobilità lenta concepita nel precedente piano ed
ancora potenzialmente realizzabile.
Tuttavia lo studio mette anche in luce come un pratica incerta
abbia portato alla presenza di molti buchi nella trama stessa e
della attuale complessità nel colmarli. Una iniziale soluzione po-
trebbe essere quella di concepire una tipologia di perequazione
dello standard, cosi da permetterne uno spostamento da una aree
all’altra in base alle risorse ed alla programmazione. Nella parte
finale del piano vengono individuati i criteri generali di questo
metodo chiamato appunto “trasferimento dello standard”.
Approfondimenti del Piano Idea
La Città Pubblica, primo dei tre approfondimenti, cerca di meglio
argomentare il concetto di perequazione degli standard in un dif-
ficile rapporto di ridisegno dei collegamenti, in continuo con-
fronto con quei servizi privati di rango pubblico e rispetto ad al-
cuni parametri a cui si è risposto solo analiticamente senza ap-
portare un effettivo miglioramento per gli abitanti. Il secondo
Approfondimento, La mobilità, si occupa invece di meglio espli-
care quel progetto di ri-gerarchizzazione degli assi introdotto con
la Tavola n°14. Primo passo è un’analisi delle precedenti propo-
ste per poter delineare un modus operandi che recuperi il più pos-
sibile dall’eredità lasciata, intervenendo alcune operazioni mirate
14
e precise. Le tavole allegate a questo approfondimento conten-
gono anche le indicazioni delle opere temporanee durante le mo-
dificazioni più consistenti del telaio viario con una vocazione
quasi esecutiva, (Fig.03).
L’ultimo dei tre rapporti, incentrato sull’abitare, nasce per la vo-
lontà dell’Amministrazione Comunale di monitorare in maniera
coscienziosa l’articolarsi dell’offerta abitativa in relazione alla
domanda e di verificare l’idoneità delle tecniche di progettazione
urbanistica adottate. La risposta del dossier si orienta sull’assun-
zione di indici generali diversi dai precedenti con lo scopo di me-
glio stimare l’offerta, specializzandola per precisi settori di mer-
cato e distribuendola, spazialmente e temporalmente in modo da
garantire uno sviluppo organico dell’abitato anche di fronte alle
previsioni demografiche più ottimistiche. Viene infine affrontata
la perequazione urbanistica portando alla riflessione alcuni criteri
per l’attribuzione di diritti edificatori: evitare diritti estranei al
PRG, diversificare l’edificabilità, attribuire alla stessa ammini-
strazione dei diritti da poter spendere con i privati. Il tutto dovrà
essere accompagnato da una attenta valutazione delle regole e
degli equilibri per non soffocare l’iniziativa privata ed ottenere
obbiettivi sociali.
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5. Paragrafo: I Procedimenti Tecnici
Bisogna premettere che il Piano Idea, essendo di natura program-
matica, non affronta direttamente le tematiche relative all’appli-
cazione dei procedimenti tecnici urbanistici, ma si limita alla for-
mazione di ipotesi su basi più o meno solide. Tali procedimenti
trovano invece esplicazione nella Bozza del Progetto Comunale
di Suolo di seguito nominata “Bozza”, la cui versione definitiva
dovrebbe avere potere attuativo. Tuttavia non si riteneva oppor-
tuno escludere tale argomentazione visto il forte legame tra gli
elaborati all’interno del processo progettuale.
L’azzonamento funzionale
Il gruppo progettuale, in coerenza con quanto svolto finora, ha
ritenuto mantenere un atteggiamento progressista e sperimentale
anche nella realizzazione degli aspetti attuativi della Variante; di
conseguenza sono stati utilizzati una serie di procedimenti diffe-
renti in base all’esigenza specifica che con una serie di passaggi
di traduzione e conversione vengono poi ricondotti ai valori della
Legge Regionale. Per una migliore lettura ed inquadramento de-
gli strumenti è opportuno seguire il ragionamento sviluppato da-
gli autori che inquadra una fondamentale distinzione tra “trasfor-
mazione urbanistica, che si applica a quelle situazioni sottoposte
a modificazioni rilevanti negli usi o configurazioni spaziali come
operazioni progettuali; e gestione urbanistica, che regola invece
ambiti consolidati.
Sulla base di ciò le Macrozone identificate sono:
1. Territorio urbano esistente
2. Territorio urbano di trasformazione
3. Territorio agricolo
4.Territorio di pregio ed a rischio non urbano
5. Territorio delle infrastrutture e dei servizi
Come è facile intuire questa suddivisione permette una lettura
estremamente pragmatica e specificatamente la Macrozona 1
comprende quei territori urbani consolidati, le Macrozone 2 e 5
le aree in cui il piano promuove azioni; infine le Macrozone 3 e
4 individuano quegli ambiti interessati dalle politiche di pianifi-
cazione sovralocale.
Schede progettuali
E’ sulla base della precedente chiave di lettura che trova colloca-
zione uno degli apporti più innovatori del Piano Idea, le proposte
progettuali: definite con il taglio di progetti urbani, che vengono
poi riprese dalla Bozza che li organizza per interventi specifici
definendo parametri ed indici differenti per ciascuno. Il dimen-
sionamento di questi ultimi è avvenuto in base a previsioni, ipo-
tesi, analisi ritagliate ad hoc. I temi trattati in questo modo, e ri-
cercabili tra quelli del Piano Idea, sono:
- Appennini Alta (Completamenti ad Ovest)
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- Verziere (Completamenti ad Ovest)
- Fontedamo (Addizioni ad Est)
- Zipa Verde (Addizioni ad Est)
- Foro Boario (Ristrutturazioni al centro)
- Rete Ecologica (Tema trasversale che accompagna tutto
il piano)
Approfondimenti del Piano Idea
Anche gli Approfondimenti, che avevano già una loro natura co-
gente, vengono ripresi, corredandoli di ulteriori indicazioni ope-
rative schematizzandole e tavole esplicative.
Verso l’azzonamento e la disciplina Urbanistica
Dopo l’escursus iniziale di buone pratiche inizia l’avvicinamento
a quei parametri e valori cari alla legge Regionale e con reale
valore cogente. In questa prima fase vengono riprese le 5 Macro-
zone specificando per ciascuna di esse le “Zone Urbanistiche” di
cui sono composte e che tipo di forma le interessa. Tuttavia ciò
mette ancora più in luce quella contraddizione tra i due metodi
organizzativi che rappresenta una delle “Questioni” dell’urbani-
stica degli ultimi anni.
La Perequazione Urbanistica
Le riflessioni sulla perequazione urbanistica non possono che
partire dagli Approfondimenti del Piano Idea, e nello specifico
dai due lavori la città pubblica e la politica Abitativa: il primo
mette in luce lo stato della dotazione comunale tra previsto, rea-
lizzato e residuo; il secondo delinea già strumento e le sue pecu-
liarità. Le indicazioni sul metodo perequativo sono da ricercarsi
in un apposito documento redatto dal Prof. Arch. Stefano Stan-
ghellini che si è occupato della ricerca. Benchè la volontà del
Piano Idea era applicare questo metodo a tutte le principali aree
di trasformazione, esso è stato verificato soltanto per l’intervento
Appennini Alta (Completamenti ad Ovest).
Base del metodo di calcolo è la domanda abitativa, ed il valore
dei prezzi espressi in quanto non era possibile utilizzare diretta-
mente le aree edificabili perché esaurite.
Anche la precisa analisi della domanda ha permesso di delineare
un quadro chiaro delle criticità del mercato individuando il cosa,
il chi e soprattutto perché.
Il lavoro di analisi che ha portato ad ottenere dei dati sufficiente-
mente sicuri è stato sviluppato, nella quasi sua complessità, in
assenza ed in contraddizione dei dati immobiliari divulgati dalle
istituzioni in quanto cronicamente sottostimati, (Fig.04). Risul-
tato di queste prime operazioni sono i valori stimati delle aree
edificabili, ottenute mediante “costo di Trasformazione”. Da ciò,
e con le indicazioni contenute nella delibera del sindaco del Lu-
glio 2005:
- applicare il metodo a zone di espansione, trasformazione e re-
cupero.
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- ripartire i benefici da aree di espansione al 50% tra pubblico e
privato,
- rimodulazione dello standard sulle esigenze incombenti,
- Consentire alla Amministrazione Comunale di arrivare alla so-
glia di 38,5 mq/ab;
si può procedere alla configurazione del modello jesino:
- stima dell’ammontare complessivo derivante dall’espansione e
trasformazione diviso in due quote paritarie,
- relazionare il beneficio privato con i valori consolidati dei beni
oggetto di trasformazione,
- stimare il beneficio pubblico ritraibile e la capacità di soddisfare
le aspettative nei confronti della città pubblica.
Tolta l’analisi matematica, finalizzata alla distillazione del dato,
è aggiunta una ulteriore variabile che consente al comune di mo-
netizzare lo standard li dove ve ne sarebbe in eccesso.
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6. Paragrafo: Le Immagini Selezionate
Fig. 01 – stralcio parte inferiore Tavola n° 13 del Piano Idea (Addizioni ad est) – Approvazione Marzo 2005 Scopo dell’estratto: mostrare il livello grafico e di approfondimento di un singolo intervento trattato a livello territoriale, avendo premura di far notare la preponderanza di temi ambientali e del paesaggio.
Fig. 02 – stralcio parte superiore Tavola n° 15 del Piano Idea (La ri-qualificazione di viale della vittoria) – Approvazione Marzo 2005 Scopo dell’estratto: mostrare l’utilizzo del progetto urbano per la riso-luzione di problemi Urbanistici
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Si precisa che tutti gli estratti e Tavole sono state prelevate dal
CD allegato al numero di Urbanistica n°128
Fig. 03 –Tavola n° 10 degli Approfondimenti al Piano Idea – La Mobilità (Raddoppio del Verziere Tracciato) – Approvazione Luglio 2005 Scopo dell’estratto: mostrare la finezza progettuale e l’operatività su uno degli interventi per migliorare la mobilità pubblica..
Fig. 04 –Tavola n° 6 dell’allegato alla Bozza Progetto Comunale di suolo – La perequazione nel nuovo Piano regolatore generale (Mappa dei Valori Immobilari) – Approvazione Luglio 2005 Scopo dell’estratto: mostrare la sfaccettatura derivante dai colloqui con gli operatori del territorio rispetto alle informazioni istituzionali.
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7. Paragrafo: Le Fonti
Articoli
- ©Comune di Jesi - Dipartimento Architettura e Pianifi-
cazione Politecnico di Milano: Jesi: un’operazione ur-
banistica che costruisce politiche Urbanistica n°128 con
CD-Rom
Si è attinto al materiale multimediale per ottenere gli elaborati
originali, ed ai contenuti dell’articolo come introduzione al tema
- Giovanni Marinelli, Giuseppe Michelangeli: Il Piano di
jesi – Mterritorio 26/10/2015 http://www.mterrito-
rio.univpm.it/content/il-piano-di-jesi
Introduzione al tema
Libri
- Patrizia Gabellini: Tecniche Urbanistiche Roma, Car-
rocci Editore
Informazioni di natura tecnica sul funzionamento di strumenti
Urbanistici
Mostre
- Politecnico di milano, Dipartimento di Architettura e
pianificazione, Comune di Jesi Ufficio Progettazione,
Gruppo Agenda 21 Locale VAS: “Progetti per Jesi. Un
anno di lavoro” Comune di Jesi Palazzo dei convegni 6-
13 Ottobre 2004 estratto CD-Rom
Si è attinto al materiale multimediale per ottenere gli elaborati
originali
Siti
- Comune di Jesi www.comune.jesi.an.it/
- Provincia di Ancona www.provincia.ancona.it/
- Regione Marche www.regione.marche.it/
- Gazzetta Ufficiale www.gazzettaufficiale.it/
Si è attinto ai siti istituzionali per recuperare tutte le leggi ed gli
atti ufficiali di interesse.