37
MAGAZINE n.153 / 17 03 APRILE 2017 Hisense, ecco la gamma TV 2017 per l’Europa AGCOM: addio alle bollette a 28 giorni Le telco reagiscono 04 Nasce Kena, il low cost di TIM. Prezzi buoni ma niente LTE 03 Preview Samsung Q TV: che qualità! Prestazioni notevoli ma il prezzo non scherza Si parla di un listino “base” di 2500 euro B&O, 92 anni di design e innovazione Viaggio al quartier generale di Bang & Olufsen Perfetta sintesi tra design, elettronica e lusso 37 Nilox DOC Skateboard Movimento giovane 33 Sony XE90, immagini al top anche in 49” 17 24 19 Unieuro costretta a fare lo sconto anche in borsa A forza di fare sconti, anche la collocazio- ne in borsa finisce a sconto. La nemesi che ha colpito Unieuro è il risultato del vicolo cieco nel quale si è infilato il settore del retail specializzato dell’hi-tech. Margini sottoterra e distruzione del valore sono all’ordine del giorno di un mercato oramai guidato solo dai volantini e dagli scontacci: condizioni che ovviamente non permettono investimenti sulla qualità della vendita, sulla presenza e la preparazione dei commessi, sull’ampiezza dell’offerta e sulle proposte di gamma media e alta. E così difficilmente si cresce e si costruisce un mercato sano. Verrebbe da chiedersi, quindi, chi può essere interessato a investire in un settore così devastato dai propri stessi protagonisti. La data fissata per la collocazione in borsa di Unieruro è domani 4 aprile. Malgrado l’Ipo sia stata congegnata da partner autorevoli come Mediobanca, Citigroup e Credit Suisse, la valutazione inziale dell’azienda di 260-330 milioni di euro si è rivelata decisamente avventata: il mercato degli investitori istituzionali per impegnarsi nell’investimento ha chiesto a Unieuro lo “sconto” (consuetudine a cui l’insegna evidentemente ha troppo abituato i propri interlocutori), rivedendo al ribasso il valore dell’azienda a 220 milioni, con le azioni che partiranno da un valore di 11 euro. E non basta: anche la quota che verrà collocata è stata ritoc- cata al ribasso: solo il 31,8% del capitale, contro le previsioni di arrivare quasi alla soglia del 50%. Numeri che hanno portato il solitamente compassato Sole 24 Ore a parlare esplicitamente di “mezzo flop”. Questa è la conclusione dei tentativi del fondo Rhone Capital di uscire dal capi- tale di Unieuro, di cui detiene il 75%: per diverso tempo si è parlato sul mercato di tentativi di vendita sempre sfumati. La via della borsa è sembrata, quindi, l’unica percorribile per un fondo che, strutturalmente, è in cerca di exit strate- gy a plusvalenza ed è meno interessata a un piano industriale pluriennale. La vicenda accade a valle di almeno un paio d’anni di grande aggressività com- merciale di Unieuro, culminata nelle più volte ripetute campagne “giù pesante”, week-end in cui tutti i prodotti del negozio venivano indiscriminatamente scontati del 22%, uno per l’altro. Un evidente nonsense commerciale che certamente ha fatto felice qualche cliente opportuni- sta, ma che non può aver premiato più di tanto le casse di Unieuro. E, soprattutto, non ha fatto del bene alla sua immagine: chi vende a sconto indiscriminato potrà anche attirare clienti, ma più difficilmen- te attrae investitori. La concorrenza, ovviamente, non è stata a guardare e il mercato ha sofferto portando a un impoverimento generalizzato dell’offerta. Fatto sta che il progetto di Unieuro di arrivare alla collocazione da numero uno del mercato è fallito e la collocazione è stata deludente. Una riflessione su questa gestione del mercato dovrebbe essere doverosa: ai retailer non chiediamo certo di straguadagnare alle spalle dei clienti; ma di guadagnare il giusto per allestire negozi migliori con commessi più prepa- rati (e magari anche gentili). Anche perché questa è l’unica via per salvare il negozio dall’aggressione di Amazon e compagni. Gianfranco Giardina Android O, scopriamo tutte le novità in arrivo Abbiamo provato la developer preview di Android, porta più autonomia, notifiche migliorate e audio in qualità hi-res 12 Con il Galaxy S8 Samsung reinventa lo smartphone Samsung stupisce tutti: l’S8 è un telefono innovativo nel design e nei contenuti tecnici Prezzi a partire da 829 euro. Tutti i dettagli 08 IN PROVA

MAGAZINE - DDay.it

Embed Size (px)

Citation preview

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

Hisense, ecco la gamma TV 2017 per l’Europa

AGCOM: addio alle bollette a 28 giorni Le telco reagiscono 04

Nasce Kena, il low cost di TIM. Prezzi buoni ma niente LTE 03

Preview Samsung Q TV: che qualità!Prestazioni notevoli ma il prezzo non scherza Si parla di un listino “base” di 2500 euro

B&O, 92 anni di design e innovazione Viaggio al quartier generale di Bang & Olufsen Perfetta sintesi tra design, elettronica e lusso

37

Nilox DOC Skateboard Movimento giovane

33

Sony XE90, immagini al top anche in 49”

17

24

19

Unieuro costretta a fare lo sconto anche in borsaA forza di fare sconti, anche la collocazio-ne in borsa finisce a sconto. La nemesi che ha colpito Unieuro è il risultato del vicolo cieco nel quale si è infilato il settore del retail specializzato dell’hi-tech. Margini sottoterra e distruzione del valore sono all’ordine del giorno di un mercato oramai guidato solo dai volantini e dagli scontacci: condizioni che ovviamente non permettono investimenti sulla qualità della vendita, sulla presenza e la preparazione dei commessi, sull’ampiezza dell’offerta e sulle proposte di gamma media e alta. E così difficilmente si cresce e si costruisce un mercato sano. Verrebbe da chiedersi, quindi, chi può essere interessato a investire in un settore così devastato dai propri stessi protagonisti.

La data fissata per la collocazione in borsa di Unieruro è domani 4 aprile. Malgrado l’Ipo sia stata congegnata da partner autorevoli come Mediobanca, Citigroup e Credit Suisse, la valutazione inziale dell’azienda di 260-330 milioni di euro si è rivelata decisamente avventata: il mercato degli investitori istituzionali per impegnarsi nell’investimento ha chiesto a Unieuro lo “sconto” (consuetudine a cui l’insegna evidentemente ha troppo abituato i propri interlocutori), rivedendo al ribasso il valore dell’azienda a 220 milioni, con le azioni che partiranno da un valore di 11 euro. E non basta: anche la quota che verrà collocata è stata ritoc-cata al ribasso: solo il 31,8% del capitale, contro le previsioni di arrivare quasi alla soglia del 50%. Numeri che hanno portato il solitamente compassato Sole 24 Ore a parlare esplicitamente di “mezzo flop”.

Questa è la conclusione dei tentativi del fondo Rhone Capital di uscire dal capi-tale di Unieuro, di cui detiene il 75%: per diverso tempo si è parlato sul mercato di tentativi di vendita sempre sfumati. La via della borsa è sembrata, quindi, l’unica percorribile per un fondo che, strutturalmente, è in cerca di exit strate-gy a plusvalenza ed è meno interessata a un piano industriale pluriennale.

La vicenda accade a valle di almeno un paio d’anni di grande aggressività com-merciale di Unieuro, culminata nelle più volte ripetute campagne “giù pesante”, week-end in cui tutti i prodotti del negozio venivano indiscriminatamente scontati del 22%, uno per l’altro. Un evidente nonsense commerciale che certamente ha fatto felice qualche cliente opportuni-sta, ma che non può aver premiato più di tanto le casse di Unieuro. E, soprattutto, non ha fatto del bene alla sua immagine: chi vende a sconto indiscriminato potrà anche attirare clienti, ma più difficilmen-te attrae investitori. La concorrenza, ovviamente, non è stata a guardare e il mercato ha sofferto portando a un impoverimento generalizzato dell’offerta. Fatto sta che il progetto di Unieuro di arrivare alla collocazione da numero uno del mercato è fallito e la collocazione è stata deludente. Una riflessione su questa gestione del mercato dovrebbe essere doverosa: ai retailer non chiediamo certo di straguadagnare alle spalle dei clienti; ma di guadagnare il giusto per allestire negozi migliori con commessi più prepa-rati (e magari anche gentili). Anche perché questa è l’unica via per salvare il negozio dall’aggressione di Amazon e compagni.

Gianfranco Giardina

Android O, scopriamo tutte le novità in arrivoAbbiamo provato la developer preview di Android, porta più autonomia, notifiche migliorate e audio in qualità hi-res12

Con il Galaxy S8 Samsung reinventa lo smartphoneSamsung stupisce tutti: l’S8 è un telefono innovativo nel design e nei contenuti tecnici Prezzi a partire da 829 euro. Tutti i dettagli08

IN PROVA

torna al sommario 2

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Emanuele VILLA

E nel Open Fiber sta diventando il

vero protagonista della banda ultra-

larga in Italia. Nonostante intenda

operare nel settore wholesale, senza

contatto diretto con i clienti finali, Open

Fiber è in procinto di realizzare opere

infrastrutturali capillari e profonde sfrut-

tando (ove possibile) i cavidotti e le infra-

strutture esistenti per una ovvia questio-

ne di contenimento dei costi.

L’azienda si è appena aggiudicata il pri-

mo bando Infratel per le zone bianche

(quelle a fallimento di mercato, dove gli

investitori privati non intendono investi-

re), sconfiggendo Telecom con un so-

noro 5-0 nelle relative zone di Lombar-

dia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana

Abruzzo e Molise, per un totale di 4,5 mi-

lioni di abitazioni. Ma occorre ricordare

che la stessa Open Fiber è anche attiva

nell’ambito del piano nazionale che mira

a portare la connettività in fibra a 1 Gbps

nella stragrande maggioranza delle città

italiane entro il 2022.

Ciò premesso, sono emersi nuovi det-

MERCATO Enel Open Fiber si è aggiudicata il bando Infratel per le zone a fallimento di mercato

Open Fiber, ecco il piano banda ultralargaLa società ha svelato come intende portare la banda ultralarga nelle case degli italiani

tagli sull’infrastruttura

che Open Fiber inten-

de usare per la propria

rete: come riportato

da Affari&Finanza, OF

permetterà l’accesso

alla banda ultralarga al

100% delle unità inte-

ressate, comprensive

di quelle considerate

“facoltative” dal bando (questo potrebbe

aver dato un grosso vantaggio a OF nei

confronti di Telecom). Tra queste ci sono

circa 300 mila utenze coperte con ponti

wireless, che si riferiscono alle unità im-

mobiliari più difficilmente raggiungibili

con l’infrastruttura in fibra: queste ver-

ranno raggiunte con linee Fixed Wire-

less Access su frequenze a 28 giga con

banda minima a 30 Mbit.

La struttura che Open Fiber porrà in

essere è sintetizzata nell’immagine più

in alto: 1 POP (point of presence) ogni

60.000 abitazioni, ovvero un punto di

diramazione da cui partiranno punti di

snodo primari (1 ogni mille case, PFP) e

secondari (PFS). Da questo partiranno

i PTE, cioè i punti di terminazione degli

edifici (nel caso di FTTH), oppure la con-

nettività wireless per le 300.000 utente

coperte senza cablaggio.

Notevoli i numeri del piano generale di

OF: parliamo di 20 milioni di case, 9,5

milioni delle quali sono nelle aree grigie

o nere di mercato (quelle a successo di

mercato), corrispondenti a 280 comuni,

4 milioni di chilometri di fibra e un inve-

stimento di 3,7 miliardi. A queste si ag-

giungono i 4,5 milioni di abitazioni del

primo bando Infratel (stravinto da OF) e

10 milioni per i prossimi bandi, per i quali

sono già state presentate le offerte.

di Emanuele VILLA

T IM,dopo aver perso il bando Infra-

tel per aggiudicarsi i finanziamenti

destinati al cablaggio in fibra delle

aree bianche, ha deciso di andare avan-

ti da sola. Sembra un paradosso, ma le

aree che vengono chiamate “a fallimen-

to di mercato” perché gli investimenti

fatti potrebbero non essere ripagati poi

dall’erogazione dei servizi diventano

terreno di scontro e di concorrenza.

Enel Open Fiber, che si è aggiudicata

la commessa pubblica, aveva previsto

la copertura di oltre 200 città entro il

2021 con almeno 15 città cablate entro

fine 2017 e inizio 2018, ma la mossa di

Telecom rischia di far saltare tutti i piani

mettendo fretta. Enel parte da zero in

molti casi, TIM parte già in posizione

di vantaggio e ha deciso di cercare un

MERCATO TIM cerca un partner per creare una società con cui portare la fibra nelle aree bianche

TIM vuole “fregare” Open Fiber e promette il 99% di copertura della popolazione nel 2019Copertura del 95% della popolazione con connessioni FTTC entro il primo semestre 2018 Il 99% della copertura verrebbe raggiunto nel corso del 2019 grazie a tecnologie wireless

partner privato per costituire una nuova

società dedicata proprio a connettere

queste zone a larga banda.

“La realizzazione di questa partnership

permetterà a TIM, tramite la nuova

società, di raggiungere i propri obiet-

tivi di copertura del Paese con Banda

Ultralarga con quasi 2 anni di anticipo

rispetto alla tempistica prevista dal

piano triennale. Grazie a questa acce-

lerazione nei Cluster C e D, l’obiettivo

di copertura del 95% della popolazione

italiana con connessioni UBB sarà già

raggiunto alla fine del primo semestre

del 2018 mentre nel 2019, termine del-

l’attuale piano, la copertura salirà al

99% anche con il contributo di tecno-

logie wireless.” si legge nella nota rila-

sciata alla stampa.

“Per realizzare questa infrastruttura

la nuova società utilizzerà le migliori

tecnologie disponibili sul mercato con

architetture FTTC fino a 300 megabit/s.

I comuni interessati dal progetto sono

oltre 6 mila e saranno collegate oltre 7

milioni di abitazioni. La società offrirà a

tutti gli operatori servizi di connessione

wholesale, garantendo parità di tratta-

mento.”

In poche parole Enel, dopo aver vinto il

bando, si potrebbe trovare un concor-

rente molto più avanti di lei con connes-

sioni che non saranno certo FTTH ma

che offriranno comunque una velocità

da sogno in posti dove ancora oggi si

viaggia a 1 Mbps se va bene. Se TIM

riesce a mantenere la promessa di una

copertura del 99% della popolazione

usando FTTC e tecnologie wireless

probabilmente molti non aspetteranno

neppure Open Fiber, che a questo pun-

to deve accelerare sui tempi.

Amazon Go Il supermercato senza casse non funzionaL’esperimento dell’innovativo negozio privo di casse e cassieri si è rivelato un flop Questa volta la colpa è della tecnologia L’apertura finale verrà rinviata di un bel po’ di Giulio MINOTTI

Lanciato con grande clamore lo scorso dicembre, Amazon Go era stato presentato come il supermer-cato del futuro. Un negozio senza casse, dove l’utente dopo essersi autenticato tramite l’app, entra, sceglie i prodotti ed esce, con la spesa addebitata direttamente sul suo account Amazon. Un negozio gestito da un complesso sistema di machine learning, intelligenza artificiale e computer vision ne-cessari per individuare i clienti e i prodotti acquistati. Il primo Ama-zon Go era stato inaugurato in via sperimentale a Seattle, uno store di 167 mq aperto solo ai dipendenti dell’azienda. Test purtroppo fallito, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. La versione beta del sistema ha, infatti, riscontrato problemi nella gestione di più di 20 utenti nel supermercato, insieme alla difficoltà di tracciare i prodot-ti, in particolare quando vengono spostati dalla loro posizione spe-cifica sullo scaffale. Il sistema fun-ziona solo quando ci sono poche persone o quando i loro movimen-ti sono lenti. Amazon al momento non ha commentato la notizia, con il lancio ufficiale che dovrà essere sicuramente rimandato visti i gravi problemi tecnici riscontrati. I piani iniziali prevedevano di aprirlo al pubblico nei primi mesi del 2017, con una diffusione globale nel giro di qualche anno.

torna al sommario 3

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

B en 120 milioni di euro investiti negli

ultimi tre anni e 200 milioni pronti

per investimenti nel prossimo trien-

nio: EOLO, il provider paladino del fixed

wireless, si prepara a fare il grande salto

verso il 5G con un progetto ambizioso e

interessante: portare banda larga nelle

zone “impossibili” utilizzando tecnologie

wireless all’avanguardia come l’imminen-

te 5G. “Il 5G è una grande opportunità,

– commenta Luca Spada, CEO di EOLO

– per coglierla occorre favorirne tutte le

declinazioni: quello fisso può portare la

banda ultra-larga nelle zone più difficili

del nostro Paese”

MERCATO Eolo conferma il suo impegno per offrire connettività wireless veloce nei posti più remoti

EOLO lancia la sfida alla fibra con il wirelessCon la nuova rete fixed wireless offrirà 100 Mbps in download anche dove la fibra non arriva

EOLO ha recentemente acquisito dal

MISE, spendendo 10 milioni di euro, i di-

ritti d’uso per 224MHz di spettro radio a

28GHz su scala nazionale e l’inizio della

sperimentazione e la posa degli apparati

inizierà a breve. L’obiettivo è semplice:

erogare servizi entro la seconda metà

del 2017 di connettività con una velocità

pari a 100Mbps in download e 50Mbps in

upload, il tutto con tecnologie 5G ready.

“Da anni EOLO ha messo in campo

importanti investimenti di ricerca e svi-

luppo per migliorare la rete verso il 5G

puntando su velocità di banda, efficienza

spettrale e bassa latenza. – commenta

Spada - Si tratta di un passo fondamen-

tale per rendere il nostro

Paese davvero competiti-

vo in Europa, dove siamo

al 25° posto in quanto a

sviluppo dell’economia e

della società digitale, e nel

mondo. EOLO, mettendo a

disposizione rete e com-

petenze, è pronta a gioca-

re un ruolo da protagoni-

sta per rendere il cambiamento possibile

anche nelle aree più periferiche d’Italia”.

Un inizio, con un occhio a quello che il 5G

permetterà di fare in termini di velocità

e distribuzione del segnale: è un errore

considerare il 5G solo una tecnologia

per dispositivi mobili, perché anche sul

fisso può rilanciare l’economia del paese.

Basta pensare ad esempio ai 6.950 co-

muni che con estremo ritardo hanno visto

arrivare la banda larga: rappresentano il

37% della popolazione, che senza una

adeguata connessione per le piccole e

medie imprese non possono contribuire

allo sviluppo per il Paese.

“Per agevolare anche lo sviluppo del 5G

fisso (il Fixed Wireless Access) – prose-

gue Luca Spada –, occorrono ulteriori

frequenze specificatamente dedicate

e modelli di assegnazione ad hoc. In

quest’ottica, la sperimentazione avviata

recentemente dal MISE sulle frequenze

3.6-3.8 MHz dovrebbe coinvolgere anche

l’FWA, soprattutto nelle aree extra-urba-

ne e rurali, da sempre i territori dove gli

operatori wireless fissi hanno investito”.

di Roberto PEZZALI

K ena ha fretta: l’operatore telefo-

nico di TIM nato per aggredire la

fascia bassa di mercato in previsio-

ne dello sbarco, entro l’anno, della fran-

cese Free, è già attivo e operativo. Gli

utenti interessati possono sottoscrivere

una delle offerte disponibile, a partire da

quella destinata a chi non ha bisogno di

internet e che prevede a 3.99 euro (in

promozione, altrimenti 8,99) ogni 30

giorni 1000 minuti di chiamate e nessun

costo di attivazione. Una scelta, quel-

la dei 30 giorni di tariffazione, che va

controtendenza rispetto ai 28 giorni / 4

settimane che ormai stanno diventando

la normalità tra gli operatori. All’offerta

voce base di può poi abbinare il pac-

chetto da 1000 SMS a 2.99 euro o 1 GB

di Internet a 3,99 euro. La connettività

sarà 3G: TIM ha scelto di usare la rete

LTE per le offerte di alto profilo “stroz-

zando” la banda a chi scegli il prodotto

MERCATO Kena, il low cost di TIM, anticipa i tempi: è già possibile sottoscrivere l’offerta

Nasce Kena, prezzi competitivi ma niente LTESi parte da 3.99 euro, ma per i dati si paga qualcosa in più. Niente offerte LTE: tutto 3G

low cost, una scelta co-

munque comprensibile.

Chi invece vuole avere

qualche GB di dati per

la navigazione può atti-

vare Kena Internet: co-

sta 3.99 euro (al posto

di 6.99 euro) e offre 4

GB di dati 3G a fronte

di 9 euro di costo di

attivazione: anche a

questa offerta possono essere abbina-

ti i 100 SMS a 2.99 euro al mese e 100

minuti di chiamata a 2.99 euro. C’è pure

una offerta completa, Kena Digital, che

a 9.99 euro (12.99 il prezzo piano) ogni

30 giorni garantisce 6 GB, 100 minuti e

600 SMS.

I prezzi non sono affatto male, ma va

considerato che chi sfora le soglie dovrà

pagare la tariffa prevista dal piano base

di 0,50 euro ogni 50 MB, 0,35 euro al

minuto e 0,25 euro per SMS.

Kena non permette di fare SIM solo

SMS: 2.99 euro al mese per 1000 SMS

sull’offerta base poteva essere una solu-

zione interessante per servizi come anti-

furti e tracker GPS che necessitano solo

di messaggistica. Si tratta ovviamente

di una offerta di partenza che verrà mo-

dulata nel tempo e arricchita con nuove

offerte, probabilmente puntando anche

al ribasso. Kena ha già attivato 8 punti

vendita nelle principali città e per l’atti-

vazione è previsto anche supporto chat

e un servizio clienti che risponde all’181:

la SIM arriverà a casa.

Rivoluzione 3 Addio alle soglie settimanali e roaming gratis su TIM e WindTre elimina le soglie settimanali: le opzioni si rinnoveranno ogni 28 giorni. In più il roaming su rete TIM e Wind sarà gratuito di Gaetano MERO

Tre elimina le soglie settimanali: dal 1 maggio tutte le offerte non si rinnoveranno più ogni 7 giorni ma ogni 28 giorni. Minuti, SMS e Giga non saranno più vincolati ad una scadenza settimanale, ma potran-no essere utilizzati liberamente all’interno delle quattro settimane. Gli eventuali costi extra saranno addebitati al termine del consumo totale di minuti, messaggi e giga-byte previsti dall’opzione. Tre speci-fica che fanno eccezione le opzioni con soglie giornaliere; in questo caso, la fruizione resta invariata mentre il canone sarà addebitato ogni 28 giorni. Al superamento dei minuti e degli SMS verrà applicata una tariffa extrasoglia (29 centesimi al minuto senza scatto alla risposta per le chiamate, 29 centesimi per gli SMS, 20 centesimi ogni 20 MB). Altra novità sarà la riattivazione immediata dell’offerta dopo la so-spensione per credito insufficiente non appena effettuta la ricarica. A seguito della fusione con Wind arri-va anche una modifica sul roaming: dai primi giorni di maggio infatti si potranno utilizzare i giga in roaming nazionale sotto rete TIM senza costi aggiuntivi e il traffico incluso dall’opzione attiva sulla propria li-nea potrà essere usato anche sotto rete Wind. I clienti riceveranno una comunicazione tramite SMS con un preavviso di almeno 30 giorni. In alcuni casi Tre addebiterà 2,99 euro in più oltre al costo dell’opzio-ne ogni 28 giorni, ma non è ancora chiaro quali offerte subiranno l’au-mento. Entro il 30 aprile 2017 è pos-sibile recedere dall’opzione senza costi aggiuntivi accedendo al link https://areaclienti3.tre.it.

torna al sommario 4

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Emanuele VILLA

R eplicando uno schema ormai dif-

fuso nel mondo mobile, le telco

hanno recentemente esteso la fat-

turazione a 28 giorni anche ai piani e alle

tariffe domestiche. Vale a dire che oggi

il prezzo comunicato dagli operatori per

gli abbonamenti a Internet (e voce) di

casa non si riferisce più a un mese ma

precisamente a 4 settimane, col risultato

che in un anno paghiamo 13 “mensilità”

anzichè 12 con un incremento dell’8% ri-

spetto al passato. Ormai ci sono dentro

un po’ tutti: ha iniziato Wind-Infostrada,

poi Vodafone, recentemente TIM e dal

1 maggio tocca a Fastweb, cosa che di

fatto lascia Tiscali da sola nel mondo

(ormai arido) delle tariffe mensili.Questa

situazione potrebbe subire una battuta

d’arresto a seguito della delibera del-

l’AGCOM che di fatto impone il ritorno alla

cadenza mensile per i servizi di telefonia

fissa, voce e Internet. L’authority è giunta

a questa conclusione avendo ravvisato

problemi di trasparenza: l’assenza di un

parametro temporale certo che consen-

ta una facile comparazione tre le offerte

MERCATO AGCOM boccia le bollette basate sulla tariffazione a quattro settimane anziché un mese

AGCOM dice addio alle bollette a 28 giorni90 giorni di tempo per tornare alla tariffazione mensile, ma le telco non ci stanno e reagiscono

e il controllo dei consumi

può disorientare l’utente,

specie in mondo come

quello della connettività

domestica ancora ba-

sato su abbonamenti a

lungo termine. L’universo

degli smartphone e del-

le tariffe mobile non è

coinvolto, fermo restan-

do che il rinnovo minimo

deve essere di 28 giorni: in questo modo

AGCOM mantiene inalterata la situazio-

ne vigente ma preclude agli operatori la

possibilità di limitare ulteriormente in fu-

turo il periodo minimo per il rinnovo degli

opzioni in abbonamento e ricaricabili.

A seguito della delibera, AGCOM ha

deciso che il mese è l’unità di misura

corretta per garantire agli utenti dome-

stici un’informazione trasparente, tenuto

anche conto che il mercato dei servizi al-

l’ingrosso è basato sulla medesima unità

di tempo. Le telco hanno ora 90 giorni

per adeguarsi alle nuove regole, ma nel-

la serata di ieri Asstel, associazione delle

telco in seno a Confindustria, ha già con-

testato la delibera sostenendo che non

sia compito nè prerogativa di AGCOM

entrare nel merito dei rapporti tra le tel-

co e gli utenti: “AGCOM non ha il potere

di disciplinare il contenuto dei rapporti

contrattuali fra operatori telefonici e

clienti”, si legge nella nota, “quale ad

esempio la durata di rinnovo e dei cicli

di fatturazione, ma può soltanto interve-

nire a tutela della clientela in materia di

trasparenza informativa”. L’associazione

promette di difendere a spada tratta gli

interessi dei propri associati: “Tutelere-

mo i diritti dei nostri associati nelle sedi

più opportune”, aggiunge il presidente

di Asstel Dina Ravera “con l’obiettivo di

ripristinare il diritto degli operatori al li-

bero esercizio dell’attività di impresa”.

di Gaetano MERO

I l Parlamento Europeo ha appena

approvato una nuova tipologia di

etichetta per indicare le classi di

consumo energetico degli elettrodo-

mestici, un metodo più rigido e chiaro

di quello attuale, privo di sottocategorie

che possono disorientare gli acquirenti.

La classificazione definita 2.0 prevede

una scala che va dalla lettera A alla G,

MERCATO L’UE ha approvato il sistema 2.0 per la classe di consumo energetico degli apparecchi

Nuova etichetta energetica, appuntamento al 2019Etichetta più chiara grazie al QR Code e caratteristiche dei prodotti su un database online

eliminando dunque i +, le lettere doppie

o ulteriori simboli. Secondo quanto di-

chiarato da Dario Tamburrano, membro

dell’Europe of Freedom and Direct De-

mocracy Group, il sistema potrà include-

re un codice QR o un link che consenta

ai cittadini di accedere ad un database

online in cui sono contenute ulteriori

informazioni sul prodotto, impossibili

da riportare per intero sull’etichetta. La

creazione di una banca dati dettagliata

associata a strumen-

ti digitali, quali app

per smartphone,

permetterà ai con-

sumatori di fare dei

confronti immediati

tra i prodotti presenti

sul mercato.

Al fine di tenere il

passo con il progres-

so del settore, le

classi di consumo saranno aggiornate

nel momento in cui almeno il 30% dei

prodotti venduti all’interno del mercato

UE superano in termini di prestazioni la

categoria A. Nel caso di aggiornamen-

ti che possono influenzare l’efficienza

energetica di un prodotto già in com-

mercio il produttore è tenuto ad infor-

mare i clienti, la Commissione Europea

valuterà la possibilità che in presenza

di indicazioni inesatte sull’etichetta i

consumatori possano ottenere un ade-

guato risarcimento. Il nuovo sistema

di classificazione comparirà sugli elet-

trodomestici entro il 2019, nel frattem-

po la CE elaborerà le linee guida per

l’applicazione del nuovo regolamento,

fornendo indicazioni specifiche ai pro-

duttori relative ai test da effettuare sui

prodotti, e procederà con la creazione

di un portale di riferimento online per

favorire trasparenza e conformità.

Dyson a gonfie vele grazie all’aspirapolvere hi-tech. E pensa all’automotiveOttimo stato di salute per Dyson, con vendite complessive salite a 3 miliardi di dollari Investimenti nella ricerca e si pensa all’ automotive di Matteo SERVADIO

Dyson continua a guardare al futu-ro, anche oltre il settore degli elet-trodomestici. Non a caso la società ha previsto una spesa pari a 2.5 miliardi di sterline per studiare tec-nologie che vanno dall’intelligenza artificiale alla robotica, passando per soluzioni innovative nel campo delle batterie - forse l’obiettivo prin-cipale di Dyson che lo scorso anno ha dichiarato di voler investire 1 mi-liardo di sterline in cinque anni per vincere questa scommessa. Tale mossa, preceduta nel 2015 dall’ac-quisizione del produttore di batterie a stato solido Sakti3, ha incremen-tato le indiscrezioni secondo le quali l’azienda inglese sia interessa-ta ad entrare nel settore automotive e in particolare delle auto elettriche. Dyson non ha confermato, ma am-mette che ci saranno molti nuovi player nel mercato automotive nel prossimo futuro. Per quanto riguar-da il presente, le vendite totali del-l’azienda si sono impennate fino a 2.5 miliardi di sterline (3.12 miliardi di dollari), soprattutto grazie alla nuova linea di aspirapolveri senza fili di fascia alta. Dyson infatti si ap-presta ad aprire ben 25 nuovi store nel mondo, tra San Francisco, New York e la Cina. Se l’azienda doves-se davvero entrare interamente o parzialmente nel settore Automo-tive offrirebbe un ulteriore segnale di forza, supportato dalla volontà di studiare soluzioni innovative.

torna al sommario 5

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Dario RONZONI

U na sentenza sullo streaminng

online ha tenuto banco nei gior-

ni scorsi: nel mese di febbraio il

Tribunale di Frosinone ha annullato una

sanzione da 600.000 euro nei confronti

di un gestore di siti che pubblicava link a

streaming di film. La notizia è stata resa

nota dall’avvocato difensore Fulvio Sar-

zana, che ha sottolineato quella che era,

secondo lui, la portata storica della deci-

sione: non è più illegale mettere a dispo-

sizione link a film in streaming, purché si

possa dimostrare la totale assenza di fini

di lucro da parte del fornitore del servizio.

Anche in presenza di banner pubblicitari,

lo streaming può tutt’al più essere consi-

derato un risparmio di spesa, e come tale

non soggetto alle normative sul copyri-

ght. “Non basta infatti che il sito produ-

ca reddito, ma occorre dimostrare che

l’attività di lucro sia collegata alla singola

opera e che ne sia il corrispettivo, per-

ché altrimenti siamo in presenza di un

risparmio di spesa e non di una attività

ENTERTAINMENT Annullata la sanzione a un gestore di un sito che pubblicava link ai film

Streaming legale? Un vizio procedurale alla base della sentenza che fa discutereIl Tribunale di Frosinone ha annullato la sanzione da 600.000 euro già comminata Ma le motivazioni dell’annullamento sono in realtà da ricercare in un vizio procedurale

di messa a disposi-

zione per finalità di

lucro”, ha dichiarato

Sarzana in un’intervi-

sta a Repubblica. In

realtà, approfondendo l’argomento, la

sentenza del tribunale di Frosinone (di

cui riportiamo uno stralcio qui sopra non

cita espressamente quanto affermato da

Sarzana, ma si limita a sottolineare una

lacuna, vizio procedurale o altro, da parte

della Guardia di Finanza che, pare, non

avrebbe allegato prove concrete in rela-

di Roberto PEZZALI

Secondo GFK quest’anno si vende-

ranno in Europa 3.1 milioni di TV

curvi e 0,45 milioni di TV OLED.

In pratica per ogni TV OLED venduto

si venderanno 6 TV curvi: un dominio

globale di Samsung. Una situazione ad-

dirittura peggiore se si guarda al mondo

intero: a fronte di 12.3 milioni di TV curvi

si venderanno solo 1 milione di TV OLED.

Se si considera che a supportare il TV

curvo è rimasto ormai solo Samsung e

che gli OLED invece iniziano a comparire

nei listini di tutti i produttori, anche se LG

resta e resterà il principale sponsor. Una

previsione decisamente strana, che sto-

na anche con le scelte dei produttori

di abbandonare un form factor che di

certo non ha avuto il successo sperato:

MERCATO GFK mostra le sue previsioni di vendita dei TV per il 2017 in Europa e nel mondo

GFK: 6 TV curvi per ogni TV OLED venduto in Europa Il TV curvo, appoggiato solo da Samsung, dovrebbe stracciare i TV OLED. Sarà davvero così?

Samsung continuerà a fare

TV curvi, ma è anche l’azien-

da che li ha creati e che spin-

ge per questa esperienza di

visione che comunque molti

apprezzano.

Secondo la società di analisi,

inoltre, nei trend l’OLED è già

stato sorpassato dal “curvo”,

un dato che non riflette affat-

to la situazione reale. GFK

prevede anche l’aumento

delle dimensioni degli schermi, con il

5% di TV oltre i 60” entro il 2018 e la

consacrazione di 4K e Smart TV: il 40%

dei TV sarà 4K alla fine del prossimo

anno e il 60% sarà “smart”. Previsione

questa decisamente facile: ormai 4K e

smart TV sono tecnologie di massa.

zione alla natura dei banner pubblicitari

e alla loro effettiva capacità di produrre

reddito. Detto in parole povere, il pro-

blema sarebbe la mancanza di prove di

un effettivo guadagno, che la Guardia di

Finanza non avrebbe dimostrato, e non

l’impossibilità di legare un banner pubbli-

citario al singolo file condiviso.

Troppe persone scaricano e guardano contenuti pirata I big di cinema e musica chiedono aiuto al G7Una lettera firmata dai principali player nel mondo della musica e del cinema è stata consegnata ai Ministri della Cultura del G7 riuniti a Firenze: serve un fronte comune contro la pirateria Il 30% delle persone fruisce di contenuti in modo illegale di Roberto Pezzali

Presidenti e amministratori dele-gati delle più importanti aziende del mondo dei media e dell’intrat-tenimento hanno inviato ai Ministri della Cultura del G7 una lettera per sollevare l’attenzione su un tema che da troppo tempo viene trascu-rato e combattuto solo localmente, ovvero la pirateria. Vivendi, Sky Group, Sky Italia, Sky Deutschland, BBC Worldwide, Canal+, Media-set, Fox, Disney, NBCU, Sony Pic-tures, Constantin Film, European Producers’ Club, Anica, Warner Music, Universal Music, Premier League, Bundesliga, Lega Serie A e la UEFA ogni anno contribui-scono con 2250 miliardi di dollari all’economia globale, garantiscono decine di milioni di posti di lavoro e investono in arte, cultura e sport, eppure l’intero sistema è a rischio a causa della sempre più diffusa pirateria. Un fenomeno che esiste da sempre, fin dai tempi della co-pia delle audio cassette, ma che con l’arrivo di larga banda e nuove tecnologie diventa sempre più dif-ficile da arginare. Secondo gli studi il 30% degli utenti in tutto il mondo scarica o vede contenuti in strea-ming illegalmente, anche quando ormai le offerte legali ci sono e sono pure competitive.

torna al sommario 6

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto FAGGIANO

P er lanciarsi in un mercato dove già

si trovano concorrenti del calibro di

Spotify, Apple Music e Google Play

Musica ci vuole molto coraggio e una

formula diversa da tutte le altre. Caratte-

ristiche che si possono trovare nel nuovo

Voltra, società di streaming fondata da

Paolo Fragomeni, statunitense di chiari

origini italiane, che ha già realizzato una

versione beta per desktop del servizio.

Le caratteristiche di Voltra sono molto

originali, non solo per gli ascoltatori ma

anche per gli artisti. Il servizio prevede un

ascolto gratuito in anteprima di un’intera

canzone e non di soli 30 secondi come

avviene di solito, invece si pagherà un

piccolo contributo - non ancora precisa-

to - per i successivi dieci ascolti, dopo i

quali però la canzone diventerà di pro-

ENTERTAINMENT Lanciata la versione beta di un nuovo servizio di streaming molto particolare

Voltra, lo streaming musicale con download e FlacSi può ascoltare un brano completo in anteprima gratuita, si possono scaricare i brani e ci sono anche i Flac. L’abbonamento Premium prevede uno spazio personale sul cloud

prietà e potrà essere scaricata

e ascoltata liberamente. Non ci

saranno nemmeno interruzioni

pubblicitarie.

Per chi invece sceglierà un

abbonamento Premium (10 $

al mese) disporrà di un proprio

spazio personale in un archivio

sul cloud, liberamente acces-

sibile quando si desidera; si

dovrà comunque pagare il piccolo con-

tributo come sopra prima di disporne

liberamente. Altra caratteristica molto

interessante è che Voltra non usa sola-

mente i soliti MP3 ma è già pronto per al-

tri formati come AAC, Flac, OGG, ALAC,

WAV, AAC e MP4; su questo punto però

le informazioni sono minime e non ci

sono altri dettagli sulle concrete modali-

tà di fruizione dei file ad alta risoluzione.

Buone notizie anche per i musicisti, per-

chè Voltra pagherà loro 99 cent di dolla-

ro ogni 10 streaming delle loro canzoni,

una bella cifra se paragonata a quanto

pagano Spotify, Apple Music e Google

Play: rispettivamente un pagamento

di poco superiore ogni 226, 134 e 146

streaming, Al momento la versione beta

di Voltra ospita circa 3 milioni di brani e

oltre 5.000 iscritti, per la versione defini-

tiva e la app per smartphone e streaming

bisognerà aspettare il mese di maggio.

Con VUDU i film in DVD e Blu-Ray vanno sul cloud Si parte da 2 dollariVUDU ha lanciato in America la funzione Disc-to-digital per trasformare i propri film in DVD e Blu-Ray in copie digitali da archiviare sul cloud di Gaetano MERO

VUDU, parte del gruppo Walmart, ha lanciato la funzionalità Disc-to-Digital che permette agli abbonati di trasferire la propria collezione di DVD nella libreria digitale della piattaforma. Si tratta in realtà della possibilità di ottenere una copia in versione liquida dei propri titoli a patto che rientrino tra gli 8.000 at-tualmente disponibili. All’iniziativa hanno finora aderito Lionsgate, Pa-ramount, Sony Pictures, Twentieth Century Fox, Universal e Warner Bros. L’operazione da compiere è semplice: scaricando l’applicazio-ne per smartphone, compatibile con iOS e Android, basterà esegui-re la scansione del codice a barre riportato sulla custodia del DVD o Blu-Ray per verificare la presenza del film ed inserirlo nell’archivio personale sul cloud. Il costo è di 2 dollari per ottenere la versione ad alta definizione di un Blu-Ray o la versione in qualità SD di un DVD classico, se si vuole invece tramuta-re un film in Full HD partendo da un DVD si dovranno sborsare 5 dollari. A questo va aggiunto il costo di Ul-traViolet, un servizio di archiviazio-ne basato su cloud, complementa-re a VUDU. I film potranno essere consultati e guardati sui dispositivi abilitati utilizzando VUDU, Flixster e Verizon FiOS. Coloro che acquista-no un film su supporto fisico presso la catena Walmart possono ottene-re in automatico una copia digitale gratuita del titolo tra i 3.000 attual-mente disponibili. Si attendono ora le mosse di altri competitor, tra cui Amazon e iTunes, e che il servizio possa essere esteso anche ad utenti al di fuori degli USA.

di Roberto PEZZALI

I tre mesi di “finestra” cinematografi-

ca a tutela degli esercenti sono un

retaggio del passato che i nuovi mo-

delli di business digitale non possono

più sostenere. Con questa tesi, già av-

valorata dall’incredibile lavoro fatto da

Netflix (cinema e streaming insieme), sei

delle sette principali major di Hollywood

stanno negoziando con il loro partner la

possibilità di offrire i film sul canale home

video, quindi nelle case, solo pochi gior-

ni dopo Attualmente si deve aspettare

da 70 a 90 giorni, la nuova proposta

degli studios, secondo il settimanale Variety, sarebbe di portare la window a

soli 17 giorni, quindi tre weekend piena-

mente sfruttabili.

L’unica contraria sarebbe Disney, mentre

Warner avrebbe avanzato l’ipotesi più

coraggiosa, ovvero 17 giorni di window

e 50$ a noleggio per ogni film con parte

del ricavato da usare come indennizzo

per il canale cinematografico, che ver-

ENTERTAINMENT Una proposta shock di Warner vuole rivitalizzare il segmento home video

Hollywood prepara lo sgambetto ai cinema Film in home video dopo solo due settimaneSi cerca di ridurre la finestra temporale: 3 mesi per vedere un film in home video sono troppi

rebbe comunque penalizzato da questa

scelta. Gli altri stanno pensando a vie di

mezzo: prezzi più bassi per il contenuti

e finestra che va dai 25 giorni al mese

e mezzo, una soluzione più ragionevole.

Oggi un film non sta al cinema per più

di un mese e non ha senso perdere altri

due mesi prima di poterlo rivedere in TV.

La scelta permetterebbe anche la crea-

zione di campagne marketing uniche: se

un film esce in home video pochi giorni

dopo l’uscita al cinema il suo ricordo è

ancora fresco, e non si deve investire

nuovamente in una grande e dispendio-

sa campagna per la promozione di even-

tuali DVD o blu-ray.

La speranza è anche quella di riuscire

a rivitalizzare il mercato dei DVD e dei

Blu-ray, che sta soffrendo lo streaming:

un film appena uscito al cinema potreb-

be riportare il prezzo del Blu-ray ad una

soglia di guadagno accettabile per tutti.

L’accordo, in ogni caso, è ben lontano

dall’essere trovato.

Con Qumi Q3 Plus puoi visualizzare qualsiasi contenuto del telefonino, del tablet o della consol su uno schermo di grandi dimensioni. Questo proietto-re ultra compatto è un'estensione na-turale del tablet o del tuo smartphone.

Il WiFi integrato consente di collegare e di proiettare con facilità senza l’uso di fastidiosi cavi di collegamento.

Inoltre, grazie alla batteria integrata, per proiettare non dovrai dipendere da alcuna sorgente di energia. Se ti trovia una festa in giardino, se hai organizza-to un fine settimana in giro con lo zainoin spalla o semplicemente se ti trovi lon-tano da una presa della corrente, Qumi Q3 Plus sarà pronto all'uso, ti basterà ac-cenderlo e potrai goderti lo spettacolo!

Accendilo, duplica lo schermo del telefono e goditi i video o le immagini che desideri condividere con gli amici o i famigliari!

2h

Per una migliore qualità acustica puoi collegare attraverso il Bluetooth il pro-iettore Qumi ad una cassa amplificata oppure con un mouse, per facilitare la navigazione con dispositivi Android.

DIVERTIMENTO SUPERDIMENSIONATO E VIDEOGIOCHI SENZA LIMITI!

www.vivitek.eu

720p | 500 lumen | batteria integrata | 460 grammi

VIDEOGIOCHIDIVERTIMENTO WI-FIBLUETOOTH

Q3 PLUS

Qumi Q3 Plus è un proiettore tascabile a batterie estremamente luminoso con funzionalità WiFi e Bluetooth. Ti basterà accenderlo e potrai usufruire subitodi uno schermo con una diagonale fino a 2,6 m/100 pollici, ovunque tu sia!

torna al sommario 8

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

N el mondo degli smartphone non c’è più nulla da

inventare, ormai sono tutti uguali. Falso, almeno

se guardiamo al nuovo Galaxy S8 che Samsung

ha svelato con un global launch da New York. Tutto

quello che si è visto nelle ultime settimane era vero,

le foto, i video, le specifiche, ma è solo tenendo tra

le mani l’ultimo sforzo dell’azienda coreana che ci si

rende conto di quanto Samsung sia ormai in grado di

innovare e plasmare nel mondo della telefonia. Uno

smartphone che ha richiesto uno sforzo tecnologico

e di tempo notevole per lo sviluppo, ma il risultato

ripaga tutto: i primi esemplari sono stati mostrati a

pochi dipendenti a settembre, e a fine febbraio l’S8

era già pronto al lancio. “Il progetto Dream, perché

questo è il codice usato per lo sviluppo di S8, nasce

a inizio dello scorso anno: ci siamo detti che dove-

vamo in qualche modo reinventare lo smartphone

perché nessuno avrebbe più speso tanto per un top

di gamma se non fosse stato davvero innovativo” ci

racconta Riccardo De Franchis, direttore marketing

della divisione mobile di Samsung Italia. Nonostante

l’S8 fosse pronto, Samsung ha lasciato che sia LG che

Huawei giocassero le loro carte prima di calare l’asso

di briscola: due modelli, da 5.8” e 6.2”, belli fuori e

belli dentro, con uno schermo da primo della classe

e tante piccole soluzioni che lo rendono un prodotto

quasi perfetto. Quasi per il prezzo, 829 euro la ver-

sione da 5.8” e 929 euro quella da 6.2”, un premium

price per due smartphone che non avranno varianti

di alcun tipo, con la dotazione di 4 GB di RAM e 64

GB di memoria (espandibile) per tutti i modelli. Tre

le finiture disponibili per tutti, Midnight Black, Orchid

Gray e Arctic Silver, mentre una quarta finitura, blu,

dovrebbe essere esclusiva di Vodafone per i primi tre

mesi di lancio.

Colpisce la cura costruttiva E non è affatto grandeColpiscono a prima vista ergonomia e costruzione:

Samsung lo chiama seamless design, una perfetta fu-

sione di vetro e alluminio che sembrano costituire un

MOBILE Samsung con l’S8 dimostra che è possibile ridisegnare lo smartphone conservando ciò che di buono è stato fatto negli anni

Galaxy S8, Samsung reinventa lo smartphone Il nuovo Galaxy S8 è completamente rivisto nel design e pieno di soluzioni innovative per la sicurezza e l’interazione

materiale unico che danza attorno alle sinuose curve

dello schermo. Da riparare probabilmente è un incu-

bo, ma questo è un problema del centro di assistenza.

I bordi arrotondati e lo schermo che tocca ii lati come

l’S7 Edge sono valorizzati al massimo dagli angoli

stessi del pannello OLED smussato ai bordi che ac-

compagna la sagoma del telefono stesso. La curvatu-

ra è in ogni caso diversa da quella di un S7 Edge: se

sul modello precedente lo schermo si avvolgeva sulla

piega creando qualche problema con qualche app e

qualche controllo che finivano sul bordo, con il nuovo

S8 la curva dello schermo è prettamente estetica, e il

feeling è simile nell’uso a quello di uno smartphone

con schermo piatto.

“Lo scorso anno il 30% degli utenti ha scelto l’S7 piat-

to: crediamo che S8 venga incontro anche a loro, no-

nostante lo schermo appaia curvo ai lati se lo si usa

la sensazione è ben diversa da quella dell’S7 Edge.

Abbiamo trovato una via di mezzo bilanciata” ci dice

De Franchis confermando le nostre impressioni.

Samsung ha costruito l’intero S8 (e anche l’S8+) attor-

no al nuovissimo schermo Quad HD+ Super Amoled:

ha un formato addirittura più spinto del 18:9, un 18.5:9

che grazie all’assenza di cornici laterali e all’ingombro

minimo superiore e inferiore riesce nel modello più

grande ad essere più piccolo di un iPhone 7 Plus nella

versione da 6.2”. Li abbiamo ovviamente confrontati

e, con soli 5.5” di schermo l’iPhone è più grande di

entrambi.

Lo schermo stretto ovviamente inganna, però biso-

gna ammettere che Samsung è riuscito a sfruttarlo

alla grande intervenendo sul software: oltre ad una

serie di modalità per l’utilizzo ad una mano l’ampia

superficie verticale può essere sfruttata posizionando

un elemento fisso nella parte superiore insieme ad

una seconda applicazione posizionata sotto. Si può

scrivere e chattare mentre si guarda un film, si può te-

nere aperta la calcolatrice mentre si lavora ad un do-

cumento finanziario e si può addirittura ritagliare una

porzione di app a piacere da tenere in primo piano.

Lo schermo ha anche altre due particolarità: con una

risoluzione di 2960 x 1440 ( 570 ppi) è composto pra-

ticamente da due quadrati affiancati che con il nuovo

visore VR vanno a nozze: immagine più definita, meno

motion blur e un miglior sfruttamento della superficie

dello schermo con le due lenti.

Samsung ha ricevuto anche la certificazione Mobi-

le HDR Premium: la riteniamo una etichetta di puro

Samsung Galaxy S8La nostra video anteprima

lab

video

segue a pagina 09

S8, S8 e Plus e iPhone 7 Plus: il prodotto Apple è in assoluto il più grande.

torna al sommario 9

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

marketing, ma in ogni caso il pannello AMOLED sem-

bra avere la luminosità giusta e il nero giusto per

gestire una buona dinamica anche su una diagonale

così piccola. La certificazione ci dice comunque che

il pannello dev’essere a 10 bit, che deve coprire il

90% dello spazio colore P3 e che la luminosità mas-

sima deve toccare i 540 nits con un livello del nero

di 0.0005 nits. Nel pannello di configurazione, oltre

alle classiche modalità di gestione dei profili colore,

si può anche intervenire sul bilanciamento del bianco

e andare a ottimizzare la resa sui video con un filtro

di enhancing.

Per la prima volta sparisce il logo Samsung dal frontaleIl frontale è pulitissimo: l’S8 è forse il primo smartphone

Samsung privo di logo aziendale sul frontale, e manca

pure il tasto fisico. In realtà un tasto c’è, ed è invisibile:

un rilevatore di pressione è stato infatti inserito nella

parte bassa dello schermo e funziona con il telefono

in standby. L’assenza di un tasto vero è un vero taglio

con il passato, e bisogna vedere come la prenderanno

i fedelissimi della serie Galaxy: il sensore per l’autenti-

cazione è stato sul retro, a portata di pollice. Il rischio,

all’inizio, è che si vada a toccare con le dita la lente

della fotocamera sporcandola. In ogni caso Samsung

ha inserito anche altri sistemi di autenticazione: il layer

più basso è il riconoscimento facciale, funziona bene

ma non dovrebbe offrire troppa sicurezza (non abbia-

mo provato ma crediamo che una foto potrebbe sbloc-

carlo) mentre lo scan dell’iride è più sicuro ma non così

immediato. Gestendo le diverse possibilità l’utente po-

trebbe anche decidere di tenere l’accesso fingerprint

solo in qualche situazione, usando lo sblocco facciale

per quando tiene lo smartphone in tasca.

L’inserimento di un gran numero di sensori ha co-

stretto Samsung ha realizzare versioni di S8 solo con

frontale scuro: sensore ambientale, fotocamera e due

sensori per l’iride (tramissione e ricezione) avrebbero

rovinato la linea, mentre con la finitura scura questi ri-

sultano quasi invisibili. Dal Galaxy S7 Edge Samsung

eredita il livello di protezione IP68 per acqua e polve-

re, il fast charging e il wireless fast charging, anche se

qualche piccola modifica migliorativa è stata inserita

pure qui. Quando si tiene infatti immerso lo smartpho-

ne in acqua più dei 30 minuti consentiti dalla specifica,

una sorta di “kill switch” di emergenza toglie energia

ai componenti vitali rendendo lo smartphone immune

ad eventuali corto circuiti. Basta prenderlo, asciugarlo

bene e attendere un po’ per riaccenderlo: tutto tornerà

come prima. Rinnovate anche le fotocamere: la came-

ra posteriore di S7 era eccellente, S8 replica usando

sempre un sensore da 12 megapixel stabilizzato con

apertura F 1.7 dotato sia di messa a fuoco dual pixel

(eccellente) sia di scatto rapido. La lettura veloce dei

dati del CMOS permette a Samsung di eliminare fe-

nomeni di rolling shutter e di catturare tre foto con

ogni singolo scatto, dove una viene tenuta come base

e le altre due vengono usate per ridurre il rumore o

migliorare la nitidezza. L’utente non si accorge di nulla,

è lo smartphone a fare tutto da solo, ma in situazio-

ni critiche gli scatti escono più puliti e più dettagliati

sulle alte e sulle basse luci, le zone dove solitamente

l’esposizione crea problemi.

Non manca la modalità manuale ed è stata semplifi-

cata notevolmente l’app per la fotocamera: più facile

gestire lo zoom (digitale) e immediati l’inserimento di

filtri e di sticker, questi senza bisogno di app. Da nota-

re che Samsung è l’unica azienda che ha presentato il

suo top di gamma senza doppia fotocamera: un tempo

sarebbe stata la prima a seguire queste mode, oggi

non ne ha più bisogno. Diversa anche la camera fron-

tale: non sale la risoluzione, che resta 8 megapixel, ma

migliora l’apertura portata a F1.7 e soprattutto viene

integrato un sistema di riconoscimento del volto per

meglio ottimizzare l’esposizione dei selfie singoli e di

gruppo.

Processore Exynos e Bluetooth 5.0Il processore, per quanto possa ormai contare (sono

tutti potentissimi), è un Exynos 8895: sul modello Usa

verrà usato lo Snapdragon 835, ma sui modelli euro-

pei ci sarà il System on Chip che Samsung produce in

casa. L’ultima versione, realizzata con tecnologia a 10

nanometri, è decisamente più efficiente dal punto di

vista energetico e riesce a guadagnare anche qualche

punto rispetto alla versione usata su S7: la stima è di

un 10% di prestazioni in più lato CPU e di una crescita

del 20% circa delle performance per il processore gra-

fico. all’interno del processore trovano spazio 4 core

M2 a 2,5 GHz e 4 core Cortex A53 a 1,7GHz affiancati

dalla GPU Mali G71 MP20. Il vero elemento di forza è

però la parte radio / modem: quattro antenne per la

ricezione, LTE Cat 16 con 1 Gbps in download sulle reti

predisposte e Wi-fi ac MU-MIMO per una connessio-

ne rapidissima in modalità wireless. Samsung è anche

una delle prime ad integrare un controller Buetooth

5.0, capace in modalità LE di arrivare a 2 Mbps: un

grosso passo avanti per gli accessori e i Device IoT

che arriveranno sul mercato. Presente anche la com-

patibilità con i dispositivi fitness Ant+: il protocollo più

usato per fasce cardio e attrezzi da palestra sale a

bordo di un dispositivo Samsung. Per il GPS, infine,

arriva anche il supporto a Galileo.

Galaxy S8 avrà una batteria da 3000 mAh, S8+ da

3500 mAh: con il processore a 10 manometri dovreb-

bero essere ben dimensionate per gestire la giornata

abbondante: la ricarica rapida tramite il connettore

USB Type C dovrebbe in ogni caso risolvere molti

problemi.

Tante novità lato software Bixby è un work in progressLato software la novità più grande è Bixby, l’assi-

stente virtuale di Samsung: lo abbiamo provato, ma

al momento parla solo inglese e coreano e non ci è

sembrato un fulmine, anzi, per fare alcune cose pro-

segue a pagina 10

MOBILE

Anteprima Samsung Galaxy S8segue Da pagina 08

Resta il jack audio, arriva l’USB Type C.

torna al sommario 10

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

babilmente ci si mette di meno ad usare la dita. At-

tendiamo in ogni caso la versione italiana per un giu-

dizio. Bixby in ogni caso non si limita all’interazione

vocale: ci sono tante altre feature smart di assistenza

pro-attiva che possono aiutare a gestire situazione

di uso comune in automatico e senza l’intervento

dell’utente. Va considerato che è l’ultimo nato in fat-

to di assistenti smart, e come fatto per Siri, Cortana

e per Google Assistant gli va dato un po’ di tempo

per migliorare.

L’interfaccia utente invece, rivista e basata su An-

droid 7.0 Nougat l’abbiamo trovata semplice e pia-

cevole: le app sono raggiungibili con una gesture, il

pannello di controllo è chiaro e ben organizzato e le

icone e anche la barra dei controlli è personalizza-

bile nel colore. Samsung per migliorare l’organizza-

zione e facilitare la ricerca ha anche usato un codice

colore per le icone, raggruppandole a seconda del

tipo di applicazione.

Le novità più grandi però a livello di software e in-

terazione utente sono rappresentate dall’app Sam-

sung Connect, una sorta di anello per domare tutti i

dispositivi connessi della casa (Samsung ovviamen-

te) e Dex, una docking station che permette di tra-

sformare lo smartphone in un ambiente di lavoro con

gestione multitasking delle app e accesso remoto a

sistemi Windows. Una scatolina piccola, con tastiera

e mouse USB o wireless, da collegare tramite HDMI

ad un monitor per accedere ad una interfaccia otti-

mizzata. Una buona idea in ambito business, anche

se ovviamente è un accessorio da acquistare a parte

(e da portarsi appresso).

MOBILE

Anteprima Samsung Galaxy S8

segue Da pagina 09

Non sono invece optional, ma sono inserite nella

confezione gli auricolari in-ear che AKG ha prepa-

rato appositamente per il Galaxy S8: hanno un filo

ricoperto in tessuto per evitare grovigli e suona-

no discretamente bene. Tra gli accessori optional

ci saranno custodie di ogni tipo, cuffie e auricolari

premium e due chicche, il visore VR di nuova ge-

nerazione e la nuova Gear 360, la piccola camera

per riprendere video a 360°. Il visore è ottimizzato

per i nuovi schermi, ma resta comunque compatibile

anche con i vecchi Galaxy di fascia alta: è comodo,

leggero ma quello che fa la differenza è il controller

esterno, un piccolo joypad da tenere in mano che

evita di usare gli scomodi e poco intuitivi comandi

sul visore stesso.

La Gear 360 cambia invece forma: è più piccola, leg-

gera e compatta, ha sempre le due ottiche sferiche

e lavora in 4K per foto e video. La novità più interes-

sante è la possibilità di sfruttare la potenza di calcolo

dell’S8 per gestire un live streaming VR: la camera

invia i dati in wi-fi allo smartphone che elabora in

tempo reale l’immagine fondendo le due camere, e

grazie al collegamento 4G si può fare una diretta su

Facebook o su YouTube a 360 gradi.

Samsung Galaxy S8 sarà disponibile in Italia dal

28 di aprile, ma coloro che lo ordinano in anticipo

lo riceveranno una settimana prima. “Per il lancio

non ci saranno bundle promozionali, non abbiamo

più bisogno di regalare cose per vendere - ci dice

De Franchis. Stiamo comunque lavorando con una

finanziaria per creare una sorta di programma che

permetta a tutti, anche senza operatori, di pagare

una piccola quota mensile per portare a casa S8 e

decidere, dopo un anno, se tenerlo o se passare al

modello nuovo. Lo smartphone in questa modalità

sarà interamente assicurato”

Samsung ha fatto un lavoro davvero eccellente e for-

se per la prima volta le foto non riescono a rendere

giustizia ad un prodotto che dev’essere preso tra le

mani almeno una volta per giocarci un po’ e vedere

come uno schermo apparentemente grande riesce a

essere così piccolo e maneggevole. Quest’anno non

sarà affatto facile: Huawei ha appena presentato un

ottimo P10, LG si appresta a lanciare il G6 anche lei

con uno stile e un concetto simile a quello di S8 e a

settembre arriva il nuovo iPhone.

Guardando a quanto di nuovo sotto il profilo stilistico

ha portato il Galaxy S8 è evidente che Apple non

può riproporre con il nuovo modello la stessa linea

per il quarto anno consecutivo: è ora di cambiare.

torna al sommario 11

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

N on c’è Solo Galaxy S8, ma anche

una nuova Gear 360 cam. La

videocamera per produrre con-

tenuti VR di Samsung, si rinnova intera-

mente per venire incontro a tre precise

esigenze degli utenti che hanno provato

la prima generazione. Cambia il design,

è più piccola, più leggera e più facile da

impugnare, può trasmettere video VR in

live streaming e soprattutto è compa-

tibile con dispositivi iOS tra cui iPhone

7, iPhone 7 Plus, iPhone 6s, iPhone 6s

Plus e iPhone SE oltre a computer Win-

dows e Mac. Solo 130 grammi di peso,

con la sfera nella parte alta che integra la

doppia lente fish-eye F2.2 con sensore

CMOS da 8.4 megapixel e 4096 x 2048

di risoluzione. Le immagini sono gestite

dal nuovo processore DRIMe5s, evo-

luzione dei processori che Samsung

montava sulle sue videocamere mentre i

video vengono registrati in 4K sulla card

SD interna, capacità massima 256 GB.

La Gear 360 scatta anche fotografie VR

360°, queste ultime con una risoluzione

di 15 megapixel. Certificata IP53 per pro-

teggere il corpo da acqua a polvere (ma

è una certificazione abbastanza blanda)

la camera ha a bordo bluetooth 4.1 per

il controllo e Wi-Fi per trasferire le foto

e i video ai dispositivi compatibili. L’app

per smartphone e tablet, migliorata, oltre

a permettere la condivisione di foto sui

social e l’elaborazione degli scatti, intro-

duce anche la condivisione dei contenu-

ti in tempo reale. Gear 360, sincronizzata

con uno smartphone o computer compa-

tibile, offre la possibilità, banda permet-

tendo, di fare streaming live in diretta su

piattaforme social come Facebook, You-

Tube o Samsung VR.La nuova Gear 360

cam dovrebbe arrivare a breve insieme

al nuovo visore e il prezzo non è ancora

stato annunciato. Dovrebbe comunque

essere simile a quello del modello attual-

mente sul mercato: la doppia lente e la

potenza di calcolo necessarie per fonde-

re le due foto purtroppo si pagano.

MOBILE Insieme al Galaxy S8 Samsung lancia la nuova versione della Gear 360, la camera per la creazione di contenuti VR2

Nuova Gear 360 è più piccola e funziona anche con l’iPhoneLe novità sono davvero tante, ma la più importante è sicuramente la compatibilità con l’ecosistema iOS e con l’iPhone

di Francesco FIORILLO

I nsieme al nuovo Galaxy S8, Sam-

sung ha mostrato anche il nuovo

Gear VR 2017, annunciato inizial-

mente insieme a Galaxy Tab S3 e Gala-

xy Book al MWC. La nuova versione del

visore per la realtà virtuale, destinato

agli smartphone della famiglia Galaxy,

non stravolge però l’esperienza uten-

te, ma si limita a presentare un unica

e interessante novità, il controller. In

termini di specifiche ci troviamo infatti

di fronte ad un device simile al prede-

cessore: a parte il colore Orchid grey,

il nuovo visore infatti potrà ospitare i

vecchi Galaxy e i nuovi modelli di S8,

incompatibili questi con le versioni pre-

cedenti. All’interno della confezione

verrà incluso anche uno speciale con-

troller, vera novità.

Disponibile anche separatamente al

prezzo di 39 euro e compatibile con i

modelli precedenti (interfacciandosi di

fatto allo smartphone via Bluetooth),

GADGET Praticamente identico al precedente modello, il visore VR Samsung includerà nella confezione un interessante controller

Samsung Gear VR 2017: data di uscita e caratteristicheIl controller, in vendita anche separatamente, ha sensori per il rilevamento della posizione e un touchpad cliccabile

questo piccolo controller potrà con-

tare sugli immancabili sensori per il

rilevamento della posizione, su un tou-

chpad cliccabile, un grilletto e i soliti

tasti home, indietro e quelli adibiti alla

gestione del volume. Caratterizzato

da un peso di 64,3 grammi, tale peri-

ferica, stando ai dati divulgati da Sam-

sung, garantirà 40 giorni di autonomia

con un utilizzo di circa 2 ore al giorno.

Compatibile con Galaxy S8, S8+, S7,

S7 edge, Note5, S6 edge+, S6 ed S6

edge, il nuovo Samsung Gear VR appa-

rirà sugli scaffali dei negozi negli ultimi

giorni di aprile a un prezzo consigliato

di 129€. Il colosso coreano ha infine

assicurato che, sin dal lancio, ben 60

saranno le app compatibili con il con-

troller, mentre le solite lenti da 42 mm,

unite al nuovo schermo del Galaxy S8,

scongiureranno qualsivoglia problema

legato al fastidioso motion sickness.

Qui le specifiche tecniche complete

divulgate da Samsung.

torna al sommario 12

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

G oogle O è quasi pronto, e gli sviluppatori posso-no scaricare la prima “immagine pubblica” per

iniziare a lavorare, con largo anticipo, su quello

che sarà il sistema operativo di tutti i prossimi smar-

tphone Android. Il nome resta ancora top secret, sarà

svelato probabilmente al Google I/O in programma dal

17 al 19 maggio, ma più che il nome è la sostanza che

conta e in questo caso di carne al fuoco Google ne ha

messa tanta.

Trattandosi di una “preview” non è ancora definitiva,

e sicuramente Google si è tenuta qualche asso nella

manica per l’evento dedicato agli sviluppatori, ma chi

già oggi ha tra le mani uno dei dispositivi compatibili

(Nexus 5X, Nexus 6P, Nexus Player, Pixel, Pixel XL, Pixel

C) può già capire dove è intervenuta Big G, quali saran-

no le modifiche sostanziali e come si possono adattare

le app per farle girare al meglio dopo l’aggiornamento.

Per il rilascio della prossima versione di Android Goo-

gle prevede cinque tappe: a questa prima “preview”

seguirà una seconda “preview” a metà maggio, una

terza preview sempre destinata agli sviluppatori a metà

giugno e un’ultima versione più stabile a metà fine lu-

glio. Il rilascio della versione finale per gli utenti è pre-

visto per il terzo trimestre del 2017, con la distribuzione

che finirà prima sui dispositivi Google e poi su quelli dei

partner, a seconda dei tempi di aggiornamento.

Ecco un elenco dettagliato di tutte le novità presenti in

questa prima versione di test.

Stop alle app succhia batteriaApple ha risolto il problema da tempo su iOS, deci-

samente aggressivo nei confronti delle app in back-

ground, mentre Google è sempre stato piuttosto per-

missivo, con applicazioni in secondo piano libere di

accedere a molte risorse sovraccaricando lo smartpho-

ne e riducendo quindi l’autonomia. Ora con Google O

cambia tutto: le applicazioni che non vengono usate

non potranno più avere libero accesso alle risorse ma

saranno messe in una modalità “energy saving”.

Oggi, giusto per fare un esempio, un utente mentre

gioca ad un racing game potrebbe avere un music

player in background funzionante e un browser con

più schede aperte: il gioco ne risente, con vistosi cali di

prestazioni dovute alle risorse occupate dalle altre app,

e pure la batteria viene colpita, con il sistema impegna-

to a spostare risorse da un’app all’altra per far fronte

a tutte le richieste. Questo non vuol dire che le app in

MOBILE Sulla prossima versione di Android si possono già vedere miglioramenti per quanto riguarda autonomia, notifiche e audio

Android O si può già provare: ecco tutte le novitàGoogle toglie i veli su Android O. Nella preview che si può già provare su alcuni dispositivi emergono novità interessanti

background non funzioneranno più: si continueranno a

ricevere ad esempio notifiche, le app stesse potranno

interrogare altri servizi per aggiornamenti periodici, ma

il loro impatto sul sistema sarà minimo.

Una vera rivoluzione nella gestione del multitasking,

che però sarà applicato e funzionerà solo ed esclusiva-

mente con app aggiornate per supportare le librerie di

Android 7.1 Nougat (api level 25).

Google ha deciso di limitare anche gli accessi alla geo-

localizzazione per le app in background: applicazioni

che richiedono i dati del GPS e non sono in primo piano

potranno farlo solo un paio di volte all’ora. Gli sviluppa-

tori potranno comunque sfruttare api di localizzazione

alternative ottimizzate per l’uso in background.

Notifiche a tema e a gruppiUn’altra grande rivoluzione di Android O sarà la ge-

stione delle notifiche. Oggi la notifica sullo smartpho-

ne è l’elemento che facilita e massimizza l’interazio-

ne: se non ci fossero le notifiche app come Facebook,

Twitter e Instagram perderebbero più della metà delle

interazioni. Le app che inviano le notifiche iniziano

però ad essere troppe,

e soprattutto per ogni

singola app potreb-

bero esserci notifiche

che interessano e

altre che interessano

meno: Google ha pen-

sato così di creare i

Notification Channel,

ovvero la possibilità

per uno sviluppatore

di applicazioni di cate-

gorizzare le notifiche

in gruppi persona-

lizzando l’aspetto, il

suono, il modo in cui

appaiono e il colore segue a pagina 13

dell’eventuale Led di notifica dello smartphone. Face-

book potrebbe ad esempio separare le notifiche di

citazione in un commento da quelle di nuovo post su

una pagina che si segue, e allo stesso modo un sito di

notizie potrebbe separare i contenuti editoriali dalle

notifiche legate ai commenti.

Non solo, Google si è spinta oltre facilitando l’uso

delle app multi account: un utente potrebbe avere su

Twitter un account personale e un account aziendale:

tramite i Notification Channel si possono separare le

notifiche dei due account per evitare confusione. Inol-

tre, gran bella cosa, si può impostare lo “snooze” per

le notifiche: basta un click per ricevere la notifica di

una cosa importante in un momento successivo.

Login e password semplificatiUsername e password, un incubo da ricordare e da

digitare. Oggi gli utenti sono facilitati dalla presenza

di app di password manager come 1Password e La-

stPass, e proprio per questo motivo Google ha deciso

di rendere ancora più facile la vita a coloro che utiliz-

zano un password manager. All’interno del pannello

impostazioni, App e Notifiche, App Predefinite sarà

torna al sommario 13

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

possibile selezionare un password manager tra quelli

installati dall’utente da utilizzare per tutte le app e per

ogni schermata che richiede la password.

Sarà quindi Google a fare da ponte tra l’applicazione

che tiene in memoria tutti i dati di accesso e le singole

app che devono utilizzarli, un po’ come oggi avviene

con un campo di testo: basterà cliccare sul campo

della carta di credito o di una password per trovarsi di

fronte la finestra del Password Manager preferito che,

tramite autenticazione biometrica o chiave d’accesso,

provvederà a complicare i campi richiesti senza pas-

sword o dati sensibili visibili.

Icone dinamiche per le appPersonalizzare Android sarà semplicissimo per i pro-

duttori che vorranno cambiare leggermente il design

senza però caricare una pesante interfaccia aggiunti-

va. Google infatti in Android O permetterà la gestio-

ne di quelle che vengono chiamate Adaptive Icons,

icone per le app che possono cambiare forma dina-

micamente seguendo una maschera predefinita dal

produttore.

La stessa app potrà così avere forma tonda su un

Samsung, squadrata e netta su un LG oppure a rom-

bo su un Huawei. Le icone dinamiche saranno usate

sulla home e all’interno dei vari menu, come quello

impostazioni, e potranno essere anche animate con

piacevoli effetti.

Finalmente la gestione dei coloriAndroid non ha mai saputo gestire bene i colori, e con

l’arrivo dei nuovi schermi “Wide Color Gamut”, ovve-

ro schermi in grado di mostrare più colori maggiori e

quindi una zona più ampia dello spettro questa inca-

pacità rappresentava un problema ai fini della fedeltà

cromatica. Fino ad oggi le applicazioni e i giochi han-

no avuto in Android uno spazio colore fisso, sRGB, ma

i display degli smartphone più recenti sono in grado di

riprodurre molti più colori di quelli definiti dall’sRGB. I

produttori si sono così fatti carico della “conversione”

creando i loro rossi, i loro verdi e i loro blu e cercando

di interpretare chi meglio chi peggio l’espansione dei

colori delle app su uno schermo migliore.

Con Android O non ci sarà più bisogno di fare tutto

questo, perché gli sviluppatori di app potranno final-

mente definire all’interno di una applicazione lo spa-

zio colore che vogliono sfruttare. Un’app di fotoritoc-

co potrà così chiedere al display di usare Adobe RGB

se una foto è stata scattata con questo profilo, mentre

un’app di editing o un player video potranno chiedere

la modalità Cinema P3. Una gestione del colore che

ancora non è completa come quella che si trova sui

computer, ma che in ogni caso permette ad un utente

Android di apprezzare la fedeltà del rosso di una rosa

senza trovarsi di fronte a colori flou o super saturi, del

tutto innaturali.

Sony migliora l’audio, ora hi-resDai miglioramenti video si passa all’audio, e qui Goo-

gle deve ringraziare Sony che ha lavorato con lei non

solo per rivedere tutta la gestione audio ma anche

per migliorare la qualità audio stessa. Con Android O

Google apre ai produttori di hardware che vogliono

contribuire in modo significativo allo sviluppo del si-

stema, e sull’ultima versione “O” Sony ha contribuito

migliorando circa 30 aspetti delle funzionalità audio e

chiudendo 250 bug. Il contributo più grande però la

casa giapponese l’ha data offrendo a Google il suo

codec LDAC, un sistema di trasmissione audio ad al-

tissima qualità anche tramite bluetooth (presenti an-

che i più diffusi apt-x e aptx-hd).

Android avrà quindi a bordo una soluzione capace

di trasmettere hi-resolution audio a cuffie, auricolari

wireless e speaker senza fili, migliorando in modo

sensibile l’esperienza di ascolto.

Non solo: Google si è resa conto che in questi anni

non ha fatto molto per venire incontro alle esigenze

dei musicisti e di chi vuole sviluppare app per la mu-

sica e ha lanciato, ancora in forma embrionale, una

nuova libreria denominata AAudio, Advenced Audio,

che apre le porte alla creazione di applicazioni pro-

fessionali con audio a bassissima latenza e gestione

prioritaria da parte del sistema.

Wi-fi Aware, il wi-fi senza hotspotScambiare file, video e fotografie con persone vicine

sarà molto più semplice e non richiederà connessio-

ne 4G o Wi-f ad un hotspot: Google ha infatti introdot-

to il supporto allo standard Wi-fi Aware, detto anche

Neighbor Awareness Networking o NAN.

In questa particolare modalità di wi-fi, standardizzata

dalla Wi-fi Alliance, che ricorda il P2P, un dispositivo

Android può percepire la presenza di altri dispositivi e

aprire un tunnel per l’invio di contenuti ad alta velocità

senza la necessità di una connessione fisica ad una

rete o ad un access point.

il Wi-fi Aware ricorda molto AirDrop di Apple, anche se

AirDrop utilizza una connessione mesh proprietaria e

il bluetooth per rilevare dispositivi nelle vicinanze. In

ogni caso questa è una soluzione standard aperta,

AirDrop purtroppo no.

Arriva il Picture in Picture per le appGià visto su Android TV il Picture in Picture arriva

anche sugli smartphone: se sopraggiunge una tele-

fonata mentre l’utente sta guardando un video oppu-

re la comparsa di una notifica lo costringe ad aprire

un’app per rispondere ad un messaggio il video au-

tomaticamente viene ridimensionato a finestra e, a

seconda della scelta fatta dallo sviluppatore, può es-

sere messo in pausa o continuare la riproduzione (se

l’app non richiede audio). Sono comunque presenti i

controlli per gestire il video e per riportarlo e finestra

piena. Sotto il profilo del video Android O supporta

anche una modalità Multi display, una estensione

della modalità multi-windows già presente su An-

droid Nougat.

Le app già ottimizzate per la visualizzazione “mul-

ti windows”, ovvero quelle che supportano lo split

screen, grazie alla funzionalità Multi Display possono

essere spostate su un display specifico del disposi-

tivo se il tablet (o lo smartphone) ne ha più di uno.

Una feature questa che ad oggi non vede suppor-

to hardware, ma non è escluso che Google abbia in

mente qualcosa, magari una sorta di “Continuum” tra

Android smartphone e Chromebook.

MOBILE

Android Osegue Da pagina 12

Le diverse modalità di espansione del gamut di Samsung

Serie P60 - 65’’/55’’/49’’/43’’

www.tcl.eu

4K

Condividi con il tuo TV momenti unici !Powered by Android TV ™

Serie

Android TV, Google Play e YouTube sono marchi di Google Inc.Guardiani della Galassia (non disponibile in 4K) - ©2017 Marvel.

ADV_P60_IT.indd 1 07/03/17 10:50

torna al sommario 15

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

MOBILE iPhone 7 in edizione speciale (PRODUCT)RED

iPhone 7 si tinge anche di rosso di Gaetano MERO

Apple ha presentato iPhone 7 e iPhone 7 Plus

(PRODUCT)RED Special Edition, entrambi con

finitura in alluminio di colore rosso, per celebra-

re gli oltre 10 anni di collaborazione fra Apple e (RED),

continuando a contribuire al fondo globale per la lot-

ta contro HIV e AIDS. Si tratta della prima volta in cui

è lo smartphone di punta del produttore a colorarsi

di rosso, aggiungendosi ad un’intera gamma di pro-

dotti (PRODUCT)RED già disponibili che comprende

l’intera famiglia di iPod, le cuffie on-ear wireless Bea-

ts Solo 3, l’altoparlante portatile Beats Pill+, lo Smart

Battery Case per iPhone 7 e una serie di accessori

per iPhone, iPad e Apple Watch. (RED) garantisce

l’accesso a programmi di prevenzione per HIV e

AIDS nell’Africa subsahariana, offrendo test, consu-

lenza, farmaci e prevenzione, con lo specifico obietti-

vo di impedire la trasmissione dell’HIV in gravidanza.

Dalla sua creazione nel 2006, (RED) ha raccolto più

di 465 milioni di dollari destinati al Fondo globale, di cui oltre 130 milioni devoluti da

Apple. iPhone 7 e iPhone 7 Plus (PRODUCT)RED Special Edition sono disposnibili nei

modelli da 128GB e 256GB a partire da 909 euro.

Lo smartphone del papà di Android è senza corniciSu Twitter appare la prima foto che lascia intravedere lo smartphone espandibile con display senza cornici sviluppato da Andy Rubin Lo vedremo nel corso del 2017 di Giulio MINOTTI

Andy Rubin, noto al mondo per essere uno dei creatori di Android, ha pubblicato su Twitter la prima foto dello smartphone creato dalla sua startup Essen-tial Products Inc. che nonostante qualche problema finanziario è ormai prossima al lancio di que-sto nuovo device, previsto forse per la metà dell’anno. Dal social network non arriva nessuna in-formazione sul prodotto, ma solo una prima immagine parziale, che sembra già molto interessante.In particolare si notano le cornici arrotondate davvero ridotte an-che nella parte superiore dello smartphone dove normalmente sono installati la camera fronta-le (forse spostata in basso) e la capsula auricolare che potrebbe adottare una tecnologia simile a quella presente sullo Xiaomi MI Mix. Uno smartphone, dotato di retro in ceramica, che dovrebbe vantare buone caratteristiche tecniche con un SoC Snapdra-gon 835 e qualche sistema di intelligenza artificiale. Inoltre su questo device dovrebbe anche essere presente un particolare connettore magnetico per la ri-carica da utilizzare anche per il collegamento di diversi moduli esterni, come ad esempio una camera a 360 gradi.

di Roberto PEZZALI

I l tablet più venduto al mondo miglio-

ra e costa meno: Apple toglie l’iPad

Air 2 dal catalogo e lancia il nuovo

“iPad”. La semplicità nella scelta del

nome racconta alla perfezione il mer-

cato dei tablet: l’hardware conta sem-

pre meno, e il tablet non è altro che la

cornice per le ottime applicazioni che

Apple e gli sviluppatori iOS hanno sa-

puto creare per trasformare la tavoletta

magica in qualcosa di veramente utile.

La nuova versione di iPad ricopia il for-

mato più noto degli iPad, 9.7”, e ha uno

schermo retina hi-res con stessa riso-

luzione dei modelli precedenti ma più

luminoso, il 25% circa. Resta il touch ID,

resta super light il peso (469 grammi) e

c’è la connettività 802.11ac con MIMO.

Migliora leggermente l’hardware, dove

al posto dell’A8X troviamo il processore

A9 di iPhone 6S e 6S Plus, più efficien-

te. È nel prezzo però che Apple riesce

finalmente a stupire: iPad parte infatti

da 409 euro in Italia per la versione Wi-

fi da 32 GB e da €569 per il modello

Wi-Fi + Cellular da 32GB, quest’ultimo

dotato anche di Apple SIM.

“iPad è il tablet più popolare al mondo.

I clienti apprezzano il suo ampio scher-

mo da 9,7” per guardare film e program-

mi TV, navigare sul web, videochiama-

re con FaceTime e ammirare foto; e ora

l’iPad è ancora più accessibile,” ha di-

chiarato Philip Schiller, Senior Vice Pre-

sident Worldwide Marketing di Apple. “I

nuovi clienti e tutti gli utenti che deside-

rano effettuare l’aggiornamento da un

modello precedente ameranno questo

nuovo iPad da utilizzare a casa, a scuo-

la e al lavoro, grazie allo splendido di-

splay Retina, al nostro potente chip A9

e alla possibilità di accedere alle oltre

1,3 milioni di app sviluppate specifica-

mente per questo dispositivo.”

Il nuovo iPad è già in vendita , disponi-

bile negli Apple Store e nei negozi.

Apple rinnova anche l’iPad mini 4, che

offre ora una capacità superiore allo

stesso prezzo: si parte da €489 per il

modello Wi-Fi da 128GB e da €639 per

il modello Wi-Fi + Cellular da 128GB. Ta-

gli più piccoli non esistono più.

MOBILE Apple rinnova il suo tablet più venduto. Nuovo processore e prezzi a partire da 409 euro

Apple sostituisce l’iPad Air 2 con il nuovo iPad Novità anche per l’iPad Mini 4, che ora ha una capacità superiore (128 GB) allo stesso prezzo

MOBILE

iPhone SE memoria doppia stesso prezzoTra le novita presentate da Apple anche due versioni con storage rad-doppiato di iPhone SE. Scompaiono difatti dallo store i modelli da 16 GB e 64 GB per dare spazio a due nuove configurazioni con a bordo rispettivamente 32 GB e 128 GB. I prezzi non subiranno alcuna variazione, saranno necessari 509 € per il modello base e 619 € per quello più capiente, restano dispo-nibili anche le quattro colorazioni: argento, oro, grigio siderale, oro rosa. Il processore A9, lo stesso di iPhone 6S, garantisce prestazioni eccellenti anche sotto stress, la fotocamera principale da 12 me-gapixel permette di scattare foto dettagliate e girare video in 4K.

torna al sommario 16

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Gaetano MERO

D opo gli annunci da parte di marchi

importanti come Montblanc, Tag

Heuer e Guess, scende in cam-

po anche il Gruppo Fossil promettendo

ben 300 nuovi smartwatch, in uscita

entro dicembre. Non si tratta in realtà di

300 modelli diversi bensì di altrettante

combinazioni tra colori, dimensioni e

cinturini personalizzati di una ventina di

dispositivi in totale, che arriveranno sul

mercato attraverso 14 differenti brand

collegati alla società americana.

Fossil intende dunque modificare il con-

cetto d i orologio classico invaden-

do letteralmente il set-

tore con una miriade

di modelli che si

adattano alle esi-

genze di stile dei

consumatori. La

collezione si sud-

divide in smartwa-

tch ibridi e dispositivi

MOBILE Ibridi e touch con a bordo Android: la nuova collezione Fossil potrà accontentare tutti

Da Fossil 300 nuovi smartwatch nel 2017La realizzazione dei dispositivi vede la collaborazione di 14 diverse griffe partner del Gruppo

completamente touch.

I modelli ibridi hanno ora un design sot-

tile e linee più eleganti assicura Fossil,

conservano un meccanismo classico

a lancette ed includono naturalmente

funzionalità intelligenti, se associati ad

uno smartphone.

Gli smartwhatch veri e propri saranno

accomunati da un quadrante touch,

avranno a bordo il sistema operati-

vo Android Wear 2.0 ed il processore

Qualcomm Snapdragon Wear 2100.

Fossil garantisce compatibilità con tele-

foni Android ed iOS e numerose perso-

nalizzazioni da parte dei diversi brand

coinvolti.

“Questa esplosione di nuovi stili è un’ul-

teriore prova che il modo di concepire

ed utilizzare l’orologio sta cambiando

- ha dichiarato Greg McKelvey, Chief

Strategy Fossil. I nostri clienti non in-

dossano più l’orologio semplicemen-

te per guardare l’ora, ma desiderano

rimanere in contatto con gli amici ed

essere aggiornati sulle attività di pro-

prio interesse in ogni momento, senza

rinunciare allo stile”.

Le griffe che prenderanno parte alla

collezione 2017 saranno Chaps, Diesel,

Emporio Armani, Armani Exchange, Fos-

sil, Kate Spade New York, Michael Kors,

Misfit, Skagen, DKNY, Marc Jacobs, Mi-

chele, Relic e Tory Burch.

I primi modelli arriveranno sul mercato

poco prima dell’estate, nessuna infor-

mazione però su prezzi e Paesi in cui

verranno commercializzati.

Fitbit Alta HR in Italia Compagno per il giorno e la notteFitbit ha presentato in Italia Alta HR Un prodotto che registra “di tutto”, compreso il battito e il sonno Ha una batteria che dura una settimana

di Emanuele VILLA

Fitbt ha presentato l’ultimo nato della sua line up di fitness tracker, il modello Alta HR. Niente di rivo-luzionario ma un ulteriore perfezio-namento alla gamma esistente. A livello estetico è un modello molto più sottile ed elegante del Charge HR recentemente introdotto sul mercato; per questo motivo non è pensato per chi fa un’attività di fitness intenso ma come compa-gno di vita, un braccialetto di stile (soprattutto nelle varianti con cin-turino metallico) che registra l’at-tività quotidiana, battito cardiaco compreso, e anche tutte le varie fasi del sonno. Al di là del sensore cardio che effettua monitoraggio costante, l’aspetto più interessante di questo tracker è la durata della singola carica: 7 giorni contro i 5 del Charge HR, che dal canto suo è un prodotto più indicato a chi fa attività sportiva. Come Charge HR il nuovo nato ha un “tap display”, non può andare sott’acqua, rice-ve le notifiche dallo smartphone, registra svariate attività automa-ticamente grazie alla tecnologia SmartTrack e si basa sul software completissimo di Fitbit. Alta HR è disponibile in Italia a 149,99 euro nelle varianti con cin-turino nero, grigio, fucsia e rosso corallo. Le versioni speciali con cassa in finitura nera e oro rosa sono proposte a 169,99 euro.

HI-FI E HOME CINEMA Yamaha rinnova la gamma dei suoi apparecchi AV più accessibili

Yamaha presenta i sintoampli AV serie 83Sono compatibili con il Dolby Vision, con Deezer e Tidal. Rimangono invariati i prezzi

di Roberto FAGGIANO

L’arrivo della primavera ci porta i

nuovi sintoamplificatori AV della

serie 83 di Yamaha, sono quattro

modelli che hanno piccole differenze

costruttive rispetto a quelli della scor-

sa stagione, ma vedono l’aggiunta di

importanti funzionalità come il Dolby

Vision e i servizi di streaming Tidal e

Deezer.

La nuova serie parte dal modello base

RX-V383, l’unico privo di connessione di

rete ma comunque dotato di bluetooth e

sistema di calibrazione YPAO, prosegue

con il 483 che ha il wi-fi per i servizi di

rete e il Music Cast per le funzioni mul-

tiroom. A partire dal modello 583 arriva

la compatibilità con Dolby Atmos e dts:

X mentre il top di gamma RX-V683 ha

l’ingresso phono MM per un giradischi

e aggiunge il sistema di calibrazione au-

tomatico YPAO con l’opzione Reflected

Sound Control, per una più accurata ri-

levazione dell’acustica ambientale.

Se l’aspetto dei nuovi

modelli riprende quella

della serie precedente,

portando lo sguardo sui

pannelli posteriori si no-

tano alcune differenze:

sul top di gamma 683 ora

tutti i diffusori hanno dei

morsetti a vite mentre in precedenza

una coppia secondaria prevedeva quelli

a molla. Razionalizzati anche gli ingressi

video con la parziale eliminazione dei

segnali component, ormai poco usati.

nuovi modelli 383 e 483 saranno dispo-

nibili da maggio, i 583 e 683 lo saranno

da giugno.

torna al sommario 17

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

P arigi, museo del Louvre. Samsung sceglie la

suggestiva cornice di uno dei più bei musei del

mondo per presentare in Europa la sua nuova

serie di TV Q, evoluzione di quella gamma che lo

scorso anno portava il nome di SUHD, difficile e poco

piacevole da pronunciare, soprattutto in italiano. La

serie Q per Samsung è l’inizio di un percorso evolu-

tivo che porterà, nei prossimi anni, alla progressiva

scomparsa dell’LCD per arrivare a quello che sarà il

Quantum Display, uno schermo fatto da tanti piccoli

pixel inorganici in grado di emettere uno spettro cro-

matico puro. Se questo è il futuro, il presente ci mette

davanti ad una serie composta da TV pur sempre LCD

con un nuovissimo filtro Quantum Dots, e se è vero

che la parola “LCD” a molti appassionati può far ve-

nire la pelle d’oca, come abbiamo già visto sul TV Sony XE90 anche sui Samsung è il risultato a parlare,

e in questo caso ci troviamo davanti ad una gamma

di TV che riesce a coniugare nel migliore dei modi

il classico design pulito Samsung con una qualità vi-

deo che, nonostante l’uso di una tecnologia ritenuta

da molti obsoleta, continua anno dopo anno a stupire

sempre di più.

Samsung non si nasconde ed è consapevole che è

l’OLED il TV da battere, ma un po’ come ha spiegato

Sony con il suo ZD9 l’OLED, seppur bellissimo, ha an-

cora qualche punto debole soprattutto in chiave HDR,

dove è la luminosità a farla da padrone.

Ed è proprio in chiave QLED contro OLED che Sam-

sung ha esposto la sua line-up a Parigi, e se da una

parte dobbiamo considerare che ognuno tira l’acqua

al suo mulino le dimostrazioni fatte evidenziano un

TV che sotto diversi aspetti sembra migliore di quan-

to abbiamo visto sul fronte OLED, almeno dei modelli

entry level. Sotto il profilo della qualità il modello di

punta, il Q9, ha lasciato tutti a bocca aperta: contraria-

mente a quanto abbiamo scritto a Las Vegas, dove

mancavano info tecniche, il Q9 non è un Full Led ma

è un Edge LED che usa però un nuovo diffusore e un

TV E VIDEO Abbiamo avuto modo di dare uno sguardo ravvicinato ai nuovi TV della serie Q di Samsung. Prezzi a partire da 2500 euro

Samsung Q TV: la qualità c’è ma si paga tutta!I Q TV Samsung offrono soluzioni innovative per il posizionamento, un’interfaccia veloce e una notevole qualità dei colori

nuovo filtro. Samsung è riuscita non solo a gestire un

nero praticamente perfetto (se visto centralmente) ma

riesce pure a generare un picco di luminosità in deter-

minate zone senza impattare sul livello del nero. L’ele-

vata luminosità del pannello, che passa i 1500 nits, e

l’ottimo nero impressionano forse più in un ambiente

luminoso che in ambiente oscurato, restituendo una

immagine decisamente dinamica e piacevole in ogni

situazione.

Samsung quest’anno insiste moltissimo sul concetto

di “volume colore” (qui il nostro approfondimento), e

effettivamente i nuovi nano cristalli Quantum che ha

utilizzato sembrano darle ragione sulla riproduzione

cromatica ad elevatissime luminosità, con sfumature

e gradienti morbidi e incisivi. Il colosso coreano lo

scorso anno ha comprato QD Vision, azienda spe-

cializzata in Quantum Dots, e i nuovi cristalli privi di

cadmio sono probabilmente l’elemento che riesce a

dare a Samsung quella marcia in più rispetto a molti

competitor. Il cadmio, materiale pericoloso e bandito

in elevate percentuali in Europa, è infatti alla base dei

pannelli quantum dots ed è proprio questo il moti-

vo che ha spinto molti produttori a trovare surrogati

(Triluminous) o soluzioni simili meno concentrate. Il

risultato però parla chiaro: la precisione cromatica ot-

tenuta da Samsung non è eguagliabile oggi e a dirlo

non sono gli occhi, le brochure o i volantini ma è uno

spettrofotometro Colorimetry Research CR-250-RH

con software Sencore a corredo.

Un tecnico Calman ci ha permesso di misurare il Q9

con una versione beta del software di calibrazione

più usato al mondo, e al variare della luminosità il TV

Samsung riesce a mantenere una incredibile preci-

sione sui colori primari e secondari. Per gli appassio-

nati della calibrazione Samsung ha dotato i suoi TV

di “Autocal”: basta acquistare Calman, una sonda da

circa 250 euro per avere un sistema di calibrazione

semiautomatico pronto all’uso. Chi investe tanto per

un TV forse dovrebbe farci un pensierino.

Ottimo l’angolo di visione, che mantiene immutati i

colori anche oltre i 45°, migliorato tantissimo il pro-

cessore soprattutto su sport e movimenti veloci: non

siamo ai livelli del Sony ma quasi.

L’interfaccia smart Tizen non si discute: è la più com-

pleta che oggi si può trovare sul mercato, grazie an-

che alla forza economica di Samsung che è riuscita a

convincere quasi tutti i fornitori di contenuti italiani a

sviluppare un’app dedicata.

Immagine ok, ma il design...Un TV si compra (e dovrebbe essere comprato) per

la qualità, ma è innegabile che anche l’occhio vuole

la sua parte: Samsung è rimasta l’unica a difendere

il concetto di curvo, c’è chi lo adora e chi invece pre-

ferisce, come noi, di gran lunga un TV piatto. Fortu-

natamente la gamma è ampia e ci sono sia modelli

piatti sia modelli curvi, abbinabili ad una serie di base

eleganti e ben studiate.

Samsung ha fatto un grandissimo lavoro anche per

rendere il design gradevole a 360°: zero viti sul pan-

nello posteriore, nessun elemento a vista e i cavi che

grazie al one box connector non esistono.

Da questo punto di vista sono due gli elementi di for-

za: per i TV piatti è disponibile un aggancio a muro che

tiene il TV praticamente incollato, richiede un minimo

di installazione ma l’effetto scenico è assicurato.

I cavi vengono poi sostituiti da una sottile e invisibile

fibra ottica che va dal televisore al Connect Box: si

può nascondere facilmente, è disponibile con esten-

sione fino a 15 metri e permette di collocare l’elettro-

nica di gestione vicino alle antenne, lasciando libertà

di posizionamento per il TV. Il cavo di alimentazione

segue a pagina 18

Preview Samsung Q TVAnteprima TV della serie Q di Samsung

lab

video

Al variare dell’angolo di visione il QLED mantiene una notevole stabilità cromatica.

torna al sommario 18

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

è comunque presente, ma Samsung ci fa sapere che

non è il classico cavo “nero” ma un sottilissimo cavo

che corre insieme alla fibra e che, ai fini di una installa-

zione libera, risulta anche lui quasi invisibile.

I TV OLED sono fantastici, ma abbiamo anche visto

che per alzare un po’ l’asticella della qualità con un

processore adeguato e un design convincente si

deve spendere qualcosa in più: Sony costerà più di

4000 euro, Loewe pure, Panasonic forse ancor di più

e solo Philips sembra essere posizionata leggermen-

te più in basso. Solo LG è conveniente e competitiva,

motivo per il quale ne sta vendendo davvero tanti.

Il QLED può competere ad armi pari con questi TV,

forse non avrà il nero totale dell’OLED se visto in am-

biente oscurato ma può vantare un ottimo processo-

re, un design ricercato e piacevole e una luminosità e

una resa cromatica ineguagliabili.

Il problema resta il prezzo: Samsung Italia non ha an-

cora dato il listino ufficiale ma le indicazioni che abbia-

TV E VIDEO

Preview Samsung Q TVsegue Da pagina 17

Il cono di appoggio a stand, disponibile con diver-se finiture, è davvero bello, e la stessa cosa si può dire per lo stand da pavimento.

mo colto sono di un prezzo di partenza di 2500 euro

circa. Il Q9, top di gamma piatto eccezionale a livello

qualitativo, non ci sarà da 55” ma si dovrà andare a

65” e a nostro avviso non costerà meno di 5000 euro.

E con questi prezzi si può avere tutta la qualità e tut-

to il design del mondo, ma Samsung dovrà lavorare

duro per convincere gli appassionati a dare almeno

una possibilità ai Q quando si trova un OLED 55” 4K a

1600 euro in promozione.

di Roberto PEZZALI

Sono passati più di 100 anni da quel

28 dicembre 1895, quando nel sot-

terraneo di un locale di Parigi i fra-

telli Lumiere proiettarono in rapida suc-

cessione una serie di fotografie dando

l’impressione di immagini in movimento.

Era il cinematografo, il primo rudimentale

proiettore che nel corso degli anni è cam-

biato lasciandosi alle spalle la pellicola

per abbracciare il digitale con lampada

prima e poi, negli ultimi anni, il laser. Può il

cinema lasciarsi alle spalle tutto questo?

Samsung lo spera: al CinemaCon 2017, la

più importante Convention destinata al

mondo dei cinema e dei multiplex Sam-

sung ha presentato il primo “televisore”

per sale cinematografiche. Televisore è

forse riduttivo: Samsung Cinema Screen

è un sistema di pannelli LED modulari

che mira a sostituire lo schermo di proie-

zione tradizionale con un super video

wall ad altissima definizione, luminosità

e con una resa cromatica paragonabile a

quella degli attuali TV di fascia alta.

Samsung assicura che la nuova tecnolo-

gia riesce a garantire una resa qualitativa

ENTERTAINMENT Samsung lancia Cinema Screen: un taglio netto con il passato (e con la storia)

Via i proiettori, dentro i super schermi Samsung prova a rivoluzionare i cinemaUn super schermo LED al posto del proiettore: qualità più elevata, maggiore luminosità e HDR

di gran lunga superiore a quella offerta

dai sistemi di proiezione attuali, ha una

risoluzione 4K (4,096 x 2,160) e una lu-

minosità di picco 10 volte più elevata di

quella di una lampada o di un laser. Que-

sto permette non solo un contrasto più

elevato, ma anche la possibilità di offrire

con incredibile realismo contenuti a dina-

mica estesa, il famoso HDR che oggi è

sulla bocca di tutti. La sostituzione dello

schermo tradizionale con un super televi-

sore pone ovviamente un grosso proble-

ma legato all’audio: oggi i diffusori sono

infatti nascosti dietro lo schermo che è in

tessuto fono-trasparente. Samsung assi-

cura di aver risolto il problema brillante-

mente con una soluzione audio innova-

tiva sviluppata da Harman Professional

Solutions’ Cinema Group e dai Samsung

Audio Lab. L’acquisizione di Harman ini-

zia ad avere un ruolo chiave nelle strate-

gie del colosso coreano.

Una rivoluzione, quella del Samsung Ci-

nema Screen, che potrebbe anche cam-

biare il modo di fruire dei cinema: l’eleva-

ta luminosità permetterebbe la nascita di

cinema all’aperto e in condizioni di luce

che oggi sono proibitive, oltre all’uso di

schermi enormi per convention e eventi.

Il prodotto finale è quasi pronto: i tecnici

della Digital Cinema Initiative stanno cer-

tificando la qualità mentre all’Università

Keyo di Tokyo si stanno finalizzando i test

di durata e resistenza.

ENTERTAINMENT

Disney ha grandi piani per Star WarsIl CEO di Disney, Bob Iger ha parlato dei piani futuri della Casa di pro-duzione americana per il franchise di Star Wars, dichiarando: “Stiamo iniziando a parlare di quello che potrebbe accadere dopo Episodio IX, di quello che potrebbe essere un altro decennio e mezzo di storie di Star Wars”. Al momento non è chiaro se si tratterà di lungometrag-gi della saga riguardanti la famiglia Skywalker, nuovi spin-off come Rogue One o di un filone narrativo completamente inedito. Inoltre il CEO ha anche fornito ulteriori informazioni sullo spin-off dedicato ad Han Solo. Il prequel seguirà la vita del celebre personaggio, ora interpretato da Alden Ehrenreich, dai 18 ai 24 anni; film che svelerà anche come Han Solo ha incontrato il suo compagno Chewbecca e nuovi dettagli sull’acquisizione del Millen-nium Falcon. Le ultime dichiarazioni di Iger riguardano la morte di Carrie Fisher: “Carrie appare nell’ottavo capitolo The Last Jedi, la sua per-formance resterà intatta. In Rogue One, abbiamo avuto un personaggio digitale. Non lavoreremo in quel modo con Carrie”.

torna al sommario 19

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

H isense, ha presentato la sua lineup di prodot-

ti europei, basata sulla stategia: “Impossibile competere ancora suo prezzo basso, meglio

offrire allo stesso prezzo qualcosa in più”. Il portfolio

è completissimo, 6 famiglie di TV composte quasi

esclusivamente da modelli piatti con qualche ecce-

zione, e tra questi si trovano anche TV che cercano

di ritagliarsi un posto speciale nelle posizioni che

contano grazie all’adozioni di filtri Quantum Dots

veri, prodotti da QD Vision, e di una illuminazione

local dimming full LED.

Top di gamma veri, come il NU9750 da 75”, il NU7500

da 70” e la serie NU8700 da 65” e 55”, questa previ-

sta però nella seconda metà dell’anno.

Cornice in metallo, finiture pregevoli per la fascia

prezzo a cui vengono proposti e una interfaccia

rinnovata, Vidaa U, che può contare sulla presenza

delle app di base come YouTube e Netflix e su una

buona velocità. Una costante per tutte le gamme è la

presenza del pannello 4K, mentre l’HDR è presente

solo sulla fascia media e sulla fascia alta.

Il NU9700 da 70” arriverà a maggio e costerà di li-

stino 2999 euro: piatto, sarà certificato ultra HD Pre-

mium, avrà pannello quantum dots e retroillumina-

zione local Led full dimming a 240 zone.

Si dovrà attendere inizio settembre per la serie

NU8700: saranno più curati sotto l’aspetto del de-

sign, senza viti a vista sul pannello posteriore rifinito

e elegante. Super slim e con una base a sciabola la

serie NU8700 ricorda molto la serie 8000 di Sam-

TV E VIDEO Presentata ufficialmente la gamma TV Hisense 2017 per l’Europa. Tutti i dettagli e i prezzi dei modelli in arrivo

TV Hisense 2017: grandi schermi al giusto prezzoSei serie di TV con tecnologie all’avanguardia come il Quantum Dots e il Full LED Local Dimming, presente sui modelli top

sung dello scorso anno, sia vista dal frontale che dal

retro.

Manca la certificazione Ultra HD Premium e manca

anche il local dimming, ma resta il pannello wide

gamut e il filtro quantum. Il prezzo di questa serie,

disponibile nei tagli da 55” e 65”, non è ancora stato

definito.

Interessante la N6800: è la serie di attacco 4K con

listino più abbordabile e un livello costruttivo ade-

guato: HDR ma niente quantum dots, parte dal 50”

a 749 euro per passare agli 849 euro del 55” e ai

1499 euro del 65”.

Si risparmia ancora qualcosa sulle due serie entry:

per il 45” U5755 il listino parte da 599 euro e ci tro-

viamo davanti ad un taglio sostanzialmente inedito,

mentre la serie U5705 passa dai 43 pollici a 529

euro per arrivare ai 799 euro del 55”.

Hisense vuole continuare a vendere schermi grandi

a prezzi super competitivi, anche perché sul picco-

lo taglio la concorrenza è serrata: lo scorso anno il

modello 65M5500 in promozione a 1199 euro è sta-

to il 65” più venduto in Italia e questo ha permesso

all’azienda di arrivare ad una quota di mercato del

7 - 8% sui 65”, quota che è arrivata a toccare pure il

10% sul 75%, altro modello che Hisense vendeva ad

un prezzo decisamente interessante.

La nuova lineup è ricca e variegata: i prezzi di par-

tenza probabilmente non sono bassissimi anche a

causa di dinamiche attuali di mercato e della concor-

renza sempre più forte in certi segmenti, ma almeno

sulla fascia bassa Hisense cerca di offrire finiture

leggermente più curate.

In questa schermata, presa direttamente dala presentazione, la gamma TV Hisense 2017.

torna al sommario 20

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Mirko SPASIANO

M icrosoft ha annunciato che la di-

stribuzione per tablet e PC del

Creators Update – l’incombente

aggiornamento per Windows 10 – co-mincerà il giorno 11 aprile attraverso

Windows Update. Poco dopo l’annuncio,

però, gli eventi hanno preso una piega

inaspettata: nel giro di qualche ora, il co-

losso statunitense ha rilasciato il mede-simo aggiornamento per Xbox One e,

quindi, ha rilasciato un altro comunicato

con buone nuove per i cosiddetti early

adopters.

I più impazienti – o i più coraggiosi, a

seconda del punto di vista – potranno

effettuare l’upgrade al Creators Update

già a partire dal 5 aprile. Microsoft, infat-

ti, provvederà ad attivare lo stesso tool ufficiale gia trapelato in predenza. At-

traverso l’Update Assistant si potrà, così,

non solo anticipare il “debutto ufficiale”,

ma si potrà anche bypassare la politica di

rilascio a scaglioni che contraddistingue

gli aggiornamenti Windows più corposi.

Tipicamente, i primi device a ricevere

l’aggiornamento sono quelli più recenti,

o comunque quelle particolari configura-

zioni ampiamente testate dagli ingegneri

Microsoft e dagli Insider. Tutto il parco

macchine verrà aggiornato al Creators

Update nell’arco di qualche mese, per li-

mitare al minimo gli incidenti di percorso

ed i disagi per gli utenti.

Nota finale su Windows 10 Mobile: anche

gli smartphone Windows riceveranno il

tanto agognato Creators Update. In ter-

mini di features, ci saranno pochissime

novità, a dispetto di un focus particolare

sulle performance (a beneficiarne mag-

giormente saranno gli smartphone non

nativi Windows 10, ovvero quelli immessi

sul mercato con Windows Phone 8.1). Per

i pochi superstiti rimasti sulla piattaforma

mobile di Microsoft, l’appuntamento è

fissato al 25 di aprile. Anche in questo

caso, però, ci sarà da attendere la di-

sponibilità per il proprio device e, per

i più sfortunati, anche quella del brand

dell’operatore telefonico.

PC Il Creators Update comincerà l’11 aprile, ma è possibile forzare l’update a partire dal 5 aprile

Windows 10, l’update può arrivare primaAttraverso lo strumento ufficiale dell’Update Assistant Microsoft consentirà di scaricare l’aggiornamento di Windows 10, l’atteso Creators Update, con qualche giorno di anticipo

di Gaetano MERO

I ntel rivoluziona il mondo della memo-

ria cache per PC lanciando Optane, un

modulo di memoria ultraveloce che

promette tempi di avvio di un computer

2 volte più rapidi e prestazioni di sistema

il 28% più celeri, rendendo un sistema

basato su HDD tradizionale veloce come

uno con disco a stato solido. Il quadro

generale rivela che circa il 79% dei PC

desktop impiega unità a disco rigido

come sistema di storage principale, per

esigenze di spazio e anche per il costo

di gran lunga minore rispetto alle unità

SSD, cosa che il più delle volte rallenta il

sistema e lo rende meno reattivo.

I nuovi livelli di velocità e reattività della

memoria cache Intel Optane, che sfrutta

la tecnologia proprietaria 3D Xpoint, in un

sistema basato su processore Intel Core

di settima generazione offrono presta-

zioni di storage fino a 14 volte più veloci

in presenza di un HDD, dichiara

la società. Questo perché la me-

moria “alleggerisce” il compito

del dispositivo di memorizzazio-

ne più lento fungendo da bypass

ultrarapido per le informazioni di

accesso più comune.

Applicazioni come Microsoft Ou-

tlook potranno essere avviate

fino a 6 volte più rapidamente e il

browser Chrome fino a 5 volte, l’avvio

dei videogame è addirittura il 67% più

immediato. I dati archiviati nello spazio di

storage dei PC saranno dunque acces-

sibili in modo più immediato, rendendo

possibile un’esperienza complessiva più

scattante e reattiva. Nulla vieta di instal-

lare i moduli di memoria Optane su PC

dotati di SSD anche se il miglioramento

delle prestazioni sarebbe tutto somma-

to ridotto. Più di 130 schede madri sono

già predisposte per ospitare la memoria

Intel Optane, grazie al programma Intel

Optane Memory Ready, realizzate da

produttori come Asus, Gigabyte, MSI e

ASRock. I moduli di memoria Optane,

con connettore M.2 tipo 2280 su con-

troller PCIe/NVMe 3.0 x2, per PC desk-

top attualmente in produzione sono da

16 e 32GB e saranno in commercio dal

24 aprile a 44 e 77 dollari (prezzi ameri-

cani). A partire dal secondo trimestre del

2017 alcuni nomi importanti del settore,

tra cui HP, Dell, Lenovo, Asus e Acer,

inizieranno ad immettere sul mercato

prodotti sia per utenza consumer che

business dotati di memoria Intel Optane.

PC Intel ha annunciato Optane, la memoria cache ultraveloce che può rendere i PC il 28% più veloci

Hard Disk veloci come SSD grazie a Intel OptaneI primi moduli avranno capacità da 16 GB e 32 GB, arriveranno già nel mese di aprile

Tinder sbarca su desktop Finalmente si rimorchia anche su PCLa social app dedicata agli incontri sbarca anche sul PC, cercare l’anima gemella ora sarà ancora più facile e comodo di Alvise SALICE

Tinder non è più appannaggio esclusivo dell’utenza mobile. La compagnia ha infatti annunciato una versione web della sua so-cial app dedicata agli incontri: concepita inizialmente per quei mercati dove gli smartphone soffrono ancora una capacità di storage molto limitata, Tinder Online propone un approccio di tipo desktop leggermente diverso dal modello di fruizione che ben conosciamo sui nostri telefoni. Disponibile sul portale tinder.com, la piattaforma per PC è ottimizzata soprattutto per le conversazioni, naturalmente, e consente di consultare tutte le informazioni e le fotografie del-l’interlocutore simultaneamente all’interazione via chat. Finora, il servizio desktop è stato testato in Argentina, Brasile, Colombia, Indonesia, Messico, Filippine, Svezia e Italia. Il log in va ancora eseguito necessariamente trami-te Facebook, ma la compagnia sta testando una nuova forma di accessibilità via sms.

Tinder Online Demo

torna al sommario 21

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Mirko SPASIANO

Secondo quanto rivelato da Mary-Jo

Foley, nota reporter di ZDNet, Mi-

crosoft si starebbe preparando per

un keynote primaverile, nel corso del

quale verrà annunciato nuovo hardware.

La notizia non giunge certo inaspettata:

del resto, la linea Surface Pro e Surface

Book sta cominciando a mostrare i segni

del tempo a circa un anno e mezzo dal-

l’unveiling dell’ottobre del 2015. La sor-

presa, invece, è che secondo la reporter

americana, il Surface Book 2 non sareb-

be ancora pronto e che, pertanto, sarà il

grande assente dell’hardware event in

salsa Microsoft. Inoltre, secondo le sue

fonti, ci sarebbero dubbi perfino sulla pre-

senza del Surface Pro 5. Ipotizzando che

questi rumor siano corretti, soprattutto

quanto concerne la linea Surface Pro, ci si

domanda cosa potrebbe mai presentare il

colosso statunitense in primavera.

Le ipotesi che circolano in rete sono mol-

teplici, ma la più plausibile è che Microsoft

stia per presentare un prodotto che possa

PC Microsoft terrà un evento in cui mostrerà i nuovi prodotti, ma non ci sarà il Surface Book 2

Nuovi Surface in primavera, ma niente Book 2Dubbi anche sulla presenza del Surface Pro 5: arriverà una nuova categoria di Surface?

fungere da vetrina per

Windows 10 Cloud,

la nuova versione

alleggerita del siste-

ma operativo di casa

Redmond. Del resto

il Creators Update, il

prossimo aggiorna-

mento per Windows

10, afrriverà l’11 di aprile

e qualche nuovo devi-

ce che ne metta in mo-

stra le principali caratteristiche potrebbe

non essere una cattiva idea.

È da scartare, con ogni probabilità, l’ipo-

tesi di un debutto anticipato dell’ormai

chimerico Surface Phone. Sebbene lo

sviluppo di Windows 10 Mobile continui,

il software per la rivoluzione copernicana

della versione completa di Windows 10

su processori ARM è tutt’altro che pron-

to. Sotto questo profilo – essenzialmente

lato software – dovrebbero esserci novi-

tà in autunno con Redstone 3, l’aggior-

namento per Windows 10 che seguirà

il Creators Update. Il Surface Phone, o

comunque si chiamerà ciò che Satya Na-

della ha definito il dispositivo mobile de-

finitivo, vedrà la luce più verosimilmente

nell’anno venturo. È invece bassa, ma non

del tutto da scartare, la probabilità che il

gigante dell’informatica possa cogliere

la palla al balzo per la presentazione di

Project Scorpio, la sua console di nuova

generazione. In effetti, Phil Spencer ha re-

centemente dichiarato che negli uffici di

Redmond stanno valutando la possibilità

di un unveiling anticipato rispetto all’E3

dell’11 giugno, per non sottrarre spazio

alla presentazione dei videogames.

MOBILE Samsung ha presentato un’innovativa piattaforma per i pagamenti elettronici contactless

Pagamenti smart, Samsung prepara la rivoluzione Tutti i dispositivi indossabili possono essere trasformati in moneta smart accettata dai POS

di Tommaso ELIANI

Samsung annuncia il lancio di Con-

tactless Companion Platform (CCP)

un’innovativa piattaforma per i servi-

zi di moneta elettronica che permetterà a

dispositivi indossabili di qualunque gene-

re e forma di essere accettati quale me-

todo di pagamento valido su tutta la rete

di POS che già oggi riconosce le carte

quando vengono avvicinate al terminale

contactless. La nuova soluzione di paga-

mento, concepita come alternativa al’’uso

delle carte di credito associate a smar-

tphone, si basa su un microchip simile a

quello presente sulle smart-card (carte a

bancomat comprese) dotato di doppia

interfaccia (a contatti e contacless) ma

realizzabile in differenti fattori di forma

e quindi adatto ad essere integrato in

qualunque “oggetto” indossabile, dal-

le fitness band agli anelli, dalle collane

agli orologi meccanici. Questo permette

di svincolare i pagamenti in mobilità dai

due paradigmi oggi in uso: il primo basato

sulle carte tradizionali in plastica oppure

sugli smartphone/smartwatch dotati di

chip NFC (Near Field Communication); e

il secondo cloud-based, fondato cioè sul

dialogo via internet tra lo smar-

tphone del cliente e il sistema

informatico dell’esercente.

Grazie alla partnership stretta

da Samsung con Smartlink,

azienda attiva nel settore dei

pagamenti tramite “mobile wal-

let” e Ingenico, leader mondia-

le nella produzione di terminali

POS innovativi, la piattaforma

CCP di Samsung permetterà di raggiun-

gere consumatori di ogni tipo, che potran-

no contare su un elevato livello di sicurez-

za intrinseca, generata dal modo in cui il

sistema stesso è concepito. La soluzione

CPP spezza infatti il legame tra “device” e

carta di credito, classica o prepagata che

sia, in favore di una disponibilità di spesa

diretta e vincolata - tramite le funzionalità

di un’app dedicata - in termini di importo,

numero di ricariche giornaliere e dispo-

nibilità temporale del plafond di spesa.

In questo scenario i grattacapi in caso di

furto o smarrimento si riducono e lo stru-

mento diventa anche una potente leva, in

famiglia tanto per fare un esempio, per il

controllo della capacità di spesa dei figli.

Con questa mossa Samsung potrebbe

avviare una vera rivoluzione nel mondo

dei pagamenti elettronici, favorendone

la diffusione in molti settori di mercato,

come quello dei micro-pagamenti a oggi

non ancora raggiunto dalla digitalizzazio-

ne del denaro.

Ecco il primo monitor 8K da 32 pollici Costa “solo” 5000 dollariLa corsa alla massima risoluzione non si ferma Dell è in prima linea con l’UltraSharp 32 8K Oltre alla risoluzione da primato, c’è grande attenzione al design e alla qualità costruttiva di Giulio MINOTTI

Annunciato a gennaio al CES di Las Vegas, l’UltraSharp 32 8K di Dell fa la sua comparsa sullo store americano. L’azienda statu-nitense è pronta a immettere sul mercato il suo primo monitor 8K da 32 pollici, con una risoluzione di 7680 x 4320 pixel: ne risulta un pannello da 280 ppi, una densi-tà di pixel paragonabile a quella degli smartphone – che su una superficie così grande è sempli-cemente mostruosa.Si tratta di un IPS, con trattamen-to antiriflesso, con un rapporto di contrasto stimato di 1300:1, una luminosità di 200 cd/m² e un tempo di risposta di 6 millise-condi (da grigio a grigio). A com-pletare il quadro ci sono cornici sottilissime e la massima versati-lità: il display è infatti reclinabile, girabile e regolabile in altezza.Chiaramente non si tratta di un prodotto indirizzato al mercato consumer, ma a quello business, con qualcosa di più di un occhio di riguardo per la fotografia e la qualità dell’immagine. Professio-nista o meno, per rifarsi gli occhi bisogna rompere il salvadanaio: a partire dal 14 aprile servono 4999.99 dollari.

torna al sommario 22

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

A finire al centro del mirino questa

volta non sono le smart TV ma i

prodotti Apple: l’ultimo pacchetto di documenti del dossier di WikiLeaks

chiamato Vault 7 mette in luce tutti gli

strumenti di hacking della CIA creati per

forzare i dispositivi Apple. Che Apple fos-

se il bersaglio preferito c’era da aspettar-

selo: l’iPhone è lo smartphone più diffuso

negli States. I documenti, come tutti gli

altri pubblicati online da WikiLeaks, non

sono recentissimi e riguardano prodot-

ti e tecniche di exploit con diversi anni

sulle spalle, ma è evidente che il lavoro

di spionaggio dell’Agenzia negli ultimi

anni si è evoluto ed è lecito pensare che

la CIA abbia trovato il modo di adattarsi

anche ai dispositivi più recenti, cercando

di scardinare le difese inserite dai pro-

duttori.

In ogni caso, come abbiamo già detto

per le TV, quasi tutti gli exploit richiedono

un accesso fisico al dispositivo: una in-

fezione remota come quella che si vede

nei film americani è pura fantasia, esisto-

no dei sistemi che però non permettono

di accedere al kernel o al bios scalando

i privilegi.

“Sonic Screwdriver”, il cacciavite so-

nico, è ad esempio un malware usato

per infettare i MacBook tramite Thun-

derbolt. Nel PDF di istruzioni si capisce

che lo strumento non è software ma è

hardware, un adattatore da Thunderbolt

a Ethernet modificato per caricare una

estensione del bios al boot, risultando

invisibile all’utente e capace di superare

anche la verifica della password che Ap-

ple chiede per la sovrascrittura del bios

nei sistemi protetti.

C’è poi DerStarke, che nella sua ver-

sione 1.4 si installa come un esegui-

bile su una chiavetta USB da inserire

in MacBook Pro e MacBook Air fino al

2013, anche lui capace di agire a livello

hardware per intercettare tutte le comu-

nicazioni. Per gli iPhone invece è stato

approntato NightSkies, un malware che

controlla alcune directory dell’iPhone a

caccia di log dopo essere stato installa-

to tramite iTunes come custom firmware

dopo aver messo lo smartphone in mo-

dalità DFU.

Tutti tool da hacker che richiedono co-

munque un accesso fisico per l’installa-

zione e che si basano sulle falle presenti

nei sistemi: vulnerabilità che, secondo

Apple, sono già state chiuse da tempo.

Quella dei MacBook è stata chiusa nel

2013, mentre quella degli iPhone sfrut-

tava un bug che permetteva anche il

jailbreak e funzionava solo sull’iPhone

SOCIAL MEDIA E WEB Vault 7 “Dark Matter”: l’elenco degli strumenti usati dalla CIA negli anni passati per infettare iPhone e MacBook

WikiLeaks:“Ecco come la CIA buca MacBook e iPhone”Secondo Apple sono sistemi che non funzionano più, tutte le falle che permettavano l’accesso sono chiuse da tempo

3G, neppure sul 3GS. Nessuno può dire

quali strumenti abbiano in mano le agen-

zie investigative di oggi, ma come molti

hacker più o meno bravi trovano il modo

per eseguire il root di smartphone An-

droid o jailbreak di iPhone con versioni

di iOS anche recenti è evidente che la

CIA, con i mezzi che ha a disposizione, è

in grado di penetrare in ogni dispositivo

digitale, sia tramite software che, quan-

do necessario, tramite hardware, come

dimostra Sonic Screwdriver.

SOCIALMEDIA È iniziata la lotta alle fake news, Facebook comincia davvero a fare sul serio

Facebook attiva gli alert per le notizie falsePostando notizie false verrà mostrato un avviso che avverte del “pericolo” disinformazione

di Mirko SPASIANO

D opo il gran parlare degli ultimi

mesi, finalmente si comincia ad

intravedere il primo segno tan-

gibile del contrasto alle fake news.

Facebook infatti ha attivato il suo tool

anti-fake news negli Stati Uniti: si tratta

di uno strumento, a cui contribuiscono

terze parti, che mostra un piccolo avvi-

so all’atto della condivisione.

Condividendo un link che riporta una

notizia contrassegnata come fake

news, Facebook mostrerà un avviso,

segnalando da chi sia stata conte-

stata. Cliccando sull’alert, verranno

visualizzate diverse informazioni che

motivano l’etichetta di fake news, ol-

tre ai link alle fonti che ne mettono in

dubbio la veridicità. Nel caso l’utente

decida di procedere comunque con la

condivisione, il link incriminato com-

parirà sulla timeline con il flag di fake

news. Nel caso spe-

cifico dell’immagine

allegata, provando a

condividere un link

in cui viene raccon-

tata la storia di come

centinaia di migliaia

di cittadini irlandesi

siano stato deportati

negli Stati Uniti per

il commercio degli

schiavi – motivo per

il quale sarebbe sta-

to istituito il St. Patrick’s Day del 17

marzo – Facebook mostra le legittime

obiezioni di Associated Press e Sno-

pes.com.

Certo, a questo punto si pone un in-

terrogativo sulle parti coinvolte nel

fact-checking. Nel caso degli USA, il

social network si affida soltanto ad en-

tità che aderiscano al codice di princi-

pi di “non-faziosità” Poynter. Resta da

vedere come, e soprattutto quando,

questa pratica verrà riproposta anche

nel nostro Paese. Tuttavia, una cosa è

certa: riportando in calce le fonti del-

la “disputa” – a totale beneficio della

trasparenza – il fenomeno delle fake

news potrebbe quantomeno sgonfiar-

si, senza che gli strumenti di fact-che-

cking siano subito tacciati di faziosità...

con buona pace dei complottisti.

MAGAZINE

Estratto dal quotidiano onlinewww.DDAY.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 416 del 28 settembre 2009

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingClaudio Stellari, Davide Ceriani,

Simona Zucca

EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl

via Gallarate, 76 - 20151 MilanoP.I. 11967100154

Per [email protected]

Per la pubblicità[email protected]

Richiedi subito la Carta Fanper iniziare la raccolta

1Accumula i Punti Fan

per ottenere i Buoni Acquisto

2Scegli tra i Buoni Acquisto

disponibili nel Catalogo Fan

3

Scopri il nuovo

PROGRAMMA FANUn mondo di vantaggi dedicati a te!

Valido dall’1 febbraio 2017 al 31 gennaio 2018. Vedi regolamento completo su trony.it

torna al sommario 24

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Gianfranco GIARDINA

L a signora Iza Mikkelsen che ci accompagna nel-

la visita alla sede e al museo che ripercorre tut-

ta la storia di B&O si presenta ci dice: “Lavoro

in Bang & Olufsen dal 1981, ci lavorano i miei tre fra-

telli e ci lavorava mio padre”. Siamo a Struer, cittadi-

na del nord ovest della Danimarca, dove 92 anni fa

Bang & Olufsen è nata: è senza dubbio l’azienda che

più di chiunque altra è riuscita a coniugare ai massimi

livelli tecnologia, design e lusso. Quel lusso discreto,

non chiassoso, funzionalista, essenzialmente nordico

eppure così universale, tanto da far perdere la testa

a Steve Jobs, che di B&O era un grande estimatore,

nonché proprietario di molti apparecchi.

Struer ha circa 12mila abitanti, di cui quasi mille lavo-

rano in B&O: “Tra la città e l’azienda c’è un legame

strettissimo – ci racconta la nostra accompagnatrice -;

c’è un senso di fedeltà e di riconoscenza reciproca: la

cura che i lavoratori pongono nella loro attività è ripa-

gata dalla scelta di B&O di rimanere qui con gli stabi-

limenti produttivi e gli uffici, senza andare a Copenha-

gen e neppure delocalizzare in aree a minore costo

del lavoro”. Lo stabilimento di Struer, che abbiamo

visitato in alcune parti, più che una fabbrica sembra un

laboratorio: il rumore è tutt’altro che forte, i macchinari

di lavorazione dei metalli sono “inscatolati” in custodie

di insonorizzazione; la pulizia è estrema e l’ordine as-

soluto. La presenza umana, pur corposa, è discreta: si

parla poco da queste parti e si lavora tanto.

“Struer – ci dice la nostra accompagnatrice – è un po’

come Ehindoven per la Philips: qui tutta la cittadina

ruota attorno all’azienda”. E ci mostrano un lunghissi-

mo muro con le foto, piccolissime, di tutti i dipendenti

che hanno festeggiato i 25 anni di militanza in azienda:

sono circa 1250, tantissimi e ai primi due posti ci sono

proprio Bang &Olufsen, anche se quest’ultimo è morto

pochi mesi prima di compiere il quarto di secolo di an-

zianità professionale. La forza di quest’azienda è tutta

lì, nella passione e nella fedeltà che tutti i lavoratori,

MERCATO Siamo andati in visita al quartier generale di Bang & Olufsen a Struer, in Danimarca, là dove 92 anni fa è iniziato il mito di B&O

Viaggio al quartier generale di Bang & Olufsen tra i prodotti che fecero impazzire Steve JobsScopriamo come, ancora oggi, B&O riesce a coniugare il massimo dell’automazione con la cura artigianale del prodotto

dal più importante manager all’ultimo magazziniere,

ci mettono e ci hanno messo negli ultimi 92 anni. Per

quello che abbiamo respirato nei due giorni della no-

stra visita, la capacità di rimanere grande e piccola a

un tempo, di rimanere in Europa, di rimanere ai picchi

dell’eccellenza, di rialzarsi anche quando gli affari sem-

bravano andare male, è tutta lì, nella passione e nella

fedeltà.

92 anni di storia e di prodottiB&O nasce nel 1925 su iniziativa di due ingegneri da-

nesi, Svend Olufsen e Peter Bang che, sedotti dalla na-

scita della radio, decidono di entrare nel settore della

produzione di apparecchi radiofonici, stabilendo il loro

laboratorio presso la residenza della famiglia Olufsen a

Struer. Siamo nella parte nord ovest della Danimarca,

a grande distanza da Copenhagen da dove proviene

Bang, che però si innamora di una ragazza del luogo

e non andrà più via da qui. Anche se i due fondatori

puntano a realizzare delle radio, il primo apparecchio

in vendita a marchio Bang & Olufsen è un accessorio:

si chiama “Eliminator” ed è quello che oggi chiame-

La radio a componenti separati di B&O: siamo alla fine degli anni ’20.

remmo un alimentatore di rete. In effetti, fino a quel

momento, gli apparecchi radio funzionavano a batterie

e, per avere qualche ora di funzionamento, era neces-

sario ricaricarle applicandole a una specie di dinamo

sulle biciclette dell’epoca. L’Eliminator appunto elimina-

va queste necessità e permetteva di collegare diretta-

mente la radio alla rete elettrica che stava prendendo

piede in quegli anni.

Peter Bang era la mente tecnica e progettuale, Svend

Olufsen era più rivolto agli aspetti commerciali: i due

erano inseparabili e affiatati e i prodotti iniziarono a

fioccare velocemente. Le prime radio B&O debuttano

sul mercato due anni dopo avevano, come di consueto

per l’epoca, il telaio in legno. Modelli inizialmente mol-

to tradizionali, anche se quasi subito si capisce che il

design e la qualità di ascolto è importantissimo per il

marchio: debuttano così abbastanza presto, dopo solo

una manciata di anni, dei modelli di radio a due telai,

con la cassa separata e posizionabile così in un punto

diverso dai “comandi”.

Inizia l’era del design ricercato Nel frattempo in Germania si sviluppa lo stile Bauhaus

e il funzionalismo che catturano l’attenzione di Bang &

Olufsen. Ne nasce un prodotto incredibile per l’epoca,

rivoluzionario e iconico: si tratta di Hyperbo, un sistema

integrato con giradischi, radio e diffusore in un unico

telaio nero sostenuto da un profilo metallico cromato

a sezione circolare, un prodotto che sembra venire

direttamente dagli anni ’70 e che è moderno ancora

adesso; eppure è stato concepito e lanciato nel lonta-

no 1934, probabilmente troppo in anticipo sui tempi e

sui gusti dell’epoca. Il sistema Hyperbo, una rivoluzio-

ne del design per il 1934, forse troppo: le linee troppo

moderne (che in effetti diventeranno di moda solo 30

anni dopo) vengono respinte dal pubblico, abituato agli

cahssis in essenza di legno.Il sistema Hyperbo, del 1934, le linee troppo moder-ne vengono respinte dal pubblico.

segue a pagina 25

torna al sommario 25

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

Vista la malaparata con il design funzionalista introdot-

to troppo presto, riprende la produzione di radio tra-

dizionali, dal telaio in legno, introducendo comunque

delle novità: nel 1938 arriva la prima radio che utilizza

una pulsantiera per i preset, una cosa decisamente

innovativa per gli anni ’30 in cui le diverse stazioni si

sintonizzavano cambiando manualmente la frequenza

(come peraltro si è fatto per decenni nella stragrande

maggioranza degli apparecchi).

Iniziò anche la produzione di apparecchi radio integra-

ti con i giradischi, il tutto inserito in comò dall’aspetto

convenzionale quando chiusi: più consoni all’epoca

rispetto a Hyperbo, questi hanno un grande successo.

Ma la consacrazione definitiva arriva con un modello

rivoluzionario: si chiama Beolit 39 (il numero indica

l’anno del lancio commerciale), ha un design innovati-

vo senza spigoli vivi e ha il telaio interamente realizzato

in bachelite, soluzione che permette la realizzazione di

qualsiasi forma e la finitura in qualunque colore. Si trat-

ta, tra l’altro, del primo prodotto ad usare nel nome il

prefisso “Beo” che diventerà una costante in tutta la

produzione futura dell’azienda.

Nel frattempo è arrivato il cinema sonoro: Bang & Oluf-

sen intuiscono che si tratta di una rivoluzione importan-

tissima e si impegnano nella realizzazione di un siste-

ma di diffusione audio nelle sale. I primi cinema danesi

sonorizzati sono realizzati proprio grazie ai diffusori a

tromba B&O.

B&O negli anni ’30 introduce per prima una radio con i tasti di preset per le principali stazioni.

La Beolit 39 che prima della Guerra rompe il cliché del telaio in legno e apre a un design rivo-luzionario con l’unico materiale che all’epoca per-metteva forme innovative smussate, la bachelite.

Scoppia la Seconda Guerra Mondiale e Bang & Oluf-

sen si rifiutano di appoggiare i nazisti, anzi collaborano

nel far scappare dalla Danimarca alcuni ebrei perse-

guitati in patria. La vendetta arriva sei mesi prima del-

la conclusione del conflitto: la fabbrica di Stuer viene

data alle fiamme dagli squadristi nazisti. Con pazienza

e dedizione, dopo la fine del conflitto Bang & Olufsen e

tutti gli operai si rimettono al lavoro e ricostruiscono la

fabbrica, che ritorna operativa nel 1946.

Il dopoguerra: arriva anche la TVNegli anni subito successivi arrivano nuovi prodotti,

come il primo Beocord (1948): si tratta di un registra-

tore a nastro in bobina pensato inizialmente con per-

fetto compagno dei musicisti interessati a registrare le

proprie performance. Sarà il primo di una lunga serie

di registratori della serie Beocord che arriveranno fino

alla metà degli anni ’90.

Tra altri prodotti inconsueti per la gamma B&O, come

per esempio i rasoi elettrici, nei primi anni ’50 arrivano

anche i TV: il primo prototipo funzionante è del 1950,

ma ancora lo schermo è troppo curvo ai lati.

Il primo TV commerciale di B&O arriva nel 1952, è in-

tegrato in un mobile in legno con rotelle e, allineando

i costi dell’epoca con il potere di acquisto, si tratta del

TV più caro di Bang & Olufsen di tutti i tempi (se si tra-

scura il costosissimo 103” degli anni scorsi).

Nel frattempo, nel 1949 è morto Svend Olufsen all’età

di 52 anni; dopo pochi anni, nel 1957, scomparve anche

Peter Bang, che non riuscì più a recuperare il sorriso e

la voglia di vivere dopo la morte del socio e caro ami-

Il primo TV di B&O, predisposto per la fiera di Co-penhagen del 1950, non andò mai in produzione ma venne perfezionato prima di diventare un prodotto commerciale.

La prima TV commerciale di B&O (1952) ha nella parte posteriore due rotelle e sul frontale due barre in legno estraibili per poter trasportare l’apparecchio a mo’ di cariola.

co. B&O era oramai un’azienda di grandi dimensioni e

profittevole e avrebbe dovuto cavarsela senza i suoi

fondatori. Iniziò l’era dei grandi designer al servizio

dell’azienda e della progettazione innovativa di appa-

recchi audio e video. Inizio così la ricerca verso linee

più rigorose, nuovi form factor e l’utilizzo di materiali

innovativi.

Compaiono sugli apparecchi i frontali metallici al vivo

o verniciati e viene introdotto il concetto dei sistemi

a componenti separati: si tratta ancora di apparecchi

con il telaio in legno, ma viene progettato e realizzato,

su disegno di Ib Fabiansen, un vero sistema di arredo

che integra radio, giradischi, TV e diffusori all’interno

delle strutture capaci di scomparire totalmente alla vi-

sta quando non sono in uso e di essere organizzate in

composizioni e forme differenti.

Il lavoro di Jacob Jansen e David Lewis La grande era dell’alluminioNel frattempo, cresce in B&O l’interesse per un nuovo

materiale, l’alluminio: più tenero da lavorare rispetto al-

l’acciaio e privo dei problemi di ossidazione aggressiva

e ruggine, permette di realizzare un design nuovo e

attualissimo ancora oggi; per contro richiede una ca-

pacità e un’artigianalità estrema nei trattamenti gala-

vanici e nelle lavorazioni superficiali. L’alluminio, di cui

nel frattempo in Bang & Olufsen sono diventati tra i più

esperti trasformatori, diventa una specie di marchio di

fabbrica del celebre designer Jacob Jansen, che firma

tra i migliori e innovativi apparecchi hi-fi a partire dagli

anni ’60, tutti a marchio B&O.

Questo utilizzo estensivo dell’alluminio, non solo in fo-

gli ma anche in lavorazioni dal pieno diventeranno un

Il sistema Beomaster 1200, totalmente innovativo per interfaccia e design per essere stato lanciato nel 1969, introduce nei prodotti B&O la font Hel-vetica per le serigrafie.

segue a pagina 26

MERCATO

Reportage Bang & Olufsen segue Da pagina 24

torna al sommario 26

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

caso di scuola per tutta l’industria dell’elettronica che

conta e ispirerà non poco Steve Jobs in alcune scelte,

prima tra tutti l’unibody in alluminio per Macbook, iPad

e iPhone.

Alcuni pezzi forti del museo B&O di Stuer, tra gli ap-

parecchi disegnati da Jacob Jensen, sono stati anche

richiesti per comparire sul set del film Steve Jobs: il

fondatore di Apple era un grande estimatore di B&O

e ne invidiava alcune scelte di design. Non è difficile

ritrovare tra le linee, le interfacce fisiche e le serigrafie

degli apparecchi B&O di allora alcuni elementi entrati

poi a far parte dei prodotti o dei sistemi operativi Apple.

Non a caso il lavoro di Jensen in B&O ha portato an-

che nel 1978 all’allestimento di una mostra monogra-

fica al MoMA di New York, cosa assai rara all’epoca,

con 28 prodotti B&O disegnati da Jensen, di cui una

quindicina sono entrati a far parte dell’esposizione per-

manente.

Tra gli altri designer importanti per lo sviluppo di B&O,

oltre a Jacob Jensen, che cessò la sua collaborazione

con B&O verso la fine degli anni ‘90, c’è sicuramente

l’inglese David Lewis che ha firmato i prodotti B&O tra

i più celebri degli anni ’90 e 2000, con particolare at-

tenzione ai TV: la penna di Lewis aveva infatti trovato il

modo di far sembrare piatti anche i tubi catodici, appli-

cando una specie di falsa parete al telaio.

E poi, sempre dalla creatività di Lewis è nato il fantasti-

co e iconico Beosound 9000 del 1996, l’iconico lettore

CD con caricatore in vista con 6 dischi, montabile sia

verticalmente che orizzontalmente.

Si arriva così all’ultimo “pezzo forte”: i diffusori Beo-

sound 90, creati appunto due anni fa per il novantesi-

mo anniversario della fondazione di B&O e frutto di lun-

ghissime ricerche di design e progettazione per offrire

lo stato dell’arte della riproduzione audio hi-end.

Artigiani “industriali” dell’alluminioNella nostra visita alla sede Bang & Olufsen non per-

diamo l’occasione per un passaggio per la celebre

Factory 5: è lo stabilimento presso il quale si lavora

l’alluminio fino ad arrivare ai particolari di design che

tutto il mondo invidia a B&O. Per certi aspetti l’allumi-

nio potrebbe sembrare più semplice da trattare rispet-

to all’acciaio: è più tenero da lavorare, da stampare e

trafilare e tutti i trucioli di lavorazione possono essere

facilmente riciclati e reinviati alla produzione. Ma con

l’alluminio sono necessari l’anodizzazione e una serie

di altri trattamenti galvanici che permettano di rendere

la superficie indenne da sporco, ditate e soprattutto

ogni forma di corrosione. Inoltre, grazie ad alcuni pro-

cessi specifici lungo il ciclo di trattamento, è possibile

conferire all’alluminio un’ampia gamma di colorazioni,

pur nel mantenimento dell’aspetto metallico, che lo

rendono un materiale praticamente unico.

Il successo del processo di anodizzazione, che di fatto

è l’operazione conclusiva della lavorazione dell’allumi-

nio, è fortemente dipendente da come sono condotte

le fasi precedenti: una minima asperità sulla superficie,

un po’ di sporco non rimosso, una lega imperfetta ren-

derebbero il prodotto finale inevitabilmente segnato e

di fatto da buttare.

Il processo di anodizzazione, con l’ultima aggiunta

all’impianto di qualche anno fa, è oramai del tutto ro-

botizzata; gli aspetti artigianali sono concentrati nella

preparazione dei pezzi che vanno nei bagni galvanici:

la lavorazione meccanica e soprattutto il trattamento

superficiale deve essere curato nei minimi particolari.

In particolare ad essere delicata è la progettazione del

processo per ottenere il risultato voluto: se due parti di

un apparecchio sono state lavorate con procedimenti

diversi, queste prenderanno il colore in maniera diffe-

rente, creando delle inaccettabili disuniformità di colo-

re nel prodotto finito.

Per questo motivo, i responsabili del processo, sulla

base della propria lunga esperienza di manifattura del-

le parti in alluminio, trattano le due parti con coloranti

differenti, calibrati espressamente per ottenere, a valle

del processo di anodizzazione, una colorazione unifor-

me. Inoltre, grazie ad un processo brevettato e nomi-

nato Beospray, le macchine possono conferire colora-

zioni differenziate sul medesimo pezzo, permettendo

una flessibilità produttiva pressoché infinita, una vera

pacchia per i designer, molto più liberi di creare.

La lavorazione parte sempre da alluminio grezzo in

foglio da stampare, in billette da trafilare o addirittura

in lastre da “scavare” con lavorazioni meccaniche. Una

batteria di macchine a controllo numerico realizzano la segue a pagina 27

MERCATO

Reportage Bang & Olufsen segue Da pagina 25

Il CD Changer a 6 CD Beosound 9000,incredibil-mente spettacolare e innovativo: è la meccanica a spostarsi all’altezza del CD da riprodurre.

Una cassa Beosound 90 in versione “naked”, senza il vestito nero che ne caratterizza l’originale design.

prima sgrossatura dei pezzi ed eventualmente la sa-

gomatura o risagomatura delle lamiere. Una volta rag-

giunta la forma finale, con tutte le tecnologie possibili

con l’alluminio, si passa alla lucidatura, passo indispen-

sabile per una buona anodizzazione.

Questa, a seconda delle parti, viene realizzata con di-

verse tecniche, la più particolare delle quali è quella

fatta da due robot coordinati: uno regge e rigira la par-

te da lucidare, l’altra manovra di conseguenza l’utensi-

La fabbrica di B&O è tra le più avanzate nella colorazione e il trattamento dell’alluminio.

I due “robot ballerini”, come vengono chiamati È in corso la lucidatura del profilo di alluminio delle casse Beosound 90: un robot regge il profilo ruotandolo secondo le necessità; l’altro muove avanti e indietro l’utensile di lucidatura.

torna al sommario 27

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

le a spazzole che opera la lucidatura.

Alla fine del processo, tutte le parti da anodizzare, ven-

gono controllate una a una ed eventualmente ritrattate

a mano da artigiani esperti, che operano sotto un mix

non casuale di tubi a fluorescenza caldi e freddi a si-

mulare perfettamente la temperatura della luce solare

diurna e una piena illuminazione.

Quindi i pezzi, valutati uno a uno, vengono fissati a

delle rastrelliere in titanio: questo materiale, pur molto

costoso, è l’unico in grado di non essere aggredito dai

bagni galvanici.

Queste rastrelliere vengono agganciate da una serie di

carrelli automatici che corrono lungo il soffitto e portate

via, verso la sequenza di vasche. L’impianto galvanico

vero e proprio è composto da una stecca di 50 vasche

ognuna con 4000 litri di soluzione differenziata a se-

conda del tipo di trattamento. I carrelli automatici de-

positano le griglie con i pezzi da trattare nelle diverse

vasche e li prelevano dopo il tempo necessario, per

portarle al bagno successivo.

A parte le necessità dettate da lavorazioni particolari, le

fasi fondamentali prevedono prima una pulitura a fon-

do con sgrassaggio (l’anodizzazione non attacchereb-

be sulle parti sporche anche solo di una ditata); quindi

si passa all’etching, una leggerissima microerosione

chimica che permette di rendere la superfice pronta

a ricevere l’anodizzazione; la fase successiva è il de-

smutting che, grazie a un altro tipo di bagno galvanico,

è in grado di eliminare ogni possibile residuo di metalli

ferrosi (come per esempio quelli utilizzati per gli utensili

da taglio o quelli presenti in leghe impure) sulla superfi-

cie del pezzo, lasciando esposto di fatto solo alluminio

puro; si arriva quindi al processo di ossidazione vero e

proprio, in cui uno strato più o meno sottile di ossido di

alluminio viene depositato sul mezzo da trattare grazie

a un trattamento elettrochimico.

Si passa quindi alla fase di dyeing, in cui viene deposi-

tata la colorazione sul pezzo ancora poroso; quindi si

arriva all’ultima fase (salvo processi particolari) in cui di

fatto lo strato di ossido di alluminio che protegge il pez-

zo ma che è ancora molto poroso viene “sigillato” con il

deposito chimico di uno strato di cristalli che chiudono i

pori e di fatto creano una superficie del pezzo perfetta-

mente sigillata e impenetrabile a sporco e grassi.

Vedere questo gigantesco impianto in funzione tratta-

re magari minuscoli particolari di un telecomando o di

un apparecchio fa riconsiderare la “sufficienza” con la

quale spesso si considera una parte o un apparecchio

nel “solito” alluminio: dietro lavorazioni e trattamenti di

questo tipo ci sono capacità e conoscenze davvero

esclusive, tanto che B&O e la Factory 5 sono spesso

chiamate a realizzare particolari in alluminio per altri

produttori che magari non hanno nulla a che fare con

l’elettronica ma che non trovano chi è capace di realiz-

zare il prodotto in questione.

Per esempio, B&O realizza una serie di parti in allumi-

nio per le auto (Audi è un cliente storico, come anche

BMW) con finiture particolari che solo qui si riescono

a realizzare.

Una in particolare ci colpisce: su una parte di alluminio

c’è la serigrafia del logo Bang & Olufsen che si vede

chiaramente in buona luce; la stessa scritta, se si pone

una luce dietro di essa, è in realtà traslucida e riesce

a far trasparire una certa luminosità, perfetta per indi-

care lo stato di “on” dell’apparecchio e nel frattempo

nobilitare il logo dell’azienda che diventa luminoso. Il

particolare del collarino in alluminio che trasforma in

vero lusso il diffusore BeoLab 20.

La progettazione audio Scienza e sensibilitàIl pur limitato tempo della nostra visita a Struer non ci ha

impedito di visitare il celebre “cube”: si tratta del labo-

ratorio audio in cui vengono messi a punto gli speaker

di Bang & Olufsen che non ha pari nei laboratori di nes-

suna altro . Si tratta appunto di un gigantesco cubo in

muratura del lato di circa 12-13 metri (è una nostra stima

ad occhio) ben diverso da una stanza anecoica: due

pareti delle quattro verticali sono rivestite di materiale

assorbente, le altre sono grezze e quindi generalmente

riflettenti. Il principio su cui si basa questa sala è la pos-

sibilità, grazie all’elaborazione computerizzata, di fare

analisi acustiche in finestre temporali molto strette.

Se la sala è sufficientemente grande, come in questo

caso, il microfono di precisione riceve l’onda diretta dal

diffusore e, prima che qualsiasi riflessione delle pareti

possa arrivare ad esso, lo strumento “chiude” la fine-

stra temporale di analisi. In questo modo non serve che

la camera sia anecoica (condizione molto difficile da

realizzare e comunque sempre approssimata), basta

che sia sufficientemente grande.

Dal soffitto del grande cubo pende un gigantesco brac-

cio con un piatto semovente che può andare avanti e

indietro e può ruotare sul suo asse: in questo modo il

braccio può essere spostato per permettere ai tecnici

di montare sul piatto il diffusore da misurare, operando

su un apposito balcone. Quindi il braccio viene sposta-

to di fronte al microfono, che è sospeso nel mezzo del-

Il carrello arancione corre lungo le vasche e di fatto fa il “cuoco” dei trattamenti, spostando le rastrelliere da uno all’altro bagno nei tempi perfetti per una buona anodizzazione.

la stanza. Da quella posizione si iniziano le misurazioni

dapprima in asse; quindi si passa a ruotare il diffusore

con la risoluzione di un grado e si ripetono le misure;

e così via, su tutti i 360 gradi; inoltre, il braccio può es-

sere alzato o abbassato per misurare anche come si

modifica l’emissione lungo l’asse verticale. In questo

modo si possono studiare con precisione le caratteri-

stiche di un prototipo e porre dei correttivi progettuali.

Quando il prototipo arriva a dare le prestazioni stru-

mentali richieste, viene portato a rotazione nelle quat-

tro stanze di ascolto che ci sono all’interno della strut-

tura: al resto del lavoro ci pensa quindi Geoff Martin,

musicista, ingegnere del suono e “tonmeister” di B&O.

La successiva messa a punto viene fatta sulla base

degli ascolti fatti nelle quattro stanze, arredate come

ambienti domestici con materiali e conformazioni di-

verse: Martin ascolta il diffusore con diversi materiali

musicali e cerca di capire, sulla base della propria

esperienza e della propria sensibilità, come ottimizzare

ulteriormente la resa acustica, dato che le misure non

dicono tutto dell’equilibrio e della resa di un diffusore.

Alla fine, dopo diverse iterazioni, con il coinvolgimento

anche di chi cura la progettazione e l’ingegnerizzazio-

ne del prodotto, si arriva alla definizione del prototipo

finale sul quale verrà impostata la produzione finale.

Un processo lungo e meticoloso (per mettere a punto

le Beosound 90 ci sono voluti quasi quattro anni) ma

che porta all’eccellenza acustica. Quella che si richiede

a un prodotto a marchio B&O.

MERCATO

Reportage Bang & Olufsen segue Da pagina 26

torna al sommario 28

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

SMARTHOME Trådfri è il nome della nuova linea di prodotti per l’illuminazione intelligente

Ikea sempre più smart con le luci connesseLa gestione delle luci può avvenire attraverso una app disponibile per Android e iOS

di Giulio MINOTTI

Anche Ikea si lancia nel settore delle

lampade intelligenti con la nuova

linea denominata Trådfri, “senza

fili” in svedese. Ecosistema composto

da lampadine, ante e pannelli Led e

mobili illuminati, telecomandi, Hub e

sensori. Ante e pannelli che si adattano

alle soluzioni Ikea per la cucina METOD

e per il soggiorno BESTÅ.

Dispositivi intelligenti compatibili con la

tecnologia ZigBee Light Link, la stessa

impiegata dai prodotti della linea Philips

Hue. In particolare, oltre all’hub centrale

per la connessione ad Internet, è anche

disponibile un telecomando che per-

mette di regolare l’intensità della luce

tramite gesture, ruotandolo semplice-

mente in aria come fosse una manopo-

la. Inoltre la gestione dei vari elementi

dell’ecosistema può avvenire attraverso

app per Android e iOS, applicazione

che permette anche la creazione di

profili personalizzati. I prodotti sono

già disponibili sul sito italiano di Ikea

con prezzi che partono da 39,99 euro

per il kit base che

comprende una lam-

padina E27 da 980

lumen e il relativo te-

lecomando wireless a

pulsanti che permette

di controllare fino a

10 fonti luminose.

Una singola lam-

padina E14 da 400

lumen costa invece

17,99 euro.

SMARTHOME La famiglia Netgear Orbi si allarga con due modelli leggermente più economici

Netgear Orbi: prezzo più basso, prestazioni di livelloLa nuova serie Netgear Orbi ha un’ottima copertura Wi-Fi e setup semplice e immediato

di Mirko SPASIANO

Appena poco più di un mese fa ab-

biamo provato Orbi, il router Wi-Fi per le reti mesh di Netgear. Ne

siamo rimasti particolarmente colpiti – in

particolar modo dalla semplicità di con-

figurazione e dall’ottima copertura Wi-Fi

– rilevando come unico difetto un prezzo

di listino un po’ troppo elevato: 439 euro

anche per il migliore dei router restano

comunque tanti. A quanto pare, l’azienda

americana ha fatto tesoro delle critiche

ricevute, presentando due modelli più

economici: l’RBK30 e l’RBK40.

Si tratta ancora di router tri-band per reti

mesh, ma rispetto al modello che abbia-

mo avuto in prova, l’RBK50, Netgear ha

dovuto fare qualche compromesso per

ridurre il prezzo. Entrambi i modelli, infatti,

sono AC2400, a dispetto dell’RBK50, che

offre una connettività AC3000. La coper-

tura della rete Wi-Fi offerta dall’RBK40,

che costituisce una sorta di medio gam-

ma, resta immutata, attestandosi sui 175

mq per ciascuna unità (base e satellite):

dunque complessivamente 350 mq.

Questo parametro invece scende intor-

no ai 300 mq per il modello entry level,

l’RBK30. Questo modello vede anche la

sostituzione del satellite con un repeater

dal design più “tradizionale”, dalle dimen-

sioni ridotte e da inserire direttamente

nella presa a muro. I prezzi ufficiali per

il mercato italiano non sono stati ancora

annunciati, ma negli USA si parla rispet-

tivamente di 350 e 300 dollari. Tuttavia,

dovendo impegnare una cifra che resta

considerevole, ci si domanda se, nono-

stante tutto, non convenga comunque

puntare alla configurazione top.

Microsoft Edge e Safari i browser meno sicuriAll’evento hacking Pwn2Own 2017 Microsoft Edge è risultato il browser meno sicuro, invece Google Chrome ne è emerso “vincitore” di Mirko SPASIANOAll’evento annuale Pwn2Own, nel corso del quale i partecipanti sono invitati a “bucare” software e sistemi operativi particolarmente diffusi, Microsoft Edge è risultato il browser meno sicuro. Il browser di casa Microsoft è stato bucato 5 volte in 3 giorni. Gli hack sono stati condotti, per la maggior par-te, sfruttando il motore Chakra JavaScript. Il team di hacker 360 Security è riuscito ad aggiudicarsi un premio da 105.000 dollari per aver architettato un exploit davve-ro ingegnoso: sfruttando un bug nell’heap overflow, un buffer non inizializzato in una workstation VMWare e una type confusion nel kernel di Windows, sono riusciti ad accedere al sistema operativo da una macchina virtuale. Safari non se l’è cavata molto meglio, avendo subito 3 hack completi ed uno par-ziale. Gli hacker hanno provato a violare anche Firefox, ma solo uno dei due tentativi è andato a segno. Il browser di Google, invece, è stato oggetto di un solo tentativo di exploit, ma non ha avuto suc-cesso nei limiti di tempo imposti dalla competizione. Se da un lato il quadro emerso dal Pwn2Own 2017 non si può definire incorag-giante per Microsoft – soprattutto se si considera che, secondo il report dello scorso febbraio di NetMarketShare, soltanto il 5.33% degli utenti utilizza il browser di Re-dmond – è anche vero che Edge è stato il browser più bersagliato. A poche settimane dal rilascio del Creators Update, il prossimo ag-giornamento per Windows 10, arri-va l’ennesimo spunto di riflessione per Microsoft: Internet Explorer è in caduta libera in termini di quote di mercato ed è giunta l’ora per Edge di cambiare marcia.

torna al sommario 29

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Massimiliano ZOCCHI

L a nuova Renault Zoe ha in dote una

batteria da 41 kWh, che porta l’omo-

logazione fino a 400 km di autono-

mia, di cui 300 abbastanza sicuri. I vertici

della casa francese più volte avevano

promesso ai vecchi proprietari la possi-

bilità di avere anche sulle loro vetture la

nuova batteria, tanto che ormai manca-

va solo l’ufficialità. Finalmente Renualt

Europa ha confermato questa possibili-

tà, con tanto di comunicato, per la gioia

di chi ha la piccola elettrica con solo

22 kWh di energia a disposizione.

La campagna partirà tra pochissimo, ma

non per tutti i mercati dove Zoe è pre-

sente, ma dapprima solo in due mercati

che faranno da test, anche se Renault

ancora non ha specificato quali saranno

i primi fortunati, ma di sicuro non l’Italia.

Per il Belpaese e tutti gli altri probabil-

mente si dovranno aspettare almeno

due mesi, nei quali le procedure verran-

no perfezionate grazie ai paesi prova.

Durante la nostra prova abbiamo avuto

modo di vedere la nuova batteria de-

nominata ZE40, e il dettaglio del lavoro

AUTOMOTIVE Renault Europa ufficializza la campagna di sostituzione delle batterie per la Zoe

Renault conferma: anche le vecchie Zoe potranno avere la batteria da 400 kmI proprietari dell’auto potranno installare le celle al litio che raddoppiano l’autonomia

svolto da LG Chem, per ottenere nello

stesso spazio e nello stesso peso, pra-

ticamente il doppio della densità ener-

getica.

Il cambio batteria tuttavia potrà essere

effettuato solo da chi ha l’accumulatore

con il meccanismo del noleggio men-

sile, mentre ancora non si sa nulla per

i paesi dove la vettura veniva venduta

anche con batterie di proprietà. Chi

deciderà di installare la batteria che

assicura viaggi più a lunga percorrenza

dovrà interrompere il vecchio contratto

di noleggio, e sottoscrivere una delle

nuove tariffe, come se acquistasse una

nuova Zoe. Oltre a questa procedura c’è

un entry ticket da pagare, 3.500 euro

IVA inclusa, che serviranno a coprire i

costi dell’intervento, del trasporto della

nuova batteria e la restituzione di quella

vecchia, oltre che l’aggiornamento del-

la carta di circolazione. Per questa cifra

tutto sommato contenuta, i clienti ag-

giorneranno l’auto rendendola di fatto

identica alla nuova versione, sfiorando

ormai la parità con una vettura termica.

di Giulio MINOTTI

D a Skoda arrivano le prime imma-

gini della Visione E, un concept

di crossover elettrico che verrà

presentato al prossimo Salone dell’au-

tomobile di Shanghai (19-28 aprile).

Prototipo che potrebbe prefigurare un

modello di serie previsto nel 2020; Sko-

da intende, infatti, immettere sul merca-

to cinque modelli a zero emissioni entro

il 2025. Modelli che come la Vision E

saranno basati sulla nuova piattaforma

MEB di Volkswagen già vista sulla I.D.

concept.

Per quanto riguarda il design, i boz-

zetti mostrano un crossover dall’anima

sportiva con una lunghezza di 4.645

mm, una larghezza di 1.917 mm e un’al-

tezza di 1.550 mm, oltre ad un passo di

AUTOMOTIVE Anche Skoda punta sull’elettrico con un Suv-coupè con 500 km di autonomia

Elettrica e semi-autonoma, arriva la Skoda Vision EVisione E è un concept di crossover elettrico, verrà presentato al Salone di Shanghai

2.850 mm. Il frontale

risulta molto pulito

e si caratterizza per

una doppia fila di fari

dalla forma sottile, al

posteriore si nota in-

vece la coda appena

accennata.

La Vision E è spinta

da due motori elet-

trici (uno all’anterio-

re ed uno al posteriore per ottenere la

trazione integrale) che sviluppano 225

kW (306 CV) con una velocità massima

di 180 km/h (autolimitata) e autonomia

dichiarata fino a 500 km. A bordo ci

sarà posto per quattro persone e non

mancheranno le soluzioni di infotain-

ment più avanzate con schermo centra-

le da 12 pollici e head-up display.

Prototipo che potrà anche vantare un

sistema di guida autonoma di livello

3; veicolo quindi in grado di muoversi

nelle code del traffico, entrare ed uscire

da un parcheggio autonomamente, ef-

fettuare sorpassi o cambiare corsia in

autostrada, ma con il guidatore sempre

pronto a riprendere il controllo della

vettura.

Anche le moto elettriche scendono in pistaDopo Formula E e GT, anche per le due ruote sono maturi i tempi per una classe dedicata all’elettrico. Ezpeleta ha pronto un progetto per una categoria ufficiale Dorna Sport di Massimiliano ZOCCHI

Si vociferava da tempo che una nuova classe dedicata alle moto elettriche fosse alle porte e a rompere gli indugi ci ha pensato il patron della Dorna Sport Carmelo Ezpeleta. Le idee sono chiare: si parte nel 2019, gare come evento collaterale della MotoGP e squa-dre direttamente coinvolte.Secondo il planning le gare po-trebbero essere inizialmente solo cinque, da distribuire in modo geograficamente equo. I team di MotoGP verrebbero coinvolti come gestori di team satellite, per mettere in pista 14 piloti della clas-se regina più i quattro rider più veloci della Moto2, per una gara da 10 giri. Inizialmente la moto potrebbe derivare da un unico co-struttore, e pare che due brand si siano già fatti avanti. Chissà che tra questi non sia presente anche l’italiana Energica, uno dei pochi costruttori che ha già in strada una moto sportiva elettrica, la Ego. Se si guarda al mondo di chi produ-ce moto elettriche, le scelte non sono poi tante. A parte Energica troviamo Lightning Motorcycles, che dichiara di avere la più veloce moto di produzione al mondo, la irlandese Volt, che sembrava un po’ dispersa ma sembra sia tor-nata recentemente attiva, ed altri progetti interessanti ma poi nau-fragati (più che altro per mancan-za di fondi) come Mission Motors.

www.audiogamma.it

P5 Wireless.Abbiamo eliminatoil cavo ma il suonoè rimasto lo stesso.

P5 Bluethooth, musica in mobilitàsenza compromessi con 17 ore diautonomia e ricarica veloce perperformance allo stato dell'arte. Lasolita qualità e cura nei materiali diBowers & Wilkins adesso senza filigrazie alla nuova P5 S2 Bluetooth.

133_bw_P5w_pgp_ddy.qxp:- 19-09-2016 14:13 Pagina 1

torna al sommario 31

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Massimiliano ZOCCHI

È disponibile su Amazon.it, BE-

FREE, la nuova formula Fiat per il

noleggio a lungo termine realizza-

ta in collaborazione con Leasys. L’offer-

ta è dedicata alla Fiat 500, che i clienti

dell’e-commerce di Jeff Bezos potranno

scegliere nella versione Pop 1.2 benzina

da 69 cv, a solo 179 euro mensili, prezzo

esclusivo per Amazon, scontato di 20

euro rispetto al prezzo normale.

Il vantaggio più grande della proposta

online è la possibilità di restituire l’au-

to al tredicesimo mese, senza nessuna

penale. Se si volesse invece arrivare

alla naturale scadenza del contratto, la

durata è di 48 mesi e 60.000 km tota-

li. Sono compresi nel canone anche la

copertura RCA, la tassa di proprietà,

assistenza stradale, oltre all’app Leasys

per la gestione di tutti i servizi e info-

AUTOMOTIVE Vantaggio della proposta online: dopo 13 mesi si può restituire l’auto senza penali

500 Fiat a noleggio lungo termine su AmazonDopo il Fiat Store su Amazon, nuova collaborazione di FCA con il colosso delle vendite online Leasys Be-Free è il noleggio a lungo termine per Fiat 500, in offerta speciale solo su Amazon

mobilità Leasys I-care Smart. Con un ca-

none maggiorato di 269 euro si accede

anche alla copertura furto e incendio

e riparazioni. Per accedere alla propo-

sta è sufficiente collegarsi alla pagina

Amazon dedicata, scegliere il pacchet-

to preferito e acquistare il Welcome

Kit da 99 euro. A questo punto si verrà

ricontattati da un addetto Amazon, per

recarsi nella più vicina concessionaria

convenzionata per perfezionare il con-

tratto. Fiat infatti ha scoperto tramite dei

sondaggi che circa il 50% degli italiani è

disposto a comprare una vettura online,

ma quasi tutti desiderano la consegna e

il contatto diretto in concessionaria.

BMW entra in Formula E Ora manca solo FerrariBMW ha ufficializzato l’ingresso nel 2018-2019 nel campionato di Formula E, il primo in cui i costruttori potranno mettere mano ad ogni aspetto delle monoposto elettriche Nove i team confermati, si attende la mossa di Marchionne di M. Z.

BMW annuncia che per la stagio-ne 2018-2019 prenderà parte al campionato FIA Formula E. Non una data scelta a caso, infatti sarà la prima stagione in cui le vetture elettriche saranno modificabili dai costruttori sotto ogni aspetto e in cui la gara sarà portata a termi-ne con una sola vettura, senza il cambio ai box a metà gara. BMW, dopo l’impegno per la fornitura delle safety car elettriche e ibri-de, va così ad aggiungersi ad altri team già iscritti, che dovranno suc-cessivamente omologare le loro auto: ABT Formel E, BMW AG, DS Automobiles, Jaguar Land Rover, Mahindra Racing, NextEV NIO, Penske Autosport, Renault, Venturi Automobiles.Al momento nella lista mancano Abt Schaeffler Audi, Faraday Futu-re e Techeetah. Con anche Merce-des che ha già dichiarato un par-ticolare interesse nella serie, sono molti ormai i nomi importanti del settore automotive che si schie-reranno sulla griglia di partenza, e non è certo un caso che tutti siano in qualche modo impegnati in pro-getti di mobilità elettrica. A questo punto, dopo le recenti dichiarazio-ni, si aspetta una eventuale mossa di Sergio Marchionne, per l’ingres-so di Ferrari nel campionato dedi-cato alle 100% elettriche. Un’ipo-tesi suggestiva potrebbe anche essere il coinvolgimento di Alfa Romeo e Magneti Marelli, come vociferato da tempo.

di M. Z.

E ra già stata avvistata all’estero, e

ora arrivano altre immagini spia

della Nissan Leaf nella prossima

versione che sarà in vendita nel 2018,

rinnovata sia nell’aspetto che nelle ca-

ratteristiche tecniche. Per le percorren-

ze di prova europee sono stati scelti

pannelli camouflage molto leggeri, tan-

to che il design non è quasi per niente

nascosto. È chiaro il richiamo al family

design già visto in molte nuove vettu-

re Nissan, una su tutte la Micra, di cui

la Leaf sembra quasi una versione più

grande. Al tempo stesso però ci sono

diversi tratti mutuati dalla IDS Concept

vista in tutti i recenti saloni più impor-

tanti. Come spesso accade molti par-

ticolari del prototipo sono stati limati,

ma sia nel frontale che nel posteriore ci

sono dettagli ripresi e modificati. Resta

il cofano convergente al centro fino al

raccordo con la calandra, scompaiono

gli odiati fari rialzati della vecchia Leaf,

per abbracciare il nuovo taglio più ag-

gressivo, che fa coppia con i fendineb-

AUTOMOTIVE Avvistata anche in Europa la nuova Nissan Leaf camuffata per le fasi di test

Nuova Nissan Leaf, novità nel design e nell’autonomiaA bordo avrà una batteria da 400 km di autonomia, la presentazione è attesa a settembre

bia, che seppur in

modo più morbi-

do, mantengono la

forma che aveva-

no le ampie prese

d’aria di IDS. La

fiancata diventa

meno sinuosa,

mentre il posterio-

re è riconoscibile,

soprattutto per la

rinuncia ai fari verticali, tratto distintivo

del vecchio modello, per passare a una

più convenzionale posizione orizzonta-

le. Nel concept c’era anche un richia-

mo “a boomerang” della parte rossa

del fanalino, e non è chiaro se ci sia

anche nella versione finale, potrebbe

semplicemente essere nascosto dalla

plastica nera. Non sarebbe una totale

novità, la stessa forma da anni è utiliz-

zata per Nissan Juke.

L’aspetto esteriore è solo una delle

novità per l’attesissima Leaf. Ciò che

più conta è l’arrivo di una batteria più

capiente. È quasi certo che sarà da

60 kWh, per ricalcare ciò che fa la

concorrenza, Opel Ampera-e in testa,

e che permetterà di ottenere alme-

no 320 km di autonomia. Come visto

in test di altre vetture, a seconda dei

percorsi e degli stili di guida, potrebbe

arrivare oltre i 400 km. Non è chiaro

che tipologia di ricarica abbia scelto

Nissan. La carica fast è assodato che

sarà in DC, resta da vedere se diran-

no addio alla giapponese Chademo, in

favore dell’europeo Combo CCS. Ap-

puntamento a settembre quindi per la

presentazione (a Parigi?) e vendite che

inizieranno subito dopo.

torna al sommario 32

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

BMW a tutto elettrico 25% del venduto entro il 2025BMW programma un biennio “elettrico” con tappe precise In arrivo la Mini elettrica, il SUV X3 e auto ibride plug-in di Massimiliano ZOCCHI

Dal 2013 BMW è una delle case automobilistiche più impegnate nella mobilità elettrica, tuttavia da allora le novità non sono state molte, se si escludono l’aggiorna-mento della batteria per la com-patta i3 e i restyling dell’ibrida i8. In occasione del meeting con gli azionisti, il CEO Harald Krüger ha fatto il punto della situazione, ribadendo l’impegno della casa tedesca per una progressiva ma inarrestabile elettrificazione. Krüger ha chiarito la posizione di BMW sulla mancanza di nuove proposte 100% elettriche, in favo-re delle ibride plug-in della serie BMWi. Secondo il CEO l’attenzio-ne mondiale in questo momento è concentrata più sull’ibrido rica-ricabile che sulle cosiddette BEV, poiché sono viste come di più fa-cile accesso e anello di congiun-zione verso l’elettrificazione della flotta. Sempre secondo Krüger, in BMW sono comunque soddisfatti dei numeri fatti registrare dalle vendite della i3, costantemente tra le prime 3 a livello mondiale, e prevedono per il 2017 circa 100.000 vetture consegnate, tra BEV e PHEV. Continuando con questo ritmo BMW punta a rag-giungere entro il 2025 una quota del proprio venduto tra il 15 e il 25%. Contribuiranno a questo traguardo anche una Mini elet-trica (dopo l’ibrida appena lan-ciata) e una versione a batterie del SUV X3.

di Massimiliano ZOCCHI

I clienti americani l’hanno sempre

amata, lasciandola per parecchio

tempo in cima alle classifiche di

soddisfazione, amore non corrisposto

da Sergio Marchionne, che tempo fa

aveva addirittura pregato di non acqui-

starla (a suo dire, per ogni esemplare

venduto, FCA perde 14.000 dollari).

Stiamo parlando della Fiat 500 in ver-

sione elettrica, modello presente solo

in alcuni Stati americani con legisla-

zione severa in materia di emissioni

inquinanti. La vettura non ha mai avuto

aggiornamenti tecnici fin dalla prima

versione, per cui ora sta diventando

lentamente obsoleta, per autonomia e

capacità di ricarica fast. Così i venditori

devono escogitare nuove strategie per

abbassare gli stock, e l’ultima di que-

sta è il noleggio a lungo termine con

prezzo imbattibile: solo 69 dollari. Ne-

gli Stati Uniti un prezzo così è più bas-

so addirittura di alcune tariffe flat per

smartphone, e in realtà non è la prima

volta che i costi per la compatta italiana

calano così tanto. Anche in occasione

dello scorso Black Friday erano circo-

late promozioni da 99 dollari al mese.

L’offerta attuale in California del sud è

di 69 dollari al mese, per una durata di

36 mesi, senza nessun deposito inizia-

le. Un prezzo ottimo, anche se i soli 132

km di autonomia certificati dall’EPA or-

mai sono davvero pochi, considerando

soprattutto le distanze enormi, consue-

tudine americana.

AUTOMOTIVE In California il prezzo di noleggio è 69 dollari al mese per una durata di 36 mesi

La 500 elettrica costa meno di uno smartphoneLa piccola elettrica di casa Fiat al momento è presente solamente sul mercato americano

di Alessandro CUCCA

I l comune di Magliano Sabina, in pro-

vincia di Rieti, ha inaugurato un uffi-

cio mobile perfettamente attrezzato

per i servizi della polizia municipale e

per la prima volta al mondo si tratta di

un mezzo totalmente elettrico. L’ufficio

mobile è stato realizzato in collabora-

zione con Nissan utilizzando un veicolo

commerciale tipo e-NV200 opportuna-

mente allestito e configurato per gli scopi

della Polizia locale di Magliano Sabina.

Il veicolo commerciale e-NV200 eredita

le stesse tecnologie ormai consolidate

della automobile Nissan Leaf e adotta lo

stesso motore e la stessa batteria da 24

kWh per un’autonomia nel ciclo NEDC

di circa 163 km e una velocità massima

limitata a 123 km/h. La ricarica del mez-

zo, sfruttando la ricarica veloce tramite

l’attacco Chademo, può essere conclusa

in 30 minuti, contro le 10 ore necessarie

ricaricando le batterie con la normale

presa di casa.

Queste sono le caratteristiche comuni

a tutti gli e-NV200 ma quello dei vigili è

ricco di personalizzazioni e impianti tec-

nici creati su misura. Dal punto di vista

elettrico questo mezzo ha una seconda

batteria da 10 kWh che viene utilizzata

per alimentare un impianto elettrico sup-

plementare a 12 V in

corrente continua per

la gestione dei lam-

peggianti, della sirena

bitonale, del faro di

ricerca orientante e,

grazie a un inverter

integrato, anche stam-

pante, Fax e computer

portatile con la cor-

rente alternata a 230

V. Queste tecnologie, unite a un arreda-

mento interno che prevede una ampia

scrivania e i sedili posteriori orientabili, fa

sì che i vigili abbiano a disposizione un

vero e proprio ufficio, mobile e coperto,

dove poter svolgere i loro servizi in totale

autonomia lontani dalla centrale ope-

rativa in paese e vicini a dove richiede

l’eventuale emergenza o normale attività

di controllo.

L’amministrazione comunale di Magliano

Sabina aveva già dimostrato di essere

molto attenta alle politiche green e di

mobilità sostenibile quando aveva accol-

to nel suo territorio un Supercharger Te-

sla (8 stalli per la ricarica di auto elettriche

Tesla ad alta velocità) e aveva installato in

paese un’altra colonnina pubblica e im-

pianti fotovoltaici sul tetto dell’ostello per

la gioventù; oggi in occasione del debut-

to del nuovo ufficio mobile viene anche

inaugurata una nuova colonnina di ricari-

ca di Enel portando così il numero totale

dei punti di ricarica a 10 e trasformando

il piccolo comune in quello con la mag-

gior densità di colonnine per la ricarica

di auto elettriche in relazione al numero

degli abitanti.

Grande enfasi è stata data a questa ini-

ziativa lo scorso 25-26 marzo in occasio-

ne del primo raduno interregionale sulla

mobilità elettrica e sostenibile promosso

dal comitato Mobilità Elettrica Roma e ac-

colto con favore dal comune di Magliano

Sabina, durante il quale si sono raduna-

te nella piazza principale del capoluogo

auto e mezzi elettrici provenienti da tutta

Italia (e non solo, anche dalla svizzera) e

si è potuto assistere a interessanti inter-

venti di relatori coinvolti nello sviluppo

delle energie rinnovabili e di nuove for-

me di mobilità sostenibile.

AUTOMOTIVE Il mezzo è attrezzato per svolgere servizi di sicurezza e controllo in mobilità

La Polizia Municipale ha un’anima green Ecco il primo ufficio mobile 100% elettricoIn provincia di Rieti la Polizia Municipale ha un mezzo elettrico allestito come ufficio mobile

torna al sommario 33

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

F ull LED, HDR e local dimming in un TV che parte

da 49”: finora chi voleva il meglio della tecnolo-

gia era costretto a partire dal 55” con una spesa

anche non indifferente, ma Sony, nella nuova gamma,

ha inserito questo modello che è unico nel suo ge-

nere. Un tempo c’era chi proponeva i top di gamma

anche nei formati da 32”, oggi sono rimasti pochi i

TV buoni e piccoli: abbiamo deciso così’ di provare

questo Sony che a 1599 euro di prezzo suggerito al

pubblico dovrebbe avere tutto quello che si desidera

senza compromessi di sorta. Un TV che non ha un

target ben specifico, ma che fa della versatilità il suo

punto di forza, e grazie alle sue dimensioni si ritaglia

pure uno spazio importante tra i gamer, che spesso

hanno la console in camera e non nell’ambiente di

visione principale. L’XE90 è perfetto per giocare il 4K

e in HDR, per fruire dei servizi di streaming e per guar-

dare gli eventi sportivi in generale, perché Sony non

tradisce la sua fama di “miglior processore video sul

mercato” e ancora una volta riesce a ottimizzare un

processore che è letteralmente in grado di fare mira-

coli con ogni tipo di segnale.

Sembra più grande di quello che èSaranno le cornici sottili da 8 mm, sarà il design mini-

mal ma l’XE90 nonostante i suoi 49” alla vista sembra

un 55”. Il livello costruttivo è buono, non eccellente:

Sony mimetizza abilmente le viti e riesce a dare al TV

una linea simile a quella dell’XD93 e dello ZD9.

La cornice è in alluminio spazzolato, unico vezzo este-

tico il logo con luce nella parte bassa che può essere

regolata nell’intensità tramite una apposita voce del

menu. La base è forse l’elemento che impressiona

meno, perché anche se stabile in fase di montaggio

ci dà l’impressione di essere un po’ troppo plastico-

sa: in realtà il rivestimento superficiale è in alluminio e

solo la parte inferiore e i due blocchi di supporto, con

passacavo annesso, sono in polimero. La base è in

ogni caso abbastanza bassa, e questo potrebbe osta-

colare l’eventuale posizionamento di una soundbar

sul frontale. Inoltre si sporca facilmente. il retro non è

ovviamente sottilissimo trattandosi di un TV Full LED,

ma questo permette di distribuire in modo intelligen-

te le connessioni: non manca davvero nulla, anche

TEST Sony XE90 nel taglio da 49” ha tutto quello che si può desiderare. È il più piccolo e completo TV di fascia alta sul mercato

Sony XE90 da 49”, il TV piccolo e quasi perfettoil TV XE90 offre Android TV, HDR e un pannello Full LED local dimming che regala un nero quasi perfetto. Il prezzo? Giusto

se ormai basta vedere se sono presenti USB, HDMI

2.0b con HDCP 2.2 e rete. L’alimentazione, come per

gli altri TV Sony, è esterna, un alimentatore piuttosto

voluminoso da nascondere da qualche parte. Ben

celato sotto uno sportellino lo slot per la CAM, con

lo spazio per ospitare un unico modulo di accesso

condizionato.

Identico a quello dello scorso anno il telecomando:

non è retroilluminato e alcuni tasti sono un po’ sot-

tili, ma nonostante questo si lascia usare bene ed è

sufficientemente pratico. L’importante è imparare a

memoria le posizioni dei tasti home, back e action,

facilmente raggiungibili con il pollice: bastano pochi

tasti infatti per far tutto. Presenti i tasti di accesso di-

retto a Netflix e a Google Play Movie.

Android TV è migliorato tanto ma resta lento Android N ancora non si vede sulle TV, ma arriverà nel

corso dell’anno. Il modello XE90 in prova ha a bordo

Android 6.0.1, l’ultima versione disponibile per i TV

Sony e utilizzata anche, dopo l’aggiornamento globa-

le, sui TV degli anni passati. Android TV non è ancora

perfetto ma si evolve, e più che la piattaforma a mi-

gliorare sono le app: oggi, fatta eccezione per le app

Sky e per quelle dei broadcaster italiani free troviamo

l’indispensabile per fruire dei servizi più diffusi.

C’è Netflix, ovviamente, c’è Amazon Prime Video e ci

sono Infinity, Chili, Wuaki TV e le due app di Premium,

segue a pagina 34

Sony KD49XE9005QUASI PERFETTO, LA QUALITÀ D’IMMAGINE È SUPER 1.599,00 €Il Sony XE90 è un gran bel TV e con la disponibilità economica e la necessità di un TV sotto i 50” non c’è altra scelta possibile. La qualità d’immagine ci ha entusiasmato, anche perché con la tecnologia usata e con un local dimming con così poche zone di più non si poteva fare. Il TV è versatilissimo, dallo sport ai film ai Blu-ray passando per lo streaming non abbiamo trovato punti deboli, con un processore che riesce davvero a far la differenza e dovrebbe far capire che il pannello, alla fine, non è così importante: Sony i pannelli non li fa, li compra da altri, eppure grazie al suo processore riesce a fare cose davvero notevoli. Android si arricchisce, ma Tizen è tutta un’altra cosa per rapidità: a tratti è talmente lento che viene voglia di lanciare il telecomando contro lo schermo. Per fortuna ci sono le app, finalmente in numero degno, che risollevano la situazione. Sottotono l’audio, ma da un TV così sottile non si possono pretendere miracoli. Sony ha fatto il prodotto “quasi” perfetto: un TV piccolo di fascia alta, quello che mancava. Speriamo ora che la seguano in tanti: chi ha una console next gen o ha già un 65” in sala non dev’essere costretto a prendere un TV entry level se vuole un 32” o un 40”.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACE- Qualità dell’immagine out of the box soddisfacente

- Non esiste un altro TV così piccolo con queste caratteristiche

- Android TV ha fatto passi avanti

- Poche zone nel local dimming- Android TV a tratti fa innervosi-re per la lentezza

- Audio solo discreto

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

9 9 9 8 9 88.7

lab

video

torna al sommario 34

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

Play e OnLine. Android TV offre ovviamente molto di

più, ma crediamo che bastino queste app oltre alla

possibilità di avere Google Cast integrato per rende-

re la piattaforma sufficientemente completa. Uniche

mancanze degne di nota Sky Go e Now TV: Google

ovviamente non le sviluppa, Sky non ci pensa neppu-

re considerando che Sky Go non è fatta per le TV e

che Now TV ha il suo set top box quindi crediamo che

la situazione resterà questa.

Sarebbe interessante avere a bordo Tivù On, con la

catch up TV di tutti i canali generalisti della piattafor-

ma satellitare, ma anche questo è un sogno che pro-

babilmente resterà irrealizzato. L’interfaccia è quella

classica arricchita da una serie di elementi sviluppati

da Sony, e come sui precedenti modelli l’integrazione

tra la user interface del TV stesso e quella di Android

è realizzata davvero bene. Oltre alla lista dei canali

per satellite e TV digitale terrestre, Google ha previ-

sto anche una lista per i canali in streaming: serve il

supporto delle app, ma crediamo che questa possa

diventare una chiave fondamentale per l’evoluzione

della Android TV. Al momento l’unico canale presente

mostra in loop i trailer di Play Movie.

Per quanto Android sia sempre più completo, a man-

care sono come sempre le performance: l’interfaccia

risponde sempre con un po’ di ritardo, che a seconda

delle operazioni diventa inaccettabile: durante la ripro-

duzione di uno streaming 4K da Netflix, ad esempio, i

comandi appaiono a schermo dopo qualche secondo.

Android non è il massimo in termini di ottimizzazione,

e forse i produttori di TV che lo usano dovrebbero

iniziare a considerare una piattaforma da smartphone

hi-end, processori multicore veloci e tanta RAM.

Regolazioni semplici Ma la calibrazione è superfluaPerfettamente integrata all’interno dell’ambiente

Android, l’interfaccia di regolazione del TV contempla

un numero davvero elevato di regolazioni, anche se

mancano quelle dedicate ai più esperti. Una assenza

che a nostro avviso non si fa sentire, anche perché i

due profili Cinema che Sony ha preparato sono qua-

si perfetti. Diciamo quasi perché, dopo aver regolato

luminosità e contrasto, siamo dovuti intervenire solo

ed esclusivamente sulla temperatura colore in modo

leggero, con il bianco troppo freddo oltre il 50% del

grigio. Poca cosa, che solo una sonda e un occhio al-

lenato riescono a cogliere: come si può vedere dalle

misure sotto il TV anche pre-calibrato

non è affatto messo male, anzi.

Altro non si può fare: manca una cor-

rezione della scala di grigi su più pun-

ti, non c’è una regolazione del CMS,

ci sono solo tantissimi parametri le-

gati ai vari filtri del processore X1 che

mostrano all’istante, se toccati, l’effet-

to che producono. Un menu quindi

completo in tutto e per tutto, che pure

senza strumenti adeguati può essere

toccato per portare il TV più vicino

alle proprie abitudini di visione. Come

vedremo, in ogni caso, consigliamo di

non toccare nulla, al massimo di portare il gamma da

-2 a -1 e, nella regolazione della temperatura colore,

di abbassare di uno o due punti il guadagno del blu.

Tutto qui

Prestazioni sonore non all’altezza Serve altroSono ormai lontani i tempi in cui si sceglieva un TV

Sony anche perché “suonava meglio”: senza tornare

ai tempi dei cinescopi Trinitron, fino a pochi anni fa

un TV Sony effettivamente si ascoltava con piacere,

specie con la musica. Questo 49 pollici però con la

resa sonora si ferma solo alla sufficienza con il par-

lato e non rende onore ai programmi musicali. Biso-

gna considerare che gli altoparlanti sono sistemati

alla base del TV e diffondono verso il basso, quando

l’apparecchio è appoggiato su un ripiano la distanza

tra diffusori e piano d’appoggio è molto ridotta e può

creare risonanze o comunque peggiorare la resa so-

nora. I controlli disponibili per l’audio sono molti: tre

posizioni DSP (musica, cinema, sport), equalizzatore a

sette bande, il circuito proprietario Clear Audio+ per

ottimizzare la resa sonora, perfino una modalità di

compressione per i soli programmi in Dolby Digital.

Purtroppo tutto poco utile appena si lascia il semplice

parlato: il DSP per la musica è quasi dannoso perché

esalta troppo gli acuti mentre l’intervento sport Live

football amplia effettivamente il campo sonoro. Con

la musica ciò che manca sono soprattutto i bassi e i

medio bassi e a poco serve alzare il volume perché

oltre un certo livello la resa diventa fastidiosa. Nota

positiva per la possibilità di regolare autonomamente

il volume della cuffia, funzione utile se in casa ci sono

persone deboli d’udito.

Qualità super senza dannarsi per regolarlo al meglioQuando siamo andati alla presentazione della nuo-

va gamma Sony non abbiamo avuto dubbi: “Vo-

gliamo provare per prima questo” abbiamo detto a

Sony Italia, affascinati soprattutto dalla presenza di un

vero local dimming full LED, di un HDR con un senso

e di tutto quello che Sony solitamente mette sui top di

gamma, fatta eccezione per la luminosità super dello

ZD9. Alla prima accensione il TV non offre una buona

TEST

Sony KD49XE9005segue Da pagina 33

segue a pagina 35

torna al sommario 35

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

impressione: il livello del nero sembra leggermente

alto e anche l’uniformità non perfetta: fortunatamente

la cosa si limita al setup iniziale, perché non appena si

finisce sulla pagina home di Android TV, con i canali

sintonizzati e il TV regolato al meglio, l’XE90 inizia a

far capire tutto il suo potenziale.

Iniziamo subito con lo streaming, Netflix: crediamo

che ormai lo streaming sia uno dei contenuti più fruiti

in assoluto su un televisore: Sony permette di rego-

lare anche per le app la qualità d’immagine e senza

neppure perdere troppo tempo andiamo a seleziona-

re Cinema Pro. L’immagine che si dipinge davanti ai

nostri occhi è quasi perfetta, e se pensiamo che non

è il top di gamma e che è un LCD ci troviamo davanti

ad un risultato davvero inaspettato. Tutto senza aver

perso tempo con sonde e calibrazioni varie: brillante

il giusto, un livello del nero decisamente basso, otti-

ma resa cromatica e una naturalezza nei movimenti

sono i punti che più ci hanno colpito. Senza neppure

chiedere a Netflix il 4K, ci limitiamo al Full HD che è il

profilo più usato: l’immagine è compatta, priva di arte-

fatti e decisamente dettagliata, merito soprattutto del

processore X1 che sembra essere in grado di creare

pixel inesistenti con una maestria unica. Impeccabile il

lavoro del MotionFlow XR, sembra davvero di trovarsi

davanti ad un film senza effetto blur o trascinamenti

che fanno percepire una risoluzione più bassa e otti-

ma la resa sulle alte e sulle basse luci, con un control-

lo delle sfumature precisissimo.

Il local dimming funziona: le aree di intervento non

sono moltissime, crediamo siano un numero variabi-

le da 16 a 24, ma riescono a fare molto bene il loro

lavoro creando un quadro più che soddisfacente:

l’unico limite lo vediamo se ci spostiamo in HDR, qui

il numero ridotto di zone si fa sentire un po’ di più

soprattutto nelle scene molto scure dove è richiesta

luminosità in una determinata zona e questa sborda

leggermente. Piccole cose in ogni caso che solo chi è

abituato a guardare un TV con un occhio veramente

critico riesce a percepire: per gli altri il TV Sony sarà

solo ed esclusivamente un grandissimo TV. Passiamo

ad un Blu-ray Ultra HD per saggiare il comportamento

del pannello Triluminous, dell’HDR e del 4K in gene-

rale: anche qui l’XE90 non tradisce le aspettative, con

l’illuminazione direct che, spalmata su uno schermo

piccolo, riesce a spingere davvero tanto (quasi 1000

nits). Resta in sporadiche situazioni qualche effetto

“halo”, ovvero qualche scia di luce attorno ad oggetti

molto luminosi in fondo nero, ma per il resto l’imma-

gine è davvero piacevole, con le bande nere “qua-

si nere”, colori saturi e credibilissimi, un’ottima resa

dell’HDR e una definizione super, merito anche del

pannello di piccolo taglio che ha più punti per pollice

rispetto ad un 55” o superiore. Con l’HDR si perde

qualcosa a livello di nero, ma si guadagna in dinami-

ca. Inutile fare confronti con l’OLED: l’OLED è a tratti

più nero ma il Sony è più luminoso, ha un processore

decisamente superiore a quello usato da LG sui suoi

TV e soprattutto il Sony ha anche un eccellente con-

trollo sulle bassissime luci. Poi, cosa non indifferente,

un OLED da 49” non esiste e quei pochi centimetri

per chi ha un posizionamento forzato possono fare la

differenza. La bontà del processore Sony e del TV in

generale si vedono poi in altri contesti: gaming, TV e

sport. Per il gaming ci troviamo davanti ad un TV che

offre una modalità HDR pensata per il gaming e un

input lag bassissimo, 30 ms: se a questo aggiungiamo

anche il processore che riesce a restituire un’ottima

definizione pure con le scene in forte movimento pos-

siamo dire che questo TV è perfetto sia per PS4 sia

per la Xbox One S. Nessuna scia nelle scene veloci

degli FPS, nessuno scatto nei giochi di corsa e una

naturalezza di movimento

che solitamente riscontria-

mo su monitor per PC dal

frame rate ben più eleva-

to. Le stesse impressioni

le abbiamo avute con

contenuti sportivi: zero

banding, ottima fluidità di

movimento e uno scaling

del segnale che riesce a

restituire la palla tonda e

non, come per alcuni com-

petitor, quadrata. Giocan-

do con le impostazioni del

processore si può interve-

nire andando a migliorare ulteriormente la fluidità, ma

quando si chiede troppo qualche piccolo artefatto di

moto emerge, meglio non esagerare.

Egregia la resa con la normale TV, nei limiti ovvia-

mente del segnale televisivo: il processore X1 riesce

a ripulire abbastanza bene le trasmissioni del digita-

le terrestre ma ovviamente non può fare miracoli in

fase di scaling. Qualche canale si lascia guardare, su

altri canali è meglio stendere un velo pietoso (e non

è colpa di Sony). Con la CAM di Tivusat inserita e la

parabola si riesce comunque a godere di una buonis-

sima qualità generale sui principali canali Rai e sugli

altri canali HD. E calibrato? Come abbiamo detto le

regolazioni applicabili sono davvero poche. Si può

intervenire sul bianco e sul gamma, ma quello che si

guadagna non è tantissimo e solo un occhio apprez-

zato lo può notare.

Una nota finale: il TV si vede benissimo se lo si guarda

perfettamente allineati: il tipo di pannello VA e il filtro

frontale penalizzano (e non poco) le performance per

chi lo guarda da posizione elevata e dai lati. Meglio

non appoggiarlo in basso (come prevedono certi ar-

redamenti moderni) e meglio averlo di fronte. Chiu-

diamo con i consumi: una volta calibrato il TV con-

suma davvero poco, circa 60 watt: in modalità HDR

qualcosa in più, ma restiamo comunque nella rigida

classe A.

Le nostre misure: a sinistra la pre calibrazione, a destra i risultati con un paio di correzioni.

La base del TV si sporca molto facilmente: vedere per credere.

TEST

Sony KD49XE9005segue Da pagina 34

Il tuo 5 per mille può cambiare la vita

di molti bambini prematuri.

E non ti costa nulla.

Ogni anno in Italia nascono 30.000 bambini prematuri, di cui circa 5000 hanno un peso inferiore a 1500 gr.Questi bambini hanno bisogno di cure, controlli e assistenza per molti anni.

E anche i loro genitori hanno bisogno del tuo aiuto.

Le donazioni ad AISTMAR Onlus vengono interamente impiegate per:- l’assistenza delle gravidanze a rischio o patologiche- la cura e il supporto al neonato prematuro

e alla sua famiglia nel percorso di sviluppo e crescita

Oppure puoi sostenere AISTMAR Onlus con versamenti su:• C/C Postale: 29328200• C/C BancoPosta: IBAN: IT 05 Z 07601 01600 000029328200 presso Posta di via Sambuco, 15 - Milano• C/C Bancario: IBAN: IT 30 R 05216 01619 000 000 003641 presso Credito Valtellinese, Agenzia n°14 - Milano

Tutto il personale di AISTMAR Onlus è volontario. L’intero ricavato delle donazioni viene impiegato in cure e assistenza ai neonati prematuri e patologici e alle loro famiglie.

AISTMAR Onlus - via della Commenda, 12 - 20122 Milano - www.aistmar.it

FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA - OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICODipartimento per la Salute delle Donna, del Bambino e del Neonato

U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatalevia Francesco Sforza, 28 - 20122 Milano

GIORNO MESE ANNO

CONTRIBUENTECOGNOME (per le donne indicare il cognome da nubile) NOME SESSO (M o F)

DATA DI NASCITA COMUNE (o Stato estero) DI NASCITA PROVINCIA (sigla)

CODICE FISCALE(obbligatorio)

DATI ANAGRAFICI

Da consegnare unitamente alla dichiarazioneMod. 730/2008 al sostituto d’imposta, alC.A.F. o al professionista abilitato, utilizzandol’apposita busta chiusa contrassegnata suilembi di chiusura.

MODELLO 730-1 redditi 2007

Stato

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa cattolica

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Assemblee di Dio in Italia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa Valdese unione delle chiese metodiste e valdesi

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa Evangelica Luterana in Italia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Unione Comunità Ebraiche Italiane

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Scheda per la scelta della destinazione dell'8 per mille dell'IRPEF e del 5 per mille dell'IRPEF

Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute

che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a),del D.Lgs. n. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle finalità destinatarie della quota del cinque per mille dell’IRPEF, il contri-buente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. Il contribuente ha inoltre la facoltà di indicare anche il codice fiscaledi un soggetto beneficiario. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delle finalità beneficiarie.

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

Finanziamento agli entidella ricerca sanitaria

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

FIRMA

Finanziamento agli enti della ricerca scientifica e della università

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI a norma di legge

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

genziantrate

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle sette istituzioni beneficiarie della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, ilcontribuente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delleistituzioni beneficiarie.La mancanza della firma in uno dei sette riquadri previsti costituisce scelta non espressa da parte del contribuente. In tal caso, la ri-partizione della quota d’imposta non attribuita è stabilita in proporzione alle scelte espresse. Le quote non attribuite spettanti alleAssemblee di Dio in Italia e alla Chiesa Valdese Unione delle Chiese metodiste e Valdesi, sono devolute alla gestione statale.

In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa chei dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta.

In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa chei dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta.

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

LA SCELTA DELLA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF E QUELLA DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF NON SONO IN ALCUN MODO ALTERNATIVE FRA LORO. PERTANTO POSSONO ESSERE ESPRESSE ENTRAMBE LE SCELTE

ALLEGATO B

9 7 0 2 8 2 1 0 1 5 7Mario Rossi

5 per mille claudio.indd 1 18/03/2010 19:42:07

SOSTIENI AISTMAR Onlus con il tuo 5 per mille

AISTMAR OnlusAssociazione Italiana per lo Studio e la Tutela della Maternità ad alto Rischio

Dammi il cinque!

Sui moduli CUD, 730 o Unico scrivi

torna al sommario 37

MAGAZINEn.153 / 1703 APRILE 2017

di Roberto PEZZALI

P uò uno skateboard elettrico diventare un mezzo

per la mobilità smart del futuro? Con la normativa

attuale la risposta è no: come gli hoverboard e

i monopattini anche gli skateboard elettrici non sono

normati dal codice della strada, motivo per il quale chi

compra un prodotto simile è costretto ad utilizzarlo in

aree chiuse e in zona dove non sussistono pericoli

per se stessi né per gli altri. Nonostante questo limite

abbiamo voluto ugualmente sfidare il destino, pronti

a pagare i 25 euro di multa che la polizia solitamente

commina a chi trasgredisce l’articolo 9 del codice del-

la strada, e ci siamo avventurati, con molta attenzione,

tra le strade di Milano a bordo di un Nilox Doc Skate.

Presentato all’Ifa di Berlino Doc Skate raccoglie eredità

dell’hoverboard presentato da Nilox lo scorso anno e

si affianca al nuovo monopattino per diversificare una

offerta che può accontentare tutti. Se il monopattino è

più semplice, ma anche più classico, lo skate, o meglio

la longboard elettrica ha un sapore di California e di

gioventù che il monopattino non riesce a trasmettere.

Un giocattolo da 600 euro, disponibile in tre diverse

colorazioni e dotato di una batteria da 4400 mAh che

dovrebbe garantire circa 20 km di autonomia. Dovreb-

be, perché come vedremo sia l’autonomia sia la veloci-

tà sono strettamente legate al peso dell’utilizzatore, in

questo caso circa 80 kg.

Una discreta tavola con un solo motoreLa base del Doc Skate è una discreta longboard: la

base nera è ovviamente rivestita da materiale anti-

sdrucciolo e la lunghezza di circa 75 cm assicura una

discreta stabilità. Per essere più stabile forse servivano

20 cm in più, anche se è vero che questa non va spinta

a piedi ma si muove con il motore inserito nella ruota.

Anche il materiale non è pregiato come quello di molte

altre tavole: nonostante sia verniciata di nero tendiamo

a credere che sia una tavola di legno semplice, priva

di rinforzi in carbonio e kevlar. I due carrelli sono abba-

stanza morbidi, mentre le ruote sono abbastanza rigi-

de, ogni asperità del terreno si sente e non poco.

La batteria è alloggiata sotto il deck, con il cavo di ali-

mentazione collegato all’unico motore presente inseri-

to all’interno di una ruota posteriore. Il sistema in-wheel

potrebbe creare qualche perplessità, ma quasi tutti gli

skate elettrici utilizzano una distribuzione su singola

ruota e la potenza viene comunque distribuita in modo

TEST Nilox ha ampliato la gamma di veicoli elettrici aggiungendo all’hoverboard e al monopattino anche uno skateboard

Nilox DOC Skateboard Plus, movimento giovaneVa veloce, è facile gestire ma il feeling non è perfetto. Occhio al prezzo: 600 euro non sono certo una spesa da poco

uniforme alle altre tre. Di fianco alla batteria trovano

spazio la presa di ricarica e il tasto di accensione, che

di base impostato è sulla modalità “slow” ma, tramite

una sequenza, può attivare la modalità fast permetten-

do al Doc Skate di erogare tutti i 200 watt del motore.

Il controllo non avviene tramite il bilanciamento del

peso come nella nota (e costosa) ZBoard, ma mediante

un piccolo controller bluetooth che gestisce verso di

andatura, accelerazione e freno motore. Pure il control-

ler potrebbe essere costruito meglio, il gommino posto

sullo stick tende a staccarsi e la distribuzione dell’ero-

gazione non è troppo fluida.

Non deve spaventare Per imparare bastano pochi minutiPer prendere confidenza con lo skate elettrico bastano

pochi minuti, ed è decisamente più semplice del classo

hoverboard self balancing. Stance larga, piede frontale

ben piantato sul muso della tavola e piede posteriore

leggermente girato per aiutare a spingere di punta o di

tacco sulle curve: con lo skate si curva (o carva) spo-

stando il peso del corpo, e più si spinge più il raggio

di sterzata è stretto. Dopo pochi minuti si riesce già a

percorrere un rettilineo in sicurezza, provando anche

qualche zig zag per saltare le asperità del terreno: i

tombini si sentono, così come si sentono sassolini e

asfalto drenante, meglio una bella pista liscia.

La ruota aderisce bene e distribuisce la potenza in

modo uniforme, il freno motore forse è leggermente

brusco e andava dosato con maggior dolcezza. La ve-

locità massima raggiungibile in modalità slow è di circa

6 km/h con una persone di 80 kg, sicuramente con un

peso più leggero guadagna qualche punto.

In modalità fast si toccano i 14-15 km/h, una buona an-

datura che permette anche di salire qualche pendenza

poco impegnativa se si è già “lanciati”: da fermo, infatti,

lo skate fatica non poco sulla pendenza e si rischia di

danneggiare il rotore. La batteria ha l’autonomia dichia-

rata, anche se l’autonomia del litio è dipendente dalla

temperatura esterna: a 20 km si arriva senza problemi,

poi meglio non rischiare. La ricarica, con il caricatore di

rete in dotazione, richiede circa 2 ore.

Il prezzo è alto, ma quelli più belli costano il doppioNon si può usare in città (o meglio, si può usare a pro-

prio rischio e pericolo) ma nonostante questo il DOC

Skate è decisamente divertente. Non è un vero ska-

te, non si può spingere con i piedi e non permette

trick, ma la forma è quella di uno skate e si fa molta

meno fatica. Il vero problema è però legato al prezzo

di vendita: i 570 euro chiesti da Nilox sembrano tanto

i 550 euro chiesti per gli hoverboard lo scorso anno,

con il listino che si è rapidamente dimezzato davanti

alla domanda non esagerata. Con un solo motore, un

telecomando non troppo preciso e un deck un po’ cor-

to per una vera longboard “skate” dovrebbe costare

un po’ meno, anche se il prezzo della batteria incide

parecchio. Il prodotto che più si avvicina è lo Yuneec

E-Go, una bella longboard con una erogazione fluida

e un deck lungo quasi un metro: costa un po’ di più,

ma il livello costruttivo è superiore. Purtroppo siamo di

fronte a prodotti di nicchia: esistono modelli bellissimi,

anche senza telecomando (ZBoard) ma dai costi proibi-

tivi, oltre 1000 euro, e di fronte a questi il Nilox sembra

quasi costi poco.

Nilox DOC Skateboard PlusLa nostra video prova

lab

video

lab

video