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Alessio Ruffatti* MUSICA E RITO NELLA NAPOLI AUSTRIACA I RAPPORTI TRA ALESSANDRO SCARLATTI E CARLO BORROMEO ARESE Il giorno di San Carlo […] si pose sì il vicerè [Carlo Borromeo Arese], come tutta la corte, in gala e tene la prima capella reale. Queste capelle re- ali sono di due maniere, cioè publica e semipublica; nella publica il vicerè va con due compagnie di corazze, una avanti, e l’altra dietro, con trombe e timpani. Precede a tutta la comitiva il maestro di cerimonie in una propria carrozza […] sopra un cavallo riccamente guarnito con medaglioni […] con l’arma del vicerè alla testa e con una coperta di ricco ricamo […] poi segui- ta la carozza di manguardia con fiocchi d’oro a’ cavalli, preceduta da sopra quaranta staffieri ed il tenente delle guardie svizzere, poi le guardie sudette, con il capitano in una portiera della carozza del vicerè con […] tre signori delli primari del regno che a vicenda vengono invitati dal cameriero maggiore ogni volta, poi dodeci paggi a piedi, ed a cavallo il cavaliero maggiore, con appresso la sedia portatile e molte altre carozze: nella prima il giudice del palazzo e giurisdizioni reggie (cioè l’auditore generale con li agiutanti reali e cameriero maggiore) e nell’altre li gentiluomini della camera […] Per il più * La documentazione che presento in questo lavoro è stata scoperta da Pier Giacomo Pisoni conservatore dell’Archivio di casa Borromeo [in sigla I-IBborromeo] situata sul- l’Isola Bella. Vorrei inoltre ringraziare Carlo Alessandro Pisoni che ne ha ripreso le fun- zioni, per avermi dato la possibilità di consultare i tesori dell’archivio situato sull’Isola Borromeo e per avermi messo a disposizione due lettere che sono alla base di questo ar- ticolo. Il resto delle carte che presenterò mi è stata messa di recente a disposizione da Sergio Monferrini al quale vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Ringrazio la princi- pessa Bona Borromeo Arese per avermi permesso la consultazione della preziosa colle- zione di famiglia. I testi che sono presentati sono stati moderatamente ammodernati al fine di permettere una lettura più agevole. 1 CINZIA CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale con figure: Carlo Borromeo Arese e Giovanni Tapia, servitore e gentiluomo, Roma, Bulzoni, 2004 1 , 2008 2 , p. 276-278. Sulla cappella reale di Napoli la bibliografia più aggiornata, a parte i numerosi studi di Ulis- se Prota Giurleo è DOMENICO ANTONIO D’ALESSANDRO, La musica a Napoli nel secolo XVII attraverso gli “avvisi” e i giornali, in Musica e cultura a Napoli dal XV al XIX secolo, a cura di Lorenzo Bianconi e Renato Bossa, Firenze, Olschki, 1983; DINKO FABRIS, Stru- 49

Musica e rito nella Napoli austriaca : i rapporti tra Alessandro Scarlatti e Carlo Borromeo Arese

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Alessio Ruffatti*

MUSICA E RITO NELLA NAPOLI AUSTRIACA I RAPPORTI TRA ALESSANDRO SCARLATTI E CARLO BORROMEO ARESE

Il giorno di San Carlo […] si pose sì il vicerè [Carlo Borromeo Arese],come tutta la corte, in gala e tene la prima capella reale. Queste capelle re-ali sono di due maniere, cioè publica e semipublica; nella publica il vicerèva con due compagnie di corazze, una avanti, e l’altra dietro, con trombe etimpani. Precede a tutta la comitiva il maestro di cerimonie in una propriacarrozza […] sopra un cavallo riccamente guarnito con medaglioni […] conl’arma del vicerè alla testa e con una coperta di ricco ricamo […] poi segui-ta la carozza di manguardia con fiocchi d’oro a’ cavalli, preceduta da sopraquaranta staffieri ed il tenente delle guardie svizzere, poi le guardie sudette,con il capitano in una portiera della carozza del vicerè con […] tre signoridelli primari del regno che a vicenda vengono invitati dal cameriero maggioreogni volta, poi dodeci paggi a piedi, ed a cavallo il cavaliero maggiore, conappresso la sedia portatile e molte altre carozze: nella prima il giudice delpalazzo e giurisdizioni reggie (cioè l’auditore generale con li agiutanti reali ecameriero maggiore) e nell’altre li gentiluomini della camera […] Per il più

* La documentazione che presento in questo lavoro è stata scoperta da Pier GiacomoPisoni conservatore dell’Archivio di casa Borromeo [in sigla I-IBborromeo] situata sul-l’Isola Bella. Vorrei inoltre ringraziare Carlo Alessandro Pisoni che ne ha ripreso le fun-zioni, per avermi dato la possibilità di consultare i tesori dell’archivio situato sull’IsolaBorromeo e per avermi messo a disposizione due lettere che sono alla base di questo ar-ticolo. Il resto delle carte che presenterò mi è stata messa di recente a disposizione daSergio Monferrini al quale vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Ringrazio la princi-pessa Bona Borromeo Arese per avermi permesso la consultazione della preziosa colle-zione di famiglia. I testi che sono presentati sono stati moderatamente ammodernati alfine di permettere una lettura più agevole.

1 CINZIA CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale con figure: Carlo Borromeo Arese eGiovanni Tapia, servitore e gentiluomo, Roma, Bulzoni, 20041, 20082, p. 276-278. Sullacappella reale di Napoli la bibliografia più aggiornata, a parte i numerosi studi di Ulis-se Prota Giurleo è DOMENICO ANTONIO D’ALESSANDRO, La musica a Napoli nel secolo XVIIattraverso gli “avvisi” e i giornali, in Musica e cultura a Napoli dal XV al XIX secolo, acura di Lorenzo Bianconi e Renato Bossa, Firenze, Olschki, 1983; DINKO FABRIS, Stru-

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menti di corde musici e congregazioni a Napoli alla metà del Seicento, «Note d’Archivionuova serie», 1983, pp. 211-262; ID, Generi e fonti della musica sacra a Napoli nel Sei-cento, in La Musica a Napoli durante il Seicento, Atti del Convegno Internazionale di Stu-di (Napoli, 11-14 aprile 1985), a cura di Domenico Antonio D’Alessandro e AgostinoZiino, Roma, Torre D’Orfeo, 1987, pp. 415-454; HANNS-BERTOLD DIETZ, Sacred music inNaples during the second par of the seventeenth century, in La Musica a Napoli duranteil Seicento cit., pp. 511-527; FRANCESCO COTTICELLI - PAOLOGIOVANNI MAIONE, Le istitu-zioni musicali a Napoli durante il Viceregno austriaco (1707-1734) : materiali inediti sul-la Real Cappella ed il Teatro di San Bartolomeo, Napoli, Luciano, 1993; IID., Onesto di-vertimento, ed allegria de’ popoli: Materiali per una storia dello spettacolo a Napoli nelprimo Settecento, Milano, Ricordi, 1996; RALF KRAUSE, Das musikalische Panorama amneapolitanischen Hofe: Zur Real Cappella di Palazzo im frühen 18. Jahrhundert, in Stu-dien zur italienischen Musikgeschichte XV, «Analecta Musicologica», Band 30/I-II), a cu-ra di Friedrich Lippmann, Laaber, Laaber Verlag, 1998, pp. 271-295; PAOLOGIOVANNI

MAIONE, Le carte degli antichi banchi e il panorama musicale e teatrale della Napoli diprimo Settecento, «Studi pergolesiani» 4, 2000, pp. 1-129; ID, La Cappella Reale di Na-poli (1687-1700): una ricerca preliminare attraverso le carte del Banco di San Giacomo,«Quaderni dell’Archivio Storico», 2004, pp. 329-427; ID., Il mondo musicale seicentescoe le sue istituzioni: la Cappella Reale di Napoli (1650-1700), in Francesco Cavalli. Lacircolazione dell’opera veneziana del Seicento, a cura di Dinko Fabris, Napoli, TurchiniEdizioni, 2005, pp. 309-342; ID., «Este cierto del puntual servicio de estos sugetos, comoconviene»: la Cappella reale di Napoli all’aurora del Settecento, in Domenico Scarlatti,musica e storia, Atti del Convegno Internazionale (Napoli, 9-11 novembre 2007, Napo-li, Turchini Edizioni, 2011, pp. 25-40; AUSILIA MAGAUDDA - DANILO COSTANTINI, Serena-te e componimenti celebrativi nel Regno di Napoli (1677-1754), in La Serenata tra Sei-cento e Settecento: Musica, Poesia, Scenotecnica, Atti del Convegno Internazionale di Stu-di (Reggio Calabria, 16-17 maggio 2003), 2 voll., a cura di Nicolò Maccavino, ReggioCalabria, Laruffa Editore, 2007, I, pp. 73-236; IID., Musica e spettacolo nel Regno di Na-poli attraverso lo spoglio della «Gazzetta» (1675-1768), Roma, Ismez Editore, 2009.

delle volte che si tiene cappella reale si canta il Te Deum e oltre lo sparo del-l’artiglieria delli quatro castelli, avanti a quella chiesa ove si fa la fonzionevi è squadronato un bataglione d’infanteria che fanno tre volte la scarica de’fucili1.

Questo testo redatto dal maestro di casa di Carlo Borromeo Arese illustrain maniera efficace il contesto rituale nel quale si inserisce la funzione di pri-mo maestro della real cappella di Napoli, svolta da Alessandro Scarlatti du-rante il breve viceregno borromaico, periodo in cui la cappella musicale èuno strumento di rappresentazione pubblica utile alla sacralizzazione delpotere vicereale. Il testo – che discute diversi documenti, tra i quali una cor-

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2 Su Alessandro Scarlatti cfr. ROBERTO PAGANO, Scarlatti: Alessandro e Domenico, duevite in una, Milano, Mondadori, 1985 e la più recente traduzione Alessandro and Dome-nico Scarlatti: two lives in one, Hillsdale, N.Y., Pendragon Press, 2006.

3 PIETRO GIANNONE, Dell’istoria civile del regno di Napoli, tomo III, in cui contiensi lapolitia del regno sotto Angioini ed Aragonesi, Napoli, Niccolò Naso, 1723, p. 553-554,Libro XXX, Cap. III, Nuova disposizione degli ufficiali della casa del re. Nelle stesse pa-gine Giannone specifica che il quadro cronologico a cui si riferisce è quello successivoal secondo decennio del Seicento.

rispondenza inedita tra Scarlatti e il vicerè e i diari di casa Borromeo – per-mette di comprendere in dettaglio il ruolo svolto da questa istituzione e il suofunzionamento nei primi anni del viceregno austriaco2.

1. ORGANIZZAZIONE DELLA CAPPELLA

La real cappella è una compagine legata al palazzo reale come spiega Pie-tro Giannone nella sua Istoria civile del regno di Napoli:

In questo nuovo governo degli spagnuoli surse un nuovo ufficiale detto auditorgenerale dell’esercito […] Tiene ancora la conoscenza sopra tutti coloro che abi-tano e sono del palazzo del vicerè, e conosce de’ delitti ivi commessi, essendoegli il giudice della casa del re. […] Pretende [l’auditor generale] ancora averconoscenza sopra i soldati della guardia alemanna destinata per custodia del re-gal palazzo; ma gliela contrasta il lor capitano che se l’ha appropriata. Parimen-te i cantori della regal cappella essendo della famiglia del regal palazzo dovreb-bero esser a lui subordinati; ma il cappellan maggiore ne tiene ora la conoscen-za e come suoi sudditi vengon riputati. Pure il cappellano maggiore ch’è capodella cappella del regal palazzo merita per questa parte essere annoverato tra gliufficiali della casa del re. Tiene egli giurisdizione nell’oratorio regio e sopra tut-ti i cappellani regii , anche de’ castelli della città e del regno. La esercita anco-ra sopra i cantori della cappella regia3.

Questa testimonianza ci permette di ritrovare i funzionari di palazzo men-zionati nel diario del maestro di casa Borromeo, i quali, come vedremo, sonotutti coinvolti nello sforzo celebrativo del potere vicereale.

La cappella musicale dipende da un lato dal cappellano maggiore, mad’altra parte anche dal capitano della guardia alemanna, un corpo militarenato all’inizio del Cinquecento e formato da un numero variabile di alabar-

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4 JUAN CARLOS DOMINGUEZ NAFRÌA, El rey y sus ejércitos: guardas reales, continos,monteros y tropas de Casa Real del siglo XVII, in Guerra y sociedad en la monarquía his-pánica : política, estrategia y cultura en la Europa Moderna, 1500-1700, a cura di Enri-que García Hernán e Davide Maffi, Madrid, Laberinto - CSIC Fundación MAPFRE,2006, I, pp. 707-738.

5 MATTEO NORIS, Bassiano overo Il maggior impossibile. Melodrama da rappresentar-si nel teatro di S. Bartolomeo consecrato al […] capitano della guardia alemana di que-sto fedelissimo regno, […] figlio del […] Sig Conte di S. Stefano Vicerè di Napoli, Napo-li, Parrino e Mutii, 1694. Cfr. MARIA GRAZIA PROFETI, Commedie, riscritture, libretti: laSpagna e l’Europa, Firenze, Alinea, 2009, p. 447.

6 Ringrazio Sergio Monferrini di questa informazione che si trova nell’Archivio Bor-romeo sull’Isola Bella, Famiglia Borromeo, Carlo IV Borromeo Arese, Cariche, Vicerè diNapoli, Memorie giornali del Maestro di Casa, 6 settembre 1711. L’informazione è de-sumibile anche dal diario di Tapia. Cfr. C. CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale configure cit., p. 275: «il nipote principe Triulzio […] lo fece capitano delle guardie svizze-re». Su Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio cfr. CINZIA CREMONINI, Ritratto inedito di uncelebre benefattore: vita e opinioni del principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio, in Dal-la carità all’assistenza: orfani, vecchi e poveri a Milano fra Settecento e Ottocento, Attidel Convegno internazionale di Studi (Milano, 20-21 ottobre 1992), a cura di CristinaCenedella, Milano, Electa, 1993, pp. 77-100.

7 La cifra totale dedicata al finanziamento della cappella reale e la provenienza diquesti fondi dai proventi dell’arrendamento del tabacco sono già stati indicati da F. COT-

dieri posti a difesa di Carlo V e del suo seguito4. Nel 1694, poco prima dell’av-vento degli austriaci, il capitano di questo corpo è Manuel Benavides, ovvero ilfiglio del vicerè5. Dopo la partenza degli spagnoli l’uso di attribuire la carica aduna persona molto vicina al vicerè non cambia: essa infatti è assegnata ad An-tonio Tolomeo Gallio Trivulzio (1692-1762), figlio di Antonio Gaetano GallioTrivulzio e Lucrezia Borromeo (1670-1716), sorella di Carlo IV e dunque suonipote6. Il capitano della guardia alemanna, una figura spesso nominata nellelettere di Scarlatti, è dunque un referente politico assai vicino al vicerè.

a. Gestione finanziaria

Dal punto di vista finanziario la gestione della compagine musicale an-nessa alla real cappella è assicurata da una dote regia di 5126 ducati l’an-no7. Questa somma è divisa in due parti, la prima assegnata al compenso or-dinario, la restante parte ammonta a 302 ducati ed è distribuita dal viceré aisuoi preferiti.

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TICELLI - P. MAIONE, Le istituzioni musicali a Napoli cit., pp. 8, 18 e note 19-20, p. 70, do-ve si ricorda che «negli anni successivi all’avvento di Scarlatti si apprende dai documen-ti dell’organizzazione di una nueva planta della cappella. Una tale dicitura presupporreb-be una riforma artistica che, come attesta il successivo prospetto, non avvenne. In effetti sitratta di una riforma economica avvenuta nel 1711, «la planta antigua de los musicos dela real capilla contenca la suma de d. 5126 = la qual quedo resumida de orden de V. E. conel establimento de otra nueba planta que importa la soma de d. 5124 al año».

8 Tutti i documenti qui di seguito elencati sono riportati integralmente nella Appen-dice; Documento 7A [1 aprile 1713] Musici, stromenti e loro soldo presente.

9 P. MAIONE, «Este cierto del puntual servicio de estos sugetos, como conviene» cit.,pp. 38-39.

Tutto il detto soldo in una somma importa ogni mese 402. Ed ogn’anno 4824. Tut-ta la somma stabilita sopra l’arrendamento del tabbacco, ab initio, confirmata inogni occasione, e invariabilmente mantenuta, e pagata da reali monarchi, conprecisi, confirmati ordini di non mai alienarne qualunque minima parte, e cosìeseguitosi sempre inviolabilmente da tutti gl’antecessori signori vicerè, e mini-stero, insino a tutto il governo del signor duca d’Escalona inclusivo: è di ducati5126 l’anno, come dote regia, assegnata a tutto il corpo della musica di questareal cappella di Napoli. Onde, trattane l’antedetta somma (che si paga al siste-ma presente come variò il signor conte Daun) di ducati 4824. Resta di prove-derne a piacere di vostra eccellenza ducati 3028.

Nella lista dei musici della cappella del 1704 pubblicata da Paologio-vanni Maione sono già indicate due voci di pagamento distinte: Sueldo e Ayu-da de costa. Quest’ultima è attribuita dal vicerè.

Si por habilidad, serviçios, ò otra racon se hâ de aumentar sueldo, sea con titulode ayuda de costa, de manera que sea personal, y en vacando lo assignarà s.Ex.a.9.

In questo documento la retribuzione mensile della cappella è divisa tra341 ducati di sueldo e 88 ducati di ayuda de costa, dunque in percentuale ilcompenso straordinario attribuito dal vicerè è assai più elevato rispetto aquello amministrato dal Borromeo una quindicina di anni più tardi.

Le carte dell’archivio dell’Isola Bella ci permettono di conoscere la di-stribuzione spicciola di questa retribuzione personale amministrata dal prin-cipe. Essa è testimoniata dalla doppia colonna presente nelle lista dei musi-

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10 In Appendice, Documento 7a [1 aprile 1713], Musici, stromenti e loro soldo pre-sente.

11 Idem, Documento 1 [1 ottobre 1711], Lettera su Domenico Antonelli.12 Idem, Documento 5b [Lista non datata], Giudizi analitici A. Scarlatti su diversi

membri della cappella.

ci della cappella pubblicate in appendice10. D’altra parte sappiamo che que-sta doppia gestione – forse alimentata da altri favoritismi – crea delle frizio-ni all’interno della real cappella, come osserva lo stesso Scarlatti

Vi sono musici e stromenti nella real cappella che hanno soldo maggiore de-gl’altri, il che è stato piacere del governatore : ciò cagiona qualche cordoglioagl’altri che o per anzianità e lunga fatica di servizio o per tenuità di soldo nonsufficiente al pane necessario si trovano necessevoli di qualche accrescimentodi soldo11.

La cifra totale assegnata dal vicerè per il funzionamento della cappellanon può evolvere ed è per questo che i musicisti domandano un aumento disalario quando viene a mancare un membro dell’ensemble vicereale. Unavolta entrati in servizio, essi ricevono un compenso mensile, basato sulle qua-lità del singolo musicista, al quale si può aggiungere quello attribuito in ma-niera indipendente dal vicerè. In genere – ma non sempre – i cantanti sonopagati di più rispetto agli strumentisti e inoltre il compenso aumenta con l’an-zianità e in funzione della puntalità dimostrata nell’assolvere al servizio. Tut-tavia questi parametri possono variare da un caso all’altro in maniera sensi-bile, come si vedrà più avanti.

La lista delle voci gravi maschili può ben illustrare questo principio. Ilprimo basso della compagine napoletana è Filippo Ricca, un onorabile mae-stro che ha quarant’anni di servizio e nel 1711 è ritenuto «buono» da Scar-latti. Lo stesso maestro di cappella ricorda che:

Filippo Ricca voce di Basso entrò al servitio nel governo del marchese d’Astor-ga, che sono anni quaranta. Godeva docati nove di soldo al mese, hora ne ha sei.Questo per essere stato sempre puntualissimo al real servitio, virtuoso di buonicostumi, e diligente nell’osservanza del suo dovere, et attualmente hoggi serve,merita, che se li rimetta il primiero soldo di docati nove al mese per pietà, e giu-stitia12.

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13 Cfr. la voce «Manna, Antonio» in Dizionario Enciclopedico Universale della Musi-ca e dei Musicisti, Torino, Utet, 1985-1988, Biografie, IV, pp. 615-616; A. MAGAUDDA -D. COSTANTINI, Serenate e componimenti celebrativi nel regno di Napoli cit., pp. 116-117,dove sono annotati gli spettacoli in musica conosciuti ai quali partecipa Manna dal 1708al 1725; IID., Musica e spettacolo nel Regno di Napoli cit., pp. 61-62; NICOLÒ MACCAVI-NO - AUSILIA MAGAUDDA, La religione giardiniera (Napoli, 1698) - Il giardino di rose (Ro-ma, 1707): nuove acquisizioni, in questo stesso volume, pp.???

14 Si tratta di una esecuzione del 1711. Non ci sono però documenti comprovanti chela parte di Polifemo sia stata interpretata da Manna nella prima rappresentazione del1708. Cfr. la recensione di ELLEN T. HARRIS del volume GEORG FRIEDRICH HÄNDEL, Aci,Galatea e Polifemo: Serenata a tre, HWV 72, herausgegeben von Wolfgang Windszus un-ter Mitarbeit von Annerose Koch und Annette Landgraf («Hallische Händel-Ausgabe»,Ser. 1, Bd. 5), Kassel, Bärenreiter, 2000, «Notes», 58, 3, 2002, pp. 669-670. Cfr. ancheN. MACCAVINO - AUSILIA MAGAUDDA, La religione giardiniera (Napoli, 1698) - Il giardi-no di rose (Roma, 1707) cit., p. ???

15 Su questo aspetto cfr. F. COTTICELLI - P. MAIONE, Le istituzioni musicali a Napoli du-rante il Viceregno austriaco (1707-1734) cit., p. 20:

Antonio Manna invece è definito in questa lista «il quarto», numero cer-tamente non riferito alla qualità della sua voce, infatti Scarlatti ricorda nel1711 che è un «ottimo virtuoso», una menzione riservata a pochissimi, e «hadieciotto docati il mese» – un’enormità insomma rispetto a molti altri – masolo «tre in quattr’anni di servizio». La ragione di questo trattamento di fa-vore è giustificata dal fatto che questo basso è uno dei più famosi cantantinapoletani dell’epoca. Scarlatti e altri compositori infatti lo scelgono rego-larmente come protagonista per interpretare le opere e i divertimenti sacri eprofani allestiti a Napoli. Tra il 1700 e il 1705 Manna è attivo alla corte diVienna, in seguito, a partire dal 1708, con l’avvento al potere degli austria-ci, torna a far parte della real cappella di Napoli13. Tra l’altro egli è uno de-gli interpreti di una ripresa napoletana della serenata Aci Galatea e Polifemodi Georg Friederich Händel14.

A parte questi casi eccezionali, l’assegnazione dei compensi così come ri-sulta da queste carte fa pensare ad un processo assai burocratizzato, che do-po aver fissato lo stipendio all’inizio di carriera, tenendo conto delle qualitàdell’interprete, sia basato essenzialmente sulla puntualità e sull’anzianità diservizio15. Dimostrazione di questa pratica sono le puntuali annotazioni a pro-posito della buona condotta che il maestro di cappella allega alle domandedi aumento di stipendio di numerosi musici della compagine vicereale.

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16 In Appendice, Documento 5b [Lista non datata] Giudizi analitici A. Scarlatti su di-versi membri della cappella. Il maestro siciliano riprendendo le sue funzioni al suo ritor-no a Napoli con il vicerè Grimani ricordava la sua assenza in termini assai negativi. Cfr.la prima lettera del 1 ottobre 1708 S. V. fs. 1171 in F. COTTICELLI - P. MAIONE, Le istitu-zioni musicali a Napoli durante il Viceregno austriaco (1707-1734) cit., Appendice, let-tera n. 1 e 2, pp. 99-100.

17 Vedi in Appendice, Documento 5b [Lista non datata] Giudizi analitici A. Scarlat-ti su diversi membri della cappella.

Tuttavia la realtà che emerge dalle lettere indirizzate a Borromeo è assaipiù articolata. Ad esempio traspare l’umanità e l’assenza di animosità diScarlatti nei confronti di Gaetano Veneziano che lo aveva sostituito per qual-che anno alla guida della real cappella. Si vedano le note che giustificanol’aumento del suo stipendio:

Gaetano Venetiano primo organista, entrò al servitio nel tempo suddetto con ilsoldo di docati cinque al mese, poscia fu mastro di cappella in assenza del pro-prietario Alessandro Scarlati in tempo del duca d’Ascalona, e poi nel governo delconte di Daun, ritornò al suo posto d’organista, con il soldo di docati sei al meseche al presente gode. Questo virtuoso per haver ben servito, ed è molto necessa-rio al real servitio, merita per pietà, e giustizia che se li aggiunga docati due dipiù al mese, che sono in tutto docati otto16.

Questo sentimento di pietà riaffiora nella relazione di Scarlatti a proposi-to di Domenico Gennari e in quella dedicata a Giuseppe Coppola, due can-tanti che assistono di rado al servizio a causa della malattia. In questo casoil maestro siciliano propone di mantenere la paga mensile perché essi han-no ben servito fino a quando sono stati in condizione di farlo17.

b. Carriere e appoggi aristocratici

D’altra parte i giudizi di Scarlatti uniti alle liste dei musici permettono dicapire che il maestro siciliano non era, o non era stato in passato, l’unico ar-bitro della compagine musicale che dirigeva. Da queste liste infatti risultaapparentemente incomprensibile il fatto che il contralto Pietro Giordano, no-nostante sia ritenuto «mediocre» dal maestro di cappella, riceva dieci duca-ti al mese, una paga non giustificata dall’anzianità di servizio, in quanto è lamedesima di Domenico Gizzi, che invece è ritenuto «buono» da Scarlatti ma

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18 Idem, Documento 5b [Lista non datata] Giudizi analitici A. Scarlatti su diversimembri della cappella.

19 Secondo Scarlatti Baldaccini è mediocre. Cfr. Documento 3 [11 ottobre 1711] Giu-dizi sintetici A. Scarlatti. Questo tenore aveva fatto domanda di entrata nella cappella nelgennaio 1710. Scarlatti risponde seccamente che non ci sono posti a disposizione; F.COTTICELLI - P. MAIONE, Le istituzioni musicali a Napoli durante il Viceregno austriaco(1707-1734) cit., p. 21.

20 Violino soprannumerario nel 1711, mediocre secondo Scarlatti cfr. Documento 3[11 ottobre 1711] Giudizi sintetici A. Scarlatti. Il Documento 6 [15 marzo 1713] Piantadella cappella del 17 gennaio 1708 attesta che Marino a partire dal 22 febbraio 1712percepisce 7 ducati al mese. La Documento 5a [senza data] Lista musici per organico consoldo attesta poi che al suo compenso ordinario se ne aggiungono tre dal vicerè, una ci-fra considerevole rispetto a molti altri.

21 Per Scarlatti Martucci, violino soprannumerario, è «meno che mediocre»; cfr. inAppendice, Documento 3 [11 ottobre 1711]. Questo rigido giudizio è confermato quan-do egli rivolge una supplica al vicerè per ottenere un aumento di soldo. Il maestro di cap-pella nel Documento 2 [7 ottobre 1711] Lettera su Nicolino Signorile e Alessio Martucci,

percepisce solo sette ducati al mese. La ragione di questa apparente incon-gruità è forse comprensibile alla luce di un altro caso che Scarlatti porta al-l’attenzione del vicerè.

Baldassarro Infantes, entrò al servitio nel governo suddetto con il soldo di doca-ti due al mese, nel governo del duca di Medinaceli per favore dentro la corte invarie occasioni giunse ad havere docati dodeci il mese; ma poi nei governi sus-seguenti, atteso il suo facinoroso costume, et impuntualità notabile al servitio didetta real cappella li furono levati docati quattro, godendone al presente docatiotto: al quale gli si dovrebbe levare la metà del soldo perché anco è impuntuale,e cerca sempre indirette strade in ogni occasione di non venire al servitio, di chesi rimette all’arbitrio di vostra eccellenza18.

Il maestro di cappella non manca di sottolineare come lo stipendio di que-sto violinista sia aumentato in maniera considerevole grazie agli appoggi dicui gode all’interno della corte vicereale.

La lista del primo aprile 1713 rivela probabilmene questa stessa tenden-za. Scarlatti indica che un certo numero di musici sono «provvisti da vostraeccellenza». Alcuni di loro, come Antonio Manna, erano favoriti dal princi-pe per le loro indubbie qualità. Altri però sono chiaramente mediocri, comeLorenzo Baldaccini19, Don Francesco Marino20, Alessio Martucci21 e Andrea

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per giustificare il suo diniego, in quell’occasione arriva ad affermare che ci sono troppistrumentisti nella cappella.

22 Anche Gaetano Veneziano nel 1704, quando era primo maestro della real cappellaal posto di Scarlatti, aveva cercato di allontanare questo musicista. Egli infatti compare(pur con lo stipendio di 5 ducati al mese) nella lista dei musicos jubilados; cfr. P. MAIONE,«Este cierto del puntual servicio de estos sugetos, como conviene» cit., pp. 32 e 40.

23 Questo fenomeno è d’altra parte rilevato dall’abate Petrone, un cantante della cap-pella di Napoli. Nel suo diario egli chiarisce che le sue qualità di cantante sarebbero sta-te insufficienti per ottenere il posto di basso di ruolo nella cappella vicereale senza unappoggio esterno. Cfr. DINKO FABRIS, Music in Seventeenth-Century Naples: FrancescoProvenzale (1624-1704), Aldershot, Ashgate, 2007, pp. 243-244; BONIFACIO PETRONE,Memorie dell’abate D. Bonifacio Pecorone, della città di Saponara, Napoli, Stamp. di A.Vocola, 1729, p. 76-77: «E dopo pochi mesi accadde di doversi provedere una delle duepiazze di voce di basso della real cappella, e mi asteneva di concorrervi per l’hominemche non habebam da propormici, o più da raccomandarmi a sua eccellenza. Avendo iofin d’allora evidentemente sperimentato che senz’appoggio ed aiuto difficilmente perso-na conseguisce quel che desidera, e sia di qualunque merito, o virtù ornata».

24 Secondo il Documento 6 (v. Appendice) infatti Don Francesco Marino è stato sta-bilizzato il 22 febbraio 1712 durante il viceregno di Borromeo.

Basso. In quest’ultimo caso Scarlatti ricorda chiaramente che si tratta di unraccomandato entrato nella cappella «per favore» nel 1688, durante il vice-regno del marchese del Carpio:

Andrea Basso organista molto debole, entrò per favore nel tempo suddetto gode do-cati cinque al mese. Questo non è capace di tal posto, e per carità si può esentaredalle cappelle reali, e lasciarlo per le funtioni ordinarie con docati tre al mese22.

È possibile dunque immaginare che Pietro Giordano fosse ugualmenteprotetto da qualche aristocratico della corte, abbastanza influente da vanifi-care il giudizio artistico di Scarlatti23.

Queste riflessioni possono spingere a pensare che le numerose liste dimusici con i loro relativi compensi accompagnate dai giudizi sintetici e ana-litici di Scarlatti pubblicati in appendice siano state richieste dal vicerè tral’altro per sfoltire una serie di privilegi accumulati negli anni precedenti, eprincipalmente durante il dominio spagnolo24. Qualche mese prima del cam-bio alla testa dell’istituzione vicereale, il primo di aprile del 1713 Scarlattispedisce a Borromeo la Lista dei musici della cappella per organico ricor-dando «la debolezza del presente sistema e un nuovo regolamento»:

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25 In Appendice, Documento, n. 7b.26 In Appendice, Documento 5b [Lista non datata]; Giudizi analitici A. Scarlatti su

diversi membri della cappella.

Per facile embrione della mente del principe, gravata dalla moltitudine de gran-di affari: nota ordinatamente disposta di ciascheduno genere di voce e di stro-mento, posti al suo luogo, tanto di quelli che godono attualmente il regio soldo,come de’ sopranumerari, con opportuna providenza (a riparo della debolezza delpresente sistema, così trovato da vostra eccellenza) dispostone il nuovo regola-mento […]25.

I documenti presentati mostrano insomma che dal suo arrivo fino agli ultimigiorni del suo mandato a Napoli Carlo Borromeo Arese interviene in manieraenergica per riformare la compagine musicale annessa al real palazzo, cercan-do di influenzare le scelte a proposito dei nuovi arrivi e d’altra parte tentando disopprimere le nicchie di favoritismo accumulato negli anni precedenti.

Tuttavia nelle memorie di Scarlatti rientrano anche delle considerazionidel tutto estranee rispetto alle questioni discusse. In un caso il maestro sici-liano fa valere l’agiata condizione economica del primo contralto della cap-pella per giustificare il mantenimento del suo soldo mensile, nonostante eglisia un buon cantante ed abbia ben servito l’istituzione vicereale.

Domenico Melchiorre detto l’Aquilano voce di contralto, entrò al servitio nel tem-po suddetto del marchese del Carpio, gode di soldo docati dodici al mese. Que-sto ha ben servito, ed il soldo presente gli è molto comodo, ed è persona bene-stante, perciò pare, che se li possi lasciare il suddetto soldo [di] dodici [ducati]26.

c. L’entrata nella cappella vicereale : i casi Petrone e Signorile

Chiariti i meccanismi che sovrintendono alla gestione ordinaria dei mu-sici che fanno parte della compagine vicereale, vediamo quale fosse il per-corso che li conduceva a questa professione. Il diario di Tapia ci indica chei membri della real cappella di Napoli venivano scelti tra i migliori allievidei conservatori napoletani.

La musica poi della cappella è tutto quello che si può dire scielta, essendovi de’soggetti stati alle più grandi corti d’Europa e non vi può essere la simile perché

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27 C. CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale con figure cit., pp. 276-278.28 B. PETRONE, Memorie dell’ abate D. Bonifacio Pecorone cit.; D. FABRIS, Music in

Seventeenth-Century Naples cit., p. 243-244.29 B. PETRONE, Memorie dell’ abate D. Bonifacio Pecorone cit., p. 27.30 Si tratta probabilmente de Il trionfo della castità di S. Alessio rappresentato per la pri-

ma volta il 4 gennaio 1713 nel Conservatorio della Pietà dei Turchini. Cfr. HELMUT HUCKE -ROSA CAFIERO, s.v. «Leo, Leonardo» in Grove Music Online, disponibile all’indirizzo:www.oxfordmusiconline.com; HOWARD E. SMITHER, A history of the oratorio, Chapel Hill,University of North Carolina Press, 1987, The oratorio in the classical era, III pp. 25 e 87.

31 La S. Caterina nominata da Petrone è forse Il martirio di S. Caterina messo in mu-sica da Francesco Feo rappresentato nel conservatorio della pietà dei Turchini per la sta-gione di carnevale del 1714. Cfr. HANNS-BERTOLD DIETZ, s.v. «Feo, Francesco» in GroveMusic Online, disponibile all’indirizzo: www.oxfordmusiconline.com.

32 Il riferimento a Daun è esatto nonostante il fatto che la prima rappresentazione delIl trionfo della castità di S. Alessio sia avvenuto nel gennaio del 1713, vale a dire duranteil viceregno di Borromeo. Pecorone indica infatti una ripresa di questo allestimento.

li virtuosi vengono scielti nelli conservatori instituiti semplicemente per insegnarmusica alli ragazzi, delli [quali] ve ne sono quatro e (fra tutti ne sarà da cinque-cento) che poi il primo maestro di capella Scarlati, sceglie li migliori che riesce eli arrolla nella capella e similmente fanno di quelli che suonano ustrumenti27.

Un caso esemplare di passaggio dagli studi nei conservatori napoletani aduna posizione stabile nella real cappella è raccontato con precisione dal diariodell’abate Bonifacio Petrone detto «Pecorone»28. Nato nel 1679 il giovane can-tante entra a quattordici o quindici anni nel conservatorio di S. Onofrio, dovecompie un corso di studi di otto anni grazie alla protezione del principe Sansev-erino di Bisignano, conte di Saponara. Dopo essersi allontanato da Napoli per unanno al fine di servire il suo protettore, nel 1705 Petrone ritorna nella capitaledel viceregno ed entra al conservatorio di S. Maria di Loreto dove compie un cor-so di studi di altri quatto anni, oltre a prendere gli ordini sacerdotali. Durantequesto periodo egli partecipa a numerose rappresentazioni di opere sacre, alle-stite principalmente presso il collegio dei nobili della città29. La carriera di Peco-rone comincia a fiorire a più di trent’anni, tra il 1713 e l’anno successivo graziealla partecipazione, probabilmente come basso solista, all’allestimento di dueopere sacre messe in scena dal conservatorio della Pietà dei Turchini: S. Alessio30

e S. Caterina31, due spettacoli ripresi poi nel palazzo reale in presenza del vicerèPhilipp Daun, che in quell’occasione nota la voce di Petrone32.

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33 F. COTTICELLI - G. MAIONE, Onesto divertimento, ed allegria de’ popoli cit., p. 187.Ricordano che l’entrata nella cappella reale avveniva in un primo tempo come membrosoprannumerario senza soldo, in quanto questa carica dava la possibilità di trovare la-voro altrove.

34 «Don Bonifacio Pecoroni» è citato nella lista dei musici soprannumerari senza soldonel Documento 7b [1 aprile 1713] Lista musici cappella per organico ed è citato anche nelDocumento 5a [senza data] Lista musici per organico con soldo (v. infra Appendice). Un le-game con la real cappella è ricordato dallo stesso Pecorone nel suo diario: «Nel mentre sta-va io per spenzierarmene, i buoni amici, fra quali il signor Domenico Gizzio uom per lo can-to in voce soprana e per le doti del suo animo molto commendevole, il signor Domenico Flo-ro di pari virtù cantori di voce contralta, e Domadario del duomo di questa città, ed il signorGiuseppe de Bottis celebre maestro di cappella nel mentre stavamo cantando a più cori dimusica nella festa del glorioso S. Francesco di Paula nella sua propria chiesa presso il regalpalazzo, che a proprie spese da molti anni per sola divozione solennizzasi dalla carità, e pietàdell’eccellentissima casa di Bisignano». Questo testo mette in risalto i rapporti professiona-li già esistenti tra Petrone e i musici della real cappella prima dell’assunzione.

35 B. PETRONE, Memorie dell’ abate D. Bonifacio Pecorone cit., p. 76-77. La data èsuggerita dal fatto che il primo natale passato dal nuovo vicerè Daun a Napoli è quellodel 1713, dopo la partenza di Borromeo. Dunque la richiesta di Petrone deve essere giun-ta dopo quella data.

36 Fabris parla diffusamente delle pratiche mecenatistiche in città tra la fine del Sei-cento e l’inizio del Settecento. Cfr. D. FABRIS, Music in Seventeenth-Century Naples cit.,pp. 243-244.

In realtà già prima di entrare a pieno titolo nella cappella reale l’abate è bas-so soprannumerario senza soldo33 almeno dal primo di aprile del 1713, come an-nota diligentemente Scarlatti34. Dopo il Natale di quell’anno quando si presental’opportunità di venire pagato regolarmente per questo servizio, Scarlatti lo ave-va già notato, affidandogli un pezzo da solista per la messa di Natale. Questa in-terpretazione, unitamente a quella resa nelle opere sacre cantate con il conser-vatorio della Pietà dei Turchini gli permettono di farsi apprezzare dal vicerè:

Il garbatissimo signor cavaliere [Scarlatti] accertatomi de’ suo ufizi, soggiunse-mi: «andate a questa medesima ora dalla signora viceregina, da parte mia, pre-sentatele memoriale, ditele di essere voi quelli che di basso cantaste la profeziaa voce sola a palazzo la notte di Natale»35.

Pecorone nel suo diario fa intendere che per ottenere un posto nell’isti-tuzione vicereale è necessaria una fitta rete di relazioni personali36. Infatti

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37 In Appendice, Documento 1 [1 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli.38 Idem Documento 1 [1 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli.39 Per la distinzione tra cappella pubblica e semipubblica cfr. i prossimi paragrafi.40 In Appendice, Documento 4 [14 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli e

Francesco Guardia.

prima di presentare domanda di ammissione al posto di basso di ruolo l’abatesi rivolge a tutte le persone influenti che conosce. È lo stesso Matteo Sassano,insieme ad altri musicisti e aristocratici napoletani che intercedono in suofavore affinché egli possa presentare domanda per ottenere il posto vacante.

La composizione della cappella è insomma determinata dalle decisioni didiverse persone, tra le quali il direttore musicale e i rappresentanti del potereimperiale, ma è probabile che anche i numerosi aristocratici che ruotavanoattorno alla figura del vicerè potessero esercitare una certa influenza.

Alcune lettere indirizzate nel 1711 da Scarlatti a Carlo Borromeo Aresemostrano un altro esempio di come avvenisse la formazione della compaginemusicale di palazzo. Quell’anno infatti si pone il problema della sostituzionedel soprano castrato Francesco Bartolotti (o Bartolucci) detto anche Chec-chino di Montesarchio. Dopo la sua morte restano solo tre soprani: Domeni-co Antonelli detto Minichiello, Francesco Guardia e Francesco Bruno, men-tre Scarlatti afferma chiaramente che ne sarebbero necessari almeno sei37.

Il maestro di cappella all’inizio della missiva ricorda a Borromeo la doman-da di Domenico Antonelli, il quale chiede un aumento di stipendio in quantoha ben servito, è stimato dal maestro di cappella, e inoltre avrebbe la prece-denza per età rispetto agli altri, avendo cantato già per ventidue anni nell’isti-tuzione vicereale. Il maestro siciliano ricorda però che non è costume comunedisperdere preziose risorse finanziarie per soddisfare tutti i questuanti, e che ilnumero di soprani disponibili è assolutamente insufficiente38. Scarlatti ram-menta inoltre che la qualità della compagine sonora è determinata principal-mente dalla bontà e dal numero delle voci di soprano, e termina sottolineandoche la cappella deve cantare ogni sabato durante le cappelle semipubbliche39.Questi impegni richiedono dunque almeno quattro soprani se non di più.

Oggi è necessarissimo al bisogno delle funzioni occorrenti, et in particolare desabbati, in cui si richiede un coro di musica per sabbato, e perciò richiedersi perogni sabbato un soprano, dovendo essere quattro almeno, et oggi non ve ne sonopiù che tre40.

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41 Il funzionario di palazzo informa Scarlatti del desiderio del vicerè di ascoltare icandidati alla carica di soprano della cappella. Cfr. in Appendice, Documento 2. [7 ot-tobre 1711] Lettera su Nicolino Signorile - Alessio Martucci : «in detto memoriale mi viencomandata l’informazione in questo modo: Informe Alexandro Scarlati, con advertencia,que antes de tomar resolucion, quiere s. ex.a ohir las habilitades de los concurrientes enuna academia».

42 In Appendice, Documento 2 [7 ottobre 1711] Lettera su Nicolino Signorile e Ales-sio Martucci.

43 Cfr. in Appendice, Documento 6 [15 marzo 1713] Pianta della cappella del 17 gen-naio 1708 nel quale si precisa che Signorile è ammesso come soprano di ruolo della cap-pella il 17 ottobre 1711 con il soldo di sei ducati al mese.

44 FRANK HUSS, Die Oper am Wiener Kaiserhof unter den Kaisern Josef I. und Karl VI.Mit einem Spielplan von 1706 bis 1740, Ph. D. Diss., Università di Vienna, 2003, p. 140;

Scarlatti propone dunque di prendere un altro soprano – rispondendo auna precisa richiesta di Borromeo - organizza una «academia seu concorso»alla quale il vicerè assisterà di persona, al solo fine di ascoltare i soprani cheambivano a ricoprire la piazza del castrato defunto Bartolucci41. Il risultatoin realtà sarà più banale delle aspettative, e Scarlatti lo anticipa a Borromeo:

Per non mancare alla legge del mio dovere rappresento […] essere il detto mu-sico pretendente nel grado della mediocrità, potendo bensì andarsi avanzando inmaggior talento con l’esercizio, e maggior età, essendo il detto supplicante ancorgiovanetto. E come […] in oggi v’è estrema necessità di soprani stimo conve-niente, necessario e prudentissimo provederne il posto vacante42.

Il viceré è avvertito della sorpresa e d’altra parte Scarlatti continua a in-sistere chiedendo che il cantante sia comunque ammesso come soprano diruolo in cappella, per ricomporre l’ideale estetico e interpretativo del mae-stro siciliano. Questa scelta è caldamente consigliata da Scarlatti al princi-pe, pur ammettendo la giovane età del candidato, la sua inesperienza, e ri-cordandone addirittura la attuale «mediocrità».

Il vecchio maestro avrà ragione del viceré: il giovane castrato Nicolino Si-gnorile sarà infatti assunto in cappella con il soldo di sei ducati al mese43.Scarlatti d’altra parte aveva visto lontano, dato che poi Nicolino Signorilepercorrerà una luminosa carriera arrivando a far parte della cappella dellacorte di Vienna dal primo marzo 1721 fino alla morte dell’imperatore CarloVI avvenuta nel 174044.

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disponibile all’indirizzo: http://www.donjuanarchiv.at/ fileadmin/DJA/Forschung/ Zen tra le -uro pa/Opern und_Theaterrepertoire/ Foschungsliteratur_ online/ huss/ Huss_2003.pdf.

45 D. FABRIS, Music in Seventeenth-Century Naples cit. ; P. MAIONE, «Este cierto delpuntual servicio de estos sugetos, como conviene» cit., p. 32 parla della ricerca di diversiimpieghi per poter sopravvivere. Cfr. anche F. COTTICELLI - G. MAIONE, Onesto diverti-mento, ed allegria de’ popoli cit., pp. 192-200.

46 Per la distinzione tra cappella pubblica e semipubblica cfr. i prossimi paragrafi.47 Cfr. i paragrafi seguenti. Scarlatti parlando di Nicola Signorile, il giovane ca-

strato da assumere in cappella, ricorda che egli non ha assistito regolarmente allefunzioni come dichiarato in un memoriale presentato al vicerè per il concorso dei so-prani; v. in Appendice, Documento 2 [7 ottobre 1711] Lettera su Nicolino Signorile eAlessio Martucci: «È vero essere il detto Nicolino Signorile musico di voce di sopra-no e da poco in qua sopranumerario della real cappella (il che mi vien detto, non es-sendo io stato mai inteso con le forme solite, e costumate) ma che egli habbia servi-to come rappresenta in tutte le funzioni anche a vostra eccellenza per Posilipo, nonlo trovo in tutto vero; mentre dal poco tempo ch’egl’è sopranumerario una volta ha ser-vito a Posilipo, e due, o tre in cappella, quantunque siano state maggior numero lefunzioni occorse».

d. Diverse opportunità di impiego

Messa in luce la complessa trama di piani decisionali che determina lacarriera di un musicista, è interessante aggiungere delle considerazioni aproposito della loro condizione sociale derivante dalle opportunità di la-voro e dai loro rapporti con l’aristocrazia dell’epoca. Le lettere indirizzateda Scarlatti al vicerè e ai funzionari di palazzo fanno spesso riferimento alleassenze dei musicisti della cappella. I diari di casa Borromeo ricordanodegli impegni devozionali e civili quasi quotidiani e disegnano i contornidi una vita musicale assai effervescente, legata alle esigenze rappresenta-tive del vicerè. D’altra parte sappiamo che le istituzioni che impiegavanomusicisti in città non si riducevano al mecenatismo vicereale45 e si aggiun-ga che, come si vedrà in seguito, è probabile che i membri della cappelladi palazzo non dovessero assistere a tutti gli impegni messi in calendariodall’istituzione46. A questi impegni sacri se ne aggiungono altri: è possibileinfatti che anche delle escursioni in barca verso Posillipo che saranno dis-cusse in seguito costituissero un impegno facente parte degli obblighi diservizio47.

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48 Nel Seicento la presenza di diverse istituzioni religiose e caritative moltiplicavanotevolmente le opportunità per i musicisti di poter guadagnare del denaro. Si veda adesempio il caso veneziano in JONATHAN EMMANUEL GLIXON, Honoring God and the city:music at the Venetian confraternities, 1260-1807, Oxford - New York, Oxford UniversityPress, 2003; pp. 214-215 per il caso di Francesco Cavalli.

49 Petrone ricorda di aver eseguito spesso della musica vocale da camera per il suomecenate, il principe Sanseverino di Bisignano. Il pezzo preferito dall’aristocratico erauna cantata in napoletano intitolata A buje parlo a buje dico di cui è riportato il testo in-tegrale in B. PETRONE, Memorie dell’ abate D. Bonifacio Pecorone cit., pp. 19-25.

50 Cfr. MARTA COLUMBRO - PAOLOGIOVANNI MAIONE, La cappella musicale del Tesoro diSan Gennaro di Napoli tra Sei e Settecento, Napoli, Turchini, 2008, pp. 26, 144, 293, 301.

51 Nell’agosto del 1717 si verifica un caso di incompatibilità tra due cerimonie allequali doveva servire il basso Petrone. Egli avvisa il sagrestano della chiesa del Gesù nuo-vo che non potendo cantare ad una funzione avrebbe mandato un sostituto. La ragioneaddotta per questa assenza, una celebrazione da parte dei musici della cappella reale, èrigorosamente verificata dai gesuiti che impiegano il basso. Stabilita l’incosistenza del-la scusa i religiosi redarguiscono l’interessato, che si preoccupa assai per il suo futuro;cfr. B. PETRONE, Memorie dell’ abate D. Bonifacio Pecorone cit., pp. 81-83.

52 Cfr. D. FABRIS, Music in Seventeenth-Century Naples cit., p. 244.53 Cfr. SERGIO MONFERRINI, Carlo IV Borromeo Arese, Alessandro Scarlatti e la Cap-

pella Reale di Napoli, in Devozione e Passione Alessandro Scarlatti nel 350° anniversa-rio della nascita, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Napoli, 15 dicembre 2010),a cura di Paologiovanni Maione, in corso di pubblicazione, che riferisce dei pagamentiai musici per le cerimonie solenni del 4 e 6 novembre 1712.

Il caso di Bonifacio Petrone, aiuta a descrivere questo sistema basato su unapluralità di incarichi48. Oltre ad essere legato al suo mecenate49, egli è salaria-to dalla real cappella, ma fa parte ugualmente dei musicisti che servono ilTesoro di S. Gennaro50 e dell’ensemble musicale legato ai gesuiti51. L’abatePecorone diviene inoltre uno dei governatori della congregazione dei musici52.

I diari di casa Borromeo d’altra parte ricordano non solo gli emolumentiordinari dei membri della cappella, ma ci spiegano che queste occasioni ec-cezionali non sono veramente tali, visto che in questi casi è prevista addirit-tura una retribuzione usuale:

È uso ordinario, corrente di questa città di darsi dieci carlini per servizio, allavoce, in funzione di chiesa, e cinque carlini parimente per ogni servizio allo stro-mento. Et alle funzioni, che si dicono: da camera, darsele il doppio più; et a quel-le di serenata in piazza, anche più a proporzione53.

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54 «Gazzetta di Napoli», 19 ottobre 1723; cfr. THOMAS E. GRIFFIN, Musical Referencesin the Gazzetta di Napoli 1681-1725, Berkeley, Fallen Leaf Press, 1993, p. 111; A. MA-GAUDDA - D. COSTANTINI, Serenate e componimenti celebrativi nel regno di Napoli cit., p.195; IID, Musica e spettacolo nel Regno di Napoli cit., p. 183;

55 «Gazzetta di Napoli», 29 agosto 1713; cfr. T. GRIFFIN, Musical references in the Gaz-zetta di Napoli cit., pp. 68-69; A. MAGAUDDA - D. COSTANTINI, Serenate e componimenticelebrativi nel regno di Napoli cit., p. 182; IID, Musica e spettacolo nel Regno di Napolicit., p. 178.

L’esempio di Antonio Manna è ancora di aiuto per comprendere la con-dizione sociale dei musicisti dell’epoca. Come abbiamo visto egli è un virtu-oso di prima grandezza solidamente legato al mecenatismo austriaco.

Don Antonio Manna cappellano cesareo, e virtuoso di S.M.C.C. in questa regal cap-pella, per l’antica servitù di 25 anni all’augustissima casa d’Austria, avendo ser-vito le gloriose memorie di Leopoldo, e Giuseppe nella loro imperial cappella perlo spazio di quattordici anni, in ossequio di sua fedeltà per la gravidanza dell’au-gustissima imperatrice regnante, ha fatto illuminare per tre sere continue la suaabitazione sita a S. Teresa a Chiaja, con strepitose sinfonie, e fuochi; nell’ultimasera di domenica poi cantò, e fece cantare una serenata dalle più scelte voci di que-sta città, fra quali vi fu il rinomato marchese Matteucci con tutti l’Instrumenti alnumero [di] sessanta, tutta allusiva all’aspettato felicissimo parto […]54.

Egli subito dopo la partenza di Borromeo è definito «famoso» quando in-terpreta una parte da protagonista nella serenata Il Genio Austriaco compo-sta da Scarlatti per l’incoronazione di Carlo III a re d’Ungheria55. Manna èsufficientemente agiato insomma da potersi permettere di organizzare un fes-teggiamento decisamente elaborato in omaggio alla famiglia dell’imperatore.I proventi che permettono questo stile di vita assai agiato derivano dalla suapresenza regolare come solista nei diversi divertimenti sacri e profani orga-nizzati in città, egli inoltre riceve un elevato emolumento mensile dalla realcappella. Nonostante la sua fama e il suo prestigio come interprete che glipermettono questa posizione assai solida, Manna cerca di consolidare i suoilegami con la corte asburgica ed in particolare con la viceregina Camilla Bar-berini rendendosi utile nelle maniere più disparate. Nel 1712 oltre a com-porre e far eseguire negli appartamenti vicereali una «cantata allusiva» percelebrare il compleanno di Federico Borromeo egli si incarica di altri det-tagli come la «copiatura d’ariette», ma non manca di procurare 230 bottiglie

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56 Altri studi hanno rivelato di recente che la preoccupazione di molti musicisti nel-le società di antico regime era quello di trovare un percorso che permettesse loro di sa-lire di grado nella scala sociale. Ad esempio si consideri il caso di Atto Melani, osses-sionato dall’idea di poter trasmettere alla propria famiglia uno status nobiliare, piuttostoche continuare a condurre una carriera musicale di prim’ordine cfr. ROGER FREITAS, Por-trait of a castrato: politics, patronage, and music in the life of Atto Melani, Cambridge,UK - New York, Cambridge University Press, 2009.

57 Un caso diverso che dimostra un atteggiamento, più indipendente, è quello di PietroCesti che nonostante abbia avuto l’opportunità di avere un posto tra i cantori della cappellasistina, preferisce dedicarsi alla sua attività di compositore e cantante itinerante cfr. LO-RENZO BIANCONI, «Cesti, Pietro (in religione Antonio)» in Dizionario biografico degli Ita-liani (in sigla DBI), Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1980, XXIV, pp. 281-297,disponibile sul sito http://www.treccani.it/biografie/. Sul cambiamento nei rapporti di me-cenatismo tra la prima e la seconda metà del Seicento a causa dell’avvento dell’opera pub-blica cfr. MARGARET MURATA, La cantata romana tra mecenatismo e collezionismo, in Lamusica e il mondo: mecenatismo e committenza musicale in Italia tra Quattro e Settecento,a cura di Claudio Annibaldi, Bologna, Il Mulino, 1993, pp. 253-266.

58 Si tratta di Henry Leblond incaricato d’affari francese cit. in C. CREMONINI, Ritrat-to politico cerimoniale con figure cit., p. 179. Leblond il 14 gennaio 1716 afferma che«nonobstant ces marques extérieures de pitié et d’humilité, on prétend que l’ambitionest son foible»; e nel 25 giugno 1715: «La grande humilité qu’il affectoit s’est chargéeen superbe et vanité»; cfr. ivi, p. 194.

impagliate per «infiascare il vino di Roma»56. Questo caso illusta insommacome la moltiplicazione delle fonti di guadagno fosse un fatto assai usualeper i musicisti attivi nella Napoli dell’epoca, a questo si aggiunga che anco-ra all’inizio del Settecento la solidità dei legami con un mecenate sono co-munque la base per condurre una carrierad alti livelli57.

2. MUSICA E RITO

Dai diari di casa Borromeo esce un ritratto assai vivo della devozione ve-lata da un sentimento di pietas di cui il vicerè intende ammantarsi. Con og-ni probabilità quest’immagine pubblica non corrisponde esattamente allapersonalità del vicerè. Un osservatore esterno riteneva infatti che Carlo Bor-romeo Arese fosse un uomo superbo e vanitoso oltre ad essere «entesté de sagrandeur»58. L’immagine pubblica che il vicerè vuole consegnare ai suoi sud-

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59 Cfr. GIUSEPPE RICUPERATI, «Borromeo Arese, Carlo» in DBI, 1971, XIII, disponi-bile all’indirizzo http://www.treccani.it/biografie/.

60 LUDOVICO ANTONIO MURATORI, Della pubblica felicità oggetto de’ buoni Principi,Lucca, 1749, cap. II: Che appunto il mestiere de’ buoni principi ha da essere quello di proc-curar la pubblica felicità, p. 20; cfr. C. CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale con figu-re cit., p. 185.

61 Ivi, p. 195.62 Ivi, p. 282.

diti, come traspare dal diario di Tapia, è influenzata da una concezione illu-ministica debitrice della filosofia di Muratori, al quale Borromeo fu partico-larmente legato59. Egli si presenta come un vicerè virtuoso, giusto, nobile,magnanimo e particolarmente legato alla chiesa e alle sue liturgie:

Quali sono i giusti desideri de’ popoli? Che il principe abbia tutta l’autorità sopraloro, ma che le leggi della natura, delle genti e massimamente del vangelo, abbia-no autorità sopra di lui […] che il principe non dimentichi mai di essere stato elet-to dalla provvidenza […] perché in fine la gloria del vero principe consiste nel di-menticarsi in certa maniera di sè stesso per sacrificarsi al pubblico bene60.

Il desiderio di figurare come un principe pio e magnanimo risulta in misuraparticolarmente evidente dalla cerimonia della lavanda dei piedi che si celebrail giovedì della settimana santa. Come ricorda con diligenza il maestro di casaquesto rito è ufficiato con grande «apparechio» in un contesto teatrale sfarzozoben lontano dalla povertà teoricamente posta al centro della cerimonia61:

Il giovedì fa la lavanda de’ piedi a 12 poveri, e la sala ove fa la fonzione vienenon solo superbamente ornata ma vi fanno di più una gran machina che forma ungran teatro inluminato e sopra a’ scalinate vi sono ben disposti vasi, bacili pru-fumiere, catini e braggiere d’argento tutti con bellissimi fiori ed altri ornamentied a ogni ordine vi sono in puoca distanza candeglieri e la machina è alta sino alvolto della sala la quale è tutta inluminata essendovi forse all’intorno cento tor-ce ed in mezo molti lampedari; vi sono poi all’intorno le dodeci tavole guarnitedi copiose vivande, e trionfi fatti di zuccaro, ed amido, che formano statuine e al-tre vaghe istorie. Quest’aparechio viene ammirato da tutta la nobiltà e popolo diNapoli e vi è una folla terribile. In somma fra questa fonzione e le cento torce,che il vicerè fa soministrare alli signori che intervengono alla processione delgiovedì nella cappella reale, è costata al conte vicerè sopra mille ducati ogn’an-no, compreso li dodeci ducati e 80 grani che dà per uno alli dodeci poveri62.

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63 Ibid.64 Vedi supra la nota 53. 65 C. CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale con figure cit., pp. 276-278.

Talora queste cerimonie sono ufficiate nella cappella del palazzo reale, edè chiaro che l’accompagnamento della musica è un efficacissimo strumentoper attirare l’attenzione dei sudditi :

[…] La sera nella cappella reale [il vicerè] assiste all’uffizi in musica che per es-sere fonzione bellissima v’intervene gran gente63.

Tuttavia è chiaro che il proposito di Carlo Borromeo Arese non è rinchi-udersi nel palazzo reale. Egli sembra invece decisamente interessato a in-contrare quasi quotidianamente i suoi sudditi nei luoghi più diversi della cit-tà. Gli impegni del vicerè per i primi giorni del mese di ottobre 1712 illu-strano in maniera efficace la liturgia quotidiana che scandisce la vita del no-bile milanese e del territorio che egli rappresenta. Egli è presente il primo diottobre per ascoltare il panegirico per la festa di S. Gregorio Armeno a S. Li-guoro, il due ottobre si celebra una cappella semipubblica a S. Domenicogrande, ma al mattino Camilla Barberini aveva fatto le devozioni alla Croce.Il terzo giorno del mese è la viceregina a partecipare alle quarant’ore alla Ma-donna di Costantinopoli, il giorno successivo per la Festa di S. Francescod’Assisi si tiene cappella reale semipubblica a S. Maria la Nova, avendo pri-ma fatte le devozioni alla Croce. L’otto di ottobre invece il vicerè e la consortevanno ad un oratorio al Rosariello e alla festa a S. Brigida, e così via64.

e. Cappelle pubbliche e semipubbliche

Come appare dal racconto di Tapia le funzioni alle quali partecipano i mu-sici della real cappella di Napoli sono numerose e di natura assai varia,laiche o religiose. Queste ultime sono definite cappelle e possono essere «didue maniere, cioè publica e semipublica»65.

Le celebrazioni ‘pubbliche’ sono concepite per le occasioni speciali comeonomastici, compleanni o festeggiamenti diversi tra i quali quelli per le vit-torie militari. In questi casi la funzione religiosa è preceduta da una liturgiacivile durante la quale il vicerè posto sotto un baldacchino come rappresen-

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66 Ibid.67 A questo riguardo cfr. i documenti relativi riportati in T. GRIFFIN, Musical referen-

ces in the Gazzetta di Napoli cit.; A. MAGAUDDA - D. COSTANTINI, Serenate e componimenticelebrativi nel regno di Napoli cit.; IID., Musica e spettacolo nel Regno di Napoli cit.

68 C. CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale con figure cit., p. 280 «Avendo la con-tessa donna Clelia datto alla luce un maschio […] Nelli feudi poi fu cantato il Te Deumcon spari e fuochi di gioia».

69 Ivi, p. 293. In questo caso si aggiungono altre occasione musicali per celebrare l’e-vento: «[Carlo Borromeo Arese] fece in diverse chiese cantare il Te Deum tenendovi cap-pella reale. Il primo di novembre dunque per preliminare fece giocare la nobiltà del pa-lazzo in conversazione publica, e fece far la prova in musica della gran serenata che sidoveva fare il detto giorno di S. Carlo».

70 Ibid., «Il giorno di S. Carlo […] si portò in gran gala alla cappella reale […] e fe-ce cantare il Te Deum con lo sparo delle artiglierie e de’ battaglioni».

71 Ivi, p. 297 : «Gionta la notizia al vicerè d’esser stato incoronato l’imperatore comere d’Ungheria fece subbito fare lo sparo di tutta l’artiglieria, tene la cappella reale e Te

tante del sovrano riceve il saluto silenzioso e deferente dell’aristocrazia cit-tadina, dei più alti ufficiali dell’esercito e dei funzionari che amministrano ilviceregno. A questo omaggio ossequioso segue un’orazione congruente con lafestività, accompagnata da una replica di Borromeo.

Tutti li giorni che si fanno capelle reali per nome, compleagnos o pure vittorie delre, riceve prima sotto baldacchino li complimenti del baronaggio, li quali niunoparla ma li passano tutti ad uno ad uno davanti facendoli una riverenza e così fan-no tutti li tribunali e li capi militari, la città in corpo viene poi introduta per unaporta segreta per causa di precedenza ed uno delli principali fa un’orazione al vi-cerè e sopra quello per il quale si fa la cappella reale ed il vicerè li risponde epi-logando le parole dell’oratore e mostrandoli l’agradimento in nome di sua maestà66.

In questi casi la musica della cappella è uno degli elementi del pomposoapparato scenico che circonda il vicerè. Il documento presentato all’iniziodell’articolo ricorda infatti che queste solennità sono sempre accompagnatedal canto del Te Deum, musica che è abbinata alla parata militare e allo sparodell’artiglieria67. Questo testo è spesso intonato dai musici di palazzo: ad es-empio nel dicembre del 1710 in occasione della nascita del nipote RenatoBorromeo Arese68, dopo l’elezione dell’imperatore nell’ottobre del 171169, lostesso anno per il giorno di S. Carlo70 e per l’incoronazione dell’imperatorecome re d’Ungheria71.

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Deum […] Ed essendo d’estate diede una serenata di musica alla nobità nel belvedere,che è come una specie di giardino sostenuto da archi, annesso alli appartamenti, cheguarda il mare».

72 Ivi, p. 281.73 Cfr. S. MONFERRINI, Carlo IV Borromeo Arese, Alessandro Scarlatti e la Cappella

Reale di Napoli cit., che pubblica un documento firmato da Alessandro Scarlatti, datato3 aprile 1711, che si riferisce al pagamento di un cembalaro, anche se non è ancora chia-ro a cosa servisse lo strumento per l’occasione.

74 C. CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale con figure cit., pp. 276-278.

Il periodo di quaresima, e in particolare la settimana santa, oltre alla ce-rimonia della lavanda dei piedi, offrono naturalmente altre occasioni che ne-cessitano un addobbo musicale

La quadragesima il vicerè ascolta la predica tre volte la settimana nella capellareale del palazzo, e queste sono fatte aposta per chi tiene il carico di governareli popoli, se poi il vicerè per la settimana va a sentir altro predicatore, se in quel-la chiesa non vi sono coretti ve ne formano uno che sia capace per la corte, e co-sì praticano ancor quando va in chiesa che vi sia concorso molto di musica72.

Un documento firmato da Alessandro Scarlatti ci ricorda che durante lasettimana santa nella real cappella sono ufficiati cinque servizi religiosi neiquali si canta senz’organo come ab antiquo:

Nella real cappella, per li cinque servizi della settimana santa, ne´ quali si cantasempre senz’organo al coretto, come ab antiquo sin al presente resta eseguito73.

Le celebrazioni semipubbliche presentano un apparato meno grandioso, etuttavia comportano in misura eguale un protocollo assai elegante e vistoso:

Nelle cappelle semipubliche non vi sono le compagnie di corazze ma solo glisvizzeri. Il vicerè si fa portare in sedia da mano ed il capitano delle guardie pu-re in sedia lì all’in poca distanza ed oltre la managuardia che è di sei cavalli, l’al-tre carrozze sono a due e li paggi vanno nelle carrozze come fanno nel ritorno an-cor nella cappella pubblica74.

Leggendo in parallelo il diario di Tapia e le lettere di Scarlatti si può com-prendere con discreta precisione il contesto cerimoniale e le scelte interpre-

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75 In Appendice, Documento 1 [1 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli. 76 Ivi, Documento 1 [1 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli; cfr. P. MAIONE,

«Este cierto del puntual servicio de estos sugetos, como conviene» cit., pp. 37-38.77 In Appendice, Documento 4 [14 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli e

Francesco Guardia.78 cfr. P. MAIONE, «Este cierto del puntual servicio de estos sugetos, como conviene» cit.,

pp. 32 e 38.

tative adottate dal maestro di cappella. Ogni sabato del mese la real cappel-la accompagna diverse celebrazioni:

Li servizi de quattro sabbati e talvolta cinque d’ogni mese, in cui cantasi la mes-sa [le] litanie e [il] salve alla vergine primo […] [per la] divozione perpetua or-dinata dalla religiosa pietà de nostri austriaci monarchi75.

Scarlatti ci rivela che per queste celebrazioni settimanali è previsto un or-ganico di quattro o cinque voci, vale a dire una per parte, accompagnate daun numero relativamente contenuto di strumenti.

Essendo assegnato a ciascun musico, e stromento il suo sabbato di modo che siaun concerto di quattro o cinque voci e altri stromenti, secondo il numero che sitocca servendo attualmente, di modo che tutto il corpo della musica di divide inquattro parti, toccando a ciascheduno il suo sabbato76.

[Il] coro di musica, che deve accudire ogni sabbato a cantare le lodi alla Vergi-ne Santissima, divotione ordinata con tutta premura da nostri clementissimi au-striaci monarchi, facendosi ciò ripartitamente ai musici, e stromenti, che di tut-to il corpo si fanno quattro cori, toccando a ciaschedun coro il suo sabbato77.

Forse questa pratica corrisponde a quella che è attestata da un documentodel 1704 pubblicato da Paologiovanni Maione che parla di una «Nueba plan-ta dela real capilla de quatro coros de musica» e corrispondono probabilmen-te a quelle che sono definite semipubbliche nei giornali del maestro di casa78.

Negli uffici devozionali dedicati ad un pubblico più vasto invece è pro-babile che intervenissero tutti i musici della cappella, come accade peresempio per la rappresentazione di una serenata eseguita per celebrare ilgiorno di S. Carlo del 1713, onomastico del vicerè, dell’imperatore e di San

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79 In questo caso si contano quattro voci per parte. S. MONFERRINI, Carlo IV BorromeoArese, Alessandro Scarlatti e la Cappella Reale di Napoli cit.

80 In Appendice, Documento 1 [1 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli.81 Ivi, Documento 4[14 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli e Francesco

Guardia.82 Ivi, Documento 2 [7 ottobre 1711] Lettera su Nicolino Signorile e Alessio Martucci.83 Ivi, Documento 1 [1 ottobre 1711] Lettera su Domenico Antonelli.

Carlo Borromeo79. Non sono a conoscenza di documenti che indichino conchiarezza quante fossero le voci impiegate per le cappelle pubbliche, tuttavianelle sue missive di risposta alle autorità vicereali Scarlatti illustra con chia-rezza quale sia ai suoi occhi la formazione ideale della cappella di palazzo,compagine che nel momento in cui scrive si discosta parecchio da quella cheegli desidera.

Dovendo essere maggiore il numero dei soprani da quello dell’altre voci, oggi sitrova nella real cappella minore d’ogni altra voce perché i soprani non sono piùche tre et i contralti cinque, i tenori quattro et i bassi cinque, quando a tal pro-porzione il concerto di voci, i soprani dovrebber’essere almeno sei come convie-ne e come da per tutto si costuma80.

Oltre a questo Scarlatti ricorda puntualmente che

Essendoci un numero prodigioso di stromenti, molto superiore al bisogno, ancheal decoro conveniente, essendovi presentemente in cappella indispensabile ne-cessità della voce, e numero di soprani81. È tanto piena la real cappella di numero di stromenti che non solo è di molto su-periore al bisogno, ma sorpassa quello delle voci, che vengono quasi coperte, etaffogate, non sentendosi, per lo strepito di quelli, né il concento, né le parole,che cantano queste onde […] mi conviene attestarle […] che s’attenda a rinfor-zare il concerto delle voci, e non quello de stromenti82.

Per raggiungere una compagine sonora equilibrata e adatta al fasto dellecelebrazioni richieste dal vicerè Scarlatti ricorda con forza il principio baseche informa la sua estetica sonora:

Il numero e qualità delli musici di voce di soprano fa il concerto migliore e de-coroso e plausibile al concerto musicale83.

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84 Sugli spassi di Posillipo cfr. D. FABRIS, Music in Seventeenth-Century Naples cit.,p. 7-9.

f. Cerimonie laiche

Com’è noto gli stessi musicisti che formano la real cappella sono impie-gati anche nelle altre celebrazioni laiche e nei vari divertimenti teatrali permusica composti, tra l’altro, dallo stesso Scarlatti. D’altra parte i numerosiappuntamenti sacri che contrappuntano la giornata di Carlo Borromeo Are-se sono impiegati per venire in contatto con i napoletani. In maniera affattosimile il vicerè moltiplica le occasioni civili per rappresentarsi di fronte aisuoi sudditi. L’estate ad esempio Borromeo ama «andare a prender l’aria sulmare in forma publica» dirigendosi il giovedì e la domenica verso la spiag-gia di Posillipo, circondato da tutta la corte che gode con lui di un deliziosorinfresco. Questo elaborato corteo navale è accolto dal maestro di cappella eda tutti i musici della cappella reale che si dispongono su due feluche can-tando e suonando per il divertimento del vicerè e dell’aristocrazia che assi-ste a questo divertimento galante84.

Lui stesso cominciò in Napoli per la prima volta a godere del divertimento d’an-dare a prender l’aria sul mare in forma publica che è costume di tutti li viceré edi fare l’estate la domenica e il giovedì, questa marcia non è meno grandiosa diquelle di terra. Viene servito il vicerè dal suo apartamento con tutta la sua cortenobile e famiglia bassa assieme a baroni principali del regno invitati […] giù dauna gran scala del palazzo che porta all’arsenale e con l’accompagnamento in ter-ra delle guardie svizzere si pone esso in una feluca tutta parata di broccato d’o-ro. E già in altro vi sono due galere ben presidiate di soldatesca […] vi è un belvago bergantino con 24 marinari tutti vestiti di damasco trinato d’oro con berret-toni con l’arme del vicerè. Poscia vi è la feluca del maestro di cerimonie […] poila detta feluca del vicerè con il capitano della gondola […] poi viene la felucadel detto maestro di camera nella quale vi va l’auditore generale, li 2 maestri dicamera (se vi è la viceregina) l’agiutanti reali e il cavallerizzo maggiore con li duegeneralissimi di guardia di quel giorno delle due corti. In un’altra feluca vi en-trano tutti li paggi con il loro governatore, in un’altra il maestro di casa con re-postieri, confetturieri e quantità di dolci e licquori. Se vi è la viceregina (però fordi corteggio) le donne di camera. Fiancheggia per maggior decoro due gran felu-che di granatieri tutta la mareciata, ed infine vi sono le feluche delli staffieri. Nelpartire che fa da terra tutta la comitiva vien salutato il vicerè dall’artiglieria del-le galere e bergantino; poi un puoco più tardi, dopo che il vicerè incomincia ad

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85 Cfr. C. CREMONINI, Ritratto politico cerimoniale con figure cit., pp. 285-286.

avvicinarsi alla spiaggia di Pusilipo (che è un sito ameno in poca distanza di Na-poli nella qual spiaggia vi si ritrova quantità di dame e cavaglieri che in carroz-za fanno il corso), s’avvicinano due feluche in una delle quali vi si ritrova il pri-mo maestro di cappella con tutta la musica e nell’altra il secondo con l’ustro-menti, sicché una da una parte e l’altra dall’altra della feluca del vicerè, fannole loro cantate e sinfonie e la nobiltà che sta in terra partecipano dell’armonia, lipaggi presentano li rinfreschi al vicerè ed il maestro di casa fa passare di segui-to le sottocoppe, e spase di dolci alle feluche nobili ed all’inferiori vini e frute;questa marciata era andata in disuso, mentre il cardinale Grimani non vi era maistato, però il conte vicerè volse mantener l’uso e fece le spese che v’erono ne-cessarie in ordine al risarcimento de’ legni e dell’abiti de’ marinari85.

Il diario di Tapia illustra ancora una volta la ferma volontà di Borromeo dimoltiplicare al massimo le occasioni pubbliche. In questo caso il vicerè riprendeinfatti una tradizione già esistente caduta in disuso con il suo predecessore.

3. CONCLUSIONI

Carlo Borromeo Arese, membro di una delle più importanti famiglie ari-stocratiche milanesi, giunge a Napoli come vicerè austriaco ed ha natural-mente delle considerevoli esigenze rappresentative. I documenti presentatie analizzati in questo articolo descrivono l’elaborato protocollo cerimonialeal quale contribuiscono i musici della real cappella diretti da Scarlatti. Il rit-mo delle celebrazioni pubbliche alle quali partecipa il vicerè è molto inten-so, talora quotidiano. Gli impegni che prevedono un’addobbo musicale sonodi due tipi: le cappelle pubbliche, durante le quali si celebrano occasionispeciali e quelle semipubbliche, dedicate alla liturgia ordinaria.

Le cerimonie semipubbliche si svolgono ogni sabato e sono accompa-gnate da un coro formato da un cantante per parte al quale si unisce un nu-mero ridotto di strumenti. Quelle pubbliche, durante le quali si canta qua-si sempre il Te Deum, prevedono la partecipazione di tutti i musici dellacompagine vicereale, vale a dire un coro formato da quattro voci per partee un ensemble strumentale assai ricco che è ritenuto da Scarlatti sovrab-bondante.

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Le lettere del direttore della cappella d’altra parte testimoniano il suo im-pegno volto a ribadire l’importanza delle voci rispetto agli strumenti, garan-tire la presenza di un numero sufficiente di soprani (castrati) alle esigenzesettimanali della cappella e poter disporre di almeno una voce per parte ognisabato al fine di celebrare in maniera decorosa e conveniente il rito previsto.

D’altra parte gli impegni della cappella non si riducono alle funzioni sa-cre, ma si estendono a diversi divertimenti di natura profana, tra i quali adesempio delle escursioni estive in barca durante le quali la corte, con ca-denza bisettimanale, si dirige verso Posillipo, dove Scarlatti e i musici at-tendono per accogliere in musica il rappresentante dell’imperatore con il suoseguito marino.

I documenti che sono state discussi mostrano che la cappella reale rap-presenta uno strumento prezioso al servizio del vicerè lombardo. Essa è for-mata da cantanti e strumentisti di prima grandezza, che spesso comincianoil loro iter professionale a Napoli per poi intraprendere una luminosa carrie-ra in tutta Europa. D’altra parte queste carte mostrano che non tutti i com-ponenti della real cappella sono allo stesso livello, nel 1711 infatti più di unosu quattro è definito «mediocre» dal maestro siciliano, e tuttavia godendodell’appoggio dell’aristocrazia alcuni di loro hanno ottenuto la loro posizionee talora dei privilegi assai elevati all’interno della compagine vicereale.

Borromeo sfrutta l’apparato amministrativo – e direi più precisamente mi-litare – per controllare da vicino l’istituzione che finanzia. Egli inoltra unnumero elevato di domande al maestro siciliano per chiarirsi le idee a pro-posito della sua composizione e del suo funzionamento. I due, probilmentedi comune accordo, cercano di diminuire o sopprimere i privilegi di cui go-dono alcuni musicisti che sono stati favoriti dal mecenatismo spagnolo pre-cedente. Il vicerè inoltre non manca di organizzare delle accademie private,forse non solo per essere deliziato dalle angeliche gorghe dei giovani castra-ti che battevano alla sua porta, ma anche al fine di selezionare i nuovi arri-vi, e di influenzare così l’organico futuro della compagine e le scelte esteti-co-interpretative del suo maestro di cappella.

Scarlatti insomma non gestisce in autonomia la cappella, ma deve condi-videre le sue decisioni con il rappresentante del potere e probabilmente conaltri membri della corte che ruotano intorno a lui. Il maestro di cappella puòattribuire solo una parte – anche se consistente – dell’emolumento dedica-

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to alle gestione dell’ensemble vicereale, il resto è assegnato ai musici da Bor-romeo in persona. Questa molteplicità di piani decisionali tra l’altro non èapprezzata dai membri della cappella che la ritengono ingiusta, e protestanochiedendo aumenti del salario.

Il maestro siciliano d’altra parte risponde con determinazione alle nume-rose pressioni provenienti dal vicerè, dalla corte che lo circonda e dai musi-cisti, che talora non sono assidui nel loro servizio e tuttavia desiderano ve-der aumentato il proprio stipendio. Sul fronte opposto il vicerè stesso e la suacorte cercano di influenzare le decisioni a proposito della gestione dei musi-ci di palazzo, uno strumento estremamente prezioso per la celebrazione deiriti pubblici che accompagnano la vita quotidiana del rappresentante del so-vrano durante il suo soggiorno napoletano.

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APPENDICE

Tutti i documenti trascritti sono conservati in alcuni faldoni conservati sen-za apparente ordinamento nell’Archivio Borromeo sull’Isola Bella. La segna-tura corrispondente a queste carte è: Famiglia Borromeo, Carlo IV BorromeoArese, Cariche, Viceré di Napoli.

Documento 1 Lettera 1 ottobre 1711 – Domenico Anto-nelli

Essendosi degnata vostra eccellenzad’ordinarmi con dispaccio della regia se-greteria di guerra in data da 28 settem-bre prossimo passato del corrente anno1711 di renderla informata sul memoria-le che fa vostra eccellenza DomenicoAntonelli, musico di voce di sopranodella real cappella, il quale supplicandocosì rappresenta: Eccellentissimo signoreDomenico Antonelli (detto Lauretano)umilmente rappresenta a vostra eccel-lenza come da 22 anni serve da musicosoprano la real cappella cui benché sialo stile d’accrescer la provisione a musi-ci più antichi giusta la di loro anterioritànel servire, a guisa delle università, co-me in effetto moltissimi de’ musici hangoduto e godono d’un tale accrescimen-to, niente di meno al povero supplicantenon è stata mai accresciuta la tenuissimasua provisione di dodici ducati il mese,tuttochè sian vacate moltissime piazze dimusici anteriori da sì gran tempo ch’eiserve e ciò perché han prevaluto i mezzie non il merito ne’ tempi andati (comespecialmente nel tempo dell’usurpatione

del duca d’Angiò) talmente che con granmortificazione il povero supplicante ve-desi posposto nella provisione a tantimusici ben posteriori a lui li quali hanconveniente salario di circa venti intrenta docati il mese, anzi che molti deisonatori hanno eziandio maggior provi-sione di esso supplicante, sendovi traquei chi ha fin ventisette docati il meselo che non meno è irregolare quanto èanche irragionevole poiché sempre allevoci soprano si suol e si deve dare provi-sion maggiore, che non si dà a suonatori.Laonde sendo passato a miglior vitaFrancesco Bartolucci, parimente musicodi soprano di detta real cappella, nellaquale trovandosi già compiuto il suffi-ciente e solito numero di quattro sopranicon la reintegrazione di Matteo Sassano(che ha la provvisione di 30 ducati il me-se) quindi è che dipenderà dall’arbitrio edalla grazia di vostra eccellenza l’accre-scer ad altro musico la provvisione didieci docati che godeva il detto Barto-lucci. Perciò ricorre il povero supplican-te a piè di vostra eccellenza e la suppli-ca per la grazia dell’accrescimento di ta-li ducati dieci il mese a favore di essosupplicante e tal grazia la spera non me-no per la di lui anzianità ed anterioritàdalla gran giustizia di vostra eccellenza

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presso [cui] non prevalgon favori, ma an-che la spera [sic] della eroica pietà sua,con guardar benignamente a torti sin’orafattigli alle fatighe sofferte nel servirquasi solo la detta real cappella e da pri-mo soprano sin da gran tempo e conguardar graziosamente alla di lui avan-zata età in cui meriterebbe goder gli frut-ti di sue fatighe onde possa sempre pre-gar Iddio per la felicità di sua maestà cheDio guardi e per la salute ed esaltazionedi sua eccellentissima casa, tanto piùche giusta e l’havrà a grazia ut Deus.Quindi io in attenzione et obedienza do-vuta agli adorati cenni di vostra eccel-lenza eseguisco quanto si degna di ordi-narmi d’informarla, con la legge indi-spensabile della verità e giustizia, comeconviene al maggior servizio di Dio, delre nostro signore che Dio guardi e di vo-stra eccellenza dicendo: che quanto rap-presenta alla vostra eccellenza il suddet-to musico supplicante Domenico Anto-nelli, toccante alla sua anzianità et ante-riorità a molti musici e stromenti dellareal cappella e che sia solito in occasio-ne di vacanza di piazza, darsi qualcheaccrescimento di soldo alli più meritevo-li o per anzianità o per distinzione di ta-lento e abilità è vero, ma il provedimen-to che suol farsi delle piazze che vacanoin questa real cappella dipende primadall’assoluta volontà e piacere del sig.Viceré come supremo e di sua regalia;non di meno (e ciò ad esempio degli an-tecessori governanti) è solito farsi la pro-vista o di nuovo soggetti in vece del man-cante o di accrescimento di soldo a chistimarà convenirsi dalla giustizia del si-gnor viceré attenendosi all maggior biso-gno di voce o di stromenti che in tal oc-casione e tempo è espediente al real ser-vizio, atteso il ben ordinato regolamento

di tutto il corpo della musica della realcappella, come accade al presente che laindispensabile necessità del provvedi-mento di un soprano non solo per riem-pire il posto vacante quanto perché do-vendo essere maggiore il numero dei so-prani da quello dell’altre voci, oggi sitrova nella real cappella minore d’ognialtra voce perché i soprani non sono piùche tre et i contralti cinque, i tenori quat-tro et i bassi cinque, quando a tal pro-porzione di concerto di voci, i sopranidovrebber’essere almeno sei come con-viene e come da per tutto si costuma ecosì s’è mantenuto per il passato in que-sta real cappella, in cui, oltre del conve-nevole alle funzioni occorrenti e varie incui il numero e qualità delli musici divoce di soprano fa il concerto migliore edecoroso e plausibile al concerto musi-cale, ma si richiede esservene bisogno diquattro in numero indispensabile per liservizij de quattro sabbati e talvolta cin-que d’ogni mese, in cui cantasi la messalitanie e Salve, alla Vergine Santissima(divozione perpetua ordinata dalla reli-giosa pietà de nostri Austriaci Monarchie sempre con zelo e premura incaricatadal signori viceré a tal oggetto) proce-dendosi in tal servizio la distribuitiva[sic], essendo assegnato a ciascun musi-co e stromento il suo sabbato di modoche sia un concerto di quattro o cinquevoci e altri stromenti secondo il numeroche si trova servendo attualmente di mo-do che tutto il corpo della musica di di-vide in quattro parti, toccando a cia-scheduna il suo sabbato e convenendo dinecessità che ad ogni coro vi sia il suosoprano almeno, se non due, quindi oltrel’altre ragioni di sopra è necessario che isoprani siano almeno quattro e non tre,come sono oggi doppo la vacanza del

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defonto Bartolucci. E poiché eccellen-tissimo Signore veramente (come rap-presenta il supplicante antedetto) vi so-no musici e stromenti nella real cappel-la che hanno soldo maggiore degl’altri,il che è stato piacere del governatoreciò cagiona qualche cordoglio agl’altriche o per anzianità e lunga fatiga di ser-vizio o per tenuità di soldo non suffi-ciente al pane necessario si trovano me-ritevoli di qualche accrescimento disoldo; perciò attesosi da signori viceréantecessori al bisogno occorrente alreal servizio et insieme alla giustizia epietà convenevole è stato solito pren-dersi l’espediente di usare della terza oquarta parte del soldo vacante (quandonon sia meno di dieci docati) e questaripartirla secondo il bisogno di chi sitrova servendo molti anni, con minorsoldo degl’altri e della maggior partedel soldo vacante provederne quel so-getto o di voce o di stromento che fa in-dispensabile bisogno al real servizio.Tutto però è in arbitrio assoluto del si-gnor viceré, com’è di vostra eccellenzagiustissimo e pietosissimo signore, acui piedi con la dovuta profonda osser-vanza, obedienza e rassegnazione, ha-vendo obedito et adempito al doveredella mia coscienza nella verità del rap-presentato, profondamente m’umiliocome sempreDi vostra eccellenza mio signore Il primo ottobre 1711humilissimo, obedientissimo ossequio-sissimo servitoreAlessandro Scarlatti

Documento 2 Lettera 7 ottobre 1711 – Nicolino Si-gnorile - Alessio MartucciEccellentissimo signore

Essendosi degnata vostra eccellenzad’ordinarmi, con dispaccio della regiasegreteria di guerra in data del 28 set-tembre prossimo passato del correnteanno 1711, d’ubidirla (come con la do-vuta rassegnazione e profonda osservan-za eseguisco) d’informazione sopra duememoriali (unitamente acclusi in dettodispaccio) uno de quali così espone:Eccellentissimo signoreNicolino Signorile supplicando espone avostra eccellenza, come essendosi appli-cato alla professione della musica e can-tando da soprano, hebbe ricorso a vostraeccellenza, che gli compartì la graziad’ammetterlo al servizio della real cap-pella per soprano sopranumerario senzasoldo, alla quale ha servito in tutte lefunzioni, anche a vostra eccellenza a Po-silipo et essendo vacata la piazza ordina-ria di voce di soprano di detta real cap-pella per la morte di Francesco Barto-lucci, alias Cecchino di Montesarchio, inluogo del quale esso supplicante ha ser-vito, perciò ricorre a vostra eccellenza ela supplica farle grazia d’ammeterlo allapiazza vacata di detto Cecchino con ilsoldo che a quello stava assegnato, condare gl’ordini opportuni per l’assientocol soldo ad esso supplicante e lo sperada vostra eccellenza a grazia ut Deus.E perché in detto memoriale mi vien co-mandata l’informazione in questo modo:Informe Alexandro Escarlati, con adver-tencia, que antes de tomar resolucion,quiere S. Ex.a ohir las habilitades de losconcurrientes en una academia. Per tan-to, eccellentissimo signore, io con l’indi-spensabile dovere della verità in co-scienza et attenzione al maggior serviziodi Dio, del re nostro signore che Dioguardi e di vostra eccellenza, sono a rap-presentarle umilmente, che è vero esse-

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re il detto Nicolino Signorile musico divoce di soprano e da poco in qua sopra-numerario della real cappella (il che mivien detto, non essendo io stato mai in-teso con le forme solite e costumate) mache egli habbia servito come rappresen-ta in tutte le funzioni anche a vostra ec-cellenza per Posilipo, non lo trovo in tut-to vero; mentre dal poco tempo ch’egl’èsopranumerario una volta ha servito aPosilipo e due, o tre in cappella, quan-tunque siano state in maggior numero lefunzioni occorse, quando è costume inquesta real cappella, che i musici sopra-numerari debbano e sono obligati a ser-vire come tutti gl’altri, sì perché restinoben’intesi del modo di servire in tutte levarie funzioni dell’anno della real cap-pella, come per farsi il merito di suben-trare a posto vacante, secondo sarà piùespediente al real servizio e maggior bi-sogno della real cappella, come maggior-mente piacerà al signor vicerè, che n’èl’arbitro supremo dispositore. E perchémi conviene anche rendere attestato del-l’abilità e qualità di voce dell’esponente,per non mancare a niuna circostanza checompete alla legge del mio dovere, per-ciò rappresento a vostra eccellenza, atte-sa la deboleza del mio corto intendimen-to, essere il detto musico pretendente nelgrado della mediocrità, potendo bensìandarsi avanzando in maggior talentocon l’esercizio e maggior età, essendo ildetto supplicante ancor giovanetto. E co-me, eccellentissimo signore, in oggi v’èestrema necessità di soprani nella realcappella perché resti proveduta del nu-mero conveniente e come oggi è neces-sarissimo al corpo di tutta la musica eper supplire al bisogno delle funzioni oc-correnti et in particolare de sabbati, incui si richiede un coro di musica per

sabbato e perciò richiedersi per ognisabbato un soprano, dovendo esserequattro almeno et oggi non ve ne sonopiù che tre in cappella (a riserva del det-to supplicante sopranumerario) perciòstimo conveniente, necessario e pruden-tissimo espediente quanto vostra eccel-lenza dispone di sentire in academia,seu concorso di dette voci di soprano,avanti di vostra eccellenza, chi sarà peressere il migliore e provederne il postovacante, come a vostra eccellenza sarà inpiacere, il quale è sempre ammirato evenerato, come effetto della di lei insi-gne giustizia e pietà e zelo dell’onor diDio e del real servizio.Quindi passo all’obedienza dell’informa-zione della verità al secondo memorialeaccennato, che così espone:Eccellentissimo signoreAlessio Martucci, musico di violino del-la real cappella, supplicando espone avostra eccellenza, come sin dall’anno1696 sta servendo per sopranumerariosenza soldo veruno e perché al presente,eccellentissimo, si ritrova vacua la piaz-za di Checchino musico soprano, conscudi dieci il mese, per la morte di dettoChecchino, ricorre perciò alla grandecarità di vostra eccellenza et attento lalunghezza del tempo, che il povero sup-plicante serve detta real cappella, de-gnarsi ordinare che delli detti scudi die-ce della detta piazza di Checchino, asse-gnarli e liberarli quel tanto che parerà avostra eccellenza il mese, acciò il pove-ro supplicante possa servire, con mag-gior frequenza, come il tutto chiaramen-te appare dall’acclusa fede, che presen-ta a vostra eccellenza quam Deus.Sopra di che devo rappresentare a vostraeccellenza in tutta verità, che appare es-ser vero l’assiento del supplicante, come

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per la certificatoria inserta nel suo me-moriale, ma non è vero ch’egli habbia as-sistito al servizio della real cappellapuntualmente come espone, se non cherarissime volte, talché appena ve n’èqualche memoria; oltre di che, eccellen-tissimo signore, convien rappresentarle,che in oggi è tanto piena la real cappel-la di numero di stromenti che non solo èdi molto superiore al bisogno, ma sor-passa quello delle voci, che vengonoquasi coperte et affogate, non sentendo-si, per lo strepito di quelli, né il concen-to, né le parole che cantano queste. On-de eccellentissimo signore mi convieneattestarle con la chiarezza della santa ve-rità, ch’è Dio stesso, essere espediente,che s’attenda a rinforzare il concerto del-le voci e non quello de stromenti.Tutto però è sottoposto all’adorabile vo-lere e disposizione di vostra eccellenzacome supremo, a cui m’umilio nell’abis-so del mio niente, come sempre e con laprofonda, dovuta osservanza et intierarassegnazioneDi vostra eccellenzaNapoli 7 ottobre 1711Humilissimo, ossequiosissimo et obe-dientissimo servitoreAlessandro Scarlatti

Documento 3Lettera, 11 ottobre 1711 – Lista per or-ganico dettagliata con giudizi sinteticiScarlatti

Eccellentissimo SignoreSi degna vostra eccellenza onorarmi, condispaccio della regia segreteria di guer-ra, in data dell’otto del corrente mesed’ottobre 1711, di riverito comando (inmemoriale di Nicola Pagano musico diviolone della real cappella che chiede

aumento d’un docato al mese, al suosoldo ordinato di docati sette) dicendo:el maestro de capilla Alexandro Scar-lati haga relacion de los musicos, desus sueldos, y habilidades. Eseguisco,con la dovuta rassegnazione e obedien-za, al mio dovere, adempiendo pun-tualmente all’ordine suddetto, nella se-guente nota de’ musici della real cap-pella; il loro soldo, che presentementesi gode da ciascheduno e della loro abi-lità, secondo la prattica, che ho de’ me-desimi in vent’ott’anni del mio servizioin reggimento della musica e ciò se-condo il mio debolissimo intendimen-to, che sottopongo ad ogn’altro maggio-re del mio e a’ piedi di vostra eccellen-za dicendo:

1 Alessandro Scarlatti, Maestro di cap-pella in capite, circa l’abilità è il più de-bole d’ogni altro professore, ha quaran-tadue ducati il mese, con obligo di tene-re in servir, avisare i musici delle fun-zioni occorrenti et ha 28 anni di servizio.2 Francesco Mancini, vice Maestro dicappella è buon virtuoso, ha venti doca-ti il mese e cinque anni in circa di servi-zio.

[Organisti]3 Gaetano Veneziano, primo organista,è buon virtuoso, ha sei docati il mese etrentacinque anni in circa di servizio.4 Giuseppe Vignola, secondo organista,è buon sonatore; ha sei docati il mese equattr’anni in circa di servizio.5 Andrea Basso, terzo organista, è me-diocre sonatore, ha cinque docati il me-se e ventitre anni di servizio.[Soprani]6 Domenico Antonelli, di voce soprano,è il primo di detta voce nella real cap-

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86 Cfr. infra il Documento 5b.

pella, è buono, ha dodici docati il mesee quindici anni in circa di servizio.7 Francesco Bruno di voce soprano è il2°, è buono, ha dieci docati il mese equattr’anni in circa di servizio.8 Don Francesco Guardia, di voce so-prano, è il 3°, è buono, ha sette docati ilmese e quattr’anni in circa di servizio.

[Contralti]9 Domenico Melchiorre detto l’Aquila-no, di voce di contralto, è il primo di det-ta voce, è buono, ha dodici docati il me-se e circa 26 anni di servizio. 10 Don Domenico Liuzzi, di voce di con-tralto [dal 1708 al mese di aprile 1713,quando passa tra i soprani], è il 2°, èbuono, ha sette docati il mese e circa 7anni di servizio.11 Domenico Floro, di voce di contralto,è il 3°, è buono, ha sei docati il mese etre anni di servizio.12 Domenico Zecchi, di voce di contral-to, è il 4°, è mediocre, ha cinque docatiil mese e da sette in ott’anni di servizio.13 Pietro Giordano, di voce di contralto,è 5°, è mediocre, ha dieci docati il mesee da sette in ott’anni di servizio.

[Tenori]14 Domenico Gennari, di voce di tenore,è il primo, è buono, ha dieci docati il me-se e circa 28 anni di servizio.15 Angelo Itto, di voce di tenore, è il 2°,è buono, ha sei docati il mese e sette inott’anni di servizio.16 Antonio Carbone, di voce di tenore, èil 3°, è buono, ha sei docati il mese e die-ci in undici anni di servizio.17 Lorenzo Baldaccini, di voce di con-

tralto, è il 4, è mediocre, ha sei docati ilmese e cinque in sei mesi di servizio.

[Bassi]18 Filippo Ricca, di voce di basso, è ilprimo, è buono, ha sei docati il mese ecirca 40 anni di servizio.19 Tomaso Persico, di voce di basso, è il2°, è buono, ha cinque docati il mese ecirca 30 anni di servizio.20 Don Giuseppe Coppola, di voce dibasso, è il 3°, è mediocre, ha cinque do-cati il mese e circa 30 anni di servizio.21 Gioachino Corrado, di voce di basso,è il 5°, è mediocre, ha cinque docati ilmese e poco meno d’un anno di servizio.22 Don Antonio Manna, di voce di bas-so, è il 4° et ottimo virtuoso, ha dieciottodocati il mese e tre in quattr’anni di ser-vizio.

[Violini]23 Francesco Mirabella sonatore di vio-lino, è il più antico, è mediocre, ha cin-que docati il mese e [sessanta circa]86 diservizio.24 Pietro Marchitelli, violino, è il 2°, èbuono, ha dodeci docati il mese e 38 in39 anni di servizio.25 Gio: Carlo Cailò, violino, è il 3°, èbuono, ha dieci docati il mese e 28 annidi servizio.26 Giovanni Sebastiano, violino, è il 4°,ha sette docati il mese, è buono et ha 23anni di servizio.27 Andrea Binda, violino, è il 5°, è buo-no, ha cinque docati il mese e 24 anni diservizio.28 Baldassare Infantes, violino, è il 6°, èbuono, ha otto docati il mese e 15 anni di

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servizio.29 Giuseppe Avitrano, violino, è il 7°, èbuono, ha cinque docati il mese et undi-ci anni di servizio.31 Domenico Antonio de Fusco, violino,è il 9°, è buono, ha sei docati il mese etre in 4 anni di servizio.33 Nicola Manna, violino, è l’11°, è buo-no, ha sei docati il mese e cinque in seimesi di servizio.30 Giuseppe Grippa, violino, è l’8°, èmediocre, ha quattro docati il mese etundici anni di servizio.32 Giuseppe Salernitano, violino, è il10°, è mediocre, ha sei docati il mese,meno d’un anno di servizio.34 Don Francesco Marino, violino so-pranumerario senza soldo, è mediocre.35 Don Bonaventura Veneziano, violinosopranumerario senza soldo, è mediocre.36 Alessio Martucci violino sopranume-raio senza soldo, è meno che mediocre.

[Violone]37 Nicola Pagano, violone, è il primo, èottimo, ha sette docati il mese e 26, in 27anni di servizio.38 Pietro Filomena, violone, è il 2°, èbuono, ha cinque docati il mese e 3 annidi servizio.

[Violoncello]39 Rocco Greco, violoncello, è il primo,è buono, ha sette docati il mese e 22 an-ni di servizio.40 Francesco Sopriani, violoncello, è il2°, ma ottimo, ha diecisette docati il me-se e circa un anno di servizio.

[Arciliuto]41 Pietro Ugolino, arcileuto, è il primo,è ottimo, ha dieciotto docati il mese e 28anni di servizio.

42 Gioachino Sarao, arcileuto, è il 2°, èbuono, ha sei docati il mese e quattro an-ni in circa di servizio.

[Fagotto]43 Giuseppe Brando, fagotto, stromentodi fiatto, in basso, ha dieci docati il me-se e sett’anni che gode il detto soldo, es-sendo stato prima molt’anni sopranume-rario[Il n° 44 manca nella lettera di Scarlatti]

[Organaro]45 Giuseppe di Martino, mastro organa-ro, che deve tener l’organo della cappel-la accorato, ha due docati il mese emolt’anni di servizio.

Numero unito de musici sudetti tanto divoce, quanto di stromento.Soprani 3Contralti 5 Tenori 4 Bassi 5Violini 11 con soldo e 3 sopra-numerari senza soldo, che non assistono.Violoncelli 2Violoni 2Arcileuti 2Organisti 3Fagotto 1

Adempiuto, eccellentissimo signore, alsuddetto ordine riverito di vostra eccellen-za, puntualmente in quanto al numero divoci e stromenti al loro soldo odierno e se-condo il mio debolissimo e inetto discerni-mento circa la loro qualità nella professio-ne di musica, mi sottopongo umilmente econ la dovuta profonda rassegnatione etobedienza a suoi piedi, come sempre.Di vostra eccellenza mio signoreNapoli 11 ottobre 1711

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humilissimo, devotissimo et obedientis-simo servitore Alessandro Scarlatti

Documento 4Lettera 14 ottobre 1711 – Domenico An-tonelli - Francesco Guardia

Eccellentissimo signoreIn attenzione e obedienza dovuta agl’a-dorabili cenni di vostra eccellenza, ese-guisco il dovere d’ubidirla delle seguen-ti due informazioni, che si è degnata co-mandarmi, con dispaccio della regia se-greteria di guerra, sopra due memoriali,rappresentati a vostra eccellenza uno daDomenico Antonelli e l’altro da donFrancesco Guardia ambidue musici divoce di soprano della real cappella, indata de 12 del corrente, ordinando che:Informe el M.ro de Capilla AlexandroScarlati. Così nel memoriale del suddet-to Antonelli et in quello del Guardia, di-cendo: el m.ro de capilla AlexandroScarlati haga relacion. E facendosi dalprimo, che così rappresenta:Eccellentissimo signoreDomenico Antonelli, detto Laurenzano,umilmente rappresenta a vostra eccel-lenza come, sin da venti due anni serveda musico soprano la real cappella conla tenuissima provisione di dodici duca-ti il mese e pure moltissimi musici po-steriori al supplicante hanno maggiorprovisione di circa venti in trenta doca-ti; anzi che li sonatori degli stromenti pa-rimente hanno maggior provisione sino adocati ventisette il mese. E come chepresentemente vaca la provisione di die-ci docati il mese per morte di FrancescoBartolucci, anche musico soprano e indetta real cappella trovasi compiuto ilnumero de quattro solisti soprani, con la

reintegrazione di Matteo Sassano, che hala provisione di trenta docati il mese per-ciò supplica devotamente vostra eccel-lenza degnarsi ordinare, che li soddettidocati dieci vacanti si accrescano allatenue provisione già detta di esso sup-plicante, che sendo in età avanzata pos-sa goder di sue lunghe fatighe e ciò sarànon men regolare, che giusto e ragione-vole ed havrà a grazia ut Deus.Quindi, eccellentissimo signore, adem-piendo al mio dovere, in obedienza, rap-presentando la pura verità, come convie-ne, umilmente eseguisco dicendo: come ildetto supplicante Antonelli è buono epuntuale nel real servizio e per quanto èin mia memoria del tempo ch’egli scrivecol soldo di dodici docati il mese (che nonè tanto tenue respettive a quello di moltialtri, che n’hanno molto meno) sia diquindici anni in circa; e se in ciò io fa-cessi errore, può vedersi in libro dell’as-siento de’ musici in scrivania di razione,a cui mi rimetto, dove appare giusto iltempo d’ogn’uno, che è al real servizio etoccante a quanto rappresenta il dettosupplicante, che vi siano musici e stro-menti che hanno maggior soldo di lui, èvero; come appare puntualmente al guar-do riverito di vostra eccellenza nell’infor-me ordinatami con dispaccio della regiasegreteria di guerra, in data otto correntedicendo: El m.ro de capilla AlexandroScarlati haga relacion de los musicos, desus sueldos, y habilidades. Il che ho pun-tualmente eseguito e posto a piedi di vo-stra eccellenza il dì undici del corrente,dove appare distintamente l’abilità, il sol-do, tempo che servono e numero, tanto divoci, che di stromenti della real cappella;segue il detto supplicante a rappresenta-re, che vaca piazza di dieci docati il me-se, per morte di Franc.o Bartolucci sopra-

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no, il che è vero; ma perciò restabo, ec-cellentissimo signore, tre soli soprani incappella, numero meschinissimo a para-gone di quello dell’altre voci di cappellae tanto più essendoci un numero prodi-gioso di stromenti, molto superiore al bi-sogno, anche al decoro conveniente, es-sendovi presentemente in cappella indi-spensabile necessità della voce e numerodi soprani, che dovrebbero essere sei, ocinque almeno (come ha havuto per ilpassato la real cappella e più ancora) tan-to per il presente bisogno al real servizio,quanto perché conviene al ben’ordinatocomposto di tutto il corpo della musica(atteso il numero dell’altre voci e stro-menti, ch’è maggiore di quello delli so-prani) particolarmente per poter dare ilsoprano necessario al coro di musica, chedeve accudire ogni sabbato a cantare lelodi alla vergine santissima, divotione or-dinata con tutta premura da nostri cle-mentissimi austriaci monarchi, facendosiciò ripartitamente ai musici e stromenti,che di tutto il corpo si fanno quattro cori,toccando a ciaschedun coro il suo sabba-to, mancando perciò la quarta voce di so-prano per detta vacanza et ha mancato intutto il tempo dell’infermità del defonto,ch’è stata poco meno di due anni, haven-done perciò patito difetto notabile il dettoreal servizio. Dice il detto supplicante, che venendo quiil musico soprano Matteo Sassani è perriempirsi il numero di quattro soprani ciòsarebbe così, quando (com’io sento dire,non essendone inteso nella forma solita)ch’egli venga per grazia reale, dispensatoda servizi ordinari di cappella, anzi chenegli straordinari, che accudisca a suopiacere. Onde essendo ciò vero, eccellen-tissimo signore, sarebbe l’istesso, comenon fosse, atteso che, non potendosi obli-

gare ad accudire a tutte le funzioni occor-renti, sempre persiste la necessità delquarto soprano, com’è al presente. Che siacostume di darsi qualche accrescimentodi soldo ai più meritevoli nel real servizio,in occasione di vacanza di piazza, è vero;ma in ciò, eccellentissimo signore, è soli-to provedersi prima secondo il maggior bi-sogno, che si ha allora in cappella, o di vo-ce o di stromento, e poi […] il ragionevo-le, quanto giusto riguardo d’accrescer sol-do a chi n’è meritevole nondimeno questoperò dipende dal piacere sovrano del si-gnor vicerè, che n’è l’assoluto padrone, ildi cui adorabile volere è la prima legge dichi deve ubidire.Riguardo all’ubedienza del secondo me-moriale dell’altro soprano don FrancescoGuardia, che a vostra eccellenza esprimecosì:Eccellentissimo signoreIl sacerdote don Francesco Guardia, musi-co di soprano della Real Cappella di vostraeccellenza supplicando espone, come perla morte accaduta a Francesco Bartolucci,ancora musico di soprano della real cap-pella, quale godeva dieci docati di provi-sione, è vacato questo luogo e dovendosiprovedere, intende il supplicante essereammesso a questo soldo, stante il detto nonha altro di provisione che solo docati setteil mese e li pare essere ragionevole haverlui quest’avanzo per haver servito moltotempo e non quello che dovrà entrare ades-so, tanto più, che la sua piazza era più didieci docati, ma perché… sono d’inviaremusici in Spagna, per servizio di sua mae-stà, li fu mancata la paga, per tanto pregavostra eccellenza farli grazia e rimettere laconsulta al signor don Filippo Caravitaconsultore del cappellano maggiore, offe-rendosi il supplicante pregare Dio per lasalute di vostra eccellenza, ut Deus.

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Documento 5aLista [non datata] – Musici cappella per organico con soldo87

I[n] N[omine] D[omini]Nota di tutti i musici della real cappella con il soldo ed anco sopranumerari

Maestro Alessandro Scarlatti d.ti 42Vice Maestro Francesco Mancini 20Soprani Matto Sassani 30 30,2

Domenico Antonelli 12Don Francesco Bruno sacerdote 10Don Francesco Guardia sacerdote 4 7Nicola Signorile 4 6Andrea Guerra 8Domenico Gizzi 8Nicola Bicchetta sopranumerario

Contralti Domenico Melchiorre detto Aquilano 12Don Domenico Giuzzi sacerdote 4 7Pietro Giordano 4 10Domenico Zecchi 4 5Fra.co Alarcon 7Pietro Matroni detto d’Alvito 5

Tenori Domenico Gennari 8Antonio Carbone 6Angelo Itto 6

87 Il documento non è datato, tuttavia è successivo al 26 novembre 1712, data di entrata di Giu-seppe Scarlatti nella cappella reale. Cfr. HANNS-BERTOLD DIETZ, s.v. «Vignola, Giuseppe», in Ox-ford Music Online, disponibile all’indirizzo http://www. oxford musiconline.com.

Sopra di che eccellentissimo signore, pos-so dire in verità a vostra eccellenza che ildetto supplicante don Francesco Guardia,è soprano è buono, che ha sette docati ilmese e quattr’anni in circa di servizio eperché nel di più che mi conviene ubidirea vostra eccellenza ex officio in que-st’informe vi cadono l’istesse riflessioniespresse nell’antecedente memoriale del-l’Antonelli et essendo a piedi di vostra ec-cellenza la nota d’ogn’uno de musici dicappella antedetta, non rimane altro dalcanto mio, che adorare ogni provvidenza,

che vostra eccellenza si degnarà di fare didetta piazza vacante di soprano, per mortedel detto Bartolucci, essendo ammirabile enotissima la giustizia esemplare e pietàchristiana di vostra eccellenza, a cui piediprofondamente mi umilio, vivendo, contutta rassegnazione e cieca obedienza,sempreDi vostra eccellenza mio signoreNapoli 14 ottobre 1711Umilissimo, ossequiosissimo et obe-dientissimo servitoreAlessandro Scarlatti

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Lorenzo Baldaccini 4 6Gio: Francesco Costanzi 7Don Alessandro Inguscio sacerdote sopranumerario

Bassi Filippo Ricca 9 6Tomaso Persico 6 5Don Gioseppe Coppola sacerdote 5Don Antonio Manna sacerdote 25 18Gioacchino Corrado 5Don Bonifacio Pecorone sacerdote sopranumerario

Contrabassi Nicola Pagano 9 7Pietro Filomena 5

Violoncelli Rocco Greco 7Francesco Sopriani 10 17Nicola Cesario sopranumerario

Arcileuti Pietro Ugolino 12 18Nicola Ugolino sopranumerario

Violini Francesco Mirabella 5Pietro Marchitelli 12Gio: Carlo Cailò 10Giovanni Sebastiano 7Baldassarro Infantes 8Giuseppe Avitrano 5Domenico Antonio de Fusco 6Nicola Manna 8 6Gioseppe Grippa 4Gioseppe Salernitano 4 6Don Francesco Marino sacerdote 3 7Alesio Martucci 2Don Bonaventura Veneziano sopranumerario

Organisti Gaetano Venetiano 8 6Andrea Basso 3 5Pietro Scarlatti 5Antonio Risciolo 4 6Domenico Altamura 3Carmine Giordano sopranumerarioGioseppe de Martino organaro 2

Oboe Ignatio dell’Ouboè 4

d.ti 392En esta nota falta Joseph Brando fagoto con el sueldo de 10Falta Juachin Sarao arciliuto con el sueldo de 6Falta Joseph Vignola organista con el suledo de 5

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88 Cfr. nota precedente.

Documento 5b[Lista non datata – Giudizi analitici

Scarlatti]88

I[n] N[omine] D[omini]Francesco Mirabello entrò al servi-

tio della real cappella nel governo delsignor conte di Castrillo, che sono annisessanta in circa, godeva il soldo doca-ti sette, hora ne gode cinque il mese. Ilsuddetto sonator di violino vecchione ebenemerito per giustitia e pietà meritache si lasci il suddetto soldo e resti asuo arbitrio di servire stante la sua vec-chiaia.

Filippo Ricca voce di basso entrò alservitio nel governo del marchese d’A-storga, che sono anni quaranta. Godevadocati nove di soldo al mese, hora ne hasei. Questo per essere stato semprepuntualissimo al real servitio, virtuosodi buoni costumi e diligente nell’osser-vanza del suo dovere et attualmentehoggi serve, merita, che se li rimetta ilprimiero soldo di docati nove al meseper pietà e giustitia d. 9.

Pietro Marchitelli, detto Petrillo delViolino, entrò al servitio nel governosuddetto che sono anni trentasei godedi soldo docati dodici. Questo per esserun bravo virtuoso, il più vecchio e pri-mo violino osservante nel real servitio,merita il suddetto soldo di ducati dodi-ci al mese d. 12.

Alessandro Scarlatti maestro dellareal cappella, entrò al servitio nel go-verno del marchese del Carpio che so-no anni ventinove, gode al presente do-cati quarantadue il mese d. 42.

Domenico Gennari voce di tenore,

entrò al servitio nel governo suddettoche sono anni ventinove, gode docatiotto di soldo il mese. Questo per haverben servito tanti anni, nonostante cheora si trova gottoso e che poco serve,nulla dimeno per haver ben servito me-rita, che se li lasci il suddetto soldo d.8.

Gio: Carlo Cailò violino, entrò alservitio nel governo suddetto con il sol-do di docati dieci al mese. Questo perhaver sin’hora ben servito e per essereun buon virtuoso appresso Petrillo se lipuò lasciare il suddetto soldo d. 10.

Don Gioseppe Coppola voce di bas-so, entrò al servitio nel governo sud-detto che sono anni vent’otto, gode do-cati cinque al mese. Questo per haverben servito, nulladimeno ritrovandosiin hoggi con un mal cronico e perciònon puol più accodire al real servitiocome in efetto manca, pare sia giustolasciarli il suddetto soldo di docati cin-que al mese d. 5.

Tomaso Persico voce di basso, entròal servitio nel governo suddetto con do-cati cinque al mese. Questo ha ben ser-vito e serve al presente con tutta l’os-servanza, pare che non solo se li possilasciare il suddetto soldo, ma di augu-mentarlo un docato di più al mese chesono docati sei di soldo 6.

Gaetano Venetiano primo organista,entrò al servitio nel tempo suddetto conil soldo di docati cinque al mese, po-scia fu mastro di cappella in assenzadel proprietario Alessandro Scarlati intempo del duca d’Ascalona e poi nelgoverno del conte di Daun, ritornò alsuo posto d’organista, con il soldo di

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docati sei al mese che al presente gode.Questo virtuoso per haver ben servitoed è molto necessario al real servitio,merita per pietà e giustizia che se li ag-giunga docati due di più al mese, chesono in tutto docati otto d. 8.

Domenico Melchiorre detto l’Aqui-lano voce di contralto, entrò al servitionel tempo suddetto del marchese delCarpio, gode di soldo docati dodici almese. Questo ha ben servito ed il soldopresente gli è molto comodo ed è per-sona benestante, perciò pare, che se lipossi lasciare il suddetto soldo d. 12.

Andrea Basso organista molto debo-le, entrò per favore nel tempo suddettogode docati cinque al mese. Questo nonè capace di tal posto e per carità si puòesentare dalle cappelle reali e lasciar-lo per le funtioni ordinarie con docatitre al mese d. 3.

Nicola Pagano istromento di contro-basso, entrò al servitio nel governo delconte di S. Stefano, che sono anni ven-tisei e più, godeva docati otto al mesehora ne gode sette. Questo per esserebuon virtuoso e diligente nel real servi-tio e necessario in tutte le funzioni rea-li merita per pietà e giustitia, che se liaggiungano altri docati due al mese,che sono in tutto docati 9.

Giovanni Sebbastiani violino, entròal servitio nel governo suddetto che so-no anni venti, gode docati sette al me-se. Questo per esser buon virtuoso epontualissimo al servitio ed assiste atutto, se li può lasciare il suddetto sol-do d. 7.

Antonio Carbone voce di tenore, en-trò al servitio nel governo suddetto enel tempo del duca d’Ascalona fu leva-to, poi in quello del conte di Daun fu ri-messo e gode docati sei al mese. Que-

sto benchè sia mediocre nondimeno, èpuntuale e pare se li possa lasciare ilsuddetto soldo di docati sei al mese d.6.

Domenico Antonelli detto di Lau-renzano voce di soprano entrò al servi-tio nel governo suddetto di S. Stefano,in quello del duca di Medinaceli fu le-vato, ma poi nel tempo d’Ascalona furimesso e gode docati dodici al mese,quali è meritevole di godere per esserbuono e puntualissimo al real servitiod. 12.

Baldassarro Infantes, entrò al servi-tio nel governo suddetto con il soldo didocati due al mese, nel governo del du-ca di Medinaceli per favore dentro lacorte in varie occasioni giunse ad ha-vere docati dodeci il mese, ma poi neigoverni susseguenti, atteso il suo faci-noroso costume et impuntualità notabi-le al servitio di detta real cappella li fu-rono levati docati quattro, godendoneal presente docati otto: al quale gli sidovrebbe levare la metà del soldo per-ché anco è impuntuale e cerca sempreindirette strade in ogni occasione dinon venire al servitio, di che si rimetteall’arbitrio di vostra eccellenza.

Rocco Greco sonator di viola all’an-tica, entrò al servitio nel governo delduca di Medinaceli, che sono anniquindeci, gode docati sette di soldo almese. Questo è stato sempre puntualeal real servitio, par che se li possa la-sciare il suddetto soldo per haver benservito e serve attualmente d. 7.

Gioseppe Grippa violino, entrò alservitio nel governo suddetto, gode almese docati quattro. Questo per essermediocre, ma puntuale par che se lipossa lasciar il detto soldo d. 4.

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Documento 617 gennaio 1708 – Lista musici cappella[Documento datato 15 marzo 1713 e redatto dalla Segreteria di guerra]

Ex.mo senorV.E. con vill.e de 4 del corr.te reg.do en escriv.a 2 fol. 1° ordena que por este oficio,se le forme relacion de los musicos, assi de voces, como de instrumentos que sirvenen la R.l Capilla, con toda distincion del dia que han entrado a servir, sueldo quehan tenido, y presentem.te gozan.En cuya execution se remite a V.E. la adjunta nota con la distincion que pide G.eD.s a V.E. m.s a. De la Reg.a Escriv.a de RazonA 15 de marzo de 1713Ex.mo senorDe V.E. su menor criadoMarios Piano

Nota de los musicos de la real capilla, y sueldo que gozan segun la planta que re-mitio a este off.o el s.r conde de Daun con mand.to de 17 de Henero de 1708, y son

Franc.o Mancini, assento de primer M.re de Capilla en 17 de henero 1708con 35 d. al mes es a saver 30 de sueldo y 5 d. por el laque, y en p.o de ottobre siguente passò a servirla plaza de Vice M.ro deCapella con 20 d. de sueldo al mes, que es el que al presente esta gozando 20Pedro Ugolini ass.to de archilaud, en 17 de henero 1708 con el sueldo de 18d. al mes 18Domenico Antoneli assentò de soprano en ut s.a con el sueldo de 12 d. al mes 12Domenico Melchiorre Aquilano ass.tò de contralto en ut s.a con el sudho sueldo 12Pedro Marchiteli ass.tò de violin en ut s.a con el sueldo ss.do 12Francesco Bruno ass.tò de soprano en ut s.a con el sueldo de 10 al mes 10Pedro Jordan ass.tò de contralto en ut. s.a con el sudho ss.do 10Juan Carlos Cailo ass.tò de violin en ut. s.a con el sudho ss.do o 10Joseph Brando ass.tò de fagoto en ut. s.a con el sudho ss.do 10Domenico de Gennaro ass.tò de tenor en ut. s.a con el sueldo de 8 al mes 8Baldassar de las Infantas ass.tò de violin en ut. s.a con el sudho ss.do 8Francesco Guardia ass.tò de soprano en ut. s.a con el sueldo de 7 al mes 7Domenico Liuzi ass.tò de contralto en ut. s.a con el sedho ss.do 7Juan Sebastiano, ass.tò de violin en ut. s.a con el sudho ss.do 7Roque Grieco ass.tò de viola en ut s.a con el sudho ss.do 7

Nicolas Pagano ass.to de contrabaso en ut. s.a con el sueldo de 6 al mes, y en6 de nov.re 1709 se le aumnetò oltro duc.do mas al mes de los que havian va-cado por la muerte de Julio Marqueti en vird. de mand.do de S. Em.za el defunto s.r card.l Grimani de dho dia 7

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Jospeh Avetrano, ass.tò de violin en 17 de henero 1708 con el ss.do de 4 al mes... ducado como al sud.ho 5Angel Jio ass.to de tenor en 17 de henero 1708 con el sueldo de 6 d. al mes 6Ant. Carbone ass.to de tenor en ut s.a con el sudho ss.do 6Phelipe Rico ass.to de baso en ut s.a con el sudho ss.do 6Domenico Antonio de Fusco ass.to de violin en ut s.a con el sudho ss.do 6Joachin Sarao ass.to de archilaud en ut s.a con el sudho ss.do 6Gaetano Veneciano ass.to de organista en ut s.a con el sudho ss.do 6Domenico Zequi ass.to de contralto en ut s.a con el sudho ss.do 5Thomas Persico ass.to de baso en ut s.a con el sudho ss.do 5Joseph Coppola ass.to de baso en ut s.a con el sudho ss.do 5Andreas Basso ass.to de organista en ut s.a con el sudho ss.do 5Fran.co Mirabela ass.to de violin en ut s.a con el sudho ss.do 5Joseph Vinola ass.to de organista en ut s.a con el sudho ss.do 5Joseph Grippa ass.to de violin en ut s.a con el ss.do de 4 d. al mes 4Joseph de Martino ass.to de organar en ut s.a con el ss.do de 2 d. 2Don Antonio Manna ass.to de baso, y de empezò a correr el ss.do de 8 d. almes en p.ro de iulio 1708 y en 14 de febrero de 1711 se le aumentaron otros 10 d. al mes en exec.on de mand.to de S.E. de dho dia 18Pedro Filomena ass.to de viola en 30 de abril 1709 con el ss.do de cinco d.al mes 5Fran.co Sopriana ass.to de violoncello en 17 de nov.re de 1710 con el ss.dode 17 d. al mes, que el mesmo ss.do que goza y se le senalò quando passò a servir a la real capilla de Barz.na 17Joseph Salernitani ass.to de violin en 18 de nov.re 1710 con el ss.do de 6 d. al mes 6Joachin Corrado ass.to de baso en 4 de ott.re 1710 con el ss.do de 5 d. al mes 5Nicolas Manna as.to de violin en 7 de marzo 1711 con el ss.do de 6 d. al mes 6Lorenzo Baldacini ass.to de tenor en p.ro de marzo 1711 con el sueldo de 6 d.al mes 6Matheo Sassano ass.to de musico iubilado de la real capilla en lo 10 de iulio 1711 con el ss.do de d. 30.2 al mes 30,2Antonio Raicola ass.to de organista en 11 de iulio 1711 con el sueldo de 6 dal mes 6Nicolas Signorile ass.to de soprano en 17 de ott.re 1711 con el ss.do de 6 d al mes 6Fran.co de Martino ass.to de violin en 22 de febrero 1712 con el ss.do de 7 d. al mes 7Alexio Martucci ass.to de violin en 15 de marzo 1712 con el ss.do de 2 d. al mes 2

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Alessandro Scarlatti Non si sa perché la scrivania dirazione non l’ha posto in nota econviene a vostra eccellenza disaperlo

Maestrodi cappella

42 il mese

Francesco Mancini Vice M.ro 20

Pietro Ugolini arcileuto 18Domenico Antonelli soprano 12Domenico Melchiari Aquilano contralto 12Pietro Marchitelli violino, decano 12Francesco Bruno questo è quel che ha fatto rinun-

cia a vostra eccellenza, che s’è de-gnata provedere a Domenico Giz-zi, soprano, con otto ducati il me-se, dal primo aprile corrente 1713

soprano 10

Pietro Giordano contralto 10Gio: Carlo Cailò violino 10Giuseppe Brando fagotto 10Domenico Gennai tenore 8Baldassaro Infantes violino 8Don Francesco Guardia soprano,

sacerdote7

Don Domenico Liuzzi contralto,sacerdote

7

Gio: Sebastiano violino 7Rocco Greco violoncello 7Nicola Pagano contrabasso 6Giuseppe Avitrano violino 5Angelo Itto tenore 6Antonio Carbone tenore 6Filippo Ricca basso, decano 6Domenico Ant. de Fusco violino 6Gioachino Sarao arcileuto 6Gaetano Veneziano primo organista 6Domenico Zecchi contralto 5Tomaso Persico basso 5Don Giuseppe Coppola basso, sacerdote 5Andrea Basso organista 5Francesco Mirabella violino 5

Documento 7a1 aprile 1713 – Musici, stromenti e loro soldo presente

VeritàPrimo aprile 1713

Musici, stromenti e loro soldo presente

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Giuseppe Vignola Questo morì nel mese d’ottobreprossimo passato del 1712 e vo-stra eccellenza si degnò proveder-ne a Pietro Scarlatti, figlio delmaestro di cappella antedetto, nési sa perché la scrivania di razio-ne non l’ha posto in nota, convie-ne a vostra eccellenza di saperlo

organista 5

Giuseppe Grippa violino 4Giuseppe di Martino organaro 2Don Antonio Manna questo similm.e è stato provisto

da vostra eccellenzabasso, sacerdote 18

Lorenzo Baldaccini questo similmente provisto davostra eccellenza

tenore 6

Matteo Sassano soprano 30,2Antonio Raicola organista 6Nicola Signorile questo similmente provisto da

vostra eccellenzasoprano 6

Don Francesco Marino questo similmente provisto davostra eccellenza

violino 7

Alessio Martucci questo similmente provisto davostra eccellenza

violino 2

Pietro Scarlatti questo similmente provisto davostra eccellenza, che non l’hanotato la scrivania di razione,come s’è detto di sopra

organista 7

Ignazio dell’Oubuoè questo similmente provisto davostra eccellenza et è fuori di re-gno. La piazza del quale vostraeccellenza s’è degnata di confe-rirla a [F. Costanzi]

[oboe] 4

Gio: Francesco Costanzi tenore, con sei ducati di soldosotto il primo aprile corrente1713

[tenore] 6

Tutto il detto soldo in una somma importa ogni mese 402Ed ogn’anno 4824

Tutta la somma stabilita sopra l’arrendamento del tabbacco, ab initio, confirmata inogni occasione, e invariabilmente mantenuta, e pagata da reali monarchi, con pre-cisi, confirmati ordini di non mai alienarne qualunque minima parte e così esegui-tosi sempre inviolabilabilmente da tutti gl’antecessori signori vicerè e ministero, in-sino a tutto il governo del signor duca d’Escalona inclusive: è di ducati 5126 l’anno,come dote regia, assegnata a tutto il corpo della musica di questa real cappella diNapoli. Onde, trattane l’antedetta somma (che si paga al sistema presente come va-riò il signor conte Daun) di ducati 4824. Resta di provederne a piacere di vostra ec-cellenza ducati 302.

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Documento 7b1 aprile 1713 – Lista musici cappella per organico

Per facile embrione della mente del principe, gravata dalla moltitudine de grandi af-fari: nota ordinatamente disposta di ciascheduno genere di voce e di stromento, po-sti al suo luogo, tanto di quelli che godono attualmente il regio soldo, come de’ so-pranumerarij, con opportuna providenza (a riparo della debolezza del presente si-stema, così trovato da vostra eccellenza) dispostone il nuovo regolamento:

Primo Aprile 1713Musici di voce con soldo

Soprani Domenico Antonelli, detto: MinichielloDomenico Gizzi, nuovamente provisto,in luogo di don Francesco BrunoDon Francesco GuardiaNicola Signorile

Contralti Domenico Melchiorri, detto: l’AquilanoDon Domenico LiuzziDomenico Zecchi, detto il VenezianinoPietro Giordano

Tenori Gio: Francesco CostanziAngelo Sito

Domenico GennariAntonio CarboneLorenzo Baldaccini

Bassi Don Antonio MannaGioachino CorradoTomaso PersicoFilippo RiccaDon Giuseppe Coppola

Violini Pietro Marchitelli detto Petrillo del violinoGio: Carlo CailòGiovanni Sebastiano detto GiovannielloGiuseppe AvitranoBaldassarre InfantesDomenico Antonio de Fusco detto il barbiereNicola Manna

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Giuseppe SalernitaniDon Francesco MarinoFrancesco MirabellaGiuseppe GrippaAlessio Martucci detto Quaglia

Violoncelli Francesco SoprianiRocco Greco

Contrabassi Nicola PaganoPietro Filomena

Un fagotto Giuseppe Brandi

Arcileuti Pietro UgoliniSarao

Organisti Gaetano VenezianiPietro ScarlattiAndrea BassoNicola Raicola

Maestro di cappella Alessandro ScarlattiVice maestro Francesco ManciniOrganaro Giuseppe di Martino

Musici sopranumerari senza soldo

Soprani Gio: Battista MarzulloNicola Ricchetti

Contralto Don Taddeo MallozziTenore Don Alessandro InguscioBasso Don Bonifacio PecoroniOrganista Leonardo Leo

Altre notizie importanti, perché richiedono giustizia e riordinazione si tralasciano eda esporsi alla luce della verità ad ogni cenno di vostra eccellenza, che le convienesapere tanto ad effetto di giustizia, quanto convenente al real servizio ex coscientia.

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89 Dunque si tratta di una lista successiva al mese di novembre 1712, data di morte di Vigno-la; Cfr. H. B. DIETZ, s.v. «Vignola, Giuseppe» cit., e F. COTTICELLI - P. MAIONE, Le istituzioni musi-cali a Napoli durante il Viceregno austriaco (1707-1734) cit., pp. 21 e 70.

Documento 8Non datato [successivo al novembre1712] – Pietro Marchitelli - FrancescoFeo

Eccellentissimo signorePietro Marchitelli musico di violino del-la real cappella humilissimo schiavo divostra eccellenza espone come sono an-ni trent’otto in circa che si ritrova ser-vendo in detta cappella real e con ognipuntualità di primo violino, né mai hafatto mancanza alcuna, anzi gl’anteces-sori di vostra eminenza tutti hanno ha-vuto la mira augumentarli il suo soldosecondo le vacanze a segno che nell’en-trata che ferono li signori tedeschi in Na-poli il suddetto godeva di soldi docatidiece otto il mese e perché doppo si feceuna nuova pianta in detta cappella reale,al supplicante per sua disgratia furono

levati ducati sei il mese da detto suo sol-do per tanto ricorre alla benignità di vo-stra eminenza restando servita ordinareessendovi vacanza che di nuovo gli sia-no ritornati li docati sei con gli dodecisin come godeva prima, o pure nella pri-ma vacanza che succederà in detta cap-pella, oltre di giusto lo riceverà ut Deus.Eccellentissimo signoreFrancesco Feo supplicando espone a vo-stra eminenza, come per la morte di Giu-seppe Vignolo89 è rimasto vacante il po-sto d’organista della real cappella e do-vendosi l’istesso provedere in personadell’istessa professione sup.ca perciòvostra eminenza a volersi degnare di sor-rogare il supplicante in luogo del defon-to, concorrendo nell’istesso tutte quellequalità che si richiedono per tal posto.Che della gratia ut Deus

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